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1 CURRICULUM VITAE PER IL CONFERIMENTO DELLINCARICO NELLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE AMBITO: A04 POSTO O CLASSE DI CONCORSO: A043 Italiano, storia, ed. civica, geografia nelle scuole medie INDIRIZZO EMAIL: COGNOME: BERTOLINO NOME: ELEONORA DATA DI NASCITA: 12/04/1985 LUOGO DI NASCITA: PARMA RESIDENZA: CIAMPINO (RM), VIA IV NOVEMBRE N. 53 Di seguito è riportato lelenco delle competenze tra ESPERIENZE, TITOLI DI STUDIO, CULTURALI E CERTIFICAZIONI e ATTIVITÀ FORMATIVE. Epossibile selezionare quelle possedute fornendo elementi relativi al percorso di acquisizione. 2 ESPERIENZE Area della didattica Didattica digitale Didattica innovativa Didattica laboratoriale Legalità e cittadinanza PROGETTO LABORATORIO DI SCRITTURA GIORNALISTICA E DI ANALISI DELLE CRIMINALITÀ ORGANIZZATE. Lobiettivo del progetto è stato incentrato sullacquisizione di competenze disciplinari relative alla materia del corso (italiano, storia) ma soprattutto trasversali: tutto il lavoro è stato impostato in modo tale che ogni alunno acquisisse competenze sociali e civiche, spirito diniziativa e imprenditorialità, autonomia e responsabilità. Quindi, non solo una mera trasmissione dei saperi, ma una coscienza critica della realtà, una capacità di giudizio estranea ad ogni compromesso, libertà di pensiero e di indagine storica. Il laboratorio è stato diviso in due sezioni, ognuna dedicata al raggiungimento degli obiettivi previsti: la prima dedicata all'analisi delle attività criminali, la seconda allo studio del giornalismo e all'elaborazione di articoli di giornale. L'ideazione del progetto è nato in relazione al mio curriculum formativo e, in particolare, alla stesura della mia tesi di laurea, poi pubblicata, incentrata sulla storia della camorra e sull'analisi giornalistica e letteraria del fenomeno nel periodo dell'Unità d'Italia. Di conseguenza, ho voluto ispirarmi a quel percorso scientifico di studio da me intrapreso, che tanto mi ha arricchito, per creare in classe un laboratorio di studio approfondito e di indagine/scrittura giornalistica, affinché i miei studenti acquisissero determinate competenze sociali e civiche che contraddistinguono, all'interno della società attuale afflitta anche dal problema delle criminalità organizzate, un cittadino socialmente attivo da una persona priva di una coscienza critica e storica. Ho tenuto conto ovviamente dell'età dei ragazzi a cui era indirizzato il progetto, semplificando dunque gli obiettivi finali: ho adattato argomenti delicati, che potevano anche rivelarsi fuorvianti per degli adolescenti, sia al contesto sociale e civile e al territorio di appartenenza (la valle del Sacco, tristemente nota per l'inquinamento delle ecomafie) sia alla formazione didattica che pedagogica degli alunni. In sostanza, il progetto era 3 destinato ad una terza media: alla fine del primo ciclo di istruzione gli alunni devono

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CURRICULUM VITAE PER IL CONFERIMENTO DELL’INCARICO NELLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE AMBITO: A04 POSTO O CLASSE DI CONCORSO: A043 Italiano, storia, ed. civica, geografia nelle scuole medie INDIRIZZO EMAIL: COGNOME: BERTOLINO NOME: ELEONORA DATA DI NASCITA: 12/04/1985 LUOGO DI NASCITA: PARMA RESIDENZA: CIAMPINO (RM), VIA IV NOVEMBRE N. 53 Di seguito è riportato l’elenco delle competenze tra ESPERIENZE, TITOLI DI STUDIO, CULTURALI E CERTIFICAZIONI e ATTIVITÀ FORMATIVE. E’ possibile selezionare quelle possedute fornendo elementi relativi al percorso di acquisizione. 2 ESPERIENZE Area della didattica

☐ Didattica digitale

☐ Didattica innovativa

☐ Didattica laboratoriale

☐ Legalità e cittadinanza

PROGETTO “LABORATORIO DI SCRITTURA GIORNALISTICA E DI ANALISI DELLE CRIMINALITÀ ORGANIZZATE”. L’obiettivo del progetto è stato incentrato sull’acquisizione di competenze disciplinari relative alla materia del corso (italiano, storia) ma soprattutto trasversali: tutto il lavoro è stato impostato in modo tale che ogni alunno acquisisse competenze sociali e civiche, spirito d’iniziativa e imprenditorialità, autonomia e responsabilità. Quindi, non solo una mera trasmissione dei saperi, ma una coscienza critica della realtà, una capacità di giudizio estranea ad ogni compromesso, libertà di pensiero e di indagine storica. Il laboratorio è stato diviso in due sezioni, ognuna dedicata al raggiungimento degli obiettivi previsti: la prima dedicata all'analisi delle attività criminali, la seconda allo studio del giornalismo e all'elaborazione di articoli di giornale. L'ideazione del progetto è nato in relazione al mio curriculum formativo e, in particolare, alla stesura della mia tesi di laurea, poi pubblicata, incentrata sulla storia della camorra e sull'analisi giornalistica e letteraria del fenomeno nel periodo dell'Unità d'Italia. Di conseguenza, ho voluto ispirarmi a quel percorso scientifico di studio da me intrapreso, che tanto mi ha arricchito, per creare in classe un laboratorio di studio approfondito e di indagine/scrittura giornalistica, affinché i miei studenti acquisissero determinate competenze sociali e civiche che contraddistinguono, all'interno della società attuale afflitta anche dal problema delle criminalità organizzate, un cittadino socialmente attivo da una persona priva di una coscienza critica e storica. Ho tenuto conto ovviamente dell'età dei ragazzi a cui era indirizzato il progetto, semplificando dunque gli obiettivi finali: ho adattato argomenti delicati, che potevano anche rivelarsi fuorvianti per degli adolescenti, sia al contesto sociale e civile e al territorio di appartenenza (la valle del Sacco, tristemente nota per l'inquinamento delle ecomafie) sia alla formazione didattica che pedagogica degli alunni. In sostanza, il progetto era 3 destinato ad una terza media: alla fine del primo ciclo di istruzione gli alunni devono

