corsocavour.info: il periodico del pd città di pavia - settembre

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Bilanci comunali: 5 milioni in meno alla città di Pavia Raccolta differenziata, in centro troppa spazzatura Pendolari pronti alla class action contro le ferrovie Mobilità, la resistenza del ciclista urbano Punta Est: residenze universitarie o di lusso? Consumo consapevole col Gas di Pavia PERIODICODEMOCRATICO ottobre 2011 numero 3 3 4 6 7 11 13 a pag 3 E adesso chi paga? Lo Stato taglia i fondi ai Comuni. La giunta Cattaneo dichiara di non voler mettere le mani nelle tasche dei cittadini. Forse che allora ridurrà i costi della politica? No, taglierà i servizi, un’altra volta ancora. Un articolo alla scoperta delle privatizzazioni che ci attendono A Pavia, in centro storico, è partita la raccolta differenziata. L’an- no prossimo verrà estesa, sembra, al resto della città. Se è vero che nessuno oggi può seriamente criticare l’idea in sé della raccolta differenziata, è altrettanto vero che la sua concretizzazione sulle rive del Ticino lascia più d’una perplessità. Il numero di ritiri dell’u- mido è insufficiente per venire incontro alle esigenze delle famiglie; dover portare fuori i bidoni in orario serale crea disagi a pendolari e anziani; sulla raccolta di alcuni rifiuti particolari, come i panno- lini, ci sono ancora molte zone d’ombra, così come rimane oscura l’entità dei risparmi del Comune e, se ve ne saranno, il loro destino. Intanto la città alla sera è invasa per ore da cumuli di immondizia, in attesa che passino le squadre dell’Asm. TRE MESI DI RACCOLTA editoriale di antonio maria ricci “Va tutto bene”, ha continuato a dire il nostro premier fino a ieri. Guai a parlare di crisi, ché si face- va un danno al Paese. Peccato che le cose non stessero proprio come diceva Berlusconi, come dimostra la grave crisi finanziaria ed economica cui ci troviamo di fronte oggi e i cui segnali erano peraltro sotto gli occhi di tutti da tempo. Ma il Go- verno se n’è accorto solo ora, andando ai ripari con diverse e affannose manovre finanziarie che colpiscono gli enti lo- cali (regioni, province e comuni) e il ceto medio-basso della popolazione. il punto continua pag 2 L’ALTERNATIVA C’È SEMPRE E adesso chi paga?

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Page 1: Corsocavour.info: il periodico del PD città di Pavia - settembre

Bilanci comunali: 5 milioni in meno alla città di Pavia

Raccolta differenziata, in centro troppa spazzatura

Pendolaripronti alla classaction controle ferrovie

Mobilità, la resistenza del ciclistaurbano

Punta Est:residenze universitarieo di lusso?

Consumoconsapevolecol Gasdi Pavia

periodicodemocratico ottobre 2011 numero 3

3 4 6 7 11 13

a pag 3

E adesso chi paga?

Lo Stato taglia i fondi ai Comuni. La giunta Cattaneo dichiara di non voler mettere le mani nelle tasche dei cittadini. Forse che allora ridurrà i costi della politica? No, taglierà i servizi, un’altra volta ancora. Un articolo alla scoperta delle privatizzazioni che ci attendono

A Pavia, in centro storico, è partita la raccolta differenziata. L’an-no prossimo verrà estesa, sembra, al resto della città. Se è vero che nessuno oggi può seriamente criticare l’idea in sé della raccolta differenziata, è altrettanto vero che la sua concretizzazione sulle rive del Ticino lascia più d’una perplessità. Il numero di ritiri dell’u-mido è insufficiente per venire incontro alle esigenze delle famiglie; dover portare fuori i bidoni in orario serale crea disagi a pendolari e anziani; sulla raccolta di alcuni rifiuti particolari, come i panno-lini, ci sono ancora molte zone d’ombra, così come rimane oscura l’entità dei risparmi del Comune e, se ve ne saranno, il loro destino. Intanto la città alla sera è invasa per ore da cumuli di immondizia, in attesa che passino le squadre dell’Asm.

Tre meSI dI rACCoLTA

editoriale di antonio maria ricci

“Va tutto bene”, ha continuato a dire il nostro premier fino a ieri. Guai a parlare di crisi, ché si face-va un danno al Paese. Peccato che le cose non stessero proprio come diceva Berlusconi, come dimostra la grave crisi finanziaria ed economica cui ci troviamo di fronte oggi e i cui segnali erano peraltro sotto gli occhi di tutti da tempo. ma il Go-verno se n’è accorto solo ora, andando ai ripari con diverse e affannose manovre finanziarie che colpiscono gli enti lo-cali (regioni, province e comuni) e il ceto medio-basso della popolazione.

il punto

continua pag 2

L’ALTerNATIVA C’È SemPre

E adesso chi paga?

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l’approfondimento L’editoriale di Ricci Il corsivo di Laocoonte

Nessuna traccia di provvedimenti per lo sviluppo e per la crescita economica; solo tagli tanto massicci da stupire, se guardiamo a quelli attuati nei confronti degli enti locali e se pensiamo al tanto sbandierato federalismo fiscale pro-pagandato dalla Lega Nord che non s’è mai realizzato, anzi. La maggioranza di governo, di cui fa parte anche la Lega, è andata nella direzione opposta già dall’inizio del 2011, quando ha cominciato a sottrarre fondi ingenti agli enti lo-cali. Anche il Comune di Pavia si troverà ad affrontare un buco di bilancio di diversi milioni di euro.da parte nostra, del Partito democratico che rappresentia-mo, consapevoli che la crisi c’è e che va affrontata chiedia-mo allora al sindaco di Pavia di avviare una discussione aperta, condivisa su come reperire le risorse necessarie a coprire il buco di bilancio, e di avviarla il prima possibile

e non negli ultimi quindici giorni utili per l’approvazione del bilancio. Siamo disponibili a rivedere il bilancio del Comune di Pavia e delle partecipate cercando ove possi-bile di cancellare sprechi e di ridurre i costi della politica: il taglio del numero degli assessori comunali, la riduzione degli stipendi dei membri dei consigli di amministrazione delle partecipate e del direttore generale del Comune sono provvedimenti possibili. Siamo invece contrari alla priva-tizzazione dei servizi pubblici d’eccellenza come la scuola, e dei beni comuni della nostra città. La privatiz-zazione degli asili nido, del trasporto pubblico, della manutenzione del verde e del servizio di

igiene e raccolta rifiuti trova e troverà sempre la nostra net-ta opposizione in consiglio comunale. Così come continue-remo a far pressione alla giunta comunale affinché riveda la decisione presa in merito alle residenze di Punta est, accanto a Cascina Scova. Secondo il progetto originario, lì avrebbero dovuto sorgere strutture universitarie: in realtà si stanno costruendo abitazioni signorili. Un espediente, dunque, quello delle residenze universitarie, che eviterebbe ai costruttori di versare al Comune 400mila euro di oneri di

urbanizzazione. Noi cre-diamo che ci sono, che devono esserci alternati-ve alla strada delle priva-tizzazioni selvagge e dei tagli ai servizi pubblici.

editoriale di antonio maria ricci | segretario cittadino del partito democratico di pavia

L’ALTerNATIVA C’È SemPre

La questione se il Pd sia un partito di sinistra tormenta molti che, pur appartenendo a un’area culturale non così distante, non votano un partito che “non è di sinistra” o lo votano “turandosi il naso”. Non è tuttavia semplice dare una risposta che non si riduca a battuta salace, poiché i due oggetti, sinistra e Partito democratico, hanno contor-ni sfuggenti. Il concetto di sinistra è sorto per indicare uno schieramento politico in ragione degli scranni parlamenta- r i dove infine si accomodarono esponenti del partito socialista e comuni-sta. Se però consideriamo che socialismo e comunismo, nella seconda metà del secolo XIX, sono divenuti ovunque marxisti e tali sono rimasti quasi dappertutto, ne consegue che “sinistra” ha finito per indicare un’a-rea dove confluivano movimenti caratterizzati da una forte e ben precisa impronta ideologica oggi venuta meno. Quanto al Partito democratico, la sua origine “spuria” rende difficile l’identificazione di un nocciolo duro di valori e obiettivi, al punto che la stessa definizione del Pd come partito post-ideologico è la diretta conseguenza del compromesso necessa-rio per la sua costruzione. Il tempo dirà se il Pd è stato un compro-messo utile, ma rimane certamente problematico il venir meno di un collante ideologico antico (di cui il termine “sinistra” era una sorta di icastico front office), tanto più in assenza di un sostituto capace di scaldare i cuori, se non di aprire le menti: il passaggio dal Manifesto di Marx al Manifesto dei Valori ha lasciato una lar-ga fetta di potenziali elettori privi di guida e di orizzonte, abbando-

