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PERCORSI inserto redazionale di illustrato / agosto 2015 Expo 2015 Cibo. Ce n’è per tutti?

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P E R C O R S Iinserto redazionale di illustrato / agosto 2015

Expo 2015Cibo. Ce n’è per tutti?

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Si chiamano Hearing Dogs, letteralmente cani udenti, gliamici a quattro zampe che aiutano le persone con disa-bilità uditive a migliorare la propria vita. Poco o nulla conosciuti, al contrario dei cani guida perciechi, gli Hearing Dogs finalmente iniziano a diffondersianche in Italia grazie a un'associazione di Vicenza, laonlus U-dog. Essere sordi significa vivere costantementenel disagio e, in definitiva, avere una disabilità che com-porta isolamento e solitudine. Un cane che ascolta al pro-prio posto offre indipendenza, fa crescere la fiducia in sestessi, fa sentire più sicuri, oltre che offrire una grandecompagnia.I cani sono addestrati per alcuni mesi prima da soli e poiin coppia con il futuro padrone. Al termine del trainingsanno distinguere fra il suono del campanello, lo squillodel cellulare, un bimbo che piange. Gli animali sono ad-destrati a riconoscere, però, solo un certo numero disuoni a seconda delle esigenze del padrone, che poi “ri-traducono” con un tocco della zampa o richiamando l'at-tenzione del proprietario.I cani adatti allo scopo devono essere in genere di tagliamedia, in modo da poter essere accolti anche in piccolialloggi cittadini e, naturalmente, avere un'indole recettivae attiva.Per una persona con difficoltà uditive, ricevere un caneche possa ascoltare al posto suo è davvero importante.Un’esperienza, per chi l’ha vissuta, che ha cambiato lavita perché ha consentito di riacquistare un’autonomiaprima preclusa.

C’è Fidoche ascolta

LA BUONA NOTIZIA

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SHU

TTERSTOC

KCari soci,salute, gestionedei risparmi,futuro di figli enipoti, impegnonella societàattraverso ilvolontariato: eccoi temi che devonoispirare l'azionedell'Ugaf. Per

ciascuno di questi argomenti cercheremo - da unlato - di sviluppare attraverso i nostri canali dicomunicazione (Percorsi, il sito web, le sedi locali)una sorta di “istruzioni per l'uso” e - dall'altro - distipulare convenzioni e accordi con i migliorioperatori e specialisti dei vari settori. Cominciamo con la salute, uno dei temipredominanti nei nostri pensieri e nelle voci dispesa delle famiglie e della PubblicaAmministrazione. Se tutti possiamo constatare consoddisfazione che i progressi compiuti dalla scienzanegli ultimi anni consentono di vivere più a lungo -anche in presenza di patologie che una voltasarebbero state incurabili - ora la sfida è assicurareuna buona qualità della vita. E su questo frontel'Ugaf può dare il suo contributo attraverso unacorretta informazione fatta dai migliori specialistiche possono fornire notizie e consigli utili perprevenire le malattie. Ma non basta. La forza e ledimensioni dell'Associazione ci permettono dicercare l'eccellenza fra gli operatori sanitari estipulare con loro accordi di servizio vantaggiosiper i nostri iscritti. Si inseriscono in questo quadrole convenzioni con Ce.Me.Di. (visite specialistichea tariffe scontate) e con PrivatAssistenza(infermieri e fisioterapisti a domicilio) che trovateall'interno del giornale. Voglio, con il vostro aiuto,allargare questo fronte perché lo ritengo una delleattività qualificanti dell'Ugaf, un'associazione che si prende cura del benessere degli iscritti. Nei prossimi numeri vi racconterò come stiamolavorando anche sugli altri obiettivi che ci siamo dati.

