d a˚˜˝o diaconale f 1847 - a i n. 177 - e 0,50 giovedì 29 … · 2016-09-29 · sul referendum...

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nei limiti fissati alla spesa pubblica. Ma dalla Ue continua ad arrivare la risposta che lo sforamento dei para- metri deve essere eccezionale e non può essere continuato nel tempo e diventare strutturale. E, quindi, è fa- cile prevedere che i soldi mancanti per l’accoglienza dovranno essere re- periti attraverso un ulteriore au- mento della pressione fiscale. Che Direttore aRTURO DiaCOnaLE Giovedì 29 Settembre 2016 Fondato nel 1847 - anno XXi n. 177 - Euro 0,50 DL353/2003 (conv. in L 27/02/04 n. 46) art.1 comma 1 DCB - Roma / Tariffa ROC poste italiane Spa Spedizione in abb. postale QUOTIDIANO LIbERALE PER LE gARANzIE, LE RIfORmE ED I DIRITTI UmANI delle Libertà PRIMO PIANO SOLA A PAGINA 3 Se il capitalismo si scopre malato ECONOMIA ROMITI A PAGINA 4 Un Premier alla frutta CULTURA D’ALESSANDRI A PAGINA 7 Abel e Lukas in volo verso la libertà POLITICA Il Ponte usato per conquistare consensi contro la Carta ALVARO a pagina 2 Auguri non formali e meritati a Berlusconi N on sono formali, innanzitutto. Parlo degli auguri che, temo molto, non li leggerà. Ma in nome dell’inscalfibile scripta manent, qual- siasi formalità dovrebbe scomparire di fronte, più che all’età, alla realtà storica del Cavaliere. Storia e realtà non vengono tirati in ballo a caso (tra l’altro il nostro direttore si ap- pella spesso ai due termini in poli- tica) soprattutto perché la doppia “natura”, imprenditoriale e politica, di Silvio Berlusconi costringe chiun- que a farci i conti. I quali tornano quasi sempre, specialmente nell’im- prenditoria dove, a parte quel Milan di PAOLO PILLITTERI di ARTURO DIACONALE I l Paese dell’accoglienza non ha i soldi necessari a garantire l’acco- glienza stessa. Pare che manchino le risorse necessarie per assicurare l’as- sistenza nei centri di raccolta ad al- meno ventimila profughi. Una cifra che però non è certa ma può alzarsi ulteriormente visto che il flusso dei migranti non è affatto cessato e po- trebbe portare alla fine dell’anno il numero complessivo di chi è entrato in Italia oltre la quota di 180mila persone. Il Governo spera di usare questi numeri per avere maggiore flessibi- lità da parte dell’Unione europea. Matteo Renzi alza la voce in Europa per far passare la richiesta che le spese per l’accoglienza non rientrino Continua a pagina 2 venduto - e lo dico da interista col cuore trafitto da analoga vicenda - ha modellato con le sue televisioni il costume italico. L’ha fatto bene o male? Sul referendum Renzi si smentisce L’accoglienza senza soldi ed il populismo Dopo aver affermato che in caso di vittoria del “No” avrebbe rassegnato le dimissioni e lasciato la politica, adesso il Presidente del Consiglio si rimangia tutto: “Non si utilizzi il referendum per buttare giù il Governo” Continua a pagina 2 sarà mascherato quanto si vuole ma che peserà comunque sulle spalle dei contribuenti italiani. Con il risultato che le proteste contro l’accoglienza non controllata aumenteranno ed il tema dell’immigrazione, così come avviene in tutti gli altri Paesi d’Eu- ropa, diventerà centrale nell’anno che precederà la scadenza della legi- slatura e le future elezioni politiche. I nemici del cosiddetto populismo farebbero bene a tenere conto di que- sto dato reale piuttosto che conti- nuare ad esorcizzare il problema bollando come razzista il malcon- tento popolare suscitato dall’acco- glienza incontrollata. Chi pensa che in Italia la questione non possa assu- mere le dimensioni politiche...

