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Crediti bancari deteriorati Milano, Nextam, 13 marzo 2017 Gabriele Barbaresco Area Studi Mediobanca

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Page 1: Crediti bancari deteriorati - MBRES · Evoluzione dei NPL ratio in Italia e in altri Paesi (2007-2015 e 1998-2015) Area Studi Mediobanca su: FRED , World Bank;, ECB e Giovanni Sabatini,

Crediti bancari deteriorati

Milano, Nextam, 13 marzo 2017

Gabriele Barbaresco

Area Studi Mediobanca

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Nextam Partners in collaborazione con la Fondazione Ugo La Malfa e Mediobanca sono lieti di invitare la SV lunedì 13 marzo 2017 ore 18 in Via Bigli, 11/A Milano al seminario

Focus sul sistema bancario italiano

Introduce Carlo Gentili

Amministratore Delegato Nextam Partners

Relazione di Gabriele Barbaresco

Direttore dell’Area Studi di Mediobanca

Intervengono On. Giorgio La Malfa, Sen. Massimo Mucchetti

L’Area studi di Mediobanca ha completato la raccolta e l‘elaborazione dei dati di bilancio di tutte le 492 banche italiane aventi un attivo pari o superiore a 50 milioni di euro. Tale aggregato rappresenta oltre il 96% del sistema bancario italiano. Si tratta quindi di una fotografia molto esauriente della struttura economico patrimoniale delle banche, del patrimonio di vigilanza, della qualità del credito, dei tassi di copertura dei crediti deteriorati nonché la consistenza e la composizione delle garanzie.

seguirà cocktail RSVP [email protected] tel. 0276451238

Nextam Partners SPAZIO BIGLI

Via Bigli, 11/A - Milano

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Qualche confronto internazionale Sezione 1

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Le banche italiane e il contesto europeo

Qualche confronto internazionale Sezione 1

Alcuni indicatori e loro traffic light thresholds (EBA Risk Dashboard, Q3 2016)

Area Studi Mediobanca su EBA, Risk Dashboard,

NPL ratio

< 3%

> 3 % < 8%

> 8% 2,5

5,9 5,4 3,9

16,4

DE ES EU FR IT

40,1 44,4 44,3

50,8 47,2

DE ES EU FR IT

Coverage ratio

> 55%

< 55% % > 40%

< 40%

ROE

2,2

7,1

5,4

7,2

1,5

DE ES EU FR IT

> 10%

> 6 % < 10%

< 6%

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Perché i NPLs italiani sono così alti?

Qualche confronto internazionale Sezione 1

Evoluzione dei NPL ratio in Italia e in altri Paesi (2007-2015 e 1998-2015)

Area Studi Mediobanca su: FRED , World Bank;, ECB e Giovanni Sabatini, Crediti bancari deteriorati, Arel, 16 f febbraio 2017

Il NPL ratio italiano è elevato da molti anni, già prima della

crisi

Molte le cause: fiscalità svantaggiosa (recupero delle

perdite), giustizia civile inefficiente, difformità nel

riconoscimento dei NPLs (più severo in Italia), ipotesi

“Zingales”, …

Dove la crisi è stata più severa (It, Es, Pt, Gr, …) i NPls sono

cresciuti di più

Secondo l’Abi, l’80% della crescita dei NPls italiani tra

2007 e il 2014 è dipesa da tre “spread” italiani: giustizia

(49%), bassa crescita (34%) e tassi (17%)

1,0

3,0

5,0

7,0

9,0

11,0

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2013

2014

2015

Multiplo italia Spagna (volte) Multiplo Italia Portogallo (volte)

0,0

4,0

8,0

12,0

16,0

20,0

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2013

2014

2015

Portogallo Giappone Spagna Italia

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I conti delle banche italiane nel 2015 Sezione 2

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La difficoltà di fare banca nell’era zlb (zero lower bound)

I conti delle banche italiane nel 2015 Sezione 2

Alcuni kpi del conto economico

(dati singoli e consolidati di 435 istituti, dettaglio banche retail)

Area Studi Mediobanca

Il cost income ratio delle Popolari (77%) e delle Bcc (79%) è superiore a quello delle S.p.A. (71%): i

costi amministrativi (anche regolamentari e di compliance) incidono proporzionalmente di più

Il peso delle svalutazioni crediti sui ricavi è maggiore per le Popolari (40%) e le Bcc (48%) che per le

