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Carolina Villani 1 “L’ASCOLTO ATTIVO” Corso in Laurea in Infermieristica Sede di Ferrara Docente: Drssa Villani Carolina Anno Accademico 2017/2018

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Carolina Villani 1

“L’ASCOLTO ATTIVO”

Corso in Laurea in Infermieristica

Sede di Ferrara

Docente: Drssa Villani Carolina

Anno Accademico 2017/2018

Carolina Villani 2

Esercizio

1. Rifletti sulle motivazioni che hanno spinto ad impegnarti in questo ambito di studio e seminario di ascolto attivo. A quali bisogni rispondono?

“Dio ci ha dato due orecchie ma una sola bocca. Alcuni dicono che è perché voleva che passassimo il doppio del tempo ad ascoltare invece che a parlare. Altri sostengono che è perché sapeva che ascoltare è due volte più difficile che parlare” Anonimo

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Ideogramma cinese

Componenti: l'orecchio, naturalmente, ma anche l'occhio per "vedere" l'atteggiamento, lo sguardo del "tu", l'alterità che ci sta davanti, che non è lo specchio di me stesso, non è quello che io vorrei l'altro fosse, ma è proprio "un altro". Infine vi è il cuore perché, parodiando "Il piccolo principe“, si vede (e si sente) bene solo col cuore.

E tutto questo deve essere sempre presente (unitarietà) per "ascoltare" bene l'altro. Se l'educazione e l'insegnamento è anche ascolto, forse questo ideogramma ha qualcosa da dirci.

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Ascolto Attivo

E’ una delle capacità chiave di una funzione "facilitativa". È insieme il sentire ciò che un altro dice e il farsi coinvolgere in ciò che dice.

SAPER RIFLETTERE I SIGNIFICATI DELL’ALTRO

SAPER RIFLETTERE I SENTIMENTI DELL’ALTRO

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Comunicare attraverso l’ascolto

La comunicazione è anche ascolto e la qualità dell’ascolto determina la qualità della comunicazione.

In un’epoca come quella attuale saper comunicare è un requisito fondamentale per sapere svolgere qualsiasi attività sociale.

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Udire è un fatto fisico, ascoltare è un’azione intellettuale ed emotiva. L’ascolto attivo è uno dei quattro tipi di ascolto utilizzati che porta ad una comunicazione più efficace. Gli altri tipi di ascolto sono:

1. Ascolto passivo. Questo è il tipo di ascolto inefficiente e improduttivo: è quello che si può riscontrare quando si sentono le parole ed esse entrano in un orecchio ed escono dall’altro. 2. Ascolto selettivo. Questo è probabilmente il tipo di ascolto più comune e si riscontra quando si sente solo quello che si vuole sentire, ossia si filtra il messaggio (inefficiente e improduttivo). 3. Ascolto riflessivo. L’ascolto riflessivo, come quello attivo, pone attenzione a tutto il messaggio. Ciò è particolarmente importante se si sta trattando un argomento complicato o cercando di risolvere un conflitto. Esso viene utilizzato per chiarire quanto viene detto portando alla reciproca comprensione.

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L’ICEBERG DELLA COMUNICAZIONE

PARTE VISIBILE

PARTE INVISIBILE

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PARTE VISIBILE:comportamento visibile (cosa dico e come lo dico)

• PARTE INVISIBILE: intenzioni + motivazioni + aspettative

= Percezione dell’altro

(Chi è l’altro per me?)

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NEL RAPPORTO PROFESSIONALE (E NON)

• AGIAMO SEMPRE DA DENTRO UN PARADIGMA …

• IL NOSTRO COMPORTAMENTO RIFLETTE IL MODO CON I QUALI GUARDIAMO IL MONDO

(dalle nostre rappresentazioni mentali nascono le nostre interpretazioni dei fatti)

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QUINDI CHIEDIAMOCI SEMPRE CON QUALE PARADIGMA GUARDIAMO L’ALTRO:

L’ANZIANO, IL SUO FAMIGLIARE,

LO STRANIERO, IL MIO

COLLEGA, IL MIO CAPO…

CHI E’ PER ME?

