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123 Francesco Schiavon Riccardo Berletti Dalle basi al referto multimediale La comunicazione radiologica Estratto della pubblicazione

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Page 1: Francesco Schiavon Riccardo Berletti La comunicazione radiologica · 2018-04-12 · Schiavon e Berletti, mostra tutta la sua importanza e necessità. Ad un’analisi super-ficiale

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Francesco SchiavonRiccardo Berletti

Dalle basi al referto multimedialeSchiavon •Berletti

La comunicazione radiologica

La comunicazioneradiologica

SchiavonBerlettiLa comunicazioneradiologicaDalle basi al refertomultimediale

Il referto è l’atto medico che qualifica il radiologocome specialista ed è la sua modalità ufficiale dicomunicare sia col medico prescrittore sia con chi si sottopone a esami diagnostici. Il refertodovrebbe pertanto essere chiaro e comprensibile,redatto con un linguaggio condiviso. Ma è davverocosì nella realtà radiologica attuale? Purtroppo no - e ciò non vale solo nel nostro Paese.L’argomento è stato infatti da sempresottovalutato e quasi mai inserito nei programmid’insegnamento delle Scuole di Specialità; inoltre,a tutt'oggi non esistono linee-guida affidabili,nonostante la progressiva complessità e il sempremaggior numero di esami diagnostici effettuati.Può essere il referto “strutturato” - cioè quello chesi avvale delle odierne potenzialità multimediali -una risposta adeguata in tale direzione? Ovvero,sino a che punto è possibile proporre e farapplicare a tutti i radiologi uno schema refertativosenza comprimere la professionalità del singoloprofessionista? Sono queste le principali sfide che il volume si propone di affrontare.

ISBN 978-88-470-1107-6

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ISBN: 978-88-470-1107-6

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La comunicazione radiologicaDalle basi al referto multimediale

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II La comunicazione radiologica: dalle basi al referto multimediale

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Francesco Schiavon • Riccardo Berletti

La comunicazione radiologicaDalle basi al referto multimediale

1 Requisiti di efficacia del referto III

Estratto della pubblicazione

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FRANCESCO SCHIAVON RICCARDO BERLETTI

Dipartimento di Diagnostica per Dipartimento di Diagnostica perImmagini e Scienze Radiologiche Immagini e Scienze RadiologicheULSS 1 della Regione Veneto ULSS 1 della Regione VenetoBelluno Belluno

Con un contributo diCARLO ALIPRANDI

Speech Solutions ManagerSynthema S.r.l.Ospedaletto (Pisa)

Con la collaborazione diBIANCA MARIA MASINIELLI, RAFFAELLA PESCHECHERA, STEFANIA ROSSI, ROBERTA TARANTO MONTEMURRO

Dipartimento di Diagnostica perImmagini e Scienze RadiologicheULSS 1 della Regione VenetoBelluno

ISBN 978-88-470-1107-6e-ISBN 978-88-470-1108-3

Springer fa parte di Springer Science+Business Mediaspringer.com© Springer-Verlag Italia 2009

Quest’opera è protetta dalla legge sul diritto d’autore, e la sua riproduzione è ammessa solo edesclusivamente nei limiti stabiliti dalla stessa. Le fotocopie per uso personale possono essere ef-fettuate nei limiti del 15% di ciascun volume dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto.Le riproduzioni per uso non personale e/o oltre il limite del 15% potranno avvenire solo a seguitodi specifica autorizzazione rilasciata da AIDRO, Via Corso di Porta Romana n. 108, Milano 20122,e-mail [email protected] e sito web www.aidro.org.Tutti i diritti, in particolare quelli relativi alla traduzione, alla ristampa, all’utilizzo di illustrazio-ni e tabelle, alla citazione orale, alla trasmissione radiofonica o televisiva, alla registrazione sumicrofilm o in database, o alla riproduzione in qualsiasi altra forma (stampata o elettronica) ri-mangono riservati anche nel caso di utilizzo parziale. La violazione delle norme comporta le san-zioni previste dalla legge.

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Layout di copertina: Simona Colombo, MilanoImpaginazione: C & G di Cerri e Galassi, CremonaStampa: Arti Grafiche Nidasio, Assago (MI)

Stampato in ItaliaSpringer-Verlag Italia S.r.l. – Via Decembrio 28 – I-20137 Milano

IV La comunicazione radiologica: dalle basi al referto multimediale

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Presentazione

Il referto è il momento più importante del nostro lavoro, quello in cui si compen-dia tutta la nostra sapienza o tutta la nostra ignoranza.

