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FOGLIO DI INFORMAZIONE INTERPARROCCHIALE PARROCCHIE DI MOGLIANO VENETO www.parrocchiemogliano.it Collaborazione Pastorale di: Cuore Immacolato di Maria, Sacro Cuore, S. Antonio, S.Carlo, S. Elena Imperatrice, S. Marco, S. Maria Assunta, SS. Teonisto e Comp. Martiri In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno. (...) Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filatteri e allungano le frange; amano posti d'onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare “rabbì” dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate nessuno “padre” sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo. E non fatevi chiamare “maestri”, perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo. Il più grande tra voi sia vostro servo; chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato».. Il Vangelo di questa domenica brucia le labbra di tutti coloro “che dicono e non fanno”, magari credenti, ma non credibili. Esame duro quello della Parola di Dio, e che coinvolge tutti: infatti nessuno può dirsi esente dall'incoerenza tra il dire e il fare. Che il Vangelo sia un progetto troppo esigente, perfino inarrivabile? Che si tratti di un'utopia, di inviti “impossibil”, come ad esempio: «Siate perfetti come il Padre» (Mt 5,48)? Ma Gesù conosce bene quanto sono radicalmente deboli i suoi fratelli, sa la nostra fatica. E nel Vangelo vediamo che si è sempre mostrato premuroso verso la debolezza, come fa il vasaio che, se il vaso non è riuscito bene, non butta via l'argilla, ma la rimette sul tornio e la riplasma e la lavora di nuovo. Sempre premuroso come il pastore che si carica sulle spalle la pecora che si era perduta, per alleggerire la sua fatica e il ritorno sia facile. Sempre attento alle fragilità, come al pozzo di Sicar quando offre acqua viva alla samaritana dai molti amori e dalla grande sete. Gesù non si scaglia mai contro la debolezza dei piccoli, ma contro l'ipocrisia dei pii e dei potenti, quelli che redigono leggi sempre più severe per gli altri, mentre loro non le toccano neppure con un dito. Anzi, più sono inflessibili e rigidi con gli altri, più si sentono fedeli e giusti: «Diffida dell'uomo rigido, è un traditore» (W. Shakespeare). Gesù non rimprovera la fatica di chi non riesce a vivere in pienezza il sogno evangelico, ma l'ipocrisia di chi neppure si avvia verso l'ideale, di chi neppure comincia un cammino, e tuttavia vuole apparire giusto. Non siamo al mondo per essere immacolati, ma per essere incamminati; non per essere perfetti ma per iniziare percorsi. Se l'ipocrisia è il primo peccato, il secondo è la vanità: «tutto fanno per essere ammirati dalla gente», vivono per l'immagine, recitano. E il terzo errore è l'amore del potere. A questo oppone la sua rivoluzione: «non chiamate nessuno “maestro” o “padre” sulla terra, perché uno solo è il Padre, quello del cielo, e voi siete tutti fratelli». Ed è già un primo scossone inferto alle nostre relazioni asimmetriche. Ma la rivoluzione di Gesù non si ferma qui, a un modello di uguaglianza sociale, prosegue con un secondo capovolgimento: il più grande tra voi sia vostro servo. Servo è la più sorprendente definizione che Gesù ha dato di se stesso: Io sono in mezzo a voi come colui che serve. Servire vuol dire vivere «a partire da me, ma non per me», secondo la bella espressione di Martin Buber. Ci sono nella vita tre verbi mortiferi, maledetti: avere, salire, comandare. Ad essi Gesù oppone tre verbi benedetti: dare, scendere, servire. Se fai così sei felice. (di Ermes Ronchi ) nr. 126 (Matteo 23, 1-12) DOMENICA XXXI DEL TEMPO ORDINARIO Anno A Domenica 5 novembre 2017

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FOGLIO DI INFORMAZIONE INTERPARROCCHIALE PARROCCHIE DI MOGLIANO VENETO www.parrocchiemogliano.it

Collaborazione Pastorale di: Cuore Immacolato di Maria, Sacro Cuore, S. Antonio, S.Carlo, S. Elena Imperatrice, S. Marco, S. Maria Assunta, SS. Teonisto e Comp. Martiri

