dinanzi al volto divino. quando guardare È … · 1. cercare il volto divino – di te ha detto il...

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IL VOLTO DIVINO Eco dei Barnabiti 4/2018 43 «M i indicherai il sen- tiero della vita… sazietà di gioia da- vanti al tuo volto» (Sal 15,11). Il Volto di Dio si è reso manifesto in Gesù e si cela nel Pane eucaristico. Il Dio dal nome impronunciabile, e quindi dalla natura trascendente, si manifesta “di persona” al suo popolo e ciò spiega l’importanza che riveste il Volto divino. Con questa espressione s’intende la stessa persona dell’Altissi- mo. YHWH, infatti, si presenta a Mosè come l’unico fra gli Dei, gli Elohim del ricco pantheon pagano, dicendo: «Non ci saranno per te altri Elohim di fronte al mio volto» (Es 20,3: di fronte può essere reso anche con al di fuori, a dispetto del, contro). Ma, non diversamente dal “nome” che non si può pronunziare a riprova dell’ineffabilità del mistero divino, an- che il “volto” non può essere visto, se non in casi del tutto eccezionali, co- me si legge di Mosè che «parlava fac- cia a faccia con YHWH come uno con il suo amico» (Es 33,11 = Dt 34,10). In un testo parallelo è Dio stesso che af- ferma di Mosè: «Egli è l’uomo di fidu- cia in tutta la mia casa. Bocca a bocca parlo con lui … ed egli contempla l’immagine di YHWH» (Nm 12,7-8). Non diversamente si afferma di Gia- cobbe, quando disse: «Ho visto Dio (Elohim) faccia a faccia, eppure la mia vita è rimasta salva» (Gen 32,30). di fronte al volto di Dio A parte simili eccezioni, il volto di- vino resta inaccessibile ai mortali, co- me venne detto allo stesso Mosè: «Tu non potrai vedere il mio volto e rima- nere vivo, perché nessun uomo può vedermi e restare vivo» (Es 33,20). «Vedrai le mie spalle, ma il mio viso non si può vedere» (Es 22,23). Il momento della morte segnerà pe- rò l’incontro pieno e definitivo con il volto divino. Sempre in riferimento a Mosè, si legge che «morì al bacio di YHWH» (Dt 34,5. Così la mistica rab- binica interpreta l’espressione “al co- mando”). Ciò sta a significare l’intimità che legava Dio a Mosè e come i loro volti raggiunsero il massimo di comu- nione, quando il Signore avvicinò la sua bocca a quella del grande patriar- ca e ne riprese l’alito vitale, l’anima. Ben oltre la finitudine umana, l’espe- rienza del peccato aggrava la situazio- ne e impedisce all’uomo di sostenere lo sguardo del volto di Dio: Adamo ed Eva «si nascosero dal volto di YHWH Elohim» (Gen 3,8 alla lettera) e Caino afferma: «Mi dovrò nascondere lonta- no dal tuo volto» (Gen 4,14). Nella preghiera, Israele manifesta a un tempo distanza e vicinanza rispet- to al volto divino. Possiamo rapida- mente illustrare la testimonianza che ci offrono i Salmi, riprendendola in cinque voci. DINANZI AL VOLTO DIVINO. QUANDO GUARDARE È MANGIARE: CONTEMPLAZIONE E NUTRIMENTO In margine alla Mostra: “Il Lino e la Tela: La Sindone: la storia, il percorso, il mistero” (Torino, fino al 28 maggio 2019) locandina della mostra torinese il volto di Cristo della santa Sindone di Torino

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Page 1: DINANZI AL VOLTO DIVINO. QUANDO GUARDARE È … · 1. Cercare il Volto divino – Di te ha detto il mio cuore: «Cercate il suo volto» (Sal 26,8); «il tuo volto», Si-gnore, io

IL VOLTO DIVINO

Eco dei Barnabiti 4/2018 43

«M i indicherai il sen-tiero della vita…sazietà di gioia da-

vanti al tuo volto» (Sal 15,11). Il Voltodi Dio si è reso manifesto in Gesù esi cela nel Pane eucaristico.

