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Prefazione
Ringrazio il nostro Signore e Salvatore Cristo Gesù per ciò che mi ha messo nel cuore e di come Lui ama profondamente l’uomo e brama di farsi conoscere sempre di più. Il mio desiderio più grande è che l’uomo si ponga più onestamente possibile davanti a ciò che sa di Dio per poter essere arricchito dal desiderio di cercarlo più profondamente. Colui che ha amato per primo per offrirci la salvezza eterna, non si risparmierà a farsi conoscere sempre di più per quello che Lui è, se noi lo desideriamo veramente. Un uomo che rinuncia a se stesso per vedere di più di Dio nella sua vita, ha un gran valore agli occhi di Dio, perché è un uomo che riceverà molto da Dio.
Proverbi 15:33Il timore del SIGNORE è scuola di saggezza;
e l'umiltà precede la gloria.
Titolo : Fame di DioAutore : Riccardo Prampolini Revisione / Redazione : Anna Maria Guidetti / Amelie TomebaEdizione : 2012
Ringrazio il Pastore Giuseppe Galassi e il Piglio Davide Galassi di Missione Cristiana Libertà per avermi dato l’opportunità di testimoniare, attraverso questo libretto, ciò che Dio mi ha messo nel cuore. Ringrazio tutti i collaboratori citati, per il loro prezioso apporto. Dio benedica la vostra lettura.
AVERE FAME
Ogni giorno, si sente dire frasi di questo genere :“E’ pronto, venite a tavola?”. Risposta :“No, non ho fame!”. Quante volte sentiamo discorsi di questo tipo per l’ora di pranzo. A volte, invece, si arriva a casa alle 2.00 di notte e si dice :”Che fame che ho!!“ e subito ci si ciba. Esiste una fame che è condizionata, ovvero “obbligata”, mentre esiste un’altra fame che è necessaria. Questa è anche una differenza “spirituale”, cioè evidenzia l’indole di un uomo “religioso” che deve mangiare e l’uomo “spirituale” che vuole mangiare. Un estraneo potrebbe dire che tutti e due hanno appetito, ma solo uno ha voglia di mangiare veramente; il primo aspetta qualcosa di preparato dagli altri, l’altro vuole mangiare per un suo desiderio. Non è questione di orari, di tipo di cibo o se il piato si presenta bene, è questione di sentirne la necessità. Molti credenti (e uomini in generale) non sentono la necessità di conoscere Dio per quello che Lui è. Spesso i credenti vanno da Dio perché devono o si aspettano qualcosa, ma non perché vogliono Dio. La necessità di Dio fà la differenza. Dio stesso lo ricorda nella Bibbia.
Amos 8:11“Ecco, vengono i giorni», dice il Signore, DIO, «in cui io manderò la fame nel paese, non fame di pane o sete d'acqua, ma la fame e la sete di ascoltare la parola del SIGNORE.”
Il profeta Amos allora stava parlando alle 10 tribù d’Israele e diceva che ci sarebbe stato un periodo dove il popolo di Dio avrebbe desiderato più Lui che l’acqua e il cibo. L’esortazione che quest’uomo faceva migliaia di anni fa è molto profonda e ci chiama a riPlettere su qualcosa di fondamentale per la vita dell’uomo : cosa accomunano pane, acqua e parola di Dio ? E’ il fatto che si cercano! I termini “fame” e “sete” utilizzati davanti alle parole (Ediz. Nuova Riveduta) sono molto signiPicativi; infatti, la fame e la sete sono istinti naturali per soddisfare il proprio appetito e per nutrirsi. Se ci pensiamo sono istinti che Pin da piccoli abbiamo. Il bambino cerca il seno materno per trovare sostentamento appena viene alla luce e le preoccupazioni maggiori che si hanno per tutta la vita sono proprio lo sfamarsi e il saziarsi. La sete è un istinto quasi indispensabile che ci porta a bere tutti i giorni per non morire! Per un uomo la Parola di Dio, cioè incontrare Dio, deve essere un istinto naturale, un bisogno giornaliero afPinché viva spiritualmente e non solo :
Deuteronomio 32:47Poiché questa non è una parola senza valore per voi: anzi, è la vostra vita; per questa parola prolungherete i vostri giorni nel paese del quale andate a prendere possesso, passando il Giordano».
Dio è molto chiaro quando dichiara l’importanza della Sua parola. E’ di vitale importanza desiderare di conoscere la Parola di Dio. RiPlettiamo ora su cosa vuol dire “desiderare”; capirne il signiPicato, fa la differenza per comprendere in profondità la fame di qualcosa. Il fatto che si ha fame sempre di una determinata cosa, signiPica che in noi è insito un desiderio; quindi il desiderio è un risultato di una costante fame, cioè posso desiderare qualcosa solo se già la conosco.
2 Samuele 23:15Davide ebbe un desiderio e disse: «Oh, se qualcuno mi desse da bere dell'acqua del pozzo che è vicino alla porta di Betlemme!»
Per il re Davide l’acqua non era qualcosa di estraneo. Ne aveva bisogno perché sapeva come avrebbe portato benePicio. Il fatto di avere continuamente fame di una cosa, vuol dire che in noi è nato un desiderio del quale non se ne può fare più a meno. Per fare un esempio : io e mia moglie spesso andiamo in montagna nello stesso luogo. Perché? La prima, la seconda, la terza e la quarta volta abbiamo trovato sempre cose nuove da fare e ed è aumentato il nostro piacere. E’ nato quindi in noi un desiderio di andarci appena possibile perché approfondiamo tutte le volte la conoscenza di quei luoghi. Domanda : perché l’uomo normalmente dice “Non ho desiderio di leggere la Bibbia o di cercare Dio ?”. Il desiderio non ci verrà mai! Se prima non incominciamo giorno per giorno ad
accostarci a Lui, allora potrà nascere un desiderio. Non possiamo aspettare un qualcosa che non arriverà mai; dobbiamo “incominciare” a mettere in moto quel bisogno naturale, cioè la fame e la sete di quell’esercizio spirituale (leggere la Parola, pregare,..) che ci porta a conoscerlo sempre di più. Come ? Con un atto di volontà, se non lo facciamo noi, nessuno lo farà al posto nostro. Se siamo umili, riconosceremo che non lo consideriamo realmente come un nostro stato di bisogno primario.
In quel tempo Amos stava profetizzando a Israele che ci sarebbe stato un tempo di cattività (esilio), dove il loro desiderio della Parola di Dio sarebbe stato maggiore di altre sazietà! Ci doveva essere un tempo in cui Israele doveva riPlettere su una situazione che vivevano…quale? Dovevano rendersi conto che pane ed acqua rappresentano la loro sazietà! Il popolo di Dio non si rendeva conto di quanto il loro benessere, comfort e ricchezza li aveva portati a non cercare più il Volto di Dio. La Parola di Dio rappresenta la guida e quindi la volontà di Dio, in pratica Dio stesso. La profezia del profeta avvertiva il popolo di non aver più fame di Dio.
Siamo ai tempi del Re d’Israele Geroboano II (circa 783-‐743 a.C.). La situazione nel mondo di allora era di grande crescita e prosperità economica, culturale e sociale. Il mondo si stava civilizzando. Gli imperi Assiro ed Egiziano erano le protagoniste delle nuove vie commerciali. In Israele, ai tempi di Amos, si stava bene e si viveva in pace e prosperità. La posizione degli Ebrei era favorevole ai commerci e c’erano banchieri benestanti. Molti si erano arricchiti e avevano una seconda casa, mentre altri non ne avevano neppure una; infatti, come ai giorni nostri, l’abbondare di ricchezze portava ad una situazione economica “sbilanciata” del benessere. Cresceva l’avarizia di arricchirsi sempre di più! La vita religiosa era inPluenzata da mercanti che portavano ogni sorta di idoli e di adorazione sulle alture, cioè templi dedicati a Baal e a divinità cananee ed anche a “madre natura”. Il popolo si era prostituito spiritualmente perché prendeva in considerazione anche altre adorazione e idolatrie. Israele era talmente sazio di ciò che viveva che non si rendeva più conto di quello che stava facendo e del peccato che commetteva davanti al suo vero Dio.
Oggi la nostra società è scossa, malgrado il benessere di alcuni, la crisi ci porta a riPlettere; su cosa ? Ci deve ricordare che siamo sazi del sistema mondo. C’è un tempo, nella vita di ciascuno, nel quale Dio si rivela e fà capire che abbiamo bisogno di altro, perché ci siamo riempiti o saziati di cose che non giovano a nulla. La crisi è il risultato dell’avidità umana, ma anche una benedizione mossa da Dio. Solo coloro che non capiscono la sovranità di Dio possono essere impauriti. Dio sta’ portando l’intero mondo a cercare il Suo Volto…perché ? Dio conosce l’uomo e sa che ha un grosso problema, quale ? La sazietà !
Proverbi 30:7-‐9Io ti ho chiesto due cose; non me le riNiutare, prima che io muoia; allontana da me vanità e parola bugiarda; non darmi né povertà né ricchezze, cibami del pane che mi è necessario, perché io, una volta sazio, non ti rinneghi e dica: «Chi è il SIGNORE?» oppure, diventato povero, non rubi, e profani il nome del mio Dio.
Vediamo come l’autore del proverbio, timorato di Dio, si preoccupa di questo aspetto e cerca di andare ai ripari prima di cadere dentro a questa trappola! Capisce che c’è un rapporto tra sazietà e ricerca di Dio ! La sazietà fa smettere di cercare, perché si ciba di altro e non di Colui che ci ha procurato il cibo! Fu’ del resto il desiderio di sazietà, cioè di mangiare il frutto dell’albero del bene e del male, a spingere Eva e Adamo a peccare.
Genesi 3:6La donna osservò che l'albero era buono per nutrirsi, che era bello da vedere e che l'albero era desiderabile per acquistare conoscenza; prese del frutto, ne mangiò e ne diede anche a suo marito, che era con lei, ed egli ne mangiò.
Vediamo come, prima ancora di peccare, dentro all’uomo c’era la fame di saziarsi e quindi di avere desiderio delle cose che lo circondavano. Purtroppo l’uomo ha voluto saziarsi anche di cose che non sono secondo la volontà di Dio! Infatti, pagò il prezzo della sazietà che lo portò al peccato e a un’altra tragica conseguenza : la paura!