raggiungere determinate competenze trasversali, che non siano però impostate a linee generali ma che si leghino al contesto territoriale e allo stile di apprendimento di ciascun elemento del gruppo classe. Per raggiungere questi obiettivi ho dunque usufruito di tecniche di insegnamento legate all'uso di nuove tecnologie, adoperando blog, Internet, canali mediatici come youtube, programmi televisivi molto seguiti dai ragazzi (Le Iene), cercando di affrontare un tema delicato in maniera coinvolgente. Ho cercato anche di trasformare l'apprendimento informale dei ragazzi in un apprendimento formale e controllato, senza però fermarmi ad una sola valutazione di tipo tradizionale di quanto appreso, ma concentrandomi su una valutazione delle competenze raggiunte in itinere e alla fine del percorso. I ragazzi si sono sentiti partecipi, hanno lavorato insieme, hanno collaborato, hanno dimostrato autonomia, responsabilità, spirito d'iniziativa, superando ogni difficoltà. Il laboratorio di creazione degli articoli si è dimostrato, infine, un ottimo metodo per superare difficoltà grammaticali ed ortografiche presenti negli alunni. l progetto è stato sviluppato tenendo conto di determinati nuclei tematici che hanno raccordato tra loro diverse discipline: la grammatica italiana e la linguistica tramite la scrittura giornalistica e l'analisi del gergo della camorra, la storia attraverso lo studio della nascita delle criminalità organizzate e il suo sviluppo fino ai giorni nostri, la geografia con l'analisi antropologica e sociale dell'urbanistica di Napoli da fine Ottocento alla contemporaneità, la letteratura attraverso un percorso di studio che si è concentrato sul rapporto tra stampa, editoria, media e gli intellettuali del tempo, la tecnologia con lo studio dell'evoluzione della carta stampata (dalla carta al digitale), l'antropologia e la sociologia con l'analisi dettagliata della camorra (come nasce tale fenomeno e perché, quali strati della popolazione coinvolge, i problemi attuali del fenomeno, ecc.). Tutta l'attività, dunque, è stata impostata come un viaggio di analisi e scoperta di diversi aspetti della società dalla fine dell'Ottocento fino ai giorni nostri, tenendo conto di diversi elementi tra loro interconnessi e che mi hanno permesso di far conoscere agli alunni aspetti della storia, della geografia, della letteratura, della linguistica italiana, della tecnologia, della sociologia e dell'antropologia, che non vengono mai approfonditi ma appena accennati nel percorso di studio del primo e secondo ciclo di istruzione, ma che ho ritenuto fondamentali per permettere uno sviluppo delle competenza di cittadinanza attiva e democratica e dei comportamenti ispirati alla conoscenza e al rispetto della legalità e della sostenibilità ambientale. 4 Nell'elaborazione della progettazione e durante lo sviluppo del percorso mi sono attenuta alle Indicazioni Nazionali 2012 e, in particolare, ai traguardi di competenze disciplinari espressi per le materie trattate (soprattutto italiano, ma anche storia e geografia) e alle competenze chiavi trasversali di cittadinanza attive, tenendo conto dei diversi stili di apprendimento e degli alunni con D.S.A., per i quali sono state adottate le misure previste dal P.D.P. per il raggiungimento degli obiettivi. Gli obiettivi da raggiungere, tradotti in competenze, sono stati vari ed eterogenei e naturalmente connessi con il livello di partenza della classe. Durante e alla fine del percorso, il progetto ha permesso agli alunni di sviluppare ed acquisire le competenze sociali e civiche, ma anche consapevolezza ed espressione culturale per l'identità storica, spirito d'iniziativa, competenze digitali. Gli alunni, infatti, sono stati in grado di: informarsi in modo autonomo su fatti e problemi storici, produrre informazioni storiche con fonti di vario genere, adoperare le proprie conoscenze e le abilità per orientarsi nella complessità del presente, capire i problemi fondamentali del mondo contemporaneo, analizzare i principali eventi dell'Ottocento e Novecento reperendo documenti, testimonianze da fonti diverse, confrontare, valutare, selezionare le informazioni, trarre ipotesi, valutazioni, conclusioni anche analizzando i

nessi premessa-conseguenza tra gli eventi, collegare la microstoria alla macrostoria, con particolare riguardo alla storia della propria comunità, collaborare in un gruppo di lavoro tenendo conto dei diversi punti di vista confrontando la propria idea con quella altrui, sono stati in grado di assumere ruoli di responsabilità all’interno del gruppo, coordinare il lavoro, tenere i tempi, documentare il lavoro, reperire materiali, redigere semplici progetta, effettuare indagini in contesti diversi, individuando il problema da approfondire, gli strumenti di indagine, realizzando le azioni, raccogliendo e organizzando i dati, interpretando i risultati, confrontare informazioni reperite in rete con altre fonti documentali, testimoniali, bibliografiche, ricavare informazioni da fonti diverse e selezionarle consapevolmente. La valutazione è stata prevalentemente orientata sull'acquisizione delle competenze stabilite a priori. Sono state utilizzate griglie di monitoraggio e rubriche di valutazione finale sia per quanto concerne l'elaborazione degli articoli di giornale in itinere che l'apprendimento dei contenuti del corso. Le competenze disciplinari sono state prese in considerazione, ma quello che più mi interessava era valutare quali traguardi fossero stati raggiunti dagli alunni nel rispetto di quanto previsto alla fine del primo ciclo di istruzione e specificato, nelle Indicazioni Nazionali 2012, in termini di competenze sociali e civiche, 5 spirito d'iniziativa ed autonomia. La valutazione, quindi, si è concentrata su determinati aspetti salienti: individuare il livello di interesse, impegno, partecipazione, collaborazione, metodo, correttezza testuale e formale (esclusi D.S.A.) o espressiva durante la stesura degli articoli e nell'elaborazione orale dei contenuti. Le prove previste sono state di tre tipi: la prima in itinere, di tipo orale valutata nella materia italiano (l'alunno D.S.A. ha esposto quanto appreso sottoforma di mappa concettuale creata da lui stesso ed è stato valutato secondo quanto previsto dal P.D.P., ovvero tenendo conto della capacità di esprimersi in maniera semplice ma chiara), per verificare sia le competenze trasversali che disciplinari acquisite, accompagnata da griglia di osservazione. La seconda, sempre in itinere, ha riguardato la creazione degli articoli di giornale, sempre accompagnata da griglia di monitoraggio. La finale, infine, è stata incentrata sulla creazione di un articolo a piacere da eseguire a casa in base a tracce date, come se fosse stata un'esercitazione, senza alcun voto disciplinare ma valutata con rubrica atta a verificare le competenze focus acquisite durante tutto il percorso. La valutazione delle competenze è stata uguale per tutti, senza differenze, tranne solo per quanto riguarda gli aspetti puramente formali e grammaticali per l'alunno D.S.A. inerente la creazione di articoli di giornale. Ricordo, inoltre, che tutto il progetto è stato impostato su un apprendimento di tipo laboratoriale e cooperativo, che ha permesso un miglioramento delle relazioni tra gli alunni, li ha resi più fiduciosi e altruisti, motivati, responsabili, interdipendenti. Il progetto è stato sviluppato con l'ausilio di supporti testuali classici (libri di testo), uso del laboratorio, lim, tablet, Internet,ecc. In particolare, per la prima parte, oltre al volume di riferimento da me scritto (Il racconto della camorra nei giornali di Napoli) non espressamente citato ma riassunto per linee generali in classe, sono stati utilizzati per la prima fase canali multimediali come youtube, dal quale ho estratto video importanti per la conoscenza del sistema camorristico, programmi televisivi come Le Iene, per documentari di approfondimento della camorra attuale e del problema delle ecomafie; gli alunni hanno letto volumi importanti sulla camorra storica, di stampo letterario, storico e giornalistico. Per la seconda parte del progetto, invece, sono stati adoperati diversi tipi di testo disciplinari (di grammatica e di antologia) per lo studio della linguaggio giornalistico e della struttura del giornale, dai quali sono state attinte le tracce per la prova finale. Inoltre, cospicuo è stato l'uso di Internet (ansa, professione reporter, instoria) per lo studio del giornalismo storico e attuale, del tablet in classe per la ricerca di notizie, del computer

