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1 Piero Scotto – Elementi di educazione ambientale – E‐waste e riuso dei computer Elementi di educazione ambientale – Ewaste e riuso dei computer 1. Premessa Dai computer alle stampanti, dai televisori ai telefonini, è in continuo aumento la produzione dei cosiddetti e‐waste (rifiuti elettronici), che presentano particolari difficoltà nell’essere riciclati e seri rischi per le sostanze pericolose alla salute che contengono. La miglior strategia è, come sempre, la prevenzione, in questo caso il riuso di oggetti ancora funzionanti o facilmente riparabili (aspetto che riguarda l’informatica). Quando non sia più possibile il riutilizzo, si passa alla filiera del ricupero che richiede manodopera qualificata, necessaria per la separazione dei metalli (tra i quali quelli preziosi come oro, platino, palladio) e delle plastiche. La eventuale fase di incenerimento presenta molti rischi dovuti soprattutto alla presenza di rame, che fa da catalizzatore e favorisce la liberazione di diossina dai ritardanti di fiamma usati nei personal computer. La messa in discarica , altresì, presenta possibili rischi di contaminazione a causa della presenza di mercurio, cadmio e piombo e addirittura di berillio (cancerogeno). I rifiuti RAEE, per le problematiche sopra evidenziate, sono un serio e complesso problema a livello mondiale tant’è che paesi molto avanzati che non hanno (opportunamente) ratificato la Convenzione di Basilea nel 1989 (ad es. gli Stati Uniti) esportano la tecno‐spazzatura nelle aree più povere del pianeta. 2. Cosa significa ewaste L’e‐waste comprende i Rifiuti di tutte le Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE) di cui computer e cellulari rappresentano una parte cospicua in costante aumento. La relazione tra un pc e l’ambiente si articola su tre fronti: 1. i consumi di energia e di materie prime non rinnovabili nella sua costruzione 2. i consumi di energia mentre il computer è in funzione 3. lo smaltimento del computer e delle sostanze tossiche al suo interno e i possibili danni sulla salute e sull’ambiente. La mole dei rifiuti elettronici è aumentata vertiginosamente con quantità dell’ordine delle 20‐50 milioni di tonnellate generate, globalmente ogni anno [dato del 2008]. In Europa cresce del 3‐5% all’anno, tre volte più in fretta dei rifiuti in generale. 3. Le tre R dell’ambiente, le quattro R della responsabilità Riduci, Riusa, Ricicla. Nei pc vi sono molte sostanze chimiche pericolose ed il riciclo, che è un buon modo per recuperare altri tipi di rifiuti, qui è molto meno efficace e molto più difficile. Il riuso è possibile tutte le volte che un’apparecchiatura è ancora funzionante ed è di gran lunga preferibile al riciclo : a volte occorre ricondizionarlo e aggiornarlo (upgrade). A questo proposito è opportuno introdurre altre 3 erre. Occorre talvolta Ripensare agli utilizzi che facciamo del personal computer e al tipo di lavoro che dobbiamo produrre. Occorre quindi un lavoro di intelligente Ricerca e, infine, di Responsabilità. Alcuni esempi mostrano come vengano seguite spesso le mode in maniera inconsapevole. Siamo molto bravi come consumatori, molto meno come cittadini responsabili. Questo non significa non apprezzare le novità e il progresso, naturalmente.

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1  Piero Scotto – Elementi di educazione ambientale – E‐waste e riuso dei computer 

 

Elementi di educazione ambientale – E‐waste e riuso dei computer  

1. Premessa 

Dai computer alle stampanti, dai televisori ai telefonini, è in continuo aumento la produzione 

dei  cosiddetti  e‐waste  (rifiuti  elettronici),  che  presentano  particolari  difficoltà  nell’essere 

riciclati e seri rischi per le sostanze pericolose alla salute che contengono. La miglior strategia 

è,  come  sempre,  la  prevenzione,  in  questo  caso  il  riuso  di  oggetti  ancora  funzionanti  o 

facilmente  riparabili  (aspetto  che  riguarda  l’informatica).  Quando  non  sia  più  possibile  il 

riutilizzo, si passa alla filiera del ricupero che richiede manodopera qualificata, necessaria per 

la  separazione  dei  metalli  (tra  i  quali  quelli  preziosi  come  oro,  platino,  palladio)  e  delle 

plastiche.  

