francesco valentini. il vino, la sua storia

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  • 8/9/2019 Francesco Valentini. Il Vino, la sua storia.

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    FrancescoValentini

    ilvin

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    LaMiaC

    antina

    Francesco Valentiniil vino, la sua storia

    LaMiaCantina

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    a cura di

    Paola Rovedo

    preazione: Antonio Di Lorenzo

    oto: Wowe

    art direction: Filippo Maglione

    Francesco Valentiniil vino, la sua storia

    LaMiaCantina

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    11 preazione

    16 il volo22 il lavoro e la citt32 la determinazione36 la amiglia46 il talento

    52 album

    70 la passione80 la ricerca e la qualit92 gli uomini e le terre

    102 la atica

    108 indice dei nomi

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    Annota un saggio wine makercome RobertoCipresso: In un chilo di pere o mele trovate solo pereo mele. In una bottiglia di vino invece c luniverso.Ha perettamente ragione. Il vino e la gastronomiasono come la Luna: noi ci por tiamo dentro emozioni,

    sentimenti, nozioni... e di tutto questo un bicchiere divino e un piatto diventano la accia visibile, mentre laaccia nascosta ce la teniamo dentro.

    Nessun produttore o appassionato ha dubbi sulatto che pi si esplora se stessi e il territorio, e piquello che viene prodotto o assaggiato ha gusto esapore. Sulla Luna del pianeta gastronomico, noigastronauti del 21 secolo, ci siamo sbarcati. Ma,attenzione, il sapore che orono i prodotti che Francoconosce e dionde il sapore della verit. Il sale non

    centra niente.Perch, vedete, Franco ha un grande merito:lui ha esplorato se stesso e il mondo, quindi un

    Franco, promosso generalesul campo (delle viti)

    di Antonio Di Lorenzo

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    Lascia lattivit e apre lenoteca La Mia Cantina, rilevaquello che era uno Store allamericana che puntavasoprattutto sui liquori e lo trasorma.

    Franco Valentini una persona che ha tre qualit:guarda lontano, non ha paura del uturo e anticipa i

    tempi, ma sa scavare nel proondo delloggi.Lui Duca dei vini riulani, hale Chiavi del

    palazzo di Antinori a Firenze, amico diRmy Krug,che gli ha consegnato la medaglia doro dellazienda(sulla passione per lo champagne diremo poi...)ma soprattutto unapersona vera, che investe inconoscenza. In un periodo in cui tutto superciale etutto apparenza unaltra lezione importante.

    Sono convinto che quando si guardano le cose con

    il desiderio di capire e conoscere, allora si anno semprepassi in avanti.

    La vita di Franco Valentini e dei suoi gli Martae Nicola, e del genero Mirco, s uniormata a questalosoa. Quando ho cominciato a are distribuzionenon badavo al nome, ma alla vera qualit del prodotto,spiega. Ecco, questo latteggiamento di onest ericerca che pu guidare una persona che si interessadi vini, ma la stessa losoa di un proessoreuniversitario che cerca di scoprire come vincere una

    malattia. Onest e ricerca.Allora, se queste sono le qualit decisive di Franco,

    uomo che ama la verit. Ecco perch ha scelto (orseinconsciamente, orse no) il motto In Villa Veritascome losoa della sua pi recente iniziativa.

    La sua grande passione stato il volo: Franco stato allAccademia Aeronautica Militare di Nisida. I

    suoi amici sono diventati colonnelli, generali, e hannoatto in tempo ad andare in pensione.

    Lui, a un passo dal traguardo, ha detto no. Halasciato tutto. Non stato acile. Ma Franco s detto:Non voglio dire signors a persone che non stimo e nonlo meritano. Prima c luomo e poi gli aari, prima cla dignit e poi la convenienza, prima la libert e poi lacarriera.