e delle email per l'elaborazione degli articoli. Il progetto è stato diviso in due fasi, per un 6 totale di 12-13 ore di attività da Ottobre a Maggio, inserite durante l'ora di approfondimento di italiano. Le lezioni sono state frontali sulla storia del giornalismo italiano, di laboratorio per la scrittura giornalistica, lavori individuali e di gruppo (role playing e cooperative learning), laboratori linguistici e informatici, dialogo e riflessione (ricerca-azione, lezione dialogata), approfondimento con interventi mirati (circle time). Nelle prime lezioni introduttive ho esposto alla classe gli obiettivi del progetto, le competenze da raggiungere e spiegato tramite l’ausilio di libri e tecnologie (lim, Internet, video, youtube) il sistema delle criminalità organizzate, in particolare della camorra. Le lezioni frontali e interattive sono state incentrate sullo studio della camorra storica in relazione al periodo storico affrontato (unità d’Italia): gli alunni in seguito sono stati invitati a leggere uno o più volumi inerenti al tema trattato e portare una relazione orale su quanto letto. In secondo luogo, ho introdotto lo studio della camorra attuale: gli alunni sono stimolati a fare ricerche e a confrontarsi con il proprio territorio di appartenenza. La seconda parte si è sviluppata sull'analisi della scrittura giornalistica. Sono state presentate brevemente la storia del giornalismo internazionale, i rapporti tra letteratura ed editoria, la nascita e diffusione dei mass media, le tecniche di creazione di un giornale cartaceo e online, le tecniche di creazione di un articolo di cronaca e di commento. In seguito, si è passati alla pratica: la classe, composta da 24 alunni, è stata divisa in 4 gruppi da 6 per ricreare una redazione giornalistica che si occupasse settimanalmente di ideare e stilare articoli di giornale. Ogni gruppo doveva creare due articoli a settimana su temi diversi. I temi da trattare venivano scelti dai ragazzi in maniera autonoma e durante l’ora di lezione. Ognuno lavorava autonomamente e al contempo in gruppo, a seconda del ruolo che ricopriva (intervistatore, redattore, correttore di bozze, impaginatore). Tutto il progetto così come immaginato è stato poi realizzato nel dettaglio. Gli alunni hanno trovato qualche difficoltà nella seconda fase, ma sono sempre stati supportati e seguiti in ogni fase. Particolarmente graditi sono stati i video sulla camorra attuale e sulle ecomafie, tema purtroppo conosciuto nel territorio di appartenenza degli alunni. All'inizio, nella stesura del progetto, avevo ipotizzato di creare un vero e proprio giornalino d'istituto, stampato e distribuito a scuola sotto forma di vero e proprio editoriale. Purtroppo, per diversi motivi, ho dovuto limitare il lavoro dei ragazzi all'elaborazione degli articoli settimanalmente e alla loro distribuzione semplice in forma cartacea (fogli A4 scritti con il programma di videoscrittura Word). In compenso, però, ho approfondito molto la prima parte del percorso, con lo studio e analisi della criminalità organizzata, permettendo, anche tramite 7 l'ausilio di nuove tecnologie, ai ragazzi di raggiungere le competenze previste. I problemi sorti durante il percorso, però, non sono stati di natura didattica o legati a difficoltà di apprendimento dei contenuti: ovviamente ci sono stati momenti di maggiore riflessione sugli argomenti trattati nati dal bisogno stesso degli alunni di approfondire determinati temi. Gli eventi imprevisti, così, sono diventati stimolo per soffermarmi sulle curiosità linguistiche, storiche, antropologiche, letterarie della classe nate in seguito agli argomenti trattati. L'apprendimento è stato, così, totale e ha coinvolto allo stesso modo tutti gli alunni, seppure a livelli differenti a seconda degli stili cognitivi di ognuno di loro. Alla fine del percorso, riguardando le griglie di valutazione di monitoraggio e le rubriche valutative finali, posso affermare che la classe ha raggiunto un buon livello di competenze in tutti gli ambiti previsti dal progetto. Le domande poste dagli alunni in itinere sono diventate stimolo per ulteriori approfondimenti ed indagini, e non certo ostacolo allo sviluppo del percorso previsto. Eventuali difficoltà oggettive degli alunni sono state immediatamente

affrontate e superate. Gli obiettivi, a mio avviso, sono stati tutti raggiunti dagli alunni, sebbene con diversi livelli di apprendimento nel rispetto dei diversi stili cognitivi. La classe non è un insieme di elementi uguali, ma un gruppo di persone diverse con personalità e stili di apprendimento differenti. Ho cercato di adattare il mio stile di insegnamento a seconda di ogni alunno, rispettando eventualmente quanto previsto dal P.D.P. per gli alunni D.S.A., e tenendo conto comunque dei livelli di partenza di ogni singolo ragazzo. Tutte le attività hanno avuto l’esito atteso: la realizzazione degli articoli di giornale, lo studio approfondito delle criminalità organizzate, la riflessione e confronto in classe. A mio avviso, tutto il progetto ha permesso agli alunni di raggiungere le competenze previste, ma li ha anche stimolati ad approfondire le conoscenze acquisite, a conoscere meglio determinati aspetti della società, a non farsi ingannare dai giudizi facili. Credo, comunque, che i video tratti da Internet sulla storia della camorra e sulla camorra attuale abbiano avuto maggiore successo, proprio perché argomenti attuali e spiegati attraverso canali di comunicazione innovativi (youtube ed Internet). Anche la scrittura giornalistica ha coinvolto la classe: ogni alunno, interpretando un ruolo, ha avuto modo di mettersi in gioco, aiutando il gruppo di appartenenza e il gruppo classe nella realizzazione del prodotto finale. La valutazione, effettuata attraverso monitoraggio in itinere, verifiche orali e finali, si è basata sia sui contenuti disciplinari che sull'osservazione dei processi/strategie attivati dagli alunni, fornendo infine informazioni adeguate sulle 8 competenze raggiunte dalla classe. Sono state adoperate griglie di osservazione in itinere e rubriche finali, nonché riflessione sui contenuti appresi durante il progetto. Tutti hanno collaborato alla realizzazione dei loro apprendimenti, autovalutandosi spesso con criticità positiva e riflettendo sui propri errori senza giudizi, ma con un'analisi obiettiva e lucida del proprio successo o insuccesso.

☐ Educazione ambientale

PROGETTO “DA COSA NASCE COSA”. Il progetto, destinato alle classi seconde dell’Istituto, ha avuto lo scopo di sensibilizzare gli alunni sul tema del rispetto dell’ambiente e sul problema dell’abbandono di rifiuti da parte dell’uomo. In particolare, è stato chiesto ai ragazzi di effettuare ricerche approfondite in merito all’inquinamento del fiume Cosa e di realizzare un progetto scritto e un disegno che illustrassero il loro parco ideale proprio sulle sponde del fiume, uno zootropio, il gioco dell’oca e il caviardage su queste tematiche. Dopo aver affrontato in aula gli argomenti con l’ausilio di supporti informatici, gli alunni, guidati da diversi docenti, hanno realizzato quanto richiesto, dimostrando grande entusiasmo e partecipazione.

