cortina simposio di sculture

20
1 7| 12 settembre 2oo9 corso Italia e piazza Venezia dalle ore 9.00 alle 19.00 12 settembre 2009 ore 18.00 presentazione delle opere consegna attestati e premio del pubblico Cortina d’Ampezzo

Upload: kidstudio

Post on 10-Mar-2016

248 views

Category:

Documents


1 download

DESCRIPTION

Per la prima volta la storia, la tradizione, la passione e l’ingegno dell’antica arte della lavorazione del legno si amalgameranno alla fantasia, alla tecnica ed all’abilità dell’uso di nuovi materiali quali ferro, pietra e roccia artificiale.SImposio in Corso Italia a Cortina dal 7 al 12 settembre 2009.

TRANSCRIPT

1

7|12 settembre 2oo9

corso Italia e piazza Venezia

dalle ore 9.00 alle 19.00

12 settembre 2009

ore 18.00

presentazione delle opere

consegna attestati e premio del pubblico

Cortina d’Ampezzo

info: 0436 881812 www.cortina.dolomiti.org

Con la collaborazione ed il supporto diAssociazione AlbergatoriAssociazione Commercianti

Testi a cura di Ivan Demenego

Ideatore, curatore e coordinatore artistico Eddy Demenego

Logistica e assistenza artisti Mauro Olivotto Lampo

Si ringraziano i ristoranti: birreria Hacker, hotel Menardi,pizzeria al Passetto, pizzeria Vienna, ristorante Al Camin,e gli alberghi: hotel Ancora, hotel Concordia, hotel Europa, hotel Franceschi, hotel Impero, hotel Menardi, hotel Montana, hotel Nord, hotel Olimpia, hotel Trieste, sporting hotel Villa Sporting.

2

Partecipano gli scultori

legnoAndrea Alberti

Fabiano De MartinFranco Vergerio

Kurt WiererHeidi LeitnerMarco NonesPaolo Frattari

Roberto MerottoRoberto NonesSilvano Ferretti

Ferro battutoBruno Corriani

Ferro assemblatoMario Padovani PietraMarcello Martini roccia artificialeAndrea Gaspari

VOTA Il TuO sCulTORE PREFERITO Trovi la scheda presso la Conchiglia di piazza Venezia (sono in gara solo gli scultori della sezione legno).

3

Buongiorno a tutti, è con estremo piacere che porgo il benvenuto, mio personale e di tutta l’Amministrazione Comunale, all’edizione 2009 del simposio di sculture LA BOTTEGA DELL’ARTE.

Considerando l’ottimo riscontro di pubblico e di critica che la manifestazione ha ottenuto l’anno scorso, è con en-tusiasmo e determinazione che la riproponiamo, convinti che questo grande simposio di scultura del legno stia di-ventando un appuntamento fisso e apprezzato dell’esta-te ampezzana.

Come Amministrazione abbiamo subito colto l’importan-za e lo spessore di questa kermesse e per renderla anco-ra più interessante e vivace quest’anno abbiamo voluto coinvolgere anche i commercianti del centro cittadino, i quali diventeranno parte integrante dell’evento, ospitan-do all’interno delle vetrine le opere dei partecipanti.

Per la prima volta la storia, la tradizione, la passione e l’in-gegno dell’antica arte della lavorazione del legno si amal-gameranno alla fantasia, alla tecnica ed all’abilità dell’uso di nuovi materiali quali ferro, pietra e roccia artificiale.Prima di concludere non posso non rivolgere un ringra-ziamento particolare a Eddy Demenego, ideatore, cura-tore della manifestazione e fonte inesauribile di idee e non posso non rivolgere un sincero grazie a tutti coloro che direttamente o indirettamente hanno contribuito alla realizzazione di questa iniziativa.

Sicuro del successo, a nome mio personale e dell’Ammini-strazione Comunale, invito cittadini e ospiti a partecipare all’evento, inebriandosi del delicato profumo di resina che si sprigionerà dalle opere, nate sotto le abili mani degli artisti.

