economia veronese settembre 2012

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ECONOMIA VERONESE trimestrale n.3 - Anno 11 - settembre 2012 - Editore Apiservizi S.r.l. - Verona, via Albere 21/C - Poste Italiane S.p.A. Sped. in abb. post. 70% CNS VR - D.L. 353/2003 (conv. in L. - 27/02/2004 n 46) art., comma 1 DCB VERONA - 2,58 Euro profili Pastificio Avesani Ges Group Fasani Celeste Varco Aldebra Lippa personaggio Dino Piacentini

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Rivista di economia e relazioni industriali pubblicata da Apindustria Verona.

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Pastificio AvesaniGes GroupFasani CelesteVarcoAldebraLippapersonaggio

Dino Piacentini

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sommario

inserzionisti

Economia Veronese - settembre 2012 3

editoriale 5

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Pastificio AvesaniGes GroupFasani CelesteVarcoAldebraLippa

Quando il defibrillatore automatico esterno salva la vita

Il concordato preventivo

Il mercato delle arti grafichecome uscire dalla crisi?

La disciplina delle tariffe professionali nel Decreto Cresci Italia

GGI in festa

Sacello di Teuteria e Toscae Chiesa dei Santi Apostoli

Sdoganato il fascismo, siamo tutti fascisti

Dino Piacentini

Premio Mainardi Sistemi Verona

Pillole di Imprenditorialità

AQuest vincel’Awwwards 2012

Apivenetofidi

ambiente e salute

fiscale

categorie

legale

Apigiovani

Apigiovani

terza pagina

il punto

profili

il personaggio

attività

territorio

Anno 11 - Numero 3Settembre 2012

Rivista trimestralepromossa da

DIRETTORE RESPONSABILECirillo Aldegheri

EDITOREAPISERVIZI S.r.l.Via Albere, 21/C - 37138 Verona

REDAZIONEc/o APINDUSTRIA VeronaVia Albere, 21 - 37138 VeronaTel 045 8102001Fax 045 [email protected]

GRAFICAarteOn di Ilenia CairoVerona - www.studioarteon.com

STAMPALite srl - Verona - www.lite.it

FOTOGRAFIEArchivio Apindustria

Registrazione Tribunale di Veronan. 1393 del 22 marzo 2000

Poste italiane SpaSpedizione inabbonamento postale

D.L. 353/2003(con. in L. 27/02/2004 n°46art. 1, comma 1, DCB Verona

Pubblicità raccolta in proprioASSOCIAZIONE PICCOLE E MEDIE MPRESE

DELLA PROVINCIA DI VERONA

Fimauto

Banca Popolare

Samo

Dellas

Credito Veronese

Multiutility

Affiloveneta

Martini Mobili

Gi Group

Albrigi Tecnologie

Aquilone

Cuoa

Gruppo Argenta

Nova Systems

Cattolica

Perlini Workwear

Al Calmiere

Viani

Unicredit

Veneta Engineering

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editoriale

Economia Veronese - settembre 2012 5

Arturo Alberti

Tre Anni DifficiliCon la fine di aprile si è con-cluso il triennio di gestione del Consiglio Direttivo dell’Api Verona eletto nel 1982. È d’ob-bligo, perciò, qualche rifles-sione. Per l’economia italiana, e per le nostre aziende in par-ticolare, sono stati anni difficili, anni di crisi e di duri sacrifici: alcune aziende hanno dovuto chiudere, molte hanno ridotto il personale, moltissime hanno fatto ricorso alla Cassa Inte-grazione. E purtroppo il qua-dro stenta a mutare. L’84 ci ha dato qualche segno di spe-ranza e in alcuni settori ci sono stati timidi cenni di ripresa. Ma

l’85 sembra rimettere tutto in discussione. L’inflazione ten-de a irrigidirsi, le esportazioni calano mentre aumentano le importazioni e la disoccupa-zione rimane gravissima. Più i tempi sono difficili per le no-stre aziende e più crescono gli impegni per l’Api. Infatti è nei momenti in cui le aziende hanno problemi, che diventa importante, anzi essenziale, l’opera della nostra Associa-zione. Proprio per questo è necessaria un’Associazione all’altezza dei problemi e in grado di soddisfare le esigen-ze degli associati. Ritengo che l’Api si sia dimostrata, almeno

nella generalità dei casi, più che idonea a soddisfare que-ste esigenze, aiutando fattiva-mente gli imprenditori a risol-vere le loro problematiche.

A distanza di quasi trent’anni stupisce l’attualità di queste parole, alle quali è difficile ag-giungere o togliere qualcosa. Le faccio pertanto mie e le affido a Voi come momento di riflessione.

Post ScriptumIl 12 novembre 2012 Apindustria Verona rinnoverà i propri Organi Direttivi: al compimento del mandato affidatomi sento il dovere di ringraziare la Giunta di Presidenza, il Consiglio Direttivo per l’aiuto, la collaborazione e il tempo che hanno dedicato all’ Associazione e la Direzione e il Personale per il lavoro svolto.

Il 12 ottobre 2012 Apindustria Verona compirà 50 anni.Mettendo mano ad alcuni documenti d’archivio e rivisitando “l’operato” dei nostri predeces-sori, mi sono imbattuto nell’editoriale del maggio 1985 pubblicato sul mensile API Verona.

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Un ripieno di bontà

Il trucco non c’è. E si sente. Dav-vero, come recita il pay-off azien-dale, quella dei prodotti Avesani è una “bontà senza segreti”. Perché per l’azienda di Bussolengo, stori-

ca interprete (fu fondata nel lontano 1951) dell’industria agroalimentare veronese, una delle aziende che han-no contribuito a far eleggere la città scaligera “capitale mondiale del tor-tellino”, l’eccellente qualità delle ma-terie prime è un diktat inappellabile.«Per le nostre paste fresche e ripie-ne – esordisce Remigio Marchesini, responsabile commerciale dell’azien-da – selezioniamo accuratamente gli ingredienti che devono essere fre-schissimi, tutti rigorosamente naturali e “Made in Italy”: dalle carni scelte, macellate appositamente per il nostro pastificio, alle uova, al grana padano stagionato, al prosciutto, alla bresa-ola, alla ricotta, ai funghi porcini sec-chi, al tartufo, al radicchio rosso, agli spinaci, alle patate, agli aromi. Utiliz-ziamo anche particolari farine di gra-no duro e tenero che permettono alla pasta di mantenere una compattezza, una ruvidità, un’elasticità e una tenu-

ta alla cottura eccellenti. Gianfranco Avesani, contitolare dell’azienda con il fratello Luciano, è personalmente coinvolto nell’approvvigionamento degli ingredienti e in cucina sperimen-ta sempre, con un occhio di riguardo alla tradizione di famiglia, ricette ori-ginali. Avesani propone puntualmen-te nuove e interessanti varietà da of-frire al consumatore: diciamo sì alla creatività e alla fantasia, ma tenendo sempre ben presenti le buone regole del “fatto in casa” e cioè l’importanza di una sfoglia sottile e di un ripieno ricco». E i prodotti del Pastificio Ave-sani non sono solo buoni, ma anche sani. La loro certificata salubrità de-

riva dalla doppia pastorizzazione a 95 °C che consente non solo l’ab-battimento delle cariche batteriche, ma assicura una maggiore durata del prodotto senza dover ricorrere all’utilizzo dei conservanti. L’automa-tismo delle varie fasi del processo produttivo, inoltre, evita il contatto tra ingredienti/prodotto e operatore, as-sicurando un’altissima igienicità con il rispetto delle caratteristiche organo-lettiche e la conservazione inalterata dei sapori. L’azienda si fregia di una serie di autorevoli certificazioni: dalla Uni En Iso 9001/2008, alla Uni En Iso 22000/2005, dalla Sincert, alla Cisq, alla IqNet, alla International Food Standard, a quella Food BRC. Tutta la pasta viene realizzata in atmosfe-ra protettiva, con una shelf-life di 60 giorni. Il packaging – tre sono le tipo-logie di confezionamento: vaschetta, sacchetto, ciuffo – è protettivo, accat-tivante e informativo: in etichetta sono indicate tutte le caratteristiche tecni-che e di tracciabilità del contenuto. «Tra le tante specialità della nostra gamma – prosegue Marchesini – che annovera paste fresche ripiene (tor-

PASTIFICIO AVESANI

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tellini, tortelloni, ravioli), paste fresche all’uovo (tagliatelle, bigoli, lasagne, maccheroncini), gnocchi di patata, gnoc-chetti tirolesi, canederli, vale la pena ricordare gli Ave-sanissimi, i Superfini, i Nodini d’Amore, dalla particolare

forma di fagottino, nostro fiore all’occhiello dal 1998. Gli ultimi nati sono i tortellini “tipo Valeggio” al naturale, sfo-glia di farina di grano duro italiano e granito di grano tene-ro (ricavato dal cuore del chicco di frumento) con ripieno

profili

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Pastificio Avesani

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di vitello, bresaola e rosmarino (la carne viene cotta a vapore per esaltarne le proprietà)». Il Pastificio Avesani continua a essere un’impresa a struttura e conduzione familiare, proprio come la concepirono i fondatori, Ugo e Iole, genitori degli attuali proprietari, che nel 1951 – siamo nel pieno della ricostruzione post-bellica – av-viarono una piccola bottega con laboratorio artigianale a San Procolo, in zona San Zeno, Verona. È il punto di partenza di un buon successo che portò a trasferire l’esercizio in un ambiente più spazioso nell’emergente ZAI riorganizzando la filiera produttiva e adottando im-pianti allora d’avanguardia. L’ultimo “trasloco”, infine, nell’attuale moderna sede di Bussolengo. «Negli anni non abbiamo mai mutato i fondamenti della nostra filosofia imprenditoriale – sottolinea Marchesini – che ci porta a innovare nel solco della tradizione facendo della qualità e della genuinità del prodotto e dell’at-tenzione nei confronti della clientela il nostro “credo”. Avesani ha davvero vinto la scommessa di coniugare all’organizzazione industriale l’abilità manuale».L’adozione di macchinari e sistemi sempre più sofisti-cati – d’altro canto non si producono 15 mila quintali di tortellini senza il supporto di mezzi e strumenti innova-tivi – una pianificazione efficiente delle attività, strategie commerciali sempre più in linea con le dinamiche del mercato interno e internazionale hanno consentito una progressione più che stimolante del fatturato: l’azienda ha avuto incrementi record nel 1997 (60%), nel 1998 (78%) e nel 1999 (49%) e, venendo ai nostri giorni, dall’inizio del 2012 ha registrato una crescita del 25% sull’anno precedente. Ogni particolare si incastra in un ingranaggio perfetto: dal riutilizzo dei ritagli effettuato con macchine completamente automatiche, all’impie-go degli addetti che si articola in un turno e mezzo al giorno e, secondo le esigenze, su 5 o 6 giorni/settima-

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na. Una presenza nella GDO sempre più diffusa e l’avvio di un progressivo processo di internazionalizzazione (attualmente il 10% del fatturato de-riva dai mercati esteri, in particolare da quelli francese, tedesco, svedese e spagnolo) permettono al Pastifi-cio Avesani di presentarsi al nuovo millennio come una brillante realtà industriale che vive con passionalità le sfide del mercato globale adattan-dovi la propria personalità.«I risultati ottenuti – spiega Marchesi-ni – costituiscono per noi uno stimo-lo a procedere nel rispetto della linea tracciata dai fondatori. Di recente abbiamo investito oltre un milione di euro in un’altra linea di produ-zione che, come le 5 già operative, sarà completamente informatizzata. A breve, potremo quindi dedicarci

alla creazione di nuove prelibatezze, su cui stiamo eseguendo gli ultimi test, per deliziare la clientela affe-zionata di ieri e “catturare” quella di domani». A conferma di un legame speciale con la sua terra, e non solo con i suoi profumi e sapori, grande è l’attenzione che Avesani dedica alle attività del territorio e agli eventi promossi da enti e associazioni lo-cali: è infatti sponsor del Bacanal del Gnoco, ultracentenaria festa del car-

nevale veronese, della Straverona, la maratona cittadina, della Monte-fortiana, della Gran Fondo Avesani e

sostiene una sua squadra ciclistica, l’Avesani Bike, vincitrice della Coppa Europa 2012.•

profili

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SEDE AMMINISTRATIVAVia Pietro Vassanelli, 19/AFestara Vecchia37012 Bussolengo (Verona)Tel. 045 6717737Fax 045 6717745

PRODUZIONEPasta fresca all’uovo, tortel-lini, ravioli, tortelloni e paste ripiene in genere.

ANNODI FONDAZIONE1951

TITOLARILuciano e Gianfranco Avesani

RESPONSABILE COMMERCIALERemigio Marchesini

RESPONSABILE PRODUZIONEGianfranco Avesani

RESPONSABILE TECNICOLuciano Avesani

RESPONSABILE AMMINISTRATIVOValentino De Grandi

RESPONSABILE QUALITÀAngelo Zantedeschi

FATTURATO 201114 milioni di euro

SUPERFICIE AZIENDALETotale: 15.000 mqCoperta: 8.000 mq

RISORSE UMANEAddetti alla produzione: 26Impiegati: 2

SITO INTERNET / [email protected]

PASTIFICIO AVESANI S.r.l.

Economia Veronese - settembre 2012

Pastificio Avesani

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Come in tutti i campi, anche nel mondo dell’econo-mia ha successo chi sa meglio dosare e mescolare tecnica, ricerca, qualità e servizi con fattore umano, spirito agguerrito, competenze, risorse e tanta voglia di vincere. Lo sanno bene Anna Maria Zenato e Gian

Antonio Segala che, nel 1998 decisero di unire le loro forze e la loro esperienza dando forma a una nuova realtà: la Ges Group, azienda specializzatasi sin dall’inizio dell’ attività nella realizzazio-ne e commercializzazione di arredo spogliatoi in laminato stratifi-cato HPL per ambienti comunitari, sportivi, scolastici, ospedalieri, industriali e turistici. Molteplici dunque i poli di utilizzo di questo brand che, in breve tempo, ha saputo diventare uno dei più au-torevoli esponenti del settore e che si è dimostrato in grado di at-traversare un mercato caratterizzato da una vorticosa evoluzione, non solo tecnologica, aggiornando costantemente la gamma dei

prodotti e selezionando soluzioni innovative. «Per noi – esordisce Anna Maria Zenato, amministratore di Ges Group – la qualità ha sempre costituito la guida ispiratrice. In que-sto specifico comparto, dove sono richieste la massima sicurezza e la massima igiene, l’eccellenza deve essere perseguita in tutte le fasi della lavorazione, dalla progettazione alla produzione, fino alla gestione del cliente e all’assistenza post vendita». Numerose le certificazioni di cui l’azienda si fregia: ISO 9001:2008, Vision 2000 (Uni En-Iso 9001) relativa al processo produttivo, IQNet, oltre ai diversi attestati di conformità alle norme Uni 8607:2005 per la durata delle porte, Uni 8602:2005 per l’apertura e chiusura con urto delle porte, Uni 8603:2005, per la resistenza dei supporti dei piani interni, Uni-En 573-3 per i profili d’alluminio utilizzati e a quello di omologazione ai dettami dei D.M. 10.03.2005 (“Classi di reazione al fuoco per i prodotti da costruzione da impiegarsi nelle

CON GLI ARREDI GES GROUP STILE E QUALITÀ IN PALESTRA, A SCUOLA, AL LAVORO

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opere per le quali è prescritto il requisito della sicurezza in caso d’incendio”), del Ministero dell’Interno, dei Vigili del Fuoco, della Protezione Civile. Nel 2001 anche il conseguimento del premio “Mercurio d’Oro” ha comprovato gli alti livelli raggiunti. Prodotti non solo “buoni”, gli arredi a marchio Ges Group, ma anche belli, elementi in cui le istanze di sicurezza e funzionalità si coniugano con una particolare attenzione al design, frutto di una accurata ricerca stilistica. «Perché – sottolinea Anna Maria Zenato – lo stile è davvero di-ventato protagonista ovunque, e l’occhio vuole la sua parte an-che in ambienti nei quali un tempo la gradevolezza estetica era subordinata ad altre esigenze. Ges Group ha sicuramente, in questo senso, contribuito a valorizzare e implementare una di-versa concezione di questi luoghi, realizzando sistemi di arredo che garantiscono performance affidabili e rispetto della privacy con colori, linee e forme accattivanti». «La gamma della nostra

produzione – spiega Gian Antonio Segala – comprende armadi, panche, pareti modulari, porte, top lavamani, cabine a rotazione, piani vasca. Offriamo un servizio completo che parte dall’analisi degli spazi da utilizzare e dalla formulazione del progetto d’ar-redo secondo le indicazioni fornite, passa per la selezione dei materiali – autoestinguenti, inossidabili, lavabili e disinfettabili