S.p.A. (22%)

Il risultato corrente è di conseguenza negativo per le Popolari (-17% dei ricavi) e le Bcc (-27%)

Leve per migliorare i margini: ricomposizione dei ricavi verso le componenti a maggiore valore

aggiunto e minore assorbimento regolamentare (commissioni); riduzione dei costi amministrativi

(digitalizzazione dei servizi); bonifica del portafoglio creditizio

In % dei ricavi (margine di intermediazione)

Cost income

ratio (A)

Svalutazione netta dei crediti

(B)

Risultato corrente (100-A-B)

435 banche 71,8 26,8 1,4

53 S.p.A. 70,9 21,9 7,2

32 Popolari 76,9 39,8 -16,7

327 Bcc 78,7 48,4 -27,1

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I crediti deteriorati (NPLs) Sezione 3

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8

la ‘mappa’ dei crediti deteriorati

I crediti deteriorati (NPLs) Sezione 3

Passaggio dai crediti deteriorati lordi a quelli netti e dai netti ai garantiti

(dati singoli e consolidati di 435 istituti, dati 2015)

Area Studi Mediobanca

Sofferenze lorde:

210,0 mld

Prezzo contabile:

42%

Sofferenze nette:

87,8 mld

Quota coperta da garanzie

totali: 74%

Quota coperta da garanzie

parziali: 9%

Quota non coperta da

garanzie (unsecured):

17%

Inad. probabili lorde:

136,2 mld

Prezzo contabile:

73%

Inad. probabili nette:

99,2 mld

Scaduti e sconf. lordi:

13,7 mld

Prezzo contabile:

81%

Scaduti e sconf. netti.:

11,1 mld

NPLs lordi: 359,9 mld

Prezzo contabile; 55%

NPLs netti: 198,1 mld

NPLs totalmente garantiti: 147,4 mld

NPLs parzialmente

garantiti: 16,9 mld

NPLs non

garantiti: 38,6 mld

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Conseguenze dei NPLs su margini e patrimonio

I crediti deteriorati (NPLs) Sezione 3

Banche retail segmentate per Texas ratio: alcuni kpi (dati singoli e consolidati, esclusi alcuni outlier, dati 2015)

Area Studi Mediobanca

Valori mediani

Texas Ratio NPLs netti

(€ mld)

Svalutazione crediti in %

dei ricavi

Risultato corrente in %

dei ricavi

Core Tier 1 in %

dei RWA

Crediti v. Clienti

in % del totale attivo

> 100% (114 banche)

98,0 51,7 -33,7 12,4 62,3

< 100% > 75% (67 banche)

85,0 41,2 -17,6 15,5 57,5

< 75% > 50% (85 banche)

4,6 35,1 -12,0 18,1 55,8

< 50% (138 banche)

3,0 20,3 +2,6 22,7 50,8

NPLs netti per 98 mld fanno capo a 114 istituti con Texas ratio superiore al 100%

Gli istituti con Texas ratio maggiore spesano svalutazione crediti per 52% dei ricavi e segnano un risultato corrente negativo pari al 34% dei ricavi

Forti concentrazioni di credito cattivo abbassano il capitale regolamentare

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É necessario liberarsi dei NPLs? Sezione 4

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NPLs e credit crunch: colpevoli o capro espiatorio?

E’ necessario liberarsi dei NPLS? Sezione 4

Area Studi Mediobanca su ECB e Banca d’Italia

“There is a broad consensus on the view that high NPLs levels ultimately have a negative impact on bank lending to the economy” (ECB, Draft guidance to banks on non-

performing loans, 2016)

Quindi: ridurre i NPLs interrompe il circolo vizioso: alti NPLs → riduzione del credito → crescita lenta → aumento dei NPLs → …

Secondo la Banca d’Italia: “Yet, as of today, formal evidence on the role and importance of bad legacy assets in shaping bank’s lending policies is hard to come by” (Non-performing loans and the supply of credit: evidence from Italy, QEF March 2017)

Le principali conclusioni di BdI:

a. Il livello dei NPLs di per sé non influenza la politica di erogazione del credito

b. Sono rilevanti fattori specifici, sia di domanda (stato di salute dell’impresa) sia di offerta (dimensione e capitale della banca)

c. ‘Forzare’ le banche a cedere i NPLs può essere controproducente, se ciò deteriora la

loro dotazione di capitale (via perdite e adeguamento del valore di carico)

“NPLs are an easy but unlikely culprit for the weak credit flows observed in the past years”

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A che condizioni liberarsi dei NPLs?

