didone abbandonata - metastasio

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  • 7/25/2019 Didone Abbandonata - Metastasio

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    DIDONEABBANDONATA

    Dramma per musica.

    testi di

    Pietro Metastasio

    musiche di

    Domenico Sarro

    Prima esecuzione: 1 febbraio 1724, Napoli.

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    Informazioni Didone abbandonata

    Cara lettrice, caro lettore, il sito internet www.librettidopera.it dedicato ai librettid'opera in lingua italiana. Non c' un intento filologico, troppo complesso per essere

    trattato con le mie risorse: vi invece un intento divulgativo, la volont di farconoscere i vari aspetti di una parte della nostra cultura.

    Ogni libretto stato cercato e realizzato con passione: acquistando i compact-discrealizzati aiutate a portare avanti e a migliorare la qualit di questa iniziativa.

    Motivazioni per scrivere note di ringraziamento non mancano. Contributi esuggerimenti sono giunti da ogni dove, vien da dire dagli Appennini alle Ande.

    Tutto questo aiuto mi ha dato e mi sta dando entusiasmo per continuare a migliorare eampiare gli orizzonti di quest'impresa. Ringrazio quindi:

    chi mi ha dato consigli su grafica e impostazione del sito, chi ha svolto le operazionidi aggiornamento sul portale, tutti coloro che mettono a disposizione testi e materiali

    che riguardano la lirica, chi ha donato tempo, chi mi ha prestato hardware, chi mette adisposizione software di qualit a prezzi pi che contenuti.

    Infine ringrazio la mia famiglia, per il tempo rubatole e dedicato a questa

    attivit.

    I titoli vengono scelti in base a una serie di criteri: disponibilit del materiale, datadella prima rappresentazione, autori di testi e musiche, importanza del testo nella

    storia della lirica, difficolt di reperimento.A questo punto viene ampliata la variet del materiale, e la sua affidabilit, tramite

    acquisti, ricerche in biblioteca, su internet, donazione di materiali da parte di

    appassionati. Il materiale raccolto viene analizzato e messo a confronto: vieneeseguita una trascrizione in formato elettronico.Quindi viene eseguita una revisione del testo tramite rilettura, e con un sistema

    automatico di rilevazione sia delle anomalie strutturali, sia della validit dei lemmi.Vengono integrati se disponibili i numeri musicali, e individuati i brani pi

    significativi secondo la critica.Viene quindi eseguita una conversione in formato stampabile, che state leggendo.

    Grazie ancora.

    DarioZanotti

    Libretto n. 17, prima stesura per www.librettidopera.it : dicembre 2002.Ultimo aggiornamento: 07/08/2008.

    In particolare per questo titolo si ringrazia il sitoMETASTASIO, drammi per musica

    per la gentile collaborazione.

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    P. Metastasio / D. Sarro, 1724 Personaggi

    P E R S O N A G G I

    DIDONE, regina di Cartagine, amante di Enea .......... SOPRANO

    ENEA .......... SOPRANO

    IARBA, re de' Mori, sotto nome d'Arbace .......... CONTRALTO

    SELENE, sorella di Didone ed amante occultadi Enea .......... SOPRANO

    ARASPE, confidente di Iarba ed amante diSelene .......... TENORE

    OSMIDA, confidente di Didone .......... CONTRALTO

    NETTUNO .......... ALTRO

    La scena si finge in Cartagine.

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    Argomento Didone abbandonata

    Argomento

    Didone vedova di Sicheo, dopo esserle stato ucciso il marito da Pigmalione, re di Tiro,di lei fratello, fugg con ampie ricchezze in Africa, dove comperato sufficiente terrenoedific Cartagine. Fu ivi richiesta in moglie da molti, e particolarmente da Iarba re de'Mori, e sempre ricus dicendo voler serbar fede alla cenere dell'estinto consorte.Intanto Enea troiano, essendo stata distrutta la sua patria da' greci, mentre andava inItalia, fu portato da una tempesta nelle sponde dell'Africa e ricevuto e ristorato daDidone, la quale ardentemente se ne invagh; ma mentr'egli, compiacendosidell'affetto della madesima, si tratteneva in Cartagine, fu dagli di comandato cheabbandonasse quel cielo e proseguisse il suo cammino verso Italia, dove glipromettevano che dovea risorgere una nuova Troia. Egli part e Didonedisperatamente, dopo aver invano tentato di trattenerlo, si uccise.

    Tutto ci si ha da Virgilio, il quale con un felice anacronismo unisce il tempo dellafondazion di Cartagine agli errori di Enea. Da Ovidio, nel terzo libro de' Fasti siraccoglie che Iarba s'impadronisse di Cartagine dopo la morte di Didone; e che Anna,sorella della medesima, la quale chiameremo Selene fosse occultamente anch'ellainvaghita d'Enea.Per comodit della rappresentazione si finge che Iarba, curioso di veder Didone,s'introduca in Cartagine come ambasciadore di s stesso, sotto nome d'Arbace.Tutte l'espressioni di sensi e di parole che non convengono co' dogmi cattolici o sonoscritte per propriet del carattere rappresentato o sono puri adornamenti poetici.

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    P. Metastasio / D. Sarro, 1724 Atto primo

    A T T O P R I M O

    Scena prima

    Luogo magnifico destinato per le pubbliche udienze con trono da un

    lato; veduta in prospetto della citt di Cartagine che sta in atto

    edificandosi.

    Enea, Selene, Osmida.

    ENEA No principessa, amico,sdegno non , non timor che movele frigie vele e mi trasporta altrove.

    So che m'ama Didone;pur troppo il so; n di sua f pavento.L'adoro e mi rammentoquanto fece per me: non sono ingrato.Ma ch'io di nuovo espongaall'arbitrio dell'onde i giorni mieimi prescrive il destin, voglion gli di.E son s sventurato,che sembra colpa mia quella del fato.

    SELENE Se cerchi al lungo error riposo e nido,

    te l'offre in questo lidola germana, il tuo merto e il nostro zelo.

    ENEA Riposo ancor non mi concede il cielo.

    SELENE Perch?

    OSMIDA Con qual favellail lor voler ti palesaro i numi?

    ENEA Osmida, a questi luminon porta il sonno mai suo dolce oblio,che il rigido sembiante

    del genitor non mi dipinga innante.Figlio ei dice, e l'ascolto ingrato figlio,questo d'Italia il regno,che acquistar ti commise Apollo ed io?L'Asia infelice aspettache in un altro terreno,opra del tuo valor, Troia rinasca:tu il promettesti; io nel momento estremodel viver mio la tua promessa intesi,allor che ti piegasti

    a baciar questa destra e me 'l giurasti. Continua nella pagina seguente.

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    Atto primo Didone abbandonata

    ENEA E tu frattanto ingratoalla patria, a te stesso, al genitore,qui nell'ozio ti perdi e nell'amore?Sorgi: de' legni tuoitronca il canape reo, sciogli le sarte.

    Mi guarda poi con torvo ciglio, e parte.SELENE Gelo d'orror.

    Dal fondo della scena comparisce Didone con Sguito.

    OSMIDA (Quasi felice io sono.Se parte Enea, manca un rivale al trono.)

    SELENE Se abbandoni il tuo bene,morr Didone (e non vivr Selene).

    OSMIDA La regina s'appressa.ENEA (Che mai dir?)

    SELENE (Non possoscoprire il mio tormento.)

    ENEA (Difenditi, mio core, ecco il cimento.)

    Scena seconda

    Didone, con Sguito e detti.

    DIDONE Enea, d'Asia splendore,di Citerea soave cura e mia,vedi come a momenti,del tuo soggiorno altera,la nascente Cartago alza la fronte.Frutto de' miei sudorison quegli archi, que' templi e quelle mura:ma de' sudori miei

    l'ornamento pi grande, Enea, tu sei.Tu non mi guardi, e taci? In questa guisacon un freddo silenzio Enea m'accoglie?Forse gi dal tuo coredi me l'imago ha cancellata Amore?

    ENEA Didone alla mia mente,il giuro a tutti i di, sempre presente.N tempo o lontananzapotr sparger d'oblio,questo ancor giuro ai numi, il foco mio.

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    P. Metastasio / D. Sarro, 1724 Atto primo

    DIDONE Che proteste! Io non chiedogiuramenti da te: perch'io ti creda,un tuo sguardo mi basta, un tuo sospiro.

    OSMIDA (Troppo s'inoltra.)

    SELENE (Ed io parlar non oso.)ENEA Se brami il tuo riposo,

    pensa alla tua grandezza:a me pi non pensar.

    DIDONE Che a te non pensi?Io, che per te sol vivo, io, che non godoi miei giorni felicise un momento mi lasci?

    ENEA Oh dio, che dici!

    E qual tempo scegliesti, ah troppo, troppogenerosa tu sei per un ingrato.

    DIDONE Ingrato Enea! Perch? Dunque noiosati sar la mia fiamma.

    ENEA Anzi giammaicon maggior tenerezza io non t'amai.Ma...

    DIDONE Che?

    ENEA La patria, il cielo...

    DIDONE Parla.

    ENEA

    Dovrei... ma no...L'amor... oh dio, la f...

    Ah che parlar non so.(ad Osmida)

    Spiegalo tu per me.(parte)

    Scena terza

    Didone, Selene e Osmida.

    DIDONE Parte cos, cos mi lascia Enea?Che vuol dir quel silenzio? In che son rea?

    SELENE Ei pensa abbandonarti.Contrastano quel core,

    n so chi vincer, gloria ed amore.DIDONE gloria abbandonarmi?

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    Atto primo Didone abbandonata

    OSMIDA (Si deluda.) Regina,il cor d'Enea non penetr Selene.Ei disse, ver, che il suo dover lo spronaa lasciar queste spondema col dover la gelosia nasconde.

    DIDONE Come!

    OSMIDA Fra pochi istantidalla dalla regia de' Moriqui giunger de l'ambasciatore Arbace...

    DIDONE Che perci?

    OSMIDA Le tue nozzechieder il re superbo, e teme Eneache tu ceda alla forza e a lui ti doni.Perci cos partendo,fugge il dolor di rimirarti.

    DIDONE Intendo.S'inganna Enea ma piacel'inganno all'alma mia.So che nel nostro coresempre la gelosia figlia d'amore.

    SELENE Anch'io lo so.

    DIDONE Ma non lo sai per prova.

    OSMIDA (Cos contro un rival l'altro mi giova.)

    DIDONE Vanne amata germana,dal cor d'Enea sgombra i sospetti, e digliche a lui non mi torr se non la morte.

    SELENE (A questo ancor tu mi condanni, o sorte!)

    SELENE

    Dir che fida sei,su la mia f riposa.

    Sar per te pietosa,(per me crudel sar).

    Sapranno i labbri mieiscoprirgli il tuo desio.(Ma la mia pena, oh dio,come nasconder?)

    (parte)

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    P. Metastasio / D. Sarro, 1724 Atto primo

    Scena quarta

    Didone e Osmida.

    DIDONE Venga Arbace qual vuole,supplice, o minaccioso; ei viene in vano.In faccia a lui pria che tramonti il sole,ad Enea mi vedr porger la mano.Solo quel cor mi piace,sappialo Iarba.

