coronavirus i l incubo spagnolo€¦ · domenic a 29 marzo 2 02 0 emergenza coronavirus l3incubo...

1
12 EDITORIALE OGGI Domenica 29 marzo 2020 13 EDITORIALE OGGI Domenica 29 marzo 2020 EMERGENZA CORONAVIRUS L’incubo spagnolo «L’epidemia cresce» Il racconto Il sistema sanitario è in difficoltà. E si teme il peggio La testimonianza di Armando Macera, medico a Madrid IN PRIMA LINEA DANIEL C. MARCOCCIA Originario di San Giorgio a Liri e dirigente medico in Orto- pedia e Traumatologia all’O- spedale Universitario Infanta Elena di Madrid, Armando Ma- cera sta vivendo quotidiana- mente l’inferno creato dal Co- ronavirus. Trentanove anni, da quattro vive nella capitale spa- gnola: ci spiega la grave situa- zione iberica, dove numeri di casi e decessi crescono ogni giorno in maniera esponenzia- le, avvicinandosi rapidamente a quelli drammatici dell’Italia. La situazione in Spagna si è aggravata in pochissimo tempo e si teme che possa es- sere presto paragonabile a quella italiana se non peg- gio... «Purtroppo ci troviamo di fronte a un’emergenza inaspet- tata anche per i migliori sistemi sanitari. La diffusione rapida e globale del virus ha provocato in breve tempo il crollo di en- trambe i sistemi sanitari nono- stante quello spagnolo, così co- me quello italiano, siano consi- derati tra i più efficienti d’Eu- ropa e tra i primi al mondo. Inoltre, così come in molti Pae- si europei, anche in Spagna ne- gli ultimi anni sono stati fatti notevoli tagli all’assistenza sa- nitaria che limitano la capacità di contrastare la pandemia». Come si è mosso il Governo spagnolo di fronte a questo aumento vertiginoso di casi e purtroppo di decessi? «Il Governo sta cercando di rallentare la diffusione del vi- rus con tutti i mezzi possibili, adottando le stesse misure ri- gorose intraprese da quello ita- liano. Inoltre, a causa della drammatica situazione dei po- sti letto nelle terapie intensive, le società mediche hanno dovu- to creare un protocollo per aiu- tare i medici a decidere chi sal- vare e chi lasciare al proprio de- stino, proprio come se ci trovas- simo davanti a uno scenario di guerra». Ritieni che la Spagna, anche alla luce di quanto stava ac- cadendo in Italia, si sia mos- sa troppo lentamente nel prendere decisioni drasti- che? «Sicuramente quando l’Or- ganizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato lo stato di emergenza globale, l’unico Pae- se europeo a prendere misure drastiche è stata l’Italia, men- tre la Spagna ha atteso quasi fi- no a metà marzo. Non spetta a me decidere se è stato giusto aspettare la diffusione del virus per imporre delle restrizioni ma la realtà è che il Governo spagnolo ha dichiarato lo stato di emergenza nel Paese soltan- Adriano Valeri originario di Ferentino e negli Stati Uniti dal 1999 In quel tempo era un sottufficiale dell’Aeronautica militare e iniziò a svolgere servizio nell’ufficio dell’Addetto per la Difesa con sede nell’ambasciata d’Italia a Washington Nel 2008 si è congedato e si è stabilito in America Attualmente è impiegato nell’ambasciata italiana con mansioni di autista Adesso si stanno adottando le stesse misure rigorose intraprese in Italia to quando il virus era ormai dif- fuso nella penisola iberica da diverse settimane». Vedi delle similitudini tra Spagna e Italia nel modo in cui il contagio si sta esten- dendo? «L’unica similitudine che ve- do è che l’Italia, così come la Spagna, sono i Paesi europei che più soffrono di fronte al Co- vid-19. La curva dell’epidemia in Spagna è