coolto magazine aprile 2010
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l'appuntamento cool con l'informazione!TRANSCRIPT
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Cover Story e Attualità
Sindoneil mistero corre sul filo del sacro lenzuolo
L’altra Sindonela potenza del simbolo
Stelle del firmamentofusar poli, margaglio e il mondo del ghiaccio
Giacomo Tillinoa tu per tu con l’imprenditore torinese
Giuseppe Zanotti / L’Autre Chosephotoshot dedicato alle loro collezioni p/e 2010
In Vetrina
Borsalinoocchiali da sole e montature da vista
SOMMARIO70
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editoriale
trend in the city
extra trend
life coaching
hi tech
design
kitchen confidential
personal shopper
fashion cool
fashion cool
beauty
wellness
sport
mondo auto
mondo moto
nautica
natura & ambiente
animali
arte & cultura
cinema
teatro
libri
musica
travel
weekend di coolto
in vetrina
eventi
oroscopo
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magazine
Aut. Trib.di Torino n.13 del 26/03/2009Iscrizione R.O.C. 17970
anno secondo • numero 3 • aprile 2010
In copertina:
icone di primaveradalla Sindone agli eventi di stagione
Nessuna parte di questo giornale comprese le inserzioni pubblicitarie puòessere riprodotta senza l’autorizzazione scritta dell’Editrice. La Redazione
non è responsabile di eventuali variazioni di programmazione.
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RUBRICHE
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EDITORIALE
ÈÈ un mese particolare, quello di aprile. Un periodo
fatto di luci e ombre, di sacro e profano. Spazio
dunque all’evento più importante e atteso dai cre-
denti come l’Ostensione della Sindone, ma largo
anche alla storia e alle leggende che si nascondono
dietro la sacra reliquia. Un avvenimento importante, che merita spazio e soprat-
tutto la nostra copertina, ma che non sarà un tema esclusivo di questo numero.
Ancora una volta, i nostri argomenti spaziano in ogni campo dell’intrattenimento,
con un occhio di riguardo ai principali eventi che animeranno la città della Mole
in questo periodo. Moda, cinema, teatro, tecnologia e tanto altro, continuano a
riempire e colorare le nostre pagine, ricordando che l’informazione deve essere
soprattutto divertente. Inoltre, dopo l’infelice conclusione dei Mondiali di Patti-
naggio di Figura, con un medagliere molto avaro per i colori azzurri, da non per-
dere l’appuntamento con il pattinatore Maurizio Margaglio, che al nostro
magazine concede un’esclusiva intervista dove analizza la situazione del patti-
naggio in Italia, raccontando anche i suoi progetti professionali futuri.
Giuseppe Lamanna
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DIETRO L’EDITORIALE...
Hanno collaborato a questo numero:
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Daniele Smaltini
Barbara Odetto Cinzia Galletto
Maria Greco
Giuseppe Lamanna
Ornella FontanaTamara Gavina
Da qualche mese fra Torino, Portofino e la Costa Azzurra circolano messaggi colorati e
ammiccanti sulle spalle e al collo delle donne di ogni età: sono le borse e i foulard Miss
Crumb, nuovo oggetto-cult nato dal passa-parola più autentico che, dal
capoluogo piemontese, ha conquistato altre
mete. Ma chi è Miss Crumb? La scrittrice del
libro “Risposte della casa di vetro”, edito da
Edizioni Maja di Torino. L’autrice
di due disegni ritrovati dopo
molti anni e diventati sim-
bolo di un percorso di
ricerca tutto femminile
e, soprattutto, la stili-
sta di una linea di
borse e foulard
che sono la tradu-
zione dei colori e
delle parole del suo
mondo interiore. Tutti i suoi accessori parlano
di emozioni, donne e amore attraverso colori puri, tratti inquieti eppure carichi di sogno
e passione. Per conoscere questa donna così affascinante e misteriosa, ma soprattutto
le sue creazioni, Miss Crumb organizza una serie di appuntamenti molto glam che hanno
già conquistato le trend setter torinesi. Un mercoledì al
mese il suo showroom di Via Mazzini 15 si apre al pub-
blico: tra un calice di champagne e una tartina è pos-
sibile toccare con mano i foulard in tuille di
seta e le borse in pvc, un materiale povero
ma resistente che le rende leggere, prati-
che e indistruttibili. Tutti i giovedì, in-
vece, l'autrice-stilista incontra chi ama
emozionarsi, proprio come lei, nella raf-
finata pasticceria Odone di Via Mazzini
38 angolo Via San Massimo. Un ritrovo tra
amiche per vedere, toccare e farsi emo-
zionare da questi accessori raffinati e ori-
ginali, ma anche per raccontare la sua
moda fatta di pezzi unici “come le donne che
li portano”. Perché Miss Crumb è ognuna di noi.
TREND IN THE CITY Barbara Odetto
Vero must have del 2010, le borse e i foulard Miss Crumb conquistano Torino, ma non solo
Appuntamenti conMiss Crumb
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Il nome non deve trarre in inganno. Non sono giocattoli, non si indossano e soprattutto
non si mangiano. Stiamo parlando degli Amigurumi, piccoli pupazzetti realizzati all’un-
cinetto che servono come simpatici portafortuna.
In realtà, Amigurumi è il nome della tecnica usata per realizzarli, il cui nome deriva dalla
combinazione tra le parole giapponesi Ami (uncinetto o maglia) e nuigurumi (bambola far-
cita). Dal lontano Giappone, luogo in cui sono nati, questi lavori a maglia si sono diffusi
rapidamente a macchia d’olio in tutto il resto del mondo, diventando una vera e propria
mania. Eh già, perché gli Amigurumi non si comprano: si fanno, si realizzano per proprio
conto, si collezionano e si inventano. Se si hanno conoscenze base di lavoro all’unci-
netto, il gioco è fatto. Gli Amigurumi sono di solito realizzati a maglia di filato, con la tec-
nica del punto singolo all'uncinetto.
Altrimenti? Nessun problema. Sull’onda di questa
nuova moda, sono nati infatti numerosi siti che for-
niscono pratici video tutorial e schemi per realizzare
qualsiasi cosa. In pochi giorni si diventa subito in
grado di creare qualsiasi cosa, dai soggetti più sem-
plici a quelli più raffinati e complessi: dai
pupazzetti di Star Wars a qualsiasi
razza animale, non esiste
nulla che un appassionato
di Amigurumi non possa
realizzare.
La febbre per
queste crea-
zioni di lana
è ormai alle
stelle. In Giappone,
ad esempio, sono nate
vere e proprie associazioni e
confraternite dove migliaia di ap-
passionati espongono i propri lavori,
scambiandosi idee, suggerimenti, schede
per le realizzazioni del proprio personaggio dei car-
toni animati preferito. Insomma, non resta che pro-
curarsi due semplici ferri del mestiere e tanta lana
colorata. Il resto è puro ingegno e fantasia.
Buon divertimento!
EXTRA TREND Sara Recalcati
Direttamente dal paese del Sol Levante, una nuova mania divertente e colorata
Ecco gli amigurumi!
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Uno dei primi esercizi che ho imparato quando ho iniziato a svolgere questa professione è
stato l’esercizio della ruota. Un esercizio molto potente, perché ti offre la fotografia della Tua
vita in quel preciso momento.
La ruota è divisa in spicchi e uno spicchio porta il nome di missione personale. In questo set-
tore è inclusa la relazione con “qualcosa” di più grande di noi. Per un credente è il rapporto
con Dio, il sentimento nei suoi confronti, il rispetto della Sua Parola. Per un non credente,
lo spirito/la missione personale sono le relazioni con i valori in cui crede; il perché siamo qui,
in relazione a ciò che ci circonda.
L’esercizio proseguiva con una serie di domande (proprie del coaching): hai individuato uno
scopo superiore che guidi le tue azioni? Com’è il tuo rapporto con la fede?
“Il significato principale della parola fede (traduzione dal greco πιστις, pi´stis), si riferisce
a colui che ha fiducia, che confida, che si affida, la cui persuasione è salda”. È stato a que-
sto punto che ho visto il Cristo sotto una luce diversa: un Motivatore, un coach di prima ge-
nerazione. Faceva domande e parlava con metafore. Invitava le persone a essere Se stessi nel
rispetto degli altri. Riconosceva l’altro come legittimo. La Sua forza persuasiva era la parola.
“Attenzione a quello che dici, potrebbe trasformarsi in profezia” diceva San Francesco. Oggi
è quello che gli esperti in materia di Programmazione Neuro Linguistica (o metodologie af-
fini), ci stanno nuovamente insegnando. Ora, in occasione dell’Ostensione della Sindone,
momento di grande riflessione, vorrei offrirvi un parallelo tra le due figure di Motivatore con
obiettivi comuni: aiutare l’altro a raggiungere l’obiettivo di essere veramente SE STESSO, a
conoscersi a fondo, a scoprire cosa può emozionarlo e cosa lo motiva. Siamo ormai tutti
consapevoli che è la nostra identità che determina la nostra felicità.
LIFE COACHING Tamara Gavina
+ 39.335.6235059 • [email protected]
Quando l’obiettivo primario è trovare se stessi
Missione Personale
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HITECH
La sottile linea tra realtà e finzione è definitivamente
scomparsa. L’industria videoludica compie l’ennesimo
passo nel futuro, eliminando anche le ultime tracce che
permettevano la distinzione tra film e videogioco.
Oggi, possiamo tranquillamente parlare di “realtà
aumentata”. Il ruolo di apripista spetta a Heavy Rain,
ultimo gioiello sviluppato da Quantic Dream in
esclusiva per PS3.
Stati Uniti, East Coast: una serie di sparizioni e
successivi omicidi terrorizzano la città. La dinamica è
sempre la stessa: le vittime vengono ritrovate annegate
nell’acqua piovana, tra le mani un origami. Un’ulteriore
sparizione porterà quattro individui, che non hanno
nessun legame tra loro, a cimentarsi con un rischioso rompicapo in cui ciascuno si troverà
a porsi la medesima domanda: fino a dove si è disposti a spingersi per salvare chi si ama?
Si tratta di un thriller psicologico in cui complessità della trama, qualità grafica (realizzata
con la tecnica del motion capture, utilizzata per ricreare con precisione il movimento dei
personaggi) e livello di interattività permetteranno di vivere un’esperienza emozionante e
coinvolgente, dove il giocatore si fa attore protagonista della storia, potendo modificare,
con ogni singola scelta, il corso degli eventi. Il videogioco si trasforma in sceneggiatura
flessibile, un vero e proprio “work in progress”, dove il giocatore ne diventa in qualche modo
il regista al quale vengono affidate le sorti dei personaggi e il dipanarsi della vicenda.
Realizzato dopo 170 giorni di riprese e con più di 70 attori e stuntman, oltre 2000 pagine
di sceneggiatura, 3 anni di produzione, più di 240 persone coinvolte oltre agli attori e 30mila
animazioni uniche, Heavy Rain rappresenta una vera e propria svolta epocale nel mondo dei
videogames. Non resta che scoprire quanto si è disposti a rischiare per scoprire la verità.
Andrea Soncino
Sony Playstation 3 lancia Heavy Rain punto d’incontro tra videogame e film interattivo
La vita è(video)gioco
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DESIGN
Armani Dubai
Il conto alla rovescia è terminato, così pure le
prenotazioni on line per il primo hotel progettato
personalmente dal re della moda Made in Italy. L’Hotel
Armani Dubai ha infatti finalmente aperto i battenti.
Ospitato nel nuovissimo Burj Khalifa (ex Burj Dubai), la
torre più alta del mondo con i suoi 828 metri alla guglia,
l'Hotel dispone di 160 tra camere e suites, che includono
24 Armani Studio, 44 Armani Classic rooms, 38 Armani
Premier rooms, 36 Armani Suites, 6 Armani Business &
Ambassadors rooms e 5 Armani luxury suites. Curati
personalmente da Giorgio Armani il design e gli arredi
degli ambienti, dai mobili ai tessuti che conferiscono alle
stanze il fascino esclusivo dello stilista che le ha create
per assicurare agli ospiti un soggiorno indimenticabile.
Lampada Memo by Castaldi Illuminazione
Una lampada vintage ideale per le case
moderne. Un lume costruito con materiali
riciclabili senza rinunciare a una confortevole
resa luminosa. Un prodotto a sospensione
stagna e antideflagrante progettata negli
Anni ‘70 per gli ambienti industriali. Castaldi
Illuminazione, specializzato in prodotti per
l’illuminazione d’avanguardia e dal design
sempre al passo con i tempi, ripropone, in
occasione dei 70 anni aziendali, Lampada
Memo.
Tavolo Vegas Fendi
Unico nel suo genere, figlio del design moderno, ma con
un pizzico di tradizione che non guasta mai: il tavolo da
gioco Vegas è un tavolo quadrato nato sotto il segno del
glamour, e rivestito in pelle con effetto coccodrillo. Adatto
per quattro giocatori, il top è ribaltabile con una leva
nascosta, ed è rivestito con pelle da un lato e con panno
verde dall’altro. I posaceneri estraibili sono in acciaio
cromato. Con questo pezzo di arredamento, Fendi ci
permette di avere nelle nostre abitazioni lo stile e la
classe dei più esclusivi locali di tutto il mondo.
Francesca de Cristofaro
DESIGN
oltre 20 anni di innovazioni tecnologichee design nelle macchine per espresso
Lavazza Design Machine
In occasione del Salone del Mobile di Milano Lavazza mette in scena tutta la sua esperienza sul
caffè e la sua passione per il design, con la mostra Lavazza Desing Machines: oltre 20 anni di
innovazioni tecnologiche e design nelle macchine per espresso. Aperta al pubblico dal 14 al 18
aprile, l’arte tutta italiana della pausa caffè si mette in mostra. La mostra e l’omonimo libro che
verrà presentato in esclusiva per l'occasione sono curati dal critico del design Virginio Briatore.
Oltre alle macchine che hanno segnato la storia, in primo piano le nuove macchine disegnate
da Enrico Azzimonti, Elastico Disegno e Marco Merendi, con un omaggio bianco di Maurizio
Giordano e una perla nera firmata Pininfarina.
Una mostra che vuole divertire, sorprendere e invitare all’interazione il pub-
blico internazionale coinvolto nella settimana milanese dedicata al design.
La storia di questa evoluzione viene svelata attraverso 30 tappe fra le più
significative, rappresentate da altrettante macchine per espresso che hanno
suggellato un’epoca. Il pubblico viene condotto in un viaggio a ritroso nel
tempo, osservando sfilare la storia delle macchine per espresso e non per-
dendo mai di vista l’indicazione del futuro secondo Lavazza.
Nell'omonimo libro, "Lavazza Design Machines" si racconta l'espresso at-
traverso oltre 20 anni di macchine per caffè e 115 anni di storia aziendale La-
vazza. Piacere, Qualità e Design si fondono in un percorso affascinante che
valorizza l'arte italiana dell'espresso firmato Lavazza. Creatività, forme, colori
di famosi designer e tutto il gusto del caffè Lavazza si concretizzano nella
gamma macchine Lavazza che ha fatto la storia del caffè made in Italy. Tutto
l’Italian style di Lavazza sarà inoltre a disposizione dei visitatori in "Una fine-
stra sul cortile" nell’ambito degli eventi del Fuori Salone di Interni “Think Tank”,
presso l’Università degli Studi di Milano. Si tratta di uno spazio curato dall’ar-
chitetto designer Marco Merendi che
ha progettato un’originale caffette-
ria per offrire al pubblico l’atmo-
sfera e lo stile di una pausa caffè
all’italiana. Questa sarà l'occasione
per degustare un espresso Lavazza A Modo Mio a con-
tatto con la natura e in uno spazio d’autore che
esprime la creatività e l’italian style di cui Lavazza si fa
portavoce. Il terzo progetto di Lavazza è una Lavazza
A Modo Mio Mobile, una caffetteria itinerante dalla
forma della macchina A Modo Mio, che sosterà in al-
cune delle aree strategiche del quadrilatero del design
milanese. L’impattante A Modo Mio Mobile sarà un’oc-
casione per animare la settimana del design e per far
scoprire al pubblico l’autentico espresso italiano.
La Redazione
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Anthony Bourdain è un cuoco, un cuoco di quelli fa-
mosi. Per carità, niente nouvelle cousine per lui, poca fu-
sion, solo verità e onestà verso il cliente. Nella sua
Brasserie Les Halles di New York, certo mangiare non
deve essere economico, ma sulla base di quanto racconta
nei suoi libri, deve essere un’esperienza trascendentale.