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Page 1: D a˚˜˝O DiaCOnaLE F 1847 - a i n. 177 - E 0,50 Giovedì 29 … · 2016-09-29 · Sul referendum Renzi sismentisce L’accoglienza senza soldi ed il populismo, ... Renzi parla di

nei limiti fissati alla spesa pubblica.Ma dalla Ue continua ad arrivare larisposta che lo sforamento dei para-metri deve essere eccezionale e nonpuò essere continuato nel tempo ediventare strutturale. E, quindi, è fa-cile prevedere che i soldi mancantiper l’accoglienza dovranno essere re-periti attraverso un ulteriore au-mento della pressione fiscale. Che

Direttore aRTURO DiaCOnaLE Giovedì 29 Settembre 2016Fondato nel 1847 - anno XXi n. 177 - Euro 0,50

DL353/2003 (conv. in L 27/02/04 n. 46) art.1 comma 1

DCB - Roma / Tariffa ROC poste italiane Spa Spedizione in abb. postale QUOTIDIANO LIbERALE PER LE gARANzIE, LE RIfORmE ED I DIRITTI UmANI

delle Libertà

PRIMO PIANO

SOLA A PAGINA 3

Se il capitalismo

si scopre malato

ECONOMIA

ROMITI A PAGINA 4

Un Premier

alla frutta

CULTURA

D’ALESSANDRI A PAGINA 7

Abel e Lukas

in volo verso la libertà

POLITICA

Il Ponte usato

per conquistare consensi

contro la Carta

ALVARO

a pagina 2

Auguri non formali e meritati a Berlusconi

Non sono formali, innanzitutto.Parlo degli auguri che, temo

molto, non li leggerà. Ma in nomedell’inscalfibile scripta manent, qual-siasi formalità dovrebbe scompariredi fronte, più che all’età, alla realtàstorica del Cavaliere. Storia e realtànon vengono tirati in ballo a caso(tra l’altro il nostro direttore si ap-pella spesso ai due termini in poli-tica) soprattutto perché la doppia“natura”, imprenditoriale e politica,di Silvio Berlusconi costringe chiun-que a farci i conti. I quali tornanoquasi sempre, specialmente nell’im-prenditoria dove, a parte quel Milan

di PAOLO PILLITTERI

di ARTURO DIACONALE

Il Paese dell’accoglienza non ha isoldi necessari a garantire l’acco-

glienza stessa. Pare che manchino lerisorse necessarie per assicurare l’as-sistenza nei centri di raccolta ad al-meno ventimila profughi. Una cifrache però non è certa ma può alzarsiulteriormente visto che il flusso deimigranti non è affatto cessato e po-trebbe portare alla fine dell’anno ilnumero complessivo di chi è entratoin Italia oltre la quota di 180milapersone.

Il Governo spera di usare questinumeri per avere maggiore flessibi-lità da parte dell’Unione europea.Matteo Renzi alza la voce in Europaper far passare la richiesta che lespese per l’accoglienza non rientrino Continua a pagina 2

venduto - e lo dico da interista colcuore trafitto da analoga vicenda -ha modellato con le sue televisioni ilcostume italico. L’ha fatto bene omale?

Sul referendum Renzi si smentisce

L’accoglienza senza soldi ed il populismo

Dopo aver affermato che in caso di vittoria del “No” avrebbe rassegnato le dimissioni e lasciato la politica,adesso il Presidente del Consiglio si rimangia tutto: “Non si utilizzi il referendum per buttare giù il Governo”

Continua a pagina 2

sarà mascherato quanto si vuole mache peserà comunque sulle spalle deicontribuenti italiani. Con il risultatoche le proteste contro l’accoglienzanon controllata aumenteranno ed iltema dell’immigrazione, così comeavviene in tutti gli altri Paesi d’Eu-ropa, diventerà centrale nell’annoche precederà la scadenza della legi-slatura e le future elezioni politiche.

I nemici del cosiddetto populismofarebbero bene a tenere conto di que-sto dato reale piuttosto che conti-nuare ad esorcizzare il problemabollando come razzista il malcon-tento popolare suscitato dall’acco-glienza incontrollata. Chi pensa chein Italia la questione non possa assu-mere le dimensioni politiche...