☐ Pratica musicale

☐ Progetti di valorizzazione dei talenti degli studenti

PROGETTO DI PLESSO A CARATTERE MULTIDISCIPLINARE “IL MONDO E MIO, PER FORTUNA NON SIAMO TUTTI UGUALI!”. Il progetto, destinato a tutte le classi dell’Istituto, è nato in collaborazione con il collegio dei docenti con l’obiettivo di valorizzare il talento degli studenti, le capacità espressive e artistiche attraverso la creazione di un musical ispirato al celebre film “Il gobbo di Notre Dame”.

☐ Teatro, cinema, musica, attività espressive e artistiche

PROGETTO “CINEMA” – MULTISALA “LE FORNACI” DI FROSINONE. Il progetto è nato come percorso di approfondimento e di studio di alcuni argomenti multidisciplinari ampliamente trattati durante le ore di lezione in aula. Gli alunni nel contesto mediatico di un cinema hanno potuto comprendere meglio quanto spiegato in classe, confrontarsi con altri alunni e raggiungere gli obiettivi preposti. 9

Area dell'accoglienza e dell'inclusione

☐ Disagio

☐ Bullismo

☐ Dispersione

☐ Inclusione (disabilità, disturbi specifici dell’apprendimento,…)

STRUTTURAZIONE E SOMMINISTRAZIONE DI U.D.A. SULLA CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE U.D.A. “DIVERSO DA CHI”? L’unità di apprendimento “Diverso da chi” è nata con lo scopo di illustrare agli alunni i problemi della diversità razziale e della discriminazione tra uomini purtroppo ancora presenti in molte realtà del nostro Paese, combattere il bullismo, il disagio e la dispersione scolastica. U.D.A. AUTOVALUTIAMOCI, U.D.A. INTERROGHIAMO L’INVALSI Le unità di apprendimento ivi citate rientrano nell’ambito del progetto nazionale “Formazione Invalsi MIUR” e hanno avuto lo scopo di preparare gli alunni delle classi terze alla prova d’esame INVALSI. Area organizzativa e progettuale

☐ Coordinatore/referente di disciplina/dipartimento

Coordinatore classe III, responsabile curriculo verticale d’Istituto Scuola Secondaria Primo Grado ATTIVITÀ FORMATIVE di almeno 40 ore svolte entro il 30 giugno 2016 presso Università e Enti accreditati o attraverso le scuole in relazione ai piani regionali e nazionali di formazione 10

☐ Didattico-metodologico, disciplinare, didattiche innovative e trasversali,

☐ Inclusione

☐ Nuove tecnologie Gennaio 2016-in corso

Corso biennale di perfezionamento in Comunicazione, tecnologie educativodidattiche e cultura dell’integrazione scolastica (120 cfu, 3000 ore, effettuate 1500 ore entro il 30/06/2016) Ente IRSAF. Il corso biennale di perfezionamento in Comunicazione, tecnologie educativodidattiche e cultura dell’integrazione scolastica si concentra su tre fulcri fondamentali: comunicazione, tecnologia, integrazione. La comunicazione è il perno principale intorno a cui ruota tutta l’attività educativa: l’efficacia e la chiarezza dell’atto comunicativo sono di fondamentale importanza in una molteplicità di situazioni, tra docenti ed alunni, tra Dirigente e docenti, tra docenti e famiglie; la comunicazione, specialmente nella scuola dell’autonomia, caratterizzata dall’apertura al territorio, diventa strumento insostituibile per intessere rapporti, per divulgare risultati, per diffondere l’offerta formativa della scuola, e così via. Essa, tuttavia, oggi passa soprattutto attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie (posta elettronica, siti web, videoconferenze etc.), ecco perché il corso propone un’ampia unità formativa incentrata sulle tecnologie dell’informazione e della comunicazione e sul loro utilizzo nel campo della didattica. Le nuove tecnologie sono infatti entrate in maniera massiccia nella scuola, innovando completamente i tradizionali metodi di insegnamento: laboratori multimediali, linguistici, interattivi, LIM hanno cambiato il modo di fare scuola rendendo i percorsi di apprendimento sempre più reticolari e partecipativi. A questa “rivoluzione” non è corrisposto tuttavia un adeguato processo di

aggiornamento degli insegnanti, i quali sono chiamati a svolgere un ruolo non solo “tecnicamente” più avanzato ma anche pedagogicamente diverso. E la diversità e la sua accettazione sono al centro del terzo macromodulo imperniato sui diritti umani, sui diritti della persona diversamente abile e sullo sviluppo della cultura dell’integrazione. La scuola di oggi, ”inclusiva”, per definizione, non può non dedicare le sue energie alla didattica dell’integrazione, sia essa rivolta ad alunni diversamente abili, sia ad alunni con disagio sociale o immigrati. Il corso si propone pertanto di fornire ai docenti quegli strumenti che permettano loro di poter 11 rispondere in maniera adeguata a una richiesta di formazione che diviene sempre più complessa ed articolata. Le tematiche trattate sono le seguenti: elementi di comunicazione; linguaggi e tecniche comunicative verbali e non verbali; gestione e diritto della comunicazione; formazione e diritto della persona; formazione e diritti umani; didattica generale; didattica dei media; psicologia dei disturbi dell’apprendimento; disagio, diagnosi e prevenzione; tecnologie dell’istruzione e dell’apprendimento; progettazione e gestione informatica dei dati; legislazione delle pari opportunità; legislazione primaria e secondaria riferita all’integrazione scolastica; metodologie tecniche dell’apprendimento cooperativo e meta cognitivo; metodologie e tecnica dei lavori di gruppo; il deficit di attenzione e iperattività come fattore di rischio; interventi psicoeducativi e didattici con disturbi comportamentali e/o relazionali. Aprile 2016

Formazione professionale continua docente, laboratori formativi docenti neoimmessi in ruolo presso la Scuola Polo IIS Ceccano (Frosinone). La formazione ha riguardato le seguenti tematiche, per un totale di 15 ore: incontri iniziali e finali, bes, gestione della classe e problematiche relazionali, buone pratiche di didattiche disciplinari. Il superamento dell'anno di prova del docente neo immesso in ruolo prevede la frequenza di corsi obbligatori di formazione continua, nell'ottica dell'aggiornamento continuo del docente. Quest'anno ho avuto modo di partecipare a diversi laboratori formativi incentrati su varie tematiche relative all'insegnamento: sui bisogni educativi speciali, sulla gestione della classe e problematiche relazionali, sulle buone pratiche didattiche. A parte il corso sui BES, scelta obbligatoria, i restanti laboratori sono stati appositamente scelti da me perché volevo approfondire tematiche che ritenevo utili per colmare qualche mia lacuna non nella trasmissione disciplinare dei saperi, ma nell'approccio sociologico e pedagogico con la classe. Oltre che in occasione della formazione continua, credo sia importante rapportarsi con altri docenti continuamente e in situazioni del genere, paragonabili a tirocini formativi atti a migliorare le proprie competenze relative agli stili di insegnamento. E quando mi riferisco a "tirocini" intendo anche l'osservazione di metodi di altri docenti, il confronto con loro, la piena collaborazione, lo scambio di materiale ed esperienze. 12 Tutti i corsi sono stati interessanti e formativi, mi hanno trasmesso importanti informazioni e consigli permettendomi di confrontarmi con altri insegnanti di diversi ordini di scuola, ma questi incontri, a mio avviso, dovrebbero essere organizzati con maggior frequenza e non limitarsi alla mera osservazione. Personalmente, proprio attraverso i laboratori, ho avuto modo di conoscere tante situazioni scolastiche diverse e di apprendere importanti nozioni e tecniche per affrontare meglio problematiche diverse all'interno della classe. La frequenza di questi laboratori ha inciso positivamente sulla mia personalità. Ho