    OSMIDA Ecco s'appressa Arbace.

    Scena quintaIarba sotto nome di Arbace, Araspe con sguito de' Mori, Comparse,

    che conducono tigri, leoni e portano altri doni per presentare alla

    Regina, e detti.

    (mentre Didone servita da Osmida va sul trono fra loro non intesi dalla medesima dicono:)

    ARASPE Vedi, mio re...

    IARBA T'accheta.

    Finch dura l'inganno,chiamami Arbace, e non pensare al trono,per ora io non son Iarba e re non sono.

    IARBA Didone, il re de' Moria te de' cenni suoime suo fedele apportator destina.Io te l'offro qual vuoi,tuo sostegno in un punto o tua ruina.Queste che miri intanto,spoglie, gemme, tesori, uomini e fere,che l'Africa soggetta a lui produce,pegni di sua grandezza in don t'invia.Nel dono impara il donator qual sia.

    DIDONE Mentre io n'accetto il donolarga mercede il tuo signor riceve,ma s'ei non pi saggio,quel ch'ora don pu divenir omaggio.(Come altiero costui!) Siedi e favella.

    ARASPE(piano a Iarba) Qual ti sembra, o signor?

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    Atto primo Didone abbandonata

    IARBA(piano ad Araspe)

    Superba e bella.

    IARBA Ti rammenta o Didonequal da Tiro venisti, e qual ti trasse

    disperato consiglio a questo lido.Del tuo germano infidoalle barbare voglie, al genio avaroti fu l'Africa sol schermo e riparo.Fu questo, ove si inalzala superba Cartago, ampio terreno,dono del mio signore, e fu...

    DIDONE Col donola vendita confondi...

    IARBA Lascia pria ch'io favelli, e poi rispondi.

    DIDONE(piano a Osmida)

    Che ardir!

    OSMIDA(piano a Didone)

    Soffri.

    IARBA CorteseIarba il mio re le nozze tue richiese.Tu ricusasti, ei ne soffr l'oltraggio,perch giurasti allora

    che al cener di Sicheo fede serbavi.Or sa l'Africa tuttache dall'Asia distrutta Enea qui venne:sa che tu l'accogliesti e sa che l'ami.N soffrir che vengaa contrastar gli amoriun avanzo di Troia al re de' Mori.

    DIDONE E gli amori e gli sdegnifian del pari infecondi.

    IARBALascia pria ch'io finisca e poi rispondi.Generoso il mio re di guerra in vece,t'offre pace se vuoi.E in ammenda del fallobrama gli affetti tuoi, chiede il tuo letto,vuol la testa d'Enea.

    DIDONE Dicesti?

    IARBA Ho detto.

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    P. Metastasio / D. Sarro, 1724 Atto primo

    DIDONE Dalla reggia di Tiroio venni a queste arenelibertade cercando e non catene.Prezzo de' miei tesori,e non gi del tuo re Cartago dono.

    La mia destra, il mio corequando a Iarba negai,d'esser fida allo sposo allor pensai.Or pi quella non son...

    IARBA Se non sei quella...

    DIDONE Lascia pria ch'io risponda e poi favella.Or pi quella non son, variano i saggia seconda de' casi i lor pensieri.Enea piace al mio cor, giova al mio trono

    e mio sposo sar.IARBA Ma la sua testa...

    DIDONE Non facil trionfo; anzi potrebbecostar molti sudoriquest'avanzo di Troia al re de' Mori.

    IARBA Se il mio signore irrti,verranno a farti guerraquanti Getuli e quantiNumidi e Garamanti Africa serra.

    DIDONE Pur che sia meco Enea, non mi confondo;vengano a questi lidiGaramanti, Numidi, Africa e il mondo.

    IARBA Dunque dir...

    DIDONE Diraiche amoroso no 'l curo,che no 'l temo sdegnato.

    IARBA Pensa meglio, o Didone.

    DIDONE Ho gi pensato.

    (si levano da sedere)

    DIDONE

    Son regina e sono amantee l'impero io sola vogliodel mio soglio e del mio cor.

    Darmi legge in van pretendechi l'arbitrio a me contendedella gloria e dell'amor.

    (parte)

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    Atto primo Didone abbandonata

    Scena sesta

    Iarba, Osmida ed Araspe.

    IARBA (in atto di partire)Araspe, alla vendetta.

    ARASPE Mi son scorta i tuoi passi.

    OSMIDA Arbace, aspetta.

    IARBA (Da me che bramer?)

    OSMIDA Posso a mia voglialibero favellar?

    IARBA Parla.

    OSMIDA Se vuoim'offro a' sdegni tuoi compagno e guida.Didone in me confida,Enea mi crede amico e pendon l'armitutte dal cenno mio. Molto potreia' tuoi disegni agevolar la strada.

    IARBA Ma tu chi sei?

    OSMIDA Seguacedella tiria regina, Osmida io sono.In Cipro ebbi la cuna,

    e il mio core maggior di mia fortuna.IARBA L'offerta accetto e, se fedel sarai,

    tutto in merc ci che domandi avrai.

    OSMIDA Sia del tuo re Didone, a me si cedadi Cartago l'impero.

    IARBA Io te 'l prometto.

    OSMIDA Ma chi sa se consenteil tuo signore alla richiesta audace?

    IARBA Promette il re, quando promette Arbace.

    OSMIDA Dunque...

    IARBA Ogn'atto innocentequi sospetto esser pu; serba i consiglia pi sicuro loco e pi nascoso.Fidati, Osmida re, se Iarba sposo.

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    P. Metastasio / D. Sarro, 1724 Atto primo

    OSMIDA

    Tu mi scorgi al gran disegnoe al tuo sdegno, al tuo desiol'ardir mio ti scorger.

    Cos rende il fiumicello,mentre lento il prato ingombra,alimento all'arboscello;e per l'ombra umor gli d.

    (parte)

    Scena settima

    Iarba, Araspe.

    IARBA Quant' stolto se credech'io gli abbia a serbar fede!

    ARASPE Il promettesti a lui.

    IARBA Non merta f chi non la serba altrui.Ma vanne amato Araspe,ogn'indugio tormento al mio furore.Vanne; le mie vendetteun tuo colpo assicuri. Enea s'uccida.

    ARASPE Vado e sar fra pocodel suo, del mio valorein aperta tenzone arbitro il fato.

    IARBA No, t'arresta. Io non voglioche al caso si commettal'onor tuo, l'odio mio, la mia vendetta.Improvviso l'assali, usa la frode.

    ARASPE Da me frode! Signor, suddito io nacquima non gi traditor. Dimmi ch'io vadanudo in mezzo agl'incendi, incontro all'armi,

    tutto far. Tu seisignor della mia vita; in tua difesanon ricuso cimento.Ma da me non si chieda un tradimento.

    IARBA Sensi d'alma volgare; a me non mancabraccio del tuo pi fido.

    ARASPE E come, oh di,la tua virtude...

    IARBA Eh che virt? Nel mondo

    o virt non si trova,o sol virt quel che diletta e giova.

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    Atto primo Didone abbandonata

    IARBA

    Fra lo splendor del tronobelle le colpe sono,

    perde l'orror l'inganno,tutto si fa virt.Fuggir con frode il danno

    pu dubitar se licequell'anima infelice,che nacque in servit.

    (parte)

    Scena ottava

    Araspe.

    ARASPE Empio! L'orror che portail rimorso d'un fallo anche felice,la pace fra' disastriche produce virt, come non senti!O sostegno del mondo,degli uomini ornamento e degli di,bella virt il mio piacer tu sei.

    ARASPE

    Se dalle stelle tu non sei guida,fra le procelle dell'onda infida,mai per quest'alma calma non v'.

    Tu m'assicuri ne' miei perigli,nelle sventure tu mi consiglie sol contento sento per te.

    (parte)

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    P. Metastasio / D. Sarro, 1724 Atto primo

    Scena nona

    Cortile.

    Selene, Enea.

    ENEA Gi te 'l dissi, o Selene,male interpreta Osmida i sensi miei.Ah piacesse agli diche Dido fosse infida o ch'io potessifigurarmela infida un sol momento.Ma saper che m'adora,e doverla lasciar, questo il tormento.

    SELENE Sia qual vuoi la cagione,che ti sforza a partir, per pochi istantit'arresta almeno e di Nettuno al tempiovanne: la mia germanavuol col favellarti.

    ENEA Sar pena l'indugio.

    SELENE Odila e parti.

    ENEA Ed a colei che adoro,dar l'ultimo addio?

    SELENE

    (Taccio e non moro.)ENEA Piange Selene!

    SELENE E comequando parli cos non vuoi ch'io pianga?

    ENEA Lascia di sospirar. Sola Didoneha ragion di lagnarsi al partir mio.

    SELENE Abbiam l'istesso cor Didone ed io.

    ENEA Tanto per lei t'affliggi?

    SELENE

    Ella in me cos vive,io cos vivo in lei,che tutti i mali suoi son mali miei.

    ENEA Generosa Selene i tuoi sospiritanta piet mi fannoche scordo quasi il mio nel vostro affanno.

    SELENE (Se mi vedessi il core,forse la tua piet saria maggiore.)

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    Atto primo Didone abbandonata

    Scena decima

    Iarba, Araspe e detti.

    IARBA Tutta ho scorsa la reggiacercando Enea, n ancor m'incontro in lui.

    ARASPE Forse quindi part.

    IARBA (vedendo Enea)Fosse costui?

    Africano alle vesti ei non mi sembra.(ad Enea)

    Stranier dimmi: chi sei?

    ARASPE (vedendo Selene)

    (Quanto piace quel volto agli occhi miei!)ENEA (guarda Iarba e non risponde)

    Troppo, bella Selene...

    IARBA(ad Enea)

    Ol non odi?

    ENEA Troppo ad altri pietosa...

    SELENE (come sopra)Che superbo parlar!

    ARASPE (guardando Selene)

    (Quanto vezzosa!)IARBA

    (ad Enea)O palesa il tuo nome, o ch'io...

    ENEA Qual drittohai tu di domandarne? A te che giova?

    IARBA Ragione il piacer mio.

    ENEA Fra noi non s'usadi rispondere a stolti.

    (vuol partire)

    IARBA A questo acciaro...(vuol por mano alla spada e Selene lo ferma)SELENE(a Iarba)

    Su gl'occhi di Selene,nella reggia di Dido un tanto ardire?

    IARBA Di Iarba al messaggeros poco di rispetto?

    SELENE Il folle orgogliola regina sapr.

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    P. Metastasio / D. Sarro, 1724 Atto primo

    IARBA Sappialo. Intantomi vegga ad onta sua troncar quel capoe a quel d'Enea congiunto,dell'offeso mio re portarlo a' piedi.

    ENEA Difficile sar pi che non credi.

    IARBA Tu potrai contrastarlo? O quell'Eneache per glorie raccontatante perdite sue?

    ENEA Cedono assaiin confronto di gloriealle perdite sue le tue vittorie.

    IARBA Ma tu chi sei, che tantomeco per lui contrasti?

    ENEA Son un che non ti teme, e ci ti basti.

    ENEA

    Quando saprai chi sonos fiero non sarain parlerai cos.