nati appunto alla disaffezione prima culturale e poi elettorale. Tuttavia, rinunciare a una categoria – la sinistra – perché il suo contenuto è evaporato e le forze politiche che lo esprimevano sono state assorbite in un nuovo contenitore non sembra una scelta lungimirante: nello spazio politico l’elemento simbolico è decisivo e gli elettori ri-

nunciano con grande difficoltà a definirsi come membri di una comunità “di sinistra”. Il Pd deve

perciò riaffermarsi come forza (non solo ma anche) di sinistra. In questo senso, deve da un lato avere il co-

raggio di dire che il marxismo è stata una delle concretazioni storiche dell’essere di sinistra, la più longeva e la più intrigante,

ma questa non è più un’opzione praticabile. Deve dall’altro offri-re una nuova versione di sinistra, scevra di pulsioni scioccamente antiliberali e anticapitaliste, ma priva di cedimenti verso le varie forme di oppressione (politica, economica, sociale) cui gli individui

rischiano di essere esposti. È dunque essenziale che il Pd riesca a recuperare, e declinare in una conseguente azione politi-ca, concetti come equità, bene comune, intervento pubblico (che non significa statale): concetti che non sono estranei a chi proviene da una storia diversa da quella socialista/co-

munista, e che sono in grado di esprimere la sostanza delle tradizionali preoccupazioni per i deboli tipiche della sinistra.

IL PARTITO DEMOCRATICO È UN COMPROMESSO UTILE?Se lo chiedono in molti. Noi abbiamo girato la domanda a Laocoonte, che da questo numero firmerà una serie d’approfondimenti dal gusto squisitamente provocatorio tipico di chi, come lui, la politica la osserva, la studia, la frequenta.

il corsivo di laocoonte

Chiediamo al sindaco di Pavia di avviare una discussione aperta

e condivisa su come reperire le risorseper coprire il buco di bilancio

continua da pag 1

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in primo piano Il bilancio comunale di Pavia

Cinque milioni di euro in meno nelle casse comunali: chi pagherà? L’assessore al Bilancio non lo dice, l’opposizione invece sospetta.

I tagli ai comuni previ-sti dalla manovra anti-crisi introdotta dal Governo hanno suscitato forti po-lemiche e malcontento. Una manovra nazionale, che ha innescato una se-rie di riduzioni di risorse sul fronte soprattutto dei trasferimenti dal Governo al sistema delle autonomie locali, e che si inserisce in un contesto già duramen-te provato negli ultimi an-ni da un Patto di Stabilità sempre più stringente con forti limitazioni alla capa-cità di spesa dei Comuni.Quale il destino per Pavia? Lo abbiamo chiesto diret-tamente all’assessore al bilancio marco Galandra: “Nonostante la manovra

sia già stata approvata, non sappiamo ancora di preci-so a quanto corrisponderà il valore dei tagli previsto attraverso la finanziaria”, ci ha detto a fine settembre. “Solo ai primi di ottobre saremo in grado di dare delle indicazioni veritiere e dettagliate sugli interventi necessari per recuperare il denaro. Abbiamo comun-que ipotizzato, nella peg-giore delle ipotesi, 4 milio-ni e mezzo di euro in meno di trasferimenti statali con la nuova finanziaria, ma se andrà bene i tagli potreb-bero essere di 3 milioni di euro. Non siamo quindi ancora in grado di stabili-re il modo in cui agiremo. Possiamo però garantire

che andremo a toccare il meno possibile le tasche dei cittadini”, promette l’assessore al Bilancio: “non verranno cioè aumen-tate tasse ‘classiche’ come la Tarsu, che a Pavia è già abbastanza alta, né saran-no tagliati i servizi”.opposizione in attesa dun-que di capire bene quali saranno le ricadute della finanziaria a Pavia, oltre all’aumento dell’addizio-nale Irpef allo 0,8%, già an-nunciato dalla giunta del sindaco Alessandro Cat-taneo. “Una idea dei tagli l’abbiamo già”, dice Fabio Castagna, capogruppo del Pd in consiglio comunale, “e di sicuro, nell’ottica di salvare l’essenziale, cioè

i servizi e di eliminare il superfluo proporremo alla giunta comunale una ri-duzione del numero di as-sessori, visto che l’ammi-nistrazione provinciale ne ha 7 e che il Comune può operare benissimo con lo stesso numero”. Secondo il consigliere di minoranza, “un cambiamento in que-sto senso porterebbe a un risparmio di circa 100mila euro l’anno. Stiamo poi ragionando anche sull’op-portunità di eliminare la figura del direttore gene-rale, il cui costo grava sul bilancio comunale per cir-ca 100mila euro all’anno e che è un incarico desti-nato peraltro a scompari-re col prossimo mandato

amministrativo”. Un’altra proposta del Pd è il taglio di spese superflue “come quelle per la comunicazio-ne: il giornalino comunale, ad esempio, ha un costo di 60mila euro all’anno”, e la razionalizzazione “dei nu-merosi consigli di ammi-nistrazione legati alle so-cietà partecipate di Asm, così da recuperare risorse per il mantenimento dei servizi erogati dalla stessa ex municipalizzata”. Uno degli aspetti di eccellen-za dei servizi pubblici a Pavia è certamente il ra-mo educativo, dagli asili nido alle scuole primarie e secondarie. “Abbiamo il timore”, continua Casta-gna, “che tra gli interventi

previsti dal Comune ve ne siano alcuni tesi a cedere al privato strutture pubbli-che come gli asili nido. Sta accadendo al Pesciolino rosso, che passerà dalla gestione comunale a quel-la privata. Stessa sorte po-trebbe toccare ad altri asili ritenuti non strategici da parte del Comune, come l’asilo Landini”. A preoccupare il Pd pavese è, insomma, quel “pacchet-to” di servizi a rischio pri-vatizzazioni, previste dalla manovra finanziaria e che l’amministrazione comu-nale di centro-destra po-trebbe avallare. “Temiamo soprattutto”, sottolinea Ca-stagna, “le privatizzazioni e le esternalizzazioni dei ser-vizi di Asm. Sono due anni che ci opponiamo al taglio delle corse degli autobus già effettuato dalla giunta Cattaneo, che non è detto non ne preveda altri per re-cuperare le risorse”. Sulla manutenzione del verde, invece, il taglio di 500mila euro è già operativo, il che equivale a un intervento in meno di manutenzione nel corso dell’anno. “È ve-ro che la giunta Cattaneo non ha ancora elaborato proposte su come recupe-rare le risorse”, conclude il capogruppo del Pd, “ma il fatto che già all’inizio dell’anno abbia tagliato su alcune voci fondamentali come la raccolta rifiuti, la manutenzione del verde e il trasporto pubblico locale non lascia ben sperare, an-zi. Temiamo che prosegua-no sulla strada di rincorsa alle privatizzazioni”.

CONTI IN TASCA

La finanziaria è già stata approvata e il Comune di Pavia si troverà a dover affrontare un buco di circa 4 milioni e mezzo di euro per il quale dovrà essere varata una variazione di bilancio. La giunta del sindaco Cattaneo conta di recuperare circa 2 milioni di euro con l’innalzamento dello 0,8% dell’Irpef, e gli altri? Con tagli ai servizi e privatizzazioni di asili nido e Asm, è il timore dell’opposizione.

ARRIvA MENO DENARO, IL COMUNE È AL vERDETrend in discesa

RIFIUTI

MANUTENZIONE VERDE

ASILI/SCUOLE

di alessia furia

IRPEF

TRASPORTI

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in primo piano Gestione rifiuti

Raccoltadifferenziata

in questi primi tre mesi. Il sindaco s’è limitato a dire che «con il porta a por-ta abbiamo già superato il 70 per cento di raccolta differenziata», ma nulla in termini di spesa o guada-gno per le casse comunali. «Perché, nel migliore dei casi, il guadagno dovrebbe essere reinvestito nel po-tenziamento del servizio, che a oggi è insufficien-te», chiedono molti degli abitanti del centro stori-co. «due ritiri settimanali sono pochi, soprattutto dell’umido e dei pannolo-ni, che in casa non si sa dove tenerli e in strada puzzano». Che è poi il vero punto debole di questa