Page 2: D a˚˜˝O DiaCOnaLE F 1847 - a i n. 177 - E 0,50 Giovedì 29 … · 2016-09-29 · Sul referendum Renzi sismentisce L’accoglienza senza soldi ed il populismo, ... Renzi parla di

Ci risiamo. Matteo Renzi,ormai in piena campagna

elettorale, dichiara, rivolto allaSalini-Impregilo (capofila dellacordata internazionale che avevavinto il bando di concorso e che èstata estromessa dalla costruzionecon una legge proposta da MarioMonti al Parlamento) che “…sesiete in condizione di sbloccare lecarte e di sistemare quello che èfermo da 10 anni, noi ci siamo”.A queste parole c’è chi applaudema c’è anche chi capisce che trat-tasi dell’ennesimo tentativo diturlupinare la gente e, magari,“rubargli” il voto positivo alprossimo Referendum costituzio-nale.

Che significa, infatti, invitare laSalini-Impregilo a “sbloccare lecarte”? Se è riferito alla causa perottenere la chiusura del conten-zioso, il giovanotto fiorentino do-vrebbe essere informato che laSalini-Impregilo capogruppo dellacordata di costruttori, raccoltanell’Eurolink, ha già dichiaratoda tempo che pur di realizzarequello che sarebbe un vero e pro-prio gioiello d’ingegneria e di ar-chitettura, è disponibilissima afarlo rinunciando alla penale(oltre 1 miliardo e 200 milioniche sarebbero veramente buttatidalla finestra) perché ama troppoil nostro Paese e non gli va di con-tinuare a costruire grandi opere(allargamento Canale di Panama)e ponti in giro per il tutto ilmondo (come il più recente Pontedi Istanbul) e non fare quello cherilancerebbe l’economia del no-stro Paese e sarebbe una Expopermanente per l’Italia.

Se Renzi invece si dovesse rife-rire allo sblocco della vicenda bu-rocratica è in perfetta malafede edusa il Ponte per abbindolare lepopolazioni meridionali. Perchéin malafede? Perché nessuno puòsbloccare le scelte del Parlamento,se non lo stesso Parlamento, mo-dificando la legge (voluta da

Mario Monti) che ha determinatoil blocco del sogno siculo-calabrorealizzando “i compiti a casa”dettati dalla Merkel terrorizzatache il traffico container, da e perl’Estremo Oriente, veicolato sulleferrovie italiane, potesse ridurrel’attività dei porti del Nord Eu-ropa come Rotterdam, Amburgoe Anversa. Ha risposto a Renzianche Pietro Salini dicendo che:“Noi siamo pronti, possiamo par-tire anche domani e non c’è alcunproblema tecnico, dipende solodalla politica”, in pratica resti-tuendo la palla al cantastorie to-scano.

Vorrei sinceramente sbagliarema la dichiarazione di Renzi sulPonte ha un forte e acre saporeelettoralistico come ce l’ha e ce lo

avrà tutto ciò che promette neiprossimi 67 giorni. Lui è abituatoad annunciare ed a prometterecosì come è altrettanto abituato adisattendere. Il referendum, fis-sato al 4 dicembre, lo ha poi man-dato in tilt e, senza freni, e con isondaggi negativi promette a de-stra e manca la qualunque. Co-munque, ripeto, ma vorrei tantodovermi sbagliare, penso che siaun vero e proprio imbroglio.Renzi parla di 100mila posti di la-voro quando le previsioni fattedall’Eurolink parlano di 40milaposti nei 6 anni.

Ma se Renzi ha altre cifre, delledue una sola: se lui sapeva di que-sta considerevole cifra e, mal-grado ciò, ha tenuto bloccato ilPonte è un irresponsabile senza

alcuna scusante (tenuto contodella grave crisi che continua amordere il Paese); se invece habuttato una cifra ad effetto è soloun millantatore che illude, per ilproprio tornaconto, masse meri-dionali di disperati senza lavoro.Ma di qua al 4 dicembre le illu-sioni si conteranno a decine: pen-sionati, statali, studenti,industriali, imprenditori, casalin-ghe, terremotati, e quant’altri sco-verà nel panorama italiano dailludere e imbrogliare pesante-mente.