Genesi 3:8Poi udirono la voce di Dio il SIGNORE, il quale camminava nel giardino sul far della sera; e l'uomo e sua moglie si nascosero dalla presenza di Dio il SIGNORE fra gli alberi del giardino. Sembrerà strano, ma nell’essere “pieni” di qualcosa, inizialmente ci sembrerà di “tranquillizzare” il nostro appetito. L’essere sazi di qualcosa (beni materiali, conoscenza, arte, bellezza, prestigio, fama, potere….) porta anche l’uomo a spostare, di fatto, sempre più in avanti i suoi obiettivi, a “cercare” o ad “avere”, a “possedere” sempre di più, sia a livello individuale, che sociale o “politico”. In realtà dobbiamo sempre riPlettere se questa tranquillità non diventa “idolatria”. Aver timor dell’Eterno e chiedersi onestamente se qualcosa ci sta’ saziando più di Lui, è qualcosa da domandarsi tutti i giorni. Se poi continuiamo a perseverare seguendo la nostra “golosità” e non teniamo conto di ciò che ci allontana da Lui, non solo disubbidiamo a Dio, ma questo crea lamentele e incominciamo a difendere la nostra posizione. E’ Incredibile! Ormai è aumentato il timore di perdere ciò che si è appena “divorato” e si ha sempre meno desiderio di Colui che ce lo dona.
Esodo 16:3I Nigli d'Israele dissero loro: «Fossimo pur morti per mano del SIGNORE nel paese d'Egitto, quando sedevamo intorno a pentole piene di carne e mangiavamo pane a sazietà! Voi ci avete condotti in questo deserto perché tutta questa assemblea morisse di fame!»
Il popolo di Dio, durante l’esodo, era arrivato a preferire la morte a ciò che ci dà la vita! Il Signore stava liberando il Suo popolo e aveva fatto prodigi straordinari, ma sembra che il popolo avesse seguito Dio per mangiare di più e non perché era Lui ciò di cui aveva bisogno! Ormai nel popolo di Dio si erano generati pensieri tutti rivolti a “tenersi” le pentole piene e il pane a sazietà. A molti di loro forse non interessava neanche la salvezza! Forse pensavano “Chi sa come saranno le terre dove scorrono latte e miele tutti i giorni !?”; forse per alcuni la motivazione di seguire Dio era proprio quello di avere luoghi migliori dove vivere. Molti perirono nel deserto.
Questo atteggiamento di “ingordigia”, crea dei pensieri che crescono nella nostra mente e mettono delle radici sempre più profonde. I pensieri sono un laccio tale per l’uomo, che ben difPicilmente lui riesce a liberarsene. Purtroppo certi ragionamenti e desideri ci rendono schiavi al punto di non mollarci mai. Come lo capiamo? Quando diventano talmente importanti e seri che non ci fanno dormire!
Ecclesiaste 5:12Dolce è il sonno del lavoratore, abbia egli poco o molto da mangiare; ma la sazietà del ricco non lo lascia dormire.
L’uomo incomincia a preoccuparsi di ciò che ha ed i suoi pensieri sono tutti concentrati su quell’oggetto! Dobbiamo mantenere ciò che abbiamo ottenuto!....Ho scritto bene? Ciò che noi abbiamo ottenuto? Sì, è proprio vero! Noi pensiamo di aver ottenuto con le nostre forze qualcosa e ora con tutto noi stessi cerchiamo di afferrarlo per non perderlo. Abbiamo imparato a usare le “nostre” forze. Non dormiamo alla notte perché è “nostro”, e guai a chi ce lo tocca! Dobbiamo impegnarci a mantenere quella sazietà perché ormai non ci Pidiamo più di Colui che ci ha dato queste cose; non abbiamo più Piducia in Lui. Ora sono le nostre forze che devono lavorare e stressarci. Pensiamo anche alla realtà di varie Chiese. Le comunità delle chiese di Dio sono più preoccupate a ristrutturare, organizzare, darsi da fare per “tenere” in piedi l’organizzazione o un culto. Vorrei fare una domanda : quanto tempo durante il giorno le guide stanno alla ricerca del Volto di Dio? Quanti giorni digiunano al mese? Quante ore pregano al giorno? Normalmente si sente dire :“Da quando ho delle responsabilità non dormo più la notte!”. E’ vero che i pensieri ci saranno sempre, ma la Bibbia promette qualcosa di diverso a coloro che conPidano in Lui.
Isaia 40:31ma quelli che sperano nell'Eterno acquistano nuove forze, s'innalzano con ali come aquile, corrono senza stancarsi e camminano senza affaticarsi.
Se le nostre ore di notte e di giorno fossero dedicate a cercare il Volto di Dio, troveremmo nuove forze e ci vedremo sempre vigorosi e con sguardi Pieri!. Normalmente è la “gestione” che ci fa preoccupare e le facce che mostrano certi credenti spesso sono tutt’altro che la pace che promette Dio. Le tribolazioni e “grattacapi” ci sono e ci saranno, ma spesso ci saziano al punto che sono più importanti del tempo da trascorrere con il nostro Re. Bisogna rendersi conto che satana gioca sulla sazietà dell’uomo. Non vede l’ora che l’uomo sia sazio di qualcosa che non sia Dio. Il maligno impedisce, nella vita di ogni uomo, che lui vada oltre quello che sa già (o pensa di sapere) di Dio. Cerca di lasciare sempre l’uomo ad una certa superPicialità, impedendogli una ricerca più profonda. Satana riempie di menzogne l’uomo afPinché questi si accomodi sulle proprie convinzioni e sui propri ragionamenti. Anche questa è una sazietà, perché non ci permette di andare oltre! E quindi non permette di metterci in discussione e di ravvederci. Ci rende pigri e quindi sazi di noi stessi e dei nostri bei ragionamenti :
Proverbi 26:16Il pigro si crede più saggio di sette uomini che danno risposte sensate.
Anche se Dio ci manda ben sette persone sensate per far capire di non essere nella volontà di Dio, il pigro piuttosto che mettersi in discussione sta’ fermo sulle sue convinzioni, direi meglio sulle paure che satana gli mette in testa! Allo stesso modo succede anche a noi!
Infatti così funziona sia per il credente, sia per colui che non crede. Da cosa si capisce? Da come si parla. Nel primo caso ci sono credenti che dicono “Io ormai so tutto della Parola di Dio, sai dopo tanta esperienza, studi e conoscenza di vita cristiana!”; la Bibbia afferma che è ben altro il criterio con cui bisogna giudicare se un uomo è saggio, e non sono solo gli anni di conversione (Giobbe 32:8-‐9); alcuni poi, quando provi ad aprirti e cerchi di condividere certe verità, non ti lasciano neppure parlare e ti interrompono e ti dicono “Ah si! si! Lo so.. lo so…!!”. Ognuno di noi ha avuto un incontro e insegnamento personale con Dio; ma è anche vero che Dio è inPinito e limitarlo nella nostra conoscenza di “personale esperienza”, di studi casalinghi, o sermoni teologici eccelsi non credo che sia la via giusta per approfondirlo. La via del cuore deve essere la “via maestra” che la stessa Bibbia descrive :
Geremia 29:13Voi mi cercherete e mi troverete, perché mi cercherete con tutto il vostro cuore.
Questa è una via profonda che ogni uomo può trovare dentro di sé, se ha un onesto rapporto con la propria coscienza e vuole profondità nella vita e non superPicialità.
Ci sono poi i non credenti (o gentili, come li dePinisce la Bibbia) che sono sazi della propria intelligenza, e pensano che Dio non esiste o che non può far determinate cose. Queste persone sono schiave delle menzogne di satana e hanno indurito i loro cuori.
Efesini 4:17-‐19Questo dunque attesto nel Signore, che non camminiate più come camminano ancora gli altri gentili, nella vanità della loro mente, ottenebrati nell'intelletto, estranei alla vita di Dio, per l'ignoranza che è in loro e per l'indurimento del loro cuore
Cosa fare dunque ?Isaia 66:2
Tutte queste cose le ha fatte la mia mano, e così sono tutte venute all'esistenza», dice il SIGNORE. «Ecco su chi io poserò lo sguardo: su colui che è umile, che ha lo spirito afNlitto e trema alla mia parola.
Un uomo non potrà mai dire di conoscere Dio in base a quello che sa o pensa di Lui se prima non decide di cercare realmente la Sua “testimonianza vivente”. Cosa vuol dire ? La Bibbia rivela Dio e descrive il Suo pensiero, ma la Sua Persona (parlo di un vero e proprio incontro profondo nell’intimo nel il cuore) si rivelerà solo a colui che umile di cuore e desidera questo incontro costantemente.
Dio si rivela all’uomo che lo cerca in continuazione. Questa è l’unica via per conoscere Dio come Lui è, e non come lo pensa la nostra mente, attraverso una nostra “personale teologia”; questa è la strada per conoscerlo sempre più in profondità. Il cuore (che è lo spirito dell’uomo a cui Dio parla. -‐ Pr 20:27) è in “dotazione” a tutti gli uomini. La mente è inPluenzata da ogni sorta di esperienza, insegnamento e compromesso sociale; la mente, “spesso”, soffoca lo spirito con razionalità e ragionamenti e tende a trattenere la ricerca al cuore. Bramare una rivelazione e un incontro con la Sua Persona, vuol dire ricevere un “esperienza spirituale” nuova ogni vota, che chiaramente deve sempre essere confermata, cioè in linea, con la Scrittura, cioè la Bibbia.
Amos 4:13Poiché, ecco, egli forma i monti, crea il vento, e fa conoscere all'uomo il suo pensiero;….
E’ Dio che vuole far conoscere i suoi pensieri e non è l’uomo che deve imporre i suoi a Dio! Noi dobbiamo ubbidire a Dio, diversamente Dio ubbidisce a noi (nel senso che pensiamo che Lui sia sempre in accordo con tutto ciò che facciamo e diciamo). Un credente che cerca in continuazione Dio, dirà sempre :“C’è di più da conoscere!”, qualsiasi siano i suoi anni di conversione, studi ed esperienze. Il problema di tanti credenti (e non credenti) è che hanno schematizzato Dio. Quanti discorsi si sentono del tipo :“… Beh dopo tanto tempo .. per esperienza…”. In pratica hanno “capito” che Dio è metodico e agisce come loro lo hanno “capito”. Nulla sto’ togliendo a uomini che, grazie alle loro vite, possono dare suggerimenti a ragazzi più giovani su come incominciare a camminare e per farli crescere; ma il sottolineare sempre la “mia vita” o la “mia esperienza” può condurre a qualcosa di personale…..forse a volte troppo personale per pensare di conoscere pienamente Dio.
