fede e innocenza...alcun timore, annunciarono a tutti la gioia della risurrezione di cui furono...

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1 Fede e Innocenza “E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”. ( Gv 1,14) Carissimi amici, ancora una volta il Signore si fa bambino per noi, e viene ad abitare in mezzo a noi per ravvivare la nostra fede, la nostra innocenza, le quali sono necessarie per raggiungere il Regno dei Cieli. “Se non diventerete come i bambini, non en- trerete nel Regno dei Cieli”. Nei giorni che stiamo vivendo c’è una parola che ricorre spesso nei nostri discorsi e nella nostra mente: “crisi”. Crisi dei valori, della fede, della fa- miglia, del lavoro, della vita politica… E questi pen- sieri creano in noi sfiducia, incertezza, tristezza. Ora pero Cristo, viene incontro a noi per infonde- re speranza, certezza, e ci dice che “Ogni uomo ve- drà la salvezza di Dio!” (Lc 3,6). Certamente ci parla della salvezza interiore che da forza, coraggio, ricerca e ci invita a non stancarci mai, giacché Lui è in mezzo a noi e chi ha Dio nulla gli manca, perché poche cose sono necessarie, solo una: Lui. Per raggiungere questo ci vuole fede e innocenza, come quella di Maria, che si offre come serva del Signore perché Lui compia in lei la sua Parola, di- ventando con il suo dono, madre di fede e di spe- ranza. O la fede e innocenza di Giuseppe, uomo giusto che vive del silenzio e dell’ascolto della Parola e si lascia guidare dalla mano di Dio attraverso un mondo pieno di difficolta e di insidie. O la fede dei pastori, simbolo delle persone semplici che lo accolgono e lo adorano con gioia, o la fede dei Re Magi guidati dalla Stella, che una volta trovato il Bambino lo ado- rarono. E che dire della strage degli innocenti, simbolo della più nobile purezza. Sono verità che dobbia- mo cercare e desiderare per avere la “salvezza” del- la quale Cristo ci parla. Il Verbo che si fa carne per abitare in mezzo noi. L’Emmanuele, Dio con noi.

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    Fede e Innocenza “E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”. ( Gv 1,14)

    Carissimi amici, ancora una volta il Signore si fa bambino per noi, e viene ad abitare in mezzo a noi per ravvivare la nostra fede, la nostra innocenza, le quali sono necessarie per raggiungere il Regno dei Cieli. “Se non diventerete come i bambini, non en-trerete nel Regno dei Cieli”.

    Nei giorni che stiamo vivendo c’è una parola che

    ricorre spesso nei nostri discorsi e nella nostra mente: “crisi”. Crisi dei valori, della fede, della fa-miglia, del lavoro, della vita politica… E questi pen-sieri creano in noi sfiducia, incertezza, tristezza.

    Ora pero Cristo, viene incontro a noi per infonde-

    re speranza, certezza, e ci dice che “Ogni uomo ve-drà la salvezza di Dio!” (Lc 3,6).

    Certamente ci parla della salvezza interiore che da forza, coraggio, ricerca e ci invita a non stancarci mai, giacché Lui è in mezzo a noi e chi ha Dio nulla gli manca, perché poche cose sono necessarie, solo una: Lui.

    Per raggiungere questo ci vuole fede e innocenza,

    come quella di Maria, che si offre come serva del Signore perché Lui compia in lei la sua Parola, di-ventando con il suo dono, madre di fede e di spe-ranza.

    O la fede e innocenza di Giuseppe, uomo giusto

    che vive del silenzio e dell’ascolto della Parola e si lascia guidare dalla mano di Dio attraverso un mondo pieno di difficolta e di insidie.

    O la fede dei pastori,

    simbolo delle persone semplici che lo accolgono e lo adorano con gioia, o la fede dei Re Magi guidati dalla Stella, che una volta trovato il Bambino lo ado-rarono. E che dire della strage degli innocenti, simbolo della più nobile purezza.

    Sono verità che dobbia-

    mo cercare e desiderare per avere la “salvezza” del-la quale Cristo ci parla.

    Il Verbo che si fa carne

    per abitare in mezzo noi. L’Emmanuele, Dio con noi.

