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ITET CARDUCCI-GALILEI FERMO Corso Turistico LA PROVINCIA DI FERMO QUADERNI DI VIAGGIO Storia, arte, natura, paesaggio, tradizioni enogastronomiche, folklore, artigianato , prodotti tipici, strutture recettive e servizi. ITINERARI PER SCOPRIRE IL FERMANO

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ITET �CARDUCCI-GALILEI� FERMO

Corso Turistico

LA PROVINCIA DI FERMO

QUADERNI DI VIAGGIO

Storia, arte, natura, paesaggio, tradizioni enogastronomiche,folklore, artigianato , prodotti tipici, strutture recettive e servizi.

ITINERARI PER SCOPRIRE IL FERMANO

QUADERNI DI VIAGGIOINDICE DEGLI ITINERARI

ITINERARIO 1: Pagine 4-13

GOLA DELL�INFERNACCIO ED EREMO DI S. LEONARDO, CON VISITA DELL�ABBAZIA DI S. RUFFINO DI AMANDOLA,

DEL MUSEO DURANTI DI MONTEFORTINO E ASSAGGIO DI PRODOTTI TIPICI DI AZIENDE LOCALI A BELMONTE PICENO

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La catena dei Monti Sibillini, così come essa appare dalle colline prossime alla costa

La movimentata spiaggia di Porto San Gior-gio in una bella e calda giornata autunnale

ITINERARIO 2: Pagine 13-19

DA SMERILLO A MONTEFALCONE ATTRAVERSO IL BOSCO, CON TAPPA AL MUSEO DEI FOSSILI E DEI MINERALI. VISITA

DI UNA FATTORIA BIOLOGICA E DEGUSTAZIONE DI PRODOTTI TIPICI DI NOTE AZIENDE AGRICOLE LOCALI .

PRESENTAZIONE: Pagina 3

A CURA DELLA PROF.SSA ANNA MARIA VECCHIOLA, PRESIDE DELL�ITCGT �CARDUCCI-GALILEI� FERMO (A.S. 2011-2012)

�Quaderni di viaggio� è un�opera pro-dotta e realizzata in tutti i suoi aspet-ti, ideativi, organizzativi, grafici, fo-tografici, informatico-digitali ed edi-toriali, dagli studenti e dagli insegnan-ti del corso Turistico dell�ITET�Carducci-Galilei� di Fermo.

Responsabile e coordinatore delprogetto: prof. Ariano Falzolgher,

collabora: prof. Gianluigi Ruzzetta

SCHEDA TEMATICA 1: Pagina 20TRADIZIONI E BALLI POPOLARI MARCHIGIANI: IL SALTARELLO

INDICE DELL�OPERA: Pagina 2

INDICE GENERALE DEI PERCORSI E DELLE SCHEDE TEMATICHE PROPOSTE

ITINERARIO 3: Pagine 21-26

ALLA SCOPERTA DI ALCUNI GIOIELLI DELL�ARTE ROMANICA MARCHIGIANA NELL�ALTA VALLE DELL�ASO, FRA I PAE-

SAGGI ED I PANORAMI MOZZAFIATO DEI MONTI SIBILLINI, CON SOSTA ENOGASTRONOMICA A CAMPOFILONE .

ITINERARIO 4: Pagine 27-33

PASSEGGIATA NEL PARCO ARCHEOLOGICO DI FALERONE , CON VISITA AL MUSEO COMUNALE, ALLA CHIESA DI SAN

PAOLINO ED ESPERIENZA ENO-GASTRONOMICA

FRA LE VERDI COLLINE MARCHIGIANE.

PRESENTAZIONE DELL�OPERAA CURA DELLA PROF.SSA ANNA MARIA VECCHIOLA, PRESIDE DELL�ITET�CARDUCCI-GALILEI� FERMO (A.S. 2011-2012)

Arcobaleno sul centro storico di Fermo

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I quaderni di viaggio nascono da una feliceintuizione di due docenti di lettere del nostroIstituto dell�indirizzo Turistico, i quali decidonodi realizzare in ogni anno di scuola uno o piùitinerari rivolti a conoscere e a far conoscere ilterritorio della nuova provincia di Fermo. Pensareed elaborare un itinerario coinvolgendo le variematerie di studio e favorendo un lavoro di ricercae di approfondimento da parte degli alunni delleclassi interessate, ha voluto dire un modo nuovodi affrontate la didattica, rendendola più capacedi intercettare le curiosità e gli interessi deiragazzi, attraversomodalità laboratoriali,in cui ognuno, anche inbase alle propriec a r a t t e r i s t i c h e ,potesse contribuirecon le sueosservazioni, con lesue conoscenze er i e l a b o r a z i o n ipersonali. Il materiale,che costituisce ilcontenuto di ognisingolo quaderno/itinerario, è frutto di unlavoro interdisciplinare nel quale convergono lastoria, la geografia dei luoghi, l�arte in tutte lesue espressioni, l�economia con le sue risorseenogastronomiche, le tradizioni, gli usi e icostumi di una terra varia e plurale. Per renderetale aspetto caratteristico che accomuna tutti iterritori della nostra Regione, il lavoro contieneinformazioni che vanno dal paesaggio naturaleed antropico, all�arte, alle eccellenze negli alimentie nei vini, ai luoghi di ristoro, ai costi, agli eventied alle curiosità fino alle indicazioni concrete,come quella relativa alla chiave da richiedere alparroco del paese per poter effettuare la visita diquella piccola, ma interessante chiesa,diversamente non accessibile. La varietà e la

ricchezza del nostro patrimonio artistico eculturale rappresentano sicuramente un terrenofertilissimo dal quale è possibile apprendere ericevere moltissimo. La scelta di favorire in questiprimi quaderni itinerari dell�entroterra ha unaduplice funzione: quella di partire dai territorimeno conosciuti nei quali sono più presenti eradicate le tradizioni e i costumi e dovel�intervento dell�uomo è stato in generale menoinvasivo, lasciando, per spinte economiche piùgraduali, alle colline, alle montagne di sfondo edalle strette valli, quell�integrità che non sfugge

allo sguardo delviaggiatore; e laseconda ragione stanella volontà diraccontare le storieche, a partire da queiluoghi, hannocaratterizzato la vita elo sviluppo dell�interoterritorio provinciale.Da un punto di vistadidattico i �Quadernidi viaggio� offrono aglialunni l�opportunità diconoscere il territorio

attraverso lo studio e la ricerca ma ancheattraverso visite mirate a luoghi, persone,aziende. Tale aspetto riveste oggi una particolareimportanza per una caratteristica propria dellegiovani generazioni, le quali apprendono meglioe si motivano più facilmente se sono messe nellecondizioni di fare esperienza e di vedereconcretizzato, come in questo caso, il frutto delloro impegno. Sono certa che questo lavoro, natocon obiettivi principalmente didattici, stiadiventando grazie alla passione di docenti edalunni coinvolti , un prezioso strumento diconoscenza per quanti, � veri viaggiatori�,intendano avvicinarsi, comprendere e, siamosicuri, anche un po� amare il nostro territorio.

Fermo: l�ampio panorama visibile, in direzione Sud, da viale Vittorio Veneto

CON VISITA DELL�ABBAZIA DI S. RUFFINO AD AMANDOLA,DEL MUSEO DURANTI A MONTEFORTINO E ASSAGGIO DIPRODOTTI TIPICI DI AZIENDE LOCALI A BELMONTE PICENO

ITINERARIO 1

GOLA DELL�INFERNACCIO-EREMO DI S. LEONARDO

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La Gola dell�Infernaccio

ITINERARIO 1

PERCORSO NATURALISTICO E STORICO ARTISTICO

GOLA DELL�INFERNACCIO ED EREMO DI S. LEONARDO

1 ITINERARIO

LA DESTINAZIONE FINALE DELL�ESCURSIONE E� FRA LE PIU� BELLE DEL PARCO DEI SIBILLINI, MA L�ITINERARIO

SI ARRICCHISCE DI VALENZE STORICO-ARTISTICHE GRAZIE ALLE SOSTE INTERMEDIE, PREVISTE DURANTE IL

VIAGGIO DI ANDATA E RITORNO, ALL�ABBAZIA DI S. RUFFINO DI AMANDOLA, AL MUSEO DURANTI A

MONTEFORTINO, CON ASSAGGIO DI PRODOTTI TIPICI DELLA GASTRONOMIA LOCALE A BELMONTE PICENO.

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ITINERARIO PER TUTTI, ADULTI, ANZIANI, BAMBINI, PURCHÉ IN BUONA

FORMA E DISPOSTI AD UN�ORA E UN QUARTO DI MARCIA IN MONTAGNA,

SU TERRENO CHE NON PRESENTA PARTICOLARI DIFFICOLTÀ, A PARTE LA RE-

LATIVA FATICA DELL�ULTIMA SALITA, CHE DALLA GOLA DELL�INFERNACCIO

CONDUCE ALL�EREMO DI S. LEONARDO.

DURATA: DAL MATTINO AL TARDO POMERIGGIO , INDICATIVAMENTE, DAL-

LE ORE 8.00 ALLE ORE 19.00.

COSA PORTARE: DELLE SCARPE COMODE, CIBO E BEVANDE, SE SI OPTA PER IL

PRANZO �AL SACCO�, MA LA ZONA E� RICCA DI STRUTTURE DI RISTORO.

L�ITINERARIO: NOTIZIE UTILI E CONSIGLI

Partendo dal capoluogo di provincia,si seguono le indicazioni per la fra-zione Campiglione, quindi si percor-re la s.p. 239 (ex s.s. 210) in direzioneServigliano-Amandola. Trascurere-mo alla nostra sinistra la deviazioneper Belmonte Piceno, dove una so-sta è prevista al ritorno, per giungerealla contrada S. Ruffino di Aman-dola (circa 45 minuti in auto). L�Ab-bazia dei Santi Ruffino e Vitale è vi-sibile a sinistra, adiacente alla stra-da, preannunciata dal forte odoredell� acqua sulfurea che scorre nellevicinanze. Questo interessante com-plesso monastico costituisce la pri-ma tappa del nostro itinerario. Siparcheggia nello spazio antistantel�ingresso, dove è visibile una fonta-na particolarmente gradita per risto-rarsi e rinfrescarsi nelle calde giorna-te estive. La chiesa, recentemente re-staurata, è normalmente aperta, maper una visita più approfondita epiù stimolante, che comprenda cioèanche la cripta romanica el�ipogeo con gli affreschi di epocapaleocristiana, è bene contattare ilparroco, e cioè il Monaco padre Be-nedetto Tosolini, particolarmentegentile e disponibile, grazie al qua-le è possibile accedere a tutte lestrutture del complesso e conoscerei dati storico-artistico-religiosi, o leipotesi interpretative inerenti que-sto stratificato edificio, soggettonel tempo a rimaneggiamenti e ri-costruzioni. Il turista veramenteinteressato a conoscere l�Abbazia deiSS. Ruffino e Vitale, farebbe dun-que bene a prender nota del seguentecontatto: padre BenedettoTosolini, Abbazia di SanRuffino, C.da San Ruffino5, 63021 Amandola (FM);

In viola è indicato il percorso stradale, mentre le frecce se-gnalano le località di sosta previste in questo itinerario.

telefono 0736 847406, telefono mobile 3497880292.

SCOPRIAMO L�ABBAZIA DI S. RUFFINO

Nella foto a sinistra sono visibili le navate e il presbiterio della chiesa, sotto cui è sita lacripta romanica, mentre nella foto a destra si possono notare gli affreschi del XIV secoloraffiguranti Madonna fra santi: S. Ruffino è quello rappresentato con un coltello in mano.

L�Abbazia dei SS. Rufino e Vitale è di an-tica fondazione, su un locus di preesistenze ro-mane: forse già presente ai tempi di S. Benedet-to nel VI sec., è stata ricostruita in forme roma-niche nel XII-XIII secolo. L�alzato e la cripta sonodatabili tra l�XI-XII sec.La chiesa ha strutturabasilicale, con presbiterio rialzato sopra la criptae tre navate suddivise da pilastri e con coperturain capriate. Le pareti del presbiterio sono arric-chite da due affreschi del XIV e del XV secolo,arte votiva marchigiana, rappresentanti una Ma-donna col bambino e una Madonna fra Santi, ivicompreso S. Ruffino, santo protettore contro l�er-nia, che sembra stringere in mano un coltello. Lafacciata presenta al posto del rosone centrale unafinestra rettangolare, dei contrafforti ai lati del

portale, un sovrapporsi di vari materiali di co-struzione, pietra squadrata in conci regolari e ir-regolari, strati di laterizio e malta. Il campanilequadrangolare, poggiato sul piccolo abside di si-nistra, risale alla fine del XIV secolo La cripta,ripartita in cinque navate da colonne non moltoalte e con capitelli abbelliti da semplici decora-zioni a foglia, conserva l�altare con le reliquie diSan Ruffino. Una scala posta accanto all�ingres-so principale conduce all�ipogeo più antico, doveè possibile ammirare resti di pitture murarie digrande interesse, di epoca tardo-imperiale e distile orientale, con figure di santi o di defunti diarcaica bellezza, rivolti verso il CristoPantocrator, le cui condizioni sono state purtrop-po compromesse dai piloni in pietra della chiesa

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UNA STRUTTURA COMPLESSA E RICCA DI STORIA , UN PICCOLO E INSOSPETTATO GIOIELLO

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La cripta romanica: nella foto a sinistra sono evidenti la navate a colonne; al centro l’abside e

l’altare in cui si conservano le reliquie di S. Ruffino; a destra è riprodotta una cappella laterale.