In questa operazione il ducettodi Rignano non rinuncia niente:dal quesito truffaldino inseritosulla scheda e che si spera il Tarvorrà far modificare, agli attacchiall’Europa sperando di cogliere il

malumore antitedesco che do-mina in Italia, alle bugie sul ri-sparmio che si realizza con leriforme (la Corte dei conti ha cer-tificato che l’abolizione del Se-nato farà risparmiare poco più di50 milioni all’anno, mentre si par-lava di alcuni miliardi). Ma il 5dicembre finirà tutto e il nostro“statista in erba” non potrà dire“finita la festa gabbato lo santo”,perché se festa ci sarà questa èquella di chi festeggerà la fine delpericolo corso dalla democraziaitaliana. Comunque la vicendaPonte ci spinge a intensificare labattaglia per il No alle cosiddetteriformette renziane. L’imperativocategorico sarà quello di votareNo alla distruzione della nostraCostituzione.

2 L’OPINIONE delle Libertà giovedì 29 settembre 2016Politica

Il Ponte usato per conquistare consensi contro la Cartadi GIOVANNI ALVARO

ciato dal Popper della società aperta. Adessoc’è la trattava con Vivendi e Bolloré probabil-mente nutre un sogno più ampio di Premium,come si sussurra. Chi vivrà (vivendi, appunto)vedrà.

Il fatto più vero e più storicamente concretoè quello segnato in politica. Non facciano veloun’antica amicizia e non intralcino gli ostacolie gli stessi errori del Cavaliere. Chi non compieerrori in venti e più anni di politica? Soprat-tutto alla luce di una dichiarazione dell’inte-ressato che la politica non gli interessa più:meglio stare con figli e nipotini. Ma sarà poivero? Sarà cioè possibile al Cavaliere disamo-rarsi della Polis proprio nel momento in cui siintrecciano crisi economica, referendum, ipo-tesi di elezioni anticipate? Per di più con una si-tuazione del centrodestra nel quale spicca lacrisi di consensi di Forza Italia, dal 2008 inpoi? FI non è una sigla o una vaga idea per co-gliere consensi. No, è e resta il partito creatoda Berlusconi, modellato da lui stesso, cre-sciuto grazie a lui sulle ceneri dei partiti di-strutti da Tangentopoli grazieall’indispensabile contributo registico del Pds:non sarebbe stato sufficiente l’input davi-ghiano di “rovesciare l’Italia come un calzino”se in cabina di regia non ci fosse stato anche ilsoggetto collettivo dei comunisti. Aver vintocontro queste due potenze è il vero claim ber-lusconiano, la più autentica medaglia d’oro alvalore politico. E storico. Non entriamo nelcampo cosparso di mine, alcune messe dallostesso, dei suoi governi, delle scelte di fondo,interne e internazionali, del loro respiro rifor-matore e, va da sé, liberale. Qualsiasi sia il giu-

segue dalla prima

...presenti in Francia, in Austria, nei Paesi del-l’Est europeo e nella stessa Germania compieun errore grossolano. Pensa che il lepenismoitaliano sia solo quello di Salvini e non si rendeconto che oltre ad essere anche quello di Grillosi va estendendo in settori sempre più larghidella società nazionale. Ad essere immune ri-mane la casta dei privilegiati sorretta mediati-camente dalla casta degli intellettuali e deigiornalisti politicamente corretti. Ma questedue caste sono sempre più ristrette. E, perquanto riguarda gli intellettuali ed i giornali-sti, sempre più squalificate. Gli insulti e glispintoni dei grillini a Palermo contro gli ope-ratori dell’informazione sono un segnale dacondannare ma che è fin troppo chiaro. Primao poi le caste vengono svuotate. Soprattuttoquelle ottuse!

ARTURO DIACONALE

...L’ha fatto, ed è quello che conta per la storiadei mass media italiani. A parte il fatto che ilprogetto di un’alternativa al monopolio Raiera di per sé una faccenda scelta non solo onon soltanto da capitano coraggioso, ma da li-berale in un mercato da aprire nel solco trac-

dizio, quello che conta è l’oggi e il domani. È ilpresente e il futuro, del suo partito.

