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esc F1 F2 F3 F4 F5 F6 | \ ! 1 2 £ 3 $ 4 % 5 & 6 / 7 Tab Q W E R T Y Caps Lock A S D F G H Shift Z X C V B N Ctrl Alt Cmd Cofinanziato dalla Commissione Europea DIRITTI E RESPONSABILITÀ VERSO UNA CITTADINANZA DIGITALE EDUCAZIONE E NUOVI MEDIA RISORSE DIDATTICHE GUIDA PER INSEGNANTI

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Cofinanziato dallaCommissione Europea

DIRITTI E RESPONSABILITÀVERSO UNA CITTADINANZA DIGITALE

EDUCAZIONE E NUOVI MEDIA

RISORSEDIDATTICHE GUIDA PER

INSEGNANTI

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A cura diWalter Nanni

AutriceElisabetta Papuzza

Co-autoriCristiana De Paoli, Mauro Cristoforetti,Maria Elisa Marzotti

Realizzato con il supporto dell’Ufficio Comunicazione di Save the Children Italia per:commenti contenuti, editing ecoordinamento grafica

AttribuzioniIl Manuale didattico è un aggiornamento di una precedente versione curata da:Orso Muneghina,Arianna Alesini,Maria Elisa Marzotti e Nicola Scognamiglio

GraficaEnrico Calcagno | AC&P SRL

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INTRODUZIONE

I l presente lavoro si propone di offrire agliinsegnanti strumenti didattici per intraprenderecon i propri alunni, bambini ed adolescenti, un

percorso verso la consapevolezza dei propri dirittionline nell’utilizzo delle più recenti tecnologie, inparticolare Internet e cellulari, nello spirito dellaConvenzione ONU sui diritti dell’Infanzia edell’Adolescenza (1989). L’intervento è pensatosoprattutto per gli alunni della scuola media, quindiper ragazzi tra i 10 e i 14 anni, in quanto tale fascia èconsiderata quella più sensibile al tema dellaprevenzione dei rischi associati all’utilizzo dei NuoviMedia.Tuttavia, il percorso e le attività possonoessere liberamente riviste dal docente per meglioadattarle a studenti di età diversa.

IL MANUALE È FINALIZZATO A PROMUOVERE UN USO CONSAPEVOLE ERESPONSABILE DEI NUOVI MEDIA TRA I GIOVANI, SPERIMENTANDO FORMECONCRETE DI PARTECIPAZIONE. IL CONTENUTO DEL MANUALE È DIVISO IN TRE PARTI:

1. la prima parte propone una lettura del rapporto che i giovani di oggi hanno con iNuovi Media e sviluppa il tema della responsabilità e della sicurezza;

2. la seconda parte descrive una proposta per la scuola in un’ottica di New MediaEducation: nel capitolo sono illustrati i motivi per cui Save the Children si occupa diMedia, l’approccio metodologico di Save the Children basato sui diritti e gli strumentiutilizzati;

3. l’ultima parte è pensata come un vero e proprio Manuale operativo-didattico,contenente una serie di schede di attività da portare avanti con il gruppo classe.

L’APPENDICE COMPRENDE:

• Il testo della Convenzione ONU sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (1989);• Una possibile carta dei diritti online per l’infanzia.

INDICE

PREFAZIONE

Di Pier Cesare Rivoltella 4

1° PARTE

GIOVANI E NUOVI MEDIA1.1 Il fenomeno 7

1.2 Nuovi Media: sicurezza e prevenzione 8

1.3 Il comportamento responsabile nell’utilizzo dei Nuovi Media 9

2° PARTE

RIFERIMENTI TEORICI E APPROCCIO METODOLOGICO

2.1 Il contesto di riferimento: Media Education e Pedagogia dei Diritti 112.1.1 Una visione integrata dei diversi modelli di Media Education 122.1.2 La Pedagogia dei Diritti 13

2.2 La proposta per una “New Media” Education 162.2.1 L’utilizzo della CRC come strumento didattico nel contesto della Media

Education 16

2.3 La metodologia delle schede di attività 162.3.1 I livelli d’intervento delle schede di attività 172.3.2 Il percorso e le attenzioni educative del manuale 172.3.3 Gli strumenti 19

3° PARTE

LE SCHEDE DI ATTIVITÀ Introduzione al percorso 22Area “Mi emoziono” Area “Acquisisco informazioni” Area “Rifletto sui miei diritti” Area “Valuto il mio percorso”

APPENDICE

Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza 26Una possibile carta dei diritti online per l’infanzia 30Bibliografia 32

3

4

PREFAZIONE

D a diversi decenni, prima nel restod’Europa e poi anche nel nostroPaese, la Media Education si è

proposta come strumento attraverso cuil’educazione possa tutelare i diritti dei piùgiovani. Lo ha fatto in forme diverse. In un primo tempo hanno prevalso modelli diintervento maggiormente improntati all’ideadella protezione: il bambino ne venivaconcettualizzato come “minore”, come unsoggetto debole incapace di difendersi da solodalle insidie dei media, a loro volta pensatisecondo la prospettiva degli “effetti forti”. Insostanza la forza dei media e la debolezzadell’infanzia consigliavano misure di tutela,imponevano una concezione profilattica dellavoro educativo, in cui la Media Educationagiva proprio come un vaccino che provasse aimmunizzare i soggetti contro il rischio dicontagio prodotto dai messaggi mediali.Progressivamente questa posizione ha lasciatoil campo a una visione più orientata versoforme di abilitazione dei soggetti: al bambinovengono riconosciute delle competenze, siinizia a pensarlo come un qualcuno che ècapace di interagire con i messaggi dei media,la cui interazione con il pubblico dei più piccoliviene a sua volta ripensata. Dal modello deglieffetti forti (che si chiedeva cosa facessero imedia ai bambini) si passa a quello degli effettilimitati, in base al quale si inizia a chiedersicosa facciano i bambini con i media, pensandoall’interazione degli uni con gli altri secondo laprospettiva di un sistema di usi attraverso iquali cercare delle soddisfazioni. Chiaramentecambia l’idea del lavoro educativo: la MediaEducation diviene strumento di potenziamentodei soggetti, si propone lo sviluppo diconsapevolezza e di pensiero critico, non pensapiù a difendere il bambino ma a creare lecondizioni perché si possa difendere da sé.È questa posizione a caratterizzare anche oggil’approccio più diffuso dell’educazione aimedia. Si tratta di una posizione corretta: sia

perché il bambino deve essere pensato comesoggetto competente, riconosciuto nella suaspecificità e non immaginato come un adultoimperfetto, sia perché educare non vuol direproteggere ma costruire l’autonomia deisoggetti. Il problema è piuttosto un altro.Questo tipo di approccio, infatti, continua apensare al rapporto tra i media e i lorodestinatari in termini trasmissivi: da una parteci sono gli apparati dei media, che sonodetentori della produzione e che trasmettono imessaggi; dall’altra c’è il pubblico, che questimessaggi li riceve. La questione, in questaprospettiva, consiste nell’educare gli spettatori,nel costruire le condizioni perché il pubblicoriceva i messaggi con senso critico. È un’otticaassolutamente funzionale in una logica dimedia “main-stream” ma che rischia di noncomprendere che l’avvento del digitale, oltre asancire l’avvento di Nuovi Media come Internete il cellulare, sta modificando dall’internoanche quei media tradizionali che, come latelevisione, fino ad ora proprio in manieratrasmissiva avevano funzionato.In estrema sintesi si possono individuarealmeno tre caratteristiche pedagogicamenterilevanti di questa svolta digitale che investetutti i supporti mediali.La prima è la portabilità. La miniaturizzazionedelle applicazioni informatiche e laconvergenza delle diverse tecnologie verso ildigitale sta producendo una nuovagenerazione di apparati mobili che funzionanocome vere e proprie centrali multimediali. Uno

Pier Cesare Rivoltella

Ordinario di Didattica, Direttore delCREMIT (Centro di Ricerca

sull’Educazione ai media,all’Informazione e alla Tecnologia),

Università Cattolica di Milano.

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smartphone, oggi, è telefono, televisione,punto di accesso a Internet, macchinafotografica, telecamera, riproduttore di fileMP3.Il ragazzo l’ha sempre con se. Pensare da

parte di genitori o insegnanti che sia possibilecontrollare o condividere il momento delconsumo, in questa prospettiva, diviene purautopia.La seconda caratteristica è l’interattività. Ilflusso della comunicazione non è piùunidirezionale, non prende più corpo inpalinsesti allestiti dalle emittenti cui gli utentipossano accedere. Esso diventamultidirezionale, riconosce all’utente lapossibilità di interrogare i media secondo lesue esigenze, ma soprattutto di costruire deisistemi di relazioni sociali con gli altri utenti. IlSocial Network, in questa prospettiva, divieneun’impresa di comunicazione i cui autori sonogli stessi utenti: YouTube è il nuovo modello di“televisione” portato da questa logica disistema.La terza caratteristica è la generatività.Implicita conseguenza dell’interattività e resapossibile dalla trasformazione dei media instazioni multimediali, la generatività dei NuoviMedia allude alla possibilità che essigarantiscono all’utente di passare dallaposizione di spettatore a quella di autore.Scattare una fotografia o girare un piccolovideo con il proprio videofonino e poipubblicarlo in Internet è oggi estremamentefacile, con il risultato di non poter più parlaredi una produzione separata dal pubblico: ilpubblico è la produzione.Come ben si capisce insieme alle opportunità(più creatività, più libertà di ricerca, più spazioper l’originalità espressiva, più possibilità dicomunicazione) cresce il rischio educativo. Seil problema della “vecchia” congiunturamediale era la massificazione, l’industria dellecoscienze (di qui la necessità di costruire ilpensiero critico), oggi il problema è

l’adescamento, o il cyber-bullismo. I più giovani, cioè, rischiano di rimanerevittime non più dei modelli di comportamentoo di consumo proposti dai media, ma di adulti(nel caso della pedo-pornografia on line) o dialtri minori (come nel cyber-bullismo)attraverso i media.Questo comporta un adeguamento dellemisure educative. Si è preso a parlarne neitermini di una New Media Education. Essa sipropone due compiti, probabilmente.Il primo è di immaginare strategie e metodieducativi specifici per i Nuovi Media (NewMedia - Education). Questo Kit si colloca entro tale logicapeovando a pensare ad attività e strumenti che gli insegnanti possano produttivamenteutilizzare per il loro intervento nelle classi.Il secondo è di immaginare un nuovoparadigma per la Media Education (New -Media Education). In questo paradigmasembrano chiare due correzioni di rottarispetto al passato. La centratura si sposta dal pensiero critico allaresponsabilità: non basta più educare unospettatore che sia attento e critico, occorreeducare un soggetto che sia responsabile, siaquando naviga contenuti che quando neproduce di propri.L’altro slittamento è dalla centralità dei media aquella della cittadinanza. I comportamenti relativi ai media oggi nonriguardano più solo il momento del consumo,ma costellano la nostra vita individuale esociale. La Rete e il telefonino sono migratinelle nostre vite, le costituiscono dall’interno,sono parte del nostro essere cittadini. Cometali vanno considerati resistendo allatentazione di farli depositare all’ingresso dellascuola (nella speranza mal celata di chiuderefuroi, con essi, il problema) e conferendo allaMedia Education lo status di educazione civicadel Nuovo Millennio.

