crisi economica e processi di impoverimento · 2013. 3. 11. · un’agenda per le politiche di...
TRANSCRIPT
Iscrzioni on-line: http://sociale.regione.emilia-romagna.it
Officina del Welfare
un’agenda per le politiche di welfare del futuro
Crisi economica e processi di
impoverimento
esperienze innovative tra comunità e servizi
Venerdì 8 febbraio 2013ore 9.30-14.00
Regione Emilia-RomagnaBologna, V.le A. Moro, 30
Aula Magna
Officina del Welfareun’agenda per le politiche di welfare del futurociclo di seminari febbraio-giugno 2013
L’idea è quella di dedicare una mattina al mese ad un incontro di riflessione e scambio tra operatori di area sociale sulle criticità e le esperienze innovative del nostro sistema dei servizi, con l’obiettivo di creare una sorta di comunità in cui scambiare informazioni, idee, dati, ricerche, esperienze e pratiche innovative, ma anche preoccupazioni e dubbi.
Gli appuntamenti di “Officina del Welfare” sono organizzati dai Servizi dell’Assessorato Politiche Sociali, in collaborazione con l’Agenzia sanitaria e sociale regionale e avranno cadenza mensile. Ogni incontro si concluderà con una scheda di sintesi sui punti da inserire in agenda.
I prossimi appuntamenti si terranno nelle seguenti date:1 marzo - 5 aprile - 10 maggio - 7 giugno.
Segreteria organizzativa:Cristina Karadole, Servizio Coordinamento Politiche Sociali Regione Emilia-Romagna, Tel. 051 5277535 e-mail: [email protected]
in collaborazione con:
Programma
Ore 9.30 Apertura dei lavori e inquadramento delle tematiche da affrontare Maura Forni Responsabile Servizio Coordinamento Politiche Sociali Regione Emilia-Romagna
”Interventi a sostegno del reddito e di contrasto della povertà” Presentazione della ricerca Stefano Toso Università di Bologna
Ore 10.30-13 Esperienze territoriali sui temi della casa, dell’alimentazione, della presa in carico comunitaria Progetto money tutoring Ilaria Folli Provincia di Bologna
Donne e madri in cammino. Un’esperienza di coabitazione multicultarale Lucia Greco, Maura Coppelli Unione Comuni Bassa Reggiana Interventi sul disagio abitativo Matteo Donati Comune di Rimini Il progetto “Casanova” Sostegno economico per nuclei familiari a basso reddito, negli interventi di miglioramento delle abitazioni Fabrizio Pedretti SIC - Consorzio di iniziative sociali
Modena e nuove povertà: un progetto di comunità di distribuzione alimentare Angelo Morselli ASVM - Associazione Servizi per il Volontariato di Modena
Linee guida distrettuali sulla povertà Nadia Campani Unione Val d’Enza La sperimentazione della Social Card Mara Rosi Comune di Bologna
La rete regionale delle Banche del tempo Maria Vittoria Fabbri Servizio Coordinamento Politiche Sociali Regione Emilia-Romagna
Ore 13-13.10 Integrazione delle politiche regionali Tirocini e borse lavoro nell’ambito delle politiche per l’integrazione e il lavoro Paola Cicognani, Katia Pedretti Servizio Lavoro, Regione Emilia-Romagna
Ore 13.10-13.40 Proposte di azione
Idee in cammino... in tema di interventi innovativi in ambito povertà. Quali azioni, quale welfare in tempo di crisi Marisa Anconelli Iress, Bologna
Ore 13.40-14 Sintesi sui punti da inserire nell’agenda per le politiche di welfare Monica Raciti Responsabile Servizio Politiche per l’Accoglienza e l’Integrazione, Regione Emilia-Romagna
Sarà presente Teresa Marzocchi Assessore Politiche Sociali, Regione Emilia-Romagna
Regione Emilia-RomagnaAssessorato Politiche Sociali
Officina del Welfareun’agenda per le politiche di welfare del futuro
Crisi economica e processi di impoverimentoesperienze innovative tra comunità e servizi
“Interventi a sostegno del reddito e di contrasto della povertà”. Presentazione della ricercaStefano Toso (Università di Bologna e CAPP)
Bologna, 8 febbraio 2013
1) Crisi economica e povertà in Italia e in Emilia-Romagna
2) Le politiche a sostegno del reddito durante la crisi: dal governo Berlusconi al governo Monti
3) Spesa sociale e contrasto della povertà in Emilia-Romagna
La crisi dell’economia reale in Italia
L’impatto della crisi va inquadrato in un contesto di:
• economia stagnante (tasso di variazione medio annuo del Pil nel 2000-2010: +0,2%, nel periodo 1990-2000: +1,6%)
• sostanziale costanza dei redditi da lavoro dipendente (crescita annua dei salari reali dei lavoratori ft 1997-2007: +0,5%)
• crescente insicurezza sul mercato del lavoro (2008-2012: disoccupazione dal 6,5% all’11,2%; disoccupazione 15-24 anni: dal 21% al 36,6%. Nel 2009 la perdita di posti di lavoro aveva riguardato soprattutto occupazioni atipiche e precarie, dal 2010 il fenomeno si è esteso a tutte le tipologie contrattuali)
• limitata capacità di intervento anticiclico da parte del settore pubblico, in relazione ai noti squilibri di bilancio e all’elevato debito pubblico, preesistente alla crisi.