La  eventuale  fase  di  incenerimento  presenta molti  rischi  dovuti  soprattutto  alla  presenza  di 

rame, che fa da catalizzatore e favorisce la liberazione di diossina dai ritardanti di fiamma usati 

nei personal computer.  

La messa in discarica, altresì, presenta possibili rischi di contaminazione a causa della presenza 

di mercurio, cadmio e piombo e addirittura di berillio (cancerogeno).  

I rifiuti RAEE, per  le problematiche sopra evidenziate, sono un serio e complesso problema a 

livello mondiale tant’è che paesi molto avanzati che non hanno (opportunamente) ratificato la 

Convenzione di Basilea nel 1989 (ad es. gli Stati Uniti) esportano la tecno‐spazzatura nelle aree 

più povere del pianeta.  

 

2. Cosa significa e‐waste 

L’e‐waste comprende i Rifiuti di tutte le Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE) di 

cui computer e cellulari rappresentano una parte cospicua in costante aumento. 

La relazione tra un pc e l’ambiente si articola su tre fronti: 

1. i consumi di energia e di materie prime non rinnovabili nella sua costruzione 

2. i consumi di energia mentre il computer è in funzione 3. lo smaltimento del computer e delle sostanze tossiche al suo 

interno e i possibili danni sulla salute e sull’ambiente. 

La mole dei rifiuti elettronici è aumentata vertiginosamente con 

quantità dell’ordine delle 20‐50 milioni di tonnellate generate, globalmente ogni anno [dato del 

2008]. In Europa cresce del 3‐5% all’anno, tre volte più in fretta dei rifiuti in generale. 

 

3. Le tre R dell’ambiente, le quattro R della responsabilità 

Riduci, Riusa, Ricicla. Nei pc vi sono molte sostanze chimiche pericolose ed il riciclo, che è un 

buon modo per recuperare altri tipi di rifiuti, qui è molto meno efficace e molto più difficile. 

Il  riuso  è  possibile  tutte  le  volte  che  un’apparecchiatura  è  ancora  funzionante  ed  è  di  gran 

lunga preferibile al riciclo: a volte occorre ricondizionarlo e aggiornarlo (upgrade). 

A questo proposito è opportuno introdurre altre 3 erre. Occorre talvolta Ripensare agli utilizzi 

che facciamo del personal computer e al tipo di lavoro che dobbiamo produrre. Occorre quindi 

un lavoro di intelligente Ricerca e, infine, di Responsabilità. 

Alcuni  esempi  mostrano  come  vengano  seguite  spesso  le  mode  in  maniera  inconsapevole. 

Siamo molto  bravi  come  consumatori,  molto  meno  come  cittadini  responsabili.  Questo  non 

significa non apprezzare le novità e il progresso, naturalmente. 

2  Piero Scotto – Elementi di educazione ambientale – E‐waste e riuso dei computer 

 

Analizziamo alcuni usi  tipici del  computer:  la navigazione su  internet,  la posta elettronica,  la 

scrittura  di  testi,  l’archiviazione  di  dati  e  il  calcolo  elementare  (fogli  di  calcolo).  Sono  tutte 

operazioni poco esigenti  in termini di risorse e computer di 10‐15 anni d’età possono ancora 

svolgerle egregiamente  se si  sanno migliorare e mantenere  le  loro performance: questa cosa 

richiede, tuttavia, una certa e migliore competenza.  

Il mercato non ha  interesse che  tale competenza sia diffusa: spinge  in  tutti modi a cambiare. 

Anche la dismissione del celebre Windows XP da parte di Microsoft Corp. non risponde affatto 

a bisogni della collettività, se si pensa che tale sistema operativo è ancora il secondo utilizzato a 

livello mondiale. Ma è chiaro quali siano le intenzioni del colosso di Redmond. 