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GIOVANI E NUOVI MEDIA

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1° PARTE

1 I Nuovi Media sono quei mezzi dicomunicazione di massa

sviluppatisi posteriormente allanascita dell’informatica e in

correlazione ad essa. Essendoormai radicato l’uso del termine

“medium” (singolare di media) perindicare i mezzi di comunicazione

di massa, tali strumenti vengonodefiniti “nuovi media” nella misura

in cui vengono usati come mezzi dicomunicazione di massa (one-to-

many) o comunque su larga scala.[Rif. www.it.wikypedia.org]

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1.1 IL FENOMENO I nternet e cellulari rappresentano un aspetto esistenziale importante nella vita dei giovani della

società contemporanea. I ragazzi di oggi nascono e crescono insieme ad Internet e al cellulare, e iNuovi Media fanno parte della loro quotidianità. Iniziano e concludono relazioni sentimentali

tramite sms o chat, cercano informazioni in Internet su amicizia, affetti e sesso; perdono la cognizionedel tempo e si ricordano di mangiare solo perché il gioco sullo schermo ogni tanto li avvisa; si creanovite parallele in giochi di realtà virtuale come Second Life. Internet e cellulari rappresentano un nuovomodo di comunicare con gli altri; aprono ad un mondo di relazioni, di emozioni, di scambio diinformazioni e di apprendimento che offre, in particolare ai giovani, opportunità di crescita senzaprecedenti.

Inoltre, mettendo a disposizione diverse opportunità di relazione e di comunicazione i Nuovi Mediaattivano nuove strategie e percorsi di identificazione, di rappresentazione del sé e della propria realtà diriferimento, contribuendo ad edificare valori e categorie simboliche, attraverso i quali interpretare larealtà e se stessi.

I Nuovi Media ed in particolare Internet rappresentano, dunque, una realtà dove è possibile acquisirestrumenti e conoscenze utili per favorire processi reali di integrazione, partecipazione e relazione con ilmondo circostante, ma sono anche uno “spazio”, di confronto e di crescita in cui i più giovani possonoesercitare e realizzare dimensioni inedite di partecipazione sociale e di arricchimento personale.

1.2NUOVI MEDIA:

SICUREZZA EPREVENZIONE

Oggi i Nuovi Media, soprattutto se riferiti all’utilizzo che ne fanno i giovani, sono spessoassociati al problema della sicurezza; infatti, se da un lato essi offrono ampie opportunità dicomunicazione, scambio e apprendimento, è anche vero che siamo di fronte ad una realtà

complessa e apparentemente priva di regole, nella quale trovano spazio contenuti e comportamentipotenzialmente dannosi per lo sviluppo dei più piccoli.

I ragazzi e le ragazze, pur essendo spesso tecnicamente competenti, tendono, a non cogliere leimplicazioni dei loro comportamenti, e tale fenomeno è tanto maggiore quanto è più forte ilcoinvolgimento emotivo nell’utilizzo dei Nuovi Media. È questo spesso il terreno fertile tramite cuicerti rischi possono diventare concreti. Tra i principali, sia di carattere comportamentale che di matricetecnica, ricordiamo:• possibile esposizione a contenuti violenti e non adatti alla loro età;• possibili contatti con adulti che vogliono conoscere e avvicinare bambini/e o ragazzi/e (adescamento); • videogiochi diseducativi; • pubblicità ingannevoli; • scorrette informazioni su ricerche scolastiche, diete, ecc.;• download di musica o film coperti da diritti d’autore; • virus informatici in grado di infettare computer e cellulari; • rischio di molestie o maltrattamenti da coetanei (cyber-bullismo); • uso eccessivo di Internet/cellulare (dipendenza).

A nostro avviso, il problema della “sicurezza”, associato all’utilizzo dei Nuovi Media da parte dei giovani,non è riconducibile esclusivamente all’esistenza in sé di alcuni rischi, più o meno gravi e insidiosi, maanche alla possibilità che l’utilizzo di tali strumenti tecnologici, nell’economia della giornata di bambinie adolescenti, cominci a prevalere a scapito di spazi di aggregazione concreti, di attività sociali,ricreative, sportive. Quando, soprattutto, i ragazzi cominciano a soddisfare attraverso questi strumenti,bisogni profondi che dovrebbero trovare risposta nella vita reale (nel caso in cui, per esempio, risultaloro preferibile flirtare online piuttosto che con i propri coetanei in carne e ossa, ecc.), quando cioè nefanno un utilizzo sostitutivo anziché integrativo. In tal caso, il ruolo dei Nuovi Media diventa eccessivosia quantitativamente che qualitativamente, in quanto per crescere è necessario sviluppare relazioni

GIOVANI E NUOVI MEDIA

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LA RETE,TRA GIOCO E SOCIAL NETWORKING:LE PECULIARITÀ DI INTERNET

Internet è un canale comunicativo dallestraordinarie caratteristiche. Quali sono leragioni della sua grande diffusione tra lenuove generazioni? Vi sono alcunepeculiarità specifiche che ne giustificano,almeno in parte, la rapidissima diffusione e ilruolo che esso oggi assume nella vita dimolte persone, in particolare dei più giovani.

• Interattività Internet implica interazione, soprattuttocon l’avvento del web 2.02, l’utente non èpiù fruitore passivo della rete ma attivo ereattivo produttore a sua volta dicontenuti. Al tempo stesso, la possibilità diessere “sempre e comunque connessi” ègarantita dal cellulare, che consente di“navigare”, ricevere contenuti dal web eassicurare la propria reperibilità.

• Assenza di confini spazio-temporaliInternet consente, proprio in virtù dellasua rapidità, del suo annullare le distanze,del suo anonimato, di sperimentare unacondizione virtuale di onnipotenza, legataal superamento dei normali vincoli spazio-temporali e, soprattutto, alla possibilità diesplorare differenti aspetti della propriapersonalità.

• Forte dimensione affettiva Il fatto di non vedersi e di non sentirsidirettamente, o di non entrare incontatto visivo, abbassa timidezze einibizioni, per cui spesso nellacomunicazione in rete si raggiungono elevati livelli di confidenzae intimità e a volte, di seduttività, proprioperché l’altro/a può essere unosconosciuto e come tale, liberamenteimmaginato e idealizzato. Più che mai,oggi, l’utilizzo di Internet presuppone una dimensione affettiva, emotiva erelazionale.

• Partecipazione e identitàInternet offre ai giovani la possibilità di sperimentare forme di partecipazione e di libertà diespressione che difficilmente il mondoadulto garantisce loro negli spazi reali del vivere quotidiano. La possibilità di far girare in retecontenuti (facilmente) prodotti attraversocellulari o telecamere, rende Internetancora più interessante agli occhi dei ragazzi. Fenomeno oggetto di riflessionipsicologiche e sociologiche, sembraspesso presente nei ragazzi il bisogno diacquisire visibilità attraverso gesticoncreti, come un modo per divenireconsistenti/esistenti.

• Il gap generazionale L’utilizzo di Internet e soprattutto deicellulari si presta particolarmente perevidenziare un profondo gapgenerazionale tra infanzia, adolescenza edetà adulta. Mentre l’alfabetizzazioneinformatica tra i giovani è ormai piuttostodiffusa, non altrettanto si può dire per gliadulti; tale gap amplia quella distanza“fisiologica” che i giovani pongono versoil mondo degli adulti in questa fase dellaloro crescita, inclusi quegli adulti chehanno nei confronti di bambini eadolescenti un ruolo educativo e diriferimento, come i genitori e gliinsegnanti.

• Scarsi i confini tra virtualità e realtàEsiste un confine molto labile tra ideale evirtuale, e tra virtuale e reale: il mondostesso dei ragazzi proposto dai media èpercepito come una dimensione ideale,desiderabile, ma soprattutto “reale”, ocomunque verosimile. Questa percezionemediata della realtà, riguarda anche ladimensione digitale, nel senso che iragazzi vivono come molto concretesituazioni e relazioni tipicamente virtualie le considerano spesso privilegiate epreferibili.

2 Il Web 2.0 differisce dal concettoiniziale di web, retroattivamenteetichettato Web 1.0, perché sidiscosta dai classici siti web statici,dall’e-mail, dall’uso dei motori diricerca, dalla navigazione lineare epropone un World Wide Web piùdinamico e interattivo.(http://it.wikipedia.org).

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1° PARTE

significative con persone in carne ed ossa, cui legarsi affettivamente, e apprendere e sperimentarsiconcretamente all’interno di contesti sociali reali 3. Il miglior modo per intervenire sul comportamento dei giovani nell’utilizzo dei media, in un’otticadi prevenzione ad ampio raggio, richiede la necessità di muoversi su una dimensione educativa chetenga conto dei loro bisogni affettivi, sociali, di riferimento, di conoscenza, ecc. e dei loro diritti,primo fra tutti quello alla partecipazione ai sistemi di convivenza cui appartengono.È importante, a questo riguardo, considerare il rapporto che i giovani vivono con tali strumenti. Neemerge un aspetto interessante, da una parte, il problema della sicurezza in rete è percepito matendenzialmente sottovalutato, dall’altra, è forte l’affettività messa in gioco, elemento comunquefisiologico quando si entra nel campo dei sistemi di relazione. L’aspetto emotivo rappresenta un’areaparticolarmente sensibile e sollecitata nei minori che utilizzano i Nuovi Media; ecco il motivo percui, in un ottica di prevenzione, è importante intervenire sul rapporto che bambini e adolescentihanno con tali strumenti, ed allo stesso tempo, appare opportuno che gli adulti di riferimentoaiutino i ragazzi a prendere coscienza delle emozioni che entrano in gioco nella dimensione digitalee li aiutino a gestirle.

C on l’obiettivo di orientare bambini e adolescenti verso un comportamento responsabilenell’utilizzo dei Nuovi Media, è importante comprendere meglio da cosa dipende l’utilizzoche ne fanno. In modo schematico, sono evidenziabili alcuni meccanismi motivazionali che

possono determinare l’utilizzo di tali strumenti e ne caratterizzano le modalità di fruizione:• dinamiche affettive e relazionali (emozioni, motivazioni, socialità, bisogni); • dinamiche cognitive (conoscenze e competenze tecniche dello strumento);• dinamiche valoriali e civiche (valori e principi morali ed etici che guidano la persona, come

anche la capacità di assumersi responsabilità sociali, legata alla maturità complessiva del soggettoe allo sviluppo del senso di cittadinanza).

In altre parole, le modalità di utilizzo di Internet e dei cellulari possono dipendere da bisogni e daelementi di natura diversa: dai bisogni che ne determinano l’utilizzo (bisogni di socialità, dicomunicazione, di conoscenza, ecc.), dalle capacità tecniche dei ragazzi e dalle funzionalità dellostrumento 4, dai principi e dai valori morali che orientano il proprio comportamento, non solamentenella sfera comunicativa.

Per esempio, la capacità di trattare i propri dati personali con riservatezza e quindi essere in grado didiscernere quando è il caso di lasciarli o meno, può dipendere: da uno o più elementi di tipotecnico (ad esempio, dalla conoscenza dei procedimenti attraverso i quali è possibile comunicare odomettere i dati; oppure dalla consapevolezza di cosa prevede o meno la legge a riguardo); dallasensibilità e dal valore attribuito al rispetto verso l’intimità propria e altrui (tale aspetto etico-moralepuò entrare in gioco quando si mandano in giro dati, informazioni o immagini riguardanti altrepersone); ma anche da elementi di tipo affettivo, ossia dalla capacità di gestire l’emozione che inquel momento accompagna la decisione (ad esempio, se il giovane è coinvolto emotivamente in unachat, può facilmente “scordarsi” della raccomandazione sulla tutela della propria privacy e decidere,al contrario, di rivelare la propria identità e rendersi disponibile per un incontro).

