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Erickson Patrizia Ghislandi (a cura di) Patrizia Ghislandi (edited by) Comunità di pratica per l’educazione continua in sanità Contributi al dibattito Distributed communities of practice and continuing health education Some contributions to the debate

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Erickson

Patrizia Ghislandi (a cura di)Patrizia Ghislandi (edited by)

Comunità di pratica per l’educazione continua

in sanitàContributi al dibattito

Distributed communities of practice and continuing health education

Some contributions to the debate

Gli autori The authors 9Presentazione (Davide Bassi) Foreword 33Presentazione (Ugo Rossi) Foreword 41La formazione ECM e il progetto eLFOSS (Livia Ferrario) Continuing Health Education and the eLFOSS project 45Nota introduttiva (Patrizia Ghislandi) Introduction 51

Parte prima – La formazione sociosanitaria in provincia di TrentoPart one – Social and health continuing education in the Province of Trento

1. Il progetto eLFOSS (Luciano Pontalti) The eLFOSS project 652. Progetto eLFOSS: da committente a progettista e partecipante (Franca Bellotti) The eLFOSS project: from project commissioner to project designer and participant 713. Moderazione online nell’ambiente sociosanitario (Massimo Giordani) Online moderation in the health and social field 794. La formazione sul campo e le comunità di pratica nella formazione continua delle professioni sanitarie (Amelia Marzano) Field work learning and communities of practice as part of continuing education for health professionals 89

IndiceIndex

Parte seconda – Il progetto eLFOSS e le comunità di praticaPart two – The eLFOSS project and communities of practice

5. Communities of practice: a social discipline of learning in healthcare (Etienne Wenger) Comunità di pratica: una teoria sociale per l’apprendimento in sanità 1076. Dal progetto eLFOSS alla comunità di pratica (Patrizia Ghislandi) From the eLFOSS project to the community of practice 1457. Il progetto eLFOSS: genesi e contenuti (Daniela Paolino) The eLFOSS project: genesis and contents 1658. La figura dell’eTutor (Chiara Eberle) The figure of the eTutor 1839. Riflessioni distribuite e collaborative sull’eLFOSS da parte dei partecipanti (Eleonora Angeli, Francesco Chiumeo, Paolo Colorio, Marika Comai, Marisa Dellai, Marilisa Deluca, Roberta Filippi, Luciana Fontana ed Eleonora Negri) Distributed and collaborative reflections on eLFOSS by the participants 19910. L’eLearning in università: l’esperienza della Divisione Servizi OnLine per la didattica (Paolo Zanei) eLearning at University: the experience of the OnLine Learning Division 21911. Il focus group a conclusione dell’esperienza eLFOSS (Enrica Tomasi) The focus group held at the end of the eLFOSS experience 225

Parte terza – Esperienze e riflessioni sulla formazione continua e le comunità di praticaPart three – Experiences and reflections on continuing education and communities of practice

12. Condivisione della conoscenza e pratiche riflessive in una comunità virtuale di medici di medicina generale (Silvia Gherardi) Knowledge sharing and reflective practices in a virtual community of general practitioners 24513. Formazione continua e comunità di pratica: il progetto FRIDA per i medici di medicina generale del Trentino (Marco Clerici) Continuing education and communities of practice: the FRIDA project for general practitioners in Trentino 25514. La comunità di pratica dei professionisti del territorio (medici di medicina generale e pediatri di libera scelta) (Sergio Bernabè, Mario Nejrotti, Guido Giustetto, Aldo Mozzone, Giuseppe Belleri e Paolo Fiammengo) A communitiy of practice for doctors (general practitioners and paediatricians) 265

15. La formazione sul campo e le comunità di pratica: l’esperienza del gruppo WEBM.org (Maria Luisa Zuccolo) Field work training and communities of practice. The experience of the WEBM.org group 273

Parte quarta – AppendiciPart four – Appendices

Appendice 1 – Le caratteristiche di eLFOSS The eLFOSS characteristics 285Appendice 2 – Brochure del convegno Comunità di pratica e formazione continua in sanità, Rovereto (Trento), 11 dicembre 2009 Conference brochure: «Communities of Practice and Continuing Health Education», Rovereto (Trento), 11 December 2009 289Appendice 3 – Gli acronimi di eLFOSS eLFOSS acronyms 293Appendice 4 – Le leggi sull’Educazione Continua in Medicina The laws on Continuing Health Education 295

Bibliografia consigliata (Patrizia Ghislandi) Recommended bibliography 299

Il convegno Comunità di pratica e formazione continua in sanità, organizzato dall’Università di Trento insieme alla Provincia Autonoma di Trento l’11 dicembre 2009, rientra nel contesto di un più ampio progetto di formazione nato nel 2007 dalla collaborazione fra i due enti. Si tratta di un’iniziativa che rappresenta un ottimo esempio di sinergia territoriale, un orientamento in cui credo molto e che ho sempre perseguito negli anni del mio mandato come rettore dell’ateneo, così come, peraltro, chi mi ha preceduto. L’Università di Trento, infatti, pone grande attenzione, nelle sue linee di sviluppo, non soltanto alla qualità della ricerca, della didattica e dei servizi, ma anche al radicamento sul territorio, con un costruttivo con-fronto e un fattivo dialogo con le istituzioni che hanno portato a numerose collaborazioni su molti fronti.

Anche il progetto eLFOSS (Formazione eLearning per i Referenti dei Servizi Sanitari e Sociosanitari), nato fra l’ateneo e la Provincia Autonoma di Trento, con il coinvolgimento dell’Assessorato alla Salute e alle Politiche Sociali (APS), dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari (APSS), della Scuola di Formazione Specifica in Medicina Generale (SMG), e infine dell’Unione Provinciale Istituzioni per l’Assistenza (UPIPA), è dunque un valido esempio di sinergia territoriale.

L’Università di Trento ha messo al servizio della comunità le compe-tenze sviluppate negli anni nell’ambito dell’eLearning e della formazione continua: scopo principale del progetto è infatti offrire l’opportunità agli

PresentazioneForewordDavide Bassi

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enti formativi in ambito sanitario e sociosanitario non solo di erogare corsi di formazione e aggiornamento online (o meglio blended) rivolti ai pro-fessionisti del settore, i quali, per motivi professionali e di dispersione in provincia, non sempre sono in grado di presenziare a incontri di formazione in aula, ma anche di fondare una comunità di pratica tra gli stessi operatori della formazione che operi a livello del territorio.