    Mi pare una grande lezione.Non meraviglia, allora, che a 45 anni di distanza

    quello stesso uomo (nella vita sono sempre piimportanti i no che si pronunciano e non i s) siariuscito a creare una realt imprenditoriale di altoprolo come La mia Cantina: il vino sempre legatoalla verit. Lo dicevano gli antichi: un grande losoocome Hegel era anche un grande appassionato di vino,del Medc principalmente.

    La sua storia lunga, ricca di impegno e atica.Come un percorso in bicicletta, atto di discese esalite. A 20 anni Franco si mette a lavorare, in unmagazzino di vini e liquori a Padova, Lion liquori.

    Diventa rappresentante di questa e di altre aziendench a 40 anni compie unaltra svolta nella sua vita.

    preazionedi Antonio Di Lorenzo

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    Vedete che sempre questione di verit, nelsenso di essere edeli a se stessi? Gino Veronelli miraccontava di Galileo Galilei quandera proessorea Padova e scriveva a un suo amico: Ti ringrazio

    per quella damigiana di vino, perch mi ha aiutato a

    risolvere un problema...In ondo c un lo rosso che lega in una stessa

    losoa queste persone cos lontane temporalmente:lungi dal dare ebbrezza, il vino quando vero puperno aiutare a essere lucidi. E approondire la verit.Questa caratteristica vino = approondimento della

    verit, conoscenza delluomo e delle sue relazioni, latrovate in molti loso, da Nietzsche (che era semiastemio) a Platone (che sul vino aveva capito tutto,perch il suo motto era Conosci te stesso).

    Anche Franco Valentini ha capito questa proondaverit, ed un insegnamento per noi ad andare avantisulla strada dellonest, del rispetto di se stessi e deglialtri. Quella che lui con la sua vita ha percorso e ciindica.

    E allora, se quella volta allAccademia ha perso igradi, per il suo impegno, la sua onest, il suo amoreper la verit, Franco merita di essere nominiato sulcampo (sul campo di viti, naturalmente) generaleperch ha capito e messo in pratica i valori pi alti e

    veri della vita.

    si capisce come una persona come lui diventa amicodi Giacomo Tachis, si capisce perch ha ondatoVinarius assieme a Giuseppe Meregalli, Angelo Solcie Luigi Gaviglio, perch a 45 anni s messo a studiare(atevi raccontare qualche aneddoto dei corsi a Stresa)

    e si capisce perch la sua attivit cresciuta assiemea quella di altri protagonisti di oggi, che erano glisconosciuti di ieri laltro: Quando ci siamo conosciuti,

    Josko Gravner aveva un pollaio, e Siro Pacenti era soloun ragazzino smanioso di aermarsi, mi ha raccontato.

    Ognuno cerca e trova i suoi simili. Anche lui,come le persone citate, un protagonista.

    Un pioniere, lhanno denito a ragione.Nel 1979 i l primo a organizzare degustazioni,

    ma travolto dal suo successo. Troppe persone,

    dovette smettere. Oggi distribuisce oltre 50 aziende,dal Piemonte alla Sicilia, dallAlsazia alla Champagne.La sua idea di ondo : Cercare aziende piccole e

    sconosciute, ma molto valide.Parecchie di queste le trova nella Champagne. A

    lui piace moltissimo perch sottolinea un vino chenon ti tradisce mai, ti perdona le debolezze. Anche inquesto caso, come vedete, sempre una questione diverit. Non tradire uguale a onest e verit.

    Tant vero che lui si dice ammirato per questiproduttori di champagne che operano al limite e tirano

    uori ogni volta unopera prima, perch ogni annoinventano qualcosa.

    preazionedi Antonio Di Lorenzo

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    Il volo

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    Ci chiamavano pinguini, perch eravamo impettitie go come loro nelle nostre divise nuove e, come

    i pinguini, non sapevamo volare. Ricordo il discorsoche ci rivolse in aula il capitano Melotti, reduce dalcomando delle Frecce Tricolori, quando ci accolse.Con la mano dentro la giubba, alla Napoleone, conclusecos: Miei cari allievi, so che siete entrati qui perdiventare dei manici(il rierimento al manico,cio alla cloche con cui il pilota comanda laereo) maricordate che in Aeronautica cerchiamo prima di tuttodei gentiluomini, poi dei signori ufciali, e infne, se cene saranno, dei buoni piloti.