Utilizzare uno strumento in modo sicuro e consapevole significa in primo luogoconoscerlo tecnicamente, cioè avere dimestichezza con tutte le sue potenzialità e“implicazioni”. Ma questo elemento da solo non basta: se Internet e cellularipossono essere considerati qualcosa di più che semplici strumenti, in quantosono in grado di collocarci all’interno di un sistema di relazioni, di una “piazza”, illoro utilizzo responsabile implica la capacità di gestire con un certo grado dilucidità i rapporti che si sviluppano in tale ambiente, giungendo a riconoscere egestire le proprie emozioni. Essere consapevoli, ad esempio, di subire il fascino di un incontro in rete, o disentirsi offesi per il comportamento online di qualche amico, o del turbamentoprodotto dalla visione di certe immagini, o del tipo di influenza che possonoprodurre determinate informazioni. Ecco perché il ruolo degli adulti a contatto con i ragazzi è cruciale.Ed ecco perché con il presente testo ci rivolgiamo ai docenti, cui spetta, insiemeai genitori, il complesso compito di educare, da una prospettiva assai privilegiata,quella di chi ha un contatto diretto e quotidiano con i propri interlocutori.

1.3IL COMPORTAMENTO

RESPONSABILENELL’UTILIZZO DEI

NUOVI MEDIA

UN UTENTE SICURO E RESPONSABILE È:

• in grado di utilizzare lo strumento da un punto di vista tecnico

• riconosce e sa gestire le emozioni che possono emergere utilizzando talistrumenti

• in grado di assumersi la responsabilitàfinale delle proprie decisioni

• consapevole del rispetto che deve a sestesso e agli altri

• cosciente e partecipe dei propri diritti

3 Anna Oliverio Ferraris, TV per unfiglio, Editori Laterza.

4 Di solito bambini e ragazzi sonopiuttosto competenti in tale ambito,o comunque imparano molto piùvelocemente degli adulti.

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RIFERIMENTI TEORICIE APPROCCIOMETODOLOGICO

2° PARTE

11

2.1 IL CONTESTO

DI RIFERIMENTO:MEDIA EDUCATION

E PEDAGOGIA DEI DIRITTI

Le schede di attività didattiche presentate in questo testo si collocano nell’ambito della “MediaEducation” e si fondano sull’approccio metodologico della Pedagogia dei Diritti.In ambito formativo e scolastico, la Pedagogia dei Diritti consiste in un approccio centrato sul

riconoscimento dello studente come titolare di diritti (right holder) e sulla possibilità che lostudente stesso possa, attraverso le attività didattiche che il docente propone, conoscere edesercitare i propri diritti.Nel nostro caso, l’approccio centrato sulla pedagogia dei diritti si sviluppa all’interno di unospecifico ambito educativo-didattico, rappresentato dalla Media Education.

2.1.1UNA VISIONE

INTEGRATA DEI DIVERSI

MODELLI DI MEDIAEDUCATION

RIFERIMENTI TEORICI E APPROCCIO METODOLOGICO

La Media Education può essere realizzata sia utilizzando i nuovi strumenti multimediali (Internet ecellulari) all’interno della didattica5, che riflettendo su di essi, oppure, ovviamente, entrambe lecose insieme. In tal senso il modello di Media Education qui proposto integra due dei più comuni

approcci alla disciplina:

• l’educazione con i media, che si serve dei media per insegnare, facendo pertanto di essi unutilizzo strumentale (lezioni fatte con il computer, filosofia o storia insegnate attraverso ilgiornale, geografia attraverso il cinema, ecc.), con la molteplice finalità di avvicinarsi ai ragazzi, diavvicinare i ragazzi ai media, di rendere l’apprendimento a scuola un’esperienza più fruibile evicina al mondo degli studenti6. L’utilizzo di Internet, per esempio, da un lato permette unamaggiore conoscenza delle potenzialità del mezzo, dall’altra fornisce contributi rilevanti perprogettare e riorganizzare le attività didattiche in classe, incidendo sui processi di insegnamentoe di apprendimento;

• l’educazione ai media (media literacy) che considera le tecnologie come tema della didattica,insiste sulla promozione del senso critico, sulla creazione di un consumatore dei media attivo,autonomo e creativo nel suo rapporto con gli stessi, in grado di decifrarne i messaggi e di utilizzarlisecondo una propria visione e utilità. Ovvero, educare ad un consumo critico, educare allacittadinanza attiva e alla relazione con l’altro7.

Avvertenze utili per l’avvio di una Media Education nel contesto scolasticoLa scuola sembra essere uno dei luoghi più adatti per socializzare alla rete e riflettere sulle sue

5 In questa sede non offriamo unaspiegazione sui vari strumentimultimediali utilizzati dai ragazzi. Per un approfondimento su talistrumenti, sono disponibili escaricabili le miniguide di Easy sulsito www.easy4.it.

6 David Buckingham, MediaEducation, p.2, Erickson 2006.

7 Ibidem

12

LA MEDIA EDUCATION:INQUADRAMENTO DISCIPLINARE

A cura del CREMIT - Centro di Ricercasull’Educazione ai Media, all’Informazione ealla Tecnologia dell’Università Cattolica delSacro Cuore di Milano

La Scuola può svolgere un ruolo strategiconell’orientare i giovani verso uncomportamento positivo e responsabilenell’utilizzo dei media (vecchi e nuovi),all’interno e attraverso una prospettivadisciplinare, definita appunto MediaEducation. Nello specifico, la Media Educationè una prospettiva disciplinare impegnata nellariflessione sui media come oggetto, strumentoe spazio del processo educativo, integrando icontributi delle Scienze dell’Educazione edelle Scienze della Comunicazione.

Nascita ed evoluzione della disciplinaDal punto di vista della riconoscibilità storica,la nascita di un approccio ai media e allacomunicazione procede di pari passo con losviluppo tecnologico dei media stessi,considerando come la prassi - il lavoro con esui media - abbia di fatto anticipato lariflessione sul valore e sulla corniceconcettuale della Media Education.

Volendo ricostruirne l’evoluzione, sonoquattro i principali approcci media-educativisegnati da sensibilità e schemi valorialidifferenti, alla luce della classificazione chiavedi J.D. Halloran e M. Jones:

• approccio difensivo: si definisce comeprospettiva difensiva che radica il quadrodelle riflessioni in una profonda sfiducianei confronti dei media orientando ilversante delle risposte educative verso un

meccanismo a due sensi: ignorare i mediao resistere ai messaggi e ai meccanismiinnescati. Una educazione contro i media,dunque, percorsa dal filo rosso della difesadella cultura quale obiettivo primario;

• approccio critico: tale approccio, segnauna nuova sensibilità nei confronti deimedia intesi come testi da decostruire eanalizzare, finalizzando il lavoro sui mediaalla preparazione dei giovani. Si tratta diuna posizione che indica nella MediaEducation lo spazio possibile per «renderegli studenti capaci di esprimere se stessiattraverso i media, diventando piùconsapevoli dei processi di produzionelegati ai mezzi di comunicazione;

• inversione dei meccanismi diproduzione: in tale approccio si raccogliela problematica della responsabilitàattraverso la definizione di unaalfabetizzazione mediale come possibilitàdi alfabetizzazione politica. Questoapproccio deriva dall’assunzione di unnuovo punto di vista nei confronti deimedia, a partire dalle esperienze dieducatori e comunicatori che mettono inevidenza la possibilità di invertire imeccanismi di produzione e, in senso lato,i meccanismi di potere che il sistemaproduttivo dell’informazione e dellacomunicazione alimenta;

• immagini e coscienza: in questo casol’approccio esprime la propensione perl’analisi del contesto di ricezione edecodificazione dei messaggi mediali,propensione che deriva da teorie e modellidi stampo socio culturale interessati alruolo giocato dal contesto di produzione ericezione. Questo passaggio evidenzia una

nuova consapevolezza circa ilposizionamento del testo - posizionamentoideologico prima di tutto - e il ruolo deimedia, quali oggetti da demitizzare edecostruire.

Oggetti e temi della Media EducationRiprendendo brevemente le riflessionicontenute nella prefazione di Pier CesareRivoltella, dunque, la Media Education ha peroggetto «tutto ciò che riguarda la realtà dellacomunicazione come risorsa e opportunità diformazione» attraverso le lenti di tipostrumentale (educazione con i media) etematico (educazione ai media) chefunzionano in un’ottica complementare,piuttosto che secondo forme dicontrapposizione inadeguate.

Due le attenzioni di fondo della disciplina:

• prima attenzione: da un lato, è chiara lavolontà di riconoscere uno spazio per lariflessione sul ruolo e sul significatoeducativo dei media, per accompagnare lapersona nell’acquisizione di unaconsapevolezza critica che deve diventareabito mentale, trasformando taleconsapevolezza in autonomiasistematicamente situata nel quotidianoscolastico ed extrascolastico, pubblico eprivato, collettivo e individuale;

• seconda attenzione: dall’altro, la MediaEducation intende il processo diresponsabilizzazione - critica e strumentale- come frutto di una sperimentazione incontesto e del contesto, che prende lemosse dall’attualità per giungere allaglobalità storica dei processi, concependol’azione con e sui media come meccanismoessenziale della riflessione.

2° PARTE

8 Vedi in Appendice il testo della CRC, nella versione child friendly.

13

caratteristiche e sulle modalità di utilizzo. Tuttavia, vanno considerate a mente alcune premessegenerali e cautele metodologiche:

a) ogni docente, a prescindere dalla materia, può affrontare un percorso di Media Education: essa nonsi riduce al puro tecnicismo, né mira semplicemente alla trasmissione di abilità e di competenzepuramente tecniche. La disponibilità di infrastrutture e strumenti informatici, infatti, non è quasi maigaranzia di un’alfabetizzazione tecnica di base, né di un approfondimento teorico sui sistemi e suimeccanismi di funzionamento di Internet. Tale capacità di approfondimento si spinge ben oltrel’area disciplinare tecnologica in quanto, trattandosi di strumenti che consentono di comunicare econoscere, le competenze richieste per un uso appropriato di tali tecnologie riguardano tutti i campid’esperienza e tutte le discipline;

b) la Media Education, oltre a promuovere la conoscenza tecnica degli strumenti, può svolgere un’utilefunzione di educazione ai nuovi linguaggi, offre diverse e più ricche possibilità di azione e una vastagamma di modalità espressive, attraverso l’attivazione di percorsi conoscitivi che integrano leesperienze reali e digitali della vita quotidiana;

c) insegnanti e studenti sono chiamati a svolgere un ruolo attivo: gli insegnanti, da un lato, sonostimolati a sperimentare nuovi metodi e tecniche di coinvolgimento nella didattica, volte allacooperazione e alla collaborazione fra ragazzi, oltre al rispetto delle aspettative e delle esigenzeindividuali; gli studenti, dal canto loro, imparano a stare in classe in modo diverso, diventando piùaperti al dialogo, alla discussione e allo scambio delle idee, anche a distanza, sia fra docenti che fracompagni. Attraverso questa didattica, può emergere in classe il mondo dei ragazzi, il modo in cuiessi si rappresentano ed utilizzano i Nuovi Media, i loro interessi, i loro pensieri, le loro emozioni,tutto ciò insomma che orienta il loro comportamento nell’utilizzare tali strumenti. Aiutandoli ariflettere su tali dimensioni, la Scuola può aiutare i ragazzi ad essere più consapevoli e responsabilinell’utilizzo specifico dei vecchi e Nuovi Media, nell’esercitare i propri diritti e doveri in senso piùampio, nel comportarsi in modo più responsabile e quindi più sicuro, per sé e per gli altri.