Diego Pistone

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Che senso abbiamo dell'ambiente e dellapreservazione delle risorse anche alimen-tari? E ce l'abbiamo? Che cosa facciamoper evitare gli sprechi? Ci ricordiamo chedopo di noi altri dovranno utilizzare lestesse fonti che impieghiamo oggi? E, infondo, quanti di noi sono realmente con-sapevoli di tutto questo? Chi è stato all'Expo o almeno ha letto i prin-cipi basilari che danno corpo alla manife-stazione, prima o poi si sarà posto una diqueste domande. Con risposte molteplicie imprevedibili. Diciamo imprevedibili per-ché, se il buon senso potrebbe indurci a ra-gionare a favore della conservazione,tuttavia la pratica resta la chimera dei buonipropositi. Un po’ perché ci vogliono volontàpolitiche, sforzi internazionali che hannotempi biblici, un po’ perché certi principi,per varie ragioni, continuano a sfuggirci.Sembra incredibile, ma a instillare il dubbioè un recente studio in Usa, da cui vienefuori che i media ignorano le notizie che ri-guardano la salute del pianeta. Lo fanno

All’Expo insieme con un gruppo di soci per riflettere sui temi

della manifestazione. Sostenere l’ambiente e le sue risorse

è responsabilità di tutti

Cibo: ce n’èper tutti?

DI PAOLA RAVIZZA

FOTO DI ALESSANDRO LERCARA

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perché i lettori non le leggono e per questogli investitori pubblicitari non pagano. Uncorto circuito su cui riflettere. Certo, l’Eu-ropa è un altro continente, l'Italia ha un'altrastoria enogastronomica e ambientale, maprobabilmente c'è ancora molto da fare perspiegare il tema della sostenibilità di territo-rio, ambiente e cibo. Una profonda analisisull'argomento arriva dai temi conduttori diExpo 2015 e, anche, dalle numerose e vi-sibili contraddizioni della sua organizza-zione: si vuole salvare il pianeta ma sispiana un pezzo di pianura per far spazioai padiglioni. Si vuole salvaguardare l'eco-sistema ma si servono pietanze succulentein piatti e bicchieri di plastica da smaltire inappositi luoghi. Ma da qualche parte la ri-flessione deve iniziare, come sanno benealcuni soci Ugaf che hanno partecipato auna visita organizzata in una delle giornatepiù torride dell'anno. E si comprende chegli slogan e i ragionamenti che accompa-gnano e che hanno abbondantementepreceduto la manifestazione non sono

passati inascoltati. «Sprecavo molta acqua- dice Mirella Gardois del gruppo Intera-ziendale -. Ma poi, vedendo gli sforzi di queiPaesi che ne hanno poca, per esempioIsraele che ha inventato il sistema di irriga-zione a goccia, ho trasformato l'interesseverso una tecnologia in una riflessione sul-l'uso che ne faccio. Così ho rivisto le mieabitudini». Alcuni, invece, hanno una gene-razione di vantaggio, come la sua compa-gna di gita, Rita Porta del gruppo Iveco,che racconta come da sempre, a casasua, si ricicli l'acqua: «quella del lavaggiodelle verdure o in cui le ho scottate è usataper bagnare le piante». Tra un padiglione e l'altro, l'occasione pernotare le contraddizioni sono molte: alcunisponsor sono grandi multinazionali alimen-tari che hanno fatto del cibo industriale dalgusto universale la loro immensa forza.Non sarà, però, per una questione di paniniplastificati e merendine all'aroma di labora-torio che può arenarsi il discorso. Il quale,tuttavia, continua sulla stessa falsariga per-

Mirella Gardois, a sinistra,e Rita Porta riflesse neldisplay con leinformazioni suglialimenti nel padiglioneCoop. Il supermercato,nelle intenzioni del suoideatore, l’architettoingegnere Carlo Ratti,diventa interattivo e offrenotizie sul cibo: dal luogodi provenienza allecalorie fino all’improntadi carbonio che si creadal momento dellacoltivazione allaconsegna alsupermercato. Accanto ilpadiglione America, nellapagina successiva lostand Francia. Incopertina, in primo pianocon le due socie asinistra Gabriella Viberti