(laminato massello stratificato HPL, alluminio anodizzato, acciaio inox) – e dei colori, assolutamente atossici, per l’accurata scelta delle finiture e arriva alla serie di meticolosi collaudi e verifiche cui ciascun pezzo, che deve essere resistente a ogni tipologia di solventi e prodotti chimici presenti nei detersivi comunemente utilizzati nella pulizia quotidiana, viene sottoposto una volta uscito dalle linee di montaggio e prima di varcare i cancelli dell’azien-da». È l’adeguamento, organizzativo e produttivo, alle diverse e sempre più sofisticate esigenze della clientela che ha consentito a questa “giovane” azienda di diventare partner di grande affida-bilità di industrie alimentari e manifatturiere, di comunità sportive e del tempo libero, di enti ospedalieri, di istituti scolastici. Le so-luzioni Ges Group sono personalizzate per ogni ambiente. Nella fase di progettazione e consulenza (con possibilità di rendering) sono garantiti sopralluoghi e rilievi in cantiere con personale pro-prio che risolve le problematiche strutturali presenti e valuta la fat-

profili

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Ges Group

Economia Veronese - settembre 2012

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tibilità sulla base della limitazione di ogni possibile disagio o pericolo per gli utenti. Anche per il montaggio – nel rispetto delle normative vigenti (D.Lgs.81/2008) – e la posa in opera l’azienda si avvale di pro-prie squadre di tecnici altamente qualifica-ti, che si occupano anche dell’assistenza e manutenzione post-vendita. La struttura operativa di Ges Group può contare, inol-tre, sul lavoro qualificato di 30 dipendenti e su una rete commerciale, operante su tutto il territorio nazionale e internazionale.«Uno staff – sottolinea Anna Maria Zena-to – che ha contribuito, con senso di re-sponsabilità e di appartenenza, a conso-lidare i traguardi, soprattutto economici, della nostra attività. Gli obiettivi raggiunti grazie al nostro lavoro di squadra ci han-no fornito ulteriori stimoli sia ad ampliare l’offerta con cui ci presentiamo sul merca-to, sia ad affinare la professionalità della nostra rete commerciale e quella dei no-stri collaboratori e del nostro ufficio pro-gettazione e produzione». Un successo, quello dell’impresa di Castelnuovo, che si riflette nei numeri: nell’arco di pochi anni il fatturato è sostanzialmente raddoppiato, raggiungendo il tetto dei 5 milioni di euro, di cui il 25% realizzato sul mercato estero e, più specificatamente, in Francia, Gran Bretagna, Germania, Croazia, Slovenia, Kazakistan.«Siamo costantemente impegnati – con-clude Anna Maria Zenato – nell’unifor-marci al rispetto delle norme europee in materia di sicurezza e igiene, eliminando anche le infinitesimali emissioni gassose e di inquinanti che possano nuocere agli equilibri ambientali. Intendiamo inoltre continuare a perseguire quella politica di investimenti in aggiornamento delle stru-mentazioni e utilizzo di nuove tecnologie che abbiamo sempre sostenuto con forza: una scelta strategica che ci ha consentito,

e ci consente, preservando l’eccellenza, di contenere i costi, diretti e indiretti, del prodotto finale». È evidente come, grazie a una gestione dinamica, a un concreto mercato di riferimento e a un forte legame con il territorio, contemperato da una vi-sione globale, Ges Group sia una realtà in ascesa con numerosi obiettivi raggiunti e con forti motivazioni per il futuro.•

GES GROUP S.r.l.

SEDE AMMINISTRATIVAVia dell’Industria, 2037014 Castelnuovo del Garda (Verona)Tel. 045 6450920Fax 045 6450928

PRODUZIONEArredi e spogliatoi per comunità

ANNO DI FONDAZIONE1998

AMMINISTRATORE UNICOAnna Maria Zenato

TITOLARIAnna Maria Zenato Gian Antonio Segala

RESPONSABILE QUALITÀAnna Ciucci

RESPONSABILE PRODUZIONEMauro Faccincani

RESPONSABILE AMMINISTRAZIONEDavide Cherubin

FATTURATO 20115 milioni di euro

SUPERFICIE AZIENDALEtotale: 10.000 mqcoperta: 3.000 mq

RISORSE UMANEAddetti alla produzione: 15Impiegati: 12

SITO INTERNET / [email protected]

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La vocazione alla lavorazione della pietra da parte degli abitanti della Lessinia si perde nella notte dei tempi: risale infatti all’era dei metalli la prima costruzione in pietra dei villaggi della zona.

Il primato veronese nell’estrazione e nella trasformazio-ne del marmo e della pietra naturale – in epoca romana la bella pietra color rosso/rosa ricavata sui monti della Valpantena, il Rosso di Verona, appunto, era già apprez-zatissima, e durante il Rinascimento la richiesta di pietre decorative crebbe ulteriormente – dura tutt’oggi e il le-game tra la gente del territorio e questo materiale forte e duttile insieme è indissolubile. Significativo esempio di questo rapporto speciale è la storia, professionale e umana, di Celeste Fasani. All’inizio degli anni Novanta, abbandonato il lavoro di rivenditore e rappresentante di esplosivi, Fasani decise di diventare imprenditore di se stesso e di dedicarsi alla sua passione: il marmo.

Il fascino del Marmo Rosso di Verona

14

FASANI CELESTE

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Cominciò così il percorso della Marmi Celeste Fasani di Lugo di Grezzana che, con le sue 7 cave, controlla il 95% della produzione di Marmo Rosso di Verona, uno dei sim-boli storico-culturali del nostro territorio, alla base del cui prestigio c’è una somma di valori materiali e intangibili: bellezza, varietà dei colori, resistenza, arte.Fasani ha raggiunto livelli di eccellenza nella lavorazione di questa straordinaria materia prima: fin da principio fo-calizzò il suo interesse sull’escavazione del marmo, dap-prima nel territorio di Erbezzo e, in seguito, anche nelle cave di Stefani e di Vallene, località del comune di S. Anna d’Alfaedo. Quella scelta iniziale avrebbe caratterizzato l’impronta imprenditoriale di questa azienda che vanta oggi l’oligopolio di uno dei materiali più eleganti e ricer-cati dal variegato universo che ruota attorno al sistema lapideo. Fasani Celeste S.r.l., oltre alla fornitura di marmo grezzo, è però specializzata anche nell’offerta di prodotti lavorati quali materiali per rivestimento, piastrelle per pavi-mentazione e tutto quanto può servire nella progettazione edilizia, sia con materiale standard sia con prodotti ese-guiti su richiesta di architetti e operatori di settore.Di questa ampia varietà di prodotti lavorati, si può prende-re visione nella cava-laboratorio, sita in località Costamo-ra, nel comune di Erbezzo. Ma perché il Rosso di Verona riveste un ruolo tanto importante per l’attività estrattiva scaligera ed è richiestissimo nei mercati di tutto il mondo? Conosciamolo un po’ più da vicino. Si tratta di un materia-le che risale a circa 170 milioni di anni fa e che ha la pro-pria sede naturale nella zona che oggi corrisponde all’al-topiano dei Monti Lessini. Qui, in fondo all’oceano Tetide,

l’attuale Mediterraneo, si era formato un grande tavolato. Nel periodo Giurassico, in un intervallo di tempo pari a circa 30 milioni di anni, i sedimenti si accumularono sul fondo di questo antico mare aperto dando origine, come racconta la storia geologica del territorio, alla formazio-ne del Rosso Ammonitico Veronese. La stratificazione si divide in tre “gruppi” che, a loro volta, si differenziano in “corsi” di diverso spessore. In ambito tecnico, dal bas-so verso l’alto, si riconoscono il gruppo del Nembro, del Sengia e dei Cimieri. I primi comprendono alcuni tra i più famosi marmi veronesi, di colore variabile dal giallo al noc-ciola, dal rosa al rosso vivo. Sono pietre che si prestano a essere tagliate e lucidate a specchio, hanno un’ottima resistenza al gelo e possono essere utilizzate anche per rivestimenti esterni. Gli impieghi prevalenti sono, tuttavia, nel settore di pavimenti, scale, rivestimenti, colonne, ba-laustre, stipiti, cornici, caminetti, lavori di scultura, ecc. Il gruppo dei Cimieri rappresenta, invece, la porzione più elevata del Rosso: il tipico marmo è costituito dal Rosa Corallo, un calcare compatto di colore rosato, lucidabile e scolpibile, comunemente utilizzato per interni. Dunque, un materiale versatile sul quale Celeste Fasani, coadiuvato dai figli Luca e Stefano, che nel 1999 hanno fatto il loro ingresso in azienda, ha investito molto, avendone ‘assimi-lato’ l’unicità così preziosa e irripetibile.Non è stato, per l’azienda di Lugo, un percorso agevole anche per le ricorrenti difficoltà riscontrate dall’intero com-parto lapideo sia sul mercato interno, a causa della sta-gnazione del settore immobiliare, che su quello globale, ma con granitica tenacia i Fasani hanno superato i mo-menti difficili ampliando addirittura i servizi. Luca e Stefano hanno affinato ulteriormente l’attività di consulenza rivolta tanto ai privati che ai progettisti e agli interior designer, con i quali hanno instaurato un rapporto costruttivo per interpretare in maniera nuova il dialogo tra l’oggetto che la pietra diventerà e il contesto in cui andrà a collocarsi: un approccio che dischiude le porte per un utilizzo infor-

profili

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Fasani Celeste

Economia Veronese - settembre 2012

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male della pietra dove si coniugano la volontà di usare il materiale per le sue insite capacità espressive con l’esigenza di piegarlo a una nuova funzione artistica. Un cammino che si traduce nella re-alizzazione di importanti opere di mo-derna architettura come la facciata e gli interni della chiesa di Paterno-Se-riate (Bergamo), progettata da Mario Botta, la sede vescovile di Torino, la Facoltà di Sociologia dell’Universi-tà di Trento, realizzata dall’architet-to Paolo Portoghesi, il rivestimento dell’Università Campus di Parma, la pavimentazione e i rivestimenti interni del palazzo della Gran Guardia di Ve-rona, la pavimentazione, su progetto dell’architetto Scarpa, di Via Dante in Verona oltre al pavimento della hall della sede Fao di Roma. Opere fir-mate da architetti e progettisti di fama che documentano la duttilità d’uso del materiale prodotto e lavorato da Fasani Celeste S.r.l.«Accanto alla valorizzazione del ma-teriale e a un più proficuo rapporto con i progettisti – sottolinea Celeste Fasani, con i figli Luca e Stefano –, stiamo sondando nuovi tipi di utilizzo del materiale e, conseguentemen-te, nuovi concetti di lavorazione del Rosso di Verona estratto dalle nostre cave. Progetto che ha significato il potenziamento delle tecnologie di la-vorazione con macchine per il taglio a filo diamantato e, per la segagione, con segatrici a catena oltre che con lucidatrici. Impianti che, oggi, permet-tono di eseguire sofisticate tipologie di taglio e di avere un prodotto con sfumature di colore assai variegate

e sicuramente funzionali a un uso inedito rispetto a quello classico». In quest’ottica, l’azienda si proietta ver-so mercati diversi da quelli tradizionali aprendosi non solo alla collaborazio-ne con i progettisti, quanto propo-nendosi con una gamma di prodotti di elevata qualità e ottenuti attraverso metodi di lavorazione sofisticati, oltre che con una grande attenzione alle problematiche ambientali, smalten-do i fanghi di lavorazione attraverso imprese autorizzate alla discarica. Un bel passo in avanti per questa azienda che esporta ben il 60% della

propria produzione, collocando bloc-chi sul mercato cinese, marocchino, indiano, egiziano e di Taiwan, e lavo-rati, pavimenti in particolare, su quel-lo tedesco, francese, statunitense e turco.•

SEDE AMMINISTRATIVAVia Corso, 4037023 Lugo di Grezzana (Verona)Tel. 045 8801676Fax 045 8819238

PRODUZIONEEstrazione e lavorazione blocchi Marmo Rosso di Verona

ANNO DI FONDAZIONE1991

TITOLARECeleste Fasani

AMMINISTRATORE UNICO E RESPONSABI-LE AMMINISTRATIVOCeleste Fasani

RESPONSABILE COMMERCIALE E TECNICOLuca Fasani

RESPONSABILE PRODUZIONE E QUALITÀStefano Fasani

SUPERFICIE AZIENDALETotale: 15.000 mq

RISORSE UMANEAddetti: 10

SITO INTERNET / [email protected]

FASANI CELESTE S.r.l.

Page 17: Economia Veronese settembre 2012
Page 18: Economia Veronese settembre 2012

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Dà abito al manufatto con gli impianti industriali di verniciatura

All’origine di ogni azienda, c’è sempre un impren-ditore, una persona per cui un’idea non è solo un’intuizione destinata a

restare tale, ma un’occasione per co-struire, con un po’ di fortuna e molta tenacia, un’opera economica. Proprio grazie alla tenacia di molti uomini, gli anni Ottanta hanno visto la nascita di un sistema produttivo fatto di imprese piccole e medie, imprenditoriali e non manageriali, manifatturiere e non ter-ziarie. A questo sistema del fare im-presa, distintivo del nostro Paese, si è ispirato anche Corrado Peretta, che ha saputo trasformare VARCO da im-presa di rappresentanze in realtà de-dita alla progettazione e produzione di impianti industriali di verniciatura.«Il nostro curriculum – sottolinea Pe-retta, amministratore unico e presi-dente della società – iniziato alla fine degli anni Ottanta, quando si costru-ivano prevalentemente impianti di verniciatura per i carrozzieri e per le industrie automobilistiche, si contrad-distingue oggi per la sua evoluzione, determinata dall’esigenza di ampliare gli spazi commerciali e di offrire pro-dotti innovativi e affidabili per le indu-strie oltre che un’assistenza persona-lizzata e continua».La VARCO di Legnago, specializza-ta nella progettazione, costruzione, vendita e installazione di linee e im-

pianti completi manuali e automatici per pretrattamento (grassaggio-la-vaggio), asciugatura, verniciatura ed essiccazione delle vernici a liquido e a polveri, può infatti soddisfare qual-siasi necessità impiantistica, grazie all’adozione delle più moderne tec-nologie, all’utilizzo di materiali e com-ponenti di comprovata qualità e ad

un qualificato servizio di assistenza, manutenzione preventiva program-mata e fornitura di ricambi, per garan-tire anche nel tempo la massima af-fidabilità e produttività degli impianti. Caratteristica peculiare degli impianti di verniciatura è inoltre la rigorosa rispondenza ai requisiti di sicurezza degli operatori, igienicità e salvaguar-

VARCO

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profiliVarco

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dia dell’ambiente, come previsto dal-le norme vigenti. In questa direzione offre le più concrete garanzie la certi-ficazione Uni En Iso 9001/2008 di cui VARCO si fregia.«La nostra struttura operativa – conti-nua Peretta –, oltre all’efficiente sup-porto commerciale che in poco più di vent’anni ci ha consentito di raggiun-gere un importante traguardo di fattu-rato per un buon 60% realizzato all’e-stero, si avvale di un qualificato staff tecnico interno capace di interpretare e tradurre al meglio le esigenze della clientela con cui collabora fianco a fianco. Compilata la scheda dati in seguito ad un primo incontro, si procede alla stesura del progetto che, dopo essere stato sottoposto alla definitiva appro-vazione del cliente, passa alla fase re-alizzativa. Il costante aggiornamento del prodotto, l’attento e razionale uti-lizzo degli spazi riservati alla sistema-zione degli impianti, la flessibilità e la professionalità degli operatori e delle squadre addette all’assemblaggio, al montaggio e all’assistenza, concor-rono a confermare il nostro ruolo di partner indispensabile per qualsiasi utente».La gamma di produzione dell’azien-da legnaghese, che comprende sia modelli standard, sempre co-munque adattati alle esigenze della committenza, sia impianti speciali realizzati “su misura”, che consen-tono di ottimizzare i costi d’esercizio e di garantirsi una semplificata ma-nutenzione, è amplissima. Si va da impianti completi di verniciatura a polveri per metallo e plastica, impian-ti completi di verniciatura a liquido, per plastificazione a letto fluido (Ril-san, Polietilene), per pretrattamento, per lavaggio e grassaggio, lavatrici industriali speciali, per vetroresina, a forni statici e impianti di essiccazio-ne, cabine industriali di verniciatura-essiccazione a flusso verticale e semi verticale, di verniciatura a velo d’ac-qua, di verniciatura a secco senza o con unità di assorbimento a carboni attivi, per applicazione polveri, piani

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grigliati aspiranti a secco e ad ac-qua, kit composti da piano grigliato aspirante a secco o ad acqua con reintegro aria riscaldata. «Il nostro portafoglio ordini attuale – prosegue Peretta – è in ascesa: possiamo dire di aver raggiunto oggi il nostro fat-turato storico e questo nonostante le difficoltà e le decurtazioni deter-

minate dalla stagnazione generale dell’ultimo biennio. Siamo tuttavia più che mai motivati a superare questa criticità e siamo sempre impegnati a rafforzare la nostra presenza nei mercati internazionali e, in particola-re, a potenziare i rapporti in essere con committenti consolidati in Eu-ropa del Nord, dell’Ovest, nei Paesi dell’Est (intra ed extra CE), nella Fe-derazione Russa, nelle Repubbliche Indipendenti dell’ex Unione Sovietica (CIS), negli Emirati Arabi, (UAE), in Nord Africa, con progetti alquanto flessibili e in grado di assicurare la più completa affidabilità ai potenziali

utilizzatori anche per le loro attività future. Siamo, per tutto questo, un punto di riferimento per quella galas-sia di imprese che utilizzano impianti di verniciatura: per noi metalli, zin-cato, legno, plastica, vetroresina… non hanno segreti, noi diamo abito al manufatto». Ricerca, innovazione e formazione costante del personale sono i punti fermi di questa azienda i cui orizzonti, come abbiamo capito dalle parole del presidente, travalica-no i confini nazionali per proiettarsi sempre più in quella dimensione che oggi il mercato globale sollecita ad ogni attività imprenditoriale.•

SEDE AMMINISTRATIVAVia Massimo D’Antona ZAC – San Pietro 237045 Legnago (Verona)Tel. 0442 600355Fax 0442 600403

PRODUZIONEImpianti industriali di verni-ciatura

ANNO DI FONDAZIONE1994

AMMINISTRATORE UNICO E PRESIDENTECorrado Peretta

RESPONSABILE AMMINISTRATIVOAnnalisa Gatto

RESPONSABILE CONTROLLO E QUALITÀAlberto Altafini

RESPONSABILE PROGETTAZIONE, PRODUZIONE, INSTALLAZIONE E SICUREZZAGuido De Fanti

SUPERFICIE AZIENDALETotale: 4.000 mqCoperta: 2.400 mq

SITO INTERNET / [email protected]

VARCO S.r.l.