L’approccio pedagogico centrato sui diritti si fonda sulla Convenzione sui Diritti dell’Infanzia edell’Adolescenza (CRC) approvata dalle Nazioni Unite nel 1989 e conosciuta in Italia anchecome Convezione sui Diritti del Fanciullo. Non si tratta ovviamente di un paradigma

pedagogico codificato ma di una dimensione educativa e formativa in cui i diritti umani, e nel nostrocaso i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, rappresentano la cornice pedagogica di riferimento.

Aspetti principali della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (CRC)La CRC si fonda su una serie di principi base, espressi e resi espliciti in tutti i 54 articoli8 che lacompongono. Considerati come un insieme organico ed indivisibile, gli articoli contenuti nellaConvenzione rappresentano la totalità dei bisogni e dei diritti propri di un individuo in via di sviluppo,contestualizzati e contestualizzabili in differenti realtà geografiche e temporali. In effetti, la Convenzione tutela e promuove i diritti di tutti gli esseri umani in età compresa fra 0 e 18anni in qualsiasi parte del mondo essi vivano e qualsiasi siano le loro condizioni sociali ed economiche.Stabilisce che bambini e adolescenti, a livello individuale e collettivo, sono persone titolari di diritti eche gli adulti, a partire dalla famiglia fino ad arrivare alla comunità internazionale, devono risponderedella tutela e della promozione di tali diritti.La promulgazione della convenzione, nel 1989, segna una data storica nei confronti della concezionedell’infanzia e dell’adolescenza a livello planetario: nell’evolvere il concetto di bisogno, fino a quelmomento affiancato a quello di infanzia, in diritto, ci consegna una concezione dell’infanzia edell’adolescenza basata sulla titolarità di diritti a tutto campo (diritti civili, politici, economici, sociali eculturali). Si tratta quindi di una nuova visione, capace di influenzare e modificare profondamente ilrapporto intergenerazionale, fino ad allora e fino ad oggi ancora in larga misura esistente, fondatosoprattutto sulla passività e vulnerabilità di bambini ed adolescenti, portatori di bisogni che gli adultipossono soddisfare a loro piacimento. Un approccio centrato sui diritti, presuppone che tutte lepersone, quindi tutti i bambini e gli adolescenti, siano prima di tutto titolari di diritti umani e che lapromozione, il rispetto e la tutela di tali diritti non siano azioni da intraprendere su base volontaria ocome opzione ma come dovere individuale e collettivo. La Convenzione, come tutti i trattati sui diritti umani, a partire dalla Dichiarazione Universale sui Diritti

2.1.2 LA PEDAGOGIA

DEI DIRITTI

DIRITTO - RESPONSABILITÀ - RIVENDICAZIONE

RIFERIMENTI TEORICI E APPROCCIO METODOLOGICO

Umani del 1948, pone al centro la persona come titolare di diritti (right holder) nella sua relazione conchi ha (porta) il dovere di rispettarli e promuoverli (duty bearer). I duty bearer (governi, istituzioni, famiglia e individui), dal canto loro, sono vincolati a rispettare,proteggere e promuovere i diritti umani. I right holder hanno il diritto di reclamare i propri diritti daiduty bearer, ma devono anche rispettare i diritti degli altri. L’essere titolare di diritti comporta infatti,delle responsabilità prima di tutto verso se stessi e di conseguenza verso gli altri (vedi schemaseguente).9

Un approccio basato sui diritti umani mira a rafforzare la responsabilità dei duty bearer nei confrontidei diritti umani attraverso cambiamenti prodotti a livello politico, economico e legislativo o a livello diattitudini, consapevolezza, comportamenti, pratiche, modelli e valori. Nel nostro caso, gli adulti, lafamiglia, la scuola fino alle massime istituzioni nazionali e internazionali, dovrebbero sempre tenere inmassimo conto il superiore interesse del bambino ed i suoi diritti nel compiere delle scelte che loriguardano e ne dovrebbero essere responsabili in ogni momento. In merito al tema della responsabilità degli adulti, ricordiamo che secondo l’art. 42 della Convenzione,gli Stati hanno il dovere di informare i cittadini in merito ai suoi contenuti e gli adulti a loro volta,hanno il dovere di far conoscere questi diritti ai bambini e alle bambine, ai ragazzi e alle ragazze. Sitratta di attivare una catena di responsabilità per fare in modo che i diritti dell’infanzia possano essereagiti e vissuti in modo concreto e partecipato da tutta l’infanzia. Ogni qualvolta un’istituzione (Stato, Regione, Provincia, Comune, la Scuola...) o un adulto (genitore,insegnante) manca di assumersi tale responsabilità, la catena si spezza e con essa svanisce la possibilitàche questi diritti si concretizzino nella vita di milioni di bambini/e, ragazzi/e.

La Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza come strumento di lavoro a scuola.La CRC non è solamente un corpus giuridico a cui ricorrere per denunciare violazioni, ma rappresentaanche, nella sua dimensione culturale, un importante strumento pedagogico ed educativo, in famiglia esoprattutto a scuola, perché “insegnare” i diritti ad un bambino significa in primo luogo stimolareempatia e rispetto verso gli altri, autostima e rispetto verso se stessi, ovvero porre le basi per un sistemadi convivenza più efficace ed equilibrato.In termini di processo, e non solo di contenuto, ispirarsi alla CRC in un contesto scolastico, significa peril docente dare modo agli alunni di esperire i propri diritti, a partire dal principio essenziale, quello cioèdi esserne titolare. Questo passa attraverso una didattica che “ascolta” le opinioni, i bisogni, leemozioni, gli interessi, le motivazioni, permettendo ai bambini e agli adolescenti di esprimersi e dipartecipare10.

9 Lo schema è una rielaborazionetratta da Save the Children Sweden,Child Rights Programming. AHandbook for International Savethe Children Alliance Members,Second Edition, 2005.

10 A nostro parere, tale modalitàdidattica trova, nel paradigmaCostruttivista il principale modellopedagogico di riferimento. In taleparadigma pedagogico, si ponemolta attenzione al contesto diapprendimento; al soggetto cheapprende; alla costruzione socialedella conoscenza attraverso lanegoziazione interpersonale deisignificati; alla diversità/molteplicitàdelle strategie, dei processi e degliapprocci conoscitivi. In questoapproccio, l’insegnante non è piùcolui che trasmette un sapere pre-confezionato, ma colui che progettae allestisce il setting di lavoro piùadatto allo scambio e al conflittocognitivo. Un setting che affida aldocente compiti relativi alla gestionedei gruppi, al controllo dei processiin atto, alla rilevazione-valutazionedelle dinamiche emergenti. Inquesto modo cominciano apenetrare in ambito didatticoconcetti come quello definito“learning by doing”, che tende asperimentare la realtà attraverso lasimulazione, a sistematizzare lenozioni teoriche grazie a rimandi almondo quotidiano, oltre chestabilendo connessioni tra codiciscritti, visivi e sonori. Perapprofondimenti cfr. Carletti, A.;Varani, A., Didattica costruttivista.Dalla teoria alla pratica in classe,Edizioni Erikson, Trento 2005, eVerso una pedagogia dei diritti.Guida per insegnanti, Save theChildren, Roma 2007.

14

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RIGHT HOLDER

DUTY BEARERrispetta, tutela

e promuove i diritti

Rivendica i propri diritti da

Adempie la propria responsabilità

nei confronti di

2° PARTE

15

La partecipazione dello studente nella pedagogia dei dirittiL’insegnante che abbia l’interesse di spingersi verso una Pedagogia dei diritti, deve prestareattenzione non solo ai contenuti, ma soprattutto alle tecniche didattiche che, se giustamentepensate all’interno di una cornice interculturale e di diritti, possono, allo stesso livello dei contenuti,veicolare valori e modificare atteggiamenti. Nello specifico, fondando il proprio intervento a scuola proprio sul principio della Partecipazione(art.12 della CRC), la Pedagogia dei diritti riconosce ad ogni studente il diritto di partecipareattivamente alla vita scolastica, accedendo ad informazioni, esprimendo i propri punti di vista,contribuendo ai processi decisionali. È proprio grazie a questo tipo di coinvolgimento, che lo studente diventerà una persona più sicura ecompetente, un cittadino più attivo e socialmente abile.

LA PARTECIPAZIONE

Il 1989 segna un punto di svolta nellaconcezione dell’infanzia e dell’adolescenzacon l’approvazione della Convenzione Onu suiDiritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza. Per laprima volta la partecipazione delle personecon meno di diciotto anni ai processidecisionali che li coinvolgono vienericonosciuta come un diritto umanofondamentale.

Cosa è la partecipazione La partecipazione è: • un diritto umano fondamentale il cui

rispetto permette il riconoscimento dibambini e adolescenti come soggetti didiritto e non solo come beneficiari dellaprotezione degli adulti;

• uno strumento attraverso il quale bambinie bambine, ragazzi e ragazze imparano aesercitare i propri diritti e a diventarecittadini attivi;

• un percorso graduale fatto di tappe chepermettono a bambini e bambine, ragazzie ragazze di imparare ad esprimereliberamente la propria opinione inrelazione all’età e al grado di maturità (artt. 12 e 13, 14, 15, 17, ...).

Perché è importante la partecipazioneUna partecipazione efficace permette di:• valorizzare la personalità di ciascun

bambino/a, promuovendo ilriconoscimento e la consapevolezza di sé;

• collocare al centro del processo di crescitail bambino/a come soggetto protagonista,contribuendo a formare una personaautonoma e critica;

• rendere bambini/e e adolescenticonsapevoli dei propri diritti e delleresponsabilità che questi comportano;

• riconoscere e rispettare il diverso punto di

vista del bambino/a e dell’adolescente daquello dei suoi interlocutori favorendo lasocializzazione e la capacità di difendere e/omodificare le proprie idee;

• prendere decisioni condivise e, quindi, piùefficaci, rendendo bambini/e e ragazzi/eresponsabili del rispetto delle stesse;

• stimolare il coinvolgimento personale eattivo del bambino/a e dell’adolescentemotivando l’interesse per il suo processodi crescita.

La partecipazione a scuolaLa scuola deve diventare il principale luogo incui si conoscono e si riconoscono i dirittidell’infanzia e dell’adolescenza. Affinché la partecipazione sia efficacel’insegnante dovrebbe:• promuovere non solo un progetto

educativo scolastico, ma riconoscere laconcezione unitaria del bambino/a edell’adolescente che apprende e che vivenella scuola;

• coinvolgere bambini/e e ragazzi/e neiprocessi che si mettono in atto fin dallafase preparatoria:- devono conoscere la finalità di ciò che si

sta facendo;- devono essere informati adeguatamente

per poter esprimere opinioni;- i bambini/e e gli adolescenti devono

poter valutare l’efficacia del percorsofatto insieme: senza questa fase il lavoropotrebbe perdere di senso ai loro occhie demotivarli;

• l’ambiente di lavoro deve essere preparatoe pensato in funzione di unapartecipazione democratica (es. stare incerchio);

• disponibilità ad ascoltare le priorità deibambini/e e degli adolescenti e ad esserecriticato;

• ruolo di supporto al processo (non

bisogna cedere alla tentazione disuggerire);

• tenere presente che i bambini/e e gliadolescenti sono diversi uno dall’altra pergrado di maturità, abilità, genere offrendouguale possibilità di partecipazione atutti/e.