CHE POSTO OCCUPA?

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NELLA RELAZIONE E’ IMPORTANTE RICONOSCERE E

RISPETTARE:

PER ME L’ALTRO E’:

NEMICO … PARADIGMA OSTILITA’

PREDA … “ SFRUTTAMENTO

DIVERSO … “ ARROGANZA – DISGUSTO

SIMILE … “ COLLABORAZIONE

IL “PROBLEMA” E’ CHE OGNI PARADIGMA ATTIVA UN SISTEMA EMOZIONALE

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NELLA RELAZIONE E’ IMPORTANTE RICONOSCERE

E RISPETTARE:

• SISTEMI EMOZIONALI ATTIVATI

( A PARTENZA DALLA POSIZIONE RELAZIONALE CHE NOI ASSEGNAMO ALL’ALTRO, LA RELAZIONE SARA’ CARATTERIZZATA DA:)

NEMICO … PARADIGMA OSTILITA’ = PAURA PREDA … “ SFRUTTAMENTO = SFRUTTAMENTO DIVERSO … “ ARROGANZA -DISGUSTO = RABBIA- RIFIUTO SIMILE … “ COLLABORAZIONE= ACCETTAZIONE -

CONDIVISIONE

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Waztlawick afferma che “il significato della comunicazione sta nel responso che se ne ottiene, non nelle intenzioni” il che equivale a dire che quando parliamo di messaggio, ci dobbiamo riferire a ciò che viene capito dal nostro interlocutore, non a ciò che gli abbiamo detto, scritto o trasmesso.

Il fenomeno proiettivo ci obbliga a cambiare punto prospettico

riguardo all’esito di una comunicazione.

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Differenze fra modo di connettersi e di osservare guidati rispettivamente dall’Ascolto Passivo e dall’Ascolto Attivo

Ascolto Passivo (Sistemi Semplici) Passivo (Rispecchiare la realtà) Statico (Un’unica prospettiva giusta) In controllo (Incidenti di percorso e imbarazzi: negativi) Soggettivo: NO Oggettivo: SI Neutralizzare le emozioni Attenzione ai contenuti

Ascolto Attivo (Sistemi Complessi) Attivo (Costruzione della realtà) Dinamico (Una pluralità di prospettive) Goffo (Incidenti di percorso e imbarazzi: positivi) Né Soggettivo Né Oggettivo Esploratore di mondi possibili Centralità delle emozioni Attenzione alla forma

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Comunicare attraverso l’ascolto

Ascoltare in modo attivo Significa muoversi verso il

paziente,decentrarsi per accogliere l’altro.

Richiede la coniugazione di due funzioni, quella uditiva e quella osservativa.

L’ascolto interiore permette la nostra capacità di sentire l’altro.

Il silenzio interiore ci permette di centrare la comunicazione sull’altro e non su noi stessi.

L’infermiere è a contatto

con il corpo del malato: il contatto corporeo è la forma più antica di comunicazione e può essere messaggio di calore, conforto, presenza.

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Comunicare attraverso l’ascolto

1. Timore che l’occuparsi delle persone e dei loro problemi rischi di allontanarsi troppo dal compito di Professionista.. 2. Aumentare le capacità di ascolto e comprensione non significa automaticamente diventare più “comprensivi” più buoni e nemmeno severi e nemmeno comporta trasformarsi in Psicologi.

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ASCOLTO ATTIVO

Espressione coniata da T. Gordon negli anni settanta, ”E’ un metodo per comunicare accettazione e interesse, se non sempre per i contenuti che si stanno ascoltando, per la persona che li esprime”