Buon divertimento a tutti.Dott. Andrea Franceschi

CORTINA D’AMPEZZOARTE A CIELO APERTO

4

lEGNO

5

“Sono legato al fi gurativo. Ho fatt o qualche cosa di astratt o, ma preferisco le forme ri-conoscibili. Per le mie opere mi ispiro alla natura, una grande maestra; certi eff ett i di plasticità, di chiaroscuri, si ott engono solo studiandola con att enzione. Lo stesso vale per il movimento: una volta rispett ati i principi e i criteri che lo regolano, questi diventano fl uidi, sopratt utt o “naturali” an-che quando sono fi ssati in una scultura. Mi è capitato di scolpire nel legno l’acqua e le nuvole, dei quali ho cercato di riprodurre il moto e la dinamica. Le più grandi sculture del mondo sono quelle prodott e dalla na-tura. In Cornovaglia ho visto la vertebra di una balena. Un vero capolavoro: nessun artista ha mai fatt o niente di così bello.

Quando lavoro sul tronco lo sfrutt o com-pletamente, cerco di tirare fuori quello che vedo dentro. Non uso colori, non taglio e non riassembro porzioni di pianta. Scol-pisco in maniera classica; mi è capitato di utilizzare materiali come l’argilla per ott e-nere degli eff ett i che mi servivano – le mani di un uomo che scavavano nella terra – ma normalmente li evito. Scolpisco da sedici anni, non sono partito dalla pitt ura ma dal disegno. Alla scultura sono arrivato att ra-verso la matita. La mia è anche una ricerca di contenuti, dietro alcune opere, ad alcu-ne strutt ure, ci sono motivazioni profonde. Ho realizzato una fi gura tutt a fasciata, con solamente la testa libera, il viso aperto e sorridente. Perché è vero che la società tende a imbrigliare in certi schemi, e a le-gare gli individui, ma è anche vero che chi è consapevole di questo meccanismo, chi lo riconosce, è più autonomo, può operare delle scelte. La libertà, per me, è nella con-sapevolezza, anche dei vincoli”.

37 anni – Vive e lavora a Cortina d’Ampezzo

ANDREA�ALBERTI�

Andrea Alberti Via Lacedel, 1832043 Cortina (BL)tel. 0436 3272368 3923933 [email protected]

6

Alcune pennellate di vernice nera traccia-te su un pannello defi niscono lo spazio da cui emerge una fi gura. Come uscita dalle pagine di un fumett o, la fi gura, un mezzo busto scolpito in legno di ciliegio dipinto sommariamente di bianco, lascia lo spa-zio bidimensionale ed entra a far parte dell’ambiente. Proiett a le braccia avanti mimando l’att o di sparare. Oppure, ancora, guarda dritt o davanti a sé o si abbandona alla forza di un vento, di un’energia fl uida. È del 2008 il ciclo “Noir series” che l’artista ha presentato al GaBLs, la rassegna di Bel-luno sulla Giovane Arte Contemporanea. Opere che mett ono in dirett o contatt o con l’abilità dell’artista nell’aff ondare la sgorbia nei linguaggi espressivi contemporanei. Eppure la sua è una formazione classica: sei anni di scuole di intaglio tra Brunico e Bolzano, nel segno della più consolidata tradizione scultorea dell’Alto Adige. Nessuna contraddizione, segnala un criti-co d’arte: “Pur continuando ad affi nare il proprio mestiere, l’artista si segnala presto per un originale att itudine al superamento dei modelli espressivi ed iconografi ci arti-gianali”. E ancora: “Il lavoro di De Martin, pur conservando un equilibrio che lo tiene ben distante da qualsiasi forma di eclett i-smo, utilizza registri diff erenti, venendo declinato di volta in volta att raverso l’iro-nia caustica, il gioco, la citazione educata, la melanconia”.

Spiega l’artista: “Mi piace giocare con le forme, cerco il paradosso, un gioco fi ne, sott ile, scherzoso e simbolico”. Un esem-pio? “A gennaio, con altri artisti del GaBLs, ho partecipato a una mostra dal titolo “Ani-mal Mirrors”, animali allo specchio. Ho fatt o un coniglio assassino. Da dietro sembrava una nuvolett a bianca, davanti un killer con le fauci spalancate, insanguinate”.