    Di quelli, comunque, abbondiamo.

    Parole chiare: lo stile, prima di tutto. Con questa losoa iniziala vita in Accademia: via gli abiti civili e quelle scarpe grosse perindossare luniorme. Via i capelli, ma via anche la libert, la libertdi essere prima di tutto uomini sotto la tanto desiderata divisa.

    Come entrare in un sogno

    Alla prima selezione eravamo in cinquemila pernovanta posti. Ogni giorno cera un esame vero

    e proprio, e via via erano rimandati a casa parecchiragazzi. Prove di italiano, matematica, visite mediche,test attitudinali. Alla ne, riuniti nella palestra,ci rierirono i risultati. Cadetto 45, Valentini (giesultavo)Domenico. Era un omonimo, con il qualepoi diventammo grandi amici. Ma in quel momento

    vidi allontanarsi la possibilit di diventare pilota.Sudai no al numero 72: Cadetto Valentini Francesco.Era atta, che gioia! Teleonai a casa per annunciarela bella notizia: ero entrato nellAccademia Militare

    Aeronautica, il mio sogno.

    il 1958. Lurlatore Domenico Modugno vince il Festival diSanremo con Volare. Pel debutta diciottenne in Nazionale eporta alla vittoria il suo Brasile nella Coppa Rimet. Il patriarca diVenezia, Angelo Roncalli, diventa papa Giovanni XXIII. Speronatoda una nave, si inabissa il grande transatlantico Andrea Doria.Francesco Valentini ha 18 anni e vuole diventare pilotamilitare. Parte da Padova diretto a Nisida, vicino Napoli, sededellAccademia: ai piedi ha un paio di scarpe grosse, nel cuoremolto entusiasmo e passione. AllAccademia Aeronautica ci

    rester solo due anni.

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    Ero in crisi: avevo capito che la mia passione per il volonon era suciente a sopportare la vita militare, e cospresentai le dimissioni. Ma lAeronautica non mi dava

    risposta, nch un giorno mi convoca il comandante inpersona. Sullattenti, ascolto un torrente di rimproveri.Non voleva che andassi via. Tent di convincermi,spiegandomi che nella vita civile avrei comunque trovatodicolt, che non ero pi un bambino, anche se avevoappena ventanni. Alla ne, poich non mi spostavo dallamia posizione, mi cond: Lei sa che noi non riveliamomai le graduatorie dei corsi. Lei era venuto qui per volareCerto, rispondo io. Lei ha la passione per il volo?.Assolutamente, conermo. E allora guardi, come ultimotentativo le dico che nel suo corso lei tra i primi 10. A qpunto mi dissi: E desso cosa asso?. Insomma, passai duo tre giorni dinerno, non dormivo la notte. Ma alla netutta una serie di considerazioni mi ecero dire basta: lamia decisione lavevo presa. Sono andato a riprendermi gabiti civili, comprese le scarpe.

    Vince luomo sul militare. Francesco Valentini non vola pi dal 196ma mantiene intatto riguardo al modo di concepire e arontare lavita un alto punto di vista, come osse ancora nellabitacolo del s

    aereo. Del volo conserva ancora una grande passione, ma nessunrimpianto colora il tono della voce durante il racconto. Quel ragazza Nisida, anche se scontent i suoi superiori di allora, imbocc lastrada giusta.

    Il volo mi piaceva, soltanto che la vita militare perme era impossibile. Sorivo nel vedere che unpersonaggio, solo perch era un graduato, poteva

    dominarti. Tenevo duro, ma quando sbottavo eranogiorni e notti di celle di rigore: voleva dire che siviveva in una vera e propria prigione, si dormiva su untavolaccio. Per una sciocchezza qualsiasi si saltava lalibera uscita settimanale per due turni: il che volevadire restare quindici giorni chiusi in Accademia.Lunica evasione era il volo: con il pullman andavamoa Pomigliano dArco per salire sugli aerei, e stradaacendo guardavi dal nestrino come era il mondo luori.