ancora in fase di crescita esponenziale mentre quella dell’Italia sembra atte- nuarsi, ma purtroppo in questa fase è molto difficile fare sti- me». Com’è la situazione nell’o- spedale in cui lavori e quella delle strutture ospedaliere spagnole in generale? «L’Infanta Elena è stato uno dei primi centri sanitari madri- leni ad attendere l’ondata di epidemia locale. Si è cercato sin da subito di controllare la diffu- sione del Coronavirus ma, a causa dell’elevato afflusso di pazienti, viviamo ancora oggi grandi momenti di difficoltà. In molti ospedali mancano di- spositivi di protezione e ma- scherine, e i posti in terapia in- tensiva sono praticamente im- possibili da trovare così come i respiratori. Si sta vivendo una Sta aumentando il numero di contagi anche tra il personale sanitario Azzarderei quasi a dire che in America siamo ancora all’inizio del problema LA SITUAZIONE SPAGNOLA: UN PO’ DI DATI I morti sono stati appena 832 nelle ultime ventiquattro ore. Il totale è salito così a 5.690. Il ministero della Salute ha comunicato che i contagiati sono 72.248, i ricoverati 40.630, 4.575 quelli in terapia intensiva e 12.285 i guariti dimessi. L’esercito sta provvedendo al trasferimento delle salme da Madrid dove le pompe funebri sono al collasso e il Palazzo del ghiaccio è diventato un obitorio d’emergenza «Il virus sta colpendo tutti allo stesso modo» La storia Intervista al ferentinate Adriano Valeri Come sta vivendo la situazione negli Stati Uniti OLTREOCEANO NICOLETTA FINI Ha lasciato la sua città d’origi- ne, Ferentino, all’età di ventuno anni quando si arruolò in Aero- nautica. Dal 1999 Adriano Valeri è negli Usa. Ora vive a Silver Spring, città nell’area metropoli- tana di Washington DC. Anche Valeri, come tanti ciociari all’e- stero, non nasconde la sua preoc- cupazione per l’emergenza Co- vid-19. Come è la situazione negli Usa? «La situazione non è delle mi- gliori, specie nell’area in cui vivo. Spero davvero di sbagliarmi, ma rispetto a quanto è già successo in Italia azzarderei quasi a dire che qui in America siamo ancora all’i- nizio del problema. Sono ovvia- mente preoccupato come tanti. I casi nell’area in cui abito conti- nuano ad aumentare rapidamen- te di giorno in giorno». Quali differenze stai notando tra Usa e Italia? «Le differenze sono poche. Penso che questa emergenza ab- bia trovato tutti un po’ imprepa- rati, sia l’Italia che l’America. Il virus sta colpendo tutti allo stes- so modo e con la stessa violenza. Le strutture sanitarie qui sono numerose, moderne e all’avan- guardia, ma ciò serve a poco in as- senza di un vaccino o di un antivi- rale specifico. Nella mia area ci sono tanti bravissimi dottori ita- liani che operano nei vari ospeda- li e nelle cliniche. Molti dottori sono al National Institute of Health in Bethesda MD, un istitu- to di ricerca nazionale molto al- l’avanguardia, e una task force di ricercatori sta lavorando giorno e notte per trovare una cura. Nella mia zona non siamo in quarante- na ma per contenere il contagio ci hanno esortato ad evitare di usci- re di casa, i luoghi affollati, limi- tare le riunioni a dieci persone o meno mantenendo la distanza di sicurezza, usare protezioni (ma- scherine e guanti). Hanno chiuso tutti i locali diristoranti, bar, pa- lestre, cinema. Devo ammettere che gli americani osservano mol- to le istruzioni e quindi in giro c’è pochissima gente, ma penso che la quarantena sarebbe più effica- ce. Al momento soltanto alcuni Stati sono in lockdown». Quale percezione