FABIANO�DE�MARTIN�TOPRANIN�

Fabiano De Martin Via Milano, 59/a32040 Padola (BL)tel. 334 3182178

25 anni – Vive e lavora a Padola di Comelico

7

“Tu lascerai ogni cosa dilett a/più caramen-te; e questo è quello strale che l’arco dello essilio pria saett a. /Tu proverai sì come sa di sale/lo pane altrui, e come è duro calle/lo scendere e ‘l salir per l’altrui scale”. A diff erenza di quello di Dante Alighieri, l’esilio di Vergerio dalla terra natia - Lentiai, che lascia all’età di sett e anni per Genova dove emigra con la famiglia - a un certo punto avrà fi ne. Esatt amente dopo dicias-sett e anni quando l’artista abbandonerà “la vita di citt à e l’opprimente lavoro d’uffi cio per tornare al paese d’origine”. Così è scrit-to, tra l’altro, nelle sue note biografi che. “Facevo il disegnatore presso uno studio tecnico. Un buon lavoro. A ventun’anni ho mollato tutt o e sono tornato qui, a Lentiai, nella mia terra. Un ritorno alla vita aperta. Ho iniziato per scherzo a fare il malgaro, senza immaginare che lo avrei fatt o per un ventennio. Anno dopo anno, senza quasi accorgermene risalivo sui pascoli alti. Ad avvicinarmi all’arte sono stati decisivi gli incontri con molti personaggi. E così, oltre a fare il malgaro, ho incominciato anche a intagliare il legno, che col tempo è diventa-ta la mia unica occupazione”.

Riferendosi al suo stile, Franco Vergerio dice di essersi inspirato inizialmente a Hen-ry Moore “per la sua capacità di fondere insieme la fi gura umana e la natura”, anche se la sua att enzione è più orientata alla “ri-cerca degli equilibri e dell’armonia dei sog-gett i” più che dei temi da rappresentare: “Cerco di appagare l’occhio. Il mio. La scul-tura mi deve soddisfare visivamente: ricer-co la forma pura”. “Ho incominciato con il fi gurativo e sono arrivato all’astratt o, ma tengo sempre in considerazione la fi gura”. I materiali? “Il legno. Ma anche il bronzo e la terracott a”.

64 anni – Vive e lavora a Lentiai

FRANCO�VERGERIO

Franco Vergerio Via Garibaldi, 38/c32022 Lentiai (BL)tel. 338 2604728

8

Alla domanda “da quanto tempo scolpi-sce”, Wierer risponde senza pensarci trop-po: “Da sempre”. In eff ett i la sua biografi a conferma che è una passione che viene da lontano; si sviluppa sui banchi del Liceo Artistico di Ortisei, prosegue nella docen-za in discipline artistiche, si tempra nella bott ega di Monguelfo, dove ancora oggi realizza le sue opere a cavallo tra il classico e il moderno.

Spiega l’artista: “Lavoro a cavallo tra le due espressioni: le mie sono fi gure concett ua-lizzate, ma non al punto da essere irricono-scibili. Non serve leggere il titolo dell’opera per capire cosa si ha di fronte. Le manife-stazioni come “La Bott ega dell’Arte” sono molto importanti, sono gli unici momenti nel corso dell’anno che scolpisco come mi pare, che faccio quello che sento e che mi piace, a prescindere da committ enti e dal mercato.

Eppoi c’è poco da dire: le opere che nasco-no in queste situazioni, tra amici con stili e linguaggi artistici diversi, sono più ‘fresche’, non si perde il tempo a curare il dett aglio, non si torna a limare le sbavature, le scul-ture sono più vere, meno leccate. Meno dett agli, più incisività, più forza”.

KURT�WIERER�

Kurt Wierer Via Punteria, 1339035 Monguelfo (BZ)tel. 339 4783630 [email protected]

58 anni – Vive e lavora a Monguelfo

9

Ha frequentato la scuola per scultori del legno in Val Aurina e Val Gardena e ha rag-giunto il massimo dei voti mai assegnati in questa specializzazione. Ha partecipato a numerosi simposi e concorsi in Italia, Au-stria, Francia e negli Stati Uniti, dove l’ar-tista ha creato sculture in legno, pietra e ghiaccio. Le sue creazioni artistiche sono state premiate dalle giurie e dal pubblico sopratt utt o per la forte espressività.

Ciò che caratt erizza Heidi Leitner è un va-sto spett ro tematico che però si riduce ad un comune denominatore. Ogni creazione artistica per Heidi Leitner rappresenta una manifestazione dett agliata e minuziosa delle sue osservazioni. Cerca poi di guidare l’oc-chio dell’osservatore su irregolarità e incri-nature dell’apparente ”strutt ura esteriore” completamente integrato nel contesto.La visione artistica sta nel creare uno spa-zio sociale immaginario in cui Heidi Leitner assieme al suo pubblico si incontra in un dialogo.

