faenza in magazine

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® Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB - FILIALE DI FORLÌ - Contiene i. p. - Reg. al Tribunale di Forlì il 16/01/2002 n. 1 - E 3,00 Giovanni Malpezzi Le sfide del nuovo sindaco Matteo Plazzi Il navigatore dei mari Terminal Crociere Il porto cambia look Velda Ponti L’emozione del colore Supplemento a “Ravenna IN Magazine” N. 2 - 2010 Faenza

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Nuovi orizzonti per il Porto di Ravenna, in particolare col Terminal Crociere. Nuovi traguardi per Matteo Plazzi, “navigatore” di BMW Oracle e vincitore a febbraio dell’America’s Cup. Nuove prospettive e progetti per il nuovo sindaco di Faenza Giovanni Malpezzi.

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GiovanniMalpezzi

Le sfide del nuovo sindaco

Matteo Plazzi Il navigatore dei mari

Terminal Crociere Il porto cambia look

Velda Ponti L’emozione del colore

Supplemento a “Ravenna IN Magazine” N. 2 - 2010

F a e n z a

Page 2: Faenza IN Magazine

DREAMSCalzature e AccessoriVia Pistocchi, 3c Faenza tel. [email protected]

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GIUSEPPE ZANOTTI DESIGN

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L’AUTRE CHOSE

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Page 3: Faenza IN Magazine

IN Magazine | 3

Sono quelli del Porto, in partico-lare del Terminal Crociere. Sono quelli che di cui è sempre alla ri-cerca Matteo Plazzi, “navigatore” di BMW Oracle e vincitore a febbraio dell’America’s Cup, trofeo che il ve-lista ha inseguito da sempre come un sogno. E che aveva sfiorato nella storica impresa di Luna Rossa del 2000, che tutti (non solo gli appas-sionati di vela) ricordiamo. Nuovi orizzonti, prospettive e progetti sono quelli che ha in mente, per la sua città, il sindaco di Faenza Giovanni Malpezzi. E ci fa piace-re, dopo circa un anno, ritrovare questa edizione di “IN Magazine”, che tornerà in altre tre occasioni

lungo il 2010. Inevitabilmente, non potevamo non tornare nella città manfreda col primo cittadino, fre-sco d’incarico.Per una primavera interlocutoria, basta il meteo a farci utilizzare il termine, “IN Magazine” cammina per le vie di una Ravenna che si prepara all’imminente bella stagio-ne. E lo fa con un primo primo pas-so verso il mare. Apriamo la rivista, infatti, con Plazzi, romagnolo con la vela nel sangue e la “Coppa” nel mirino. Un bersaglio finalmente centrato. Dallo sport all’economia, in particolare al turismo, una breve “traversata” ci fa scoprire come si svilupperà il nuovo Terminal a Por-

to Corsini: un grande scalo che of-fre possibilità concrete a Ravenna di diventare meta di itinerari turi-stici per i crocieristi dell’Adriatico. Così affermano i vertici dell’Autori-tà Portuale e della società che gesti-rà il Terminal passeggeri.Turismo, a Ravenna, vuol dire an-che arte. E dopo un progetto ur-banistico in evoluzione, ne analiz-ziamo due, in campo culturale, già attivi e apprezzati: per una città che regala ogni anno, occasioni davve-ro interessanti, su quelli tuttora in corso al MAR e a San Nicolò, ab-biamo voluto guardare da dentro: cercando di capire non tanto (non solo) il loro valore artistico, quanto il lavoro professionale che sta die-tro a simili mostre. Un’attività di mesi se non di anni, altrettanto en-tusiasmante e da conoscere. Come da conoscere sono gli “antichi me-stieri”, che sembravano perduti e che invece non si abbandonano (per fortuna) con l’evoluzione della tecnologia. Anzi, per l’arti-gianato di qualità si tratta di una nuova primavera. Dalle tradizioni alla storia, rievochiamo le curiose vicende della Fiera di Maggio, festa religiosa andata dispersa nella pri-ma metà del secolo scorso.Infine le rubriche: per lo sport re-stiamo in acqua, dopo Plazzi, ma passiamo a quella della piscina, “terreno” di sfida per Paolo Van-dini; mentre il nostro incontro di stile è dedicato a Mauro Mambelli, ristoratore (ma non solo) noto a tanti ravennati. Buona lettura!

di Andrea Masotti

Nuovi Orizzonti

®

GiovanniMalpezzi

Le sfide del nuovo sindaco

Matteo Plazzi Il navigatore dei mari

Terminal Crociere Il porto cambia look

Velda Ponti L’emozione del colore

Supplemento a “Ravenna IN Magazine” N. 2 - 2010

F a e n z a®

MatteoPlazziIl navigatore dei mari

Giovanni Malpezzi Studiando...da Sindaco

Terminal Crociere Il porto cambia look

Paolo Vandini L’acqua...nel sangue

Anno IX - N. 2 - mAggIo 2010

Ravenna

®

Anno V - N. 1 - MARZO/APRILE/MAGGIO 2010

Pesaro-Urbino

Hotellerie d’eccellenza L’arte dell’ospitalità

Monteciccardo Primavera in collina

Libri, musica e sapori Alleanza culturale

IvanoDionigi

Alla guida dell’Alma Mater

®F o r l ì

Anno XIII - N. 2 - APRILE 2010

UlisseTramonti

L'architettura, una passione "razionale"

Gianluca Pagliacci e Gianluca Padovani Nel segno di Teleromagna

Sant'Agostino in Alpe Quel che resta del passato

Formaggi di Romagna Freschi di tradizione

Anno VII - N. 1/2 - APRILE - 2010

C e s e n a

Ulisse Tramonti Un forlivese a Firenze

Sant’Agostino in Alpe Quel che resta del passato

Formaggi di Romagna Freschi di tradizione

Nel segno diTeleromagna

Gianluca Pagliacci e Gianluca Padovani

®

Anno X - N. 2 - mAggio 2010

R i m i n i

BrunoVernocchiUn ingegnere a tutto gas

Alta Valmarecchia Cartolina dalla “nuova” Romagna

Concept store I live shopping

Centro Edith Stein La cura dell’arte

Editoriale |

Page 4: Faenza IN Magazine

Via Aldo Bozzi, 77/79 - 48100 Ravenna - Tel. 0544.278360 - Fax 0544.278506 - [email protected] - www.edilravenna.it

Page 5: Faenza IN Magazine

Edizioni IN MAGAZINE S.R.L.Redazione e amministrazione:Via Napoleone Bonaparte, 5047100 Forlìtel. 0543.798463fax 0543.774044

www.inmagazine.it

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Stampa: Graph S.N.C. - San Leo (PU)

Direttore Responsabile:Andrea Masotti.

Redazione centrale: Andrea Biondi, Valeria Del Sordo, Francesca Renzi.

Progetto grafico: Lisa Tagliaferri

Impaginazione: Francesca Fantini.

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Isabella Fazioli.

Ufficio commerciale:

Roberta Missiroli.

Collaboratori:

Massimo Argnani, Lidia Bagnara,

Roberta Bezzi, Andrea Casadio,

Anna De Lutiis, Massimo Fiorentini,

Antonio Graziani, Claudia Graziani,

Aldo Savini, Michele Virgili,

Tiziano Zaccaria, Francesca Zampiga.

Chiuso per la stampa il 13/5/2010

IN Magazine | 5

20 36 40

143 Editoriale|

6 Annotare| Brevi IN

14 Essere| Matteo Plazzi

20 Amministrare| Giovanni Malpezzi

26 Approfondire| Terminal Crociere

32 Scoprire| Histrionica e Preraffaelliti a Ravenna

36 Creare| Velda Ponti

40 Riscoprire| Vecchi mestieri ritornano

44 Ricordare| Fiera di maggio

51 Vincere| Paolo Vandini

54 Confidare| Mauro Mambelli

56 Leggere| Novità in libreria

58 Scegliere| Shopping

Sommario

Page 6: Faenza IN Magazine

Granfondo del Gesso

Riolo Terme - In calendario per domenica 30 maggio al Parco

Regionale della Vena del Gesso Romagnola, il raduno escursionistico di ciclismo “off-road “ sarà l’evento di

punta del “Mbike Festival”, in scena a Riolo Terme l’ultimo week-end

di maggio. Organizzata da Sportur, la manifestazione è inserita nel

progetto regionale Bike & Go, per incentivare l’uso della bicicletta e uno stile di vita sano. La pedalata, aperta

a tutti, si svolgerà su tre percorsi di 45, 32, 25 km tracciati entro i confini

dell’area protetta, tra le vallate del Sillaro, del Lamone e del Santerno.

Partenza ore 8.30 da Corso Matteotti. Il costo dell’iscrizione è di 10 euro

per gli escursionisti tesserati e di 13 per amatori non provvisti di tessera. L’evento rientra nel programma del “Mbike Festival”, la manifestazione

che animerà Riolo Terme sabato 29 e domenica 30 maggio.

www.sportur.com

Tagliavini presiede la giuria dei “Corti”

Ravenna - La giuria della sezione European Sogni Award

dell’undicesima edizione del Festival internazionale di cortometraggi “Corti da Sogni”, che si terrà dal 10 al 12 giugno, sarà presieduta

da Giuseppe Tagliavini, digital compositor, noto per aver lavorato

alla Weta Digital durante la post-produzione del kolossal 3D Avatar

di James Cameron, vincitore dell’Oscar proprio nella categoria

effetti speciali. In particolare, nella giornata di sabato 12 il pubblico potrà

incontrare il mago ravennate degli effetti speciali, che terrà una lezione

insieme con il fratello regista Edo Tagliavini, per illustrare i segreti del

rivoluzionario Avatar. (R.B.)

Ravenna - Il premio, destinato a chi produce Arte e Cultura, è alla prima edizione ed è organizzato da Asso-ciazione culturale Byron, Amare Ra-venna e Ravenna 24 Ore. Al Teatro Alighieri, lo scorso 10 marzo, Carlo Verdone (che ha confessato di aver accettato l’invito perché gli è stato rivolto in maniera affettuosa da una lettera del cardinale Tonini) è stato fe-steggiato da un folto pubblico. Il pre-mio consiste in un mosaico di Marco Bravura. Nel pomeriggio l’attore ave-va incontrato i giornalisti, presentato da sindaco e cardinale. Matteucci ha sottolineato la disponibilità di Verdo-ne. L’ultimo suo film propone ancora una volta un personaggio prete, mis-sionario che esplica la sua missione in Africa e si rende conto, ha detto

Verdone, “che se l’Africa è povera conserva tuttavia alcuni importanti valori che non trova più nel nostro paese, al suo ritorno”. Ersilio Tonini, che da sempre segue con passione gli eventi e i problemi dei paesi africani, ha parlato dei conflitti che sconvol-gono questi paesi. Non sono mancate battute e imitazioni che hanno deli-ziato il pubblico. (A.D.L.)

Roma - La mostra “La Bellezza Den-tro. Donne e madri nelle carceri ita-liane” è stata inaugurata lo scorso 18 marzo alla Camera dei Deputati in presenza del ministro della Giustizia Angelino Alfano, l’on. Maurizio Lupi, la senatrice Maria Elisabetta Alberti Casellati, gli onorevoli Gabriele Albo-netti, Renato Farina, Andrea Orlandi e, da Ravenna, in rappresentanza del Comune, l’assessore Giovanna Piaia.

La mostra è stata anche l’occasione per riflettere sulla situazione carce-raria in Italia. Il sottosegretario alla Giustizia, sen. Alberti Cesellati ha parlato di “fotografie che trasmetto-no la voglia di normalità dentro una situazione di per sé disumana: la re-clusione di donne e anche dei loro bambini. Sui muri delle celle ci sono tanti appunti del sentimento delle donne. Corelli ha colto la voglia di libertà delle donne, il loro pensare ad un futuro migliore.” Il ministro alla Giustizia ha elogiato il lavoro annun-ciando interventi nel mondo carcera-rio: “Dobbiamo creare le condizioni perché i bambini che vivono nelle carceri con le loro mamme possano vivere la loro infanzia con gli stessi diritti e opportunità educative degli altri bimbi.” La mostra, itinerante, raggiungerà altre città. (A.D.L.)

Successo per la mostra di Giampiero Corelli

Il “Giustiniano” a Verdone

6 | IN Magazine

Annotare | Brevi IN

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Page 8: Faenza IN Magazine

Bagnacavallo - Dei sette artisti tosca-ni, che negli anni ’80 diedero vita al gruppo della Metacosa, la mostra “Al-tri Disincanti”, al Museo Civico delle Cappuccine fino al 28 giugno, ne ri-unisce cinque. In quegli anni, questi pittori s’impegnarono a indagare visi-vamente la metafisica del quotidiano, cioè quella seconda dimensione delle cose che si può leggere nei più dimes-si sguardi ordinari. Il “capogruppo” Ferroni è scomparso nel 2001, men-tre gli altri si sono mantenuti attivi sulla linea di quell’esperienza di ispi-razione figurativa e minimalista che consente di andare oltre l’immediata visione del reale. Per loro la visione non è semplice sguardo sulle appa-renze, cioè pura relazione “fisico-ot-

tica” col mondo, ma dall’osservazione del dato realistico il pittore approda al “visibile”: il quadro può essere rap-presentazione di qualche cosa solo essendo “rappresentazione di nien-te”, oltrepassando la “pelle” delle cose per mostrare come le cose si fanno cose, e il mondo si fa mondo. (A.S.)