Volente o nolente Berlusconi resta non sol-tanto il capo di Forza Italia, ma un ineludibilepunto di riferimento per nemici e amici. Per-sino per i falsi amici (che non a caso ci tiene afar notare) dei quali è difficile accorgersi se nonquando è troppo tardi. Ma il super problemache, molto probabilmente, anche nel suo felicecompleanno gli farà capolino in testa, è la evi-dente crisi di Forza Italia, non solo sulla stradadi quei consensi che soltanto con Stefano Parisia Milano ha avuto una sorprendente risalita,ma sulla sua intima non struttura partitica cherischia di condurre all’anarchia e alle divarica-zioni, come s’è visto, ma, soprattutto, alla suadisfunzionalità nel contesto terribile di que-st’Italia. Ma, dicono, Berlusconi è sempre statocontro l’idea stessa di partito. Sarà anche vero,ma non meno vero è che non può esistere indemocrazia, compreso il coacervo odierno colgrillismo galoppante, una evanescente strutturacollettiva che sia soltanto l’occasione della ven-demmia alle elezioni.

Il competitor di oggi, Matteo Renzi, non èD’Alema, Fassino, Veltroni o Prodi. È un di-verso, più di destra che di sinistra venendodalla ex Democrazia Cristiana, un ganassacome si dice da noi ma che sa il fatto suo inquesto quadro politico, promettendo, annun-ciando, vincendo ma anche perdendo sba-gliando. Referendum o non referendum, sì ono, vittoria o sconfitta, resta sempre il limitevistoso in FI o centrodestra che dir si voglia:debolezza, instabilità, fragilità, disorganizza-zione e lontananza dal ruolo di effettivo “com-

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CHIUSO IN REDAZIONE ALLE ORE 19,00

L’accoglienza senza soldied il populismo

Auguri non formali e meritati a Berlusconi

petitor”, sia verso Renzi che verso Grillo.Creare un movimento nuovo e vincente, questaè stata la grande chance vinta. Strutturare unmovimento in un partito vero e proprio è unasfida più ardua, dura, complessa ma entusia-smante. Per chi ne ha voglia, beninteso. Altri-menti sarà la solita attesa del Ponte sulloStretto. En attendant Godot. E comunque, au-guri. Anzi, auguri Presidente.

PAOLO PILLITTERI

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3l’oPiNioNE delle libertàgiovedì 29 seTTembre 2016 Primo Piano

“Una coincidenza è una coinci-denza, due coincidenze sono

un indizio, tre coincidenze sono unaprova”. Nell’analisi dell’odierno ca-pitalismo qualcosa non va. PrimaMarina Berlusconi ha parlato, nellasua lettera di mezz’estate al “Cor-sera”, di capitalismo cannibalesco dacombattere. Poi Sergio Marchionne,davanti a una platea agostana di vin-citori del concorso indetto dallaLuiss sul trading finanziario, ha dettosenza mezzi termini che i mercati,non avendo morale, non distinguonoil giusto e quindi non possono rego-lare una società equa e ha aggiuntoche il profitto oltre un certo limite di-venta avidità.

Oggi Carlo De Benedetti recita ilmea culpa. In un’intervista rilasciataieri l’altro al Corriere della Sera l’in-gegnere ammette che la globalizza-zione di cui tutti, lui compreso, eranoinizialmente entusiasti “ha creato

una deflazione che ha ridotto i salaridella media di tutti i lavoratori delmondo, e ha accresciuto le ingiusti-zie sociali sino a renderle insoppor-tabili”. Se i campioni dell’odiernocapitalismo riconoscono che si è sba-gliato strada, qualcosa vorrà purdire. De Benedetti va oltre, ponendoesplicitamente in relazione il pro-cesso di distruzione della classemedia, innescato dalla crisi econo-mica globale, che peraltro potrebbeconoscere a breve un nuovo picco,con la crisi della democrazia. Conse-guenza inevitabile sarebbe l’insor-gere di un’ondata di totalitarismi ingiro per il mondo, con tutto ciò chene consegue in termini di nuove, epiù devastanti, conflittualità tra Stati.