Partecipazione e Nuovi MediaTroppo spesso ci si occupa del rapporto tramedia e ragazzi in termini negativi,preoccupandosi solo di proteggerli. Laconseguenza è un tentativo di dareinformazioni sui possibili rischi e sul correttouso dei Nuovi Media, informazioni chedovranno essere imparate, ma saranno vissutein modo superficiale e con scarsa motivazione.Attraverso una partecipazione attiva si chiamail/la ragazzo/a stesso/a a produrre leconoscenze necessarie. In questo modo si può(i punti sono consequenziali):• scardinare il meccanismo che spinge i

ragazzi/e a dare all’adulto la risposta attesa;• partire dalle preconoscenze e esperienze

dei ragazzi/e;• avere una discussione significativa su ciò

che i ragazzi/e fanno coi Nuovi Media (il conflitto generato dalla presenza diopinioni diverse è spesso all’originedell’evoluzione delle conoscenzeindividuali);

• creare situazioni e attività che stimolano il coinvolgimento attivo dei ragazzi/e (si rimanda alle attività);

• aumentare la consapevolezza dei giovaniutenti;

• permettere loro di esperire i propri diritti.

In altre parole la partecipazione, sviluppandosenso critico, consapevolezza e responsabilitànei bambini/e e negli adolescenti, permette diproteggerli in modo più efficace.

2.2LA PROPOSTA

PER UNA“NEW MEDIA”

EDUCATION2.2.1

L’UTILIZZO DELLA CRC COME

STRUMENTODIDATTICO

NEL CONTESTODELLA MEDIAEDUCATION

Anostro avviso, qualsiasi azione di promozione e tutela dei diritti umani, e dell’infanzia inparticolar modo, non può prescindere, soprattutto nei paesi a sviluppo avanzato, da unariflessione ed inclusione riguardo il ruolo dei media, in quanto componenti ambientali e agenti

di cambiamento che costantemente influenzano la società e la vita privata di ognuno di noi.Nello specifico, data l’attenzione della CRC nei confronti delle reali necessità dei minori, non solo intermini di vulnerabilità e misure di protezione, ma anche in termini di promozione e valorizzazionedelle capacità proprie di ogni essere umano, il riferimento al tema dei diritti dei bambini e degliadolescenti può essere applicato, direttamente o indirettamente, anche all’uso che bambini edadolescenti fanno di Internet e dei Nuovi Media. In particolare, il riferimento è orientato verso alcuni articoli specifici della CRC (artt. 12-13-17-19-34)11,che parlano della partecipazione, della libertà d’espressione, dell’accesso all’informazione e dellaprotezione da abusi e violenze. Tali riferimenti mettono bene in evidenza i due aspetti salienti legatiall’utilizzo dei media da parte dei giovani:• le opportunità che tali strumenti rappresentano nella vita dei ragazzi, in cui occupano un posto

ormai centrale, e le possibilità di sviluppo ad essi associate;• i rischi correlati all’utilizzo di tali strumenti: dai contenuti inadeguati alla facilità di avviare contatti

con persone potenzialmente pericolose. In tal senso viene promossa una funzione sociale dei media,rispettosa dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.

Inoltre, sempre da un punto di vista di approccio generale al tema, oltre che ai Diritti dell’Infanzia edell’Adolescenza, le diverse problematiche d’uso e di fruizione dei contenuti digitali affrontate da questoManuale, sono inquadrabili in un contesto di riferimento che si richiama esplicitamente al concetto diCittadinanza. In questo modo, bambini ed adolescenti, hanno la possibilità di oggettivare molte delleproblematiche affrontate e di riflettere non solo sui propri diritti online, ma anche sulle proprieresponsabilità come utenti/cittadini digitali, assumendo così progressivamente un ruolo sempre più attivoe autonomo nella conduzione delle proprie scelte d’uso e di fruizione dei Nuovi Media.

RIFERIMENTI TEORICI E APPROCCIO METODOLOGICO

16

LA CITTADINANZA DIGITALE

In questo senso la Cittadinanza Digitale sipuò declinare, secondo i suoi aspettiprincipali:

• come insieme di diritti: cheoggettivano il ruolo dei bambini e degliadolescenti come attori sociali a pienotitolo, portatori di interessi, istanze ebisogni propri che devono esseresoddisfatti e promossi quando usano iNuovi Media. Parlare di un uso sicuro epositivo dei Nuovi Media, è in questosenso, affermare un insieme di diritti cheogni utente ha quando accede o utilizzadeterminati strumenti e la cuiaffermazione rende l’utilizzo di questiultimi un esperienza positiva e sicura;

• come insieme di responsabilità:l’utilizzo dei Nuovi Media e l’appartenenzaad una comunità, seppur virtuale di utenti,chiama costantemente in causa il rispetto ela promozione dei propri e altrui diritti,dove è tuttavia importante ribadire lapossibilità che il ragazzo o la ragazza ha di“ritirarsi” da certe responsabilità, quandoqueste vengano percepite come troppocomplesse o poco gestibili;

• come identità: per i ragazzi e le ragazze,in particolar modo preadolescenti, questodesiderio di appartenenza èparticolarmente sviluppato e non è limitatosoltanto al proprio gruppo di pari. Ibambini e gli adolescenti hanno l’abilità dilegarsi e di identificarsi con gruppi ecomunità sempre più ampie. Simboli,

valori e norme sono un elementoimportante di questa appartenenza ecostruzione di identità e non vi è dubbioche i Nuovi Media offrano canali, spazi elinguaggi in grado di facilitare e realizzarequesto processo;

• come partecipazione: in questo senso iNuovi Media si connotano come strumentiin grado di facilitare una sempre maggioreforma di partecipazione dei ragazzi dallocale al globale. La possibilità di una realepartecipazione passa attraverso unavalorizzazione del modo in cui i ragazzi e leragazze sono in grado di influiresull’ambiente esterno e allo stesso tempoda un’attenta considerazione di comel’ambiente circostante li/le influenza.

Dal punto di vista più strettamente metodologico, la nostra proposta ipotizza un modellointegrato che consiste nel pensare la multimedialità come ambiente di lavoro che scardina lalezione frontale e che avvicina i docenti al mondo dei ragazzi nei contenuti, nel linguaggio, e

nel rapporto. Un approccio che, introducendo i Nuovi Media nella didattica, crea un ambienteformativo basato sulla creatività, sull’autonomia e sulle competenze tecniche e incide sul rapporto che iragazzi hanno con la scuola, focalizzando l’attenzione sulla relazione e il dialogo tra pari, tra docenti estudenti, favorendo lo scambio e la collaborazione. Occuparsi dei media in contesti educativi, con un approccio pedagogico basato sui diritti, significapreoccuparsi, da parte del docente, che i propri alunni possano utilizzare tali mezzi sfruttandone al

2.3 LA METODOLOGIA

DELLE SCHEDE DIATTIVITÀ

11 Vi sono molti altri articoli in cuirientrano i Nuovi Media, bastipensare al diritto al gioco che oggispesso si concretizza nei videogiochi,al diritto di associarsi e riunirsi con icoetanei che si realizza nellecommunity e nei social network; eancora, in senso più ampio, al dirittoa dei genitori che amino, educhino ecurino; al diritto all’istruzione. È perquesto che vi invitiamo a leggere laCRC (in Appendice) sotto la lented’ingrandimento dei Nuovi Media e apensare a come essi possono aiutarei ragazzi di oggi a mettere in praticae vivere concretamente molti deiloro diritti.

2° PARTE

17

massimo le potenzialità e gestendone le criticità; oggi sempre di più, i media vecchi e nuovi svolgonouna funzione legata sia alla diffusione delle informazioni che alla creazione di valori e modelli dicomportamento cui soprattutto i giovani sono sensibili. Senza dimenticare che in un contesto di fortediffusione della comunicazione sociale multimediale, una persona competente nell’utilizzo dei NuoviMedia è oggi un cittadino più informato, attivo e partecipe.

Il docente che, con un approccio centrato sui diritti, opera in classe sulla competenza dei propri alunninell’utilizzo dei media, vecchi e nuovi, come menzionato più volte, dovrebbe lavorare cercando di fareemergere il rapporto che essi hanno con tali mezzi, e questo per vari motivi:

PERCHÉ LAVORARE IN CLASSESUI NUOVI MEDIA?:

• per capire che utilizzo ne viene fatto, aquali bisogni e motivazioni rispondono;

• per attuare il principio dellaPartecipazione, perché riconosce lostudente come persona con un suomondo e titolare del diritto ad essereascoltato;

• per entrare empaticamente in contattocon il mondo dei propri alunni e porsi

come educatore che soddisfa esigenzedi relazione, affettiva, sociale e diconoscenza;

• perché l’insegnante non si pone comecensore o come adulto regolatore,bensì come colui che facilita lariflessione, l’introspezione, lacondivisione nel gruppo;

• perché, più facilmente di altri attorisociali, l’insegnante può lavorare sullaprevenzione, cioè sullo sviluppo dicompetenze attive, piuttosto che sulla

protezione, laddove uncomportamento attivo da parte deigiovani utenti va considerato come ilmigliore strumento di protezione dairischi;

• per rendere gli studenti consapevoli diquei diritti della CRC che trovanomaggiore realizzazione attraverso iNuovi Media e, attraverso taleconsapevolezza, renderli partecipi nellacostruzione della Cittadinanza Digitale.

12 Ricordiamo ancora una volta iprincipali meccanismi cheinfluenzano l’utilizzo dei media sono:• dinamiche affettive e relazionali

(emozioni, motivazioni, socialità,bisogni)

• dinamiche razionali (conoscenzee competenze tecniche dellostrumento)

• dinamiche valoriali (i valori e iprincipi morali ed etici cheguidano la persona)

• dinamiche civiche (capacità diassumersi responsabilità sociali,legata alla maturità complessivadel soggetto e allo sviluppo delsenso di cittadinanza).

2.3.1

I LIVELLID’INTERVENTO DELLE SCHEDE

DI ATTIVITÀ

Il modello didattico delle schede cerca di intervenire sulle dinamiche che, come abbiamosottolineato all’interno del paragrafo 1.3, possono favorire un comportamento responsabiledell’utilizzo di Internet e dei cellulari da parte di bambini e adolescenti 12. In tal senso, rispetto

alle dinamiche complessive che regolano l’utilizzo di tali strumenti, le schede di attività siconcentrano su tre aspetti specifici: i livello tecnologico, quello affettivo/relazionale, quello civico.

• Livello tecnico Attraverso un processo di alfabetizzazione reciproca, docenti e studenti (spesso questi ultimi piùesperti dei docenti, almeno sotto tale aspetto) familiarizzano con le funzionalità degli strumenti ele loro implicazioni.

• Livello affettivo L’obiettivo è quello di stimolare una riflessione sul ruolo che i Nuovi Media svolgono nella vitadei ragazzi, cercando di evidenziare e approfondire quei bisogni interiori (di comunicazione, disocialità, di riferimento adulto, ecc.) a cui tali media rispondono.

• Livello civico Attraverso una riflessione sul comportamento proprio e altrui, i ragazzi trovano la strada affinchésia possibile tradurre i propri bisogni in diritti e riconoscere che essi devono essere soddisfatti erispettati all’interno di un sistema di convivenza basato su regole di comportamento condivise.