Ravenna - Dal 5 al 20 giugno la biblio-teca Oriani ospita “Siamo qua con canti e suoni”, promossa dalla Fon-dazione “Casa di Oriani” (e dal suo Centro per il dialetto romagnolo da poco costituito) con la collaborazione della Provincia, e il contributo della Federazione delle Cooperative e di ArtigianaLegno. La mostra presenta una serie di fotografie, realizzate da Giovanni Zaffagnini nel corso di una

lunga ricerca sul campo effettuata con Giuseppe Bellosi negli anni ’70 e ’80, che illustrano due fra i rituali più diffusi nella tradizione romagnola: la “pasquella” e il “calendimaggio”. Elemento comune è la presenza di canti di questua, eseguiti da gruppi che percorrono le strade di paesi e campagne durante la notte, ferman-dosi a cantare di casa in casa. Se la “pasquella” unisce l’evocazione della visita dei Magi ad auspici di fecondità alla famiglia che accoglie e offre cibo ai cantori, il “maggio” sin dagli inizi del ’900 ha assunto una connotazio-ne religiosa: la raccolta di offerte per le anime del Purgatorio. La mostra ha il patrocinio di IBC regionale e Società Italiana per lo Studio della Fotografia. Orari: lunedì-venerdì: 15,30-18,30; sabato e domenica: 10,30-12,30; 15,30-18,30. (A.C.)

Disincanti, oltre la pelle delle Cose

Fotografie di Giovanni Zaffagnini

Cna premia l’impegno di dieci imprese ravennati

Ravenna - Sono state dieci le imprese insignite, lo scorso 18

marzo, del Premio Sviluppo e Occupazione, promosso dalla Cna provinciale, per aver sviluppato la

propria attività aziendale nel corso del 2009, aumentando anche la forza

lavoro impiegata. La cerimonia, che si è svolta alla presenza del

presidente della Provincia Francesco Giangrandi, di quello della Camera

di Commercio Gianfranco Bessi, dei rappresentanti delle Amministrazioni comunali e dei massimi dirigenti della

Confederazione ravennate. Il premio è un riconoscimento simbolico a

quelle imprese che, nonostante la crisi, sono riuscite a incrementare la loro base occupazionale, diventando

emblema di un settore, artigiano e Pmi, che rappresenta il volano della

nostra economia e che continua a investire sul territorio. www.ra.cna.it (V.D.S.)

Nuova sponsorship per Freewheeling

Cervia - Freewheeling, l’azienda ravennate che produce biciclette a marchio FWR, fornirà i modelli

NapaValley da strada e Eldorado per la mountain bike, oltre che occhiali,

caschi e pompe, mentre Northwave, azienda produttrice di scarpe e indumenti da ciclismo, fornirà

l’abbigliamento della linea team business: è la nuova sponsorship

tra le due società e il GS Esercito. A presentare l’accordo, che si protrarrà

fino al 2012, sono stati, lo scorso 10 aprile al Palasportur, Claudio

Brusi, presidente FWR, e Giancarlo Bettin, agente del Trentino-Alto Adige

Northwave. Il GS Esercito è uno dei più attivi a livello nazionale e ha

ottenuto ottimi risultati nell’ultima stagione. www.pro-bike.it (V.D.S.)

8 | IN Magazine

Page 9: Faenza IN Magazine
Page 10: Faenza IN Magazine

Ravenna - Ibrido tra stivale e snea-ker, suola in gomma, tomaia in pelle o tela: Volta Footwear è una scarpa che reinterpreta il design classico in modo originale e insolito, un nuovo brand di calzatura italiano già diven-tato un must in tutto il mondo e ora distribuito in esclusiva per Ravenna da Clubs Lifestyle, il negozio che pro-pone un concetto nuovo e insolito di spazio commerciale. Proprio lo store multidisciplinare e interattivo di via Ferruzzi ha animato, in collaborazio-ne con la rivista “Surf News” e Qlab

Design, il pomeriggio di Pasquetta, lo scorso 5 aprile, con un evento dedica-to al mare e all’estate, allestendo una vetrina a tema surf, che ha incuriosito gli amanti degli sport acquatici. www.clubslifestyle.it (V.D.S.)

Clubs Lifestyle “presenta” Volta Footwear

Ravenna - Si è classificato dodicesi-mo all’ultimo International Contest

Q4 2009 della WPJA (Wedding Pho-tojournalist Association) uno degli scatti della fotografa Lidia Bagnara, nostra collaboratrice. Il concorso, diviso in 16 sezioni, vede ogni anno la partecipazione dei migliori foto-reporter di matrimoni al mondo, premiati da giudici professionisti. Li-dia si è piazzata al numero 12 della classifica nella categoria Reflections, dedicata all’uso creativo delle super-fici riflettenti, come specchi, vetro o acqua, durante un matrimonio. La foto è stata scattata nel giugno 2009 a una sposa di Pieve Calisese, nel cese-nate, dentro l’auto nuziale, prima che partisse per il ricevimento. www.lidiabagnara.it (V.D.S.)

Lidia Bagnara segnalata al Q4 2009

Itaca: vent’anni d’impresa

Castelbolognese - Una “famiglia allargata”, anche a detta del sindaco

Daniele Bambi, è la migliore definizione per Itaca, società

editoriale e di promozione culturale entrata a far parte del tessuto sociale

ed economico della città, che ha festeggiato, a marzo, vent’anni di

attività. Per l’occasione la società ha inaugurato la nuova sede in via

dell’Industria, aperto la libreria e presentato il volume scritto dal

fondatore e presidente Eugenio Dal Pane, L’impresa possibile.

Un’impresa che riesce a “far coincidere il bene della persona, il

bene dell’impresa e il bene comune”, come ha sottolineato Bernard

Scholz, presidente nazionale della Compagnia delle Opere.

www.itacalibri.it

Deco Industrie investe contro l’inquinamento

Bagnacavallo - Le tonnellate d’imballaggi plastici prodotte ogni

anno impiegano, una volta scaricati, millenni per decomporsi: per questo

Deco Industrie ha presentato lo scorso febbraio, all’interno del

convegno “Ambiente, le energie alternative”, promosso dal comitato del Carnevale di Cento, un progetto

di packaging biodegradabile allo scopo di ridurre proprio tale impatto

ambientale. Come ha spiegato Giorgio Dal Prato, AD della società,

il nuovo additivo organico usato, aggiunto alla plastica, non altera

la qualità e la durata del prodotto e si smaltisce con tempi nettamente

inferiori, ovvero in un anno. L’azienda è, infatti, da sempre attenta ai

valori etici e di sostenibilità, nonché ispirata da una responsabilità sociale

particolarmente incentrata sulle problematiche ambientali.

www.decoindustrie.it (V.D.S.)

Cervia - Alessandra Amoroso torna on the road con una nuova tournée estiva, Senza nuvole Tour, che arrive-rà per la sua unica data in Romagna sabato 17 luglio alle ore 21 in Piazza

Garibaldi a Cervia. Il concerto, le cui prevendite sono in corso, è organizza-to dall’Amministrazione Comunale, Accademia Perduta/Romagna Teatri e Pulp Srl. Info: tel. 0544.975166.

Amoroso in Concerto

10 | IN Magazine

Page 11: Faenza IN Magazine

Torna la Festa dello Sport

S. Pietro in Vincoli - Nove giornate con lo sport come protagonista, in “mezzo” a molto altro ancora: concerti, spettacoli, mostre, stand gastronomici, giochi e attrazioni. Da sabato 22 a domenica 30 maggio, ritorna - per il quattordicesimo anno - la tradizionale Festa dello Sport, organizzata dall’US S. Pietro in Vincoli. L’appuntamento si svolgerà al campo sportivo comunale, dove sono attese circa 10 mila presenze. Durante il giorno sono in programma vari tornei di calcio, la sera eventi non solo sportivi, con musica, cabaret, giochi (tombola con ricchi premi, tornei di calcio balilla, mah-jong, burraco, beccaccino). Come sempre, assegnato il Premio Ezio Bazzocchi, giornalista del “Corriere Romagna” scomparso prematuramente nel 2001, a un personaggio sportivo. www.spiv.it (R.B.)

Conferma per Patuelli alla Cassa

Ravenna - Rielezione per acclamazio-ne a presidente; lo stesso per i due vice, Giorgio Sarti (Vicario) e Camillo Venesio. Queste le indicazioni dell’As-semblea, tenuta a inizio maggio, del-la Cassa di Risparmio di Ravenna, che oltre alla conferma di Antonio

Patuelli, ha approvato all’unanimità il bilancio 2009 con la conferma del dividendo record di 66 centesimi. Solidissimi gli indicatori patrimoniali (importanti anche in vista dei nuovi vincoli di Basilea 3) del Gruppo, che hanno raggiunto un Core Tier 1 del 9,76%, mentre il Core Tier 1 indivi-duale della Cassa è del 14,89%. È stato anche confermato il cospicuo introito per la Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna che potrà così proseguire in tutte le proprie attività sociali.Eletto anche il Consiglio di Ammi-nistrazione e confermato il Collegio Sindacale, presieduto da Gaetano Gentile.

Page 12: Faenza IN Magazine

Ancarani, 100 anni di successo

Ravenna - Un’avventura commerciale che prese il via un

secolo fa e che oggi, dopo tre generazioni, continua con successo

grazie ad Antonia e Valeria Ancarani, attuali titolari della Gioielleria in via Matteotti 23. Un secolo di Ancarani che viene festeggiato a fine maggio

con un elegante evento cocktail a invito, per il quale la Gioielleria è

affiancata, come main partner, da Rolex, che presenta in anteprima le novità esposte al recente Salone di Basilea di aprile. Per due giornate,

dunque, il prossimo 21 e 22 maggio, la Gioielleria Ancarani è, pertanto,

interamente dedicata all’esposizione in visione dei pregiati orologi della

celebre maison svizzera.

“Corredo per Daphnae” alla Loggia degli Infantini

Faenza - Scultura, fotografia e poesia protagoniste alla Loggia

degli Infantini. Inaugura mercoledì 16 giugno alle 18.30, presso il

Temporary Concept Store in corso Mazzini 76/A, la mostra “Corredo

per Daphnae” della scultrice e videoartista bolognese e faentina d’adozione Maria Chiara Zarabini.

Fotografie e sculture, per un progetto itinerante in varie città dell’Emilia

Romagna. Nel chiostro interno verrà proposta la performance

poetica “Sciarpe di pensieri”, duetto con la poetessa e ceramista Muky. Mercoledì 23 giugno (giorno di chiusura della mostra), presso

Muky alla Loggetta del Trentanove a Faenza (piazza 2 giugno, 8) si terrà la conferenza “Le mie sculture e altro”

di Maria Chiara Zarabini.

Marina di Ravenna - Sono parecchie le novità della prossima estate. “Ra-venna in volo” permetterà a turisti, e non solo, di sorvolare oasi e pinete, monumenti dell’Unesco, in un volo documentaristico di 33 minuti. Nella piazzetta di Marinara sono inaugu-rati, a maggio, numerosi negozi per ravvivare la zona. L’assessore al Tu-rismo Andrea Corsini ha preannun-ciato la costruzione, da settembre, di un grande albergo a quattro stelle, il Suite Hotel, con 94 camere, piscina e centro benessere, nella zona dell’ex Xenos. Per il 2012 è prevista la riqua-lificazione degli stradelli di Marina di Ravenna e Punta Marina e un amplia-mento del parcheggio di scambio con navetta. Alessandro Zangaglia, titolare del BBK, ha sottolineato l’importanza

di aver “fatto sistema” con bagni, lo-cali e discoteche della zona. “Siamo alla quinta edizione dell’iniziativa: un modo efficace per promuovere i lidi: unire le energie ha dato ottimi risul-tati fin dalla prima edizione.” www.marinadiravenna.org (A.D.L.)

Gli appuntamenti estivi dei Lidi

Bologna - Matteo Pernisa, dell’azien-da Echolight di Ravenna, ha vinto il concorso di Unicredit e Confidustria “Il talento delle idee”. Una soluzione per la diagnosi precoce e non invasiva dell’osteoporosi, grazie a un dispositi-vo ad ultrasuoni è il progetto che ha permesso al ravennate di vincere la selezione per l’area Emilia-Romagna e Toscana del concorso nazionale per valorizzare le idee imprenditoriali più innovative in Italia, sbaragliando 30 concorrenti. Il 3 maggio scorso a Bologna si è tenuta la prima delle premiazioni nelle sei aree interessate dal concorso (Trentino Alto Adige-Friuli Venezia Giulia-Veneto, Piemon-te-Liguria-Valle d’Aosta- Lombardia, Emilia Romagna-Toscana, Umbria-Marche-Lazio, Abruzzo-Molise-Ba-silicata- Puglia-Campania-Calabria,

Sardegna-Sicilia). I 18 vincitori locali concorreranno anche all’assegnazio-ne di tre premi a livello nazionale, assegnati l’11 giugno a Santa Marghe-rita Ligure in occasione del Convegno annuale dei Giovani Imprenditori di Confindustria. (I.T.)