È uno scenario da brividi al qualenon si può rispondere con l’austerità

sui conti pubblici imposta, ad esem-pio, dall’Unione europea a trazionegermanica. Per non parlare dellenon-politiche economiche praticate,in Italia, dal Governo Renzi la cuistella polare è quella del galleggia-mento per la sopravvivenza di sestesso alla guida di un Paese che sista perdendo. Questo il problema,ma la soluzione? Se non si vuole darecredito ai populismi occorre ripen-sare i modelli macroeconomici versoi quali orientare lo sviluppo globale.La riflessione deve focalizzarsi suinervi scoperti della mondializza-zione, a partire dalla tanto osannatarincorsa all’innovazione tecnologica.Se il dogma è l’aumento ad libitumdell’automazione dei processi pro-duttivi sarà giusto interrogarsi sullesorti dei milioni di posti di lavoro

che verranno sacrificati? O pensiamoancora che l’argomento sia tabù?Una società globale cha fa semprepiù a meno del lavoro umano saràpure, in prospettiva, il paradiso ter-restre descritto dalle Scritture, ma,nel frattempo, rischia di somigliare aun inferno lastricato di buone inten-zioni.

Una volta, a ridurre il peso socialedella sovrappopolazione, ci pensa-vano le guerre e le epidemie. Oggiche di guerre se ne combattonomeno e la ricerca scientifica impedi-sce che la diffusione di pandemiepossa dare una seria sfoltita ai nu-meri della razza umana, l’intero pesodell’assistenza agli inoccupati e a co-loro che perdono il lavoro è tuttosulle spalle del welfare sostenutodagli Stati nazionali. Ma quantopotrà durare? Un’equa distribuzionedella ricchezza prodotta basterà apreservare gli equilibri all’interno

delle comunità umane? Metterci, neibilanci pubblici, ogni tanto un po’ disoldi da distribuire a pioggia, finisceper non accontentare nessuno e perfare arrabbiare tutti: quelli che pro-ducono e quelli che stanno a casa,loro malgrado, a girarsi i pollici.

Se questo era il mondo migliore acui aspiravano i nostri padri non sipuò dire che sia riuscito granché.Ora, coloro che hanno astutamentecavalcato la tigre dell’ultimo capita-lismo finanziario si trovano a unbivio e, presto o tardi, dovranno sce-gliere che strada imboccare: prose-guire sulla medesima chinapuntando a spremere utili fin quandoil sistema non collasserà o farsi co-raggiosamente carico di ripensare ilmercato in uno spirito totalmente di-verso da quello attuale. Anche aprezzo di sacrificare una parte deipropri castelli di carta? Se dipendesseda noi...

Se il capitalismo si scopre malatodi Cristofaro sola

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Al di là della martellante pro-paganda renziana, fatta in

gran parte di promesse semprepiù irrealizzabili, la nota di ag-giornamento del Def (Documentodi economia e finanza) rappre-senta una sorta di resa politicaanticipata di un giovanotto dibelle speranze che voleva cam-biare l’Italia sulla base di un in-sensato ottimismo della volontà.

Ma alla fine, come volevasi di-mostrare, gli impietosi numeri,assai più che l’azione di una op-posizione piuttosto inconsistentesul piano programmatico, stannomettendo in luce il fallimento po-litico di Matteo Renzi. In estremasintesi, nella suddetta nota èscritto nero su bianco che il mi-racolo economico prospettato dalpifferaio magico fiorentino non siè avverato. Tutte le stime prece-dentemente elaborate dall’Esecu-tivo, definite prudenziali dallostesso Renzi, si sono rivelate fintroppo ottimistiche. Da una cre-scita dell’1,2 per cento, previstaad aprile, si è passati ad un risi-cato 0,8 per cento. Un dato que-st’ultimo che, oltre a porci alpenultimo posto in Europa, costi-tuisce la dimostrazione concretadi un Paese stagnante il quale,nonostante la lunga crisi che haattraversato, non riesce ad an-dare oltre il cosiddetto rimbalzodel gatto morto.