In riferimento alle dinamiche motivazionali appena descritte, il percorso educativo proposto sisnoda lungo una direttrice ideale, nel corso della quale, attraverso un’assunzione progressiva diresponsabilità, il giovane giunge ad assumere una nuova e specifica “Cittadinanza Digitale”. In

tale percorso, il docente ha il compito di accompagnare i propri studenti verso l’esplorazione delleemozioni che entrano in gioco nell’uso e nella relazione con i Nuovi Media, affinché sviluppinoconsapevolezza e responsabilità verso i propri comportamenti online, esercitino i loro diritti anchenel mondo digitale e vivano a pieno titolo una Cittadinanza Digitale attiva e partecipata.

2.3.2IL PERCORSO E LE

ATTENZIONIEDUCATIVE DEL

MANUALE

RIFERIMENTI TEORICI E APPROCCIO METODOLOGICO

18

Non solo mediaLa “New Media” Education, così ampiamente intesa, svolge una funzione trasversale rispetto alle singolediscipline e offre in modo sinergico e trasversale un valido aiuto anche ad altre aree dello sviluppo neicontesti pedagogici. Ci riferiamo, nello specifico, a due aree di attenzione, che necessiterebbero di unpercorso educativo ad hoc, che va oltre la proposta qui presentata:

• Educazione socio-affettiva: Insieme alla famiglia, la Scuola può aiutare i propri studenti a sentirsi capiti e accolti nei loro bisognie sentimenti, anche quelli più antisociali (rabbia, invidia, gelosia, ecc.).Questo percorso può essere sviluppato in parte dal singolo docente, nell’ambito della propriafunzione di educatore, e in parte, se necessario, attraverso un percorso ad hoc che richieda

LE PAROLE-CHIAVE

Emozioni: acquistare consapevolezza delle emozioni e delle motivazioni profondesottese all’utilizzo dei Nuovi Media aiuta igiovani utenti ad esserne più consapevoli, agestire e prevenire i comportamenti pocoresponsabili. Al tempo stesso, il docente che lavora sulleemozioni dei ragazzi soddisfa meglio ibisogni interiori degli alunni, a partiredall’esigenza di trovare nell’insegnante unriferimento nell’ascolto, nella conoscenza.

Consapevolezza e responsabilità:tradurre le proprie emozioni e i propribisogni in diritti aiuta ogni utente della retead occuparsi e preoccuparsi di ciò che fa

online, delle possibili conseguenze per sé eper gli altri e delle proprie responsabilità. I giovani dovrebbero accostarsi ai Nuovi Media nei tempi e nei modi adeguati alproprio sviluppo psicofisico, e per questomotivo vi è la necessità di individuare eimplementare regole di convivenza in rete(tali regole saranno tanto più complessetanto più elevato sarà il grado dicoinvolgimento online). In poche parole: nella dimensione online,non tutto va bene per tutti. Ci sono livelli di utenza che comportanogradi diversi di coinvolgimento e diapplicazione delle regole di convivenza.

La Cittadinanza Digitale: il mondo virtuale,come quello reale, genera interazione tra

individui e quindi una serie di comportamentisociali che necessitano di essere codificati eregolati. Tale processo di dimensioneinternazionale, che dovrebbe portare alriconoscimento di una sorta di “costituzione”per il mondo online, è cominciato da poco;13 ilfatto che i ragazzi possano riconoscere, agire evivere concretamente alcuni dei loro dirittifondamentali grazie all’uso dei Nuovi Mediapuò favorire in loro una partecipazione attiva epositiva a quel mondo globale di cui ormaitutti gli utenti della rete fanno parte. Talepartecipazione può prevedere la possibilitàche i ragazzi forniscano un contributoimportante alla definizione dei contenuti diuna nuova dimensione di cittadinanza: quelladigitale.

13 Tale processo, di livello mondiale,è promosso e coordinatodall’Internet Governance Forumhttp://www.intgovforum.org/.

PROCESSO EDUCATIVO

Emozioni

Consapevolezzae responsabilità

Diritti

Cittadinanza digitale

2° PARTE

19

l’intervento di un consulente psicologo. L’alunno potrà capire e gestire meglio ciò che prova e ciòche provano gli altri, i contatti con le persone conosciute in rete, non alimentando ma, al contrario,respingendo, ad esempio, eventuali tentativi di adescamento o di bullismo.

• Educazione psico-sessuale: Il ruolo della scuola è fondamentale nel fornire agli alunni sollecitazioni per affrontare la sessualitàsecondo tempi e modi adeguati alla loro età e per coltivare tale sfera dello sviluppo nelle proprierelazioni, sia dirette che virtuali. Questo fornirà strumenti per non alimentare adescamenti o rapportiinadeguati con adulti (per esempio inviando foto o parlando di questioni intime) e per riconoscerecome inadeguate e improprie sollecitazioni ambigue provenienti dalla rete.

C ome già detto, l’approccio generale del manuale si avvale di tecniche didattiche cheprivilegiano la partecipazione attiva dei discenti al processo di formazione, coinvolgendoli inprima persona nella costruzione, analisi.

In tal senso è fondamentale non solo il cosa proponiamo come oggetto di formazione, ma anche esoprattutto il come lo proponiamo. Rispetto ai metodi passivi e frontali cambia radicalmente l’obiettivodell’intervento che non è più centrato sul veicolare nozioni, conoscenze e saperi, ma mira a facilitareuna riflessione condivisa sul proprio comportamento e a creare nuova conoscenza a partire dallapropria esperienza.

I principali strumenti di lavoro, particolarmente utili per favorire la partecipazione degli allievi el’attivazione delle dinamiche che a noi interessa osservare, sono:14

STRUMENTI DI LAVORO

BRAINSTORMING

RESTITUZIONE FEEDBACK

FOCUS GROUP

METAPLAN

LAVORO DI GRUPPO

GIOCO DI RUOLO

SIMULAZIONI

STUDI DI CASO

MAPPE CONCETTUALI

FACILITAZIONE

2.3.3GLI STRUMENTI

14 Per un approfondimentorimandiamo al testo Verso unaPedagogia dei diritti. Guida perinsegnanti, cit.

LE SCHEDE DI ATTIVITÀINTRODUZIONEAL PERCORSO

3° PARTE

LE SCHEDE DI ATTIVITÀ

I n questo Manuale sono proposte alcune attività sul tema dei Nuovi Media che possono essereconcretamente condotte in classe dai docenti, avendo come riferimento generale il modelloteorico-tecnico illustrato. Tali attività sono state suddivise in 3 tipologie a seconda che lavorino

principalmente su:

• il riconoscimento delle emozioni ( Livello affettivo – Area Mi emoziono: schede 1-2): finalizzatea far riflettere sui bisogni, sulle motivazioni, sulle rappresentazioni, sul significato di certicomportamenti, anche in base al contesto di riferimento (scuola, famiglia, ecc.).

• la conoscenza tecnica (Livello cognitivo – Area Acquisisco informazioni: schede 3-4): finalizzatea fornire nozioni sulla funzionalità degli strumenti, sulle caratteristiche della rete, dei media, ecc.

• l’aspetto valoriale e la questione dei diritti ( Livello civico – Area Rifletto sui miei diritti:schede 5 -14): finalizzate a far riflettere e dibattere sui diritti e sulle responsabilità associati aibisogni, ai ruoli nella società, ai principi morali che orientano il comportamento individuale esociale e sulle caratteristiche della Cittadinanza Digitale.

Segue una descrizione delle attività proposte, suddivise secondo ilsuddetto criterio; alcune tuttavia, per la loro trasversalità, possonorientrare in due o tutte e tre le aree contemporaneamente.

Esiste un quarto e ultimo gruppo di attività inteso come supportoper la valutazione del percorso da parte degli stessi studenti (AreaValuto) ed è pertanto opportuno che esse siano svolte nella faseconclusiva del lavoro.Sarebbe auspicabile, quindi, iniziare con le attività che insistono sugli

aspetti emotivi, non solo perché aiutano a motivare i ragazzi attraversoun elevato coinvolgimento, ma anche perché lavorano più in profondità

sulle dinamiche sottese all’utilizzo degli strumenti, in termini di bisogni,motivazioni e rappresentazioni. Continuando poi con le attività che

consentono di acquisire e riflettere sulle informazioni più tecniche erazionali; e terminare con la riflessione sul diritto, inserito nel più ampio

panorama della pedagogia dei diritti e della cittadinanza digitale, per tradurre ibisogni in diritti tutelati oggettivamente.

E’ possibile prevedere che ogni docente possa mettere l’accento su una specificatipologia e concentrarsi su di essa per esigenze didattiche specifiche o perché ritiene

che, in qualità di “facilitatore” di processi, una tipologia di attività possa essergli piùcongeniale.

Ovviamente, al termine del percorso, in qualsiasi modo esso sia stato assemblato daldocente, è prevista un’attività di valutazione a scelta tra quelle proposte.

A latere, per facilitare lo svolgimento delle attività, proponiamo anche una serie di giochisemplici, utili per dividere in sottogruppi gli studenti del gruppo classe.

22

AreaINTRODUZIONE AL PERCORSO

3° PARTE

23

Le attività di quest’area hanno l’obiettivo di attivare emotivamente gli studenti e far leva sullapercezione e rappresentazione che essi hanno dei Nuovi Media, in particolare Internet e cellulari.L’obiettivo è quello di fare emergere e condividere che tipo di motivazioni e bisogni (di socialità, diconoscenza, di comunicazione, di riferimento adulto, ecc.) si celano dietro l’utilizzo di questi strumentievidenziando quali condizioni favoriscono o ostacolano un comportamento responsabile e sicuro. Tali attività si prestano particolarmente per sondare se, e in che misura, bambini e adolescentipercepiscono il problema della sicurezza e se ritengono opportuno ricevere, in tal senso,un’educazione adeguata. Inoltre, svolte all’inizio del percorso, fungono da buona cartina al tornasoleper capire se e come i ragazzi e le ragazze le utilizzano.

In questa sezione sono contenute tutte le attività che ampliano la conoscenza dei ragazzi e delleragazze sui contenuti, sulle funzionalità, sui rischi e sulle opportunità offerte dai Nuovi Media.Sono attività che consentono al docente di integrare con informazioni utili, ma soprattutto allaclasse di condividere nozioni e riflettere operativamente sui comportamenti consigliati perutilizzare in modo responsabile e sicuro gli strumenti tecnologici. .

Tali attività aumentano la comprensione dei diritti online dei ragazzi e delle ragazze e li aiutanosoprattutto, a tradurre i propri bisogni - di socialità, di affetto, di conoscenza, ecc. - in diritti che litutelino. Permettono, inoltre, di identificare quelli che già esistono, per esempio quelli sanciti dallaConvenzione ONU sui diritti dell’Infanzia e dell’adolescenza, e quelli che invece andrebbero inseriti. E’inoltre un utile esercizio per riflettere in generale sul rapporto tra i right holder (i ragazzi stessi, inquanto titolari di diritto) e i duty bearer (le figure atte a tutelare e promuovere tali diritti, gli adulti e leistituzioni più in generale). Quest’area prevede attività che sviluppano capacità complesse nei ragazzi enelle ragazze e stimolano a diffondere, agire e proporre concretamente percorsi ed iniziative dipromozione dei propri diritti, anche quelli online.

In questa sezione sono contenute attività che stimolano la restituzione e la valutazione da parte deiragazzi e delle ragazze del percorso svolto sia in termini di partecipazione emotiva che diapprendimento. Sono ovviamente consigliati nella fase conclusiva del percorso.