Gesù dava degli insegnamenti e non parlava delle proprie esperienze! Ci sono credenti che vivono per le proprie esperienze “umane” e non vivono della unica e vera esperienza : conoscere quotidianamente Cristo Gesù attraverso una intensa vita intimità con Lui (esperienza spirituale)! In molte Chiese spesso sono gli anni di anzianità che contano. Le guide devono avere maturità spirituale e di vita, perché è la stessa scrittura che esorta a farlo. Ma questo non giustiPica il fatto che solamente le persone con una certa anzianità della fede possono “capire” le cose di Dio! la Bibbia parla di criteri ben diversi attraverso cui furono chiamati uomini che furono usati da Dio. Ad esempio Geremia, Davide, Timoteo e tanti altri, sono stati uomini giovani, ma con un cuore secondo Dio e sono stati usati per la Sua Gloria. Qual è il nostro criterio nel giudicare spiritualmente ciò che proviene da Dio? L’abilità di parola di un uomo, il ruolo che ha nell’assemblea, se è socievole, se ha decine di anni di conversione o se si mette in mostra più di altri? La parola di Dio ci esorta ad un insegnamento molto importante per tutti coloro che non si vogliono fermarsi a conoscere gli uomini e a valutare le loro parole, ma vogliono trovare direttamente il Dio vivente:
Proverbi 8:17Io amo quelli che mi amano, e quelli che mi cercano (diligentemente) mi trovano.
Coloro che amano Dio, se lo cercano, lo trovano! Quando l’abbiamo trovato, Lui ci fa fare l’esperienza di una vera vita cristiana! Indipendentemente se siamo convertiti dapochi, oppure da 40 anni. E’ la Sua presenza nelle nostre vite che fa la differenza. Un credente potrebbe dire: “Perché bisogna cercarlo in continuazione, quando so a grandi linee cosa vuole da me, conosco la parola, vado in chiesa tre volte a settimana e prego in continuazione perché mi riveli la sua volontà!?”. Dio invita l’uomo ad una ricerca di profondità, se Lo vogliamo “afferrare” e se vogliamo capire cosa vuole fare in ogni istante. Al cristiano sfugge una realtà di Dio….che Dio è dinamico!
Ecclesiaste 11:5Come tu non conosci la via del vento, né come si formino le ossa in seno alla donna incinta, così non conosci l'opera di Dio, che fa tutto.
Dio è in continuo movimento! Dio non è un nostro schema da seguire, da capire o da interpretare…no! Siamo noi che dobbiamo seguire Lui. Diversamente seguiamo delle nostre ideologie su Dio e staremo sempre fermi senza fare la Sua Volontà!.
DIO NON E’ STATICO!… SI MUOVE!
Rispondiamo a questa domanda : chi sa dire cosa farà Dio tra 5 minuti? Tra un ora…? L’opera di Dio possiamo conoscerla in ogni istante? Voglio fare un esempio che aiuterà a farmi capire. Ho frequentato per alcuni anni il mondo delle regate in qualità di aiuto-‐prodiere (colui che sta’ alla prua e aiuta nelle manovre) come componente di un equipaggio.
Vorrei che ci immaginassimo ora come se fossimo in barca per fare una regata. Quando si fanno le regate l’obiettivo è cercare di prendere il vento e bisogna far di tutto per andare dove lui sofPia, per farci trasportare nel modo migliore possibile. E’ chiaro che devi afferrarlo il vento, non sei tu che lo domini! Infatti, un compito del prodiere è veriPicare in che condizione è il mare. Spesso si guarda se in certe zone il mare fa’ delle ”increspature” o della schiuma, in modo da vedere se ci sono zone dove “tira” di più il vento e quindi predisporre la barca in quella direzione. Inoltre, un altro aspetto fondamentale della vela e che ogni cambiamento di rotta comporta una modiPica delle impostazioni della barca. Infatti, a seconda di come arriva il vento (dal davanti, dai lati o dal dietro alle spalle) bisogna adattarsi e manovrare afPinché la barca si assetti e “afferì” il vento con le vele predisposte in modo corretto, perché diversamente non andremmo da nessuna parte.
Così è per Dio nella nostra vita! Quando pensiamo alla nostra vita, a volte, non ci sembra di sentirci un po’ persi, come quando si guarda il mare all’orizzonte? Quante volte abbiamo detto “in che direzione vado ora…boh!??”. Nascono dubbi e incertezze, perché in noi non ci sono sicurezze; vogliamo una via, ma abbiamo poche idee e ben confuse!. Lo stare fermi non ci aiuterà. Anche prima di andare in mare non si sa esattamente che traiettorie si prenderanno, ma c’è solamente una cosa da fare : cercare il vento. Solo così inizi a muoverti. Solo così incominceremo a capire la direzione, ed eventualmente riusciremo a “cambiare” la rotta se occorre.
Dio dobbiamo cercarlo, trovarlo e cambiare secondo il Suo intento! Sapete qual è la fatica principale della regata? Cambiare assetto alla barca, cioè trasformarla per adattarsi alle nuove condizioni del vento. Comporta manovre e concentrazione. Così è nella vita Cristiana se si vuole veramente inseguire Dio. A noi non piace cambiare! Troppo faticoso! Diventa difPicile rimettersi in discussione dopo tanti o pochi anni di “navigazione Cristiana“, o magari lo è per quelle persone che non l’hanno mai avuta una navigazione. Questa, però, è l’unica maniera, se si vuole camminare secondo la Sua volontà e non la nostra. Ci sono tre situazioni nelle quali potremo trovarci ora, nella nostra vita e che ci devono fare riPlettere :
• vogliamo vincere (fare la volontà di Dio) e siamo desiderosi di seguire il “vento” ad ogni costo per farci condurre dove Lui vuole e con la velocità che Lui desidera. Tempi e luoghi li deciderà Lui e non noi. L’esperienza ce le fa fare Lui e non ce la facciamo noi! La nostra unica premura sarà quella di essere Plessibili nei cambiamenti, afPinché non rischiamo di rallentare la Sua opera in noi.
• Vogliamo rimanere in “bonaccia” (assenza di vento). Molti preferiscono la comoda e tranquilla vita fatta Pino ad ora, o magari hanno navigato per un po’ nella loro vita e ora si sentono troppo stanchi e non vogliano più rischiare! Lo si capisce da si parla :“Sai nel 1982 il Signore mi parlò ed ebbi una grande ediPicazione…” , oppure si citano sempre i soliti versetti e i soliti esempi perché rappresentano tutta la nostra “esperienza umana” con Dio. Purtroppo non ci rendiamo conto che non stiamo facendo la Volontà di Dio; Il Signore nella Sua immensa misericordia a volte ci avrà fatto sofPiare il vento, ma poi stiamo pensando “troppo rischioso!”, meglio vivere nel sicuro! Meglio non approfondire! Attenzione a ragionare in questa maniera, perché sappiamo che giudizio il Signore ha riservato ai tiepidi, cioè a coloro che non hanno fame di conoscere e ubbidire alla Sua Volontà e non prendono posizioni. (Apocalisse 3:16)
• Vogliamo gareggiare con il nostro motore (fuori regolamento per una regata!). Ci siamo costruiti un motore e malgrado le regole lo vietino, lo azioniamo per andare e sceglierci la nostra via, con i nostri tempi e i nostri modi di navigare. Non volgiamo fare fatica nel manovrare! Anzi diremo a tutti che siamo sulla strada giusta perché non siamo esausti e il Signore benedice la nostra via! Corriamo talmente veloci che pensiamo “chi ci ferma ?” Il
nostro motore è frutto dei nostri studi, ragionamenti, insegnamenti e sembra funzionare. Ma poi? Ecco una onda anomala o una rafPica di vento che ci fa “scufPiare” (vuol dire ribaltare la barca) e la nostra apparenza viene smascherata! Non facevamo la Volontà di Dio !
Dobbiamo essere sinceri e dire: dove siamo? Se siamo nelle ultime due situazioni, il nostro Dio è talmente misericordioso da invitarci ancora una volta di ravvederci e cercare il Suo Volto.
2 Cronache 7:14se il mio popolo, sul quale è invocato il mio nome, si umilia, prega, cerca la mia faccia e si converte dalle sue vie malvagie, io lo esaudirò dal cielo, gli perdonerò i suoi peccati, e guarirò il suo paese.
Il Signore si muove in continuazione, come facciamo a “schematizzarlo” e sapere cosa vuole fare in ogni istante della nostra vita? Se siamo onesti davanti a Lui, dovremmo riconoscere che tante volte lo pensiamo a modo nostro, secondo i nostri desideri e ciò che abbiamo imparato dagli altri. A volte diventa un ragionamento, una logica o un sentimento da inseguire. Nella nostra mente nascono delle fortezze inespugnabili che non vogliono più sottomettersi a Lui, perché giocano sulla forza dei nostri ragionamenti. Ci siamo creati un nostro “sistema Dio” da difendere a tutti i costi. Ma non siamo nella volontà di Dio. Paolo ci esorta ad andare oltre i nostri ragionamenti!
2 Corinzi 10:4-‐5infatti le armi della nostra guerra non sono carnali, ma hanno da Dio il potere di distruggere le fortezze, poiché demoliamo i ragionamenti, e tutto ciò che si eleva orgogliosamente contro la conoscenza di Dio, facendo prigioniero ogni pensiero Nino a renderlo ubbidiente a Cristo;
Quante fortezze abbiamo costruito Pino ad oggi? Questo è un problema soprattutto della nostra società e della cosiddetta società civilizzata! Ci siamo mai chiesti perché in alcuni posti del mondo, dove si dice che ci sia “ignoranza” (mancanza di conoscenza), si assistono a delle manifestazioni soprannaturali incredibili tramite le missioni degli Evangelisti o altri uomini di Dio e nei luoghi più civili non succede mai nulla? Bisogna andare in Korea, Sud America o Africa per vedere Dio all’opera? Noi siamo bravi a combatterci con le dottrine, cercando di capirle e interpretarle e dividendoci se non siamo dello stesso parere. Ma se noi fossimo in luoghi lontani da tutto e provassimo a fare le nostre discussioni teologiche e a dire come si muove Dio ad una persona che è posseduta dal demonio, magari ha delle condizioni Pisiche disagiate dovute a dei traumi che si porta dietro Pin da piccolo, secondo voi rispondiamo al suo bisogno? Qual è il suo bisogno? Essere guarito e non riPlettere. I nostri ragionamenti e le nostre dottrine colmano questo bisogno? Magari diremo “Dio sa ogni cosa?”. Dio sa una cosa : che noi possiamo operare! Ci potrebbe dire :“Perché non stai manifestando la mia Gloria come faceva Paolo o gli apostoli e non prendi autorità tu dal momento che ti ho delegato ogni autorità in Cristo Gesù (Mc 16:15-‐18 ; Efesini 1:18-‐23)” ?. In alcuni paesi del mondo, la “poca cultura” signiPica avere più fame della Parola Vivente. E’ questo che fa la differenza. Noi siamo diventati bravi invece a impugnare la Bibbia in una mano e scagliare la pietra con l’altra appena uno sbaglia il senso di un versetto. Qual è il rischio di vivere, se non capiamo che dobbiamo didarci della forza del Signore (potenza dello Spirito Santo), e non fare guerra con la nostra carne (ragionamenti) ? Essere ciechi. Cosa non vediamo …?....L’opera di Dio!
