etcetera 6 (as 2010/2011)

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etCetera Periodico di informazione a cura degli studen del liceo Scienfico e Classico Majorana liceomajoranadesio.forumfree.it Numero 6 - 2011 Aprile/Maggio Guerra in Libia Come ben tu sappiamo, il 19 Marzo 2011 è stato un giorno molto importante per le sor della guerra civile li- bica in corso durante la prima parte dell’anno... (connua a pagina 5) Il cigno nero E’ un balleo triste quello del ‘Lago dei Cigni’, il racconto di una ragazza ‘Odee’, costrea nelle piume di un cigno durante il giorno, e, solo la noe, libera di mostrare il suo vero ed incan- tevole aspeo umano... (connua a pagina 14) Non tutti i colori dell’arcobaleno Quando si parla di daltoni- smo ci si riferisce, solo in Ita- lia, ad oltre due milioni di persone, prevalentemente maschi, circa uno su dodici. (connua a pagina 8) Potete qui ammirare la magliea di quest’anno. Il costo sarà di 5€ per quelle bianche e 6€ per quelle blu (perché il logo va stampato due volte).

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Sesto numero di etCetera, anno scolastico 2010/2011

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etCeteraPeriodico di informazione a cura degli studenti del liceo Scientifico e Classico Majorana

liceomajoranadesio.forumfree.it Numero 6 - 2011 Aprile/Maggio

Guerra in Libia

Come ben tutti sappiamo, il19 Marzo 2011 è stato ungiorno molto importante perle sorti della guerra civile li-bica in corso durante laprima parte dell’anno...

(continua a pagina 5)

Il cigno nero

E’ un balletto triste quello del‘Lago dei Cigni’, il racconto diuna ragazza ‘Odette’, costrettanelle piume di un cigno duranteil giorno, e, solo la notte, liberadi mostrare il suo vero ed incan-tevole aspetto umano...

(continua a pagina 14)

Non tutti i coloridell’arcobaleno

Quando si parla di daltoni-smo ci si riferisce, solo in Ita-lia, ad oltre due milioni dipersone, prevalentementemaschi, circa uno su dodici.

(continua a pagina 8)

Potete qui ammirare la maglietta di quest’anno. Il

costo sarà di 5€ per quelle bianche e 6€ per

quelle blu (perché il logo va stampato due volte).

Majo’s Got Talent – Puntata 1

Stefano Tagliabue, 2° D;Giulia Conenna 2°b

metCetera Majorana Desio n. 6 / etCetera Majorana Desio n.6 m

Scuola V 2 Scuola

Più di mille studenti, ognuno con le sue passionie ognuno bravo a far qualcosa: chi canta, chiballa, chi suona o chi fa qualche sport (la lista po-trebbe andare avanti ancora molto). Leggendol’intervista a Simone Spadaro fatta da AlessandroOrsenigo ho avuto l’ispirazione: se qui al Majo-rana abbiamo così tanti talenti, perché non inter-vistarli?Ho deciso di incominciare con due gruppi (due invia eccezionale per prima puntata) che hanno deimembri qui al Majorana: “The Nameless” e“Ophelia's Nunnery”

The Nameless

Filippo Parravicini (4°C) al basso, Elisa Borsoi(2°D) alla voce, Marco Bizzozero e Michele Scotti(entrambi 4°H) alle chitarre e infine Giorgio Mat-tiolo (ITIS Leonardo da Vinci di Carate) alla batte-ria: sono loro i Nameless, nome scelto non a casoe forse neanche definitivo, un gruppo formato dapoco (da ottobre) ma da gente che di talento neha per davvero.Elisa prendeva già lezioni di canto e quest’annoè riuscita ad entrare in accademia, Giorgio studiada sei anni percussioni, Marco e Michele pren-dono lezioni di chitarra, prima classica poi elet-trica, da 3 o 4 anni (brutta bestia la memoria),Filippo è l’unico autodidatta, incomincia in terzamedia col flauto traverso passa poi al basso in se-conda superiore, aiutato anche dal fratello chesuona la chitarra da anni e anni.Tutto ebbe inizio quest’anno quando Filippo e idue chitarristi, che già suonavano insieme, deci-sero di fare un gruppo loro, dopo aver trovato ilbatterista in corso d’opera, hanno chiesto ad

Elisa, conosciuta grazie al Majo Suona. Al-l’inizio lei ha fatto un po’ “la paccara” (comela definisce Filippo), per la paura di non riu-scire a farcela in un gruppo serio e con leprove, ma, con l’arrivo delle vacanze di Na-tale si è finalmente decisa e ci è andata: “Cisiamo voluti subito bene, avevo sbagliato anon venire prima; ora sono fiera di suonarecon loro”. Nonostante la giovane età delgruppo stanno già lavorando a due pezzi,pronti a breve. Per scrivere le loro canzoniprendono esempio principalmente dai RedHot Chili Peppers, anche perché, facendoper ora cover, sono quelli più accessibili atutti, “Il giusto compromesso” dice Filippo.Mi parlano poi di altri gruppi, come gli Eva-nescence e gli Incubus, il loro “Pezzo yeah”è proprio di questi ultimi: Anna Molly, maanche Californication (dei Red Hot) e Zombie(dei Cranberries).Alla domanda “Il gruppo vi da qualche pro-blema con la scuola?” mi vedo rispondere“No, anzi, caso mai è il contrario!” Dicono,infatti, che dipende un po’ dai periodi, versomaggio è sicuramente più difficile incontrarsiche a gennaio, viste le interrogazioni e le ve-rifiche, che come al solito non mancano.Fatto sta che la voglia non manca e il postodove provare neppure, dopo questo primoperiodo di prova le cose incominciano a fun-zionare e “Si vede che stiamo migliorando”.Il problema, dicono, rimane quello del tro-

metCetera Majorana Desio n. 6 / etCetera Majorana Desio n.6 m

Scuola V 3 Scuola

varci tutti, oltre che per la scuola, por i mezzi.“Nessuno ha la macchina e per ora bisogna unpo’ arrangiarsi” .“Volete dire qualcosa?” chiedo, “Si, una sola:Scotti deve studiare!” risponde Filippo

Ophelia's Nunnery

Un altro gruppo, un'altra storia. Simone Manzotti(4°E) batteria, Dario Azzolini (4°E) chitarra, Mat-teo Zappa (ITC Martino Bassi) basso e MatteoArienti cantante. Tutti quanti compagni dellemedie, escono insieme da molti anni, hanno tuttiuna passione per la musica: ognuno decide disuonare uno strumento quasi con l’intenzione difare un gruppo. Suonano tutti da quattro cinqueanni, anche se la formazione attuale è così soloda un anno. Da ottobre hanno incominciato afare i primi live, dopo la ricerca di un cantante,proponendo principalmente canzoni scritte daloro aggiungendo solo qualche cover alle sca-lette.Suonano principalmente rock alternativo, ispi-randosi a gruppi come gli Arctic Monkeys, anchese non tutti i membri ascoltano lo stesso genere.Nonostante ciò hanno vinto un contest che li por-terà a suonare in Inghilterra quest’estate dove fa-ranno due live, insomma, mica pizza e fichi.Riprendendo la domanda dell’altra intervista glichiedo se il gruppo dia qualche problema per lascuola “A voglia! Il gruppo porta via del tempo,una volta a settimana più qualche volta per scri-vere pezzi.”Dopo le superiori non hanno intenzione di scio-gliere il gruppo “anche se facciamo scuole di-verse non è un problema” comunque la passioneper la musica (“e per la birra” ) e il fatto che ilgruppo sia composto da gente che si conosce da

molto gioca solo a loro favore, le cose se ledicono in faccia, senza troppi problemi esanno come risolverle.Da poco stanno provando a scrivere i primitesti in italiano, cosa che dicono sia più diffi-cile, perché si rischia di sfociare nella bana-lità. “Il tentativo di trasmettere qualcosa c’è,se si guardano i primi brani e quelli più nuovitentiamo di far passare un messaggio più…alto” gli argomenti sono vari, da quelli piùbanali, ma che tendono a far ridere, a testipiù classici, dipende da chi li scrive, solita-mente il bassista.L’ultima domanda è riguardo il nome, Ophe-lia's Nunnery, un nome che:”nessuno si ri-corderà mai!”, dicono, un nome che è natoper caso dopo una lezione di inglese su Am-leto. Giustamente Dario ha pensato chefosse un bel nome, così l’ha proposto, l’ideaè piaciuta e quindi si sono chiamati così.Adesso dicono che, purtroppo, sbaglianosempre a scriverlo, ma oramai quello è ilnome con cui sono battezzati.

Nella foto: i Nameless

Non venite via con me!Samuele Tagliabue 5° F

metCetera Majorana Desio n. 6 / etCetera Majorana Desio n.6 m

Scuola V 4 Scuola

Scrivere in prima persona, per un giornalista, è un pec-cato mortale. Non tanto perché sia un lusso che si pos-sono permettere solo alcuni scrittori o perché sialessicalmente scorretto, ma perché il buon giornalista,nella sua libertà, sa di poter scrivere di qualunque cosache non sia se stesso. Voglio sfatare per una volta questotabù e lo faccio da liceale, da studente e da majorano chesi sente, per qualche strano motivo, debitore. Lo faccioda amico che vuole salutare prima di andarsene, lo faccioda maturando che sa benissimo, comealtri, di non essere maturato abbastanza e per questo sifarebbe volentieri, soprattutto per pigrizia, un altro bel-l’annetto al liceo. Vorrei scrivervi di “venire via con me”come direbbero Fazio e Saviano, ma è impossibile. Vorreisalutare tutti, uno per uno, ma non posso. Rimanete qui,dunque, e fate vivere questa scuola. Divertitevi e gode-tevela voi che restate, perché il Majorana, grazie alla pre-senza di ognuno, è comunque un posto migliore.

¤ Vado via perché il mio preside, in cinque anni, l’ho vistoquattro volte e una era all’occupazione di quest’anno.¤ Resto qui per le bidelle che mettono allegria e non tichiedono niente per un sorriso.¤ Vado via perché la scuola non riconosce il volontariatocon crediti formativi.¤ Resto qui perché quando vedo il prof Marottoli in giroper Telethon, penso che c’è speranza.¤ Vado via perché chi fuma nei bagni non viene multato.¤ Resto qui perché mi piace il sorriso di Paola Nobili.¤ Vado via perché nella mia scuola, i politici hanno più fa-scino dei poeti.¤ Resto qui perché il Majo è pieno di belle ragazze.¤ Vado via perché i soldi per la scuola non ci sono.¤ Resto qui perché secondo me, più che i soldi, alla scuolaserve gente che la faccia funzionare bene.¤ Vado via per le circolari che arrivano nelle classi avvi-sando di qualcosa che è già avvenuto.¤ Resto qui per chi si è sporcato le mani per imbiancarela sede.¤ Vado via perché il meccanismo “spiego-studi-ti do ilvoto” non mi è mai piaciuto.¤ Resto qui perché la cultura è il peggior nemico delle dit-tature.¤ Vado via perché il commento che sento più spesso algiornalino è “Ci sono pochi sudoku”.

¤ Resto qui perché un giornalista, sempre, crede dav-vero in quello che racconta.¤ Vado via per la palestra e per il bar che non vedròmai nella mia scuola.¤ Resto qui perché ‘Sweet home Alabama - Majo-rana!’¤ Vado via perché il programma ministeriale vienespesso prima della nostra crescita.¤ Resto qui perché qui ho incontrato professori chemi hanno fatto amare ciò che mi hanno insegnatoperché lo amavano anche loro.¤ Vado via perché senza Pogliani e Gaspy, le Olimpiadidella matematica possono anche smettere di farle.¤ Resto qui le facce della gente che non conosco, per-che me le ricorderò.¤ Vado via per chi, per fare 10 metri a piedi, ha biso-gno di un pezzo di carta con una firma. ¤ Resto qui per il forum degli studenti.¤ Vado via per l’aria condizionata a Gennaio e il riscal-damento ad Aprile.¤ Resto qui per chi ancora deve venire, per dargli ilbenvenuto.¤ Vado via perché non ho mai capito a cosa servanole prove comuni.¤ Resto qui perché anche quando sarò all’università,prenoterò la pizza dal “Presidente”.¤ Vado via perché mi sono stufato dei comitati leni-nisti studenteschi che ogni stramaledetto sabatomattina cercano di convincermi a boicottare la demo-crazia.¤ Resto qui perché so già che mi mancheranno le filealle macchinette, le assemblee sindacali, le giustifica-zioni, le cogestioni, i consigli di classe, le supplenze, ipanzerotti, le facce della gente in coma alle 8 del lu-nedì mattina, gli intervalli, la doppia ora di latino, i ta-ralli, il sottobanco, la tessera delle fotocopie, lapizzaula, la foto di classe, il majosuona, gli sportelli,le gite…

Perciò ci tenevo a scrivere che sono felice di essere

passato di qui.