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DALL’IT DI ALDEBRA PARTE LA RIPRESA DELLE AZIENDE

La storia di Aldebra inizia nel 1987 quando l’ing. Giordano Tamanini fonda la prima azienda e promuove il progetto aggregativo tra realtà con conoscenze e competenze specifi-

che in ambito ICT. Da allora l’azienda ne ha fatta di strada e i numeri lo testimoniano: 40 i soci attuali, tra i quali figura il “Gruppo 24 Ore” con oltre il 20% del capitale sociale, otto sedi, un organico di 220 addetti che garantisce una presenza capillare sul territorio nazionale e un

fatturato di 36 milioni di euro. Aldebra nasce dall’incontro di aziende con conoscenze e competenze specifiche nell’ ambito dell’Infor-mation e Communications Technology (ICT), particolarmente radicate nei territori di appar-tenenza e “legate” alle aziende-clienti da rap-porti di stima reciproca.Il progetto approntato da Aldebra accresce la capacità di offerta fondendo competenze, cul-tura, know-how e servizi che le varie realtà già possedevano, garantendo una combinazione

sinergica di molteplici professionalità in co-stante aggiornamento tecnologico. L’azienda è certificata UNI EN ISO 9001:2008: qualità, competenza, specializzazione e competitività sono infatti le sue quattro parole chiave ma importanti sono anche passione ed emozione perché le aziende si formano e sono gestite dalle idee, ma sono insostituibili gli uomini per realizzarle. La principale risorsa di Aldebra è infatti composta dal proprio personale per questo l’azienda investe costantemente nella

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sua formazione al fine di garantirne l’aggior-namento tecnologico e poter proporre docenti qualificati alla propria clientela.«Fornire una risposta precisa, all’avanguardia ed economicamente conveniente per le esi-genze di enti, aziende e professionisti – conti-nua Tamanini – è la nostra missione primaria. Favoriamo l’utilizzo da parte dei clienti delle tecnologie dell’informazione e della comu-nicazione quale elemento di competitività, progettiamo soluzioni innovative su misura dell’organizzazione del cliente, garantiamo la protezione degli investimenti, soprattutto di quelli ‘immateriali’».Servizi quindi a tutto tondo che comprendono consulenza ed analisi del livello di utilizzo delle applicazioni software preesistenti; analisi per la razionalizzazione delle procedure operative; studio di fattibilità per l’introduzione di nuovi prodotti hardware/software; progetti di inte-

grazione tra ambienti applicativi diversi; ana-lisi del sottosistema delle telecomunicazioni; sicurezza ed efficienza del sistema; verifica e regolarizzazione delle licenze; documentazio-

profili

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Aldebra

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ne processi e procedure aziendali; redazione note operative, verifica, conservazione e cata-logazione copie dati e programmi. Help Desk Aldebra, inoltre, consente al cliente con un contatto diretto o telefonico, il supporto di specialisti per fornire indicazioni utili a su-perare i problemi che si incontrano nell’utilizzo degli strumenti informatici Il servizio di assi-stenza hardware assicura il continuo funziona-mento di tutte le apparecchiature del sistema informativo con attività di manutenzione pre-ventiva, diagnostica e ripristino delle funziona-lità per mezzo di riparazione e/o sostituzione e può essere regolato da forme di rapporto diversificate in relazione alle caratteristiche del sistema e dell’utenza.Aldebra ricopre una posizione di leader nel mercato italiano per la piccola e media impre-sa nei vari settori di attività del secondario e del terziario attraverso la fornitura di sistemi e ser-vizi informatici, la progettazione, realizzazione e consolidamento dei sistemi e dello storage disegnando soluzioni di Business Continuity e Disaster Recovery con i più affidabili siste-mi di backup. «La consulenza e l’esperienza maturata nel campo del software applicativo, sottolinea l’ing. Luciano Stizzoli di Aldebra Ve-rona ci consente di rivolgerci alle PMI con so-luzioni tecnologiche arricchite da competenze in settori molto specifici quali il fotovoltaico, il farmaceutico, il metalmeccanico, il riciclo dei rifiuti speciali e l’intera filiera alimentare. Ver-ticalizzazioni dall’elevata copertura funzionale sono infatti in grado di gestire tutti gli aspetti gestionali aziendali, dalla contabilità alla logi-stica avanzata passando dalle soluzioni per la gestione della produzione, crm, servizi di assi-stenza e manutenzione di impianti vari e molti altri ambiti operativi. Aldebra vanta inoltre un centro di competenza specifico per il docu-ment management, offrendo tutte le soluzioni necessarie per gestire il documento azienda-le, sia fisico che elettronico. Rientrano così nella proposta le stampanti multifunzione, le soluzioni per l’archiviazione documentale elet-tronica e sostitutiva e tutti i servizi di gestione dei punti di stampa. Siamo anche - continua Stizzoli - partner certificato RICOH per poter erogare consulenza nell’ambito delle soluzio-ni PAY per PAGE, ovvero un servizio in grado individuare il risparmio effettivo e certificato nella gestione del printing ottenibile attivando una serie di investimenti specifici nelle infra-strutture di stampa».•

CASE HISTORY TOSATO S.r.l. L’azienda Tosato S.r.l di Asparetto di Cerea (Verona) produce mobili e complementi di arredo ed è presente in Italia e all’estero dal 1983 con circa 800 punti vendita, una rete di rappresentanza a livello nazionale e con agen-ti diretti e punti vendita in Olanda, Germania, Spagna, Ucraina, Russia, Polonia, Ungheria oltre a distributori in Corea del Sud e Giappo-ne per un giro di affari all’estero pari al 40% del totale.

Gestione prodotti “market oriented”La soluzione gestionale e/ready di ESA Softwa-re-Gruppo 24 Ore consente la gestione di una piccola-media impresa in modo facile e com-pleto permettendo anche tramite strumenti

nativi l’esigenza di integrazione con le proce-dure di automazione delle unità produttive. Le procedure di magazzino, focalizzate sulla valo-rizzazione della qualità dei prodotti, generano una completa documentazione che segue il ciclo di vita di ogni singolo articolo consegnato al cliente.

CASE HISTORY CAFFINI S.p.A.L’Azienda Caffini di Palù (Verona) opera nel settore delle macchine agricole dal 1924. Dal 1980 si dedica esclusivamente alla produ-zione di polverizzatori per la protezione delle colture e delle piante. Attualmente la Caffini S.p.A. esporta più del 60% della sua produzio-ne in oltre 30 Paesi.

Distinte basi neutre per ordini “personalizzati”La soluzione gestionale e/sigip di ESA Software-Gruppo 24 Ore installata risponde appieno alle esigenze di una media impresa manifatturiera dove la richiesta fondamentale è quella di disporre di una soluzione concepita con funzionalità com-plete, personalizzabili, integrabili, estendibili e con un elevato livello di parametrizzazione.

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SEDE AMMINISTRATIVAVia E. Fermi, 13/C37135 VeronaTel. 045 8801676Fax 045 8819238

ALTRE SEDITrento, Bolzano, Sesto S.Giovanni (Mi), Carpi (Mo), Padova, Ivrea (To), Treviso

ATTIVITÀSystem integrator: consulenza, progettazione e implementazione di soluzioni nel campo delle infrastrutture informatiche

ANNO DI FONDAZIONE1987

PRESIDENTEIng. Giordano Tamanini

FATTURATO 201136 milioni di euro

RISORSE UMANEAddetti: 220

SITO INTERNET / [email protected]

ALDEBRA S.p.A.

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Trent’anni di esperienza nel settore delle at-trezzature industriali e delle tecnologie per la saldatura e un consolidato rapporto con la clientela costituiscono, per una realtà imprenditoriale, un bagaglio di primaria im-

portanza. Se poi a queste conoscenze aggiungiamo una vera e propria ‘passione’ per l’automazione, per la robotizzazione e per la formazione, allora si compren-de come, nonostante le criticità del recente passato e del presente che stiamo sopportando, per LIPPA S.r.l. il futuro sia già iniziato sotto i migliori auspici.«Il nostro impegno primario – sottolinea Valerio Lippa contitolare, con Giancarla Senzani e Roberto Cambioli, dell’azienda – è sempre stato quello di creare un rap-porto costruttivo con la clientela. Rapporto che abbia-mo coltivato sin dagli inizi della nostra attività e che, proprio nel pieno della difficile congiuntura vissuta dal nostro Paese, si è tradotto nella decisione di diventare sempre più il punto di rifermento per quanti si rivolgo-no a noi nella speranza di trovare, insieme, una via di crescita. Una saldatura ad hoc – continua Lippa – richiede, oltre alle migliori attrezzature che siamo in grado di proporre (dall’elettrodo all’isola robotiz-zata...), conoscenza, competenza e professionalità. Per questo abbiamo pensato di integrare la nostra of-ferta con un nuovo servizio che non aveva riscontri in realtà similari alla nostra. Abbiamo avviato, primi nel Veneto, una scuola di formazione e perfezionamen-to per saldatori e brasatori, avvalendoci anche del supporto di una delle più qualificate agenzie prepo-ste a tale attività formativa in ambito nazionale, la ASQ STS di Forlì, di cui siamo divenuti un terminale del Nord Est».

da LIPPA tutti a scuola di saldatura

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Una scelta, questa, che ha cambiato le dinamiche imprenditoriali di LIPPA S.r.l., insediatasi alle porte di Verona: lo stabilimento si trova a Vigasio ad appena 12 Km dal centro della città sca-ligera, in una sede che, su un’area di circa 1250 mq., ospita la Scuola di Saldatura che si articola in una moderna sala per le lezioni teoriche, attrezzata con le più sofisticate strumentazioni didattiche, e in quattro postazioni per l’addestramento pratico, il tutto corredato con le più avanzate apparecchiature. Qui si svolgono i corsi specialistici inerenti le tecniche di saldatura su tubazioni in polietilene, su acciai al carbonio, sull’inox, leghe leggere, titanio e molti altri materiali; ricca e articolata è anche la parte teorica, che prevede moduli personalizzati che trattano, tra l’altro, argomenti come metallurgia, saldabi-lità degli acciai, progettazione, controlli CND, difettologia, e disegno tecnico. La calendarizzazione di questi corsi, destinati alla formazione o all’aggiornamento impegna il primo giovedì e venerdì di ogni mese, per l’intera giornata. «Ovviamente – ci spiega Roberto Cambioli – questa programmazione può varia-re in considerazione delle specifiche esigenze dei partecipanti, perché sappiamo che solo con una adeguata flessibilità si può

rispondere alle urgenze della clientela che possono variare ra-pidamente». Un impegno, quello della formazione, che si coniuga con un servizio di assistenza e consulenza fra i più ricercati e che può contare su personale altamente qualificato e in grado di esegui-re, in loco, prove dimostrative, ma anche analisi dettagliate delle esigenze specifiche del committente, per ottimizzarne l’attività con la dovuta attenzione al rapporto costo/qualità. Per operare a 360° in un settore che si avvia verso forme di specializzazio-ne sempre maggiori, Valerio Lippa e soci hanno capito che, oltre alle attrezzature per saldatura, dovevano ampliare il proprio campo d’azione ed hanno pensato di cimentarsi nel comparto dei gas tecnici, i migliori naturalmente, ed è per questo che sono diventati partner di Rivoira, una delle indu-strie leader nel settore dei gas criogenici, tecnici, medicinali, refrigeranti, puri e speciali, con distribuzione su larga scala. Espletate tutte le incombenze che richiede lo stoccaggio dei gas e individuati i potenziali fruitori (piccoli artigiani o grande azien-da) dei vari settori, l’azienda vigasiana, fatto tesoro della Scuola di Saldatura, pensa di cimentarsi in una nuova sfida: dare vita

profili

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Lippa

Economia Veronese - settembre 2012

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a dei corsi per addetti all’utilizzo di gas tecnici. È già attivo un percorso formativo che prende in esame il prodotto gas e il prodotto da saldare in modo da orientare l’utilizzatore al giusto processo, parten-

do dalla miscela e arrivando ai materiali. I tecnici Rivoira, ci spiegano in azienda, hanno tenuto i primi corsi di aggiorna-mento per illustrare il potenziale dei nuovi gas applicati ai diversi prodotti, spiegan-do i vantaggi derivanti dall’utilizzo di una determinata miscela piuttosto che un’altra «resta inteso – interviene Riccardo Lippa – che, poiché crediamo molto nell’attività didattica-formativa, saremo sempre noi a gestire i corsi, anche con l’aiuto di esperti esterni, visto che grazie al know how ac-quisito ‘sul campo’ per noi materiali e tec-niche di saldatura non hanno più segreti.» «Ci piace inoltre sperare che entro i prossimi tre anni – conclude Valerio Lip-pa – il nuovo potenziale dell’azienda sia a completo regime, ivi compresa l’attivi-tà di assistenza tecnica e commerciale che, già oggi, siamo in grado di fornire ai massimi livelli e con quella competen-za che è richiesta da un mercato dove la concorrenza è fortissima; in particolare intendiamo organizzare ulteriormente l’at-tività di supporto nel servizio post-vendita convogliando in questo comparto tutti i nostri sforzi e una quota consistente degli investimenti tanto sul fronte delle risorse

umane quanto su quello tecnologico. Una sfida per la quale ci stiamo impegnando da tempo e che siamo convinti di poter vincere». È alquanto confortante, e spe-riamo serva di esempio, che, in un Paese

dove per anni sono stati penalizzati il la-voro manuale e la relativa preparazione, con conseguente mancanza di specifiche figure professionali, si cominci a cambia-re mentalità e si incontrino imprenditori motivati e impegnati ad investire in for-mazione per ridare al lavoro artigianale, una voce importante del PIL, la piena dignità anche in una prospettiva occu-pazionale di successo o di autoimpren-ditorialità.•

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SEDE AMMINISTRATIVAVia Del Lavoro, 18 - ZAI37068 Vigasio (Verona)Tel. 045 6685567Fax 045 7364700

ATTIVITÀCommercializzazione tecnologie per saldatura e verniciatura. Robot e impian-ti automatici per saldatura, attrezzature industriali. Distribuzione gas tecnici. Scuola di saldatura

ANNO DI FONDAZIONE1982

TITOLARIValerio Lippa Giancarla Senzani Roberto Cambioli

PRESIDENTEValerio Lippa

RESPONSABILE AMMINISTRATIVORoberto Baciga

RESPONSABILE COMMERCIALEValerio Lippa

RESPONSABILE TECNICORoberto Cambioli

RESPONSABILE UFFICIO ACQUISTIGiancarla Senzani

RESPONSABILI SCUOLA DI SALDATURARoberto Cambioli Riccardo Lippa

RESPONSABILE DISTRIBUZIONE GAS TECNICIRiccardo Lippa

SUPERFICIE AZIENDALETotale: 2.500 mqCoperta: 1.250 mq

RISORSE UMANEAddetti 10

SITO INTERNET / [email protected]

LIPPA S.r.l.

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DINO PIACENTINI

Vice Presidente

Le Pmi sono ormai “con l’acqua alla gola”. I gran-di “guru” dell’economia nazionale ed europea di-cono che i primi segnali

di ripresa si vedranno solo nel 2013.Lei cosa pensa in proposito?Credo che con l’acqua alla gola ci sia un po’ tutta l’economia italiana e non solo la nostra. Certo, le Pmi ne risentono in modo particolare, per diverse ragioni. Inutile negare, anzi-tutto, che spesso le nostre piccole e medie imprese sono sotto-capita-lizzate, ciò, in periodi di tensione, le rende senz’altro più vulnerabili. Per contro va evidenziato anche l’anno-so problema dell’accesso al credito: già normalmente le banche tendono a non valutare appieno l’elemento distintivo, e il grande valore, che ca-ratterizza il piccolo e medio impren-ditore, cioè l’idea, il progetto. L’intro-duzione dei parametri di Basilea ha accentuato questa tendenza. Non sono in grado di prevedere quando e come si verificherà una svolta con basi solide, ciò di cui sono certo è che a vedere la luce dopo il tunnel (come peraltro già oggi possiamo constatare dai dati macroeconomi-

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personaggio

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DINO PIACENTINI

ci resi noti) saranno per prime le impre-se vocate all’export: è nei mercati esteri che le nostre aziende possono trovare quegli sbocchi che garantiscano livelli produttivi in crescita. Certo non è facile, per un’impresa di piccole dimensioni, ac-cedere a mercati magari molto distanti; colmare questo gap è precisamente uno dei compiti principali di un’associazione che, come Confimi, intende lavorare sulle reali esigenze delle imprese associate, promuovendo la cultura all’internaziona-lizzione delle imprese che rappresenta una visione diversa dal mero concetto di esportazione .