• lavoratori temporanei, giovani e con bassi livelli di istruzione (molti di loro vivono in famiglia e possono essere mantenuti dai redditi di genitori e nonni)
• lavoratori stranieri (senza voce politica)
• lavoratori indipendenti a reddito medio-basso
• Il ricorso alla CIG ha interessato soprattutto il Nord (imprese export-oriented), le fasce centrali di età e i lavoratori dell’industria
• Blocco degli stipendi dei dipendenti pubblici
Chi è stato finora più colpito dalla crisi
• A fronte di una contrazione del PIL stimata nel 2012 del 2,1%, la recessione potrebbe attenuarsi progressivamente ed esaurirsi nella seconda metà del 2013 ma permane una forte incertezza, anche in relazione al rallentamento dell’economia mondiale e alla flessione della domanda interna
• I consumi delle famiglie continuerebbero ad essere frenati dal debole andamento del reddito disponibile (calato nei primi 3 trimestri 2012 del 4,3%), su cui incidono le manovre di consolidamento dei conti pubblici
• Il mercato del lavoro si stabilizzerebbe solo nel 2014: l’occupazione si prevede cali nel 2013 di circa l’1%, con un uguale incremento del tasso di disoccupazione, che toccherebbe il 12% nel 2014
Fonte: Bollettino Economico, Banca d’Italia, 1.2013
Prospettive di breve periodo per l’economia italiana
Effetti della crisi economica sulladistribuzione del reddito
Difficile valutare a priori gli effetti distributivi di una recessione:
1) il crollo della domanda colpisce di più i redditi degli imprenditori, dei lavoratori autonomi e dei dipendenti privati, con conseguenze più contenute per i redditi di pensionati e dipendenti pubblici;
2) La presenza di “stabilizzatori automatici” del bilancio pubblico (Cig, …) sostiene il reddito dei lavoratori colpiti dalla crisi;
3) La riduzione della propensione al risparmio, conseguente alla crisi, può attenuare gli effetti della recessione sulla povertà misurata nei consumi
Incidenza della povertà relativa in Emilia-Romagna e in Italia. 2003-2011 (valori percentuali)
2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
Emilia‐Romagna 4,7 3,6 2,5 3,9 6,2 3,9 4,1 4,5 5,2
Italia 10,8 11,7 11,1 11,1 11,1 11,3 10,8 11 11,1
Fonte: Istat, “La povertà in Italia”, anni vari.
Effetti della crisi economica sulla distribuzione del reddito (2)
• Né i dati Eurostat né quelli di fonte Banca d’Italia evidenziano nel triennio 2008-2010 variazioni significative e di segno univoco della diseguaglianza.
• La stessa cosa vale, fino al 2010, per gli indicatori scelti dal Consiglio Europeo per valutare il progresso verso l’obiettivo di far uscire dalla povertà e dall’esclusione sociale 20 milioni di persone nell’UE entro il 2020 [Strategia Europa 2020]:1) rischio di povertà (at-risk-poverty rate) dopo i trasferimenti sociali, 2) indice di deprivazione materiale grave, 3) percentuale di individui che vivono in famiglie a bassa intensità di lavoro.
Indicatori di povertà o esclusione sociale in Italia e Unione europea. 2005–2011 (valori percentuali)
Fonte: Eurostat (http://epp.eurostat.ec.europa.eu/portal/page/portal/statistics/search_database).
2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 Rischio di povertàa
ITALIA 18,9 19,6 19,9 18,7 18,4 18,2 19,6UE 27 16,4 16,5 16,5 16,4 16,3 16,4 16,9UE 15 15,7 15,9 16 16,2 16,1 16,2 16,7
Grave deprivazione materialeb
Italia 6,4 6,3 6,8 7,5 7,0 6,9 11,2UE 27 10,7 9,8 9,1 8,4 8,1 8,1 8,8UE 15 5,2 5,0 4,9 5,2 5,0 5,2 6,1
Bassa intensità di lavoroc Italia 10,3 10,8 10 9,8 8,8 10,2 10,5 UE 27 10,3 10,5 9,6 9,0 9,0 10 10,5 UE 15 10,1 10,4 9,7 9,3 9,5 10,6 11,1
RISCHIO DI POVERTA’ O DI ESCLUSIONE SOCIALEd
Italia 25,0 25,9 26,0 25,3 24,7 24,5 28,4UE 27 25,6 25,2 24,4 23,6 23,1 23,5 24,2UE 15 21,5 21,8 21,6 21,5 21,1 21,7 22,5
La povertà in Emilia-Romagna prima e durante la crisi
• L’Emilia-Romagna è una delle aree meno povere d’Italia, sia che si considerino indicatori di povertà tradizionali, di tipo relativo e/o assoluto, sia che si faccia ricorso a misure multidimensionali, come gli indicatori di deprivazione materiale, sia che si adottil’indicatore sintetico della Strategia europea 2020.
• I dati Eurostat relativi all’ultimo quinquennio mostrano una sostanziale stabilità dell’incidenza della povertà relativa (o rischio di povertà, secondo la terminologia Eurostat) e dell’indicatore che misura la bassa intensità di lavoro...
• … mentre un significativo incremento, nel corso del 2011, si registra nell’indice di deprivazione materiale grave.
La povertà in Emilia-Romagna prima e durante la crisi (2)
• L’effetto combinato di questi fattori ha determinato un aumento di due punti (dal 12,8% al 14,9%) del rischio di povertà o di esclusione sociale per l’Emilia-Romagna nel 2011.
• L’incremento è in linea, ma inferiore a quello nazionale (dal 24,5% al 28,4%) e interrompe la serie stazionaria precedente.
• Un punto di svolta rispetto al passato?
Indicatori di povertà o esclusione sociale (Europa 2020) in Emilia-Romagna. Anni 2005-2011 (valori percentuali)
2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
Rischio di povertà 8,6 9,5 8,7 8,9 9,1 8,3 8,2
Grave deprivazione materiale 3,1 2,3 3,7 4,0 3,2 3,9 6,4
Bassa intensità di lavoro 5,9 5,3 5,0 4,9 4,7 5,7 5,0
Rischio di povertà o di esclusione sociale
14,2 13,8 13,7 13,9 13,8 12,8 14,9
Fonte: Eurostat, Indagine IT‐SILC anni vari.
Le politiche a sostegno del redditonel triennio 2008-2010
• Introduzione una-tantum di un “bonus famiglia” (solo 2009) di 200-1.000 euro annui, riservato alle famiglie con redditi bassi e prevalenti da lavoro dipendente o da pensione.
• Introdotta la Carta acquisti (Social Card) nel 2008
• Gli ammortizzatori sociali sono stati oggetto di interventi legislativi tampone, volti a prorogarne l’efficacia anche oltre l’ordinaria scadenza temporale o verso settori ed imprese esclusi dalla loro applicazione (Cig in deroga).