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ASCOLTO ATTIVO

L'ascolto attivo è una tecnica di comunicazione che si basa sull'empatia e sull'accettazione. Esso si basa sulla creazione di un rapporto positivo, caratterizzato da "un clima in cui una persona possa spesso sentirsi empaticamente compresa" e che "consente la sua salute psichica e la sua crescita personale globale." L'accettazione consente alla persona di sentirsi bene rispetto a quanto sta facendo, o comunque non giudicata. Per realizzare questo tipo di comunicazione occorre evitare le barriere della comunicazione (dare ordini, mettere in guardia, moralizzare, dare consigli, persuadere con la logica, giudicare, elogiare, ridicolizzare, interpretare, consolare, fare domande, cambiare argomento), che in modo più o meno esplicito costituiscono messaggi di rifiuto. "Un simile clima produce un atteggiamento di difesa e di resistenza al cambiamento…; inoltre, inibisce l'autorilevazione e l'autoesplorazione: condizioni necessarie per risolvere i propri problemi."

(T. Gordon, Leader efficaci. Molfetta: ed. La Meridiana, 1999.)

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ASCOLTO ATTIVO

L’ascolto attivo è un ingrediente principale di una buona comunicazione. Richiede quindi la capacità di ascoltare veramente l’altro e non solo nelle parole ma nell’insieme del suo essere nella relazione, quindi è importante cogliere quanto dice dimostrando di averlo compreso con riformulazioni; sottolineando gli aspetti che sembrano significativi; rispettando le pause dell’altro evitando di inserire domande su domande concentrandosi invece sull’approfondimento di un concetto per volta; adattarsi allo stile comunicativo dell’utente evitando di imporre il proprio; accogliere il messaggio così come arriva evitando correzioni di scorrettezze grammaticali, ortografiche o sintattiche.

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ASCOLTO ATTIVO

1. Ascoltare il contenuto, cioè cosa viene detto in termini di fatti e idee, se non fosse comprensibile fare domande per chiedere chiarimenti.

2. Capire le finalità, il significato emotivo di ciò di cui sta parlando il nostro interlocutore. Capire perché sta dicendo qualcosa. Possiamo aiutarci con alcune domande: Qual è l’esperienza di chi parla, qual è la sua posizione? Non deve esserci interpretazione.

3. Valutare la comunicazione non verbale, come qualcosa viene detto: il linguaggio del corpo, il tono di voce.

4. Controllare la propria comunicazione non verbale e i propri filtri, avere consapevolezza dei messaggi che si sta inviando con la propria comunicazione non verbale e delle reazioni a parole o atteggiamenti che comunica l’interlocutore.

5. Ascoltare con partecipazione e senza giudicare, cercare di mettersi nei suoi panni (mantenendo la consapevolezza di chi è il problema) e di capire che cosa influenza i suoi sentimenti, dimostrare di essere interessati a ciò che viene detto sospendendo il giudizio sulle parole e sulla persona.

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ASCOLTO ATTIVO La nostra capacità di ascolto può essere influenzata e ostacolata da: I FILTRI EMOTIVI E MENTALI che distinguiamo in: A) Filtri immediati: Aspettative sull’argomento, l’interlocutore o la situazione I rapporti con le persone con le quali comunichiamo: meno ci piace una persona

più sarà difficile ascoltarla Più vi piace una persona più è difficile ascoltarla attivamente e obiettivamente. I rapporti personali, le opinioni positive o negative influenzano la comunicazione.

La situazione personale attuale, ciò che ci accade nella nostra vita privata influenza il nostro modo di vedere il mondo

Le emozioni (se ad esempio abbiamo avuto una discussione di lavoro e siamo ancora molto presi da ciò sarà opportuno non rispondere al telefono ed occuparsi per il momento di altre attività che ci permettano di distoglierci dall’evento) B) Filtri a lungo termine, intesi come i valori, la cultura, la religione di

appartenenza……….

