Corso di Seduzione

Per uomini e donne

“Gli uomini che non cercano di sedurre le donne sono destinati ad essere vittime di donne che cercano di sedurli.” (Walter Bagehot)

Sedurre deriva dal latino “se-ducere”, ovvero “condurre/portare a sé” qualcuno. Sedurre è un’arte, che ci insegna come impiegare le nostre “armi” (corpo, voce, mente … ) per attrarre ed affascinare gli altri. Per definire cosa sia la seduzione voglio riportare qui un passaggio di un filosofo francese, Jean Baudrillard, che ci dice questo : “la seduzione non si basa sul desiderio o sull'attrazione: tutto questo è volgare meccanica e fisica carnale, nulla di interessante. Certo, il fascino della seduzione passa attraverso l'attrattiva del sesso. Ma, propriamente, vi passa attraverso, la trascende. Per la seduzione, infatti, il desiderio non è un fine, ma un'ipotetica posta in gioco. Anzi, più precisamente, la posta in gioco è provocare e deludere il desiderio, la cui unica verità è brillare e restare deluso.”

Ora, i meccanismi psicologici della seduzione sono stati studiati, analizzati e schematizzati nei secoli, e anche collegati a numerosi archetipi contenuti nella letteratura, nell’arte, nel cinema … persino nelle fiabe. Prendiamo ad esempio il mito del Principe Azzurro. Quando si seduce si assumono, in modo più o meno inconscio, comportamenti ed atteggiamenti nell'abbigliarsi, nel curare il proprio aspetto, nel fare attenzione alla propria gestualità, tutti finalizzati alla neutralizzazione dell'aggressività nella persona che si vuole sedurre e nella sollecitazione dell'attenzione. Un po’ come fa il ragno con la farfalla : sedurre è un esercizio di un controllo da parte del seduttore (o seduttrice) sull'altro/a, il sedotto. Può dirsi, in un certo senso, un esercizio di potere, di dominanza su qualcuno.

Sicuramente, anche se cercheremo di rintracciare insieme le regole universali dell’attrazione, va considerato che ogni individuo è diverso dall’altro, è una entità a sé, e dunque ciascun uomo/donna può essere sedotto/a in modi e tempi diversi l’uno dall’altra. Questa variabilità da soggetto a soggetto, persona e persona, situazione e situazione, fa supporre che la seduzione non esista in modo consapevole, ma che si parli piuttosto di istinto seduttivo; un istinto che, tuttavia, noi possiamo provare a risvegliare, attraverso questo lavoro assieme. È un istinto decisamente animale (dal corteggiamento all’accoppiamento), ma è anche il bisogno psicologico di riunirsi all’ “altra metà della mela”.

In primis, voglio richiamare la vostra attenzione sul fatto che il principio base sul quale si fonda la seduzione è l’empatia, ovvero sia comprendere lo stato d’animo altrui, creare un legame interpersonale, una connessione con l’altro/a : si tratta di uno stadio di profonda comprensione dell’altra persona. Ora, per comprendere chi abbiamo di fronte, noi dovremmo porre attenzione al linguaggio dell’altra persona, quello verbale e anche quello non-verbale (gestualità, postura, mimica, micro mimica ossia gestualità e mimica facciale), e contemporaneamente farci comprendere nel caso in cui vogliamo fare arrivare un messaggio di un certo tipo all’altra persona, ovvero sia – per l’appunto – attrarla, sedurla.

L’empatia è la capacità di comprendere le sensazioni ed i sentimenti di chi abbiamo di fronte : ci permette di immedesimarci nell’altro/a e, più precisamente, comprenderne i processi psicologici. Questa è una spiegazione piuttosto tecnica dell’empatia, ma come possiamo capire effettivamente cos’è e come funziona? Potrà capitarvi, parlando con una ragazza o con un ragazzo, di sentirci in forte sintonia con lei/lui, poiché si sta creando quella che in psicologia è definita “zona di confort” , che è una condizione emotivamente molto forte e coinvolgente. Ma da che cosa dipende? Proprio dall’empatia, dal fatto che tra voi due ci siano ad esempio delle esperienze ed emozioni comuni che condividete, provate nello stesso momento. Se ad esempio lei/lui ti racconta di quando le/gli è successa una cosa molto bella, e tu stesso hai avuto una situazione simile, e lei/lui comprende che tu sei affine e stai ricordando e quindi provando di nuovo quelle emozioni comuni, allora la vostra complicità aumenterà. Se le/gli dimostri compassione/partecipazione, quando lei è triste, perché ti ricorda quando tu lo sei, si sentirà a suo agio.