Quante persone guarderanno e giudicheranno quel referto? Lo leggerà il paziente,ansioso di scorgere tra quella miriade di termini tecnici qualche indicazione sul suostato di salute. Lo analizzeranno puntualmente i colleghi clinici, pesandone ogniparola ai fini dell’ottimale gestione diagnostico-terapeutica. Lo commenteranno, avolte bonariamente e a volte causticamente, i colleghi radiologi al momento del-l’esecuzione di ulteriori indagini o controlli. Lo valuterà un magistrato, poiché algiorno d’oggi i radiologi sono gli unici che, mettendo nero su bianco la propriaopinione, vengono inevitabilmente coinvolti in ogni caso di presunta malpractice.

Ecco allora che un testo sulla refertazione, come quello edito adesso dagli amiciSchiavon e Berletti, mostra tutta la sua importanza e necessità. Ad un’analisi super-ficiale ci si potrebbe domandare a cosa serva un testo sul referto e la refertazione,anziché uno sulla tiroide o sull’uro-TC o sulla RM della caviglia, visto che tutti, ognigiorno, refertiamo. Ma, se solo ci si sofferma un attimo sulle semplici considerazio-ni espresse nelle righe precedenti, ecco che si comprende il valore e anche l’attualitàdi questo volume, nonché dei convegni che si vanno attuando in questo ambito, inapparenza scontato. Basti segnalare, a conferma ulteriore dell’interesse per l’argo-mento, che nel recente questionario conoscitivo on line della SIRM la tipologia piùgradita dai Soci, nell’ambito delle sessioni scientifiche per le riunioni annuali delleSezioni di Studio, è stata “Sessioni di casistica con guida alla refertazione”.

Il nostro obiettivo, cui gli Autori contribuiscono con estrema accuratezza scien-tifica, chiarezza espositiva e direi anche tempestività, deve essere quello di otte-nere “trasparenza” della refertazione radiologica, aderenza alle effettive necessitàdiagnostico-terapeutiche, standardizzazione e omogeneità. Ciò non al fine di ap-piattirci tutti su un’omologazione asettica, che limiti lo spessore scientifico e la “fan-tasia” individuale, ma allo scopo di fornire un servizio effettivo ed ottimizzato alpaziente-utente.

Napoli, settembre 2008 Dott. Alfredo SianiDirettore Area Funzionale di Radiodiagnostica

Istituto Nazionale Tumori di Napoli“Fondazione G. Pascale”, Napoli

1 Requisiti di efficacia del referto V

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VI Prefazione

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Prefazione

Da qualche anno, noi e i medici del nostro gruppo di lavoro siamo particolarmenteinteressati al referto: non tanto perché argomento suscettibile di particolari specu-lazioni scientifiche, ma piuttosto perché elemento fondamentale del nostro lavoroquotidiano.

Abbiamo infatti rivolto l’attenzione al fatto che ci capitava spesso di non esse-re in grado o di aver difficoltà a produrre il referto più adeguato che trasmettesseal medico prescrittore la corretta interpretazione diagnostica. E, d’altra parte, ab-biamo constatato che non potevamo affidarci a nessuna linea guida, nessun trattato,nulla di ufficiale o di consultabile; in altre parole, che dovevamo basarci sul nostrobuon senso.

Così abbiamo cominciato a discuterne tra di noi, ad aumentare le consultazionitra colleghi e a guardare con interesse anche i referti prodotti altrove. Ma abbiamocominciato anche a chiederci cosa poteva interessare di più al prescrittore e a chie-dergli cosa avrebbe gradito. Abbiamo cioè coinvolto i nostri colleghi medici di fa-miglia e ospedalieri, pensando che solo loro potessero fornirci un feedback sul gra-do di efficacia diagnostica dei nostri referti.

Per questo motivo abbiamo intensificato i contatti interpersonali estemporanei equotidiani con loro, organizzato meeting e convegni nei quali discutere delle reci-proche esigenze, compilato e consegnato loro dei questionari per recepire il gradi-mento e, infine, li abbiamo resi partecipi della vita del Servizio, ad esempio te-nendoli informati sulle variazioni dell’èquipe.

Ne sono risultati sicuramente una drastica riduzione da parte loro di richieste d’e-same inappropriate, e da parte nostra di banali errori di compilazione del referto. Datutto ciò è derivato anche un miglioramento della qualità del referto stesso.