• Nessuna riforma organica degli ammortizzatori sociali, né della spesa pubblica per assistenza, di cui permangono i limiti strutturali
La Carta acquisti
• Un buono spesa (voucher) in forma di bancomat riservato alle famiglie con anziani (over 65enni) o con almeno un minore di 3 anni
• Finalizzato al contrasto della povertà assoluta (means-testing severo)
• La carta può essere usata per acquistare qualunque tipo di bene e/o servizio, seppure solo in negozi e supermercati selezionati, o per il pagamento delle utenze energetiche (gas, luce, acqua)
• Importo mensile accreditato sulla carta: 40 euro, indipendentemente dal grado di povertà della famiglia
• La carta è riservata ai cittadini italiani residenti
La Carta acquisti (2) • Brutta copia del Food Stamp Program USA perché:
• non impone i vincoli merceologici alla spesa del Food Stamp, consentendo l’acquisto di generi alimentari non coerenti con standard dietetici corretti
• non ha le medesime caratteristiche di universalità
• è di un importo mensile ridotto (copre poco più di un quarto della spesa mensile in alimentari di un pensionato con più di 65 anni)
• non è differenziato territorialmente e quindi non tiene conto del diverso costo della vita in generi alimentari tra macroaree
• non è condizionato alla disponibilità a lavorare essendo rivolto in prevalenza alla popolazione anziana
• Recepisce le caratteristiche peggiori del FSP, tipiche di un modello di welfare caritatevole e non inclusivo
Effetti distributivi della Carta acquisti
• Quasi il 50% dei beneficiari vive in 4 regioni del Sud (Campania, Puglia, Calabria, Sicilia)
• 60% della spesa totale va al 10% più povero della famiglie, ma solo il 17% delle famiglie povere in senso assoluto ha diritto alla Social Card perchè tutte le famiglie senza anziani o con minori con più di 3 anni sono esclusi dalla platea dei potenziali beneficiari.
• La Social card si è rivelata di fatto un trasferimento a favore degli anziani: 80% dei beneficiari hanno più di 65 anni.
• I difetti della Social Card sono difficilmente sanabili, a meno di una riforma strutturale.
IL d.d.l. Tremonti (29.7.2011):i criteri direttivi
a) revisione dell’Isee e riordino dei criteri economici per l’accesso alle prestazioni socio-assistenziali, inclusi quelli relativi ai trattamenti di invalidità e reversibilità
b) istituzione di un fondo per l’indennità sussidiaria alla non autosufficienza, ripartito tra le regioni, in base a parametri legati alla popolazione residente, il tasso di invecchiamento e alcuni fattori ambientali, per razionalizzare le prestazioni, incentivare la libertà di scelta dell’utente, diffondere l’assistenza domiciliare e finanziare in via prioritaria gli interventi attuati dal terzo settore
c) trasferimento ai comuni della Social Card, per identificare i beneficiari in termini di prossimità, integrare le risorse pubbliche con la raccolta di erogazioni a carattere liberale e affidare la gestione della Social Card al no profit
d) armonizzazione degli strumenti tax-benefit a sostegno delle condizioni di bisogno, per evitare duplicazioni di prestazioni.
I provvedimenti del governo Monti
• Il governo Monti ha dato seguito, introducendo correttivi, al ddl Tremonti con riferimento a:
1) riforma dell’Isee (art. 5, l. n. 214/2011)2) sperimentazione di una nuova Social card (art. 60, d.l. n.
5/2012)
• Ha in parte reintegrato con la LS2013 (l. n. 228/2012) i fondi statali destinati alle politiche sociali: le risorse aggiuntive (575 milioni) sono stanziate solo per il 2013 e concentrate sui fondi per le politiche sociali e per la non autosufficienza
Gli interventi a contrasto della povertà in Emilia-Romagna
• Gli interventi di contrasto della povertà sono minoritari rispetto a quelli rivolti a favore delle aree “famiglia e minori”, “anziani” e “disabili”: il 4,2% del totale della spesa nel 2009.
La sua composizione:• 1/3 della spesa destinata alla povertà riguarda trasferimenti in
denaro a favore delle famiglie, in particolare contributi economici a integrazione del reddito e a sostegno delle spese di alloggio.
• Il 40% è costituita da interventi/servizi che includono attività di servizio sociale e professionale, interventi/servizi educativi-assistenziali e per l’inserimento lavorativo.
• 1/4 circa del totale è assorbita dall’accoglienza in strutture residenziali.
Spesaa per interventi e servizi sociali dei comuni singoli e associati in Emilia-Romagna per area di intervento – Serie storica 2006-2009 (valori assoluti, ripartizione percentuale sul totale dell’area di intervento e valori pro-capiteb)
Fonte: Regione Emilia‐Romagna/Istat, Indagine sugli interventi e servizi sociali dei comuni singoli o associati.
AREA DI INTERVENTO
ANNO 2007 ANNO 2008 ANNO 2009
SpesaVal.%
Spesapro‐capite
Spesa Val.%
Spesapro‐capite
SpesaVal.%
Spesapro‐capite
Famiglia e Minori 332.449.368 47,9 78,2 363.311.740 50,2 84,4 375.262.136 49,3 86,1
Disabili 109.533.442 15,8 25,8 108.847.795 15,0 25,3 121.525.543 16,0 27,9
Dipendenze 4.570.284 0,7 1,1 6.331.391 0,9 1,5 4.727.386 0,6 1,1
Anziani 150.070.903 21,6 35,3 140.133.659 19,4 32,5 135.061.574 17,8 31,0
Immigrati 20.006.815 2,9 4,7 21.334.220 2,9 5,0 25.131.645 3,3 5,8
Povertà, disagio adulti e senza fissa dimora
25.304.460 3,6 6,0 26.496.022 3,7 6,2 32.141.993 4,2 7,4
Multiutenza 52.022.302 7,5 12,2 57.003.147 7,9 13,2 66.846.888 8,8 15,3
Totale Emilia Romagna
693.957.574 100 163,3 723.457.974 100 168,0 760.697.165 100 174,6
Spesa sociale e sostegno del redditoin Emilia-Romagna
• Il perimetro delle politiche regionali a sostegno del reddito familiare è molto più ampio di quello individuato dalla spesa per l’area “Povertà”
• Se si individuano i servizi/interventi imputati ad aree diverse da quella della povertà ma che esercitano un impatto distributivo, essendo subordinati alla prova dei mezzi, la spesa sociale cosìridefinita è di dimensioni notevoli:
• sommando gli importi per ciascuna area di intervento (esclusa l’area “Povertà”) si raggiungono circa 470 milioni di euro, pari al 62% della spesa complessiva per interventi e servizi sociali erogati in Emilia-Romagna.