  • 2

    LETTERA APOSTOLICA

    IN FORMA DI MOTU PROPRIO

    PORTA FIDEI

    La “porta della fede” che introduce alla vita

    di comunione con Dio e permette l’ingresso

    nella sua Chiesa è sempre aperta per noi. E’

    possibile oltrepassare quella soglia quando la

    Parola di Dio viene annunciata e il cuore si

    lascia plasmare dalla grazia che trasforma. Attraversare quella porta

    comporta immettersi in un cammino che dura tutta la vita. Esso inizia

    con il Battesimo mediante il quale possiamo chiamare Dio con il no-

    me di Padre, e si conclude con il passaggio attraverso la morte alla

    vita eterna, frutto della risurrezione del Signore Gesù che, con il dono

    dello Spirito Santo, ha voluto coinvolgere nella sua stessa gloria

    quanti credono in Lui…

    Per fede Maria accolse la parola dell’Angelo e credette all’annuncio

    che sarebbe divenuta Madre di Dio nell’obbedienza della sua dedi-

    zione . Visitando Elisabetta innalzò il suo canto di lode all’Altissimo

    per le meraviglie che compiva in quanti si affidano a Lui . Con gioia

    e trepidazione diede alla luce il suo unico Figlio, mantenendo intatta

    la verginità. Confidando in Giuseppe suo sposo, portò Gesù in Egitto

    per salvarlo dalla persecuzione di Erode. Con la stessa fede seguì il

    Signore nella sua predicazione e rimase con Lui fin sul Golgota. Con

    fede Maria assaporò i frutti della risurrezione di Gesù e, custodendo

    ogni ricordo nel suo cuore, lo trasmise ai Dodici riuniti con lei nel

    Cenacolo per ricevere lo Spirito Santo.

    Per fede gli Apostoli lasciarono ogni cosa per seguire il Maestro.

    Credettero alle parole con le quali annunciava il Regno di Dio pre-

    sente e realizzato nella sua persona. Vissero in comunione di vita con

    Gesù che li istruiva con il suo insegnamento, lasciando loro una nuo-

    va regola di vita con la quale sarebbero stati riconosciuti come suoi

    discepoli dopo la sua morte. Per fede andarono nel mondo intero,

    seguendo il mandato di portare il Vangelo ad ogni creatura e, senza

    alcun timore, annunciarono a tutti la gioia della risurrezione di cui

    furono fedeli testimoni.

    Per fede i discepoli formarono la prima comunità raccolta intorno

    all’insegnamento degli Apostoli, nella preghiera, nella celebrazione

    dell’Eucaristia, mettendo in comune quanto possedevano per sovve-

    nire alle necessità dei fratelli.

    Per fede i martiri donarono la loro vita, per testimoniare la verità del

    Vangelo che li aveva trasformati e resi capaci di giungere fino al do-

    no più grande dell’amore con il perdono dei propri persecutori.

    Per fede uomini e donne hanno consacrato la loro vita a Cristo, la-

    sciando ogni cosa per vivere in semplicità evangelica l’obbedienza, la

    povertà e la castità, segni concreti dell’attesa del Signore che non

    tarda a venire. Per fede tanti cristiani hanno promosso un’azione a

    favore della giustizia per rendere concreta la parola del Signore, ve-

    nuto ad annunciare la liberazione dall’oppressione e un anno di gra-

    zia per tutti.

    Per fede, nel corso dei secoli, uomini e donne di tutte le età, il cui

    nome è scritto nel Libro della vita, hanno confessato la bellezza di

    seguire il Signore Gesù là dove venivano chiamati a dare testimo-

    nianza del loro essere cristiani: nella famiglia, nella professione, nella

    vita pubblica, nell’esercizio dei carismi e ministeri ai quali furono

    chiamati.

    Per fede viviamo anche noi: per il riconoscimento vivo del Signore

    Gesù, presente nella nostra esistenza e nella storia.

    Affidiamo alla Madre di Dio, proclamata “beata” perché “ha credu-

    to” (Lc 1,45), questo tempo di grazia.

    Benedetto XVI

    Nel prologo del vangelo di Giovanni, che leggeremo nel giorno di Natale, si dice: “A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da san-gue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati”. (Gv 1,12-13). Viene per abitare con noi, ma ci chiede di accoglierlo con fede e con innocenza come i bambini, come il Bambino che sta per na-scere in mezzo a noi. Aspiriamo, in quest’anno della Fede, ad av-vicinarci ancora di più con cuore aperto e sincero a Cristo che viene a noi per essere una sola cosa con Lui.

    Carissimi amici auguro a tutti voi,

    insieme alla nostra comunità

    di Missionari e Missionarie Identes,

    un Santo Natale nell’innocenza

    del Bambino Dio

    e che nel nuovo Anno 2013

    i Santi Re Magi vi colmino del dono

    della Fede e della Speranza

    per accogliere con innocenza

    il Cristo e in Lui tutti gli uomini.

    Un abbraccio fortissimo nei sacri Cuori di Gesù, Maria e Giuseppe.