Un  approccio molto  importante  che  viene  sottolineato  a  livello  mondiale  nell’insegnamento 

dell’informatica  riguarda  l’apprendimento  della  logica  della  programmazione  e  del  problem 

solving: orbene  i  linguaggi più  formativi e più utili per sviluppare queste capacità si possono 

insegnare su macchine molto datate1, senza togliere alcunché alla qualità della didattica. 

E’ possibile insegnare la materia senza quasi risorse, recuperando macchine ancora in grado di 

svolgere  bene  la  loro  funzione.  E’  difficile  a  volte  capire  e  far  capire  che  il  vero  prodigio  è, 

prima di tutto, nelle nostre menti. Ogni tanto occorre soffermarsi(ultima R) a Riflettere: poi si 

potrà prendere la decisione migliore. Per riflettere occorre conoscere tutti i pro e i contro che 

riguardano l’utilizzo, il riuso e la dismissione dei computer. 

 

4. Le sostanze pericolose presenti nel computer 

Il  punto  è  che  vi  sono  sostanze  che  non  è  opportuno  disperdere  nell’ambiente:  dal  berillio 

usato nei connettori e nelle motherboard, che è cancerogeno, al cromo esavalente che protegge 

dalla corrosione ma che è altamente tossico. O altre sostanze come piombo, mercurio e cadmio, 

anch’esse  tossiche.  Nelle  plastiche,  i  ritardanti  di  fiamma,  le  rendono  non  riciclabili.  Ecco 

perché  la  messa  in  discarica  dei  rifiuti  elettronici  è  proibita.  Infatti  il  conferimento  ad  un 

inceneritore può portare, a causa delle plastiche, alla produzione di diossine. Le 

diossine,  nel  loro  insieme,  sono  molecole  molto  varie  a  cui  appartengono 

composti  cancerogeni  e  composti  estremamente  tossici  per  l'uomo  e  gli 

animali, arrivando a livelli di tossicità tali da farle considerare tra i più potenti 

veleni  conosciuti  (in  figura  il  pittogramma  di  una  sostanza  tossica  a  lungo 

termine,  come  la  diossina).  Il  conferimento  dei  RAEE  in  discarica  può  determinare 

contaminazioni del terreno anche con mercurio, 

cadmio e piombo. 

 

Per  alcuni  paesi  ricchi,  come  gli  Stati  Uniti,  il 

Giappone e  la Germania2,  lo smaltimento di tali 

rifiuti  RAEE  è  diventato  antieconomico  e  si  è 

preferito  esportare  tali  rifiuti  in  paesi  con 

standard di sicurezza più bassi, senza tutele per 

i  lavoratori che dovevano smaltirli, non di rado 

bambini.  

                                                            1 Infatti, a titolo di esempio, le gare più competitive di informatica, le olimpiadi si svolgono dalla seconda fase in poi 

su computer relativamente vecchi (di 10‐15 anni) 

2 Fonte Il computer sostenibile (2008) e Il rapporto GreenPeace Le navi dei veleni 

3  Piero Scotto – Elementi di educazione ambientale – E‐waste e riuso dei computer 

 

Questo  è  un  vero  paradosso  morale:  i  maggiori  produttori  di  tecnologia  hanno  pensato  di 

smaltire  i  loro  rifiuti nei paesi più poveri  e privi di  tecnologia! Gli  Stati Uniti  che non hanno 

ratificato  la  convenzione di Basilea hanno  scaricato per molto  tempo  i  rifiuti  nella provincia 

cinese  di  Guangdong  dove  gli  operai  locali  per  100  $  al  mese  li  recuperavano  in  modo 

“artigianale” intossicandosi. Molte sono, purtroppo, le testimonianze di questi fatti3. 