AreaMI EMOZIONO

AreaACQUISISCO INFORMAZIONI

AreaRIFLETTO SUI MIEI DIRITTI

AreaVALUTO IL MIO PERCORSO

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APPENDICE

LA CONVENZIONEONU SUI DIRITTIDELL’INFANZIA E

DELL’ADOLESCENZA(1989)

QUESTA SINTESI DEGLI ARTICOLI DELLACONVENZIONE PUÒ ESSERE UTILIZZATA PER UNARAPIDA VISIONE D’INSIEME ED ANCHE COME PIÙAGILE STRUMENTO DI LAVORO E DICONSULTAZIONE RISPETTO AL TESTO UFFICIALE.

ARTICOLO 1.Definizione di bambino/a. Ogni persona fino ai diciotto anni di età.

ARTICOLO 2.Non discriminazione. Lo Stato deve garantire sul suo territorio tutti i dirittisenza alcuna eccezione (appartenenza etnica, genere, religione, lingua, opinioni...)

ARTICOLO 3.Superiore interesse. Ogni azione che riguarda i bambini e gli adolescenti deve mettere al primoposto il loro superiore interesse. Lo Stato deve garantire la protezione e le cure necessarie al lorobenessere quando i genitori o altri responsabili non sono in grado di farlo.

ARTICOLO 4.Implementazione dei diritti. Lo Stato deve attuare tutti i diritti presenti nella CRC.

ARTICOLO 5.Ruolo dei genitori. Lo Stato deve rispettare le responsabilità e i diritti dei genitori e della famigliaestesa che hanno il compito di assicurare una educazione coerente con i diritti della CRC, tenendoconto delle capacità evolutive del bambino/a.

ARTICOLO 6.Sopravvivenza e sviluppo. Il bambino/a ha diritto alla vita. Lo Stato deve assicurare la sopravvivenzae lo sviluppo psicofisico del bambino/a.

ARTICOLO 7.Nome e nazionalità. Un bambino/a quando nasce ha diritto ad avere un nome e una nazionalità.

ARTICOLO 8.Preservazione dell’identità. Lo Stato deve tutelare e, quando è il caso, ripristinare, i fattorifondamentali dell’identità di un bambino.

ARTICOLO 9.Separazione dai genitori. Il bambino non può essere separato, contro la sua volontà, dai genitori.La legge può decidere diversamente quando c’è incompatibilità con il superiore interesse delbambino. Il bambino ha diritto a mantenere i contatti con uno o entrambi i genitori in caso diseparazione. Se questa è decisa dallo Stato il bambino ha il diritto di sapere dove sono i genitori.

ARTICOLO 10.Ricongiungimento familiare. Il bambino e i genitori hanno il diritto di entrare in uno Stato o dilasciarlo al fine del ricongiungimento della famiglia. Lo Stato deve facilitare questo processo. Unbambino con i genitori residenti in Stati diversi ha il diritto di mantenere rapporti con entrambi.

ARTICOLO 11.Trasferimenti illeciti. Lo Stato deve prevenire e impedire trasferimenti illeciti del bambino.

ARTICOLO 12.Libertà di esprimere la propria opinione. Il/la bambino/a ha il diritto di esprimere la propriaopinione su tutte le questioni che lo/la riguardano nel rispetto dell’età e maturità. Le opinioniespresse devono essere ascoltate prima di prendere decisioni che lo coinvolgono.

ARTICOLO 13.Libertà di espressione. Il/la bambino/a ha il diritto ad esprimersi liberamente e ricevere ediffondere informazioni con ogni mezzo espressivo nel rispetto dei diritti altrui.

ARTICOLO 14.Libertà di pensiero, coscienza e religione. Lo Stato deve garantire al bambino/a il diritto allalibertà di pensiero, coscienza e religione.

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APPENDICE

ARTICOLO 15.Libertà di associazione. Lo Stato deve riconoscere al bambino/a il diritto di associazione e diriunione pacifica.

ARTICOLO 16.Protezione della privacy. Il diritto del bambino ad essere rispettato e protetto nella sua vitaprivata: in casa, in famiglia, nella corrispondenza e da attentati alla sua reputazione.

ARTICOLO 17.Ruolo dei media. Il bambino ha il diritto ad eccedere alle informazioni utili al suo benessere. LoStato deve: vigilare e incoraggiare i mass media a divulgare informazioni di utilità sociale e culturaleattraverso varie fonti (libri, film...); incoraggiare i media a produrre informazioni per i bambiniautoctoni e appartenenti a minoranza; promuovere la conoscenza tra popoli e culture; proteggereil bambino da materiali e informazioni dannosi per il suo benessere.

ARTICOLO 18.Responsabilità dei genitori. Entrambi i genitori (o tutori legali) devono curare l’educazione e losviluppo del bambino. Lo Stato deve sostenere il loro compito.

ARTICOLO 19.Protezione da ogni violenza. Lo Stato deve proteggere il bambino da ogni forma dimaltrattamento e abuso da parte di qualunque soggetto.

ARTICOLO 20.Protezione dei bambini senza famiglia. Lo Stato deve proteggere in modo particolare i bambiniche sono deprivati dell’ambiente familiare, garantendo assistenza e rispetto della sua personalità.

ARTICOLO 21.Adozione. Gli Stati, che autorizzano l’adozione, devono rispettare il superiore interesse delbambino con il controllo delle autorità competenti e la consultazione degli adulti coinvolti.

ARTICOLO 22.Bambini rifugiati. I bambini rifugiati o che cercano di ottenere lo status di rifugiati hanno diritto aprotezione speciale e assistenza. Gli Stati devono dare la massima collaborazione alle Nazioni Unitee agli organismi competenti per facilitare il ricongiungimento familiare.

ARTICOLO 23.Bambini disabili. I bambini disabili fisici e mentali hanno diritto a speciale assistenza, cure, educazioneal fine di raggiungere il massimo grado possibile di autosufficienza e partecipazione alla vita sociale.

ARTICOLO 24.Salute e servizi sanitari. Il bambino ha il diritto alla salute e all’assistenza medica. Gli Stati devonogarantire: una diminuzione della mortalità infantile; l’educazione alla salute; la prevenzione; la lottaalla malnutrizione fornendo cibo e acqua potabile; assistenza alle madri; la cooperazione tra statiper il raggiungimento degli obiettivi.

ARTICOLO 25.Controllo delle terapie. I bambini che ricevono dallo Stato particolari cure e assistenza hannodiritto a periodici controlli per verificare le loro condizioni.

ARTICOLO 26.Sicurezza sociale. Lo Stato deve garantire al bambino il diritto alla sicurezza sociale (assistenza incaso di malattia, di problemi economici...).

ARTICOLO 27.Standard di vita. Il bambino ha diritto ad uno standard di vita adeguato. I genitori sono responsabilidi garantirlo, se necessario, con il supporto dello Stato.

ARTICOLO 28.Educazione/Istruzione. Il bambino/a ha diritto all’educazione. Gli Stati devono garantire: l’istruzioneprimaria gratuita e obbligatoria per tutti; l’istruzione secondaria accessibile a tutti; la diminuzione deltasso di abbandono scolastico e la promozione della frequenza scolastica; l’informazione el’orientamento sulle varie possibilità di istruzione; il rispetto della dignità del bambino/a nelle attivitàscolastiche.

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ARTICOLO 29.Finalità educative. Lo Stato deve promuovere: lo sviluppo complessivo della personalità e delleattitudini del bambino/a; il rispetto dei genitori e della propria identità culturale; il rispetto per lealtre culture; il rispetto dell’ambiente naturale; il rispetto dei diritti umani.

ARTICOLO 30.Bambini di minoranze etniche o popolazioni indigene. Il bambino/a che appartiene a minoranzeetniche, religiose, linguistiche o di origine indigena ha diritto di praticare la propria cultura, religionee di parlare la propria lingua.

ARTICOLO 31.Gioco, tempo libero e attività culturali. Il bambino/a ha il diritto di riposarsi, giocare e parteciparead attività culturali che lo Stato deve garantire.

ARTICOLO 32.Sfruttamento del lavoro minorile. Gli Stati devono proteggere i bambini dall’impiego in lavoripesanti e rischiosi per il loro sviluppo, la loro educazione, la loro salute. Gli Stati devono stabilirel’età minima di accesso al lavoro e le condizioni di impiego e prevedere sanzioni per i trasgressori.

ARTICOLO 33.Uso di droghe. Gli Stati devono proteggere i bambini dall’uso di droghe ed evitare che venganoimpiegati in traffici illeciti di queste sostanze.

ARTICOLO 34.Sfruttamento sessuale. Gli Stati devono proteggere i bambini dallo sfruttamento e dall’abusosessuale, dalla prostituzione e dal coinvolgimento nella produzione di materiali pornografici.

ARTICOLO 35.Rapimento, vendita e tratta . Gli Stati devono adottare adeguati provvedimenti a livello nazionale einternazionale per prevenire e contrastare il rapimento, la vendita e il traffico di bambini.

ARTICOLO 36.Sfruttamento. Gli Stati devono proteggere i bambini da ogni forma di sfruttamento.

ARTICOLO 37.Tortura e privazione della libertà. Nessun bambino può essere sottoposto a pene capitali, torture,punizioni crudeli o detenzioni a vita. In caso di imprigionamento, la detenzione deve essere ridottaal minimo nel rispetto dei diritti del bambino (trattamento adeguato, assistenza legale, contatti conla famiglia, separazione da detenuti adulti).

ARTICOLO 38.Conflitti armati. Gli Stati devono proteggere i bambini e non devono arruolare minori di etàinferiore a 15 anni in caso di guerra.8

ARTICOLO 39.Recupero e reinserimento. Lo Stato ha l’obbligo di garantire cure appropriate e il reinserimentosociale dei bambini vittime di conflitti armati, torture, maltrattamenti e qualunque forma disfruttamento.

ARTICOLO 40.Giustizia minorile. I bambini accusati o riconosciuti colpevoli di aver trasgredito la legge hanno ildiritto di veder rispettati i loro diritti umani.Lo Stato deve garantire: che nessun bambino venga punito per reati non riconosciuti dalle leggi invigore; che possa beneficiare di assistenza legale e di ogni assistenza per poter preparare la propriadifesa; il principio in base al quale i trattamenti di detenzione e i procedimenti giudiziari siano il piùpossibile sostituiti da misure alternative.

ARTICOLO 41.Riconoscimento degli standard esistenti. Se la legge nazionale garantisce standard più favorevolidegli articoli della CRC, essi devono rimanere in vigore.

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APPENDICE

ARTICOLO 42.Gli Stati devono far conoscere i principi e le norme della CRC ad adulti e bambini.

ARTICOLI 43-44.Un Comitato sui Diritti del bambino deve essere istituito. I dieci esperti che lo compongonodevono esaminare i rapporti dei governi, il primo dopo due anni dalla ratifica, i successivi ognicinque anni. I rapporti devono essere pubblici.

ARTICOLO 45.Le Nazioni Unite possono incaricare l’UNICEF e altre istituzioni specializzate di controllarel’attuazione dei diritti dei bambini.

ARTICOLO 46.Tutti gli Stati del mondo possono aderire alla Convenzione.

ARTICOLI 47-48.La Convenzione è soggetta a ratifica e rimane aperta alle adesioni.

ARTICOLO 49.La Convenzione entra in vigore 30 giorni dopo la ratifica di almeno 20 Stati.

ARTICOLI 50-51.Ogni Stato può proporre emendamenti alla Convenzione e sottoporli al Segretario Generale delleNazioni Unite, che deve far conoscere le proposte a tutti gli Stati membri.

ARTICOLO 52.Uno Stato può ritirare l’adesione alla Convenzione.

ARTICOLI 53-54.La Convenzione è depositata presso il Segretario generale dell’Onu in cinese, inglese, francese,russo e spagnolo.