Perché Bourdain non è solo un cuoco cult nascosto nel
retro del suo ristorante, ma è anche e soprattutto un divo
dei Food Channels e un imperterrito viaggiatore.
Oltre a vari soufflè e altri deliziosi ritrovati della gastro-
nomia, Bourdain ha scritto dei libri che piaceranno sia al
viaggiatore sia al bongustaio: perché nel sapiente mix di
questi due imprescindibili elementi, lo chef ha toccato con mano il successo editoriale.
Prima Kitchen Confidential (Feltrinelli, 2002), poi Avventure Agrodolci (2006) e infine Il viag-
gio di un cuoco (2007, sempre in Universale Economica). Tutti giunti un po’ in ritardo in Italia
e cronologicamente sfasati, i docu-libri di Bourdain piacciono, perché oltre a saperci fare con
gli attrezzi del mestiere, riesce bene anche con la penna.
Il primo racconta di New York come non l’avete mai vista: dalla cucina dei grandi ristoranti,
e sempre attraverso l’occhio vigile e ironico dell’autore. Il secondo libro è una raccolta di arti-
coli che lo chef ha raccolto per i suoi fan, tra alberghi, ristoranti fashion ma scadenti nella qua-
lità e follie da grande cuoco sulla cresta dell’onda. Il terzo, Il viaggio di un cuoco, piacerà agli
amanti dell’on-the road: bettole, alberghetti disastrati, cibi divini e disgustosi, macellazioni
live e conoscenze internazionali, tutto, pur di fare un viaggio intorno al mondo telecamere al
seguito (dalle quali l’autore si dissocia con dissacrante sarcasmo sin dall’intro) alla ricerca del
cibo perfetto. Lo chef Bourdain ci porta con sè, con la sua scrittura leggera e impalpabile come
il fois gras che assaggia in Francia, alla scoperta di un mondo che non è solo cucina a cinque
stelle e gastronomia di lusso.
Come tutti quelli che lo leggono, anche l’autore ama i cibi grassi (ma rifugge con odio i Fast
Food, e ne ha tutte le ragioni), quelli che gli ricordano l’infanzia ( non dimenticherà il sapore
della prima, vera ostrica e tornerà a cercarla trent’anni di fumo, alcol, eccessi e successi dopo),
e detesta chi se la tira, chi lavora in tv, seppur il mostro mediatico abbia intrecciato le sue spire
anche intorno a lui. Un po’ amato e un po’ odiato per i suoi modi bruschi e spicci, anni dopo
il suo debutto, ormai può ben dirsi arrivato.
Anthony Bourdain ha la penna facile e regala altrettanto facilmente la risata. Lo vediamo con-
torcersi per una tête de veau (testa di vitello) cucinata malissimo, e infilare le braccia nelle vi-
scere ancora fumanti di foche, maiali, e altre scene da film horror.
Il lettore proverà fame, nausea, disgusto e acquolina a ogni sfogliar di pagina, in un susseguirsi
di emozioni a tutto gusto, che ben si associano anche al piacere della buona, e, per una volta,
divertente, lettura.
KITCHEN CONFIDENTIAL Carlotta Bentivoglio
Per il famoso cuoco dall’eclettica personalitàcibo, viaggi e gusto tra televisione e scrittura!
Anthony Bourdain
PERSONAL SHOPPER Ornella Fontana
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Ok by CoolTo!dalle collezioniPrimavera/Estate 2010
01 Jean Charles de Castelbajac
02 Anna Sui03 Luisa Beccaria04 Pin Up Star05 Marni
Ciao Ornella,
volevo un consiglio su un accessorio che mi piace
parecchio e che vorrei rispolverare dall'armadio, soprattutto con l'arrivo della primavera. Ho una collezione di fou-
lard, molti acquistati in alcuni mercatini. Diciamo che sono una “collezionista”. Mi piacerebbe però poterli indos-
sare, come dettaglio sulle borse, come cintura, come foulard... Oppure? - Marica
Ciao Marica,
riprendi pure tutti i tuoi foulard e non lasciarli più nell'armadio: questa è sicuramente la loro stagione! Non solo
nel loro classico uso (attorno al collo o come cintura), ma soprattutto come alternativa al... cappello! Le sfilate della
Primavera/Estate hanno evidenziato proprio la versatilità di questo accessorio, anche quando le fantasie risultano
piuttosto ricche. Ho selezionato per te alcune foto di passerella che possano magari darti uno spunto creativo per
giocare con i tuoi foulard. Sicuramente, un vero tocco di stile! Brava!
C'è MODOe NODO!
Scrivete a: [email protected]
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FASHION COOL Ornella Fontana
Sahariane, cappotti rigorosi,
top monospalla e palette
in palette verde, ocra e kaki.
Collezioni Primavera/Estate 2010:
01_Alviero Martini
02_C’N’C
03_Celine
04_Iceberg
05_Jil Sander
06_Blumarine
07_Max Mara
08_Oscar De La Renta
09_Sportmax
10_Stella McCartney
Un ESERCITO di
Stile
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Una paratadi proposte militaryche ruba colori & taglialle divise più eleganti
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FASHION COOL Ornella Fontana
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La tela blu è la protagonista
indiscussa della primavera:
salopette, shorts, pantaloni,
abiti e giacche dal taglio
maschile. Modernamente
intramontabile
Collezioni Primavera/Estate 2010:
01_DeG
02_Dolce e Gabbana
03_Frankie Morello
04_Hervé Léger
05_House of Holland
06_Jean Paul Gaultier
07_Louis Vuitton
08_Ralph Lauren
09_Stella McCartney
10_Unique
Nel BLUdipinto di
JEANS!Denim in tuttele sue varianti
BEAUTY Ornella Fontana
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I prodotti supporto per il cambio di stagione,
le texture in grado di rigenerare e levigare
la cute. Parola d'ordine: luce.
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01_Herborist - Maschera. Dalla tradizioneerboristica cinese nasce questa mascheracontenente un mix di piante orientali ed estratti di radice di peonia. Due prodotti in uno: unatexture nera che purifica e una crema bianca perlluminare la pelle. Prezzo su richiesta.
02_Vichy: si chiama Liftactive Cxp Total ed è un trattamento anti-età che mira ad attenuare le rughe, a contrastare la perdita di tonicità e a restituire alla pelle la propria luminosità. I ricercatori Vichy hanno riunito in questo prodottoVitamina C e Monosaccaride R, per un'efficaciamaggiore e risultati immediati. Prezzo su richiesta.
03_Avène: Crema Protettiva Lenitiva ToléranceExtreme. Una crema a base di acqua termale e priva di conservanti, profumi e tensioattivi.Adatta a chi ha una pelle particolarmentesensibile, lenisce ed idrata le cellule epiteliali con un effetto riparatore. Prezzo € 23,60.
04_Culti: Individual Sette di Mare Minerale byCulti è da usare per ogni giorno della settimana,seguendo i numeri riportati sulle fiale. Giornodopo giorno, la pelle appare rigenerata e compattacon la sola forza degli attivi naturali. In venditaesclusivamente nelle Spa Culti.Info: tel. 02 48517588 (Fiale 7x5ml, 160 euro).
05_Officinali di Montauto: Siero Anti-AgeElisiria, da utilizzare in sinergia con la crema visoanti-age, questo siero leggero combattel'invecchiamento cutaneo. È a base di acidoialuronico e olio di Elicrisio, una pianta che riducel'azione ossidante della luce e degli agentiatmosferici. Prezzo € 45.
06_Mineral Flowers: un detergente per il visoindicato per pelli secche e sensibili, a base di estratti di camomilla, elimina le impuritàrispettando il ph della pelle. Prezzo € 9,90.
PULIZIE diPRIMAVERA!
NATASHA POLY
DALLA SFILATA
TOMMY HILFIGHER
PRIMAVERA/ESTATE 2010
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Idratare, purificare, nutrirela pelle ai primi raggi del sole.
WELLNESS Cinzia [email protected]
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Nel cuore di Torino,per una giornata
degna di un faraone
ISIDE:UNA SPA
NEL SEGNO DELL’ANTICO
EGITTO
Sono radicati nell’immaginario collettivo i favolosi bagni al latte
di Cleopatra e il rinvenimento nel delta del Nilo di costruzioni for-
mate da due locali circolari tipici delle costruzioni termali, lascia
presumere che in epoca tolemaica gli egizi avessero le cono-
scenze tecniche necessarie per utilizzare l’acqua e il calore per
il loro benessere. Anche l’aloe, pianta dalle innumerevoli virtù
probabilmente veniva utilizzata per lenire la pelle in unguenti
e creme anche al solo scopo di esaltarne la bellezza.
Non sappiamo quanta cultura per il benessere ci fosse nell’an-
tico Egitto, ma i diversi reperti di specchi, pettini e vasi per un-
guenti fa pensare che le donne egizie avessero una cura
particolare per il loro corpo.
Se vi trovate a Torino, siete nel luogo ideale per approfondire
questa ricerca, basta recarsi in una delle sale del monumentale
Museo Egizio. Una volta usciti dal museo, per cercare di conser-
vare dentro di voi la magia di quel mondo lontano, potete sce-
gliere di abbandonarvi a un pomeriggio di coccole. Percorrendo
pochi passi per le vie pedonali del centro cittadino raggiungete
il luogo ideale: è la spa dell’Hotel Victoria. Qui vi aspetta un’isola
di benessere nel nome della grande divinità femminile: Iside.
La piccola spa si apre su una piscina interna: qui ogni cosa ci ri-
porta all’antico Egitto. L’acqua della piscina, con nuoto contro-
corrente, sembra sgorgare da tre otri rovesciati, e sul soffitto,
come nelle antiche tombe dell’antico Egitto,c’è la raffigurazione
di un cielo stellato. Le grandi decorazioni ai muri sembrano
le stesse visibili nella valle dei re e delle regine, le colonne deco-
rate a papiri e foglie d’acanto ricordano (ovviamente in versione
ridotta) quelle del tempio di Karnak, mentre la splendida effige
della danzatrice dalla nera chioma fluente sovrasta la piccola
vasca idromassaggio circondata dalla luce suggestiva alcune lam-
pade arabe. Un fitto mosaico azzurro impreziosito da un fregio
dorato caratterizza il calidarium, ovvero il piccolo bagno romano
dove abbandonare stress e tensioni grazie al tepore: c’è anche
una pozza di acqua fredda per immergersi in una sferzata rige-
nerante e tonificante.
Si passa quindi all’hammam nel più tipico stile orientale e quindi
alla sauna finlandese cromoterapica dove al calore secco si abbina
il gioco di luci che ci avvolge cambiando intensità e tonalità
a tutta la stanza. Egitto anche nei nomi suggestivi dei percorsi
di tre o più ore come il percorso Hathor, o quello Nefertari, quello
Chefren o Sethi senza dimenticare la Iside o la Osiride Card van-
taggiose per i frequentatori assidui della spa.
Per l’anti aging e la remise en forme si segue il metodo Laura
Elos che propone fra gli altri il trattamenti anti età al Collagene
di caviale ma si possono richiedere anche altri tipi di massaggi
come il lomi lomi o l’ayurvedico passando per l’hot stone and
crystals massage e il californiano.
Hotel Victoria****Via Nino Costa 4 - 10123 Torino
Tel. +39-011-5611909
Fax +39-011-5611806
www.hotelvictoria-torino.com
SPORT Francesca de Cristofaro
U N T U F FOD OV E L’AC Q UA
È P I Ù B LU
30Durante la bella stagione,
gli sport acquatici
diventano assoluti
protagonisti del tempo libero
Tra i molti centri di sport d’acqua attivi in Piemonte, il Monrosa è uno dei più affermati. In at-tività dal 1990, il Monrosa Rafting ha sede a Balmuccia (VC), sulla riva del Sesia, in un'ampiaarea verde dotata di servizi, docce e sala ritrovo con bar-ristoro. Il fiume, che in passato ha
ospitato i campionati europei e mondiali di kayak,ben si presta sia a principianti che a esperti. Il suopercorso, non imbrigliato da dighe o sbarramenti,è fiancheggiato da una natura pressocchè incon-taminata. Rafting, kayak, hydrospeed, canyoning,trekking fluviale, canoe pneumatiche e tubing of-frono un contatto emozionante con la natura evengono proposti a seconda delle esigenze in di-verse formule: discesa giornaliera, week-end, set-timane, anche integrate da attività col supporto dialtri esperti. Per ogni informazione visitate il sitowww.monrosarafting.it
Ci sono quelli che amano mettersi seduti sulla riva del fiume. E quelli che, invece, il fiume
preferiscono risarirlo. Sono quelli che hanno voglia di buttarsi nelle cascate e che amano
saltare da un sasso all’altro quando c’è da attraversare la corrente. Sono gli amanti del
rafting.
Il rafting nasce in America negli anni 50. Il termine “raft” significa zattera ed è sinonimo
di discesa lungo i fiumi. In Italia la sua diffusione comincia nel 1987 quando viene fon-
data l’Associazione Italiana Rafting che riunisce organizzazioni sportive e turistiche in
grado di rendere accessibile a tutti l’emozione di una discesa fluviale su un gommone
inaffondabile e autosvuotante. L’equipaggio (4-8 persone) governa l’imbarcazione tra le
rapide grazie alle pagaie, mentre per le sicurezza sono previste: muta in neoprene, giub-
botto ad alto galleggiamento e casco. Contrariamente alle apparenze, la discesa fluviale
con il superamento di rapide, non è uno sport particolarmente pericoloso. È sufficiente
conoscere alcune tecniche per affrontare gli ostacoli.
Se avete voglia di acqua, adrenalina e natura selvaggia, il rafting è quello che fa per voi,
quello sport che vi permette, in totale sicurezza, di provare le più forti emozioni a stret-
tissimo contatto con la natura.
Se però l’acqua non la volete cavalcare su un gommone, ma preferite discendere torrenti
stando sdraiati a pancia in giù su una specie di bob, allora dovete scegliere l’hydrospeed,
ovvero quello sport nato in Francia e oggi diffuso in tutta Europa. Il nuoto pinnato, unito
alle discipline fluviali, crea una miscela unica che porta a vivere in prima persona la cor-
rente del fiume. Non a caso l’hydrospeed è molto più faticoso del rafting perché l’atleta
è quasi completamente sommerso nell’acqua e il corpo tende a perdere calore rapida-
mente. È indispensabile farsi accompagnare da un esperto in grado di valutare la peri-
colosità dei salti, che non devono mai superare i 2-3 metri d’altezza ed è fondamentale
equipaggiarsi adeguatamente con una muta di neoprene imbottita su cosce, ginocchia e
gomiti; un giubbetto salvagente e un casco che protegga la testa. Schiume poliuretani-
che a cellulosa chiusa e colle speciali hanno permesso di rendere assolutamente stagni
i bob più estremi. Quindi, le gambe fungono da timone, le pinne da propulsore.
Cresce di giorno in giorno il numero degli appassionati degli sport estremi. Ci sono quelli
che cercano l’adrenalina sfidando la forza di gravità, quelli che cercano le emozioni sal-
tando sulla neve e quelli che, invece, preferiscono sfidare se stessi lanciandosi lungo
fiumi e torrenti. Per coloro che amano la natura selvaggia e l’acqua, la scelta è davvero
semplice: perchè loro non si metteranno mai seduti sulla riva di un fiume, ma lo risali-
ranno a bordo di un gommone o sdraiandosi su una specie di bob.
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La moto più trasversale della gamma Kawasaki, davvero difficile collocarla all’interno di una ca-
tegoria di ben definita, si rifa il trucco e pensa ad affrontare al meglio il 2010.
Le modifiche che troviamo sul MY 2010 sono state suggerite direttamente dalla clientela che
guida le versioni precedenti. Questa lamentava una scarsa protezione aerodinamica da parte del
cupolino e sospensioni troppo rigide. In Kawasaki non se lo sono fatti dire due volte.
Per risolvere il primo problema la Versys 2010 esibisce un plexiglas regolabile su tre posizioni,
di maggiori dimensioni sia in altezza che in larghezza (per regolarlo purtroppo bisogna mettere
mano agli attrezzi di bordo), mentre l'assetto è stato rivisto e reso più comfortevole. Per chi in-
tende migliorare ulteriormente la protezione dall'aria, e magari vuole usare questa Kawasaki
per il turismo a medio e lungo raggio, sono previsti due cupolini maggiorati, di cui uno dotato
di deflettore regolabile. Sempre
per soddisfare e venire incontro
alle esigenze più disparate degli
utilizzatori di una moto che fa
della versatilità il cardine prin-
cipale, Kawasaki prevede una
serie di optional dedicati. Set di
borse laterali, bauletto, mano-
pole riscaldate e paramani, na-
vigatore satellitare, presa 12v.