Testo di Brunhilde Rossi Agostini

41 anni – Vive e lavora a Terento

HEIDI�LEITNER�

Heidi LeitnerVia Sonnberg, 239030 Terento (BZ)tel. 340 3034591www.heidileitner.com

10

C’è una fotografi a che ritrae il Dalai Lama mentre stringe tra le mani una piccola scultura. Sua Santità sorride. Di fronte un uomo, un’artista, l’autore dell’opera, intito-lata “Speranza per il Tibet”: Marco Nones. Se l’artista fosse uno di quelli abituati al presenzialismo a tutt i costi, si tratt erebbe di una fotografi a come un’altra. Ma non è così. L’immagine rappresenta, infatt i, una potente sintesi dell’att ività artistica di No-nes, che ruota att orno alla rappresentazio-ne del Sacro.

Non solo i soggett i rappresentati da Nones sono oggett o di ricerca, ma lo è anche il le-gno utilizzato per le sculture (radici di pino cimbro d’alta quota), che l’artista cerca per-sonalmente in montagna e in cui “costringe” poi le sue immagini. Pochi i soggett i profani, non per niente il curriculum espositivo di Nones si snoda principalmente tra Basili-che, Chiese e Santuari. Spiccano il Foyer della Sala Nervi in Vaticano, la Sagrestia del Bramante della Basilica di Santa Maria delle Grazie a Milano, la Basilica Patriarcale di Santa Maria degli Angeli in Porziuncola di Assisi.

MARCO�NONES�

Marco Nones Piazza Scopoli, 338033 Cavalese (TN)tel. 347 2347488 [email protected]

41 anni – Vive e lavora a Cavalese

11

Chi conosce Cerveteri, la citt adina etrusca tra i monti della Tolfa e il mare Tirreno, fa fa-tica a capacitarsi di come un giovane del po-sto, nato in una famiglia di contadini, nutra un’autentica passione e uno spiccato talen-to per scolpire il legno. In primo luogo per-ché in quella terra di alberi ce ne sono pochi – almeno di quelli buoni per farne sculture – e poi perché di intagliatori da cui andare a bott ega ce n’è ancora meno. Ora solo lui.

Ma se a Cerveteri la cultura del legno latita, non si può dire lo stesso per altre epifanie artistiche che là sono emerse copiose come funghi. Più che altrove, e con una forza e un’immanenza tale da condizionare anche le scelte espressive di Paolo Fratt ari. “Sot-to la presenza etrusca – spiega Fratt ari - ci nasci, non la capisci ma ce l’hai dentro. Que-sta presenza ce l’hai dentro ma non te ne accorgi, è talmente radicata in te che non te ne rendi conto, anzi sei att ratt o da altro. Io ero att ratt o dall’arte contemporanea, da Modigliani, per esempio. Ma la corda resta att accata al fi gurativo, al classico. Non ce la fai ad andare verso l’astrazione. Guardi alla Grecia, all’arte classica. L’imprinting è quel-lo classico, greco-etrusco. Eufonio, massimo pitt ore greco dipinge in Etruria”. Le note biografi che dell’artista aiutano a sciogliere alcuni nodi, principalmente quel-lo della sua formazione. Si legge, tra l’altro: “Inizia a scolpire poco più che adolescente e la passione iniziale (di giorno lavora la terra e da sera fi no a nott e inoltrata scolpisce il le-gno) diventa amore: lo studio si fa costante, una ragione di vita. Fratt ari è un autodidatt a e la sua formazione avviene grazie ad un im-pegno profondo ed una grande caparbietà: “ruba” il mestiere agli artisti-artigiani della Val Gardena, studi l’anatomia e Michelan-gelo. Poi iniziano le mostre. Con il tempo si aff erma, le sue opere “viaggiano”: Stati Uniti, Germania, Svizzera”. Att ualmente insegna al UPTER di Roma.

46 anni – Vive e lavora a Cerveteri

PAOLO�FRATTARI�

Paolo Fra� ari Via Colorado 9/a00055 Ladispoli (Roma)tel. 349 0994779

12

Nelle sculture di Merott o le fi gure femmini-li hanno un ruolo centrale. Una ricerca che spinge l’artista ad analizzare il femminile – “principio generatore universale” – in tutt e le sue complesse dimensioni simboliche. Che sia la “Dea Madre” primigenia, la “Ve-nere” del mondo classico, o la donna “reale e surreale” dell’età contemporanea, alla donna è affi dato sempre il compito di rige-nerare la vita del genere umano. A seconda del suo stato d’animo, lo sculto-re fi ssa nel legno le qualità di madre (custo-disce nel grembo il fi glio, lo protegge strin-gendolo al seno) o ne fotografa la bellezza fi sica, il movimento fl essuoso, il candore.