    Brama lasciar le spondequel passeggero ardente,fra l'onde poi si pente,se ad onta del nocchierodal lido si part.

    (parte)

    Scena undicesima

    Selene, Iarba ed Araspe.

    IARBA Non partir se pria...(volendo seguire Enea)

    SELENE (lo ferma)Da lui che brami?

    IARBA Il suo nome.

    SELENE Il suo nomesenza tanto furor da me saprai.

    IARBA A questa legge io resto.

    SELENE Quell'Enea che tu cerchi appunto questo.

    IARBA Ah m'involasti un colpo,che al mio braccio offeriva il ciel cortese.

    SELENE Ma perch tanto sdegno, in che t'offese?

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    Atto primo Didone abbandonata

    IARBA Gli affetti di Didoneal mio signor contende,t' noto e mi domandi in che m'offende?

    SELENE Arbace, a quel ch'io veggionella scuola d'amor sei rozzo ancora.Un cor che s'innamora?Non sceglie a suo piacer l'oggetto amato.Onde nessuno offendequando in amor contende o allor che niegacorrispondenza altrui; non bellezza,non senno o valoreche in noi risveglia amore; anzi talorail men vago, il pi stolto che s'adora.Bella ciascuno poi finge al pensierola fiamma sua, ma poche volte vero.

    SELENE

    Ogni amator supponeche della sua feritasia la belt cagionema la belt non .

    un bel desio che nasceallor che men s'aspetta,si sente che diletta

    ma non si sa perch.(parte)

    Scena dodicesima

    Iarba, Araspe, poi Osmida.

    IARBA Non pi tempo Araspedi celarmi cos. Troppa finorasofferenza mi costa.

    ARASPE E che farai?

    IARBA I miei guerrier, che nella selva ascosiquindi non lungi al mio venir lasciai,chiamer nella reggia:distrugger Cartago, e l'empio coreall'indegno rival trarr...

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  • 7/25/2019 Didone Abbandonata - Metastasio

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    P. Metastasio / D. Sarro, 1724 Atto primo

    OSMIDA Signore,gi di Nettuno al tempiola regina s'invia. Sugli occhi tuoial superbo troiano,se tardi a riparar porge la mano.

    IARBA Tanto ardir!

    OSMIDA Non tempod'inutili querele.

    IARBA E qual consiglio?

    OSMIDA Il pi pronto il migliore. Io ti precedo;ardisci. Ad ogni impresaio sar tuo sostegno e tua difesa.

    (parte)

    Scena tredicesima

    Iarba e Araspe.

    ARASPE Dove corri, o signore?

    IARBA Il rivale a svenar.

    ARASPE Come lo speri?Ancora i tuoi guerrieri

    il tuo voler non sanno.IARBA Dove forza non val giunga l'inganno.

    ARASPE E vuoi la tua vendettacon la taccia comprar di traditore?

    IARBA Araspe, il mio favoretroppo ardito ti fe'; pi franco all'opree men pronto ai consigli io ti vorrei.Chi son io ti rammenta e chi tu sei.

    IARBA

    Son quel fiume che gonfio d'umori,quando il gelo si scioglie in torrenti,selve, armenti, capanne e pastoriporta seco e ritegno non ha.

    Se si vede fra gli argini strettosdegna il letto, confonde le spondee superbo fremendo se n' va.

    (parte)

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  • 7/25/2019 Didone Abbandonata - Metastasio

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    Atto primo Didone abbandonata

    Scena quattordicesima

    Araspe.

    ARASPE Lo so, quel cor ferocestragi minaccia alla mia fede ancora;ma si serva al dovere e poi si mora.

    ARASPE

    Infelice e sventuratopotr farmi ingiusto fato,ma infedele io non sar.

    La mia fede e l'onor miopur fra l'onde dell'oblioagli Elisi io porter.

    (parte)

    Scena quindicesima

    Tempio di Nettuno con simulacro del medesimo.

    Enea, Osmida.

    OSMIDA Come? Da' labbri tuoiDido sapr che abbandonar la vuoi!Ah taci per piete risparmia al suo cor questo tormento.

    ENEA Il dirlo crudeltma sarebbe il tacerlo un tradimento.

    OSMIDA Bench costante, io speroche al pianto suo tu cangerai pensiero.

    ENEA Pu togliermi di vita,ma non pu il mio dolorefar ch'io manchi alla patria e al genitore.

    OSMIDA Oh generosi detti!Vincere i propri affettiavanza ogn'altra gloria.

    ENEA Quanto costa per questa vittoria.

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  • 7/25/2019 Didone Abbandonata - Metastasio

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    P. Metastasio / D. Sarro, 1724 Atto primo

    Scena sedicesima

    Iarba, Araspe e detti.

    IARBA(piano ad Araspe)

    Ecco il rival n seco alcun de' suoi seguaci.

    ARASPE(piano a Iarba)

    Ah pensa che tu sei...

    IARBA(come sopra)

    Seguimi e taci.Cos gl'oltraggi miei...

    (in atto di ferire Enea)

    ARASPE(a Iarba)

    Fermati.

    IARBA(ad Araspe)

    (Araspe lo trattiene)Indegno,

    al nemico in aiuto?(gli cade il pugnale, ed Araspe lo raccoglie)

    ENEA(ad Araspe, in mano di

    cui voltandos vede ilpugnale)

    Che tenti, anima rea?

    OSMIDA (Tutto perduto.)

    Scena diciassettesimaDidone con Guardie, e detti.

    OSMIDA Siam traditi o regina.Se pi tarda d'Arbace era l'aita,il valoroso Eneasotto colpo inumano oggi cadea.

    DIDONE Il traditor qual , dove dimora?

    OSMIDA (accenna Araspe)Miralo: nella destra ha il ferro ancora.

    DIDONE(ad Araspe)

    Chi ti dest nel senos barbaro desio?

    ARASPE Del mio signor la gloria e il dover mio.

    DIDONE Come! L'istesso Arbacedisapprova...

    ARASPE Lo so ch'ei mi condanna,il suo sdegno pavento,

    ma il mio non fu delitto e non mi pento.

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  • 7/25/2019 Didone Abbandonata - Metastasio

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    Atto primo Didone abbandonata

    DIDONE E n meno hai rossoredel sacrilego eccesso?

    ARASPE Tornerei mille volte a far l'istesso.

    DIDONE Ti preverr. Ministri,

    custodite costui.

    Araspe parte con Guardie.

    ENEA(a Iarba)

    Generoso nemico,in te tanta virtude io non credea.Lascia che a questo sen...

    IARBA Scostati Enea.Sappi che il viver tuo d'Araspe dono,che il tuo sangue vogl'io, che Iarba io sono.

    DIDONE Tu Iarba!

    ENEA Il re de' Mori!

    DIDONE Un re sensi s reinon chiude in seno, un mentitor tu sei.Si disarmi.

    IARBA (snuda la spada)Nessuno

    avvicinarsi ardisca o ch'io lo sveno.

    OSMIDA(piano a Iarba) Cedi per poco almeno,fin ch'io genti raccolga, a me ti fida.

    IARBA(piano a Osmida)

    E cos vil sar?

    ENEA Fermate amici,a me tocca punirlo.

    DIDONE Il tuo valoreserba ad uopo miglior; che pi s'aspetta?O si renda o svenato a' pi mi cada.

    OSMIDA(piano a Iarba)

    Serbati alla vendetta.

    IARBA Ecco la spada.

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  • 7/25/2019 Didone Abbandonata - Metastasio

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    P. Metastasio / D. Sarro, 1724 Atto primo

    IARBA

    (a Didone)

    Tu mi disarmi il fianco.(ad Enea)

    Tu mi vorresti oppresso.Ma sono ancor l'istesso,ma non son vinto ancor.

    Soffro per or lo scorno.(a Didone)

    Ma forse questo il giornoche domer quell'alma,

    (ad Enea)

    che punir quel cor.

    DIDONE

    (a Osmida)

    Frenar l'alma orgogliosa

    tua cura sia.OSMIDA Su la mia f riposa.

    Parte appresso Iarba con Guardie.

    Scena diciottesima

    Didone, Enea.

    DIDONE Enea, salvo gi seidalla crudel ferita,per me serban gli di s bella vita.

    ENEA Oh dio regina.

    DIDONE Ancoraforse della mia fede incerto stai?

    ENEA No; pi funeste assaison le sventure mie. Vuole il destino...

    DIDONE Chiari i tuoi sensi esponi.

    ENEA Vuol (mi sento morir) ch'io t'abbandoni.DIDONE M'abbandoni! Perch?

    ENEA Di Giove il cenno,l'ombra del genitor, la patria, il cielo,la promessa, il dover, l'onor, la famaalle sponde d'Italia oggi mi chiama.La mia lunga dimorapur troppo degli di mosse lo sdegno.

    DIDONE E cos fin ad ora,

    perfido mi celasti il tuo disegno?ENEA Fu piet...

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  • 7/25/2019 Didone Abbandonata - Metastasio

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    Atto primo Didone abbandonata

    DIDONE Che piet? Mendace il labbrofedelt mi giuravae intanto il cor pensavacome lunge da me volgere il piede.A chi misera me dar pi fede?

    Vil rifiuto dell'ondeio l'accolgo dal lido, io lo ristorodall'ingiurie del mar, le navi e l'armigi disperse io gli rendo e gli do loconel mio cor, nel mio regno, e questo poco.Di cento re per luiricusando gli amori i gli sdegni irrto.Ecco poi la mercede.A chi misera me dar pi fede?

    ENEA Fin ch'io viva, o Didone,

    dolce memoria al mio pensier sarai.N partirei giammai,se per voler de' numi io non dovessiconsacrare il mio affannoall'impero latino.

    DIDONE Veramente non hannoaltra cura gli di che il tuo destino.

    ENEA Io rester, se vuoiche si renda spergiuro un infelice.

    DIDONE No, sarei debitricedell'impero del mondo a' figli tuoi.Va' pur, segui il tuo fato,cerca d'Italia il regno; all'onde, ai venticonfida pur la speme tua. Ma senti:far quell'onde istessedelle vendette mie ministre il cielo.E tardi allor pentitod'aver creduto all'elemento insanorichiamerai la tua Didone in vano.

    ENEA Se mi vedessi il core...DIDONE Lasciami traditore.

    ENEA Almen dal labbro miocon volto meno iratoprendi l'ultimo addio.

    DIDONE Lasciami ingrato.

    ENEA E pur a tanto sdegnonon hai ragion di condannarmi.

    DIDONE

    Indegno.

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  • 7/25/2019 Didone Abbandonata - Metastasio

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    P. Metastasio / D. Sarro, 1724 Atto primo

    DIDONE

    Non ha ragione, ingrato,un core abbandonatoda chi giurogli f?

    Anime innamorate,se lo provaste mai,ditelo voi per me.

    Perfido tu lo saise in premio un tradimentoio meritai da te.

    E qual sar tormento,anime innamorate,se questo mio non !

    (parte)

    Scena diciannovesima

    Enea.