“sperimentazione”, come la chiama cautamente il primo cittadino, che non sembra intenzionato a in-vestire di più: «I due ritiri settimanali per l’umido sono la media nelle città

che hanno scelto la diffe-renziata spinta», ha det-to alla stampa nei giorni

scorsi: «È possibile rive-dere i giorni di passaggio per verificare se nel fine settimana, con gli studen-ti che rientrano a casa, cambiano le percentuali di raccolta», ma niente di

più, nonostante i residen-ti del centro chiedano tre o quattro passaggi a set-

timana, come avviene in altre regioni d’Italia. Pare che all’Asm Pavia costi meno il ritiro sui marcia-piedi anziché nei cortili, come avveniva fino a giu-gno, perché ridurrebbe i tempi delle operazioni di carico della spazzatura, permettendo di coprire le stesse zone senza aumen-tare il numero degli ad-detti impiegati. da luglio tocca quindi ai residenti portare sui marciapiedi davanti a casa bidoncini e sacchetti nei giorni e ne-gli orari stabiliti dall’Asm,

dalle 20 alle 22 di sera, pena il rischio d’incorrere in sanzioni. Non tutti però sono a casa a quell’ora e non tutti, come gli anziani, sono autonomi nel muo-versi: c’è chi s’è organizza-to a livello condominiale incaricando il portinaio o l’addetto alle pulizie, chi deve arrangiarsi pagando da solo qualcuno che lo faccia al posto suo. Un al-tro problema riguarda poi la raccolta dei pannoloni: il sindaco ha annuncia-to che dal 17 ottobre l’A-sm distribuirà i sacchetti

Meno sacchi più netturbini, è quanto chiedono i residenti del centro

La raccolta differenziata a Pavia è iniziata ai primi di luglio in centro storico con la modalità “porta a porta spinta” come l’hanno chiamata il sindaco di Pavia, Alessandro Cattaneo, e Giampaolo Chirichelli, presidente di Asm Pavia Spa, l’azienda municipalizzata che gestisce la raccolta rifiuti in città, nel libretto informativo consegnato ai residenti del centro

insieme a un bidoncino marrone da 10 litri per la frazione umida (che è la principale novità della raccolta) e ai sacchetti per le frazioni indifferenziata e della plastica. La raccolta differenziata avviene secondo un calendario stabilito suddiviso per genere di rifiuti, che devono essere posizionati fuori delle abitazioni da parte dei residenti negli orari indicati:

l’umido nei contenitori marroni il lunedì e il venerdì dalle ore 20 alle 22; l’indifferenziato secco nei sacchetti semitrasparenti grigi dalle 20 alle 22 del mercoledì; la carta e il cartone il martedì, dalle 20 alle 22; la plastica il giovedì dalle 20 alle 22 nei sacchetti gialli semitrasparenti. Orari che sono ulteriormente ridotti – dalle 19e30 alle 20e30 - per chi ha la

PORTA A PORTA “SPINTA”

«Due ritiri settimanali sono pochi. Soprattutto l’umido: in casa non si sa dove tenerlo,

in strada puzza»

I cittadini ce la stanno mettendo tutta per abi-tuarsi alla raccolta diffe-renziata, ma i problemi rimangono. A tre mesi dall’avvio in centro sto-rico, il 4 luglio scorso, la raccolta di umido, indiffe-renziato secco, carta e pla-stica lascia ancora grosse perplessità, soprattutto in vista della sua estensione a tutta la città prevista, a quanto pare, dall’anno prossimo. Il sindaco di Pa-via Alessandro Cattaneo e il presidente di Asm Pavia Giampaolo Chirichelli non hanno ancora fatto sape-re quando e come verrà ampliata, così come nulla si sa sui costi del servizio

di eleonora marchiafava

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rossi dedicati, ma fino a oggi i pannolini di bimbi e anziani andavano butta-ti nell’indifferenziato, con tutti i disagi nel tenerli in casa dal lunedì al venerdì. e c’è infatti chi butta umi-do e pannoloni nei casso-netti stradali appena fuori del centro storico. Sul sito di Asm si legge che è di-sponibile un servizio di ritiro a domicilio dei pan-noloni, ma per richiederlo bisogna scaricare il modu-lo on line, compilarlo e poi inviarlo via fax. Abbiamo provato a chiamare il nu-

mero telefonico dedicato alla raccolta differenziata per chiedere spiegazioni, ma non ci ha risposto nes-suno.«due anni fa, appena elet-ta, la giunta di centrode-stra del sindaco Cattaneo annunciò che avrebbe ri-portato pulizia e decoro alla città», ricorda il con-sigliere comunale del Par-tito democratico, matteo Pezza, «ma con tutta que-sta spazzatura in giro per le vie del centro dubito ci sia riuscita. Anche perché la verità è un’altra: dietro

la raccolta differenziata si nasconde in realtà un ta-glio netto al servizio porta a porta. Perché infatti, an-ziché eliminare il ritiro nei cortili, non hanno aggiun-to semplicemente i cas-sonetti differenziati nelle strade»? Il Circolo Pavia Storica del Pd ha provato a ipotizzare, insieme agli abitanti del centro, alcune aree dove creare piccoli punti per la raccolta della differenziata, che potrebbe essere portata qui anziché sottocasa, in qualsiasi mo-mento della giornata e non

in orari fissi, senza grossi costi per l’amministra-zione comunale e senza disagi per i residenti. «In alcune zone della città ci sarebbero spazi idonei», spiega Angela Gregori-ni, segretario del Circolo Pavia Storica, «come per esempio nell’ampio par-cheggio davanti alle mura spagnole, in viale Gorizia; al Ticinello, nell’area di so-sta in fondo a viale Libertà; alll’area Cattaneo, vicino a San Pietro in Ciel d’oro; in piazzale Ghinaglia e nell’a-rea dell’ex gasometro».

residenza o l’attività commerciale in corso Cavour, piazza Vittoria, corso Mazzini, Strada Nuova, corso Garibaldi, definite dall’amministrazione comunale “aree di particolare interesse per l’alta percorrenza pedonale”. Il vetro continua invece a essere raccolto nei bidoni condominiali, che vengono svuotati ogni 15 giorni dal personale Asm,

mentre pile e farmaci scaduti vanno conferiti nei bidoncini dislocati lungo la città. Per la raccolta di pannolini e pannoloni è necessario fare richiesta scritta ad Asm e attendere le istruzioni su tempi e modi del ritiro. Sempre attiva, infine, l’isola ecologica di Montebellino, dove si possono portare tutti i rifiuti, compresi gli ingombranti.

Signor Sindaco, quando verrà estesa a tutta la città la raccolta differenziata?

Perché finora avete previsto orari di ritiro solo notturni e per soli due giorni a settimana?

Come pensate di risolvere disagi quali cattivi odori e aumento della sporcizia per strada (complici gatti e topi) dovuti al conferimento dei rifiuti sui marciapiedi e non nei cortili?

Quando contate di pubblicare un primo bilancio (positivo o negativo) della raccolta differenziata in centro storico?

In caso positivo, aumenterete i giorni di raccolta?

In caso negativo, cosa farete?

Dall’avvio della differenziata in centro storico, avete riscontrato un aumento di rifiuti indifferenziati nei cassonetti delle zone limitrofe?

Perché in centro storico non sono state previste piazzole ecologiche dove poter conferire parte dei rifiuti e ridurre così gli ingombri sui marciapiedi?

Quanti sono i residenti che hanno richiesto il ritiro dei pannolini e dei pannoloni e quanti stanno usufruendo del servizio?

State effettuando i controlli presso ristoranti e bar, visto che in molti hanno dichiarato addirittura alla stampa locale di tenere bidoni nei retrobottega, seppure sia vietato dalla normativa in materia d’igiene?

Dieci domande al Sindaco

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in primo piano trasporti

È un viaggio senza di-gnità quello a cui sono costretti quotidianamente i pendolari della tratta Vo-ghera-Pavia-milano, come ci racconta Iolanda Nanni, portavoce del Coordina-mento provinciale dei pen-dolari pavesi. Treni-doccia, treni-sauna, treni-cella frigorifera, treni-sardina: cosa sta succedendo sulla Pavia-Milano?Non è una novità, purtrop-po, la situazione critica di questa linea ferroviaria è ormai sotto gli occhi di tutti da anni. L’aggravan-te è che, nonostante l’au-mento delle tariffe subito dall’utenza, il servizio di trasporto è soggetto ad un costante patologico peg-gioramento. Il materiale rotabile è vetusto, la manu-tenzione scarsa. Il risultato è un viaggio “senza dignità” in condizioni precarie.La regione Lombardia, che è responsabile del servizio ferroviario, ha aumentato del 25% biglietti e abbonamenti in sei mesi. Ora minaccia ulteriori fortissimi aumenti per il 2012: in cambio i pendolari avranno solo il mantenimento

del servizio, oppure neanche quello?Avevamo fatto una batta-glia quest’inverno per ot-tenere l’attivazione della linea suburbana milano rogoredo-Pavia con treni cadenziati che garantisca-no frequenza e continuità del servizio dalle ore 6.00 alle 22.00. Pavia infatti è l’unica delle province lom-barde vicine a milano a non avere questo servizio di collegamento. A inizio luglio l’assessore regiona-le ai trasporti r. Cattaneo