Eleggendo il confronto a sistema, abbiamo inoltre individuato una metodologiacondivisa, che ha reso più omogenea la stesura del referto, riducendo nel contem-po quell’“anarchia” interpretativa che tanto ci viene contestata dai clinici.

Con tutto ciò, ci siamo appassionati all’argomento, capendo che esso andava af-frontato con l’aiuto di altri professionisti che ci richiamassero all’attenzione tuttiquegli aspetti che esulano dalla nostra cultura, ma che sono propedeutici o conse-guenti ad esso, e che ci aprono la mente: dal filosofo allo psicologo, dall’italiani-sta al medico legale.

1 Requisiti di efficacia del referto VII

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A questo punto, la nuova sfida, che ci pare dietro l’angolo, è se l’informatica –che sta prendendo sempre più piede in questo settore – sia davvero un’opportunitàda sfruttare o non piuttosto un pericolo di appiattimento da evitare; se cioè ci sidebba lasciar guidare da essa o ci si debba impegnare per indirizzarla a secondadelle nostre esigenze, dandole regole precise.

È, appunto, una sfida; ma non si può pensare di affrontarla seriamente, se pri-ma non si è esplorata – e fatta propria – la base della metodologia refertativa.

Belluno, settembre 2008 Dr. Francesco SchiavonDr. Riccardo Berletti

VIII Prefazione

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Il punto di vista del filosofo

I temi e le questioni affrontati in questo libro stanno al centro della teoria della co-noscenza, della semiotica e dell’etica. L’esigenza di comprendere in che cosa con-sista il referto e l’aspirazione a fornire criteri per una buona refertazione corri-spondono da un lato al problema di distinguere la conoscenza vera da quella falsa,dall’altro alla necessità di comunicare in modo chiaro e determinato ciò che si è ri-conosciuto come vero.

La cultura dell’Occidente pensa da sempre che la visione sia il mezzo primariodella conoscenza. Non possiamo dire nulla sull’esistenza di un oggetto né giudi-care delle sue dimensioni e delle sue qualità, se prima esso non sia stato colto inuna esperienza dello sguardo, che impegna assieme l’occhio che vede e la menteche pensa. In radiologia clinica, come in molti settori della scienza attuale, la si-tuazione si complica perché le cose non sono viste in se stesse, ma grazie all’ausi-lio dell’immagine, che diviene il vero elemento mediatore tra la ricognizione visi-va compiuta dal radiologo e la scrittura del referto. Sulla struttura d’essere del-l’immagine si sono riempite biblioteche, ma basterebbe leggere questo bel lavoroper avere di fronte in maniera efficacissima tutte le difficoltà che l’attuale sovra-dimensionamento della cultura “per immagini” produce. In radiologia clinica oggisi vede molto di più di quanto la “realtà” stessa consenta di vedere con l’occhionaturale e il processo di perfezionamento di questo “oltremondo” iconico non è de-stinato a fermarsi, bensì ad accelerare.

Ma veniamo al referto. Il fine della visione è sempre la comunicazione. La cono-scenza, una volta acquisita, deve essere trasmessa, e qui nascono altri problemi, coni quali la radiologia clinica si scontra giornalmente. Un atto di comunicazione, perrisultare efficace – e il radiologo non può permettersi che non lo sia – deve possederealcune imprescindibili caratteristiche. In primo luogo esso deve avere un “senso” de-terminato e condiviso dai parlanti che circondano l’atto della refertazione. Per averesenso, una scrittura, seppur breve, deve mostrare adeguatezza grammaticale e sintat-tica, sicuro riferimento oggettuale dei termini che usa, chiarezza informativa e bassolivello di ambiguità. Si tratta di requisiti che non sempre si presentano assieme, mache devono essere mantenuti come elementi ideali a cui ogni atto comunicativo, nonsolo il referto, dovrebbe ispirarsi. Da questo punto di vista, l’opera rappresenta unpunto di sicuro avanzamento sulla via dell‘impostazione di una metodologia unitarianella pratica della refertazione in radiologia clinica.

1 Requisiti di efficacia del referto IX

Estratto della pubblicazione

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Un’ultima considerazione. Alla base di questo volume si agita una questione fon-damentale, che spesso non troviamo adeguatamente considerata nelle trattazioniscientifiche. Si tratta dell’esigenza etica. Un atto di scrittura ha carattere di impe-gno morale e giuridico. Chi scrive deve rispondere alla comunità di ciò che ha scrit-to, soprattutto quando ciò che è stato riportato ha conseguenze per altri. Il radiolo-go è esposto in prima persona a questa presa di responsabilità e nell’assumerla de-ve tener conto di variabili psicologiche, sociali e personali che esulano dagli aspet-ti squisitamente tecnici della sua professione.