    L allievo uciale pilota Francesco Valentini sa che se completail terzo anno diventer sottotenente, con una carriera sicuradavanti a s. Sa anche che non tutti gli allievi uciali diverrannopiloti: una parte viene destinata ai Servizi, come sono chiamati.Leventualit di essere dirottato a mansioni diverse dal volo loa rifettere. Laltra leva il suo amore per la libert, perch nonsopporta la disciplina quando diventa assurda. Arriva alla ne delsecondo anno con lanimo dibattuto da questi due pensieri: deveprendere una decisione.

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    Il lavoro e la citt

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    Con sacrici acquistammo, in amiglia, una GiardinettaFiat. Scassatissima. E con questa andavo in giro a tentar

    di vendere: mi caricavo una cassettina di Montresor, icioccolatini della Nestl, e via. Mi ricordo un episodioche risult determinante. A quellepoca vigeva il dazio. Savevi della merce a bordo dovevi avere anche una bolla daccompagnamento che dimostrava che avevi pagato il daIo sapevo e non sapevo queste cose e una sera, ricordo ccera nebbia e brutto tempo, ero dalle parti di Voltabarozda un cliente, nel tentativo di vendere qualcosa. Esco e tquelli del Dazio. Mi chiesero la bolla, ma io non avevo nuSpiegai: Guardi, non merce mia, del signor Maritan. non ci u verso. Quindi verbale, multa, sequestro dellaute della merce. Io mi misi a piangere. Da quel momento mripromisi: Basta, non voglio pi sapere nulla della venditdi Maritan e via discorrendo. E pensare che dopo ne ho sposata una, di Maritan.

    Ma anche sotto il prolo lavorativo arrivarono presto altre novit. Quancora era agente di Maritan, Francesco aveva requentato la Lioliquori. I Lion erano proprietari di una distilleria e di una distribuzionpiazzale Santa Croce a Padova. Bazzicare nel loro negozio, acquisqualche bottiglia per poi rivenderla, divent per lui unabitudine;Francesco cercava di capirne di pi, per vedere se cerano e qualle corrispondenze tra il vino dentro la bottiglia e ci che era stato pcio luva. Abbastanza lungo e relativamente costante sar il tragittverso la conoscenza, e la collocazione proessionale.

    Da Maritan a Lion

    Quando ero studente, per guadagnarmi una liraandavo a lavorare in un deposito di bibite, acque

    minerali e liquori. Mazzonetto, si chiamava. Chiusala parentesi dellAeronautica, dovendo trovarmi unasistemazione, tornai l a chiedere lavoro. E mi presero.

    Allepoca mi pagavano 25 mila lire al mese. Anche seero stato assunto come impiegato mi acevano are unpo di tutto: carico e scarico dei camion, acchino e viadiscorrendo. Alla sera poi diventavo impiegato, quandorientravano i camion della distribuzione e cera dacontrollare il magazzino. Il titolare, quando lo salutavoalla sera (Note, parn) rispondeva: Presto domanmatina. Quasi a raccomandarsi di non perdere tempo.E al mattino, quando arrivavo, lo salutavo di nuovo:Giorno paron. E lui: Tachete l. Come dire: Sbrigati,mettiti l a lavorare. Questo era il carattere, questierano i rapporti a quei tempi.

    Dopo poco tempo di sruttamento al deposito di liquori, arrivuna nuova proposta di lavoro: era di Gianni Maritan, agente diprodotti dolciari. Allinizio Francesco doveva solo dare una mano,imparare un po il mestiere, ma l intraprendenza e la voglia di arelo portarono ad applicarsi maggiormente. Unico inconveniente:lagente di commercio doveva muoversi, e lui aveva adisposizione solo una bicicletta.