NON VEDERE L’OPERA DI DIO
“Non vedo l’ora di mangiare!”….Spesso la necessità di sazietà è associata alla vista; in pratica, non si vede quando non si ha fame. Quando si ha fame si desidera e si arriva a “vedere” ciò che ci sazia. Spesso possiamo diventare come i farisei ai tempi di Gesù, sazi di noi stessi e della nostra conoscenza e non affamati veramente di Lui. Per capire meglio lo stato in cui il cristiano può vivere, vorrei considerare la storia del cieco dalla nascita nel Vangelo di Giovanni. Infatti, in questa narrazione si racconta di un cieco del quale Gesù passando ebbe compassione e volle guarirlo. La storia racconta che Gesù sputò per terra e fece della fanghiglia e gliela spalmò negli occhi; successivamente Gesù disse di andarsi a lavare nella vasca di Siloe e così il cieco riacquistò la vista. Questo evento fece parlare di Gesù nella zona e i farisei vollero “vederci chiaro”, perché chiamarono per ben due volte l’ex cieco. La prima volta che quest’uomo guarito viene chiamato troviamo scritto :
Giovanni 9:10 – 11Allora essi gli domandarono: «Com'è che ti sono stati aperti gli occhi?». Egli rispose: «Quell'uomo che si chiama Gesù fece del fango, me ne spalmò gli occhi e mi disse: "Va' a Siloe e làvati". Io quindi sono andato, mi sono lavato e ho ricuperato la vista».
L’Ex cieco testimoniò la sua “esperienza” (non una esperienza “umana” personale di vita cristiana vissuta), l’incontro con il Gesù vivente. Gesù gli parla, e lui senza tanti ragionamenti o pensieri, ci crede e ha fame di ricevere Dio. Che rivoluzione! Soprattutto che coraggio che ha avuto per quei tempi!. Bisogna sapere una cosa: 2000 anni fa’ c’era questa paura, cioè si pensava che ogni miracolo di Gesù, cioè l’opera di Dio, era un segno che veniva dal maligno. Si pensava subito all’opera di satana che non a quella di Dio (Mt 9:34 ; Mt 12:24 ; Lc 11:14-‐23). Chissà se i tempi sono cambiati ? Chissà se Gesù quando tornerà troverà un popolo che ha ancora fede in Lui ? Il cieco ha dimorato nella Parola di Dio e ha visto l’opera di Dio.
La seconda volta che l’ex cieco viene chiamato troviamo scritto :
Giovanni 9:24-‐25Essi dunque chiamarono per la seconda volta l'uomo che era stato cieco, e gli dissero: «Da' gloria a Dio! Noi sappiamo che quest'uomo è un peccatore». Egli rispose: «Se egli sia un peccatore, non so; una cosa so, che ero cieco e ora ci vedo». Essi allora gli dissero: «Che cosa ti ha fatto? Come ti aprì gli occhi?». Egli rispose loro: «Ve l'ho già detto e voi non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventar suoi discepoli anche voi?»Essi lo insultarono e dissero: «Sei tu discepolo di costui! Noi siamo discepoli di Mosè.Noi sappiamo che a Mosè Dio ha parlato; ma in quanto a costui, non sappiamo di dove sia».
I farisei accusano l’ex cieco di non conoscere Dio! Loro dicevano che Dio aveva parlato a Mosè. La loro esperienza e “conoscenza umana” era quella; che altro potevano dire!? Erano sazi della loro legge e soprattutto della loro esperienza, cioè quella che ha portato tanti credenti e non credenti a vivere di ideologie e di schemi per, aggrapparsi gelosamente e difendere a tutti i costi! L’importante per tanti uomini è non mettersi in discussione davanti all’opera di Dio. Perché andare oltre a quello che conoscevano? A quali compromessi dovevano rinunciare per ammettere che Dio opera come ai tempi di Mosè! Dovevano semplicemente ammettere che non avevano fede nella potenza di Dio (2 tim 3:5) e che realmente non lo conoscevano! Purtroppo la loro incredulità li rendeva ciechi ! Colui che era cieco aveva visto, mentre loro che vedevano, erano ciechi nel vedere l'opera di Dio!. Si fermavano nel giudicare il metodo, su come operava : «Che cosa ti ha fatto? Come ti aprì gli occhi?». L’importante era capire come, con che metodo. Forse pensarono “E’ scritturale quello che ha fatto ?”. Il Cristianesimo che non vede l’opera di Dio è il cristianesimo cieco perché è sazio di tutt’altro che Gesù. Vive dei suoi schemi e logiche e non vede un Dio che vuole operare.
Anche coloro che non credono in Dio o sono dei simpatizzanti del Signore possono essere accecati dalla loro sazietà! Qual è ? Quella di farsi una propria giustizia. La Bibbia ci insegna che l’uomo che si fa una propria giustizia non cerca la vera giustizia.
Romani 10:1-‐4Fratelli, il desiderio del mio cuore e la mia preghiera a Dio per loro è che siano salvati. Io rendo loro testimonianza infatti che hanno zelo per Dio, ma zelo senza conoscenza. Perché, ignorando la giustizia di Dio e cercando di stabilire la propria, non si sono sottomessi alla giustizia di Dio; poiché Cristo è il termine della legge, per la giustiNicazione di tutti coloro che credono.
Colui che era senza peccato si è fatto peccato per noi e ha pagato il prezzo al posto nostro compiendo la giustizia di Dio! L’ira di Dio che è sull’uomo (Rom 3:23), è stata tolta da Cristo Gesù che gratuitamente ci dà la vita eterna in colui che crede (Giov 3:16).
Quanti uomini oggi sono sazi dei loro ragionamenti e pensano che “Se Dio ci fosse….”, “Se Dio è buono farebbe questo e quest’altro ….”, costruendo un giustizia “su misura”. Invece che cercare la via della giustizia e arrendersi alla rivelazione di Dio, preferiscono non rischiare e farsi riempire delle paure che satana gli sussurra. L’uomo che non cerca Dio sta’ perdendo la partita della sua vita : la vita eterna!
Coloro che non rischiano di cercare, che siano credenti o non credenti, sono comunque schiavi. Se siamo sazi, e ci piace rimanere tali, vuol dire che siamo schiavi della nostra sazietà. Nella nostra vita dominerà sempre qualcosa che ci ha vinto. E’ un principio biblico :
2 Pietro 2:19…perché uno è schiavo di ciò che lo ha vinto.
Pensiamo ai vizi o a semplici atteggiamenti quotidiani, ad esempio di guardare la televisore o fare cose vane che comunque arrivano al punto di riempirci quasi tutte le ore della giornata (dopo lavoro e famiglia). Quando una cosa ci domina ? E’ semplice capirlo : succede tutte le volte che ci imponiamo di smetterla non ce la facciamo. Perché ? Si sono costruite delle fortezze, di cui abbiamo parlato prima, e non ce la faremo mai a toglierle con la guerra della carne o dei ragionamenti. Anche un servizio in Chiesa o una posizione di ruolo in qualche comunità/associazione cristiana potrebbe diventare una fortezza. Perché? Tutti i nostri ragionamenti o impegni potrebbero essere inPluenzati da ciò che dobbiamo mantenere. Le motivazioni sono importanti, ma dovremo avere, contemporaneamente, una reale conoscenza di ciò che Dio vuole in un determinato momento. Se siamo nella Sua volontà, è Lui che ci farà servire al meglio in quell’incarico che abbiamo già; oppure, dovremo avere il coraggio di cambiare e muoverci come se dovessimo inseguire Colui che vuole fare la Sua opera nelle nostre vite e quindi spostarci dove Lui vuole.
Giovanni 3:8Il vento sofNia dove vuole, e tu ne odi il rumore, ma non sai né da dove viene né dove va; così è di chiunque è nato dallo Spirito».
La schiavitù ci impedisce di essere liberi; se si tratta poi delle verità di Dio, la questione diventa ancore più seria. Vorrei che ci ponessimo una domanda : chi ha il coraggio di ammettere davanti a Dio che siamo legati da schiavitù ? Non abbiamo mai pensato di fare una lista elencando quali schiavitù potremo avere? Per quanto devoti possiamo pensare di essere, se siamo onesti, ne troveremo tante. Questo stato in cui siamo, che uno sia consapevole o no, non è quello che Dio vuole per le nostre vite. Gesù nella Parola esorta a vivere una realtà importante, cioè quella di essere liberi! Lui è morto per renderci liberi e non per ridurci nuovamente alla schiavitù! Noi siamo molto bravi a tronare “schiavi”, grazie alla nostra incredulità!
ESSERE LIBERI
Giovanni 8:30-‐32Mentre egli parlava così, molti credettero in lui. Gesù allora disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: «Se perseverate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi».
Innanzitutto chi è la verità ? Gv 17:17 = La Parola di Dio. In questo brano Gesù scandalizza dei fratelli! Gesù esorta a essere liberi. Strano che rivolgesse queste parole a dei convertiti! Si penserebbe che convertendosi, avrebbero conosciuto il Signore. Non è così? Non diciamo spesso “ho conosciuto il Signore nell’anno…!”, più o meno come dissero i farisei “Dio ha parlato a Mosè!”. E poi ? Cosa ne è stato del primo amore? Dio ci invita a pregare, leggere la Sua Parola e a meditare, è un ordine Divino (Salmo 1). Poi cosa succede? Ci viene insegnato, a seconda di dove viviamo la nostra vita sociale ed ecclesiale, l’esperienza di vita (personale) di coloro che sono più maturi di noi. Dal momento che le esperienze personali sono diverse, è normale che alcuni dicono cose e altri ne dicono altre. Chi ha ragione ? Rassicurazioni, esortazioni e man mano ci costruiamo un Dio per sentito dire e questi ragionamenti ci schiavizzano. Satana non vede l’ora che un credente cresca “sul sentito dire” e perda tanto, tanto, tanto, tanto, tantissimo tempo nel cercare attraverso ragionamenti umani la soluzione a domande, a denominazioni e a dottrine varie.
Gesù insegnava a essere liberi! Se Dio è qualcosa di dinamico, anche la libertà va’ vissuta in questa maniera. Dio può in continuazione liberare. Gesù esorta a vivere di liberazioni. La libertà è una cosa che si deve vivere. La liberazione è dovuta ad una continua ricerca della Parola al punto che si riesce a dimorare in Essa. Per fare un esempio, pensiamo a Israele quando fu’ liberato dagli Egiziani. Dopo la prima liberazione affrontò l’esodo, ma sempre in ricerca di una successiva liberazione. In che modo ? Avendo fede nella Parola di Dio. Dopo due anni, però, non credettero alla Parola di Dio e non videro la Sua opera (come i farisei) cioè la conquista della terra promessa! Solo alcuni di loro videro la terra promessa, dopo 40 anni, perché perseveravano a credere in ciò che il Signore diceva e vivevano per fede e non per la loro sazietà o dottrina personale. Il popolo di Dio doveva vivere la libertà, liberandosi dalla sua incredulità e conPidando sempre di più in Lui! Il cammino fu’ intervallato da tante prove per vedere se dimoravano nella Parola; ciò avrebbe fortiPicato la loro fede e li avrebbe preparati a compiere grandi prove con meravigliosi prodigi come capitò a Giosuè e altri uomini.