prometteva ancora ai pave-si che la suburbana sareb-be stata attivata per metà dicembre. ora, è calato un preoccupante silenzio e addirittura si parla di nuo-vi tagli alle corse. A cosa sono serviti gli aumenti?La compagnia ferroviaria, che ora si

chiama TreNord, stipula con la Regione un contratto di servizio che stabilisce dei requisiti minimi di puntualità, pulizia, ecc. A prendere il treno tutti i giorni, però, sembra che il Pirellone non sappia cosa succeda nella realtà: in che modo i pendolari possono tenere traccia e segnalare i disservizi?Il nostro Coordinamen-to ha realizzato, primo in Italia, una piattaforma

software a costo zero che consente ai pendolari re-gistrati di inviare per sms e per email ogni tipo di disservizio (non solo ritardi e soppressioni, ma anche porte guaste, impianti cli-ma non funzionanti, spor-cizia, coda alle biglietterie, etc). Le segnalazioni sono

visibili on-line sul nostro blog www.coordinamento-pendolari.it e costituiscono un vero e proprio data-ba-se di testimonianze. Quali “ispettori” migliori per il controllo degli standard di affidabilità di Trenitalia/Trenord ci sono meglio de-gli occhi dell’utenza?In cosa consiste la class action che, primi in Italia, i pendolari pavesi stanno lanciando contro TreNord? Come aderire?Si tratta di un’assoluta no-vità per il nostro Paese, cioè un’azione giudiziaria collettiva che consente ad una categoria di utenti/consumatori di poter otte-nere, con istanza congiun-ta, un risarcimento per i disservizi subiti dall’a-zienda trasporti. Stiamo promuovendo una class action per la tratta Voghe-ra-Pavia-milano per aderi-re occorre inviare i propri dati (nome e cognome, cellulare), tratta ferroviaria e tipologia del titolo viag-gio a [email protected] Coordinamento rispon-derà con una notifica di avvenuta registrazione ed invierà al pendolare tutti i dettagli sull’avvio dell’a-zione processuale.

+25%Il materiabile rotabile è vecchio

la manutenzione scarsa

ma le tariffe aumentano

S13: LA LINEA DEL PASSANTE SCOMPARSO

Un treno ogni mezz’ora per Milano, che scambi con le tre linee metropolitane, è una realtà per i pendolari varesini e novaresi dal 2004, lodigiani dal 2009: perché solo ora — chiede l’assessore provinciale ai trasporti Bozzano — con tre anni di ritardo, verrà attivato il passante verso Pavia? Tagli al servizio e aumenti ai biglietti — commenta Alessandro Confetti, responsabile del neonato Osservatorio Provinciale sulla Mobilità — sembrano essere le uniche strategie del governo nazionale e regionale.

PAVIAMILANO,CHE VERGOGNA

Comitato dei pendolari al lavoro per preparare una class action

1 A volte capita di trovare sedili così2 Da Milano a Pavia reggendo un pezzo di treno3 A volte un treno da sette carrozze ne ha solo quattro4 In stazione a Pavia a fine mese, quando bisogna rinnovare l’abbonamento

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di ottavio g. rizzo

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Poche piste ciclabili e scarsa manutenzione di quelle esistenti: così a Pavia non si ha una mobilità sostenibile e viene messa a repentaglio l’incolumità dei cittadini.

La resistenza del ciclista urbanoLa qualità della vita per i cittadini passa anche

attraverso lo sviluppo della mobilità sostenibi-le, e sicura, sulle due ruote di una bicicletta. Lo

sanno bene le amministrazioni virtuose capaci d’of-frire un elevato grado di mobilità ciclistica, esempla-re alternativa all’uso dei veicoli a motore. In questi casi, a farla da padrona è un’attenta pianificazione, unica via attraverso cui realizzare percorsi collegati tra loro da una fitta rete di piste ciclabili. Che, alla fin fine, restano il miglior incentivo a utilizzare la bici-cletta, che non inquina, non fa rumore e offre ottime opportunità allo sviluppo turistico del territorio.

In attesa di nuove ciclabiliPeccato, quindi, che dall’attuale sindaco di Pavia, Alessandro Cattaneo, non sia ancora arrivato alcun segnale in direzione di nuove ciclabili a Pavia. di una pista progettata manca ancora la destinazione di suolo, così come mancano le piste in centro e i colle-gamenti tra quelle esistenti e altri “centri” nevralgici della città come per esempio gli istituti universitari. manca, insomma, una programmazione seria della mobilità a Pavia. «Pavia è una città in cui una consistente quota di trasporto urbano potrebbe passare dall’auto alla bici», sostiene Antonio ricci, segretario cittadino del Partito democratico di Pavia. «Un mezzo che potreb-be essere utilizzato dai bambini e dai ragazzi per andare a scuola, per esempio, ma che non viene usa-to perché sono pochissimi i percorsi per arrivarci in completa sicurezza. Tant’è vero che il tanto auspicato progetto previsto nel programma della giunta Catta-neo, relativo alla creazione di percorsi ciclabili sicuri fino al centro storico, non è ancora stato realizzato», fa notare ricci. «Fatto ancora più grave se si pensa che la pista ciclabile non deve essere necessariamen-

te un manufatto fisico, ma in determinati punti può essere semplicemente una segnaletica per terra ben visibile».

La manutenzione che non c’è…Spesso, poi, bisogna fare i conti con incroci non protetti da semafori. «Il problema più grosso rimane comunque la manutenzione delle piste», proseguo-no dalla segreteria cittadina del Pd. «Sono ormai diversi anni che i lavori di rifacimento dell’asfalto e di sistemazione dei cordoli non vengono più effettua-ti». Basta vedere la pista ciclabile lungo il Naviglio che percorre la via Alzaia in direzione di milano per rendersene conto. «Nel 2009 era stata quasi ultimata, mancava solo il fondo stradale, ma poi non s’è fatto più nulla e oggi si ritrovano le stesse condizioni di allora, con gradini e tombini pericolosi». Un vero peccato, visto il bel tratto che si può percorrere nel Parco del Ticino fino al Confluente, dove però la pista si interrompe bruscamente per circa 1 km all’altezza del lido.

La sicurezza di chi va in bici«L’amministrazione attuale ha mostrato di voler pun-tare soprattutto sulla realizzazione di piste ciclabili extraurbane, a collegare Pavia alla provincia, in un’ot-tica di sviluppo turistico. ottima cosa», continua il segretario cittadino, «ma noi crediamo che la realiz-zazione di piste ciclabili dovrebbe essere finalizzata innanzitutto alla sicurezza e all’incolumità di coloro che si spostano in bicicletta in centro città. In viale della minerva, ad esempio, dopo i lavori di rifaci-mento della strada si è deciso addirittura di chiudere una parte di pista ciclabile perché considerata non sicura o, caso ancora più clamoroso, in piazza dante la nuova rotatoria non ha tenuto in alcun conto la

sicurezza dei ciclisti». Anche in via damiano Chiesa la situazione non è migliore: allargata e destinata a senso unico, la strada avrebbe bisogno di piste ciclabili che, partendo dalla rotonda del Policlinico,

portino in corso matteotti, ma nulla si sta facendo in questo senso. e così gli unici dati statistici a dispo-sizione, risalenti a quattro anni fa, ci dicono che a Pavia il trasporto urbano su bicicletta ha raggiunto soltanto il 18%, rispetto al 30% di Novara e al 50% di Amsterdam e Berlino.