Il meccanismo più banale di seduzione è quello della attrazione/scelta del partner in base alla bellezza fisica: apparentemente sembrerebbe una affermazione superficiale, in realtà il concetto è perfettamente connesso alla legge della natura, in cui si sceglie il compagno più forte, più degno, più longevo, ecc. Ora, viene spontaneo domandarsi: quanto conta la bellezza nel meccanismo della seduzione … umana? Erroneamente si pensa che i belli e le belle abbiano, in tal senso, “la vita facile” : in realtà essi rischiano di vivere le loro storie d’amore più per merito del proprio aspetto fisico che per questioni di affinità sentimentale (o sessuale). L’aspetto fisico, non neghiamolo, conta sicuramente … almeno “a prima vista” , tuttavia può allo stesso tempo creare difficoltà o ostacoli. Mettetevi dunque bene in testa che la seduzione non è legata all’aspetto fisico: quindi il fatto di non essere belli non significa che non possiamo essere i migliori in questo complicato ma divertente gioco che è la seduzione.

Il vero ed unico segreto per sedurre è l’autostima. Perché siamo tutti nervosi quando approcciamo alla seduzione? Non è forse vero, uomini, che più una donna è bella e maggiore è l’ansia, la paura di approcciarla? Eppure in natura dovrebbe essere un po’ il contrario, voglio dire: se una è bella dovremmo provarci invece di scappare terrorizzati! Ora, dobbiamo considerare che il senso di autostima deriva principalmente dalle relazioni che ogni persona interiorizza e rielabora, sia le relazioni che vanno verso noi stessi che quelle interpersonali. Dunque, se l’autostima deriva dalle relazioni interpersonali, ma per rendere queste relazioni vincenti dobbiamo avere autostima … beh, sembrerebbe un cane che si morde la coda, no?!

Ora, esistono semplicissimi esercizi di autostima, da fare di fronte allo specchio, quotidianamente. ESERCIZIO 1 – LO SPECCHIO - Partiamo, ancora una volta, dal corpo : osserviamo bene il nostro viso allo specchio; quindi chiudiamo gli occhi, tastiamo il nostro volto con le mani, cerchiamo di visualizzare mentalmente tutti i dettagli di quel volto. Riapriamo gli occhi : focalizziamo gli occhi, lo sguardo, la forma delle labbra, com’è la nostra pelle. Focalizziamo i nostri punti di forza e quelli di debolezza. Cerchiamo di capire cosa ci piace e non ci piace di noi, e diciamocelo ad alta voce. Cerchiamo di capire come ci sentiamo rispetto a questo. E poi vediamo cos’è che, oggettivamente, possiamo migliorare. Quindi facciamo lo stesso col resto del corpo, mettiamoci nudi di fronte ad uno specchio : che sensazione proviamo guardandoci? Quali sono le parti del nostro corpo che non ci piacciono? Possiamo allenare il nostro corpo e/o fare qualcosa per renderlo più tonico, per migliorarne la condizione generale? Quali sono le parti del nostro corpo più attraenti, quelle che vogliamo mettere in evidenza, che le persone apprezzano/guardano di noi? Proviamo ad accettare anche le altre parti di noi, dicendoci ad alta voce “queste sono le parti di me che non mi piacciono ma le accetto lo stesso” : c’è una strettissima relazione tra l’accettazione di sé e l’autostima.

Estetica a parte, in natura, gioca un ruolo di primo piano l’istinto riproduttivo, che mentre nel mondo animale è legato esclusivamente alla riproduzione intesa come proseguimento della specie, nel caso della razza umana è un concetto un po’ più complesso. Liberare la propria energia sessuale è fondamentale per riattivare e riequilibrare i canali energetici del nostro organismo. Ad esempio, se chiedessi a tutti voi che mi state leggendo “a cosa pensate in questo momento?”, quanti di voi mi risponderebbero, sinceramente, “al sesso”? è stato studiato che la maggior parte degli esseri umani pensa al sesso circa ogni sessanta secondi. Freud ha studiato il modello di sviluppo della mente umana articolandolo, appunto e non a caso, come “sviluppo psico-sessuale” : questa concezione rivaluta, in un certo senso, l’attività sessuale, poiché ci porta a considerarla non come una mera identificazione della sessualità come mera attività genitale dell’individuo adulto, ma come bisogno dell’individuo, presente (seppure in forma diversa) fin dalla sua infanzia. E, troppo spesso, represso col passare del tempo, con i modelli educativi (familiari e sociali) ecc.