Già nel 2000 il Consiglio dell’Unione Europea aveva rivolto ai governi nazionali l’invito a una rapida accelerazione informatica per adottare i livelli formativi e informativi necessari per la società europea del terzo millennio. Tutti gli Stati membri erano dunque stati invitati a «perseverare negli sforzi concernenti l’effettiva integrazione dell’ICT (Information and Communi-cation Technology) nei sistemi di istruzione e formazione» e a «sfruttare pienamente le potenzialità di Internet, degli ambienti multimediali e di apprendimento virtuale per migliori e più rapide realizzazioni di educazione permanente» (Consiglio dell’Unione Europea, 2001).

Anche la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI) aveva, in un rapporto del 2005, definito «opportuno pensare a soluzioni organizzative che permettano [alle università] di continuare a pensare alla didattica accademica, ma anche di produrre contenuti di qualità per l’eLearning» (Tosi, 2005). Nel 2007 la Fondazione CRUI ha anche svolto un’indagine sull’eLearning nelle università italiane e ha pubblicato un libro che prova a fare il punto sul rapporto fra sistema universitario italiano e ICT.

Tutto questo dimostra che, sia a livello nazionale sia oltre, c’è attenzione all’innovazione didattica possibile grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie. Molti progetti, infatti, sono stati avviati e negli ultimi anni le tecnologie legate all’eLearning, ma non solo, hanno permesso la nascita di esperienze significative, al cui interno hanno avuto un importante ruolo le università italiane, che si sono fatte promotrici di numerose sperimentazioni e appli-cazioni, seppure non sempre di successo.

Calando queste considerazioni nella nostra realtà vorrei sottolineare come l’Università di Trento sia uno di quegli atenei che non soltanto ha accolto gli stimoli a innovare la didattica grazie all’introduzione delle nuove tecnologie, ma che ha anche capito che l’eLearning può rappresentare una grande opportunità per la promozione di iniziative di formazione perma-nente al servizio del territorio.

Presentazione 35

L’ateneo ha dunque puntato in questa direzione: da diversi anni ormai esiste una struttura amministrativa, la Divisione Servizi OnLine per la Di-dattica, le cui finalità principali sono di supportare i docenti e stimolarli ad avvicinarsi o a migliorare sempre più le metodologie didattiche innovative ormai piuttosto diffuse (una modalità molto utilizzata a livello di ateneo è quella web-enhanced con molti corsi attivati; ci sono inoltre i corsi blended, che, per diverse esigenze, uniscono alla didattica frontale tradizionale diverse forme di didattica online).

Oltre al supporto per la realizzazione di queste iniziative, fra le attività che l’ateneo porta avanti in questo ambito ci sono anche l’informatizzazione delle prove linguistiche del Centro interfacoltà per l’apprendimento delle lingue, l’implementazione di test di verifica dell’apprendimento e di auto-valutazione e la formazione e assistenza ai docenti e ai loro collaboratori coinvolti in progetti distance e blended learning.

Al di là dell’eLearning come supporto a vari livelli ai corsi universi-tari, l’ateneo considera un proprio compito istituzionale anche quello di promuovere formazione e aggiornamento per il personale già inserito nel mondo del lavoro per la crescita professionale dei lavoratori e il continuo miglioramento delle loro prestazioni. In quest’ottica l’Università di Trento ha avviato diverse iniziative, ponendosi così al servizio del proprio terri-torio con un buon livello di conoscenze e di competenze spendibili nella formazione e nell’aggiornamento del personale di enti pubblici e privati del territorio. Un modo per perseguire insieme un obiettivo di crescita culturale e professionale del territorio nel suo insieme.

Il progetto alla base del convegno ha come idea fondante che eLFOSS siano i nuovi formatori, coloro che ricorrendo alle tecnologie dell’informazio-ne e della comunicazione non considerano la tecnologia come il solo mezzo per migliorare la formazione, ma come strumento che facilita il formatore a riportare il focus dell’attenzione sull’apprendimento significativo.

Si tratta quindi di un passo ancora ulteriore: la tendenza prevalente è quella di considerare l’eLearning come una semplice trasposizione sulla rete dell’insegnamento in aula. Vanno invece sempre più valorizzate, al di là di questo, le modalità attraverso le quali le persone possono collaborare, scoprire e partecipare a comunità online, esplorare risorse e idee e apprendere efficacemente sfruttando le potenzialità della rete e l’opportunità che essa offre nella costruzione di relazioni e di conoscenza. I progettisti didattici

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e i moderatori di comunità online devono perciò iniziare a interrogarsi su quale processo debba seguire un progetto di didattica online, quali modelli e strategie si possano applicare e come individuarli, quali siano le competenze necessarie per motivare i discenti, guidarli e sostenerli nel ritmo delle interazioni online. In quest’ottica il convegno vuole porsi come un’occasione sia per discutere e diffondere i risultati del progetto eLFOSS, sia per porre le basi di partenza e stimolare l’evoluzione della costituenda comunità di pratica per la formazione eLearning nell’ambito sanitario e sociosanitario trentino.

The conference on Communities of Practice and Continuing Education in Health, organised by the University in cooperation with the Autonomous Province of Trento on 11 December 2009, was part of a broader training project launched in 2007 as a result of a process of cooperation between the two bodies. This is an initiative which offers an excellent example of local community synergy, an approach in which I firmly believe and have always actively supported in my years as Rector of the University — an approach, I should add, that I inherited from my predecessors. Indeed, the University of Trento attaches great importance in its philosophy of development not only to the quality of research, teaching and services, but also to consolidating its position in the community, with constructive encounters and positive dialogue with other institutions, which have resulted in numerous examples of cooperation on many fronts.

The eLFOSS (eLearning Training for Health and Social Professionals) Project is another valid example of community synergy, the fruit of cooperation between the University and the Autonomous Province of Trento, with the participation of the Regional Ministry of Health and Social Policies (APS), the Provincial Health Agency (APSS), the School of Specific Training in General Practice (SMG) and the Provincial Union of Health Care Institutions (UPIPA).