Tu ci metti in guardia, Gesù, dalla vanità che dilaga in campo religioso: dai segni di distinzione, dagli abiti solenni e costosi, da tutto ciò che conduce ad esibirsi per essere considerati e stimati. Tu vuoi che non approfittiamo degli studi compiuti, del ruolo che rivestiamo, delle competenze acquisite per usurpare un posto che spetta solo a Dio, l’unico Padre di tutti, e a te, il solo, autentico Maestro. In effetti non è scomparsa la tentazione di esercitare un potere spirituale con l’ambizione di guidare le coscienze, di esercitare un’autorità sulle persone, sulla loro anima e sulle loro scelte, dimenticandosi che solo tu, Gesù, puoi parlare al cuore di ognuno con una voce inconfondibile, tu che hai versato il tuo sangue per noi e che sei il vero pastore che ci può guidare. Per questo non dobbiamo salire in cattedra pretendendo di aver qualcosa da insegnare, ma piuttosto diventare discepoli, seduti al loro banco per apprendere. E non dobbiamo nemmeno cercare un posto sotto i riflettori, uno scranno prestigioso che ci impone agli occhi di tutti. Tu ci vuoi piuttosto dei servi, disponibili e pronti verso tutti. Roberto Laurita

In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno. (...) Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filatteri e allungano le frange; amano posti d'onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare “rabbì” dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate nessuno “padre” sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo. E non fatevi chiamare “maestri”, perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo. Il più grande tra voi sia vostro servo; chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato»..

Il Vangelo di questa domenica brucia le labbra di tutti coloro “che dicono e non fanno”, magari credenti, ma non credibili. Esame duro quello della Parola di Dio, e che coinvolge tutti: infatti nessuno può dirsi esente dall'incoerenza tra il dire e il fare. Che il Vangelo sia un progetto troppo esigente, perfino inarrivabile? Che si tratti di un'utopia, di inviti “impossibil”, come ad esempio: «Siate perfetti come il Padre» (Mt 5,48)? Ma Gesù conosce bene quanto sono radicalmente deboli i suoi fratelli, sa la nostra fatica. E nel Vangelo vediamo che si è sempre mostrato premuroso verso la debolezza, come fa il vasaio che, se il vaso non è riuscito bene, non butta via l'argilla, ma la rimette sul tornio e la riplasma e la lavora di nuovo. Sempre premuroso come il pastore che si carica sulle spalle la pecora che si era perduta, per alleggerire la sua fatica e il ritorno sia facile. Sempre attento alle fragilità, come al pozzo di Sicar quando offre acqua viva alla samaritana dai molti amori e dalla grande sete. Gesù non si scaglia mai contro la debolezza dei piccoli, ma contro l'ipocrisia dei pii e dei potenti, quelli che redigono leggi sempre più severe per gli altri, mentre loro non le toccano neppure con un dito. Anzi, più sono inflessibili e rigidi con gli altri, più si sentono fedeli e giusti: «Diffida dell'uomo rigido, è un traditore» (W. Shakespeare).

Gesù non rimprovera la fatica di chi non riesce a vivere in pienezza il sogno evangelico, ma l'ipocrisia di chi neppure si avvia verso l'ideale, di chi neppure comincia un cammino, e tuttavia vuole apparire giusto. Non siamo al mondo per essere immacolati, ma per essere incamminati; non per essere perfetti ma per iniziare percorsi. Se l'ipocrisia è il primo peccato, il secondo è la vanità: «tutto fanno per essere ammirati dalla gente», vivono per l'immagine, recitano. E il terzo errore è l'amore del potere. A questo oppone la sua rivoluzione: «non chiamate nessuno “maestro” o “padre” sulla terra, perché uno solo è il Padre, quello del cielo, e voi siete tutti fratelli». Ed è già un primo scossone inferto alle nostre relazioni asimmetriche. Ma la rivoluzione di Gesù non si ferma qui, a un modello di uguaglianza sociale, prosegue con un secondo capovolgimento: il più grande tra voi sia vostro servo. Servo è la più sorprendente definizione che Gesù ha dato di se stesso: Io sono in mezzo a voi come colui che serve. Servire vuol dire vivere «a partire da me, ma non per me», secondo la bella espressione di Martin Buber. Ci sono nella vita tre verbi mortiferi, maledetti: avere, salire, comandare. Ad essi Gesù oppone tre verbi benedetti: dare, scendere, servire. Se fai così sei felice. (di Ermes Ronchi )

nr. 126

(Matteo 23, 1-12)