hanno gli statunitensi della situazione nel nostro Paese? «Ci sono espressioni di im- mensa solidarietà ovunque. Lo vedo dalle bandiere e dagli stri- scioni esposti un po’ dappertutto con la scritta “Andrà tutto bene” o dagli edifici illuminati con i co- lori della nostra bandiera. Anche il presidente Trump ha postato un video delle frecce tricolori di- cendo “l’America ama l’Italia”». Pensi che siano state adottate le giuste misure? «Posso dire che l’America ha investito un grosso capitale per la ricerca del vaccino e ci si augura dia i risultati attesi. Il 3 marzo il presidente Trump si è recato al- l’NIH per discutere il caso con il dottore immunologo di origine italiana Anthony Fauci, uno dei membri principali della task for- ce del Coronavirus della Casa Bianca in risposta alla pandemia negli Stati Uniti. Dopo l’incontro il presidente Trump ha firmato una legge che ha previsto il finan- ziamento di 8.300 miliardi di dol- lari per la ricerca delle cure e del vaccino». Hai parenti a Ferentino? «Ho praticamente la maggior parte dei parenti a Ferentino. Al- tri sono a Roma e a Bracciano. Mi sento spesso con tutti, in partico- lar modo con mia madre e mio fratello. Alcuni sono emigrati in America e mi sento spesso anche con loro. Sono preoccupato per tutti, amici e familiari, lontani o vicini; anche per mio figlio Ales- sandro di diciannove anni che vi- ve con me. Ma sentendo tutti spesso mi tranquillizzo. Grazie a Facebook sono anche in contatto con gli amici ferentinati ai quali sono molto legato». l Gemellati e alle prese con il Coronavirus GIORNI DIFFICILI PIETRO ANTONUCCI Il Covid-19 nei centri gemellati con le nostre città e i nostri paesi. Un viaggio tra le realtà straniere per comprendere come i nostri amici lontani stanno vivendo que- sto periodo. Partiamo da Gétigné (Fran- cia), gemellata con Alatri: qui, dal 4 marzo, a causa di un incidente alcuni pali sono caduti a terra e nel piccolo centro sono saltate le co- municazioni e internet, rendendo impossibile il telelavoro e le lezio- ni on-line: «Siamo tornati al Me- dioevo», il commento di un abi- tante. Sempre in Francia, a Isle-sur-la-Sorgue, gemellata con Anagni, il sindaco ha modifi- cato le modalità di raccolta diffe- renziata in questa fase: niente rac- colta di sfalci, ingombranti e ma- teriali edili di vario genere, tutto deve essere tenuto in casa fino a nuova comunicazione. Spostia- moci ad Athis-Mons, gemellato con Sora: il sindaco Christine Ro- dier ha ricordato che è stato atti- vato un servizio per non interrom- pere i legami sociali con gli anzia- ni soli in casa: sono oltre cento le persone che ogni giorno vengono Uno scorcio del piccolo comune spagnolo di Villafeliche, gemellato con Colfelice Situato nella comunità autonoma dell’Aragona, è a cento chilometri da Saragozza Francia, Spagna, Romania Come vivono l’emergenza i nostri amici europei situazione drammatica, un in- cubo contro un nemico invisi- bile». Come si sono organizzati o si stanno organizzando ospedali e cliniche per gesti- re il contagio? «Gli ospedali cercano ancora oggi di riorganizzare tutte le ri- sorse disponibili per contrasta- re la diffusione, ma la grave ca- renza di dispositivi di protezio- ne sta provocando un alto nu- mero di contagi anche tra il personale sanitario, rallentan- do così la continua battaglia contro il virus. Tutti i servizi medici e chirurgici sono a so- stegno delle nuove Unità Co- vid-19 e i turni non conoscono riposo ma solo una grande soli- darietà tra colleghi