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ché è ciò che più colpisce: «L'appiatti-mento del gusto per accontentare una pla-tea più vasta possibile è la peggiore dellesciagure» commenta un’ispirata GabriellaViberti, di Capogruppo, che non si trattienedal propagandare la cucina genuina, quellacon le radici ben piantate nella tradizionedel territorio. Un ritorno auspicato a granvoce anche da Gardois e Porta che, ap-passionate di cucina e cuoche casalingheloro stesse, vorrebbero ritrovare nei risto-ranti i sapori originari ricchi di spezie ederbe locali. Essendo, per combinazione, tresocie di origine piemontese, si parla ditrionfi di aglio, cipolle e altri gusti forti sacri-ficati per i palati moderni. E invece, conti-nua Viberti, in un lungo volo sugli usi ecostumi che stanno uniformando il “man-giare internazionale”, «l'uomo violenta il pia-neta laddove si ritiene che una coltivazionerenda di più e soddisfi una platea maggiore.Si coltiva e si sfrutta il territorio in modo in-tensivo a scapito delle varietà. Pensiamo aquante qualità di pomodori acquistiamoabitualmente e quante ce n'erano e sonoandate perse. Per i sapori della cucina è unpo’ lo stesso». Expo, volano di riflessione. Lo sanno benei ragazzi che gestiscono uno dei padiglioniche più fa riflettere: lo svizzero. Si entra nelpieno del senso di Expo. Consumi esage-rati, risorse in esaurimento, responsabilitàindividuale, concetti che hanno ispirato l'ar-chitettura del padiglione fatto di quattro torripiene di acqua, sale, caffè e mele. I visitatori

vi accedono con ascensori e, una volta ar-rivati in cima, possono servirsi gratuita-mente e nella quantità che vogliono,sapendo però che il cibo non sarà rimpiaz-zato. A mano a mano che le torri si svuo-tano, le piattaforme sui cui poggiano siabbassano, modificando l’aspetto del pa-diglione, permettendo così al pubblico divisualizzare il proprio comportamento in re-lazione ai consumi. Il progetto, che poi è unesperimento sociale incentrato sulla dispo-nibilità e sulla distribuzione delle risorse ali-mentari a livello mondiale, invita i visitatori ariflettere sul proprio comportamento diconsumo. Il concetto è che c’è un limite allerisorse disponibili e superarlo significa pri-vare gli altri visitatori delle stesse possibilità.Come sta andando? «Dopo appena di-ciassette giorni - racconta Nadia Naccadell'ufficio stampa padiglione Svizzera - i li-velli nelle torri sono scesi: meno 4,5 percento nella torre del caffè, meno 7,3 inquella del sale, meno 24 per cento nellatorre delle mele e meno 25 in quella dell’ac-qua offerta in bicchieri». Presi d'assaltoacqua e rondelle di mele, consumate percirca un quarto del totale. Alla fine, il monitoche campeggia davanti al padiglione “Cen'è per tutti?” ha la risposta da una donnaanziana che, durante la spiegazione delfunzionamento delle torri estrae da unascatola una manciata di confezioni di ron-delle di mela. In barba a chi arriverà dopo. La conclusione sta nei concetti espressidalle socie: il cibo non è una garanzia, cosìcome il suolo. Non sono affatto rigenerabilie sfruttabili all'infinito. Gardois invita a visi-tare il padiglione zero, che racconta il per-corso dell’uomo sulla terra in relazione alsuo rapporto con l’alimentazione e dunquecon la natura. Uno scambio che ha gene-rato, nel corso dei secoli, conoscenza edevoluzione. Qui tutto inizia e anche tutto fi-nisce: in un gran cumulo di immondizia.Uno dei temi chiave di Expo.

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“Siamo quello che mangiamo”. Così il filo-sofo Feuerbach spiega l'importanza delcibo per il benessere dell'individuo. Il fattoè certo: migliorare la qualità di quello chemettiamo nel piatto migliora la vita. Maqual è l'opzione più sana? Ecco le regoled'oro di Marta Ossola, dietologa delCe.Me.Di., che ha regalato ai lettori di Per-corsi consigli efficaci quanto una medicina. Quanto conta una buona alimentazioneper rimanere in salute?Molto. Oggi i numeri della “World HealthStatistics 2015” confermano che gli italianivivono in media fino a 83 anni, sei in più ri-spetto al 1990. Una crescita in cui siamosecondi solo al Giappone e che testimoniail valore della nostra tradizione culinaria. Come cambiano le esigenze alimentaricon l'età?È difficile dare consigli validi per tutti. Laregola, comunque, vuole che il 50 percento del fabbisogno giornaliero sia costituito