    ENEA E soffrir che sias barbara mercedepremio della tua fede anima mia?Tanto amor, tanti doni...Ah pria ch'io t'abbandoni,

    pra l'Italia, il mondo,resti in oblio profondola mia fama sepolta;vada in cenere Troia un'altra volta.Ah che dissi! A le mieamorose follie,gran genitor, perdona, io n'ho rossore,non fu Enea che parl; lo disse Amore.Si parta. E l'empio morostringer il mio tesoro?No... Ma sar frattantoal proprio genitor spergiuro il figlio?Padre, amor, gelosia, numi, consiglio!

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  • 7/25/2019 Didone Abbandonata - Metastasio

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    Atto primo Didone abbandonata

    ENEA

    Se resto sul lido,se sciolgo le veleinfido, crudele

    mi sento chiamar.E intanto, confuso

    nel dubbio funesto,non parto, non resto,ma provo il martreche avrei nel partire,che avrei nel restar.

    (parte)

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  • 7/25/2019 Didone Abbandonata - Metastasio

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    P. Metastasio / D. Sarro, 1724 Atto secondo

    A T T O S E C O N D O

    Scena prima

    Appartamenti reali con tavolino e sedia.

    Iarba ed Osmida.

    OSMIDA Signore ove te n' vai?Nelle mie stanze ascosoper tuo, per mio riposo io ti lasciai.

    IARBA Ma sino al tuo ritornotolerar quel soggiorno io non potei.

    OSMIDA In periglio tu sei, ch se Didonelibero errar ti vedetemer di mia fede.

    IARBA A tal oggettodisarmato io me n' vo, fin che non giungal'amico stuol che a vendicarmi affretto.

    OSMIDA Va' pur ma ti rammentach'io sol per tua cagion...

    IARBA Fost'infido a Didone.

    OSMIDA E che per tua mercede...IARBA So qual premio si debba alla tua fede.

    OSMIDA

    Pensa che il trono aspetto,che n'ho tua fede in pegnoe che donando un regnoti fai soggetto un re.

    Un re che tuo seguaceti sar fido in pace.E se guerrier lo vuoicontro i nemici tuoicombatter per te.

    (parte)

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  • 7/25/2019 Didone Abbandonata - Metastasio

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    Atto secondo Didone abbandonata

    Scena seconda

    Iarba e poi Araspe.

    IARBA Giovino i tradimenti,poi si punisca il traditore.

    IARBA (vedendo Araspe)Indegno

    t'offerisci al mio sdegno e non paventi?Temerario, per tenon cadde Enea dal ferro mio trafitto.

    ARASPE Ma delitto non .

    IARBA Non delitto!Di tante offese ormaivendicato m'avria quella ferita.

    ARASPE La tua gloria salvai nella sua vita.

    IARBA Ti punir.

    ARASPE La penabench innocente io soffrir con pace,ch sempre reo chi al suo signor dispiace.

    IARBA (Hanno un'ignota forzai detti di costuiche m'incatena e parmich'io non sappia sdegnarmi in faccia a lui).Odi, giacch al tuo requal ossequio tu debba ancor non sai,innanzi a me non favellar giammai.

    ARASPE Ubbidir.

    Scena terzaSelene e detti.

    SELENE Chi sciolsebarbaro i lacci tuoi? Tu non rispondi?Dell'offesa reina il giusto imperoqual folle ardire a disprezzar t'ha mosso?Parla Araspe per lui.

    ARASPE Parlar non posso.

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  • 7/25/2019 Didone Abbandonata - Metastasio

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    P. Metastasio / D. Sarro, 1724 Atto secondo

    SELENE(ad Araspe)

    Parlar non puoi! (Paventodi nuovo tradimento). E qual arcanosi nasconde a Selene?Perch taci cos?

    ARASPE Tacer conviene.

    IARBA(a Selene)

    Senti. Voglio appagarti.Vado apprendendo l'artiche deve posseder chi s'innamoranella scuola d'amor son rozzo ancora.

    SELENE L'arte di farsi amarecome apprender mai pu chi serba in senos arroganti costumi e s scortesi?

    IARBA Solo a farmi temer finora appresi.

    SELENE E n pur questo sai; quell'empio coreodio m i desta in seno e non paura.

    IARBA La debolezza tua ti fa sicura.

    IARBA

    Leon, che errando vadaper la natia contrada,se un agnellin rimiranon si commove all'ira

    nel generoso cor.Ma se venir si vedeorrida tigre in faccia,l'assale e la minaccia,perch sol quella crededegna del suo furor.

    (parte)

    Scena quarta

    Selene ed Araspe.

    SELENE Chi fu che all'inumanodisciolse le catene?

    ARASPE A me bella Selene, il chiedi in vano.Io prigioniero e reo,libero ed innocente in un momentosciolto mi vedo e sentofra' lacci il mio signore, il passo muovoa suo pro nella reggia, e ve 'l ritrovo.

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  • 7/25/2019 Didone Abbandonata - Metastasio

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    Atto secondo Didone abbandonata

    SELENE Ah contro Enea v' qualche frode ordita.Difendi la sua vita.

    ARASPE mio nemico.Pur se brami che Araspedall'insidie il difenda,te 'l prometto. Sin quil'onor mio no 'l contrasta,ma ti basti cos.

    SELENE (in atto di partire)Cos mi basta.

    ARASPE Ah non toglier s tostoil piacer di mirarti agli occhi miei.

    SELENE Perch?

    ARASPE Tacer dovrei ch'io sono amante,ma reo del mio delitto il tuo sembiante.

    SELENE Araspe, il tuo valore,il volto tuo, la tua virt mi piace.Ma gi pena il mio cor per altra face.

    ARASPE Quanto son sventurato!

    SELENE pi Selene.Se t'accende il mio volto,narri almen le tue pene ed io le ascolto.Io l'incendio nascosotacer non posso e palesar non oso.

    ARASPE Soffri almen la mia fede.

    SELENE S, ma da me non aspettar mercede.Se pu la tua virtamarmi a questa legge, io te 'l concedo;ma non chieder di pi.

    ARASPE Di pi non chiedo.

    SELENE

    Ardi per me fedele,serba nel cor lo strale,ma non mi dir crudele,se non avrai merc.

    Hanno sventura egualela tua, la mia costanza.Per te non v' speranza,non v' piet per me.

    (parte)

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  • 7/25/2019 Didone Abbandonata - Metastasio

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    P. Metastasio / D. Sarro, 1724 Atto secondo

    Scena quinta

    Araspe.

    ARASPETu dici ch'io non speri,ma no 'l dici abbastanza;l'ultima che si perde la speranza.

    ARASPE

    L'augelletto in lacci strettoperch mai cantar s'ascolta?Perch spera un'altra voltadi tornare in libert.

    Nel conflitto sanguinoso

    quel guerrier perch non geme?Perch gode colla spemequel riposo che non ha.

    (parte)

    Scena sesta

    Didone con foglio, Osmida e poi Selene.

    DIDONE Gi so che si nascondede' Mori il re sotto il mentito Arbace.Ma, sia qual pi gli piace, egli m'offesee senz'altra dimora,o suddito o sovrano, io vuo' che mora.

    OSMIDA Sempre in me de' tuoi cenniil pi fedele esecutor vedrai.

    DIDONE Premio avr la tua fede.

    OSMIDA E qual premio, o regina? Adopro in vano

    per te fede e valore:occupa solo Enea tutto il tuo core.

    DIDONE Taci, non rammentar quel nome odiato. un perfido, un ingrato, un'alma senza legge e senza fede.Contro me stessa ho sdegno,perch finor l'amai.

    OSMIDA Se lo torni a mirar ti placherai.

    DIDONE Ritornarlo a mirar! Per fin ch'io vivamai pi non mi vedr quell'alma rea.

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  • 7/25/2019 Didone Abbandonata - Metastasio

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    Atto secondo Didone abbandonata

    SELENE Teco vorrebbe Eneaparlar se glie 'l concedi.

    DIDONE Enea! Dov'?

    SELENE Qui presso

    che sospira il piacer di rimirarti.DIDONE Temerario! Che venga.

    (Selene parte)

    DIDONE Osmida, parti.

    OSMIDA Io non te 'l dissi? Eneatutta del cor la libert t'invola.

    DIDONE Non tormentarmi pi; lasciami sola.(Osmida parte)

    Scena settimaDidone ed Enea.

    DIDONE Come! Ancor non partisti? Adorna ancoraquesti barbari lidi il grande Enea?E pur io mi credeache gi varcato il mar d'Italia in senoin trionfo traessipopoli debellati e regi oppressi.

    ENEA Quest'amara favellamal conviene al tuo cor bella reina.Del tuo, dell'onor miosollecito ne vengo. Io so che vuoidel moro il fiero orgogliocon la morte punir.

    DIDONE E questo il foglio.

    ENEA La gloria non consentech'io vendichi in tal guisa i torti miei.

    Se per me lo condanni...DIDONE Condannarlo per te! Troppo t'inganni.

    Pass quel tempo Eneache Dido a te pens; spenta la face, sciolta la catenae del tuo nome or mi rammento appena.

    ENEA Sappi che re de' Mori l'orator fallace.

    DIDONE Io non so quale ei sia, lo credo Arbace.

    ENEA Oh dio, con la sua mortetutta contro di te l'Africa irriti.

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  • 7/25/2019 Didone Abbandonata - Metastasio

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    P. Metastasio / D. Sarro, 1724 Atto secondo

    DIDONE Consigli or non desio,tu provedi al tuo regno, io penso al mio.Senza di te finor leggi dettai,sorger senza di te Cartago io vidi.Felice me se mai

    tu non giungevi, ingrato, a questi lidi.ENEA Se sprezzi il tuo periglio

    donalo a me. Grazia per lui ti chieggio.

    DIDONE S, veramente io deggioil mio regno e me stessa al tuo gran merto.A s fedele amante,ad eroe s pietoso, a' giusti prieghidi tanto intercessor nulla si nieghi.Inumano, tiranno, forse questo

    l'ultimo d che rimirar mi di,venghi sugli occhi miei,sol d'Arbace mi parli e me non curi.T'avessi pur vedutod'una lagrima sola umido il ciglio.Uno sguardo, un sospiro,un segno di pietade in te non trovo.E poi grazie mi chiedi?Per tanti oltraggi ho da premiarti ancora?

    (sottoscrive il foglio)

    Perch tu lo vuoi salvo, io vu che mora.

    ENEA Idol mio, che pur seiad onta del destin l'idolo mio,che posso dir, che giovarinovar co' sospiri il tuo dolore?Ah se per me nel corequalche tenero affetto avesti maiplaca il tuo sdegno e rasserena i rai.Quell'Enea te 'l domandache tuo cor, che tuo bene un d chiamasti,quel che finora amasti

    pi della vita tua, pi del tuo soglio,quello...

    DIDONE Basta, vincesti, eccoti il foglio.Vedi quanto t'adoro ancora ingrato.Con un tuo sguardo solomi togli ogni difesa e mi disarmi.Ed hai cor di tradirmi? E puoi lasciarmi?

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  • 7/25/2019 Didone Abbandonata - Metastasio

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    Atto secondo Didone abbandonata

    DIDONE

    Ah! non lasciarmi no,bell'idol mio.Di chi mi fider,

    se tu m'inganni?Di vita mancherei

    nel dirti addio.Ch viver non potreifra tanti affanni.