potuto applicare in classe quanto appreso durante i laboratori: per esempio, all'interno della classe ho affrontato situazioni apparentemente difficili cambiando atteggiamento e cercando di stabilire un rapporto di empatia con gli alunni. Ho migliorato le mie pratiche disciplinari, adoperando stili di insegnamento più mirati al singolo caso. Ho attenuato qualche mio comportamento forse errato ed ho messo in pratica i consigli che mi sono stati dati, ottenendo già piccoli passi verso il successo formativo degli alunni. Da subito ho notato cambiamenti nei rapporti con la classe: gli alunni hanno bisogno solo di essere più ascoltati e di un rapporto più sereno con il docente. Il percorso, però, deve ancora arricchirsi di nuove strade, di nuove culture e soprattutto non può e non deve fermarsi a pochi incontri sporadici, ma dev'essere continuativo sia nell'ambiente di lavoro che al di fuori delle mura scolastiche. Altri titoli o competenze che si intendono evidenziare

Dicembre 2015 Pubblicazione del libro Il racconto della camorra nei giornali di Napoli. Campioni di lettura (1861-1920) Edizioni iod

2014-2015 Corsi di aggiornamento professionale giornalismo ed editoria (formazione professionale continua): Capire e comunicare le energie, ODG; Storia del giornalismo contemporaneo, Centro Italiano di Studi Superiori per la Formazione e l’Aggiornamento in Giornalismo Radiotelevisivo; Usura, sovra-indebitamento, buon uso del denaro e della conoscenza 13 della normativa e tutela dei cittadini-Imprenditori che accedono al credito bancario/finanziario, ODG; Corso di deontologia, ODG; Il Giornalista: valore che crea valori, ODG; Privacy, diritti della persona e rischi di discriminazione, Centro Italiano di Studi Superiori per la Formazione e l’Aggiornamento in Giornalismo Radiotelevisivo.

a.a. 2008-2009 - a.a. 2009-2010 LAUREA SPECIALISTICA IN FILOLOGIA MODERNA CLASSE 16/S conseguita presso l’Università degli Studi di Cassino, Facoltà di Lettere e Filosofia con votazione 110/110 con lode e tesi in Letteratura italiana contemporanea dal titolo “Il racconto della camorra nei giornali di Napoli. Campioni di lettura (1861-1920)”. Relatore della tesi Prof. Toni Iermano, Correlatore Prof. Gianluca Lauta.

Giugno 2009 Iscrizione all’Albo dei Giornalisti Pubblicisti del Lazio e del Molise, Odg Lazio e Molise . Durante gli studi universitari ho iniziato ad interessarmi al mondo del giornalismo: in poco tempo sono diventata giornalista pubblicista lavorando presso una testata della mia città e, nel corso degli anni, dal semplice ruolo di redattrice sono diventata direttore responsabile. Ho conosciuto giornalisti importanti nel panorama della comunicazione italiana e mi sono occupata di diversi settori: dalla cronaca allo sport, dai motori allo spettacolo, salute e benessere, moda, animali, società, ambiente e criminalità organizzate. Proprio quest'ultima tematica è stata decisiva per il resto della mia formazione giornalistica. Nel 2011, infatti, la mia tesi di laurea ha vinto il premio nazionale "Giancarlo Siani", diventando nel 2015 un volume di divulgazione scientifica pubblicato e apprezzato nel mondo accademico italiano e ricevendo il parere favorevole di nomi come Virman Cusenza, Gigi Di Fiore, Isaia Sales. Il lavoro di giornalista permette di ampliare non solo le proprie conoscenze culturali, frutto di anni di studio accademici, ma di acquisire competenze chiavi fondamentali per il mondo del lavoro: collaborazione, spirito d'iniziativa, responsabilità, problem solving, autonomia, spirito di gruppo. Durante gli anni da giornalista mi sono confrontata con realtà diverse, persone eterogenee, con le quali era obbligatorio assumere un atteggiamento calmo e tollerante. Ho imparato, così, ad essere meno impulsiva e più riflessiva, a confrontarmi con

altre persone, a rispettare le idee altrui, a chiedere aiuto quando ne avevo bisogno. Oggi, come docente, cerco sempre di essere umile, e nei confronti dei miei colleghi assumo gli stessi atteggiamenti positivi dell'ex giornalista, cercando collaborazione 14 continua. Mi ritengo forse ancora un po'immatura, perché insegno solo da pochi anni, ma credo di essere sulla strada giusta: evito giudizi, accetto critiche, mi pongo con umiltà apprezzando sempre e ringraziando le persone che mi aiutano. In classe assumo un atteggiamento sì autorevole, nel rispetto del ruolo che ricopro, ma anche umano e collaborativo: lavoro in team, sono paziente, tollerante, sprono gli alunni a migliorare i propri processi di conoscenza e a non fermarsi mai all'apparenza. Li invito alla ricercaazione (proprio come giornalisti), ad approfondire ogni verità, a lavorare in squadra, a raggiungere obiettivi comuni. La formazione giornalistica ha profondamente inciso sulla mia personalità e sui miei metodi di insegnamento attuali, che si sono comunque perfezionati nel corso del tempo e che ancora devono migliorare in molti aspetti. Attuo gli stessi metodi di lavoro che adoperavo come giornalista: considero la classe come una redazione, nella quale ognuno lavora con i propri metodi, ma deve confrontarsi con gli altri, collaborare attivamente per il successo del gruppo, raggiungere obiettivi comuni e condivisi. Nessuno deve essere escluso dal processo di conoscenza e di acquisizione di competenze: una classe intesa, dunque, come un'orchestra dove ognuno suona sì il proprio strumento ma nell'ottica del raggiungimento di un'armonia comune. All'interno di un team non si decide mai in totale solitudine ma ci si deve sempre rapportare con gli altri: il gruppo classe è simile ad una redazione di un giornale. Bisogna essere tolleranti, pazienti, lavorare insieme e tutti allo stesso ritmo per ottenere risultati concreti. Le idee devono essere valutate insieme, confrontate, discusse. Non devono esistere pregiudizi all'interno della squadra ma collaborazione tra gli elementi che ne fanno parte, perché si lavora per il raggiungimento degli obiettivi comuni e per il successo della squadra. In classe mi sento parte di una redazione che lavora in gruppo, rispetto le idee altrui e mi confronto positivamente con gli alunni, cercando sempre di essere paziente e tollerante. Durante gli anni di lavoro come giornalista, ho ricoperto anche il ruolo di addetto stampa di manifestazioni locali e nazionali, posizione diversa da quella di semplice redattore o di direttore responsabile di testata. Mi sono occupata della ricerca di informazioni inerenti ad un evento, attraverso il monitoraggio dei media, predisponendo la rassegna stampa sugli argomenti di interesse per l’organizzazione, procedendo alla verifica della correttezza delle informazioni ed eventualmente rettificandole. Ho scritto comunicati stampa, tenendo presenti i criteri di notiziabilità giornalistica e interfacciandomi con i vertici di importanti organizzazioni. 15 Ricoprendo questo ruolo, ho organizzato con enti locali importanti manifestazioni su temi ambientali e sul problema delle infiltrazioni camorristiche in Italia (Una cena per l'Abruzzo, Green day, Primo raduno nazionale antimafia città di Cassino). L'esperienza di addetto stampa mi ha permesso di dilatare i miei orizzonti culturali e di migliorare notevolmente le competenze acquisite come giornalista e nel lavoro redazionale. Innanzitutto, organizzare manifestazioni significa predisporre di un bagaglio di conoscenze e abilità particolari: non si tratta di scrivere un singolo articolo o di fare un'intervista, ma di curare l'intera coordinazione di un progetto a lungo termine. Ovvero pianificare tempi e modi delle azioni, in sincronia con altri elementi che risentono della variabilità e del possibile cambiamento repentino degli eventi. Ciò significa possedere o comunque acquisire capacità quali: spirito di adattamento,