La guerra in Libia: sviluppi recentiUn riepilogo dei principali eventi occorsi in Libia dall’intervento delle forze ONU

Lorenzo Valerin, 3E

Attualità Q 5 Attualita

Come ben tutti sappiamo, il 19 Marzo 2011 èstato un giorno molto importante per le sortidella guerra civile libica in corso durante la primaparte dell’anno. In questa data infatti è arrivatoil primo attacco da parte delle forze francesi allaLibia comandata dal dittatore Mu’ammar Ghed-dafi, in carica dal lontano 1969.Mi sembra doveroso fare una premessa sugli

episodi avvenuti precedentemente all’inter-vento delle forze armate ONU. Fin da Febbraio,i vari moti rivoluzionari che già avevano colpitoEgitto e Tunisia erano penetrati anche nella re-gione della Cirenaica (principalmente nelle cittàdi Bengasi, Beida e Derna). Il governo libico ri-spose a questi moti con una repressione armatache non fu efficace, data la defezione di alcunimembri dell’esercito riluttanti ad aprire il fuococontro i civili. Questi han dunque potuto orga-nizzarsi in vari gruppi organizzati. Questa repres-sione fu contestata dalla comunitàinternazionale, portando alla perdita di impor-tanti alleati per il leader libico Gheddafi, comevari ambasciatori in Italia, Francia, Spagna, Ger-mania e Inghilterra ma anche all’interno di UNE-SCO e ONU. Inoltre, la Libia fu duramente colpitacon sanzioni economiche da parte degli USA edell’UE. Vennero poi schierate alcune portaerei,come l’americana Enterprise nel Mediterraneoin attesa di una risposta libica e allo stessotempo venne presa la decisione di instaurareuna no-fly zone sul territorio della Libia. Si arrivadunque al 18 Marzo 2011.

Durante questo giorno venne pianificatal’azione militare da parte dei 24 maggiori leaderinternazionali, come i premier dei principali statieuropei, Ban Ki-Moon, Segretario ONU e HillaryClinton, Segretaria di Stato statunitense. Il 19

marzo, alle 17:45 alcuni caccia francesi, del tipoRafale e Mirage 2000-D colpirono 4 mezzi co-razzati nei pressi di Bengasi. All’intervento fran-cese seguirono l’intervento americano (112missili Tomahawk) e inglese, dando inizio allecosì denominate Odyssey Dawn e Ellamy, leoperazioni militari di USA e Regno Unito. L’Italiaintervenne mettendo in campo aerei Tornado eEurofighter, la cacciatorpedinieri Andrea Doriae la portaerei Garibaldi¸ per un totale di 200 uo-mini per l’aviazione e 1000 marinai.Il 20 Marzo vede nuovi attacchi missilistici da

parte dei veicoli stealth (invisibili al radar) B2-Spirit statunitensi, i quali han portato alla di-struzione della maggior parte delle basi militarie aeroporti libici. La Francia rafforza il proprioimpegno con l’intervento della portaerei Char-les de Gaulle e nella stessa giornata l’Italia hacompiuto il primo pattugliamento della no-flyzone con esiti positivi.Giornate importanti sono state quelle del 23 e24 Marzo, nelle quali è avvenuto l’interventodella NATO, con il pattugliamento delle acqueinternazionali, come ordinato dall’ammiraglioJames Stavridis, per rendere effettivo l’embargodi armi verso la Libia. Vengono disposte più di25 unità navali, senza il permesso di entrarenelle acque territoriali libiche, con l’aiuto di unacinquantina tra aerei ed elicotteri, sotto il co-mando del viceammiraglio Rinaldo Veri. Ha cosìinizio l’operazione Unified Protector. Nella nottetra il 23 e il 24, le forze aeree francesi hanno at-taccato il campo di aviazione di Al Jufra e nelcorso di una delle cinque missioni notturne fudistrutto un aereo appena atterrato a Misuratache aveva violato la no-fly zone. Nella giornata

metCetera Majorana Desio n. 6 / etCetera Majorana Desio n.6 m

Attualità Q 6 Attualita

del 24 Marzo è avvenuto un fatto molto impor-tante per il perfezionamento dell’operazioneUnified Protector. L’ammiraglio James Stavridisha infatti designato il tenente generale canadeseCharles Bouchard a comando dell’operazione.Il 25 Marzo si è unito anche il Qatar, subito pas-sato a pattugliare lo spazio aereo con i cacciafrancesi. Nella giornata vennero bombardatenon solo postazioni della brigata di Gheddafi adAgedabia e Sirte ma direttamente il bunker deldittatore a Tripoli. Il 26 Marzo sono stati colpitiuna caserma ed una postazione radar nella ca-pitale libica e gli insorti ebbero la possibilità diriappropiarsi di Agedabia. Numerosi bombarda-menti alla città di Misurata susseguirono nellesuccessive tre giornate. Il bunker di Gheddafi, il29 Marzo, era ancora sotto attacco dagli aereidella coalizione, subendo gravi danni, inoltrevennero colpiti alcuni obiettivi nella città di Ta-jura.Il 31 Marzo la NATO ha preso il controllo com-

pleto delle operazioni sul suolo libico e fino al 2Aprile le stesse forze NATO conducono ben 178operazioni aeree e 74 attacchi, grazie ai 205 ve-livoli e alle 21 navi disponibili. Il 1 Aprile sono av-venuti alcuni episodi di fuoco amico contro iribelli, provocando alcuni morti e feriti. Nellasera del 4 Aprile, dopo alcuni attacchi a Sirte eBrega, gli aerei USA sono stati ritirati dal servizioattivo e messi in riserva, ovvero usufruibili soloin caso di necessità, come il 24 Aprile quandovennero impiegati dromi USA a Tripoli. Il 9 Aprilevi è stata la prima violazione della no-fly zone daquando la NATO ha preso il comando delle ope-razioni, a causa di un MiG-23 ribelle che si eraalzato in volo da un aeroporto vicino a Bengasi.Tra l’8 e il 10 Aprile vennero abbattuti 17 blindatidell’esercito di Gheddafi a Brega e a Misurata. Il27 Aprile è avvenuto il primo intervento dei cac-cia italiani in azioni di attacco aereo.Gli ultimi sviluppi recenti hanno portato all’uc-

cisione di due dei sette figli di Mu’ammar Ghed-

dafi, e alla probabile fuga dello stesso dalla Libia.Come visto numerose azioni sono state compiuteper cercare di fermare la situazione, ma ancoraoggi proseguono gli scontri. Tutto ciò portaanche alla fuga di molti civili dallo stato libico, iquali decidono di emigrare in stati meglio messieconomicamente (ed è chiaro il riferimento al-l’Italia) creando non pochi disagi agli stati coin-volti. Note sono le problematiche sorte tra Italiae Francia per il flusso di immigrati tunisini versolo stato transalpino, con l’arrivo alla messa indubbio del Trattato di Schengen. Ci si auguradunque che questa guerra finisca al più presto,come auspicato dalle maggiori personalità poli-tiche della coalizione NATO.

Il dittatore libico Muʿammar Gheddafi, alpotere dal 1 settembre 1969, contro ilquale si è rivoltata parte della popola-

zione della stessa Libia.

metCetera Majorana Desio n. 6 / etCetera Majorana Desio n. 6 m

Non tutti i colori dell’arcobaleno

Stefano Tagliabue, 2° D

Attualità Q 7 AttualitametCetera Majorana Desio n. 6 / etCetera Majorana Desio n.6 m

“Io sono daltonico, ma la vita è bella anche così... Co-

lorata con i colori che vedo io” (Mauro P.)

Quando si parla di daltonismo ci si riferisce, solo inItalia, ad oltre due milioni di persone, prevalente-mente maschi, circa uno su dodici. Agli occhi dei“profani” una persona daltonica vede in bianco enero ma, a parte pochissimi casi, non è così. La mag-gior parte dei daltonici ha una cecità spesso parzialesolo a uno, raramente a due o tre, dei colori primari.Ma come funzionano gli occhi di una persona dalto-nica? Possiamo immaginarli come una specie di do-gana fra quello che c'è e quello che vediamo, unadogana con dei doganieri antipatici che, quando ar-riva la luce portando con sè i colori, non la fanno pas-sare. Quindi, se per esempio un daltonico guarda unacosa, ipotizziamo, di colore rosso e se ai suoi “doga-nieri” sta antipatico questo rosso, non lo fanno pas-sare e mandano al cervello un segnale dicendo chel'oggetto è di un altro colore.È quindi facile capire che essere daltonici non portaproblemi solo nella vita di tutti i giorni, come accor-gersi a metà del tema che si sta scrivendo con lapenna viola e non blu, ma anche problemi “a lungotermine”. Un daltonico non può fare il chirurgo ol'elettricista o l'artificiere o il pilota di jet . Nonostanteciò la cosa che più mi ha sconvolto è che, teorica-mente, un daltonico in Italia non possa prendere lapatente! Incuriosito sono andato a cercare in cosaconsista la visita medica per la patente B ed, in effetti,il controllo sul daltonismo viene effettuato da moltianni. Effettivamente nel Codice della Strada si legge:

“Non può ottenere la patente di guida o l'autorizza-

zione ad esercitarsi alla guida di cui l'art. 122, comma

2, chi sia affetto da malattia fisica o psichica, defi-

cienza organica o minorazione psichica, anatomica o

funzionale tale da impedire di condurre con sicurezza

veicoli a motore”[ Decreto legislativo del 30 aprile 1992, n.28, aggiornato nella sua versione

R.26 con la legge del 15 giugno 2009, n.94, articolo 119, comma 1 ]

quindi seguiva un allegato che elencava le malattie

“tali da impedire...”. La cosa strana è che in questoallegato il daltonismo non viene citato! E allora per-ché si continuano a fare i controlli? Cercando ancoraho trovato un documento chiarificatore:

“Le norme minime concernenti l'idoneità fisica e

mentale per la guida di un veicolo a motore sono in-

dicate nell'allegato 3 della direttiva 91/439/CEE con-

cernente la patente di guida. Il punto 6, relativo a

vista e guida, non fa menzione del daltonismo come

condizione di disabilità che impedisca di ottenere la

patente di guida. […] Secondo la normativa comuni-

taria, il daltonismo non comporta alcuna limitazione

all'idoneità alla guida. Inoltre, questa disabilità non

viene menzionata nell'ultima relazione su vista e

guida presentata da un gruppo di oftalmologi euro-

pei convocato dalla Commissione”

[ 2008, risposta della Commissione delle petizioni dell'Unione Europea a uncittadino a cui era stata negata la patente ]

La domanda cambia ma il concetto è sempre quello:perché se è scritto testualmente che il daltonismonon comporta alcuna limitazione si continuano a farecontrolli? A saperlo! Fatto sta che è da più di ven-t'anni che si effettuano controlli del tutto inutili. Cosìgente che potrebbe guidare senza problemi si vedenegare la patente per motivi sconosciuti. Situazionealquanto bizzarra.Concludendo: come già disse Virgilio: “Nimium necrede colori” Non credere troppo al colore!