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    E cos, attorno a Natale, domandai se cercavano agen-ti. S - mi rispose il vecio Lion - veramente stiamo cer-cando qualcuno. Torni dopo Natale. Ricordo che era il

    1961. Il 7 di gennaio io mi presentai. E iniziai a lavorarecon loro. Rimasi molto tempo, no al 1977. Intrapresidai Lion la strada della mia vita.

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    Quello che per me u una vera e propria pietra miliare,che mi illumin, u un locale aperto in via San Fermo

    da un personaggio stranissimo. Padovano di nascita,aveva atto il giro del mondo: era stato in Francia, inInghilterra, in America e per molti anni in Sud America.Forse per questo gli era rimasto attaccato il titolo didon. Don Umberto si chiamava, e cos anche il locale.Lui di cognome aceva Raccanello. Don Umberto eradiventato un punto di rierimento per la cosiddetta Padobene. Perch trovare un pazzo che avesse il coraggio diproporre una cucina non dico internazionale ma quasi, euna novit per questa citt.Lui era categorico. La sua losoa era questa: Se tu vienda me devi mangiare e bere quello che ti do io. Il cibo eraaccompagnato dal vino, specialmente rancese. Raccaneera un cliente dei Lion, e io dovevo andare da lui per gliordini. Solo che andare a colloquio con un personaggiocos mi aceva vergognare da morire: lui sapeva tutto eio non sapevo nulla. E allora andavo alla ricerca di libri,per documentarmi un po, tanto da non arrivare proprioimpreparato.

    Il maestro di via San Fermo

    Fino a tutti gli anni Settanta non si beveva per lacultura del vino, si beveva per letichetta. Ricordo i

    grandi nomi: Runo per i vini toscani, e poi Antinori,Lungarotti, Santa Margherita... Erano poche le aziendeche avevano in mano il mercato. Da parte del pubblico,comunque, non cera il riconoscimento della qualit delprodotto. Nel commercio dominava lo suso. Il vino inbottiglia era agli esordi. Piano piano, per, comparironoalcuni personaggi che cominciavano a parlare diqualit. Con grande coraggio.

    Con i Lion Francesco Valentini lavor sedici anni. Ogni giorno eraatto di problemi e soddisazioni: i successi erano vestiti da nuoviclienti acquisiti, da atturati in crescita, e da uno strano interessenascente. una precisa idea di vino quella che si sta delineandonella mente di Francesco. Distinguerlo in bianco e nro (s, nro,come si chiama nel Veneto, con la e bella larga) ben presto nonsar pi suciente. Siamo alla vigilia di un rinnovamento decisivo.Capelli lunghi, basettoni e pantaloni a zampa deleante prendonoil posto dei pi austeri completi in nero degli anni Sessanta.I maglioni a collo alto sostituiscono camicie e cravatte sottili.Siamo negli anni Settanta, irrequieti e tumultuosi sotto vari proli.Sullonda delle nuove mode e delle nuove idee, anche il mondodel vino cambia pelle. E talvolta a leva su personaggi istrionici.Arriva anche a Padova un nuovo modo di vivere la cultura delcibo e della tavola. Francesco ne aascinato.

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    Ricordo che una mattina andai da don Umbertoattorno alle 10. Lui era anche un grande intrattenitore,e lo trovai con tre o quattro amici: dovevano aver

    atto nottata. Sempre gentilissimo, dopo un caallamericana, si rivolse a me: Vabb, parliamo di cosenostre. Era solito orirmi qualcosa e cos chiam il suoaiuto e gli indic: Ci deve essere ancora quella bottigliadi eau dEvian. E io rimugino dentro di me: Porca

    puttana, ecco un altro vino nuovo. Non avevo capito cheinvece era acqua.