Il vano absidato dell�ipogeo conevidente presenza di affreschi

Particolare degli affreschi paleocristiani

superiore, inseriti per questioni statiche della so-vrastante Abbazia, e dall�umidità che ne ha sbia-

dito i colo-ri. La pre-senza diq u e s t aenigmaticacripta, oi p o g e o ,suggeriscel�esistenzadi un inse-diamentoeremitico,risalente alVI secolo,sul quale ins e g u i t ovenne in-n a l z a t al�Abbazia.L�ipogeo è

costituito da una grotta scavata nell�arenaria ediventata un primitivo luogo mistico. Compren-de un vano absidato a levante, con volta a botte,prospiciente alla cripta romanica. Sul suo utiliz-zo sono state formulate varie ipotesi: l�ipogeo po-teva essere in origine un luogo di culto pagano,forse della dea Bona, protettrice dei campi e del-le messi, o una sala termale d�epoca romana, perla cura delle malattie della pelle, che utilizzavale vicine acque sulfuree, mentre in epoca tardoimperiale un�area sepolcrale paleocristiana diun�importante famiglia romana, destinata a duebambini commemorati assieme ai defunti di fa-miglia. Il luogo merita ulteriori studi, in quanto

possibile testimonianza di una presenza eremitica,antecedente l�insediamento benedettino.

TRADIZIONI POPOLARI

S. Ruffino: non ci sono documenti che parla-no di questo santo, ma la tradizione popolareracconta che era un giovane contadino del luo-go, il quale arò più di cento moggi di terra, inuna sola notte e con gran fatica, a beneficiodei contadini . Nei pressi delle reliquie del san-to, custodite nella cripta a cinque navatelle, èvisibile un buco dove venivano fatti passare ibambini per invocare la sua protezione: secon-do la tradizione popolare, infatti, chi attraver-sa carponi tale buco guarisce dall�ernia.Feste: la festa di S. Ruffino è probabilmentela più antica del territorio dei Sibillini, ed ognianno, il 19 agosto, l�abbazia è meta di migliaiadi fedeli che invocano la protezione del santo.

IL MUSEO �DURANTI� DI MONTEFORTINONELLE AMPIE STANZE DEL CINQUECENTESCO PALAZZO LEOPARDI, IN UNO DEI PIU� CARATTERISTICI

PAESI DEL PARCO NAZIONALE DEI SIBILLINI, SI SCHIUDE AL VISITATORE UNO SCRIGNO DI ARTE E

CULTURA, CHE OSPITA 150 OPERE, FRA DIPINTI, DISEGNI, SCULTURE E OGGETTI D�ARTE APPLICATA, DI

INESTIMABILE VALORE, DONATI DAL COLLEZIONISTA FORTUNATO DURANTI AI SUOI CONCITTADINI

.Il viaggio continua riprendendo la strada che con-duce ad Amandola, distante pochi chilimetri dal-l�abbazia. Si lascia a de-stra il Lago di S. Ruffino,un invaso stagionale, vi-sibile solo dalla tarda pri-mavera fino agli inizi del-la stagione autunnale, perproseguire lungo la SS.210, ma arrivati ad Aman-dola si svolta versoMontefortino, seguendole indicazioni. In macchi-na si arriva a destinazio-ne in circa 20 minuti. Il pa-ese si presenta su un�altu-ra, con una caratteristicaconformazione conica, quasi fosse un�unica co-struzione, se visto da lontano, tanto risultaurbanisticamente omogeneo il centro storico: allasua sommità si staglia la mole della chiesa di S.

Francesco. Il paese è piccolo e non è difficile in-dividuare subito il cinquecentesco palazzo Leo-

pardi, fatto costruire daun ramo cadetto della fa-miglia del famoso poetarecanatese. L�edificio èsede della Pinacoteca Ci-vica �F. Duranti�, delMuseo di Arte Sacra Co-munale-Diocesano e, alpiano terra, della Casadel Parco, dove è possibi-le trovare operatori a di-sposizione del visitatoreper informazioni inerentile vari e attività e percor-si naturalistici connessi al

parco. Questo palazzo, che con il suo contenutosi configura come il centro culturale più impor-tante dei monti Sibillini, costituirà la secondatappa del nostro itinerario.

Una veduta del lago di S. Ruffino

Montefortino, con la sua caratteristica conformazione urbanistica, visto dalla strada che con-duce alla frazione Rubbiano, in prossimità della suggestiva Gola dell�Infernaccio.

IL PERSONAGGIO: FORTUNATO DURANTI, PITTORE E COLLEZIONISTAMa chi è Fortunato Duranti, che dà il nome alla pinacoteca? Nato a Montefortino nel 1787,Fortunato Duranti evidenziò una vocazione alla pittura, che apprese da un monaco del Monasterodelle Grotte di Masaccio, non lontano da Jesi. Protetto dalla famiglia jesina degli Honorati,studiò a Cupramontana e poi a Roma. Nella capitale, protetto dal cardinale Bernardino Honorati,venne in contatto con i migliori artisti del tempo. Più noto per i disegni, che per la pittura, le sueopere denotano vivacità espressiva, inventiva, violento gioco dei chiaroscuri, uno stile originaleed anticonvenzionale. Personalità romantica, fu anche un raffinato collezionista di opere d�arte,che provvide a donare al comune di Montefortino e che costituiscono oggi il prezioso corpusdella pinacoteca. Tali opere coprono un vasto arco temporale, che va dal gotico al neoclassico.

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LA VISITA DELLA PINACOTECA E DEL MUSEO DI ARTE SACRA

Le opere presenti nelle luminose sale del palazzoLeopardi, sede della pinacoteca, donate al Co-mune dall�artista e collezionista Fortunato Du-ranti, coprono un vasto arco temporale, che vadal gotico al neoclassico, e costituiscono un in-sieme originale e prezioso, che fanno diMontefortino il centro culturale più dotato e im-portante dei Sibillini. Arricchisce ulteriormente

la Pinacoteca il Museo di arte sacra comuna-le-diocesano, posto all�ultimo piano del palaz-zo, in locali accoglienti, arricchiti da vecchie traviin legno e finiture in travertino e cotto. Inaugu-rato nel dicembre del 2000, il museo contieneopere e arredi sacri provenienti dalle chiese delpaese e delle frazioni. Esso ospita creazioni di au-tori importanti come Simone de Magistris, Giu-seppe Ghezzi e Domenico Malpiedi. Nelleaffrescate stanze della Pina-coteca �Duranti� (2° pia-no), sono esposte interessan-tissime opere di CorradoGiaquinto (1703-1756), diCristoforo Unterberher(1732-1798), Filippo Roose(1655-1705), di C. Munari(1667-1720), di G.T. Castel-li, detto �Lo Spadino� (sec.XVII-XVIII), di FrancescoSolimena (1657-1747), CarloMaratta (1626-1712), GiulioVergari di Amandola (notiziedal 1502 al 1556).Tra i gioielli

�Cristo sul sepolcro�di Pietro Alamanno

�Madonna che adora�di Jacopo del Sellaio

�Santa Caterina�di Antoniazzo Romano

del �4oo che il visitatore può ammirare: una Cro-ce di scuola veneta, Tavole di Pietro Grill dettol�Alamanno (attivo nelle Marche dal 1475), in ra-gione della sua provenienza da Gotebei in Au-stria, una lunetta di Nicola di Maestro Antonio( attivo dal 1472), enigmatico artista anconetano,e una tavola di Petrus Franciscus Fiurentunus,cioè del botticelliano Francesco Botticini (1444-

1497). Per chi volesse, al primo piano di PalazzoLeopardi è possibile visitare anche la Raccoltadell�Avifauna delle Marche, costituita da cir-ca 1300 esemplari di mammiferi caratteristicidell�Appennino Marchigiano (lupo, faina ecc..),uccelli dell�avifauna italiana e pesci d�acqua dol-ce. Il piano terra ospita invece la sede della Casadel Parco di  Montefortino. Qui degli operatorisono a disposizione per informazioni sui percorsi

turistici, sull�offerta di attivi-tà e servizi inerenti l�educazio-ne ambientale e le visite pro-poste dalle guide del Parco.

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INFORMAZIONI UTILI

Da novembre a giugno la visi-ta del museo è possibile solosu prenotazione, da luglio adagosto tutti i giorni, a settem-bre ed ottobre solo la domeni-ca. Per informazioni, prenota-zioni, servizi di visite guida-te, telefonare al numero 0736859101 (solo la mattina).

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Nell�immagine in alto è visibi-le l�ingresso della Goladell�Infernaccio, mentre in quel-la in basso una strettoia nel sen-tiero che attraversa la gola.

GOLA DELL�INFERNACCIO - EREMO DI S. LEONARDO

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DALL�ORRIDO DELL�INFERNACCIO, SUGGESTIVO CANYON DOVE L�ACQUA CERCA RUMOROSAMEN-

TE LA SUA STRADA VERSO IL MARE , ALLO SPERONE DOV� E� SITUATO L�EREMO DI S. LEONARDO,

L�ESCURSIONE OFFRIRA� AL VISITATORE SENSAZIONI SICURAMENTE FORTI ED INDIMENTICABILI.

La passeggiata non presenta particolari difficoltà ed è alla porta-ta di tutti coloro che sono disposti ad affrontare una camminatadi circa 1 ora e 30 minuti e che sono muniti di calzature adatte adun sentiero di montagna a tratti umido. E� bene riposarsi un atti-mo, dopo la visita all�abbazia di S. Ruffino e della pinacoteca diMontefortino, prima di affrontare l�escursione, magari cogliendol�occasione per una pausa pranzo, o al �sacco�, o in uno dei risto-ranti della zona (vedi rubrica �slow tourist�). Trovare l�Infernaccionon è difficile, poiché il luogo è molto conosciuto e segnalato danumerose indicazioni: bisogna raggiungere la frazione Rubbiano diMontefortino, quindi proseguire lungo la strada fino alla sbarra chene interrompe la percorrenza per motivi di sicurezza, legati al man-

to stradale particolarmentedissestato. A questo punto siprosegue a piedi fino all�imboc-co della gola (10 minuti), pres-so le cosiddette �Pisciarelle�,con un riferimento dialettale alfenomeno dell�acqua che scor-re dall�alto lungo il lato sinistrodella montagna fino al sentie-ro. Si supera la gola, estrema-mente suggestiva e selvaggia,dove il fiume Tenna scorre ru-morosamente a causa del disli-vello. Oltre la gola la valle siapre un po�, ed il paesaggioappare più ameno, con il fiumeche scorre meno impetuoso al-l�ombra di una vasta faggeta:lo spettacolo in autunno è in-dimenticabile, ma da evitared�inverno per il rischio valan-ghe. Superato un ponticello dilegno si continua per lafaggeta fino ad un bivio, sa-lendo a destra per un eviden-te sentiero che, con numerosesvolte, giunge all�eremo di S.Leonardo, collocato sopra unosperone (1 h circa dall�ingresso della gola). L�eremo, abbandonatoper secoli, è stato meritoriamente riportato in vita da padre Pie-tro, che vive qui per lunghi periodi, anche se, per amor di verità,bisogna dire che egli non lo ha restaurato, ma ricostruito ex-novosopra i ruderi dell�antico edificio senza rispettarne le caratteristi-che storico-architettoniche, come si intuisce subito osservando lafacciata ad archi neo-gotici di dubbio gusto ed i materiali utilizza-ti per l�edificazione. Il visitatore più motivato potrebbe raggiun-gere anche, con un�altra mezz�ora di cammino, la Cascata del Rio,molto suggestiva con il suo salto verticale di oltre 30 metri, tra-mite un sentiero che rientra nel bosco a poca distanza dall�eremo.

Oltre la Gola ,la valle si fa piùridente e il fiume Tenna menoimpetuoso: il sentiero prosegueall�ombra di una vasta faggeta.

LA STORIA E LE VICISSITUDINI DELL�EREMO DI SAN LEONARDO IN SINTESI

Interno dell�Eremo di San Leonardo oggi.

sentiero aspro e attualmente caduto in disuso, perpoi riprendere in seguito il fondovalle. Ciò spiega

l�importanza del luogo,strategico per il control-lo della valle, e la pre-senza dei monaci: nona caso lo sperone su cuisorge l�eremo venivachiamato �Castello diVolubrio�. Via di comu-nicazione vitale, giàagli inizi del IX secolorisulta abitato da 24persone e, prima anco-ra, luogo di culto paga-no di espiazione e

purificazione, forse collegato a quello della Sibilla(ipotesi di Pagnani, Crocetti). Dopo il 1571 la chie-sa continuò ad essere solo saltuariamenteofficiata. Dal 1909 cadde in totale disuso ed ab-bandono, fino agli anni �70, con l�arrivo di padrePietro, ormai noto ai più come l�eremita.