Premio al talento Ravennate

12 | IN Magazine

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Il navigatore dei Mari

testo Claudia Graziani foto Massimo Fiorentini e Archivio BMW Oracle Racing Team

Il velista ravennate Matteo Plazzi rivive la gioia della recente vittoria in Coppa America, e ci racconta l’amore per un lavoro da sempre vissuto con straordinaria passione, che lo ha portato a veleggiare con i più importanti skipper del mondo, su barche leggendarie.

È un campione del mare, un pro-fessionista della vela. Lo scrupo-loso navigatorediOracle che ha conquistato, nel febbraio scorso, il titolo più prestigioso per un veli-sta, che rappresenta anche il trofeo sportivo più antico del mondo: la CoppaAmerica. Direste mai che è un pigro? “Una nomea che non na-scondo e della quale sono diventa-to anche orgoglioso. Effettivamen-te direi che un vero atleta proprio non lo sono!”. A dirlo sorridendo è MatteoPlazzi, protagonista di pri-mo piano della vela mondiale, tor-nato da Valencia con la soddisfazio-ne stampata sul viso per aver vinto un trofeo unico nel suo genere. In realtà è un pigro anomalo, sempli-cemente dosa l’impegno fisico sen-

za sprechi ed eccessi. Del resto ha fatto scelte determinanti nella sua vita, come quella di abbandonare gli studi di ingegneria meccanica per decidere di vivere di sola vela. “È stato più difficile pensarlo che farlo - è il suo commento. Allora in Italia il settore offriva molte oppor-tunità e ora posso dire di essere fortunato. Faccioperlavoroquellocheavreifattoperpassione.” Era il 1985 e con Azzurra partecipò alla sua prima Coppa America: il “gio-co della Coppa”, così lo chiama, è quello che lo ha sempre appassio-nato di più. “Vincerla è stata una grossa soddisfazione. Peccato non con un team italiano. Con Luna Rossa sarebbe stato stupendo, ma quello che mi interessava e mi in-

teressa è lavorare in un team forte, fare quello che mi piace al meglio e con persone di ottimo livello. Quindi, non ci ho pensato due vol-te, quando ho avuto l’opportunità di vivere questa esperienza a fian-co di Russell Coutts, mister Coppa America.”Dove è iniziato tutto? Naturalmen-te ci sono luoghi e occasioni, ma soprattutto persone. Due in parti-colare: Epaminonda “Nanni” Cec-carelli, noto progettista di barche, e Roberto Trombini, un grande ap-passionato di vela al quale è stato dedicato, per ricordarlo, il Match Race che per anni ha portato a Ma-rina di Ravenna i più quotati velisti del mondo. Il fratello Andrea ne è stato il promotore e Plazzi ne ha

14 | IN Magazine

Essere | Matteo Plazzi

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curato gli aspetti tecnico/sportivi per 13 anni.“Andavo al Bagno Lucciola - rac-conta - dove Nanni aveva regala-to una barca al figlio (Giovanni Ceccarelli, anche lui fra i protago-nisti della Coppa America, come progettista prima di Mascalzone Latino poi di +39, ndr) e anziché tirare calci a un pallone preferiva-mo girare attorno a due boe. Avrò avuto dieci anni. Poi ho iniziato a frequentare il Circolo Velico Ra-vennate e a fare le regate. MachimihafattoinnamorareveramentedellavelaèstatoRobertoTrombiniedèconluicheperlaprimavoltahoregatatofuoridall’Adriatico. La mia vita è proseguita come quel-la di un qualsiasi ragazzo: scuola e sport. Fino all’università che, però, non ho mai terminato. Mi è rimasto qualcosa di incompiuto, ma ormai la scelta era fatta, vivere di vela. Nell’87, tornato dalla Cop-pa America che si svolse a Perth in Australia, ho provato a ripren-

dere gli studi, ma non avevo più stimoli. Sono gli anni in cui la vela è cambiata molto a livello profes-sionistico. Nascevano tante oppor-

tunità e per me è stato importante scegliere quelle situazioni che mi consentivano di crescere profes-sionalmente e allo stesso tempo di avere soddisfazioni. Lavorare in un team di Coppa America significa anche passare momenti con tanta pressione e stress, ma ciò che mi piace del lavoro è che non ho an-cora sentito il peso e l’obbligo nel fare le cose. Tutto mi piace ancora, mi piace alla grande.” Lontano da casa per gran parte dell’anno, me-diamente dieci mesi, non è facile gestire famiglia e affetti. Il bello però è proprio tornare dove sta bene, nella sua amata Ravenna. “Qui vado poco in barca, mi piace incontrare gli amici, magari tro-

A fianco Matteo Plazzi mentre solleva la Coppa

America conquistata a Valencia. Sotto, insieme

a parte del team Oracle a bordo del trimarano.

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Sempre stretto il legame con Ravenna e il suo mare

varsi a chiacchierare mentre si è a tavola; sono i momenti che più mi piacciono. E il tempo è sempre poco, tant’è che ho tanti progetti mai finiti.” E qui lo sguardo si sposta sulla stanza piena di diversi oggetti momentaneamente parcheggiati davanti alla scrivania: scatole, valige, un te-levisore, libri, ecc.. Naturalmente ci sono anche i genitori ai quali, e lo dice con un po’ di rammarico, ha dedicato forse poco tempo. E poi c’è anche la passione per il del-

taplano che gli capita, occasionalmente, di praticare sul Monte Cucco in Umbria. E una certa analogia con la vela c’è: il silenzio, lo spazio, la libertà. E c’è anche un’altra analogia, perché a dire la verità il catamarano Oracle in questa Coppa America montava un’ala che faceva letteral-mente volare lo scafo. AncheRavennahalegatoilsuonomeallaCoppaAmerica.BastadireCinoRicci,RaulGardini,GiovanniCeccarelli,MicheleIvaldieMatteoPlazzi. Cinque persone per alme-no 15 edizioni di Coppa America, se non di più. Motivi particolari? “A dire il vero non so perché. Semplicemente è capitato. A volte le cose accadono senza ragioni spe-

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cifiche. Qualcuno vorrà leggerci una tradizione velistica ravennate, ma non sono certo sia così.” Nel voltarsi indietro Matteo cosa vede per il futuro? “Guardando al pas-sato vedo una persona che ha fatto le cose che gli sono piaciute, con una propria morale, nel rispetto della gente incontrata e con cui ha lavorato. Ho dei gran bei ricordi. L’esperienza più bella rimane il giro del mondo nel 1994: nono-stante il risultato sia stato medio-cre, dal punto di vista umano ho condiviso emozioni importanti

con persone che avevano lo stes-so obiettivo. Stando un mese sul-la stessa barca non puoi bluffare. Guardandoalfuturo,desiderocon-tinuareagiocareinCoppaAmerica. Mi piace, mi dà soddisfazioni, mi ci trovo bene. Forse l’unico difetto di questo mondo è che è troppo piccolo, siamo sempre le stesse per-sone. Ancora è presto per capire in quale team, su quale imbarca-zione. Sicuramente si tornerà a una regata tradizionale, con 10-15 team sfidanti, probabilmente ce ne saranno due o tre italiani e quindi

penso possano esserci diverse op-portunità. Magari ancora con Ora-cle. Dipende da come si struttura il team. L’importante è impegnarsi con le persone con le quali si condi-vide il modo di lavorare, il rispetto reciproco e l’obiettivo comune di vincere. Non mi piacciono i team che utilizzano l’America’s Cup come una vetrina snaturandola dal suo reale fine sportivo.” Archiviata la Coppa 2010, l’appuntamento è in America, si sussurra a San Franci-sco, nel 2014. Ed è lì che speriamo di rivedere Matteo Plazzi. IN

A fianco, dall’alto insieme a parte del team Luna Rossa, con cui vinse la Louis Vuitton Cup nel 2000, e, al lavoro sotto coperta nel 1994.

In breve, chi è e cosa fa a bordo

A Valencia, dopo 15 anni di attesa, l’America ha riconquistato il trofeo che porta il suo nome, dalla prima vittoria nella storia di questa competizione, riportata dalla goletta America. Uno dei due italiani del Team Bmw Oracle che sfidava Alinghi (l’altro è il riminese Max Sirena) è Matteo Plazzi. È stato tra i ragazzi che Raul Gardini portava sul Moro di Venezia. È stato tre volte con Luna Rossa (con cui ha vinto la Louis Vuitton Cup nel 2000) prima di passare a Oracle come navigatore. Un ruolo complesso, soprattutto in questa edizione, con la gestione di una barca di oltre 30 metri e una grande ala al posto della vela alta quasi 70 metri. Il navigatore comunica soprattutto con il tattico e il timoniere. Usa specifici software che gli permettono di capire ciò che accade sulla barca e sul campo di regata. Nulla deve sfuggire alla sua attenzione e ai suoi strumenti tecnologici.

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Studiando... da Sindaco

testo Tiziano Zaccaria foto Massimo Fiorentini

Recupero delle aree urbane e, in particolare, del centro storico; sostegno alla ricerca scientifica e grande attenzione al sociale, specie in questo momento. Sono le priorità di Giovanni Malpezzi, che dopo l’esperienza da giovane consigliere negli anni ‘80 ha vinto le amministrative a Faenza ed è il nuovo primo cittadino.

Ha un’eredità difficile da coltivare. GiovanniMalpezzi arriva a Palazzo Manfredi dopo due sindaci ‘impor-tanti’ come Enrico De Giovanni, che dal 1994 al ’99 diede un nuovo impulso al governo cittadino pri-ma di morire prematuramente, e Claudio Casadio, che dal 2000 al 2010 ha finalizzato la spinta asse-stata dal suo predecessore. Ora il testimone è passato appunto nelle mani di Malpezzi, 43 anni, nato a Faenza e residente nella frazione di Errano. Ragioniere e laureato in Giurisprudenza, da 23 anni lavo-rava alla Bcc Ravennate e Imolese quale responsabile della gestione del personale e degli affari lega-li della banca, prima di diventare sindaco ‘a tempo pieno’. Malpezzi non ha un particolare pedigree politico alle spalle. Vanta una sola

esperienza precedente: nel1985,asoli19anni,venneelettoConsiglie-re Comunale come indipendentenellefiledellaDemocraziaCristia-na. La sua elezione destò sorpresa, poiché ottenne il seggio col sesto numero più alto di preferenze, su-perando alcuni navigati assessori. Ha poi avuto qualche incarico di-rigenziale in enti legati al mondo cattolico, come la Società Coope-rativa di Cultura Popolare e la Fon-dazione Giovanni Dalle Fabbriche. La svolta nell’estate scorsa, quando il gruppo dirigente dell’associa-zione ‘Laboratorio Faenza’ gli ha chiesto di candidarsi alle primarie del Centrosinistra. Il successo gli ha poi spianato la strada verso la poltrona più importante di Palaz-zo Manfredi, con un successo piut-tosto ampio ottenuto alle elezioni

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Amministrare | Giovanni Malpezzi

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del marzo scorso sul suo principale rivale, Giancarlo Minardi.In queste prime settimane di man-dato Malpezzi sta ‘studiando da sindaco’, verificando la situazione finanziaria ed esaminando la com-plessità della macchina comunale. Resta ferma sullo sfondo la sua idea di sviluppo urbanistico della città: “Siamoorientativersoilrecuperodell’esistente, incentrostoricoenelleprimezoneperiferiche - dice il neo primo cittadino, che fra i tanti ambienti di Palazzo Manfre-di ha scelto come ufficio proprio la stanza nella quale lavorava De Gio-vanni, forse per raccoglierne l’ispi-

razione. Non ritengo opportuna la cementificazione di altro terri-torio ad uso residenziale, tenuto conto che c’è parecchio edificato ancora invenduto. Ritengo invece si debba incoraggiare l’insedia-mento di nuove aree produttive, sia attraverso i privati, con incen-tivi fiscali e riduzione degli oneri di urbanizzazione, sia attraverso società partecipate come Stepra. Faenza ha bisogno soprattutto di nuove aziende nel settore manufat-turiero e dei servizi.”UnnuovosviluppoeconomicoperMalpezzipassaancheattraversolaricercascientifica: “Vogliamo pro-

muovere nuovi progetti avvalen-doci della collaborazione di enti esistenti sul territorio come Incu-batore d’Impresa, Cnr, Università, Consorzio Centuria-Rit e Agenzia Polo Ceramico. Assieme al mondo imprenditoriale e alle associazioni di categoria, intendiamo sostene-re la costruzione del nuovo Scalo Merci, fattore essenziale di svilup-po del Polo della Logistica.”Resta tuttavia sul tavolo il proble-ma molto rilevante della chiusura dell’Omsa, che sarà definitiva a fine luglio e lascerà senza occupa-zione oltre 340 persone, soprattut-to donne. “In questa situazione il Comune farà la sua parte per soste-nere la riconversione industriale dello stabilimento, garantire una futura occupazione alle attuali maestranze. In ogni caso, i relativi interventi verranno concertati con le organizzazioni sindacali.”Intanto, si cercano altri strumenti per dare un sostegno alle famiglie dei lavoratori che hanno perso il lavoro o hanno subito significati-ve riduzioni di reddito. “Abbiamo previsto la riduzione, o la sospen-sione temporanea, del pagamento delle rette relative a servizi comu-

A fianco e in apertura, Giovanni Malpezzi sul porticato al primo piano di Palazzo Manfredi, sede del Comune di Faenza.