Ma non basta: per aggirare le lasche restrizioni esistenti, si arriva a mascherare l’invio di rifiuti 

non funzionanti come beneficienza, per la lotta contro il “digital divide” o si costringe chi riceve 

del materiale usato a farsi carico anche di una certa quantità di rifiuti. A Delhi in India, invece, 

si bruciano i rifiuti prodotti a Bangalore capitale indiana dell’High Tech4. Recentemente anche 

in Italia è esploso il caso della “terra dei fuochi”, tra Napoli e Caserta, dove i rifiuti, tra cui molti 

RAEE,  spesso  tossici  o  cancerogeni,  come  detto  sopra,  vengono  bruciati  a  cielo  aperto  o 

possono facilmente inquinare l’aria e le falde acquifere. 

 

5. Il computer obsoleto 

Obsoleto significa vecchio, passato di moda, senza ancora essere diventato oggetto d’epoca.  

Un  esempio  di  computer  d’epoca  è  il  calcolatore  “Programma  101”  noto  come  Perottina  o 

macchina  Enigma,  il  primo  computer  desktop  programmabile  del  mondo  prodotto 

dall’ingegner  Perotto  presso  la  Olivetti  di  Ivrea  (in 

figura). 

Un pc obsoleto è un pc funzionante che non è ancora 

entrato  nella  storia,  ma  non  è  più  “appealing”, 

attraente.  Se  finisce  nella  “spazzatura”  non  essendo 

composto  da  materiali  biodegradabili  fa  molti  più 

danni della maggior parte degli altri oggetti. 

Il  riuso  non  è  (ancora)  un  fatto  di  moda  –  ma 

potrebbe  diventarlo  come  le  gare  di  velocità  per  le 

vecchie  auto  –  bensì  un  fatto  di  responsabilità,  di 

attenzione all’ambiente, di sostenibilità. 

Molti concordano che il ciclo di vita di un computer sia di almeno 7 anni, forse 10, contro i 3‐4 

effettivi. 

Le ragioni che spingono le aziende a rinnovare il parco macchine è legato a fattori di immagine 

e  di  produttività.  Molte  attività,  oggi,  non  richiedono  più  che  le  risorse  di  elaborazione 

(velocità)  e  di memorizzazione  dei  dati  (memorie  di massa)  risiedano  sul  computer  in  uso: 

possono  infatti  essere  gestite  ed  utilizzate  attraverso  piattaforme  cloud.  Qui  diventa 

fondamentale  la  larghezza  di  banda  disponibile,  l’efficienza  delle  proprie  reti  interne  e  la 

capacità di erogare servizi via web. 

Come si intuisce l’obsolescenza tecnologica spesso non risponde a ragioni tecniche, ma assume 

un  ritmo  artificialmente  imposto:  si  parla  di  obsolescenza  indotta,  e  di  “obsolescenza 

sistematica pianificata”. Quest’ultima è il deliberato tentativo di rendere un prodotto obsoleto 

alterando  il  sistema  in  cui  è  usato,  in  modo  tale  che  sia  difficile  continuare  ad  usarlo,  per 

esempio  introdurre  nuovo  software  non  compatibile  con  il  software  precedente.  Introdurre 

                                                            3 Si veda ad esempio http://www.greenpeace.org/italy/it/campagne/inquinamento/Elettronica‐verde/cyber‐

ewaste/  e Il computer sostenibile (2008)– Il terzo mondo e la spazzatura hi‐tech, pagg. 35‐38 

4 Si veda Il computer sostenibile (2008)– Il terzo mondo e la spazzatura hi‐tech, pag. 38 

 

4  Piero Scotto – Elementi di educazione ambientale – E‐waste e riuso dei computer 

 

una  nuova  versione  di  word  processing  che  produca  file  non  compatibili  con  la  versione 

precedente  forzerà  gli  utenti  meno  esperti  a  sostituire  il  software  e,  non  di  rado,  anche 

l’hardware. Un’altra strategia è quella di smettere di fornire assistenza per un prodotto, come è 

avvenuto ad aprile 2014, per il sistema operativo Windows XP. 