Come si attraversa?Con la rimozione del semaforo a protezione del passaggio pedonale e la creazione della rotonda, non è chiaro cosa debbano fare i ciclisti; o quanto siano al sicuro dalle auto.

di alessia furia

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Parco della Vernavola

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COMUNE DI PAVIA

Piste ciclabili esistenti

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Servizio Mobilità-Ufficio Traffico

Via brigata Pavia

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Sedi Circoscrizionali Parcheggi Principali

CICLO-POINT COMUNALI

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MAPPA DELLE PISTE CICLABILI E CICLO-PEDONALI

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Via Olevano-Scala

Via Pavesi

Policlinico/via Ferrata-Ist. Universitari

Cravino Parco Sora

Via Montebello della Battaglia

Riva Sin. Ticino da confl. a P.le Libertà

Confluente-Alzaia-Certosa

Quartiere Vallone

Viale Campari - Coop

Viale C. Battisti

Via Borda-Treves

Viale Libertà

Viale Indipendenza

Viale Necchi-viale Campari

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Viale Lodi

Via Lardirago

Località Scagliona

Via XXV Aprile

Via Villa Eleonora

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Via Poligogna

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Ciclo-point operativo“gran bar” P.le tevere,121

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Ciclo-point operativo“natistanchi” V.le L. Il Moro,63

Ciclo-point operativo“Park Al Centro” V.le Trieste3

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Ciclo-point operativo“Park Ticinello” Via Verdi-Colombo

Ciclo-point operativo“Palazzo Mezzabarba” P.za Municipio5

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Ciclo-point operativo“Coop. Il Convoglio” P.le Stazione

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Ciclo-point operativo“Hotel Moderno” V.le Vitt. Emanuele II

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Ciclo-point operativo“Bar latteria My Friend” via Dei Mille,107

Ciclo-point Comunali operativi nel 2006

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Ciclo-point operativo nel 2007“Fly & enjoy” via Aselli, 2

Ciclo-point operativo nel 2007“Fiori e Colori” Via S. Giovannino

Ciclo-point operativo nel 2007“Gigi Bici” Corso Garibaldi, 53

Ciclo-point operativo nel 2007“Trattoria da Armando” via Indipendenza, 4

Ciclo-point operativo nel 2007“Bar Niki” viale Matteotti, 11

RIPARAZIONE BICICLETTE

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Riboni Stefano - viale Golgi, 62

Cicli Destro - via Bramante,1

Coop. il Convoglio - P.le Stazione

Vitaloni Luca - via Trovamala, 34

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Il disastro delle ciclovieTombini che spuntano, recinzioni che cadono, interruzioni che abbondano: benvenuti sulle meravigliose piste ciclabili pavesi

E QUESTA SAREBBEUNA PISTA CICLABILE?L’ultimo tratto della pista ciclabile sul Naviglio ticinese era in dirittura d’arrivo tre anni fa, ma ora langue tra le opere che non si sa quando vedranno la fine. E intanto i tombini sporgenti attentano alle ruote delle biciclette e all’equilibrio dei ciclisti.

QUALCOSA HANNO FATTONon è del tutto vero che in più di due anni l’amministrazione Cattaneo non ha fatto nulla per la pista ciclabile: ha messo un cartello informativo...

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Riva Sin. Ticino da confl. a P.le Libertà

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Il disastro delle ciclovieTombini che spuntano, recinzioni che cadono, interruzioni che abbondano: benvenuti sulle meravigliose piste ciclabili pavesi

NIENTE BICILa pista ciclabile che dal confluente risale il Ticino è interrotta per 300 m a causa di un lido privato

ATTENTI A NON CADERELe pessime condizioni della recinzione della pista ciclabile all’altezza dell’idroscalo

CHIUSA LA PISTA CICLABILEAppena finiti i lavori di sistemazione di Piazzale Minerva, si riaprono i cantieri per rimuovere un passaggio pedonale protetto da semaforo ed un tratto di pista ciclabile

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Le piste ciclabili garantiscono sostenibilità ambientale e qualità della vita. Ma le scelte amministrative vanno oggi in altra direzione.

L’addio allabicicletta

Gli unici 25 chilometri di piste ciclabili esistenti a Pavia, realizzati nell’ambito di un progetto di città sostenibile, risalgono a parecchi anni fa, durante l’amministrazione di centro-sinistra dell’ex sindaco Andrea Albergati, che oggi siede in consiglio comunale nei banchi dell’opposizione.

25 chilometri di piste ciclabili

«Innanzitutto il progetto, che consisteva nel costruire diversi chilometri di piste ciclabili», ricorda Albergati, «si inseriva nell’ambito di un disegno più ampio di progettazione e realizzazione di una città sostenibile. Complessivamente riuscimmo a costruire questi 25 km di piste ciclabili, che considerammo e consideriamo tuttora un ottimo risultato, se paragonato alla scarsa volontà da parte delle giunte successive di proseguire sulla via del completamento della rete di piste ciclabili che avrebbe dovuto collegare tutti i quartieri di Pavia». Le aree di intervento riguardarono i quartieri di Pavia Ovest, da Mirabello a Città Giardino; tutto il quartiere della zona vallone, il Crosione e San Giovannino; San Pietro in verzolo; alcune zone del centro come viale Monte Grappa e viale della Libertà e, in misura minore, alcune zone di Pavia Ovest e del Policlinico. «Avevamo deciso di destinare le risorse complessive a disposizione», prosegue Albergati, «prevalentemente per dare a Pavia un indirizzo nuovo, di città sostenibile, attenta all’ambiente e alla qualità

della vita. A tale scopo impiegammo risorse per ampliare l’area dei parchi e per migliorare l’aspetto della sostenibilità anche dal punto di vista ecologico. Si sarebbe dovuto proseguire su questa strada realizzando nuove piste ciclabili in occasione dei lavori di rifacimento delle strade, come del resto è avvenuto in viale della Libertà, dove abbiamo dovuto attendere di rifare l’intera carreggiata per costruire una pista ciclabile, un po’ controversa e discussa, ma che a tutt’oggi viene utilizzata».

Una priorità da riaffermare

Tuttavia, conclude l’ex primo cittadino, «oggi non possiamo fare a meno di notare con un po’ di rammarico che l’idea di un programma di miglioramento della qualità ambientale delle piste ciclabili sia stata accantonata quasi del tutto dalla giunta Cattaneo. Alla quale riconosciamo certamente la difficoltà oggettiva di ritrovarsi, da una parte, con bilanci sempre più scarni e, dall’altra, di essere fortemente limitata da un Patto di Stabilità che impone ai Comuni di rispettare regole vincolanti». Insomma, meno risorse del previsto e, di conseguenza, «il progetto di dotare Pavia di una fitta rete di piste ciclabili da priorità, come lo era per noi, è diventata un obiettivo secondario per l’attuale giunta di centro-destra». Priorità, però, a cui forse l’amministrazione dovrà orientarsi prima o poi.

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il caso Il complesso residenziale di Punta Est

LUSSI SENZA ONERICome costruire case senza oneri d’urbanizzazione

dovevano nascere re-sidenze universitarie e invece stanno spuntan-do appartamenti da 2.450 euro al metro quadro. È il mistero di Punta est, il cantiere edile sorto in via Vallone, nei pressi della Cascina Scova, che il Piano regolatore vigente aveva destinato ad area servizi. Qualcosa, evidentemente, deve essere cambiato nel frattempo, se è vero che a oggi stanno per essere ultimate «case e abitazio-ni signorili, dal bilocale al quadrilocale, a 2.450 euro al metro quadro», come re-citava l’inserzione pubbli-citaria apparsa sui giornali locali ai primi di luglio, “intercettata” dai consi-glieri comunali del Partito democratico.

Il piano dice servizi, il cantiere fa residenze «Il piano regolatore attri-buiva a quel lotto, deno-minato ‘Punta est’, una

destinazione d’uso per servizi universitari e quin-di laboratori universitari, attività museali, servizi alla persona, mense, fo-resterie e residenze uni-versitarie», spiegano il ca-pogruppo Pd in consiglio comunale, Fabio Castagna, e il consigliere comunale matteo Pezza. «e invece oggi stanno costruendo un complesso residenziale», dicono i consiglieri. Come si legge, peraltro, ben evi-dente nel cartellone posto all’ingresso del cantiere edile. «dopo la pubblica-zione dell’annuncio sulla carta stampata abbiamo allora cercato informazio-ni su internet», continua Castagna, «dove abbiamo trovato altri annunci simili, che fanno riferimento sem-pre ad abitazioni signorili e mai a residenze universi-tarie. Continueremo perciò a chiedere al sindaco Ales-sandro Cattaneo e all’as-sessore all’Urbanistica

Fabrizio Fracassi per quale motivo e a seguito di quale provvedimento è stata mu-tata la destinazione d’uso del lotto di Punta est».

“Scopi di ricerca”, dice l’assessoreIntanto l’opera di costru-zione prosegue indistur-bata, forte di una con-venzione con finalità di “sperimentazione” stipula-ta tra la ditta costruttrice e l’Università degli Studi di Pavia in cui «il privato si è impegnato a rispettare gli impegni assunti con l’Uni-versità di Pavia, realizzan-do unità immobiliari con l’adozione delle migliori tecniche per scopi di ricer-ca», ha detto l’assessore ai Lavori pubblici Fracas-si ai consiglieri comunali del Partito democratico che il 7 luglio scorso, in uno degli ultimi consi-gli comunali pre-festivi, avevano presentato una instant question. «Se poi

dopo qualcuno su internet o sulla Provincia pavese fa pubblicità per altre cose, risponderà per quanto lo riguarda», ha continuato Fracassi. «Io posso dire che costruisco il pollaio; dopodiché posso dire che vado a vendere non pollai ma un albergo. Saranno fatti suoi. Per noi rimane tutto com’era prima, non è cambiato assolutamente niente».