Considera efficaci le misure prese dal Governo Monti per stimolare la com-petitività delle nostre Pmi?Ho avuto modo, fino dall’uscita del De-creto sviluppo, di esprimere un giudizio articolato sul provvedimento, che seppu-re insufficiente, ha il merito di intervenire su alcuni snodi importanti. Fra questi indicherei senz’altro l’intervento sul con-

tenimento della spesa e la ricollocazione del controllo di alcune importanti società. È da apprezzare che nel bilanciamento delle fonti finanziarie sia presente la vo-lontà di intervenire sui costi delle ammini-strazioni centrali. Giudico corretta anche la cessione alla Cassa Depositi e Prestiti di Fintecna, Sace e Simest; si tratta di un alleggerimento sul piano finanziario, ma soprattutto di una razionalizzazione di strumenti importanti che già interagisco-no fra loro. Al di là dell’attività imprendito-riale che svolgo, il criterio al quale sem-bra essersi riferito il decreto evidenziando la centralità del settore delle costruzioni e introducendo alcune importanti novità incentivanti, quale volano da cui partire per il rilancio dell’intera economia, trova la mia piena E’ noto infatti, al di là delle solite strumentali polemiche, il ruolo di “traino” che le costruzioni svolgono nel sistema generale. L’efficacia di queste e di altre misure va valutata nel conte-sto del mercato internazionale, nel qua-le continuiamo ad essere penalizzati sia dal differenziale del costo del denaro, sia

dal peso abnorme della fiscalità, come del resto è stato riconosciuto di recente dagli stessi rappresentanti del Governo. Un elemento di forte criticità al contra-rio deve essere sottolineato a proposito della scarsa attenzione verso i temi della ricerca e dell’innovazione, tanto mag-giore per le Pmi, che difficilmente sono in grado di provvedervi singolarmente, e che andrebbero incentivate a lavorare in-sieme anche in questo ambito. In questo senso auspico che il Governo ponga ri-medio con i necessari interventi correttivi.

Uno dei più dinamici distretti produtti-vi italiani ha subito il dramma causato dal recente sisma. C’è l’esigenza di recuperare a breve i suoi tanti primati. Lei come vede il futuro più prossimo di questo sistema, che produce ricchez-za e occupazione?L’area della così detta “bassa modenese” e delle zone limitrofe colpite dal sisma, rappresenta un concentrato di imprese manifatturiere pressoché unico. Dal mec-

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canico al biomedicale, dal tessile all’agroalimentare, al ceramico, tutti i settori sono rappresentati, spesso cin aziende di eccellen-za. Non a caso si è parlato di “sisma dei capannoni”, poiché le immagini delle tante strutture industriali distrutte hanno fatto il giro del mondo, e hanno fornito un’idea della drammaticità delle conseguenze per un’economia basata sulla capillarità delle Pmi. A distanza di pochi mesi possiamo dire che la ricostruzione è avviata e procede speditamente se gli aiuti promessi saranno tra-sferiti celermente al terriotrio; gli enti locali, in primis la Provincia di Modena, si sono attivati in modo tempestivo ed efficiente, e anche da parte del Governo centrale l’attenzione è concreta. Naturalmente ciò non basta, poiché molte piccole e medie im-prese si trovano a dover ripartire praticamente da zero, i loro lavoratori in molti casi vivono ancora in condizioni precarie, som-mando al disagio anche l’incertezza del loro futuro lavorativo. Anche per questi motivi la proroga a novembre per il pagamento delle tasse è del tutto insufficiente. A essere benevoli dico che è stato utile sgomberare il campo dalle incertezze interpretative sul pagamento di settembre e bene ha fatto il Governo ad inter-venire tempestivamente. Tuttavia è necessario che lo slittamento sia prorogato al 2013, qualsiasi altra ipotesi, con la gravità della situazione comunque in essere non è seria. Apmi Modena, nei giorni immediatamente successivi alle scos-se, ha approntato una postazione che è stata allestita al cen-tro della zona interessata, per fornire una prima assistenza alle imprese danneggiate. Tengo a sottolineare che naturalmente la nostra consulenza era ed è rilasciata a titolo gratuito e diretta a tutte le imprese, senza riguardo per l’appartenenza associativa. Abbiamo anche acceso un conto corrente sul quale sono affluiti molti contributi, anche da parte delle associazioni territoriali a noi vicine, e fra queste Apindustria Verona, che desidero ringraziare sentitamente.

Si è sempre parlato di una carenza di rappresentatività del-le Pmi nelle “stanze” che contano. Qual’é il suo giudizio in proposito?Direi che questo elemento è uno dei fattori che mi ha convinto della necessità di procedere al superamento di una situazione

incancrenita, bloccata, che da tempo necessitava di un in-tervento. Da un lato, infatti, Confindustria, il principale ente di rappresentanza del sistema produttivo, è andata sempre più confermando politiche portatrici di una propria visione prevalentemente orientata dai “grandi elettori”, che molto spesso non solo non hanno gli stessi problemi delle Pmi, ma anzi, ne sono frequentemente gli antagonisti, sia quando queste grandi imprese sono clienti delle Pmi, sia, e soprat-tutto, quando ne sono fornitori in qualche modo “protetti”, mi riferisco, ad esempio, alle grandi imprese dell’energia e alle banche.Dall’altro lato, il compito di Confapi sarebbe stato proprio di porsi come elemento di forte rappresentanza di interessi che altrove vengono snobbati; così non è stato, si è preferito lavo-rare al consolidamento di piccoli poteri personali, lasciando le imprese a se stesse. Anche per questo Confimi nasce con una struttura che vuole rimanere “leggera”, affinché sia chia-ro che essa lavora per le imprese, e non viceversa. Sono ma-turi i tempi per aprire una riflessione sulle “regole della rap-presentanza”, in particolare sui meccanismi che portano alla definizione di come è composta la governance dei cosiddetti “corpi intermedi”. È noto che noi consideriamo poco demo-cratico un sistema nel quale i voti “pesano” di più o di meno a seconda della dimensione dell’azienda associata e, di con-seguenza, dei contributi che essa versa all’organizzazione. Non ci piace, questo sistema, perché inevitabilmente l’intera struttura finisce per appiattirsi sugli interessi dei “grandi elet-tori”. Bisogna riconoscere che non va certo meglio là dove a “comandare” è la tecnostruttura: in diverse organizzazioni della rappresentanza datoriale il socio ha ben poca influenza sulle strategie, con la conseguenza che le scelte finiscono inevitabilmente per essere orientate alla conservazione delle rendite di posizione della dirigenza, il che non sempre coinci-de con gli interessi delle imprese. Confimi intende caratteriz-zarsi non tanto, o, per lo meno non solo, per la massa critica rappresentata, quanto, per la qualità delle proposte, volte alla salvaguardia del comparto manifatturiero che ha caratteriz-zato la fortuna e il benessere del nostro Paese.

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Non sempre le Pmi hanno fatto sistema o sono state chiama-te a partecipare autorevolmente alle missioni promosse dal Governo all’estero. Crede che in futuro possa verificarsi un mutamento di rotta?Una nuova, e soprattutto reale, centralità della piccola e media im-presa, una nuova e reale valorizzazione del settore manifatturiero, sono indispensabili al rilancio del Paese. Per raggiungere il pieno riconoscimento di questa realtà, occorre naturalmente la maggiore coesione possibile fra le imprese portatrici di interessi comuni. Gli ostacoli sono innumerevoli, sia a livello generale sia sui territori, ma il nuovo corso è cominciato, esiste un’organizzazione che tutela e supporta solo ed esclusivamente le Pmi. Dando forza a Confimi potremo contribuire ad una diversa e più efficace organizzazione delle missioni ufficiali all’estero, troppo spesso pensate e cucite su misura delle aziende medio-grandi, mentre di Pmi non c’era traccia.

Molte autorevoli personalità della politica e dell’economia hanno affermato che “piccolo é bello” riferendosi alla strut-tura del sistema imprenditoriale italiano. È ancora così, a suo giudizio, o le Pmi sono state sacrificate “sull’altare” di altri superiori interessi? Come ho detto, l’attenzione verso le Pmi è stata sempre di gran lunga inferiore alla loro rilevanza per l’economia del Paese. In que-sti ultimi anni, in particolare, tutti parlano della necessità di favorire politiche in loro favore. È giunto il momento di passare dalle pa-role ai fatti. Ma non ne possiamo dare la responsabilità a chi, vedi Confindustria, è costituzionalmente portatore di altri interessi. La responsabilità, vorrei dire, la colpa, va attribuita al sistema politico e al sistema della rappresentanza, l’uno e l’altro impegnati quoti-dianamente a ritagliare e difendere i propri spazi di potere fini a se stessi. La questione, quindi, non è se sia vero o meno che piccolo è bello; piccolo, semplicemente, è e, ci piaccia o meno, le politiche industriali vanno declinate su questo modello produttivo.Intendo dire che nell’Italia dei Comuni, dei campanili, delle botte-ghe, è andata affermandosi, nei secoli, una propensione all’intra-prendere che non ha uguali. Certo, nell’immediato dopoguerra si è trattato anche di fare buon viso a cattivo gioco, ma sta di fatto che è sulle migliaia di piccoli e medi imprenditori che è stato costruito il benessere del Paese. Poi è chiaro a tutti che il mondo evolve, che la competizione globale rischia di emarginare le Pmi. Per questo,

in un sistema che, come il nostro, è composto da micro e mini im-prese, la sfida consiste nel fornire loro gli strumenti per aggregare le forze e gli ingegni.Usciamo quindi dall’equivoco, spesso di comodo, di chi vorrebbe in Italia tante multinazionali, l’Italia stessa è una multinazionale: il pregio dei nostri prodotti, unito al valore aggiunto rappresentato dall’essere Made in Italy, va adeguatamente sfruttato per costruire reti che siano competitive a livello globale.•

personaggio

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DINO PIACENTINI

Dino Piacentini è nato nel 1958. La sua esperien-za è andata sviluppandosi in parallelo sul versante imprenditoriale e su quello della rappresentanza associativa e istituzionale.È il 1981 quando viene nominato Presidente e Am-ministratore delegato dell’azienda di famiglia, la Piacentini Costruzioni S.p.A., che da allora gesti-sce insieme ai fratelli Maurizio, Oscar e Giovanni.La Piacentini Costruzioni fu fondata nel1949 dal pa-dre, Stefano Piacentini, che fino dall’inizio ne orien-tò la specializzazione nella costruzione di opere pubbliche, civili e industriali. Con la seconda gene-razione, la società inizia a esplorare le opportunità rappresentate dai mercati esteri. Allo stesso tempo viene introdotto l’utilizzo di paratie metalliche (pa-lancole), settore nel quale la società diventa una delle aziende leader a livello mondiale.L’espansione del Gruppo Piacentini interessa, ad oggi, diversi paesi in tutto il mondo. L’impegno di Dino Piacentini nella rappresentanza delle imprese data dal 1982, quando entrò a far parte del Consi-glio Direttivo del Collegio Imprenditori Edili di Mo-dena, di cui fu presidente dal 1992 al 2006, quando fu chiamato alla presidenza di Apmi Modena.Dal 2006 al 2009 ha ricoperto la carica di Vice presidente di Unicredit Banca S.p.A. e successiva-mente, fino al 2010 è stato Amministratore Delega-to di Carimonte Holding S.p.A.Attualmente è Consigliere, Membro della Giunta della CCIAA di Modena nonché presidente di Ani-em - Associazione Nazionale Imprese Edili. È Vice presidente di Confimi fino dalla sua costituzione.

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Si è svolta lo scorso 4 giu-gno, nella Sala Convegni di Unicredit Verona, la ceri-monia di assegnazione del Premio Mainardi - “Libera

le tue conoscenze” promosso da Mai-nardi Sistemi Verona S.r.l., patrocinato da Apindustria Verona, Verona Innova-zione, Ufficio Scolastico XII di Verona e sponsorizzato da Unicredit.Il concorso, rivolto alle classi quarte e quinte di due istituti superiori veronesi,

prevedeva una sezione, “Progettazio-ne”, dedicata al miglior allestimento ufficio ideato da uno dei gruppi di lavo-ro dell’ ITG «Cangrande della Scala», e un’altra, “Comunicazione e Marketing”, per la migliore campagna marketing di lancio e promozione ideata da uno dei team dell’ITIS indirizzo informatico «Gu-glielmo Marconi».Le attività hanno avuto inizio nell’aprile del 2011 e i diversi progetti sono stati attentamente valutati da parte di una

commissione tecnica.A vincere la borsa di studio da 2.500 euro sono stati Andrea Benfatti, Mattia Corciulo, Enrico Marchesini e Andrea Masili dell’ITIS Marconi, ma è stata as-segnata anche una menzione speciale (con premio di 1.000 euro) a un altro gruppo che si è particolarmente di-stinto costituito da Manuele Frigo, An-drea Grigolini, Matteo Mistura e Pietro Massocco. Gli studenti vincitori hanno inoltre avuto l’opportunità di effettuare

Grande successo per la prima edizione

Premio Mainardi Sistemi Verona

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attività

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uno stage estivo della durata di 4 set-timane presso aziende della provincia di Verona.Promotore dell’iniziativa, Alessandro Ferrari, amministratore delegato di Mai-nardi Sistemi Verona e presidente del Gruppo Giovani di Apindustria Verona, convinto sostenitore della necessità di una migliore interazione tra scuola e mondo del lavoro e fautore di proposte tese a favorire un raccordo tra queste due realtà spesso lontane. «Il Premio Mainardi è stato un bell’esempio di ri-uscita sinergia – afferma soddisfatto Ferrari –, un’esperienza concreta si-gnificativa che ha consentito a tanti ra-

gazzi di esprimere le loro potenzialità, valorizzando il lavoro di gruppo e intro-ducendoli al contesto, ai processi, agli strumenti del lavoro. Risultati incorag-gianti, quelli di questa prima edizione, che ci hanno dato ancora più entusia-smo per proseguire: negli anni a venire cercheremo di coinvolgere un numero sempre maggiore di istituti scolastici. Il “gap” tra il pianeta-scuola e il pianeta-lavoro va colmato. I giovani, oggi, ten-tano l’ingresso nel mercato del lavoro senza conoscerne le reali esigenze e impreparati alle sue dinamiche: da questa esperienza è emerso, ad esem-pio, che il concetto di “lavoro in team”

non è nel dna degli studenti. Grazie al Premio Mainardi hanno avuto modo di constatare che la squadra permette di raggiungere risultati migliori rispetto al singolo».La consegna delle borse-premio è sta-ta preceduta da una tavola rotonda che ha visto confrontarsi sul tema de ‘I gio-vani e il mondo del lavoro’, Alessandro Ferrari, Flavio Tosi, sindaco di Verona, Marco Luciani, assessore provinciale all’Istruzione, Laura Donà, responsabi-le degli interventi educativi dell’Ufficio Scolastico XII Verona, Arturo Alberti, presidente di Apindustria Verona, Mau-rizio Danese, presidente di Verona In-novazione, e Alberto Aldegheri, studen-te e imprenditore.La peculiarità della situazione economi-ca ed imprenditoriale contemporanea, l’eccellenza dell’offerta formativa vero-nese, i valori fondamentali, determina-zione e passione in primis, per il suc-cesso professionale: ecco i principali focus intorno ai quali si è sviluppato il dibattito.Il sindaco Flavio Tosi ha consigliato a tutti i giovani di seguire sì le proprie inclinazioni e i propri sogni, ma li ha esortati, nel contempo, a «non abban-donare mai il senso pratico, valutando sempre le opportunità offerte dal terri-torio e il livello di saturazione dei vari segmenti del mercato del lavoro».Marco Luciani ha ricordato che questa iniziativa è in linea con quanto previsto dalla Riforma Gelmini che promuove una formazione che si adatta di più alle necessità delle imprese.Apprezzamenti per la proposta lanciata dalla Mainardi Sistemi sia da parte di Laura Donà che di Delfina Varalta, pre-side del Marconi.«La concretezza degli imprenditori – ha sottolineato Arturo Alberti – non è un luogo comune. Con il Premio Mainardi siamo passati dalle parole ai fatti: è sta-ta data ai giovani partecipanti una stra-ordinaria chance per mettersi in gioco e iniziare a confrontarsi con il mondo del lavoro».•

Beatrice Paglialunga

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Pillole di Imprenditorialità è il progetto di Apindustria patrocinato dalla CCIAA di Ve-rona che vuole dare alle Piccole e Medie Imprese la possibilità di confrontarsi con esperti di alto livello su tematiche legate alla gestione aziendale, attraverso incontri brevi e concreti, talvolta accompagnati da testi-monianze d’impresa.

Le tematiche affrontate saranno le seguenti:

26 settembre 2012 – L’analisi dei dati di vendita. Trovare nuove vie nelle pieghe dei numerirelatore: Elisabetta Sandrin, consulente aziendale e dottore commercialistaQuante informazioni si celano dietro ai dati di vendita? Scomporre e ricomporre i dati in maniera significativa permette di vedere la segmentazione della clientela, le opportuni-tà che il mercato può ancora offrire e l’ade-guatezza dei processi aziendali alle sempre nuove richieste del mercato, i margini forniti dalle diverse aree di clientela e di prodotto.