The University of Trento placed at the disposal of the community the skills it has developed over the years in the area of eLearning and continuing training: in fact the main aim of the project was to provide an opportunity for training agencies in the field of health and social services not only to deliver online training and refresher (or rather blended) courses for professionals who, for professional or geographical reasons, were not always able to attend classroom

Presentazione 37

training courses, but also to set up a community of practice for trainers themselves working in the community.

As far back as June 2000, the Council of the European Union urged national governments to speed up the use of information technologies so as to reach the training and information levels necessary for European society in the third millennium. All the Member States were therefore invited to «continue their efforts concerning the effective integration of ICT (Information and Communication Technology) in education and training systems» and to «capitalise on the potential of Internet, multimedia and virtual learning environments for better and faster realisation of lifelong learning» (Consiglio dell’Unione Europea, 2001).

The Conference of Italian University Rectors (CRUI), in a report published in 2005, also stated that it was «time to come up with organisational solutions which would enable universities to continue to reflect on academic teaching, but also to produce good quality contents for eLearning» (Tosi, 2005). In 2007, CRUI also carried out a survey on eLearning in Italian universities and published a book which attempts to provide an overview of the use of ICT in the Italian university system.

This all goes to show that both at home and abroad, there is much focus on innovative teaching practices thanks to the introduction of new technologies. Many projects have in fact been launched and in recent years technologies connected with eLearning, amongst other things, have produced significant experiences. Italian universities have played an important role in these experiences by promoting numerous experimental projects and applications, even though not all of them have been successful.

Applying these considerations to our own local situation, I would like to emphasise that the University of Trento is one of the universities which has not only been open to ideas to introduce innovatory teaching practices through the introduction of new technologies, but has also understood that eLearning can represent a great opportunity for promoting continuing education initiatives for the benefit of rest of the community.

The University has therefore invested in this area: for a number of years now there has been an administrative structure, the OnLine Learning Division, whose main aims are to support university teachers in starting to use, or improving their use of, the innovative teaching methods which are now quite common (one form which is very often used at the University is the web enhanced concept applied to many of the courses offered; there are also blended courses which,

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according to different needs, combine traditional face-to-face teaching with a range of online teaching methods).

In addition to providing support to realise these initiatives, other related activities which the University has introduced in this area include the language tests of the Inter-Faculty Language Learning Centre (CIAL), the use of learning and self-assessment tests and training and assistance to teachers and their colleagues involved in distance and blended learning projects.

In addition to providing eLearning as a support for university courses at various levels, the University also considers it part of its duties to offer professional training and refresher courses for people who are already in active employment, as a mean as of promoting their professional development and continuing to improve their performance. With this objective in mind, the University has launched a range of initiatives, thereby making available its high level of knowledge and skills in staff training and development in public and private institutions throughout the region. This is a way of jointly pursuing the goal of cultural and professional growth in the local area.

The project which was the subject of the conference started from the idea that eLFOSS should be for new trainers, for those people who use information and communication technologies but do not consider technology as the only means of improving training, but also as a tool to help trainers to focus attention on significant learning.

This is therefore yet another step forward: the prevailing tendency is to consider eLearning simply as the transposition of classroom teaching onto the net. But over and above this, much greater value should be attached to the ways in which people can cooperate, discover and participate in online communities, explore resources and ideas and learn efficiently by making the most of the potential of the net and the opportunities it offers in building relationships and knowledge. Teaching planners and moderators of online communities must therefore start to ask themselves what process an online teaching project should follow, what models and strategies can be used and how they can be identified, what skills are needed to motivate learners, guiding them and supporting them at the pace of online interactions. In this perspective, the conference set out to offer an occasion both for discussing and disseminating the results of the eLFOSS project and for laying the foundations for stimulating the growth of this fledgling community of practice in eLearning applied to health and social training in Trentino.

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Riferimenti

Consiglio dell’Unione Europea (2001), Risoluzione del Consiglio del 13 luglio 2001 sulla e-Learning, Gazzetta Ufficiale n. C 204, 20 luglio 2001, http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=CELEX:32001G0720%2802%29:IT:HTML (verificato il 26 settembre 2011).

Tosi P. (2005), Relazione sullo stato delle Università Italiane, Roma, Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI).

L’obbligatorietà alla formazione dei professionisti della salute introdotta sin dalla legge istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale (legge 23 dicembre 1978, n. 833) è stata ribadita con l’attivazione del programma Educazione Continua in Medicina (ECM), considerando la formazione continua come requisito essenziale per il corretto esercizio professionale di ciascun operatore sanitario dipendente, convenzionato o libero professionista.

Si è passati quindi da un vincolo formativo riferito perlopiù ai dipen-denti del Servizio Sanitario Nazionale a un impegno per ogni professionista sanitario, il cui aggiornamento continuo rappresenta una precisa responsa-bilità nei confronti dei cittadini. Pertanto oggi si deve parlare di formazione continua e formazione permanente non in termini amministrativi, ma di aiuto alle persone a imparare a imparare, con l’obiettivo finale che ciascuno sia in grado di gestire la propria formazione.

Dall’anno 2002 — in cui si è data applicazione al primo Accordo Stato-Regioni in materia di ECM — l’aggiornamento non è più solo un’esigenza del singolo, ma un preciso obbligo professionale, che può essere assolto frequentando eventi ECM accreditati in forma residenziale, in eLearning, in formazione sul campo, in autoformazione.

Modalità formative queste che nelle realtà regionali si sono, nel tempo, sempre più sviluppate e perfezionate, per assumere nel sistema ECM una condizione sistemica. Ed è questo uno dei valori aggiunti che ha portato con sé il sistema ECM, se consideriamo che in questi ultimi anni sono

La formazione ECM e il progetto eLFOSSContinuing Health Education

and the eLFOSS projectLivia Ferrario

46 Comunità di pratica per l’educazione continua in sanità

stati istituiti a livello nazionale organismi, quali la Commissione nazionale ECM, il Comitato tecnico delle Regioni, l’Osservatorio nazionale per la qualità della formazione, in cui i diversi referenti regionali e gli specialisti della formazione sono stimolati a dibattere sul tema della formazione, consolidando le esperienze innovative sperimentate a livello regionale e supportando le regioni che per difficoltà interne non riescono a garantire un loro sistema ECM.