Per i più lunghi è poi disponibile
una sella in gel che alza di 30
mm il piano di seduta, posto a
835 mm sulla moto standard.
Per par condicio è disponibile
anche una versione ribassata di 50 mm, per di più rastremata e quindi più stretta di 20 mm,
caratteristiche che rendono più agevole poggiare i piedi a terra anche ai meno dotati in altezza.
Il lavoro di affinamento e sviluppo ha riguardato esclusivamente l'estetica, mentre sotto il vestito
tutto è tale e quale a prima, anche perchè le basi sono a tutt'oggi ancora estremamente valide
e al passo coi tempi. Il bicilindrico raffreddato a liquido da 649 cc eroga ancora i suoi bei 64 CV
a 8.000 giri/min, potenza più che sufficiente a garantire prestazioni brillanti anche nell’uso
in coppia o con bagagli annessi.
Anche la parte ciclistica non ha subito variazioni, ritroviamo dunque il classico telaio a diamante
in acciaio, con il forcellone in alluminio dalla caratteristica forma a banana. Sospensioni invariate
nella forma ma riviste nei contenuti grazie ad un setting più votato al comfort.
La strumentazione della Versys, senza cambiare di una virgola, da una parte si distingue per l’ot-
tima leggibilità, dall’altra pecca per la scarsa quantità di informazioni fornite (tachimetro; con-
tagiri; conta km totale; doppio conta km parziale; orologio; indicatore del livello benzina)
e soprattutto manca l’indicatore della temperatura del liquido di raffreddamento.
Daniele SmaltiniMONDO MOTO
Kawasaki Versys: comoda anche col passeggero,stabile e ben frenata, costa 7.290 euro e può montare l'ABS
Eclettica per natura
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La A8 ripropone quel-
l'impiego straordinario dell'al-
luminio, utilizzato per carrozzeria
e telaio Space Frame, che la rese famosa sedici
anni fa e che resta ancora il suo fiore all'occhiello, riuscendo però a stupire con novità e propo-
ste che la pongono come punto di riferimento del suo settore.
Questa volta l'attenzione è subito catturata dall'estetica, che lascia la fredda compostezza delle
serie precedenti per sposare un carattere più attuale, in linea con i nuovi clienti delle berline di
lusso sportive, giovani che amano anche guidarle personalmente. E così la nuova A8 mette i mu-
scoli su una carrozzeria attraversata da nervature e da un'alternanza di superfici concave e con-
vesse.
Se restano invariate le fiancate, alte e massicce, e la calandra single-frame, resa poderosa da
grosse barre longitudinali cromate, la parte posteriore del padiglione assume inclinazioni da
coupé e i fari e le luci si arricchiscono di led trasformando la berlina seriosa e distante in un og-
getto pieno di grinta e dinamismo. Almeno all'esterno, visto che l'abitacolo mantiene, addirit-
tura elevandola, un'eleganza minimale, fatta di dettagli pregiati per nulla esibiti.
Comodi, confortevoli e disponibili, a richiesta, anche con sistema di ventilazione e massaggio,
i sedili offrono subito una piacevole sensazione di familiarità, con volante e cruscotto tradizio-
nalmente Audi e il tunnel centrale che ospita la quantità di comandi con cui gestire l'auto e il si-
Daniele SmaltiniMONDO AUTO
Quattrocerchi indue 8!
Due modidi interpretare
la passione per l’auto,con tecnologia
e sicurezza in comune
stema MMI (nella versione Plus, il Multi Media Interface ha una piccola
superficie, il touch pad, dove poter disegnare in punta di dita le lettere,
ad esempio di una città di destinazione, che poi vengono decodificate
dal sistema di navigazione).
Con prezzi compresi tra i 72.200 euro della 3.0 TDI e i 90.800 della
4.2 TDI, la nuova A8 si ritaglia un posto tutto suo tra le berline di lusso.
I prezzi sono, naturalmente, elevati, ma in linea, se non leggermente
inferiori, con quelli delle dirette concorrenti, come BMW Serie 7 e Mer-
cedes Classe S. Il confronto si gioca sulle dotazioni di serie e sull'am-
pia e invitante lista degli optional, che modellano l'auto sulle esigenze
e aspettative personali anche se, con un aspetto “ammorbidito” e più
mediterraneo, doti di leggerezza (alluminio), maneggevolezza (so-
spensioni adattive) e sicurezza (trazione quattro) tipiche del modello,
la nuova Audi A8 diventa, di diritto, la prima scelta da considerare.
La gamma dell’Audi R8, supercar della Casa di Ingolstadt, si allarga
con il debutto della versione Spyder. Realizzata sulla base meccanica
della coupé con motore V10 di 5.204cc da 525 cv.
La linea è grintosa, ma senza essere troppo vistosa. I designer hanno
inoltre centrato l’obiettivo di realizzare un’auto piacevole anche con
la capote chiusa.
Gli interni sono degni di un’Audi, in particolare per quello che riguarda
la qualità delle finiture. I rivestimenti in pelle, i tessuti, le plastiche
e gli eventuali inserti in fibra di carbonio, offerti in opzione, sono pia-
cevoli da vedere e da toccare.
La posizione di guida si adatta a tutte le taglie, con una strumentazione
leggibile, oltre che bella da guardare. La capote in tela ha una struttura
leggera in magnesio e alluminio. Si apre e si chiude automaticamente
in 19 secondi anche in movimento sino a una velocità di 50 km/h. Una
volta chiusa, assicura un notevole isolamento dall’esterno. Il lunotto
posteriore si alza e si abbassa indipendentemente dalla capote, fun-
gendo da frangivento a vettura scoperta. Nell’abitacolo ci sono vari
scomparti per gli oggetti, fermo restando un bagagliaio da 100 litri
di capacità sotto il cofano anteriore.
Giovedì 25 marzo, presso il Golden Palace di
Torino, il Gruppo Di Viesto ha presentato
ai suoi Clienti le nuove vetture Audi dando
vita ad una serata dai toni soft e ricercati
caratteristiche apprezzate dal Cliente dei
Quattro Cerchi: alta tecnologia nascosta da
linee sobrie e mai invadenti!
Nonostante una pioggia battente, un giusto
mix di ingredienti di qualità da sempre
buoni risultati.
Così: fascino, passione, sogno e desiderio sono
le essenza profumate che hanno creato la
giusta alchimia tra auto, musica e piatti
stuzzicanti!
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La RedazioneNAUTICA
Tra le onde con il cuore e con stile
Italian Yachts
Amore per il mare, passione per l’eleganza, la qualità artigianale e la si-
curezza, slancio creativo e attenzione all’innovazione: questo il terreno
da cui germoglia nel 2005 Italian Yachts.
A guidarla, nel ruolo di A.D., è Abbas Ghafourian, architetto e brillante
imprenditore di origine iraniana che, scommettendo con entusiasmo
e competenza su solidi valori, rende in breve tempo Italian Yachts una re-
altà capace di distinguersi nel panorama della produzione nautica di
lusso. Aspetti legati all’estetica così come alla funzionalità rendono infatti
le imbarcazioni Italian Yacths uniche e curate in ogni dettaglio, in ogni
fase del ciclo produttivo: dalla progettazione al varo.
La grande esperienza di un architetto celebre come Paolo Caliari ha trac-
ciato le linee guida sulla cui scia si muove ancora oggi l’inconfondibile
stile totalmente made in Italy della realtà Italian Yachts oggi costituita
interamente dai prodotti di alta gamma a marchio Jaguar Yachts.
Quattro i principali aspetti distintivi del brand: l’originalissimo profilo
della prua, il carattere “open”, con la particolarità della finestratura,
la scalinata panoramica che si estende per l’intera larghezza della poppa
e l’ampio pozzetto; tutti elementi ideati nell’ottica di una perfetta fun-
zionalità e di un’ottima godibilità dell’ambiente mare.
Una sapiente mescolanza di tradizione e innovazione, unita alla possibi-
lità di personalizzare al massimo l’estetica e gli allestimenti esterni e in-
terni, rendono ogni prodotto veramente unico.
Prioritario da sempre inoltre per Jaguar Yachts il rapporto diretto con
il cliente con il quale definire il “carattere” dell’imbarcazione che da og-
getto di lusso si trasforma in un mezzo “esperienziale” la cui stretta sin-
tonia con l’armatore gli permette di vivere appieno tutta l’emozione
e il piacere della navigazione.
A sottendere la profonda e lungimirante filosofia da cui nascono i modelli
jaguar 76
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Jaguar Yachts c’è poi anche un solido sistema produttivo caratterizzato
dalla straordinaria competenza artigianale con cui sono realizzate le bar-
che. In Italia il brand è presente con una sede legale in Liguria, a Genova,
e a livello cantieristico in Toscana, a Massa Carrara.
A rafforzare ulteriormente il brand Jaguar Yachts anche la capacità di rin-
novarsi individuando sempre stimoli inediti per una sempre maggiore
soddisfazione del cliente. È il caso ad esempio del sodalizio nato di re-
cente con Roberto Angel, nome emergente del design moderno, in grado
di raccogliere, seppur rivistandola, la tradizione di Caliari.
E proprio la capacità di guardare sempre avanti, costituisce, oggi, il più
grande valore aggiunto di Jaguar Yachts, brand che, grazie a un forte im-
pegno di capitali, oculati investimenti e attente strategie, riesce a man-
tenere un trend positivo anche nella contingenza attuale di un’economia
instabile.
Risultato dell’impegno profuso finora i 2 yacht di marca Jaguar Sport:
il 76 e l’80 piedi. In preparazione sono invece il 72 e il 92 piedi che am-
plieranno ulteriormente la gamma incontrando esigenze differenti.
A testimonianza della forte volontà espansionistica, nell’ottica di una dif-
fusione e di una notorietà maggiori, Jaguar Yachts mette in atto una stra-
tegia di rafforzamento e di innovazione fondata sul perseguimento di
standard qualitativi ancora più elevati, su una maggiore internazionaliz-
zazione, su processi produttivi massimamente razionalizzati, su
sistemi/materiali tecnologicamente avanzati e su nuovi nomi del design
moderno.
E per gestire al meglio questo processo di rinnovamento non può infine
mancare in una “macchina” ben funzionante come quella di Jaguar
Yacths, un piano di comunicazione ben congegnato, al fine di informare,
affascinare e coinvolgere l’utenza. Vanno in questa direzione sia lo stu-
dio, attualmente in corso, di una campagna pubblicitaria inedita e di un
nuovo sito, così come la partecipazione ai più prestigiosi appuntamenti
dedicati alla nautica (Salone Nautico di Cannes, Monaco Yacht Show,
Salone Nautico Internazionale di Genova).
Ulteriori informazioni su: www.italianyachts.it
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Un casa così, l’avrebbe desiderata anche Cosimo Piovasco di Rondò, immortale Barone
Rampante creato dal genio letterario di Italo Calvino, che trascorse tutta la sua intera
esistenza sugli alberi.
Perché vivere tra le fresche frasche, oltre ad essere il sogno nel cassetto di moltissimi
bambini, oggi è un desiderio assolutamente realizzabile.
Sulla scia del kolossal di James Cameron, Avatar, dove i pacifici Na’vi vivono in bozzoli
su un enorme albero, l’architetto tedesco Andreas Wenning ha liberato la propria fan-
tasia e creatività per realizzare delle vere e proprie abitazioni a strettissimo contatto
con la natura. La filosofia del progetto, denominato Baumraum, è diretta quanto sem-
plice: “Una casa tra gli alberi rappresenta un sogno e un’esperienza indimenticabile
per i bambini, un luogo di riflessione e relax per gli adulti, e per tutti un gioiello inca-
stonato nella natura”. E vivere su un albero, oltre ad essere un’esperienza fiabesca,
rappresenta un’incredibile opportunità per trascorrere un’avventura in un luogo molto
speciale, nel quale il trascorrere del tempo e delle stagioni si avverte in modo diverso.
Un luogo per giocare, per lavorare indisturbati, per riposare o “semplicemente” per
continuare a sognare.
Wenning realizza i suo progetti, o meglio le sue “visioni”, nell’assoluto rispetto della
natura che lo circonda. Infatti, le piante che fungono da pilastro portante non subi-
scono alcun trauma, potendo continuare a crescere senza nessun tipo di costrizione
strutturale che ne influenzi in qualche modo il naturale sviluppo. Il sistema di soste-
gno delle case albero, infatti, è stato appositamente studiato con l’uso di cavi d’ac-
ciaio e di cinghie tessili, per garantire un ancoraggio solido ma non traumatico ai fusti
arborei. Inoltre, Wenning è da sempre molto attento anche al contesto generale in cui
le sue case vengono inserite. Assolutamente nessun ecomostro, bensì costruzioni ad
impatto zero che si confondono totalmente con la natura che le circonda.
Attualmente, sono molti i progetti che lo studio Baumraum ha già realizzato. Attivo in
Germania, Francia, Belgio e Brasile, Andreas Wenning è arrivato anche in Italia, por-
tando con se sempre una ventata di novità. Infatti, il brillante architetto lavora conti-
nuamente allo sviluppo di nuovi modelli di case, attualmente ancora in fase teorica,
come il progetto “Casa Pigna”. In quest’ultimo, Wenning propone la realizzazione di un
bosco formato da diverse case a forma di pigna, attraversate da una conifera di grandi
dimensioni che funge da sostegno portante. A seconda delle dimensioni e dell’altezza
dell’albero, la casa Pigna potrà essere dotata di una seconda terrazza a mezza altezza,
mentre l’interno si svilupperà su due livelli composti da: camera da letto e un piccolo
bagno al primo livello; zona soggiorno con cucinino al secondo livello.
La fantasia di Wenning è senza confini, e l’ambizioso architetto prevede un futuro in
cui esisteranno piccoli insediamenti di persone che vivranno in case-pigna e in case-
albero, persone che avranno scelto di abitare nella natura, in case di 80 metri quadri,
NATURA & AMBIENTE Giovanni Olmo
Finalmente è possibile rispettare l’ambiente,vivendo tra le fresche frasche
Vivere ad alta quota!
perchè come lui stesso sostiene “Se sei cir-
condato dallo spazio, non hai bisogno di
altro spazio”.
Un messaggio importante, forte e chiaro,
quello di Wenning. La speranza è che i suoi
progetti, insieme ai tanti altri che si basano
sul totale rispetto della Natura, possano
convincere le Istituzioni, ma non solo, che
un futuro migliore per tutti è possibile.
Il compleanno di Orazio si avvicina. Quest’anno sono
sette, e per un bassotto significa entrare a tutti gli effetti
nell’età adulta. Per mantenere alto il livello del suo “stato
di grazia” in formato nano, questo simpatico quadru-
pede, fedele compagno di divano e di metropoli, ha bi-
sogno di attenzioni e amorevoli cure. Tuttavia Orazio,
come tutti i bassotti, è un cane snob ed esige solo il me-
glio. E allora perché non regalargli una giornata di be-
nessere presso una SPA per animali?
Trattamento deluxe, ovviamente, presso il “For pets only
Boutique&SPA”, che prevede: pulizia di orecchie, occhi e
taglio delle unghie; bagno accurato con prodotti specifici;
risciacquo e relax con oli essenziali e petali di rosa, ma-
schera mirata alle esigenze del pelo; impacco di argilla pu-
rissima; massaggio; asciugatura ed applicazione di pro-
dotto nutriente e lucidante.
E qualcuno la chiama anche vita da cani…
L’appuntamento è con la stylist Giordana, che spiega subito la filosofia del centro: niente catene e phon
rumorosi (solo caldi getti d’aria a ioni), ma soprattutto niente azioni coercitive per tenere fermo Orazio.
L’esempio è il “simpatico” yorkshire, tranquillamente seduto
sul divanetto a forma di osso in attesa del taglio
“à la carte”.
Dopo due ore, Orazio sembra trasformato.
Sprofondato in un morbido divano ze-
brato, il bassotto trasuda benessere e
aria zen, unito ad un pelo lucido al
profumo di “eau de Talcò”, lo Cha-
nel n°5 dei cani. Soprattutto ha l’aria
di essersi divertito parecchio, rivol-
gendo sguardi d’amore a tutto lo staff
che fa a gara per viziarlo. Il tutto, per una
cifra di poco superiore ad una normale
toettatura. E allora, perché non regalare
al nostro amico più fedele una gior-
nata davvero speciale?