    P. V. de la Fuente

  • 3

    Domenica 25 Novembre alla S. Mes-

    sa delle 11 abbiamo ringraziato il Si-

    gnore per il dono del nostro caro “Don

    Enrico” (è da tempo “Monsignore” ma

    lui vuole essere sempre Don Enrico)

    che, dopo ben 44 anni, lascia la Par-

    rocchia del Tabernacolo.

    Ho raccolto i sentimenti di gratitudi-

    ne della Comunità con questo breve

    scritto che ho letto durante la Messa.

    Carissimo Don Enrico,

    la comunità tutta del Tabernacolo,

    vuole ringraziare il Signore per la mis-

    sione sacerdotale che tra noi svolgi da

    tanti anni fin dal lontano 1968.

    Una missione che è ed è stata presenza

    attiva, discreta, fedele e generosa.

    Presenza dispensatrice a piene mani del-

    la Grazia con i Sacramenti e la Parola

    di Dio

    Presenza di aiuto per tanti nostri giovani che da te

    hanno ricevuto incoraggiamento per proseguire ne-

    gli studi insieme a tante, tantissime lezioni gratuite

    di latino, di letteratura…..

    Giovani ormai quarantenni, cinquantenni ed oltre che

    ancora ricordano il prof Don Enrico. E’ di questa

    settimana che due tuoi ex allievi sono venuti a tro-

    varti da Forlì e tanti, tantissimi ti scrivono da sem-

    pre e ti ricordano come il “burbero” prof che ha

    saputo consigliare, orientare ed incoraggiare negli

    anni difficili delle scelte fondamentali.

    Presenza nei gruppi parrocchiali (ricordo in particola-

    re il gruppo di AC che hai guidato per tanti anni)

    Presenza che è stata di aiuto e conforto a tante perso-

    ne anziane, malate e sofferenti della nostra parroc-

    chia e tra queste anche mio papà nel suo ultimo an-

    no di vita che anche grazie a te ha ritrovato la Fede.

    Una grande testimonianza di Fede, coraggio e genero-

    sità hai dato a tutti noi quando, non più giovane, sei

    partito per portare aiuto alla missione genovese nel-

    la zona di Santo Domingo in America Latina. Ricor-

    do con ammirazione l’entusiasmo e la determinazio-

    ne che ti ha accompagnato.

    Tante cose buone hai fatto per noi. In tanti abbiamo

    ricevuto doni spirituali di Fede, di Speranza, di Ca-

    rità. Gesù attraverso di te ha incoraggiato, consola-

    to, perdonato.

    Oltre ai tanti doni spirituali, vogliamo ricordare an-

    che i tanti segni tangibili di generosità:

    - il rivestimento del portale di ingresso nella nostra

    bella Chiesa.

    - la Madonna con il bambino nel viale

    - lo stupendo Crocifisso.

    Continua ad essere come sei, generoso e disponibile.

    La tua missione ora sarà in altro ambiente, dove

    con dedizione saprai come sempre trasformarlo

    operando con la tua decisa testimonianza di Carità

    e di bontà che la tua forte personalità non riesce a

    mascherare.

    Noi ti abbracciamo e ti ringraziamo.

    Grazie Don ENRICO!

    Grazie di essere prete, Grazie di essere come sei!

    Corrado

    Caro don Enrico,

    sono in Visita Pastorale con il Cardinale e non posso essere presente alla cerimonia "di grati-tudine" in tuo onore. Non si tratta di un addio perché non mancheremo di venirti a trovare e sarai sempre con noi.

    Sei il decano del Vicariato, sei infatti pre-sente da oltre 55 anni e hai il primato di pre-senza anche al Tabernacolo. Hai operato con me per 25 anni al tempo in cui sono stato par-roco al Tabernacolo.

    Quanto lavoro e quanti ricordi!

    Ora la stagione della vita ti chiede di fer-marti un po' per contemplare la meta e il pre-mio che il Signore da' ai suoi discepoli predi-letti. Ogni sacerdote è un prediletto del Signo-re.

    Ti faccia corona il ricordo di tanto apostola-

    to a favore dei tuoi alunni e, negli ultimi decen-ni, ai parrocchiani del Tabernacolo.

    Il Signore ti benedica; il tuo ministero non è ancora finito, diventa ancor più prezioso se arricchito di preghiera e accettazione del vole-re del Signore.

    Continuiamo insieme il cammino.

    Con affetto Don Pino

  • 4

    Dal 7 al 28 ottobre 2012 si è svolta in Vaticano la XIII Assem-blea del Sinodo dei vescovi.

    Sinodo vuol dire “camminare insie-me”. I Vescovi di tutto il mondo, in comunione col Papa hanno riflettuto sul tema “La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristia-na”.