Il Dio dal nome impronunciabile, equindi dalla natura trascendente, simanifesta “di persona” al suo popoloe ciò spiega l’importanza che riveste ilVolto divino. Con questa espressiones’intende la stessa persona dell’Altissi-mo. YHWH, infatti, si presenta a Mosècome l’unico fra gli Dei, gli Elohimdel ricco pantheon pagano, dicendo:«Non ci saranno per te altri Elohim difronte al mio volto» (Es 20,3: di frontepuò essere reso anche con al di fuori,a dispetto del, contro).Ma, non diversamente dal “nome”

che non si può pronunziare a riprovadell’ineffabilità del mistero divino, an-che il “volto” non può essere visto, senon in casi del tutto eccezionali, co-me si legge di Mosè che «parlava fac-cia a faccia con YHWH come uno conil suo amico» (Es 33,11 = Dt 34,10). Inun testo parallelo è Dio stesso che af-ferma di Mosè: «Egli è l’uomo di fidu-cia in tutta la mia casa. Bocca a boccaparlo con lui … ed egli contemplal’immagine di YHWH» (Nm 12,7-8).Non diversamente si afferma di Gia-cobbe, quando disse: «Ho visto Dio(Elohim) faccia a faccia, eppure la miavita è rimasta salva» (Gen 32,30).

di fronte al volto di Dio

A parte simili eccezioni, il volto di-vino resta inaccessibile ai mortali, co-

me venne detto allo stesso Mosè: «Tunon potrai vedere il mio volto e rima-nere vivo, perché nessun uomo puòvedermi e restare vivo» (Es 33,20).«Vedrai le mie spalle, ma il mio visonon si può vedere» (Es 22,23).Il momento della morte segnerà pe-

rò l’incontro pieno e definitivo con ilvolto divino. Sempre in riferimento aMosè, si legge che «morì al bacio diYHWH» (Dt 34,5. Così la mistica rab-binica interpreta l’espressione “al co-mando”). Ciò sta a significare l’intimitàche legava Dio a Mosè e come i lorovolti raggiunsero il massimo di comu-nione, quando il Signore avvicinò la

sua bocca a quella del grande patriar-ca e ne riprese l’alito vitale, l’anima.Ben oltre la finitudine umana, l’espe-

rienza del peccato aggrava la situazio-ne e impedisce all’uomo di sostenerelo sguardo del volto di Dio: Adamo edEva «si nascosero dal volto di YHWHElohim» (Gen 3,8 alla lettera) e Cainoafferma: «Mi dovrò nascondere lonta-no dal tuo volto» (Gen 4,14).Nella preghiera, Israele manifesta a

un tempo distanza e vicinanza rispet-to al volto divino. Possiamo rapida-mente illustrare la testimonianza checi offrono i Salmi, riprendendola incinque voci.

DINANZI AL VOLTO DIVINO.QUANDO GUARDARE È MANGIARE:CONTEMPLAZIONE E NUTRIMENTO

In margine alla Mostra:“Il Lino e la Tela: La Sindone: la storia, il percorso, il mistero”

(Torino, fino al 28 maggio 2019)

locandina della mostra torinese il volto di Cristo della santa Sindonedi Torino

Page 2: DINANZI AL VOLTO DIVINO. QUANDO GUARDARE È … · 1. Cercare il Volto divino – Di te ha detto il mio cuore: «Cercate il suo volto» (Sal 26,8); «il tuo volto», Si-gnore, io

1. Cercare il Volto divino – Di teha detto il mio cuore: «Cercate il suovolto» (Sal 26,8); «il tuo volto», Si-gnore, io cerco. Cercate il Signore ela sua potenza, «cercate sempre il suovolto» (Sal 104,4). L’anima mia ha setedi Dio, del Dio vivente: «quando ver-rò e vedrò il volto di Dio» (Sal 41,3)?

2. Il Volto divino risplende su dinoi – «Risplenda su di noi, Signore,la luce del tuo volto» (Sal 4,7).Dio abbia pietà di noi e ci benedi-

ca, «su di noi faccia splendere il suovolto» (Sal 6,2). «Fa’ splendere il tuovolto sul tuo servo», salvami per latua misericordia (Sal 30,17; Sal118,135). Dio abbia pietà di noi e cibenedica, «su di noi faccia splendereil suo volto» (Sal 66,2). Rialzaci, Si-gnore, nostro Dio, «fa’ splendere iltuo volto e noi saremo salvi» (Sal79,8). Non con la spada conquistaro-no la terra, né fu il loro braccio «asalvarli»; ma «il tuo braccio e la tuadestra e la luce del tuo volto» (Sal43,4).