Glenda SvanoniANIMALI
For Pets Only Boutique & SPA
Via San Pietro all’Orto 3 Milano
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Divertente racconto di una giornata(a quattro zampe) in SPA
La città è una giungla!
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Gabriel CamaràARTE & CULTURA
Da Eraclito a Tiziano, una grande mostraper raccontare la lunga storia del fuoco
Fuoco, cammina con me
Miti, simboli e tradizioni della cultura mediterranea accendono il fuoco artistico che, fino al 6 giu-
gno 2010, infiammerà le sale di Palazzo Reale a Milano.
Si chiama “Fuoco – Da Eraclito a Tiziano, da Previati a Plessi”, e rappresenta il secondo importante
appuntamento artistico all’interno di un progetto quadriennale sui quattro elementi (Acqua, Aria,
Terra e Fuoco), ideato e realizzato dalla Fondazione DNArt con la Regione Lombardia in collabo-
razione con il Comune di Milano-Cultura.
La simbologia dei quattro elementi questa volta si concentra sul fuoco, mitologico dono di Prometeo
agli uomini, che rivive nelle rappresentazioni artistiche con l’obiettivo di promuovere la consape-
volezza e la responsabilità nei confronti delle tematiche ambientali, riaffermando la preziosità de-
gli elementi naturali, attraverso le opere degli artisti più importanti della storia.
La mostra costituisce così un’esplorazione nelle radici simboliche e archetipiche dell’elemento
Fuoco, ponendo a confronto questi aspetti attraverso l’esposizione di opere archeologiche, artistiche
e contemporanee in un crescendo che accompagna il visitatore in un ipotetico viaggio alla scoperta
della crescita della nostra cultura dall’antichità ai giorni nostri.
“Il percorso alla ricerca dell’anima del fuoco che intendiamo raccontare è uno dei tanti percorsi pos-
sibili: è lo spazio della fucina in cui si è forgiata la civiltà mediterranea; è lo spazio in ascensione
tra il cielo e la terra in cui transitano, ora come allora, le idee e i pensieri più puri e vitali della cul-
tura umana” afferma Elena Fontanella, curatrice della mostra e Direttore Generale di Fondazione
DNArt. “Simbolicamente, il fuoco rappresenta il percorso che conduce all’alienabile aspetto vitale
della nostra esistenza, al luogo luogo in cui si annidano i bisogni essenziali, i drammi esistenziali,
le paure ancestrali, le tensioni spirituali della nostra contemporaneità”.
Tra le splendide opere selezionate, tutti grandi capolavori, si spazia dall’antica Grecia alla Roma
Imperiale, da Tiziano Vecellio a Plessi, da Cranach a Domenichino e da Previati a Burri. Il percorso
è suddiviso in 11 sezioni tematiche che evidenziano il valore simbolico del Fuoco: Fuoco creatore,
Fuoco nel mito, Fuoco sotterraneo, Rinascita, Fuoco utile, Fuoco nella comunità, Paure ancestrali,
Luce di redenzione, Luce e tenebre, Apocalissi di conoscenza, Dis-velamento.
Lo scopo della mostra è quello di coinvolgere il visitatore al punto da farlo “bruciare” di passione
per l’arte, attraverso la visione di reperti archeologici, dipinti, sculture e installazioni contempo-
ranee, molti capolavori fra i quali Prometheus di Arnold Boeclkin, Il carro del sole di Gaetano Pre-
viati, Vesuvius di Andy Warhol e ancora opere di Canova, Max Ernst e tanti altri che mettono in scena
i mille aspetti e le tante complesse tematiche del fuoco nella cultura mediterranea ed europea. D’al-
tronde, la storia del fuoco è indissolubilmente legata alla storia dell’uomo, e al passaggio della ci-
viltà umana dal “crudo al cotto”, dalla natura alla cultura.
Possiamo immaginare degli uomini, già dal Paleolitico, attorno ad un focolare, e da quel momento,
al calore della fiamma, da custodire e mantenere accesa, il crearsi di quella socialità necessaria allo
sviluppo delle conoscenze pratiche e tecniche del fuoco e in parallelo alla creazione del pensiero
e del linguaggio.
Fin dalla sua scoperta il fuoco, forza creatrice e insieme distruttrice, uno fra gli archetipi fondanti
il pensiero simbolico, ha generato miti, leggende e storie.
Andy Warhol: Vesuvius - 1985Unicum serigrafico (in nero)Collezioni Intesa Sanpaolo, Raccolta Banco di Napoli, Napoli
Arnold Böcklin: Prometheus - 1882Olio su telaCollezione Barilla di Arte Moderna,Parma
Vittore Carpaccio: L’Annunciazione - 1504Olio su telaGalleria Giorgio Franchetti, Ca’ d’Oro, Venezia
Gaetano Previati: La danza delle ore1899Olio su telaFondazione Cariplo, Milano
Leonardo da Vinci: Drago che combattecontro il leone - Disegno a penna e bistrosu carta - Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, Firenze
Max Ernst: Divinité - 1940Olio su cartone telatoCollezione Barilla di Arte Moderna,Parma
Maestro fiammingheggianteTentazioni di Sant’Antonio abate1554 - Olio su telaCollezione Tatiana Scarpa, Venezia
Tiziano Vecellio: PrometeoCarboncino e biacca su cartaGabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi,Firenze
Pierre-Jacques-Antoine VolaireEruzione del Vesuvio dal pontedella Maddalena - 1782-1790Olio su tela - Museo di San Martino, Napoli
Fuoco – Da Eraclito a Tiziano, da Previati a Plessi
Palazzo Reale, Piazza Duomo, 12 - Milano
Fino al 6 giugno 2010 - Info e orari: 02.29010404
www.comune.milano.it/palazzoreale - www.fondazionednart.it
CINEMA Camilla Costanza Sessa
Nel mese di aprile, il grande schermo si anima di epiche avventure
È SEMPRETEMPO DI
EROI
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Coraggio, azione, muscoli e soprattutto tanti effetti speciali. Questi gli
ingredienti che nel mese di aprile riempiranno i principali schermi cine-
matografici del mondo. Gli eroi vanno sempre di moda, siano essi vir-
tuali, epici o addirittura tecnologici.
James Cameron e il suo kolossal Avatar hanno aperto la strada alla fan-
tasia più sfrenata, dove ogni possibile sogno diventa reale sul grande
schermo. Ne sa qualcosa Gerard Butler, protagonista del thriller fanta-
scientifico Gamer. Nel 2034, grazie allo sviluppo di tecnologie per il con-
trollo remoto della mente, il videogame più richiesto è Slayers, uno spa-
rattutto on-line dove gli avatar dei giocatori sono in realtà veri uomini
condannati a morte. Per loro, la libertà è lontana soltanto trenta batta-
glie. Adrenalina allo stato puro per un film che sembra un videogame di
ultima generazione e che vede anche la partecipazione di Michael C. Hall, celebre Dexter Morgan del-
l’omonima serie televisiva.
Le tracce di Avatar proseguono anche in Scontro tra Titani, epico remake di film del 1981, ispirato al mito
dell’eroe greco Perseo. Questa volta, il collegamento con il film-evento di Cameron è il protagonista, Sam
Worthington, qui nei panni del prode Perseo, impegnato in una terribile lotta per il bene dell’umanità. Nella
Grecia antica infuria la guerra tra uomini e Dei, questi ultimi in lotta anche tra loro. Uno scontro senza esclu-
sione di colpi che potrebbe anche portare alla distruzione del mondo. In quest’epoca travagliata, Perseo
(Sam Worthington), un dio cresciuto tra gli uomini, combatte per salvare la sua famiglia da Ade (Ralph Fien-
nes), vendicativo dio dell’oltretomba.
Infine, l’evento del mese è riservato a Iron Man 2. L’attore americano Robert Downey Junior veste nuova-
mente i panni d’acciaio del geniale miliardario Tony Stark, protagonista del celebre fumetto targato Mar-
vel Comics. Dopo il successo planetario del film d’esordio, capace di incassare oltre seicento milioni di dol-
lari in tutto il mondo, il regista Jon Favreau riporta sul grande schermo l’invincibile eroe dalla luccicante
corazza rossa. In questo atteso sequel, che uscirà nelle sale italiane venerdì 30 aprile, resteranno inalte-
rate le atmosfere, l’ambientazione, lo stile e le regole del precedente film. “In questo sequel”, ha dichia-
rato Robert Downey Jr. “la psiche di Tony Stark subisce una significativa frattura. Tony è molto più con-
centrato sul suo retaggio e sulla sua fisicità, sul suo corpo, che è sempre stato un problema per lui ma che
ora, ovviamente, viene alla ribalta: del resto, quest’uomo ha un reattore nucleare come parte della sua ana-
tomia!”. Confermatissimo anche il resto del cast che, oltre al protagonista Robert Downey Jr., vede la pre-
senta di Gwyneth Paltrow, e l’ingresso di nuove stelle del firmamento hollywoodiano come Scarlett Johan-
sson, Mickey Rourke, Sam Rockwell e Samuel L. Jackson.
In questo nuovo capitolo della saga, gli effetti di una grave crisi energetica globale porta l’eccentrico mi-
liardario Tony Stark a scrutare a fondo il suo passato, e in particolare la vita del padre. Rivelata la sua vera
identità alla fine del primo episodio, Iron Man rifiuta di impiegare i suoi poteri per scopi militari, difendendosi
strenuamente dal tentativo dell’esercito degli Stati Uniti di arruorarlo.
Come se non bastassero i problemi con le autorità americane, in questo
secondo episodio fanno la loro comparsa due nuovi e letali nemici: Whi-
plash, interpretato da Mickey Rourke, e Black Widow, interpretata da Scar-
lett Johansson. “Bisogna riconoscere a Stan Lee” conclude Robert Downey
Jr. “di aver creato il suo personaggio migliore con Tony Stark. Esistono
molte versioni di esso tra fumetti, serie televisive a cartoni animati e, ora,
film e le persone che vi hanno lavorato dagli anni 60 fino ad oggi hanno
fatto davvero uno splendido lavoro, espandendo le pieghe della sua per-
sonalità e costruendo un aspetto d’innata ostilità e aggressività sotto le
sembianze della tecnologia”. Un’occasione da non perdere quindi, che ve-
drà questi moderni eroi celebrati in un tripudio di effetti speciali.
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Teatro Stabile di TorinoTeatro Carignanopiazza Carignano 6, Torino tel. 011.51.76.246
Teatro Agnellivia Sarpi 111, Torino Tel: 011-612136
Alfa Teatrovia Casalborgone 16/I, Torino tel. 011.81.95.803
Teatro Alfieri Torino Spettacolipiazza Solferino 4, Torino tel. 011.56.23.800
Teatro Araldovia Chiomonte 3, Torino tel. 011.33.17.64
Teatro Cardinal Massaiavia Cardinal Massaia 104, Torinotel. 011.25.78.81
Teatro Colosseovia Madama Cristina 71, Torino tel. 011.66.98.034 - 65.05.195
Teatro Erba Torino Spettacolicorso Moncalieri 241, Torinotel. 011.66.15.447
Garybaldi Teatrovia Garibaldi 4, Settimo Torinesetel. 011.89.70.831
Teatro GioielloTorino Spettacolivia C. Colombo 31, Torino tel. 011.58.05.768 - 011 66.15.447
Teatro Juvarravia Juvarra 15, Torino tel. 011.54.06.75
Teatro Matteottivia Matteotti 1, Moncalieri tel. 011.64.03.700
Teatro Monterosavia Brandizzo 65, Torino tel. 011.28.40.28
Teatro Nuovocorso Massimo d'Azeglio 17, Torinotel. 011.65.00.200
Piccolo Teatro Peremprunerpiazza Matteotti 39, Grugliasco tel. 011.78.08.717
Teatro Regiopiazza Castello 215, Torino tel. 011.88.151
Il Mago di Oz è entrato nell’immaginario collettivo gra-
zie all’opera letteraria e, successivamente, al film di Vic-
tor Fleming per il quale la protagonista, Judy Garlan, fu
premiata con un Oscar speciale come miglior interprete
giovanile. Colonna sonora del lungometraggio del 1939
era quella Over the rainbow che negli anni è stata rivisitata da cantanti del calibro di Frank Si-
natra, Ella Fitzgerald, Eric Clapton e molti altri. Vero classico della letteratura e della storia del
cinema, la trama ha avuto nel tempo diverse rivisitazioni anche teatrali, diventando uno dei mu-
sical più celebri di tutti i tempi. L’opera racconta le avventure di Dorothy, una giovane scolara
del Kansas che, trasportata da una tromba d’aria, entra in un mondo coloratissimo ed entu-
siasmante dove vive un viaggio sorprendente in compagnia del cane Toto, dello Spaventapas-
seri, del Boscaiolo di Latta e del Leone Codardo. Il Mago di Oz, in scena al Teatro Alfieri dal 23
al 25 aprile, vede come protagonisti la Compagnia Torino Spettacoli, il Liceo Teatro Nuovo e il
Coro Nuove Voci Ensemble. Il testo di Germana Erba e Franca Dorato è liberamente ispirato al
romanzo di Lyman Frank Baum, le musiche originali sono di Bruno Coli, mentre la coreografia
e la regia sono firmate da Franca Dorato. La performance in scena a Torino punta su attori di
diverse fasce d’età: per rivolgersi indistintamente a un pubblico di bambini, ragazzi e adulti in
una felice armonia interpretativa. La sua peculiarità è di unire prosa, canto e danza ad un’am-
bientazione di grande impatto visivo e di giocare su un allestimento firmato dalla Fondazione
Teatro Nuovo e Torino Spettacoli, da sempre protagonisti della scena torinese.
TEATRO Barbara Odetto
Al Teatro Alfieri il celebre musical che si ispira al romanzo di Lyman Frank Baum
Il mago di Oz
Il mago di Oz
Dal 23 aprile al 25 aprile
Teatro Alfieri
www.torinospettacoli.it
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NON SO CHE VISO AVESSE. LA STORIA DELLA MIA VITA
di Francesco Guccini – Mondadori
Montanaro di pianura, nato a Modena, diffidente, avaro di sé, sobrio
e bevitore, pigro e serissimo, ma chiacchierone instancabile, Fran-
cesco Guccini ha scelto, di raccontare la sua vita. E ci è riuscito nel-
l’unico modo per lui possibile: fingendo di parlare d'altro, per dire
tutto di sé. Per farlo, Guccini organizza una geografia: Pavana col
mulino degli avi, i nonni, le nonne. Modena, odiata e amata. Bolo-
gna, l'eletta. E poi l'amore per il cinema, con gli amici Ligabue e Pie-
raccioni. Infine: il concerto, il luogo dell'incontro col pubblico.
IL SANGUE È RANDAGIO di James Ellroy – Mondadori
L’ultimo libro di Ellroy è un noir magnetico che ritrae un mondo che
ha perduto le linee di confine tra bene e male, giusto e ingiusto.
Estate del '68. Dopo gli omicidi di Martin Luther King e Robert Ken-
nedy, gli Stati Uniti sembrano sul punto di esplodere. Il destino ha
piazzato tre uomini in un punto nevralgico della Storia. Dwight Holly
è incaricato di fomentare contrasti fra i gruppi del potere nero.
Wayne Tedrow lavora per il miliardario Howard Hawks alla costru-
zione di una rete di case da gioco nella Repubblica Dominicana.
Don Crutchfield è coinvolto in cose più grandi di lui.
IL FILO ROSSO di Paola Barbato – Rizzoli
Da cinque anni Antonio Lavezzi non ha più una vita. Una tragedia
ha distrutto la sua famiglia e lui è scappato, rifugiandosi in un paese
dell'alto Veneto e nel suo lavoro di ingegnere edile. Metodico e pre-
ciso, si è impegnato per avere un'esistenza anonima. Poi, un giorno,
il telefono squilla: è morto un uomo in cantiere. Quello che all’ini-
zio sembra un incidente si trasforma in un messaggio per lui. Qual-
cuno gli chiede di liberare la sua sete di vendetta. Antonio è confuso,
ha paura di sporcarsi le mani, ma viene risucchiato in un vortice di
messaggi da decifrare, di incontri sconvolgenti, di gesti inspiegabili.