Non  si  vuole  negare  il  progresso,  l’evoluzione  e  la  ricerca  tecnologica,  o  proporre  lo  slogan 

“obsoleto”  è  bello.  Il  fatto  è  che  ciò  che  si  butta  via  ha  un minimo  valore  residuo,  che  può 

aumentare di molto se si è in grado di riflettere bene sui possibili utilizzi alternativi.  

La  provincia  di  Torino  negli  anni  (a  partire  dal  2002‐2004)  ha  proposto  il  progetto  di 

informatica  sostenibile  RIUSA,  destinando  centinaia  di  computer  ad  un  uso  sociale  e 

prolungandone  il  ciclo di vita. E’  stato proposto  il modello  “grid  computing” per  condividere 

risorse di calcolo e di immagazzinamento di dati.  

 

6. Il software open source come risorsa 

Nel pensare ad una nuova vita del pc, le soluzioni open source sono estremamente interessanti: 

sono  a  costo  zero,  permettono  di  approfondire  molti  aspetti  importanti  dell’informatica, 

possono essere molto valide per computer obsoleti. 

A  livello  di  sistemi  operativi  le  tante  versioni  di  Linux  potrebbero  andare  a  sostituirsi  al 

monopolio de facto di Microsoft; anche a livello di applicativi office non mancano le soluzioni 

(Openoffice  e  Libre  office  ad  esempio).  Il  principale  problema per  la  diffusione  del  software 

libero  è  l’atteggiamento  conservatore  di  chi  dovrebbe  incentivare  quelle  scelte,  soprattutto 

nella  Scuola  e nella Pubblica Amministrazione.  E’  un  fatto  culturale,  prima  che  economico.  Il 

Prof.  Angelo  Meo,  docente  al  Politecnico  di  Torino  fino  al  2010,  quando  è  stato  a  capo 

della “Commissione  per  il  software  a  codice  sorgente  aperto  nella  Pubblica 

Amministrazione” nel 2007  ha  dimostrato  come  fosse  (e  sia)  possibile  il  risparmio  di  alcuni 

miliardi di euro ogni anno, facendo uso di software libero. Quella somma (stimata intorno ai 3‐

4 miliardi di euro) viene versata, ogni anno, nelle casse delle principali aziende americane. 

 

7. Alcuni utilizzi di hardware “obsoleto” 

E’  evidente  che  se  una  macchina  è  in  grado  di  svolgere  bene  le  funzioni  per  cui  è  stata 

acquistata non dovrebbe definirsi obsoleta.  

Una  delle  ragioni  addotte  per  la  sostituzione  di  un  computer  è  che  “è  diventato  lento”.  La 

lentezza dipende da una serie di  fattori:  il principale è dovuto ad un uso non ragionato delle 

risorse che hanno portato la macchina ad appesantirsi con molti processi attivi che esauriscono 

la memoria di elaborazione (la RAM, in figura).  

Basta eliminare tutte le applicazioni non necessarie, 

tutto  il  superfluo,  come  insegnavano  gli  antichi 

sapienti:  μηδὲν ἄγαν5. Eventualmente  si  può 

aumentare  la  RAM  (magari  recuperandola  da  altre 

macchine guaste). 

Infine  si  possono  scegliere  sistemi  operativi  e  applicazioni  adeguate  ai  nostri  bisogni,  non  a 

quelli delle grande catene di distribuzione di hardware e software. 

Uno degli aspetti positivi ed innovativi del cloud, ovvero dell’utilizzo di risorse in remoto, è la 

possibilità di recuperare i computer (con hardware poco potente) e trasformarli in “thin client” 

                                                            5 O come scrivevano i latini Ne quid nimis. Il motto greco μηδὲν ἄγαν  (si legge medén agan) «niente di troppo»,  è scolpito, secondo la tradizione, nel tempio di Apollo in Delfi 

5  Piero Scotto – Elementi di educazione ambientale – E‐waste e riuso dei computer 

 

con una connessione internet a banda larga. Allora l’investimento prioritario può essere quello 

di una rete locale connessa ad internet progettata in maniera adeguata. Questa evoluzione da 

anni sembra inarrestabile: servizi di ogni tipo e soprattutto la cultura stessa sembrano essere 

fortemente  concentrati  sulla  Rete.  Il  pensare  ad  un  pc  stand  alone  è  sicuramente  un 

anacronismo. Recentemente  i  libri online,  il  registro elettronico online e  la  sempre maggiore 

diffusione di internet nella didattica, portano già in quella direzione. 