• Se si aggiungono i 32,1 milioni destinati all’area “Povertà”, si arriva a circa 500 milioni, pari al 65% della spesa totale.
Selettività e politiche di sostegno al reddito: limiti e potenzialità
• Considerati gli ordini di grandezza, diventa cruciale ai fini dell’efficacia redistributiva della spesa l’adozione di criteri di selettività economica appropriati.
• In dirittura d’arrivo la riforma dell’Isee
• Auspicabile che vengano approntati in Regione idonei sistemi di monitoraggio della riforma, sia per censire eventuali margini di autonomia in sede di applicazione del nuovo indicatore, sia per valutare l’impatto della riforma sui bilanci degli enti locali e sull’equità del sistema.
Conclusioni
• La recessione in corso ha tardato a produrre variazioni significative nella distribuzione dei redditi delle famiglie italiane, anche se emergono effetti per età, livello di istruzione, condizione e qualifica professionale, nazionalità
• L’Emilia-Romagna si conferma come una delle regioni meno povere d’Italia, ma dal 2011 gli indicatori sociali europei di povertà o esclusione sociale segnalano un parziale incremento
• Il decennio scorso è trascorso senza che si ponesse mano a una riforma strutturale sia delle politiche per l’assistenza sia degli ammortizzatori sociali
Conclusioni (2)
• Alcuni segnali incoraggianti: sperimentazione di una nuova Social Card, imminente riforma dell’Isee, parziale inversione di tendenza nel rifinanziamento dei fondi statali per le politiche sociali
• Considerato l’ampio ricorso alla selettività economica nell’ambito della spesa sociale, la revisione dell’Isee, se opportunamente monitorata nelle sue applicazioni future, può rappresentare l’occasione per potenziare gli effetti redistributivi e di benessere delle politiche locali.
Provincia di Bologna
MONEY TUTORING EMERGENZA ABITATIVA
[email protected]@provincia.bologna.itServizio Politiche sociali e per la salute Provincia di Bologna
IL CONTESTO DI RIFERIMENTO - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - ->
Il progetto Money tutoring emergenza abitativa si inserisce nello scenario di crisi economica e sociale attualmente in atto, è una delle azioni che sono state individuate e messe a punto all''interno del:
Cantiere per il Contrasto alla Vulnerabilità
Cantiere Vulnerabilità
Nasce dall'esigenza di avere in approccio integrato e trasversale tra le politiche secondo il quale il benessere e la salute di una comunità sono inscindibili dalle condizioni sociali ed economiche, dalla possibilità di accesso alla casa, all'istruzione e al lavoro, dal capitale sociale diffuso, riflessioni queste in continuità con atti di Indirizzo e Coordinamento della CTSS 2009-2011.
Promosso dalla Provincia di Bologna, hanno aderito : Comuni, Associazioni imprenditoriali, OO.SS., Terzo Settore, Azienda USL, Camera di Commercio e Fondazioni, ASP Poveri Vergognosi
IL CONTESTO DI RIFERIMENTO - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - ->
Tra le azioni principali iniziali: �Raccolta di informazioni e analisi sulla dimensione del fenomeno e target delle persone in sofferenza� Raccolta delle azioni realizzate dai territori
�Raccolta ed analisi di indicatori demografici, lavorativi e sociali�Analisi qualitativa attraverso focus group a testimoni significativi
Report di sintesi
IL CONTESTO DI RIFERIMENTO - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - ->
Cabina di regia del cantiere vulnerabilità (formalizzata nel 2010):(composta da Provincia di Bologna, Comuni, Associazioni imprenditoriali, OO.SS., Terzo Settore, Azienda USL, Camera di Commercio e Fondazioni)
�Luogo di conoscenza reciproca delle azioni e delle risorse finanziarie
attivate dai diversi attori sul territorio
�Sede di condivisione di regole per garantire il raccordo tra le azioni
promosse dai diversi soggetti, per evitare sovrapposizioni e promuovere
sinergie
�Laboratorio per l’innovazione, nel quale si elaborano idee, progetti, nuove
politiche
�Sede di messa in rete di nuove risorse
Priorità individuate dal Cantiere Vulnerabilità: - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - ->
Emergenze emerse dal tavolo: Casa e lavoro in particolar modo per le persone in
condizioni di svantaggio
Linee di indirizzo per la realizzazione di appalti pubblici
che facilitino inserimenti lavorativi delle persone in condizione di svantaggio
Money tutoring- emergenza abitativa: sperimentazione
Da 29 settembre 2011 al 24 settembre 2012Presso il Tribunale di Bologna sono state registrate 2.384 richieste di convalida di sfratto
Protocollosfratti
Il progetto - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - ->
Obiettivo principale del progetto di Money Tutoring è stato quello di
provare a riportare in equilibrio il bilancio familiare dei nuclei segnalati dal servizio sociale, attraverso la concessione di un contributo a fondo perduto, di incontri formativi e di una specifica consulenza.
Educazione al risparmio
Formazione sulla costruzione di un budget finanziario
in linea con la propria situazione
economico/lavorativa
Prevenzione del disagio
abitativo
Miglioramento delle
capacità gestionali Supporto alla rete
dei servizi sociali
Aspetto relazionale
Il progetto - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - ->
Azioni
Individuare, in collegamento con i comuni, i nuclei in difficoltà per i quali fosse possibile prevedere che un sostegno temporaneo potesse prevenire situazioni di povertà.
attivare un servizio di consulenza di money tutoring, check-up finanziario del bilancio familiare, consulenza e formazione per una pianificazione dettagliata delle entrate e delle uscite da parte di personale qualificato.
erogare i contributi stabiliti (in base al check-up finanziario e agli obiettivi concordati con i nuclei). Il contributo economico per nucleo può ammontare da un minimo di 500,00 euro ad un massimo di 2.500, erogato nell'arco di 6 mesi.