    Il tempo in cui viviamo è segnato da dimenticanza e sordità nei con-fronti di Dio, siamo arrivati ad una vera e propria desertificazione spiri-tuale.

    La finalità della nuova evange-lizzazione è la trasmissione della fede a tutti, e i cristiani, in quanto battezzati, sono chiamati a dare il loro contributo, risvegliando la loro identità battesimale.

    La nuova evangelizzazione ri-sponde alla necessità di trovare nuovi strumenti per rendere com-prensibile la Parola di Dio negli

    ambienti di vita dell’uomo contempo-raneo.

    Vuole portare i battezzati a ri-scoprire la gioia di credere e aiu-tarli a ritrovare l’entusiasmo nel comunicare la fede, vuole riafferma-re il dovere di annunciare Cristo a chi ancora non lo conosce, ma è indiriz-zata soprattutto a coloro che sono stati battezzati ma non sufficiente-mente evangelizzati e a coloro che si sono allontanati dalla Chiesa e dalla pratica della vita religiosa.

    Un ruolo particolare per la Nuova Evangelizzazione spetta alla parroc-chia “comunità di comunità”.

    “E’ necessario che quel gigante addormentato che è la parrocchia si risvegli! Una parrocchia dinamica, carica dell’amore di Dio, che affascina i suoi fedeli e li spinge all’evangeliz-zazione è possibile” (D. Pigi ideatore delle cellule di evangelizzazione).

    “Anche nel nostro tempo un luogo privilegiato per parlare di Dio è la famiglia, la prima scuola per trasmettere la fede alle nuove generazioni. I genitori sono i primi messaggeri di Dio, chiamati ad assu-mersi la responsabilità nell’educare, nell’aprire la coscienze dei piccoli all’amore di Dio, nell’essere i primi catechisti e maestri della fede per i loro figli. La comunicazione della fede deve sempre avere la tonalità

    della gioia, E’ la gioia pasquale, che non tace o nasconde le realtà del do-lore, della sofferenza, della fatica, dell’incomprensione e della stessa morte, ma sa offrire i criteri per inter-pretare tutto nella prospettiva della speranza cristiana” (Benedetto XVI).

    Come parlare di Dio nel nostro tempo? “Parlare di Dio vuol dire in-nanzitutto avere ben chiaro ciò che dobbiamo portare agli uomini e alle donne del nostro tempo: un Dio concreto, un Dio che esiste, un Dio che à entrato ed è presente nella storia: il Dio di Gesù Cristo. Per questo parlare di Dio richiede una familiarità con Gesù e il suo Vangelo, suppone una nostra personale e reale conoscenza di Dio e una forte passio-ne per il suo progetto di salvezza, seguendo il metodo di Dio stesso: il metodo dell’umiltà

    Occorre non temere l’umiltà dei piccoli passi e confidare nel lievito che penetra nella pasta e lentamente la fa crescere. E’ necessario ritorna-re all’essenziale dell’annuncio: la buona notizia di un Dio che è reale e concreto, un Dio che si interessa di noi, un Dio Amore che si fa vicino a noi in Gesù Cristo fino alla Croce e che nella Resurrezione ci dona la speranza e ci apre ad una vita che non ha fine, la vita eterna, la vita ve-ra” (Benedetto XVI)

    Ciao a tutti! Chi siamo? Semplice, siamo le “ugole d’oro”

    che spesso animano e rallegrano la S. Messa delle 11!

    La domenica mattina, quando dobbiamo cantare, invece di dormi-re fino a tardi, alle 10.15 siamo già nei saloni della Chiesa a provare i canti: canti di gioia e amore per Gesù.

    Siamo molto contenti di que-s t o p i c c o l o “servizio”: ci ve-diamo tra amici, ci divertiamo, cantare è bello e farlo per Gesù lo è ancora di più!

    Dà soddisfazione anche essere ap-prezzati e ringraziamo Padre Vicen-te che ci applaude ogni volta.

    Ma il nostro grazie più speciale va a Silvana e Lucia che pazientemente ci insegnano i canti, a volte difficili e insegnati a una banda di scalmana-ti…

    Da più di un mese, una volta la settimana (il mercoledì dopo cate-chismo) ci vediamo per imparare e preparare i canti per la Veglia di Na-tale: è un momento molto speciale e atteso per noi che cantiamo!

    Per questo vi aspettiamo tutti la Notte del 24 alle 23 per la Veglia di Natale. Speriamo di es-sere ancora di più l’anno pros-simo, perché ogni bambino che desidera cantare è il ben-venuto!!