SOTTO CIELI NONCURANTI di Benedetta Cibrario - Feltrinelli
Matilde ha dodici anni. Non sopporta i guanti spaiati e compie pic-
coli, bizzarri rituali per addomesticare la realtà. Pochi giorni prima
di Natale, il padre di Matilde, il magistrato Giovanni Corrias, è chia-
mato a indagare sul caso di un bambino morto in circostanze mi-
steriose. Nel mentre sua moglie viene investita da un’auto. Al colpo
durissimo, il magistrato risponde facendo leva sul senso del dovere
e della professione, aggrappandosi alle indagini in corso. Violaine,
una giovane poliziotta laureata in psicologia, lo aiuta a ricostruire
la sequenza dei fatti. Matilde, intanto, osserva gli adulti e il loro di-
battersi alle prese con la fragilità dell’esistenza.
LIBRI Sara Recalcati
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GABRIELLA CILMI - TENSono trascorsi due anni da quando, con ilsingolo “Sweet about me”, la giovane GabriellaCilmi fece irruzione nel mondo del music-biz.Ora presenta il suo secondo album “Ten”, pro-dotto da un team composto da Xenomania(Sugababes, Kylie Minogue), Dallas Austin (TLC,Gwen Stefani), Greg Kurstin (Lily Allen, The Birdand the Bee) ed include dodici brani energicirispetto al primo lavoro, con sonorità influen-zate dalla disco degli anni Ottanta.
LOREDANA ERRORE - RAGAZZA OCCHI CIELOLoredana Errore è una delle cantanti della nonaedizione del talent-show “Amici”. “Ragazza occhicielo” è il titolo del primo EP di Loredana, settecanzoni prodotte con la collaborazione di BiagioAntonacci e Michele Canova, due delle qualiscritte da Biagio: la title-track e “L'ho vista primaio”. Gli altri episodi sono una cover dello stessoAntonacci (“Oggi tocchi a me”), tre branicomposti da Camba-Coro e una di Cheope (figliodi Mogol) e Daniel Vuletic (“L'inventario”).
DIANE BIRCH - BIBLE BELTFaccia giovane, frangetta alla moda, 28 anni, efa musica “adulta”, quella che potrebbe piacerea chi di anni ne ha qualcuno in più. Sentendo“Bible belt” di Diane Birch, disco di debuttopubblicato l’anno scorso in America e in uscitada noi sull’onda dei buoni riscontri ottenutioltreoceano, si scopre un mondo di canzoniretrò. In “Bible belt” ci sono riferimenti al popd’annata, al piano-rock e al soul. Il risultato èpiacevole, e anche fresco.
GROOVE AMADA - BLACK LIGHT“Black light è il lato più oscuro dei GrooveArmada, emerso dopo dodici anni di carriera”.Così Andy Cato, metà del duo electro inglese deiGroove Armada, annunciò qualche mese fal'imminente uscita del sesto lavoro in studio delcollaudato progetto. La formazione si addentrain territori fino ad oggi inesplorati, sonorità new-wave e synth-pop tipiche degli anni Ottanta, conriferimenti che vanno dai New Order a GaryNuman, passando per i Roxy Music.
MUSICA Daniele Smaltini
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Come ogni grande storia che si rispetti, quella del Perù nasce dalla sfida di due fratelli a
contendersi un impero. La sconfitta inflitta ad Hascar da Athaualpa dà le mosse al fiorire della
grande civiltà Inca, della grandezza della quale il territorio rimane oggi viva testimonianza.
Percorrere migliaia di chilometri per raggiungere il Paese latino che si estende fra le coste
pacifiche, le Ande e la foresta amazzonica, vede uno scopo davanti a tutti: vivere il contatto con
la natura incontaminata, e lasciarsi affascinare dal connubio fra un remoto passato e un presente
che pare conservarlo, vivido, dentro di sé.
La dominazione spagnola ha intaccato il linguaggio, ma non i costumi e la cultura degli indigeni,
che conservano un equilibrio unico fra tradizione e modernità. Un viaggiatore che si rispetti ha
la necessità di attraversare questi luoghi ricchi di incanto, di meraviglie architettoniche, alcune
delle quali solo un preciso lavoro di datazione archeologica ha permesso di collocare così indietro
nel tempo. Parliamo, ad esempio, di pietre disposte su una collina a più di 2000 metri sul livello
del mare. Una disposizione niente affatto casuale, lunga un chilometro fino al fiume Urubamba,
che disegna piazze, torri, e addirittura un orologio solare.
Un avamposto? Una città monastero?
Nessuno è riuscito a svelare con precisione la funzione di Machu Picchu e delle sue mura che
combinano pietre legate da incastri senza l’uso di alcun collante, secondo la leggenda
ammorbidite da piante magiche, per permetterne il compattamento. Che sia stato dichiarato
patrimonio dell’umanità pare tanto ovvio quanto irrilevante, al fine di stuzzicare il desiderio di
trovarsi a calcarle quelle pietre, più che a chiedersi quale mistero si celi dietro il loro
ingegnosissimo assembramento.
Il rispetto per la natura, insito nello spirito e nella cultura inca, prende forma in questi luoghi,
le geometrie dei quali sembrano non incidere minimamente sulla forma originaria. La fortezza
della città di pietra potrebbe essere stata li da sempre, naturale evoluzione orografica, e nulla
più. L’uomo pare avere nei secoli non invaso, ma chiesto “permesso”, non costruito ma decorato,
all’insegna del mantenimento di una armonia innaturale, in un’accezione insolita, di incredibile
sapienza e abilità. Zona di grande interesse archeologico e naturale è anche quella di Ica.
Null’altro che sabbia, dune, un deserto che “sfocia” nel mare. Ma una striscia di terra piena di
testimonianze di civiltà Paracas, Nazca e Inca, molte delle quali rimangono ancora oggi
indecifrabili misteri, nascosti da geroglifici di dura comprensione, che sembrano narrare gesta
epiche e difficoltà superate dagli uomini per farsi “accogliere” da una natura così ostile.
L’immenso lago Titicaca, adagiato a quasi 4000 metri sul livello del mare, e la città di Puno,
culla della civilt inca, attualmente apogeo di folklore, che basa la sussistenza dei suoi abitanti
ancora sull’allevamento del bestiame, Chachapoyas, una delle città più antiche del Perù, che
lascia respirare canna da zucchero e caffè, ma che offre la possibilità di ammirare palazzi
signorili, retaggio della dominazione spagnola, e imponenti monumenti di grande interesse
Filomena IoscaTRAVEL
Tra storia e modernità, un affascinante viaggio oltre i confini dell’immaginabile
Il discreto fascino del
PERÙ
archeologico, e Cusco, mitica capitale dell'Impero dei figli del sole, capace di svelare all’attento
osservatore molti dei misteri che si celano dietro la grandezza degli Inca, oggi disposta ad
abbattere, ma solo in senso figurato, le mura che l’hanno protetta dal mondo per lunghi secoli.
Settimane, mesi, non basterebbero per assorbire l’impatto di questi luoghi, guardaroba interi
non conterrebbero il necessario per essere sempre preparati alle diversità climatiche nei luoghi,
e nel tempo, quando l’afa estiva libera i tipici acquazzoni delle foreste amazzoniche. Ottime
ragioni per vivere un viaggio fatto di viaggi diversi, un’esperienza simile a poche altre.
Al centro della costa occidentale, la capitale Lima offre la possibilità di visitare musei di grande
interesse e siti archeologici, ma anche di fare qualche tuffo nelle vicine spiagge del pacifico, nel
periodo fra dicembre ed aprile.
Se il viaggio fosse programmato in stagioni differenti, in alternativa si potrebbe vivere la festa
del “Senor de los miracles”, patrono della città che per l’occasione si tinge di porpora e si anima
di musiche e canti che profumano d’incenso. Dalla fontana bronzea del diciassettesimo secolo
della Plaza de armas ci si può muovere in tutte le direzioni alla scoperta della capitale. A nord,
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verso il Parlamento, e il tipico cambio di guardia, a est verso la piazza della austera cattedrale,
e nella direzione opposta verso il Municipio, che ospita una delle più ricche biblioteche dell’intero
paese.
In piazza Bolivar, il museo della antropologia e archeologia si annovera fra i più interessanti del
sud America, e concentra i suoi interessi sulla cultura indigena peruviana, mentre quello della
Repubblica racchiude testimonianze della più recente storia coloniale.
Non ci soffermiamo su ristoranti, i rinomati cafè, o le shopping street, ma la ormai cosmopolita
città pare non lesinare in quanto a possibilità di svago e relax (nota di rilievo le terme disseminate
sull’intero territorio, grazie alle acque che nascono sulle Ande e sfociano nell’Oceano o originano
il Rio delle Amazzoni).
Un mondo da scoprire, inaspettatamente ricco di alternative in equilibrio perfetto, popolato dei
sorrisi di un popolo forse nella più parte poco fortunato, ma che non sembra avere bisogno di
alcuna sovrastruttura, e che possiede nel suo dna la capacità di superare qualsiasi avversità e,
senza bisogno di cemento, “costruire”.
WEEKEND DI... COOLTOMarco Scurati
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Due weekend consecutivi per scoprire
Amsterdam in occasione della partenza della
corsa ciclistica a tappe organizzata da Rcs
Eventi, che prenderà il via dalla capitale
olandese sabato 8 maggio e che per tre
giorni farà tappa nei Paesi Bassi. Per l'evento, il
comune di Amsterdam ha organizzato la kermesse
Giromania!, che combinerà insieme tutto quello che
Amsterdam e l’Italia hanno di meglio da offrire per tutti i
gusti: per gli appassionati dello sport, della cultura, della
moda e della gastronomia. La manifestazione italiana
assumerà nella metropoli olandese il carattere di una
festa popolare ma con un’atmosfera internazionale, che
avrà come tema centrale la bicicletta come mezzo di
trasporto, divertimento e competizione. E i numeri
riguardanti i velocipiti ad Amsterdam fanno riflettere: in totale i 750mila
abitanti della città posseggono più di 600mila biciclette; di tutti gli
spostamenti metropolitani circa il 40% avviene in bicicletta; in città si trovano
15 noleggi biciclette; all’interno del perimetro urbano ci sono circa
400 km di piste ciclabili di cui 150 km a senso unico e 250 a doppio
senso e ci sono più di 25 posteggi per biciclette sorvegliati e più di
100 negozi dove acquistare le due ruote a pedali. Ma torniamo a
parlare del Giro ad Amsterdam. La prima tappa – la cronometro
individuale – partirà l’8 maggio dalla piazza dei musei di
Amsterdam (Museumplein) e si concluderà allo stadio
Olimpico passando dai numerosi ponti della città. Domenica 9
maggio la seconda tappa partirà sempre dalla Museumplein e
si concluderà nel centro della cittadina di Utrecht. La terza
tappa, che si correrà lunedì 10 maggio 2010, partirà dal cuore
finanziario di Amsterdam, la zona Zuidas e porterà il Giro a
Middelburg. Dopo queste 3 prove in Olanda, la Corsa rosa
proseguirà in Italia. Molte parti della città nei tre giorni si coloreranno di rosa con
striscioni e cartelli, un tram e 5 velo-taxi Giro d’Italia, un megaschermo in piazza
Rembrandt, negozi rosa all’interno della stazione del treno, il percorso della tappa
tracciato in rosa. Per l’occasione verranno organizzati numerosi eventi tra cui un festival
Dieci giorni di eventi in Olandaper la partenza del Giro d’Italia
“Giringiro”ad Amsterdamper la corsa Rosa
musicale con la partecipazione di artisti italiani e olandesi, che si esibiranno nel mitico locale
“Paradiso”, nel tempio della musica jazz “Het Bimhuis” e in altre sale da concerto in città.
Inoltre, verrà allestito un mercatino culinario - il 7, 8 e 9 maggio sulla piazza
Nieuwmarkt - per far gustare ai visitatori le leccornie italiane e molte altre iniziative.
Consigliamo di non perdere la giornata del 7 maggio, quando andrà in scena la
presentazione dei team del Giro mentre il 9 ci sarà un Giro d’Italia anche per il
pubblico: la “Crazy Bikeride”. Il tour comprenderà il tracciato della cronometro
individuale e parte della seconda e terza tappa del Giro d’Italia, con partenza e
arrivo allo stadio olimpico di Amsterdam. A questo evento potranno
partecipare 7mila ciclisti, tutti tassativamente in maglietta rosa compresa
nella quota d’iscrizione all’evento. Interessante segnalare che la
municipalità di Amsterdam e il Tourism & Convention Board (Atcb)
ha deciso di mettere a disposizione dei turisti la “I am sterdam
Giro Card” e una pratica guida con tutte le informazioni sul
Giro d’Italia, i luoghi da non perdere in bici e le migliori
attività in città. Durante la tre giorni si potrà
beneficiare di molti vantaggi con la carta che sono
estesi per tutto il mese di maggio: un passe-
partout per musei (da non perdere il Van Gogh
Museum e il Reijksmuseum), giri in battello e
mezzi pubblici, oltre ad almeno 25% di sconto in
diversi ristoranti e attrazioni. La carta ha una
validità di 48 ore e costa 48 euro.
Barbara Odettocover story
Sindone:IL MISTEROcorre sul filo…del sacro lenzuolo!
Dal 10 aprile al 23 maggioil capoluogo piemontese diventa
protagonista dell’eventocattolico per antonomasia60
LL’Ostensione targata 2010 mostrerà
una Sindone restaurata: nel 2002, infat-
ti, è stato effettuato un intervento con-
servativo per rimuovere i lembi di tessu-
to bruciato nell’incendio che nel 1532
colpì Chambéry, dove era custodita in
precedenza. Sono state eliminate le top-
pe applicate dalle Clarisse e gli strappi
sono stati cuciti con fili naturali; il telo
d’Olanda sul quale era stata fissata nel
1534 è stato infine sostituito con una
teca realizzata dall’Alenia Aeronautica
di Torino. Le istituzioni religiose e citta-
dine si sono mosse con largo anticipo
per garantire ai pellegrini un’accoglien-
za al di sopra di ogni aspettativa e per
promuovere una serie di iniziative arti-
stiche e culturali parallele all’evento,
puntando tuttavia sulla sobrietà ed evi-
tando ogni spreco in questo periodo di
recessione economica. Un altro aspetto
sul quale è stato posto l’accento è l’im-
patto ambientale: per gli allestimenti
sono stati utilizzati materiali ecocompa-
tibili e gli oltre 20.000 pullman previsti
devono versare un contributo economi-
co che sarà poi utilizzato per piantare
nuovi alberi. Non solo: per accedere
al Duomo i fedeli seguono un percorso
che passa attraverso i Giardini Reali e la
manica nuova di Palazzo Reale per giun-
gere al Teatro romano e al piazzale del-
la Chiesa. Tutto il tragitto poggia su pe-
dane, è coperto e non ha barriere archi-
tettoniche. A conferma che gli organiz-
zatori non hanno lasciato nulla al caso.
SINDONE: UN MISTERO IRRISOLTO
Il termine deriva dal greco sindon e si-
gnifica lenzuolo. Al di là della sua eti-
mologia, il Sudario che secondo la Chie-
sa Cattolica avvolse il corpo di Cristo
nel sepolcro è realmente un oggetto mi-
racoloso e da venerare oppure rappre-
senta semplicemente un’icona al pari di
tante opere d’arte di carattere religioso?
Gli scienziati, ma anche gli ecclesiasti,
non hanno ancora trovato un accordo
e tante sono le ipotesi e la letteratura
in merito. L’unica certezza è che questo
telo di lino lungo più di 4 metri e alto
oltre 1 metro conserva intatta la figura
di un uomo morto a causa della tortura
e della crocifissione e nessuno ha sapu-
to ancora spiegare come l’immagine sia
giunta nitida ai giorni nostri. Un altro
enigma è quello della datazione: di epo-
ca romana per alcuni, medievale per al-
tri. La teoria più diffusa vuole che il len-
zuolo venne scoperto a Lirey, in Francia,
nel 1350 quando il cavaliere crociato
Geoffroy de Charny lo espose al pubbli-
co e lo presentò come Sacra Sindone.
Quest’ipotesi confuterebbe l’idea che
i Templari avessero scoperto la reliquia
a Gerusalemme e l’avessero poi portata
in Europa di nascosto. Dopo molte ana-
lisi e discussioni da parte della Chiesa,
nel 1390 una bolla di Papa Clemente VII
gli attribuì il valore di semplice dipinto,
ma nonostante ciò il Sudario continuò
ad essere considerato sacro dai fedeli.