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Il neo Sindaco nel salone del Consiglio Comunale

nali, e l’incremento del Fondo a sostegno del reddito dei lavoratori delle aziende in crisi, assicurando un’integrazione di risorse a di-sposizione delle famiglie colpite. Intendiamo poi attivare uno spor-tello per l’assistenza alle persone in difficoltà economica, cercando di individuare percorsi di reinseri-mento lavorativo”.Malpezzi ha a cuore anche il pro-blema sociale della casa: “È mio obiettivo promuovere un’edilizia sociale in linea coi nuovi criteri di risparmio energetico, stipulando convenzioni con le banche locali per l’erogazione di microprestiti a persone o famiglie in difficoltà, e incrementando le risorse per agevolare le giovani coppie che in-tendano acquistare casa, nel solco della positiva esperienza realizzata dalla Giunta precedente.”Un altro tema ‘caldo’ a Faenza, già da alcuni anni, riguarda il futuro dell’Ospedale Civile. Qualcuno continua a sostenere che si va verso un suo smantellamento parziale, con concentrazione a Ravenna di alcuni importanti reparti. “Lavo-

reremo per mantenere e qualifi-care l’Ospedale e gli altri servizi socio-sanitari, in particolare quelli ‘salvavita’ come medicina d’emer-genza, l’unità coronarica e il pron-to soccorso pediatrico. Dovranno essere qualificati, tra gli altri, an-che i reparti di terapia intensiva, chirurgia e rianimazione, ortope-dia, pediatria e neonatologia.”Infine, il centro storico: “PiazzadelPopolodevetornareadessere

ilverocentrodellavitapubblicafa-entina. Vogliamo incentivare nel perimetro urbano il reinsedia-mento di attività artigiane, di ser-vizio e commercio al dettaglio. E sempre in centro storico abbiamo previsto il recupero, come edilizia sociale, d’immobili privati o comu-nali, eventualmente realizzato da privati, beneficiari di concessioni edilizie in aree di nuova urbaniz-zazione.” IN

Impegni e passioni del nuovo sindaco

Giovanni Malpezzi è sposato dal 1992 con Anna Rita ed è padre di quattro figli, tre femmine e un maschio, nati fra ’95 e 2002. Da ragazzo ha vissuto per molti anni in viale Stradone, prima di sposarsi e trasferirsi nella frazione di Errano, nella campagna in direzione di Brisighella. Appena diplomato, fu assunto dall’allora Cassa Rurale, oggi Bcc Ravennate e Imolese. Dal 1985 al ’90 sedette sui banchi del consiglio comunale, quando il sindaco era Giorgio Boscherini, sostenuto dal tripartito Dc, Psi e Pri. In seguito si allontanò dalla politica, ma visse comunque in prima persona la discesa in campo di Enrico De Giovanni nel 1994, perché conosceva bene la famiglia. Soltanto un anno fa, Malpezzi non avrebbe mai pensato che la politica sarebbe tornata così prepotente a stravolgere la sua vita: “Oggi è un ‘tour de force’ continuo, da mattina presto a sera tardi, dal lunedì al sabato. E pure la domenica, fra impegni istituzionali e inviti vari, mi è rimasto pochissimo tempo libero, che cerco di dedicare alla famiglia”. L’hobby del cicloturismo? “È quasi accantonato. Ma anche prima non facevo poi tanti chilometri”. Malpezzi ama i viaggi in camper, “ai quali non voglio rinunciare”, e la cucina romagnola. Televisione e cinema? “Quando posso, guardo i telegiornali, mentre i miei film preferiti sono ormai quelli dei miei figli: i cartoni animati.”

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Navi di grandi dimensioni e numerosi passeggeri approderanno presto a Ravenna. Il prossimo inizio delle attività del nuovo Terminal Crociere trasformerà la città e tutto il territorio in una nuova meta per viaggiatori da tutto il mondo. Ce ne parlano i responsabili dell’importante progetto.

testo Antonio Graziani

Il porto cambia Look

Fonte: Autorità Portuale di Ravenna

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Approfondire | Terminal Crociere

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Il porto di Ravenna cambia look. Non lo solcheranno più soltanto navi cariche di merci e di contai-ner. Con l’avvio dell’attività del TerminalCrociere, sul Canale Can-diano navigheranno gigantesche navi piene di passeggeri provenien-ti da tutte le parti del mondo.Situato sulla sponda di Porto Cor-sini, in prossimità dell’accesso dal mare, fra la pineta e la spiaggia, il nuovo Terminal è in grado di ospitare le navi più grandi ora in circolazione.Per il 2010 è previsto aRavennal’arrivodi21navidacrociera, di cui 14, tra primavera, settembre, ottobre e novembre, per un carico complessivo di 13.000 passeggeri, cui deve essere aggiunto il perso-nale di bordo.

“Il futuro del Terminal Crociere di Porto Corsini è nelle nostre mani”, ha affermato il presidente dell’Au-torità portuale di Ravenna, Giu-seppeParrello, al convegno che si è tenuto recentemente per l’orga-nizzazione del Propeller Club, che associa le figure più rappresentati-ve degli operatori portuali. Il Terminal Crociere è stato con-cesso in gestione, fino al 2019, alla Società Ravenna Terminal Passeggeri (RTP Srl) costituita da: ”Royal Caribbean”, secondo gruppo crocieristico mondiale; “Aeroporto Marconi” di Bologna, tra i primi cinque scali italiani, che rappresenta una piattaforma aeroportuale importante non solo in regione; “Venezia Terminal Pas-seggeri”, primo home port del Me-

diterraneo; Bassani Spa, uno dei più grandi tour operator italiani e agente d’importanti compagnie croceristiche; infine, la Camera di Commercio, unico interlocutore istituzionale ravennate presente nella compagine.“Per uno scalo che non ha mai rap-presentato un riferimento impor-tante per il settore delle crociere - ha affermato, all’atto della firma, Giuseppe Parrello - la presenza, ora, di soggetti professionali così qualificati è un ottimo indicatore delle possibilitàconcretecheRa-vennahadidiventarerealmenteunanuovametanegliitinerarituristicioffertiaicroceristidell’Adriatico.”Giuseppe Parrello è stato l’artefi-ce della realizzazione del Termi-nal Crociere. L’ha voluto strenua-

Fonte: Autorità Portuale di Ravenna

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mente. Ha saputo superare tutte le difficoltà che ha incontrato nel cammino della realizzazione della struttura e ora può ritenersi sod-disfatto di consegnare al nuovo gestore un terminal non ancora completato nella sua interezza, ma in grado di offrire già tutti i servizi richiesti. Il nuovo presidente della Società Ravenna Terminal Passeggeri, Na-talinoGigante, nutre grandi spe-ranze nel futuro della struttura. “Ci sono grandi potenzialità, ma soprattutto suscita interesse l’en-

troterra alle spalle: distretti monu-mentali di prestigio come quello dei mosaici di Ravenna e quello ceramico di Faenza; la Motor valley, con gli stabilimenti della Ferrari e della Lamborghini; e, a poca di-stanza, grandi città come Firenze e centri turistici come San Marino. Il terminal ravennate - prosegue Gigante - ha inoltre il vantaggio di essere nuovo. Tutti i servizi sono in grado di dare accoglienza e ospi-talità di grande livello, suffragati dall’impegno delle attività com-merciali e artigianali della città e dell’entroterra”.Quale futuro è previsto per Ra-venna? “Non è ancora un porto d’imbarco e di approdo, però è un punto su cui c’è interesse so-

prattutto da parte di compagnie armatoriali internazionali. Già la stessa presenza nel 2010, che si di-laterà negli anni successivi, di navi di grandi dimensioni, ma soprat-tutto di assoluta qualità, dimostra che Ravenna è molto attrattiva. Non dobbiamo dimenticare che alle spalle abbiamo l’aeroporto di Bologna, che in prospettiva diven-terà un punto importante di colle-gamento per passeggeri delle altre città italiane.”La città potrebbe avere un con-corrente nella vicina Venezia. “Sin

dall’inizio di questa iniziativa si è messo un punto fermo nell’in-tenzione di fare sinergia fra i due porti. Già la stessa presenza della Venezia Terminal Passeggeri nella società del Terminal ravennate di-mostra l’intenzione di una stretta collaborazione.” Il lavoro, che in questi mesi ha avviato la società, as-sieme alla preziosa collaborazione dell’Autorità Portuale, e ha coin-volto i vertici dell’azienda e alcuni amministratori, si sta sviluppando con un programma di marketing verso le maggiori compagnie cro-ceristiche. Già dal 2011 arriveran-no navi importanti della MSC, del-la Royal Caribbean, della P&O e di compagnie di categoria ultra luxu-ry, con navi di lusso a 5 o 6 stelle.

Sopra, lavori in corso nei cantieri del nuovo Terminal. In apertura, due rendering che mostrano il progetto quando sarà completato.

Ph. Massimo Fiorentini

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Il2011rappresenteràl’effettivoin-gressodelTerminalPasseggeridiRavennanelsettoredellecrocierecon l’arrivo di navi che effettue-ranno 62 toccate, con una capacità di circa 75.000 croceristi e 33.500 membri di equipaggio. A questi potrebbero aggiungersi ulteriori 65.400 passeggeri e 24.800 mem-bri d’equipaggio, per l’arrivo dei quali è stata chiesta disponibilità all’Autorità Portuale da parte delle rispettive compagnie. Disponibi-lità già confermata. “Queste cifre - ha spiegato di recente Parrello - segnano l’effettivo ingresso della città in questo settore con un ruolo riconosciuto da tutte le più grandi e prestigiose compagnie del mon-do di navi da crociera.”“Ora è importante che il territorio

- ha precisato Gigante - nel 2011 sviluppi tutte le potenzialità turi-stiche, culturali, artistiche, gastro-nomiche e quant’altro è in grado di offrire.”Anche i partner della nuova socie-tà si sono dimostrati soddisfatti. A partire dal “Marconi”, che punta sul connubio cielo-mare. “L’aero-porto di Bologna - ha detto la pre-sidente Giuseppina Gualtieri - ha deciso di entrare in questa nuova attività, in partnership con primari operatori del settore, in considera-zione delle importanti sinergie che la società potrà sviluppare con il proprio business.”“Abbiamo sempre ritenuto - ha ri-badito Roberto Perocchio, AD di Venezia Terminal Passeggeri - la destinazione di Ravenna potenzial-

mente sinergica con Venezia per la sua peculiarità di giacimento cul-turale di primaria importanza e per l’entroterra ricco d’attrazioni. In uno scenario europeo che vede nella crocieristica un’industria tu-ristica ancora giovane e con grandi potenzialità, riteniamo che la no-stra partecipazione nel Terminal ravennate possa favorire l’unifica-zione dei circuiti crocieristici in Adriatico e accrescere la ricchezza di nuovi itinerari in tutto il Medi-terraneo Orientale.”“Da ormai molti anni - ha spiegato Filippo Olivetti, AD del Gruppo Bassani - offriamo servizi ai croceri-sti in visita al porto di Ravenna, e da tempo siamo impegnati nella pro-mozione della destinazione presso varie compagnie di crociera. Oggi possiamo finalmente dire che, con un nuovo Terminal Crociere, Ravenna avrà la concreta possibi-lità di diventare uno dei principali porti di riferimento in Adriatico e che saràladegnaportadiacces-soall’infinitopatrimonioartistico,storicoeculturalechelacittàstes-saetuttoilterritoriosonoingra-dodioffrireaiproprivisitatori.” IN

A fianco, Natalino Gigante, presidente di Ravenna Terminal Passeggeri. Sotto, Giuseppe Parrello che guida l’Autorità Portuale ravennate.

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Grandi mostre dietro le Quinte

testo Anna De Lutiis - foto Massimo Fiorentini

Histrionica e i Preraffaelliti: esposizioni che stanno animando la primavera ravennate tra il complesso di San Nicolò e il MAR. Quali sono le sfide nel preparare l’allestimento di due così importanti eventi culturali? I curatori ci hanno guidato attraverso il processo di “costruzione” delle mostre.