Non mancano le rivisitazioni in chiave con-temporanea di temi classici, e anche qui l’artista dimostra una potente capacità di leggere e interpretare lo spirito del tempo: se la Venere di Bott icelli ‘sboccia’ dalla na-tura, quella di Merott o si eleva dagli scarti metallici dell’”homo economicus”. Merott o si è formato all’Accademia di Bel-le Arti di Venezia ed è stato allievo degli scultori Giancarlo Franco Tramontin e An-tonio Giancaterino. In vent’anni di att ività ha realizzato le sue opere sperimentando materiali diversi: argilla, gesso, pietra, fer-ro, bronzo. E ovviamente legno, che ha im-parato a conoscere frequentando la ‘bot-tega’ dell’intagliatore Armando Titt onel a Barbisano. Partecipa a concorsi nazionali ed internazionali di scultura e le sue opere sono esposte in Italia e all’estero.

ROBERTO�MEROTTO

Roberto Mero� o Via Ferraglia, 11231020 Falzè di Piave (TV)tel. 347 9840408

41 anni – Vive e lavora a Falzè di Piave

13

Spazza via con una batt uta il tentativo di chi vuole vedere dietro alla sua produzio-ne artistica una puntigliosa ricerca di nuovi canoni e modelli espressivi: “Lavorare il legno è una terapia: un modo di stare bene con me e con gli altri”. Poi precisa: “Non è che ricerco qualche cosa di particolare, scolpire è un fatt o personale, non ambisco alle mostre anche se ne ho fatt e diverse”. Le abbiamo contate: circa due all’anno a partire dal 2000; tre nel 2003 e nel 2005, per un totale di 16 tra mostre e esposizio-ni. Non proprio poche per un artista che non le ama. Ma probabilmente avrebbero potuto anche essere più numerose. Poi ci sono i simposi, ma quelli sono un’altra cosa, e anche qui le partecipazioni si sprecano. I simposi sono ‘altro’ perché consentono all’artista di scolpire in compagnia e di riscaldare l’atmosfera a suon di musica. “Suono la fi sarmonica è sempre accanto a me, mi accompagna dappertutt o”.

Tornando al suo stile scultoreo, così lo de-fi nisce l’artista: “Naturalistico, anatomico. Cerco di modifi care le forme senza arri-vare all’astratt o. Le forme libere, astratt e, hanno bisogno di grandi signifi cati per es-sere interessanti. Poi i temi religiosi, l’arte sacra, senza cadere nel bigott ismo. La mia rappresentazione della Sacra famiglia? Una famiglia normale, legata dall’amore”.Roberto Nones si è diplomato nel 1992 all’Istituto Statale d’Arte di Pozza di Fassa conseguendo il titolo di “Maestro d’Arte”. Nel 1994 ha completato la formazione presso la Scuola Provinciale D’Arte di Selva Garde-na conseguendo il diploma di “Intagliatore del legno”. Dal 1995 lavora in proprio nel suo laboratorio di Capriana.

35 anni – Vive e lavora a Capriana

ROBERTO�NONES

Roberto NonesVia Miravalle, 938030 Capriana (TN)tel. 328 5512336

14

La tentazione di defi nire la sua opera come uno “Spoon River” della vita di montagna, probabilmente lascerebbe freddo Ferrett i. Perché il suo è un mondo di vivi. Ferrett i scrive con la sgorbia e nel legno racconta le storie della sua terra, la Valle d’Aosta. “Racconto la fatica del lavoro e dedico le opere alle nuove generazioni. Devono conoscere la vita dura dei vecchi e devono ricordarla”. Ai tronchi, al tutt o tondo “che fi nisce lì”, l’artista predilige i pannelli “perché permett ono di descrivere meglio”. “Ho lo spirito libero dell’autodidatt a, per me la scultura non è un lavoro. Faccio solo quello che ‘sento’”. E in quel sentire, trova spazio la rappresentazione delle emozioni e dei ricordi: la montagna come la vive e come l’ha vissuta lui.