In tali organismi si è potuto anche dibattere sul significato dei crediti: certamente la norma sui crediti ha portato molte spinte utili, ma va anche presidiata affinché non sia diseducativa, in quanto può indurre a compor-tamenti viziosi, ignorando le differenze tra imparare ciò che serve e ciò che non serve, tra partecipare a un seminario in modo attivo o passivo, può non garantire differenza fra la qualità di un intervento e la non qualità. Ma, soprattutto, può indurre un criterio di motivazione al punteggio e non all’apprendimento, con un risultato molto limitativo della formazione.

È all’interno di tale contesto che la Provincia Autonoma di Trento ha istituto il suo sistema ECM facendo dialogare, in forma partecipata, i sog-getti istituzionali e non, con l’obiettivo di promuovere nei professionisti la motivazione, la voglia di imparare, anche stimolando l’utilizzo di modelli di formazione che pongano al centro il valore della dimensione dell’esperienza realizzata da ogni singolo individuo nel suo percorso di vita, di studio, di lavoro. Si pensi alla formazione sul campo.

In questa logica, la Provincia Autonoma di Trento con la collabora-zione dell’Università di Trento — Divisione Servizi OnLine per la Didat-tica (DOL), Facoltà di Scienze cognitive e Dipartimento di Scienze della cognizione e della formazione — ha promosso la realizzazione del progetto eLFOSS, finalizzato a trasmettere ai discenti le competenze di base per la progettazione ed erogazione di corsi in modalità blended eLearning.

Scopo principale del progetto è stato quello di offrire l’opportunità, agli enti formativi in ambito sanitario, di poter rispondere alle esigenze di formazione e di aggiornamento dei professionisti del settore che, per motivi professionali e di dispersione sul territorio, non sempre sono incoraggiati a partecipare a incontri di formazione in aula.

Peraltro il tema dell’eLearning è ormai un aspetto del quale non pos-siamo non tenere conto nell’apprendimento permanente. Per questo sono sempre più da considerare le modalità attraverso le quali le persone possono

La formazione ECM e il progetto eLFOSS 47

collaborare, scoprire e partecipare a comunità online, esplorare risorse e idee e apprendere efficacemente sfruttando le potenzialità della rete e l’op-portunità che essa offre nella costruzione di relazioni e conseguentemente di apprendimento.

Per questo l’eLearning può rappresentare un punto di svolta della formazione, nella misura in cui consente di porre l’attenzione sull’aspetto collaborativo e di relazione nella costruzione dei saperi, sulla partecipazione, sull’autodirezione dell’apprendimento e sulla personalizzazione dei processi formativi. Aspetti, questi, che hanno contraddistinto il percorso eLFOSS, dando ai discenti coinvolti le competenze per progettare e gestire in ambito sanitario e sociosanitario percorsi formativi secondo tali principi. Per questo ringrazio vivamente l’Università di Trento e le persone che ci hanno lavorato.

The obligatory training requirement for health professionals introduced at the same time as the law establishing the National Health Service (SSN, Law No. 833/1978) was reinforced with the introduction of the ECM programme (Continuing Education in Medicine), whereby in-service training is considered an essential prerequisite for the correct professional practice of every health worker, whether an employee of the public health services, accredited or in private practice.

We have therefore gone from a situation where the training requirement mostly regarded employees of the National Health Service, to one where it is a commitment required on the part of every health professional, with continuing training representing a precise responsibility towards the public. Nowadays, therefore, we should not refer to continuing and in-service training as an administrative obligation, but rather as a means of helping people learn to learn, the ultimate objective being to ensure that everyone is in a position to take charge of their own training.

Since 2002 — the year in which the first Agreement between the State and the Regions came into effect in the area of ECM — continuing education courses are no longer simply a requirement regarding the individual, but a professional obligation which can only be met by attending accredited ECM courses in the form of residential, eLearning, field work and self-teaching programmes.

The regions have continually developed and refined these forms of learning over time, so that they have now become an integral part of the ECM system.

48 Comunità di pratica per l’educazione continua in sanità

And this is one of the added values that the ECM system offers, if we think that in the last few years national bodies have been set up, such as the National ECM Committee, the Technical Committee of the Regions and the National Observatory for the Quality of Training, encouraging regional reference persons and training specialists to discuss the subject of training, consolidate the innovative experiences they have introduced in their regions and offer support to regions where, owing to internal difficulties, it has not been possible to guarantee an ECM system of their own.

Within these bodies it has also been possible to discuss the meaning of «credits»: to be sure, the regulation on credits has provided a useful impetus, but it also needs to be supervised to ensure that it does not become anti-educational by leading to complacent attitudes, a failure to differentiate between what is useful and not useful to learn, between participating actively and passively in a seminar or between a high quality and low quality intervention. Above all, it could risk offering more of an incentive to collect points than to learn, which would have very limited results in terms of training.

It is within this context that the Autonomous Province of Trento set up its own ECM system, opening a participatory dialogue between institutions and individuals with the aim of promoting a sense of motivation and keenness to learn in professionals, and also encouraging the use of training models that place at the centre the value of the training experience for every single individual’s life, study and work. Field work learning is one example of this.

With this approach in mind, the Autonomous Province of Trento, in cooperation with the University of Trento’s Division for Online Teaching Services, Faculty of Cognitive Science and Department of Cognition and Educational Science — introduced the «eLFOSS Project» (eLearning Training for Health and Social Professionals) in 2009, aimed at equipping learners with the basic skills in planning and delivering blended eLearning courses.

The main aim of the project was to provide an opportunity for training agencies in the health field to respond to the training and development needs of those health workers who, for professional and geographical reasons, are not always able to participate in classroom training programmes.

In any event, the topic of eLearning can no longer be disregarded in the context of lifelong learning. It is therefore increasingly pertinent to consider training formats which will enable people to cooperate, discover and participate in online communities, exploring resources and ideas and learning efficiently

La formazione ECM e il progetto eLFOSS 49

by making the most of the potential offered by the internet in building up relationships and, consequently, in learning.