Purtroppo l’uomo vuole ottenere la libertà cercando di evitare la verità e difendendo la propria posizione. L’uomo non vuole accettare, e quindi ottenere certezze, perché pensa di averle già e quindi non cerca! L’uomo rimane schiavo di un inganno e si priva di vedere la vera opera di Dio nella sua vita.
Giovanni 8:33Essi gli risposero: «Noi siamo discendenti d'Abraamo, e non siamo mai stati schiavi di nessuno; come puoi tu dire: "Voi diverrete liberi"?»
“Come tuoi discepoli ? Le nostre origini vengono da Abramo, il padre della fede !”. Gesù, al primo insegnamento ai suoi presunti discepoli si sente dire :”Noi dobbiamo seguire te e avere fede in Te?”. Mi sembrano le chiese o l credente di oggi che non accettano di seguire ciò che dice la Bibbia a scapito della difesa della propria denominazione. Ma l’orgoglio non voleva accettare che dovevano conoscere di più di quello che sapevano; se veramente bramavano di diventare dei discepoli del Dio vivente (Gesù Cristo), dovevano andare oltre, oppure sarebbero rimasti seguaci delle loro tradizioni e credenze.
Questo, se ci pensiamo, è la normale condizione che viviamo nelle nostre vite. Quando si vive per tanto tempo in una nazione e poi si decide di cambiare e vivere in un'altra completamente diversa, psicologicamente si ci dovrà liberare man mano di uno stile di vita che si è vissuto per tanto tempo e che ci faceva comportare in un certo modo perché ormai si erano assimilate delle abitudini in tutti i giorni. Più sono stato in quel paese e più farò fatica a ricominciare a vivere in realtà diverse, perché la mia mente deve rinnovarsi. Così è per il nato di nuovo o per colui che è cresciuto per molti
anni in società o comunità che hanno insegnato una Parola di Dio statica e legata alle tradizioni. Se non ci mettiamo in discussione, non potremo mai liberarci completamente e seguire il Liberatore. Cristo era la Parola di Dio incarnata in quel momento, e rappresentava la loro autorità che voleva insegnargli che dovevano avere una ricerca di Lui attraverso una fede “vera” per essere anche loro dei “veri” discepoli. La fede di quei credenti era una fede con dei compromessi e quindi li rendeva schiavi. Cosa vuol dire essere schiavi ? Non usufruire della libertà che Cristo ci ha offerto e quindi non ci consente di essere trasformati.
LA SCHIAVITÙ’ NON TRASFORMA
Giovanni 8:34-‐36Gesù rispose loro: «In verità, in verità vi dico che chi commette il peccato è schiavo del peccato. Ora lo schiavo non dimora per sempre nella casa: il Niglio vi dimora per sempre.
Ebbene si! Il credente può essere ancora schiavo! Lo saremo tutte le volte che non crediamo alla Parola di Dio ! Il testo dice che il Piglio era il vero erede delle casa. Il termine “dimora” nel testo gr. Méno = signiPica : non partire, non perire; la parola di Dio che non viene creduta perirà e non erediterà la casa (termine casa in greco: oikìa vuol dire ediPicio, ma anche proprietà, bene e ricchezza), cioè non erediterà la benedizione o la ricchezza. Tutte le volte che abbiamo creduto in Lui, siamo come l’erede che riceverà il bene e la ricchezza da parte del Signore. Tutto ciò che ci ha resi schiavi nella vita, cioè increduli alla Sua parola, ci ha fatto perdere questa eredità, e quindi le relative ricchezze che abbiamo in Lui. Abbiamo perso consacrazione, liberazione, gioia e pace perché non l’abbiamo voluta.
Pensiamoci bene e riPlettiamo : quante volte, leggendo la parola, non abbiamo avuto il coraggio di ammettere che non ci crediamo ed esclamiamo :“Beh qui parla in un caso particolare !.....E’ per quei tempi…! Il senso è un altro!”. Se non crediamo, non vedremo mai l’opera di Dio su quella parola nella nostra vita. Del resto anche il Signore non compiva miracoli per l’incredulità della gente. Dio si mostra a coloro che realmente hanno un cuore desideroso di credere alla Sua parola. Dio vuole un cuore disposto a credere che Lui può ogni cosa. Colui che non crede non vede.
Matteo 13:58E lì, a causa della loro incredulità, non fece molte opere potenti.
Se oggi la civiltà moderna non vede l’opera di Dio, vuol dire che è schiava della propria incredulità. La cosa sorprendente è che, quando Dio si muove liberamente, le nostre vite vengono trasformate, diversamente la schiavitù non trasforma !
Giovanni 8:37So che siete discendenti d'Abraamo; ma cercate di uccidermi, perché la mia parola non penetra in voi.
Gesù faceva notare una cosa importante: conosceva le loro origini! Il fatto di essere una discendenza santa, non giustiPicava il fatto che potevano essere ancora increduli. Gesù voleva fargli notare la loro reazione. Infatti, la Sua parola non era penetrata in loro. Nel testo originale la parola “penetrata“ viene espresso con il termine greco : Chôreô = vuol dire lasciare spazio (che può essere riempito o occupato da un altro), fare spazio, dare luogo, cedere. In pratica far dimorare qualcosa che trasformi lo stesso luogo che lo ha attraversato. Vorrei fare un esempio con un’immagine per spiegarlo meglio. Se io voglio fermare un Piume per usufruire dell’acqua, costruisco una diga, afPinché l’acqua dimori in quel bacino per essere utilizzata e per dare energia, perché prima, l’energia, non l’avrei mai potuta creare. C’è una trasformazione dell’ambiente che mi porta a utilizzare quell’acqua perché possa dimorare e non scorra più via; così la posso utilizzare per altri scopi; inoltre una diga, è ben visibile agli occhi di tutti. Così è per la parola di Dio se dimora in noi! Se vogliamo che dimori, dobbiamo costruire con la fede una diga per quella parola perché trasformi la nostra vita con energie nuove, e perché tale parola possa essere offerta ad altri, come Piumi di acqua viva. Questo accadrà solamente se la difendiamo (cioè se non facciamo crollare la diga) e quindi la parola avrà la potenza di uscire in tutta la Sua pienezza, quando la pronunciamo. Purtroppo i compromessi di certe verità, che nella vita facciamo vivere, fanno dei danni alla “diga della fede”. Ogni compromesso che accettiamo è come se la diga formasse una crepa….dopo alcuni giorni o mesi la nostra parola perderà di potenza! Perché ? E’ fuoriuscita dalla diga, cioè non ci crediamo più di tanto. Penseremo :“Preferisco ammorbidire questa verità, così tutti la capiscono e non scandalizzo!”. La verità penetra o si riPiuta. Dobbiamo imparare ad avere questo coraggio di proclamarla consapevoli che ci saranno coloro che ricevono mentre altri rimarranno ostili e ci criticheranno molto
ardentemente. Tornando ai protagonisti della storia del Vangelo di Giovanni, vediamo come la parola di Gesù
non li aveva trasformati e quindi loro rimanevano schiavi delle menzogne del maligno. Tutte le volte che la Parola di Dio non ci trasforma succede questo! Anzi la situazione è ancora peggiore di quella che pensiamo! Infatti non solo non ci crediamo, ma addirittura diventiamo ostili verso di Lei! Difendiamo il maligno! Infatti, essendo suoi schiavi, è lui il padrone da difendere per fargli vedere che siamo Pigli ubbidienti! Paolo rimproverava i Corinzi evidenziando questo!
2 Corinzi 11:20Infatti, se uno vi riduce in schiavitù, se uno vi divora, se uno vi prende il vostro, se uno s'innalza sopra di voi, se uno vi percuote in faccia, voi lo sopportate.
Erano inclini a credere ogni sorta di falso vangelo e pensare che Paolo era pazzo per Cristo! Tutte le volte che vediamo una persona credere a Cristo, la pensiamo pazza! Invece Dio vuole che noi diventiamo pazzi per il Vangelo!
1 Corinzi 1:18Poiché la predicazione della croce è pazzia per quelli che periscono, ma per noi, che veniamo salvati, è la potenza di Dio.
Purtroppo non siamo abituati a ragionare come i pazzi. Siamo sempre presi dalle nostre logiche e dalle nostre paure e non ci piace difendere la verità, perché a volte la riteniamo pazzia anche noi.
Tutto quello che Gesù diceva in quel momento a quei credenti era che la Sua parola non dimorava in loro e quindi adempivano ai desideri del loro padrone, il maligno, perché non desideravano di cercare Gesù che voleva liberarli. Solo se crediamo, la Parola di Dio opera.
1 Tessalonicesi 2:13Anche per questo non cessiamo di render grazie a Dio perché, avendo ricevuto da noi la parola di Dio, l'avete accolta non come parola di uomini, ma come è veramente, quale parola di Dio, che opera efNicacemente in voi che credete.
Gesù successivamente passa a descrivere la loro realtà, la realtà di coloro che si ritengono veri discepoli, solo perché solo per una volta hanno creduto :
Giovanni 8:43-‐44Perché non comprendete il mio parlare? Perché non potete dare ascolto alla mia parola. Voi siete Nigli del diavolo, che è vostro padre, e volete fare i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida Nin dal principio e non si è attenuto alla verità, perché non c'è verità in lui. Quando dice il falso, parla di quel che è suo perché è bugiardo e padre della menzogna.
Queste ultime parole testimoniano di una realtà molto signiPicativa e triste per il credente e l’uomo in generale : che non è possibile “comprendere” Dio se continuiamo ad adempiere i desideri dell’altro! E’ inutile riempirsi di opere, studiare mentalmente ore e ore al giorno la Bibbia oppure essere Pieri di diplomi, scuole bibliche o servizi svolti per il Signore, se realmente non lo cerchiamo profondamente e facciamo ciò che Lui desidera. Da cosa si vede? Se le nostre vite vengono trasformate! Un uomo che è trasformato dalla Parola di Dio si vede, non è qualcosa che rimane indifferente. La volontà di Dio la sappiamo, è scritta nella Bibbia : Esd 10:11 ; Mat 18:14; 1 Tim 2:4 ; 1 Ts 4:3-‐8 / 5:18 ; Ebr 2:4 ; 1 Pt 2:5 / 2:15 ; 1 Pt 3:17 ; 2 pt 1:21 ; Ap 4:11 , ovvero ci viene detto di non conformarci con chi disubbidisce a Dio, Dio vuole la salvezza, vuole la santiPicazione, bisogna ringraziare, bisogna sottomettersi, bisogna profetizzare, bisogna operare con i doni, fare il bene e manifestare potenza. Lui si aspetta tutto questo dalle nostre vite. Come mai non la viviamo, oppure la viviamo e conosciamo solo in parte ? La Volontà di Dio è qualcosa che bisogna conoscere con costanza e con un continuo rinnovamento , per fare esperienza di Lui (non esperienze nostre) :
Romani 12:2E non vi conformate a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, afNinché conosciate per esperienza qual sia la buona, accettevole e perfetta volontà di Dio.