Il radiologo, forse più di altri, deve ritornare a essere quella figura di medico“esperto delle cose umane” che l’assetto attuale degli studi di medicina ha forse unpo’ dimenticato; ma il bel lavoro di Schiavon e Berletti lascia ben sperare che laperdita non sia definitiva.

Padova, settembre 2008 Dr. Fabio GrigentiDipartimento di Filosofia

Università di Padova, Padova

X Il punto di vista del filosofo

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Indice

Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1

Capitolo 1 Requisiti di efficacia del referto . . . . . . . . . . . . . . . . . 3

Capitolo 2 Tecnica radiologica: quali scenari oggi? . . . . . . . 9

Capitolo 3 Priorità sanitarie attuali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13

Capitolo 4 Semeiotica radiologica: quali scenari oggi? . . . 17

Capitolo 5 L’informazione clinica per un buon referto . . . 21

Capitolo 6 Indici di gradimento del prescrittore . . . . . . . . . . 29

Capitolo 7 Metodologia ragionata del referto . . . . . . . . . . . . . 37

Capitolo 8 Principali tipologie di esami e di referti . . . . . . . 39

Capitolo 9 Tipologie di referti: il razionale . . . . . . . . . . . . . . . . . 45

Capitolo 10 Referto e psicologia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 59

Capitolo 11 La refertazione della negatività . . . . . . . . . . . . . . . . . 67

Capitolo 12 Referto e linguistica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 75

Capitolo 13 L’errore nella refertazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 79

Capitolo 14 Aspetti medico-legali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 89

Capitolo 15 Il referto multimediale: definizione, normativa, vantaggi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 99

1 Requisiti di efficacia del referto XI

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Capitolo 16 Referto multimediale: stato dell’arte. Conclusioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 103

Appendice Nuove tecnologie abilitanti per la refertazione radiologica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 105

Letture consigliate . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 115

XII Indice

Estratto della pubblicazione

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Introduzione

Qualche anno fa (1999) organizzammo nella nostra sede lavorativa un convegnodal titolo “Immagini e parole: la trasmissione delle immagini e la refertazione inradiologia toracica”. Lo facemmo limitatamente alla radiologia toracica, perché quel-lo era allora il nostro campo di interesse preminente; ma avremmo potuto propor-lo, pensiamo, per qualsiasi altro settore o per la radiologia intera, poiché propone-vamo uno schema che ci sembrava valido.

In esso volevamo porre l’attenzione sui due elementi – tra loro intimamente con-nessi – che qualificano l’attività del radiologo: le immagini prodotte e le parole necessarie per interpretarle.

Dividemmo l’argomento nelle tre parti sequenziali, che corrispondono alle fasidel nostro processo lavorativo di radiologi:a. la produzione delle immagini, in genere demandata al tecnico, con l’esclusione

degli esami ecografici;b. l’uso delle parole per interpretarle, cioè la produzione del referto da parte del

radiologo;c. i vincoli del referto, cioè della parola scritta e validata, a cominciare dalle rica-

dute medico-legali.In termini umanistico-filosofici, ci ripromettevamo di verificare se il radiologo

avesse disponibili – sapendole usare – le parole per interpretare le numerose immagini(o i particolari deducibili da ciascuna di esse, grazie al “post-processing”) che vengono prodotte dalla moderna tecnologia e che compongono larga parte degli esami diagnostici.

Questo perché, in una società come la nostra, l’immagine – comunque intesa –ha un ruolo rilevante, che può essere controllato e incanalato solo mediante un usoponderato del linguaggio. Tant’è che c’è chi profetizza – Eliot Siegel – che un do-mani potrà essere ancora peggio, prevedendo che il radiologo, se si manterrà costante questa implementazione dell’iconografia, nel 2015 dovrà valutare circa600.000 immagini al giorno.