    Passano gli anni. Siamo nel 1968, anno simbolo di rivolgimentiitaliani e internazionali. Ormai la requentazione con i Lion quotidiana. Francesco loro agente, ma lui si sente come inuna grande amiglia. Non cera solo il rapporto proessionale racconta - Ma qualcosa di pi. In azienda lavoravano tutti: ilvecio Lion, Roberto, uomo onesto con un grande uto pergli aari; la moglie Emilia, che come tutte le donne riusciva aconiugare il lavoro in negozio con la gestione della amiglia. I gli:Luigi, addetto alla produzione dei liquori e Tino, che si occupavadelle vendite. Giuseppina, la glia, sposata al ragionier Lucio,mente quadrata e pragmatica con cui ogni tanto mi scontravo.

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    Il pap, Roberto, mi trattava come un glio. Aveva un ame un rispetto per me che orse non aveva neanche per i

    Alla domenica andavamo alle Padovanelle a giocare alle

    dei cavalli, io e lui. Era un dritto, ma onesto e bravo, amatutti. Anche lui aveva grande passione per i vini: per quemotivo allinterno del nuovo negozio di piazzale Santa Cr

    volemmo creare un angolo per il vino. Fu lui che mi dielincarico. Mi disse: Tu che sei cos dentro a questo mondti piace, tira uori qualcosa di particolare. Da l comincimia ricerca.

    Quello dei Lion era un negozio allavanguardia, per il tempo, puntorierimento per una societ padovana che iniziava allora a masticarnomi delle prime aziende vinicole importanti: Come il nostro, a qutempo a Padova ce ne erano pochi altri: quello di Mario Marca in pConciapelli, oppure Angelo Damiani in via Daniele Manin, specializnei whisky; cera anche Remigio Vignato, una gastronomia di altisslivello. Sono anni in cui lattenzione per la qualit si a pi viva. Nasun nuovo modo di arontare i temi legati al vino e al cibo. Si struttulAssociazione Italiana Sommelier: compaiono i primi corsi, spiccanuomini come Tino Parpajola, delegato Ais per Padova, e Angelo Sa Treviso, con i quali Francesco ha unassidua requentazione. Coad aacciarsi una categoria di persone che poi saranno battezzatigourmet o degustatori. Il vino e il cibo rappresentano unesperienzche non si conclude nel piatto: inizia prima e termina dopo.Francesco Valentini e i suoi amici annusano laria del cambiamentodel quale si sentono protagonisti, non solo spettatori.

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    La determinazione

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    Avevo unopportunit: diventare un notturno edesuberante direttore di discoteca. Avrei avuto un buon

    stipendio, e lasciato alle spalle i Lion. Lavorai un annoe mezzo con Righetto. Fu un periodo che segn la miavita sotto vari aspetti: nel lavoro, nel sico e nel cervello.Vivevo in unzione di questo locale: sapevo quandoiniziavo, ma mai quando nivo. Con tutte le responsabilitche ne derivavano. Dopo 550 giornate - ma soprattuttonottate - intense, interrotte da molte sigarette, cominciaia capire che era giunto il momento di cambiare. E quest

    volta radicalmente. Nella mia vita avevo sempre lavoratoper altri, un bel momento mi son detto: se sono riuscito aare per gli altri quello che ho atto, vuoi che non sia cap

    di arlo anche per me? Mi giunse voce che i Lion volevanvendere il negozio di piazzale Santa Croce. Avevano aperda poco un grande store in strada Battaglia, poco uoriPadova, e gestire anche la piccola rivendita del centrorisultava dicile per loro. Potevo mettermi in proprionel settore che mi interessava: il vino. E avrei avuto lasoddisazione di dare uno smacco ai Lion che mi avevanlicenziato.

    Cos nel 1979 Francesco Valentini acquista da Lion lenoteca, chediventa La mia Cantina di Padova. Da allora lidenticazione traluomo, lazienda e il mondo del vino totale.

    Dalla discoteca a La mia Cantina

    Quando, nel 1977, il gruppo Lion decise di eliminare gliagenti, me compreso, u veramente una mazzata. Passai

    momenti dicili, anche nella sera privata. I dissaporiamiliari si sommavano a qualche mia incertezza neldecidere il uturo. Forse linsicurezza dipendeva anchedallanagrae, visto che a quasi quarantanni, quanti neavevo io, di solito si comincia a incassare qualcosa dalla

    vita e non a progettare il domani. Insomma, mi sonoproprio sentito crollare il mondo addosso.