E’ tempo di Giro d’Italia, e con questo torna di modail ciclismo. Grandi battaglie, grandi ciclisti, da Coppia Merckx, da Hinault a Indurain, da Armstrong a Con-tador, passando per Cancellara. Grazie a loro ab-biamo assistito alle più grandi imprese del ciclismomoderno, momenti indimenticabili.Purtroppo c’è anche il rovescio della medaglia. In

tutti questi anni sono stati frequenti i casi di dopingin questo magnifico sport, che non merita abbassa-menti di questo genere. Vedremo in questo articoloi principali casi degli ultimi anni, a partire dallo Scan-dalo Festina al Tour 1998 fino ai recenti sviluppi. Perchi non lo sapesse, questa è la letterale definizionedi doping:“Il doping è l'uso (o abuso) di sostanze o medicinali

con lo scopo di aumentare artificialmente il rendi-

mento fisico e le prestazioni dell'atleta. II ricorso al

doping è un'infrazione sia all'etica dello sport, sia a

quella della scienza medica.” (cit. Wikipedia)Nel corso degli anni, numerose sostanze sono state

sviluppate per migliorare le prestazioni, la maggiorparte derivanti dalla ormai famosa eritropoietina, oancor meglio EPO. Il primo caso che vorrei esaminareè quello già citato dello Scandalo Festina che ha col-pito il Tour de France 1998.L’8 Luglio del 1998, tre giorni prima dell’inizio della

Grand Boucle venne fermata l’auto di Willy Voet, trai-ner del team, alla dogana franco-belga di Neuville-en-Ferrain, vicino Lille, dove vennero trovaticentinaia di grammi di EPO, anabolizzanti e ancheperfluorocarburi, collegati all’incidente di Mauro Gia-netti, ciclista svizzero, del Tour de Romandie del1997. Il direttore generale della squadra, BrunoRoussel ha inizialmente smentito le accuse, confer-mando inizialmente l’innocenza della squadra, checosì ha potuto iniziare la corsa francese. Successiva-mente, il colpo di scena. Un’indagine nei quartierigenerali del team ha portato alla scoperta di un pro-gramma ben definito per il doping di squadra. A se-guito di ciò, il 17 Luglio 1998 lo stesso Roussel haammesso l’uso di EPO per i ciclisti della sua squadra,portando alla decisione del direttore di gara Jean-Marie Leblanc di espellere la Festina dalla corsa. Lo

scandalo portò alla scoperta di ulteriori programmidi doping di squadra. Nello stesso Tour, altre squadrecome ONCE, Banesto, TVM, Vitalicio Seguros eKelme furono costrette al ritiro per lo stesso motivo.Il processo che ne susseguì portò alla squalifica di ci-clisti come Richard Virenque, il quale dopo ben dueanni arrivò a confessare la propria colpevolezza, Lau-rent Brochard e Alex Zülle. Il Tour del 1998 è statosuccessivamente rinominato il Tour de Dopage.Preferisco non soffermarmi su quanto accadde nel

Giro 1999, con l’esclusione di Marco Pantani a causadel livello di ematocrito superiore al 50%, e passo di-rettamente a ciò che accadde nel Giro 2001.Questo Giro è ricordato principalmente per la per-

quisizione dei NAS nella notte tra 6 e 7 Giugno all’in-terno dell’albergo dove alloggiavano le squadre aSanremo. Il principale indagato fu dunque DarioFrigo, ciclista allora in forze alla Fassa Bortolo, ilquale aveva pochi secondi di ritardo da Gilberto Si-moni, fino ad allora leader della corsa rosa. Nella ca-mera dell’atleta saronnese vennero trovate alcunefialette contententi sostanze dopanti, delle quali lostesso Frigo ammise la proprietà, ma negò l’utilizzo.Da regolamento interno alla squadra, Dario Frigovenne prima sospeso e in seguito licenziato dallaFassa Bortolo a causa di questo fatto. Verrà poi uffi-cialmente squalificato fino all’8 Marzo del 2002. C’èperò un piccolo dettaglio. Si scoprirà poi che il ciclistaera stato anche truffato, dato che le fialette conte-nevano una sostanza diversa da quella dichiaratadall’etichetta. La sostanza contenuta fu dichiaratacomunque illegale, e Frigo non potè evitare la squa-lifica. A causa delle perquisizioni in albergo, la tappadel 7 Giugno, da Imperia a Sant’Anna di Vinadio, nonsi disputò.Ormai diventata celebre è anche la cosiddetta Ope-racion Puerto, che portò ad un’indagine spagnolacondotta tra Febbraio e Maggio del 2006. I principaliindiziati furono Eufemiano Fuentes, medico di di-verse squadre ciclistiche e Manolo Saiz, direttore ge-nerale (al tempo) della Liberty Seguros. Si sospettava

Il doping e il ciclismoUn viaggio alla scoperta dei maggiori casi rilevati negli ultimi anni

Lorenzo Valerin, 3E

Attualità Q 8 AttualitametCetera Majorana Desio n. 6 / etCetera Majorana Desio n.6 m

infatti che i due gestissero un’organizzazione tesaalla distribuzione di sostanze dopanti, come EPO eanabolizzanti, pianificandone l’uso. Numerossimi ci-clisti hanno fatto le spese di questa indagine. Primofra tutti il nostro Ivan Basso, il quale, dopo aver vintoil Giro d’Italia del 2006, cercava di ripetersi nel Tour.Confessò di avere avuto contatti con il dottor Fuen-tes, ma di non aver mai operato alcuna pratica do-pante, come l’emotrasfusione. Nonostante ciò,venne squalificato per due anni. Altri ciclisti coinvoltifurono il tedesco Jan Ullrich, il quale fu costretto alritiro, gli spagnoli Roberto Heras e Joseba Beloki.Particolare il caso di Alejandro Valverde. Alcune suesacche di sangue vennero trovate dal CONI, ma no-nostante ciò il corridore spagnolo potè correre ilMondiale di Losanna. Sarà poi squalificato per dueanni a partire dal Gennaio 2010.Altri famosi casi di doping negli ultimi anni sono

stati quelli dei kazaki Alexandre Vinokourov e An-drey Kashechkin, squalificati entrambi per due annidopo essere stati trovati positivi per autotrasfu-sione; Michael Rasmussen, danese, trovato “nonnegativo” ad alcuni controlli e colpevole di non aversegnalato correttamente la sua effettiva posizioneper test antidoping a sorpresa (fondamentale ful’apporto anche di Davide Cassani, giornalista RAI),fu escluso dal Tour 2007 ancora in maglia gialla dopola 16° tappa e venne squalificato per due anni; FloydLandis, vincitore del Tour 2006, fu trovato positivodopo la corsa e venne squalificato anch’egli per dueanni. I più recenti casi hanno visto coinvolti ancheDavide Rebellin, al quale è stata tolta la medagliad’argento conquistata a Pechino 2008, EmanueleSella, Leonardo Piepoli, Riccardo Riccò (il quale èstato coinvolto in un recente episodio di autotrasfu-sione all’inizio del 2011), l’intero team Lampre, ilquale è stato coinvolto in un’inchiesta che va avantiancora tutt’oggi.Da citare sono sicuramente i sospetti che aleggianosul sette volte vincitore del Tour de France, LanceArmstrong, il quale ha sempre negato le accuse didoping ricevute nel corso degli anni. Queste accuseprovengono non solo dai giornalisti esterni al cicli-smo, ma anche direttamente dagli stessi ciclisti. Ilsopraccitato Floyd Landis ha affermato che nel suoperiodo alla US Postal Service, squadra di Ar-

mstrong, era comune l’uso del testosterone come so-stanza dopante. Inoltre, sembra essere presente untest al quale l’americano risultò positivo del 2002,ma, sempre secondo le parole dello stesso Landis,questo sarebbe stato nascosto dietro pagamento daparte del direttore sportivo dell’allora US Postal, Jo-hann Bruyneel.Sono ancora molti i casi citabili, ma purtroppo lo spa-zio e il tempo mancano. Solamente quelli citati cifanno comprendere come il doping sia una praticatalmente diffusa da essere difficilmente rimovibile.Inoltre, l’introduzione di nuove sostanze (ad esempioil CERA, EPO di terza generazione) rende ancor piùdifficile il compito dell’UCI nella lotta al doping. Lasperanza è che un giorno questo fenomeno possa es-sere definitivamente controllato, così da avere unosport decisamente più pulito.

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Attualità Q 9 Attualita

È ormai risaputo che la sfida più attesa e più se-guita nel calcio mondiale è senz’altro quella traBarcellona e Real Madrid: “El clasico” di Spagna.Insomma, gli appassionati di calcio non si per-dono un’occasione per vedere le due squadredar spettacolo (e che spettacolo…) in campo equest’anno sono stati decisamente fortunati: ledue squadre infatti si sono affrontate ben cinquevolte nell’ultima stagione, di cui quattro nell’ul-timo mese e si affronteranno di nuovo per ag-giudicarsi la Supercoppa di Spagna. Come alsolito si sono verificati vari scontri, risse, pole-miche sia in campo che fuori: la rivalità storicatra le due squadre è infatti davvero forte. Maforse è il caso di chiedersi come nasca questafaida. Innanzitutto Real e Barça rappresentanole due regioni spagnole rivali: Castiglia e Catalo-gna. Il Barcellona ha avuto un importante ruolonel corso della storia in quanto rappresentantedell’indipendenza della Catalogna in diversi con-testi storici, rendendo il Barcellona “Més que unclub”, più di una squadra. La frase, rigorosa-mente in catalano, è diventata il motto dellasquadra. È scritta sulla manica della maglia delBarça e su una facciata del Camp Nou, lo stadiodel club catalano. Nel corso di questa stagionesi sono insediate altre rivalità, in particolarequella tra i due allenatori Guardiola e Mourinho:nell’ultimo periodo lo scontro mediatico è sfo-ciato nel personale, infatti lo Special One ha di-chiarato: "Josep Guardiola è un fantasticoallenatore di calcio, però ha vinto una Cham-pions della quale io mi vergognerei, con lo scan-dalo di Stamford Bridge. E quest'anno, se lavincesse, sarebbe con lo scandalo del Berna-beu". Si è poi lamentato a proposito dell’arbi-traggio delle partite di Champions. Le parole diMou hanno scatenato la reazione di Pep, che hacosì contrattaccato: “Abbiamo lavorato insiemeper 4 anni e ci conosciamo. Mi sembra strano

che lui creda alle parole riportate dalla stampaamica di Florentino Pérez e non a quello che dicoio. Ho fatto i complimenti al Madrid per la Coppache ha vinto meritatamente di fronte a una squa-dra che io rappresento e della quale mi sento or-goglioso. Non mi sono giustificato con l’arbitro enon l’ho mai fatto”. Il catalano è solitamente unuomo molto tranquillo e questa sarebbe la primavolta che risponde ad una provocazione di Mou-rinho. Altra importante rivalità, questa volta so-lamente mediatica è quella tra Lionel

Messi e Cristiano Ronaldo. I due non hanno maiavuto un faccia a faccia diretto, ma voci di corri-doio rivelano che i due non si possono soffrire,in modo particolare Ronaldo è invidioso del fatto

La storia di Spagna sui campi da calcio.Giulia Bianco, 1°b

Attualità Q 10 AttualitametCetera Majorana Desio n. 6 / etCetera Majorana Desio n.6 m

che tutti (compresa la sottoscritta!) sostenganoche Messi sia il giocatore più forte al mondo. Le due squadre si sono scontrate 245 volte, con90 vittorie del Real Madrid, 101 del Barcellona e54 pareggiate. La differenza è quindi minima e diconseguenza non è possibile decidere quale delledue squadre sia la migliore. Guardando il numerodi titoli vinti il Real Madrid risulterebbe più forte,in quanto seconda squadra più titolata al mondo(ci tengo a precisarlo: la squadra più titolata almondo è il Milan) con nove Champions League,ma c’è da dire che il Barcellona negli ultimi annista schiacciando la squadra madrilena, infatti nonsolo è campione di Spagna per la terza volta con-secutiva, ma delle tre Champions League vintedue le ha ottenute, con Guardiola, negli ultimi cin-que anni ed anche quest’anno è in finale contro ilManchester Utd ed ha molte possibilità di aggiun-gerne un’altra al suo Palmares; inoltre nel 2009ha vinto tutti i trofei sulla piazza: Campionato,Champions, Copa del rey, Supercoppa di Spagna,Supercoppa Europea e Mondiale per club. Èl’unica squadra al mondo ad aver compiutoquest’impresa. Qual è il segreto della squadra? Selo sono chiesto in molti. Oltre ad avere un ottimoallenatore, il Barça alleva con molta cura i suoi ta-lenti fin dalla giovane età: la cantera del Barcel-lona occupa gran parte del centro sportivo dovela squadra si allena ed è dotata anche di un al-bergo dove i giovani talenti che vivono al di fuoridella Catalogna possono alloggiare per seguire gliallenamenti e le partite. Alcuni arrivano in primasquadra, infatti nella rosa attuale i “canterani”sono parecchi, per esempio Valdes, Piquè, Puyol,Iniesta, Xavi e Messi stesso (il Barça fu l’unicasquadra che credette in lui nonostante i suoi pro-blemi di statura) hanno fatto parte delle giovanilidel Barça ed anche il centrocampista, nonché ca-pitano, dell’Arsenal Cesc Fabregas è stato un can-terano (poi fu venduto dal Barça alla squadralondinese all’età di 16 anni, molti sostengono chequest’anno tornerà a far parte del club catalano).