La chiesa originaria, sui cui ruderi è stata ricostru-ita l�attuale, era in stile romanico, edificata tra Xe XI secolo. Il suo ab-bandono da parte deimonaci camaldolesi fuufficializzato dal Papanel 1571 e causato proba-bilmente dall�eccessivascomodità e insicurezzadel luogo, teatro di fre-quenti scontri fra ivissani e gli abitanti dimontefortino per moti-vi di confini e di pasco-li. Bisogna sapere, in-fatti, che la Val Tenna èstata in passato un passaggio obbligato ed impor-tante per la valle del Nera, Norcia e Roma. Ori-ginariamente l�itinerario non passava per le goledell�Infernaccio, allora impraticabili e molto meno�addomesticate� di oggi, ma più in alto, salendoappunto fino all�eremo di S. Leonardo tramite un

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A sinistra è visibile la Cascata del Rio, a 30 minuti di marciadall�Eremo di San Leonardo, mentre a destra la caratteristica chiesadi S. Maria in Muris, di origini longobarde, a Belmonte Piceno.

ULTIMA SOSTA: I PRODOTTI TIPICI A BELMONTE PICENOL�ULTIMA TAPPA DEL NOSTRO ITINERARIO E� PREVISTA AL RITORNO, A BELMONTE PICENO, ED HA VALENZE

ENOGASTRONOMICHE. ESSA PREVEDE L�ASSAGGIO, ED EVENTUALMENTE L�ACQUISTO, DI PRODOTTI TIPICI

MARCHIGIANI PROPOSTI DA AZIENDE ED OPERATORI LOCALI DAL RICONOSCIUTO VALORE, MATURATO IN

ANNI DI ATTIVITA� E SANCITO DAL MERCATO E DAL SUCCESSO DI TANTE MANIFESTAZIONI DEL SETTORE .

Le aziende che hanno dato la loro disponibilitàsono 4: la Orma Group Srl, che produce galantina;l�Azienda biologica di Scibè Doriano, che propo-ne carni e salu-mi tipici; quin-di l�Aziendaa g r i c o l a�Fontegranne�,guidata daEros Scarafoni,con i suoi for-maggi; ed infi-ne il rinomatoforno �L�unarosa�, di Ste-fano Marsili.Lo scenario delnostro incon-tro è statoquello dellapittoresca einsolita chiesadi S. Maria inMuris, oggisconsacrata,

ma è ovvio che l�organizzazione di una simile egustosa manifestazione comporta un accordo pre-ventivo con i produttori, molto disponibili e di

cui mettiamopiù avanti a di-sposizione gliindirizzi ed inumeri di tele-fono, e la par-tecipazione diun ragionevolenumero di visi-tatori, nel con-testo dunquedi viaggi col-lettivi orga-nizzati, visiteguidate , viag-gi di istruzio-ne scolastici,ecc. Per i sin-goli viaggiato-ri, o per piccoligruppi, fornia-mo comunque

Escursione a cavallo lungo il Lago di S. Ruffino

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le indicazioni necessarie per accedere ai punti ven-dita delle aziende, tutte con sede a Belmonte onella limitrofa Grottazzolina, offrendo anche unasintetica panoramica della specificità della loroproduzione. Cominciamo dall�azienda di ScibèDoriano, che sul solco della tradizione agricolapicena vende e utilizza carni biologiche di vitellonemarchigiano, coniglio, pollo, suino, per proporresalumi tipici, fra cui segnaliamo la coppa di te-sta, speziata con arancia, mandorle e pinoli, ilciauscolo e le salsicce di carne di fegato, la coppae il capolonza. Lo spaccio dell�azienda di Scibè èsita in Via di Colle n° 15, 63024 Grottazzolina(FM), telefono 0734 632619, mobile 337333920.L�azienda agricola di Eros Scarafoni, allevatore ecasaro, produce invece formaggi, in particolare lacaciotta stagionata in cassoni di legno con fogliedi noce, caprini e tutta una varietà di formaggi a

latte crudo, freschi o stagionati nella crusca, acagliata acida, a pasta cotta o serrata, spesso dagustare con la crosta. La sua azienda agricola�Fontegranne� è sita in contrada Castellarso Ete11, 63029 Belmonte Piceno (FM), telefono 0734771289, mobile 335458296. L�Orma Group Srl è fa-mosa per la sua galantina, un tipico insaccatomarchigiano prodotto con carne di gallina o di tac-chino unita ad ingredienti vari, salumi, uova, ver-dure, aromi, che si presenta come un polpettonee va consumata generalmente fredda e tagliata afette. L�Orma Group Srl, è in via Stazione 90,63024 Grottazzolina (FM), telelefono 0734 633264.In un simile contesto non può certo mancare ilpane, in tutte le sue varietà, prodotto da un for-no rinomato come quello di Marsili Stefano,�L�Una Rosa�, sito in contrada Castellarso Ete,63029 Belmonte Piceno (FM), telefono 0734 771351.

PER IL TURISTA CHE VUOLE APPROFONDIRE LA CONOSCENZA DEI LUOGHI E CHE HA UNA MAGGIORE

DISPONIBILITA� DI TEMPO, OFFRIAMO ALCUNI INDIRIZZI E NOTIZIE UTILI INERENTI IL RISTORO, GLI ALLOG-

GI, LE ATTIVITA� DI SVAGO ED I SERVIZI DISPONIBILI A MONTEFORTINO E NEI PRES SI DI SAN RUFFINO.

SAN RUFFINO: nella zona di San Ruffino èpresente un centro turistico polivalente,�Dimensione natura�, dotato di più strutturesparse nei dintorni del lago ed in grado di offrire un comples-so di servizi, a partire da un�osteria, �L�osteria dellago�, a circa 200 metri dall�abbazia (tel. 3398456083) eda alloggi �bed & breakfast� (tel. 3332163287). A2 km dall�abbazia, in direzione Amandola, in contrada S.Lorenzo 16, il centro vacanze dispone anche di un maneggio,�Centro ippico San Lorenzo� (tel. 0736847053, mob. 330964022), e di un �Centro salutenaturale� (tel. 0736 848099, mob. 3317649472). Degnidi nota sono anche i servizi offerti dal suo �Centroeducazione ambientale�, che dispone di auleverdi, di percorsi naturalisticiorganizzati, di un Mu-seo della civiltàcontadina e di un�Parco dei cervi �,lungo il lago di S. Ruffino,dove è possibile osservarequesti maestosi animali (tel.0733 660477, mob. 3332163287).Chi è interessato può visi-tare in rete il sitowww.dimensionenatura.orgA 2 km dall�Abbazia, lungola strada provinciale checonduce ad Amandola, si in-

contra la Fattoria Biologica Corradini, cheproduce carni bovine, ovine, suine, rigorosamente biologi-che (certificazione IMC), regolarmente macellate in pro-prio e vendute su prenotazione. La fattoria effettua conse-gne domiciliari nella provincia di Fermo e in quelle limitrofe,ma periodicamente anche nel Bergamasco e nella zona diRoma. Per contatti e maggiori informazioni: tel. 0736848184.MONTEFORTINO: per alloggiare ilturista trova due alberghi in località Ambro,Peppinè (tel. 0736 859171) e Ambro (tel. 0736 859170),il camping Montespino, in località Cerretana(tel. 0736 859238), e l�agriturismo �La terra delvento� (tel.0736 845062). Chi è interessato al bed&

breakfast può sceglie-re visitando il sitowww.montefortino.com/ospitalita.html. Diversi sonoanche i ristoranti :�Da Peppa� , ViaRoma 18 (Tel. 0736 859136);�Il Chioschettonel Bosco�, LocalitàAmbro. (Tel. 0736859250);�Il Gambero� , ViaCirconvallazione 43 (Tel.0736 859171); �Trina-cria�, Loc. Colmartese(Tel. 0736 850000).

ITINERARIO 2

LA STRADA DEL BOSCO

DA SMERILLO A MONTEFALCONE ATTRAVERSO IL BOSCO, CONVISITA DEL MUSEO DEI FOSSILI E DEI MINERALI. CONCLUSIO-NE DEDICATA AI SENSI, CON CONOSCENZA DI NOTE AZIEN-DE AGRICOLE LOCALI E DEGUSTAZIONE DI PRODOTTI TIPICI .

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La �Fessa� di SmerilloLa �Fessa� di Smerillo

LA STRADA DEL BOSCO

2 2ITINERARIO ITINERARIO

PERCORSO PREVALENTEMENTE NATURALISTICO

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Smerillo: un balcone affacciato sui Monti Sibillini

In viola è indicato il percorso stradale che da Fermo conduce aSmerillo, punto di partenza di questo secondo itinerario.

L�ITINERARIO CONTEMPLA LA VISITA DEL MUSEO DEI FOSSILI E DEI MINERALI A SMERILLO, GIUSTO VIATICO

PER LA PASSEGGIATA CHE CI CONDURRÀ FINO A MONTEFALCONE ATTRAVERSO IL BOSCO, CON SCORCI E

PANORAMI MOZZAFIATO, MA NUMEROSE POSSONO ESSERE LE VARIANTI DEL PERCORSO, TUTTE INTERES-

SANTI E DIVERTENTI. L�ESPERIENZA TERMINA CON LA VISITA DI UNA FATTORIA BIOLOGICA NEI PRESSI DEL

LAGO DI S. RUFFINO E CON L�ASSAGGIO DI PRODOTTI TIPICI DI ALCUNE NOTE AZIENDE LOCALI.

CONSIGLI UTILI:

rale�, prima tappa del presente itinerario. Ilmuseo si trova nel centro dell�antico borgo, che èsospeso a strapiombo sulla vallata del fiumeTenna ed è parte integrante di una rete musealecomposta anche da �Bosco di Smerillo�, Pi-nacoteca d�Arte Contemporanea, MuseoPinacoteca dell�Arte dei Bambini. Per pre-notazioni-informazioni, si può contattare il re-sponsabile Alessandro Tossìci, cell. 328 9455977.

ORARIO DI APERTURA:mattino 11:00-12:30

pomeriggio 16:00-18:00

ITINERARIO PER TUTTI, ADULTI, ANZIA-

NI, BAMBINI: AT TENZIONE A QUEST�ULTI-

MI DURANTE LA PASSEGGIATA NEL BOSCO,

PERCHÉ LA CRESTA PRESENTA DIRUPI

NON SEMPRE PROTETTI DA RECINZIONI.

DURATA: DAL MATTINO AL POMERIGGIO,

DALLE ORE 8.00 ALLE ORE 17.00 CIRCA.

COSA PORTARE: DELLE SCARPE COMO-

DE, CIBO E BEVANDE, NEL CASO DI PRAN-

ZO �AL SACCO�, MA PER CHI VOLESSE SER-

VIRSENE, ANCHE QUESTA ZONA E� RICCA

DI STRUTTURE DI RISTORO (VEDI RUBRICA

�SLOW TOURIST� NELLE PAGINE SEGUENTI).

Questo secondo itinerario è limitro-fo al primo e parte della strada da per-correre per arrivare a destinazione èidentica. Partendo da Fermo, in loca-lità Campiglione si imbocca la S.P.239 fino al bivio per Smerillo, pressola frazione Val Tenna, un paio di Kmprima dell�abbazia di S. Ruffino pre-sa in considerazione nel precedentepercorso. Il paese, poco distante dalbivio, si presenta come un accoglien-te borgo medioevale immerso nel ver-de e nel silenzio, posto su un crinaleroccioso che nel punto più alto rag-giunge i 900 metri slm e costituisceun balcone naturale di straordinariabellezza: particolarmente suggestivaè la visione della catena dei Sibillini e degli innu-merevoli paesi appollaiati in cima alle colline, se-condo le caratteristiche storiche e urbanistichetipiche del Fermano e delle Marche. Il nome sem-bra derivare da �smeriglio�, un falco molto diffu-so e comune, ma è dal sottosuolo che provengonoparte delle bellezze che il borgo può offrire al vi-sitatore. Il crinale su cui sorge è infatti il fruttodi una serie di stratificazioni geologiche che co-stituiscono un vero e proprio giacimento di fossi-li marini, la cui ricchezza trova testimonianza nellocale �Museo dei fossili e di storia natu-

SMERILLO: IL MUSEO DEI FOSSILI E DEI MINERALIIN VERITA� DIVERSE SONO LE COSE DA VISITARE IN QUESTO PITTORESCO BORGO E LA SCELTA DEL MUSEO, NEL PIU� AMPIO CON-

TESTO DEL �CENTRO DI EDUCAZIONE AMBIENTALE�, E� SOLO FUNZIONALE E PROPEDEUTICA ALLA SUCCESSIVA PASSEGGIATA

NEL BOSCO DI SMERILLO, SECONDO LE CARATTERISTICHE EMINENTEMENTE NATURALISTICHE DELL� ITINERARIO PROPOSTO.

Affreschi sulle pareti della chiesa romanica di S.Caterina, situata in via Dante Alighieri.