3 ottobre 2012 – Cina: da fabbrica del mon-do a mercato di sbocco relatore: dott. Francesco Sollazzo, consu-lente aziendaleModelli concreti di sviluppo e di strategie di controllo per affrontare il mercato cinese con la consapevolezza necessari per esse-re competitivi con i concorrenti locali.

10 ottobre 2012 – La tutela del patrimonio dell’imprenditore: le caratteristiche, i costi e gli aspetti sensibili dei principali strumenti protettivirelatore: Emanuele Lo Presti, dottore com-mercialista e revisore contabileLa protezione dei beni personali da possibili azioni esecutive promosse da soggetti terzi è preoccupazione ricorrente, soprattutto in periodi di forte turbolenza economica. Gli strumenti giuridici per soddisfare questo bisogno non mancano; una scarsa cono-scenza degli istituti e dei vincoli posti dal Legislatore, però, rischia di rendere il ricor-so ad essi non solo inefficace ma addirittura dannoso e fonte di ulteriori contestazioni.

17 ottobre 2012 – Intelligenza emotiva nel leader: forza e ragione per una leadership umanisticarelatore: dott.ssa Rosella Egione, consu-lente di direzione e professional coachIl tempo della forza direttiva e prescrittiva è ormai lontano. Molti leader però si muovo-no ancora credendo che l’efficienza di un risultato sia prodotta dalla forza comando piuttosto che dallo sviluppo di motivazio-ne, sfida, resilienza e fiducia. L’approccio funzionale dell’attuale conduttore è dato da una combinazione di elementi che fan-no spazio alle soft skills dell’Intelligenza Emotiva e alle sue declinazioni personali e sociali. Terzo incontro sul grande tema attuale e complesso dell’Intelligenza Emo-tiva sostenuta da D.Goleman.

24 ottobre 2012 – Introduzione al Web marketing per le aziende: come utilizzare internet per supportare le venditerelatore: dott. Andrea Ragno, business innovazione e ICT managerAnalisi dei più diffusi strumenti di web marketing e del loro potenziale, disamina dei vantaggi che offrono per le aziende, condivisione di metodi e regole per poterli applicare in poche settimane nella propria azienda.

31 ottobre 2012 – Intelligenza Emotiva nelle relazioni e ruoli organizzativi: “A che gioco giochiamo?”. L’Analisi Transaziona-le nei ruoli aziendalirelatore: dott.ssa Rosella Egione, consu-lente di direzione e professional coachNelle nostre aziende agiamo ruoli e re-lazioni molto spesso in forma inconscia mettendo in scena un vero teatro di “gio-chi e copioni”. Il quarto incontro sull’Intel-ligenza Emotiva nell’Organizzazione sarà condotto in chiave interpretativa secondo l’approccio dell’Analisi Transazionale di Eric Berne che ci introduce a una lettura delle dinamiche relazionali secondo un principio di apprendimenti provenienti dal-la storia personale dei soggetti piuttosto che legata all’esercizio di una sola man-sione.

7 novembre 2012 – L’importanza per l’azienda di essere visibile nei motori di ricerca. Lasciati trovare da chi ti sta cer-candorelatore: dott. Andrea Ragno, business innovazione e ICT managerPanoramica completa sui motori di ri-cerca per comprenderne il potenziale di business, gli strumenti di promozione di-sponibile e la definizione di una strategia di visibilità.

14 novembre 2012 – In un contesto in continuo mutamento è ancora utile la pia-nificazione strategica e il budget?relatore: Elisabetta Sandrin, consulente aziendale e dottore commercialistaQuale significato può avere oggi il termine pianificazione sia strategica che operativa in un contesto in continuo mutamento? Apparentemente la pianificazione sembra un concetto superato; ma forse è solo necessario rivedere il metodo in cui si pianifica.

5 dicembre 2012 – Valutare correttamente i preventivi e le offerte in ambito web: truc-chi, metodo e consiglirelatore: dott. Andrea Ragno, business innovazione e ICT managerIl seminario si propone di aiutare le azien-de partecipanti a scegliere con consape-volezza i fornitori web e a definire e man-tenere un rapporto commerciale proficuo e produttivo per entrambi.

12 dicembre 2012 – Intelligenza emotiva laboratorio applicativo. Coachmed: co-aching e meditazione nello sviluppo del pensiero lateralerelatore: dott.ssa Rosella Egione, con-sulente di direzione e professional coachL’ultimo incontro sul tema dell’Intelligenza Emotiva nelle organizzazioni permetterà di sperimentare alcuni esercizi pratici per lo sviluppo del pensiero intuitivo, creativo, emotivo e empatico. Sarà proposto un laboratorio di coachmed (coaching ap-plicato alla meditazione creativa) con de-briefing a piccoli gruppi sull’esperienza•

Pillole di imprenditorialità

attività

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AQuest vince l’Awwwards 2012 per il sito internet Genny.comAQuest, web agency di San Giovan-ni Lupatoto (Verona), partner IAB Ita-lia (Interactive Advertising Bureau), ha ottenuto l’ambito riconoscimento Website Awards grazie all’impegno profuso nella progettazione e crea-zione del sito di Genny (www.genny.com), storico marchio di moda nato negli anni Sessanta e divenuto in breve tempo sinonimo di eleganza, lusso e femminilità.«Awwwards – sottolinea il presidente di AQuest Fabio Merlin – è uno dei più importanti riconoscimenti per siti web a livello mondiale. Un premio che tende a individuare e promuo-vere il talento e gli sforzi dei migliori sviluppatori, designer e web agency di tutto il mondo. La scelta del ‘pro-dotto’ più meritevole è il risultato del-la valutazione da parte di una giuria internazionale composta da alcuni tra i più importanti designer, blogger e agenzie internet. I criteri di valuta-zione sono creatività, design, inno-vazione, usabilità e contenuti».Il talento del team di AQuest ha sa-puto interpretare al meglio la storia di questo storico brand italiano, acquistato nel 2011 dal gruppo ve-ronese Swinger International con l’obiettivo di restituire prestigio a una maison conosciuta da oltre 50 anni per la sua squisita eleganza, i net-ti tagli sartoriali e i colori tenui. Con l’acquisizione del marchio Genny da parte del gruppo Prada, Swinger In-ternational ha ampliato ulteriormente

il raggio d’azione nel mercato della moda italiana: Genny si è aggiunto, infatti, ai già consolidati brand – di prêt à porter e alta moda – Byblos, Roccobarocco, Versus e VJC Versa-ce.L’incontro e la collaborazione tra le due realtà veronesi, AQuest e Swin-ger International, hanno portato, quindi, al conseguimento di un pre-mio che è il coronamento dell’ impe-gno e della professionalità acquisita nel tempo. A tutt’oggi, sono soltanto 29 le web agency italiane che hanno ricevuto il Website Awards, a dimo-strazione dell’altissima qualità che è necessario raggiungere ed esprime-re nel settore della comunicazione

digitale per poter salire sul gradino più alto del podio.L’assegnazione di questo premio porta due aziende di Verona ancora più a stretto contatto con i protago-nisti dell’alta moda nell’ambito della comunicazione e dell’immagine del Made in Italy nel mondo.«Il fatto che la vetrina online di Gen-ny – spiega Merlin – abbia ottenuto la giusta visibilità e il meritato ricono-scimento, contribuirà senza dubbio a consolidare la mission di questo storico marchio che riporta in auge la femminilità raffinata e sofisticata degli anni Ottanta e Novanta, ac-compagnata dal fascino di un lusso discreto e mai eccentrico.•

territorio

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Fare sistema in modo con-creto, per sostenere le PMI di tutto il Veneto in una fase molto delicata per l’econo-mia e per i rapporti tra le

imprese e il mondo del credito. Con questo obiettivo, per la prima volta in Italia due Confidi vigilati dalla Banca d’Italia hanno stipulato un accordo

di Rete finalizzato a mettere in cam-po tutte le risorse e le strategie pos-sibili per sostenere in modo ancora più efficace ed efficiente il mondo produttivo del Nord Est. Protagonisti dell’iniziativa sono Apiveneto Fidi e Artigianfidi Vicenza che con la sotto-scrizione di un Contratto di Rete han-no dato il via all’iniziativa “Rete Fidi

Nord Est”. Il Contratto di Rete rappre-senta così un’alleanza che coinvolge circa 20 mila piccole e medie imprese

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NASCE RETE FIDI NORD ESTPIÙ FORZA E VALORE PER LE PMI DEL VENETO

Per la prima volta in Italia due Confidi – Apiveneto Fidi e Artigianfidi Vicenza – sottoscrivono un Contratto di Rete per fornire un supporto an-cora più efficiente ed efficace alle PMI venete

La Regione del Veneto, con Deliberazione n. 1555 del 31 luglio 2012, pubblicato sul BUR 63 del 10/08/2012 ha attivato un nuovo Bando per la concessione alle Imprese del Veneto di contributi in conto capitale per lo svolgimento di attività di ricerca e sviluppo. I fondi stanziati per l’iniziativa ammontano a circa € 21.400.000. Il Bando è finalizzato a sviluppare la competitività delle Imprese venete, facilitando l’acquisi-zione di conoscenze innovative da qualificate strutture esterne di ricer-ca, aumentando la collaborazione reciproca e favorendo la mobilità dei ricercatori verso le Imprese.Il Bando prevede l’accesso, in alternativa, alle seguenti Misure:Misura 1: Contributi alle imprese per il ricorso a strutture qualifi-cate di ricercaCon l’obiettivo di promuovere l’utilizzo da parte delle Imprese – singo-le o associate in RTI – di strutture qualificate di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale.Il contributo in conto capitale concedibile è differenziato in funzione della dimensione dell’impresa:•piccole imprese: 40% (aumentabile fino al 60% del costo agevola-bile)

•medie imprese: 30% (aumentabile fino al 50% del costo agevolabile)•grandi imprese: 20% (aumentabile fino al 40% del costo agevola-bile).L’aumento della percentuale di contributo è attribuita se la domanda è presentata da un RTI (Raggruppamento Temporaneo di Imprese) e/o per progetti/settori ad elevata tecnologia.Il costo totale agevolabile del progetto deve essere pari almeno a € 100.000 e non superiore a € 700.000.Misura 2: Contributi per l’inserimento nelle imprese di personale qualificato di ricercaCon l’obiettivo di favorire l’inserimento temporaneo nelle imprese ve-nete, per un periodo di almeno 12 mesi, di personale qualificato di ricerca tramite contratto a progetto o assunzione anche a tempo de-terminato o in convenzione con strutture qualificate di ricerca.Il contributo in conto capitale concedibile è pari all’80% del costo tota-le agevolabile per le piccole e medie imprese e al 50% del costo totale agevolabile per le grandi imprese.Il costo totale agevolabile deve essere pari almeno a € 20.000 e non superiore a € 40.000.La presentazione delle domande di contributo per entrambe le Misure è possibile a partire dal 09 ottobre 2012 e fino ad esauri-mento delle risorse.

CONTRIBUTI IN CONTO CAPITALE ALLE IMPRESE VENETE PER ATTIVITA’ DI RICERCA E SVILUPPO

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associate in tutto il Veneto, con un valore complessivo di garanzie rilasciate di 320 milioni di euro e finanziamenti garantiti per 700 milioni di euro. “Rete Fidi Nord Est” è uno dei primi esempi nazionali e il primo esempio nel Veneto che vede due Confidi vigilati, riconducibili a diverse cate-gorie economiche, scegliere di “fare sistema” ricorrendo all’innovativo strumento del Contratto di Rete che, come noto, non sottende ad alcuna forma di fusione, mante-nendo quindi la piena autonomia tra le Parti, che però de-cidono di formalizzare una forte collaborazione legata a un preciso accordo di programma. L’importante accordo è finalizzato al raggiungimento di diversi e fondamentali obiettivi strategici tra i quali: migliorare l’efficienza e l’ef-ficacia degli interventi a sostegno delle imprese, in termi-ni sia di servizi sia di supporto nel dialogo con il mondo finanziario; ottimizzare l’utilizzo delle risorse pubbliche, amplificandone il benefico effetto sulle imprese. «Fatto-re sinergico alla base dell’accordo di rete – sottolineano Enrico Dall’Osto, Presidente di Apiveneto Fidi, e Mariano Miola, presidente di Artigianfidi Vicenza – è la condivisione di competenze e di risorse strategiche e complementari in modo coordinato ed efficace, mettendo in campo le ri-spettive specializzazioni al fine di offrire alle imprese socie assistenza e servizi sempre più qualificati e a 360 gradi. In particolare, Artigianfidi Vicenza mette in rete la sua pro-fonda competenza sulle problematiche specifiche delle micro-imprese artigiane, mentre Apiveneto Fidi apporta in rete il suo know how e la sua specializzazione nell’anali-si e nell’assistenza delle imprese PMI più strutturate. Con questo spirito, le nostre due strutture condividono quindi risorse e competenze, che proprio grazie a questa con-divisione potranno uscire amplificate; e questo nell’unico interesse delle PMI del Nord Est. L’accordo di rete, dopo un periodo di rodaggio, sarà aperto anche all’ingresso di nuovi partecipanti che condividono i nostri principi; natu-ralmente ci auguriamo che le istituzioni locali e regionali e gli istituti di credito nostri partners comprendano fino in fondo l’importanza, la novità e le enormi potenzialità di questa iniziativa». Nucleo dell’innovativo accordo tra i due Confidi è il Programma di Rete, particolarmente ricco di contenuti: cooperare nell’accesso a nuovi mercati e nella realizzazione di nuovi prodotti finanziari; favorire il conse-guimento di vantaggi nell’accesso al credito delle impre-se; collaborare nella produzione di servizi innovativi di as-sistenza e consulenza per le imprese; partecipare a gare e bandi per l’accesso a fondi pubblici di agevolazione e incentivazione in favore delle PMI; ottimizzare l’attività di garanzia; utilizzare processi istruttori specializzati ed evo-luti, diversificare l’accesso ai mercati in chiave geo-set-toriale, facilitare l’accesso alle controgaranzie pubbliche; migliorare e potenziare la capacità negoziale nei confronti dei partners bancari, aumentando i benefici per le Imprese socie/clienti; coordinare ed ottimizzare le relazioni con le istituzioni locali e regionali.•

La Regione del Veneto, con Deliberazione n. 1753 del 14 agosto 2012, ha attivato un nuovo Bando per la concessione alle Reti d’Impresa operanti nella Regione del Veneto di contributi in conto capitale per interventi finalizzati allo sviluppo di prodotto e di pro-cesso, a progetti d’internazionalizzazione, marketing e servizi di promozione, a creazione di “cluster” industriali (insieme di impre-se, fornitori e istituzioni strettamente interconnesse). I fondi stanziati per l’iniziativa ammontano a complessivi € 5.000.000 e sono finalizzati ad agevolare l’attività svolta dalle Im-prese venete organizzate in Rete, mediante adesione a un Con-tratto di Rete, oppure raggruppate in Associazioni Temporanee d’Impresa (ATI) costituite per gli interventi oggetto del Bando. Le Reti così costituite devono comprendere almeno 3 Imprese tra loro autonome, dove la maggioranza deve essere composta da imprese classificate PMI secondo le disposizioni della Comunità Europea. Tutte le Imprese beneficiarie dell’agevolazione devono avere sede operativa in Veneto ed essere iscritte al Registro delle Imprese; possono tuttavia partecipare al progetto anche Imprese non aventi sede nel Veneto, senza però essere destinatarie dell’age-volazione. L’agevolazione concessa consiste in un contributo in conto capitale nella misura massima del 50% della spesa am-messa, effettivamente sostenuta e pagata per la realizzazione del progetto. I contributi sono concessi nel limite massimo di euro 150.000 (centocinquantamila) e comunque a fronte di un budget di spesa per ciascun progetto non inferiore a euro 30.000 (tren-tamila).

Interventi finanziabilia) sviluppo di prodottoindagini, studi e progettazioni finalizzati a mettere a punto nuovi prodotti o permettere un notevole miglioramento dei prodotti o servizi esistenti; elaborazione di progetti, disegni, prototipi, piani e altra documentazione, purché gli stessi non siano destinati ad uso commerciale.b) sviluppo di processoindagini e studi atti ad acquisire nuove conoscenze, da utilizza-re per mettere a punto nuovi processi o permettere un notevole miglioramento degli stessi; progetti volti a migliorare i processi produttivi attraverso la riduzione di sprechi, il risparmio energetico e l’impiego di tecnologie pulite.c-d) consulenze e collaborazioni esterne nei processi di inter-nazionalizzazione, marketing e promozione di ambiti specializzati di impresa e per la costituzione di cluster industriali (insieme di imprese, fornitori e istituzioni strettamente interconnesse).

Le domande di contributo possono essere presentate a par-tire dal 15 ottobre 2012 e fino ad esaurimento delle risorse stanziate.