In primavera in molte città italia-ne fioriscono mostre più o meno importanti, meta obbligata di visi-tatori che si muovono da regione a regione. Ravenna ne ha in questi mesi inaugurate due, entrambe estremamente interessanti: Hi-strionica.Teatri,maschereespet-tacolinelmondoantico, nel Com-plesso di San Nicolò, organizzata dalla Fondazione RavennAntica e IPreraffaellitieilsognodel’400ita-liano.DaBeatoAngelicoaPerugino,daRossettiaBurne-Jones allestita al MAR.La prima riconduce il visitatore sulla scena del teatro antico, essen-zialmente romano, attraverso una ricca esposizione di reperti archeo-logici provenienti dal Museo di Na-poli e dai musei dell’Emilia Roma-gna. Ci s’inoltra in cinque percorsi contraddistinti da diversi colori, dal giallo antico al rosso, e che, in suggestive ambientazioni, offrono maschere,oggettidiusocomune

sempre decorati con maschere,comelelucerne,oggettiornamen-tali,statue,vasicherichiamanoilteatrogreco. La presidente della Fondazione, ElsaSignorino, sot-tolinea come questa mostra sia la prima, nel genere, in Italia Setten-trionale. Di grande importanza è stato il progetto d’allestimento che ha ricostruito ambienti tali da valo-rizzare i reperti esposti; altrettanto geniale la ricostruzione di un pic-colo teatro interno alla mostra, che per tutta la durata dell’esposizione è luogo per brevi rappresentazio-ni e letture da parte dei numerosi gruppi teatrali ravennati compresi i gruppi teatrali scolastici.Abbiamo chiesto alla dott.ssa Gio-vannaMontevecchi, coordinatrice scientifica, quali sono state le diffi-coltà nella progettazione e nell’al-lestimento: “Dopo la scelta del tema, a monte del progetto, ci s’in-dirizza ai musei che possono colla-borare. Da quello di Napoli abbia-

mo avuto il maggiore contributo, ma sono molto importanti anche i reperti provenienti dai musei della regione, in particolare Ferrara. Lasceltadicontraddistinguerecinquepercorsiconcinquediversicolorièstataun’ideagenialeperricreareambientisuggestivi. Noi ci siamo orientati essenzialmente verso il teatro romano ma ci sono i rife-rimenti anche a quello greco. Le maggiori difficoltà le abbiamo in-contrate nel cercare il modo mi-gliore di sistemare le maschere: per ognuna abbiamo cercato il suppor-to adatto; insomma mesi di lavoro e oggi grande soddisfazione.”L’architetto PaoloBolzani, progetti-sta dell’allestimento, ha dimostrato ancora una volta notevole creatività e idee di grande effetto: “Dopo che i curatori scientifici hanno stabilito il tema della mostra, il mio compito è stato tradurrenell’allestimentoquantostabilitodalcomitatoscien-tifico,dandounavesteefficacealle

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Scoprire | Histrionica e Preraffaelliti a Ravenna

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cinque sezioni.Bisogna tradurrenell’allestimentoilprogettocultu-rale, individuare il miglior mezzo di comunicazione perché anche i visitatori meno esperti ne escano avendo appreso qualcosa in più. Ogni evento culturale deve esse-re finalizzato a migliorare il livello culturale di chi le visita. L’uso dei colori, poi, sottolinea la differen-za tra ambiente domestico, giallo oro, fino al rosso, nel cuore della mostra, dove abbiamo realizzato anche un piccolo spazio teatrale.”In un luogo altrettanto magico, la Loggetta Lombardesca, la mostra sui Preraffaelliti sta già riscuoten-do grande successo; ancor prima dell’inaugurazione erano miglia-ia le prenotazioni. Illustra il mo-vimento pittorico che esplose in Inghilterra della seconda metà dell’800 e rappresentò un grande slancio verso tutto quanto era ita-liano: arte, paesaggio, letteratura e storia. Le opere dei pittori inglesi sono messe a confronto con quelle degli artisti italiani che le hanno ispirate. Rossetti si distinse subito per la sua passione verso Dante, di cui illustrò le opere con una ma-gnifica serie di acquerelli e dipinti. Anche Burne-Jones realizzò opere tratte da soggetti legati alla lettera-tura italiana ma Ruskin fu il gran-de sostenitore al punto da essere

spesso considerato il maestro dei Preraffaelliti. “La partecipazione del pubblico è notevole e anche da parte della stampa - ha dichiarato il direttore ClaudioSpadoni, che è anche curatore della mostra insie-me a Colin Harrison e Christopher Newall. Abbiamo avuto una coper-tura che ha superato ogni previsio-ne. Se c’era il dubbio di una certa reticenza, visto il tema non molto noto, abbiamo la dimostrazione contraria. Questa mostra sta se-guendo il grande successo ottenu-to da quella precedente dedicata al viaggio e confermalamiaideacheognimostradovrebbeesserediqualità,conapportodiconoscenzenuoveperilpubblico, senza essere necessariamente e solo di nicchia. In questa mostra è sottolineato il rapporto tra i Preraffaelliti e l’Ita-lia, Paese con un patrimonio arti-stico che non ha eguali.”La maggior parte delle opere pro-viene dall’Inghilterra. Abbiamo chiesto a NadiaCeroni, conserva-tore del Museo, di commentare l’allestimento. “Il mio compito è prendere visione di tutte le opere, quindi essere presente all’apertura delle casse, insieme agli accompa-gnatori provenienti dai musei che prestano le opere, e verificare lo stato conservativo di ogni opera: se ci sono sollevamenti, tarli, ca-

dute di pellicola pittorica; occorre registrare ogni piccolo segno nel-la scheda condition report, perché, come arrivano, i capolavori vanno riconsegnati. Però, c’è anche un momento, il più bello e gratifi-cante: vedereperprimaleopere,toccarle,osservarledavicino.èungrandeprivilegio.”A Claudia Casali, responsabile dell’ufficio esposizione, chiedia-mo quali sono i tempi richiesti per l’organizzazione della mostra: “Questa è un caso eccezionale per-ché cistiamolavorandodaquattroanni, anche per darle un taglio par-ticolare. Generalmente la richiesta dei prestiti va fatta circa due anni prima. Ci sono opere inamovibili, come l’Ofelia di Millais. Poi difficol-tà legate alla tecnica sperimentale dei Preraffaelliti, con molti pastel-li: opere delicate non possono viag-giare. Altre, di importanti collezio-ni come la Tate Gallery o il museo di Birmingham, difficilmente sono concesse perché ne rappresentano la particolarità. Oggi c’è una gran-de richiesta, perché nei prossimi anni sono previsti numerosi eventi sui Preraffaelliti.” IN

Sopra, fase dell’allestimento della mostra al MAR. Sotto, Giovanna Montevecchi e Paolo Bolzani, rispettivamente coordinatrice e progettista di Histrionica. In apertura, due suggestive immagini delle esposizioni ravennati.

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Colori compositi

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L’emozione del Colore

testo Aldo Savini - foto Lidia Bagnara

La pittrice faentina Velda Ponti ci accompagna lungo l’evoluzione della sua carriera, dagli inizi degli anni ‘70 fino alle ultime contaminazioni tra diverse espressioni artististiche.

VeldaPonti scopre la passione per la pittura da bambina e ricorda la grande felicità del giorno in cui potè avere una scatola di colori, acquistata con i soldi sottratti alla madre. Era l’immediato dopo-guerra, anni difficili; per vivere a 16 anni è assunta come operaia al calzificio Omsa, ma la sera fre-quenta i corsi di disegno alla Scuo-la Comunale “Tommaso Minardi” e studia storia dell’arte. Nel 1957 si presenta a Lascia o raddoppia, il popolare programma condotto da Mike Bongiorno, sulla Storia della pittura dell’800. Vince una 650 e il conte Orsi Mangelli, proprietario dell’Omsa, le regala 350 mila lire per la pubblicità fatta all’azienda. Lacarrieraartisticainizianeglianni’70aFaenzainsiemeadalcunigiova-niartistilocali(Bedeschi,Pini,Ram-

bellieSaviotti)chesidenominavano“neo-impressionisti” per l’uso di colori accesi e di un segno nervoso e a tratti violento. La svolta decisi-va avviene a Brisighella, dove si era stabilita nel ’68; qui incontra MattiaMoreni, già affermato a livello na-zionale e protagonista della prima stagione informale, col quale inizia una collaborazione ma soprattutto da cui trae un insegnamento, osare e non esitare a scardinare e disgre-gare il linguaggio della pittura e dei generi, attribuendo valore as-soluto al gesto, oltre che al colore. Dall’attenzione alla fisicità dei cor-pi e dal progressivo avvicinamento al soggetto, come in una sequenza cinematografica, per una sorta di metamorfosi scopre il paesaggio, cosicché dalla decomposizione del-la materia vivente emergono pae-

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Creare | Velda Ponti

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saggifattidicarneedisangue,dovel’emozionesisostituisceallarap-presentazione. Nei grandi ritratti della gente di paese si concentra sulla pelle, spesso rugosa, che con-cepisce come il paesaggio dell’ani-ma. L’indagine però va oltre, cerca varchi per addentrarsi nell’interio-rità, si sofferma sugli occhi, sulle semplici fessure del volto attraverso le quali il mondo esteriore si insi-

nua all’interno e allo stesso tempo la dimensione interiore si proietta all’esterno. Quando però avverte che la ricerca può condurre a un vicolo cieco, non esita a darle una svolta per tentare una nuova figura-zione allucinatoria e fantasmatica, svincolata da condizionamenti e regole formali precostituite. Allorasonoicolorianchestridentiaorigi-nareformeliberechelascianoin-

travederescenedisarticolate,vio-lente,tumultuose,caotiche. Anche il vitalismo gestuale, con assonanze con la pittura di Moreni e del grup-po Cobra, si esaurisce nell’arco di alcuni anni, dal 1986 al ’90, con i ci-cli Farfalle e Mangiatori di farfalle, Ri-cordi e Identità dimenticata. Gli anni ’90 vedono per Velda un “ritorno all’ordine”, le nuove composizioni rivelano un’organizzazione con-trollata col ricorso a ritagli di gior-nali e, mentre i colori attenuano progressivamente l’intensità senza spegnersi, compaiono parole, co-sicché lapitturasicontaminaconlascrittura. Parole, segni e nuovi alfabeti talvolta si attraggono, al-tre si respingono, per esplorare il sistema della comunicazione visiva di cui non sempre si riesce a coglie-re il senso. La sensibilità irruenta tende a riemergere, non più con la carica passionale del passato, ma in sintonia con una riflessione che porta al recupero delle forme in una prospettiva naturalistica che si concretizza nel ciclo Eroi di carta, eroi di pietra. Sembra quasi che l’ar-tista sia impegnata ad umanizzare

In queste pagine, Velda Ponti nella sua casa studio a Brisighella. In basso, un esempio delle sue più recenti creazioni.

Breve bibliografia

Nata a Faenza nel 1934, frequenta i corsi serali alla Scuola di disegno “Minardi”. Nel 1964 sposa lo scultore ceramista Walter Bartoli e va a vivere a Zattaglia; nel ’68 si trasferisce a Brisighella. Conosce e frequenta artisti di fama nazionale e non solo, tra cui Virgilio Guidi, Pietro Annigoni, il faentino Franco Gentilini e Mattia Moreni. Intensa l’attività espositiva che dall’ambito locale si estende a quello regionale e nazionale. Oltre ai tanti cataloghi di mostre, la monografia Velda Ponti (Electa, 1999), a cura di Alberto Fiz, contiene un’ampia documentazione critica e biografica. Vive e lavora a Brisighella in via Giovanni XXIII, 3.