da carboidrati (meglio cereali integrali),mentre lipidi e proteine, di origine siaanimale sia vegetale, compongano conproporzioni diverse la restante metà. L'ap-porto proteico deve essere distribuito intutti i pasti principali, mentre il consumo dialcolici, sale, dolci e bevande zuccherate,limitato. Quali sono i rischi della cattiva ali-mentazione?Svariate. La sovralimentazione, per esempio,incide su malattie come il diabete e causaproblemi respiratori e di deambulazione.Di contro, la malnutrizione è associata afragilità ossea e patologie infettive.Si parla del potere di alcuni alimentidi ritardare l'invecchiamento. Consigliadi introdurli nella dieta?Al consumo saltuario di “super-cibi” tra iquali bacche, cacao e alcuni frutti tropicalicome la papaya il cui potere miracolosonon è accertato scientificamente, prefe-

Nutrirsi bene vivere bene

La salute è servita: la dietologa spiega cosa mettere nel carrello della spesa per mantenersi sani dopo i sessantacinque anniDI ELENA GREGORIANI

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che anche l’aglio haun’azione antitumo-rale, oltre ad essereun alimento antibio-tico e antidepressi-vo. E poi ci sono ilegumi, ottimi perregolare la fame el’intestino.

Cosa non deve mancare nel carrellodi un ultra-sessantacinquenne?Ovviamente verdura e frutta di stagione,olio e legumi. Bene anche a pane, pasta eriso integrale oltre che a farro, orzo e cou-scous. Salvo controindicazioni suggeriscoanche frutta secca come noci, nocciole emandorle da utilizzare come spuntino; se-menze oleose come sesamo e semi dilino, di zucca e di girasole per arricchire in-salate, yogurt e minestre; frutti rossi e unpizzico di spezie. Da provare curcuma,cumino e aneto.

risco un “modelloalimentare” basatosull'assunzione dipiù nutrienti chehanno effetti bene-fici come quelli del-la dieta mediterra-nea.Quali sono i puntiforti di questo tipo di alimentazione?La dieta mediterranea è vincente perché avegetali e lipidi derivanti dall’olio di olivaassocia una contenuta presenza di proteineanimali e di latticini grassi. In più, utilizzacereali con basso indice glicemico. Il tuttocon un apporto calorico ridotto e una mol-teplicità di gusti e sapori.Esistono super-cibi nella dieta medi-terranea?Tra i più benefici ci sono i broccoli, capacisecondo gli esperti di proteggere dal cancroa bocca, laringe e faringe. È stato osservato

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L'Ugaf ha stipulato una convenzione con Pri-vatAssistenza, la principale rete franchisingitaliana di assistenza domiciliare. Ai socisono riservati sconti su una vasta gamma diservizi socio assistenziali, infermieristici e fi-sioterapici: dall'assistenza a casa e in ospe-dale diurna e notturna all'igiene personale,all'assistenza al pasto, fino all'accompagna-mento per visite ed esami. E ancora, com-missioni, segretariato sociale, iniezioni,medicazioni, flebo, fisioterapia e riabilitazionea domicilio, podologo, logopedista, stimola-zione congiuntivale. Insomma, tutto ciò che ènecessario per la cura di una persona inferma o poco autosufficiente. Inoltre, viene offerto il supportoper la scelta di ausili e prodotti specifici per disabili e per anziani, con consegna a domicilio. Gli interventi assistenziali sono garantiti tutto l'anno, 24 ore su 24, e sono disponibili in oltre duemila co-muni italiani la cui lista è sempre aggiornata sul sito www.privatassistenza.it o telefonando al numeroverde 800.663388, lo stesso che serve anche per prenotare i servizi. La rete di PrivatAssistenza garantisceil contatto con il centro più vicino alla propria zona di residenza entro un'ora dalla telefonata.