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Ascolto Attivo Le sette regole dell' arte di ascoltare di Marianella Sclavi *

1. Non avere fretta di arrivare a delle conclusioni. Le conclusioni sono la parte più effimera della ricerca. 2. Quel che vedi dipende dalla prospettiva in cui ti trovi. Per riuscire a vedere la tua prospettiva, devi cambiare prospettiva. 3. Se vuoi comprendere quel che un altro sta dicendo, devi assumere che ha ragione e chiedergli di aiutarti a capire come e perché. 4. Le emozioni sono degli strumenti conoscitivi fondamentali se sai comprendere il loro linguaggio. Non ti informano su cosa vedi, ma su come guardi. Il loro codice è relazionale e analogico. 5. Un buon ascoltatore è un esploratore di mondi possibili. I segnali più importanti per lui sono quelli che si presentano alla coscienza come al tempo stesso trascurabili e fastidiosi, marginali e irritanti perché incongruenti con le proprie certezze. 6. Un buon ascoltatore accoglie volentieri i paradossi del pensiero e della comunicazione. Affronta i dissensi come occasioni per esercitarsi in un campo che lo appassiona: la gestione creativa dei conflitti. 7. Per divenire esperto nell'arte di ascoltare devi adottare una metodologia umoristica. Ma quando hai imparato ad ascoltare, l'umorismo viene da sè.

* Docente di Etnografia Urbana al Politecnico di Milano ed

esperta di Arte di Ascoltare e Gestione Creativa dei Conflitti

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Il triangolo magico dell’arte di ascoltare (ed accogliere)

Ascolto attivo

Autoconsapevolezza emozionale

Gestione creativa dei conflitti

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Il triangolo evidenzia l’interconnessione fra Ascolto attivo, Autoconsapevolezza emozionale e

Gestione creativa dei conflitti, che sono le tre dimensioni di una competenza comunicativa non riduzionista,

cioè consapevole della importanza delle cornici di cui siamo parte e dotata di un savoir faire delle cornici.

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Unire i 9 punti con quattro segmenti senza sollevare la matita dal foglio

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Unire i 9 punti con quattro segmenti

senza sollevare la matita dal foglio

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Avete agito come se fosse insensato o proibito o irrazionale uscire dal quadrato.

Nel cercare la soluzione, non avete pensato “NON DEVO USCIRE DAL QUADRATO”, l’avete dato per scontato.

Questa è una premessa implicita

Chi ha risolto il problema non si è limitato a cambiare percorso, ha cambiato le premesse; ha messo in discussione qualcosa che dava per scontato.

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Tabella negoziatore +/- / alternativo Negoziatore mite (+) Negoziatore duro (-) Negoziatore

alternativo, cambia il

gioco I partecipanti sono Amici Avversari Solutori di problemi

Scopo Accordo Vittoria Esito equilibrato (nuovo-

diverso)

Fare concessioni In nome del rapporto Concessioni come

condizioni del rapporto Separare la persona

dal problema

Atteggiamento Mite con l’interlocutore e

con il problema

Duro con

l’interlocutore,mite con il

problema

Mite con la persona,

duro con il problema

Fiducia Sfiducia Prescinde dalla fiducia

Flessibile Rigido A fuoco gli interessi,

non le posizioni

Avanza proposte Fa minacce Inventa nuove opzioni

Esplicita i

termini

Per un accordo Tiene nascosto i

termini del rapporto

Li lascia aperti

Soluzione giusta Quella che l’altro

accetta

Soluzione giusta

quella che accetta

Rimanda dopo le

decisioni

Insiste sull’accordo Insiste sulla

posizione

Insiste sui criteri

oggettivi di verifica

Cerca di Evitare lo scontro Cerca lo scontro di

potere

Cerca criteri di non

potere

Da Marianella Sclavi, 2010

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Il Counseling come tecnica d’ Ascolto

• …è una relazione d’aiuto basata sul

dialogo

• …è una pratica che aiuta a capire

per scegliere, per decidere cosa

fare

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La tecnica dell’Ascolto

L’ascolto non è una funzione naturale, ma il frutto di un atteggiamento professionale che ha quindi propri obiettivi,

metodi e una “tecnica” Le teorie del counseling sono essenzialmente teorie della tecnica La capacità di ascolto non si può imparare solo leggendo, ma soprattutto attraverso una pratica e una riflessione su di essa Più di ogni tecnica è importante l’atteggiamento di fondo con cui ci si confronta con il proprio interlocutore e con i suoi problemi