DOMENICA XXXI DEL TEMPO ORDINARIO

Anno A

Il canto della benedizione -prima parte- «Mi fu rivolta la parola di YHWH: "Non prender moglie, non avere figli né figlie"». Ecco un’altra svolta del canto e della vita di Geremia. Altri profeti biblici hanno vissuto esperienze in parte simili. Le vite di Isaia e Osea sono state dei segni totali, parole fatte simbolo-carne. Le loro vocazioni avevano coinvolto profondamente la loro famiglia. Il cuore della profezia di Isaia è il nome di suo figlio: "un resto tornerà". Osea riceve da Dio il comando di sposare una prostituta, e anche qui per dire-essere un messaggio al popolo: vi siete prostituiti ad altri dèi. Fatti e azioni tremende, quando le sole parole, anche quelle immense dei profeti, non bastano più. A Geremia la voce chiede qualcosa di ancora più radicale: essere segno e presagio rinunciando completamente alle cose più benedette e sacre. Nel suo mondo la scelta di non sposarsi e non avere figli era un atto scandaloso e senza alcun senso. In ebraico manca anche la parola per dire "celibato". Era semplicemente una pazzia, una stupidaggine, ridicolo. Tanto che questa richiesta a Geremia non ha equivalenti nell’Antico Testamento. In quel mondo l’unico paradiso desiderato è poter continuare a vivere nei figli e nella loro memoria per molte generazioni. L’altra vita migliore in cui si spera non è la nostra in cielo ma quella dei figli sulla terra. Per intuire qualcosa del paradosso di quel comando, occorre tutta la Bibbia; dobbiamo tornare ad Abramo e Sarah, ad Agar ed Ismaele, a Isacco e poi ai primi capitoli della Genesi. A quell’adam creato "maschio e femmina", a una delle frasi primissime dell’antropologia biblica: «Non è bene che l’adam sia solo». Allora in questo grande capitolo del libro e della storia di Geremia, Dio gli chiede di ritornare nella solitudine triste dell’aurora del mondo prima del "due o più". Egli deve, per una parola di YHWH, smentire e rinnegare una delle Sue parole più belle ed eterne. Quel "non è bene" vale per ogni umano, ma non per Geremia. E lo stupore non termina qui: "Non entrare in nessuna casa in lutto, non andare ai lamenti". Partecipare ai funerali e visitare la famiglia del defunto erano pratiche sociali primarie, che creavano e rinsaldavano i legami sociali. Non assolvere a queste pratiche significava isolarsi ed essere visto dagli altri come persona bizzarra e nemica. Ma l’elenco delle proibizioni non è ancora completo: «Non entrerai neanche in una casa dove ha luogo un banchetto». Dio vuole allora per lui una vita in totale solitudine: senza famiglia, senza figli, senza amici, senza festa, senza comunità, senza consolazione. Perché? Il testo ci dà una sua interpretazione: Geremia deve anticipare con il suo corpo, con le sue relazioni sociali, con la sua carne la condizione che presto sarà di tutto il popolo, che sta per essere deportato, dove finiranno i banchetti di festa, dove non si potranno seppellire adeguatamente neanche i morti né celebrare i riti del lutto. Deve diventare simbolo incarnato. Da L. Bruni, L’alba della mezzanotte, Avvenire 2 luglio 2017

Domenica 5 novembre 2017

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Sabato 4 Novembre - S. CARLO BORROMEO(Rm 11,1-2.11-12.25-29; Sal 93; Lc 14,1.7-11)ore 18.30 Def.ti Fam. Prete Silvio; def.to Antonio Coluccia (1°anniv.)