Visite specialistiche scontate al Ce.Me.DiUgaf ha stipulato con il Ce.Me.Di. (Centro Medico Diagnostico di FCA Sepin) di Torino una convenzioneche permette ai soci in pensione non iscritti al Fisdaf di poter accedere a visite mediche specialistichea prezzi particolarmente vantaggiosi. La convenzione, però, ha durata temporanea: è valida solo il ve-nerdì e durerà fino al 12 settembre. Una visita costerà 45 euro per socio e coniuge o familiare (figlio, ni-pote) anziché 85. Le specialità disponibili il venerdì sono: cardiologia, dermatologia, dietologia, fisiatria,gastroenterologia, medicina interna, neurologia, oculistica, ortopedia, otorinolaringoiatria, pneumologia,

psicologia (prestazione non rimborsabile dai Fondi),algologia (terapia del dolore), urologia. Per prenotare non è necessaria la ricettamedica e basta telefonare al numero011.0066880 dalle 8 alle 18.45 da lunedì avenerdì. I soci, al momento del pagamento,devono presentare la tessera Ugaf.Per ulteriori informazioni contattare ilCe.Me.Di. in corso Massimo D’Azeglio 25,Torino. Tel. 011.0066880 o collegarsi al sitoUgaf www.ugaf.it

PrivatAssistenza per tutti i soci

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Suzzara, ventimila abitanti inprovincia di Mantova, ha unalunga tradizione nell'associa-zionismo con fini di aiuto e as-sistenza ai più bisognosi. Nonsolo Cri o Avis, ma una miriadedi aggregazioni che danno vitaa una corposa rete sociale.Molti dei loro volontari sonoanche soci del locale gruppoUgaf, che conta circa 500 iscritti. Da qualche tempo presidente a interim è Antonio Zucchi, 66 anni, exdirigente ora in pensione dello stabilimento Iveco di Suzzara. L'esperienza, racconta, lo ha portato aconoscere più a fondo l'Associazione, facendolo riflettere sul curioso fenomeno del volontariato in Ugaf.«Curioso perché - dice Zucchi - i nostri soci sono impegnati in attività solidaristiche ma solo al di fuori dellanostra Associazione, mentre qui partecipano piuttosto a iniziative legate al tempo libero o alla convivialità. Equesto è un peccato oltre che un'occasione persa. Mi piacerebbe, invece, invertire la rotta e nei mesi a venirecreare le occasioni per un ritorno allo spirito originale dell'Ugaf. Uno spirito solidaristico che, comunque, non èdel tutto assente seppur limitato ad aiuti e sovvenzioni alle varie associazioni di volontariato del territorio comele due borse di studio che offriamo ai giovani della scuola professionale “Arti e mestieri” e al sostegno allacooperativa che aiuta le famiglie con disabili». «Siccome so benissimo che si può fare di più - conclude Zucchi -, proprio perché vedo e so che l'impegno nelvolontariato è praticato dai soci, desidero riportare all'interno di Ugaf questa capacità per nulla scontata e molto

preziosa». Per questo, Zucchista cercando di reclutare nuoviiscritti e spingere il ricambio ge-nerazionale, opportuno per li-berare nuove energie andateassopendosi con la crescitaanagrafica degli iscritti che, inmedia, è intorno ai 70 anni.

Volontariato a Suzzara

Antonio Zucchi con Giuseppina Brindisi, Flora Leardini segretaria del gruppo ed Erina Righi

Durante l'ostensione della Sindone l'Ugaf ha organizzato una squadradi volontari che hanno aiutato la Diocesi nella gestione dell'evento.Anche FCA, dal canto suo, ha voluto offrire il proprio contributo met-tendo a disposizione dell'organizzazione due Fiat 500L guidate da vo-lontari. Nella foto, una delle due vetture impiegate per il servizio.

Noi per la SindoneEX AUTOBIANCHICAMBIA IL GIORNO DI APERTURAIl gruppo Ex Autobianchi ha cambiato il giorno di apertura ai soci che ora è il mercoledì dalle 9 alle 12 e dalle 13 alle 17.