Di sé parla poco, ma ci tiene a ricordare un amico che lo ha aiutato nel suo percorso artistico: lo scultore Angelo Bett oni. “Un uomo che viaggia in silenzio, che mi ha sti-molato a lasciarmi andare e che mi ha dato consigli importanti”.

Partecipa dal 1974 alla Fiera di Sant’Orso di Aosta ma non tralascia anche molti altri appuntamenti nazionali. I premi vinti? Fer-rett i glissa: preferisce i simposi ai concorsi perché “il vero giudice è il pubblico”.

SILVANO�FERRETTI�

Silvano Ferre� i Via Grange de Barme, 3911024 Chatillon (AO)tel. 338 4719061

60 anni – Vive e lavora a Chatillon

15

FERRO bATTuTO

FERRO AssEMblATO

PIETRA

ROCCIA ARTIFICIAlE

16

È un esplosione di allegria la voce di Corria-ni mentre al telefono descrive la sua att ività con una bella parlata fresca e genuina. “Io un’artista? Beh, piutt osto una fi gura artigia-nale” chiosa scherzando, ma fi no a un certo punto, Corriani. “I miei sono oggett i di arte applicata: lampade, candelieri, lett i, inferia-te e tutt o quello che ruota nel campo del ferro batt uto artistico”. Chiaro il concett o? Tutt i considerano gli og-gett i che realizza e che nobilitano le colle-zioni di mezzo mondo come artistici, mentre lui che li pensa, li disegna e li crea si sente una “fi gura artigianale”. Un sott ile distinguo.

La fucina di tanta modestia porta il nome del nonno, Candido “Bepi” Corriani, che nel 1929 fondò la ditt a che dal 1984 conduce il nipote Bruno.“Ho iniziato nel 1979 eff ett uando i lavori più umili come si usava nelle bott eghe di un tempo per poi passare al vero e proprio la-voro del fabbro facilitato in ciò da una intera vita a contatt o con l’arte e il disegno”.

Sempre dal nonno, che tra il 1976 e il 1978 ha restaurato insieme al fi glio Arrigo le cancel-late monumentali della Villa Reale di Monza su incarico della Soprintendenza ai Beni culturali della Lombardia, Bruno ha eredita-to la passione per il restauro dei metalli ma anche del legno, e con la Lombardia l’intesa prosegue tutt ora. A Cortina porterà “la forgia, l’incudine e tanto carbone” per fare oggett i di “arte ap-plicata”. Poi una promessa: “Se mi gira, farò anche qualche cosa di mio estro”.

BRUNO�CORRIANI

Bruno Corriani Via Andrea Costa, 232020 Lentiai (BL)tel. 328 7476862

44 anni - Vive e lavora a Lentiai

17

Non c’è il legno nel suo Dna artistico, ma sopratt utt o il metallo. Metallo, metallo e ancora metallo. Che forgia, salda, fonde. Che piega e ridisegna sull’incudine, che addomestica con il cannello e la saldatrice o che costringe liquefatt o dentro le forme dei calchi. Metallo nobile di fusione o ‘vile’ perché riciclato da ferraglia: oggett i arrugginiti e in disarmo non più utilizzati, o utilizzabi-li, almeno per lo scopo per cui erano stati realizzati. “Immondizia della nostra società che recupero e valorizzo att raverso opere fi gurative. Utilizzo gli oggett i più impensabi-li: vecchi att rezzi, ferramenta di qualunque tipo – ho utilizzato anche lame di patt ini da ghiaccio – che assemblo insieme. Alcuni li rimodello, cambiandone la forma, altri li lascio riconoscibili per il divertimento di chi osserva l’opera”.

Di questo genere sarà la scultura che rea-lizzerà nel simposio di Cortina, “anche se la tecnica dell’assemblaggio – spiega l’artista – ormai l’ho abbandonata”. Un critico, così descrive lo stile e l’att uale produzione artistica di Padovani: “E’ uno scultore dall’immaginario surreale, nutrito di cultura cyber-gotica, ed al tempo stesso fi lologicamente att ento alla lezione dei ma-estri classici. Le sue originali fusioni metalli-che sono il frutt o di una profonda rifl essio-ne sulle fi gurazioni di una contemporaneità postmoderna e di un vivace sperimentali-smo, che lo porta ad utilizzare svariate tec-niche di lavoro febbrile, talvolta inedite”.