3. Abitare alla presenza, vivere alriparo del Volto – «Gli uomini rettiabiteranno davanti al tuo volto» (Sal139,14). Quanto è grande la tua bon-tà, Signore! La riservi per coloro cheti temono, ne ricolmi quanti in te sirifugiano. «Tu li nascondi al riparo deltuo volto» (Sal 30,21), li metti al sicu-ro nella tua tenda, li fai oggetto di be-nedizione per sempre, «li colmerai digioia dinanzi al tuo volto» (Sal 20,7).Per il Salmo, stare alla presenza delSignore è come accarezzare il suovolto: «Con tutto il cuore ho accarez-zato il tuo volto» (Sal 118,58).

4. Camminare alla luce del Volto– «Dove fuggire dal Volto – Io nellagiustizia contemplerò il tuo volto», alrisveglio mi sazierò della tua imma-gine (Sal 16,15). «Guardate a lui esarete raggianti», i vostri volti nondovranno arrossire (Sal 33,6). Giusti-zia e diritto sono la base del tuo tro-no, «grazia e fedeltà/verità precedo-no il tuo volto» (Sal 88,15). «Beato ilpopolo che ti sa acclamare e cammi-na, o Signore, alla luce del tuo volto»(Sal 88,16): «Dove andare lontanodal tuo spirito, dove fuggire dal tuovolto?» (Sal 138,7).

5. Dio nasconde il suo Volto – Fi-no a quando nell’anima mia proverò

affanni, tristezza nel cuore ogni mo-mento? Fino a quando, Signore, con-tinuerai a dimenticarmi? «Fino a quan-do mi nasconderai [velerai] il tuovolto?» (Sal 12,2). Dio «pone le no-stre oscurità dinanzi allo splendoredel tuo volto» (Sal 89,8).«Quando hai nascosto iltuo volto, io sono venutomeno» (Sal 29,8). Ri-spondimi, Signore, bene-fica è la tua grazia; volgi-ti a me nella tua grandetenerezza. «Non nascon-dere il volto al tuo servo»(Sal 58,18), sono in peri-colo: presto, rispondimi.«Non nascondere da meil tuo volto» (Sal 142,7),perché non sia come chiscende nella fossa.

«la salvezza sta nello sguardo»

È a tutti nota la strenuadifesa delle immagini cheritraggono il volto di Cri-sto. Immagini attestate dadue archetipi: la reliquiadella Sindone (Torino) ela reliquia/icona del Man-dylion di Edessa (Geno-va), con i rispettivi volti. Ilconcilio Niceno II (787),ecumenico VII, si era pro-nunciato contro gli ico-noclasti. Successivamente il concilioCostantinopolitano IV (869-870),ecumenico VIII – entrambi concilidella chiesa indivisa! – aveva solen-nemente dichiarato: «Come ottenia-mo salvezza dalle parole del Vange-lo, allo stesso modo tutti ricevonobeneficio dall’energia iconica dei co-lori; poiché ciò che la parola annun-cia e rende presente con i suoni, lostesso disegno annuncia rende pre-sente con i colori» (Canone III). Nondiversa è la funzione dei sacramenta-li (acqua benedetta, olii benedetti,ecc.), delle reliquie e, a maggior ra-gione, dell’eucaristia. Nell’eucaristia,però, il volto divino scompare sotto ilvelo del pane consacrato… Eppure, auno sguardo di fede, una simile “vi-sione” non potrà sfuggire, come ripe-tutamente raccomandava alle sueconsorelle Teresa d’Ávila: «Appenacomunicate, chiudete gli occhi delcorpo e aprite quelli dell’anima perfissarli in fondo al vostro cuore, dove

il Signore è disceso. Vi dico, vi tornoa dire e ve lo vorrei ripetere all’infini-to, che se vi abituate a questa praticaogni qualvolta vi accostate alla co-munione, il Signore non si nasconde-rà mai così del tutto da non manife-

starsi... in proporzione del vostro de-siderio: lo potreste desiderare contanto ardore da indurlo talvolta a ma-nifestarsi del tutto. Procurate di man-tenervi in tali disposizioni da poterlogodere con frequenza. … Deve co-stringerci a guardarlo per potersi ma-nifestare?» (Cammino di perfezione,34,12-13).Prima di Teresa, san Francesco af-

fermava risolutamente, nel suo Testa-mento: «Dell’altissimo Figlio di Dionient’altro io vedo corporalmente, inquesto mondo, se non il santissimocorpo e sangue suo».«Una delle verità capitali del cristia-

nesimo, oggi misconosciuta da tutti,è che la salvezza sta nello sguardo»,afferma Simone Weil (1909-1943).«Lo sforzo grazie al quale l’anima sisalva, è simile a[llo sforzo di] coluiche guarda». Poiché in Cristo si è re-so visibile il volto divino – proseguequesta appassionata ricercatrice reli-giosa –, quando il nostro sguardo si