per frenare il prima possibile la sua diffu- sione». Cosa pensi invece della si- tuazione italiana e delle azioni del nostro governo? «L’Italia è in prima fila nella lotta contro il Coronavirus ma ci troviamo davanti a una grave emergenza, non solo sanitaria ma anche sociale ed economi- ca, c’è quindi bisogno di un sup- porto concreto dello Stato per tutta la popolazione». Starai seguendo sicuramen- te l’evolversi del Coronavi- rus in Ciociaria e avrai sa- puto della preoccupazione per le case di riposo. Cosa ne pensi della situazione gene- rale e di quest’ultimo aspet- to? «Ovviamente sono molto preoccupato della diffusione del Covid-19 anche nel nostro territorio, ho famiglia e amici in Ciociaria. È una dura batta- glia quella che tutti noi stiamo affrontando e che sicuramente cambierà il nostro futuro, ma adesso bisogna avere coraggio, rimanendo uniti e cercando di limitare il più possibile la pro- pagazione del virus. La situa- zione nelle case di riposo è com- plessa, parliamo di pazienti an- ziani, il più delle volte pluripa- tologici e fragili, il cui contagio con questo spietato virus può provocare purtroppo una bat- taglia durissima per la vita». l nfo Armando Macera ha trentanove anni, è di San Giorgio a Liri e lavora come ortopedico all’ospedale universitario Infanta Elena di Madrid, nella foto a destra 1.711 l Oltre 1.700 i morti registrati negli Stati Uniti. I contagiati sono più di 104.800, il numero maggiore al mondo Brevi dal mondo I compiti per i ragazzi? A Sorgues li stampa il tabaccaio l Nella cittadina di Sorgues, in Francia, un tabaccaio si è messo a disposizione per stampare i compiti a casa di quegli alunni che non hanno una stampante. Ad oggi ha ricevuto 171 e-mail con 975 allegati: «Sono felice di rendere questo servizio e lo manterrò fino alla fine di questa guerra invisibile», ha commentato. Siviglia, le strutture della Chiesa a disposizione per l’emergenza L’arcivescovo di Siviglia, monsignor Juan José Asenjo, ha messo a disposizione le stanze del seminario cittadino per accogliere i malati di Covid-19. Inoltre, ha donato 300.000 euro al Consiglio della Salute della Junta d’Andalusia per acquistare materiale sanitario. Finlandia, isolata l’area di Helsinki Il Governo finlandese ha deciso di isolare tutta la regione attorno alla capitale Helsinki per contenere la diffusione del Coronavirus: oltre la metà degli 880 casi di Covid-19 in Finlandia si trovano in questa zona. La decisione è stata presa dopo che le autorità hanno ammesso che il numero di contagi potrebbe aumentare di trenta volte. contattate per telefono. A Villafe- liche (Spagna), centro aragonese legato a Colfelice, per mantener- si in contatto, nonostante l’isola- mento, è stata lanciata l’iniziativa di realizzare video e metterli su una pagina Facebook: chi in pigia- ma, chi in camicia, chi sul divano, sono in tanti che hanno aderito. Nel distretto di Suceava (Roma- nia), dove si trova anche Iacobe- ni, gemellato con Ferentino, so- no stati acquistati dispositivi per rilevare la temperatura corporea delle persone che entrano negli ospedali: sono gli stessi sistemi adottati in Corea del Sud. In Porto- gallo, ad Alvito, gemellato con la nostra Alvito, l’Adral (Agenzia di sviluppo industriale e commer- ciale) sta preparando dei dossier in cui raccogliere tutte le informa- zioni necessarie per sostenere le imprese, dopo che lo Stato avrà de- ciso le forme di aiuto. l 290320_FR_29032020_12 - Frosinone - Stampato da: cricci_ng - 28/03/2020 20:20:21