Resti del �Castrum Smerilli� Una porta d�ingresso al castello

Smerillo sorge su una serie di stratificazioni geo-logiche che costituiscono una vera e propria mi-niera di fossili. Infatti, 5 milioni di annifa, quello che oggi si configura comeun crinale roccioso alto fin 900 metri,era in realtà un fondale marino. I fos-sili ritrovati a Smerillo sono resti diconchiglie e crostacei e dimostrano chele rocce su cui sorge il paese si sonoformate appunto nel mare, distante attualmen-te circa 40 km, prima del lento sollevamento del-la Catena Appenninica.Non poteva quindi man-care un museo dei fossilie dei minerali in un borgocon tali caratteristiche ge-ologico-ambientali. Lastruttura è dotata di unparcheggio, di un ingres-so per disabili ed èvisitabile su richiesta.Sono previsti servizi diguida, chiaramente a pa-gamento, ma l�ingresso ègratuito (gradita è l�offer-ta libera). Il museo pos-siede anche una sala vi-deo, una per proiezioni, una sala convegni ed unlaboratorio per la pulizia e la catalogazione deifossili, nel quale è messo a disposizione un mi-

croscopioper l�os-servazio-ne deimicro-fos-sili e dipreparatibotanici.Il visita-tore potràc o n t e m -plare unaraccolta difossili sialocali, siap r o v e -nienti daaltre zoneitaliane.La strut-

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tura si suddivide in due sezioni e quattro sale, laprima delle quali è dedicata ai minerali ed alle

rocce presenti sulla terra; le tre salerimanenti ospitano invece i fossili, lamaggior parte dei quali locali e risa-lenti al Pliocene medio inferiore, gli al-tri all�era soprattutto Primaria e Se-condaria, provenienti da vari luoghi ita-liani. Nel museo opera il �Centro di

educazione ambientale Bosco di Smerillo�, chesvolge attività didattica ed educazione ambien-

tale: è possibile rivolger-si al sig. Tossìci ancheper visite guidate nelbosco, o per informazio-ni sui vari percorsinaturalistici, di cui cono-sce i caratteri ambienta-li e le specificità botani-che e geologiche(cell. 3289455977) Per contattare lastruttura l�indirizzo è ilseguente: �Museo deifossili e dei minerali�,via Nobili 15, 63020,Smerillo (FM), tel.073479423. Il turista che ha

un tempo maggiore a disposizione rispetto a quel-lo da noi previsto, a Smerillo può visitare anchei resti del �Castrum�, con i suoi punti panora-mici, quin-di la roma-nica Chie-sa di SantaCaterina,la Chiesadei SS. Pie-tro e Paolo,la Pinaco-teca d�Ar-te Con-t e m p o r a -nea, conopere di ol-tre 70 auto-ri, e il Mu-seo Pinaco-teca del-l�Arte deiBambini.

DA SMERILLO A MONTEFALCONE : LA VIA DEL BOSCODALLA �FESSA� DI SMERILLO, UNA SPACCATURA NELLA ROCCIA RICCA DI FOSSILI, FINO A MONTEFALCONE ATTRAVERSO IL BO-

SCO, FRA STRAPIOMBANTI PARETI DI ARENARIA E PANORAMI MOZZAFIATO, MA QUELLO CHE VI PROPONIAMO NON E� L�UNICO

ITINERARIO POSSIBILE, PERCHE� TANTI SONO I SENTIERI CHE SOLCANO IL BOSCO, TUTTI INTERESSANTI E DIVERTENTI.

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La meta dell�itinerario: il castello di Montefalcone

A sinistra, panorama visibile in prossimità della cresta;a destra , un�immagine della �Fessa� ripresa dall�interno.

L�escursione permette di ammirare panorami trai più suggestivi delle Marche. Lo sperone roccio-so su cui sorgono i pa-esi di Smerillo eMontefalcone, costi-tuisce infatti una sor-ta di balcone naturaleaffacciato sugli Ap-pennini, che consentedi contemplare a Sud ilMassiccio del GranSasso ed i Monti del-la Laga, ad Ovest laCatena dei Sibillini.Dal Museo dei Fossiliil visitatore deve diri-gersi verso la vecchiaporta Nord del paese,quindi seguire il sen-tiero che scende verso il bosco, per arrivare, dopopoche centinaia di metri, alla famosa �Fessa�, unafenditura della roccia molto stretta e ricca di fos-sili del Terziario, in un�area costituita da sabbie,arenarie e conglomerati emersi dal mare in un lon-tano passato. Superata la �Fessa� si contiua peril sentiero risalendo verso il paese, uscendo neipressi della porta Ovest, per attraversare i rude-ri dell�antico castello e contemplare il paesaggiodal punto più alto del borgo. Si esce poi dall�abi-tato seguendo la strada in direzioneMontefalconeper poche centi-naia di metri,fino al cimitero.Sulla destra,proprio di fron-te al cimitero,inizia un sen-tiero che siinoltra nel bo-sco, da risalireevitando devia-zioni a sinistra,per arrivare inprossimità del-la cresta. L�iti-nerario prose-gue verso Sud,parallelo allacresta, che è

delimitata da un dirupo sul lato occidentale. Cisono tratti in cui è possibile avvicinarsi allo stra-

piombo senza allonta-narsi dal sentiero e go-dere di un indimenti-cabile panorama, ma èconsigliata cautela inpresenza di bambini,perché mancanorecinzioni di protezio-ne. Nel bosco è possi-bile trovare laroverella, il castagno, ilcerro, il nocciolo, ilcarpino, l�acero, il lec-cio e, più raramente, ilfaggio, ovvero il tipodi vegetazione tipicodell�ambiente collinare.

Nel sottobosco molto comuni sono il ginepro,l�erica, il pungitopo ed il caprifoglio, mentre 33sono le specie di orchidea selvatica censite nelterritorio.Non infrequente può essere l�incontrocon il capriolo, ma qui l�animale simbolo è il rarofalco pellegrino. Il percorso ha una durata di 1 h.circa e termina al castello di Montefalcone.L�escursione trova la sua degna conclusione quan-do, superato il castello, a pochi passi dal palazzocomunale, ci si può finalmente riposare sul cele-bre balcone del paese, da cui si gode un incante-

vole vista deis i b i l l i n i ,spaziando conlo sguardo perquasi tutto ilgiro dell�oriz-zonte, dalmare ai monti.Ma per il tu-rista che hatempo a di-sposizione, ilbosco, che èpiuttosto va-sto, e lo stes-so paese diMontefalcone,offrono altreopportunità es o r p r e s e .

DA VISITARE A MONTEFALCONE APPENNINO: Il �Museo deifossili e di storia naturale�, che è dotato di una sezione dedicata aifossili locali (1250 esemplari), di una sezione con fossili provenientida tutto il mondo e di una collezione di minerali davvero notevole(1200 esemplari), con diversi pezzi rari. La sede del museo è PalazzoFelici, che ospita anche una serra con oltre 300 piante grasse ed unpolittico di Pietro Alamanno, �Madonna con bambino�, unico del-l�autore rimasto integro. Interessante è anche la visita dei ruderidell�antico castello, della trecentesca Chiesa di S. Pietro in Penne edella quattrocentesca Chiesa di S. Maria delle Scalette.

Polla di acqua sulfurea nelbosco vicino a S. Martino alFaggio , f raz . d i Smer i l lo

ALTRI ITINERARI NATURALISTICI: forse non molti sanno che ilmonte su cui sorgono i paesi di Smerillo e Montefalcone è ricco disorgenti di acqua sulfurea. Chi è interessato al fenomeno può re-carsi alla frazione di S. Martino al Faggio: dalla S.P. 239, direzioneFermo-Amandola, giunti alla frazione Val Tenna, immediatamenteprima della locale farmacia, si svolta a sinistra, quindi si sale fino

alla frazione. In prossimità dellaprima casa si svolta a destra, te-nendo la stessa direzione fino agiungere all�inizio del sentiero. Siscende per circa 1,5 km in mezzo al bosco, arrivando al fondovalle,dove è possibile vedere delle polle sorgive di acqua sulfurea, chetracimando confluiscono nel vicino torrente, affluente del fiumeTenna. Il secondo itinerario inizia in contrada Durano: sempre dal-la S.P. 239 in direzione Amandola, superato l�agriturismo S. Martino(sul lato destro della strada) si imbocca la deviazione a sinistraseguendo le indicazioni per contrada Durano e �Agriturismo Vec-chio Tasso�. E� proprio dal parcheggio di questo agriturismo cheparte il sentiero, grazie al quale, dopo neanche 1 km, è possibilegiungere ad un torrente su cui confluiscono acque sulfuree. Il lettoè stretto e scavato all�interno di una valle angusta ed a tratti se-gnata da ripidi pendii, in un ambiente umido, ricco di felci e mu-schi, con una vegetazione molto intricata. Per il turista più avven-turoso potrebbe essere divertente risalire o scendere il torrente findove è possibile, in una atmosfera vagamente �infera�, purché egliabbia cura di munirsi di calzature adeguate, visto che il corso d�ac-qua, dalla portata invero limitata, da questo punto in poi costitui-sce l�unica forma di sentiero percorribile. Itinerario da evitarsi neiperiodi piovosi e da rifuggire in caso di temporale imminente: lestrettoie, i tronchi ed i massi che costellano il suo letto non fannopresagire nulla di buono, qualora la portata delle acque aumentiimprovvisamente. CURIOSITA�: molte persone si saranno chiesteda dove derivi quel pronunciato odore di uova marce che investe ilviaggiatore proveniente da Fermo poche centinaia di metri primadell�Abbazia di S. Ruffino, in prossimità di un ponte tramite ilquale la strada supera un piccolo fossato. Per scoprirlo basta im-boccare la deviazione a destra adiacente il ponte, ben visibile per-ché ampia e brecciata, fermare la macchina e salire il pendio albera-to a sinistra: in breve si arriva ad un ruscello dalle acque quasicolor petrolio. Seguendone il corso, il viaggiatore potrà appurarecome da lì a poco esso precipiti per alcuni metri in una grande poz-za, una specie di piscina naturale, da dove le acque sulfuree conflu-iscono placidamente nel vicinissimo fiume Tenna. Anche questeacque provengono dal bosco di Smerillo e, analizzate, risultano dibuona qualità: saranno �pestifere�, ma salubri per il corpo.

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Nell�immagine in alto è visibilel�ambiente umido tipicodell�itineraio che si dipana incontrada Durano; in basso, torren-te di acqua sulfurea poco primadella sua confluenza nel fiumeTenna, in prossimità di S. Ruffino

AGRICOLTURA DI QUALITA�: SCOPRIAMONE I PRODOTTI

Il lavoro quotidiano nella fattoria , che è a conduzione familiare

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LA SFIDA DELLA GLOBALIZZAZIONE E� STATA RACCOLTA DA DIVERSE PICCOLE AZIENDE AGRICOLE LOCALI, CHE RISPONDONO

CON PRODOTTI TIPICI DI QUALITA� E CON IL BIOLOGICO. RITENIAMO CHE QUESTA REALTA� PRODUTTIVA DEBBA ESSERE CONO-

SCIUTA MEGLIO, SE NON ALTRO PER IL MODO IN CUI ESALTA E DIFENDE L�IDENTITA� E L�INTEGRITA� DEL TERRITORIO: ECCO

PERCHE� PROPONIAMO LA VISITA DELLA �FATTORIA BIOLOGICA CORRADINI�, CONCLUDENDO L�ITINERARIO CON UN ASSAG-

GIO DI PRODOTTI TIPICI DI AZIENDE COME QUELLE DI MASSIMO DI MULO, DI MASSIMO GRAVUCCI , DI ROBERTO DI MULO E DI

GIULIANO TREBBIANI, CREATE DA IMPRENDITORI CHE AMANO MOSTRARE E RACCONTARE CON ORGOGLIO IL LORO LAVORO.

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Il logo della fattoria biologica Corradini

Il nostro itinerario prosegue scendendo daMontefalcone alla solita S.P. 239, per poi prose-guire in direzione Amandola. Dopo pochi km siarriva all�Abbazia di S.Ruffino, visitata nel prece-dente itinerario, ed all�omoni-mo lago. A breve distanza dallago e ad un paio di km dal-l�Abbazia, si giunge ad un bi-vio (bivio Marnacchia): pro-prio qui, sul lato destro e adia-cente la strada, si trova l�ul-tima meta del nostro viaggio,�la Fattoria biologicaCorradini�, ben riconoscibileperché non ci sono altri edifi-ci nei pressi dell�incrocio e peril cartellone che ne espone il logo. L�azienda è aconduzione familiare ed opera dal 1989. Allevamucche, vitelli, pecore, agnelli, maiali, nutriti conprodotti della terra che i Corradini coltivanobiologicamente (certificazione IMC). Gli ovinivivono in un ovile quasi interamente all�aperto,mentre i suini da piccoli sono ospitati con le scro-fe in una stalla aperta, ma in seguito in campirecintati dove grufolano e scorrazzano liberamen-te. La stalla, in cui sono presenti circa sessantabestie, fra mucche e vitelli, è l�orgoglio di tuttala famiglia per i criteri razionali, ecologici efunzionali con cuiè stata edificata:costruita preva-lentemente in le-gno, spaziosa eben areata, evitaagli animali ilsovraffolamento,a s s i c u r a n d oquindi condizioniambientali piùsane. Tale aspet-to è fondamenta-le nella produzio-ne biologica,spiegano i pro-prietari, perchéconsente di evi-tare medicazioni

preventive e quel ricorso massiccio ai farmaci checaratterizza l�agricoltura tradizionale. Consisteproprio nella cura con cui la famiglia svolge que-

sto lavoro, e nell�alimentazio-ne sana degli animali, il se-greto della bontà dei salumie delle carni prodotte dallafattoria, che negli anni si èattrezzata per la vendita di-retta al pubblico. Oggi, in-fatti, l�impresa dei Corradiniè dotata di strutture a nor-ma per la macellazione deglianimali e, su prenotazione,effettua consegna a domici-lio ad acquirenti che, spessosolo tramite il passaparola,

hanno scoperto la qualità dei suoi prodotti. Leconsegne ormai non interessano più solamentela provincia di Fermo, o quelle limitrofe di Ascolie Macerata, ma raggiungono periodicamente lazona di Roma e del Bergamasco. Per chi volessecontattare la fattoria forniamo il numero di tele-fono, 0736 848184, ed il sito internet,www.lafattoriabiologica.it, posto che tutti i com-ponenti della famiglia sono particolarmente di-sponibili ad illustrare le caratteristiche, gli obiet-tivi e le modalità del loro lavoro ed hanno giàavuto esperienze di laboratori didattici e visite

guidate, anchescolastiche. E�grazie al loro im-pegno che abbia-mo potuto orga-nizzare un incon-tro anche con al-tre aziende agri-cole locali per unassaggio di variprodotti tipici: ciriferiamo al-l�Azienda di DiMulo Massimo,che alleva ovini eproduce formaggidi pecora, al-l�azienda �Lespiazzette�, di