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La tecnica d’Ascolto

Atteggiamento del Professionista,

caratteristiche principali:

• Autenticità

• Sincerità

• Rispetto per l’altro

• Capacità di prendersi cura e di farsi

carico dei suoi problemi

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CONSIGLI PER L’USO

• Ogni aiuto che si può dare è limitato, guardarsi dal desiderio di fare troppo! • Lasciarsi sommergere dai bisogni della persona e coinvolgere dal suo problema…, non è il modo migliore di aiutarla • Si può proporre un nuovo punto di vista sui problemi presentati, non necessariamente risolverli • Dare consigli,nel senso di puntare su una certa

soluzione di un problema, non è possibile e nemmeno auspicabile

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CONSIGLI PER L’USO

• A volte ci si trova di fronte a manifestazioni d’ansia della persona, a preoccupazioni più che a problemi • Per i problemi si possono cercare soluzioni, per le preoccupazioni ciò che serve è una rassicurazione • Mostrare capacità di provare interesse per la persona e i suoi problemi • Il coinvolgimento del Professionista deve restare comunque professionale • Il coinvolgimento di un problema è dato dall’interesse alla risoluzione e all’aiuto della persona e non perché il problema ci riguarda personalmente

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CONSIGLI PER L’USO

• Saper ascoltare • Lasciar parlare la persona • Ascolto comunque orientato dalle domande • Orientare la persona all’analisi del problema • Proporre “ipotesi” anche attraverso l’offerta di

alternative che contribuiscano a chiarire il problema o lo stato d’animo

• Considerare che spesso le persone hanno chiaro ciò che sentono e che vivono, ma non sempre trovano le parole giuste per esprimerlo

• Mettersi dal loro punto di vista, per cercare insieme le parole più adatte per raccontare vicende e vissuti

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Un mondo di figure

multi-stabili

Un mondo di figure

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Un mondo di figure

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Un mondo di figure

multi-stabili

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ASCOLTO ATTIVO

OSTACOLI ESTERNI ALL’ASCOLTO Di tipo fisico qualcosa che vi può

bloccare dal vedere l’interlocutore (sedere in fondo alla sala, una scrivania, il potare occhiali scuri………;

Il rumore e il movimento; Gli ostacoli mentali (paura,

preoccupazione, noia, sogni ad occhi aperti…..)

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ASCOLTO ATTIVO

COME MIGLIORARE LA PROPRIA CAPACITA’ DI ASCOLTO

Vediamo ora gli aspetti da tenere in considerazione per cominciare a lavorare sulla nostra capacità di ascolto e che un po’ riassume quanto abbiamo detto.

Ascoltare l’intero messaggio sia la parte verbale sia quella non verbale per ottenere il massimo dalla comprensione (parole, tono di voce, movimenti del corpo….)

Controllate il vostro ambiente interno ed esterno (filtri e rumori o posizione nello spazio….)

Essere motivato, fare esercizio sull’ascolto attivo Utilizzare l’Ascolto Attivo E L’Ascolto Riflessivo

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ASCOLTO ATTIVO

• L’ascolto attivo si fonda sui tre elementi fondamentali: empatia, considerazione positiva, autenticità

• L’ascolto attivo implica ascoltare il verbale, il non verbale e trasmettere la sensazione che stiamo ascoltando veramente

• Il comportamento non verbale è solo un indicatore, non deve essere usato per interpretare alle spalle

• Dare importanza all’ascolto non significa essere passivi e non intervenire mai

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ASCOLTO ATTIVO

• L’ascolto attivo è necessariamente, nella relazione d’aiuto, ascolto empatico. L’empatia è la capacità di sentire le emozioni di un’altra persona con cui si interloquisce; il sentire però non deve diventare un “fare proprio” che sequestra vissuti altrui ma un temporaneo ingresso nelle emozioni dell’altro al fine di comprenderne lo stato interiore, il punto di vista, i pensieri e le reazioni e poterlo aiutare, da una parte, a contenere l’emozione nella sua curva evolutiva e dall’altra a leggerla attraverso la restituzione di un’altra persona.