Nel 1453 passò ai Savoia come lascito
testamentario e nel 1502 fu sistemato
nella cappella del castello di famiglia
a Chambéry dove vi rimase sino al
1694, anno in cui fu trasferito nel Duo-
mo di Torino. Nel 1983 Umberto II di
Savoia stabilì nel proprio testamento
che diventasse di proprietà della Chiesa
Cattolica e da allora è cronaca nota
a tutti. Al di là della sua storia, la Sindo-
ne trasmette un messaggio che induce
i fedeli a porsi delle domande sulla pro-
pria religiosità. Domande che forse non
trovano risposta, ma che per questo
danno più valore alla fede di ognuno.
LA PAROLA DEGLI SCIENZIATI
Mentre gran parte della Chiesa Cattolica
crede nella sacralità dell’oggetto, la
scienza pone molti interrogativi.
Nel 1988 alcuni esperti utilizzarono
il metodo del carbonio 14 per effettuare
una datazione del lino, che parrebbe ri-
salire al 1300. Negli anni successivi altri
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studiosi criticarono questa tesi e ancora
oggi la discussione è aperta.
Tutti sembrano essere d’accordo però
che l’immagine impressa sul lenzuolo
non sia un dipinto e che il sangue del-
l’uomo che vi è stato avvolto sia del
gruppo AB; sul tessuto sono state inol-
tre ritrovate tracce di polline di origine
mediorientale.
SOPRAVVISSUTA A DUE INCENDI:
UN MIRACOLO?
Per chi crede nei segni che il Signore
mostra, il fatto che il Sacro lino sia usci-
to indenne da due roghi è una prova
della sua sacralità. In epoche diverse, in-
fatti, questo oggetto di culto rischiò
di scomparire per sempre. Nel 1534
le fiamme devastarono la cappella
di Chambéry, ma il lenzuolo ne uscì
poco danneggiato.
L’incendio che il 12 aprile 1997 devastò
la Cappella del Duomo di Torino realiz-
zata da Guarino Guarini non arrecò in-
vece alcun danno alla Sindone, grazie
all’intervento del vigile del fuoco Mario
Trematore.
IL PELLEGRINO TELEMATICO
Chi è il fedele dell’Ostensione 2010?
Senza entrare nel merito del suo profilo
psicologico, si può affermare che il nuo-
vo pellegrino non lascia nulla al caso.
Oltre il 90% delle persone hanno infatti
prenotato la sacra visita con largo anti-
cipo attraverso il sito www.sindone.org
mentre altri hanno utilizzato il numero
verde 008000SINDONE. Durante tutto
il periodo dell’Ostensione è disponibile
anche un servizio di prenotazione gior-
naliero presso il punto di accoglienza
in piazza Castello. Per chi avesse biso-
gno, la Città di Torino ha infine messo
a disposizione 4.500 volontari.
MOSTRE E NON SOLO PER CELEBRARE
IL SACRO EVENTO
Torino ha in programma un ricco calen-
dario di avvenimenti di carattere cultu-
rale che si inseriscono nel contesto
dell’Ostensione. Primo fra tutti la mo-
stra “Gesù. Un corpo, un volto per l’ar-
te” allestita sino all’1 agosto nelle scu-
derie juvarriane della Reggia di Venaria.
L’esposizione pone l’accento sull’inte-
resse che la persona fisica di Gesù ha
suscitato nell’arte occidentale e presen-
ta opere di pittura e scultura che vanno
dal periodo paleocristiano all’epoca ba-
rocca. I 150 capolavori presenti proven-
gono da musei, chiese e collezioni ita-
liane e straniere e attraverso essi il visi-
tatore può interrogarsi su quel legame
tra corpo umano e identità divina che
è implicito nel culto della Sindone.
Due gli appuntamenti che terminano
il 23 maggio: “Affreschi en plein air”
una rassegna di arte, storia e devozione
popolare dal 1600 ad oggi che analizza
l’immagine della Sindone in Piemonte
e in Valle d’Aosta (Sala Cateriniana della
Chiesa di San Domenico) e “Il Sepolcro
vuoto: un percorso d’arte sacra intorno
alla Sindone”.
La Mole Antonelliana ospita invece
sino al 6 giugno “Ecce Homo. L’immagi-
ne di Gesù nella storia del cinema”.
Attraverso fotografie, riviste, libri, parti-
ture e dischi provenienti dalle collezioni
del Museo e dagli archivi della Fonda-
tion Jérôme Seydoux-Pathé e della Ciné-
mathèque Française, la mostra permette
una riflessione sull’iconografia che ha
caratterizzato la figura del Cristo nella
storia cinematografica.
Accanto a questi eventi si inseriscono
infine una serie di concerti tra i quali ri-
cordiamo “Organalia per la Sindone”
dal 17 al 25 aprile. La musica sacra e
organistica del 1900 è protagonista di
questi appuntamenti che si svolgono
in diverse sedi e sono organizzati dalla
Provincia di Torino in collaborazione
con il Coro dell’Accademia “Stefano
Tempia”, le Diocesi della Provincia
di Torino e la Diocesi di Chambery.
TTorino più di altre è una città dal fasci-
no del tutto particolare che spesso nel
corso degli anni l’ha ammantata in un
aura di magia e di mistero. Si tramanda
che di qui siano transitati alcuni fra
i maggiori esponenti del pensiero esote-
rico di tutti tempi da Paracelso a Nostra-
damus, da Giordano Bruno a Cagliostro,
fino al misterioso conte di Saint Ger-
main. Merito forse dei grandi esponenti
dei Savoia del passato, che, privi dei
palchi mediatici televisivi di oggi, invece
di esibirsi in ameni canti e danze, si oc-
cupavano d’invitare a corte una certa in-
tellighenzia dell’epoca fatta dei perso-
naggi di spicco dell’Europa esoterica e
magica. Il gusto per l’occulto probabil-
mente non era solo frutto di una strava-
ganza “di famiglia” ma poteva servire
per controbilanciare un eccesso di au-
torità clericale ed essere utile quindi in
una sorta di sottile e silenziosa “guerra
di poteri”. Questo clima di grande tolle-
ranza e di ricerca fa si che nei secoli To-
rino diventi la meta per gruppi esoterici
e di movimenti segreti di vario tipo. Sto-
ria, mito e leggenda spesso si confon-
dono, ma a raccontare di “quella Torino”
rimangono cimeli dal valore inestimabi-
le come la grande collezione custodita
al Museo Egizio e la Sindone.
Il “sacro lino” è senza dubbio una delle
reliquie più importanti, se non la più im-
portante in assoluto rimasta fino ai no-
stri giorni. Secondo una certa tradizione
esoterica i Templari (potente ordine reli-
gioso-militare del Medioevo) per un cer-
to periodo custodirono la Sindone oggi
conservata a Torino. Venerato nel più ri-
gido segreto e conosciuto nella sua rea-
le natura solo dai maggiori dignitari del-
l'ordine, il telo faceva parte del loro “mi-
tico” tesoro. I templari si sa, e i recenti
successi letterari di Dan Brown l’hanno
reso noto ai più, sono da sempre consi-
derati i custodi del Graal, di qui nasce
un rapporto stretto fra Sindone e Graal
rispettivamente il lenzuolo che avrebbe
L’ALTRASINDONE:LA POTENZA DEL SIMBOLO
Dietro la sacralità si nascondono anche altre storie
Edisi Ulna
avvolto il corpo di Cristo deposto dalla croce
e la coppa che ne avrebbe raccolto il suo san-
gue. Entrambi furono portati via da Gerusalem-
me durante le crociate forse proprio dai cava-
lieri templari. Senza addentrarci troppo nella
storia dei cavalieri del tempio occorre però sa-
pere che, sempre secondo la tradizione esote-
rica, fra Sindone e Graal esiste un rapporto
magico ovvero un rapporto di forze che fa si
che dove c’è l’Una ci sia, per una legge di at-
trazione, anche l’Altro. Un altro importante
simbolo legato alla Sindone è il Vello d’Oro.
Il mitico oggetto conquistato in Colchide dagli
Argonauti è considerato dagli alchimisti un
simbolo del potere di trasformazione della ma-
teria. Per la tradizione esoterica anche
la Sindone è una rappresentazione della stessa
simbologia infatti sarebbe la testimonianza
della trasformazione del corpo in pura energia.
Il lenzuolo, secondo queste teorie, sarebbe
quindi il testimone di un processo in grado
di sviluppare una forza tale da imprimere (in
maniera tutt’oggi ancora inspiegata) l’immagi-
ne di un corpo sul lenzuolo in cui era stato av-
volto, grazie ad una forte esplosione di ener-
gia. Si dice che questa fosse una prova a cui
si dovevano sottoporre gli iniziati ai più alti li-
velli di alcune scuole esoteriche, fra cui quella
essenica alla quale sarebbe appartenuto anche
Gesù Cristo. La magia, si sa, si nutre di simboli
e quindi non sono tanto gli oggetti in sè
ad avere un potere ma ciò che essi rappresen-
tano. Il Vello d’Oro o il Graal nella loro essen-
za, fra fantasia e realtà, sono solo simboli di
una forza interiore e di una conoscenza o di
una spiritualità da ricercare dentro se stessi.
La sindone è oggetto di un culto che da sem-
pre ha richiamato su di se il pensiero, l’atten-
zione e le preghiere di una miriade incalcola-
bile di persone. La forza spirituale e il credo
che tutti gli uomini nel corso della sua lunga
storia hanno riversato e continuano a fare
sull’antico lenzuolo è come se gli avessero
conferito un potere ineguagliabile: il potere
di farci riflettere sulla nostra natura di esseri
non solo materiali ma anche spirituali,
per trovare nella fede ed in noi stessi
il senso della vita.
Barbara Odetto
Fot
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cara
attualità
66
Presenti ai recentiMondiali di pattinaggioa Torino, Barbara Fusar Poli e Maurizio Margaglio fanno un bilancio sul mondo del ghiaccio
Stelle del firmamento
BBarbara e Maurizio hanno iniziato
a pattinare insieme nel 1994 e il loro
successo è stato inarrestabile: campioni
italiani nel 2006, sesti alle Olimpiadi
di Torino dello stesso anno, terzi a
quelle di Salt Lake City del 2002, cam-
pioni del mondo e d’Europa nel 2001
e ancora vincitori di una finale di Coppa
del mondo e di sette gare di Coppa del
mondo tra il 1998 e il 2002. Grazie
a loro il pattinaggio sul ghiaccio ha
smesso di essere uno sport di nicchia
per diventare una disciplina amata e se-
guita dal grande pubblico, quello stes-
so pubblico che oggi li vede commenta-
tori per una nota emittente televisiva.
Maurizio, un bilancio sui mondiali to-
rinesi appena conclusi. «Non essendo
in gara, ci siamo gustati tutte le compe-
tizioni, che sono state interessanti e di
alto livello. Abbiamo però lavorato in-
tensamente perché siamo stati ospiti te-
levisivi di Eurosport e ci siamo occupati
dei commenti e delle interviste agli atle-
ti: la diretta veniva vista in cinquantano-
ve paesi. Abbiamo inoltre curato la co-
reografia del Galà finale. Sapendo che
i protagonisti erano stanchi dopo l’im-
pegno di questi giorni, abbiamo punta-
to su uno spettacolo semplice ma d’ef-
fetto che è stato molto apprezzato.
Condividere la pista con questi campio-
ni è stato entusiasmante». Come è sta-
to il contatto con contatto con il pub-
blico torinese?
«Il tifo è stato fantastico e gli spettatori
hanno dimostrato grande sportività, ap-
plaudendo sia gli atleti italiani sia gli
stranieri. Il calore che hanno dimostrato
è stato importante per tutti i protagoni-
sti che sono scesi in pista».
Carolina Kostner sesta e la coppia
Faiella-Scali medaglia di bronzo nel
pattinaggio di figura: cosa ne pensa?
«L’Italia può dirsi soddisfatta di questi
risultati. Quando abbiamo iniziato noi
la scena internazionale era molto forte
ed è stato difficile imporci. Nel 2000
abbiamo inaugurato l’era del podio
e da allora l’Italia si è ben abituata ed
è sempre nel medagliere. Barbara ed io
siamo particolarmente di soddisfatti del
bronzo di Federica e Massimo perché
in inverno sono stati con noi a Milano
e li abbiamo seguiti».
Ai Giochi Olimpici di Vancouver di
quest’anno siete stati gli inviati di
Sky. Come è stata questa esperienza?
«La diretta televisiva è durata due setti-
mane ed abbiamo commentato tutte
le gare. È stato un vero battesimo del
fuoco, ma siamo soddisfatti. Abbiamo
avuto la fortuna di lavorare con una
squadra fantastica sia a livello umano
sia professionale».
A che punto è il pattinaggio sul
ghiaccio in Italia?
«Barbara e io abbiamo portato il patti-
naggio italiano sulla scena internazio-
nale e grazie alla nostra esperienza sia
gli atleti sia i tecnici hanno molta più fi-
ducia di un tempo. In Italia abbiamo
dei pattinatori di alto livello e la loro
ascesa è inarrestabile».
Tornando a voi, qual è la chiave per
essere dei campioni?
«Servono tecnica, disciplina e umiltà.
Io ho venticinque anni di carriera, ma
ancora adesso credo che il sudore e la
fatica siano fondamentali. I successi
sono momenti di grande gioia ed emo-
zione, ma dietro di noi c’è un lavoro di
squadra che comprende tutti, dai pre-
paratori ai costumisti. Anche quando
si è soli su 1.800 metri quadrati di pi-
sta, lo spirito del gruppo si fa sentire».
Dopo Torino cosa farete?
«Saremo impegnati in alcuni degli spet-
tacoli, dopo io avrò due stage a Bolzano
e Barbara a Milano. Come commentato-
ri televisivi abbiamo ricevuto molti com-
plimenti anche dalle équipe straniere
e credo che continueremo per questa
strada. Nel nostro futuro ci sarà
sempre tanto pattinaggio: sia in pista
sia a lato».
68
attualitàPaola Gamberutti
FACEBOOK:CRISI D’IDENTITÀ
ON LINEAnalisi e riflessionisu quello che accadenel social networkpiù famoso al mondo
SSe “le identità sono vestiti da indossare e
mostrare” (Bauman Z.), non potrebbe esi-
stere un palcoscenico migliore del social
network Facebook. È proprio lì che tutto
può essere raccontato e messo in scena,
che rappresenti la realtà oppure no, non
importa, ciò che conta è esibirsi e fare
un’apprezzabile rappresentazione di sé.
Come i vestiti si possono riporre nell’ar-
madio, ciò che viene detto su Facebook
può essere cancellato.
Come si vorrebbe trovare un vestito che
facesse sentire a proprio agio, anche se
non cela i difetti, si vorrebbe rappresen-
tare su Facebook la propria identità, sen-
za ricorrere a elementi fittizi, creati appo-
sitamente per apparire migliori agli occhi
degli osservatori.
I facebookers mettono in scena una rap-
presentazione di sé che cela alcuni aspet-
ti e ne evidenzia altri, con il fine ultimo di
“piacere” al prossimo, fulcro della sociali-
tà. “Se gli uomini definiscono reale una si-
tuazione, essa sarà reale nelle sue conse-
guenze”. (Teorema di Thomas). Spesso è
questa l’idea che muove gli iscritti nella
costruzione della propria pagina perso-
nale. Ci si descrive non per come si è, ma
per come si vorrebbe essere, sperando
che con il tempo, e la condivisione tra gli
altri di questa idea, ciò si avveri.
Facebook ci offre così l’opportunità di os-
servare come rappresentiamo noi stessi
agli altri. Osservando i nostri amici virtua-
li, pochi dei quali saranno anche reali,
possiamo notare che alcuni elementi si ri-
propongono, talmente frequentemente,
da individuare alcuni prototipi di face-
booker.
L’aspirante vamp: timida e insicura, in-
contra difficoltà nel relazionarsi con per-
sone di sesso opposto al suo. Stanca di
quella condizione, pubblica sul suo pro-
filo una gran quantità di foto con pose
decisamente provocanti. Comunica così
una nuova immagine di sé, anche se in-
congruente con la sua vera persona.
Quale risultato otterrà? Verrà notata da
un gran numero di uomini con i quali,
grazie alla comunicazione mediata dal
computer e non face-to-face, riuscirà a
essere finalmente la donna appariscen-
te e disinibita che desidera diventare.