Massimo Gravucci, presidio Slow Food e pro-duttrice di marmellate, all�azienda �Angolo di pa-radiso�, di Roberto Di Mulo, che alleva bovini epropone formaggi e yogurt di latte vaccino, e a�La madia�, di giuliano Trebbiani, perl�ottimo pane ed i dolci da forno. L�in-contro è stato organizzato nella sededell�azienda agricola �Le spiazzette�,nella vicina Amandola, in un panorami-co e bellissimo contesto ambientale: na-turalmente gli operatori sono disponi-bili a ripetere l�esperienza in concomitanza di vi-site di gruppo, gite scolastiche o comunque nu-mericamente consistenti, ma noi forniremo ugual-mente i loro indirizzi e numeri di telefono, affin-ché anche singoli viaggiatori possano contattareindividualmente le aziende, per assaggiare, op-pure acquistare, i loro prodotti e le loro speciali-tà, di cui daremo una sintetica descrizione. Co-minciamo con l�azienda che ci ospita in questaoccasione, e cioè con �Le spiazzette� di Mas-simo Gravucci, specializzata nella produzione diottime marmellate, realizzate con frutta sana ecoltivata in alta collina con metodi tradizionali.Caratteristica e degna di nota è la marmellatadi mela rosa dei Sibillini, un frutto antico e au-toctono, che rischiava l�estinzione e che è statorimesso a coltura dal sig. Gravucci. Il tratto di-stintivo della mela rosa è la sua lungaconservabilità in ambiente naturale, la polpaacidula e zuccherina e il profumo intenso ed aro-matico. Non a caso l�azienda è un presidio SlowFood, e cioè parte di un progetto teso a tutelare i

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piccoli produttori che salvano e promuovono col-ture tradizionali di qualità. La sua sede è in invia Tennacola, 2, 63857 Amandola (FM), ; cell.339.7031005, oppure, 340.8410982. Non poteva

mancare in una simile circostanza ilpane, quello de �La madia�, di Giulia-no Trobbiani, fatto come una volta, conla �pasta madre� e cotto su forno a le-gna, capace di rimanere buono e morbi-do per una decina di giorni, con utilizzodi grano coltivato biologicamente, sen-

za additivi chimici e pesticidi, macinato a pietradirettamente in azienda. Diverse sono le varietàproposte: fra le tante il pane bianco, il rustico, ilpane di farro, la pizza. �La madia� si trova inlocalità S. Cristoforo di Amandola (FM), tel.328.3319472. L�azienda agricola �Angolo di Pa-radiso�, di Roberto Di Mulo, che è anche dota-ta di un suo spaccio aziendale, propone per l�oc-casione i formaggi dei suoi allevamenti bovini. Ilcaseificio produce artigianalmente yogurt,caciotta, mozzarella, stracchino, robiola, latte fre-sco da distribuzione, tutti derivati da un lattecontrollato e classificato di alta qualità, sano edesente da mangimi ogm. Chi volesse contattareRoberto Di Mulo può telefonare al n° 3388651026.Invece, l�Azienda agricola di Massimo DiMulo, è sita in località Casa di Carlo, 3, 63021Amandola (FM), tel. 0736 847937. Il titolare pro-duce biologicamente avena, mais, orzo, e dispo-ne di 350 capi ovini condotti in alpeggio dalla pri-mavera all�autunno, grazie ai quali è in grado dioffrire al consumatore ottimi formaggi di pecora.

Per il turista che ha tempo a disposizione e vuole soggiornare più a lungo nei luoghi di questosecondo itinerario, consigliamo un innovativo modello di ospitalità, che è quello costituitodall�albergo diffuso a Smerillo: un�offerta turistico-recettiva che secondo noi è da valorizzare,perché non intacca l�integrità del territorio con nuove costruzioni lesive del tradizionale asset-to urbano. Il soggiorno avviene infatti nelle antiche case del paese, colme di storia e di cultura,permettendo al turista di vivere a contatto con i residenti, di sentirsi parte del vicinato, dicondividere costumi e tradizioni. Oggi l�albergo diffuso di Smerillo si avvale di una capacitàrecettiva di circa 60 posti letto, dislocati in diverse tipologie di alloggi nel borgo e nelle suefrazioni, che fanno capo, però, ad un�unica reception situata nel centro storico del paese. Perinformazioni rivolgersi a �Albergo Diffuso Smerillo�, via Parco della Fessa, 2, 63020 Smerillo(FM), Tel: (+39) 335 8052900; sito internet: www.albergodiffusosmerillo.com. Per assaggiare ipiatti tipici dell�entroterra marchigiano, merita una sosta il ristorante �Le logge�, situato nelcentro storico di Smerillo, in via Parco della Fessa: per prenotazioni, o informazioni, si puòtelefonare al n° 0734 79129. Tra le altre strutture recettive segnaliamo l�agriturismo �ContradaDurano�, tel. 0734 79359, ed il bed & breakfast �Il vecchio tasso�, tel. 0734 786008, cell. 3391533794.

T 1 T 1SCHEDA TEMATICA 1

TRADIZIONI MARCHIGIANE

BALLI POPOLARI: IL SALTARELLO

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Gruppo folklorico �Ortensia� di Ortezzano

DI ORIGINI ANTICHISSIME, IL SALTARELLO E’ UN BALLO POPOLARE DAL RITMO FRENETICO, CON CUI IL CONTADINO MARCHIGIANO ESPRIME-

VA NEL PASSATO LA SUA VITALITA’E LA SUA VOGLIA DI VIVERE, A DISPETTO DI UNA VITA FATTA DI STENTI E DI FATICHE. NEL NUOVO CONTESTO

URBANO E POST-INDUSTRIALE, ESSO RISCHIA L’ESTINZIONE, MA NUMEROSE ASSOCIAZIONI NE TUTELANO OGGI LA SOPRAVVIVENZA.

Diverse sono le associazioni che nella Pro-vincia di Fermo conservano la memoria delSaltarello, diffondendone la conoscenza,partecipando ad eventi pubblici, a festeo a manifeandoustazioni, in collaborazio-ne con enti ed istituzioni preposte allatutela delle tradizioni popolari. Chi fos-se interessato può contattare: �Centrostudi sul folklore piceno�, tel. 0734 778017,(www.folklorepiceno.it); �I mazzamurellide li Sibillini�, tel. 3335756408,(www.mazzamurelli.it); �La cucuma�, tel.3343193551, (www.lacucumafolk.it); �Grup-po folklorico Ortensia�, tel. 0734 777135,(www.ortensiafolk.it); �I ruspanti dellaVal D�Aso�, tel. 0734 931067,( w w w. i r u s p a n t i d e l l a v a l d a s o . i t )

PER CONOSCERE IL SALTARELLO

Il ballo ha origini antichissime, legate alla terraed alla ciclicità dei lavori agricoli, come moltedanze a tondo chepercuotono il terreno ,quasi a volerne svegliareil potere e l�energia vitale.Naturalmente, il ballo hasubìto nel corso del tempotrasformazioni eadattamenti dovuti aicambiamenti storici ed alsuccedersi delle civiltà,eppure è presumibile chela versione attuale, diderivazione otto-novecentesca, abbiaconservato il ritmodell�antica danza, e cioè iltempo ternario, ed ilcontesto entro cui essaveniva praticata, che èprincipalmente quellodella fine dei lavori piùimpegnativi nei campi,quando il contadinomarchigiano dimenticavala fatica bestiale e lamiseria cronica che loa t t a n a g l i a v aquotidianamente edesprimeva tutta la suavitalità e voglia di vivereal ritmo travolgentedell�organetto, diffusosinell�Ottocento eattualmente strumentoprincipale del ballo,accompagnato spesso daitamburelli. Il saltarello èanche una danza dicoppia, di corteggiamentoe di passione, che moltevolte si esprime in figuree movimenti di ballocarichi di allusioni

erotiche, ma quando si sviluppa nella formacantata dello stornello, si presta a veicolare con i

suoi versi i contenuti piùdisparati, come evidenziaun distico localmentemolto celebre: �voglia defatigà sardame �ddosso /fatiga tu patrò che io nonposso�. Attualmenteopera nel territorio unComitato per lo Studio ela Tutela del SaltarelloMarchigiano, che stapromuovendo una serie diiniziative pubbliche con loscopo di capire,documentare e studiare inmaniera approfondita esistematica questo ballo,che oggi, in un ambienteurbano e ormaid e c o n t e s t u a l i z z a t o ,rischia la sua totalee s t i n z i o n e .Recentemente si ètenuto un convegno aServigliano, per definire evagliare una proposta diinserimento del Saltarellonella convenzioneUnesco per la tutela delpatrimonio culturaleimmateriale dell�umanità.Per chi fosse interessatoall�argomento, o adavvicinarsi a questatradizione, offriamo unaserie di numeri telefonicie di siti web, percontattare e conoscerevarie associazioni che,nella Provincia di Fermo,studiano, tutelano econservano la memoria ela pratica del Saltarello.

CHIESE ROMANICHE DEI SIBILLINI

ALLA SCOPERTA DI ALCUNI GIOIELLI DELL�ARTE ROMANICA MARCHIGIANA

NELL�ALTA VALLE DELL�ASO, FRA I PAESAGGI ED I PANORAMI MOZZAFIATO DEI

MONTI SIBILLINI, CON SOSTA ENOGASTRONOMICA A CAMPOFILONE.

ITINERARIO 3

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La Chiesa di San Giorgio all�Isola

Il Monte Vettore visto dai prati di Vallegrascia: l�escursione offre panorami di incomparabile bellezza.

ITINERARIO 33 ITINERARIO

ITINERARIO STORICO-ARTISTICO-NATURALISTICO

CHIESE ROMANICHE DEI SIBILLINI

Il percorso stradale più rapido ecomodo per arrivare a Colle, fra-zione di Montegallo, punto dipartenza di questo itinerario.

L�ITINERARIO PREVEDE UNA BELLISSIMA PASSEGGIATA DA COLLE, FRAZIONE DI MONTEGALLO, ALLA CHIESA DI

S. MARIA IN PANTANO, FRA PANORAMI INDIMENTICABILI E MOZZAFIATO, E PROSEGUE FINO ALLA CHIESA DI S.

LORENZO IN VALLEGRASCIA. SULLA STRADA DEL RITORNO E� PREVISTA LA VISITA DI S. GIORGIO ALL�ISOLA, UN

ALTRO GIOIELLO DELL�ARTE ROMANICA, ED UNA GUSTOSA SOSTA ENOGASTRONOMICA A CAMPOFILONE

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Questa volta l�itinerario si snoda lungo laValdaso, che fa da confine fra le provincie di AscoliPiceno e Fermo, ed il percorso pro-posto prevede la visita di alcunechiese romaniche nei MontiSibillini, dei piccoli gioielli, pur-troppo non ben conservati, im-mersi nel verde e in un contestopanoramico e paesaggistico indi-menticabile: stiamo parlando del-le chiese di Santa Maria in Pan-tano, San Lorenzo in Vallegrasciae San Giorgio all�Isola. Partendoda Fermo la strada più bella èsenz�altro quella che, passandoper Monterubbiano, segue laValdaso fino a Comunanza, quin-di continua verso il Lago di Gerosa e giunge aMontegallo, frazione Colle, ma noi consigliamoil percorso riprodotto nella cartina, più lungo, maanche più rapido e comodo, obbligato nel caso ilgruppo di turisti sia così numeroso da doversiavvalere della corriera, come nei viaggi di istru-zione scolastici: infatti un mezzo così ingombran-te troverebbe serie difficoltà ad affrontare gliangusti tornanti che s�incontrano nell�ultimo trat-to stradale provenendo dalla Valdaso. Più tran-quilla è allora l�autostrada da San Giorgio fino aSan Benedetto del Tronto. All�uscita della citta-dina rivierasca si imbocca la superstrada per

Ascoli, da percorrere fino alla deviazione perComunanza: dopo la svolta si seguono le indica-

zioni per Montegallo, frazioneColle, punto di partenza per labellissima passeggiata che cicondurrà prima alla chiesa di San-ta Maria in Pantano e quindi aquella di San Lorenzo inVallegrascia. A tal fine è neces-sario contattare il comune diMontegallo, presso cui bisognacomunque prenotare l�aperturadella chiesa di Santa Maria, so-litamente chiusa: l�ente comuna-le avrà infatti cura di inviare inloco un dipendente che consen-tirà di visitare l�interno dell�edi-

ficio. Il numero per concordare e prenotare dataed orario è il seguente: 0736 806122.