Domenica 5 Novembre - XXXI Domenica del T. O.(Ml 1,14- 2,2.8-10; Sal 130; 1Ts 2,7-9.13; Mt 23,1-12)ore 09.30 S. Cresima amministrata da Mons. Giuseppe Rizzo

Lunedì 6 Novembre (Rm 11,29-36; Sal 68; Lc 14,12-14)ore 18.30 NON C’È LA MESSA

Martedì 7 Novembre (Rm 12,5-16; Sal 130; Lc 14,15-24)ore 19.00 SANTA MESSA IN CHIESA A SANTA MARIA ASSUNTA

Mercoledì 8 Novembre(Rm 13,8-10; Sal 111; Lc 14,25-33) ore 18.30 Def.ti Amedeo, Amelia e Giuseppe Sbrogiò

Giovedì 9 Novembre - Dedicazione della Basilica Lateranense (Ez 47, 1-2.8-9.12; Sal 45; 1Cor 3,9-11.16-17; Gv 2, 13-22)ore 18.30 NON C’È LA MESSA

Venerdì 10 Novembre - S. LEONE MAGNO(Rm 15,14-21; Sal 97; Lc 16,1-8)ore 18.30 Def.ta MariaPaola

Sabato 11 Novembre - S. MARTINO DI TOURS(Rm 16,3-9.16.22-27; Sal 144; Lc 16,9-15)ore 18.30 Per gli ammalati

Domenica 12 Novembre - XXXII Domenica del T. O.(Sap 6,12-16; Sal 62; 1Ts 4,13-18; Mt 25,1-13)ore 09.30 Def.tiGuerrino, Luigia e famigliari Codato; def.ti Emilia, Attilio e famigliari Marton; def.ti famiglie Boraldo e Cappellesso

ParrocchiaSAN CARLOINTENZIONI DELLA SETTIMANA

ParrocchiaSANT’ELENAINTENZIONI DELLA SETTIMANA

Don Edoardo è reperibile telefonando al 3408119646. Confessioni: prima o dopo le Messe feriali o previo accordo.

Don Davide è disponibile per incontri e confessioni presso la canonica di Zerman (cell. don Davide 346 783 4766); il Mercoledì a San Carlo (dalle ore 17.00) e il Sabato a Zerman (9.00-12.00 e 15.00-18.00).

MESSE ALL’ISTITUTO GRIS- Sabato: ore 16.00 (via Torni);- Domenica: ore 10.00 (Geriatrico).

CONFESSIONI- Ogni sabato, dalle 16.00, un confessore a Santa Maria

Assunta.

Sabato 4 Novembre - S. CARLO BORROMEO, VESC.(Rm 11,1-2.11-12.25-29; Sal 93; Lc 14,1.7-11)ore 18.30 Celebrazione delle CRESIME Def.ti Famiglia Casarin; def.ti Pasquale, Adele, Pietro e Giancarlo

Domenica 5 Novembre - XXXI Domenica del T. O.(Ml 1,14- 2,2.8-10; Sal 130; 1Ts 2,7-9.13; Mt 23,1-12)ore 09.00 Def.ta Adaore 11.00 Def.ti Edoardo e Irma De Stefani; def.ti Demetrio, Cesare e Giuseppina

Lunedì 6 Novembre (Rm 11,29-36; Sal 68; Lc 14,12-14)ore 18.30 LITURGIA DELLA PAROLA

Martedì 7 Novembre (Rm 12,5-16; Sal 130; Lc 14,15-24)ore 19.00 SANTA MESSA IN CHIESA A SANTA MARIA ASSUNTA

Mercoledì 8 Novembre(Rm 13,8-10; Sal 111; Lc 14,25-33) ore 18.30 Def.ta Anita Fagotto; def.ti David Maniuco, Cesitar e Sanchez

Giovedì 9 Novembre - Dedicazione della Basilica Lateranense (Ez 47, 1-2.8-9.12; Sal 45; 1Cor 3,9-11.16-17; Gv 2, 13-22)ore 18.30 Def.ti Rita e Guido Wailant

Venerdì 10 Novembre - S. LEONE MAGNO(Rm 15,14-21; Sal 97; Lc 16,1-8)ore 18.30 Def.te Aldamaria e Antonia; def.ti Olga e Filippo Parodi; def.to Roberto Bernardi

Sabato 11 Novembre - S. MARTINO DI TOURS(Rm 16,3-9.16.22-27; Sal 144; Lc 16,9-15)ore 18.30 Def.ti Luciana e Alfredo Bressan; def.to Gino Gomiero (nel I° anniv.)