    CECI

  • 5

    Domenica 25 novembre 2012:

    Sacramento della Confermazione.

    Sono passati tre anni e pochi mesi da quando ho accet-

    tato l’incarico di fare da catechista per un gruppetto di

    ragazzi, che nel corso del tempo si è un poco assottigliato

    per le più svariate ragioni; ora siamo arrivati alla conclu-

    sione del nostro percorso, o per meglio dire all’inizio

    dell’avventura della vita, visto che questi ragazzi e ragaz-

    ze, ricevuto il Sacramento della Confermazione, non do-

    vranno più seguire il Catechismo, ma essere capaci di

    vivere ogni giorno la propria Fede.

    Tre anni impegnativi, a volte anche un poco frustranti,

    ma nel complesso tre anni davvero importanti per loro,

    ma anche per me: sono stati tre anni per riflettere sulla

    mia fede, per cercare di trasmettere loro qualcosa che

    possa un giorno germogliare.

    La funzione di Domenica mi ha davvero colpito,

    per la semplicità di ciò che Don Pino ha saputo dire ai

    ragazzi, ai genitori e a tutti coloro che eano in Chiesa,

    ma mi ha davvero molto colpito anche il Ritiro di Sabato

    24 mattina, in cui Padre Vicente ha davvero saputo rias-

    sumere il valore di questo sacramento in maniera coin-

    volgente per i ragazzi.

    Grazie di cuore a questi sacerdoti per quanto hanno

    dato a questi ragazzi in queste due occasioni.

    Qual è la paura più grande ora?

    Che questi ragazzi smettano di confrontarsi con la fede,

    smettano di frequentare la Chiesa, la Parrocchia, faccia-

    no insomma come moltissimi per i quali, passata la Cre-

    sima, passato il senso di andare in Chiesa.

    Non è facile al giorno d’oggi per un ragazzo mettere

    nella propria vita Cristo e la Chiesa, la Parrocchia, il Ser-

    vizio... troppe sono le distrazioni...ma ha sempre un gran-

    de senso sperare e pregare che il Signore con il dono del

    suo Spirito li aiuti a non perdersi.

    Un grande abbraccio a tutti questi ragazzi e ragazze,

    una preghiera sempre profonda per loro e per le loro fa-

    miglie.

    Eugenio

    Una strada stretta, quasi nascosta, si iner-

    pica su da Corso Europa: è Via Locchi.

    Ed ecco una curva a gomito che si dirama

    in due, e poi un’altra curva a sinistra. Ora

    un tratto pianeggiante, come una tregua

    alla salita, e un breve rettilineo fiancheg-

    giato dai pini marittimi. Ancora la verti-

    calità che aumenta via via di grado, e tut-

    to ritorna a salire e salire, mentre, alla

    nostra destra, il cartello indica l’inizio di

    “Via Flavia Steno”.

    E’ la strada in cui vivo. Intitolata a ricor-

    do di una scrittrice e giornalista del

    “Secolo XIX”, che scrisse di politica, di

    moda e soprattutto di emancipazione fem-

    minile.

    Via Flavia Steno: un lungo biscione ag-

    grappato al fianco della collina, arrotolato

    su sé stesso, dove i palazzi compaiono in

    ordine sparso.

    Un tempo, qui - trenta, quaranta anni fa -

    era aperta campagna.

    Quando traslocai con la mia famiglia, la

    strada era stata da poco asfaltata. Sentire

    il ronzio di un motore, veder passare

    un’auto era una rarità. Non potevi che

    seguirla con lo sguardo. La vedevi appari-

    re tra una fascia e l’altra, spuntare in mez-

    zo agli orti, nascondersi tra gli ulivi, scen-

    dere giù lentamente verso Cor-

    so Europa, o risalire su, sulla

    via del ritorno, faticando e sob-

    balzando su di un tratto ancora

    sterrato, e poi scomparire alla

    svelta, come fosse imbarazzata

    per aver rotto il silenzio.

    Tornava la quiete. Le reti per

    cogliere le olive sembravano

    minuscole ragnatele scosse dal vento.

    Non si udiva più nulla. Sembrava di poter

    respirare più forte. Quasi d’inebriarsi d’a-

    ria.

    Ma ancora stornavi lo sguardo attirato dai

    richiami degli operai. Osservavi le gru, i

    cantieri. Le carriole sospese nel cielo, a

    dondolare. I ponteggi. Le betoniere. Gli

    scheletri dei nuovi palazzi, che sarebbero

    stati di tre quattro piani, e facevano im-

    pallidire le vecchie case genovesi color

    pastello che fino ad allora avevano chiaz-

    zato la campagna della Val Bisagno.