Upload: others

Post on 01-Aug-2020

0 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: CORONAVIRUS i L incubo spagnolo€¦ · Domenic a 29 marzo 2 02 0 EMERGENZA CORONAVIRUS L3incubo spagnolo L3epidemia cresce Il racconto Il sistema sanitario Ç in difficolt¿. E si

12 EDITORIALEOGGI

Domenic a29 marzo 2 02 0 13EDITORIALE

OGGIDomenic a29 marzo 2 02 0

EMERGENZACORONAVIRUS

L’incubo spagnolo« L’epidemia cresce»Il racconto Il sistema sanitario è in difficoltà. E si teme il peggioLa testimonianza di Armando Macera, medico a Madrid

IN PRIMA LINEADANIEL C. MARCOCCIA

Originario di San Giorgio aLiri e dirigente medico in Orto-pedia e Traumatologia all’O-spedale Universitario InfantaElena di Madrid, Armando Ma-cera sta vivendo quotidiana-mente l’inferno creato dal Co-ronavirus. Trentanove anni, daquattro vive nella capitale spa-gnola: ci spiega la grave situa-zione iberica, dove numeri dicasi e decessi crescono ognigiorno in maniera esponenzia-le, avvicinandosi rapidamentea quelli drammatici dell’Italia.

La situazione in Spagna si èaggravata in pochissimotempo e si teme che possa es-sere presto paragonabile aquella italiana se non peg-gio...

«Purtroppo ci troviamo difronte a un’emergenza inaspet-tata anche per i migliori sistemisanitari. La diffusione rapida eglobale del virus ha provocatoin breve tempo il crollo di en-trambe i sistemi sanitari nono-stante quello spagnolo, così co-me quello italiano, siano consi-derati tra i più efficienti d’E u-ropa e tra i primi al mondo.Inoltre, così come in molti Pae-si europei, anche in Spagna ne-gli ultimi anni sono stati fattinotevoli tagli all’assistenza sa-nitaria che limitano la capacitàdi contrastare la pandemia».

Come si è mosso il Governospagnolo di fronte a questo

aumento vertiginoso di casie purtroppo di decessi?

«Il Governo sta cercando dirallentare la diffusione del vi-rus con tutti i mezzi possibili,adottando le stesse misure ri-gorose intraprese da quello ita-liano. Inoltre, a causa delladrammatica situazione dei po-sti letto nelle terapie intensive,le società mediche hanno dovu-to creare un protocollo per aiu-tare i medici a decidere chi sal-vare e chi lasciare al proprio de-stino, proprio come se ci trovas-simo davanti a uno scenario diguerra».

Ritieni che la Spagna, anche

alla luce di quanto stava ac-cadendo in Italia, si sia mos-sa troppo lentamente nelprendere decisioni drasti-che?

«Sicuramente quando l’O r-ganizzazione Mondiale dellaSanità ha dichiarato lo stato diemergenza globale, l’unico Pae-se europeo a prendere misuredrastiche è stata l’Italia, men-tre la Spagna ha atteso quasi fi-no a metà marzo. Non spetta ame decidere se è stato giustoaspettare la diffusione del virusper imporre delle restrizionima la realtà è che il Governospagnolo ha dichiarato lo statodi emergenza nel Paese soltan-

Adriano Valerioriginario diFerentino e negliStati Uniti dal 1999In quel tempo eraun sottufficialedell’Ae ro n a u t i c amilitare e iniziò asvolgere servizionell’u ffi c i odell’Addetto per laDifesa con sedenell’a m b a s c i a tad’Italia aWa s h i n g to nNel 2008 si ècongedato e si èstabilito in AmericaAttualmente èi m p i e ga tonell’a m b a s c i a taitaliana conmansioni di autista

“Ades s osi stanno

adottando lestesse misure

rigoros eintrapres e

in Italia

to quando il virus era ormai dif-fuso nella penisola iberica dadiverse settimane».

Vedi delle similitudini traSpagna e Italia nel modo incui il contagio si sta esten-dendo?

«L’unica similitudine che ve-do è che l’Italia, così come laSpagna, sono i Paesi europeiche più soffrono di fronte al Co-vid-19. La curva dell’epidemiain Spagna è ancora in fase dicrescita esponenziale mentrequella dell’Italia sembra atte-nuarsi, ma purtroppo in questafase è molto difficile fare sti-me».