Insomma, la scuola del Barça sforna giocatori digran classe. Il Real, invece, preferisce acquistarei propri giocatori da altre squadre una volta si-curo che siano all’altezza. Ha fatto parlare lacampagna acquisti del 2009, il Madrid infatticomprò gran parte dei talenti europei sullapiazza, tra cui Cristiano Ronaldo: la trattativacostò al club Madrileno la cifra record di 93 mi-lioni di euro, il più costoso acquisto nella storiadel calcio mondiale. D’altronde il Real è la squa-dra più ricca al mondo e certe cose può anchepermettersele, no? Attualmente gli unici gioca-tori del Real Madrid che hanno fatto parte dellegiovanili sono il capitano Casillas, Granero, Adàne Arbeloa.

Attualità Q 11 AttualitametCetera Majorana Desio n. 6 / etCetera Majorana Desio n.6 m

“Partiamo!!”. Furono queste le parole che cinquant’annifa, diedero il via alla conquista dello spazio. Non fu unamissione duratura, ma bastò per aprire una portaenorme su un altro mondo, un mondo che col passaredel tempo e col progresso tecnologico abbiamo impa-rato gradualmente a conoscere.Il primo “cosmonauta” e colui che pronunciò la fatidicaparola appena citata fu un russo di origini contadine,Jurij Gagarin. Partito alle 9:07 del fuso orario di Moscadal cosmodromo di Baikonur (Kazakistan), Jurij ritornòa terra circa verso le 10:30. Quelli furono gli 88 minutipiù importanti della nostra storia: l’uomo aveva final-mente messo le ali e aveva imparato a volare “oltre laspera che più larga gira” (mettendola sul piano dante-sco). Raggiunse l’apogeo (= altitudine massima) di 315km, una bazzecola se pensiamo che il ProgrammaApollo, arrivando sulla superficie lunare solo otto annidopo, coprì una distanza di 384 400 km. Ma tornandoal nostro Jurij…Il veicolo usato per la missione era il Vostok 1 (inRusso=”oriente”, nome anche della missione), messo apunto per ben 8 volte precedentemente (pensate chevennero sacrificati in nome della scienza ben quattro ca-gnolini, spediti in missioni differenti nello spazio, primadi procedere all’invio di un uomo nello spazio!): essoconsisteva in una capsula di circa 5 tonnellate e circadue metri di diametro dove il pilota era seduto, aggan-ciata ad un serbatoio per un totale di 4 metri di lun-ghezza. Appena appena più complicato di un modernomini-sub. Ovviamente la corsa allo spazio che seguì alprogramma accelerò notevolmente l’evoluzione e lo svi-luppo di teconologie sempre più avanzate (certo, gliobiettivi del Vostok erano limitati, si limitò solo a “dareun’ occhiata a ciò che sta fuori”, non si spinse oltrequindi non richideva anche solo i serbatoi di carburanteche hanno adesso i missili). Basti solo pensare che og-gigiorno, come se fosse niente, abbiamo la straordinariaopportunità, anche se per breve tempo, di VIVERE nellospazio, grazie all’ ISS(International Space Station), quindi nel giro di mezzosecolo siamo passati da una “palla” di quattro metri(senza offesa eh) ad una vera e propria futuristica cittàspaziale grande come un campo da football.Ah a questo proposito Majorani su le mani che il 23

Maggio il nostro ex-Majo Paolo Nespoli ritorna tra dinoi in tutti sensi poiché completerà la missione Ma-gISStra e lascerà la Stazione Spaziale per rimettere ipiedi per terra, quindi facciamogli gli auguri!Ri-ritornando a Gagarin, questi si dimostrò, anchenello spazio, uno che alla nostra Terra tiene.Infatti non appena potè vedere il Pianeta Azzurro nelsuo insieme esclamò: “ People, let us preserve

and increase this beauty, not destroy it! ” ovvero unmodo cortese per dire “Bagaj, se vedeste quello che

vedo io, vi passerebbe la voglia di gettare i vostri ri-

fiuti ovunque.” Insomma, cuore da ecologista in unanimo da astronauta. Un’altra frase di Jurij che que-sti disse dallo spazio e che io vi riporto è questa (sta-volta tradotta); “Non vedo nessun Dio da quassù!”Questa affermazione suscitò grande stizza non soloai tempi, ma anche di recente, soprattutto quandoPapa Bendetto XVI citò il nostro Jurij dicendo cheanche per l'ateo meno sprovveduto era ovvio cheuna simile affermazione non poteva costituire un ar-gomento convincente contro l'esistenza di Dio. E ioqui per non scatenare eccessivo clamore taglio lacorda, non prima però di aver concluso il mio (bre-visssssimo) resoconto sulla missione di Gagarin.Dopo che furono trascorsi gli 88 minuti, la capsulaatterrò nei pressi di Engels, una cittadina rurale dellaRussia. Memorabili le parole che Gagarin rivolse aicontadini, leggermente stupiti di trovare nei paraggiun uomo in tuta spaziale che si trascinava un para-cadute: “Non spaventatevi, sono unsovietico come voi, tornato dallo spazio che deve tro-vare un telefono per chiamare Mosca.”Insomma… dalle stalle alle stelle e ritorno (letteral-mente)!

Jurij Gagarin: dalle stelle alle stalle(e ritorno)

Attualità Q 12 AttualitametCetera Majorana Desio n. 6 / etCetera Majorana Desio n.6 m

Alessandro Orsenigo, 3° E

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Thor,signore del fulmine e dio della tempesta

Filippo Tagliabue, 4°F

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Gli dei nordici esistono. Non qui sulla terra, simil-mente ai loro “cugini” greci che abitano le vette delmonte Olimpo. Odino, padre degli dei nonché deisuoi due figli Thor e Loki, abita coi suoi sudditi nellascintillante Asgard, dimora situata in un universo di-verso dal nostro e sospesa nel cosmo. La guerra ap-pena conclusasi con i giganti di ghiaccio del regno diJotunheim, che ha portato all’instaurarsi di una tre-gua con i tremendi giganti di ghiaccio, ha insegnatomolte cose ad Odino. Il saggio re, nonostante tra-smetta la sua saggezza ai figli, non riesce ad impedireche l’arrogante Thor, futuro erede al trono, faccia ri-scoppiare il conflitto con i mostri ghiacciati, per pu-nire un piccolo gruppo che aveva tentato l’assalto allamitica Asgard. Il padre degli dei decide allora di pri-vare il primogenito dei poteri e lo esilia sulla Terra.Proprio sul nostro pianeta il possente guerriero co-noscerà l’umiltà, grazie all’amicizia della bella astro-fisica Jane Foster e dello scienziato Eric Selvig. Ma laguerra che infuria nella casa degli dei potrebbe coin-volgereanche la Terra, mentre un asgardiano tramanell’ombra. “Thor”, quarto film prodottocompletamente dai “Marvel studios”, riprende connotevole fedeltà il pantheon di divinità nordiche, ailimiti della scopiazzatura, inserendo tuttavia la com-ponente del confronto col mondo mortale moderno,esattamente come avvenne nel fumetto di quasi cin-quant’anni fa, a opera di Stan Lee (testi) e Jack Kirby(disegni), i padri fondatori dell’universo Marvel. Du-rante la visione si viene trasportati in una dimensionedi nobiltà e grandezza, quella di Asgard, che viene poia scontrarsi con la semplicità del quotidiano di “noimortali”, disabituati ad un linguaggio elevato e a va-lori che regolano davvero la vita di tutti, quali onore,coraggio ma anche, soprattutto, umiltà e saggezza. Lastoria è certamente ben costruita e cattura, appassio-nati e non, lasciando però una sorta di “buco” nellospettatore, come se la pellicola non fosse altro che

una lunga introduzione per eventuali (sicuri) se-guiti. Gli attori sono tutti a buon livello, a partiredall’esordiente Chris Hemsworth che interpretaThor, passando per il collaudato Odino-AnthonyHopkins (troppe poche scene per lui perché si ri-conosca in pieno il suo sconfinato talento) e con-cludendo con una sbiadita, poco convincenteNatalie Portman. Menzione di onore invece perTom Hiddleston, interprete del mellifluo dio Loki,bravissimo nel rendere l’ambiguità del suo perso-naggio. Gli effetti speciali sono molto convincentie spettacolari, ma d’altronde, un film con prota-gonista un dio del tuono, armato del mistico mar-tello Mjolnir, poteva non essere un Kolossal? Nonper questo il film manca di una dimensione inte-riore profonda, garantita dal regista Kenneth Bra-nagh, avvezzo a film tratti da Shakespeare.Tuttavia, i conflitti familiari o sentimentali, talvoltamolto drammatici, passano in secondo piano ri-spetto alle scene d’azione: visto attentamente, ilfilm è un racconto di grandezza e limiti di umani emortali, sconfitte, rinunce obbligate che, probabil-mente, si gustano di più ad una seconda visione.Unica nota stonata, il guardiano del ponte dell’ar-cobaleno-teletrasporto Bifrost, il potente Heim-dall, interpretato da un attore di colore. È vero chein un film con dei, martelli incantati e forza ultra-terrene parlare di coerenza e verosimiglianza èfuori discussione, ma gli dei nordici sono tutti bian-chi, così come sono mulatte le divinità indiane ecosì via. A parte questa trascurabile nota, “Thor”è il classico film senza impegno adatto ad una se-rata di divertimento, senza però abbassarsi a ve-dere una porcheria. Il personaggio protagonistatornerà nei cinema già l’anno prossimo con il filmdei Vendicatori, supergruppo di cui farà parte.

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Il cigno neroGiulia Agrati, 2° F

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E’ un balletto triste quello del ‘Lago dei Cigni’, il rac-conto di una ragazza ‘Odette’, costretta nelle piumedi un cigno durante il giorno, e, solo la notte, liberadi mostrare il suo vero ed incantevole aspettoumano. E’ una travolgente e drammatica storia d’amore, trala fanciulla ed il principe Siegfried, che a causa di uninganno si dichiara alla ragazza sbagliata ‘Odile’, mache infine, sacrifica la sua vita, pur di spezzare l’in-cantesimo che tiene prigioniera ‘Odette’ e, attra-verso la morte unirsi per sempre a lei.Sulle note, forse un po’ inquietanti e malinconiche,del prologo del ‘lago dei Cigni’ si apre il film, mentrela bellissima Nina interpreta, in sogno, la parte delCigno Bianco (Odette).Una precisione assoluta, quasi maniacale, accom-pagna i suoi passi, che unita alla delicatezza e l’in-nocenza del suo portamento la mostrano qualenuova reginetta della scena.Viene così scelta dal regista Thomas Leroy comeprotagonista del balletto. Un solo ostacolo la divideora dall’affermazione del suo successo: l’interpreta-zione del Cigno Nero (Odile), troppo sensuale, se-duttore e passionale per la rigida Nina, mentremolto più idoneo alle caratteristiche di Lily, unanuova ballerina giunta da poco nella compagnia daSan Francisco.E’ questo l’inizio di una serie di scene sempre piùtravolgenti e toccanti, che porteranno Nina sull’orlodi una vera e propria crisi di schizofrenia, alimentataanche dalla madre ossessiva ed iperprotettiva neiconfronti della figlia.Ella, però, continua a lottare contro se stessa, control’antica innocente ragazza, mostrando sempre più ilsuo nuovo ed oscuro aspetto.La rappresentazione del balletto è un vero successo:Nina trionfa sulle note di un’orchestra sempre piùtravolgente trasformandosi letteralmente nel ‘Cignonero’. Il finale è però drammatico e, la ragazza, vintafinalmente quella lotta interiore che aveva così stre-nuamente combattuto, muore, proprio durante l’ul-tima scena, come l’incantevole ‘Odette’ nel

racconto.Si sviluppa durante il film il duello interiore tra la vec-chia e la nuova Nina, sempre più folle e pressante, chesfocerà in una vera lotta, durante la quale la ragazzaucciderà, con una scheggia di vetro l’ormai debole‘Cigno Bianco’, per lasciarsi totalmente travolgere daquello ‘Nero’. Facendo ciò, però, ferirà soltanto sestessa, causando la propria morte."L'unico vero ostacolo al tuo successo sei tu. Liberati

da te stessa!" (T.Leroy)Ne è, però, davvero valsa la pena? Quest’ossessioneper la perfezione, cos’ha portato infine? Il successo, iltrionfo acclamato durante il balletto o, la morte?