competenze organizzative, self control, autonomia di lavoro. Non solo: si entra in contatto con enti di un certo rilievo (nel mio caso, per esempio, ho conosciuto rappresentanti di spicco della lotta antimafia e presidenti di associazioni nazionali ambientali) con i quali bisogna sapersi rapportare. Ho migliorato, così, non solo la mia dialettica ma ho acquisito tutte le competenze necessarie ivi descritte per portare a termine l'intera organizzazione di eventi di tale portata. Lavorare come addetto stampa significa inoltre velocizzare i propri tempi di azione, sincronizzarli con altri eventi, ampliare il proprio patrimonio linguistico, adoperare diverse tecnologie dell'informazione e canali di comunicazione diversi a seconda dell'esigenza del momento. L'esperienza di addetto stampa ha influenzato il mio metodo di insegnamento: ho imparato a gestire lo stress e le sollecitazioni continue dovute a cambiamenti repentini, riuscendo a gestire in classe problematiche relazionali tra gli alunni, ho approfondito il mio amore per la scrittura e ho cercato di trasmetterlo ai miei discenti, ho migliorato le mie doti relazionali creando in classe un clima positivo di interscambio e collaborazione, ho ampliato la mia creatività usufruendone in classe per l'ideazione di progetti coinvolgenti, ho approfondito le mie conoscenza i termini di tecnologia digitale, adottando poi in aula stili di insegnamento innovativi improntati sull'uso di Internet e sui canali mediatici.

Settembre 2011 Vincitrice del Premio Giancarlo Siani 2011 nella sezione tesi di laurea, con la tesi dal titolo Il racconto della camorra nei giornali di Napoli. Campioni di lettura (1861-1920) Associazione Culturale Giancarlo Siani, Fics, Odg Campania per le seguenti motivazioni: «Il lavoro di tesi della dott.ssa Bertolino è pregevole per struttura, accuratezza della ricerca 16 e rigore metodologico. Ricostruisce “l’immagine della camorra attraverso gli occhi dei suoi narratori”, mediante una analisi attenta e ragionata delle fonti letterarie e principalmente giornalistiche del periodo 1861-1920. Tutto ciò conferisce al lavoro, tra l’altro molto scorrevole e agile nella scrittura, un autentico valore di ricerca, rendendolo utile e originale strumento documentale per chi studia o è semplicemente interessato al fenomeno camorristico». Dal 2011 al 2015, anno della pubblicazione mi dedico pienamente alla revisione editoriale della tesi che diventa un volume pubblicato a livello nazionale, per volontà della FICS di Napoli. Il tema della camorra legato al mondo dell'indagine giornalistica mi aveva affascinato sin dall'università, quando ebbi modo di seguire un corso di letteratura contemporanea con il Prof. Pasquale Sabbatino. Decisi di stilare una tesi di laurea incentrate sul trinomio letteratura-giornalismo-criminalità. Un lavoro che mi appassionò talmente tanto da rendere la mia tesi degna di vincere un premio nazionale, destinata a diventare un libro. Lavorare alla revisione di un testo simile presuppone il possesso di determinate abilità editoriali che io disponevo solo in parte. Pian piano, ho ampliato le mie conoscenze in tal senso, e ho acquisito le competenze nel campo dell'editing del testo (correzione di errori, di refusi, ricerca di sinonimi, ecc.) e dei criteri redazionali (citazioni di fonti, bibliografie, note, ecc.). Curare un testo nel dettaglio destinato alla pubblicazione comporta una revisione quasi maniacale di qualsiasi componente, dalla punteggiatura alla sintassi, dai capoversi ai titoli: quindi, oltre alle competenze propriamente editoriali, ho anche imparato a gestire lo stress dovuto al controllo continuo di quanto correggevo. Ogni pagina è stata riesaminata nel dettaglio, curata nel particolare, il tutto nell'ottica dell'obiettivo principale del lavoro: creare un volume sì destinato ad una fruizione scientifica, ma che potesse comunque essere letto da un pubblico il più ampio possibile. Scrivere una tesi sul tema della camorra e sulle indagini letterarie e giornalistiche ad essa collegate, ha segnato profondamente il mio metodo di insegnamento: proprio quest'anno, da neo immessa in ruolo, ho deciso di progettare un'attività che riproponesse a linee

generali e semplificate la mia tesi di laurea. Ho così ideato un laboratorio di scrittura giornalistica ed analisi delle criminalità organizzate: l'obiettivo del corso è stato quello di trasmettere agli alunni non solo conoscenze sulla tematica trattata (la camorra purtroppo riguarda anche il territorio dove ho lavorato) in modo che potessero acquisire una coscienza critica di ciò che li circonda; quello che più mi interessava era rendere i miei alunni consapevoli dell'importanza di determinati valori civili affinché potessero acquisire 17 sia le competenze disciplinari per la materia (italiano, storia, ecc.) sia le competenze sociali e civiche previste alla fine del primo ciclo d'istruzione. Ho lavorato con la classe creando una redazione giornalistica cosciente dei problemi territoriali, in grado di rapportarsi diligentemente con tematiche delicate e consapevoli della realtà che la circonda. Ho voluto trasmettere alla classe le mie conoscenze, approfondire un aspetto della società particolare, fornire ad ogni ragazzo strumenti di indagine adeguati, permettergli di ampliare il proprio bagaglio culturale, insegnando come se fossi stata una storica, una giornalista, una studiosa di camorra.

Competenze comunicativa. Ottime capacità nell’ambito della comunicazione in qualsiasi situazione formale ed informale nonché nell’ambito del giornalismo e dell’organizzazione di eventi.

Competenze organizzative, gestionali e personali. Gestione e coordinazione dei team di lavoro, affidabilità, precisione, solarità, pazienza, tolleranza, puntualità, serietà in qualsiasi campo lavorativo, capacità di organizzazione e realizzazione di eventi.