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Un po' di caldo fa piacere quasi a tutti, maquando è troppo il nostro organismo rea-gisce con segnali precisi che non vannoignorati. È bene perciò sapere come com-portarsi mettendo in pratica alcuni sem-plici consigli che il professor Vittorio Gallo,specialista in gastroenterologia e medicinainterna, ha raccontato ai soci durante unaconferenza organizzata a Mirafiori. «Gli ef-fetti del caldo sulla salute si hanno quandoil nostro sistema di regolazione della tem-peratura interna non riesce più a disper-dere calore - spiega il professore -. Lereazioni possono essere lievi, da crampi agonfiori a svenimenti, fino a fatti di unacerta gravità come stress e colpi di calore». L'ideale è prevenirli con accorgimentisemplici e di buon senso. Per esempio,non esporsi al sole nelle ore di massimainsolazione e aiutarsi con un'alimentazioneleggera: cinque pasti moderati ricchi difrutta e verdura come agrumi, fragole, me-loni che contengono fino al 90 per centodi acqua e verdure colorate, ricche di so-stanze antiossidanti (peperoni, pomodori,carote, lattughe). Questi alimenti proteg-gono dai danni correlati all’ozono, cheraggiunge concentrazioni elevate proprionelle ore più calde della giornata. Bere al-meno due litri d’acqua non troppo fredda(anche senza stimolo e questo vale so-prattutto per gli anziani), possibilmentenon gasata, evitando bevande zuccheratee contenenti caffeina. E poi, quando sisente veramente caldo e se ne ha la pos-sibilità «sfruttare il potere rinfrescante del-

l'acqua - continua ancora il professore -con docce o bagni tiepidi, o bagnandosiviso e braccia per ridurre così la tempera-tura corporea».Se, invece, siamo colti da colpo di calore,non bisogna cadere nel panico e prendereprovvedimenti che, naturalmente, cam-biano sulla base della gravità dei sintomicosì come dello stato di salute della per-sona. In generale, sono più colpiti alcunisottogruppi: gli anziani, i malati cronici pol-monari, cardiovascolari, diabetici, chi sof-fre di problemi neurologici e demenze. E,ancora le persone non autosufficienti oche assumono regolarmente farmaci finoai neonati e a coloro che svolgono lavoriintensi all'aria aperta o fanno attività fisica.Nel caso si incorresse in un colpo di caloreil medico di famiglia sarà il primo dei pro-fessionisti da chiamare, se il malore ac-cade nelle ore in cui è reperibile.Diversamente, di notte e nei giorni festivi,esiste il sevizio di guardia medica(dalle 20 alle 8 del mattino succes-sivo). In attesa dei soccorsi, misu-rare la temperatura, trasportare lapersona in un luogo fresco, cer-care di abbassare la temperaturacorporea il più rapidamente pos-sibile avvolgendola in un len-zuolo bagnato conacqua fresca, venti-lando l'ambientein modo dacreare una cor-rente d'aria.

In unconvegno a Mirafiorii consigli del professorVittorio Galloper affrontare al meglio la calura dei mesi estivi

Caldocome sopportarlo

DI PAOLA RAVIZZA

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XIV

È entrato in vigore il 2 aprile scorso il decretolegislativo che ha per titolo “Disposizioni inmateria di non punibilità per particolaretenuità del fatto” (D. lgs. N. 28/2015). Taleprovvedimento si propone il doppio fine dideflazionare i carichi della giustizia ed esclu-dere dall’area della punibilità quei fatti per iquali l’offesa prodotta viene consideratanon così grave da far scattare la sanzionepenale. Pur in mancanza di un’espressadisciplina transitoria, non essendo l’istitutoin sé una novità assoluta nel panorama le-