    (parte)

    Scena ottava

    Enea, poi Iarba.

    ENEA Io sento vacillar la mia costanzaa tanto amore appressoe mentre salvo altrui perdo me stesso.

    IARBA Che fa l'invitto Enea? Gli veggo ancoradel passato timore i segni in volto.

    ENEA Iarba da' lacci sciolto!Chi ti di libert?

    IARBA Permette Osmidache per entro la reggia io mi raggiri,ma vuol ch'io vada errando,per sicurezza tua, senza il mio brando.

    ENEA Cos tradisce Osmidail comando real?

    IARBA Dimmi, che temi?Ch'io m'involi al castigo o a queste mura?Troppo vi rester per tua sventura.

    ENEA La tua sorte presente degna di piet, non di timore.

    IARBA Risparmia al tuo gran corequesta inutil piet. So che a mio dannode la regina irriti i sdegni insani.Solo in tal guisa sannogli oltraggi vendicar gli eroi troiani.

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  • 7/25/2019 Didone Abbandonata - Metastasio

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    P. Metastasio / D. Sarro, 1724 Atto secondo

    ENEA Leggi. La regal donna in questo fogliola tua morte segn di propria mano.S'Enea fosse africanoIarba estinto saria. Prendi ed impara,barbaro, discortese,

    come vendica Enea le proprie offese.(lacera il foglio della sentenza)

    ENEA

    Vedi nel mio perdonoperfido traditorquel generoso corche tu non hai.

    Vedilo e dimmi poise gli africani eroitanta virt nel senoebbero mai.

    (parte)

    Scena nona

    Iarba.

    IARBA Cos strane venture io non intendo!

    Piet nel mio nemico,infedelt nel mio seguace io trovo.Ah forse a danno miol'uno e l'altro congiura.Ma di lor non ho cura.Piet finga il rivale,sia l'amico fallace,non sar di timor Iarba capace.

    IARBA

    Fosca nube il sol ricopra,o si scopra il ciel sereno,non si cangia il cor nel seno,non si turba il mio pensier.

    Le vicende della sorteimparai con alma fortedalle fasce a non temer.

    (parte)

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    Atto secondo Didone abbandonata

    Scena decima

    Atrio.

    Enea, poi Araspe.

    ENEA Fra il dovere e l'affettoancor dubbioso in seno ondeggia il core.Purtroppo il mio valoreall'impero serv d'un bel sembiante.Ah una volta l'eroe vinca l'amante.

    ARASPE Di te finora in tracciascorsi la reggia.

    ENEA Amicovieni fra queste braccia.

    ARASPE Allontanati Enea, son tuo nemico;(snuda la spada)

    snuda, snuda quel ferro,guerra con te, non amicizia io voglio.

    ENEA Tu di Iarba all'orgoglioprima m'involi, e poiguerra mi chiedi ed amist non vuoi?

    ARASPE T'inganni, allor difesila gloria del mio re, non la tua vita.Con pi nobil feritarendergli a me s'aspettaquella che tolsi a lui giusta vendetta.

    ENEA Enea stringer l'acciarocontro il suo difensore!

    ARASPE Ol che tardi?

    ENEA La mia vita tuo dono.

    Prendila pur se vuoi, contento io sono.Ma ch'io debba a tuo danno armar la mano,generoso guerrier, lo speri in vano.

    ARASPE Se non impugni il brandoa ragion ti dir codardo e vile.

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  • 7/25/2019 Didone Abbandonata - Metastasio

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    P. Metastasio / D. Sarro, 1724 Atto secondo

    ENEA Questa ad un cor virilevergognosa minaccia Enea non soffre.Ecco per soddisfarti io snudo il ferro.Ma prima i sensi mieiodan gli uomini tutti, e tutti i di.

    Io son d'Araspe amico,io debbo la mia vita al suo valore.Ad onta del mio corediscendo al gran cimento,di codardia tacciatoe per non esser vil mi rendo ingrato.

    (cominciano a battersi)

    Scena undicesima

    Selene e detti.

    SELENE Tanto ardir nella reggia? Ol, fermate!Cos mi serbi f, cos difendiAraspe traditor d'Enea la vita?

    ENEA No principessa. Araspenon ha di tradimenti il cor capace.

    SELENE Chi di Iarba seguace,esser fido non pu.

    ARASPE Bella Selene,puoi tu sola avanzartia tacciarmi cos.

    SELENE T'accheta e parti.

    ARASPE

    Tacer, se tu lo brami,ma fai torto alla mia fede,se mi chiami traditor.

    Porter lontano il piede,ma placati sdegni tuoiso che poi n'avrai rossor.

    (parte)

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  • 7/25/2019 Didone Abbandonata - Metastasio

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    Atto secondo Didone abbandonata

    Scena dodicesima

    Enea e Selene.

    ENEA Allor che Araspe a provocar mi vennedel suo signor sostennele ragioni con me. La sua virtudese condannar pretenditroppo quel core ingiustamente offendi.

    SELENE Ah generoso Eneanon fidarti cos. D'Osmida ancoraall'amist tu credi e pur t'inganna.

    ENEALo so, ma come Osmidanon serba Araspe in seno anima infida.

    SELENE Sia qual ei vuole Araspe, or non tempodi favellar di lui. Brama Didoneteco parlar.

    ENEA Poc'anzidal suo real soggiorno io trassi il piede.Se di nuovo mi chiedech'io resti in questa arena,in van s'accrescer la nostra pena.

    SELENE Come fra tanti affanni,cor mio chi t'ama abbandonar potrai?

    ENEA Selene, a me cor mio!

    SELENE Didone che parla e non son io.

    ENEA Se per la tua germanacos pietosa sei,non curar pi di me, ritorna a lei.Dille che si consoli,che ceda al fato e rassereni il ciglio.

    SELENE Ah no, cangia ben mio, cangia consiglio.

    ENEA Tu mi chiami tuo bene!

    SELENE Didone che parla e non Selene.Se non l'ascolti almenotu sei troppo inumano.

    ENEA L'ascolter ma l'ascoltarla vano.

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    P. Metastasio / D. Sarro, 1724 Atto secondo

    ENEA

    Non cede all'austro iraton tema allor che fremeil turbine sdegnato

    quel monte che sublimele cime inalza al ciel.

    Costante ad ogni oltraggiosempre la fronte avezzadisprezza il caldo raggio,non cura il freddo gel.

    (parte)

    Scena tredicesima

    Selene.

    SELENE Chi ud, chi vide maidel mio pi strano amor, sorte pi ria.Taccio la fiamma miae vicina al mio beneso scoprirgli l'altrui, non le mie pene.

    SELENE

    Veggio la spondasospiro il lido;e pur dall'ondafuggir non so.

    Se il mio dolorescoprir diffido,pietoso amore,che mai far.

    (parte)

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    Atto secondo Didone abbandonata

    Scena quattordicesima

    Gabinetto con sedie.

    Didone; poi Enea.

    DIDONE Incerta del mio fatoio pi viver non voglio. tempo ormaiche per l'ultima volta Enea si tenti.Se dirgli i miei tormenti,se la piet non giova,faccia la gelosia l'ultima prova.

    ENEA Ad ascoltar di nuovoi rimproveri tuoi vengo, o regina.So che vuoi dirmi ingrato,perfido, mancator, spergiuro, indegno:chiamami come vuoi, sfoga il tuo sdegno.

    DIDONE No, sdegnata io non sono. Infido, ingrato,perfido, mancator pi non ti chiamo.Rammentarti non bramo i nostri ardori,da te chiedo consigli e non amori.Siedi.

    (siedono)

    ENEA (Che mai dir?)

    DIDONE Gi vedi, Enea,che fra nemici il mio nascente impero.Sprezzai fin ora, vero,le minacce e 'l furor; ma Iarba offesoquando priva sar del tuo sostegnomi torr per vendetta e vita e regno.In cos dubbia sorteogni rimedio vano.

    Deggio incontrar la morteo al superbo african porger la mano.L'un e l'altro mi spiace e son confusa.Al fin femmina e solalungi dal patrio ciel, perdo il coraggio:e non meraviglias'io risolver non so; tu mi consiglia.

    ENEA Dunque fuor che la morte,o il funesto imeneo,trovar non si potria scampo migliore?

    DIDONE V'era pur troppo.

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  • 7/25/2019 Didone Abbandonata - Metastasio

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    P. Metastasio / D. Sarro, 1724 Atto secondo

    ENEA E quale?

    DIDONE Se non sdegnava Enea d'esser mio sposol'Africa avrei vedutadall'Arabico seno al mar d'Atlantein Cartago adorar la sua regnante.E di Troia e di Tirorinnovar si potea... Ma che ragiono?L'impossibil mi fingo e folle io sono.Dimmi, che far degg'io? Con alma fortecome vuoi, sceglier Iarba o la morte.

    ENEA Iarba o la morte! E consigliarti io deggio?Colei che tanto adoroall'odiato rival vedere in braccio?Colei...

    DIDONE Se tanta penatrovi nelle mie nozze, io le ricuso.Ma, per tormi agl'insultinecessario il morir. Stringi quel brando,svena la tua fedele. piet con Didone esser crudele.

    ENEA Ch'io ti sveni! Ah pi tostocada sopra di me del ciel lo sdegno.Prima scemin gli di,per accrescer tuoi giorni, i giorni miei.

    DIDONE Dunque a Iarba mi dono. Ol.(esce un paggio)

    ENEA Deh ferma.Troppo, oh dio, per mia penasollecita tu sei.

    DIDONE Dunque mi svena.

    ENEA No; si ceda al destino. A Iarba stendila tua destra real; di pace privaresti l'alma d'Enea, pur che tu viva.

    DIDONE Giacch d'altri mi brami,appagarti sapr. Iarba si chiami.

    (parte il paggio e un altro porta da sedere per Iarba)

    DIDONE Vedi quanto son ioubbidiente a te.

    ENEA Regina addio.(si levano da sedere)

    DIDONE Dove, dove? T'arresta.Del felice imeneo

    ti voglio spettatore.(Resister non potr.)

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  • 7/25/2019 Didone Abbandonata - Metastasio

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    Atto secondo Didone abbandonata

    ENEA (Costanza o core.)

    Scena quindicesima

    Iarba e detti.

    IARBA Didone a che mi chiedi?Sei folle se mi credidall'ira tua, da tue minacce oppresso,non si cangia il mio cor, sempre l'istesso.

    ENEA (Che arroganza!)

    DIDONE Deh placail tuo sdegno o signor. Tu col tacermi

    il tuo grado e 'l tuo nomea gran rischio esponesti il tuo decoro.Ed io... Ma qui t'assidi,e con placido voltoascolta i sensi miei.

    IARBA Parla, t'ascolto.(siedono Iarba e Didone)

    ENEA (in atto di partire)Permettimi che ormai...

    DIDONE (ad Enea)

    Fermati e siedi.Troppo lunghe non fian le tue dimore.(Resister non potr.)

    ENEA (Costanza, o core.)(siede)

    IARBA Eh vada. Allor che tecoIarba soggiorna ha da partir costui.