Questa situazione però, essendo co-
struita con uno schermo e una tastiera,
si rivelerà sterile nel momento degli in-
contri nella vita off line. È lì che la fin-
zione diventa delusione: gli uomini non
si troveranno di fronte l’oggetto del
loro desiderio, ma una semplice e timi-
da donna, a sua volta ingenuamente
delusa dai fini dei suoi “partner virtuali”.
Il fidanzato infedele: nonostante la sua
vivace vita sociale, ha un numero molto
limitato di contatti. “Io su Facebook vo-
glio solo gli amici intimi”, oppure, “Tan-
to non lo uso mai”, sono le sue frasi
preferite per giustificare tale carenza
relazionale. La sua immagine del profilo
è una foto impersonale, o in cui lui non
è riconoscibile, e perciò più difficilmen-
te rintracciabile. Grande protezione da-
gli attacchi esterni, e per quanto riguar-
da l’interno? Come sarà il suo profilo?
Dichiara di essere “Fidanzato ufficial-
mente” e indica il nome della “fortuna-
ta” consorte. La sua pagina straripa di
dichiarazioni d’amore esclusivamente
per la fidanzata, in un turbinio di foto
della coppia. Il soggetto preso in esame
cerca in questo modo di dipingersi agli
occhi della compagna come il fidanzato
modello.
Il brutto anatroccolo: vi ricordate la ra-
gazza che nessuno corteggiava al liceo?
Quella che nessuno invitava alle feste?
Andate a controllare la sua pagina sul
social network. Ciò che vi salterà agli
occhi è: “voglia di rivincita”. Qui si apre
davanti a noi un bivio.
Il brutto anatroccolo diventato cigno:
gli anni hanno giovato al suo aspetto fi-
sico, e la sua pagina personale trabocca
books di sue foto glamour e ritoccate.
Prova una grande soddisfazione nel
pensare che i ragazzi che la snobbava-
no, ora elemosinano un suo appunta-
mento.
Il brutto anatroccolo che non è diventa-
to cigno, ma ha trovato l’anima gemel-
la: il tempo non ha giovato al suo
aspetto fisico, ma finalmente è stata
“scelta”. Sfoggia foto in compagnia del
partner. Pubblica link sull’ amore e il
sesso. La sconfitta della solitudine è la
sua arma di rivincita.
Il finto playboy: foto di lui in compa-
gnia di numerose ragazze, sempre di-
verse, commenti, frasi e link da vero la-
tin lover, affollano la sua pagina. Solita-
mente questi profili celano l’omoses-
sualità del loro proprietario. Sono rari
gli uomini che dichiarano la propria
omosessualità on line. Durante un’in-
tervista è stato chiesto a un ragazzo
gay, se ci fossero tracce della sua ses-
sualità sul suo profilo di Facebook. La
risposta è stata: “Lì ci sono persone del-
la mia famiglia e del mio paese. Loro
non lo devono sapere”. Ecco che il gio-
vane si descrive, non per come è, ma
per come la sua famiglia e il vicinato lo
vorrebbero.
Come disse, non un sociologo ma un
cantante, Neffa: “È meglio una delusione
vera di una gioia finta”. Dunque esibia-
mo on line le nostre vere identità. Per
incoerenti o imperfette che siano, vince-
ranno comunque sulla finzione.
70
Barbara Odettoattualità
GGiacomo Tillino ha 32 anni, ma l’azien-
da di famiglia nel 2008 ha festeggiato
il centenario. Quando si parla di lui si
parla soprattutto di Albergian. Intervi-
standolo, però, si scopre che è promo-
tore di una serie di iniziative che segue
in maniera autonoma. Perché l’impren-
ditoria è nel suo dna. Alzi la mano chi
non è cresciuto gustando le caramelle
Albergian o vedendo i propri genitori
sorseggiare l’omonimo amaro. Da sem-
pre, l’azienda è sinonimo di qualità
e professionalità, è l’icona di un certo
modo di fare business che accomuna
molti Piemontesi doc. Giacomo è cre-
sciuto con determinati valori e conosce
la fatica, perché ha iniziato dalla gavet-
ta. Per questo crede nella parola data,
nella correttezza, nell’impegno in ciò
che si fa nella professione come nella
vita. Si definisce “un ragazzo d’altri
tempi” e per certi versi lo è. Per fortuna,
aggiungiamo noi.
Chi è Giacomo Tillino? «Mi piacciono
le sfide e mi annoio in fretta. Per questo
lavoro nell’azienda di famiglia, ma ho
anche altre attività. A Pragelato ho aper-
to due residence: La Casa del Maestro
e il Residence Albergian. Nel 2009, in-
sieme con un’amica, ho inaugurato un
sushi bar e take away della catena "So-
sushi" nel centro di Pinerolo che sta
portando buoni risultati e, sempre
a Pinerolo, con un’altra amica mi occu-
po di "Soho", un negozio di calzature
e accessori donna che promuove pro-
dotti di nicchia e molto ricercati».
Ci parla del suo residence?
«La casa del maestro si chiama così,
perché è stata costruita del maestro
elementare, un’istituzione della Prage-
lato di altri tempi. È stato completa-
mente ristrutturato e comprende anche
un centro benessere; concepito per una
clientela di alto livello, è stato inaugura-
to durante le Olimpiadi invernali
A tu per tu con GiacomoTillino, imprenditore torineseche ha fatto della “dolcezza” la chiave del suo successo
Ha 100 anni...ma non li dimostra!
del 2006 e ha ospitato la Famiglia Gri-
maldi del Principato di Monaco. Il Resi-
dence Albergian, invece, nasce dall’ho-
tel che il bisnonno ha fatto costruire
alla fine del 1800. Da giovane ha fatto
il concierge in alberghi di Londra, Parigi
e Nizza; dopo aver raccolto il denaro
necessario è tornato a Pragelato ed ha
fatto costruire un grand hotel per acco-
gliere ospiti aristocratici e celebri. È sta-
to anche il fautore della prima centrale
idro-elettrica del paese ed ha inaugura-
to un servizio pubblico di autobus per
collegare Perosa a Pragelato. Nei perio-
di di bassa stagione faceva preparare
distillati e confetture per gli ospiti del-
l’albergo con le materie prime che offri-
va la montagna. Quei prodotti col tem-
po sono diventati il nostro business».
Quanto c’è di suo nell’azienda di fa-
miglia? «Albergian è il primo amore,
è la mia storia. Ho iniziato 10 anni fa
e ho scommesso sul cambiamento.
Il nostro è un marchio noto, ma prima
aveva uno stile tipicamente piemonte-
se: si muoveva con cautela. Io, pur
mantenendone i canoni di tipicità, ho
puntato sull’innovazione e ho creato
una rete commerciale. I negozi Alber-
gian oggi sono in franchising o di pro-
prietà e propongono prodotti di nic-
chia. Abbiamo una rete vendita struttu-
rata e siamo presenti anche nella gran-
de distribuzione, ma selezionata: Eataly
ne è un esempio. All’estero ci stiamo
invece aprendo al mercato francese,
giapponese e americano. Quando vedo
il nostro marchio nei negozi sono orgo-
glioso: io rappresento la quarta genera-
zione e i miei predecessori hanno fatto
cose meravigliose».
Quando non è impegnato in nuovi
progetti, come si rilassa? «Seguo il
calcio (l'Inter è la mia squadra del cuo-
re) e, quando il tempo me lo consenti-
va, giocavo e aiutavo mio cugino ad al-
lenare una squadra di calcio di ragazzi.
Ora gioco a tennis e una volta alla setti-
mana faccio il volontario nella Croce
Rossa. Ho pochi ottimi amici con i quali
mi piace trascorrere del tempo. Amo la
vespa e la moto. Adoro viaggiare, ma
anche tornare a casa».
Qual è il suo rapporto con Pinerolo,
luogo in cui vive? «La amo e non vorrei
abitare altrove. Mi piace la sua dimen-
sione, trovo che sia il giusto compro-
messo tra città e paese. Sono spesso
a Torino e a Milano, ma preferisco la
tranquillità della provincia, pur con
i suoi limiti».
Quali saranno i suoi impegni futuri?
«Ho importanti progetti professionali
per diffondere il brand Albergian al-
l’estero. Sono convinto che abbia delle
potenzialità e che ben rappresenti sia
il Made in Italy sia lo stile piemontese.
Poi sto lavorando alla creazione di una
nuova azienda sempre nel mio settore,
ma per ora la scaramanzia non mi con-
sente di dire di più... Dal punto di vista
personale, invece, credo di avere anco-
ra molta strada da fare, molte cose da
costruire e imparare. Sono autocritico
e perfezionista, per questo mi metto
sempre alla prova».
fashion shoot
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fashion shoot
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occhiali da solee montature da vista
a marchio
BORSALINO!
Daniele Smaltini
Quando si dice Borsalino si
pensa subito al cappello di
feltro, conosciuto in tutto il
mondo e indossato da cele-
bri personaggi del mondo
del cinema, della politica,
della finanza e da tutti gli
amanti del glamour.
Borsalino nasce nelnel 1857
quando Giuseppe Borsalino
fonda, ad Alessandria, l’im-
presa dei cappelli.
Sin dalle origini la dimen-
sione “artigianale” si fonda
con la dimensione “artistica”
e si conferma ancor oggi
qualcosa di unico, originale
e autentico Made In Italy.
In linea con questa filosofia,
Borsalino ha concesso a
Brand O.I. la licenza a livel-
lo mondiale per la produ-
zione e distribuzione di oc-
chiali da sole e montature da
vista con marchio Borsalino.
Certo che in questi tempi
molte sono le voci di stupo-
re che accompagnano que-
sto progetto. Ma durante
l’ultima edizione del MIDO a
Milano, il Presidente di Brand
O.I. Luca Montanari ha di-
chiarato: “Sappiamo che la
bacchetta magica non esiste
ma esiste il duro impegno e
lavoro degli imprenditori e di
tutte le maestranze e cre-
diamo fermamente che pur
in un momento di crisi come
l’attuale, il Made In Italy
possa essere premiato. Que-
sta è anche la convinzione
che ci ha portato a gettare il
cuore oltre l’ostacolo e im-
pegnarci in questa iniziati-
va”.
Brand O.I., con sede opera-
tiva a Conegliano Veneto
(TV), è controllata da B&E
Equities ed è gestita da Luca
Montanari (Presidente), Wal-
inv
etri
nater Poltrone (AD) e
Giuseppe Sturiale (DG), un
gruppo di manager con una
pluridecennale esperienza
nel settore dell’ottica.
La prima collezione pro-
posta è composta da oltre
30 nuovi modelli, ognuno
in almento 4 varianti di co-
lore, nelle linee sole
donna, sole
uomo, vista
donne e vista
uomo.
Stile, eleganza
e discrezione
sono i tratti so-
matici che ca-
ratterizzano i prodotti di
tutte le linee proposte.
Il prodotto si pone in una fa-
scia di utenza di livello me-
dio/alto, con una fascia di
prezzo che oscilla tra i 185
ed i 235 Euro.
Gli occhiali Borsalino sono
realizzati in metallo, aceta-
to pantografato e iniettato,
permettendo così uno svi-
luppo di forme, di combi-
nazioni di colore e di mate-
riali unici nel loro genere.
Sono dotati di aste sago-
mate, che consentono una
perfetta sagomatura del-
l’occhiale. Prodotti intera-
mente in Italia, esprimono
qualità produttiva, creativi-
tà e stile
sempre ed
ovunque rico-
noscibile nel mondo.
Brand O.I. nella sua colle-
zione 2010-2011 vuole ri-
calcare gli anni ‘70 cercan-
do tuttavia sempre la so-
brietà, che si denota nei
p a r t i c o l a r i
sempre discreti, mai oltre
misura e spesso parzial-
mente nascosti (come per il
logo dell’occhiale). Non è im-
portante la scritta, l’appari-
re per la marca, ma la qua-
lità dell’occhiale.
Su alcuni modelli donna in
cui è stata data più en-
fasi allindole
“fashion”,
il carattere distintivo del-
l’occhiale è evidenziato dal
fiocco, ripreso dalla fascia
del cappello Borsalino, che
viene ad avvolgere l’asta
dell’occhiale, piuttosto che
il frontale.
Questi modelli sono gli uni-
ci in 6 colori che oltre al nero
e marrone sono stati pro-
dotti anche in rosso, blu e
verde... i colori del 2010!
Caratteristica peculiare del-
la linea Borsalino è la lavo-
razione con lastre di aceta-
to da 8mm realizzate su
specifiche Brand O.I. e che,
con una sapiente fresatura,
fanno emergere nuance
di colore mai viste in
precedenza.
La distribuzio-
ne in Italia av-
verrà attraver-
so un massi-
mo di
800/1000 punti
selezionati, dislo-
cati sul territorio nazionale
tra cui, ovviamente, tutte le
boutique Borsalino.
La collezione completa per il
2010 è visibile sul sito del-
la Brand O.I. all’indirizzo:
www.brands-oi.it
86
UUna primavera all’insegna
di un tour che toccherà
i palazzetti di tutta Italia,
per un totale di quattordici
date. Un impegno note-
vole, ma che Elisa Toffoli
affronterà con l’energia
e la grinta di sempre.
Sul palco la giovane
cantautrice presenterà
le tracce di “Heart” –
ultima fatica musicale –
e naturalmente “Ti vorrei
sollevare”, il singolo in cui
canta con Giuliano San-
giorgi dei Negramaro.
Non mancheranno incur-
sioni nel passato e nei
brani che hanno costellato
oltre dieci anni di carriera:
da “Broken” a “Luce”, da
“Stay” a “Gli ostacoli del
cuore”. Dopo “Pipes & flo-
wer”, pubblicato nel 1997,
Elisa ha prodotto una serie
innumerevole di album,
alcuni dei quali distribuiti
non solo in Italia, ma an-
che in Europa, Canada
e Stati Uniti.
La potenza vocale e la te-
nacia con la quale inter-
preta i brani la rendono
un’icona difficile da imitare
e le sono valsi importanti
riconoscimenti.
Come non ricordare la sua
magistrale interpretazione
dell’“Inno di Mameli”
a chiusura dei Giochi
Olimpici Invernali di Salt
Lake City nel 2002 o,
sempre nello stesso anno,
la performance sul palco
del “Pavarotti & Friends”
dove si sono esibiti artisti
del calibro di Lou Reed,
Sting, James Brown e Grace
Jones. Tornando ad
“Heart”, si tratta del sesto
album in studio, prodotto
ed arrangiato da Elisa
e da Andrea Rigonat; arriva
a distanza di cinque anni
da “Pearl Days” e dopo
l'uscita della raccolta
“Soundtrack '96-'06”,
che le è valsa i primi posti
nelle classifiche di vendita.
Sul palco del PalaOlimpico
Isozaki si esibirà con la
band che da oltre dieci
anni la accompagna dal
vivo: Max Gelsi al basso,
Andrea Rigonat alle chi-
tarre, Andrea Fontana
alla batteria e Gianluca
Ballarin alle tastiere.
In tournée a partire dal 6 aprile con l’ultimo album Heart, la cantante di Monfalcone
sarà a Torino il 5 maggio
ELISA:in tour con il cuore
IIl flamenco per molto
tempo ha rappresentato
l’unica modalità di espres-
sione di un popolo per
il quale il canto, la musica
e la danza erano parte
integrante della vita quoti-
diana, fino a diventarne
segno di identità culturale.
Quest’arte, che unisce tec-
nica e forza interpretativa,
conserva ancora intatta
tutta la passione dei senti-
menti. I temi del flamenco
– la vita, l’amore e la morte
– sono tradotti nella di-
mensione intima del ta-
blao: quando gli artisti
sono così vicini che se
ne può cogliere il respiro.
Per gli amanti del ritmo
spagnoleggiante
“Flamenco Puro” è l’occa-
sione per incontrare alcuni
dei migliori ballerini, can-
tanti e musicisti andalusi
oltre che per assistere
a spettacoli di cante, toque
e baile. Per la prima volta
sarà anche consegnato
il premio de baile flamenco
"Ciudad de Torino" al soli-
sta o al gruppo che meglio
sapranno esprimersi
in quest'arte che vanta
un numero enorme di ap-
passionati anche in Italia.
Numerose e diverse le
location del festival:
dal Folkclub per il recital
di cante del 15 aprile
e per il concerto di chitarra
del 16 alla Lavanderia
a Vapore per lo spettacolo
di baile del 17. Sempre
alla Lavanderia si svolgerà
la serata di gala che con-
cluderà l’evento, il 18
aprile. Non mancherà,
infine, il “dopo Festival”
con performance e improv-
visazioni di ballo, vanto
e toque che si svolgeranno
in seconda serata
a Casa Guiri, il locale
del flamenco torinese.