    Stava sorgendo Via Steno.

    La geografia cambiava di giorno in gior-

    no, tutto era incompleto. Mancavano rin-

    ghiere, cancelli, e i bambini sconfinavano

    nei giardini del vicinato, e sembrava natu-

    rale, nessuno protestava. I miei figli fece-

    ro amicizia con un bambino che abitava

    di fronte. Ogni pomeriggio quello scaval-

    cava il basso muretto che divideva i nostri

    giardini e bussava alla finestra. Domanda-

    va quasi intimidito: c’è sua figlia?

    Ora la situazione è cambiata. Ai margini

    della strada fanno capolino solo palazzi e

    palazzi, passano molte macchine, e del

    tempo che fu rimane qualche ulivo fron-

    doso, qualche pino marittimo incurvato

    un poco, ma sempre altissimo, a prendere

    il calore del sole.

    Via Steno, comunque, rimane ancora una

    piccola oasi. Il rumore del traffico di cor-

    so Europa vi arriva molto attutito. Si vive

    tranquilli. Ma serre e orti sono scomparsi.

    Nessun bambino scavalca il muretto di

    casa nostra. Nessuno che chieda: c’è sua

    figlia.

    Ma è il tempo che passa, si sa.

    P.

  • 6

    Fin dai tempi antichi il 21 dicembre ha rappresentato

    una data speciale del calendario: il solstizio di inverno. In

    questa fase il sole appare fermo all'orizzonte.

    Veniva celebrata la festa del sole (Natalis Solis Invicti

    = giorno natalizio dell'invincibile Sole), che avveniva

    nell'ottavo giorno prima del capodanno, segno che la vita

    continua, anno dopo anno. Durante le feste venivano ac-

    cesi dei fuochi che con il loro calore e la loro luce aveva-

    no la funzione di ridare forza al sole indebolito.

    Dalle ore 0 del 21 dicembre le giornate tornano a di-

    ventare più lunghe e soleggiate, l'inverno è al suo culmi-

    ne: la natura ci riconduce nuovamente verso la stagione

    del sole e della vita. Il sole inverte la rotta e riprende il

    suo moto verso la primavera a partire dal 25 dicembre,

    giorno in cui sembra ri-nascere, ha cioè un nuovo

    "natale".

    Molte delle tradizioni legate a questo periodo, come lo

    scambio dei doni e l'albero, sono di origine pagana e solo

    in seguito hanno assunto carattere religioso.

    Il Natale cristiano commemora la nascita di Gesù, Luce

    del Mondo, che giunge a squarciare le tenebre e ad inau-

    gurare un periodo di cambiamento e di rinnovamento.

    Nell'antichità si voleva festeggiare la fine dell'anno e

    l'avvento di un nuovo periodo, in cui ci sarebbe stata se-

    renità e prosperità.

    Il nostro Natale celebra la nascita di Cristo che, ve-

    nendo al mondo, inaugura una nuova Vita e porta

    Luce a tutti gli uomini.

    ORIGINI del NATALEORIGINI del NATALE

    Crisi, spread, corruzione, peculato, inquinamento, droga, violenza, bra-

    mosia del guadagno, anche illecito,

    ecc.: quanti brutti discorsi su questi

    argomenti ci tempestano la mente

    ogni giorno!

    Mai come in questo periodo, ci

    pare proprio di essere in un tunnel

    dove brancoliamo nel buio: ci sentia-

    mo troppo pieni di problemi e op-

    pressi dalla situazione contingente

    per riuscire a vedere il raggio di sole

    che ci indica la via d’uscita.

    Fiducia nel futuro, amore, famiglia,

    solidarietà, giustizia sociale: questi

    gli argomenti di cui dobbiamo par-

    lare nel nostro vivere quotidiano.

    Come ci dice S.Giovanni Crisosto-

    mo cerchiamo di essere “agnelli”,

    perchè anche se saremo circondati

    da “lupi”, il Pastore ci aiuterà: ci

    darà la forza , ci aiuterà ad avere

    speranza nel futuro e non saremo

    sconfitti.

    In definitiva, dobbiamo mettere

    Dio al centro della nostra vita.

    Cogliamo l’occasione del

    S.Natale per mettere al centro del-

    la nostra vita il neonato Bambino

    Gesù: nato in povertà, in una capan-

    na, ma, da subito, amato da tante

    persone semplici che hanno ricono-

    sciuto la sua grandezza.

    Cerchiamo anche noi di non farci

    incantare dai falsi profeti odierni e

    dal loro sfavillante luccichìo, ma

    cerchiamo di praticare una vita sem-

    plice, una solidarietà sincera e di

    avere solidi sentimenti verso la

    famiglia e la Chiesa.