Regista: Darren Aronofsky;Cast: atalie Portman, Vincent Cassel, Mila Kunis,Barbara Hershey, Winona Ryder;Genere: thriller.

Un mondo senza libriè come un cielo senza stelle

Tempo liberok 15 Tempo libero

Arianna Colciago, 4° a

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“Accade coi libri come con le persone. Vanno presi sul

serio.” Così scrive Cesare Pavese nei suoi “ScrittiLetterari”: un libro non è un semplice oggetto che dob-biamo far diventare “strumento della nostrapigrizia”, togliendolo dallo scaffale impolverato soloquando in tv non c’è niente che ci soddisfi o quandoci viene imposto dai professori a scuola, per poi riporlosu quello stesso scaffale impolverato, sul qualerimarrà per settimane,o addirittura mesi.Non ci comportiamo così con i nostri cari, pensando einteressandoci a loro solo occasionalmente: un rap-porto affettivo va coltivato e curato, e noi tutti, allostesso modo, dobbiamo coltivare e curare i libri.Fin da piccoli, ci siamo sempre sentiti dire che leggereera importante e che per farci una cultura eraindispensabile che leggessimo: ma cosa vuol dire esat-tamente “farsi una cultura”?Quando hai 7 anni, il significato di questa parola ti èoscuro, e il massimo a cui aspiri è leggere una fiabadei fratelli Grimm, o meglio, fartela leggere dallamamma; quando ne hai 12, cultura significa guardarela tv 10 ore al giorno, facendo passare per vero tuttoquello che vedi e senti; quando ne hai 17, e il compitod’italiano va male perché “hai letto pochi libri e la tuaconoscenza era limitata”, magari inizi a riflettere.Più cresciamo e più ci viene richiesto di ampliare lanostra mente e la nostra cultura, e il modo miglioreche abbiamo per farlo è aprire un libro e leggere; ma,per capire fino in fondo quello che un libro vuolecomunicare non bisogna accostarsi ad esso con super-ficialità e prepotenza, ma con umiltà e rispetto, dicesempre Pavese.Leggere, vuol dire anche fare un’esperienza, secondoquanto dice Thomas S.Eliot nel suo “Essay on Poetryand Poets”; leggere un’ode di Saffo, nonostante siastata scritta duemilacinquecento anni fa, rendepossibile anche nel lettore moderno, provare le stessesensazioni e cogliere quella stessa scintilla cheattraversava il lettore antico. Questo accade perché ilsentimento di chi legge con vera passione, che sia un

abitante della Lesbo di VI secolo, un contadinomedioevale, o ancora un impiegato comunale delsecondo millennio, è lo stesso per tutti, ma soprat-tutto è eterno.Sia che leggiamo per rilassarci dopo una giornata pe-sante, per curiosità o perché ci viene imposto, ac-cade sempre di trovare durante la lettura qualcosache ci cattura particolarmente; la descrizione di unpaesaggio mozzafiato, o un personaggio nel quale ciimmedesimiamo o una situazione che ci sembraaver vissuto. La lettura è, dunque, il modo forsemigliore che c’è per far galoppare la fantasia;leggendo un qualsiasi libro è possibile proiettarsi al-l’interno del racconto e immaginare storie parallele,finali alternativi, modificando il tutto a nostro piaci-mento. In una società sempre più consumistica, incui siamo schiavi delle regole e delle imposizioni checi vengono dall’alto, e in cui le novità spaventano,èbello evadere dalla noia quotidiana, potersi rifugiarenella lettura e dare sfogo lì ai nostri pensieri e allenostre idee, magari comunicando con loro e as-coltando quello che hanno da dirci, come se fosseroesseri umani; quest’ultima idea è ben espressa daNiccolò Machiavelli nella sua “Lettera a FrancescoVettori”.Se immagino il mondo e tutti i suoi libri, paragonoad essi il cielo e le sue stelle; nell’antichità le stelleservivano non solo per rischiarare la notte, ma so-prattutto erano una guida sicura per i viandanti e imarinai, che si orientavano nelle tenebre grazie adesse e alla loro posizione. Allo stesso modo fanno ilibri; essi sono non solo un piacevole passatempo,ma anche e soprattutto una guida morale perl’uomo, il quale senza libri piomberebbe nell’igno-ranza, esattamente come gli antichi piombavano nelbuio senza le loro guide astrali.

Un mondo senza libri è come un cielo senza stelle.

France: enchantèe!

Tempo liberok 16 Tempo liberometCetera Majorana Desio n. 6 / etCetera Majorana Desio n.6 m

Giulia Agrati, 2° F“Oh ma Parigi non è fatta per cambiare aerei, è fatta

percambiare vita! Per spalancare la finestra e lasciare

entrare "la vie en rose"Giochi di luce, effetti colorati, uno spettacolo di affa-scinanti vetrate: la Sainte Chapelle, poi Notre Dame,coi suoi spaventosi doccioni in pietra massiccia, eMontmartre, colmo di pittori e ritrattisti, in cui trionfail bianchissimo Sacre Cour. La Senna, da percorrerein battello nell’atmosfera romantica delle notti pari-gine, il d’Orsay, in cui perdersi per interi pomeriggiammirando quei tocchi leggiadri degli impressionisti,o la chiesetta di St. Surprice e la sua meridiana, av-volta nel mistero del sacro Graal. Ma anche le inter-minabili baguette e le corse mattutine sugli ChampsElyseès. Ah, Parigi!Non voglio dilungarmi troppo, però, Parigi è da vi-vere, da assaporare, sono le emozioni che ti lascia nelcuore, e quella dannata voglia di non andartene più.Quindi proseguirò il mio itinerario, per questa travol-gente Francia ..Lasciata alle spalle la capitale mi sono diretta a Gi-verny: la terra di Monet. Laghetti sormontati da pic-coli ponticelli, ninfee e fiori di ogni genere, erbe altee disordinate, un insieme di forti colori abbaglianti.Questo è il grande giardino giapponese nel qualetrionfa la casa del pittore, dipinta all’interno con tintetenui e delicate.Ho ancora i semi dei papaveri che avevo compratoqui, un pezzo di Francia e di Monet che brillerà prestonel mio cortile.Non poteva mancare, quindi, una tappa a Rouen.Quante versioni di questa cattedrale abbiamo visto?Quanti giochi di luci, effetti, attimi ha colto Claude neisuoi quadri? E’ davvero affascinante, bianca, no ro-sina, arancina, forse azzurra o grigia ..Proiettata sempre più verso la Normandia raggiungoEtreteat, con le sue falesie così bianche contrastanticon l’azzurro vivo di questo lunedì d’estate, e poi, in-fine Fecamp, dove, esausta mi concedo una notte disogni.‘Aurora aurum in ore habet” , però, e così, all’alba,oltrepassando il Ponte di Normandia, mi dirigo verso

Honfleur, una sorta di ‘Portofino della Francia’, dainegozi esclusivi e dalle tinte affascinanti. Dopo es-sermi fermata anche a Bayeux, per visitare la Tapis-serie ed incantata da quei ricami di cavalli sull’arazzo,così imponenti e forti, il mio viaggio prosegue versoi luoghi del D – day.6 giugno 1944, lo sbarco in Normandia, l’inizio dellafine della Seconda Guerra Mondiale.Li vedo qui, davanti a me, quei milioni di soldati chesbarcano, ad Arromanche, per liberare Parigi, laFrancia, il mondo. Qui, a Pointe du Hoc, mentre com-battono strenuamente: ci sono ancora i buchi lasciatidalle granate nel terreno, i cannoni, i resti di vecchifortini.E poi, infine, raggiungo Colleville.In un immenso prato verde nascono milioni di crocibianche, in pietra: è il cimitero dei caduti americanidurante la missione. Rispetto, gratitudine, affioraforse anche un po’ di commozione in me passeg-giando per quelle limpide lapidi marmoree.Non termina qui, però, il mio viaggio, ho ancora ungiorno da trascorrere in territorio francese.Mi sposto, quindi, verso Saint Malò, per eccellenzaporto di pirati e bucanieri.Il mare, scuro e tempestoso, si frange sulle muradella cittadina e un cielo cupo non auspica niente dibuono. Mi risveglio dall’atmosfera fiabesca in cui miero incantata con un’ottima colazione e,raggiungocosi la mia ultima tappa: Sait Michel.Visito la cattedrale a tarda sera: luci colorate si riflet-tono sulle pareti della chiesa e, numerosi musicisti,situati all’interno conferiscono un’atmosfera roman-tica e poetica al luogo.Sono triste, però, questa sera, e non riesco a godermila pace che penetra nell’aria: questo è il mio ultimogiorno, il viaggio si è concluso, domani dovrò abban-donare la Francia.. E’ una Francia che mi è rimasta nel cuore, però, chevive ancora in me, quando ho bisogno di sognare, diincantarmi, di sorprendermi. Una Francia che vi con-siglio davvero di visitare.

Giochi matematiciDavide F. Redaelli, 1° G

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Tempo liberok 17 Tempo libero

SOLUZIONI DEI GIOCHI DELLO SCORSO NUMERO

SOL. QUESITO 17:In un’ora, lavorando insieme, papà e nonno Renato van-gano 1/6 + 1/10 del giardino cioè 16/60 del giardino. La to-talità del giardino sarà dunque vangata in

minutiSOL. QUESITO 18:Con i miei cinque compagni… siamo in sei. Se abbiamo tra-sportato 5 quintali di legna in 5 ore, ognuno di noi ha tra-sportato 5/6 di quintale in 5 ore e di conseguenza 1/6 diquintale in un’ora.Domani saremo in quattro: Supponendo, naturalmente,che ciascuno di noi lavori allo stesso ritmo, trasporteremo3/6 di quintale a testa (cioè mezzo quintale) in 3 ore; inquattro trasporteremo 2 quintali di legna. In totale, in duegiorni, avremo dunque trasportato 7 quintali di legna.SOL. QUESITO 19:

Gli unici giorni in cui il Leone può dire “Ieri mentivo” sonoil lunedì e il giovedì: Gli unici giorni in cui l’Unicorno puòdire “Ieri mentivo” sono il giovedì e la domenica. Quindil’unico giorno in cui entrambi possono fare questa afferma-zione e giovedì.SOL. QUESITO 20:

(A) In nessun giorno della settimana ciò è possibile! Sol-tanto il lunedì e il giovedì il Leone poteva fare la prima af-fermazione e soltanto il mercoledì e la domenica potrebbefare la seconda. Quindi non esiste un giorno in cui possafarle entrambe.(B) Questa situazione è completamente diversa. Infatti,date due affermazioni qualsiasi X e Y, se l’affermazione sin-gola “X e Y” è vera, allora ne segue che X e Y sono vere se-paratamente, ma se la congiunzione “X e Y” è falsa, nesegue soltanto che almeno una delle due è falsa. Il solo giorno in cui è vero che il Leone mentiva ieri e men-tirà nuovamente domani è il martedì (che è l’unico giornosituato tra due giorni in cui il Leone mente). Ma il giorno incui il Leone disse quella affermazione non poteva esseremartedì, dato che il martedì l’affermazione è vera, mentreil Leone il martedì mente. Quindi non era martedì, e l’affer-mazione del Leone è falsa. Dunque il Leone mente, e ilgiorno deve essere lunedì o mercoledì

NUOVI GIOCHI

QUESITO 21:Una pecora è legata con una corda all’esterno di un re-cinto quadrato con il lato lungo 20 m. Se la corda è lunga40 m ed è fissata ad un vertice del quadrato, qual èl’area del terreno su cui la pecora può pascolare?QUESITO 22:

Quanti giorni ci sono in 6000 anni?QUESITO 23:

Nel Mercante di Venezia di Shakespeare, Porzia avevatre scrigni, uno d’oro, uno d’argento e uno di piombo, ein uno c’era il suo ritratto. Il pretendente di Porzia do-veva scegliere uno scrigno e se avesse scelto quello conil ritratto avrebbe avuto diritto alla mano di Porzia.Sul coperchio di ogni scrigno c’era un’iscrizione cheaveva lo scopo di aiutare i pretendenti a scegliere cor-rettamente.Le iscrizioni erano le seguenti:SCRIGNO D’ORO: il ritratto non è nello scrigno d’argentoSCRIGNO D’ARGENTO: il ritratto non è in questo scrignoSCRIGNO DI PIOMBO: il ritratto è in questo scrignoSapendo che almeno una delle tre affermazioni è verae che almeno una è falsa, quale scrigno contiene il ri-tratto?QUESITO 24:Giorgio e Marco, due professori di matematica, si incon-trarono dopo molti anni che non si vedevano e comin-ciarono a raccontarsi reciprocamente le novità accadutein tutti quegli anni. ”Dunque hai tre figlie – disse a un certo punto Marco –e quanti anni hanno?””Il prodotto delle loro età è uguale a 36” rispose con unsorriso Giorgio.Marco si concentrò un attimo e poi scosse la testa: “Nonci arrivo” disse.”Bene – riprese Giorgio – guarda allora il tram che staarrivando: il suo numero è uguale alla somma delle treetà”. Marco osservò il tram, pensò per qualche istantee poi rispose: “Non ci arrivo ancora”. “Per aiutarti –disse allora Giorgio – ti dirò che la maggiore ha gli occhiverdi”.Marco si rischiarò in viso e diede immediatamente la ri-sposta.Qual è l’età delle tre figlie di Giorgio?

Beatles o Rolling Stones(Come la realtà è sempre, o quasi, divisa in due fazioni

quasi distinte)

Clara Caimi, 2° a

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Tempo liberok 18 Tempo libero

Beatles o Rolling Stones? Fin dagli anni ’60 questa domanda, rispuntando adogni generazione, induce i giovani a compiere unascelta tra due possibilità (ultimamente è entrata inuso una terza tipologia di risposta: lo sguardo as-sente e un leggero trasalimento mentre i malcapi-tati, frugando nelle loro nozioni musicali, si scopronocompletamente ignari dell’esistenza di simili gruppi).Ma è possibile scovare all’interno della storia decinedi altre domande simili: pensiamo solo alle disa-strose conseguenze che una risposta sbagliata haportato al ‘’Sommo Poeta’’, cioè, se Dante avesse ri-sposta diversamente all’allora in voga quesito<<Guelfo o Ghibellino?>> forse ora le cose sareb-bero un po’ diverse.Ovviamente a partire da quegli anni lontani, le do-mande si sono modificate, insieme al modificarsidella realtà.Quindi oggi, per esempio, la scelta tra Beatles e Rol-ling Stones non è più solo una scelta tra due tra lepiù longeve rock-band, ma una scelta tra due diffe-renti ‘’realtà’’: se l’arte, la musica influenzano le per-sone, allora perché non pensare che la sceltapotrebbe quindi poi portare a due ‘’diverse versioni’’di noi stessi? Perciò poniamoci questa domanda.Ora però sorge un’obiezione: se ci piacessero en-trambi? Allora, o siamo adolescenti particolarmenteconfusi, o Beatles e Rolling Stones sono soltanto unespediente per una scelta più profonda. Forse nonè tanto la domanda ad essere interessante, quantoil fatto che ci vengono presentate due, e solo due,alternative: che sia per scelta o per imposizione,gran parte del nostro mondo è fondato sul numerodue: praticamente tutti i programmi informatici siavvalgono di un sistema binario, l’intera realtà poli-tica che conosciamo è fondata sul dualismo, tantis-simi film, cartoni, libri, suggeriscono l’idea di unanetta divisione del mondo in due fazioni, Buoni e

Cattivi.Sempre più spesso però tendiamo a immaginare,creare e seguire una terza alternativa, magari com-pletamente diversa, magari semplicemente un fac-si-mile di una delle scelte originali, con pochemodifiche. Ma quale che sia questa terza alternativa,è la sua creazione che è importante: per poter deci-dere di non seguire una delle strade proposte, noisiamo stati obbligati ad analizzarle, ad analizzare noistessi, per capire che nessuna delle due faceva pernoi.Tuttavia ogni tanto sembra quasi che tutte questenuove scelte ci spaventino, quindi ci ritiriamo dentroi confini sicuri del due, confini conosciuti e ormai co-modi. Ora, in quest’epoca di cambiamenti, terzescelte e realtà preconfezionate, è sempre più neces-sario scegliere di fare una scelta, decidere di essereliberi di percorrere una terza, eventuale, strada, senzaproblemi di ‘’timidezze’’.Qualcuno potrebbe obbiettare che il tutto sia unagran massa di cavolate.A quel qualcuno gradirei rispondere: <<Si, forse hairagione. Ma in fondo non tocca a noi decidere checosa è importante e che significato dare ad unascelta?>>.Ora però siete liberi di pensare quel che volete, chescegliate Beatles, Rolling Stones od un’ipotetica terzaalternativa.

Che fare quest’estate? Luca Novati, 4° D

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Le giornate sono sempre più lunghe e soleggiate, un tie-

pido vento entra dalla finestra e avvolge lo studente in

un abbraccio che profuma di fiori e primavera, mentre

lui chino sul libro studia per affrontare le ultime verifi-

che dell’anno. Già immagina l’ultimo giorno di scuola,

l’abbandono all’ozio dei primi giorni di vacanza e le mille

cose che ha in progetto di fare…

Si sa che l’ arrivo della calda stagione pone un interro-gativo da un milione di euro: “che si fa quest’estate?”Rispondere a questa domanda è sempre un’impresaardua, soprattutto se bisogna conciliare i desideri e lenecessità di diverse persone (chi vuole il mare, chi lamontagna, chi vuole visitare una città europea, chi pre-ferisce partire senza meta con solo spazzolino e denti-fricio nello zaino). Come scegliere? Ecco qualcheconsiglio!Per chi vuole restare sul classico:

è durante l’estate che Londra offre il meglio di sé. Lavera City infatti stupisce durante la stagione calda(anche se si sa, il termine “caldo” in Inghilterra è rela-tivo: la pioggia e il freddo possono cogliervi quandomeno ve lo aspettate.) La capitale britannica ospita nu-merosissime mostre e spettacoli, durante la giornatapotrete passare dei rinfrescanti pomeriggi in Kayak sulTamigi durante i quali fare amicizia con globetrotter diogni nazionalità. A prezzi bassi grazie a numerosi ostellie Bed&breakfast, Londra non chiude nemmenod’estate, anzi ci mostra il suo lato più “british” al di là dipalazzi e musei.Per chi necessita di sole e mare:

Se non potete fare a meno dell’abbronzatura, un’ottimasoluzione per le vostre vacanze potrebbe essere Malta.Le spiagge di sabbia bianca e il mare azzurrissimo, sesiete degli “Aficionados” delle vacanze al mare, po-tranno di sicuro soddisfare le vostre esigenze. La bel-lezza di Malta comunque non si ferma qui: avrete lapossibilità di fare escursioni in barca verso le altre isoledell arcipelago maltese i cui fondali rocciosi sono per-fetti per lo snorkeling.Per chi non può fare a meno della movida:

Dalle 5 del pomeriggio fino a dopo il tramonto, a My-konos si balla con musica House, techno, rock in disco-teche in riva alla spiaggia e discopub situati nel centro

della città. Tra le isole cicladi, Mykonos in particolareoffre oltre a spiagge stupende su cui distendersi erilassarsi dopo una nottata passata a ballare (si sa,di notte leoni, di mattina …..), locali notturni, risto-ranti, pub e bar alla moda. Da non perdere quindise volete godervi le calde e divertenti notti greche.Per chi vive di concerti:

Appassionati di musica Live? Ce ne è per tutti i gusti!Indie: Quest’estate si svolgeranno molti eventi ri-guardanti questo genere. Il più vicino a noi sarà l’ “I day” che si terrà a Bologna il 3 e 4 Settembre (unevento per concludere in bellezza le vacanze estive).Si esibiranno ovviamente gli Arctic Monkeys, poi Ka-sabian, Vaccines, Offspring, No use for a Name emolte altre band. Siete ancora imbambolati a leg-gere l’articolo? Correte a prendere i biglietti!Metallari? Quest’anno il Gods of Metal, storico fe-stival italiano, giunge alla sua quindicesima edi-zione. Durerà un giorno solo, il 22 giugno nellaprestigiosa sede della fiera di Milano (arena fieraMilano-Rho).Se siete amanti del Reggae non potete mancare al-l’annuale festival spagnolo dedicato a Bob Marley:il Rototom Sunsplash. In mezzo ai campeggi di Be-nicàssim, dal 18 al 27 agosto sarete svegliati la mat-tina dal coro di migliaia di persone che inneggiano“RO-TO-TOOOM!” cui seguirà una giornata dedicataalla pace, all’antirazzismo, alla tolleranza, tutto insalsa Rastafari.Per i più avventurosi:

L interrail in spagna è di sicuro l’esperienza che faper voi. Si parte zaino in spalla in treno con un bi-glietto unico che vi porterà in giro per tutta la na-zione, con tre tappe obbligatorie: Barcellona,Madrid e Siviglia, più la possibilità di scegliere altrecittà più isolate ma non meno interessanti a se-conda dell’estro del momento. Fermandovi quindiper qualche giorno nelle città che sceglierete per ilvostro itinerario, potrete gustarvi al massimo le bel-lezze spagnole, le spiagge, le città e i locali notturni.Questo tipo di viaggio richiederà almeno 10 giornidi vagabondaggio, ma senza dubbio ne vale la pena!

Storie di cosmonauti mai esistitiLuca Novati, 4° D

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Quest’anno ricorre il cinquantesimo anniversariodella messa in orbita del primo satellite artificiale,lo Sputnik. Da quel giorno la corsa alla conquistadello spazio non si è mai fermata, ma pochi sannodelle molte tragedie accadute nella folle gara traUSA e URSS.Nei primi anni 60 due radioamatori, i giovani fratelliCordiglia, da una collina vicino Torino utilizzando ap-parecchiature artigianali e una genialità non co-mune, erano soliti sondare il cielo in cerca di segnaliradio e suoni provenienti dallo spazio. Una notte,nei primi giorni del 1961 (prima dello storico volodi Juri Gagarin) i due ascoltarono qualcosa di di-verso dai soliti fruscii e interferenze: al loro piccolocentro di ascolto giunsero suoni ben distinguibili einequivocabili, un agonizzante battito cardiaco e gliultimi ansimanti respiri di un uomo prossimo allamorte.Già nel 1957 l unione sovietica aveva tentato di lan-ciare il primo uomo nello spazio. La missione si con-cluse tragicamente con la morte del pilota prima delsuo rientro sulla terra a causa di un difetto tecnicoche ne causò l asfissia. L’intera tragedia venne na-scosta agli occhi del mondo per ovvie ragioni di pro-paganda politica. Nonostante questo insuccesso il2 febbraio 1961 un cosmonauta venne segreta-mente lanciato nello spazio: già nella prima partedella missione qualcosa non funzionò, il pilota persei sensi e, impossibilitato a rientrare sulla terra primadella seconda orbita, fu costretto a rimanere nellospazio fino alla diciassettesima onde evitare un rien-tro su suolo straniero. La missione si concluse conla morte del cosmonauta durante la fase di rientro.Seguì nei mesi successivi il lancio del colonnello Ilyu-shin. Dalle intercettazioni radio dei due fratelli è ri-portato che anche questa volta qualcosa nellacapsula non funzionò e prima del completamentodella prima orbita si interruppero le comunicazioniradio fra la capsula e la base. Ilyushin perse cono-scenza ma questa volta, a causa dell’alto rango del

pilota, venne deciso di tentare un atterraggio difortuna durante la terza orbita. La capsula preci-pitò in territorio cinese e il pilota, sebbene im-possibilitato a lanciarsi col paracadute comeprevisto, rimase ferito gravemente ma soprav-visse. Anche quest’ultimo insuccesso fu insab-biato. I due fratelli avevano ormai imparato aintercettare le comunicazioni fra le navicelle e ilcentro di comando a terra, perciò fu possibile perloro seguire lo sviluppo degli eventi. L’URSS eraintenzionata a mandare nello spazio la primadonna cosmonauta della storia prima che gliamericani riuscissero a compiere il loro primovolo orbitale. Il lancio ebbe luogo il 16 marzo1961. A bordo vi erano due uomini e una donna.Il 22 maggio le intercettazioni dei due fratelli ri-velarono che i due uomini erano morti per man-canza di ossigeno, la donna invece era viva ecosciente. Il giorno successivo si tentò il rientro.Ciò che riportarono e sentirono fu sconvolgente:in tempo reale fu possibile ascoltare la cosmo-nauta segnalare l’aumento della temperaturanella navetta con tono professionale che tradivaperò la consapevolezza che la missione si stavaper concludere tragicamente. Dopo molti lamentidovuto all’alta temperatura e svariate richiested’aiuto, nel momento in cui le fiamme divampa-vano nella capsula la voce rotta dalla dispera-zione della cosmonauta palesò in modo toccantela tragedia che stava compiendosi. “Tanto questoil mondo non lo saprà mai”. Qualche crepitio, poiil silenzio.Queste sono solo alcune delle storie mai raccon-tate, storie di eroi che sono bruciati nell’atmo-sfera terrestre o sono scomparsi nello spazioprofondo mentre i loro ultimi appelli chiedevanoaiuto a un paese che li considerava già perduti oaddirittura mai esistiti.