For this reason, eLearning could be a turning point in training, allowing us to focus on the cooperative and relationship aspects of knowledge building, participation, self-management in learning and personalisation of training processes. All aspects which have been incorporated into the eLFOSS experience, giving participants the skills to plan and organise health and social training programmes based on these principles. I would therefore like to extend my warmest thanks to the University and everyone who has worked on the project.

Cominciai a occuparmi di formazione continua in medicina nell’ormai lontano 2004. Remo Job, mio preside di allora, mi segnalò che in Provincia di Trento alcune persone dell’Assessorato Sanità erano potenzialmente inte-ressate all’eLearning e mi suggerì di prendere contatti con Franca Bellotti. Ci vedemmo e parlammo a lungo e grazie a un’intesa su temi comuni di lavoro nacquero propositi di azioni future. Ma, si sa, non sempre è facile realizzare subito tutto ciò che si vorrebbe. Le giuste congiunture astrali si realizzarono nell’ancor afoso settembre del 2007. Daniela Paolino, respon-sabile della Divisione Servizi OnLine per la Didattica dell’Università di Trento (DOL), già nel luglio era stata contattata (o forse aveva contattato, non ci ricordiamo bene ) dal direttore dell’Ufficio Formazione e Sviluppo delle Risorse umane dell’Assessorato alla Salute e alle Politiche Sociali (APS) della Provincia. Che era (ed è) Franca Bellotti. Daniela mi chiese se volevo collaborare a un progetto eLearning. Risposi di sì, e così il cerchio si chiuse.

Una serie di lunghe riunioni si susseguì nella mansarda della DOL in via Verdi. Noi «esperti» dell’università, con esempi e proiezioni, ci prodi-gavamo per spiegare quale era la nostra idea di eLearning a una commis-sione di dirigenti di vari uffici della Provincia, «neofiti» nel campo. Non fu difficile mettersi d’accordo, anche per l’entusiasmo di tutti, il desiderio di portare avanti un progetto innovativo e il clima di fiducia reciproca che rapidamente si instaurò.

Nota introduttivaIntroductionPatrizia Ghislandi

52 Comunità di pratica per l’educazione continua in sanità

E fu così che cominciammo a progettare eLFOSS, che da un corso eLearning si trasformò rapidamente in una comunità di pratica, attiva durante i corsi Colline (Collaborare Online), dal 18 febbraio all’11 luglio 2008, e eDesign (Metodi per il Design di eLearning), dal 14 ottobre 2008 al 24 febbraio 2009, per poi giungere al convegno Comunità di pratica e formazione continua in sanità, tenutosi presso la Facoltà di Scienze cogni-tive di Rovereto l’11 dicembre 2009. E ancora, oggi, alla realizzazione di questo volume.

Questo libro raccoglie gli interventi del convegno, ma soprattutto narra della comunità di pratica eLFOSS e delle sue storie, con l’intento dichiarato di fare in modo che continui a vivere e a prosperare, come ha fatto fino alla scrittura di quest’opera, pensata per la governance di Province e Regioni che si trovano a dover affrontare, per la formazione continua dei propri dipendenti, cambiamenti radicali a fronte di bilanci sempre più ristretti, e che hanno la necessità di scegliere azioni sicuramente efficaci. Noi ci augu-riamo che un’esperienza che consideriamo positiva possa fertilizzare anche altri ambienti simili di formazione, innescando uno scambio di esperienze e una condivisione sempre più diffusa di conoscenza.

Tuttavia, il libro potrà essere utile anche a formatori di aziende che vogliano intraprendere la strada dell’eLearning sfruttando tutte le possibi-lità che le tecnologie distribuite e asincrone consentono. Siamo convinti che il radicarsi e l’evolversi di una comunità di pratica che sfrutti in modo sapiente — ovvero in un incontro virtuoso tra affettività e razionalità o, se preferite, tra cuore e mente — le possibilità offerte dalle tecnologie potrebbe portare molta innovazione, efficienza ed efficacia alla formazione in sanità in Trentino (e oltre).

Per questo vi proponiamo la lettura di questo volume, che comprende quattro parti, precedute dalle note introduttive del rettore dell’Università di Trento, Davide Bassi, di Ugo Rossi, assessore alla Salute e alle Politiche sociali della Provincia, di Livia Ferrario, dirigente generale del Dipartimento Politiche sanitarie della Provincia di Trento.

Nella prima parte, La formazione sociosanitaria in provincia di Trento, Luciano Pontalti — dirigente del Servizio Organizzazione e Qualità delle attività sanitarie della Provincia Autonoma di Trento — dà conto di quali siano le esigenze nel campo della formazione che hanno portato la Provincia alla decisione di dar vita a un progetto sperimentale con l’Università di Trento.

Nota introduttiva 53

Franca Bellotti — direttore dell’Ufficio Formazione e Aggiornamento del personale sanitario, Provincia Autonoma di Trento — nel suo ruolo di committente, progettista e partecipante alla comunità eLFOSS racconta di come ha avuto modo di avvicinarsi alla natura polidimensionale dell’eLe-arning per comprenderne gli aspetti economici, tecnologici, pedagogico-formativi e gestionali.

Massimo Giordani — direttore dell’Unione Provinciale Istituzioni per l’Assistenza (UPIPA) — sostiene che il modello di formazione a distanza veicolato dall’approccio sociocostruttivista può portare allo sviluppo e al consolidamento di comunità di professionisti che operano in strutture diverse, territorialmente distanti, creando luoghi virtuali di confronto, scambio, apprendimento e di riflessione sull’evoluzione del ruolo e delle conoscenze della professione. Comunità che facilitino il superamento della solitudine professionale di alcune figure in certi contesti organizzativi; che aiutino la conoscenza reciproca e l’intersezione delle culture aziendali per una facilitazione dei percorsi assistenziali e un’effettiva messa al centro dei cittadini, anche nell’aggiornamento professionale degli operatori sanitari; che consentano la contaminazione di conoscenze ed esperienze diverse rispetto a grandi temi emergenti.

