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Torre del vento,ingresso del Sanlorenzo mercato

Mangia coMe parli Locale, buono, sano

Al tempo della globalizzazione si sta facendo largo un atteggiamento critico che promuove la riscoperta dei prodotti locali, dei cibi e degli alimenti tradizionali, in omaggio a un modello di sviluppo alternativo, basato sulla crescita sostenibile.Il cibo locale è genuino, di provenienza certa e accertabile;

è a “kilometro zero”, inquina meno; è salutare, il nostro organismo lo riconosce come “amico”. Sempre più spesso sentiamo parlare della cosiddetta dieta mediterranea, giudicata dagli esperti di tutto il mondo come la più sana, povera di grassi e ricca di sostanze adatte allo sviluppo organico della persona.

L’attività dell’Agrumaria San Lorenzo spa inizia nel 1948; era una fabbrica di trasformazione di agrumi (soprattutto arance e limoni).

priMa del Sanlorenzo Mercato Breve storia del luogo

Il core business era l’estrazione del succo concentrato, da destinare alle industrie di bevande analcoliche tra le quali, soprattutto, la Coca Cola (che a quel tempo aveva un unico stabilimento a Pescara).

Negli anni Sessanta fu sviluppato il settore della produzione di derivati agrumari per l’industria farmaceutica.Durante questo periodo di massima espansione del mercato (anni Sessanta e primi anni Settanta) l’Agrumaria impiegava circa 50 dipendenti più una trentina di stagionali. In quel tempo alla fabbrica originaria furono annessi gli edifici adiacenti di una ex caserma militare, confinanti con Villa Harens. Negli anni settanta si avviò una

produzione propria di succhi di arance - col marchio San Lorenzo orange juice - e di limone - denominati Igea la dea della salute - destinati esclusivamente al mercato estero, in particolare tedesco e francese.

Nonostante i buoni profitti, alla fine degli anni Ottanta, i nuovi scenari commerciali e la contrazione del mercato di riferimento,hanno causato la chiusura dell’AgrumariaSan Lorenzo spa.

Sicilia e palerMotra paSSatoe preSente

i greciL’arte del fare il vino e le tecniche di estrazione dell’olio dall’oliva, ma anche l’impiego del farro, un tempo utilizzato solo per la produzione del pane, giungono in Sicilia dalla Grecia antica.

gli arabiMoltissimi ingredienti della nostra cucina sono di derivazione araba: arance, limoni, canna da zucchero, riso, gelsomino, anice, sesamo, cannella e zafferano. Gli Arabi furono abilissimi pasticceri e inventarono due must della nostra cucina: la cassata ed il sorbetto. Ma anche la Cubbaita (Qubbayt), un dolcissimo torrone di miele con semi di sesamo e mandorle, e i Nucatuli, (Nagal = frutta secca, confettura). Con i fiori di gelsomino produssero un gusto di gelato, che si chiama ancora oggi con quello stesso nome di allora: Scursunera. Inventarono i geli di melone, di mosto, di cannella.

gli angioiniI Francesi introdussero in Sicilia l’uso della cipolla al posto dell’aglio nelle salse e nei sughi. Con essi si diffuse una cucina più raffinata e aristocratica che i monsù (i cuochi francesi dei signori, da monsieur, signore) importarono nelle case nobiliari. Di importazione francese sono certamente anche le gelatine, la pasta frolla, i gateaux, il mont blanc e il Rollò (dal francese Roullè) che i monsù preparavano con carni pregiate, mentre il popolo (che lo ribattezza Falsumagru) con frittate e verdure.

gli SpagnoliÈ agli Spagnoli che dobbiamo invece il pomodoro, il cacao e il mais d’America, insieme al peperoncino, alla patata, ai fagioli, al tacchino, ai peperoni, e alla melanzana che importeranno nelle nostre terre direttamente dall’India. Dalla penisola iberica proviene anche il Pan di Spagna: ingrediente base della cassata siciliana più moderna.Di tradizione spagnola la zucca all’agro dolce, ma soprattutto l’usanza della frittura e della panatura (empanadas) che costituiscono il prodromo del moderno finger-food.

Il poeta Archestrato di Gela - nel IV secolo a.c. -nel suo “Poema del buongustaio” (Hedypàtheia) racconta di avere visitato ogni terra ed ogni mare,ma di aver trovato il buon gusto solo in Sicilia.

Il succedersi delle dominazioni straniere ha regalato alla Sicilia un’eccezionale ricchezza anche nella produzione agroalimentare e culinaria.

La cucina palermitana è tipicamente povera ma ricca di calorie. Basti pensare al “cibo da strada”: amatissimo dai palermitani e non solo, è caratterizzato fra l’altro dall’uso di tranci meno nobili degli animali, che in altre zone d’Italia vengono addirittura eliminati.