Competenze professionali. Buone capacità di organizzazione, gestione, educazione, controllo del gruppo classe, piena padronanza del documento ministeriale Indicazioni Nazionali 2012 contenuto nel D.M. 254 del 16 novembre 2012, ottime capacità di progettazione per competenze, ideazione e realizzazione progetti, collaborazione con il gruppo docenti, lavoro in team, ascolto e disponibilità in classe e nel contesto scuola, piena realizzazione di quanto richiesto dai ruoli ricoperti, ottime capacità di stabilire rapporti collaborativi e cordiali nel contesto scuola (docenti, personale A.T.A., studenti, famiglie). Ho iniziato a lavorare come docente precaria nel 2013 nella provincia di Frosinone. Venivo chiamata per brevi supplenze saltuarie ma che mi hanno comunque permesso di iniziare il mio percorso scolastico in qualità di insegnante e non più di discente. Le difficoltà all'inizio erano tantissime: impacciata e poco esperta del mondo della scuola, temevo di sbagliare approccio con gli alunni, metodo, stile di insegnamento. Avevo vinto un concorso per l'immissione in ruolo dei docenti nel 2012, ma non avevo esperienza pratica. Pian piano, supplenza dopo supplenza, classe dopo classe, ho messo in atto tutta 18 la teoria appresa durante lo studio per il concorso, imparando a confrontarmi con realtà diverse, con alunni problematici, con situazioni delicate. Ho conosciuto docenti che mi hanno supportata, altri che mi hanno ostacolata, ma ho sempre seguito, oltre alle regole del codice deontologico del docente, il mio cuore nell'affrontare qualsiasi situazione si fosse presentata. Nel 2015 sono entrata di ruolo nella Scuola secondaria di Primo grado. Prima di allora, guardando indietro, mi rendo conto di quanto fossi inesperta nel ruolo che mi veniva attribuito. Oggi mi ritengo una docente preparata ma che deve ancora imparare tantissimo. Ho iniziato a muovere i primi passi in una scuola secondaria di Secondo Grado: con qualche difficoltà, sono riuscita a portare a termine quanto richiestomi. Poi ho continuato nella scuola secondaria di Primo grado: i ragazzi, non più bambini ma nemmeno ancora adolescenti, richiedevano molto più lavoro rispetto all'esperienza precedente. Ho imparato ad essere paziente, tollerante, comprensiva, senza però perdere l'autorità

del ruolo che ricoprivo. Ho cercato una strada mediana tra la comunicazione amichevole e uno stile più severo, acquisendo dall'osservazione degli stessi alunni i metodi migliori di insegnamento. Mi chiedevo in che modo volessero apprendere le lezioni, li ascoltavo, mi arricchivo e cercavo una soluzione che potesse accordare tutti. Pian piano sono riuscita ad ottenere risultati buoni anche con gli alunni più "difficili" stabilendo semplicemente un contatto empatico con loro, senza mai mettere in discussione i principi pedagogici dell'insegnamento o l'immagine stessa del docente. L'esperienza da docente precaria mi è servita come "esercitazione" per il ruolo ricoperto quest'anno da docente di ruolo. Ben diverse sono le esperienze: un conto è essere una docente saltuaria che deve subentrare in una classe che non conosce, un'altra è accompagnare per un intero anno scolastico dei ragazzi nel loro percorso di apprendimento. L'esperienza da precaria, seppure minima, mi è servita per introdurmi nel mondo della scuola, per mettere in pratica la teoria acquisita con lo studio, ha contribuito a farmi sviluppare attitudine ad approfondire temi e argomenti della disciplina oggetto delle lezioni, ma anche a fornire agli alunni schemi di sintesi, mappe concettuali per orientarsi e apprendere meglio i contenuti, spunti di approfondimento; ho utilizzato le nuove tecnologie didattiche sin dalla prima supplenza, in modo tale potessi verificare il loro impatto sulla didattica. Sono riuscita a condurre positivamente il percorso dei miei alunni, a instaurare relazioni collaborative con le famiglie e con i colleghi. Tradurre in pratica quanto espresso dalle Indicazioni Nazionali 2012, trasformare conoscenze e abilità in traguardi di competenze disciplinari e permettere che ogni alunno 19 del gruppo classe raggiunga indistintamente le competenze trasversali richieste dalla strategia di Lisbona nel 2010, sembrerebbe un compito semplice per tutti i docenti di ogni ordine e grado. In realtà solo la pratica didattica e l'esperienza possono permettere all'insegnante di raggiungere un buon livello in tal senso. Parlare di raggiungimento completo di competenze per alunni che già da soli presentano un certo livello di autonomia e responsabilità, spirito d’iniziativa, capacità varie, ecc, sembra quasi scontato. Lavorare con loro, per me, è stato come plasmare il pongo: ho dovuto indirizzarli verso la strada giusta e cercare di evitare distrazioni, ma non ho avuto difficoltà rilevanti. Più complicato, invece, è stato intervenire sugli alunni con maggiori carenze e lacune:per alcuni ho ottenuto il successo formativo, per altri no. Importante è stata anche la valutazione: il processo di apprendimento è fortemente legato alla valutazione del percorso effettuato dall'alunno, sia per quanto riguarda i traguardi disciplinari che le competenze trasversali. Il termine "valutare" nella lingua italiana indica "determinare il valore commerciale di un bene, assegnare a un oggetto il valore di mercato, o quello che si ritiene giusto o conveniente, o dare una stima ad una persona". Analizzando il suo significato sembra quasi che la valutazione degli apprendimenti implichi una misurazione matematica dei livelli raggiunti da quella persona, considerata in questo senso quasi un oggetto con un determinato valore e non una persona con particolari tratti psicologici e stili cognitivi da rispettare. Un alunno non è un oggetto da valutare, da stimare con una moneta, ma un essere umano che ha avuto un suo percorso di crescita e che deve ancora totalmente formarsi sia in termini di personalità che di cultura personale. Credo, dunque, che nel processo di insegnamento sia fondamentale escludere ogni valutazione commerciale e soffermarsi maggiormente sul rispetto del singolo elemento del gruppo classe, valutarlo secondo il suo stile di apprendimento e non secondo scale preimpostate, fornirgli tutti gli elementi per riflettere sui suoi errori o sui suoi progressi e verificare con altri docenti il percorso effettuato didatticamente ma soprattutto trasversalmente. Nella valutazione bisognerebbe tener conto di queste domande: quali competenza ha raggiunto il nostro alunno? In che modo? Perché? Sono stati rispettati la sua personalità e il suo stile cognitivo? C'è stata una