IL VOLTO DIVINO

Eco dei Barnabiti 4/201844

il telo di Manoppello

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posa sull’eucaristia, di-ventiamo consapevole ditrovarci alla «presenzadella perfetta purezza»,costituita dal sacramentoe da Chi vi si nasconde.«Il centro della religionecattolica … è quel fram-mento di materia», cheanticipa «la beatitudineeterna… uno stato in cuiguardare è mangiare»(S. Weil, Attesa di Dio,Rusconi, Milano 1972,pp. 150-155. Si veda an-che Ediz. Adelphi, Mila-no 2011, p. 181). Un pen-siero folgorante, quello diSimone, ripreso in questitermini: l’eucaristia «è lavia privilegiata per sco-prire che il nuovo tipo disguardo è possibile, per-ché l’anima se ne nutra,[sguardo] che annulla ladistanza siderale tra oc-chi e bocca, nel quale labellezza [dell’immagine]e il suo possibile posses-so [espresso dal cibo]coincidono. È la bellezzastessa che si vuol far man-giare» (A. Pisani, “Guar-dare e mangiare. Contem-plazione ed eucaristia inSimone Weil”, L’animadel cibo (a c. A. Massa-ro), Aracne, Roma 2014,p. 53). Non è fuori luogonotare, in merito, che iprocessi della manduca-zione partono dalla stes-sa visione dei cibi…

il «pane del Volto»

Un analogo richiamoci consente di rileggerein chiave eucaristica unacuriosa espressione cheritroviamo nell’Antico Te-stamento, dove ricorre piùvolte: «Pane del volto»,anzi, a essere più preci-si, il «Pane dei volti», in-dicando con questo plu-rale maiestatico il voltodivino (Es 35,13; 39,36;1 Sam 21,7; 1 Re 7,48;2 Cr 4,19). Con questaespressione veniva indi-cato il pane offerto a Dio,

posto alla sua presenza, dinanzi al suovolto. Ora, in Gesù di Nazareth il Vol-to divino assume fattezze umane. Per-tanto con l’adorazione eucaristica ci èdato di contemplare il «pane del Vol-to», a cogliere attraverso i veli sacra-mentali la presenza stessa del Signore,il Dio incarnato. Alla comunione,mentre ci nutriamo del «pane dell’of-ferta», siamo chiamati a riconoscere inesso i lineamenti del Verbo-fatto-car-ne. Questo ha suggerito di tradurre inun’icona il detto biblico. Se ne è fattointerprete Gianmario Carozzi, che giàconosciamo per la Madonna del silen-zio di Eupilio. Sul volto di Cristo si sta-glia un ostensorio, la cui ostia si trovain coincidenza con il ben noto “terzoocchio”, detto anche dai Padri antichil’occhio della contemplazione. A que-sta stregua guardiamo e… siamo guar-dati. «Guardate a lui e sarete raggian-ti» (Sal 33,6) ci ha detto il salmista. Esan Paolo si sofferma sull’efficacia diun tale sguardo, là dove scrive: «Noitutti, a viso scoperto, riflettendo comein uno specchio la gloria del Signore,veniamo trasformati in quella medesi-ma immagine, di gloria in gloria, se-condo l’azione dello Spirito del Signo-re» (2 Cor 3,18). Come a dire che – di-versamente da uno specchio materialeinsensibile a ciò che riflette, l’immagi-ne che ci penetra attraverso il nostrosguardo opera – come d’altronde ognioggetto che cade sotto i nostri occhi –una trasformazione interiore, che, nelnostro caso, recepisce l’energia pro-pria del «pane del Volto», energia cheporta il nome di Spirito santo, il divinoiconografo. Egli riproduce in noi le fat-tezze originarie di chi è stato creato aimmagine e somiglianza di Dio! «Ciòche si contempla, tali si diventa», è sta-to detto. Attraverso la contemplazioneprende corpo e prosegue il processo di“cristificazione”, di “assimilazione cri-stica”, avviato con la comunione.Tra le consegne del Giubileo del