Il progetto - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - ->
Il percorso - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - ->
individuazione e ripartizione delle
risorse
Individuazione deglienti gestori del
progett o
Individuazione modalità erogazione
dei fondi
Provincia
Uffici di Piano
Provincia: a seguito di comunicazione
di avvio e fine attività da parte
dell'Ufficio di Piano
Individuazione dei nuclei
da coinvolgere nel progetto
Servizi SocialiCordinati
dall'Ufficio di Piano /per Bo anche ASP
Poveri Vergognosi
I FONDI - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - ->
DISTRETTI RIPARTO
Bologna 55.777 euro
Pianura Est 31.961 euro
Porretta Terme 20.933 euro
Pianura Ovest 24.647 euro
San Lazzaro di Savena 24.120 euro
Casalecchio di Reno 27.563 euro
Provincia di Bologna (senza Imola) 185.000 euro
Gli enti gestori del progetto - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - ->
Gli elementi centrali del progetto - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - ->
�Contribuo a fondo perduto (salvifico per quelle situazioni in cui la difficoltà economica è sostanzialmente dovuta dalla crisi lavorativa)�Aspetto di consulenza e formazione estremamente utile per limitare o abbattere del tutto alcune voci di spesa (sigarette, internet, telefono) che data la situazione economica del nucleo famigliare era opportuno rivedere.
Rivestono un ruolo fondamentale la formazione e la partecipazione attiva dei beneficiari al percorso.
Questo ha permesso di svincolare il progetto da un' ottica assistenzialista ad una modalità maggiormente partecipativa e responsabile .
Alcuni dati sul monitoraggio - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - ->
N° territori coinvolti 6
N° nuclei 111
N° nuclei per territorio
Bologna 44
Pianura Est 18
Pianura Ovest 18
Porretta Terme 13
San Lazzaro di Savena 18
Casalecchio di RenoDati in fase di
raccolta
Alcuni dati sul monitoraggio: l'intestatario - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - ->
Divorziato/a: 7,2%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
Stato civile dell'intestatario
Coniugato/a 48,6%
Celibe/Nubile 29,7%
Separato/a 11,7%
Vedovo/a: 2,7%Divorziato/a: 7,2%
Alcuni dati sul monitoraggio: l'intestatario - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - ->
Prevalgono persone sole, famiglie numerose (con 3 figli e più) e famiglie monogenitoriali con 1 o 2 figli
Composizione del nucleo V. %
Monocomponente o con famigliari 21,6%
Coppia senza figli 3,6%
Coppia con 1 o 2 figli 27%
Coppia con 3 e più figli 17,1%
Coppia con 1 o 2 figli e famigliari 3,6%
Nucleo monogenitoriale con 1 o 2 figli 21,6%
Nucleo monogenitoriale con 3 e più figli 2,7%
Nucleo monogenitoriale con 1 o 2 figli e famigliari 2,7%
Un tema: IL SOVRAINDEBITAMENTO - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - ->
�Condizione di sovraindebitamento dei beneficiari con reddito tra i 12.000 e i 25.000
DATI DI BOLOGNA: - gli utenti appartenenti a questa fascia sono 13 sui 44 di Bologna:
- 5 di questi (38%) hanno contratto prestiti totali superiori a € 20,000, 8 (62%) invece per un totale inferiore a €20.000- TIPOLOGIE DI PRESTITO: stanno pagando cambiali, hanno utilizzato almeno una carta revolving e/o hanno attiva almeno una cessione del quinto.
Alcuni dati sul monitoraggio: assegnazione contributo - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - ->
Composizione del nucleo
Valore minimo
Valore massimo
Valore medio
Bologna 600 euro 1.300 euro 1.180 euro
Pianura Est 1.071 euro 2.586 euro 1.442 euro
Pianura Ovest 600 euro 1.300 euro 916 euro
Porretta Terme 450 euro 2.020 euro 1.368 euro
San Lazzaro di Savena 1.000 euro 1.060 euro 1.040 euro
Provincia di Bologna:
Valore minimo 450 euroValore massimo 2.586 euroValore medio 1.181 euro
Possibili piste di lavoro - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - ->
Suggerimenti e osservazioni pervenute dagli enti ge stori del progetto : EQUAZIONE
Creare una rete di associazioni/professionisti che forniscano
aiuto e assistenza su tematiche non strettamente legate alla
gestione del bilancio familiare ma ad esso connesse.
Rete di associazioni/professionisti
Consulente del lavoro
Avvocato
Commercialista
Possibili piste di lavoro - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - ->
Suggerimenti e proposte per lo sviluppo del progett o:ASP POVERI VERGOGNOSI
Attivare un percorso di formazione interna, mirata a formare gli operatori ASP perché siano maggiormente consapevoli delle tematiche riguardanti prestiti, finanziamenti...
Aumentare il numero di incontri e di ore per ogni incontro.
Dislocare la sede dei corsi nei quartieri, anche al fine di favorire le relazioni sociali degli utenti
Instaurare una collaborazione con il servizi fornito dall'osservatorio epidemiologico delle dipendenze dell'AUSL al fine di provvedere all'invio di quegli utenti che presentano condizioni di sovra indebitamento causate da problematiche di natura psicologica (disturbi “ossessivo-compulsivi”).
Aumentare il numero di incontri e di ore per ogni incontro.
Inserire nel corso di formazione anche gli utenti ai quali è stato concesso il prestito di Microcredito per la casa.