Sorciosi pensieri

Tempo liberok 21 Tempo libero

Silvia Tagliabue, 1° F

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PENSIERO 1:

Credo di essere una veggente.Ci ho azzeccato, in ogni minimo particolare.È buffo pensare che da un articolo puramente ironicosia venuto fuori John Lennon e “la libertà che abbiamorivendicato per tanti anni, quella che riempie le piazzee accende i cortei”. In fondo, credo di non aver mai vistocortei di adolescenti borchiati con tanto di manifesti“house sucks” o viceversa. Non è di importanza vitalestabilire quale sia la vera musica e quale no (poi, perquanto io possa disprezzare alcuni generi, riconoscoche è musica. Orrenda, ma pur sempre musica) e, fran-camente, non lo era nemmeno definirmi una divinitàche giudica tutto ciò che non è simile a me, anche per-ché sono la prima a variare con i generi musicali, e sesono arrivata a esprimere un parere negativo su alcunidi essi, sarà perché ho provato ad ascoltarli, no?Ci siamo un po’ allargate, eh? Di certo Bowie e MichaelJackson non c’entravano assolutamente niente con l’ar-ticolo, con le etichette giovanili, con gli Scene King! Cosadovremmo dire dei Twisted Sister, allora?La mia “classificazione di paste”, come mi pare di avergià precisato, era superficiale e ironica.È ovvio che gli adolescenti non sono suddivisi in... razze.Credo che in molti canticchino, ad esempio, Bad Ro-mance quando capita di ascoltarla, a prescindere “dal-l’etichetta”.Quel “viva la libertà di pensiero!” era riferito proprio aquesto: non sentirsi costretti ad ascoltare solo il generemusicale che prevede quella determinata “etichetta”,non sentirsi un... eretico se sei un metallaro che ascoltaanche... che so, rap o hip-hop, ad esempio.Penso che sia un bene variare, ci si rivela una personacon una mentalità molto aperta, invece di essere unprototipo che vieta a sé stesso di sperimentare.Nel precedente articolo, ho esposto il mondo degli ado-lescenti soggettivamente (ok, magari un po’ troppo), midispiace se l’hai interpretato male.

PENSIERO 2

Ricordo bene quel pomeriggio del 13 maggio 2011quando, temendo una zanchettata in faccia dall’impa-ginatore, ho deciso di affrettarmi a scrivere gli articoli

per il giornalino Et-Cetera che dovevano essereconsegnati il giorno dopo.Priva di idee, ho iniziato a girovagare per casasenza meta, verso l’infinito e oltre sperando inqualche rarissimo lampo di genio....Nessuna idea.Cercai l’ispirazione passando un’oretta buona allaPlay Station, poi una al Nintendo Wii (che gior-nata vuota...), un’altra mezzoretta alla Play Sta-tion e... Nerd Is The Way (cit. Giacomo Panzeri)!Tante, tantissime idee, all’improvviso. Volevoparlare di gabinetti. Quelli pubblici. Riunire unpopolo di poveretti condannati a non espellerescorie quando si trovano davanti ai gabinetti diun Autogrill, speranzosi più che mai di trovare ungabinetto immacolato, splendido splendente, perpoi rimanere delusi: il gabinetto è lì, sporco, puz-zolente. Ti sta guardando. Stai perdendo i sensi.Quella tazza ti inquieta. Ti arrendi ed esci fru-strato, lasciando quel mangiaschifo a qualcunopiù sfortunato di te, anche se rischi di far crederealla gente che quella puzza l’hai lasciata tu.Poi ho collegato tutto ciò alla pubblicità del bam-bino che vuole fare la cacca da Paolo e di conse-guenza ho realizzato che le pubblicità in generalesono irreali, come anche le serie televisive equant’altro. Non sopporto quelle pubblicità mie-lose dove ci sono marito e moglie che si sveglianola mattina e si baciano appassionatamente. Dav-vero c’è gente che ha il coraggio di baciarsi con ildelizioso alito mattutino? O quelle dei profumi ogioielli: si sente una voce sensuale fuoricampoche dice qualcosa in inglese mentre una bella ra-gazza inizia a spogliarsi lentamente dando l’im-pressione di stare per fare un film erotico per lagioia dei maschietti; quando sembra che stia perpartire il film, appare la scritta “Morellato, gioiellida vivere” o “J’adore Dior”.Beh, sinceramente, non ricordo cosa scrissi quelpomeriggio del 13 maggio.

Kurt Cobain, il demone tornato al cielo

Luca Novati, 4° D

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Tempo liberok 22 Tempo libero

Il 5 aprile 2011 ricorreva il 17° anniversario della mortedi Kurt Cobain, leader della storica band Nirvana e dellascena musicale grunge. Oggi avrebbe 44 anni e ad Aber-deen, città dove nacque, per celebrarlo è stata inaugu-rata una statua in sua memoria. Non la solita statuarappresentativa di una rockstar, bensì un’effige della suachitarra, la storica Fender Jag-Stang. Ma che personaera? Chi era davvero questo artista?Kurt Donald Cobain nacque nella cittadina di Aberdeenil 20 febbraio 1967. I genitori, neanche a dirlo, erano diumili origini, così come si confà ad ogni rockstar che sirispetti. I primi anni della sua infanzia passarono felice-mente. Già a due anni iniziò a mostrare interesse per lamusica e un talento innato: riusciva a interpretare vo-calmente e strumentalmente qualsiasi canzone gli fosseproposta. All’età di otto anni i suoi genitori divorziaronoe ciò fu un trauma per il giovane Kurt, che divenne cupoe introverso. In un primo periodo visse con la madre,poi si trasferì a casa del padre, ma il rapporto conquest’ultimo peggiorò irrimediabilmente quando decisedi risposarsi. Il suo unico sfogo era la musica, in cui con-centrava tutte le proprie energie. Al suo quindicesimocompleanno ricevette in regalo una chitarra elettricache iniziò immediatamente a suonare sulle note di Backin Black e Starway to Heaven.Il 1985 fu un anno di svolta per la sua vita. Dopo unaserie di risultati negativi abbandonò la scuola e iniziò avivere per strada, in particolare sotto un ponte della suacittadina. Da questa esperienza nacque Something inthe way, suo primo capolavoro. Per qualche mese vissea casa di un amico, guadagnandosi da vivere comeistruttore di nuoto, e durante questo soggiorno fondòla sua prima band, i Fecal Matter. Questo fu l’inizio dellasua carriera musicale. Tra la fine dell'85 e gli inizi dell'86nacquero invece i Nirvana. Erano gli anni in cui la musicapunk rock aveva allontanato definitivamente l'epocadella contestazione giovanile (esplosa in tutto il mondooccidentale); ma erano anche gli anni in cui con la mu-sica si esprimeva disperazione, rabbia, mancanza di ar-tificio. Una nuova forma di protesta che non passava piùdalle piazze, ma si esprimeva attraverso i suoni. "Smells

like Teen Spirit" divenne l'inno della generazionegrunge, ma anche altre canzoni del loro album piùfamoso "Nevermind" rappresentarono un conti-nuo riferimento al "male di vivere", all'inutilità diuna vita alienante. "Come as you are", "In Bloom","Lithium", "Polly": tutti attacchi diretti al potere eal disagio giovanile. E tutte a firma Cobain.Nel 1992 Kurt dopo una relazione durata tre anni,si sposò con Courtney Love da cui ebbe una figlia.Nonostante questi significativi eventi della sua vitaperò, Kurt rimaneva perennemente cupo e instato di depressione (alcuni ritengono causata dauna somministrazione continua di Ritalin, un pe-ricoloso calmante che gli fu dato da bambino alloscopo mantenerlo calmo), situazione peggiorataulteriormente da una tossicodipendenza che loportò spesso in bilico tra la vita e la morte.Nonostante fosse ricco, famoso, idolatrato, e lesue canzoni stavano cambiando il volto della mu-sica degli anni novanta, il leader dei Nirvana eraormai arrivato al capolinea, rovinato da anni di di-pendenza dall’eroina. Cronicamente malinconico,perennemente triste e da anni privo di ogni sti-molo vitale, si tolse la vita all’età di 27 anni, il 5aprile 1994 con un colpo di fucile. La sua mortegettò nella disperazione un'intera schiera di fan,un numero imprecisato di ragazzi che si riconosce-vano nei testi amari e privi di speranza del sensi-bile Kurt.Come altre rockstar (come Jimi Hendrix o Jim Mor-rison), Cobain è rimasto ucciso dalla sua stessafama, un mare in apparenza limpido e trasparentefatto di idolatria, di eccessi e di adulazione ma chesul proprio fondale lascia intravedere a chiare let-tere la scritta "solitudine".Di lui ci rimangono gli amari testi delle sue canzonie le ultime parole della sua lettera di addio:Pace, Amore, Empatia.

Un’ estate “Live”Matteo Arosio, 4° D

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Tempo liberok 23 Tempo libero

L'estate è alle porte, e come ogni estate che si rispettisi parla di viaggi, sole, feste, aria aperta e musica.Qual è il modo migliore per unire tutto questo? ovvia-mente i grandi festival estivi! Questi grandi eventi al-l'insegna di rock e indie in particolare ciaccompagneranno per tutto il corso dell'estate; ve-diamo dunque quali sono i più rappresentativi in Eu-ropa. il primo, per importanza e data di ricorrenza, èsicuramente il festival di Glastonbury.Questa località del sud-ovest inglese è ormai un nomeleggendario nell'immaginario di indie e non. Il festival,attivo sin dagli anni '70, ha acquisito importanza in-ternazionale negli ultimi anni '90 e nei 2000. Grandis-simi nomi della musica mondiale, quali Radiohead,R.E.M., Paul McCartney, David Bowie, Muse e Oasisper citarne alcuni tra i più noti hanno suonato su unodei palchi allestiti per gli eventi. E quest'anno non saràda meno. infatti dal 24 al 26 giugno si alternerannosui palchi artisti come Coldplay, U2, Paul Simon, PaoloNutini, Kaiser Chiefs, Queens Of The Stone Age e unagrande quantità di altri artisti. Il divertimento, in-somma, è assicurato per tutti i gusti. se però l'Inghil-terra non è di vostro gusto e preferite qualcosa di piùestivo, la risposta è Benicassim. Questo evento, radi-cato nel Valenciano dal '95 e che acquisisce notorietàcrescente dal 2005, ha ospitato colossi dell'indie,Franz Ferdinand, Killers, Death Cab For Cutie e Baby-shambles per citarne alcuni. anche quest'anno, dal 14al 17 luglio, la costa est della Spagna sarà animata da grandi gruppi indie, sututti Arctic Monkeys, Strokes e Arcade Fire, e solisticome Paolo Nutini e Brandon Flowers. Ad Agosto in-vece si torna in Inghilterra, per il Festival di Reading eLeeds. questo evento, attivo dal 1961 e forte di pre-senze storiche, dai Rolling Stones agli Who, dai Policeai Nirvana fino alla storica reunion dei Libertines diPete Doherty dello scorso anno, dal 26 al 28 agostoterrà fede alla sua grande tradizione con musica pertutti i gusti: ci saranno Muse, My Chemical Romance, Bring Me the Horizon, Beady Eye e Panic! At the Discotra gli altri. Per i più pigri, poco disposti a valicare ilconfine nazionale per seguire i concerti, si terrà a Bo-

logna l'I day festival del 3 e 4 settembre. si trattadi un evento in tono minore paragonato ai grandieuropei, ma che nella line-up non sfigura. le duegiornate sono essenzialmente dedicate ognuna aun genere: prima l'indie di matrice britannica, poi il punk-rock essenzialmente americano. ilprimo giorno si alterneranno sullo stage ArcticMonkeys, Wombats, Vaccines, White Lies e Kasa-bian, per lasciare poi spazio a Offspring, TakingBack Sunday, No Use For A Name e altri nomi an-cora da annunciare, ma fedeli al genere.insomma, seppur di dimensione ridotta, i presup-posti per una grande due-giorni ci sono. e ora che le informazioni le ho date... beh, buonamusica a tutti!