CONTRIBUTI IN CONTO CAPITALE ALLE RETI DI IMPRESE E ALLE AGGREGAZIONI IN ATI OPERANTI NELLA REGIONE DEL VENETO

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In un momento di forte criticità per il sistema produttivo regio-nale, l’Assemblea dei Soci di Apiveneto Fidi ha approvato il bilancio 2011 all’insegna dell’efficienza e dell’attenzione nel mettere in campo tutte le risorse finanziarie disponibili per le PMI venete. Lo scorso anno Apiveneto Fidi ha visto crescere

ulteriormente le imprese PMI socie, che al 31 dicembre 2011 erano 1.750, contro le 1.630 dell’anno precedente (+7,5%). De-gno di nota è anche l’incremento delle garanzie rilasciate e atti-vate, pari a 67 milioni di euro (contro i 64 del 2010), nonostante le forti criticità nell’accesso al credito da parte delle imprese e della sensibile contrazione – rispetto ad alcuni anni fa – degli aiuti pubblici riservati al sistema dei Confidi, che nel 2011 si sono limitati alle scarne contribuzioni provenienti dalle Camere di Commercio. Di particolare rilievo sono gli indici di efficienza della struttura, che espongono un rapporto tra costi operativi e impieghi poco sopra l’1% a conferma dell’elevata attenzio-ne riservata alle politiche di gestione, che coniugano in modo armonico e trasparente le necessità di sostegno alle imprese del territorio con un’efficace azione di controllo dei costi, pur appesantiti dagli obblighi di vigilanza prudenziale. Chiudiamo il bilancio 2011 – commenta il presidente di Apiveneto Fidi Enrico Dall’Osto – con la serenità di avere compiuto tutti gli sforzi pos-sibili per sostenere le imprese venete in un periodo che continua a essere molto difficile sul piano finanziario, e non solo. Lo di-mostra soprattutto l’ indice di efficienza, che conferma la nostra capacità di operare con una struttura efficace nell’assistenza alle imprese ma allo stesso tempo leggera, nonostante i pesanti oneri connessi al nostro status di intermediari vigilati dalla Ban-ca d’Italia. Tutto ciò ci ha permesso di svolgere appieno anche il nostro ruolo di “veicolatori” degli aiuti pubblici destinati alle imprese del territorio, impiegando interamente tutte le risorse assegnateci dalla Regione Veneto e dalla Comunità Europea in favore delle imprese socie e riconfermandoci pertanto come strumento di politica industriale insostituibile e virtuoso, votato unicamente al servizio e al sostegno dello sviluppo dei territori». Proprio il tema del reperimento delle risorse da destinare alle imprese è uno dei principali aspetti su cui si concentrano i futuri piani aziendali:«L’attuale situazione del mercato del credito e la condizione di difficoltà in cui versano moltissime imprese sane e competitive

– sottolinea Dall’Osto – richiedono un impegno ancora più forte da parte delle nostre strutture di garanzia, che sono chiamate a dare il loro contributo per tenere aperto il canale del credito alle imprese in modo ordinato ed efficiente; e questo nell’ambito di una crisi senza precedenti che perdura ormai da 4 anni e pro-prio in un momento in cui il sostegno pubblico scarseggia. In questo contesto, sta quindi emergendo l’impellente necessità di dare il via a progetti autonomi di rafforzamento patrimoniale del-le strutture di garanzia di natura privatistica, che anche noi stia-mo valutando con grande attenzione”. Tra le operazioni conclu-se con successo, spicca il collocamento integrale della quota dei fondi P.O.R Regione del Veneto 2007-2013 a sostegno della ricerca e innovazione delle PMI venete, che ApiVeneto Fidi ha interamente utilizzato, rendendo così possibile il finanziamento di oltre 4 milioni di euro d’investimenti in ricerca e sviluppo da parte di piccole imprese del territorio; a ciò si aggiungono gli oltre 65 milioni di euro di finanziamenti concessi alle imprese so-cie utilizzando i fondi di controgaranzia del Fondo Europeo per gli Investimenti. Questi dati acquistano maggiore valore alla luce di un contesto economico che, come anticipato, rimane critico e riconfermano come i Confidi regionali, oltre a rappresentare un sistema virtuoso ed efficiente, che opera senza finalità di lucro nel rispetto dei principi di mutualità e di assistenza alle imprese, stiano dando prova di grande coraggio e di fedeltà al territorio e alle imprese che in esso operano, fungendo senza ripensamen-ti, anche nei momenti più difficili, da veri “ammortizzatori sociali” per il nostro sistema industriale.•

In un momento di forte criticità dei mercati, cresce il numero di soci (+7,5%) e le garanzie rilasciate e attivate, con indici di efficienza ai massimi livelli

APPROVATO DA APIVENETO FIDI IL BILANCIO 2011

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La Regione del Veneto, con Deliberazione n. 1614 del 31 luglio 2012, ha attivato un nuovo Bando per la concessione alle Imprese PMI del Veneto di contributi in conto capitale per interventi innovativi di conservazione e valorizzazione del patrimonio naturale all’interno del territorio regionale interessato dalla Rete Ecologica Europea NATURA 2000, che comprende anche numerosi comuni ed aree del Ve-neto.I fondi stanziati per l’iniziativa ammontano a complessivi € 4.179.653 e sono finalizzati, in particolare, ad agevolare la costituzione di nuove imprese e consolidare l’attività delle imprese esistenti, attraverso la concessione di contributi per la realizzazione dei seguenti interventi, eseguiti nel ri-spetto della vigente normativa sulla Rete NATURA 2000:Investimenti strutturaliAcquisto di fabbricati in aree NATURA 2000, interventi di ristrutturazione e manutenzione straordinaria degli stessi fabbricati, acquisto di impianti generali, riqualificazione di aree esterne, anche degradate, ricadenti nei siti NATURA 2000 per la realizzazione di giardini botanici, aree verdi e/o aree naturali formi.

AcquistiAcquisto di attrezzature, beni strumentali, attrezzature specia-listiche per implementare attività di visitazione sostenibile e di-dattica nelle aree naturali (biciclette, kayak, ciaspole, raft ecc.), acquisto di mezzi di trasporto per implementare attività di visi-tazione di aree naturali (pulmini verdi, mezzi per il trasporto di disabili ecc.), acquisto di piccole imbarcazioni da destinare al trasporto di fruitori in aree lacuali, fluviali e/o lagunari).Investimenti immateriali, comprese le consulenze tecnicheProgettazione dei lavori, acquisto di brevetti e di licenze d’uso, acquisto di software, consulenze per l’organizzazione azienda-le (non continuative).Attività promozionaliPredisposizione di azioni coordinate di pubblicizzazione di proposte di fruizione ambientale, anche tematiche, realizzazio-ne di attività di informazione per il Personale impiegato nelle azioni di valorizzazione delle aree naturali (accompagnatori, guide ecc.).Il contributo in conto capitale concedibile, è variabile in relazio-ne alla tipologia dell’intervento e può arrivare fino al 70% dei costi agevolabili con un massimo di € 100.000.Il costo totale agevolabile del progetto deve essere pari alme-no a € 50.000 (IVA esclusa).Il termine di scadenza per la presentazione delle domande di contributo è il 15 ottobre 2012.

CONTRIBUTI IN CONTO CAPITALE ALLE IMPRESE PMI VENETE PER INTERVENTI DI CONSERVAZIONE E VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO NATURALE

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È tornato anche quest’anno uno dei più attesi e presti-giosi appuntamenti convi-viali di Apindustria, la Cena d’Estate, organizzata dal

Gruppo Giovani Imprenditori nella splendida cornice di Villa Cariola, a Caprino Veronese.L’evento è stato fortemente voluto dal nuovo Direttivo GGI, consapevole del profondo valore aggregante di iniziati-

ve di questo tipo e della visibilità che ne deriva per tutta l’attività e i progetti del Gruppo Giovani.Nel contempo, però, si è pensato di riproporre il format, già collaudato in anni passati, collegandolo a un’ini-ziativa benefica di raccolta fondi: si è voluto dare una mano alla ricerca e sostenere il lavoro di due giovani scienziati, Ilaria Decimo e Francesco Bifari, impegnati negli studi sulle sta-

minali e fondatori dell’International Stem Cell Community, un network in-ternazionale che coinvolge ricercatori di tutto il mondo impegnati per lo stes-so obiettivo: porre le basi scientifiche per utilizzare le cellule staminali delle meningi per la terapia di malattie neu-rodegenerative come l’Alzheimer o il Parkinson e delle lesioni traumatiche del midollo spinale.«Seguiamo con interesse e viva parte-

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GGI in festa… con un occhio alla beneficenza

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Apigiovani

cipazione – ricorda Alessandro Ferrari, presidente del Gruppo Giovani – i successi di Decimo e Bifari ai quali, nel 2009, avevamo già scelto di conferire il Premio Ve-rona Giovani per la loro importante scoperta relativa alla presenza, nelle meningi, di cellule staminali capa-ci di generare neuroni attivi. Alla Cena d’Estate hanno partecipato 130 persone: l’invito è stato esteso a tutti, anche a giovani imprenditori facenti parte di altre asso-ciazioni di categoria con il preciso intento di allargare le maglie per cercare un dialogo proficuo con quanti vivono esperienze simili alla nostra e con la volontà di sensibilizzare tutti a un tema, quello della ricerca scientifica, estremamente importante ma non sempre, purtroppo, adeguatamente messo in luce». La scienza coinvolge oggi sia la realtà individuale che sociale e sempre più rilevante sarà il suo peso nel futuro. Eppure non è parte della cultura di tutti. Aiutare la scienza non poteva però non costituire un obiettivo per gli aderenti al Gruppo Apigiovani certi che una più diffusa e gene-ralizzata competenza scientifica potrà rendere tutti più

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Ilaria Decimo 35 anni, laurea in Biotecnologie e dottorato di ricerca in Biomedicina, è una

ricercatrice emergente nel campo delle cellule staminali all’Universi-tà di Verona. Inizia la sua esperien-za come ricercatrice in Germania (Colonia) nel prestigioso centro di ricerca Max Plank Institute e con-seguita la laurea in Biotecnologie all’Università di Milano, incomincia un dottorato di ricerca nel labora-torio di Farmacologia dell’Univer-sità di Verona. Qui trova un am-biente stimolante per la crescita professionale e i suoi studi si con-centrano sulla biologia molecola-re nei neuroni. Grazie alla guida e all’incoraggiamento del Prof Gui-do Fumagalli, suo mentore, Ilaria pubblica i risultati delle sue ricer-che su riviste scientifiche e viene invitata a congressi internazionali. Nel 2006 Consegue il dottorato di ricerca in Biotecnologie applicate alle Scienze Biomediche. In questi anni incontra Francesco Bifari che diventerà il suo compagno di lavo-ro e di vita. Francesco all’epoca è un medico specialista in Endocri-nologia che svolge un dottorato di ricerca presso il laboratorio di Cel-lule staminali diretto dal Professor Mauro Krampera.

I due ricercatori complice la di-versità delle loro competenze, iniziano a pensare a una nuova ipotesi sul potenziale rigenerati-vo del sistema nervoso centrale. Producono subito incoraggianti dati preliminari che sembrano confermare la loro ipotesi. Con grande determinazione e gra-zie al supporto e al sostengo dei professori Fumagalli e Krampera, riescono a dimostrare che le me-ningi, le membrane che ricopro-no il cervello e il midollo spinale, contengono una riserva di cellule staminali. L’interesse scientifico e la potenziale ricaduta terapeutica di questa scoperta permette l’av-vio di numerose e importanti colla-borazioni nazionali e internazionali Ora al progetto, diretto dai due giovani ricercatori, collaborano anche spagnoli, israeliani, france-si, statunitensi, belgi e italiani. La loro determinazione, li ha portati a continuare parte del progetto in Belgio, al VIB Center di Leuven, dove utilizzano tecnologie all’a-vanguardia per poter traslare più velocemente i risultati ottenuti in laboratorio in protocolli preclinici e a fondare l’associazione Interna-tional Stem Cell Community di cui Ilaria Decimo è presidente.•

International Stem Cell Community

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partecipi nel dibattito sulle grandi questioni che sono di fronte all’umanità. «Abbiamo voluto accendere ancora una volta i riflettori su un gruppo di giovani ricercatori che, gra-zie al loro impegno, esportano nel mondo il nome della nostra Università – hanno affer-mato Daniele Maccari e Federico Zanetti, i due consiglieri GGI con delega all’organiz-zazione della Cena –, e che costituiscono, tra l’altro, un significativo esempio di im-prenditoria scientifica, avendo dato vita, con l’Associazione International Stem Cell Community, a un vero e proprio incubatore di innovazione».«La risposta alla nostra iniziativa è stata sicu-ramente positiva – proseguono – e ancora una volta ha evidenziato lo spirito di solida-rietà e appartenenza che contraddistingue noi giovani imprenditori e la nostra attenzio-ne al valore sociale della ricerca. Sono stati raccolti oltre 5 mila euro di cui 2 mila da un solo anonimo donatore: un risultato che ci rende orgogliosi, considerando che è frutto dell’iniziativa di una sola territoriale giovani-le». Nel corso di un incontro tenutosi nella sede di Apindustria una rappresentanza di imprenditori composta da Ferrari, Macca-ri, Zanetti e Nicola Murari, Riccardo Lippa, Alessia Faggioni, Federica Maccari, ha consegnato al prof. Guido Fumagalli dell’U-niversità di Verona, che con il prof. Mauro Krampera ha seguito i lavori dei due giovani ricercatori, i fondi raccolti.Nel ringraziare, anche a nome di Decimo e Bifari (attualmente al VIB Center di Lova-

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nio - Belgio, per approfondire le loro scoperte con la collaborazione di uno dei più importanti gruppi di ricerca in-ternazionali), Fumagalli ha sottolineato che: «Oltre a contribuire allo sforzo che stiamo facendo per accelerare il più

possibile la scoperta di come utilizzare le cellule staminali delle meningi, la ge-nerosa donazione dei Giovani di Apin-dustria ha per noi ricercatori anche un profondo significato simbolico: ci ricor-da che non siamo soli in questo per-

corso di studio, che accanto a noi, oltre al malato, c’è la società civile e impren-ditoriale che vuole essere coinvolta e fatta partecipe delle nostre ricerche».•

Beatrice Paglialunga

Apigiovani

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Una città cela e custodisce sempre dei tesori che, in circostanze più o meno for-tuite, vengono scoperti – o ri-scoperti – e ‘svelati’ agli

occhi del pubblico.Uno dei luoghi più suggestivi di Verona, l’antichissima chiesa delle SS. Teute-ria e Tosca, è un gioiello di cui pochi, anche se veronesi DOC, conoscono l’esistenza. È lì, annessa alla chiesa dei Santi Apostoli, a due passi dal traffica-tissimo corso Cavour, l’antica via Po-stumia, ma non tutti fanno caso a quel piccolo, scarno edificio in mattoni listati. Di recente, però, un prezioso volumet-to a cura di Caterina Gemma Brenzoni (La chiesa dei santi Apostoli e il sacello delle sante Teuteria e Tosca, appunto) ha contribuito a rimettere in luce, come merita, questa chiesa, storicamente im-portantissima perché è forse la più an-tica di Verona (fu consacrata, pare, in epoca longobarda, nel 751, anche se il documento che lo attesta suscita alcu-ne perplessità) ed è fra i monumenti più significativi della città, unico esempio di architettura preromanica: un’archi-tettura essenziale, primitiva, disadorna che ricorda gli antichi monumenti di Ravenna come ad esempio il Mauso-leo di Galla Placidia. A creare un alone di mistero intorno alle origini di questo sacello e alle vicende delle due sante cui è dedicato ci pensa, ancora una volta, una singolare leggenda. Nel III secolo Teuteria, vergine pagana nata in Inghilterra e convertitasi al Cristianesi-mo, fuggì dalla sua isola per sottrarsi al promesso sposo, re Osvaldo, capotribù

dei Celti di Britannia. Giunta a Verona fu accolta da un’altra fanciulla cristia-na, Tosca, sorella del vescovo Procolo. Tosca viveva pregando e osservando digiuni in una cella fuori dalle mura del-la città e prese con sé Teuteria. Quan-do gli sgherri del re vennero a cercare Teuteria avvenne per miracolo che una moltitudine immensa di ragni coprì con tele la cella, riuscendo a nascondere le due fanciulle. Gli scheràni non le videro e furono costretti ad andarsene. Le due donne, che vissero da eremite, moriro-no entrambe, ormai diventate sante, nel

263 e i loro corpi, rinvenuti nel 1160 a seguito di una ricognizione, furono ri-collocati nell’arca, forse un antico sar-cofago romano, in cui si trovano tuttora.L’interno del sacello, spiritualissimo, interamente di mattoni, dove i massicci pilastri e le volte nude creano un’atmo-sfera irreale, mistica, quasi da catacom-ba, ha come suo fulcro proprio l’arca di Teuteria e Tosca, collocata nell’abside, innalzata (nel Quattrocento) su quattro colonne e adornata con sculture in mar-mo grigio raffiguranti la Vergine col Bim-bo adorata da San Procolo e, ai lati, le