Linee guida distrettuali sulla povertà
Zona sociale Val D’Enza8 febbraio 2013
La zona socialeDistretto di 62.000 abitanti, 9 enti
8 comuni 1 unione
8 Servizi sociali Anziani/Adulti
8 Sportelli sociali(tutte le aree)
Servizio sociale minori/disabili
Coordinamento
1Prima fase
(primavera 2010/primavera 2011)
Obiettivo iniziale regolamento unico per la gestione dei contributi economici
• Ricostruzione delle erogazioni (i soldi)
• Le prassi esistenti e le prassi auspicabili
i soldi• Erogazioni 2007‐2010, distinte per area (minori, adulti, anziani, disabili), per comune, per ente (comune‐unione), per tipologia (contributi, borse‐lavoro, buoni alimentari, esenzioni tariffarie…)
• Si conoscono reciprocamente le differenti storie e filosofie territoriali: superamento del giudizio/pregiudizio, valore delle differenze
• nel tempo le differenze tendono a diminuire
TREND PER AREA
Le prassi • diverse modalità di lavoro dei territori su alcune problematiche tipiche (mancanza cibo e generi di prima necessità, utenze insolute, morosità affitto, sfratto)
• fattori che generano le differenze (dimensione demografica, ethos diffuso, imprenditività tecnico‐politica, imprenditività della società civile) →filosofia del servizio
• Contaminazione reciproca
esitiDall’idea di regolamento all’idea di linee guida: costruzione di una cultura comune (tecnici, politici, società civile) nel rispetto delle specificità locali
Dall’approccio assistenziale all’approccio educativo e comunitario (tempo per la valutazione, non centralità del contributo, valorizzazione delle risorse presenti,
attivazione del contesto)
Differenziare gli investimenti: tutelare le situazioni con fragilità, investire in modo mirato ove vi siano capacità evolutive, dimettere o ridurre investimento su situazioni non evolvibili, recuperare risorse per lavorare sulle situazioni ancora non emerse
• Sportelli sociali: integrare con gli altri punti sensibili della rete in grado di intercettare e accogliere
• Equipe integrate: estendere ai soggetti della comunità che partecipano alla costruzione di problemi e azioni
• Sperimentazioni trasversali ai target: condividere, allargare e contaminare
Reinterpretare in ottica comunitaria
Inoltre…Ragionare sul «fare» modifica l’azione stessa
•Si sono limate le differenze inizialmente molto marcate di filosofie e di modalità
•Si sono complessivamente ridotte le erogazioni (ma non per tagli di budget), pure nell’aumento delle situazioni in carico e delle complessità da trattare
•Aumento dei progetti comunitari
A. Ripensare il modo in cui si costruiscono i problemi (valutazione)
B. Raggruppare i problemi in tipologie
C. standardizzare le procedure, per differenziare gli investimenti e recuperare risorse
Seconda fase (primavera 2011/estate 2012)
valutazione prassi
tipologie
2
Le risorse:PersonaliFamiliari
Reti e contestoeconomiche
Esigenze di tutela:
Presenza di minori Non autosufficienza
Cosa teniamo in considerazione:
La valutazione
Rapporto col servizio:
collaborativo, scarso, assente,
Strumentale…
Stabilità/instabilità
risorse
Rapporto col servizio
Esigenze di tutela
Abbozzi di tipologie• Carriere di degrado
• Criticità forti con risorse personali
• Scarse capacità personali con risorse
• Nuove povertà:
Da stili di vita
Da perdita lavoro/carenza reti
Le prassi (in via di definizione)
• Differenziate in base alle tipologie
• Correlate a problemi e fasi di lavoro→ accesso allo sportello
→ assenza di generi di prima necessità
→ scarsità di risorse economiche
→ problema abitativo, morosità, sfratti…
→ problema lavorativo
Terza fase(2013)3
Confronto con le comunità locali al fine di rendere le Linee guida un sistema fluido in dialogo con i cittadini
Ragionamento partecipato sulle prospettive del Welfare locale, sulle responsabilità sociali individuali e collettive
Costante monitoraggio ai fini della
continua revisione e condivisione delle Linee
Incontri localiIn base a:•Presenza organismi di raccordo del terzo settore
•Tipo di organizzazioni presenti (volontariato, promozione sociale, gruppi informali)
•Luoghi «caldi» per costruire partecipazione: quartieri, punti di aggregazione su cui si vedono problemi e potenzialità specifiche, ecc
•Soggetti privati che già collaborano (banche, commercianti, imprenditori)
•Soggetti che ad oggi non collaborano ma che si ritengono strategici
Nota conclusiva
I contenuti di un percorso innovativo sono molto ancorati al contesto ma il metodo può essere esportato ed adattato.
Una innovazione consistente richiede:
‐ un tempo per la riflessione, il confronto, la condivisione, anche se viene richiesta sempre maggiore operatività e tagli alla formazione
‐ degerarchizzazione e contaminazione dei saperi
‐ disponibilità a mettere in discussione i punti di vista iniziali
Sperimentazione nuovaSperimentazione nuovacarta acquisticarta acquisti
(Social Card)(Social Card)
Bologna, febbraio 2013Bologna, febbraio 2013
Normativa di riferimento:
- Decreto “semplifica Italia” (art. 60 D.L. 9 febbraio 2012 nr. 5 convertito in Legge 4 aprile 2012 nr. 35, modifica la precedente social card (che rimane in vigore) prevista dal D.L. 112/2008 convertito in Legge 133/2008
- Decreto interministeriale attuativo (attualmente in corso di registrazione presso la Corte dei Conti)
La nuova Social Card
Descrizione dell'intervento e finalità:- La nuova social card si rivolge alle famiglie con figli in disagio economico il cui valore ISEE sia pari a zero o non superi i 3.000 € l’anno;
- L’intervento si colloca nel sistema integrato dei servizi sociali così come previsto dalla Legge 328/2000 e presuppone la presa in carico dei beneficiari (PAI);
- La popolazione di riferimento include anche i cittadini comunitari ed extracomunitari lungo soggiornanti (vincolo temporale);
- Si tratta di sperimentare uno strumento di aiuto economico sufficentemente significativo al fine di promuovere percorsi di fuoriuscita dall’esterma povertà e porre le basi per un futuro reddito minimo di inserimento;
- Lo scopo principale é quello di contribuire alla lotta alla povertà minorile a partire dalle famiglie più marginali rispetto al mercato del lavoro.
La nuova Social Card
La nuova Social Card
Il ruolo dei Comuni coinvolti: (12 città con oltre 250.000 abitanti)
- Gestiscono la sperimentazione attraverso il sistema dei servizi e la presa in carico complessiva delle persone; - Definiscono il target sulla base dei dati e degli indicatori di estrema fragilità (gruppo di lavoro attivato);
- Condividono con i beneficiati i termini del piano di intervento assistenziale che viene sottoscritto in una logica di corresponsabilità;
Gli altri soggetti coinvolti:
- L'INPS (eroga il contributo economico a fronte dell’elenco dei beneficiari trasmesso dai Comuni e gestisce il monitoraggio e la valutazione);
- Il TERZO SETTORE come risorsa nella gestione di progetti mirati all’inserimento lavorativo e all’inclusione sociale.
La nuova Social Card
Criteri e tipologie di spesa per la definizione dei beneficiari:
Famiglie con minori; Famiglie in una situazione di disagio lavorativo e/o abitativo; Famiglie con un ISEE <3.000 €; Patrimonio mobiliare < 8.000 €; Patrimonio immobiliare (prima casa) il cui valore imponibile ai fini I.C.I sia < 30.000€; Limiti al possesso di auto o motoveicoli; Spese oggettive del nucleo documentate e/o documentabili e/o necessità di integrazione del reddito in sofferenza parziale o totale; Spese connesse all'abitazione (rischio sfratto o sistemazioni precarie a seguito di sfratto, rischio insolvenza mutui prima casa); Spese sanitarie (spese sanitarie connesse a patologie in progress e invalidità/handicap).