Domenica 12 Novembre - XXXII Domenica del T. O.(Sap 6,12-16; Sal 62; 1Ts 4,13-18; Mt 25,1-13)ore 09.00 Def.to Gino Gomiero (nel I° anniv.)ore 11.00 Per la comunità parrocchiale

SAN CARLO: 041.453102 [email protected]

SEGRETERIA: LUNEDI 9.30-11.30 MARTEDI 9.30-11.30 + 15.00-18.00 MERCOLEDI 9.30-11.30 GIOVEDI 9.30-11.30 + 16.00-18.00 VENERDI 9.30-11.30 SABATO CHIUSO SANT’ELENA: 041.457383 [email protected]

SEGRETERIA: DA LUNEDI A VENERDI: 9.00-11.30

SEGRETERIAPARROCCHIALE

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ParrocchiaSANT’ELENA AVVISI

Parrocchie:SANT’ELENASAN CARLO AVVISI COMUNI

LE NOSTRE COMUNITA’ IN FESTA PER LA CRESIMA a 20 ragazzi di San Carlo (sabato 4 novembre, ricorrenza di san Carlo Borromeo, ore 18.30) e a 12 ragazzi di Zerman (domenica 5 novembre, ore 9.30). Presiede alla celebrazione Mons. Giuseppe Rizzo, già vicario episcopale ed ora vicario diocesano per la vita consacrata.

PRANZO DEGLI ANZIANIDomenica 5 novembre, tradizionale pranzo per gli anziani organizzato dall’Associazione Luna d’Agosto, a Zerman presso il Centro Polivalente, dalle ore 12.30.

Mercoledì 8 novembre, inizio del primo corso in collaborazione con la Scuola di Formazione Teologica di Treviso:“Gli occhiali della famiglia”, psicologia delle relazioni familiari (Walter Colesso e Marta Benvenuti, psicologi e psicoterapeuti). Centro Pastorale a Mogliano, ore 20.30.In fondo alla chiesa, volantino informativo per l’iscrizione.

1° GIORNATA MONDIALE DEI POVERIGiornata già annunciata da papa Francesco durante l’Anno Giubilare della Misericordia e indetta per il 19 novembre 2017. Per prepararci a questo appuntamento, in fondo alla chiesa, è possibile trovare il Messaggio del Papa. Per valorizzare questa giornata, la Caritas San Carlo informa che la raccolta alimentare e le adozioni a vicinanza saranno spostate al 19 novembre, così come la lotteria e i mercatini tradizionalmente proposti nella festa di San Carlo Borromeo.

CONSIGLI PARROCCHIALI (CPP)Prossimo incontro, a Consigli riuniti (San Carlo e Zerman), martedì 14 Novembre a san Carlo.

BATTESIMIProssimi Battesimi a San Carlo e a Zerman: domenica 19 Novembre, domenica 10 Dicembre, domenica 4 Febbraio.

DON EDOARDO, dal 6 al 10 Novembre parteciperà agli esercizi spirituali presso la Comunità monastica di Bose (Biella). Per urgenze, telefonare in segreteria parrocchiale o a don Davide Giabardo.

GRUPPO SCOUT “MOGLIANO 2”Domenica 5 novembre, uscita dei Passaggi presso la Villa Benetton di Mogliano.

CHIERICHETTI E ANCELLEBuongiorno a tutti, siamo i chierichetti e le ancelle di San Carlo! Innanzitutto, vorremmo ringraziare tutte le persone che ci dimostrano affetto… Grazie!Approfittiamo anche per invitare tutti i bambini e ragazzi, dalla terza elementare in su, ad entrare nel nostro gruppo: siamo sempre contenti di conoscere nuovi amici!Cosa occorre per svolgere il nostro servizio?Un sorriso, un po’ d’impegno e la voglia di seguire Gesù con la felicità e la semplicità di un bambino.Se qualcuno fosse interessato, può chiedere maggiori informazioni a don Edoardo, Silvia cooperatrice o ad un chierichetto anziano (Giacomo e Damiano).Grazie e buon cammino a tutti!