gislativo italiano e trattandosi di norme dinatura sostanziale favorevoli al reo, appareragionevole ipotizzare la sua immediata ap-plicazione nei processi in corso. In sostanza, il provvedimento inserisce nelcodice penale il nuovo art. 131-bis, cheprevede la non punibilità per i reati rispettoai quali è prevista una pena detentiva nonsuperiore nel massimo a cinque anni,ovvero anche la pena pecuniaria, sola ocongiunta alla predetta pena, laddove l’of-fesa, per le modalità della condotta e perl’esiguità del danno o del pericolo arrecati,risulti di particolare tenuità e frutto di uncomportamento non abituale. In linea diprincipio, rientrano nell’ambito di operativitàdel provvedimento la maggior parte deidelitti comuni quali, per esempio, la corru-zione, il furto semplice, le lesioni personali(colpose e non), l’omicidio colposo, la vio-lenza o la minaccia a pubblico ufficiale, laviolenza privata, eccetera. È pertanto essenziale comprendere appienola portata delle condizioni necessarie perchéil provvedimento trovi effettiva applicazione,ovvero la scarsa gravità dell’offesa e la nonabitualità del comportamento. La scarsagravità viene sicuramente meno laddove,per il comma 2 del nuovo art. 131-bis c.p.,“l’autore abbia agito per motivi abietti ofutili, o con crudeltà, anche in danno dianimali ovvero abbia adoperato sevizie o,ancora, abbia profittato delle condizioni diminorata difesa della vittima, anche in rife-rimento all’età della stessa o la condottaabbia cagionato o dalla stessa siano derivate,quali conseguenze non volute, la morte o

È entrata in vigore la legge che esclude lapena nei casi di particolare tenuità delfatto. Chi è danneggiato ora deve sapereche, con buona probabilità, laddove l’offesarisulti non grave e provocata da un autorenon abituale, la sua azione giudiziaria sitrasformerà in una sentenza diproscioglimento dell’accusato. Il motivo nonè l’ingiustizia, ma la necessità di evitarel’affollamento delle carceri, alleggerire illavoro dei magistrati e applicare unagiustizia riparativa e riconciliativa. Certoè che, chi subisce il torto, potrebbe faticarea capirlo e soprattutto dovrà farsi benconsigliare prima di intentare causa, ancheper le implicazioni di carattere civilisticoeventualmente connesse. Ecco leargomentazioni dell’avvocato EnricoFavale, del dipartimento legale FCA SepinAVV. ENRICO FAVALE

Punizione più lievese il reato è tenue

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le lesioni gravissime di una persona”. Invececirca il secondo requisito, il comma 3dell’art. 131-bis considera “abituale il com-portamento dell’autore dichiarato delinquenteabituale, professionale o per tendenzaovvero che ha commesso più reati dellastessa indole, anche se ciascun fatto, iso-latamente considerato, sia di particolaretenuità, nonché nel caso in cui si tratti direati che abbiano ad oggetto condotteplurime, abituali o reiterate”. A livello pratico il procedimento penalepotrà così essere oggetto di archiviazionefin dalla fase di chiusura delle indagini pre-liminari, previo avviso alla persona sottopostaa indagini ed alla persona offesa ed entrambepotranno, entro dieci giorni, prendere visionedegli atti e presentare opposizione, indi-candone le ragioni. A quel punto il giudicepotrà accogliere la richiesta, dopo aversentito le parti, oppure considerare inam-missibile la stessa e formalizzare l’archivia-zione. Sia l’archiviazione sia il proscioglimentocomporteranno comunque l’inserimentodei relativi provvedimenti nel casellario giu-diziale per dieci anni, in modo da lasciaretraccia di quanto occorso ed evitare che ilmedesimo soggetto possa ulteriormente

fruire della disposizione in questione. Lasentenza di proscioglimento avrà efficaciadi giudicato, quanto alla sua commissione,anche nei giudizi civili ed amministrativieventualmente connessi (ad esempio, inmateria di risarcimento danni).Emerge nitidamente, in tale scenario, ilruolo ancor più significativo ed essenzialeattribuito al giudice, il quale, in assenza diautomatismi allo stato non previsti, avràampio potere discrezionale circa il disvaloreattribuibile o meno all’azione sottoposta alprocedimento, solo in parte limitato daicriteri introdotti dall’art. 131-bis e dai dettamiclassici di cui all’art. 133 c.p. In conclusione, la particolare tenuità delfatto, lungi dall’essere un intervento di “de-penalizzazione” strettamente inteso, puòdiventare il banco di prova concreto di unagiustizia penale finalmente riparativa e ri-conciliativa, propria dei sistemi liberali incontrapposizione ai regimi autoritari, e dacui possa derivare una politica sanzionatoriafinalmente in grado di condannare conpene blande condotte meno gravi e conpene severe condotte gravi. E non il con-trario, come accaduto troppo spesso negliultimi anni.

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