Noi ci comportiamo un po' come fanno i bambini , che con i loro pianti, le smorfie ed i sorrisi mirano ad intenerire la mamma che, in un qualche modo, viene sedotta dalla loro tenera e dolce

faccina. La loro è la seduzione verso la prima seduttrice(la madre), quella con cui vi è un vero rapporto simbiotico di corpo e amore, secondo Freud. Analogamente, nel meccanismo seduttivo noi adulti, attraverso l'uso di parole, pause, rituali del gesto, ammiccamenti e sguardi cerchiamo di agire sugli altri al fine di sedurli quindi di riuscire a controllare o prevedere le loro risposte in modo che virino a nostro favore.

ESERCIZIO 2 – IL TOTEM Una psicologa e sessuologa canadese, Barbara Keesling, ci fa notare che anche nell’arte ci sono tantissimi richiami alla sessualità e alla seduzione. Ognuno di noi ha alcune opere che definirebbe per se stesso dei “totem sessuali”, ovvero sia degli emblemi, simboli della propria concessione e connessione sessuale. Ecco, uno degli esercizi che svolgeremo è quello suggerito dalla Keesling: rintracciare un TOTEM sessuale fra le opere d’arte che preferiamo, e procurarcene una foto, una copia, una stampa, affinché abbiamo sempre sotto gli occhi questa immagine che ci ricordi il nostro obiettivo finale : l’arte … della seduzione, appunto. Un antico modo per entrare in contatto con la parte più primitiva e primordiale di noi stessi e con la Madre Terra erano gli animali totem. Allo stesso modo, la nostra immagine totem ci sarà utile per stabilire una connessione con il nostro lato istintivo e sessuale più profondo.

3 - GLI ESERCIZI DI KEGEL Gli esercizi di Kegel sono stati studiati per risvegliare la nostra sessualità, attraverso il rinforzamento dei muscoli del pavimento pelvico (in gergo PC). Ora, prima che i maschietti storcano il naso, sottolineo: FUNZIONANO SIA PER GLI UOMINI CHE PER LE DONNE! Kegel pensò che al centro del problema sessuale potesse esserci la perdita del tono muscolare: dunque la via più semplice era cercare di recuperarlo attraverso alcuni semplici esercizi di ginnastica pelvica. Si tratta di semplici contrazioni volontarie dei muscoli del pavimento pelvico, che sostengono gli organi uretra, vescica e retto. Infatti gli esercizi di Kegel possono portare beneficio anche a numerose problematiche fisiologiche (impotenza, eiaculazione precoce, disfunzioni mestruali). Kegel convinse le sue pazienti a provare questa strada e la sorpresa fu grande quando le donne gli raccontarono non solo di aver risolto i problemi di incontinenza ma di aver migliorato la propria esperienza sessuale con orgasmi più intensi o multipli. Qualcuna scoprì l’orgasmo solo dopo questi esercizi !!!

A questo punto per accostarci alla ginnastica di Kegel, il primo passo è l’individuazione dei muscoli PC, che sono posti alla base della cavità addominale/pelvica, e comprendono il muscolo pubococcigeo, che è quello che si contrae durante l’orgasmo. Chiudiamo dunque gli occhi e cerchiamo di portare l’attenzione a questa parte del corpo, ponendo la mano sul ventre, circa tre/quattro dita sotto l’ombelico (dietro corrisponde all’osso sacro). L’esercizio base può essere potenzialmente eseguito ovunque e in qualsiasi momento della giornata: comprimete al massimo i muscoli PC e teneteli in tensione per 3-5 secondi, poi rilasciateli e rilassatevi per altri 5 secondi. Fate bene attenzione alle reazioni del vostro corpo durante la contrazione e la distensione. All’inizio basteranno dieci contrazioni per tre volte al giorno; nelle settimane successive aumentate gradualmente il numero fino a raggiungere le 25 contrazioni. NB Fate bene attenzione a non muovere glutei, gambe o muscoli addominali durante la ginnastica di Kegel

Esercizi di Kegel a parte, esistono altri semplici esercizi per risvegliare la nostra sessualità. Io ne impiego due in particolare, tratti dal metodo dell’ Actor Studio americano : si tratta di tecniche per attori, è vero, ma se ci pensate chi è l’attore? Proprio colui (o colei) che deve sedurre il maggior numero possibile di persone. E per far questo utilizza proprio le nostre stesse armi : corpo – voce – mente. Gli esercizi che ho scelto partono dunque dalla mente e coinvolgono il corpo e la dimensione sensoriale, in particolare.