Amelia Marzano — responsabile del Servizio Formazione dell’Azienda Provinciale dei Servizi Sanitari di Trento — presenta similitudini e differenze tra le comunità di pratica e la formazione sul campo, nella convinzione che i due concetti possano aiutare a definire meglio le competenze necessarie per la pratica nelle specifiche condizioni di lavoro, dato che la comprensione profonda del contesto è la fonte più preziosa di ispirazione, apprendimento e miglioramento della qualità della cura.

Nella seconda parte Il progetto eLFOSS e le comunità di pratica, Etienne Wenger — thought leader della teoria sociale dell’apprendimento — dopo aver portato alcuni esempi nel campo della sanità elenca e commenta i fattori che possono promuovere o far fallire le comunità di pratica.

Patrizia Ghislandi — docente dell’Università di Trento — descrive come e perché l’ambiente di apprendimento del progetto eLFOSS ha rappresentato un buon incubatore per la nascita di una comunità di pratica, e quali strategie didattiche e condizioni ambientali l’hanno resa possibile. Con uno sguardo anche alle criticità per la continuazione del progetto.

54 Comunità di pratica per l’educazione continua in sanità

Daniela Paolino — responsabile della DOL dell’Università di Tren-to — espone la genesi del progetto eLFOSS, nato dalla collaborazione tra l’Assessorato alla Salute e alle Politiche Sociali della Provincia Autonoma di Trento e l’Università di Trento. Descrive come il lavoro richiese un’opera di mediazione fra le iniziali esigenze del committente e le proposte degli accademici, con la necessità di trasferire ai destinatari della formazione, committenti inclusi, la complessità implicita in un progetto eLearning.

Chiara Eberle — Instructional Designer presso la DOL dell’Università di Trento — ci racconta il ruolo che l’eTutor ha avuto durante le diverse fasi del progetto eLFOSS, i suoi compiti e le sue funzioni, con un riferimento puntuale alla messaggistica tratta dai forum di discussione e ad esempi concreti di interazioni con i corsisti. Ci dice di come si sia passati gradual-mente da un’iniziale forte presenza dell’eTutor in termini di scaffolding e di supporto nei confronti dei corsisti a una sempre maggiore autonomia dei gruppi di lavoro.

Eleonora Angeli, Francesco Chiumeo, Paolo Colorio, Marika Co-mai, Marisa Dellai, Marilisa Deluca, Roberta Filippi, Luciana Fontana, Eleonora Negri — studenti di eLFOSS — scrivono il loro contributo in forma collaborativa. Si tratta di un lavoro emerso da un’attività a distanza, attraverso i forum della piattaforma di eLearning, ripercorrendo le tappe del lavoro compiuto condividendo riflessioni di metodi e contenuti e sugli aspetti emotivi, cognitivi e di apprendimento. Ci narrano del loro eLFOSS e di come, nonostante l’indeterminatezza dell’idea iniziale su quello che li avrebbe aspettati, durante il percorso hanno trovato stimoli, apprendimenti, strumenti, idee, possibilità, contenitori, professionisti e colleghi che hanno reso piacevole il cammino anche nei momenti in cui conciliare gli impegni professionali e familiari sembrava molto complicato.

Paolo Zanei — dirigente responsabile della Direzione Didattica e Servizi agli studenti dell’Università di Trento — ci racconta come è nata, nel 2001, la DOL, che nel 2005 da progetto speciale d’ateneo è divenuta una struttura amministrativa dedicata alla diffusione delle pratiche eLearning. La finalità principale che si pone la DOL non è quella di attivare corsi di studio completamente online quanto di supportare i docenti che scelgono di avvicinarsi a metodologie didattiche innovative.

Enrica Tomasi — sociologa — nel parlarci del focus group che si è svolto al termine di eLFOSS, che ha valutato il progetto dal punto di vista

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dei partecipanti, ci dice che ognuno di noi si approccia a una nuova espe-rienza con il bagaglio delle proprie conoscenze e aspettative, e a volte anche con pregiudizi. Rispetto all’online l’idea era che fosse qualcosa di freddo, distante, non coinvolgente se confrontato con il calore relazionale che si crea, in aula, nel faccia a faccia della relazione tra formatore e partecipanti. L’esperienza eLFOSS ha avuto il merito di correggere questa supposizione e di far scoprire che l’incontro, la condivisione delle idee, lo studio e la costruzione del sapere nel gruppo, il crescere, il supportare e il coinvolgere sono possibili soprattutto attraverso lo strumento informatico.

Nella terza parte Esperienze e riflessioni sulla formazione continua e le comunità di pratica, vari autori che non hanno partecipato a eLFOSS, ma che hanno frequentato comunità di pratica, ci raccontano della loro espe-rienza e delle loro riflessioni.

Silvia Gherardi — docente all’Università di Trento — ci dice che il concetto di comunità di pratica è stato assai proficuo per gli studi sull’ap-prendimento e sulla gestione della conoscenza proprio perché controverso. Il suo lavoro mostra come il dibattito abbia spostato l’attenzione dalle co-munità di pratica alle pratiche della comunità. In particolare mette a fuoco un’esperienza di facilitazione di una comunità online di medici di medicina generale (denominata TuCoRi).

Marco Clerici — medico di medicina generale presso il Distretto sanitario di Trento — ci parla del progetto FRIDA (Formazione in Reti Informali e d’Aula), rivolto ai medici di medicina generale, con l’obiettivo di contribuire allo sviluppo di una comunità di pratica che progressivamente definisca e rafforzi i contenuti identificativi dell’identità professionale dei medici di famiglia.

Sergio Bernabè, Mario Nejrotti, Aldo Mozzone, Giuseppe Belleri — medici di medicina generale — Guido Giustetto — medico di famiglia — e Paolo Fiammengo — pediatra di libera scelta — ci raccontano di come la comunità di pratica, in quanto interazione e confronto tra pari, abbia con-tribuito a risolvere il gap tra la teoria e la pratica della professione medica, attraverso una trasformazione dell’identità professionale e l’innovazione della propria formazione permanente. Affermano che la storia della medicina generale italiana e diverse concrete esperienze attualmente in corso mostrano come la costituzione di comunità di pratica tra i professionisti del territorio sia prassi di successo diffusa e persistente nel tempo.