FLAMENCOy passion
Dal 15 al 18 aprile ritorna a Torino, per il secondo anno consecutivo,
il festival “Flamenco Puro”
even
ti
88
DDopo il grande successo
dell'edizione 2009,
la Venaria Reale ripropone
la kermesse “Musica a
Corte” realizzata in collabo-
razione con il Conservatorio
Giuseppe Verdi di Torino –
Istituto di Alta Formazione
Artistica e Musicale – con
Musica 90, Unione Musicale
di Torino e con il coordina-
mento della Fondazione
Via Maestra di Venaria.
Il programma degli spetta-
coli proseguirà fino al-
l'estate e si articolerà in più
momenti. Terminata il 28
marzo la prima parte, il 30
dello stesso mese è iniziata
la manifestazione “L'Altro
Suono. Performance musi-
cali e grandi concerti di
musica sacra” curata dal-
l'Unione Musicale di Torino
e associata alla mostra
“Gesù. Il corpo, il volto nel-
l'arte”. Nel calendario
di questi incontri dedicati
alle sette note, si inserisce
il concerto realizzato in col-
laborazione con l’Unione
Musicale di Torino,
che si terrà il 22 aprile
nella Citroniera della Reg-
gia: gli Hilliard Ensemble,
autori della più raffinata
musica antica, insieme
con il celebre sassofonista
Jan Garbarek. Il complesso
vocale è composto dal con-
tro-tenore David James,
dai tenori Rogers Covey-
Crump e Steven Harrold
e dal baritono Gordon Jo-
nes. Considerati i massimi
esponenti della musica me-
dioevale e rinascimentale,
si sono formati negli anni
80 e da allora hanno ri-
scosso un vasto successo
mondiale. Jan Garbarek
suona il sassofono tenore
e soprano e spazia nel jazz,
nel repertorio classico
e nella world music. Dalla
fine degli anni 70 ha svilup-
pato un proprio stile
che si basa su toni acuti
e lunghe note sostenute
che ricordano gli inviti alla
preghiera islamici.
Non è la prima volta
che Garbarek si esibisce
con gli Hilliard Ensemble
in una performance
di altissimo livello.
Hilliard Ensemblee Jan Garbarek
Il 22 aprile la Citroniera della Reggia di Venaria Reale
farà da cornice ad un concerto davvero imperdibile
SSarà un aprile di grandis-
sima musica quello che
coinvolgerà Torino per la
ventesima edizione della
rassegna “Dalle Nuove
Musiche al Suono Mon-
diale” organizzata da Mu-
sica 90. Il 10 aprile il palco
del Teatro Astra ospiterà
l'unica data italiana del pro-
getto “Viva La Black”:
un’orchestra atipica, per ori-
gine e formazione, che in-
clude artisti di Sud Africa,
Inghilterra e Italia. Il con-
certo testimonia l’incontro
tra realtà geograficamente
distanti, ma accomunate
da uno stesso sentire
e dalla stessa sensibilità.
Keith Tippett dirigerà
la band, Julie Tippetts inse-
rirà invece la sua voce in-
confondibile tra gli arran-
giamenti con grazia
e discrezione, mentre
Louis Moholo-Moholo defi-
nirà la ritmica con figure
affascinanti. Accanto a loro
la Minafric Orchestra con
i suoi splendidi fiati.
Sempre al Teatro Astra,
il 15 aprile, “Dalle Nuove
Musiche al Suono Mondiale”
punterà nuovamente sulla
tradizione e presenterà
il dj Joakim. Considerato
a pieno titolo uno dei più
rappresentativi musicisti
della scena elettronica fran-
cese, proporrà un set che
unirà musica e video. A con-
ferma del suo indiscusso
eclettismo. Il 28 aprile, in-
fine, sarà la volta di Marc
Ribot. Veterano della rasse-
gna, l’artista vanta altre due
presenze a Torino ed è ap-
prezzato per la
sua capacità di allargare i
confini del free punk jazz.
Sul palco del Teatro Vitto-
ria si esibirà con Henry
Grimes al basso e Chad
Taylor alla batteria. La data
è organizzata in collabora-
zione con il Folk Club.
Dalle nuove musicheal suono mondiale
Vent’anni di successi per la celebra rassegna
even
ti
90
DDal 23 aprile al 23 maggio
alla Mirafiori Galerie la
personale di Giuseppe
De Bartolo L’ANIMA DEL
COLORE. Una raccolta
di venticinque opere,
un viaggio dal mondo reale
al mondo spirituale “...un
percorso – come evidenzia
l’artista - che unisce arte,
immagine e pensiero alla
scoperta di se stessi,
…dove i colori sono consi-
derati i veri soggetti del-
l’opera, colori brillanti nati
dalla bellezza dei materiali
presenti nella realtà e nel
quotidiano: sabbia, cera,
frammenti di cristallo; co-
lori che esprimono l’inte-
riorità la mia interio-
rità...”. Nelle opere del
pittore il pensiero diventa
arte; immagini informali
realizzate grazie ad
un’abile mescolanza di
cromie e materiali cattu-
rano e avvolgono in un ab-
braccio chi le osserva, tra-
sportandolo in una
dimensione quasi onirica.
Il percorso della mostra
è articolato in tre temi:
Luna, Deserto e Universo,
soggetti cari al pittore che
con abilità dipinge su
grandi pannelli “...una pit-
tura animata da una vita-
lità magnifica e razionale
dove la luce si dilata,
si modifica, si trasforma
e diventa interpretazione
dell’anima...”. I vivaci gialli
della luna e del deserto,
gli intensi azzurri dell’uni-
verso si dispongono
in un vortice dinamico tra-
smettendo misteriose sen-
sazioni di gioia, calore
e inquietudine.
De Bartolo è un artista in-
namorato della natura
e della sua vitalità che tra-
sporta negli impasti di co-
lore e sabbia spalmati su
grandi tavole, utilizza il co-
lore come tramite per
esprimere la totalità,
al punto che sovente que-
sto sembra prevalere sulle
forme e sui disegni confe-
rendo alle opere un’atmo-
sfera quasi mistica, che ri-
calca la tensione
dell’artista alla ricerca
di un intimo equilibrio tra
spirito e materia.
La mostra sarà corredata
dai testi dell’artista.
Alla Mirafiori Galerie un percorso che unisce arte, immagine e pensiero
alla scoperta di se stessi...
L’ANIMAdel colore
Mirafiori Galerie
Mirafiori Motor Village
Piazza Cattaneo 9, Torino
Ingresso libero
www.mirafiorimotorvillage.it
DDall’8 aprile al 15 maggio,
il capoluogo piemontese
si trasformerà in un’im-
mensa galleria d’arte
che accoglierà artisti
di fama internazionale
e si svilupperà in tre loca-
tion interessanti: lo Spazio
Barriera di Artegiovane in
via Crescentino 25, la Cripta
747 in Galleria Umberto I
e il Circolo Culturale Aman-
tes in via Principe Amedeo
38/A. Si inizia l’8 aprile
con la collettiva “Strada fa-
cendo”: il progetto esposi-
tivo nato da un’idea del pre-
sidente di Artegiovane,
Alvise Chevallard, con
il supporto degli artisti Gec
e Br1 e curato da Olivia
Spatola con i testi critici
di Francesco Poli in cui la
selezione delle opere punta
a presentare un quadro
completo delle varie espres-
sioni della street art
che si sono sviluppate
in Europa e nel mondo.
Si prosegue il giorno dopo
con il progetto espositivo
“747” proposto da Cripta
747 e, il 10 aprile, con
“Rewriting”, la quinta edi-
zione della rassegna perfor-
mativa in programma al
Circolo Culturale Amantes:
tre gruppi di artisti in altret-
tante serate – il 10, il 16
e il 23 aprile – realizzeranno
una tela di cinque metri per
due nella galleria del circolo
utilizzando diverse tecni-
che. Peculiarità di “Street
Art” è che le giovani propo-
ste si affiancheranno agli
artisti affermati per creare
una panoramica completa
che approfondisce, attra-
verso la creatività, i diversi
aspetti della nostra società.
Numerosi i performer
che provengono da tutta
Italia, ma non solo, per dare
vita a questa kermesse di
grande interesse culturale.
Tra i protagonisti ricor-
diamo Boris Hoppek (Ger-
mania), Fkdl (Francia), Assi-
One (Argentina) e i conna-
zionali Alicé, Dott. Porka’s
P-Proj, Halohalo e molti al-
tri. La rassegna ha il soste-
gno di Città di Torino,
Provincia di Torino, Regione
Piemonte e Circoscrizione 6
STREET ART
A spasso tra i capolavori d’arte moderna
even
ti
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AAppassionati di archeologia
o semplici curiosi? Qualun-
que sia la motivazione, se
vi interessa la storia di uno
dei popoli più affascinanti
del passato non potete per-
dere gli incontri organizzati
dal Gruppo Archeologico
Torinese, associazione di
volontariato culturale fon-
data nel 1983 che intende
sensibilizzare i Torinesi sul-
l’importanza della tutela
e della salvaguardia dei
beni culturali. “Serate
d'Egitto”, in scena fino
al 30 aprile, ha l’obiettivo
di presentare e diffondere
aspetti curiosi e talvolta
poco noti di una civiltà che
da sempre evoca mistero.
Giunto alla 17ª edizione,
l’appuntamento vanta la
presenza di relatori di
spicco, egittologi e collabo-
ratori del Museo Egizio di
Torino. Nel mese di aprile,
tre in particolare sono gli
appuntamenti da non per-
dere. Venerdì 16, Alberto
Maria Pollastrini, egittologo
e socio degli Amici Collabo-
ratori del Museo Egizio di
Torino, presenta una confe-
renza dal titolo “L’esercito
delle Due Terre. Equipag-
giamento e tecniche mili-
tari in epoca faraonica”.
Il 23 dello stesso mese, in-
vece, Sandro Trucco, socio
A.C.M.E. – Amici Collabora-
tori del Museo Egizio di To-
rino, presenterà “Le regine
d’Egitto da Nitokris a
Cleopatra. Come le donne
hanno influito sulla civiltà
egizia”, mentre il 30 si con-
cluderà con “Uno sguardo
nelle sfere oltremondane”
con Federico Bottigliengo,
egittologo presso l’Univer-
sità La Sapienza di Roma
e collaboratore della
Fondazione del Museo
Egizio di Torino.
Tutti gli incontri sono ad in-
gresso libero e si tengono
a partire dalle ore 21.00
presso la sala conferenze
del Centro Servizi per il Vo-
lontariato VSSP, Giardino
d'Inverno, nella struttura
centrale vetrata del piaz-
zale Valdo Fusi.
SERATEd’Egitto
Il Gruppo Archeologico Torinese firma un ciclo di conferenze
per gli amanti dei faraoni e dei misteriche si affacciano lungo le rive del Nilo
FFano Yacht Festival, il
Salone Nautico dell’Adria-
tico, alla sua 6^ edizione
è un appuntamento ormai
atteso da tanti estimatori,
confermandosi come
l’evento nautico più impor-
tante dell'Adriatico.
Per favorire gli affari e dare
valore aggiunto alla mani-
festazione il Fano Yacht
Festival sceglie la formula
del doppio week-end ( 23,
24 e 25 aprile e 30 aprile,
1, 2 maggio) che ha tro-
vato pieno favore da parte
dei marchi più importanti
della cantieristica interna-
zionale. Il Fano Yacht Festi-
val cresce, aumenta l’of-
ferta e allarga il target
dei potenziali clienti dedi-
cando un’intera area al
mondo delle barche a vela
per assecondare la pas-
sione e l’interesse dei suoi
tanti estimatori.
Si ripropone la regata FYF
Race e si terrà la presenta-
zione in anteprima della
regata velica The Fuxia
Race, Trofeo Challenger
Rinaldo Gasparini. La giu-
sta dose di “Festival” del
Salone Nautico dell’Adria-
tico, negli anni ha garan-
tito al visitatore la possibi-
lità di concludere affari
trascorrendo anche un pia-
cevole week-end grazie
all’accogliente location del
porto turistico fanese
e alla ricchezza del calen-
dario eventi.
Tra questi convegni, tavole
rotonde e un ricco pro-
gramma di esibizioni, spet-
tacoli sportivi, sfilate, mo-
stre d’arte, così da
trasformare il molo in un
vero teatro affacciato sul
mare. Per tutto il calenda-
rio eventi www.fanoya-
chtfestival.it
Sarà inoltre allestita
L’Area Vip. Una zona esclu-
siva per espositori, main
sponsors e clienti. L’Area
Vip Caffè Centrale è il
luogo ideale per rilassarsi
lontani dal caos del Salone
Nautico pur rimanendo nel
suo cuore...
Vera novità sarà la pre-
senza di Welly®, il primo
Centro Benessere Mobile,
un’area relax e benessere
dotata di ogni servizio, dal
percorso bagno turco ai
massaggi, dai trattamenti
di bellezza al fitness e alle
piscine idromassaggio.
FANOyacht festival
Il salone nautico dell’Adriatico, nei giorni 23, 24, 25 aprile e 30 aprile,
1 e 2 maggio presso il Porto Turistico di Fano (PU)
even
ti
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oro
sco
po
ariete dal 21/3 al 20/4Questo Aprile 2010 sarà all’insegna del divertimento: se avete avuto qualche piccolo rimorsoper occasioni sprecate nel periodo appena passato non preoccupatevi perché ve ne sipresenteranno tantissime di nuove per rifarvi di tutto ciò che avete sacrificato a Marzo.
toro dal 21/4 al 20/5Le scelte fatte non vi soddisfano ma non preoccupatevi perché Aprile per voi sarà un mese incui ciò che vi pare più remoto ad avverarsi si potrà realizzare operando le giuste conclusioni.
gemelli dal 21/5 al 21/6Il mese apporta delle belle sorprese nelle relazioni d'amore, non siate ancorati ad un passatooramai remoto. Qualche cambiamento è possibile nelle coppie di lunga data.
cancro dal 22/6 al 22/7Se il mese appena passato è stato un po’ difficile, Aprile porterà belle notizie sia in amoreche in ambito lavorativo. Sta a voi solamente cogliere l’attimo.
leone dal 23/7 al 23/8Forse vi è sembrato che il 2010 sia iniziato male e che possa finire peggio: nonpreoccupatevi perché persone che non immaginereste mai potrebbero arrivare a tirarvi fuoridai guai, meritando in tal modo la vostra fiducia che voi gli dovrete garantire anche in futuro.
vergine dal 24/8 al 22/9Non è ancora arrivato il momento di far vedere veramente le persone stupende che siete:questo Aprile 2010 presenterà relativamente poche occasioni per mettervi in mostra ma conun po’ di astuzia potrete coglierle e farle vostre per il futuro.
bilancia dal 23/9 al 22/10Parola d’ordine: impegno! Non preoccupatevi se qualcuno non riconosce il vostro lavoro sucui avete sprecato tantissime energie perché le vostre opere fatte bene vi ripagheranno nellungo periodo.
scorpione dal 23/10 al 22/11Non fidatevi delle apparenze. Persone a voi molto vicine per invidia delle vostre capacitàpotrebbero sfruttare la situazione per uscirne indenni. Diffidate da chi vi elogia in manierasmisurata perché potrebbero essere persone che in realtà vogliono farvi solo del male.
sagittario dal 23/11 al 21/12L’amore non è certo un sentimento con cui scherzare e l’esperienza ve l’ha insegnato.Questo è il mese del riscatto che porterà quello che in passato vi è stato tolto. Sta a voivolerlo o meno.
capricorno dal 22/12 al 20/1Non sempre può essere tutto rose e fiori. Un po’ di salita vi aiuterà a diventare più forti e atemprare il vostro carattere che forse in questi mesi passati si è un po’ addolcito.
acquario dal 21/1 al 19/2Finalmente relax. Avete lavorato tanto e bene in tutti i campi dal lavoro all’amore. Adesso vispetta solo godere di ciò che avete seminato.
pesci dal 20/2 al 20/3Non fatevi problemi per questioni che non meritano la vostra attenzione: Aprile forse visembrerà a vostro sfavore ma vi accorgerete che la soluzione è proprio dietro l’angolo espesso è molto più banale di quanto pensate.
a cura di Desirèe