In pratica è qualcosa di dinamico, come la Sua opera, che si afferra e quindi non si può capire staticamente. La Volontà di Dio si rincorre e così facendo ci trasforma (rinnova la mente) perché senza il cambiamento non riusciremo a riconoscerla. Paolo non era mai sazio di “cose del passato”, ma guardava avanti e così era trasformato dalla Parola vivente, cioè Gesù.
Filippesi 3:12-‐14Non che io abbia già ottenuto tutto questo o sia già arrivato alla perfezione; ma proseguo il cammino per cercare di afferrare ciò per cui sono anche stato afferrato da Cristo Gesù. Fratelli, io non ritengo di averlo già afferrato; ma una cosa faccio: dimenticando le cose che stanno dietro e protendendomi verso quelle che stanno davanti, corro verso la mèta per ottenere il premio della celeste vocazione di Dio in Cristo Gesù.
Molti uomini fanno tanti bei discorsi PilosoPici, sono bravi a esporre la Bibbia con spunti di pensiero sublime, oppure li vedi mansueti e buoni, ma la loro parola non è carica di potenza e la loro vita non è rivolta ad una trasformazione continua. Spesso si pensa sempre al passato e si ci appoggia su cosa è stato fatto per Dio, ma non si vuole correre a cercarlo veramente. Quando alcuni uomini si confrontano con altri, che evidentemente hanno un cammino cristiano più vicino alla Parola di Dio, spesso non vogliono approfondire perché l’orgoglio dovrebbe ammettere che altri sono cresciuti più di loro, o hanno qualcosa in più di loro. Tanti si mettono in luce per i loro successi, ma magari fanno fatica a chiedere scusa o dire “Beh devo ammettere che lì ho sbagliato ….”, “forse lì ho esagerato..”. Tante belle giustiPicazioni e mai una sincerità di cuore che possa veramente farci aprire tra di noi ed evidenziare quel che siamo, cioè persone che, come tutti, hanno dei dubbi, delle incertezze, fanno degli errori e quindi hanno bisogno di ricominciare a valutare le cose o certi aspetti della propria vita o realtà spirituale.
Se sei una persona onesta che si mette in discussione e dice “Non so…” oppure “forse non ci credo abbastanza” “Ho paura che ….” risulterai un “sempliciotto” perché non sei come quelli che “sanno tutto”!. L’importante per il mondo d’oggi è la perfezione umana e far vedere che tu non sbagli mai e sono gli altri che non capiscono oppure cercare un compromesso per il quieto vivere.Come si arriva a capire che siamo diventanti così “duri” di cuore nella nostra vita ? Quando siamo bravi ad affermare certe verità e a parlare, ma poi non siamo disposti a spiegarle o difenderle quando qualcuno ce le contesta o ne parla; da queste reazioni vedremo se quello che “sappiamo” è veramente costruito sulla rivelazione della Parola di Dio o su nostre tesi. Dovrebbero farci riPlettere molti discorsi che si sentono dire dalle guide delle Chiese quando affermano :“Noi la pensiamo così….”, negando delle verità chiare delle Parola di Dio e di cui non intendono discuterle o confrontarsi sulla Parola. Eppure, se ci stiamo trasformando a immagine e somiglianza di Cristo, dovrebbero crescere in noi l’umiltà, la disponibilità, la mansuetudine, la potenza, la misericordia, la pace e quindi il saper anche umiliarsi e ammettere i propri sbagli o imperfezioni senza vergogna dal momento l’unico che non ha peccato mai è stato solo Cristo. Perché accade questo? Succede poiché la vergogna di farci vedere che magari abbiamo sbagliato davanti agli altri è troppo grande.
Ci siamo mai chiesti perché a volte ci vediamo continuamente nello stesso stato da anni e non viviamo completamente la Sua Volontà; oppure perché capiamo che certe verità delle Bibbia non si vivono. Molti credenti li vedi per anni “fermi” sempre sui soliti discorsi e sembra che tornano al punto di partenza in tante loro “esperienze umane”. Perché? Sono in “bonaccia” (assenza di vento). Non si preoccupano di cercare. Aspettano pensando di muoversi “naturalmente”.
E’ questione di “cercare”, di necessità di cercare……. All’inizio del libro cosa abbiamo notato? O si ha una fame “abitudinaria” che si nutre di ciò che ci danno gli altri, oppure si ha una fame “necessaria”, che ci spinge a tutti i costi a cercare il frigo per mangiare ciò che realmente c’è in frigo. Cosa volgiamo fare ?
LA RICERCA (CONTINUA) DI DIO TRASFORMA!
Solamente se cerchiamo profondamente Dio saremo trasformati dalla Sua Parola, perché mostreremo davanti a Lui che abbiamo desiderio di cercare Lui e non di vivere seguendo un Dio su misura o di circostanza, basato sul compromesso con gli altri. Credere realmente alla Sua Parola è la libertà che dobbiamo avere. Non stò parlando di liberalismo (fare ciò che ci pare)! Ma esattamente l’opposto! La vera libertà sta’ nel credere e vivere pienamente la Parola di Dio! Non sto dicendo che dobbiamo fare qualcosa che leggiamo “letteralmente” d’irrazionale, come per esempio quando si dice di “passare dentro alla cruna di un ago”, ciò è simbolico! Non è questa la via! Ma se veramente confessiamo con tutto il nostro cuore di rinunciare alle nostre incredulità sulla Parola di Dio, allora il Signore incomincerà a muoversi e farci vivere secondo la Sua Volontà, liberandoci dalle nostre paure per conoscerlo personalmente di più; sicuramente non ci dirà di farci del male Pisico, ma ci farà vivere ciò che è scritto, nel reale! E’ una scelta profonda e coraggiosa, nel cuore, che dobbiamo fare nei confronti di Dio e non di un atto coraggioso esterno per dimostrare qualcosa a noi stessi!.
Ammettere che abbiamo dei compromessi nella nostra vita vuol dire incominciare a desiderare la liberazione che Cristo vuole. Non è da tutti fare questo gesto di umiltà! Il maligno farà di tutto per conservare le nostre menti sobrie e accusarci che siamo dei pazzi a credere che Dio può adempiere a tutto ciò che ha promesso! Prima di incominciare a fare tanti ragionamenti, dobbiamo porci una riPlessione molto importante, cioè se Dio è una reale necessità nella nostra vita oppure un dovere…. La risposta potrebbe anche non essere sincera, cioè dire che è una necessità a parole e poi non a fatti, ma la “fame di Dio” è qualcosa di indiscutibile : o c’è l’hai o non ce l’hai. La fame di Dio si vede. Poniamoci una domanda : Ci sentiamo sazi o affamati di Dio ? Questo fà la differenza. La necessità di questa fame è la base di partenza, non i nostri “super ragionamenti”! Ogni giorno, nella nostra vita, quanta necessità abbiamo di conoscere Dio maggiormente? E’ questa la domanda da porci quando ci alziamo. Dio, nel nostro libero arbitrio, ci invia a fare qualcosa :
Salmo 105:4Cercate il SIGNORE e la sua forza, cercate sempre il suo volto!
Oggi di chi dobbiamo aver fame e sete ?
Giovanni 6:35Gesù disse loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà mai più sete.
Il nostro bisogno di Lui deve essere più importante delle necessità primarie per vivere, perché è Lui la vita !
Amos 5:4Perché così dice il SIGNORE alla casa d'Israele, Cercatemi e vivrete.
Troppo “estremista” parlare in questo modo? Se noi crediamo che sia troppo, partiamo sicuramente svantaggiati. Se non siamo motivati, ogni cosa ci sembrerà estrema. Sicuramente il maligno farà di tutto per scoraggiarsi. Perché? Satana ha paura che possiamo conoscere Dio più profondamente. Avremo inoltre tutti contro dai familiari alle amicizie più intime. Ma se la nostra determinazione sarà più forte di tutto questo e saremo pronti a essere disposti a ogni cosa, allora diventeremo molto saggi!
1 Corinzi 3:18“Nessuno s'inganni. Se qualcuno tra di voi presume di essere un saggio in questo secolo, diventi pazzo per diventare saggio;” Mettere in discussione tutto ciò che abbiamo conosciuto di Lui e cercarlo con tutto il nostro cuore e la nostra mente, giorno per giorno, deve essere la nostra motivazione incondizionata, cioè la pazzia che citava Paolo, afPinché non rimaniamo ingannati dalla nostra sapienza. Ammettere di essere stati
sazi di altre cose e di non aver cercato Lui per quello che Lui è, deve essere il nostro “mea culpa” quotidiano! Solo allora lo riusciremo a trovarlo. La pazzia deve essere nel cuore! Un cuore desideroso che si muove e lo cerca, è molto più potente di tanti ragionamenti dini.
Una rivelazione maggiore di Dio, nasce sempre da una confessione via via più profonda di ravvedimento. Il ravvedimento serve all’uomo per essere salvato e convertirsi inizialmente :
Romani 10:8-‐9Che cosa dice invece? «La parola è vicino a te, nella tua bocca e nel tuo cuore». Questa è la parola della fede che noi annunciamo; perché, se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore e avrai creduto con il cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato; infatti con il cuore si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa confessione per essere salvati.
Ma serve anche dopo, per “convertirsi” dalle proprie incredulità, dei limiti, delle mancanze che vediamo nel nostro cammino cristiano (se siamo onesti), afPinché il nostro desiderio di conoscerlo possa essere sempre più profondo. Più ravvedimento c’è e più rivelazione ci sarà. I leviti erano chiamati a confessare e poi sacridicare i loro sacriPici per il peccato. Perché ? Solo dopo potevano realmente vedere la Gloria di Dio. Dio si rivela solamente se trova un ravvedimento nel Suo popolo. Quando ci siamo convertiti, Dio si è rivelato a noi. Dopo la conversione dobbiamo continuare a bramare la Sua rivelazione!
Levitico 5:5 -‐ Levitico 9:22-‐23….., confesserà il peccato che ha commesso;……..Poi Aaronne alzò le sue mani verso il popolo e lo benedisse; dopo aver fatto il sacriNicio per il peccato, l'olocausto e i sacriNici di ringraziamento discese dall'altare. Quindi Mosè ed Aaronne entrarono nella tenda di convegno; poi uscirono e benedissero il popolo. Allora la gloria dell'Eterno apparve a tutto il popolo. Quindi un fuoco uscì dalla presenza dell'Eterno e consumò sull'altare l'olocausto e il grasso; tutto il popolo lo vide, proruppe in grida di gioia e si prostrò con la faccia a terra.