2000 che san Giovanni Paolo II hatrasmesso alla Chiesa, figura l’invitoa renderci familiare il Volto di Cristo(Novo Millennio ineunte, 6 gennaio2001, nn. 20; 23; 25; 28). Sono pagi-ne ricche di suggestioni, che non do-vrebbero finire nel dimenticatoio!

i volti di Gesù

Volendo, infine, riprendere alla lette-ra l’espressione biblica: «pane dei vol-ti», possiamo soffermarci a contempla-

IL VOLTO DIVINO

Eco dei Barnabiti 4/2018 45

Antonello da Messina - Cristo alla colonna (dett.)

il Santo Volto - Genova, chiesa di San Bartolomeodegli Armeni - La storia della chiesa, officiataattualmente dai barnabiti, è strettamente legataalle vicende della reliquia del Santo Volto diEdessa: un lino raffigurante il Cristo, che ildoge di Genova Leonardo Montaldo ricevettedall’imperatore di Costantinopoli e donò aimonaci di San Bartolomeo nel 1388

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re i molteplici atteggiamenti che senzadubbio ha assunto il volto di Gesù:

Volto che vede i cieli aperti e scenderesu di sé lo SpiritoVolto che vede e chiama gli apostoliVolto che ammaestraVolto che fissa con amore il giovanericcoVolto partecipe della sofferenza deimalatiVolto compassionevole verso le folleVolto accogliente verso i fanciulliVolto misericordioso verso i peccatoriVolto conviviale alla mensa di pubbli-cani e fariseiVolto sorridente (?)Volto rattristato e irato di fronte agliavversariVolto che minaccia i demoniVolto che osserva quanti recano offertenel TempioVolto che fissa con lo sguardo il mer-cimonio del TempioVolto rivolto verso l’alto in preghieraVolto trasfigurato sul TaborVolto teso quando si dirige a Gerusa-lemmeVolto che grida a gran voce nel TempioVolto che piange su Lazzaro, su Geru-salemmeVolto triste e impaurito di fronte aldestino che lo attendeVolto appiattito sul suolo rocciosodurante l’agonia nel GetsemaniVolto irrorato dal sudore di sangueVolto schiaffeggiato, percosso, sputac-chiato, bendato, irrisoVolto incoronato di spineVolto che fissa Pietro dopo il rinnega-mentoVolto dell’Ecce homo, solcato di san-gue e tumefatto

Volto che emette il gridodei crocifissi in punto dimorteVolto di Cristo morente,quando, chinato il capo,emise lo SpiritoVolto esanime nel sepolcroVolto luminoso del RisortoVolto che alita lo SpiritosantoVolto vittorioso di Cristoche ascende al Cielo

lo sguardo di Cristo

Il volto è carico di unamolteplicità di messaggiattraverso i sensi: l’udito,la vista, la favella, il gu-sto, il respiro; per nonparlare delle diverse fat-tezze che può assumere:amore (bacio), gioia, tri-stezza, disgusto, paura,benevolenza, compas-sione commozione, iro-nia, disprezzo, broncio,preghiera…Stante il primato che ri-

veste lo sguardo, possiamo passare inrassegna i testi evangelici che ce neparlano.Lo sguardo di Gesù si posa sui disce-

poli Andrea e Giovanni (Gv 1,38), Pie-tro (Gv 1,42), ecc.Gesù fissa lo sguardo sui suoi se-

guaci, trasmettendo il proprio inse-gnamento (Mc 10,27).Guarda coloro che gli sedevano in-

torno, per additare in essi la sua nuovafamiglia (Mc 3,34).

Vede le folle affamate (Gv 6,5) e neha compassione perché erano comepecore senza pastore (Mc 6,34).Guarda con amore il giovane ricco

(Mc 10,21).Osserva come la folla gettava le mo-

nete nel tesoro (Mc 12,41).Porta lo sguardo compassionevole su

quanti guarirà: donna curva (Lc 13,12);lebbrosi (Lc 17,13); paralitico di Bet-zaetà (Gv 5,6); emorroissa (Mc 5,32).Viene pregato di rivolgere lo sguar-

do su un figlio unico (indemoniato)(Lc 9,38).Guarda e chiama i peccatori e i

pubblicani: Zaccheo (Lc 19,5); Levi(Lc 5,27).Osserva con indignazione i suoi av-

versari, contristato per l’indurimentodei loro cuori (Mc 3,5).Vede piangere parenti e amici di

Lazzaro e si commuove (Gv 11,33).Indurisce il suo volto quando si in-

cammina verso Gerusalemme (Lc 9,51).Piange su Gerusalemme (Lc 19,41);

su Lazzaro (Gv 11,41).Guarda ogni cosa nel tempio, dal

quale scaccerà i mercanti (Mc 11,11).Garda Pietro dopo il rinnegamento

(Lc 22,61).Guarda dalla croce Maria e Gio-

vanni (Gv 19.