“Sconti sugli oneri di urbanizzazione”, teme l’opposizioneLa spiegazione dell’as-sessore non ha convinto i consiglieri dell’opposizio-ne, che da luglio insistono nel voler fare chiarezza. «L’assessore all’Urbani-stica deve spiegare com’è stato possibile trasforma-re in residenziale un’area che il piano regolatore destinava a servizi, come appunto quelli universita-ri», ribadisce Giuliano ruf-

finazzi, consigliere comu-nale Pd che fa parte della commissione Territorio, «permettendo di fatto ai costruttori di non versa-re al Comune gli oneri di urbanizzazione, che sa-rebbero stati pari a circa 300mila euro. Alla prima commissione Territorio che avevamo richiesto per far luce sul caso e che si era tenuta a fine luglio non solo l’assessore non si era presentato, ma non c’è sta-to neppure dato modo di leggere la convenzione tra l’Università e la ditta co-struttrice». Ci riproveranno nella prossima commis-sione, convocata per l’11 ottobre su richiesta di ruf-finazzi, che non sembra in-tenzionato a mollare: «mi aspetto che l’assessore ci onori della sua presenza in commissione Territorio; in caso contrario», conclude ruffinazzi, «chiederemo di portare la questione in consiglio comunale».

L’assessoredeve spiegarecom’è statopossibiletrasformarein residenzialeun’area destinataa servizi nel Pianoregolatore

di eleonora marchiafava

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istruzione La mannaia Gelmini-Tremonti

SCUOLE CHIUSE: PRIMA IL PESCIOLINO ROSSO, ORA IL LANDINI

Banditi dalla scuola gli insegnanti specialisti

In Comune caccia aperta ai privati

Ci avevano insegnato che imparare le lingue stra-niere a scuola fin da piccoli fosse indispensabile per trovare lavoro in un mondo sempre più globalizzato. e invece oggi scopriamo che il governo Berlusconi, con la legge 133/2008 so-prannominata “la manna-ia Tremonti-Gelmini”, ha escluso dalla scuola prima-ria italiana la figura degli “specialisti” della lingua inglese, docenti laureati in lingue e letteratura stra-niera o vincitori di concorsi ordinari (alcuni dotati di ti-toli post-universitari, corsi di specializzazione, viaggi all’estero e certificazioni internazionali) che, a diffe-renza dei “generalisti” inca-ricati d’insegnare più disci-

pline in una stessa classe, si sono occupati fino a ieri dell’inglese come unica di-sciplina, con tutti i benefici del caso per gli alunni. Il governo ha però deciso di sbarazzarsi della loro pro-fessionalità, imponendo agli specialisti di “rientra-re” nel corpo docenti come generalisti, a danno della qualità della scuola pubbli-ca italiana e del futuro dei nostri figli.

Gli effetti sono immediati: gli insegnanti non hanno più il tempo che prima po-tevano dedicare all’appro-fondimento della lingua inglese, dovendo ora inse-gnare più d’una disciplina contemporaneamente, così come non hanno tempo da dedicare all’aggiorna-mento, necessario laddove i corsi di formazione per conseguire l’abilitazione all’insegnamento della lin-

gua straniera non sono suf-ficienti (a detta di molti) a garantire la trasmissione di un sapere in linea con il Common european Fra-mework of reference for Languages, il quadro di riferimento europeo per la conoscenza delle lingue. d’altronde, già la finanzia-ria 2005 prescriveva una formazione obbligatoria per gli insegnanti generali-sti sprovvisti di specifiche competenze, finalizzata a eliminare gradualmente gli insegnanti specialisti e, quindi, anche i 9mila do-centi di lingua che copriva-no all’incirca 54mila classi e che oggi non hanno più neppure il tempo per la let-tura in classe di brani della letteratura inglese.

Non ci sono soldi neppure per l’infanzia, a Pavia, dove è bastato il tempo di un’estate per far perdere alla città due strutture pubbliche: il Pesciolino rosso-Tempo per le fami-glie, che molto probabilmente sarà dato in gestione a pri-vati, come ha confermato l’assessore all’istruzione rodolfo Faldini nell’ultimo consiglio comunale di settembre, e la scuola d’infanzia Landini, chiusa dopo che le termografie hanno confermato la necessità di rifare completamente i soffitti. «Sia la chiusura del Pesciolino rosso sia quella del Landini sono state messe tra gli obiettivi raggiunti dalla giunta», ha fatto notare senza un certo sarcasmo il consi-gliere comunale Pd massimo depaoli in consiglio comu-nale lo scorso 27 settembre, quando l’assessore al Bilan-cio marco Galandra ha presentato lo stato d’attuazione del programma della giunta Cattaneo. «relativamente al Pesciolino rosso», ha detto depaoli, «si parla addirittura

di ‘indagini di mercato’», segno che l’ipotesi che il Co-mune intenda affidarlo a un gestore privato per farne un micro-nido è sempre più probabile. Nulla di preciso si sa invece sul futuro del Landini, che di tutti gli edifici scola-stici esaminati quest’estate è risultato essere quello nelle condizioni peggiori. ma dopo la chiusura e il trasferimento dei bambini prima «in uno sgabuzzino dell’asilo maestri», lamentano ancora oggi alcuni genitori, poi all’asilo Casti-glioni e alla materna Gazzaniga, il Comune non ha fatto sapere più nulla, se non che la messa in sicurezza del Lan-dini costerebbe circa 60mila euro. Soldi che l’assessore ai Lavori pubblici Luigi Greco non ha ancora stanziato, in attesa forse di decidere le sorti dell’edificio che, nelle migliori delle ipotesi, potrebbe venir ristrutturato o, nel-le peggiori, venir ristrutturato per poi finire nelle mani dei privati, come il Pesciolino rosso.

STUDENTI ACCORPATIDISAGI ASSICURATI

Finanziaria scolastica

Il Governo la chiama “razionalizzazione della spesa relativa all’organizzazione scolastica”, ma di razionale sembra avere solo l’ennesimo taglio alla scuola. Di mezzo c’è la finanziaria 2011 che, con l’art. 19, abolisce i circoli didattici e riorganizza tutte le scuole materne, primarie e secondarie inferiori in “comprensori”. La differenza è nei numeri: i 4 circoli didattici per le materne e le elementari e i tre istituti per le medie inferiori comprendevano da un minimo di 500 a un massimo di 900 alunni; invece gli istituti comprensivi, «per acquisire l’autonomia», si legge all’art. 19, «devono essere costituiti con almeno 1000 alunni». Dunque, un limite minimo che è addirittura superiore al massimo previsto fino all’anno scorso e nessun limite massimo, dovendo “verticalizzare”, ovvero aggregare in un solo comprensorio scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado. A Pavia sono 5800 gli studenti iscritti all’anno scolastico 2011/2012 che potrebbero venir ridistribuiti su quattro o cinque comprensori. La scelta toccherà al Comune, che in questi giorni sta valutando tutte le possibilità insieme ai dirigenti scolastici, ai rappresentanti dei genitori nei vari circoli e istituti e ai sindacati, al fine di raggiungere una proposta condivisa da consegnare alla Provincia entro il 10 ottobre 2010. È questo infatti il termine entro cui le Province dovranno presentare il piano di ridimensionamento provinciale alle Regioni, alcune delle quali, come la Puglia, hanno già impugnato l’articolo di legge che, oltre a creare istituti ingestibili dal punto di vista numerico, mette a rischio anche il personale docente, educativo e Ata, come temono i sindacati.