    Infine, dobbiamo impegnarci a far

    emergere, tra i politici che dovranno

    guidarci, le persone che riteniamo

    più oneste e moralmente corrette , in

    modo che possano esprimere tutto il

    loro valore e dare una svolta positiva

    a questa nostra “povera” Italia.

    Enrica

    Riflessione sul S.NATALERiflessione sul S.NATALE

    LA LUCE GUARDO’ IN BASSO

    La luce guardò in basso

    e vide le tenebre:

    "Là voglio andare" disse la luce.

    La pace guardò in basso

    e vide la guerra:

    "Là voglio andare" disse la pace.

    L'amore guardò in basso

    e vide l'odio:

    "Là voglio andare" disse l'amore.

    Così apparve la luce

    e inondò la terra;

    così apparve la pace

    e offrì riposo;

    così apparve l'amore

    e portò la vita.

    "E il Verbo si fece carne

    e dimorò in mezzo a noi". Lambert Noben

    NATALE, GIORNO DI GLORIA

    Natale, giorno di gloria e di pace.

    Nella notte delle tenebre,

    aspettiamo la luce

    che illumini la terra.

    Nella notte delle tenebre,

    aspettiamo l'amore

    che riscaldi il mondo.

    Nella notte delle tenebre,

    aspettiamo un Padre

    che ci salvi dal male.

    Nella notte delle tenebre,

    aspettiamo la misericordia.

    Aspettiamo un Dio. Anna Maria Cànopi

  • 7

    I poveri li abbiamo sempre con noi: anche quest'an-

    no molte persone vivranno il periodo natalizio stor-

    dite dalla solita miseria, in questa stagione che è la

    più dura per chi vive in strada ma anche per chi

    non può scaldarsi o nutrire a sufficienza i propri

    figli.

    La povertà è in aumento ma le risorse destinate ai

    poveri sono in diminuzione: per questo è importan-

    te non perdere occasioni come quella rappresentata

    dalla Colletta Alimentare che, come tutti gli anni, si

    è svolta l'ultimo sabato di novembre.

    La colletta, grazie al contributo di chi dona parte

    della sua spesa all'uscita del supermercato, contri-

    buisce a rimpolpare le scorte del Banco Alimentare

    che è quella associazione che poi ridistribuisce, at-

    traverso enti e gruppi di volontariato come il nostro

    Centro d'Ascolto parrocchiale, a circa sessantasei-

    mila persone nella sola Liguria.

    Quest'anno un gruppo di volontari prevalentemente

    del Tabernacolo, si è occupato di un supermercato

    della zona ricevendo un buon quantitativo di generi

    alimentari, altrimenti destinato a non essere raccol-

    to.

    Occasione sfruttata!

    La giornata è stata allietata dalla presenza di molti

    carissimi ragazzi e dalla gioia dei donatori il cui

    unico rammarico è stato quello di non potere offrire

    di più.

    Teniamo presenti sempre i nostri fratelli più poveri

    con atti concreti e sentiamoci uniti nell'attesa del

    Bambino che viene a salvare tutti.

    Bruno

    I SACCHETTI DOVRANNO ESSERE DEPOSITATI

    NELL’ATRIO DEL PORTONE ENTRO LE ORE ENTRO LE ORE

    12.00 DI SABATO 15 DICEMBRE12.00 DI SABATO 15 DICEMBRE

    DOVE VERRANNO RITIRATI DAI GIOVANI DURAN-

    TE IL POMERIGGIO dalle ore 15 alle ore 19.

    (Vi preghiamo di rispettare l’orario perché

    gli incaricati passeranno una sola volta in

    tutti i portoni).

    E’ importante che i sacchetti contengano

    SOPRATTUTTO alimenti non deperibili di

    prima necessità come LATTE, TONNO,

    CARNE IN SCATOLA, LEGUMI IN SCATO-

    LA, RISO, PELATI, FARINA, CAFFE’, ZUC-

    CHERO, TE’, BISCOTTI.

    Confidando nella vostra generosità,

    VI RINGRAZIAMO VI RINGRAZIAMO EE VI AUGURIAMO VI AUGURIAMO UNUN

    SANTO NATALE !SANTO NATALE !

    IL BANCO ALIMENTARE

    Il Banco Alimentare recupera eccedenze alimentari

    e le ridistribuisce gratuitamente ad associazioni ed

    enti caritativi.

    Sono centinaia i soggetti della filiera agroalimentare

    che donano le proprie eccedenze alla Rete Banco Ali-

    mentare trasformando le eccedenze in risorse.