    ENEA (Ed io lo soffro.)

    DIDONE In lui

    in vece d'un rival trovi un amico.Ei sempre a tuo favoremeco parl. Per suo consiglio io t'amo.Se credi menzogneroil labbro mio,

    (ad Enea)

    dillo tu stesso.

    ENEA vero.

    IARBA Dunque nel re de' Morialtro merto non v' che un suo consiglio?

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    P. Metastasio / D. Sarro, 1724 Atto secondo

    DIDONE No Iarba, in te mi piacequel regio ardir che ti conosco in volto.Amo quel cor s forte,sprezzator de' perigli e della morte.E se il ciel mi destina

    tua compagna e tua sposa...ENEA Addio regina.

    (si alza)

    Basta che fin ad orat'abbia ubbidito Enea.

    DIDONE Non basta ancora.Siedi per un momento.(Comincia a vacillar.)

    ENEA (torna a sedere)(Questo tormento!)

    IARBA Troppo tardi o Didoneconosci il tuo dover. Ma pure io vogliodonar gli oltraggi mieitutti alla tua belt.

    ENEA (Che pena o di!)

    IARBA In pegno di tua fededammi dunque la destra.

    DIDONE Io son contenta.(lentamente, ed interrompendo le parole per osservarne l'effetto in Enea)

    A pi gradito laccio amor pietosostringer non mi potea.

    ENEA Pi soffrir non si pu.(si leva agitato)

    DIDONE Qual ira Enea?

    ENEA Ma che vuoi? Non ti bastaquanto fin or soffr la mia costanza?

    DIDONE Eh taci.

    ENEA Che tacer, tacqui abbastanza.Vuoi darti al mio rivale,brami che io te 'l consigli,tutto faccio per te; che pi vorresti?Ch'io ti vedessi ancor fra le sue braccia?Dimmi che mi vuoi morto e non ch'io taccia.

    DIDONE Odi; a torto ti sdegni.(s'alza)

    Sai che per ubbidirti...

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  • 7/25/2019 Didone Abbandonata - Metastasio

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    Atto secondo Didone abbandonata

    ENEA Intendo, intendo.Io sono il traditor, son io l'ingrato,tu sei quella fedeleche per me perderebbe e vita e soglio,ma tanta fedelt veder non voglio.

    (parte)

    Scena sedicesima

    Didone e Iarba.

    DIDONE Senti.

    IARBA Lascia che parta.(s'alza)

    DIDONE I sdegni suoia me giova calmar.

    IARBA Di che paventi?Dammi la destra e miadi vendicarti poi la cura sia.

    DIDONE D'imenei non tempo.

    IARBA Perch?

    DIDONE Pi non cercar.

    IARBA Saperlo io bramo.DIDONE Gi che vuoi, te 'l dir. Perch non t'amo,

    perch mai non piacesti agli occhi miei,perch odioso mi sei, perch mi piacepi che Iarba fedele Enea fallace.

    IARBA Dunque perfida io sonoun oggetto di riso agli occhi tuoi!Ma sai chi Iarba sia?Sai con chi ti cimenti?

    DIDONESo che un barbaro sei n mi spaventi.

    IARBA

    Chiamami pur cos.Forse pentita un dpiet mi chiederai,ma non l'avrai da me.

    Quel barbaro che sprezzi,non placheranno i vezzi;n soffrir l'inganno

    quel barbaro da te.(parte)

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    P. Metastasio / D. Sarro, 1724 Atto secondo

    Scena diciassettesima

    Didone.

    DIDONEE pure in mezzo all'iretrova pace il mio cor. Iarba non temo,mi piace Enea sdegnato ed amo in luicom'effetti d'amor gli sdegni sui.Chi sa! Pietosi numi,rammentatevi almenoche foste amanti un d come son ioed abbia il vostro cor piet del mio.

    DIDONE

    Va lusingando Amoreil credulo mio core,gli dice: sei felice,ma non sar cos.

    Per poco mi consolo,ma pi crudele io sentopoi ritornar quel duoloche sol per un momentodall'alma si part.

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  • 7/25/2019 Didone Abbandonata - Metastasio

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    Atto secondo Didone abbandonata

    Variante principale dell'atto II

    Secondo l'edizione di Parigi del 1780.

    Finale della scena dodicesima.

    Enea e Selene.

    [...]

    ENEA Tu mi chiami tuo bene!

    SELENE Didone che parla, e non Selene.Vieni e l'ascolta. l'unico conforto,ch'ella implora da te.

    ENEA D'un core amantequest' il solito inganno:

    va cercando conforto, e trova affanno.

    ENEA

    Tormento il pi crudeled'ogni crudel tormento il barbaro momento,che in due divide un cor.

    affanno s tiranno,che un'alma no 'l sostiene.

    Ah! no 'l provar, Selene,se no 'l provasti ancor.(parte)

    Scena tredicesima.

    Selene sola.

    SELENE Stolta! per chi sospiro? Io senza spemeperdo la pace mia. Ma chi mi sforzain vano a sospirar? Scelgasi un corepi grato a' voti miei. Scelgasi un voltodegno d'amor. Scelgasi... Oh dio! la sceltanostro arbitrio non . Non bellezza,non senno o valore,che in noi risvegli amore: anzi talorail men vago, il pi stolto che s'adora.Bella ciascuna poi finge al pensierola fiamma sua, ma poche volte vero.

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    P. Metastasio / D. Sarro, 1724 Atto secondo

    SELENE

    Ogni amator supponeche della sua feritasia la belt cagione,

    ma la belt non . un bel desio, che nasce

    allor che men s'aspetta;si sente che diletta,ma non si sa perch.

    (parte)

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  • 7/25/2019 Didone Abbandonata - Metastasio

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    Atto terzo Didone abbandonata

    A T T O T E R Z O

    Scena prima

    Porto di mare con navi per l'imbarco d'Enea.

    Enea e i suoi.

    ENEA Compagni invitti a tollerare avvezzie del cielo e del mar gl'insulti e l'ire,destate il vostro ardire,che per l'onda infedele tempo gi di rispiegar le vele.Quegli stessi voi siete

    che intrepidi varcaste il mar sicano.Per voi sdegnate invanodi Cariddi e di Scillafra' vortici sonoritutti adun Nettuno i suoi furori.Per s strane vicendeall'impero latino il ciel ne guida.Andiamo amici, andiamo.Ai troiani naviglifremano pur venti e procelle intorno,

    saran glorie i perigli;e dolce fa di rammentarli un giorno.

    Al suono di vari strumenti segue l'imbarco e nell'atto che Enea sta per

    salir su la nave, esce

    Scena seconda

    Iarba con sguito de' Mori e detti.

    IARBA Dove rivolge dovequest'eroe fuggitivo i legni e l'armi?Vuol portar guerra altroveo da me col fuggir cerca lo scampo?

    ENEA Ecco un novello inciampo.

    IARBA Fuggi, fuggi se vuoi,ma non lagnarti poise della fuga tua Iarba si ride.

    ENEA Non irritar superbola sofferenza mia.

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    P. Metastasio / D. Sarro, 1724 Atto terzo

    IARBA Parmi per che siavilt, non sofferenza il tuo ritegno.Per un momento il legnopu rimaner sul lido,vieni, s'hai cor, meco a pugnar ti sfido.

    ENEA Vengo.(alle sue genti)

    Restate, amici,che ad abbassar quel temerario orgoglioaltri che il mio valor meco non voglio.Eccomi a te. Che pensi?

    IARBA Penso che all'ira miala tua morte sar poca vendetta.

    ENEA Per ora a contrastarmi

    non fai poco se pensi. All'armi.IARBA All'armi.

    Mentre si battono, e Iarba va cedendo, i suoi Mori vengono in aiuto di lui

    e assalgono Enea.

    ENEA Venga tutto il tuo regno.

    IARBA Difenditi, se puoi.

    ENEA Non temo indegno.

    I Compagni d'Enea in aiuto di lui scendono dalle navi ed attaccano i

    Mori.

    Enea e Iarba combattendo entrano.

    Segue zuffa fra i Troiani e i Mori. I Mori fuggono e gli altri li seguono.

    Escono di nuovo combattendo Enea e Iarba.

    ENEA Gi cadesti e sei vinto. O tu mi cedio trafiggo quel core.

    IARBA Invan lo chiedi.

    ENEASe al vincitor sdegnatonon domandi piet...

    IARBA Segui il tuo fato.

    ENEA S, mori... Ma che fo? Vivi, non voglionel tuo sangue infedelequest'acciaro macchiar.

    (lascia Iarba il quale sorge)

    IARBA Sorte crudele!

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  • 7/25/2019 Didone Abbandonata - Metastasio

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    Atto terzo Didone abbandonata

    ENEA

    Vivi superbo e regna.Regna per gloria mia,vivi per tuo rossor.

    E la tua pena siail rammentar che in donoti di la vita e il tronopietoso il vincitor.

    (parte)

    Scena terza

    Iarba.

    IARBA Ed io son vinto ed io soffro una vitache d'un vile stranier due volte dono!No. Vendetta vendetta, e se non possonel sangue d'un rivale tutto estinguer lo sdegno,opprimer la mia caduta un regno.

    IARBA

    Su la pendice alpinadura la quercia anticae la stagion nemicaper lei fatal non :

    ma quando poi ruinadi mille etadi a fronte,gran parte fa del monteprecipitar con s.

    (parte)

    Scena quartaArborata tra la citt e il porto.

    Araspe ed Osmida.

    OSMIDA Gi di Iarba in difesalo stuol de' Mori a queste mura giunto.

    ARASPE M noto.

    OSMIDA Ad ogni impresa

    al vostro avrete il mio valor congiunto.

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    P. Metastasio / D. Sarro, 1724 Atto terzo

    ARASPE Troppa follia sarebbefidarsi di te.

    OSMIDA Per qual cagione?

    ARASPE Un core

    non pu serbar mai fedese una volta a tradir perd l'orrore.

    OSMIDA A ragione infedelecon Didone son io. Cos puniscol'ingiustizia di lei che mai non diedeun premio alla mia fede

    ARASPE arbitrio di chi regna,non debito il premio. E quando ancorafosse dovuto a cento imprese e centonon v' torto che scusi un tradimento.

    OSMIDA Chi nudrisce di questarigorosa virtude i suoi pensierila sua sorte ingrandir giammai non speri.

    ARASPE Se produce rimorsoanche un regno sventura. A te dovrebbela gloria esser graditadi vassallo fedel, pi che la vita.

    OSMIDA Questi dogmi severiserba Araspe per te. prendersi tanta

    cura dell'opre altrui non parmesso.Non fa poco chi sol pensa a se stesso.

    Scena quinta

    Selene e detti.

    SELENE Part da' nostri lidiEnea? Che fa? Dov'?

    OSMIDA No 'l so.ARASPE No 'l vidi.

    SELENE Oh dio! Che pi ci restase lontano da noi la sorte il guida?

    ARASPE teco Araspe.

    OSMIDA E ti difende Osmida.

    SELENE Pria che manchi ogni spenevado in traccia di lui.

    (in atto di partire)

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    Atto terzo Didone abbandonata

    OSMIDA Ferma Selene.Se non gli sei ritegnopi pace avranno e la regina e il regno.