Il panino con la milza di vitello fritta nello strutto, consumato caldo con scaglie di caciocavallo o ricotta, incontra le fantasie di turisti e forestieri. Conosciutissime anche lestigghiole: spiedini di budella di agnello o capretto lavate in acqua e sale, condite con prezzemolo, cipollotto o porro e cotti alla brace per strada. Interessante anche la variante tutta palermitana della pizza: lo sfincione, in cui si sostituiscono al pomodoro il più denso concentrato (astrattu, estratto in dialetto) e alla mozzarella il tipico

caciocavallo in fili arricchiti da acciuga e cipolla in quantità.Protagoniste della cucina palermitana sono anche le panelle: frittelle di farina di ceci,fritte anch’esse per strada in olio bollente.

Altrettanto poveri per le materie prime, ma più elaborati per la preparazione, sono molti altri piatti della tradizione siciliana: come la pasta con il broccolo in tegame, la pasta con le sarde, la pasta al forno, le sarde a beccafico, il falso-magro, la caponata. Ampia e varia anche la produzione della pasticceria, con ingredienti base locali come la ricotta e le mandorle: cannolo, sfince, cassata, frutta di martorana, torta Savoia sono solo alcuni esempi fra le tante specialità palermitane.

Fin qui la Sicilia.e palerMo?

Il 19 ottobre 2012, il sito web Virtual Tourist ha stilato una classifica riguardante il miglior cibo da strada:la città si trova al 5° posto a livello mondialeed è al 1° a livello europeo.

territorioe produzioneIl marchio Sicilia

Il territorio siciliano fornisce oggi una produzione quantitativamente e qualitativamente straordinaria, ma non sufficientemente sostenuta e promossa.

È attribuita grande riconoscibilità al marchio “Sicilia” che, insieme a quello “Toscana”, è il solo che i turisti identificano con un territorio specifico (fonte ETI).

38 presìdi Slow Food tra cui: lenticchie di Ustica, limoni di Messina, pistacchi di Bronte, fragoline di Sciacca, carne di mucca modicana, pane di Lentini, manna delle Madonie, miele d’ape nera, uva di Mazzarrone, pomodorini di Pachino etc.

preSìdi Slow Food

27 prodotti DOP o IGP su un totale di 260 italiani: la più alta densità tra i presìdi nazionali

prodottidop o igp

Oltre 50 produttori di vinoda esportazione

produttoridi vino

il 70% della produzione nazionale di melanzane

produzione nazionale

La Sicilia oggi può contare su:

Un TeATroDel gUSTo

Oggi i migliori sapori si identificano innanzitutto nella genuinità e nella naturalità delle materie prime utilizzate, nel legame con il territorio e le sue tradizioni: questi sono i valori identificativi della qualità diSanlorenzo Mercato che offrirà ai suoi ospiti l’opportunità di fare la spesa come in un qualsiasi altro luogo; di scegliere la materia prima, fresca, da portare via appena cotta, per consumarla altrove; di mangiare ciò che si è scelto sul posto: all’interno o all’esterno dove più piace, senza limitazione alcuna, nella massima libertà di percorso e di fruizione degli spazi a disposizione del pubblico. Come se ci si trovasse in uno dei mercati storici di Palermo: il Capo, Ballarò,la Vucciria o il Borgo.

libero acquiSto SelF e/o “aSSiStito”

“Scelgo-cucinano-Mangio”

take away

attraverso un progetto innovativo nella gestione e nel marketing,la qualità Sanlorenzo Mercato sarà accessibile a tutti:

identità + varietà + qualità

Materie prime a filiera corta, alimenti dalla forte identità localee tradizioni culinarie del territorio.

Varietà dell’offerta, legata al principio della stagionalità e quindi della temporaneità dell’assortimento.

Prodotti di qualità certificata.

Il primo obiettivo di Sanlorenzo Mercato è quello di caratterizzare la propria offerta conla giusta fusione di:

carnezzeria

peScHeria

Sanlorenzoin numeri

torreFazione, gelateria, paSticceria

vineria

Agrumaria San lorenzo,passaggio dal primo al secondo settore dell’area di trasformazione

gli orari

priMacolazione tutti i giorni dalle 8:00

oSteria dalle 12:30 alle 15:00dalle 20:00 alle 24:00

tutti i giorni

Mercatoe cucine

del Mercato

dalle 10:00 alle 22:00

fino alle 24:00

da lunedì a giovedì

venerdì, sabato e domenica, festivi e prefestivi

via San lorenzo 288, Palermo, maggio 2014

via San lorenzo 288, [email protected]

progetto: arch. Chiara Mazzarellacollaboratori: arch. Bruna Petracca, ing. giuseppe guella

render: ing. Dario Sarzanaprogetto grafico: Sara Panepinto