Sacello di Teuteria e Toscae Chiesa dei Santi Apostoli

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due Sante. L’originaria pianta a croce greca venne trasformata in quadran-golare a tre navate con abside quan-do divenne cappella funeraria della famiglia Bevilacqua. Sul lato destro si trova l’arca, opera forse di Bonino da Campione, di Francesco Bevilac-qua, soldato e giurista, consigliere di Cangrande II, morto nel 1368. Sul lato sinistro vi è invece la tomba dei fratelli Gianfrancesco, Antonio e Gregorio Be-vilacqua, con le immagini delle tre virtù teologali, poggiate su cariatidi alate. La grande vasca battesimale (XIII se-colo) costituita da un singolo blocco di marmo rosato, attualmente collocata nell’angolo a destra, proviene dalla chiesa di San Lorenzo, da dove fu tra-sportata nel 1806. Il 1° novembre 1873 vi fu battezzato San Giovanni Calabria e, secondo la tradizione, il 2 marzo 1774, anche Santa Maddalena di Ca-

nossa. In parte sepolto a causa del progressivo elevarsi del livello strada-le, il sacello di Teuteria e Tosca, pur se provvisto di un’entrata esterna, è ora accessibile dalla sagrestia della chie-sa dei Santi Apostoli, con cui è venuto a formare un complesso architettonico pressoché inscindibile.«Di una chiesa preesistente all’attua-le, una delle quattro pievi battesimali veronesi – ricorda il parroco, mons. Ezio Falavegna –, già nel VIII secolo dà notizia il Ritmo Pipiniano (fine VIII inizio IX secolo). Nel corso dei restauri iniziati nel 1949, è stata messa in luce l’abside sotto quella odierna, affon-datasi fino a sei metri di profondità». Materiali di spoglio di tale chiesa sono certamente le mensole che reggeva-no il protiro in facciata e il frontone sul muro laterale dell’abside. Materiale di spoglio di epoca romana è invece da

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considerarsi il basamento semicircolare dell’abside e forse di epoca longobarda l’edicoletta inserita nell’abside stessa. L’attuale chiesa, consacrata nel 1194 dal cardinale Adelar-do, appartiene al primo romanico veronese, ma dell’interno originario non rimane molta traccia. La struttura, a conci di tufo alternati a file di mattoni, era a tre navate con tetto a ca-panna. Particolare notevole la obliquità dell’abside, caso non raro adottato in chiese dell’epoca a simbolo del capo reclino di Gesù sulla croce. L’edificio ha subito radicali modifiche nel corso dei secoli: sopraelevato nel XIV secolo, ridotto a una sola navata nel XVI secolo, modificato, con l’aggiunta delle due grandi cappelle laterali e la congiunzione col bellissimo campanile, coevo alla chiesa, che sorgeva isolato come a San Zeno, nel XIX secolo. All’esterno, lungo il fianco sinistro, si notano una nicchia con resti di affresco del ’200 (Madonna

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col Bambino) e tre arche sepolcrali. All’interno, notevoli al-cune pale d’altare e altre opere d’arte. Sull’altare maggiore, ricco di marmi policromi del XVIII secolo, opera di Stefano To-mezzoli e di Daniele Peracca di Valsolda, spicca l’eccellente opera di Simone Brentana (1656-1742), La Pentecoste. Sopra la porta d’ingresso, S. Agostino con la Trinità, Angelo e un devoto, tela di Alessandro Turchi, detto l’Orbetto (1578-1649), dai notevoli influssi caravaggeschi. Alle pareti laterali Madon-na e S. Sebastiano, di Simone Brentana, Adorazione dei Magi, di Felice Brusasorzi (1546-1605), La Trinità, S. Giacomo e S. Francesco, di Sante Creara (1572-1630). Nel locale che pre-cede la sacrestia sono visibili resti di affreschi del XII secolo: le Sante Waida e Paribella con la palma del martirio, S. Giorgio e il drago, S. Margherita e il drago. Su uno stretto cortiletto, a ridosso della casa parrocchiale coeva alla chiesa, si affaccia un elegante loggiato a due piani costruito nel XVIII secolo con utilizzo di colonnine binate in marmo rosso del XII secolo, re-sti, forse, di un chiostro preesistente o provenienti da quello del Duomo quando, nel XVIII secolo, se ne modificò un lato.

Foto di: Roberto Girardi e archivio Apindustria

Beatrice Paglialunga

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Sono trascorsi quattro mesi dalla tragica scomparsa di Piermario Morosini, du-rante il primo tempo di Pescara-Livorno, partita del campionato di cacio di serie B. Le immagini del giocatore 25enne che

cade sulle ginocchia e tenta istintivamente di rial-zarsi, prima di crollare a terra privo di sensi, hanno fatto il giro del mondo e commosso milioni di perso-ne, accompagnate dalle polemiche per il ritardo dei soccorsi, costato sei mesi di sospensione al vigile urbano che aveva impedito l’accesso dell’ambulan-za sul terreno di gioco sostando con l’auto di servi-zio in un’area vietata. Era il 14 aprile e quello stesso giorno un dramma analogo ha rischiato di verificarsi su un campo molto meno prestigioso della periferia di Piacenza, dove un calciatore dilettante di 46 anni vittima di un infarto è stato salvato dall’intervento im-mediato di due medici che sono riusciti a rianimarlo utilizzando il defibrillatore.Fondamentale intervenire tempestivamente. In un comunicato diramato all’indomani del dramma di Pescara, il Coordinamento nazionale delle associa-zioni del cuore (Conacuore), che riunisce oltre cen-to associazioni di volontariato impegnate nella lotta alle malattie cardiovascolari, ha sottolineato che in casi simili l’attenzione si concentra quasi sempre “sul tardivo arrivo dell’ambulanza, vista come la soluzione del problema, mentre è il suo contenuto in uomini e materiali che deve intervenire subito col defibrillatore”. In Italia ogni anno si registrano cir-ca 60mila decessi per morte cardiaca improvvisa, la maggior parte dei quali sono provocati dalla fi-brillazione ventricolare, una grave aritmia cardiaca che si risolve solo applicando una scarica elettrica al cuore.Alcune morti sono inevitabili, ma in molti casi appli-care subito il defibrillatore può salvare la vita. Come nel caso di Piacenza, dove dal 1999 è attivo il “Pro-getto Vita”, che ha previsto la diffusione capillare di

ambiente e salute

Plinio Menegalli Medico Competente

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Quando il defibrillatore automatico esterno salva la vita

In Italia sono circa 60mila le persone che muoiono ogni anno per una crisi car-diaca improvvisa. Molte po-trebbero essere salvate con i Dae, apparecchi semplici e poco costosi che per essere utilizzati richiedono soltanto un corso di addestramento della durata di poche ore.

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defibrillatori automatici esterni (Dae), apparecchi che sono in grado di riconoscere la fibrillazio-ne ventricolare e di interromperla con uno shock elettrico, distribuiti in diversi punti fissi e mobili della città e affidati a volontari non sa-nitari formati con un corso della durata di cinque ore. Su un totale

di 354 arresti cardiaci registra-ti in 22 mesi, in circa il 40% dei casi sono intervenuti i volontari e il tasso di sopravvivenza dei pa-zienti trattati inizialmente grazie al Progetto Vita, pari al 10.5 %, è stato nettamente superiore rispet-to al 3.3% registrato tra i pazienti raggiunti soltanto dai soccorsi avanzati. L’efficacia dell’interven-to tempestivo dei volontari è stato ancora più evidente nei pazienti con ritmo defibrillabile. In questi casi, infatti, la percentuale di so-

pravvivenza è salita al 44.1% con-tro il 21.2%.«Ogni minuto che passa dall’ini-zio dell’arresto cardiaco riduce di circa il 10% le probabilità di successo della scarica elettrica e dopo dieci minuti i danni subiti a livello cerebrale diventano irrever-sibili», spiega Bruno Papaleo, del

dipartimento di Medicina del La-voro dell’INAIL, che coordina un gruppo di ricerca sulla diffusione della cultura del primo soccorso nei luoghi di lavoro. «L’esito de-gli infortuni sul lavoro – aggiunge Papaleo – non dipende soltanto dall’entità del danno, ma anche dalla prontezza ed efficacia dei primi soccorsi che possono fare la differenza tra la vita e la morte, tra recupero rapido o prolungato, tra disabilità temporanea o per-manente. Questo vale anche per

la morte cardiaca improvvisa, che in molti casi vi verifica sul posto di lavoro». L’organizzazione del pri-mo soccorso sul posto di lavoro dovrebbe fondarsi sulla accurata valutazione delle caratteristiche dell’azienda, in relazione al nu-mero dei lavoratori occupati, alla natura dell’attività e ai fattori di

rischio presenti. L’efficacia del primo soccorso è correlata, infat-ti, a una seri di fattori che vanno dall’organizzazione di piano di soccorso interno, alla formazio-ne dei lavoratori, alla reperibilità ed efficienza dei presidi sanitari, fino all’attivazione precoce del 118 e alla corretta esecuzione delle manovre di rianimazione cardiopolmonare. La formazione degli addetti al primo soccorso, prevista dalla normativa vigen-te sulla sicurezza al lavoro, può

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ambiente e salute

contribuire alla diffusione della cultura dell’emergenza nella popolazione “laica”, cioè non sanitaria. Questa formazione è mirata a far sì che chi assiste a un incidente sappia mettere in atto delle manovre di faci-le esecuzione che permettono di prestare soccorso nel caso si verifichi un’alterazione delle funzioni vitali tale da mettere a repentaglio la sopravvivenza. La conoscenza diffusa di que-ste elementari manovre sal-vavita, compreso l’utilizzo del Dae, può avere un impatto positivo non solo sulla sicurez-za dei lavoratori, riducendo gli esiti negativi degli incidenti sul lavoro, ma anche sulla società generale. La legge numero 191 del 2009, con il relativo decreto ministeriale del 18 marzo 2011,

raccomanda la presenza di Dae in tutti i luoghi di grande af-fluenza come alberghi, ristoran-ti, centri commerciali, cinema, piscine e stabilimenti balneari. Per Conacuore, però, le Regio-ni “devono applicarla in modo più rapido, estensivo, duttile, guardando alle forze dell’ordi-ne ma anche a un volontario da sempre disponibile”, fino a ren-dere il defibrillatore “disponibile come un idrante o estintore”. Il Dae dovrebbe essere posi-zionato in modo da garantire l’intervento entro cinque minuti ed è consigliato soprattutto nel-le aree in cui sono presenti ap-parecchi elettrici, nei luoghi di lavoro all’aperto, dove possono cadere fulmini o si lavora su li-nee elettriche, nelle zone isolate dove è più difficile fare arrivare i

soccorsi e nei luoghi di transito o permanenza di molte perso-ne, nelle aziende più grandi. Il percorso didattico specifico per l’utilizzo del Dae, previsto da linee guida internazionali può essere facilmente integrato con i corsi di formazione per addet-ti al primo soccorso che sono obbligatori per legge, nei quali è previsto un modulo specifico per emergenza e la rianimazio-ne cardiopolmonare. Si tratta di un lavoro importante, perché, come ha ribadito Conacuore, “se tanti cittadini sapessero praticare le manovre di soccor-so e fosse già attivato l’obbligo di presenza del Dae nei luoghi in cui il rischio è statisticamente maggiore” (e tra questi anche i luoghi di lavoro) si potrebbero salvare molte più vite.•

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Con la revisione del decreto sviluppo sono stati appor-tati alcuni ritocchi al rito civile e fallimentare. An-dremo in questa sede ad

esaminare in cosa siano consistite le modifiche in sede fallimentare, concen-trando l’attenzione anche sull’istituto del concordato preventivo con continu-ità aziendale (nuovo art. 186 bis, legge fallimentare). Il legislatore ha previsto la possibilità per l’imprenditore che si trovi in una situazione di difficoltà finan-ziaria di presentare una domanda di concordato riservandosi di presentare la proposta, il piano e la documenta-zione entro il successivo termine fissa-

to dal giudice compreso tra sessanta e centoventi giorni e prorogabile, in presenza di giustificati motivi, di ulterio-ri sessanta giorni. Sarà così sufficiente per l’imprenditore in difficoltà correda-re la domanda di concordato con i soli bilanci relativi agli ultimi tre esercizi. A seguito della domanda di concordato, e fino all’ammissione della procedura da parte del tribunale, il debitore potrà compiere gli atti di straordinaria ammi-nistrazione solo con l’autorizzazione del Tribunale che potrà, altresì, assu-mere sommarie informazioni. Gli atti di ordinaria amministrazione potranno essere regolarmente compiuti, inoltre, dal momento del deposito del ricorso e

il debitore potrà chiedere autorizzazio-ne al tribunale a sciogliersi dai contratti in corso di esecuzione o a sospendere gli stessi, per un periodo non superio-re a sessanta giorni, prorogabili una sola volta (per un periodo massimo complessivo di quattro mesi). All’altro contraente sarà riconosciuto il diritto ad un indennizzo pari al risarcimento del danno per mancato adempimento. Il credito nascente dal diritto all’indenniz-zo sarà considerato come un credito sorto precedentemente al concorda-to, e non godrà della prededuzione, (invece introdotta per i crediti maturati in corso di procedura) bensì subirà la falcidia concordataria, al pari di tutti gli altri crediti non privilegiati per titolo anteriore. Lo scioglimento del contratto non si estenderà alla clausola compro-missoria in esso contenuta.La disposizione non si applicherà ai contratti di lavoro subordinato, ai con-tratti preliminari, debitamente trascritti, di compravendita di unità immobi-liari costituenti abitazione principale dell’acquirente o dei parenti o affini en-tro il terzo grado e ai contratti di loca-zione immobiliare.Ogni finanziamento contratto in fun-zione del concordato preventivo è pre-deducibile con diritto del creditore, ai sensi dell’art. 111 L.F., di soddisfarsi del proprio credito con precedenza ri-spetto agli altri. La nuova finanza potrà

fiscale

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IL CONCORDATO PREVENTIVOsue modifiche a seguito del decreto sviluppo

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quindi essere prededotta anche in assenza di omologazio-ne, sia nell’ambito di un concordato preventivo sia nell’ambi-to di un accordo di ristrutturazione del debito ex art. 182 bis. Si diceva all’inizio che il legislatore ha oggi previsto la pos-sibilità di presentare un piano di concordato con continuità aziendale, in questo caso il piano dovrà contenere un’analiti-ca indicazione dei costi e dei ricavi attesi dalla prosecuzione dell’attività di impresa prevista dal piano di concordato, delle risorse finanziarie necessarie e delle relative modalità di co-pertura. In particolare, se la proposta di concordato preven-tivo prevede la continuazione dell’attività di impresa da parte del debitore, la cessione dell’azienda in esercizio, ovvero il conferimento dell’azienda in esercizio ad una o più società, anche di nuova costituzione, potranno trovare applicazione alcune specifiche previsioni volte a favorire la salvaguardia della continuità aziendale. Infatti, il piano potrà prevede-re una moratoria fino ad un anno dall’omologazione per i creditori garantiti da pegno, privilegio e ipoteca, salvo che sia prevista la liquidazione del bene su cui grava la garanzia stessa. La fattibilità del piano dovrà essere attestata da un professionista indicato dal debitore che dovrà certificare che la prosecuzione dell’attività di impresa è funzionale al miglior soddisfacimento dei creditori. Altro aspetto da evidenziare è

quello dell’inefficacia delle ipoteche giudiziali iscritte nei no-vanta giorni che precedono la data della pubblicazione del ricorso nel registro delle imprese rispetto ai creditori anteriori al concordato. Il professionista che andrà ad attestare il falso nel fallimento è perseguibile penalmente. Le fattispecie penali sono deline-ate nel nuovo articolo 236-bis. Si tratta di falsità documentali, il cui oggetto materiale è rappresentato dalle relazioni e dalle attestazioni di cui agli articoli 67, comma 3, lettera d), 161, comma 3, 182-bis, 182-quinquies e 186-bis Lf (gli ultimi due introdotti dallo stesso Dl n. 83 del 2012). La condotta delit-tuosa consiste nell’esposizione di informazioni false ovvero nell’omissione di informazioni, la sanzione è costituita dalla reclusione da due a cinque anni e dalla multa da 50.000 a 100.000 euro. Il legislatore ha inteso dunque tutelare le rela-zioni e attestazioni in relazione al loro contenuto e in funzione del certo e sollecito svolgimento delle procedure paracon-corsuali cui le stesse accedono, qualificando in definitiva la nuova fattispecie come reato contro la fede pubblica. Come si può evincere da questa breve sintesi sono state introdot-te rilevanti modifiche alle procedure concorsuali che mirano all’adozione di misure funzionali alla gestione delle imprese in crisi.•

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Innanzitutto si precisa che la norma-tiva in questione si trova nel Decreto Legge 24 gennaio 2012 n.1 deno-minato “Cresci Italia”, convertito con modifiche nella Legge 24 mar-

zo 2012 n.27. Particolare rilevanza per la professione forense assume l’art.9 del Decreto che riforma sensibilmente la disciplina delle professioni regola-mentate, in primo luogo abrogando le tariffe professionali e, nel contempo, fornendo l’elaborazione di parametri ministeriali (pubblicati sulla G.U. n.195 del 22 agosto 2012 ed entrati in vigore il 23 agosto 2012) per offrire un ausilio ai magistrati in sede di liquidazione dei compensi, introducendo altresì l’ob-bligo, per il professionista, di fornire al cliente un preventivo che , tuttavia, non può che essere di massima. Con il decreto in questione si impone al professionista l’obbligo di pattuizione del compenso nel momento del con-ferimento dell’incarico, previa informa-zione al cliente sulla complessità della causa. È previsto anche l’obbligo di in-dicare gli estremi della propria polizza assicurativa per i danni eventualmente provocati nell’esercizio dell’attività pro-fessionale. Si sottolinea, inoltre, che la misura del compenso, resa nota al cliente con un preventivo, deve essere adeguata all’importanza dell’opera e pattuita indicando tutte le voci di costo per le singole prestazioni, comprensi-ve di spese, oneri e contributi. Il pro-fessionista è obbligato a redigere la pattuizione del compenso in un docu-mento, poiché la mancanza di forma scritta viene sanzionata dal legislatore con la nullità dell’accordo relativo al compenso da percepire e, inoltre, la pattuizione deve essere effettuata nel

momento del conferimento dell’inca-rico (art.2233). Accanto all’obbligo di pattuizione del compenso vi sono altri obblighi informativi a carico del profes-sionista che si elencano brevemente: l’obbligo di rendere noto al cliente il grado di complessità dell’incarico, di informare il cliente degli oneri ipotiz-zabili dal momento del conferimento

fino alla conclusione dell’incarico, oltre all’obbligo di informare tempestiva-mente il cliente qualora si superino gli oneri ipotizzabili in maniera da evitare l’insorgere di contestazioni. Per quanto concerne la determina-zione del compenso vige il principio dell’autonomia privata, tenendo in considerazione il fatto che la misura

legale

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La disciplina delle tariffe professionali nel Decreto Cresci Italia