Com’è la situazione nell’o-spedale in cui lavori e quelladelle strutture ospedalierespagnole in generale?

«L’Infanta Elena è stato unodei primi centri sanitari madri-leni ad attendere l’ondata diepidemia locale. Si è cercato sinda subito di controllare la diffu-sione del Coronavirus ma, acausa dell’elevato afflusso dipazienti, viviamo ancora oggigrandi momenti di difficoltà.In molti ospedali mancano di-spositivi di protezione e ma-scherine, e i posti in terapia in-tensiva sono praticamente im-possibili da trovare così come irespiratori. Si sta vivendo una

“St aaument ando

il numerodi contagianche tra

il personalesanit ario

“A z z a rd e re iquasi a dire

chein America

siamo ancoraall’inizio

del problema

LA SITUAZIONES PAG N O L A :UN PO’ DI DATI

I morti sono statiappena 832nelle ultimeventiquattro ore.Il totale è salitocosì a 5.690.Il ministerodella Saluteha comunicatoche i contagiatisono 72.248,i ricoverati 40.630,4.575 quelli interapia intensivae 12.285i guariti dimessi.L’esercito stap rov ve d e n d oal trasferimentodelle salmeda Madriddove le pompefunebr isono al collassoe il Palazzo delghiaccioè diventatoun obitoriod’e m e rg e n z a

«Il virus sta colpendotutti allo stesso modo»La storia Intervista al ferentinate Adriano ValeriCome sta vivendo la situazione negli Stati Uniti

OLTREOCEANONICOLETTA FINI

Ha lasciato la sua città d’origi-ne, Ferentino, all’età di ventunoanni quando si arruolò in Aero-nautica. Dal 1999 Adriano Valeriè negli Usa. Ora vive a SilverSpring, città nell’area metropoli-tana di Washington DC. AncheValeri, come tanti ciociari all’e-stero, non nasconde la sua preoc-cupazione per l’emergenza Co-vid-19.

Come è la situazione negliUsa?

«La situazione non è delle mi-gliori, specie nell’area in cui vivo.Spero davvero di sbagliarmi, marispetto a quanto è già successo inItalia azzarderei quasi a dire chequi in America siamo ancora all’i-nizio del problema. Sono ovvia-mente preoccupato come tanti. Icasi nell’area in cui abito conti-nuano ad aumentare rapidamen-te di giorno in giorno».

Quali differenze stai notandotra Usa e Italia?

«Le differenze sono poche.Penso che questa emergenza ab-bia trovato tutti un po’ imprepa-rati, sia l’Italia che l’America. Ilvirus sta colpendo tutti allo stes-so modo e con la stessa violenza.Le strutture sanitarie qui sononumerose, moderne e all’avan-guardia, ma ciò serve a poco in as-senzadi unvaccino odi unantivi-rale specifico. Nella mia area cisono tanti bravissimi dottori ita-liani che operano nei vari ospeda-li e nelle cliniche. Molti dottorisono al National Institute ofHealth in Bethesda MD, un istitu-to di ricerca nazionale molto al-l’avanguardia, e una task force diricercatori sta lavorando giorno enotte per trovare una cura. Nellamia zona non siamo in quarante-na ma per contenere il contagio cihanno esortato ad evitare di usci-re di casa, i luoghi affollati, limi-tare le riunioni a dieci persone omeno mantenendo la distanza disicurezza, usare protezioni (ma-scherine e guanti). Hanno chiusotutti i locali diristoranti, bar, pa-lestre, cinema. Devo ammettereche gli americani osservano mol-to le istruzioni e quindi in giro c’èpochissima gente, ma penso chela quarantena sarebbe più effica-ce. Al momento soltanto alcuniStati sono in lockdown».

Quale percezione hanno glistatunitensi della situazionenel nostro Paese?