Ai spik inglishdi eleonora marchiafava

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consumo consapevole GAS Gruppi di Acquisto Solidale

Nato 12 anni fa,il Gruppo d’Acquisto pavese conta oggi 100 soci

La costruzione di un modello di economia più solidale ed ecosostenibile passa anche attraverso i Gas – Gruppi di Acquisto Solidale. Chi aderisce a un Gas decide in-nanzitutto di cambiare il proprio stile di vita partendo da un modo nuovo, più consapevole e critico di fare la spe-sa, con un’attenzione ai prodotti di qualità biologici ed ecologici e alla tutela dell’ambiente perché, sostenendo l’economia locale e acquistando direttamente dai piccoli produttori, meglio ancora se impegnati in progetti so-ciali, si contribuisce a ridurre l’inquinamento e lo spreco di energia derivanti dal trasporto e dagli imballi. Su questi valori im-prescindibili nasce Gas Pavia, uno tra i più grandi gruppi di acquisto solidali in Italia, dove se ne contano circa un migliaio. In provincia di Pa-via, oltre al gruppo storico con sede in via Bramante, si sono costituiti diversi altri Gas come quelli di Bor-garello, Cava manara, Torre d’Isola, Voghera, e l’altro gas pavese, e i Ga-stronauti. “Nella società attuale i consuma-tori detengono il potere politico più importante che, se esercitato consapevolmente, può contribuire a migliorare l’ambiente, i rappor-ti umani, economici e la nostra salute”, tiene subito a sottolineare roberta Gado, presidente di Gas Pavia. “Chi aderisce a un gruppo di acquisto solidale esercita il po-tere di esprimere, come consumatore, le proprie idee o preferenze; di praticare acquisti a distanza contenuta o a chilometri zero, privilegiando la produzione locale o comunque piccole realtà artigianali; di preferire prodotti biologici o biodegradabili al 100% per quanto riguarda i detersivi o gli shampoo; di privilegiare la naturalità delle materie prime e, se possibile, il valore sociale del pro-

dotto. I nostri acquisti esprimono i nostri valori. Si può acquistare un prodotto senza rinunciare a valori come la giustizia sociale e la solidarietà. Acquistare i prodotti presso alcune realtà locali come le cooperative sociali ci consente di esercitare il nostro potere di consumatori, col risultato di creare lavoro per i ceti sociali più deboli: nel nostro caso, tramite collaborazioni con la cooperati-va sociale Arké, con Il Convoglio legato al carcere pavese e con la comunità il mulino di Suardi gestita dal Comune di Pavia, che ospita minori stranieri non accompagnati”.

ma come funziona un Gas? “Per la gestione degli ordini”, spiega ro-berta Gado, “si parte dal principio che ciascun socio partecipa come volontario, di conseguenza non vi è alcuna forma di retribuzione per lo svolgimento della mansione che andrà a svolgere. All’interno del gruppo ciascuno sceglie il proprio compito – dalla gestione dei rap-porti con un determinato fornitore alla distribuzione degli ordini e la contabilità – fruendo a sua volta del contributo altrui. Un Gas si pone anche altri obiettivi, oltre a quello di acquistare dai produttori locali, come quello di limitare gli imballi:

la verdura, per esempio, viene consegnata e conservata in una cassetta di legno, che verrà poi restituita vuota”. Gas Pavia, in particolare, ricevendo grandi quantitativi di prodotti e occupandosi della gestione dei vuoti, si av-vale di una sede logistica dove il fornitore consegna la merce che viene poi distribuita in orari stabiliti. “Un pic-colo magazzino è fondamentale per un gruppo di acqui-sto. Il nostro è al Vallone, presso la struttura che ospita anche la sede provinciale dell’Arci. Purtroppo non siamo riusciti a ottenere dal Comune uno spazio congruo”.

COME SI DIvENTA “GASISTA”? CON LA vOGLIA DI SPENDERSI PER Sé E PER GLI ALTRIAll’associazione del Gas Pavia ci si iscrive versando una quota associativa di 20 euro all’anno. I requisiti richiesti sono due: abitare a Pavia o dintorni e avere voglia di impegnarsi in prima persona. Ciascun socio deve infatti contribuire all’attività dell’associazione svolgendo determinate mansioni, come ci spiega Roberta Gado: “Far parte di un Gas richiede, in effetti, una certa motivazione. Se recandosi al supermercato ci si limita a riempire il carrello, aderendo a un Gas si ha l’impegno del ritiro della merce e della distribuzione più volte alla settimana”. Mentre il ‘gasista’ rodato non ha nessun problema, “tra i nuovi soci può esserci inizialmente un certo disorientamento, soprattutto nell’adeguarsi al ciclo della natura, che significa acquistare frutta e verdura solo e rigorosamente di stagione”.

La solidarietàè il criterio alla base

delle scelte dei prodotti,acquistati da piccoli

produttori locali che operano nel rispetto

dell’ambiente.

Gas Pavia, la solidarietàche fa girare l’economiadi alessia furia

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Filastrocca dei Nati per Leggere

Leggimi subito, leggimi forte

dimmi ogni nome che apre le porte

Chiama ogni cosa, così il mondo viene

Leggimi tutto, leggimi bene

dimmi la rosa, dammi la rima

Leggimi in prosa, leggimi prima

Bruno Tognolini

cultura&eventi Nati per leggere Lettere alla redazione

di guido affini | nuova libreria il delfino pavia

«ogni bambino ha diritto ad essere protetto non solo dalla malattia e dalla violenza ma anche dalla mancanza di adeguate occasioni di sviluppo affettivo e cognitivo. Que-sto è il cuore di Nati per Leggere», un’azione nazionale che, nata nel 1999 dall’iniziativa di alcuni pediatri e bibliotecari, avrà un momento di lancio a Pavia a fine novembre. L’obiet-tivo, che tutti possono consultare sul sito www.natiperleg-gere.it, è promuovere la lettura ad alta voce ai bambini dai 6 mesi ai 6 anni d’età e la sua forza è quella di essere una rete in perenne crescita in tutt’Italia - circa 400 progetti in corso in 1195 Comuni - che, oltre a pediatri e bibliotecari coinvolge scuole, librai, operatori socio-culturali, pedago-gisti, centri famiglia grazie all’azione di diverse associazioni tra cui l’ACP-Associazione Culturale Pediatri, che riunisce tremila pediatri italiani con fini esclusivamente cultura-li; l’AIB-Associazione Italiana Biblioteche (oltre 4mila tra bibliotecari, biblioteche, centri di documentazione) e il Centro per la Salute del Bambino onlus CSB, che svolge attività di formazione, ricerca e solidarietà per l’infanzia. In Lomellina il Sistema bibliotecario sta organizzando un corso di formazione che terminerà con un incontro rivolto all’analisi delle esigenze del nostro territorio il 15 novem-bre a mortara, mentre a Pavia, dove i pediatri si confronta-no con l’eredità della cattedra di marcello Bernardi, sono in programma un evento di lancio per iniziative legate al progetto Nati per Leggere e, in occasione del Festival dei diritti organizzato dal CSV, alcuni momenti legati a questo

diritto poco conosciuto. Alcuni pediatri, sia del policlinico San matteo che di consultori dell’Asl, si incontreranno poi con alcuni esperti della lettura per promuovere attività e raccogliere adesioni. «Partecipare al progetto di Nati per Leggere significa promuovere nel proprio ambito la lettura nelle famiglie», spiegano i promotori, le associazioni Athe-na, la Nuova Libreria il delfino e l’associazione culturale Incipit, «contribuendo a creare una rete interdisciplinare tra operatori e servizi della prima e primissima infanzia». I pediatri possono consigliare ai genitori di leggere storie ai bambini fin dal primo anno di vita, «facendo per esempio dono di un libro al bambino durante le visite per i control-li di salute, perché questo rende più efficace il consiglio e aumenta la probabilità che il libro venga letto», così come i pedagogisti individuare strategie per avvicinare i bambini al libro. «Il messaggio dato ai genitori può essere rinforzato promuovendo iniziative sul territorio organizzate in colla-borazione con bibliotecari e altre figure professionali che lavorano con i bambini». I centri didattici possono allesti-re spazi per la lettura con libri per bambini da 0 a 5 anni così come le biblioteche, e i librai garantire libri selezionati, mentre gli operatori socio-culturali, gli insegnanti, gli enti e le associazioni possono portare i bambini in biblioteca o creare altri spazi lettura anche utilizzando il prestito di libri della biblioteca. Infine, i lettori volontari possono sostene-re medici e operatori operando nei vari contesti frequentati dai bambini e dai genitori: sale d’attesa degli ambulatori pediatrici, reparti di pediatria ospedalieri, biblioteche e al-tri luoghi delle città (spazi gioco, giardini, parchi, asili nido, scuole dell’infanzia, librerie), facendo dono del proprio tempo e della propria voce ai bambini.