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Maria Luisa Zuccolo — pediatra di libera scelta — ci illustra WEBM.org, una comunità di pratica in cui l’apprendimento formale e non formale sono sempre più intersecati. Attraverso l’ampio uso di social network (Face-book), meeting online, VOD (Video On Demand), ma anche attività resi-denziali periodiche, WEBM.org ha preso il posto dei luoghi tradizionalmente utilizzati per acquisire competenze e conoscenze. E pur tuttavia, a fronte di una modalità di formazione continua così dinamica e articolata, manca ancora in Italia una normativa che preveda un sistema di valutazione idoneo.

Nella quarta parte sono raccolte alcune appendici. Innanzitutto una sintesi delle caratteristiche essenziali di eLFOSS, poi la brochure del conve-gno che ha concluso il progetto dandogli visibilità e da cui ha preso origine questo volume. Sono quindi presentati in una tabella tutti gli acronimi citati nell’opera e i riferimenti alle leggi italiane sull’ECM. Infine è proposta una bibliografia sulle comunità di pratica in sanità, per chi si trova agli inizi di un percorso di studio e lavoro.

Vorrei concludere ringraziando i meravigliosi compagni di viaggio che hanno partecipato a questa avventura. Non vorrei citarne nessuno proprio perché veramente tutti coloro che hanno partecipato a eLFOSS — studenti, docenti, comitati, eTutor — e tutti coloro che hanno contribuito alla crea-zione di questo volume hanno portato avanti un progetto innovativo dalle molte incognite iniziali, affrontate e superate da un lavoro fatto con passione, accompagnato da tanta disponibilità a rivedere ciò che non andava, a risolvere i conflitti (o almeno a provarci) e a comprendere le diversità caratteriali.

E anche mettendo in campo una buona dose di saggezza e tanto pia-cere nel lavorare insieme, ovvero tutte le caratteristiche di una comunità di pratica che nasce, vive, si evolve e cresce.

Grazie a tutti!Nervano, luglio 2011

I first became involved in continuous training in the field of medicine back in 2004.

Remo Job, my dean at the time, told me that in the Province of Trento there were some people in the Department of Health who might be interested in eLearning and suggested that I get in touch with Franca Bellotti. We met and spoke at length, and thanks to a common view on a number of work issues,

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we started to have some ideas for future projects. But, as we all know, it is not always easy to accomplish immediately everything we want.

In fact the stars were not auspicious until the month of September, still stiflingly hot, in 2007.

Daniela Paolino, in charge of the University’s OnLine Learning Division (DOL), had already been contacted (or maybe she was the one to make the contact — we can’t quite remember) in July of the same year by the Director of the Office for Training and Human Resource Development of the Province’s Department of Health. Who was (and still is) Franca Bellotti. Daniela asked me if I wanted to take part in an eLearning project. I said «yes», and that was that.

There then followed a series of long meetings in the attic of DOL in via Verdi. As the university «experts», we did our utmost, with our examples and projections, to explain our idea of eLearning to a committee of managers from various offices of the Province, «neophytes» in the field of eLearning. It wasn’t difficult to reach an agreement, thanks to everyone’s enthusiasm, the desire to get this innovative project off the ground and the atmosphere of mutual trust that was quickly established.

So that was how we started to plan eLFOSS, which rapidly evolved from an eLearning course into the eLFOSS community of practice, actively used during the Colline course (Collaborating Online) from 18 February to 11 July 2008 and the eDesign course (Methods for eLearning Design) from 14 October 2008 to 24 February 2009. And then again, in the run-up to the conference on Communities of Practice and Continuing Education in Health, held in the Faculty of Cognitive Science in Rovereto on 11 December 2009. And today, with the writing of this book.

This book brings together the conference papers, but above all it tells the story, the stories, of the eLFOSS community of practice with the declared intent of making sure that this community lives on and continues to prosper, as it has done up until the time of writing.

The book has been written with the governance of the Provinces and Regions in mind, faced with radical changes as a result of their shrinking budgets, and hence the need to choose courses which have proven to be efficient when it comes to continuing education for their staff. It is our hope that our own positive experience will be able to fertilise other, similar training environments, paving the way for an ever broader exchange of experience and knowledge.

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This book should also prove useful for corporate trainers who want to set out on the road to eLearning and make the most of all the opportunities that distributed and asynchronous technologies can offer.

We are convinced that if a community of practice — a virtual encounter combining emotion and reason, or, if you prefer, heart and mind — can take root and develop, taking wise advantage of the many possibilities offered by new technologies, it could bring about major innovation, as well as proving efficient and effective for health training in Trentino (… and further afield).

For this reason we invite you to read this book, which is divided into four parts, with introductory notes by Davide Bassi, Rector of the University of Trento, Ugo Rossi, Regional Minister for Health and Social Policies of the Autonomous Province of Trento, and Livia Ferrario, Director General of the Department of Health Policies of the Autonomous Province of Trento.

In Part One, «Social and Health Training in the Province of Trento», Luciano Pontalti — Manager of the Autonomous Province of Trento’s Department for Organisation and Quality of Health Care Activities — gives an account of the training needs prompting the Province’s decision to launch an experimental project with the University.

Franca Bellotti — Director of the Autonomous Province of Trento’s Office for Training and Human Resource Development, Department for Organisation and Quality of Health Care Activities– in her capacity as commissioner of the project, project designer and participant in the eLFOSS community of practice, describes how she entered the multidimensional world of eLearning and came to understand its economic, technological, pedagogical-training and management aspects.

Massimo Giordani — Director of UPIPA (Provincial Union of Health Care Institutions) — claims that the distance training model based on a social constructivist approach can lead to the growth and consolidation of communities of professionals working in diverse and geographically distant settings, creating virtual areas for encounter, exchange, learning and reflection on the development of the role and knowledge of the profession. These virtual areas can help to overcome the professional isolation experienced by some figures in certain organisational contexts; they can contribute to a better knowledge of each other and cross-fertilisation among different corporate cultures, which in turn will enhance health care provision and effectively place citizens at the centre of the system as well as of the process of training health workers; and they can allow for the contamination of different experiences and knowledge in newly emerging issues.