Gruppo chierichetti e ancelle di San Carlo

CASTAGNATA DI SAN MARTINOSabato 11 Novembre, i genitori e i ragazzi dell’Oratorio invitano famiglie, ragazzi e amici alla Castagnata di San Martino! Alle ore 17.30 accensione del fuoco; ore 18.30 Santa Messa; ore 20.00 pizza, castagne e dolci di San Martino. Per motivi organizzativi, adesione entro 9 Novembre telefonando a Ylenia (3280064300) o Ivan (3371443641).

SCUOLA DELL’INFANZIA “SACRO CUORE”Domenica 12 Novembre, dopo la messa, incontro conviviale e pranzo con i genitori e i bambini dei “Grandi”.

Il “GRAZIE” di Suor Carmelina Mosca, superiora delle Suore Salesiane Oblate del Sacro Cuore per l’Italia Settentrionale, per i festeggiamenti che sono stati organizzati “con semplicità, competenza e cordialità” in occasione del 50° della presenza delle suore a Zerman: “è incoraggiante sentirsi accolte per quello che siamo: persone consacrate al servizio del bene nella Chiesa. E’ stato uno stimolo a continuare con impegno e fedeltà. Sono rientrata a Firenze con il cuore colmo di gioia. Ancora Grazie! Il Signore vi ricompensi con tante benedizioni e renda fecondo il vostro servizio apostolico”.

ParrocchiaSAN CARLO AVVISI

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Collaborazione Pastorale di: Cuore Immacolato di Maria, Sacro Cuore, S. Antonio, S.Carlo, S. Elena Imperatrice, S. Marco, S. Maria Assunta, SS. Teonisto e Comp. Martiri

Tu ci metti in guardia, Gesù, dalla vanità che dilaga in campo religioso: dai segni di distinzione, dagli abiti solenni e costosi, da tutto ciò che conduce ad esibirsi per essere considerati e stimati. Tu vuoi che non approfittiamo degli studi compiuti, del ruolo che rivestiamo, delle competenze acquisite per usurpare un posto che spetta solo a Dio, l’unico Padre di tutti, e a te, il solo, autentico Maestro. In effetti non è scomparsa la tentazione di esercitare un potere spirituale con l’ambizione di guidare le coscienze, di esercitare un’autorità sulle persone, sulla loro anima e sulle loro scelte, dimenticandosi che solo tu, Gesù, puoi parlare al cuore di ognuno con una voce inconfondibile, tu che hai versato il tuo sangue per noi e che sei il vero pastore che ci può guidare. Per questo non dobbiamo salire in cattedra pretendendo di aver qualcosa da insegnare, ma piuttosto diventare discepoli, seduti al loro banco per apprendere. E non dobbiamo nemmeno cercare un posto sotto i riflettori, uno scranno prestigioso che ci impone agli occhi di tutti. Tu ci vuoi piuttosto dei servi, disponibili e pronti verso tutti. Roberto Laurita

In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno. (...) Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filatteri e allungano le frange; amano posti d'onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare “rabbì” dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate nessuno “padre” sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo. E non fatevi chiamare “maestri”, perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo. Il più grande tra voi sia vostro servo; chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato»..