 

8. I consumi 

Da molti anni  in campo automobilistico si è provveduto a realizzare vetture che inquinano   e 

consumano meno, sostituendo e rottamando le vecchie auto.  

Per i computer può valere la stessa cosa? 

In  primo  luogo  dobbiamo  osservare  che  il  computer  non  inquina,  se  non  quando  viene 

scorrettamente smaltito.  Inoltre  lo smaltimento ha costi elevati,  costi  che non sono stati  fatti 

ricadere sugli utenti e sulle aziende per molti anni, anche usando strategie criminali, come lo 

smaltimento abusivo dei rifiuti RAEE. 

Il secondo aspetto (il consumo) va suddiviso in due parti: quello di materie prime e quello di 

energia elettrica. Le materie prime possono solo in parte essere riciclate, e, spesso, per diverse 

ragioni, non sono biodegradabili. L’energia elettrica consumata dai computer desktop è andata 

via via crescendo negli anni: macchine di 10‐12 anni  fa avevano alimentatori da 200‐250 W, 

che  poi  sono  diventati  sempre  più  potenti  fino  a  superare  i  500 W.  Infatti  per molti  anni  la 

velocità del microprocessore è andata aumentando e di pari passo il consumo, comportando un 

problema sempre maggiore nel raffreddamento, con raffreddatori e ventole sempre più grandi, 

e altre forme di smaltimento del calore.  

Ad un certo punto, non per ragioni ecologiche, ma per un nuovo enorme mercato che si stava 

aprendo,  sono  nati  e  si  sono  diffusi  computer  portatili  (netbook,  in  figura)  che 

rappresentavano  una  involuzione  in  termini  di  potenza, 

tant’è vero che pur essendo già diffusi sistemi operativi più 

moderni  venivano  riesumati  sistemi  operativi  datati  (come 

Windows  XP).  Il  paradosso  è  stato  che  dopo  anni  di 

martellamento  pubblicitario  per  l’acquisto  di macchine  più 

potenti  (e  che  consumavano anche di  più)  si  sono  immessi 

sul  mercato  computer  portatili  (i  netbook)  meno  potenti 

degli altri portatili  in circolazione e molto meno potenti dei 

computer desktop! Si è aperto un nuovo business: tornando 

indietro nelle prestazioni di  almeno 5‐6 anni  si  è  fatta  leva 

sulla mobilità. Ma mobilità voleva dire batterie che duravano 

almeno il doppio di quelle dei portatili: quelle batterie non esistevano ed allora non restava che 

ridurre la potenza e i consumi delle macchine stesse.  

Questa  riduzione  dei  consumi  è  stata,  dunque,  dettata  principalmente  dalla  possibilità  di 

produrre nuovi oggetti (netbook, tablet, phablet, smartphone) con una sufficiente autonomia, 

ma  con  prestazioni  certamente  limitate  e  inferiori  a  quelle  dei  computer.  Inoltre  per  essere 

appetibili  per  il  grande  pubblico  dovevano  offrire  una  maggiore  semplicità  rispetto  ai 

computer, cosa che è avvenuta e sta avvenendo. Ora questi oggetti   (smartphone, ecc) stanno 

diventando dei veri e propri pc, con le prestazioni di un computer di 15 anni fa, soltanto molto 

più piccoli. Si possono usare per  leggere, per collegarsi ad  internet, per  la posta elettronica,  i 

messaggi e soprattutto per i social network.  

6  Piero Scotto – Elementi di educazione ambientale – E‐waste e riuso dei computer 

 

La  miniaturizzazione  e  la  realizzazione  di  batterie  più  efficienti  è  la  vera  novità  di  questi 

prodotti: resta anche qui il problema dello smaltimento! 