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Amelia Marzano — Head of the Training Department of the Provincial Health Agency of Trento — explains the similarities and differences between communities of practice and field work learning, in the belief that the two concepts can help us to define more clearly the practical skills needed in specific work settings, given that a thorough understanding of the working context is the most valuable source of inspiration, learning and improvement in the quality of care.

In Part Two, «The eLFOSS Project and Community of Practice», Etienne Wenger — thought leader in social learning theory — gives a number of examples in the health field, and then goes on to list and comment on the factors can lead to the success or failure of communities of practice.

Patrizia Ghislandi — Professor at the University of Trento — describes how and why the learning environment of the eLFOSS project made a good incubator for the birth of a community of practice, and discusses the teaching strategies and environment conditions that made it possible. She also takes a look at some of the critical issues for the continuation of the project.

Daniela Paolino — Head of the Online Learning Division (DOL) of the University of Trento — gives an account of the genesis of the eLFOSS project, fruit of the collaboration between the Department of Health Policies of the Autonomous Province of Trento and the University of Trento. She describes how there was a need for compromise between the initial requirements of the Province, which was commissioning the project, and the proposals put forward by the academics, and how the beneficiaries of training, including the Province, needed to be informed of the complexity inherent in an eLearning project.

Chiara Eberle — an instructional designer working for OnLine Learning Division (DOL) of the University of Trento — talks about the role the eTutor had during the various phases of the eLFOSS project, and the eTutor’s tasks and functions, with precise reference to messages exchanged in discussion forums and practical examples of interaction with course students. She explains the gradual transition from the strong initial presence of the eTutor in terms of scaffolding and support for students, to a situation of greater autonomy amongst the working groups.

Eleonora Angeli, Francesco Chiumeo, Paolo Colorio, Marika Comai, Marisa Dellai, Marilisa Deluca, Roberta Filippi, Luciana Fontana and Eleonora Negri — all eLFOSS students — write a joint contribution to the book. Their work is the product of a distance activity, communicating via the forums of the eLearning platform, and they retrace the stages of their work by sharing thoughts

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both on the method and contents, as well as on the emotional, cognitive and learning aspects. They tell us about «their» eLFOSS and how, in spite of the vagueness of their initial ideas of what lay ahead of them, they found stimuli, learning experiences, instruments, ideas, opportunities, containers, professionals and colleagues along the way who made the going more pleasant, even when at times it seemed so complicated to reconcile professional commitments with family life.

Paolo Zanei — General Manager of Trento University’s Office for Teaching and Student Services — describes how the University’s OnLine Learning Division (DOL) came into being in 2001, starting out as a special university project and, in 2005, turning into an administrative structure dedicated to the spread of eLearning practices. The main objective of DOL is not to activate completely online courses, but rather to encourage teaching staff to make use of innovative teaching methods.

Enrica Tomasi — sociologist — reporting on the focus group held at the end of the eLFOSS project to evaluate it from the participants’ point of view, reminds us that each of us approaches a new experience with our own baggage of knowledge and expectations, and sometimes with prejudices. People have the idea that online teaching is somehow cold, distant and unemotional compared with the human warmth created in the classroom through a face-to-face relationship between trainer and participants. The eLFOSS experience has had the merit of disproving this assumption and has revealed that meetings, sharing ideas, studying and building up knowledge in the group, growing, offering support and involving people are all possible especially as a result of using information technologies.

In Part Three, «Experiences and Reflections on Continuing Training and Communities of Practice», various authors who did not participate in eLFOSS but who have taken part in communities of practice share their experiences and reflections.

Silvia Gherardi — Professor at the University of Trento — tells us that the concept of community of practice has been extremely profitable for research work on learning and the management of knowledge precisely in its controversial nature. Her work shows how the debate has shifted attention from communities of practice to community practices. She focuses in particular on the experience of facilitating an online community of general practitioners (known as TuCoRi).

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Marco Clerici — general practitioner in the Trento Health District — talks about the FRIDA Project (Training through Informal Networks and in the Classroom), designed for general practitioners with the aim of contributing to the development of a community of practice which will gradually define and strengthen the various aspects of the general practitioner’s professional identity.

Sergio Bernabè, Mario Nejrotti, Aldo Mozzone, Giuseppe Belleri and Guido Giustetto — general practitioners — and Paolo Fiammengo — paediatrician — tell us how the community of practice, as a means of interaction and encounter amongst peers, has helped to fill a gap between theory and practice in the medical profession, through a transformation in professional identity and an innovative approach to personal continuing training. They maintain that the history of general practice in Italy and a number of current practical experiences demonstrate that setting up communities of practice amongst professionals is enjoying widespread and lasting success.

Maria Luisa Zuccolo — paediatrician — introduces us to WEBM.org, a community of practice in which formal and informal learning are increasingly interlinked. By means of widespread use of social networks (Facebook), online meetings, VODs (videos on demand) but also occasional residential activities, WEBM.org has taken the place of traditional settings for learning skills and knowledge. And yet, in spite of this dynamic and carefully designed form of continuing training, Italy still lacks a regulatory framework requiring an appropriate system of evaluation.

Part Four contains a number of appendices.First of all there is a summary of the basic characteristics of eLFOSS,

together with the brochure of the conference held at the conclusion of the project, lending it visibility and giving rise to this book.

Then there is a table of all the acronyms referred to in the book and references to the Italian laws on ECM (Continuing Education in Medicine).

Finally, there is a bibliography on communities of practice, for people who are just embarking on a course of study and work in this area.

In conclusion, I would like to thank the wonderful travelling companions who have taken part in this adventure.

I will not name them individually because everyone who has taken part in eLFOSS — students, teachers, committee members and eTutors — and who has contributed to this book has played a part in the growth of an innovative project, notwithstanding its many initial uncertainties, dealt with and overcome

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with passion and a great deal of readiness to revise those aspects which did not work, resolve conflicts (or at least do everything possible to resolve them…) and to understand differences in character. Plus a good dose of common sense and lots of enjoyment in working together … the characteristics of a community of practice, that start, live, change, grow up, in other words.

Thank you to everyone!Nervano, July 2011