• Per quanto si possa affinare la propria competenza empatica occorre sempre ricordare che ogni stato emotivo acquista coloriture e spessori che sono propri di chi vive l’emozione, secondo la propria storia e i personali trascorsi, ma anche secondo l’intelligenza, l’educazione ricevuta, la visione del mondo.

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ASCOLTO ATTIVO

T.Gordon grande studioso di comunicazione , fra i teorici dell’ascolto attivo, individuò una serie di errori che si instaurano nella comunicazione pregiudicandone la funzionalità:

1) Esortare e far moralismo 2) Ordinare, comandare 3) Persuadere con ragionamenti 4) Interrogare 5) Analizzare e interpretare 6) Rassicurare 7) Ridicolizzare, umiliare 8) Complimentarsi 9) Dare soluzioni e consigli Aggiungiamo: Giudicare, Etichettare

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concludendo "Gli uomini costruiscono troppi muri e mai abbastanza ponti", diceva Isaac Newton. "Abbattere muri e costruire ponti", diceva Giovanni Paolo II. Nessuno di loro parlava certo di ingegneria. Simili metafore costruttive sono simboli

densi, cosí adatti ad una specie, come la nostra, che ha a che fare con la realtá solo attraverso i modi del suo pensarla, i concetti e le assunzioni, le aspettative, la cultura, il linguaggio.

La soluzione "muro" simboleggia un comportamento che possiamo definire di difesa, il tentativo di porre un limite chiaro e invalicabile; un comportamento antiquato, tradizionale, basata sulla paura e sul rifiuto del confronto. Chiudiamo i confini, alziamo muri, e che siano alti abbastanza e circondati da "terra di nessuno" minata a dovere, per non lasciar uscire chi vorrebbe farlo, né far entrare qualcuno che ci sia "sgradito". Nella mente abbiamo allora un modo di vedere la vita normativo, con regole chiare e divieti rigidi. Nella Germania di oggi si dibatte ancora intorno al "muro" nelle teste delle persone: la divisione tra (ex-)est ed ovest è ancora percepibile. Si tratta del "muro" mentale che si eleva ogni qual volta parliamo in termini di "noi" e "loro", quando ci identifichiamo in una parte, politica o geografica, e ci differenziamo dall’"altro" di turno.

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QUADRATO DELLA COMUNICAZIONE (Schultz von Thun)

LATO OGGETTIVO

( La notizia, il cosa,l’informazione in se)

INFORMAZIONI SU DI SE “io mi sento di… io sono)

APPELLO (Espresso da chi parla, consigli)

RAPPORTO PERSONALE informazione che riguarda il modo in cui l’emittentebvaluta chi ascolta” tu sei”

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QUADRATO DELLA COMUNICAZIONE (Schultz von Thun)

LATO OGGETTIVO

( La notizia, il cosa,l’informazione in se)

INFORMAZIONI SU DI SE “io mi sento di… io sono)

APPELLO (Espresso da chi parla, consigli)

RAPPORTO PERSONALE informazione che riguarda il modo in cui l’emittentebvaluta chi ascolta” tu sei”

E’ quasi un anno che non riesco più a sostenere un esame: ogni volta studio, mi preparo, mi convinco… ma poi il giorno prima mi prende un’ansia tremenda e non ce la faccio a presentarmi. I miei genitori si aspettano molto da me, non mi fanno pressioni, ma so che li sto deludendo. L’unico che mi capisce è il mio ragazzo/a, forse perché anche lui ha avuto dei problemi con lo studio. Insomma, vorrei proprio superare l’ansia anche perché non vedo l’ora di finire di studiare e trovarmi un lavoro serio per mantenermi e andare via di casa….

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QUADRATO DELLA COMUNICAZIONE (Schultz von Thun)

LATO OGGETTIVO

( La notizia, il cosa,l’informazione in se)

INFORMAZIONI SU DI SE “io mi sento di… io sono)

APPELLO (Espresso da chi parla, consigli)

RAPPORTO PERSONALE informazione che riguarda il modo in cui l’emittentebvaluta chi ascolta” tu sei”

FRASE TIPICA DEI GENITORI CHE FA ARRABBIARE I FIGLI: “questa casa non è un albergo”

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Competenza sociale

• E’ la capacitá di comportarsi e comunicare in modo congruente ai propri scopi di breve, medio e lungo periodo.