riflessione sull'apprendimento? L'alunno cosa è in grado di fare, in che modo e in quale contesto? Inoltre fondamentali per il percorso di inclusione del gruppo classe sono le strategie di insegnamento. Entrare in una classe, sedersi dietro una cattedra, aprire un libro e spiegare è stato un atteggiamento standard e quasi obbligatorio seguito da milioni di 20 docenti fino a pochi anni fa. Oggi un alunno può tranquillamente sedersi davanti al computer, accenderlo, apprendere quello che vuole dove vuole e "spegnere" il docente semplicemente staccando la spina elettrica. In classe questo ovviamente non è possibile, ma l'alunno di fronte ad una didattica frontale noiosa ed apatica può ovviare al problema estraniandosi dal processo di apprendimento, ovvero dalla lezione del docente. Cosa fare allora per evitare tutto questo? A mio avviso un buon docente deve: acquisire i canali di cui usufruisce l'alunno per l'apprendimento informale e trasformarli in classe in apprendimento formale, renderlo partecipe del suo apprendimento, coinvolgerlo in attività di ricerca e azione, che stimolino la sua curiosità, la motivazione, la collaborazione, adoperare strategie didattiche che lo coinvolgano all'interno di gruppi di lavoro attivi e non passivi, abolire lezioni frontali demotivanti, stimolarlo all'apprendimento cooperativo e fornirgli tutte le indicazioni per uno studio a casa efficace. Per quanto riguarda la mia esperienza, ho cercato di mettere in pratica queste buone regole di azione didattica. Ogni giorno, entrando in aula, chiedevo ai miei alunni come stavano, come si sentivano, cosa avrebbero voluto imparare durante la lezione oltre a ciò che era in programma, stimolavo in loro le curiosità, il desiderio di cercare, li spronavo a porsi domande e a cercare le risposte autonomamente. Non sempre però riuscivo ad ottenere risposte positive perché magari il mio atteggiamento, a volte troppo severo, poteva creare un blocco per una comunicazione empatica ed efficace. In questo senso, quindi, devo ancora approfondire molti aspetti. Altrettanto importanti sono i rapporti stabiliti all’interno del collegio docenti: la progettazione didattica include un confronto continuo e duraturo con tutto il gruppo docenti sia a livello di consiglio di classe che a livello collegiale. Oltre alle normali riunioni mensili obbligatorie, nelle quali tutti gli insegnanti si confrontano soprattutto discutendo dell'efficacia dell'azione didattica in corso, delle lacune di alcuni alunni o di problemi relativi al gruppo classe di svariata natura, quest'anno ho partecipato a numerosi incontri organizzati per dipartimenti nei quali i docenti, insieme, hanno creato delle unità di apprendimento all'interno del piano della sperimentazione scolastica, affinché gli alunni coinvolti potessero raggiungere le competenze focus previste all'interno del P.O.F. Ritengo, inoltre, sarebbe opportuno avviare durante l'anno dei momenti di osservazione reciproca tra i docenti, per verificare il proprio metodo di insegnamento, bilanciare i punti di forza o di debolezza della propria azione didattica, proprio in vista di un'azione di miglioramento collegiale della prassi dell'insegnamento. Insegnare significa, infatti, 21 condividere il proprio bagaglio culturale e le proprie strategie didattiche non solo con gli alunni, ma soprattutto con i colleghi della propria scuola. Nell'ottica del rispetto del curriculo orizzontale d'istituto è fondamentale che i docenti agiscano includendo, nel processo di formazione dei propri alunni, tutti i possibili canali formativi disponibili a livello territoriale. Biblioteche, associazioni, circoli culturali, laboratori di lingua, dipartimenti di scienze, laboratori tecnologici, tutti al di fuori della struttura scolastica, affinché gli alunni entrino in un'ottica di apprendimento laboratoriale extrascolastico. Ovvero, bisogna sì che il docente usufruisca di tutte le risorse presenti dentro la scuola, ma deve comunque rapportarsi a quanto il territorio fornisce proprio per concretizzare l'apprendimento dei ragazzi in una realtà diversa dal contesto scolastico. Gli alunni devono comprendere

l'importanza degli stage, del tirocinio, dell'imparare e mettere in pratica ciò che hanno appreso a scuola fuori dalla scuola, per confrontarsi, per mettersi alla prova, per autovalutare il loro apprendimento. Da non dimenticare poi che nel processo di apprendimento non bisogna solamente includere gli alunni, ma anche i genitori affinché si instauri un canale di comunicazione continua tra scuola e famiglia. Il docente non può escludere i genitori dell'alunno dal percorso formativo che viene fornito al giovane, perché questo risulterebbe sterile e privo di significato. Bisogna fornire alle famiglie notizie riguardanti le strategie adottate, la valutazione, i risultati in itinere. Quest'anno ho cercato sempre il dialogo, ho rispettato gli incontri previsti, ho cercato di risolvere i problemi che erano nati in seguito a determinate situazioni. Spesso, però, sono gli stessi genitori a dimostrarsi fermi nelle loro idee e a rifiutarsi di collaborare con l'istituzione scolastica. I docenti, di fronte a comportamenti simili, non devono chiudersi in un muro invalicabile, ma devono cercare comunque il dialogo e instaurare un rapporto di fiducia reciproca. Per questo è necessario che vengano organizzate più riunioni durante l'anno, al di fuori del consiglio di classe, nelle quali si dia la possibilità alle famiglie di esprimere i propri dubbi e ai docenti di risolvere eventuali controversie riguardanti il gruppo classe. Bisogna sempre ricordarsi infatti che insegnare non significa solo trasmettere nozioni disciplinari, ma formare dei bambini, adolescenti, civilmente e socialmente. Di conseguenza il ruolo del docente deve includere un'attività più ampia del solo insegnamento: in una classe è necessario che vengano superati giudizi o pregiudizi tra gli alunni di tipo sociale, sessuale, culturale, religioso. Il docente deve lavorare in aula collaborando con gli alunni affinché questi obiettivi di assoluta parità civile vengano 22 rispettati. Ogni forma di bullismo o di abuso deve essere fermata e condannata. Non devono esistere forme di discriminazione ma solo stima tra gli alunni. Inoltre, l'insegnante deve collaborare con il personale A.T.A., con il corpo docenti, con il Dirigente Scolastico, rispettando regole e impegni previsti dal C.C.N.L. e dal codice deontologico, lavorare con onestà, trasparenza, lealtà nell'ottica della creazione di ambienti di collaborazione reciproca tra colleghi e in tutto l'ambiente scolastico. Un buon docente inoltre deve curare la propria formazione continua che è un obbligo per tutti i docenti. A mio avviso, però, non dovrebbe consistere solo in corsi di aggiornamento scolastici ed extrascolastici (master, corsi, approfondimenti, costruzione di unità di apprendimento, ecc.) ma è necessario integrare tale formazione ad una in itinere durante l'anno scolastico: mi riferisco, in particolare, all'attività del peer to peer, all'osservazione reciproca e al confronto con altri docenti, alla creazione di laboratori formativi affinché il docente possa migliorare la propria azione didattica ed integrarsi meglio all'interno della scuola. Osservare i metodi di insegnamento di altri colleghi, la gestione della classe, gli strumenti adottati è di fondamentale importanza per arricchirsi, ponendosi ovviamente con estrema umiltà. Importante è anche la documentazione della propria pratica didattica: annotare su un quaderno appunti sui propri errori, su eventuali azioni positive, dubbi, tempi e modi dell'azione didattica, riflessioni sul proprio lavoro significa solo porsi come docenti inclusivi pronti al cambiamento positivo per un apprendimento attivo della classe.

Competenze informatiche. Ottima padronanza del sistema operativo Windows, ottima padronanza di programmi di grafica e fotoritocco (Photoshop), ottima padronanza del pacchetto applicativo Office, ottima padronanza del programma di impaginazione e scrittura giornalistica QuarkXPress, ottima padronanza dei browser Explorer, Mozilla, Chrome, ottima padronanza nell’uso delle TIC e della LIM, eccellenti competenze a livello di comunicazione digitale, giornalistica online, ricerca, scelta ed elaborazione informazioni.

2004-2013. Studio professionale del canto moderno e lirico 23 Le informazioni inserite nel presente Curriculum hanno valore di autocertificazioni secondo quanto previsto dal DPR 445/2000 e s.m.i. e sono sottoposte a verifica secondo le stesse modalità di cui all’art. 4 commi 15 e 16 dell’O.M. dell’8 aprile 2016. Autorizzo il trattamento dei miei dati personali ai sensi dell’art. 13 del d. lgs. n. 196 del 30 giugno 2003 recante “Codice in materia di protezione dei dati personali”. DATA: 06/08/2016 FIRMA ELEONORA BERTOLINO