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La sua è una pittura sincera, oltre le categorie

la natura o a naturalizzare l’uomo, a partire da un’impres-sione occasionale quando passeggiando lungo la spiaggia di Gabicce il suo sguardo si posa, per caso, sulle “marelle”, pietre di mare che celano il segreto del tempo che plasma e trasforma, non solo la natura ma anche la coscienza e la condizione umana. Natura e uomo sono esposti alle stesse dinamiche, “tutto scorre” come già all’inizio del pensiero filosofico occidentale aveva affermato Eraclito; a questo ordine delle cose non ci si può sottrarre ma nemmeno ribellarsi, l’atteggiamento assunto da Velda è quello ludico e ironico: accettalecontaminazionierivesteformeefiguresenzavolto,chesiimpongonoquasipermetamorfosi,diin-serzioniascacchieracomeinungioco, che mette in eviden-za effetti e inganni della percezione visiva dello spettatore, direttamente coinvolto. Ma il comune denominatore delle tante stagioni di Velda sta, come scrive Elena Pontiggia,

in una “sincerità indifesa (ma tutt’altro che inerme), nella rinuncia a mettere in atto filtri e mediazioni. Per lei la pittura, al di là delle categorie a cui può essere ricon-dotta (astrattismo, informale, neo-figurazione) è sempreespressionismo. Cioè, etimologicamente ex premere, pre-mere fuori, gettar fuori una verità che non si può tenere per sé, e che ci raggiunge (noi, osservatori dell’opera) con una violenza di disperata dolcezza”. IN

FORLÌ via Copernico, 4/A - tel. 0543.751714 - [email protected]: da lunedì a sabato: 9,30 - 12,30 / 15,30 - 19,30

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Nell’epoca iper-tecnologica in cui tutto diventa obsoleto ancor pri-ma di averci preso confidenza, ci sono abilitàartigianalieartistiche di cui non potremmo mai fare a meno. Anzi, alcune di queste sono alla base di vecchi mestieri che, non solo non tramontano mai, ma sembra addirittura stiano rifioren-do. Non solo per l’ondata vintage che sembra investire ogni settore, riportando in auge la qualità e il valore di oggetti prodotti almeno vent’anni fa, ma proprio perché

senza alcune professionalità lanostravitaquotidianasarebbedi-versa.Tra i personaggi che si sono gua-dagnati nel tempo una professio-nalità difficile da eguagliare c’è il liutaio MarcoMinozzi, che dal 1982 costruisce e restaura violini. Ap-passionato di musica sin da bambi-no, si è diplomato al Conservatorio di Parma, prima di perfezionarsi con alcuni dei migliori maestri liu-tai e restauratori. I suoi strumenti sono ora apprezzati dai musicisti di

Nella Ravenna contemporanea

continuano a vivere mestieri o professioni

che si pensavano dimenticati. Testimoni

di una tradizione che sa restare, tuttavia, al

passo coi tempi.

testo Roberta Bezzi foto Massimo Argnani, Lidia Bagnara, Massimo Fiorentini

La primavera dell’ Artigianato

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Riscoprire | Vecchi mestieri ritornano

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tutto il mondo. Di recente si è guadagnato gli onori della cronaca per essere riuscito a costruire e a far funzionare la “Clavi Viola”, uno strumento musicale progettato 500 anni fa dal poliedrico genio toscano, maestro del Rina-scimento, Leonardo da Vinci. Un’impresa compiuta al termine di un anno di lavoro, insieme al tornitore raven-nate Pino Zampiga, in collaborazione con il Centro studi milanese “Leonardo 3”. Il risultato è uno strumento mai visto prima. Come un clavicembalo, ha una tastiera su cui le dita devono premere. I tasti muovono le corde che van-no così a sfregare contro un “crine”, una corda impeciata, come quella degli strumenti ad arco, messa in continuo movimento da un complesso meccanismo azionato dal movimento del piede. Dopo l’anteprima a New York e poi

I Calamaiprofumazioni evocative

Via Bovini, 30 - 48123 RAVENNA Tel. 0544 771094 - Cell. 349 2983111

Rosa Scarlattadi Bandini Cristina

Fiorista

Un poeta francese che viveva a Grasse decise di partire per visitare l ’Italia.Si diresse così a Portofino, dove fu colpito dal blu del mare. Poi

andò a Siena, dove rimase estasiato dai colori della Piazza dei Cotti. Quindi fu la volta di Amalfi,

dove la sua vista gioì davanti agli splendidi limoni. Infine fece tappa a Parma, dove si

innamorò delle violette profumate. Di ritorno nella sua patria, decise di trascrivere sul suo diario i colori

e i profumi dell ’Italia e usò il nero di china...

La leggenda narra che...

E così nacquero i profumi I Calamai.

Blu di Portofino Arancio di Siena

Viola di Parma Giallo di Amalfi

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al Castello Sforzesco di Milano, ora lo strumento è alla mostra “Il La-boratorio di Leonardo”, nel castel-lo di Vigevano, fino al 13 giugno. Tra i progetti futuri di Minozzi, la cui bottega è in via De’ Tomai 3, vi è certamente lo studio di altri manoscritti di Leonardo.AldoGuerrini non è l’unico incisore di Ravenna, ma tutti lo conoscono perché è il solo a lavorare ancora con un pantografo tradizionale a funzionamento manuale. Come ha iniziato? “Ben 47 anni fa - illustra -. Tutto è nato in modo casuale quan-do studiavo per diventare aggiusta-tore meccanico e sono stato notato, per la mia pazienza, dall’incisore

Secchi. Mi ha fatto provare e tutto è andato bene.” Guerrini ha aper-to la sua attività l’1 gennaio 1968, diventata nel tempo il Laboratorio incisioni Guerrini di Maria Anto-nellini (la moglie), in via Circon-vallazione Molino 108/A. Com’è cambiato il suo modo di lavorare in questi anni? “Ricordo che tem-po fa si incideva soprattutto su pla-stica e plexiglass. Attualmente si lavora soprattutto sull’ottone, per realizzare pulsantiere, targhe per liberi professionisti, coperture per caminetti e oggetti artistici per la casa o per pubblici esercizi, anche se il plexiglass è ritornato. Rispetto a chi usa il pantografo compute-

A fianco la signora Giannina che ancora collabora con

la Bottega del Cappelletto, nella preparazione della

pasta fresca. In apertura, da sinistra, il liutaio Marco Minozzi, Pina Maffeo della

bottega sartoriale Celestina Orlo Espresso Arianna e l’incisore Aldo Guerrini.

Botteghe e mercati storici

Grazie a un’iniziativa regionale, la legge n. 5 del 2008,

l’amministrazione di Ravenna ha potuto istituire l’Albo delle botteghe

e del mercati storici, valorizzando così quegli imprenditori che

sono attivi in città da almeno cinquant’anni e costituiscono

una testimonianza significativa della storia e delle tradizioni

commerciali. Ognuna di queste botteghe, alcune alimentari, altre

no, insieme al Mercato coperto, propongono un viaggio a ritroso tra

arredi, strumentazioni e documenti, fregi storici e artistici del tempo

passato. Ecco le “vecchie” attività contraddistinte da vetrofanie

realizzate dalla Regione Emilia Romagna: Mercato Coperto

di piazza A. Costa (dal 1922), Casemurate di piazza S. Francesco

3 (1958), Cortoni di via C. Ricci 31 (1947), Tedaldi di via E. Farina 177 (1951), Cappelleria Inglese di via M. Gordini 3 (1946), Gioielleria

Lugaresi di via G. Matteotti 12 (1895), Merceria Cesare di via

G. Matteotti 28 (dal 1900 circa), Montanari Calzature di via Cavour 9 (1925), Zoli & Zoffoli di via Pedrosa

253 (1955), Ca’ de Ven di via C. Ricci 24 (1876), Antica trattoria Al Gallo di

via Maggiore 87 (1909).

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rizzato, grazie all’utilizzo di matrici, riesco a realizzare pulsanti in ottone e pannelli sinottici industriali. Gli altri hanno il vantaggio di impiegare meno tempo, ma poi la velocità incide sul prezzo.”Tra i mestieri per così dire “recuperati” vi è anche quel-lo della sarta. Girando per Ravenna, è impossibile non imbattersi in uno dei tanti negozi che promettono di risolvere uno dei numerosi piccoli fastidi quotidiani: un orlo rovinato, una lampo rotta, una manica troppo lunga, ecc. In via G. Mazzini 70, per esempio, c’è CelestinaOrloEspressoArianna che fa parte di una catena di picco-le botteghe sartoriali, presenti in diverse città del Nord Italia. Qui si vive proprio l’atmosfera delle antiche sar-torie, con tanto di confortevole sala d’attesa, in cui fare aggiustare un abito a cui si è particolarmente affezionati o addirittura farsi confezionare qualcosa di nuovo e ori-ginale. Restando in centro, ma spostandosi verso via Giro-lamo Rossi 54, c’è anche OrlieRammendi, un laboratorio che accorcia, allarga, modifica, stringe in modo rapido, preciso e a basso prezzo. Una piccola impresa familiare, marito e moglie che hanno avuto l’idea quando abitavano

a Milano, in grado di realizzare riparazioni sartoriali di ogni tipo per privati e negozi.E sfruttando un’altra tradizione, in questo caso tipica della Romagna, come quella della pasta fatta in casa, ecco che non si contano i negozi di vendita di cappelletti, tortelli, tagliatelle, strozzapreti, gnocchi, ecc. La BottegadelCappelletto di via Bassano del Grappa 40, per esem-pio, è stata la prima ad aprire in città, alla fine degli anni ’60 grazie all’intraprendenza della signora Giannina che ancora collabora con i nuovi proprietari: Andrea Santan-drea e Daniela Catalano. “Ciò che ci contraddistingue è l’artigianalità, l’utilizzo solo di ingredienti naturali e il rispetto totale delle tradizioni culinarie romagnole di sempre - spiega Santandrea -. La nostra piadina è ancora fatta seguendo la ricetta segretissima di Giannina. Argia, la madre di mia moglie, è invece particolarmente apprez-zata per i suoi gnocchi e tortelli ricotta e spinaci, alla zucca e alle ortiche.” IN

Il valore della professione

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Sopra, due immagini di quanto restava della Fiera di maggio ai primi del ‘900, quando si limitava alla venerazione del Santo Sassolo (foto tratte da: P. De Lorenzi, Fiere e mercati ravennati di ieri e di oggi, Arti grafiche, 1964). A pag.46, il Santo Sassolo (su concessione della Diocesi di Ravenna-Cervia).

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Ricordare | Fiera di maggio

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Quando c’era la Fiera

testo Andrea Casadio

La storia della Fiera di maggio: un evento che, per più di due secoli attirò a Ravenna mercanti e forestieri da tutta la Romagna, attratti anche da un’antica quanto curiosa reliquia.

Forse qualche ravennate, fra le bancarelle cesenati del 24 giugno o a Santarcangelo l’11 novembre, si sarà chiesto come mai la sua città sia priva di una manifestazione, se non di pari livello, almeno para-gonabile. In altri termini: perché non esiste una fiera a Ravenna? La risposta è quasi banale. La debole tradizione commerciale della no-stra città, isolata dalle principali vie di comunicazione, è ben nota. Eppure non è sempre stato così. Ravennalasuafiera l’aveva: quella che, negli ultimi secoli, era diventa-ta famosa come la Fieradimaggio. Quali erano le sue origini? E come mai, a un certo punto, scomparve?La risposta al primo quesito non è agevole. Le fiere erano una real-tà importante dell’economia pre-moderna, un appuntamento fisso annuale che vedeva convergere in città i mercanti forestieri attratti dalle franchigie fiscali concesse per l’occasione sull’importazione delle merci, permettendo alla comunità di rompere il cerchio del piccolo commercio locale. Le fonti stori-che dicono che fin dal Medioevo a Ravenna ne esisteva una, chia-mata di S. Michele, celebrata nei primi giorni di maggio, e che nel

’500 un’analoga manifestazione si svolgeva ora in borgo S. Biagio, ora in borgo S. Rocco, ora nell’at-tuale via di Roma, nei pressi di S. Maria in Porto. Fu però all’inizio del ’700 che, dopo essere andata in decadenza per alcuni anni, a causa dell’abolizione dei privilegi fiscali, acquisì le forme che, a grandi linee, avrebbe mantenuto fino al secolo seguente. Le disposizioni emanate al riguardo nel 1723 dal legato, il cardinale Bentivoglio, erano pre-cise. La fiera si aprivail1°maggioeduravaottogiorni. Tutti i mercanti cittadini erano obbligati a interve-nirvi, insieme ai forestieri, ospitati in botteghe di legno, coperte di coppi e con facciate variopinte. La sede privilegiata era la strada che andava dal duomo a piazza dell’Aquila, anche se poi, per ol-tre un secolo, il vero centro fu la piazza. Pur con alterne vicende e modifiche (per esempio, all’inizio dell’800 la sua durata fu prolun-gata al 15 maggio), fu su questa base che la fiera divenne uno degli eventi dell’anno tra ’700 e ’800. “A maggio Ravenna sembra rinnovel-larsi”, scriveva nel 1856 Guglielmo Stefani nel suo Dizionario corografico dello Stato pontificio. “La fiera vi at-

trae grandissimo concorso di gente dalle altre legazioni e dalle Marche; l’arena Alighieri aperta; al teatro opera grande, i cantanti di primo grado”. “EraRavennachesidiverti-va”,gliavrebbefattoecoannidopo,nel1924,l’anzianoPioPoletti,me-moredellefieredellasuainfanzia.Eppure, l’aspetto più caratteristico della fiera era un altro. La presenza delle banche nella strada del duo-mo occupate nell’800, per i primi tre giorni di maggio, da “merciari e rigattieri” che poi si trasferivano a loro volta nella piazza maggiore, non era infatti casuale. Quelli era-no i giorni in cui, nella chiesa me-tropolitana, avveniva l’esposizione del Sant Sassol.Il SantoSassolo era una delle reli-quie più venerate della Romagna. Era (anziè,vistocheèancoroggiconservatodallaChiesaravennate) un tronco di antica colonna roma-na, di color verde e con una cate-na, che la tradizione voleva fosse servito alla lapidazione di S. Apol-linare, tantochealsanguedelsantoeraappuntoattribuitalapresenzadialcunemacchiesulcorpodellaco-lonna. Nei primi tre giorni di mag-gio era esposto in pubblico dietro uno steccato di legno, custodito da