ITINERARIO PER TUTTI COLORO CHE SONO DISPOSTI

AD AFFRONTARE UNA PASSEGGIATA DI ALMENO 1 h E 30�.DURATA: DAL MATTINO AL POMERIGGIO, DALLE ORE 8.00

ALLE ORE 18.00 CIRCA.

COSA PORTARE: DELLE SCARPE COMODE, CIBO E BEVAN-

DE, NEL CASO DI PRANZO �AL SACCO�, MA IN ZONA SONO

PRESENTI STRUTTURE DI RISTORO (VEDI RUBRICA �SLOW

TOURIST� NELLE PAGINE SEGUENTI).

CONSIGLI UTILI :

LA CHIESA DI SANTA MARIA IN PANTANOUNA CHIESA DI ARCAICA BELLEZZA, IMMERSA IN UNO SPLENDIDO SCENARIO NATURALISTICO

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Sopra: veduta del Monte Vettore dal Porticodella chiesa. Sotto: un particolare degli affre-schi che ne impreziosiscono l�interno

La piccola chiesa di SantaMaria in Pantano.

Interno: sono visibili l�alta-re e la parete affrescata.

Da Colle, si seguono le indicazioni per la chiesa:il sentiero è infatti ben segnalato e conosciuto

dagli abitanti delluogo. In mez-z�ora si arrivaalla �Fonte San-ta�, che è al cen-tro di un croceviae la cui acqua,secondo, la tradi-zione è miracolo-sa e salutare: aquesto puntobasta percorrerepoche decine dimetri svoltandoa sinistra per ar-rivare a destina-zione. Il colpo

d�occhio è superbo, non solo per l�arcaica ed arca-na bellezza di questa piccola chiesa, ma per lamaestosità del panorama: dal suo portico si godedi una vista stupenda del Monte Vettore, il piùalto dei Sibillini. Posta a 1159 metri s.l.m, SantaMaria in Pantano appare oggi isolata e periferi-ca, ma nel passato era molto più frequentata,perché situata lungo unavia di collegamento fraFermo e la Salaria, inun�epoca in cui il transi-to di pellegrini e merci fraMarche, Umbria e Laziosi avvaleva necessaria-mente di sentieri monta-ni. Fondata nell�VIII se-colo, attualmente lachiesa non presenta ele-menti strutturalidatabili prima del XVIsecolo. Frontalmentesono visibili un portico atre campate, che aderiscealla facciata, ed una velaove alloggia un�anticacampana bronzea. Subi-to dopo il portale, lastruttura esterna si al-laccia ad un corpomurario più antico, cheforma le ali del presbite-rio con due monoforemurate, individuabili sul

fianco destro. Dietro le ali del presbiterio c�è lasacrestia, che chiude l�edificio nell�arearetrostante l�al-tare maggiore.All�interno, nellac a m p a t ap r e s b i t e r i a l e ,sono presenti di-versi affreschi.L�altare è dipintocon motivi geo-metrici e floreali,mentre la volta,le pareti laterali ele parete di fondoevidenziano af-freschi diMartino Bonfinida Patrignone, ri-salenti al secondo decennio del XVII secolo. Sul-le pareti laterali sono rappresentate quattro sce-ne della vita di Maria, affiancate in basso da quat-tro profeti dell�Antico Testamento ed in alto daquattro sibille, in una curiosa mescolanza diprofetismo cristiano e pagano. Nella parete difondo è dipinto il Padreterno con una gloria di an-

geli. L�edicola posta die-tro l�altare racchiude unascultura quattrocentescadella Madonna con bam-bino, mentre ai lati sonovisibili altre due edicolefrontonate contenentidelle finestre dipinte. Laparete di sinistra, nei ri-quadri centrali, mostrala Natività eL�Annuciazione (vedifoto a fondo pagina).Dopo aver sostato inquesta chiesa si ripren-de il cammino verso la�Fonte Santa�, imboc-cando il sentiero a sini-stra: ci aspetta almenoun� ora di marcia per ar-rivare a San Lorenzo inVallegrascia, ma i super-bi panorami di cui potre-mo godere durante il tra-gitto compenseranno am-piamente la nostra fatica.

CHIESA DI SAN LORENZO IN VALLEGRASCIAANCORA UN PICCOLO GIOIELLO DELL�ARTE ROMANICA IN GRADO DI SORPRENDERE IL VISITATORE

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A sinistra, datata XI secolo, è riprodotta una delle due lastre scolpitecon scene evangeliche; a destra la chiesa come appare dall�altare.

Motivi decora-tivi sui capitel-li della cripta.

La chiesa di San Lorenzo Interno: San Lorenzo

Superati i panora-mici prati diVallegrascia, siscende seguendoil sentiero finoalla frazione omo-nima del comunedi Montemona-co. Altri 15, 20 mi-nuti e si arrivaalla non lontanachiesa di San Lo-renzo. Di originefarfense, la suafondazione risaleal XII secolo. Ilposto in cui sor-

ge, che appare oggi del tutto periferico,nel passato era un passaggio obbligatoper i mietitori, che dalle terre nursine,attraverso il passo del Galluccio,l�altopiano di Santa Maria in Pantanoe Vallegrascia, confluivano verso il fiu-me Aso e quindi verso i porti della co-sta adriatica. La struttura della chiesaè in pietra arenaria, con un campanileaddossato sul lato tergale e un�absidesemicircolare segnata ritmicamente daesili colonne coronate da archivolti pen-sili. L�interno, che in verità risulta piut-tosto degradato, presenta due navate,una medioevale e l�altra aggiunta nelXVI secolo. Ben evidente, a sinistradell�altare, appare una statua del san-to a cui è votata la chiesa, ma i pezzipiù interessanti sono costituiti dalledue lastre dell�XI secolo, di un�arcaicae suggestiva bellezza, scolpite ad opera degli ar-tisti Guitonio ed Atto: sulla lastra oggi posizio-nata a sini-stra dellapiù anticanavata, ap-pare unarosa a seipetali inseri-ta in un cer-chio e sor-montata dauna croce;appena visi-bile, a sini-

stra della croce, lacreazione di Evadalla costola diAdamo. Sulla la-stra posizionata adestra prevalgonoimmagini dal com-plesso significatosimbolico ed epi-sodi evangelicicome la natività ela crocifissione(vedere la foto inbasso a sinistra).Da notare, in par-ticolare, è la croce,che presenta sei

bracci, in evidente relazione con il fiorea sei petali dell�altro pluteo, a ricordodel famoso monogramma di Cristo.Ambedue le opere erano parte dellarecinzione che in origine racchiudeva ilpresbiterio della piccola chiesa medioe-vale. Dal presbiterio è possibile acce-dere alla cripta sottostante, caratteriz-zata da un colonnato impreziosito da ca-pitelli scolpiti a motivi zoomorfi efloreali a foglie d�acanto, di primitivama grande suggestione. Contemplatoper l�ultima volta lo scenario naturalecostituito dai Sibillini, di cui si può go-dere dal piazzale antistante la chiesa,possiamo riprendere il nostro viaggio,che ci condurrà adesso a San Giorgioall�Isola, distante alcuni chilometri eraggiungibile necessariamente in mac-china o in corriera. Si tenga presente

che la chiesa di San Lorenzo e quella di San Gior-gio, che ci apprestiamo a visitare, sono collocate

nel territoriodi Monte-monaco, percui la loroapertura vap r e n o t a t apresso gliuffici di que-sto comuneal seguentenumero te-l e f o n i c o :0736 856141.

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LA CHIESA DI SAN GIORGIO ALL�ISOLAIN UN LUOGO AMENO, UNA BELLISSIMA CHIESETTA IMPREZIOSITA DA VIVACI AFFRESCHI

L�interno della chiesa di San Giorgio

La chiesa di San Giorgioall�Isola vista dall�esterno

Dietro l�altare è visibilel�immagine di San Giorgio

Seguendo la strada che fiancheggia il fiume Asoin direzione Comunanza, il visitatore incontra lafrazione di San Giorgio al-l�Isola: la chiesa appare sulladestra, in un contesto am-bientale davvero ameno,soprattutto in primavera,quando il prato antistantela facciata è fiorito ed è vi-sibile sullo sfondo il Lagodi Gerosa. Edificata intor-no all�XI secolo, il suo im-pianto originario prevedevaun�unica navata, orientatalungo l�asse Ovest-Est.Nel XVI secolo venneroaggiunte una seconda nava-ta, una sacrestia sul latoopposto e una torre sulla facciata, che presentaalla base un criptoportico con volta ogivale e allasommità una struttura a vela, dove alloggiano lecampane. Verso Oriente l�edificio è chiuso daun�abside semicircolare. All�interno dell�edificiola navata originale è divisa in tre campate irrego-lari da pilastri che sorreggono due archi ogivali.Ai lati delle campate, sui pilastri e dietro l�alta-re, si notano vari affreschi che rappresentano di-versi santi (San Sebastiano, Sant�Antonio Aba-te, San Bartolomeo, San Giorgio), ma anche unaMadonna con Bambino e una Crocefissione, tuttirisalenti al XVI secolo ed attribuiti a Giacomo

Agnelli diPatrignone, unautore minoredella pitturap o p o l a r emarchigiana. In-teressante è ilbaldacchino ad-dossato sullosfondo, che recavisibile la datadella sua costru-zione, il 1555, edoffre allo sguardodel visitatoremolte immaginivotive, fra cuiquella del Santo

che dà il nome alla chiesa, raffigurato secondo latradizione, in groppa ad un cavallo mentre con lalancia trafigge il drago. Altrettanto importante è

l�abside, che custodisce resti di affreschibizantineggianti del XII secolo, raffiguranti la

�Deesis�, o �grande Pre-ghiera�, con al centro la fi-gura aureolata del CristoPantocratore. Alla sua de-stra è visibile la Madonna,alla sua sinistra San Gio-vanni. Nei pressi dellamonofora centrale, da unlato sono riconoscibili i san-ti Paolo, Andrea, Filippo,Giacomo e Bartolomeo,mentre dall�altro lato emer-ge la figura di San Pietro.Terminata la visita dellachiesa, possiamo riprende-re il nostro viaggio, con de-

stinazione Campofilone, un paese della provin-cia di Fermo prossimo alla costa, ma questa voltapassando lungo la Valdaso, seguendo le indica-zioni per Comunanza e quindi per Pedaso.

AUTO O CORRIERA? ALCUNI CONSIGLI UTILI.

I gruppi numerosi che intraprendono l�itinerario conla corriera, dovranno dare indicazioni all�autista af-finché, arrivato a Colle, torni indietro a Montegallo,per poi dirigersi alla chiesa di San Lorenzo, nel co-mune di Montemonaco, dove attenderà il gruppodegli escursionisti al termine della sua camminata, eproseguirà ilviaggio versoSan Giorgio al-l�Isola e , ultimat a p p a ,Campofilone. Ipiccoli gruppidotati di macchi-na, è meglio chesi fermino ai pa-noramici prati diVallegrascia, so-pra Santa Mariain Pantano, perpoi percorrere aritroso lo stessosentiero e recupe-rare l�auto, rag-giungendo con tale mezzo la chiesa di San Lorenzo ele località successive, a meno che non siano dispostia raddoppiare la durata della camminata.

,

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ENOGASTRONOMIA A CAMPOFILONEANCHE QUESTO PERCORSO PREVEDE UNA SOSTA PER CONOSCERE LE TRADIZIONI

ENOGASTRONOMICHE DEL FERMANO, CHE A CAMPOFILONE VANTANO PRODOTTI DI ECCELLENZA

Panorama dall�azienda vi-nicola di Castello Fageto

Una veduta delle canti-ne di Castello Fageto

L�ultima tappa del nostro itinerario prevede l�or-mai consueto incontro con la tradizione enogastro-nomica del Fermano. Seguendo la Valdaso arri-

viamo a Cam-pofilone, ma sen-za svoltare ver-so il paese, che èin cima alla colli-na: proseguiamoinvece per pocoverso Pedaso,fino a svoltare adestra seguendol�indicazione perl � A z i e n d av i t i v i n i c o l a� C a s t e l l oFageto�. Il luo-go è splendido,con vista mare e

delle bellissime cantine, dove ci accoglie il pro-prietario, sig. Claudio di Ruscio, erede di un�espe-rienza accumulata ormai da tre generazioni, cheha partecipato con successo ed attivamente allarivoluzione qualitativa che ha coinvolto negli ul-timi anni il mondo del vino. 18 ettari di terrenosono impegnati nella viticultura e grazie alle par-ticolari condizioni pedoclimatiche, alla cura nellascelta clonale delle barbatelle ed alla collabora-zione dell�enologo Pierluigi Lorenzetti, l�aziendaè in grado di produrre vini di qualità biologici,sani e dal carattere tipico. Citiamo, fra i vini cheè possibile acquistare ed assaggiare, Il �Fanèsia�,il �Letizia�, il �Falerio�, il �Bianco di Elisena�, il�Novello� ed il �Fiore�, tutti eccellenti e delizio-si. Naturalmente, essendo il nostro gruppo nu-meroso, è stato possibile organizzare a CastelloFageto un incontro di più produttori della zona e

fra questi non poteva mancare il sig. LuigiRecchi, a capo di una fattoria biologica consede nel vicino paese di Petritoli, che produce ali-menti, carni e prodotti insaccati di alta qualità,indispensabili per onorare gli ottimi vini e da que-sti onorati ed esaltati a loro volta. Possiamo as-sicurarvi che l�incontro è stato un vero trionfo deisensi, consigliabile vivamente, coronato con i pro-dotti dell�Azienda agribiologica dei F.lliMalavolta, con sede a Marina di Massignano,che ha proposto frutta e confetture di marmella-ta. Particolarmente apprezzata è stata la marmel-lata biologica al cocomero, ma vi possiamo assi-curare che anche quelle alla pesca ed alla ciliegiasono eccellenti. Come abbiamo già spiegato inprecedenza, un incontro come quello da noi speri-mentato e proposto è pensabile solo nel caso digruppi numerosi, alrtimenti il visitatore dovrà ri-volgersi alle sin-gole aziende perl�assaggio e l�ac-quisto dei pro-dotti. Noi fornia-mo qui i recapititelefonici e gli in-dirizzi per chi vo-lesse concordaredegli incontri:Azienda Agri-cola TerraFageto, tel. 0734931784, E-mail:[email protected];M a l a v o l t aA g r i c o l c i t u r abiologica, tel. 0735 778079, E-mail:[email protected]; Fattoria Biologica

R ecchi Luigi , tel . 0734 658646.