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del compenso deve essere adeguata all’importanza dell’opera e al decoro della professione. Potranno essere scelti vari criteri per la redazione del compenso: compenso su base oraria, compenso forfettario, patto di quota lite, un sistema misto o riferirsi ai “pa-rametri ministeriali”. È evidente come la radicale abolizione delle tariffe lasci l’avvocato privo di un riferimento per il calcolo delle proprie competenze, oltre ad evidenziare un vero e proprio paradosso della liberalizzazione. La riforma, infatti, ha lo scopo dichiarato di garantire al libero accordo delle parti una maggiore flessibilità, senza voler essere considerata una misura punitiva per i professionisti tale da comportare un automatico abbassamento delle loro competenze.Se è vera questa premessa, non vi è ra-gione per la quale gli avvocati debbano discostarsi dagli abituali precedenti li-velli di parcellazione conformi alle tarif-

fe professionali: non vi è la necessità di un espresso riferimento ad una fonte (i decreti ministeriali di approvazione del-le tariffe ormai abrogati), poiché l’av-vocato potrà illustrare al cliente l’inten-zione di basarsi su una valorizzazione delle proprie prestazioni che corrispon-de alla propria prassi consolidata. Pertanto, l’avvocato che debba emette-re una parcella successivamente all’en-trata in vigore del Decreto Legge potrà fare riferimento a proprie precedenti fatturazioni per voci di costo assimilabi-li, con ciò utilizzando un parametro che potrà essere ampiamente documen-tabile anche nell’eventualità di future contestazioni. Andrà invece evitato un riferimento esplicito alle tabelle delle tariffe professionali, anche se le pre-stazioni oggi portate alla fatturazione sono probabilmente tutte iniziate sotto la vigenza delle tariffe professionali ed esisteva, nel momento del conferimen-to del mandato, una concreta aspet-

tativa del cliente a vedersi applicate le tariffe medesime e di conseguenza un visibile scostamento dai predetti valori potrebbe risultare anomalo.Il problema più grosso, comunque, resta l’estrema difficoltà di formulare un preventivo per l’incarico richiesto; è bensì vero che il preventivo richiesto deve essere “di massima” ma è altret-tanto vero che una procedimento giu-diziario è soggetto a tali e tanti imprevi-sti e variabili non riconducibili all’attività del professionista che risulta presso-ché impossibile, a mio parere, perve-nire ad un preventivo realistico che non si discosti di molto dalla parcella finale.Si sottolinea, pertanto e si ribadisce che il preventivo dovrà necessariamen-te contenere solo indicazioni genera-li, in quanto il professionista non può prevedere lo svolgimento della vicenda (sia giudiziale che stragiudiziale ) e il contegno processuale delle altre parti in causa.•

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Il settore delle arti grafiche sta, forse più di altri, attraversando una fase di grande difficoltà, una crisi profonda mai vissuta prima, con cali di fatturato, ricorso alla cassa integrazione e chiusura di diver-

se aziende in un’area, quella veronese, da sempre fiore all’occhiello della grafica in-novativa italiana. Al di là delle macrocause di natura economica all’origine dell’attua-le congiuntura che tutti i comparti stanno affrontando, nella grafica vi è un ulteriore elemento che va ad aggravare la situazio-ne: l’elevata concentrazione di aziende di stampa presenti a Verona e provincia fa sì che si operi in regime di forte concorrenza, una concorrenza implementata da aziende straniere che si propongono e lavorano via internet e si inseriscono nel mercato a prezzi pressoché imbattibili, a dimostrazio-ne, se mai ve ne fosse bisogno, che anche all’estero, e non solo in Italia, il settore gra-fico ha l’acqua alla gola.A ciò si aggiunga che, già ormai da alcu-ni anni, i diplomati degli istituti di arti gra-fiche non riescono a trovare impiego nelle aziende specializzate, ma vengono invece assunti in industrie manifatturiere di altri settori nell’ufficio grafico interno dove, con le moderne digitali, progettano e realizzano direttamente gli stampati togliendo alle im-prese grafiche una grossa fetta di mercato, un tempo a loro esclusivo appannaggio. All’emorragia non si è riusciti a porre un fre-no nemmeno con importanti investimenti in moderne e sofisticate tecnologie.Al Drupa 2012, la più importante fiera eu-

ropea per il settore della stampa svoltasi a Düsseldorf lo scorso maggio, sono stati diffusi gli ultimi dati di mercato, sui quali sa-rebbe opportuno riflettere. Stiamo assisten-do a una progressiva e continua riduzione della richiesta di stampe con tecniche tradi-zionali (offset e tipografia); cresce, di poco, il settore della stampa del packaging; vi è una sostanziale stabilizzazione della stam-pa digitale laser; cresce la stampa digitale a getto di inchiostro. Analizzando i risultati di una recente ricerca è stato inoltre possi-bile elaborare una serie di dati statistici. Si prevede che, se a livello globale la stampa del packaging registrerà un +3%, il balzo in avanti sarà ridotto a un +1,4% per l’Europa. Ma le cose andranno anche peggio se si guarda alla stampa nel suo complesso: a una crescita mondiale stimata tra un +1 e un +1,5%, corrisponderà, a livello europeo, un drammatico calo del -3,3%.A Milano e provincia (ma la situazione ve-ronese è, in pratica, identica a quella del capoluogo lombardo) si avrà nel prossimo futuro un calo del 2,3% delle imprese di stampa, una riduzione del 3,4% di quelle editoriali e del 3% di quelle di cartotecni-ca. In flessione anche l’export: -17,8% per quanto riguarda la stampa grafica, -5,6% per la cartotecnica.

Che fare? Come arginare le perdite di un distretto che un tempo era vanto dell’im-prenditoria scaligera?Non è più tempo di tergiversare, è giunto il momento di guardare in faccia la realtà e fare un severo esame di coscienza. È impensabile continuare a “fare impresa” così come siamo sempre stati abituati a fare, non si può lavorare con metodi e idee di dieci anni fa sperando che la situazione torni quella di prima: se le aziende grafiche veronesi non adotteranno nuove e impor-tanti strategie, non si può che prevedere un ulteriore peggioramento, non certo risolvi-bile a breve. Per rimanere sul mercato e es-sere competitive le aziende grafiche devo-no oggi poter garantire un servizio sempre più all inclusive e quindi, eccezion fatta per chi opera in particolari nicchie, chi vuole re-stare sulla cresta dell’onda dovrà offrire un catalogo a tutto tondo – dal biglietto da visi-ta al grande formato –, sia in sistema offset che digitale. Per altri, estrema ratio, la solu-zione sarà quella di unire le forze e forma-re reti di imprese – varie aziende grafiche ognuna con una sua specifica peculiarità – per affrontare, compatti e più agguerriti, le sfide della globalizzazione. Non ci sono alternative: o si imbocca questa via o si è destinati a sparire dal mercato.•

categorie

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Silvano Miniato

IL MERCATO DELLE ARTI GRAFICHECOME USCIRE DALLA CRISI?

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Apigiovani

La digitalizzazione coinvolge oggi 60mila imprese (Os-servatorio FE & C Politecnico Milano) nello scambio di documenti del ciclo ordine-pagamento in modalità digi-tale. Si tratta di un dato importante ma non ancora in-cisivo nell’evoluzione dei rapporti commerciali B2B. Ma

quali sono i reali vantaggi della digitalizzazione e perché ancora oggi, le aziende si dimostrano reticenti verso la dematerializza-zione?A questa domanda posso rispondere con un dato significativo: in base al Wef (World Economic Forum) il nostro Paese si colloca al 48° posto nella classifica della “The Global Information Techno-logy Report 2012: Living in a Hyperconnected World” (Corriere delle Comunicazioni.it 05 Aprile 2012). L’Italia è poco sensibile all’utilizzo dei nuovi sistemi di ICT a causa di molteplici fattori: crisi economica, scarsa istruzione in materia ICT, una normativa complessa e poco conosciuta se non dagli specialisti di settore. Eppure, la digitalizzazione rappresenta una reale opportunità di risparmio: minore utilizzo di carta, minore spazio adibito ad ar-chivio, minori attività di archiviazione, imbustamento, spedizione, ricerca documenti etc. Quanto tempo, voi e il vostro personale dedicate a queste attività? Sommate le ore lavorative in un anno e scoprirete quanto spendete per archiviare e gestire l’invio e la ricezione di ordini, bolle e fatture! Il tempo è denaro! Contate le pagine di Registri e Libri contabili, quante ore di stampa, quan-ti toner e quante stampanti avete usurato nel corso degli anni? Ecco quanto incidono i materiali nella vostra spesa! La digitaliz-zazione sana le spese inutili e crea un risparmio sui materiali uti-lizzati e l’ottimizzazione delle tempistiche di esecuzione di tutte le attività amministrative. Il risparmio è una forma di guadagno, nei momenti di crisi è importante ridurre al minimo le spese super-flue. Per questo le grandi imprese, le multinazionali, le aziende del settore GDO che trasmettono, ricevono e gestiscono volumi impressionanti di documenti l’anno, adottano in forma sempre più intensiva sistemi di scambio elettronico, gestione docu-mentale e conservazione a norma, creando con i propri clienti e fornitori delle community di scambio documentale. Il fenomeno della digitalizzazione sta diventando una realtà anche in ambito di Pubblica Amministrazione (PA). Infatti l’entrata in vigore del Decreto Sviluppo Economico del Min. Passera, include le misure urgenti per l’agenda digitale e la trasparenza nella Pubblica Am-ministrazione (Art. 19, 20, 21, 22). La digitalizzazione sta quin-di lentamente entrando a far parte della nostra quotidianità, le grandi società di telecomunicazioni, gli Internet Service Provider, software house, agenzie web e alcuni istituti di credito sono oggi in grado di proporci servizi di digitalizzazione e PEC. La compe-titività oggi si misura anche sul piano dell’evoluzione dei sistemi ICT, e di comunicazione nel B2B e B2C, non parliamo solo di gestione documentale ma di utilizzo del web e delle sue infinite

possibilità a 360°, basta pensare al crescente interesse che le major e i grandi gruppi industriali marketing oriented, rivolgono ai fenomeni quali social networking, blog, web site dinamici e tanti altri strumenti di nuova generazione. Perché questo? Perché le tecnologie web garantiscono risultati tangibili, investimenti ridotti e tempi di rilascio ridotti. Pensiamo all’enorme successo dell’e-commerce, quanti di noi utilizzano siti web per i comuni acquisti o per quelle categorie di prodotti poco reperibili nella grande distribuzione? I brand di questi siti sono comuni a tutti, con la loro semplicità di utilizzo, sono un mezzo semplice e di pubblico dominio. Pensiamo al beneficio che l’e-commerce ha portato nei rapporti commerciali B2B accelerando le fasi di vendita, la rice-zione della merce e la velocità nei rapporti. La digitalizzazione ha la stessa funzione di semplificazione replicata alle modalità di scambio documentale. Perché quindi le PMI non prendono ad esempio le esperienze delle grandi imprese? Perché guardano al cambiamento con diffidenza, interpretando le nuove tecnologie come minaccia di spesa e non come opportunità di risparmio? perché sono spaventate dalla crisi e dall’instabilità economica che sta caratterizzando in negativo gli ultimi anni. Il mercato di oggi, a livello globale, richiede dinamicità nei rapporti, risposte immediate, procedure snelle e risultati tangibili. La digitalizza-zione consente questo. Si sente dire che le PMI oggi, si sento-no spesso abbandonate alla mercé di un mercato sempre più globalizzato, ma la tecnologia può essere una nostra alleata in questo contesto, la digitalizzazione è una strada vincente, può rendere le nostre imprese più competitive perché più efficienti nei rapporti commerciali verso altre imprese, altri paesi e altri mercati. Certo, richiede la volontà di approfondire il nostro livello di conoscenza, di aggiornamento informatico e tecnologico, la fiducia nel progresso e la disponibilità e il coraggio di investire per migliorarsi, ma, parafrasando Henry Ford, ricordatevi che “un aereo decolla contro vento, non con il vento in coda...”.•

La digitalizzazione è una scelta vincente

Alessandro Rania

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IL MERCATO DELLE ARTI GRAFICHECOME USCIRE DALLA CRISI?

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il punto

Sdoganato il fascismo, siamo tutti fascisti

Ormai ci si dà del fascista come bere una Coca-Cola. Bersani contro Grillo. Andata e ritorno. Di Pietro contro Ber-sani e tutti contro Di Pietro, passando da Travaglio, Crozza e compagnia of-

fendente. Politica ridotta a poltiglia di scarti, in atte-sa dell’Amia (leggi elezioni). Verrebbe da sospirare. Eppure, a guardare bene, qualcosa di bello sta ve-nendo fuori anche da questa Babele di contumelie. Se avete notato siamo al vero superamento storico dell’eterna contrapposizione tra rossi e neri, tra no-stalgici di Salò e partigiani alla Bella ciao. Fascista ha smesso d’essere una connotazione storico e ide-ologica. Come attraversato da una nuova vocazio-ne semantica ha trovato la sua collocazione come aggettivo qualificativo. Il più dispregiativo possibile nelle intenzioni di chi lo lancia come una clava, ma pur sempre e soltanto un sinonimo. D’ora in poi vie-tato chiamare una persona insolente, prepotente, proterva, supponente, sfacciata, screanzata, altera, sprezzante, tracotante… In perfetta sintonia con la cultura degli sms e dei più sintetici twitt, anche il lessico punta alla sintesi. Fascista val bene tutto questo, senza scomodare camicie nere e terre d’Abissinia. E non si tratta di

un’astuzia semantica per addolcire un concetto. Penso alle escort che mia nonna chiamava in al-tro modo, o agli operatori ecologici che da picco-lo chiamavo spazzini. No, no, qui c’è proprio una transustanziazione. Vietato andare al passato. Se

sei fascista sei uno stronzo e basta. Che tu sia di destra o di sinistra.Trova così conferma l’icastica definizione di Flaiano il quale, con profetico acume diceva che «i fascisti sono di due tipi: i fascisti e gli antifascisti». Giusto per dire che l’appellativo stava ad indicare un’atti-tudine dell’animo, ossia quella tendenza alla preva-ricazione di cui sono dotate non poche persone e categorie di persone. Del resto, che dire del buon Di Pietro quando interrogava gli indagati di Mani Pulite ostentando la pistola sul tavolo? E che dire di certa magistratura (non tutta ovviamente, ma quella cara ai media e che ha fatto dei media il proprio brac-cio operativo)? E cosa pensare di certa sedicente informazione, di un Travaglio qualsiasi passato da Berlusconi alla Lega per approdare infine al rosso antico? (quando si dice la vocazione nel proprio cognome! E si pensi in proposito anche a Casini). E che dire ancora delle uscite di certa Lega e di al-cuni proclami alla Grillo, che sembrano far rima più

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che altro con grilletto? O di un Cavaliere convinto che il denaro sia superiore ad ogni etica? Ecco, c’è un aggettivo che accomuna tutto questo nella guerra tra bande politiche: fascista.Tra un po’ ce lo diremo anche tra le mura domestiche. Sbotterà il marito contro la compagna invadente, il figlio contro il padre che chiede di rientrare in ore decenti, la nuora contro la suocera impicciona. Fascista, fascista, fasci-sta… Il futuro è qui. Lo sentiremo negli uffici pubblici, davanti agli sportelli del-le poste, dove ti senti un compatito per essere andato a ritirare una raccoman-data… Lo diremo al parroco che ha di-menticato di sorridere insieme alla cre-anza, al professore che guarda tutti con sufficienza e agli studenti che si sentono in diritto di trattare gli altri da cretini. Fi-nirà la ricchezza semantica del pensiero articolato e diverso, per concentrarsi in un cinguettio, un twitt appunto, appunti-to e velenoso come la freccia sulla cer-

bottana. Semplicemente e unicamente fascista.Un’enfasi morale capace di far scordare che battendo il petto agli altri non è an-cora sufficiente per dire che siamo bravi noi. Bisognerà ricordarlo ai partiti, prima che ci chiedano il voto, per ricordare loro che dare del fascista agli altri non è ancora sufficiente per capire quale sia il progetto di governo in ambito economi-co, culturale, sociale. Insomma, la rotta per portare al largo il Paese. Chiedere la fiducia al cittadino senza dirgli i perché dovrebbe concederla è da presuntuo-si… pardon, da fascistelli. Un tempo lo avrebbero chiamato culto della perso-nalità o mito del super uomo. Di questi tempi, dove in giro ci sono troppi omet-ti, difficile vederne uno super. Magari si mettono insieme, per farne uno collet-tivo. Ma la logica è sempre quella. Un tantino fascistella.• Tse Tse

... e io pago!

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