IN Magazine | 45

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un sacerdote che lo trascinava per mezzo della catena verso la folla dei fedeli, ricevendo al contempo le of-ferte di questi ultimi. La credenza popolare gli attribuiva speciali virtù taumaturgiche: era usanza comune strofinarvi sopra le parti del corpo malate o delle fettucce apposita-mente acquistate e poi applicate nei punti da curare, con risvolti sul piano igienico che è facile intuire. Più che in città, il culto del Santo Sassolo era diffuso in campagna e in Appennino, causando un note-vole afflusso, durante la fiera, di “rustici” forestieri abbastanza inu-suale per Ravenna. In quei giorni, scriveva a fine ’700 nella sua cro-naca cittadina l’abate Fiandrini, “e di giorno, e di notte si suonava, e ballava promiscuamente in tutte le strade e piazze della città”, dove la presenza più caratteristica erano ragazze provenienti dai paesi della collina (le cosiddette “maggiarole”) “bizzarramente infiorate, e suonan-ti il cembalo, con cui accompagna-vano le loro strofe stranissime a tutti quelli con cui si incontravano, dandogli la buona ventura e il ben vegna maggio”. Un’usanza che pro-vocò lo scandalo della cittadinanza, inducendo l’arcivescovo, nel 1771,

a proibire i balli in strada, e l’anno seguente il legato a vietare i canti.Legatacom’eraallasocietàeallaculturadi“anticoregime”,nonc’èdastupirsichelaFierainiziasselasuadecadenzaconlafinediquelmon-do. Nel 1860 il consiglio comunale decise di sopprimere le botteghe temporanee e vendere il legname, “per vetustà” divenuto “indecoroso e sconveniente”. L’ultima testimo-nianza rintracciata sull’esistenza della fiera in piazza risale al 1866: in quell’epoca, abolite nel nuovo regime commerciale le vecchie

franchigie fiscali, si svolgeva ormai “con pochissimo concorso di nego-zianti”. Meno di dieci anni dopo sopravviveva solo la fiera “minore”, quella del Santo Sassolo, specializ-zatasi come mercato di giocattoli e oggetti per ragazzi. Cavalli di legno, soldatini, bambole erano in vendi-ta nelle bancarelle, mentre l’aria risuonava del chiasso di fischietti e organetti e i più classici spettacoli “da baraccone” popolavano il tra-gitto da piazza dell’Aquila al duo-mo: la donna cannone, la donna torpedine “che starnutisce con gli occhi”, la donna sonnambula che prediceva il futuro, i cantastorie, i “ciechi di Bologna” che cantavano stornelli al suono di violini e chi-

tarre. Sui giornali dell’epoca, portavoce della borghe-

sia “illuminata”, il disprezzo verso la superstizione delle rozze popolazioni della campagna,

man mano che anche il culto del Santo Sassolo iniziò a scemare, si tramutò in nota di colore, e poi in affettuosa nostalgia. “Ieri il via vai del bacio al santo è stato scarsis-simo”, scriveva il “Ravennate” nel 1885, e “scarso anche il concorso alla fiera”. La fiera “muore di tisi”, si scriveva nel 1919; “non ne può più” si ribadiva nel 1930. Nel1938eraormaiscomparsa,mentreinduomoancorasiesponevailSantoSasso-lo, come ci conferma un infallibile testimone oculare, il prof. Mario Pierpaoli. Dopo la guerra, anche la

reliquia non sarebbe più comparsa alla venerazione dei fedeli.Non è un caso che la decadenza di questo culto, e con esso della fiera superstite, fosse avvenuta negli stes-si anni in cui le folle di popolani, che un tempo correvano ad adora-re il vecchio sasso e festeggiare mag-gio, cominciarono, il primo giorno di quel mese, a incolonnarsi dietro le bandiere rosse. La reliquia non aveva saputo resistere all’onda in-vincibile della “modernizzazione”. Oggi che anche il rosso delle ban-diere si è alquanto stinto, maggio è tornato ad accogliere, come 300 anni fa, nuovi riti “pagani” di canti e balli en plein air, che però, invece delle strade cittadine, hanno come teatro le spiagge di Marina. Ecco allora l’irrompere dei nuovi “bar-bari”, lo scandalo dei bacchettoni, l’intervento risolutore dell’Autori-tà per la gioia del ravennate medio. Chi ha detto che la storia non si ripete? IN

Un Sasso dalle speciali virtù

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nuovi arrivicollezione primavera-estate 2010

Page 48: Faenza IN Magazine

IN Magazine | Special ADV

Arredare casa significa esprimere se stessi, i propri gu-sti e il proprio stile di vita. Ma non sempre è facile tra-sformare i propri desideri in realtà: ci si può far prendere infatti dalla piacevole smania che spinge a girovagare da un negozio all’altro, a navigare per numerosi portali su internet, sfogliare molteplici riviste di settore, senza però riuscire alla fine a capire come collocare tutte le idee raccolte, su come far convivere complementi, ac-cessori, decorazioni, colori. E così il rischio di rimanere delusi è alto. Rivolgersi a Quartadimensione Atelier, con due ampi piani di esposizione in via Faentina 119/Q a Ravenna, significa avere un servizio a 360 gradi e ave-re la sicurezza di essere seguiti passo passo in quell’en-tusiasmante percorso che porta alla realizzazione di un ambiente abitativo armonico e accogliente, valutando quelle soluzioni creative che meglio rispondono alle proprie idee. Nell’ambito dell’arredamento di interni, Quarta Dimensione Atelier è una consolidata attività di comprovata esperienza e tradizione se si considera che è stata fondata nel 1978, con sede in via Cesari. La ve-

Quartadimensione Atelier Via Faentina 119/q - RAVENNA - Tel. 0544/461200 - www.qdarredo.it

le proposte di QUArtAdiMeNsioNeAtelier

Progetti d’ArredAmento “sArtoriAle”,

mAteriAli di QuAlità e consulenzA

ProfessionAle, Per creAre l’Ambiente

ideAle. è l’offertA di QuArtAdimensio-

ne Atelier, nei suoi due PiAni di esPosi-

zione, in viA fAentinA 119/Q A rAvennA.

L’Atelier propone alcuni tra i più

noti marchi d’arredamento, di

cucine ed elettrodomestici.

ste societaria è cambiata nel 2003, quando Ezio Solaini ha lasciato la conduzione della IV Dimensione Srl, ed è stata rilevata dai quattro soci Massimo Cicognani, Va-lerio Gaeti, Giorgia Santini ed Elisa Valgiusti che hanno mantenuto il nome storico. «….con l’aggiunta della parola Atelier, però, proprio per sottolineare il tocco “sartoriale” che mettiamo sia nell’arredamento che nelle decorazioni - illustrano i ti-tolari -. Arredare è qualcosa di diverso dal semplice ammobiliare, è creare interni dotati di personalità ma in cui il cliente si sente a proprio agio. Ormai un po’ tutti nel nostro settore offrono personalizzazioni, ma noi sia-mo in grado di realizzare, ciascuno con il proprio stile riconoscibile, produzioni progettuali di pregio utilizzando per esempio prodotti di falegnameria o marmi su misu-ra, o come usare le nostre aziende in modo artigianale, per gestire al meglio gli ambienti di vita. Senza contare

poi l’accuratezza dei decori, con proposte su tendaggi, rivestimenti murari, elementi in cartongesso, tappeti e complementi d’arredo vari, non sottovalutando anche gli aspetti tecnici come la scelta degli elettrodomestici dove le proposte si adattano ad ogni tipo di esigenza…..». Ar-redi accessibili ma con materiali di qualità, consulenza d’arredo e progettazione di interni, serietà e professio-nalità, sono dunque i principali punti di forza di Quar-tadimensione Atelier che si avvale di personale tecnico interno, altamente specializzato per il montaggio dei mo-bili, in modo da fornire così un servizio completo, dalla scelta dei materiali e fino al colore della parete con una cura maniacale dei particolari. Il negozio è rivenditore di alcuni noti marchi, fra cui Minotti divani, Rimadesio, Por-ro, La Falegnami, Lago, per gli spazi gastronomici Valcu-cine e TM Italia, ed elettrodomestici tra i quali emergono Gaggenau, Neff, Aeg, Fhiaba, Liebherr, Alpes inox.

AbitArecon stile

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Arredare casa significa esprimere se stessi, i propri gu-sti e il proprio stile di vita. Ma non sempre è facile tra-sformare i propri desideri in realtà: ci si può far prendere infatti dalla piacevole smania che spinge a girovagare da un negozio all’altro, a navigare per numerosi portali su internet, sfogliare molteplici riviste di settore, senza però riuscire alla fine a capire come collocare tutte le idee raccolte, su come far convivere complementi, ac-cessori, decorazioni, colori. E così il rischio di rimanere delusi è alto. Rivolgersi a Quartadimensione Atelier, con due ampi piani di esposizione in via Faentina 119/Q a Ravenna, significa avere un servizio a 360 gradi e ave-re la sicurezza di essere seguiti passo passo in quell’en-tusiasmante percorso che porta alla realizzazione di un ambiente abitativo armonico e accogliente, valutando quelle soluzioni creative che meglio rispondono alle proprie idee. Nell’ambito dell’arredamento di interni, Quarta Dimensione Atelier è una consolidata attività di comprovata esperienza e tradizione se si considera che è stata fondata nel 1978, con sede in via Cesari. La ve-

Quartadimensione Atelier Via Faentina 119/q - RAVENNA - Tel. 0544/461200 - www.qdarredo.it

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Progetti d’ArredAmento “sArtoriAle”,

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ideAle. è l’offertA di QuArtAdimensio-

ne Atelier, nei suoi due PiAni di esPosi-

zione, in viA fAentinA 119/Q A rAvennA.

L’Atelier propone alcuni tra i più

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cucine ed elettrodomestici.

ste societaria è cambiata nel 2003, quando Ezio Solaini ha lasciato la conduzione della IV Dimensione Srl, ed è stata rilevata dai quattro soci Massimo Cicognani, Va-lerio Gaeti, Giorgia Santini ed Elisa Valgiusti che hanno mantenuto il nome storico. «….con l’aggiunta della parola Atelier, però, proprio per sottolineare il tocco “sartoriale” che mettiamo sia nell’arredamento che nelle decorazioni - illustrano i ti-tolari -. Arredare è qualcosa di diverso dal semplice ammobiliare, è creare interni dotati di personalità ma in cui il cliente si sente a proprio agio. Ormai un po’ tutti nel nostro settore offrono personalizzazioni, ma noi sia-mo in grado di realizzare, ciascuno con il proprio stile riconoscibile, produzioni progettuali di pregio utilizzando per esempio prodotti di falegnameria o marmi su misu-ra, o come usare le nostre aziende in modo artigianale, per gestire al meglio gli ambienti di vita. Senza contare

poi l’accuratezza dei decori, con proposte su tendaggi, rivestimenti murari, elementi in cartongesso, tappeti e complementi d’arredo vari, non sottovalutando anche gli aspetti tecnici come la scelta degli elettrodomestici dove le proposte si adattano ad ogni tipo di esigenza…..». Ar-redi accessibili ma con materiali di qualità, consulenza d’arredo e progettazione di interni, serietà e professio-nalità, sono dunque i principali punti di forza di Quar-tadimensione Atelier che si avvale di personale tecnico interno, altamente specializzato per il montaggio dei mo-bili, in modo da fornire così un servizio completo, dalla scelta dei materiali e fino al colore della parete con una cura maniacale dei particolari. Il negozio è rivenditore di alcuni noti marchi, fra cui Minotti divani, Rimadesio, Por-ro, La Falegnami, Lago, per gli spazi gastronomici Valcu-cine e TM Italia, ed elettrodomestici tra i quali emergono Gaggenau, Neff, Aeg, Fhiaba, Liebherr, Alpes inox.

AbitArecon stile

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WAIKIKI beAch un nuovo modo di vivere la spiaggia

Il mitico bagno n. 16 di Lido di Classe, (ex Katia), da quest’anno ha un nome nuovo e gestori nuovi. E’ stato ribattezzato Waikiki beach e a gestirlo sono due castrocaresi, Sandra Binzoni e Gabriele Vallicelli, coppia felice anche nella vita. Reduci da importanti esperienze nel settore dei bar (hanno lasciato, dopo anni, il bar One One di Forlì), Sandra e Gabriele (in foto a sinistra) hanno coronato il sogno di molti: un bagno al mare. L’aria che si respira al Waikiki è fresca e rassi-curante. Il primo impatto è col colore lilla, dagli ombrelloni, al bar fino ai cuscini dei divani, poi è la calda accoglienza di tutta la famiglia (tre generazioni, dai nonni ai nipoti), che riscalda l’animo e che dà il senso della tradizione. Un bagno famigliare per la famiglia e per i giovani.