E’ necessario liberarsi dei NPLS? Sezione 4

Tempi e valori di realizzo dei crediti deteriorati

Area Studi Mediobanca su: Banca d’Italia, I tassi di recupero delle sofferenze, Note di stabilità finanziaria e vigilanza , n. 7 Gennaio

2017; Banca d’Italia, La gestione dei crediti deteriorati: un’indagine presso le maggiori banche italiane, Questioni di Economia e

Finanza n. 311, febbraio 20156

Secondo la BdI, il tasso di recupero

delle sofferenze tra 2006 e 2015 è stato

pari al 43%. Il tasso medio di recupero

delle sofferenze gestite in house è stato

pari al 47%, di quelle cedute a terzi al

23%.

Le procedure di recupero durano fino a

nove anni, ma entro il 4° anno è recuperato l’85% in caso di esecuzione

o concordato, il 75% in caso di

fallimento; entro il 5° anno il recupero è completo per esecuzioni e concordati,

pari all’80% per i fallimenti

La bassa quotazione delle sofferenze

cedute dipende dall’elevato tasso di

sconto applicato (15%-25% secondo

BdI) che riflette la struttura del passivo

dei veicoli specializzati (tutto equity) e

la loro avversione al rischio

Valore di realizzo medio storico delle sofferenze

(2006-2015): 43%

Chiusura ordinaria: 47% Cessione a terzi: 23%

Con garanzia reale: 55% Senza garanzia reale: 36%

Famiglie: 53% Imprese non finanziarie: 40%

Esecuzioni immobiliari: 53% Accordi stragiudiziali: 48%

C. preventivo/liquidazione: 41% Fallimento: 30%

43 47

23

Tasso di recupero totale Gestione "in house" Cessione a terzi

Media 2006-2015, valori in %

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Tempo, rendimento atteso e prezzo

E’ necessario liberarsi dei NPLS? Sezione 4

Tempi e valori di realizzo delle sofferenze

Area Studi Mediobanca su: Banca d’Italia, Quanto valgono i crediti deteriorati?, Note di Stabilità Finanziaria e Vigilanza, n. 3 Aprile

2016 e Banca d’Italia, La gestione dei crediti deteriorati: un’indagine presso le maggiori banche italiane, Questioni di Economia e

Finanza, n. 311 Febbraio 2016

Ipotesi

cessione Ipotesi

in house Ipotesi A cessione

Ipotesi B cessione

Ipotesi C in house

Ipotesi D cessione

Valore di libro 42,0 42,0 42,0 42,0 42,0 42,0

Tasso di sconto (IRR) 15% 4% 8% 15% 4% 8%

Tempo di recupero (anni) 5 5 5 2 2 2

Valore attuale 21,0 35,0 29,0 32,0 39,0 36,0

IRR bancario al 4% (BdI, NSFV, 3/2016, pag. 6); IRR investitore in NPLs al15%-25% (BdI, NSFV, 3/2016, pag. 7)

La simulazione, che per semplicità non tiene conto di eventuali costi accessori, suggerisce che:

A parità di condizioni (tempo di recupero) esiste uno scarto di 14 punti tra valore attuale per un investitore specializzato e quello della banca (prime due colonne)

Lo scarto si dimezza se l’investitore accetta una riduzione dal 15% all’8% dell’IRR (ipotesi A)

Una riduzione da 5 anni a 2 anni dei tempi di recupero porta lo scarto a 3 punti (ipotesi B e C)

Con tempi di recupero ridotti a due anni e un IRR dell’8%, si ha coincidenza tra la valutazione bancari e quella dell’investitore

Quindi: l’abbreviamento dei tempi di recupero riduce la distanza tra soluzione in house e cessione, depotenziando l’effetto dei differenti IRR

Un ulteriore avvicinamento deriva dalla riduzione dell’IRR dell’acquirente (e.g. minore avversione al rischio per migliore qualità documentale sulle garanzie)

Resta sul tappeto il tema dei costi accessori: se essi sono rilevanti per l’investitore e si sommano al suo IRR, si apre una nuova forbice nelle quotazioni (la banca opera in regime di costi congiunti e non li sconta dal valore netto di recupero)

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Grazie per l’attenzione

Area Studi Mediobanca

Milano – Foro Buonaparte, 10

www.mbres.it