Anche in questo caso, per i turisti che avessero un maggior tempo a disposizione ed il desideriodi soggiornare qualche giorno in più nei luoghi descritti, forniamo qualche indirizzo utile.Montemonaco: Hotel Monti Azzurri, Via Roma 18; La Cittadella dei Monti Sibillini,equidistante da San Lorenzo e San Giorgio all�Isola; Montegallo: Hotel Vettore, localitàBalzo; Campofilone: Hotel Perla, località Pontenina, Marina di Campofilone. Numerosisono comunque in tutti e tre i comuni le pensioni, gli agriturismi ed i Bed & breakfast.

PASSEGGIATA ARCHEOLOGICA A FALERONEITINERARIO 4

UN�ESCURSIONE CHE CI RIPORTA INDIETRO NEL TEMPO, ALL�EPOCA ROMANA ED AL PERI-ODO BUIO DELL�ALTO MEDIOEVO: UN TUFFO NELLA STORIA E NEL TIPICO PAESAGGIOMARCHIGIANO, SENZA TRASCURARE LE TRADIZIONI ENOGASTRONOMICHE REGIONALI.

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ITINERARIO4 4ITINERARIO

I due possibili percorsi per arrivare da Fermo a Falerone, meta del quartoitinerario. In entrambe le varianti il tempo di percorrenza è analogo.

PERCORSO STORICO, ARTISTICO, ARCHEOLOGICO

PASSEGGIATA ARCHEOLOGICA A FALERONE

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Una suggestiva veduta dei Monti Sibillini da Falerone.

IL NOSTRO PERCORSO QUESTA VOLTA PARTE DAL PAESE DI FALERONE, DAL SUO MUSEO COMUNALE, CHE CICONSENTE DI IMMERGERCI NELLA STORIA ROMANA, PER CONTINUARE CON UNA PASSEGGIATA NEL PAR-CO ARCHEOLOGICO, NELLA PARTE BASSA DEL PAESE, FINO A RAGGIUNGERE LA CHIESA DI SAN PAOLINO, DISTILE ROMANICO, MA COSTRUITA SU PRESISTENZE DI EPOCA LONGOBARDA, IN UN CONTESTOPAESAGGISTICO AMENO E SUGGESTIVO. COME TRADIZIONE, L�ESCURSIONE TERMINA CON UN ASSAGGIODI PRODOTTI ENOGASTRONOMICI DI AZIENDE LOCALI DI QUALITA� PRESSO L�AGRITURISMO BONFIGLI

NOTIZIE UTILI E CONSIGLI

ITINERARIO PER TUTTI, ADULTI, ANZIANI, BAMBINI, PUR-

CH� DISPOSTI A

FARE UNA PAS-

SEGGIATA IN

CAMPAGNA.

DURATA: DAL

MATTINO AL

TARDO POME-

RIGGIO , INDI-

CATIVAMENTE,

DALLE ORE 8.00

ALLE ORE 18.00.

COSA PORTA-

RE: DELLE SCAR-

PE COMODE,

CIBO E BEVAN-

DE, SE SI OPTA

PER IL PRANZO

�AL SACCO�, MA

NELLA ZONA

SONO PRESEN-

TI STRUTTURE

DI RISTORO.

Raggiungere Falerone è facile: partendo da Fer-mo basta dirigersi verso la frazione Campiglione,seguendo le indicazioni per Amandola. Imbocca-ta la statale210 si conti-nua dritti,senza svolta-re, fino a rag-giungere Pia-ne diFalerone. Laparziale de-viazione lun-go la Vald�Ete sugge-rita dalla car-tina a fianco,cost i tu isceuna possibilealternativa,che prospettaperò analoghitempi dipercorrenza. Arrivati a Piane di Falerone bastadeviare a destra seguendo le indicazioni per rag-giungere il centro storico, che è adagiato sulla som-mità di unapanoramicacollina. La no-stra escursio-ne infatti co-mincia dallaparte alta diFa l e r o n e ,dove è situa-to il Museoarcheologicoc o m u n a l e� Pa m p i l i oBonvicini�,adiacente laChiesa di S.Fo r t u n a t o .Per visitare lastruttura e la

vicina chiesa, che ospita una bellissima tavola diVittore Crivelli, ma anche per essere guidati lun-go la passeggiata nel parco archeologico ed acce-

dere allachiesa di SanPaolino, altri-menti chiu-sa, è indi-spensabi lep r e n o t a r epresso l�enteComunale:per informa-zioni diamoal turista unnumero uti-le, quello del-la brava egentile An-gelica DeFloris, che èil seguente:3202693190

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Vittore Crivelli: Madon-na adorante il Bambino

Una sala del museo archeologico comunale �P. Bonvicini�

IL MUSEO ARCHEOLOGICO COMUNALE DI FALERONEFORSE PERCHE� OSPITATA IN UN PICCOLO PAESE, LA STRUTTURA MUSEALE STUPISCE: E� PIUTTOSTO AMPIA,MODERNA ED EFFICACEMENTE ORGANIZZATA, ARRICCHITA DAI NUMEROSI REPERTI PROVENIENTI DAL-L�ANTICA FALERIO PICENUS. LA VISITA COSTITUISCE UNA PROPEDEUTICA PREMESSA ALLA PASSEGGIATALUNGO LA STORIA CHE CI ACCINGIAMO A FARE CON QUESTO ITINERARIO, DALL�EPOCA PICENA A QUELLAROMANA, FINO ALLA DECADENZA, ALL�OCCUPAZIONE LONGOBARDA E ALL�AVVENTO DEL MEDIOEVO.

UNA PIACEVOLE E INASPETTATA SORPRESA

L�attuale spazio espositivo è stato inaugurato nel2003 ed occupa le sale dell�ex convento dell�ordi-ne francescano, a ridosso della chie-sa di San Fortunato, fondata alla finedel XIII Secolo e di origini romani-che. Poiché i locali sono comunican-ti, prima di iniziare la visitadell�antiquarium è consigliabile dareun�occhiata alla chiesa, che ospitauna bellissima tavola di VittoreCrivelli, una �Madonna adorante ilBambino�, commissionata dalla co-munità di Falerone intorno al 1484,quando la città era alle prese conun�epidemia di peste. Colpiscono inquest�opera il raffinatobilanciamento dei volumi e i delica-ti e mesti tratti di Maria e dei dueangeli suonatori. Il Museo adiacen-te è invece ben organizzato secon-do finalità didattico-informative che consentonoal visitatore di comprendere le diverse fasi stori-che vissute dal territoriofaleronense. L�allestimentoprevede delle sezionitematiche, con corrispondentipannelli illustrativi per facili-tare la fruizione dei molteplicireperti (circa 300 pezzi), chevanno dall�epoca picena fino alperiodo della dominazionelongobarda. Fra gli oggetti di maggior interessesono da segnalare un�erma acefala di Eracle, unpossente torsomaschile di scuo-la ellenistica, lastatua di Cerereacefala risalenteall�età antonina,una statua viriletogata che colpi-sce per l�accura-ta resa delpanneggio, unmagnifico mo-saico che raffi-gura un uccellosu un ramo dimelograno. Nu-

L’iscrizione di Volveto ( Sec. VIII d.C.)

merose sono le urne cinerarie e le steli sepolcrali,ma degna di nota è la ricostruzione di una tomba

romana, dotata di un corredo costi-tuito da manufatti rinvenuti nellanecropoli dell�antica FalerioPicenus, sita nel territorio dell�at-tuale frazione di Piane di Falerone.Infine segnaliamo anche la presen-za di una lapide marmorea, la co-siddetta �Iscrizione di Volveto�, senon altro perché proveniente dallachiesa di San Paolino, uno dei luo-ghi più suggestivi che visiteremonel contesto del presenteitinerario.Incisa in un rozzo esgrammaticato latino, essa provache tale chiesa, risalente al XIII Se-colo, è stata costruita supresistenze più antiche, che riman-dano al periodo longobardo. L�iscri-

zione recita quanto segue: �Nel nome di Dio, re-gnando il Signore nostro Desiderio, uomo eccellen-

te, re della gente dei Longobardi,nell�anno della pietà sua nelnome di Dio tredicesimo eugualmente regnando il signorenostro Adelchi, suo figlio, nel-l�anno del suo felicissimo regnonel nome di Cristo undicesimo,ossia al tempo di Tasbuno, ducadella città Fermana, nel mese di

gennaio dell�indizione ottava, in questo luogoVolveto fece la tomba per sé e per tutti i suoi.�

:

INDICAZIONI

U T I L I

Forniamo, comeconsuetudine,alcuni riferimen-ti utili . Il mu-seo archeologicoè sito pressol �ex-conventoSan Francesco,Piazza della Li-bertà, 1; E-mail:s e g r e t e r i a @comunefalerone.it;info Parco archeo-logico: 333 5816389

UN�ALTRA BELLA E IMPREVISTA SCOPERTA

IL PARCO ARCHEOLOGICO DI �FALERIO PICENO�

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IMMERSO IN UNA RIDENTE CAMPAGNA, IL PARCO ARCHEOLOGICO REGIONALE DI �FALERIO PICENO� E� SI-TUATO NELL�ATTUALE FRAZIONE DI PIANE DI FALERONE, A CIRCA 2 KM DAL PAESE. QUI E� POSSIBILE AMMIRA-RE UN TEATRO ROMANO, IN OTTIMO STATO DI CONSERVAZIONE, UN ANFITEATRO, DELLE CISTERNE, I RESTIDI UN NINFEO E DELLE TERME, TUTTI RAGGIUNGIBILI CON UNA PIACEVOLE PASSEGGIATA IN PIANURA.

I resti del teatro romano di Falerio Picenus, risalenti all�inizio del I Secolo d.C.

Una parte dell�ampio e possente muro perimetrale che delimitava l� anfiteatro romano

Le cisterne per il rifornimento idrico della città

Il parco archeologico si estende vicino alla stata-le che collega Falerone a Fermo. Chi viene dallacosta, giun-to alla fra-zione di Pia-ne diFaerone, tro-va sulla de-stra le indi-cazioni per ilteatro roma-no . Per rag-g i u n g e r l obasta percorrere poche centinaia di metri: la no-stra escursione a piedi inizia da qui. Si tenga pre-sente che la struttura è protetta da recinzione ela sua visita è collegata a quella del museo ar-cheologico, per cui prenotando e pagando il bi-glietto si ha accesso ad ambedue i luoghi e, vo-lendo, anche alla chiesa diSan Paolino , da poco re-staurata, che sarà la succes-siva meta del nostro itine-rario. E� disponibile anchela guida, gentile, prepara-ta e di cui vale certo la penaavvalersi, per trasformarela passeggiata in una verae propria peripatetica lezio-ne di storia. Il teatro è si-curamente uno dei meglioconservati delle Marche e costituisce oggi la piùsignificativa testimonianza dell�antica FalerioPicenus. Esso è ancora in uso, poiché nei suoi spazisi tiene la stagione teatrale e musicale program-mata dall�Amministrazione comunale e dall�As-sociazione marchigiana per le attività teatrali.L�area comprende un ampio parcheggio, serviziigienici e unpunto di ri-storo, infunzione peròsolo in occa-sione deglis p e t t a c o l iestivi. L�edi-ficio è datatoall�inizio del Isec. d.C.,

con restauri di età tiberiana e antonina. La caveaha un diametro di m 50, ed è sostenuta da

sostruzionia volta. Al-l�esterno las t r u t t u r amostra unprospetto adarchi, deiquali resta-no le basi diforma qua-drata con

semicolonne rivestite un tempo di marmo. Con-servato è pure il proscenio, che delimita l�orche-stra, con struttura a nicchie semicircolari decora-te anch�esse con marmo. Dal teatro vengono duestatue di Cerere, conservate presso il localemuseo civico, e altre due, un Giove con lo scudo

e la c.d. �Venere diFalerone�, ospitate alLouvre di Parigi. A circaduecento metri dal teatro,sono visibili i resti delle ci-sterne romane, di piantatrapezoidale, che riforniva-no d�acqua la città pocodistante, ma sita appenapiù in basso . Nei pressidelle cisterne si trovano iresti di un ninfeo, che fan-

no da fondamenta ad una piccola casa colonicaabbandonata. Seguendo il sentiero, si giunge airuderi dell�anfiteatro, che ai suoi tempi potevacontenere oltre 5000 spettatori. La parte internadi questo monumento, la più significativa, fa damuro di cinta ad un giardino privato, per cui chivolesse osservare da vicino deve educatamente

chiedere l�ac-cesso ai pro-prietari, peraltro genti-lissimi e di-s p o n i b i l i .Purtroppo,appena piùavanti, pocorimane oggidelle terme.