    Accanto alla operosa attività quotidiana di recupero di

    eccedenze alimentari da destinare ai più poveri del no-

    stro paese, la Fondazione Banco Alimentare Onlus

    organizza ogni anno, l´ultimo sabato di novembre, la

    Giornata Nazionale della Colletta Alimentare.

    Ormai giunta alla 16ª edizione, la Giornata Nazionale

    della Colletta Alimentare è diventata un importante mo-

    mento che coinvolge e sensibilizza la società civile al

    problema della povertà attraverso l'invito a un gesto

    concreto di gratuità e di condivisione: fare la spesa per

    chi ha bisogno. Durante questa giornata, presso una fit-

    tissima rete di supermercati aderenti su tutto il territorio

    nazionale, ciascuno può donare parte della propria spesa

    per rispondere al bisogno di quanti vivono nella povertà.

    E' un grande spettacolo di carità: l'esperienza del dono

    eccede ogni aspettativa generando una sovrabbondante

    solidarietà umana.

    Risultati Colletta Alimentare 2012

    In Liguria sono stati raccolti 336.000 Kg di alimenti (il

    12,8% in piú rispetto al 2011), cosí ripartiti:

    Genova: 177.000 Kg (di cui 52.000 nel Levante); La Spezia: 44.000 Kg; Imperia: 46.500 Kg; Savona: 68.500 Kg;

    Oltre 5500 i volontari coinvolti in 411 punti vendita.

  • 8

    NOTIZIE e

    DATE da RICORDARE

    PARROCCHIA DEL TABERNACOLO Missionari e Missionarie Identes

    Via Swinburne, 4b –16148 Genova

    Tel. 010/387291

    [email protected]

    Stampato in proprio

    SANTO NATALE 2012SANTO NATALE 2012

    DICEMBRE 2012DICEMBRE 2012

    SABATO 15 Raccolta Viveri nei portoni

    DOMENICA 16 ore 9.45 Riunione genitori Catechi-

    smo e ore 11 Tesseramento ACR

    LUNEDI’ 17 Inizio novena di Natale per adulti

    (durante le Messe feriali)

    MARTEDI’ 18 ore 17 confessioni catechismo

    Ore 21 Liturgia Penitenziale adulti

    MERCOLEDI’ 19 Ore 17 confessioni catechismo LUNEDI’ 24 Ore 17 S. Messa prefestiva

    Ore 23.15 Veglia di Natale

    Ore 24 S. Messa di mezzanotte

    MARTEDI’ 25 S. NATALE

    S. Messe ore 9 – 11 – 18 LUNEDI’ 31 S. Messa prefestiva ore 17 Ore 17.45 Te Deum in Chiesa

    GENNAIO 2013GENNAIO 2013

    MARTEDI’ 1 Solennità di Maria Madre di Dio S. Messe ore 9 – 11 – 18 SABATO 5 S. Messa prefestiva ore 17

    DOMENICA 6 Festa dell’Epifania S. Messe ore 9 – 11 – 18

    BUON NATALE A TUTBUON NATALE A TUTTITI

    ORARIO S. MESSE

    A partire dal 1 FEBBRAIO

    NON CI SARÀ LA S. MESSA DELLE ORE 18 del LUNEDI-MARTEDI-MERCOLEDI,

    eccetto quando uno di questi giorni sia festivo

    tipo mercoledì delle ceneri o altre festività…

    A partire dal 1 APRILE

    la S. Messa dei giorni feriali non sarà più alle 9 ma alle ore 8,30

    Sabato pomeriggio e Prefestivi: ore 17

    Domenica e Festivi: ore 9-11-18

    Martedì 18 dicembre Ore 9.30 Incontro Adulti e Cellule

    GENNAIO

    Martedì 8 e Mercoledì 9 gennaio Ripresa catechismo

    Venerdì 18 gennaio Incontro vicariale sul Credo

    Ore 21 Parr. S. Martino

    Sabato 19 gennaio ore 17.45 Incontro Famiglie

    Martedì 22 gennaio Ore 9.30 Incontro Adulti e Cellule

    FEBBRAIO

    Domenica 3 febbraio ore 11 Giornata per la vita

    Festa bambini battezzati nel 2012

    Lunedì 4 febbraio Inizio Benedizione Famiglie

    Mercoledì 13 febbraio — Ceneri

    Venerdì 15 febbraio Ore 17.15 Via Crucis

    Ore 21 Incontro vicariale sul Credo

    Parr. Gesù Adolescente

    Sabato 16 febbraio ore 17.45 Incontro Famiglie

    Martedì 19 febbraio Ore 9.30 Incontro Adulti e Cellule