Tutto ciò, riprendendo inesame le suddetta nota, ha co-

stretto il ministro dell’Economia,Pier Carlo Padoan a rivedere alribasso tutti gli obiettivi finan-ziari del suo Governo. In partico-lare, l’attesa diminuzione delrapporto debito pubblico/Pil èstata posticipata al 2017, mentreil deficit statale è lievitato al 2per cento, ma con la prospettivadi arrivare al 2,4 per cento se laquestua europea del Premierandrà a buon fine.

Da questo punto di vista, lostesso Padoan, dimostrando diaver fatto tesoro della linea co-municativa del Presidente delConsiglio, ha cercato di togliersid’imbarazzo con un vero e pro-prio ossimoro. Nel corso dellaconferenza stampa, seguita al-l’approvazione della nota, ilsuper-ministro ha dichiarato che“l’allentamento del rigore nondovrebbe allontanare l’obiettivodel pareggio di bilancio a mediotermine”.

Il che tradotto suona più omeno così: noi continuiamo aspendere e spandere nell’imme-diato, inseguendo i dissennatiobiettivi politici del PremierRenzi - vedi riforma farloccadella Costituzione - ma vedreteche prima o poi i conti pubbliciritroveranno l’equilibrio per gra-zia divina. A questo punto nonresta che aspettare l’ennesimoanno renziano che verrà, nelquale sarà tre volte Natale e festatutto il giorno. Ma nell’attesanon ci resta altro da fare che ti-rare la cinghia.

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4 l’oPiNioNE delle libertà Economia

di Claudio Romiti

giovedì 29 settembre 2016

Un Premier alla frutta

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PUOI AMARLI UNA VITAO AMARLI PER SEMPRE

Li hai amati per tutta la vita.Con il tuo testamento, non smetterai mai di farlo.

Fare un lascito alla LAV significa proteggere tutti gli animali, a cominciare dai tuoi: la LAV non li lascerà soli.

Per info: 06 4461325 oppure [email protected]

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Anche in mondi lontani a volte sitrovano elementi comuni. Abel è

un cucciolo di aquila, scacciato dalnido dal fratello più grande e piùforte. Lukas è un “cucciolo d’uomo”,triste e solitario. Dopo la perdita disua madre, morta nel tentativo di sal-varlo dalle fiamme che divampavanonella loro casa, Lukas si sente re-spinto da suo padre che, chiuso nelsuo personale dolore, non riesce acomunicare con il figlio, verso ilquale mostra anzi grande freddezza,quasi rabbia.

Lukas è cresciuto solo nei boschidi montagna, ed è proprio lì che ungiorno incontra l’aquilotto che sullabase del racconto biblico di Caino eAbele chiamerà Abel, certo però,questa volta, di poter scrivere unastoria diversa. Entrambi soli, en-trambi feriti nel profondo del-l’animo, Lukas e Abel riusciranno acrescere e a spiccare il volo propriograzie alla loro amicizia e fiducia re-ciproca.

Narrato quasi fosse una favoladalla voce di Jean Reno, peraltro co-protagonista, il film, a cavallo tra undocumentario e un’opera di finzione,risulta particolarmente toccante gra-zie alla grande bravura dell’esor-diente Manuel Camacho (Lukas) e diTobias Moretti (nel ruolo di suopadre).

Commovente l’impegno e l’amoreche Lukas mette nell’accudire e nel-l’addestrare il suo aquilotto, cui un

giorno donerà la li-bertà. Una storiatoccante di amiciziache lascia un mes-saggio importante agrandi e piccoli: percrescere e fortificarciabbiamo bisognodel sostegno dellepersone che amiamoche, una volta di-ventati grandi, do-vranno accettare dilasciarci volare via.

Nato come un documentariosulla vita delle aquile, Abel il fi-glio del vento, in sala da oggi, èstato trasformato in un lungome-traggio di finzione grazie alla col-laborazione tra i registi GerardoOlivares e Otmar Penker. Tutta-via le caratteristiche tipiche deldocumentario sono rimaste parti-colarmente visibili in una narra-zione dettagliata sulla vita diquesti rapaci e del loro habitat,dalla caccia alla lotta per la so-pravvivenza.

7l’OPiniOnE delle libertàgiovedì 29 settembre 2016 Cultura

di ElEna D’alEssanDri Abel e Lukas in volo verso la libertà

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