Per questo motivo impostammo l’argomento – ricevendo a posteriori confermedella bontà della scelta – in modo tale che il radiologo dovesse uscire dalla torredel suo tecnicismo per avvalersi anche di altre competenze professionali, utili adallargare la sua prospettiva, in modo da usufruire dell’approccio migliore alla disciplina: il filosofo, il linguista, il medico legale, lo psicologo; ciascuno compe-

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Estratto della pubblicazione

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2 La comunicazione radiologica. Dalle basi al referto multimediale

tente per la propria specificità (il filosofo nella fase di produzione delle immagini,l’italianista in quella della compilazione del referto, il medico legale in quella deivincoli del referto, lo psicologo nel ruolo trasversale e bidirezionale del processocomunicativo tra radiologo e paziente).

Tutto questo perché il referto è l’atto medico che qualifica il radiologo comeclinico e come specialista; tant’è che egli attraverso di esso esprime la propria professionalità, e può farlo solo se – in termini meramente amministrativi – è inpossesso del diploma di specializzazione.

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Capitolo 1

Requisiti di efficacia del referto

“Il referto è il farmaco del radiologo”. Questa incisiva espressione serve a rende-re, più di molte altre, l’importanza del referto, tenendo presente che l’etimologiadella parola greca “phármakon” esprime un doppio ed antitetico significato: tantola medicina quanto il veleno.

In altre parole, il referto è uno strumento indispensabile per la cura, ma deve es-sere redatto in modo accurato, perché altrimenti può fallire, avvelenare ed uccide-re, se non raggiunge il suo scopo, che è quello della trasmissione efficace di unsenso condiviso. Lasciamo questo approfondimento ad ambiti filosofici che non cicompetono.

In termini molto semplici, un referto – per essere un buon “farmaco” – deve ri-spettare alcuni requisiti di efficacia, da tenere ben presenti come basilari al momentodella sua compilazione. Quali sono questi requisiti indispensabili?

Anzitutto, un buon referto dovrebbe incidere sulla conduzione terapeutica: im-postandola, modificandola o confermandola quando ritenuto necessario (Fig. 1). Per-ché, se esso non svolge nessuna di queste funzioni, delle due l’una: o è il prodotto

F. Schiavon, R. Berletti, La comunicazione radiologica. Dalle basi al referto multimediale.ISBN 978-88-470-1107-6. © Springer-Verlag Italia 2009

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Fig. 1 a, b. Referto efficace, che contribuisce a chiarire il quadro clinico: l’esame radiolo-gico del torace, richiesto per “tosse stizzosa”, evidenzia i segni dell’iniziale scompenso car-diaco ed il paziente viene indirizzato dallo specialista di competenza. a Radiogramma deltorace, proiezione postero-anteriore. b Referto

aRX torace standard.Esame richiesto per “tosse stizzosa”.[…] Accentuazione a carattere vasco-lare degli ili polmonari con segni diridistribuzione del piccolo circolo ditipo 1:1. Cuore in sede con ingrandi-mento delle sezioni di sinistra.Il quadro suggerisce un’iniziale con-gestione del piccolo circolo da insuffi-cienza del cuore sinistro e consiglia va-lutazione cardiologica.

b

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di una scarsa professionalità o è la risposta ad un esame richiesto inutilmente e ac-cettato senza coscienza critica da parte del radiologo (Fig. 2).

Ancora, un buon referto dovrebbe essere davvero comunicativo, usare cioè unastruttura, una forma ed un lessico incisivi ed adeguati, dove gli elementi vengonoinseriti secondo una logica clinica serrata ed inoppugnabile (Fig. 3).

4 La comunicazione radiologica. Dalle basi al referto multimediale

Fig. 2 a-d. Quadro di scompenso cardiaco con versamento pleurico consensuale: il refertonon correla i reperti utili a qualificare la natura del versamento pleurico, risultando pertan-to non chiaro e poco competente. a Radiogramma del torace, proiezione postero-anteriore.b Referto. Medicina “difensiva”: esame TC del torace inutilmente richiesto ed eseguito per“controllo” di nodulo polmonare benigno calcifico. c TC del torace. d Referto

a

c

RX torace.Accertamento in “dispnea”.Velatura pleurica destra con limite cra-niale all’altezza dell’arco posterioredell’ottava costa. Non evidenti lesioniparenchimali a focolaio. Seno costo-frenico sinistro libero. Pace-maker conestremo distale proiettato contro lesezioni cardiache di destra.

b

TAC torace senza mdc.Esegue per “studio di formazione nodulare polmonare”, a completamento di precedenteesame radiografico del torace. La formazione nodulare della base polmonare destra risulta diffusamente calcifica. Nonsi osservano ulteriori lesioni polmonari focali. […] Il pattern del nodulo è compatibileverosimilmente con granuloma calcifico.

d

Estratto della pubblicazione

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Ne consegue che un buon referto dovrebbe rispettare le elementari regole lin-guistiche (di grammatica, sintassi, punteggiatura, “consecutio temporum”), senzale quali diverrebbe scadente, a prescindere dalle informazioni cliniche che vuoletrasmettere (Fig. 4).