IL VOLTO DIVINO

Eco dei Barnabiti 4/201846

Giorgione - Cristo portacroce (part.)

Raffaello Sanzio - Cristo redentore benedicente (part.)

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il mio sguardo (dalla NMI)

20. «Alla contemplazione pienadel volto del Signore non arriviamocon le sole nostre forze, ma lascian-doci prendere per mano dalla grazia.Solo l’esperienza del silenzio e dellapreghiera offre l’orizzonte adeguatoin cui può maturare e svilupparsi laconoscenza più vera, aderente e coe-rente, di quel mistero, che ha la suaespressione culminante nella solenneproclamazione dell’evangelista Gio-vanni: «E il Verbo si fece carne e ven-ne ad abitare in mezzo a noi; e noivedemmo la sua gloria, gloria comedi unigenito dal Padre, pieno di gra-zia e di verità» (Gv 1, 14).23. «Il tuo volto, Signore, io cerco»

(Sal 26/27, 8). L’antico anelito delSalmista non poteva ricevere esaudi-mento più grande e sorprendente chenella contemplazione del volto diCristo. In lui veramente Dio ci ha be-nedetti, e ha fatto «splendere il suovolto sopra di noi» (cf. Sal 66/67, 3).Al tempo stesso, Dio e uomo quale èegli ci rivela anche il volto autenticodell’uomo, «svela pienamente l’uomoall’uomo» (Gaudium et spes, 22).25. La contemplazione del volto

di Cristo ci conduce così ad accosta-re l’aspetto più paradossale del suomistero, quale emerge nell’ora estre-ma, l’ora della Croce Mistero nel mi-stero, davanti al quale l’essere umanonon può che prostrarsi in adorazione.Passa davanti al nostro sguardo l’in-

tensità della scena dell’agonia nel-l’orto degli Ulivi. Gesù, oppresso dal-la previsione della prova che lo at-

tende, solo davanti a Dio lo invocacon la sua abituale e tenera espres-sione di confidenza: «Abbà, Padre».Gli chiede d’allontanare da lui, sepossibile, il calice della sofferenza(cf. Mc 14, 36). Ma il Padre sembranon voler ascoltare la voce del Fi-glio. Per riportare all’uomo il voltodel Padre, Gesù ha dovuto non sol-tanto assumere il volto dell’uomo,ma caricarsi persino del «volto» delpeccato. «Colui che non aveva cono-sciuto peccato, Dio lo trattò da pec-cato in nostro favore, perché noi po-tessimo diventare per mezzo di luigiustizia di Dio» (2 Cor 5, 2128. Come nel Venerdì e nel Sabato

santo, la Chiesa continua a restare incontemplazione di questo volto in-sanguinato, nel quale è nascosta lavita di Dio e offerta la salvezza delmondo. Ma la sua contemplazionedel volto di Cristo non può fermarsiall’immagine di lui crocifisso. Egli èil Risorto! Se così non fosse, vana sa-rebbe la nostra predicazione e vanala nostra fede (cf. 1 Cor 15, 14). Larisurrezione fu la risposta del Padrealla sua obbedienza, come ricordala Lettera agli Ebrei: «Egli nei giornidella sua vita terrena offrì preghieree suppliche con forti grida e lacrimea colui che poteva liberarlo da mor-te e fu esaudito per la sua pietà. Puressendo Figlio, imparò l’obbedienzadalle cose che patì e, reso perfetto,divenne causa di salvezza eterna pertutti coloro che gli obbe disco no»(Eb 5, 7-9).

Antonio Gentili

IL VOLTO DIVINO

Eco dei Barnabiti 4/2018 47

Fernando Botero - El beso de Judas

Rembrandt - volto di Cristo

Georges Rouault - Testa di Cristo

El Greco - la Verόnica