Technolab

Tempo liberok 24 Tempo libero

Daniele Viganò, 3° E

metCetera Majorana Desio n. 6 / etCetera Majorana Desio n.6 m

Energie Rinnovabili, opzionali o necessarie?

Questo argomento è forse ancora più attuale del nucleare,perché in fondo si dovrà per forza arrivare a avere fonti dienergia pulite, e per il riscaldamento globale, e per l’esau-rimento di risorse fossili.Ma in questo momento la produzione di energia mon-

diale da rinnovabili a quanto ammonta?

Dagli ultimi dati si evince che solo il 19% dell’energia è pro-dotta da rinnovabili. Di questa frazione la maggior parteè occupata dall’idroelettrico, che dal punto di vista am-bientale è, forse, il peggiore.Comunque, si stanno facendo grandi investimenti nelletecnologie nuove e anche su quelle già testate.Un importante passo lo si sta facendo con l’eolico ed il so-lare fotovoltaico, non a caso sono anche state prese comesimboli della, cosiddetta, “rivoluzione verde”. Questa cop-pia di fonti è anche complementare perché, se utilizzateinsieme, possono coprire il fabbisogno energetico durantel’intero arco della giornata.Questo perché di giorno i pannelli fotovoltaici e le centralia concentrazione funzionano a pieno regime, mentre lanotte, quando il vento spira più fortemente, l’eolico forni-sce la giusta quantità di corrente.Ma, d’altronde, è solo il fotovoltaico ed il solare che pos-sono essere utilizzati, quasi indistintamente, in qualsiasiluogo del mondo. Perché tutte le altre rinnovabili, vento,maree, onde, geotermia, acqua, possono essere sfruttatesolo se ci sono particolari condizioni.Per le biomasse farei un discorso a parte, perché, comun-que, sono le più vicine ai combustibili fossili.E quindi è possibile che si arrivi a produrre tutta l’energia

necessaria attraverso queste fonti?

In teoria si potrebbe fare e anche in un tempo relativa-mente breve. Il problema è dato in parte dalla grandesomma di denaro necessaria, dai posti di lavoro che ver-ranno tolti ai lavoratori del settore energetico tradizionale,che comunque possono rientrare nelle assunzioni per lerinnovabili, ed anche dalla disponibilità di territorio sfrut-tabile.E, se si superassero questi ostacoli, ci sarebbe comunqueda ridurre i consumi, perché con la tecnologia attuale siandrebbe a ricercare ogni piccolo spazio per sfruttarlo alfine di fornire l’energia sufficiente, cosa che non rientranello spirito ecologico incarnato dalle rinnovabili.

Inoltre, si dovrebbe, contemporaneamente, avereun progetto di ricerca per aumentare l’efficienza ediminuire i consumi totali.Una delle soluzioni possibili sarebbe l’adozione diuna politi energetica, se non globale, almeno comu-nitaria, con le relative differenze da paese, anzi, daregione a regione.Anche per questo esiste un ramo della ricerca chetende a diminuire le dimensioni delle centrali e/o arendere la produzione capillare, per soddisfare i“casi particolari” così da soddisfare tutti.Un’altra idea è quella di trovare dei punti maggior-mente sfruttabili per poi trasportarne l’energia pro-dotta nei luoghi dove serve.Queste fonti, se usate insieme e non per profitto meper risparmio, sono i sostituti di petrolio, gas e car-bone, ed anche dell’atomo. Sicuramente non pos-sono essere utilizzate appieno nell’immediatofuturo ma, relativamente al lungo periodo, strac-ciano le fonti fossili; e visto che Noi giovani siamo ilfuturo, come qualcuno inneggia, credo sia necessa-rio partire già da ora a pensare ad una politica ba-sata su Rinnovabili, Risparmio energetico e Ricerca,perché, quando toccherà occuparci di questo pia-neta, lo ritroveremo sfinito e svuotato e sfruttatooltre limite.Un appunto per risvegliare un po’ gli animi:a Fukushima non sono ancora riusciti a bloccare i re-attori in fusione. Se qualcuno se ne fosse dimenti-cato, tutta la zona e soprattutto l’oceano attorno allacentrale sono ancora altamente radioattivi. E ci vor-ranno almeno altri sei, se non otto, mesi per bonifi-care la regione contaminata.E per chiudere con una notizia felice.Nella nostra vecchia Italia, tra tutti i problemi che cisono, qualcuno sta realizzando il proprio sogno; ilprogetto KiteGen ha completato il primo prototipofunzionante e sarà presto messo in funzione.Vi lascio questo spunto per andare sul sito www.kitegen.eu e leggervi tutte le informazioni.

Ringrazio i lettori, al prossimo anno!

Buona tecnologia a tutti!

Sparkland (parte VI)Davide F. Redaelli, 1° G

Literarum Pars 25 Bibliwin zwnhmetCetera Majorana Desio n. 5 / etCetera Majorana Desio n.5 m

Riflettei molto su quello che era successo e non

trovai nessuna spiegazione minimamente logica

all’accaduto. Credevo di sognare. Ne ero con-

vinto. Nel frattempo il tizio incappucciato contin-

uava a condurmi in quel posto dove, aveva detto,

mi stavano aspettando i miei amici e aveva inten-

zione di portarmi. Pensai a loro, pensai a cos’altro

avrei potuto fare, trovare, vedere, capire in quel

posto misterioso. Poi, però, ripresi a pensare che

tutto quello che stavo vivendo fosse frutto della

mia immaginazione.

Non passai molto tempo a pensare a questo, ma

mi parve un’eternità.

Mi lasciai persuadere dalla mia idea di stare fan-

tasticando troppo.

Tutto scomparve.

John. Frank. Il Castello. Il tizio incappucciato. Le

mie curiosità. I miei dubbi. La stanza misteriosa.

Tutto quanto. Il cielo con due Soli. Il cielo. La terra

arida. Il burrone. La porta del bar. Le porte che

avevo aperto con la mia fantasia, l’unica faccia

della nostra mente diamantina –di forma ma non

di fatto– che non può essere persuasa, condizion-

ata, e che proprio per questo sta man mano

scomparendo. Si erano chiuse. Per sempre. Per-

ché l’avevo voluto io.

Tornai così nel bar. Aprii la porta dorata. Niente.

Vidi una specie di sgabuzzino e fui sgridato per

averla aperta senza permesso.

Non pioveva più, ma mi parve l’opposto. Vedevo

un mondo piatto, che ipocritamente si finge var-

iopinto e multiforme sfruttando chi ancora, gius-

tamente e con immenso onore, crede in questo

e si prodiga, col suo essere, con la mente o

coi fatti affinché tutti possano trovare, ogni

giorno, qualcosa di veramente bello, sor-

prendente, di cui meravigliarsi ed essere

fieri, qualcosa di autentico e degno di essere

commentato e lasciato ai posteri.

Vorrei essere uno di loro…

Per quanto riguarda John e Frank, non li vidi

più. Li avevo lasciati nel Castello. Non li

avevo raggiunti, li avevo ignorati per convin-

cermi a omologare la mia mente al comune

pensiero che ciò che non è pratico o mate-

riale non serve, non è importante.

Dovrei adesso, secondo molti, dirmi che ciò

è impossibile, che Sparkland non esiste, che

sono un pazzo, ma non lo farò. La fantasia è

mia e la userò per sempre come ne avrò

voglia, come strumento per trovare una lib-

ertà non sempre incentivata dalla realtà, e

per distinguere proprio nella realtà ciò che

è giusto, anche se credo che nessuno possa

essere d’accordo sul vero significato e sulla

funzione di questo perforante aggettivo.

FINE

Tempo liberok 26 Tempo liberometCetera Majorana Desio n. 5 / etCetera Majorana Desio n.5 m

161.

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Tempo liberok 28 Tempo liberometCetera Majorana Desio n. 5 / etCetera Majorana Desio n.5 m

ORIZZONTALI:2. Pistone.8. Rammendare.10. Dà propulsione all’elicottero.11. Di migliore ce n’è uno solo.14. Associazione Nazionale Alpini.15. Conferisce l'immortalità o l'eterna giovinezza.16. Mezza NASA.17. Malattia…paludosa.19. Una Contrada di Siena.21. Il ladro amico di Jigen (nome).22. Numero di Richardson.23. Su di essa Pietro edificò la sua Chiesa.24. Tifoso.25. Preoccupazioni.26. Varietà di quarzo.28. Lavoratori.29. Nell’auto è composto dalle due ruote anteriori e dai di-spositivi di sterzo e sospensione.VERTICALI:1. Un Titano figlio di Urano e Gea.2. Traettoria.

3. Movimenti stereotipati e incontrollati4. Genere di pappagalli.5. Neon (simbolo chimico).6. Regione costiera fra Paesi Bassi e Danimarca.7. Il profumo…poetico.9. Si articola con il radio.11. Lo sono gli angeli.12. Vi si produce un delizioso liquore sardo.13. Agenzia di spionaggio statunitense.15. Fu la causa della Guerra di Troia.17. Combinazione dei 4 stili natatori.18. Possedere.19. Quella cutanea dà le impronte digitali.20.Altro nome della città di Lauco (Friuli).21. Associazione Italiana Naturalisti.22.Facilita il pagamento.23. L’ultimo è Benedetto XVI24. Guida le navi nel buio.26. Insetto mellifero.27. Il primo mese (sigla).28. Mezza orda.

Spettacolo teatrale 2011

Tempo liberok 30 Tempo liberometCetera Majorana Desio n. 5 / etCetera Majorana Desio n.5 m

Tempo liberok 31 Tempo liberometCetera Majorana Desio n. 5 / etCetera Majorana Desio n.5 m

Immense graziesiano rese aimembri del personale ATAche perdono investono il lorotempo nel ciclos-tilare il nostrogiornale!

mRedazionemCaporedattrice: Marta Tagliabue, 4°E

Redattori: Giulia Zaina, 4°a; Achille Tac-cagni, 4°a; Arianna Colciago, 4°a; LetiziaBigatti, 1°a; Giulia Bianco, 1° b; SamueleTagliabue, 5°F; Luca Novati, 4°D; FilippoTagliabue, 4°F; Daniele Viganò, 3°E;Alessandro Orsenigo, 3° E; Lorenzo Va-lerin, 3° E; Stefano Tagliabue, 2° D; Giu-lia Agrati, 2° F; Davide F. G.Redaelli, 1°G;Silvia Tagliabue, 1°F.

Fumettisti: Filippo Tagliabue, 4°F; Da-niele Viganò, 3°E; Alessandro Orsenigo,3°E.

Redazione Grafica: Giovanni Zullo, 3°C;Giacomo Panzeri, 3°a

Le copie del giornalino sono poche non perché siamo molto taccagni ma perché è stato messo anche online,

sul sito www.liceomajoranadesio.it, sotto la sezione “studenti”. Se non sei stato abbastanza veloce da pren-

derne una copia leggilo online, la definizione è maggiore e le immagini sono a colori!

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