Il Vangelo di questa domenica brucia le labbra di tutti coloro “che dicono e non fanno”, magari credenti, ma non credibili. Esame duro quello della Parola di Dio, e che coinvolge tutti: infatti nessuno può dirsi esente dall'incoerenza tra il dire e il fare. Che il Vangelo sia un progetto troppo esigente, perfino inarrivabile? Che si tratti di un'utopia, di inviti “impossibil”, come ad esempio: «Siate perfetti come il Padre» (Mt 5,48)? Ma Gesù conosce bene quanto sono radicalmente deboli i suoi fratelli, sa la nostra fatica. E nel Vangelo vediamo che si è sempre mostrato premuroso verso la debolezza, come fa il vasaio che, se il vaso non è riuscito bene, non butta via l'argilla, ma la rimette sul tornio e la riplasma e la lavora di nuovo. Sempre premuroso come il pastore che si carica sulle spalle la pecora che si era perduta, per alleggerire la sua fatica e il ritorno sia facile. Sempre attento alle fragilità, come al pozzo di Sicar quando offre acqua viva alla samaritana dai molti amori e dalla grande sete. Gesù non si scaglia mai contro la debolezza dei piccoli, ma contro l'ipocrisia dei pii e dei potenti, quelli che redigono leggi sempre più severe per gli altri, mentre loro non le toccano neppure con un dito. Anzi, più sono inflessibili e rigidi con gli altri, più si sentono fedeli e giusti: «Diffida dell'uomo rigido, è un traditore» (W. Shakespeare).

Gesù non rimprovera la fatica di chi non riesce a vivere in pienezza il sogno evangelico, ma l'ipocrisia di chi neppure si avvia verso l'ideale, di chi neppure comincia un cammino, e tuttavia vuole apparire giusto. Non siamo al mondo per essere immacolati, ma per essere incamminati; non per essere perfetti ma per iniziare percorsi. Se l'ipocrisia è il primo peccato, il secondo è la vanità: «tutto fanno per essere ammirati dalla gente», vivono per l'immagine, recitano. E il terzo errore è l'amore del potere. A questo oppone la sua rivoluzione: «non chiamate nessuno “maestro” o “padre” sulla terra, perché uno solo è il Padre, quello del cielo, e voi siete tutti fratelli». Ed è già un primo scossone inferto alle nostre relazioni asimmetriche. Ma la rivoluzione di Gesù non si ferma qui, a un modello di uguaglianza sociale, prosegue con un secondo capovolgimento: il più grande tra voi sia vostro servo. Servo è la più sorprendente definizione che Gesù ha dato di se stesso: Io sono in mezzo a voi come colui che serve. Servire vuol dire vivere «a partire da me, ma non per me», secondo la bella espressione di Martin Buber. Ci sono nella vita tre verbi mortiferi, maledetti: avere, salire, comandare. Ad essi Gesù oppone tre verbi benedetti: dare, scendere, servire. Se fai così sei felice. (di Ermes Ronchi )

nr. 126

(Matteo 23, 1-12)

DOMENICA XXXI DEL TEMPO ORDINARIO

Anno A

Il canto della benedizione -prima parte- «Mi fu rivolta la parola di YHWH: "Non prender moglie, non avere figli né figlie"». Ecco un’altra svolta del canto e della vita di Geremia. Altri profeti biblici hanno vissuto esperienze in parte simili. Le vite di Isaia e Osea sono state dei segni totali, parole fatte simbolo-carne. Le loro vocazioni avevano coinvolto profondamente la loro famiglia. Il cuore della profezia di Isaia è il nome di suo figlio: "un resto tornerà". Osea riceve da Dio il comando di sposare una prostituta, e anche qui per dire-essere un messaggio al popolo: vi siete prostituiti ad altri dèi. Fatti e azioni tremende, quando le sole parole, anche quelle immense dei profeti, non bastano più. A Geremia la voce chiede qualcosa di ancora più radicale: essere segno e presagio rinunciando completamente alle cose più benedette e sacre. Nel suo mondo la scelta di non sposarsi e non avere figli era un atto scandaloso e senza alcun senso. In ebraico manca anche la parola per dire "celibato". Era semplicemente una pazzia, una stupidaggine, ridicolo. Tanto che questa richiesta a Geremia non ha equivalenti nell’Antico Testamento. In quel mondo l’unico paradiso desiderato è poter continuare a vivere nei figli e nella loro memoria per molte generazioni. L’altra vita migliore in cui si spera non è la nostra in cielo ma quella dei figli sulla terra. Per intuire qualcosa del paradosso di quel comando, occorre tutta la Bibbia; dobbiamo tornare ad Abramo e Sarah, ad Agar ed Ismaele, a Isacco e poi ai primi capitoli della Genesi. A quell’adam creato "maschio e femmina", a una delle frasi primissime dell’antropologia biblica: «Non è bene che l’adam sia solo». Allora in questo grande capitolo del libro e della storia di Geremia, Dio gli chiede di ritornare nella solitudine triste dell’aurora del mondo prima del "due o più". Egli deve, per una parola di YHWH, smentire e rinnegare una delle Sue parole più belle ed eterne. Quel "non è bene" vale per ogni umano, ma non per Geremia. E lo stupore non termina qui: "Non entrare in nessuna casa in lutto, non andare ai lamenti". Partecipare ai funerali e visitare la famiglia del defunto erano pratiche sociali primarie, che creavano e rinsaldavano i legami sociali. Non assolvere a queste pratiche significava isolarsi ed essere visto dagli altri come persona bizzarra e nemica. Ma l’elenco delle proibizioni non è ancora completo: «Non entrerai neanche in una casa dove ha luogo un banchetto». Dio vuole allora per lui una vita in totale solitudine: senza famiglia, senza figli, senza amici, senza festa, senza comunità, senza consolazione. Perché? Il testo ci dà una sua interpretazione: Geremia deve anticipare con il suo corpo, con le sue relazioni sociali, con la sua carne la condizione che presto sarà di tutto il popolo, che sta per essere deportato, dove finiranno i banchetti di festa, dove non si potranno seppellire adeguatamente neanche i morti né celebrare i riti del lutto. Deve diventare simbolo incarnato. Da L. Bruni, L’alba della mezzanotte, Avvenire 2 luglio 2017