Il pentimento deve essere qualcosa che porta alla gioia di ricevere più rivelazione di Dio! Come? Costruendo un tempio di adorazione e preghiera. Perché ? Dobbiamo imparare a fare ciò che a Lui piace. La Sua persona verrà solamente in luogo intimo e preparato per il Suo arrivo. Bisogna costruire una dimora dove a Lui piace stare e immolare sacriPici di lode!
Salmo 22:3Eppure tu sei il Santo, siedi circondato dalle lodi d'Israele. Disponiamo il nostro cuore verso Colui che brama la nostra anima e vuole farsi conoscere per quello che Lui è e non per ciò che pensiamo noi! Solo se avremo il cuore ben disposto e con riverenza gli prepariamo un luogo santissimo, Lui verrà a dimorare da noi.
1 Cronache 22:19Disponete dunque il vostro cuore e l'anima vostra a cercare il SIGNORE vostro Dio; poi alzatevi e costruite il santuario di Dio, il SIGNORE, per trasferire l'arca del patto del SIGNORE e gli utensili consacrati a Dio nella casa che dev'essere costruita al nome del SIGNORE».
Cerchiamo (giorno per giorno) e costruiamo un luogo che Gli sia gradito (giorno per giorno) e Lui si trasferirà nella Sua dimora perché vedrà un cuore desideroso di conoscerlo e che vuole stare con Lui.
Voglio raccontare una mia testimonianza. In un momento della mia vita incominciai a pregare il Signore in modo diverso, nel senso che stavo attraversando un periodo di aridità spirituale dovuto a delle domande che mi ponevo: “Perché Signore, quando leggo certe storie o sento parlare di certi uomini, vedo delle vite trasformate dalla tua Parola! Perché non mi avviene questo?! Tu hai fatto le promesse a tutti!”. Quando mi sono convertito, Dio ha stravolto la mia vita con miracoli potenti!. Non era quindi un problema di prima conversione! La cosa che non capivo, è che non mi sembrava di essere “spento” o che non fossi già zelante nel Signore. La mia vita era di preghiera, servivo la mia
chiesa, frequentavo una scuola Biblica e partecipavo ad un’associazione Cristiana e tutto l’ho sempre fatto con il massimo zelo e non è mai stato di peso per me. Perché sono arrivato al punto di dire “Signore mi sto’ annoiando!”. E’ possibile che, malgrado una vita Cristiana così intensa, dicevo così! Magari potevo dire “Sono stressato e non ce la faccio più!” oppure potevo anche pensare di avere bisogno di stimoli diversi. Ma non si trattava di questo, perché li avrei trovati attraverso tante altre iniziative cristiane alle quali si può partecipare.
In me c’era un vuoto “santo”! Lo chiamo “santo”, perché da quando credo in Cristo ho la vita rivoluzionata e comunque sono consapevole che la mia vita è in mano a Dio; ma quella sensazione è dovuta ad un bisogno di riempimento “spirituale” (quindi santo) diverso, ad una pienezza ed una santiPicazione diversa di Dio! E’ un vuoto che ti viene perché vuoi fortemente cambiare e riempirti di più di Dio! Ho gridato al Signore :”Perché Signore non ho un vita trasformata !?! Dov’è la tua potenza !..!!?? E il Signore mi ha risposto : ”Sai Riccardo, tutti sono bravi a parlare di me, ma nessuno vuole parlare con me! Tutti spendono ore, giorni, settimane e mesi dietro alle loro faccende a farsi la guerra per chi ha la dottrina migliore su di Me…,tanto, tanto tempo a discutere di quali sono i programmi della chiesa e come farli, ma nessuno vuole stare con me almeno mezz’ora! E’ quasi noioso per un diglio di Dio passare del tempo con suo Padre, preferisce fare altro. Troppa fatica dedicare del tempo a Me; nessun mai Mi dice “Ti amo” come diresti ai tuoi genitori o ai tuoi digli terreni. Ti faccio un esempio : quando le tue diglie vengono da te per abbracciarti è diverso che quando vengono per chiederti di fare qualcosa? Così è per Me! Tutti mi cercano nel bisogno, ma nessuno mi cerca per quello che sono, cioè vostro Padre”.
Mi umiliai davanti a Dio e confessai “Io non ti conosco!”. Avevo capito la vera mancanza della mia vita cristiana! Desiderare di stare con mio Padre e desiderarlo d’incontrare ogni giorno come quando si va’ a trovare la persona più importante della vita. Voler spendere del tempo per conoscere meglio Lui ed amarlo per quello che Lui è. Spesso spendiamo del tempo a giustiPicarci che abbiamo pregato, ma se riPlettiamo sulle nostre preghiere, cosa abbiamo detto :” Grazie per questo e quello,…..ti prego per la tale cosa……intervieni…”. Questa non è fame e sete di una persona! Queste parole non le rivolgiamo a qualcuno che voglio conoscere più intimamente e desidero stare con lui perché mi piace stare con lui. Allora dissi “Ti voglio conoscere SIGNORE!”. Risposta del Signore: “Davvero ? Sei proprio sicuro ?”.
Vorrei che riPlettessimo su una cosa : Dio ci prende sempre in parola anche se noi non prendiamo spesso in parola Lui! Tutto quello che diciamo, Lui lo ascolta e lo considera. Dio risponde sempre alle nostre richieste e dà un peso alle nostre parole. Infatti Dio, come sue creature, è sempre desideroso di capire cosa vogliamo. La mia risposta fu’ :“Si ! Lo voglio ad ogni costo ”. Risposta del Signore :”bisogna pagare un prezzo!”.
C’E’ UN PREZZO DA PAGARE
Un prezzo da pagare…..? Opps! Chi l’avrebbe detto !? E’ un risposta strana….Ma è qui che si vede chi ha fame o chi no. Gli entusiasmi iniziali servono ben poco! E’ a questo punto che il Signore vuole vedere se veramente scherziamo o diciamo seriamente. Il Signore vuole capire se veramente siamo convinti e desideriamo Lui oppure le nostre erano “chiacchiere da bar”. Ci ricordiamo la storia della donna Cananea in Matteo 15:21–28 ? Gesù non la considerò, inizialmente, e poi, le disse “Non è bene prendere il pane dei Piglioli (Pigli di Israele = coloro per il quale Gesù era venuto) per darlo ai cagnolini (termine usato dagli Ebrei, per descrivere il popolo che non credeva nel Signore)”. La donna rispose :”Dici bene Signore, anche i cagnolini mangiano le briciole che cadono da tavola dei loro padroni !!”. Gesù voleva vedere realmente cosa c’era dentro nel suo cuore! La cananea, malgrado i riPiuti iniziali di Gesù, voleva quel “pane spirituale”, la liberazione di sua Piglia da un demone, che solo Lui poteva dargli, ed era disposta a tutto. Gesù vide la fame di questa donna e disse :”….ti sia fatto come vuoi…”, perché vedeva che era una fame vera. La donna vedeva Gesù come necessità assoluta per la sua vita e non si sarebbe tirata indietro per nessuna ragione, neanche dopo i riPiuti di Gesù stesso!
In noi nasce naturale il pensare “siamo stati salvati e liberati, ora ci aspetta tutto per grazia!”. Liberarsi continuamente, vuol dire pagare un prezzo per ogni forma di schiavitù della carne che c’è in noi! Questo è quello che ci attende. Altrimenti avremmo una fede perfetta Pin dall’inizio! Ma ciò non è vero e Dio ce lo farà capire. Bisogna veramente “mangiare” Lui! E’ quello che avevamo chiesto o no? Fame di Dio…Avevamo detto di volerlo conoscere al punto da rinunciare ad ogni cosa, desiderare solo Lui… o no ?. Ma è proprio a questo punto che alcuni, anzi tanti si tirano indietro.
Giovanni 6:56 …60-‐61….66Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me, e io in lui….. Perciò molti dei suoi discepoli, dopo aver udito, dissero: «Questo parlare è duro; chi può ascoltarlo?» Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano di ciò, disse loro: «Questo vi scandalizza? …….. Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui.
Nella Bibbia all’inizio del Cap. 6 del Vangelo di Giovanni c’erano folle che seguivano Gesù (si narra di 5.000 uomini. Consideriamo che in quel tempo donne e bambini non venivano conteggiati; quindi si può presumere che ci fossero 11-‐12.000 persone!). Alla Pine del capitolo rimasero in 12 ! Una volta rimasti così pochi cosa esclama Gesù ? “Bravi siete i migliori!”. No! Ma :“Perciò Gesù disse ai dodici: «Non volete andarvene anche voi?». Cosa vogliamo fare? Seguire il mucchio? Aver paura di perdere qualche posto autorevole o di passare per pazzi perché è troppo rischioso seguire il Gesù vivente..? Sta’ a noi decidere sempre quanto lo desideriamo! Abbiamo il libero arbitrio.
Gesù non obbligherà mai nessuno a seguirlo. Siamo noi che dobbiamo avere il coraggio di farlo. Anzi, se decideremo di seguirlo, sicuramente avremo tutti contro. Come nascerà l’iniziativa per cercarlo più in profondità, il maligno non starà più a dormire! Anzi dirà :“Opplà, qualcuno si è svegliato! Bisogna mettersi al lavoro! Stavo così comodo quando il cristianesimo si appoggiava su se stesso e non cercava il Volto di Dio!”. Altri fratelli diranno: “Sai, sei ancora ai primi anni, devi ancora fare tanta strada! Non voler crescer troppo in fretta!”. Oppure dopo aver letto libri “unti” dallo Spirito, ci si sente dire :“Hai letto quel libro che ti ha ediPicato molto?! Sì, però stai attento perché ho sentito dire che la casa editrice o l’autore fa questo e quest’altro…”. I primi digiuni che facevo come sottomissione e ricerca del Volto di Dio, sentivo mia moglie (che oggi è una donna infuocata per il Signore e digiuna pure lei) che mi diceva “Stai attento Riccardo, …mi sembra che ti stai un po’ esaltando…cosa vuoi che conti il digiuno ? …non esagerare”. Tutto rema contro. Tu cerchi di afferrare il vento e tutti dicono che non ce n’é! Tu sai che puoi farcela, ma nessuno ti incoraggia!
Se si legge la Bibbia, ogni uomo di Dio era disposto a lasciare tutto pur di vedere la Gloria dell’Eterno. Mosè si ritirò sulla montagna perché aveva scelto di cercare Dio, piuttosto che saziarsi del benessere della corte del Faraone. Giovanni il Battista viaggiò nel deserto rinunciando ad ogni comfort Pin da bambino per preparargli la via e poi trovare il Re di Gloria sulla sua strada. I discepoli rinunciarono a tutto pur di seguire Colui che aveva parole di vita eterna :
Giovanni 6:68“Simon Pietro gli rispose: «Signore, da chi andremmo noi? Tu hai parole di vita eterna.