Ammontare mensile del beneficio
famiglie con 2 componenti 231 €
famiglie con 3 componenti 281 €
famiglie con 4 componenti 331 €
famiglie con 5 o più componenti 404 €
La nuova Social Card
Risorse disponibili:L’intervento è finanziato complessivamente con 50 milioni di euro. Per Bologna è previsto un contributo pari a 1.604.498 € su un target potenziale di circa 420 nuclei familiari
Tempistica:Entro quattro mesi dall'emanazione del Decreto i Comuni devono trasmettere all’INPS l’elenco dei beneficiari, dopo 90 giorni i piani di intervento personalizzati (PAI). La sperimentazione ha la durata di un anno.
Monitoraggio e valutazione:La sperimentazione presuppone una funzione di monitoraggio e valutazione degli esiti curata da Inps e Ministero del Lavoro in raccordo con i Comuni
Sfide e complessità
- la dimensione della ricerca-azione e della sperimentazione nazionale (flusso informativo, gruppi di controllo)
- la tenuta dei servizi sociali territoriali
- la valutazione nazionale degli esiti e la possibilità di un futuro reddito minimo di inserimento
LA BANCA DEL TEMPO
una banca senza soldi
CHE COS’E’
Un organismo informale o costituito in associazione che ha come unità di misura il tempo e in cui :
– si depositano e si prelevano ore
– un’ora vale un’ora
COME FUNZIONA
Ogni iscritto :
• mette a disposizione ciò che sa fare
• richiede ciò di cui ha bisogno
• ha un proprio conto corrente in cui viene versato tempo : a credito quando effettua una prestazione e a debito quando ne richiede una
LE BANCHE DEL TEMPO IN EMILIA‐ROMAGNA
QUANTE SONO, QUANTI SONO
• 51 Banche del tempo, presenti in 8 province
• oltre 2.000 soci (stima)
• 3 coordinamenti di Province
• 1 coordinamento provinciale non istituzionale
• 1 coordinamento cittadino
• 1 associazione di Banche del tempo
Il volume d’affari di 13 Bdt
% donatori per sesso
• F : 82%
• M : 18 %
% iscritti per sesso
• F : 79%
• M : 21 %
% iscritti per età
• da 18 a 60 anni : circa 2/3
• oltre 61 : circa 1/3
N° SCAMBI E ORE 2011
•• Numero ore : 12.207,30 Numero ore : 12.207,30
•• Numero scambi : 3.080Numero scambi : 3.080
RIFERIMENTI NORMATIVI* Legge 53/2000 “Disposizioni per il sostegno della maternità e della
paternità, per il diritto alla cura e alla formazione e per il coordinamento dei tempi delle città”‐ art. 27 “Banche dei tempi”: dà facoltà agli Enti Locali di sostenere le Bdtsuggerendone possibili strumenti (locali/servizi/promozione/formazione/informazione, nonché stipula di accordi).
* Legge regionale 2/2003 “Norme per la promozione della cittadinanza sociale e per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali”
* Legge regionale 14/2008 “Norme in materia di politiche per le giovani generazioni”
* Leggi di altre Regioni : 14
AZIONI DI SOSTEGNOdell’Ente Locale
CONVENZIONE :
• Sede
• Servizi
AZIONI DI SOSTEGNO della Regione
AZIONI DI RETE
• Sito dedicato
• Software on line (con riuso gratuito per altre P.A.)
• Seminario regionale
• Contributo alla promozione (Comuni)
• Contributo al coordinamento locale (Province)
COSA SI PUO’ SCAMBIARE
Lezioni
Viaggiare Trasportare TurismoLeggere Parlare Studiare
Vestire cucireLavori manuali
TraduzioniImmagini e Cinema
TecnologieCura della persona
Suonare ascoltareCompagnia per
Organizzazione escursioniBurocrazia e Ufficio
MiscellaneaBambini
MeccanicaAnimali e piante
Mangiare e bereAiuto in casa
PAROLE CHIAVE
IntegrazioneSostegno alla genitorialitàSostegno alla quotidianitàConciliazione tempi di vita e di lavoroSolidarietàFiduciaCittadinanza attivaPartecipazioneDemocraticitàEconomia non monetariaEconomia solidale
Idee in cammino: quali Idee in cammino: quali interventi innovativi in ambito interventi innovativi in ambito
povertpovertààQuali azioni, quale welfare in tempo di crisi
Marisa AnconelliIress Bologna
Una proposta di metodo per elaborare, ordinare, mettere in comune ‘contenuti’ e ‘prassi’: dai
territori alla ‘Regione’….
Una proposta di Una proposta di metodometodo……..Quale metodo?
•• La giornata di oggi: un importante punto La giornata di oggi: un importante punto di di partenzapartenza……– per raccogliere lo ‘stato dell’arte’ a livello territoriale degli interventi ‘in tempo di crisi’
– per iniziare a declinare i temi attorno ai quali proseguire la riflessione con una metodologiàgià sperimentata
• Alla ‘Regione’, un ritorno del ‘clima’ e delle prassi adottate dai territori.. Utile a ri‐orientare la programmazione
• Agli operatori, di produrre dei contenuti e dei saperi e di ‘aggiornare’ e ‘ripensare’ il proprio contenuto e ruolo professionale (con effetti sulla motivazione: vedi sistema dei crediti)
• Ad amministratori e dirigenti, di raccogliere il punto di vista dei decisori rispetto alle possibili scelte strategiche in tempo di crisi economica; rispetto ai fattori ostacolanti e favorenti innovazione che entrano in gioco nelle prassi quotidiane (questa forse la sfida più alta…)
••ConoscereConoscere……
••SostenereSostenere……
••ProporreProporre……CHE CHE
CONSENTACONSENTA
PERPERUna Una ‘‘for
mazione
formazionelabo
ratoriale
laboratoriale’…’…
..