 

9. Le buone ragioni per usare i “vecchi” computer 

Spesso  non  ci  sono  vere  ragioni  tecniche  per  non  utilizzare  un  computer  datato,  obsoleto, 

soprattutto se non ci sono nuove attività che dobbiamo svolgere. Nelle Scuole e nella Pubblica 

Amministrazione  in generale, sarebbe opportuno e  formativo  il riuso dell’hardware, anche  in 

considerazione  del  fatto  che  per  l’acquisto  di  nuove  attrezzature  vengono  utilizzati  denari 

pubblici, cioè corrisposti dai cittadini attraverso le imposte.  

Questo non vuol dire proporre una didattica scadente, ma esattamente  il  contrario, ponendo 

nella dovuta considerazione aspetti  economici e ambientali. Le macchine obsolete, gestite da 

tecnici  e  docenti  competenti,  svolgono  le  stesse  funzioni  del  nuovo  hardware,  tranne  in 

rarissimi  casi.  Gli  studenti  potrebbero  partecipare  a  laboratori  di  informatica  nei  quali 

intervenire  sull’hardware  e  sul  software,  affrontando  aspetti  concreti  e  di  sicuro  impatto 

educativo  e  formativo.  Potrebbero  elaborare  le  loro  esperienze  su  queste  macchine  a  loro 

accessibili,  anche  per  il  valore  nullo  delle  stesse  (le  possono  anche 

guastare commettendo “errori”).  

Si  possono  poi  migliorare  le  perfomance,  con  diverse  strategie, 

tutt’altro  che  banali  e  utilizzare  i  computer  come  terminali  remoti 

(thin  client)  sfruttando appieno  le  risorse e  le opportunità del  cloud 

computing, quello che è molto di “moda” per gli smartphone e i tablet. 

Già oggi la posta elettronica, i social network, gli innumerevoli servizi 

di  internet,  lo  “storage”  delle  fotografie  e  dei  video  sono  fortemente 

indirizzati all’approccio cloud6. 

 

Bibliografia  

Giovanna Sissa, Il computer sostenibile, Franco Angeli editore, Milano, 2008 

Angelo  R.  Meo,  M.  Berra,  Informatica  solidale2.  Libertà  di  software,  hardware  e  conoscenza,  Bollati 

Boringhieri, Torino, 2006 

 

Sitografia (visti il 26‐4‐2014) 

Greenpeace,  Le  navi  dei  veleni,  rapporto  Greenpeace  giugno  2010,  L’espresso,  2010  disponibile  al  link 

http://speciali.espresso.repubblica.it/pdf/traduzioneGreenpeace.pdf  

Il PC del riuso, http://punto‐informatico.it/1086172/Hardware/News/pc‐del‐riuso.aspx   

E‐waste: migliora il riciclaggio. Video http://www.youtube.com/watch?v=eAIfxdND9Jk  

Riutilizzare vecchi pc con software libero,  

formazione.ilcambiamento.it/riuso/riutilizzare_vecchi_pc.html   

Come si ricicla/riusa un computer?, http://greenreport.it/web/archivio/show/id/16505  

Rifiuti elettronici, http://www.greenpeace.org/italy/it/campagne/inquinamento/Elettronica‐verde/cyber‐ewaste/ 

E‐waste in Cina, VideoCNN http://www.youtube.com/watch?v=O‐_ubuFhqQA   

E‐waste in Cina, Video AljaZeera http://www.youtube.com/watch?v=mtgklPf5dQo  

La terra dei fuochi. Video https://www.facebook.com/photo.php?v=573817115974142  

La perottina, https://it.wikipedia.org/wiki/Olivetti_Programma_101  

In the cloud, http://www.innovit.org/inthecloud/inthecloud.htm  

                                                            6 Per maggiori dettagli e per una più ampia analisi del cloud computing si veda anche di Piero Scotto 

http://www.innovit.org/inthecloud/inthecloud.htm