    SELENE Intendo i detti tuoi.So perch lungi il vuoi.

    ARASPE(a Selene)

    Con troppo affannodi arrestarlo tu brami.Perdona l'ardir mio, temo che l'ami.

    SELENE Se a te della germanafosse noto il dolorela mia piet non chiameresti amore .

    OSMIDA(a Selene)

    Tanta piet per altri a te che giova?Ad un cor generosoqualche volta vilt l'esser pietoso.

    SELENE Sensi d'alma crudel!

    Scena sesta

    Iarba frettoloso, con Guardie, e detto.

    IARBA Non son contentose non trafiggo Enea.

    SELENE (Numi, che sento!)ARASPE Mio re qual nuovo affanno

    t'ha cos di furor l'anima accesa?

    IARBA Pria saprai la vendetta e poi l'offesa.

    SELENE (Che mai sar?)

    OSMIDA(piano a Iarba)

    Signore:le tue schiere son pronte: tempo al fineche vendichi i tuoi torti.

    IARBA Araspe, andiamo.

    ARASPE Io seguo i passi tuoi.

    OSMIDA Deh pensa allorache vendicato sei,che la mia fedelt premiar tu di.

    IARBA giusto: anzi precedala tua mercede alla vendetta mia.

    OSMIDA Generoso monarca...

    IARBA Ol costui

    si disarmi e poi s'uccida.(alcune delle guardie di Iarba disarmano Osmida)

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    P. Metastasio / D. Sarro, 1724 Atto terzo

    OSMIDA Come! Questo ad Osmida?Qual ingiusto furore...

    IARBA Quest' il premio dovuto a un traditore.(parte)

    OSMIDA(ad Araspe)

    Parla amico per me, fa' ch'io non resticos vilmente oppresso.

    ARASPE Non fa poco chi sol pensa a s stesso.(parte)

    OSMIDA Piet piet Selene, ah non lasciarmiin s misero stato e vergognoso.

    SELENE Qualche volta vilt l'esser pietoso.(partendo s'incontra in Enea)

    Scena settima

    Enea con Sguito e detti.

    ENEA Principessa ove corri?

    SELENE A te ne vengo.

    ENEA Vuoi forse... O ciel, che miro!(vedendo Osmida tra' mori)

    OSMIDA Invitto eroe.Vedi, all'ira di Iarba...

    ENEA Intendo. Amiciin soccorso di lui l'armi volgete.

    Alcuni Troiani vanno incontro a' Mori, i quali lasciando Osmida fuggono

    difendendosi.

    SELENE Signor togli un indegnoa suo giusto castigo.

    ENEA Lo punisca il rimorso.

    OSMIDA (s'inginocchia)Ah lascia, Enea,

    che grato a s gran don...

    ENEA Sorgi, e parti.Non odo i detti tuoi.

    OSMIDA Ed a virt s rara...

    ENEA Se grato esser mi vuoi,ad esser fido un'altra volta impara.

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    Atto terzo Didone abbandonata

    OSMIDA

    Quando l'onda che nasce dal monteal suo fonte ritorni dal pratosar ingrato a s bella piet.

    Fia del giorno la notte pi chiara,se a scordarsi quest'anima imparadi quel braccio che vita mi d.

    (parte)

    Scena ottava

    Enea e Selene.

    ENEA Addio Selene.

    SELENE Ascolta.

    ENEA Se brami un'altra voltarammentarmi l'amor t'adopri in vano.

    SELENE Ma che far Didone?

    ENEA Al partir miomanca ogni suo periglio.La mia presenza i suoi nemici irrta.Iarba al trono l'invita.Stenda a Iarba la destra, e si consoli.

    (in atto di partire)

    SELENE Senti, se a noi t'involinon sol Didone, ancor Selene uccidi.

    ENEA Come!

    SELENE Dal d ch'io vidi il tuo sembiantetacqui misera amantel'amor mio, la mia fede,ma vicina a morir chiedo mercede.

    ENEA Selene, del tuo foco

    non mi parlar n degli affetti altrui.Non pi amante qual fui, guerriero io sono.Torno al costume antico,chi trattien le mie glorie mio nemico.

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    P. Metastasio / D. Sarro, 1724 Atto terzo

    ENEA

    A trionfar mi chiamaun bel desio d'onoree gi sopra il mio core

    comincio a trionfar.Con generosa brama,

    fra i rischi e le ruinedi nuovi allori il crineio volo a circondar.

    (parte)

    Scena nona

    Selene.

    SELENE Sprezzar la fiamma mia,togliere alla mia fede ogni speranza,esser vanto potria di tua costanza.Ma se poi non consentiche scopra i suoi tormenti il core amante,sei barbaro, Enea, con me non sei costante.

    SELENE

    Nel duol che proval'alma smarritanon trova aita,speme non ha.

    E pur l'affannoche mi tormentaanch'a un tirannofaria piet.

    (parte)

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    Atto terzo Didone abbandonata

    Scena decima

    Reggia con veduta della citt di Cartagine in prospetto, che poi

    s'incendia.

    Didone e poi Osmida.

    DIDONE

    Va crescendo il mio tormento,io lo sento e non l'intendo:giusti di, che mai sar?

    OSMIDA Deh regina, piet!

    DIDONE Che rechi, amico?

    OSMIDA Ah no, cos bel nomenon merta un traditored'Enea, di te nemico e del tuo amore.

    DIDONE Come!

    OSMIDA Con la speranzadi posseder Cartago,Iarba mi fece suo; poi colla mortei tradimenti miei punir volea,ma dono il viver mio del grand'Enea.

    DIDONE Reo di tanto delitto hai fronte ancoradi presentarti a me?

    OSMIDA (s'inginocchia)S mia regina.

    Tu vedi un infeliceche non spera il perdono e no 'l desia,chiedo a te per piet la pena mia.

    DIDONE Sorgi. Quante sventure!

    Misera me, sotto qual astro io nacqui!Manca ne' miei pi fidi...

    Scena undicesima

    Selene e detti.

    SELENE Oh dio germana!Alfine Enea...

    DIDONE Part?

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    P. Metastasio / D. Sarro, 1724 Atto terzo

    SELENE No, ma fra pocole vele scioglier da' nostri lidi.Or ora io stessa il vidiverso i legni fugacisollecito condurre i suoi seguaci.

    DIDONE Che infedelt! Che sconoscenza! Oh di!Un esule infelice...un mendco stranier... Ditemi voise pi barbaro cor vedeste mai?E tu cruda Selenepartir lo vedi ed arrestar no 'l sai?

    SELENE Fu vana ogni mia cura.

    DIDONE Vanne Osmida e procurache resti Enea per un momento solo,

    m'ascolti e parta.OSMIDA Ad ubbidirti io volo.

    (parte)

    Scena dodicesima

    Didone e Selene.

    SELENE Ah non fidarti. Osmida

    tu non conosci ancor.DIDONE Lo so pur troppo.

    A questo eccesso giuntala mia sorte tiranna:deggio chiedere aita a chi m'inganna.

    SELENE Non hai fuor che in te stessa altra speranza.Vanne a lui, prega e piangi;chi sa, forse potrai vincer quel core.

    DIDONE Alle preghiere, ai pianti

    Dido scender dovr! Dido che seppedalle sidonie rivecorrer dell'onde a cimentar lo sdegno,altro clima cercando ed altro regno!Son io, son quella ancora,che di nuove cittadi Africa ornai,che il mio fasto serbaifra l'insidie, fra l'armi e fra i perigli,ed a tanta vilt tu mi consigli?

    SELENE O scordati il tuo grado,

    o abbandona ogni speme;amore e maest non vanno insieme.

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    Atto terzo Didone abbandonata

    Scena tredicesima

    Si incominciano a veder fiamme in lontananza su gli edifizi di

    Cartagine.

    Araspe e dette.

    DIDONE Araspe in queste soglie!

    ARASPE A te ne vengopietoso del tuo rischio. Il re sdegnatodi Cartagine i tetti arde e ruina.Vedi, vedi o regina,le fiamme, che lontane agita il vento.Se tardi un sol momentoa placare il suo sdegno

    un sol giorno ti toglie e vita e regno.DIDONE Restano pi disastri

    per rendermi infelice!

    SELENE Infausto giorno!

    Scena quattordicesima

    Osmida e detti.

    DIDONE Osmida.

    OSMIDA Arde d'intorno...

    DIDONE Lo so. D'Enea ti chiedo.Che ottenesti da Enea?

    OSMIDA Part l'ingrato.Gi lontano dal porto; io giunsi appenaa ravvisar le fuggitive antenne.

    DIDONE Ah stolta! io stessa, io sono

    complice di sua fuga. Al primo istantearrestar lo dovea. Ritorna, Osmida,corri, vola sul lido, aduna insiemearmi, navi, guerrieri.Raggiungi l'infedele,lacera i lini suoi, sommergi i legni,portami fra catenequel traditore avvinto.E se vivo non puoi, portalo estinto.

    OSMIDA Tu pensi a vendicarti e cresce intanto

    la sollecita fiamma.

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    P. Metastasio / D. Sarro, 1724 Atto terzo

    DIDONE ver, corriamo.Io voglio... Ah no... Restate...Ma la vostra dimora...Io mi confondo... E non partisti ancora?

    OSMIDA Eseguisco i tuoi cenni.(parte)

    Scena quindicesima

    Didone, Selene e Araspe.

    ARASPE Al tuo perigliopensa o Didone.

    SELENE E pensaa ripararne il danno.

    DIDONE Non fo poco s'io vivo in tanto affanno.Va' tu cara Selene,provvedi, ordina, assisti in vece mia.Non lasciarmi, se m'ami, in abbandono.

    SELENE Ah che di te pi sconsolata io sono!(parte)

    Scena sedicesimaDidone e Araspe.

    ARASPE E tu qui resti ancor? N ti spavental'incendio che s'avanza?

    DIDONE Ho persa ogni speranza,non conosco timor. Ne' petti umaniil timore e la spemenascono in compagnia, muoiono insieme.

    ARASPE Il tuo scampo desio. Vederti espostaa tal rischio mi spiace.

    DIDONE Araspe per piet lasciami in pace.

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    Atto terzo Didone abbandonata

    ARASPE

    Gi si desta la tempesta,hai nemici i venti e l'onde,io ti chiamo su le sponde

    e tu resti in mezzo al mar.Ma se vinta alfin tu sei

    dal furor de le procelle,non lagnarti de le stelle,degli di non ti lagnar.

    (parte)

    Scena diciassettesima

    Didone, poi Osmida.

    DIDONE I miei casi infelicifavolose memorie un d sarannoe forse diverrannosoggetti miserabili e dolentialle tragiche scene i miei tormenti.

    OSMIDA perduta ogni speme.

    DIDONE Cos presto ritorni?

    OSMIDA In vano oh dio,tentai passar dal tuo soggiorno al lido.Tutta del Moro infidoil minaccioso stuol Cartago inonda.Fra le strida e i tumultiagl'insulti degli empiison le vergini esposte, aperti i templi.N pi desta pietadeo l'immatura o la cadente etade.

    DIDONE Dunque alla mia ruinapi riparo non v'?