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La chiesa rurale di San Paolino (XII Secolo)

LA CHIESA RURALE DI SAN PAOLINO

UNA PREZIOSA TESTIMONIANZA DI ARCHITETTURA GOTICO-ROMANICA

COSTRUITA SU PRESISTENZE DI ORIGINI LONGOBARDE, L�ATTUALE CHIESA FU EDIFICATAFRA LA FINE DEL XII E L�INIZIO DEL XIII SECOLO, IN UN LUOGO ANCORA OGGI PANORAMICOED AMENO, OFFRENDO AL VISITATORE L�ESPERIENZA DELL� AUSTERA E ASCETICASPIRITUALITA� MEDIOEVALE. FORTE E� LA SUGGESTIONE SUSCITATA DALLA PRESENZA DITANTI ELEMENTI ICONOGRAFICI CHE RIMANDANO AL SIMBOLISMO TIPICO DELL�EPOCA.

Una veduta dell�interno della chiesa di San Paolino

�Il cavaliere �: bassorilievo sul-la facciata della chiesa.

Il �Nodo dell�Apocalisse�: unsimbolo fra i più ricorrenti.

La chiesa di San Paolino sorge a pochi Km daFalerone, appartata sullasommità di una collinache domina la valle delTenna e la pianura su cuiun tempo si estendeva laromana Falerio Picenus,edificata dopo il 29 a.C.per volere dell�imperato-re Ottaviano Augusto.Su questo luogo, sacrogià in epoca precristiana,la chiesa sembra sia sta-ta inizialmente costruitaal tempo della dominazio-ne longobarda (VII-VIII secolo), come attestanoalcune tombe e presistenze individuate in loco, ecome testimonia �l�iscrizione di Volveto� conser-vata nel museo di Falerone. Nei secoli successi-vi l�edificio ha subito numerose trasformazioni,

ma la chiesa attua-le nasce tra la finedel XII e l�inizio delXIII secolo, comeevidenziato dallacontemporanea pre-senza di caratteriromanici e gotici. Lesue dimensionisono contenute ,con una pianta ret-

tangolare, un�unica navata ed un�abside circola-re. Sulle pareti laterali della navata sono inne-state due arcate a forma ogivale per il sostegnodel tetto. Addossato alla parete di Nord Ovest,a sinistra della navata,sorge un massiccio cam-panile, con monofore sot-tili al piano terra ed unaelegante bifora nella par-te superiore. La pareteopposta presenta deicontrafforti simmetrici alcampanile ed alcuni sim-boli, incisi in pietra diarenaria, molto interes-santi: si tratta del �Nododell�Apocalisse�, visibile

anche sulla facciata e all�interno del tempio, e della�Croce filiforme�. Untempo, sulla parete diSud Est era presente an-che una �Triplice cintadruidica�, oggi cancella-ta: tutti questi simbolihanno un particolare va-lore iconografico, perchéin genere sono presenti inedifici di pertinenzatemplare e sembrerebbe-ro suggerire la presenzao il passaggio dei cava-lieri templari anche in

questa chiesa, prima che il loro ordine monasti-co-militare, nato dopo la prima Crociata, venis-se soppresso per eresia nel 1312. L�ingresso all�in-terno avviene tramite un portale collocato sullaparete di Sud Ovest, sormontato da una lunettasemicircolare deli-mitata da unarchinvolto. Anchequesta parete è ric-ca di elementiiconografici: simbolisolari, rosetteceltiche, motivifitomorfici e, a de-stra del portale,una stella a cinquepunte ed un cavaliere. Spesso compare il temavegetale della foglia di quercia, albero sacro aidruidi, che sembra prospettare un qualche lega-me fra i costruttori dell�edificio e la cultura e la

spiritualità del mondoceltico. Il timpano dellafacciata è dominato da unpiccolo gruppo scultoreoformato dalle figure delserpente e dell�ariete, conil primo che signoreggiae svetta sul secondo, a si-gnificare la sapienza e laconoscenza che domina-no le pulsioni ancestralie gli istinti animaleschi.All�interno dell�edificio la

piccola abside centrale è delimi-tata da pilastri addossati allemura, che terminano con capitel-li su cui sono scolpite crocitemplari e sottili foglie d�acquastilizzate. La parete Sud Est del-la navata corrisponde al lato so-lare della chiesa (a dx dell�absi-de). Qui troviamo un capitelloparticolarmente significativo,perché su una trama di foglie d�al-loro e di palme, riproduce un�aquila, simbolo regale del Sole,quindi di Cristo salvatore e lucedel mondo. La parete di NordOvest corrisponde invece al latolunare della chiesa (a sx dell�ab-side), associato all�elemento del-l�acqua. Anche qui troviamo un capitello simileal precedente, ma ornato dafoglie d�acqua e raffigurante,ancora una volta, un cavallo,animale sacro a Nettuno, diodegli oceani, ma anche ulterio-re indizio della presenza di or-dini cavallereschi in questotempio. Sulla parete di fondodella chiesa, in alto e ai lati del-l�abside centrale, sono presentidue gruppi di icone. Nel pan-nello principale del gruppo disinistra sono evidenti inquie-tanti esseri ibridi e zoomorfi,che simboleggiano gli istintiprimordiali e animaleschi del-l�uomo, con tutte le tentazio-ni che ne derivano, dominati da una figura che

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Veduta dell�ingresso dall�interno

I due gruppi di icone presenti sul lato sinistro(sopra) e destro (sotto) dell�abside

IL SIGNIFICATO DI ALCUNI SIMBOLI UTILIZZATI DAI TEMPLARI

Il Nodo dell�Apocalisse: I quattro �nodi� , cheinteragiscono con le quattro porzioni di cerchio, rap-presentano i quattro elementi (Fuoco, Acqua, Ter-ra, Aria) perfettamentearmonizzati tra loro, chein questo modo�rifioriscono� per genera-re l�armonia nel dominiodei due mondi: quello cele-ste e quello terreno. Sim-boleggiano anche i quattroEvangelisti, o ilTetramorfo, in riferimen-to ai quattro esseri de-scritti nell�Apocalisse.

La Triplice cinta druidica: questo segno indica checi si trova in un luogo che rappresenta l�Omphalos(l�ombelico) della zona, il punto centrale di un ter-

ritorio da cui si dipananoenergie fisiche, telluriche,magnetiche, cosmiche, edin cui può moltiplicarsianche la forza spiritualeemessa da uomini in pre-ghiera. Nel Medioevoveniva incisa in numero-se cattedrali e chiese go-tiche, contrassegnate, se-condo i templari, da unforte valore sacrale.

Il suggestivo panorama visibile tra San Paolino ela vicina �Azienda Agrituristica Bonfigli�.

rappresenta il cristiano, armatodi virtù e vittorioso sul male.Abbiamo poi il Nododell�Apocalisse già visto al-l�esterno, la presenza di due an-geli alleati dell�uomo nella lottacontro il peccato, formelle con se-gni fitomorfici e una rosettaceltica. Il gruppo di destra appa-re incompleto, ma si riconosconoun serpente e delle pantere scol-pite insieme ad una palma, sim-bolo di vittoria e rigenerazione.Completano l�insieme un intrec-cio con simboli d�acqua, altre ro-sette e simboli solari, unpentacolo circondato da simboliceltici ed infine una sirena, tra-

dizionalmente espressione dei vizi e delle pas-sioni che conducono l�uomoalla dannazione. Merita de-cisamente una visita questabellissima chiesa, che secondola tradizione medioevale, costi-tuisce un� allegoria della lottatra bene e male, tra vita e morte,destinata a chi, analfabeta ocolto, sapeva comprendere illinguaggio dei simboli nei suoivari livelli, essoterici oe s o t e r i c o - i n i z i a t i c i .

Ringraziamo l�ing. LuiginoMoglianesi, per le informazio-ni che su questa chiesa ha gene-rosamente messo a nostra dispo-

sizione: il suo aiuto è stato davvero prezioso.

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IL MOMENTO DEL GUSTO E DEI SAPORI TRADIZIONALIOLIO, VINO, SALUMI E PANE, SONO TRA LE COLONNE PORTANTI DELLA TRADIZIONE ALIMENTARE MARCHIGIANA: GRAZIE ADALCUNI IMPRENDITORI LOCALI GIUSTAMENTE ORGOGLIOSI DEI LORO PRODOTTI DI ECCELLENZA, L�AGRITURISMO BONFIGLI FADA CORNICE ED ACCOGLIE IL NOSTRO ATTESO E CONSUETO APPUNTAMENTO CON L�ENOGASTRONOMIA LOCALE.

L�Agriturismo Bonfigli, nei pressi di San Paolino

Agriturismo Bonfigli: il locale, conservato secon-do tradizione, dove si produceva il �Vino cotto�

Oltre all�Agriturismo Bonfigli, sono presenti altriluoghi di accoglienza eristoro a Falerone edintorni. Bed &Breakfast: �Leonerosso�, ContradaPatrignone 11, 63837Falerone (FM), tel.3284015590. Alberghi:Hotel �S. Marco�, viaGiuseppe Garibaldi 6,63839 Servigliano (FM),tel. 0734 750761;; Hotel

L�Agriturismo Bonfigli si trova vicino la chiesa diSan Paolino, in contrada Piagge 2, in una casa del-l�Ottocento restaurata nel rispetto della struttura edei materiali originari.L�edificio è dotato di quat-tro alloggi provvisti di ba-gno interno, di una sala ri-creativa e di una sala dapranzo. All�esterno trovia-mo un bel giardino, con unapiscina da cui si gode unastupenda vista dei MontiSibillini e di un territorio checonserva tutte le caratteri-stiche tipiche del paesaggiorurale marchigiano ancoraintegro ed armonico. Il marchio Bonfigli non denotaperò solo un agriturismo di qualità, ma anche un�azien-da agraria molto nota nella zona, che gestita oggi dal-la famiglia Sponza , produce ottimo miele biologicod�acacia e millefiori, una bevanda alcolica caratteri-stica del Piceno come il �vino cotto�, ottenuto nelrispetto dei metodi tradizionali, e soprattuto olio dioliva, in particolare di olive di Piantone faleronense edi Cornetta marchigiana, coltivate e spremute in pro-prio. Chi fino ad ora ha avuto esperienza del solo olioda supermercato, si faccia pur guidare nell�assaggiodal signor Bruno Sponza, che con la sua disponibilità,gentilezza e sapienza, lo introdurrà in un nuovo e sor-prendente universo (per contatti: tel. 0734 710158;email: [email protected]). Ma nei localidell�agriturismo, a deliziare i nostri sensi, sono con-venuti anche altri imprenditori locali con prodotti bio-logici e di qualità. Molto apprezzati sono stati i Vini

�Oscar e Amorina� (4 stelle), via Faleriense Ovest69, 63833 Piane diMontegiorgio (FM), tel.0734 967351; Ristoranti:�Arte del gusto�, viaFaleriense, 63837 Piane diFalerone (FM), tel. 0734759678; �Delle loggette�,via Bellini 38, 63837Falerone (FM), tel. 0734710143; �L�oasi�, via dellaResistenza 157/A, Falerone(FM), tel. 0734 277135.

Remia, un�altra azienda faleronense vitivinicola, dicui menzioniamo il �Rosso Farfense�, dal sapore aro-matico, e il �Bianco del Poggio�, dal delicato profu-

mo, ma a noi sono piaciutimolto il �Pecorino� e la�Passerina�, per non parla-re del �Falerio� e del �Ros-so Piceno�. L�azienda diRemia Giacomo è sita invia Madonna del Molino20 , tel. 0734 750060.L�Azienda agricola deiF.lli Loddo, titolari anchedell� agriturismo �La casadel mirto�, a BelmontePiceno, in contrada Colle

Ete 33 (tel. 3397623565), ha offerto invece degli ottimiformaggi di pecora e di capra, tutti rigorosamente bio-logici e deliziosi al palato. Biologici sono stati anchegli insaccati, e fantastico si è dimostrato il ciauscolo,della Fattoria di Doriano Scibè, che alleva suini,bovini, ovini e animali da cortile, la cui carne distribu-isce e consegna a domicilio. Tutta la sua produzioneaziendale è certificata biologica sin dagli anni �80 ediffusa anche tramite uno spaccio aziendale sito a ViaPasso di Colle 15, Grottazzolina, tel. 0734 632619. Na-turalmente, in un appuntamento enogastronomico nonpuò mancare il pane, offerto da CuoreBio, fatto confarine provenienti da grani genuini, coltivati in terrenisani ed esenti da aggiuntivi chimici ed inquinanti. Inegozi CuoreBio offrono infatti solo prodotti alimen-tari biologici certificati. Per contatti, o informazioni,ci si può rivolgere al punto vendita di Fermo, in viaSalvo d�Acquisto, 22/A, tel. 0734 610938.