1 Requisiti di efficacia del referto 5

TC torace senza e con mdc.Studio TC eseguito ad integrazione di precedente esame radiografico del torace per“massa di ndd”.La massa rotondeggiante segnalata al lobo inferiore sinistro, addossata alla paretetoracica posteriore, presenta segni di broncogramma aereo nel suo contesto. Le strut-ture bronco-vasali sono stirate verso un polo della lesione con retrazione della palainferiore della scissura. Si associa falda di versamento pleurico bilaterale di modica en-tità, con minimo ispessimento dei foglietti pleurici. […] Il pattern TC è suggestivo peratelettasia rotonda.

b

Fig. 3 a, b. Atelettasia rotonda: referto di buona qualità, in cui i reperti vengono descritticorrettamente secondo logica, conducendo ad una conclusione inoppugnabile. a Esame TCdel torace. b Referto

a

Estratto della pubblicazione

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Ne consegue ancora che un buon referto dovrebbe evitare o ridurre al minimonon solo gli errori di interpretazione (errori “universali”: “tutti possono sbaglia-re”), ma anche e soprattutto quelli di trascuratezza (errori “individuali”: “sbagliasolo chi non sta attento”) (Fig. 5). Ma di questo parleremo in uno dei prossimicapitoli.

Infine, un buon referto deve tener conto dei vincoli economici, più che mai at-tuali in Sanità: cioè, non deve indurre spese inutili – richiedendo, ad esempio, ul-teriori esami o controlli – quando non sono necessari e riflettono solo l’inadegua-tezza del refertatore (Fig. 6).

Ad onor del vero, in quest’ultima categoria rientrano non solo i referti, ma an-che le richieste di esami inutili o incongruenti da parte del medico prescrittore, per-ché – non bisogna dimenticarlo – il radiologo non è un mero esecutore, ma un cli-nico (D.Lgs. 230/95); deve cioè decidere – assumendosene l’onere – se quell’esamerichiesto sia davvero necessario o non serva o debba essere eseguito con un’altratecnica più efficace e meno nociva o costosa. Ne parleremo più avanti.

6 La comunicazione radiologica. Dalle basi al referto multimediale

Fig. 4. Referto privo di congruenza logica, con anarchia sintattica, in cui il radiologo rinunciaall’interpretazione, delegandola all’ortopedico

RX gomito dx.Assente la documentazione precedente per il confronto.Indagine odierna tecnicamente non soddisfacente.Visibili esiti di frattura scomposta dell’estremità distale dell’omero e prossimale di ra-dio e ulna, con presenti multipli mezzi metallici di sintesi disposti tra omero e ulna conevidenti frammenti ossei liberi.Si invia in visione la documentazione ad uso specialistico.

Fig. 5. Referto del tutto sgrammaticato, composto con il refertatore vocale e non corretto almomento della firma per una clamorosa disattenzione del medico radiologo!

RM spalla dx.[…] Regolare il sottospinato e, sottoscapolare del capo lungo del bicipite che è in sededi regolare dimensione e morfologia di intensità di segnale. È apprezzabile inoltre lacune geodiche in adiacenza del trachite. Area di relativa iperintensità del segnale nelletibiodipendenti si apprezza adiacente al trachite possibilmente da riferire…

Estratto della pubblicazione

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1 Requisiti di efficacia del referto 7

Fig. 6 a, b. La richiesta di esami di controllo o di integrazione deve avere una motivazioneclinica e non riflettere l’incertezza o l’inadeguatezza del refertatore: in questa TC vengonorilevate delle “innocue” granulazioni aracnoidee, non identificate come tali per l’imperiziae la negligenza del radiologo, che consiglia un’inutile RM di approfondimento. a Esame TCdell’encefalo con mdc. b Referto

a

TC cerebrale senza e con mdc.[…] A livello dei seni trasversi si osservano 3 minute formazioni rotondeggianti ipo-dense prima e dopo contrasto, di dubbia interpretazione, che richiedono inquadramentoclinico ed eventuale approfondimento diagnostico con RM.

b

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