«Ci sono espressioni di im-mensa solidarietà ovunque. Lovedo dalle bandiere e dagli stri-

scioni esposti un po’ dappertuttocon la scritta “Andrà tutto bene”o dagli edifici illuminati con i co-lori della nostra bandiera. Ancheil presidente Trump ha postatoun video delle frecce tricolori di-cendo “l’America ama l’Italia”».

Pensi che siano state adottatele giuste misure?

«Posso dire che l’America hainvestito un grosso capitale per laricerca del vaccino e ci si auguradia i risultati attesi. Il 3 marzo ilpresidente Trump si è recato al-l’NIH per discutere il caso con ildottore immunologo di origineitaliana Anthony Fauci, uno deimembri principali della task for-ce del Coronavirus della CasaBianca in risposta alla pandemianegli Stati Uniti. Dopo l’incontroil presidente Trump ha firmatouna legge che ha previsto il finan-ziamentodi 8.300miliardi didol-lari per la ricerca delle cure e delvaccino».

Hai parenti a Ferentino?«Ho praticamente la maggior

parte dei parenti a Ferentino. Al-tri sono a Roma e a Bracciano. Misento spesso con tutti, in partico-lar modo con mia madre e miofratello. Alcuni sono emigrati inAmerica e mi sento spesso anchecon loro. Sono preoccupato pertutti, amici e familiari, lontani ovicini; anche per mio figlio Ales-sandro di diciannove anni che vi-ve con me. Ma sentendo tuttispesso mi tranquillizzo. Grazie aFacebook sono anche in contattocon gli amici ferentinati ai qualisono molto legato».l

Gemellati e alle prese con il Coronavirus

GIORNI DIFFICILIPIETRO ANTONUCCI

Il Covid-19 neicentri gemellaticon le nostre città e i nostri paesi.Un viaggio tra le realtà straniereper comprendere come i nostriamici lontanistanno vivendoque-sto periodo.

Partiamo da Gétigné (Fran -cia), gemellata con Alatri: qui, dal4 marzo, a causa di un incidentealcuni pali sono caduti a terra e nelpiccolo centro sono saltate le co-

municazioni e internet, rendendoimpossibile il telelavoro e le lezio-ni on-line: «Siamo tornati al Me-dioevo», il commento di un abi-tante. Sempre in Francia, aIsle-sur-la-Sorgue, gemellatacon Anagni, il sindaco ha modifi-cato le modalità di raccolta diffe-renziata inquesta fase:nienterac-colta di sfalci, ingombranti e ma-teriali edili di vario genere, tuttodeve essere tenuto in casa fino anuova comunicazione. Spostia-moci ad Athis-Mons, gemellatocon Sora: il sindaco Christine Ro-dier ha ricordato che è stato atti-vatoun servizioper noninterrom-pere i legami sociali con gli anzia-ni soli in casa: sono oltre cento lepersone che ogni giorno vengono

Uno scorciodel piccolocomune spagnolodi Villafeliche,g e m e l l a tocon ColfeliceSituato nellac o mu n i tàa u to n o m adell’A ra g o n a ,è a centochilometr ida Saragozza

Francia, Spagna, RomaniaCome vivono l’e m e rge n z ai nostri amici europei

situazione drammatica, un in-cubo contro un nemico invisi-bile».

Come si sono organizzati osi stanno organizzandoospedali e cliniche per gesti-re il contagio?

«Gli ospedali cercano ancoraoggi di riorganizzare tutte le ri-sorse disponibili per contrasta-re la diffusione, ma la grave ca-renza di dispositivi di protezio-ne sta provocando un alto nu-mero di contagi anche tra ilpersonale sanitario, rallentan-do così la continua battagliacontro il virus. Tutti i servizimedici e chirurgici sono a so-stegno delle nuove Unità Co-vid-19 e i turni non conosconoriposo ma solo una grande soli-darietà tra colleghi per frenareil prima possibile la sua diffu-sione».