Gli Apostoli furono uomini trasformati dalla Parola vivente e che manifestarono a loro volta la Sua gloria. Questi uomini avevano capito una cosa : che c’era bisogno di più ricerca nelle loro vite per vedere veramente la Sua Gloria e conoscerlo per quello che è Lui, veramente.
C’è un problema nel Cristianesimo : tutti vogliono l’unzione, le benedizioni o vivere come Cristo, ma nessuno vuole pagarne il prezzo. E’ bello descrivere la vita Cristo, ma nessuna la vuole imitare! Spesso ci difendiamo dietro a frasi come :“Hai visto se è unto quello! Ha proprio ricevuto tanto da Dio”; sembra che quella persona se lo meriti più di un altro! Oppure se solo bramiamo di essere come loro o più di loro (che è una sana fame cristiana) si viene accusati di orgoglio :“state attenti a non inorgoglirvi, al vostro io!”. Frasi di questo genere ci smontano sul nascere! Paolo non sembra pensarla così quando parla ai Corinti sull’orgoglio e su come deve vivere un cristiano il Regno di Dio:
1 Corinzi 4:16-‐20Vi esorto dunque: siate miei imitatori. Appunto per questo vi ho mandato Timoteo, che è mio caro e fedele Niglio nel Signore; egli vi ricorderà come io mi comporto in Cristo Gesù, e come insegno dappertutto, in ogni chiesa. Or alcuni si sono gonNiati d'orgoglio, come se io non dovessi più venire da voi; ma, se il Signore vorrà, mi recherò presto da voi, e conoscerò non il parlare ma la potenza di coloro che si sono gonNiati; perché il regno di Dio non consiste in parole, ma in potenza.
Non solo ci dà un modello a cui ambire, ma ci dice chi è orgoglioso e chi non lo è! Tutto sta’ nella potenza! Coloro che rinnegano la potenza (l’abbiamo discusso prima) sono orgogliosi, parlano e basta. Non dimostrano una reale trasformazione. Coloro che mostrano potenza sono persone che realmente sono state trasformate dalla parola di Dio. Il vero orgoglio sta’ nel non ricercare la trasformazione e la conseguenza è di non avere potenza; ma ambire a volerla non è orgoglio, anche perché non si otterrà mai se prima Dio non ci trasforma. Un uomo che manifesta potenza è un uomo che ha deciso di non usare le sue forze, ma quelle di Dio; è un uomo che ripone Piducia nello Spirito Santo e non nelle proprie parole. E’ L’atto di rendersi conto, onestamente, di camminare secondo la volontà di Dio oppure no. Invece che bramare le vite degli uomini di Dio, ci soffermiamo in chiacchiere o a guardare gli altri, pensando che sono supereroi di un tempo o fratelli a cui Dio ha dato di più. Ma Dio vuole farsi conoscere per quello che Lui è, e non secondo le nostre ideologie. Chi l’ha conosciuto per quello che Lui è, l’ha fatto conoscere anche agli altri grazie alla potenza del Suo Santo Spirito.
Vorrei soffermarmi sulla Storia di Giobbe. Vorrei fare vedere come quest’uomo è stato trasformato da Dio e come ha potuto conoscerlo veramente. Giobbe era un religioso che pensava di conoscere Dio.
Giobbe 1:1-‐5Era nel paese di Uz un uomo che si chiamava Giobbe. Quest'uomo era integro e retto; temeva Dio e fuggiva il male. Gli erano nati sette Nigli e tre Niglie; possedeva settemila pecore, tremila cammelli, cinquecento paia di buoi, cinquecento asine e una servitù molto numerosa. Quest'uomo era il più grande di tutti gli Orientali. I suoi Nigli erano soliti andare gli uni dagli altri e a turno organizzavano una festa; e mandavano a chiamare le loro tre sorelle perché venissero a mangiare e a bere con loro. Quando i giorni della festa terminavano, Giobbe li faceva venire per puriNicarli; si alzava di buon mattino e offriva un olocausto per ciascuno di essi, perché diceva: «Può darsi che i miei Nigli abbiano peccato e abbiano rinnegato Dio in cuor loro». Giobbe faceva sempre così.
Giobbe, descrive la Bibbia, era un uomo giusto e devoto. Si preoccupava tantissimo per i Pigli e fuggiva dal male. Giobbe era un uomo timorato di Dio. Ma Giobbe non era un uomo che cercava Dio. Perché? Giobbe aveva creato un suo sistema religioso che lo faceva sentire al sicuro. Viveva per quello che aveva creato e tutti gli sforzi erano per gestire quel sistema. Viveva di paure, cioè di perdere
stima nei confronti di Dio se non faceva sempre quelle determinate cose : «Può darsi che i miei Higli abbiano peccato e abbiano rinnegato Dio in cuor loro». Giobbe faceva sempre così.
Non era libero di pensare che anche senza quel metodo Dio poteva dare grazia sulla sua vita e che Dio non poteva essere schematizzato e vincolato ad un sacriPicio. Dio non è una vita pia, devota in maniera religiosa o uno schema da seguire! Dio deve essere l’autorità a cui dobbiamo porci in totale sottomissione, ma lasciando libero Lui di decidere di manifestarsi e muoversi a Suo piacimento.
Giobbe fu’ scosso da Dio! Ebbe le sue reazioni come potremo averle tutti quanti noi. Inizialmente non capiva e non fù capace di comprendere una cosa…. quale ? Leggiamo nel testo una frase che fa’ pensare :
Giobbe 5:8Io però cercherei Dio, e a Dio afNiderei la mia causa;..
Ma come? Bisogna cercare Dio?! Eppure Giobbe era un uomo integro e sfuggiva dal male! Come mai non basta questo ? Il suo legalismo lo portava a fuggire ad una vera e propria conoscenza. Giobbe fu’ umiliato (Giob 12:4 “Io dunque dovrei essere il ludibrio degli amici! Io che invocavo Dio, ed egli mi rispondeva; il ludibrio io, l'uomo giusto, integro!”) e pagò un prezzo molto alto; in pratica tutto quello che aveva! A stento mantenne la salute perché era l’unica cosa che Dio aveva ordinato di non toccare. Ma la sua risposta alla Pine della sua trasformazione fu’ impressionate ! :
Giobbe 42:5Il mio orecchio aveva sentito parlare di te ma ora l'occhio mio ti ha visto.
Aveva conosciuto Dio! Aveva capito quanto realmente Dio era potente ed era libero di fare ogni cosa! Si rese conto di quanto aveva creduto in un Dio “per sentito dire”. Purtroppo questo rappresenta il nostro rischio, cioè di costruirci un Dio secondo come ce lo insegnano, o ce lo siamo creato “su misura” noi. In ogni chiesa (di qualsiasi denominazione) si saranno sentite frasi del genere: “Sai mi hanno insegnato questo Pin dalla scuola domenicale o dal catechismo......nella mia denominazione si crede così…”. Ok! E’ giusto tenere in considerazione le linee prese dall’autorità, ma nessuno può obbligare un uomo a non cercare di più nella propria relazione con il Signore. Spesso nella Chiesa si vive di paure e di timori, anziché portare insegnamenti che liberano dal settarismo. Questa è una macchinazione molto astuta che tiene il popolo di Dio diviso e non libero di unirsi e andare più in profondità nelle verità di Dio. Il credente ha bisogno di vivere l’opera di Dio e non di sapere che esiste!
Finalmente Giobbe aveva visto Dio all’opera! La Sua opera. Quell’opera che tutti bramiamo, ma nessuno vuole pagare il prezzo per vederla! Giobbe non bramava più di fare le sue opere (sistema religioso) ma di vedere l’opera per eccellenza, quella del Dio vivente e Dio lo ricompensò (Giobbe 42:12 -‐ Il SIGNORE benedì gli ultimi anni di Giobbe più dei primi ).
Cercare e trovare la presenza di Dio è qualcosa di straordinario! Quando la troviamo accade una cosa meravigliosa : abbiamo fame e sete solo di Lui. Non ci importerà più bere, mangiare o pensare ad altro, ma sarà Lui il nostro cibo quotidiano! E’ chiaro che Dio non ci chiede di ammalarci, non mangiare o morire perché abbiamo digiunato troppi giorni per cercare il Suo volto, ma è il desiderio profondo del nostro cuore che è cambiato e ha riconosciuto la necessità primaria di un incontro profondo con Dio ogni giorno insieme alle nostre abitudini quotidiane. Questo incontro con la Sua presenza cambierà la nostra vita, insieme alle nostre abitudini di vita quotidiana, perché verremo trasformati da Lui interiormente e ci staccheremo da quei desideri che prima ci toglievano del tempo per stare con Lui. Non vedremo l’ora di passare il tempo con Lui e conoscerlo sempre di più.
Salmo 16:11Tu m'insegni la via della vita; ci sono gioie a sazietà in tua presenza; alla tua destra vi sono delizie in eterno.
Abbiamo trovato la via per essere sazi delle delizie che Lui ci farà vivere. Pace e gioia saranno
all’ordine del giorno anche nei momenti più difPicili, perché Lui dimorerà con una presenza forte e costante che non avevamo sentito prima! Riempirà quel “vuoto santo” che ci procurava insoddisfazione e insicurezze! Per quanto fossimo già credenti, ma a volte schiavi del nostra incredulità, ci permetterà di vivere una vita piena di Lui! Si vivrà completamente per Lui e si è disposti a rinunciare tutto (più tempo, più impegni,….) per stare 1,2,3….6 ore con Lui, sapendo che abbiamo già ogni cosa in Cristo Gesù e quindi non abbiamo paura di perdere nulla. L’invito che Dio fa all’uomo è questo :
Isaia 55:1-‐3«O voi tutti che siete assetati, venite alle acque; voi che non avete denaro venite, comprate e mangiate! Venite, comprate senza denaro, senza pagare, vino e latte! Perché spendete denaro per ciò che non è pane e il frutto delle vostre fatiche per ciò che non sazia? Ascoltatemi attentamente e mangerete ciò che è buono, gusterete cibi succulenti! Porgete l'orecchio e venite a me;ascoltate e voi vivrete; io farò con voi un patto eterno, vi largirò le grazie stabili promesse a Davide.
Non accontentiamoci di ciò che crediamo di sapere di Dio, ma bramiamo di conoscere Lui per come Lui è veramente. Riconosciamo che Lui è il Dio Eterno ed InPinito. Lui vuole rivelarsi con tutto il Suo amore e brama la nostra anima con intesa passione e amore. Se lo cerchiamo con intensa passione, scopriremo una cosa meravigliosa :
DIO HA FAME DI NOIA Cristo Gesù sia ogni Lode, Gloria e Onore.