IL MARE: 4000 metri di spiaggia con 240 ombrelloni, circa 700 lettini e numerose cabine. IL BAR: Splendide colazioni al mattino, servite ai tavoli, con possibilità di leggere almeno 5 quoti-diani. Poi, a mezzogiorno, un ricco self service, per non perdere neppure un attimo di sole.IL RISTORANTE E IL BISTROT: La sera nel bistrot musica dal vivo e karaoke e nel ristorante appetitosi piatti di carne e pesce della cucina tradizionale romagnola (vongole veraci alla carbonara, guazzetto piccante di cannocchie, grigliate miste, tagliatelle, tortelli, etc.). Location ideale anche per feste di compleanno, laurea, matrimoni o divorzi (ultima moda!)SPORT: 4 campi da beach volley e, per tutta la durata dei mondiali, schermo gigante per vivere il calcio in compagnia.BAMBINI: Mini club con animazione e spazi dedicati ai più piccoli con giochi, dallo scivolo al canguro, dalle casette alle altalene.ANIMAZIONE: tornei di burraco o di Scala 40 e, per i più salutisti, incontri collettivi di risveglio muscolare in riva al mare.

WAIKIKI beAch Via e. Pessagno 16 - Lido di classe (RA) - Tel 331 1657565 - www.bagnowaikikibeach.it

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Vincitore di numerosi titoli italiani, europei e mondiali, il ravennate

Paolo Vandini ci racconta la sua grande

passione per il nuoto, gli oltre trent’anni di

carriera agonistica e le sfide future.

“A dieci anni ho iniziato ad andare alla San Vitale, all’epoca unica pi-scina di Ravenna per perfezionare il nuoto. In seguito mi proposero di avvicinarmi all’attività agonisti-ca e nel 1970 ho fatto le prime gare di stile libero e delfino”. PaoloVan-dini ricorda così i primi passi della sua grande carriera. “Nel 1972 ho iniziato a fare gare nel nuoto pin-nato - spiega - con la Sub Delphi-nus e i primi risultati importanti sono giunti tre anni dopo con duetitoliitalianiassoluticonquistatia

Torino,nei200enei1500metri. In quello stesso anno è arrivata anche la prima convocazione con la ma-glia della nazionale per gli Europei in Francia dove arrivai undicesimo nei 1500 metri e ottavo negli 800 metri. La prima medaglia azzurra l’ho vinta l’anno dopo, con il bron-zo nella staffetta 4x100.” A questo punto il nuotatore ravennate lascia la società Sub Delphinus per entra-re nell’arma dei Carabinieri: “Era il momento del servizio militare e fui contattato dal Centro Sportivo Carabinieri per svolgere con loro l’attività agonistica, da allora ga-reggio per questa società”. Tra le tante partecipazioni ai mondiali Vandini ricorda i tre titoli a squa-dre di fondo: “Nel1994inSvizze-ra,nel1999inColombiaenel2001aRavenna, dove vinsi l’oro nella 4x2000 e il bronzo nella 20 km in-dividuale.”In ogni kermesse c’è sempre per la squadra azzurra una rivale ag-guerrita… “La nazionale russa è stata negli anni la più temibile, l’avversaria di sempre: quando arrivo secondo o terzo davanti c’è ogni volta un atleta russo.” Vandi-ni ha partecipato a 15 campionati europei vincendo per 12 volte il titolo di fondo: “Ricordo quando vinsi nell’87 in Olanda contro il

testo Michele Virgili - foto Massimo Fiorentini

L’acqua… nel Sangue

IN Magazine | 51

Vincere | Paolo Vandini

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russo Mikail Jakovlev con cui era nata una sana rivalità sportiva, du-rata qualche anno. L’anno prima ai campionati del mondo lui vinse l’oro nei 1500 e io arrivai secondo. Nell’87 ho conquistato il titolo eu-ropeo negli 8000 ed stato lui ad arrivare secondo, in quello stesso anno ho stabilito il record mon-diale sul miglio marino e nell’88 lui me l’ha portato via. Siamo sem-pre ottimi amici e regolarmente ci scambiamo gli auguri natalizi.” GliultimisuccessidiVandinidel2009,conilCentroSportivoCarabinieri,sonoduetitoli italianiassoluti. A Treviso il nuotatore ravennate ha conquistato il titolo di campione italiano di mezzofondo nei 3000

metri pinne, mentre a Livorno ha ottenuto il titolo di campione ita-liano degli 800 metri in velocità subacquea. Con la nazionale sono arrivate una medaglia d’argento ai mondiali del 2006 a Torino e un bronzo ai campionati europei in Ungheria nel 2008.Siavvicina,intanto,ilprossimoim-pegno,icampionatiitalianidifondoinprogrammaaOrbetellodomeni-ca6giugno,preludioaicampionatiitalianidimezzofondochesisvol-gerannoil20settembreaTreviso. “Non mi sbilancio in pronostici, l’anno scorso ho vinto un argen-to nel fondo e un oro nei 3000, l’obiettivo è avvicinarsi a questi risultati. Da sempre mi alleno alla piscina comunale tutte le mattine per due ore e a partire da maggio alla Standiana, dove sono gentil-mente ospitato dalla Società Ca-nottieri Ravenna che ringrazio per la disponibilità.” L’attrezzatura de-gli atleti è cambiata nel corso degli anni: “C’è stata una grande evo-luzione. Negli anni ’70 si utilizza-vano pinne in fibra di vetro, negli anni ’80 le monopinne in fibra di vetro e negli ultimi anni pinne in carbonio che danno elasticità, po-tenza e leggerezza. Poi sta all’atleta fare la differenza.” IN

A fianco e in apertura Paolo Vandini in allenamento nella piscina comunale di Ravenna.

Biografia sportiva

Paolo Vandini è nato ad Alfonsine il 24 giugno 1958. Inizia l’attività

agonistica del nuoto pinnato, nel ’72, nella società GS Sub Delphinus Ravenna in cui rimane fino al 1978.

Nel novembre di quell’anno, si arruola nei Carabinieri e dal ’79 fa

parte del CS Carabinieri Napoli. Dal 1975 veste la maglia azzurra, con

la quale finora ha partecipato a 19 campionati del mondo, 15 europei

e disputato numerosi meeting internazionali. Ha vinto 125 titoli

italiani assoluti, 12 titoli Europei di fondo (mt. 8000) e 3 titoli mondiali a squadre di fondo. Ha migliorato

65 record italiani nelle distanze dei metri 200, 400, 800 e 1500. Ha

ottenuto un record mondiale ed europeo nel miglio marino

(1850 m). Sposato con Mimma dal 1981, ha due figlie: Federica e Francesca.

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La sua è un’eleganza sportiva e moderna. Sempre sorridente e di-sponibile verso clienti e turisti che affollano il suo ristorante, nel cuo-re di Ravenna. Segue le sue attività con dinamismo e si lascia molto spesso coinvolgere nelle iniziative che in questi ultimi anni anima-no la città in particolari periodi dell’anno, come la Notte d’Oro, o San Silvestro. Incontriamo MauroMambelli nel suo ufficio stracolmo di riviste d’ogni genere: turistiche, sportive, quelle che presentano le novità nel campo della ristorazione.Comee quandohadeciso di farequestolavoro?“Sinceramente mi ci sono ritrovato: all’inizio venivo per brevi periodi ad aiutare mia sorella Brunella; poi mi è piaciuto e ho deciso che avrei condotto il ristorante insieme a lei.”Perònonsièfermatoqui.Inseguito

haallargatoilsuointeresseadaltriduelocali.“Sono capitate delle occasioni ma, in particolare, ho messo su, con alcuni soci, due locali diversi per quanto possono offrire: uno è ristorante pizzeria e l’ultimo è una enoteca con cucina, adatta alla pausa del mezzogiorno o a prendere un aperitivo che, tra una chiacchiera e l’altra, può condurre anche a un rapido pasto. Inoltre, sono in vendita vini e prodotti tipi-ci. Sentivo che mancavano locali di questo genere in centro a Ravenna e dai risultati posso dire che l’idea era giusta.”Leinonsilimitaafareilristoratoremaècoinvoltoancheinprimaper-sonanellaspecificaassociazionecheriguardailsuolavoro.“Sono presidente del sindacato dei ristoratori di Ascom e, recentemen-

te, sono stato eletto vicepresidente; inoltre da un anno ho anche la presidenza di Ravenna Incoming. Tengo a dire questo perché non bado solo ai miei interessi, al mio lavoro. Mi piace collaborare con le istituzioni quando decidono di fare iniziative per rendere più viva la città non solo per i ravennati ma anche per i turisti; a volte sono io stesso ad avanzare proposte.”Gestiretrelocali,anchesequelloincuistalamaggiorpartedeltempoèilprimo,nonpensolelascitempolibero.Misbaglio?“Chi vuole la mia disponibilità e collaborazione sa che mi deve la-sciar perdere il giovedì, giorno di chiusura, perché non ci sono per nessuno. Spesso mi reco in campa-gna, dove abitavano i miei nonni, in una piccola casa che ho ristrut-turato e che è il mio ‘spazio di li-bertà’ dove amo fare piccoli lavori gustando anche la piacevole sen-sazione di stare all’aperto. Inoltre mi concedo brevi vacanze: amo la montagna e adoro lo snowboard. Ma la mia vera passione sono le moto, quelle di grossa cilindrata, e le macchine d’epoca. Ne ho qual-che esemplare.”Sulla parete sono allineate decine e decine di modellini di macchine d’epoca, biglietti da visita che rive-lano la sua passione. Mauro con-fessa che ama il cinema ma non ri-esce a trovare il tempo per andarci. “Amo leggere i libri di storia, trovo che contengano tanti insegnamen-ti. Ne ho parecchi.” IN

testo Anna De Lutiis - foto Lidia Bagnara

Incontri di Stile

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Confidare | Mauro Mambelli

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Quale libro portare con sé nelle prime uscite primaverili? Le pro-poste per piacevoli letture all’aria aperta non mancano perché autori ed editori offrono un’ampia varie-tà di titoli e generi.Thailandiasudueruoteattraversoleregionidelsud è il testo firmato da MarcoMorrone e pubblicato da SBC edizioni. L’autore, appassiona-to di moto, racconta con periodare fluido e scorrevole il suo viaggio a due ruote nella Thailandia del sud, regalando grazie alla dovizia di particolari, all’ironia e a certe punte riflessive, una cartolina visi-va per nulla scontata. Il libro-viag-gio parte da Rawai e tocca dappri-ma in solitario, poi in compagnia di amici, le più suggestive località del sud del paese. Corredato di foto, il testo offre uno spaccato lo-cale denso di spontaneità e vissu-to perché “scoprire il mondo che ci circonda - sostiene l’autore - è

come scoprire una parte di noi.”ScholaHominumBurgi. Una sto-ria,unapassione,ilmercatoa cura di AntonioGnesè la proposta di Longo editore. Il testo esce in oc-casione del ventennale di questa associazione e ripercorre, di pari passo al dato storico, motivazioni, obiettivi, identità, insomma l’ani-ma della Schola Hominum Burgi. Testimonianze di una vita ormai tramontata, antichi mestieri, dalla filatrice allo speziale; e poi ancora colori, profumi, il vociferare con-fuso della gente di mercato, torna-no a vivere nelle pagine di questo libro che vuole tramandare la me-moria storica di un’epoca molto si-gnificativa per il nostro territorio.Ancora un tuffo nel passato: Audi-videcælo.Ilpatrimoniomusicaledell’ArchivioarcivescovilediRaven-na pubblicato da Danilo Montana-ri Editore e firmato BarbaraCipol-lone. Il testo brilla per originalità

e per la meticolosa ricognizione che lo contraddistingue. Dopo un breve excursus storico sulla musica a Ravenna nei secoli XVI-XVIII, l’andare descrittivo si dipana attra-verso le fonti manoscritte di una produzione musicale per lo più sconosciuta. Foto dei manoscritti, schede tecniche e ricostruzione storica corrono di pagina in pagi-na, delineando la pratica liturgica e devozionale delle chiese ravenna-ti. Il testo, corredato di cd musicale non è in vendita, ma si può richie-dere presso Fondazione Ravenna Capitale, in Piazza del Popolo 7, tel. 0544.482058.Fernandel pubblica FactorY.Libroterzo a cura di GianlucaMorozzi e MichelePetrucci. Due talenti e una prestigiosa graphic novel, terzo appuntamento di una maxiserie a cadenza quadrimestrale, il libro fonde la sequenzialità del linguag-gio fumettistico all’incalzare di un ritmo narrativo che si traduce in un thriller dai contorni horror. In questo volume, iniziano a prende-re forma alcuni dei pezzi mancan-ti che compongono la misteriosa e a tratti drammatica storia dei protagonisti di questa avventura, iniziata in una labirintica fabbri-ca. Lì, all’interno del primo libro, si ritrovarono cinque personaggi, l’uno sconosciuto all’altro, privi di ogni ricordo del passato. Ora alcu-ni nodi sembrano sciogliersi, ma il mondo esterno, l’altro, quello del-la fuga, esiste veramente? IN

testo Francesca Zampiga

Freschi di Stampa

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Leggere | Novità in libreria

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