ESERCIZIO 1 – LO SCHERMO DELLA MENTE Attraverso un semplice esercizio di meditazione, cercheremo di vedere all’interno dello “schermo della mente” l’immagine che di noi interiormente abbiamo, ossia quella che vorremmo avere nella vita reale. Quindi, “risvegliatici” dalla meditazione, cercheremo di costruire oggettivamente e razionalmente degli obiettivi “realisticamente” raggiungibili, avvicinando il più possibile la nostra immagine ideale ad una più realistica. Iniziamo : questo esercizio, le prime volte vi sembrerà complicato, ma se lo eseguirete spesso vi risulterà sempre più semplice e pian piano il vostro respiro si regolarizzerà e l’immagine si chiarirà in voi. Cercatevi, prima di tutto, un posto tranquillo dove nessuno potrà disturbarvi per almeno mezzora. Rilassatevi e controllate il respiro e sedetevi comodamente, sempre con la schiena eretta. Visualizzare vuol dire vedere qualcosa o qualcuno con gli occhi della mente. Questo esercizio è molto importante : il principio della visualizzazione è quello di prendere un’immagine e fermarvisi sopra. Immaginate dunque di trovarvi in un’area tranquilla della natura (una radura, una spiaggia, un bosco, ecc.) ; quindi, immaginate uno schermo bianco su cui fare le vostre proiezioni mentali. Su questo schermo potremmo vedere l’immagine di noi che vorremmo avere, ciò a cui aspiriamo, ciò che – di fatto- è già in noi. Grazie a questo esercizio, potremmo scoprire le nostre convinzioni erronee di noi stessi e sfidare il controllo che hanno nel modo “negativo” con cui percepiamo il nostro corpo; impareremo dunque ad avere uno sguardo ed un dialogo interno positivi ed “apprezzanti”, dandoci piccoli micro-obiettivi realisticamente raggiungibili.

ESERCIZIO 2 – LA DOCCIA SENSORIALE Dopo lo schermo della mente, utilizzeremo dei semplici esercizi sensoriali tratti dal metodo per attori americano, ad esempio l’esercizio della doccia, per migliorare la percezione del nostro corpo, esplorando e riattivando le nostre diverse modalità sensoriali. Cerchiamo dunque di ascoltare le sensazioni del nostro corpo, come se fossimo sotto al getto caldo e piacevole di una doccia, tocchiamo le varie parti del nostro corpo, focalizziamoci sulla sensazione dell’acqua che penetra ogni parte del corpo. Imparare a concentrarsi sulle proprie sensazioni corporee favorisce un rapporto, poiché questo significa anche essere rilassati, tranquilli. L’ansia è il primo fattore di disturbo. Per esempio molti uomini temono che la partner si aspetti da loro qualcosa che non sanno dare (nb soprattutto sessualmente) e questo crea in loro una certa ansia. I sensoriali ci aiuteranno a placare l’ansia e a tornare in contatto col nostro corpo e la nostra dimensione, appunto, sensoriale.

ESERCIZI LATINO - AMERICANI Iniziamo a mettere nello stereo un cd … gli psicologi consigliano la musica latino-americana, io in particolare prediligo il tango argentino. Seguendo la musica, lasciamo che il nostro corpo si muova liberamente, sul ritmo. Facciamo un piccolo passo avanti col piede destro e accompagniamolo con un piccolo movimento del bacino verso destra. Poi riportiamo il piede alla posizione di partenza e facciamo lo stesso a sinistra; quindi ripetiamo i movimenti anche facendo i passi all’indietro. Solleviamo le braccia sopra la testa e facciamo ruotare i polsi. Quindi, a gambe divaricate (quanto la larghezza delle spalle) muoviamo lentamente il bacino, alternando movimenti circolari stretti ampi e cambiando spesso direzione (le anche devono essere rilassate). Non ci crederete (e magari ad alcuni di voi verrà anche da ridere!), ma questa “danza”, a parte aiutarci a sconfiggere le nostre inibizioni, stimola le ghiandole che secernono gli ormoni sessuali, risvegliandole.

Questo lavoro sul corpo è il punto di partenza, lo start up che ci aiuterà ad avviarci verso il nostro processo di auto-trasformazione da persone comuni a maestri della seduzione. L'operazione non sarà sempre facile proprio perché nella seduzione c'è mistero, intrigo, fascino, tutte cose derivate da piccoli gesti, da messaggi non detti, da sguardi non diretti. È l’arte del non dire, un'evasione di atteggiamenti che incuriosisce il sedotto a voler vedere, sapere, sentire, è una ricerca di riscontro. E, in quanto arte del non – dire, non può che partire dal nostro corpo.

Buon lavoro!!!