    Si comincia a vedere il fuoco nella reggia.

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    P. Metastasio / D. Sarro, 1724 Atto terzo

    Scena diciottesima

    Selene e detti.

    SELENE Fuggi, o regina.Son vinti i tuoi custodi;non ci resta difesa.Dalla cittade accesapassan le fiamme alla tua reggia in seno,e di fumo e faville il ciel ripieno.

    DIDONE Andiam, si cerchi altroveper noi qualche soccorso.

    OSMIDAE come?SELENE E dove?

    DIDONE Venite anime imbelli,se vi manca valoreimparate da me come si muore.

    Scena diciannovesima

    Iarba con Guardie e detti.

    IARBA Fermati.

    DIDONE (Oh di!)

    IARBA Dove cos smarrita?Forse al fedel troianocorri a stringer la mano?Va' pure, affretta il piede,ch al talamo reale ardon le tede.

    DIDONE Lo so, questo il momento

    delle vendette tue. Sfoga il tuo sdegno,or ch'ogn'altro sostegno il ciel mi fura.

    IARBA Gi ti difende Enea, tu sei sicura.

    DIDONE Alfin sarai contento.Mi volesti infelice, eccomi sola,tradita, abbandonata,senz'Enea, senz'amici e senza regno.Timida mi volesti. Ecco Didone,gi s fastosa e fiera, a Iarba accantoalfin discesa alla vilt del pianto.Vuoi di pi? Via crudel passami il core, rimedio la morte al mio dolore.

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    Atto terzo Didone abbandonata

    IARBA (Cedon i sdegni miei.)

    SELENE (Giusti numi piet.)

    OSMIDA (Soccorso o di.)

    IARBA E pur Didone, e pure

    s barbaro non son qual tu mi credi.Del tuo pianto ho piet; meco ne vieni.L'offese io ti perdono,e mia sposa ti guido al letto e al trono.

    DIDONE Io sposa d'un tiranno,d'un empio, d'un crudel, d'un traditore,che non sa che sia fede,non conosce dover, non cura onore!S'io fossi cos vile,saria giusto il mio pianto;no, la disgrazia mia non giunse a tanto.

    IARBA In s misero stato insulti ancora?Ol, miei fidi andate,s'accrescano le fiamme. In un momentosi distrugga Cartago e non vi restiorma d'abitator che la calpesti.

    (partono due comparse)

    SELENE Piet del nostro affanno!

    IARBA Or potrai con ragion dirmi tiranno.

    IARBA

    Cadr fra poco in cenereil tuo nascente imperoe ignota al passeggeroCartagine sar.

    Se a te del mio perdonomeno la morte acerba,non meriti superba

    soccorso n piet.(parte)

    Scena ventesima

    Didone, Selene e Osmida.

    OSMIDA Cedi a Iarba o Didone.

    SELENE Conserva colla tua la nostra vita.

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    P. Metastasio / D. Sarro, 1724 Atto terzo

    DIDONE Solo per vendicarmidel traditore Enea,ch' la prima cagion de' mali miei,l'aure vitali io respirar vorrei.Ah faccia il vento almeno,

    facciano almen gli di le mie vendette.E folgori e saettee turbini e tempesterendano l'aure e l'onde a lui funeste.Vada ramingo e solo e la sua sortecos barbara siache si riduca ad invidiar la mia.

    SELENE Deh modera il tuo sdegno, anch'io l'adoroe soffro il mio tormento.

    DIDONEAdori Enea?SELENE S, ma per tua cagion...

    DIDONE Ah disleale,tu rivale al mio amor?

    SELENE Se fui rivaleragion non hai...

    DIDONE Dagli occhi miei t'invola,non accrescer pi penead un cor disperato.

    SELENE (Misera donna ove la guida il fato!)(parte)

    Scena ventunesima

    Didone e Osmida.

    OSMIDA Crescon le fiamme e tu fuggir non curi?

    DIDONE Mancano pi nemici! Enea mi lascia,

    trovo Selene infida,Iarba m'insulta e mi tradisce Osmida.Ma che feci empi numi? Io non macchiaidi vittime profane i vostri altari.N mai di fiamma impurafeci l'are fumar per vostro scherno.Dunque perch congiuratutto il ciel contro me, tutto l'inferno?

    OSMIDA Ah pensa a te, non irritar gli di.

    DIDONE Che di? Son nomi vani,son chimere sognate, o ingiusti sono.

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    Atto terzo Didone abbandonata

    OSMIDA (Gelo a tanta empietade! E l'abbandono.)(parte)

    Cadono alcune fabbriche, e si vedono crescere le fiamme nella reggia.

    Scena ventiduesimaDidone sola.

    DIDONE Ah che dissi infelice! A qual eccessomi trasse il mio furore.

    Oh dio cresce l'orrore! Ovunque io miromi vien la morte e lo spavento in faccia:trema la reggia e di cader minaccia.

    Selene, Osmida, ah tutti,tutti cedeste alla mia sorte infida,non v' chi mi soccorra o chi m'uccida.

    DIDONE

    Vado... Ma dove?... Oh dio!Resto... Ma poi, che fo!Dunque morir dovrsenza trovar piet?

    DIDONE E v' tanta vilt nel petto mio?No no. Si mora. E l'infedele Enea

    abbia nel mio destinoun augurio funesto al suo cammino.

    Precipiti Cartago,arda la reggia e siail cenere di lei la tomba mia.

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    P. Metastasio / D. Sarro, 1724 Atto terzo

    Varianti principali dell'atto III

    Secondo l'edizione di Parigi del 1780.

    Finale della scena seconda.

    Enea e Iarba.

    [...]

    ENEA Se al vincitor sdegnatonon domandi piet...

    IARBA Segui il tuo fato.

    ENEA S, mori... Ma che fo? No, vivi. In vanotenti il mio cor con quell'insano orgoglio.No; la vittoria mia macchiar non voglio.

    (parte)

    IARBA Son vinto s, ma non oppresso. Almenooggetto all'ire tue, sorte incostante,Iarba sol non sar.

    IARBA

    La caduta d'un regnantetutto un regno opprimer.

    (parte)

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    Atto terzo Didone abbandonata

    Aria di Selene nella scena nona.

    SELENE

    Io d'amore, oh dio! mi moro,

    e mi niega il mio tirannoanche il misero ristorodi lagnarmi e poi morir.

    Che costava a quel crudelel'ascoltar le mie querele,e donare a tanto affannoqualche tenero sospir!

    (parte)

    Didascalia finale della scena ventiduesima.

    Dicendo l'ultime parole corre Didone a precipitarsi disperata e furiosa

    nelle ardenti ruine della reggia: e si perde fra i globi di fiamme, di faville

    e di fumo, che si sollevano alla sua caduta.

    Nel tempo medesimo su l'ultimo orizzonte comincia a gonfiarsi il mare e

    ad avanzarsi lentamente verso la reggia, tutto adombrato al di sopra da

    dense nuvole e secondato dal tumulto di strepitosa sinfonia.

    Nell'avvicinarsi all'incendio, a proporzione della maggior resistenza del

    fuoco, va crescendo la violenza delle acque. Il furioso alternar dell'onde,il frangersi ed il biancheggiar di quelle nell'incontro delle opposte ruine,

    lo spesso fragor de' tuoni, l'interrotto lume de' lampi, e quel continuo

    muggito marino, che suole accompagnar le tempeste, rappresentano

    l'ostinato contrasto dei due nemici elementi.

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    P. Metastasio / D. Sarro, 1724 Atto terzo

    Licenza

    Trionfando finalmente per tutto sul fuoco estinto le acque vincitrici, si

    rasserena improvvisamente il cielo, si dileguano le nubi, si cangia

    l'orrida in lieta sinfonia; e dal seno dell'onde gi placate e tranquillesorge la ricca e luminosa reggia di Nettuno. Nel mezzo di quella assiso

    nella sua lucida conca, tirata da mostri marini e circondata da festive

    schiere di Nereidi, di Sirene e di Tritoni, comparisce il Nume, che

    appoggiato al gran tridente parla nel seguente tenore:

    NETTUNO Se alla discordia anticaritornar gli elementi, astri benignidel ciel d'Iberia, in questo d vedete,non vi rechi stupor. Di merto eguali,

    bella gara d'onor ci fa rivali.Se l'emulo Vulcanoqui degl'incendi suoifa spettacolo a voi, per qual cagionedovr s nobil pesoa me nume dell'acque esser conteso?Perch ceder dovrei? S'ei tuona in campotalor da' cavi bronzi,dell'ira vostra esecutor fedele;della vostra giustizia

    fedele ognora esecutore anch'ioporto a' mondi remotile vostre leggi; e ne riporto i voti.Onde a ragion pretesiparte alla gloria; onde a ragion costrinsinell'illustre contesaa fremer le procelle in mia difesa.

    NETTUNO

    Tacete, o mie procelle,di questo soglio al pi,or che il rivale a meced la palma.

    E dell'ibere stelleal fausto balenartutti i regni del martornino in calma.

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    Indice Didone abbandonata

    I N D I C E

    Personaggi...............................................3

    Argomento..............................................4Atto primo...............................................5

    Scena prima........................................5Scena seconda....................................6Scena terza.........................................7Scena quarta.......................................9Scena quinta.......................................9Scena sesta........................................12Scena settima....................................13Scena ottava......................................14

    Scena nona........................................15Scena decima....................................16Scena undicesima.............................17Scena dodicesima.............................18Scena tredicesima.............................19Scena quattordicesima......................20Scena quindicesima..........................20Scena sedicesima..............................21Scena diciassettesima.......................21Scena diciottesima............................23Scena diciannovesima......................25

    Atto secondo.........................................27Scena prima......................................27Scena seconda..................................28Scena terza.......................................28Scena quarta.....................................29Scena quinta.....................................31Scena sesta........................................31Scena settima....................................32Scena ottava......................................34Scena nona.......................................35

    Scena decima....................................36Scena undicesima.............................37Scena dodicesima.............................38Scena tredicesima.............................39Scena quattordicesima......................40Scena quindicesima..........................42Scena sedicesima..............................44Scena diciassettesima.......................45Variante principale dell'atto II........46

    Atto terzo..............................................48Scena prima......................................48Scena seconda..................................48Scena terza.......................................50Scena quarta.....................................50Scena quinta.....................................51Scena sesta.......................................52Scena settima....................................53Scena ottava......................................54Scena nona.......................................55Scena decima....................................56Scena undicesima.............................56Scena dodicesima.............................57

    Scena tredicesima.............................58Scena quattordicesima......................58Scena quindicesima..........................59Scena sedicesima..............................59Scena diciassettesima.......................60Scena diciottesima............................61Scena diciannovesima.......................61Scena ventesima...............................62Scena ventunesima...........................63Scena ventiduesima..........................64

    Varianti principali dell'atto III.... .. ..65

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    P. Metastasio / D. Sarro, 1724 Brani significativi

    B R A N I S I G N I F I C A T I V I

    A trionfar mi chiama .................................................................................................. 55

    Ah che dissi infelice ................................................................................................... 64Son regina e sono amante ........................................................................................... 11

    Va lusingando Amore ................................................................................................. 45