35 anni – Vive e lavora a Belluno

MARIO�PADOVANI�

Mario Padovani Via San Giuseppe, 132100 Bellunotel. 328 0336960scarla� [email protected]

18

Nessuno meglio di Martini, per chi lo cono-sce ‘Vif’ può raccontare con esatt ezza come gli sia nata la voglia, o forse l’esigenza, di “ti-rare fuori dalla pietra quello che vedeva im-prigionato all’interno di essa”. Così l’artista descrive sul suo sito web il primo impulso di quell’amore creativo che lo accompagna ormai da quasi trent’anni.

“Vif – scrive l’artista – è il nome di un bor-go del comune di Claut dove sono nato la matt ina del 2 Dicembre 1951 mentre fuori nevicava copiosamente. La passione per la scultura, penso mi sia stata tramandata dal mio bisnonno Domenico Martini dett o ‘Vif’. Egli faceva il mestiere di scalpellino, e a det-ta dei vecchi che lo hanno conosciuto era molto valente nell’intagliare la pietra. Molti dei suoi manufatt i sono stati realizzati per le chiese, case di abitazione, fontane, piazze e monumenti. Io iniziai a cimentarmi con la scultura nel 1983 come autodidatt a, usando alcuni dei suoi att rezzi rimasti nella soffi tt a.Percorrevo in lungo e in largo i greti dei tor-renti della Valcellina alla ricerca di massi da portare a casa dove potevo sperimentare e dare sfogo a questa nuova passione, ma già dalle prime martellate capii che se volevo scolpire qualcosa di bello con la pietra do-vevo disporre di utensili in acciaio di buona qualità e temprati nella giusta maniera altri-menti, le punte e i taglienti si sarebbero ar-rotondati dopo i primi colpi. Mi costruii una rudimentale forgia a manovella e dopo nu-merosi tentativi riuscii a capire quando era il momento giusto per immergere la punta rovente nell’acqua per ott enere la durezza ott imale e quindi intagliare la pietra senza particolari diffi coltà. A quel punto capii che avrei potuto scolpire qualsiasi cosa nella pietra. Da quel giorno, ogni volta che ne os-servavo una “vedevo qualcosa o qualcuno” imprigionati all’interno di essa”.

MARCELLO�MARTINI�58 anni – Lavora a Cimolais

Marcello Martini Via Pinedo, 533080 Cimolais (PN)tel. 329 0795584www.artenellapietra.it

19

Nell’ambito di parchi acquatici, parchi di-vertimento e centri benessere SPA, dove lavoro da moltissimi anni sempre più diff u-so è l’uso della roccia artifi ciale che riesce a creare ambientazioni scenografi che sor-prendenti con un realismo che spesso con-fonde lo spett atore. Questi eff ett i vengono ott enuti con l’uso di pannelli prestampati in negativi siliconici presi su rocce “vere”.Adatt ati su un telaio metallico, assemblati, stuccati e colorati manualmente, danno la possibilità di avere delle “rocce” in posi-zioni (dato il peso ridott o) e forme che si adatt ano a qualsiasi esigenza.

Possono essere completate con incisioni, luci e giochi d’acqua.Possono però servire anche come “mate-ria” per realizzare sculture o installazioni. Come quella che inventerò a Cortina.

48 anni – Lavora a Cortina d’Ampezzo

ANDREA�GASPARI�

Andrea Gaspari Via Manzoni, 1823877 Paterno d’Adda (LC)tel. 339 5082179 [email protected]

20

7|12 settembre 2oo9

corso Italia e piazza Venezia

dalle ore 9.00 alle 19.00

12 settembre 2009

ore 18.00

presentazione delle opere

consegna attestati e premio del pubblico

Cortina d’Ampezzo

info: 0436 881812 www.cortina.dolomiti.org

Con la collaborazione ed il supporto diAssociazione AlbergatoriAssociazione Commercianti

Testi a cura di Ivan Demenego

Ideatore, curatore e coordinatore artistico Eddy Demenego

Logistica e assistenza artisti Mauro Olivotto Lampo

Si ringraziano i ristoranti: birreria Hacker, hotel Menardi,pizzeria al Passetto, pizzeria Vienna, ristorante Al Camin,e gli alberghi: hotel Ancora, hotel Concordia, hotel Europa, hotel Franceschi, hotel Impero, hotel Menardi, hotel Montana, hotel Nord, hotel Olimpia, hotel Trieste, sporting hotel Villa Sporting.