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II E III PARTE DELLACONVENZIONE

IMPLEMENTAZIONE EENTRATA IN VIGORE

UNA POSSIBILE CARTA DEI DIRITTI ONLINE PER L’INFANZIA

All’inizio della campagna EASY* (2004) è stato condotto un ciclo di focus group, con ungruppo di studenti di una scuola media romana, per evidenziare quali fossero per taliragazzi i diritti che essi percepivano rispetto all’utilizzo dei Nuovi M edia. A partire da una

libera conversazione, supportata da un facilitatore, è emerso nello specifico quali diritti la scolarescapensava fossero chiamati in causa in relazione all’utilizzo che essi facevano , o che avrebberodesiderato fare, di tali strumenti.Ne è emerso lo schema seguente (i diritti online di EASY ) che proponiamo ai docenti interessaticome riferimento generale, evitando di proporlo alla classe come modello da raggiungere.L’obiettivo infatti è che ogni gruppo classe, attraverso l’intero percorso che proponiamo, possaelaborare la propria carta dei diritti online13 e che solo alla fine, eventualmente, quest’ultima possaessere confrontata, come spunto per un dibattito, con la carta dei diritti online di EASY.Ognuno di questi diritti si basa su un articolo della CRC testo di riferimento e di partenza utilizzatoper sviluppare la riflessione che ha portato gli studenti coinvolti nel focus group a declinare così iloro diritti online.

13 Tale lavoro in classe può esseresupportato dal sito di EASY,www.easy4.it, dove è possibile per iragazzi esprimere e pubblicare ipropri diritti online.

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I DIRITTI ONLINE DI EASY

1 HAI IL DIRITTO DI PROTEGGERE LA TUA IDENTITÀ ONLINE

2 HAI DIRITTO DI NON DARE INFORMAZIONI PERSONALI SE NON SAI CHI C’È DALL’ALTRA PARTE O NON TI SENTI SICURO

3 HAI IL DIRITTO DI PARTECIPARE, DIVERTIRTI E TROVARE TUTTELE INFORMAZIONI ADEGUATE ALLA TUA ETÀ E PERSONALITÀ

4 HAI IL DIRITTO DI ESPRIMERTI LIBERAMENTE QUANDO SEI ONLINE SEMPRE NEL RISPETTO DEGLI ALTRI

5 HAI IL DIRITTO DI ESSERE ASCOLTATO E TRATTATO CON RISPETTO

6 HAI IL DIRITTO DI PROTEGGERE TUTTO CIÒ CHE È FRUTTO DELLA TUA CREATIVITÀ... OVUNQUE, ANCHE SUL WEB!

7 HAI IL DIRITTO DI ESSERE CRITICO E DI METTERE IN DISCUSSIONETUTTO QUELLO CHE LEGGI O CHE TROVI QUANDO SEI ONLINE

8 HAI IL DIRITTO DI UTILIZZARE LE NUOVE TECNOLOGIE PERSVILUPPARE LA TUA PERSONALITÀ E LE TUE CAPACITÀ

9 HAI IL DIRITTO DI PROTEGGERTI DA VIRUS E SPAM

APPENDICE

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EASY

EASY è una campagna di sensibilizzazione che si rivolge a pre-adolescenti, genitori ed insegnanti per un usoconsapevole e positivo dei Nuovi Media. Ma il compitodella campagna di sensibilizzazione è molto più ampio,estendendosi anche alle istituzioni, ai media, all’industriaICT fino a comprendere tutte le realtà che incidonodirettamente e/o indirettamente su un corretto uso deiNuovi Media da parte dei giovani, per richiamare laspecifica responsabilità di ognuno in merito.

GLI AMBITI DI INTERVENTO DELLA CAMPAGNA EASY:

Le settimane di sensibilizzazione con un tour itinerante perle scuole e le piazze italiane grazie all’ausilio dell’EASYbus.In concomitanza con le soste nei vari comuni italiani siorganizzano conferenze stampa laocali, seminari informativiper ragazzi, insegnanti, operatori sociali e genitori nellescuole oltre a momenti ludici nelle piazze legati ad unutilizzo positivo e consapevole delle nuove tecnologie.

Attività di media education con i ragazzi delle scuolecoinvolte dall’EASY tour.

Advocacy: azioni di sensibilizzazione presso Istituzionicompetenti per la promozione di politiche di intervento edi prevenzione adeguate ad un utilizzo sicuro di internet edei cellulari ed, inoltre, presso media tradizionali e industrieICT affinché mettano al centro delle loro azioni l’interesseprimario dei giovani fruitori di internet e cellulari.

Sviluppo di ricerche per analizzare, conoscere e monitorarea fondo il fenomeno e calibrare di conseguenza l’attività disensibilizzazione.

www.easy4.it: piattaforma di sensibilizzazione sull’uso sicuroe positivo delle nuove tecnologie con informazioni utili per iragazzi, risorse pedagogiche per insegnanti e genitori.

Produzione di materiali di sensibilizzazione specifici rivolti agenitori, insegnanti, ragazzi ed istituzioni.

Newsletter mensile indirizzata a ragazzi, genitori ed insegnatie a tutti gli interessati alla sicurezza in Internet e ai NuoviMedia.

Help desk nazionale per rispondere alle domande delpubblico e promuovere campagne simili a livello locale.

STOP-IT

Stop-It (www.stop-it.org) è dal 2002 il progetto di Save the Children Italia di lotta allo sfruttamentosessuale a danno dei minori su Internet e tramiteInternet. In particolare esso contrasta il fenomeno della pedo-pornografia online, cercando di tutelare epromuovere il diritto del minore ad essere protetto daqualsiasi forma di sfruttamento sessuale, sancito dall’art.34 della Convenzione Onu sui diritti del fanciullo.Il progetto si rivolge alle istituzioni, all’industria, alleassociazioni di genitori ed insegnanti, al sistemagiudiziario, alle forze di polizia, ai media, alla societàcivile, affinché acquisiscano consapevolezza delfenomeno coinvolgendoli nel dibattito relativoall’identificazione di buone prassi.

GLI AMBITI D’INTERVENTO DI STOP-IT:

La Hotline: il sito www.stop-it.org offre la possibilitàagli utenti di Internet di segnalare la presenza dimateriale pedo-pornografico in rete. Le segnalazionisono inviate direttamente alla Polizia Postale e delleComunicazioni nel pieno rispetto delle normative sullaprivacy, garantendo quindi l’anonimato del segnalante.

L’Advocacy: Stop-It richiama l’attenzione delle istituzionisull’importanza di focalizzarsi sull’Identificazione delleVittime di pedo-pornografia, ovvero i minori abusatisessualmente per produrre le immagini, e non solo sullarepressione del comportamento dell’abusante adulto,come di solito avviene.

La Sensibilizzazione: in sinergia con il progetto EASY, inun’ottica di prevenzione, Stop-It realizza seminari emomenti di formazione destinati a ragazzi masoprattutto a genitori ed insegnanti, con l’obiettivo difornire strumenti idonei a relazionarsi con tematichesensibili quali la pedo-pornografia online, l’abuso suiminori e la sessualità in età evolutiva, affinché possanomeglio orientare i propri bambini e ragazzi nel lorosviluppo psico-sessuale e potenziare senso critico eautonomia decisionale, elementi fondamentali percontrastare l’adescamento in rete.

Rivoltella P. Cesare (2006)Screen generation. Gli adolescenti e le prospettivedell’educazione nell’età dei media digitaliEd.Vita e Pensiero

Rivoltella P. Cesare (2001)Media Education. Modelli, esperienze, profilo disciplinareEd. Carocci

Buckingham David (2004) a cura di Cappello G.Né con la Tv, né senza la Tv. Bambini, media e cittadinanza nel XXI secoloEd. Franco Angeli

Buckingham David (2006)Media education. Alfabetizzazione, apprendimento e cultura contemporaneaEd. Centro Studi Erickson

Capurso Michele (2004)Relazioni educative e apprendimento. Modelli e strumenti per una didattica significativaEd. Centro Studi Erickson

N. Scognamiglio (2004)Il ragionamento collaborativi e la scrittura epistemicaEd. Pubblicazioni I.S.U Università Cattolica

Giandomenico Nicola, Lotti Flavio (1998)Insegnare i diritti umaniEGA-Edizioni Gruppo Abele

Invernizzi Daniela (2004)Cittadini under 18. I diritti dell’infanzia e dell’adolescenzaEd. EMI

Bobbio Andrea (2007)I diritti sottili del bambinoArmando Editore

A cura di Raffaele Picardi (2000)I diritti bambini - I bambini come indicatori “ecologici”del benessere socialeEd. Eurocomp

D’Urso Ligresti Lucia, Famiglietti Secchi Maria (2000)Apprendere per gioco e valutare. Fondamenti di didattica ludicaEdizioni Simone

Marcato Paolo, Del Guasta Cristina, Bernacchia Marcello (2007)Gioco e dopogioco. Con 48 giochi di relazione e comunicazioneEd. La Meridiana

Euli Enrico (2004)I dilemmi (diletti) del gioco. Manuale di trainingEd. La Meridiana

Hart Roger (2004)La partecipazione dei bambiniUNICEF

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BIBLIOGRAFIA

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Cofinanziato dallaCommissione Europea

Save the Childrenè la più grande organizzazioneinternazionale indipendente perla difesa e la promozione deidiritti dei bambini. Opera in 120paesi nel mondo con una retedi 28 organizzazioni nazionali eun ufficio di coordinamentointernazionale: la InternationalSave the Children Alliance. Savethe Children Italia opera anchesul territorio nazionale conparticolare attenzione alle fascepiù deboli e potenzialmentevulnerabili di minori. Inparticolare, sviluppa azioni disostegno per minori migrantinon accompagnati, minorivittime di tratta e abuso. Inoltrevi sono azioni ad ampio raggioinerenti programmi dieducazione allo sviluppo e ilrapporto dei minori con lenuove tecnologie.

Adiconsum è un’associazione diconsumatori con otre 122.000associati, costituita nel 1987 suiniziativa della CISL. Essa opera atutela dei consumatori in pienaautonomia dalle imprese, daipartiti, dal governo e dallo stessosindacato. È presente in tutte leRegioni italiane, con 283 sportellidi informazione e consulenzanelle maggiori città. Adiconsum èimpegnata fin dalla nascita nellapromozione di un consumosostenibile, socialmenteresponsabile e critico.Tra i diversiambiti di intervento, quello dellenuove tecnologie rappresenta unsettore di crescente importanza,dal 2001 infatti, Adiconsumimplementa progetti dieducazione e sensibilizzazione diragazzi, genitori e insegnanti sullasicurezza in Rete e delle nuovetecnologie.

Safe Internet Plus è ilprogramma della CommissioneEuropea che ha l’obiettivo dipromuovere un utilizzo sicuro di internet e delle nuovetecnologie online, specialmentetra i giovani (ragazzi e bambini),e di combattere contro icontenuti illegali e dannosi pergli utenti finali di Internet. Easy e Stop-It sono co-finanziati dallaCommissione Europeanell’ambito di questoprogramma.

Save the Children Italia OnlusVia Volturno 58 - 00185 Romatel +39 06 480 70 01fax +39 06 480 70 [email protected]

www.savethechildren.it

La realizzazione di questo Manuale si inserisce tra attività previste da Easy - Enhancing Awareness onInternet Safety for Young People, campagna di sensibilizzazione ad un utilizzo sicuro e responsabile deiNuovi Media da parte dei più giovani, condotta da Save the Children in partnership con Adiconsum.