Nati per Leggere

anno 1 n.3 | ottobre 2011Reg. Tribunale di Pavia n. 5del 14/4/2011Registrazione al Roc n° 21139

Direttore responsabile:Ottavio G. Rizzo

Vicedirettore responsabile:Antonio Sacchi

Redazione:via Taramelli 7 - 27100 Paviatel. 0382 [email protected]

Hanno collaborato a questo numero: Guido AffiniAlessandro Carvani MinettiAlessia Furia Eleonora Marchiafava

Foto: Ottavio G. Rizzo

Proprietà:Associazione Pavia Democratica

Editore: Glifo Associati s.c. Milano

Progetto grafico, impaginazione e pubblicità:Glifo Associati s.c.viale Famagosta 7520142 Milanotel. [email protected]

Stampa: SarNub - Cavaglià (BI)Stampato il 10 ottobre 2011Tiratura cartacea 10.000

periodico democratico

Scrivi alla redazione: [email protected]

Gentile direttore,il riscontro più positivo nell’osservare la Vostra avventura editoriale è stato il non rendermi conto che si trattava di un periodico legato a un partito politico: solo per caso, dopo averlo sfogliato e letto, ho scoperto la dicitura “periodico del Pd” nel colophon. Vorrei allora che la logica dell’approfondimento prevalesse su quella dello scontro ideologico anche nel concreto dell’amministrazione della cosa pubblica. Ciò che auspico è la costruzione del consenso tramite riflessioni approfondite, condivise ed eventualmente rivoluzionate dall’opinione dei cittadini; è la proposta di soluzioni innovative e di lungo termine per le problematiche di Pavia; è la fiducia cieca nel buonsenso dei cittadini e il riconoscimento della politica come strumento delle persone, come tramite per l’attuazione concreta e niente di più. Il mio desiderio è cioè quello di vedere una reale inversione di tendenza nell’intendere la politica, privilegiando l’aspetto sociale del consenso: ascoltare e discutere le proposte dei cittadini, renderli inclusi e responsabilizzarli senza contare il loro numero, affrontare le questioni in quanto tali e non partendo dalle linee-guida tradizionali di un partito. Avere dei partiti “civici” e non “politici”. Avere come obiettivo un unico partito cittadino, tanta deve essere la forza logica, sensata e giusta delle “nostre” politiche.In conclusione, quello che chiedo al Partito democratico è di dimenticarsi e far dimenticare il proprio simbolo e la propria area; trovare forme colloquiali per confrontarsi, puntando tutto sulle proposte dei cittadini e sullo sviluppo che essi sono in grado di offrire; condividere gli strumenti di attuazione delle politiche territoriali; semplificare il linguaggio e promuovere la trasparenza, favorendo ogni piccolo contributo concettuale e pratico; rendere ogni cittadino un potenziale attore politico, restituendogli così lo spazio che anima tutti i giorni e l’idea di comunità che plasma il proprio futuro.

Lettera firmata

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Gli strumenti tradizionali della comunicazione – carta stampata, manifesti, volantini, gazebo, comizi – sono importanti ma non bastano più. Siti, blog, video, social network: sono loro a rivestire un ruolo crescente anno dopo anno soprattutto tra i giovani, secondo il segretario cittadino del Partito Democratico di Pavia, Antonio Ricci. «vorremo studiare in maniera aperta strategie comunicative innovative che sappiano assembleare tutte queste componenti in maniera organica e multidisciplinare, creando un vero e proprio laboratorio della comunicazione politica». Da qui l’idea di lanciare l’appello: «Cerchiamo volontari interessati alla comunicazione in tutte le sue declinazioni: internet, foto, video, blogging, carta stampata, grafica per ragionare insieme su forme nuove e vincenti di comunicazione web», aggiunge Ottavio Rizzo, responsabile comunicazione del PD di Pavia. «Chi è interessato può contattarci via e-mail agli indirizzi: [email protected] e [email protected] oppure telefonando al numero 339.2447581». D’altronde, il PD di Pavia non è nuovo alle forme di comunicazione politica più dirette: dalla creazione del sito del partito www.corsocavour.info al periodico cartaceo da cui vi stiamo scrivendo, fino a facebook e a twitter (http://twitter.com/pdpavia ).

cultura&eventi Porte da aprire. La rubrica di Alessandro Carvani Minetti Province da rivedere. Il commento di Antonio Sacchi

Il sistema delle autonomie locali è tutelato dalla Costi-tuzione ed ha un ruolo fondamentale nel valorizzare la de-mocrazia partecipativa rispetto alla democrazia istituzionale. Già Alexis de Tocqueville vedeva nelle società intermedie e nella loro rappresentanza territoriale un baluardo contro il dispotismo “democratico”. Il sistema italiano ha una valen-za policentrica (Stato, Regioni, Province, Comuni e Città metropolitane) ed ha previsto la Regione ente di governo, la Provincia ente di coordinamento territoriale e il Comune ente di gestione diretta dei servizi. Cos’è accaduto nel tempo? Primo: è mancata una riforma amministrativa statale e i ministeri sono rimasti quelli che erano (mentre potrebbero essere dimezzati). Secondo: le Re-gioni hanno indebolito il ruolo legislativo e programmatorio e hanno dato vita a forti burocrazie gestionali. Terzo: il ruolo dei Comuni e delle Province è stato di fatto “costretto” in una visione più di dipendenza che di autonomia, e si è rivelato problematico il trasferimento o la delega di funzioni regio-nali agli enti locali. Resistenze politiche di ogni tipo, assurdi privilegi finanziari alle Regioni a statuto speciale, cervelloti-che manovre finanziarie e un evanescente federalismo fiscale hanno finito col contraddire lo scenario di valorizzazione di un sistema delle autonomie locali responsabile ed efficiente. Un’impennata demagogica e populista, che vede schierati come un sol uomo politici di incerto spessore e giornalisti di usurpata fama, ritiene che la soluzione di tutti i mali sia l’abolizione delle Province. Basta rispondere che nel 2010, su 807 miliardi di euro di spesa pubblica, ben 182 miliardi erano assorbiti dall’amministrazione centrale e solo 12 dalle Province, l’equivalente dell’1,5%. Ciò non significa che non andrebbero rivisti e riorganizzati i livelli di governo intermedi. Se vogliamo davvero attuare economie di scala, ridurre la spesa pubblica e mantenere vivo il concetto di sovranità popolare e di democrazia nei territori, dobbiamo pensare ad un progetto complessivo di “Costitu-zione e cittadinanza” all’interno del quale, nel quadro di uno Stato unitario, le Regioni esaltino la loro funzione legislativa di governo in materie concordate con lo Stato centrale e non si appiattiscano nella gestione amministrativa; le Province, per delega regionale, esercitino – anche in una prospettiva globale ed europea – il ruolo di ente sovraordinato di coordi-namento di territori ben definiti dal punto di vista dell’effi-cacia operativa ed infine i Comuni siano davvero, per com-petenze chiare, per strumenti concreti e per risorse certe, il luogo che consente a tutti i cittadini di partecipare, nel modo più diretto possibile, alla vita democratica della Nazione.

La democrazia nei territori

di antonio sacchila rubrica di alessandro carvani minetti

mi chiamo Alessandro e ho 32 anni. dal 13 aprile 2003, in seguito a un incidente motociclistico, ho perso l’uso del braccio sinistro e compromesso la funzionalità del destro, diventando così disabile al 100% con diritto all’accompagna-mento. Un “disabile di nicchia”.Già, perché chi, come me, ha difficoltà a muovere le braccia fa parte suo malgrado di una minoranza che, proprio a causa della rarità di questa disabilità, non solo non viene presa in considerazione ma neppure immaginata dalla gente comu-ne, più portata ad associare direttamente e istintivamente il termine “disabile” a una sedia a rotelle. Ci sono tante piccole cose, tanti gesti che fanno parte della quotidianità che mi piacerebbe togliere dalla penombra. No-nostante la nostra sia l’era dell’abbattimento delle barriere architettoniche, in realtà infatti ce ne sono ancora molte di barriere sul nostro cammino, ma le vediamo solo noi disabi-li. da qui, dalle pagine di corsocavour.info, cercherò di farle vedere anche a voi nella speranza che certi muri vengano ab-battuti davvero, prima o poi. Per i disabili di nicchia esistono purtroppo decine di barriere

in una città come Pavia. Un primo esempio? Alla stazione, le porte a vetri d’accesso al sottopasso pedonale che colle-ga via Bricchetti, e quindi Pavia ovest, a piazza minerva e al centro città, sottopasso che evita di dover percorrere corso manzoni o di arrivare sino alla rotonda dei longobardi, allun-gando a dismisura un tratto di strada lungo forse nemmeno un centinaio di metri. ebbene, fino a qualche anno fa per me era impossibile aprire una porta, come quelle in stazione, “tirandola” verso di me, mentre potevo spingerla coi piedi per uscire: riuscivo cioè a utilizzare il sottopasso arrivando da via Brichetti ma non in senso contrario, provenendo dal cen-tro, ed ero perciò costretto a percorrere tutto corso manzoni. All’epoca inviai più d’una email al Comune di Pavia, igno-rando che non spettava certo all’amministrazione comunale darmi una risposta. In realtà comunque non chiedevo nulla di straordinario o di oneroso: segnalavo semplicemente a un’istituzione pubblica l’opportunità di far installare una cer-niera che consentisse alle porte di aprirsi a spinta sia in un senso che nell’altro. Un piccolo meccanismo, un movimento rotatorio che sarebbe bastato ad abbattere un muro.

NOI DISABILI DI NICCHIA

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viale Campari - Pavia

Nella partita coNtro la deforestazioNefacciamo il tifo per Gli alBeri.

Coop lancia il progetto Boschi e Foreste: una serie di iniziative concrete per contrastare la deforestazione e favorire l’aumento di produzioni ecosostenibili entro il 2015.