Cosa pensi invece della si-tuazione italiana e delleazioni del nostro governo?

«L’Italia è in prima fila nellalotta contro il Coronavirus maci troviamo davanti a una graveemergenza, non solo sanitariama anche sociale ed economi-ca, c’è quindi bisogno di un sup-porto concreto dello Stato pertutta la popolazione».

Starai seguendo sicuramen-te l’evolversi del Coronavi-rus in Ciociaria e avrai sa-puto della preoccupazioneper le case di riposo. Cosa nepensi della situazione gene-rale e di quest’ultimo aspet-to?

«Ovviamente sono moltopreoccupato della diffusionedel Covid-19 anche nel nostroterritorio, ho famiglia e amiciin Ciociaria. È una dura batta-glia quella che tutti noi stiamoaffrontando e che sicuramentecambierà il nostro futuro, maadesso bisogna avere coraggio,rimanendo uniti e cercando dilimitare il più possibile la pro-pagazione del virus. La situa-zione nelle case di riposo è com-plessa, parliamo di pazienti an-ziani, il più delle volte pluripa-tologici e fragili, il cui contagiocon questo spietato virus puòprovocare purtroppo una bat-taglia durissima per la vita». l

ii

nfo

Armando Maceraha trentanoveanni,è di San Giorgioa Liri e lavoracome ortopedicoall’ospedaleuniversitar ioInfanta Elenadi Madrid,nella foto a destra

1 .7 1 1l Oltre 1.700i morti registratinegli Stati Uniti.I contagiati sono piùdi 104.800, il numeromaggiore al mondo

Brevi dal mondo

I compiti per i ragazzi?A Sorgues li stampa il tabaccaiol Nella cittadina di Sorgues, inFrancia, un tabaccaio si èmesso a disposizione perstampare i compiti a casa diquegli alunni che non hannouna stampante. Ad oggi haricevuto 171 e-mail con 975allegati: «Sono felice direndere questo servizio e lomanterrò fino alla fine diquesta guerra invisibile», hacomment ato.

Siviglia, le strutture della Chiesaa disposizione per l’e m e rg e n z aL’arcivescovo di Siviglia,monsignor Juan José Asenjo,ha messo a disposizione lestanze del seminario cittadino

per accogliere i malati diCovid-19. Inoltre, ha donato300.000 euro al Consigliodella Salute della Juntad’Andalusia per acquistaremateriale sanitario.

Finlandia, isolatal’area di HelsinkiIl Governo finlandese hadeciso di isolare tutta laregione attorno alla capitaleHelsinki per contenere ladiffusione del Coronavirus:oltre la metà degli 880 casi diCovid-19 in Finlandia si trovanoin questa zona. La decisione èstata presa dopo che leautorità hanno ammesso che ilnumero di contagi potrebbeaumentare di trenta volte.

contattateper telefono.AVillafe -liche (Spagna), centro aragoneselegato a Colfelice, per mantener-si in contatto, nonostante l’isola -mento, è stata lanciata l’iniziativadi realizzare video e metterli suunapagina Facebook:chi inpigia-ma, chi in camicia, chi sul divano,sono in tanti che hanno aderito.

Neldistretto diSuceava(Roma-nia), dove si trova anche Iacobe -ni, gemellato con Ferentino, so-no stati acquistati dispositivi perrilevare la temperatura corporeadelle persone che entrano negliospedali: sono gli stessi sistemiadottati in Corea del Sud. In Porto-gallo, ad Alvito, gemellato con lanostra Alvito, l’Adral (Agenzia disviluppo industriale e commer-ciale) sta preparando dei dossierincui raccogliere tutte le informa-zioni necessarie per sostenere leimprese, dopo che lo Stato avrà de-ciso le forme di aiuto.l

290320_FR_29032020_12 - Frosinone - Stampato da: cricci_ng - 28/03/2020 20:20:21