• Il vantaggio di questa definizione è il suo rapportare capacitá

comunicative e comportamentali con i propri scopi, e il porre questi scopi in una esplicita prospettiva temporale: gli scopi di breve, medio e lungo periodo possono essere infatti ben diversi e in concorrenza fra loro, e fa parte della competenza sociale sapersi rendere conto di ció, stabilire prioritá e prendersi la responsabilitá delle proprie scelte assieme ai

prezzi da pagare per realizzarle.

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Ogni comportamento è frutto di un imparare, e non sempre i

modelli a disposizione sono stati efficaci“, in ogni occasione e

fin dall’inizio. Oppure comportamenti che sono adeguati in una

situazione non lo sono in altre, ma sono diventati, senza che ce

ne rendessimo conto, ormai un repertorio automatico.

Gli esseri umani posso imparare per tutta la vita, e allargare i

loro repertori di interpretazioni delle situazioni e di

comportamenti.

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Scoperto nuovo elemento chimico, S²C - pronuncia: esse due ci

Dove si trova: nella testa di chi se lo immagina.

Cosa produce: legami costruttivi fra le menti e i cuori di esseri umani.

Tipico sottoprodotto: empatia-a-priori.

Grazie ai neuroni-specchio si diffonde velocemente come un virus e funziona come

vaccino antimobbing. È colorata e cangiante, fantasiosa e viva.

Ludovica Scarpa

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"I neuroni specchio dimostrano che l'evoluzione ci ha predisposti all'empatia, e dovrebbe essere questa l'idea guida sulla base della quale modellare la società in cui viviamo allo scopo di renderla migliore"

• Marco Iacoboni, neuroscienziato

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Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006, relativa a competenze chiave per

l’apprendimento permanente, in “Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea”, p. 8

La competenza sociale è collegata al benessere personale e sociale che richiede la consapevolezza di ciò che gli individui possono fare per conseguire una salute fisica e mentale ottimale quali risorse per se stessi, per la propria famiglia e per l’ambiente sociale immediato di appartenenza e la conoscenza del modo in cui uno stile di vita sano vi può contribuire.

Per un’efficace partecipazione sociale e interpersonale è essenziale comprendere i codici di comportamento e le maniera generalmente accettati in diversi ambienti e società […] È altresì importante conoscere i concetti di base riguardanti gli individui, i gruppi, le organizzazioni del lavoro, la parità e la non discriminazione tra i sessi, la società e la cultura. È essenziale inoltre comprendere le dimensioni multiculturali e socioeconomiche delle società europee e il modo in cui l’identità culturale nazionale interagisce con l’identità europea.

La base comune di questa competenza comprende la capacità di comunicare in modo costruttivo in ambienti diversi, di mostrare tolleranza, di esprimere e di comprendere diversi punti di vista, di negoziare con la capacità di creare fiducia e di essere in consonanza con gli altri.

Le persone possono imparare a venire a capo di stress e frustrazioni e a esprimere questi ultimi in modo costruttivo […]

La competenza si basa sull’attitudine a collaborazione, assertività e integrità.

Le persone […] possono, con la competenza sociale, apprezzare la diversità e rispettare gli altri ed essere pronte a superare i pregiudizi e a cercare compromessi.

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MANDATO

TESINA:

“L’Ascolto Attivo come mezzo di cura nella relazione Infermiere-utente”.

Minimo 10 facciate

Introduzione, indice, paragrafi

Scrittura Arial, 12

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Carolina Villani 93

Bibliografia

1. Arte di ascoltare e mondi possibili, Sclavi,Mondadori

2. Volersi bene senza farsi del male, Scarpa, Mondadori.

3. Arte di ascoltare, Torralba, Rizzoli