Domenica 5 novembre 2017

AVVISI INTERPARROCCHIALI

MARTEDÌ 7 NOVEMBRE ORE 21.00Centro pastorale riunione del coordinamento Caritas.

MERCOLEDÌ 8 E GIOVEDÌ 9 NOVEMBRE I nostri sacerdoti saranno impegnati in un ritiro intervicariale.

DOMENICA 12 NOVEMBRE Nelle piazze e davanti alle chiese, Frutto di un sostegno sociale, con un contributo minimo di 11 euro per una confezione di mele biodinamiche, sosteniamo la costruzione di case alloggio per disabili nella nostra provincia.

C’è ancora tempo per iscriversi presso la segreteria delle parrocchie in centro pastorale al viaggio a Torino del 17-19 novembre organizzato da Parrocchia S.M.Assunta e Cinema Teatro Busan.

Sabato 2 dicembre pellegrinaggio a Trieste con don Marco: Santuario Monte Grisa e Basilica di S.Giusto. Prenotazioni: segreteria delle parrocchie o Vincenzo 338 2603235.

TAIZÈ BASEL 28.12.2017 - 01.01.2018: Incontro europeo a Basilea per i giovani dai 17 ai 35 anni. Info: Gabriele 348 4619195 (WhatsApp) [email protected]; Pier Paolo 335 5947103 (WhatsApp) [email protected].

Il Gruppo Biblico del Collegio Astori organizza il corso: Vangelo di Giovanni. La nuova alleanza. Ogni venerdì ore 20.45 sala sopra il teatro Astori.

VICARIATO DIOCESI

DOMENICA 5 NOVEMBRE ORE 15.30 Treviso, S. Nicolò, Convegno dei ministri straordinari della S. Comunione, con mandato ai nuovi ministri.

MERCOLEDÌ 8 NOVEMBRE Andare lontano per scoprirLo vicino: un percorso per conoscere la vita e la fede in mondi lontani dal nostro, secondo incontro: Ma tu dove vuoi andare?Info: cooperatricipastorali.diocesitv.it – 348 7944761

DOMENICA 12 NOVEMBRE ORE 8.30 Treviso, Seminario Vescovile, assemblea diocesana delle Caritas parrocchiali.

Domenica 12 novembre ore 9.15 Cusignana, primo incontro di aggiornamento per coppie e gruppi sposi, promosso da Pastorale della famiglia.

S.TA MARIA ASSUNTA: TEL. 041.5900375 - CELL. 334.2590290SEGRETERIA: ORARIO 11-13 DAL LUNEDÌ AL VENERDÌ[email protected]

SEGRETERIAPARROCCHIALE