Come?Come? Prima sessione di lavoro
(fase 2)Marzo 20131 giornata
Seconda sessione di lavoro (fase 2)
Aprile 2013½ giornata
Terza sessione di lavoro (fase 2)
Fase1)
Fase2)
Fase 3)
Fase 4)
Gruppo regionale/Iress: analisi di sfondo,
1°incontro Officina, valorizzazione analisi in corso o già svolte
1.Seminario in plenaria (mattina)
N. Sotto-gruppiPomeriggio1°incontro
N.B. Il numero dei sottogruppi Dipende dai TEMI individuati
N. Sotto-gruppi mattino
2°incontro
Incontro con dirigenti e amministratori di livello
locale
Gruppo regionale/Iress: Acquisizione/condivisioneprodotti laboratori e
Seminario finaleSeminario finale
Qualcosa Qualcosa èè cambiatocambiato……Cosa?Cosa?
Domanda (‘casa’, ‘lavoro’,
sostegno al mancato reddito)
Offertapubblica
(risorse per interventi e servizi)
Disponibilità di contributi economici differenziati
(social card; ‘carrelli per la spesa’)
Il ‘privato’ si muove(imprese sociali, volontariato, filantropia,
fondi integrativi)
LA DOMANDA DI FONDO:LA DOMANDA DI FONDO:
Si sta modificando/si Si sta modificando/si èè gigiàà modificato il modificato il sistema di welfare esistema di welfare er (r (welfare realizzato, welfare realizzato,
welfare dei diritti, welfare dei servizi, welfare welfare dei diritti, welfare dei servizi, welfare municipale e comunitariomunicipale e comunitario??
E gli operatori/tecnici/funzionari che lavorano sul E gli operatori/tecnici/funzionari che lavorano sul territorio?territorio?
••……lamentanolamentano di dover di dover ““ascoltareascoltare”” una domanda a cui non una domanda a cui non possono dare risposte possono dare risposte ••……rischianorischiano di vivere un di vivere un ““disorientamentodisorientamento”” che può avere che può avere ulteriori ricadute sullo scarso impatto dei serviziulteriori ricadute sullo scarso impatto dei servizi
ÈÈ importante importante ‘‘fermarsifermarsi’’ a riflettere su ciò che succede a riflettere su ciò che succede intorno, avere chiavi interpretative (sia entro il welfare intorno, avere chiavi interpretative (sia entro il welfare pubblico, sia entro il pubblico, sia entro il e in relazione al e in relazione al welfare privato).welfare privato).
In In quelquel……..
Vorremmo creare momenti costruttivi per contribuire a:• sostenere la motivazione • condividere scelte e orientamenti sul welfare tra livelli decisionali
(tecnico ed operative ‐ politico‐amministrativo)• Ricostruire i principali orientamenti di policy emersi nel corso della
crisi per consentire ad operatori ed amministratori di riconquistare una mappa ed una razionalizzazione di quanto avvenuto a livello regionale (e non solo) in termini di scelte di welfare
• individuare azioni innovative dentro e fuori i “confini del sociale” (altri settori della Pubblica amministrazione (Formazione‐lavoro, casa, ecc.) e mondo economico‐produttivo
• rilanciare il lavoro sull’empowerment e sulla partecipazione in un’ottica di corresponsabilità dei singoli e delle comunità locali, nello spirito della 328/00 (welfare comunitario e municipale).
•• ConoscereConoscere……
•• SostenereSostenere……
•• ProporreProporre……
..della ..della formazioneformazionelaboratorialelaboratoriale
Alcune domande potrebbero Alcune domande potrebbero accompagnare il nostro accompagnare il nostro lavorolavoro……
* Gli operatori hanno partecipato alla messa a punto dei programmi di
ridimensionamento delle prestazioni?• La “spending review” deve richiedere la collaborazione degli operatori dei vari territori, per evitare tagli che determinano una particolare caduta della qualità.
• Ci sono tagli che fanno cadere la motivazione al lavoro, perché vanno a toccare i fondamenti delle professionalitàe le principali caratterizzazioni dell’intervento.
• La partecipazione poi aiuta per se stessa l’adesione al compito nuovo che viene affidato agli operatori. Tutto ciò è difficilissimo se si procede secondo i “famosi” tagli lineari.
Alcune domande potrebbero accompagnare Alcune domande potrebbero accompagnare il nostro il nostro lavorolavoro……
* Quali collaborazioni si sono avviate per allargare lo spettro delle risorse disponibili?
• Ufficio per l’impiego, risorse della comunità, associazioni di categoria, ecc….
• Per quanto riguarda le collaborazione con il sistema delle imprese, si ha, ad esempio, un panorama delle varie forme di welfare aziendale? (esperienze simili a quelle di Luxottica, accordi tra Unindustria e Lega coop, ecc.)
• Si hanno chiavi di lettura condivise per analizzare queste esperienze di natura diversa (ad esempio, connotabili come responsabilitàsociale di impresa, welfare aziendale, marketing sociale, ecc.)?
• Nella consapevolezza che anche di recente sono state realizzate numerosi studi ed analisi centrate sulle motivazioni delle stesse Imprese, è importante, dal punto di vista della Pubblica amministrazione, analizzare come gli interventi proposti si possano integrare con il sistema dei servizi pubblici.
Alcune domande potrebbero Alcune domande potrebbero accompagnare il nostro accompagnare il nostro lavorolavoro……
* Come sta cambiando il nostro welfare regionale e quali vision politicoculturale
vogliamo portare avanti?
….occorre ricollegarsi al dibattito in corso riconducibile ad alcuni slogan come, “secondo welfare, altro welfare, nuovo welfare, welfare aziendale, welfare comunitario”
Fase2)
1.Seminario in plenaria (mattina)
N. Sotto-gruppiPomeriggio1°incontro
N.B. Il numero dei sottogruppi Dipende dai TEMI individuati
N. Sotto-gruppi mattino
2°incontro
Incontro con dirigenti e amministratori di livello
locale
• Le risposte dei servizi (non solo sociali) alla domanda di lavoro‐reddito‐ casa: integrazione, conoscenza, interazione
• Contributi economici, servizi, interventi: quale spazio per l’innovazione
• Forme di coinvolgimento della comunità locale: come stimolare corresponsabilità, come ottimizzare le risorse della comunità
• Nuovi stili di vita/consumo: possono incidere sul ‘welfare’, quale ruolo dei servizi?
I possibili temi dei sottogruppi