    LItalia, e soprattutto Padova, vive gli anni di piombo, pesanti nonsolo per il terrorismo dilagante. Il clima economico dicile anchea motivo della crisi strutturale in atto: il petrolio sempre pi carocostringe allausterity, alle targhe alterne; linfazione a salire il costodella vita e a nascere i mini assegni perch la moneta sparita.Il sistema s inceppato. LItalia boccheggia. Le imprese licenziano.Ma Francesco Valentini dentro ancora un ragazzo, ha unatteggiamento positivo verso la vita: qualit che sar determinante.Loccasione si presenta sotto orma di un impresario dello spettacolo.La seconda met degli anni Settanta, inatti, anche quelladellesplosione delle discoteche e del ballo: sono gli anni di JohnTravolta e dei Bee Gees, di Grease e della Febbre del sabato sera.Vito Righetto, conosciuto personaggio del mondo dellintrattenimentonotturno nella zona termale di Abano e Montegrotto, ha appena

    acquistato il dancing M2 e ore a Francesco un lavoro. Lex agentedi vino si reinventa barman, organizzatore di eventi, contabile e,alloccorrenza, anche presentatore.

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    La amiglia

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    Il primo valore

    Devo dare atto ad Anna che stata pi disponibiledi me, ha saputo rimediare a molte situazioni.

    paziente, sempre tanto innamorata

    La terrazza di Anna e Francesco, nella casa di Brusegana, resca. Un tavolo rotondo ne occupa il centro. Lombra laregalano i bei geranei oriti, che ondeggiano allaria. La curadelle piante procura piacere, prevede dedizione e quotidianoamore, e in cambio regala momenti di solitaria rifessione.Francesco ama occuparsene, e nel silenzioso colloquiarecon le surnie e il ordaliso, coglie spesso loccasione perconsiderazioni pi ampie.Ogni tanto relative al lavoro, molto spesso riguardanti gli aetti.Capita cos che ripensando allinanzia, il ricordo del caratteredi sua madre gli strappi un sorriso. Allanagrae Augusta, maper tutti era Isa, Isetta, quasi a tentare di addolcire con il nomegli spigoli di un carattere orte. Donna coriacea, quasi dura;severa nelleducazione, sapeva essere anche aettuosa.

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    Da mamma ho preso loperosit, labilit di intravederebuoni aari e di cavarmela nelle situazioni pi dicili,

    contando specialmente sulle mie orze.Abitavamo a Padova in via Canestrini, una casa piccolama dignitosa, dallarredo modesto. La nostra era unaamiglia umile e di poche risorse. Mi ricordo che neiprimi anni del dopoguerra esistevano soltanto i campi esi attavano perno i tinelli delle case per racimolarequalche soldo: cos pure aveva atto mia madre.

    Del pap Giorgio, invece, Francesco riconosce in s la stessagenerosit danimo e sensibilit: lui adorava quel glio aspirantepilota. E anche questo ricordo trascolora nel tempo e sul viso diquel ragazzo di allora diventato nonno a sua volta.

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    Si mette sulla bilancia tutto ci che si atto masoprattutto tutto quello che si stati. E io certo nonsono esente da errori, da mettere assieme ai successi.

    Non sempre tutto lato liscio, lo so: ci sono stati annidi ambizioni poco precise che mi hanno portato altrove,e periodi in cui orse non sono stato il padre che avrei

    voluto. Ma sono certo di una cosa: ho mantenutosempre la edelt alla amiglia, primo valore della vita.

    Il tempo arrotonda i contorni dei ricordi, sovrapponendo lecaratteristiche dei genitori a quelle dei gli, specie quando questiultimi diventano loro stessi genitori.I gli, Marta e Nicola, sono cresciuti secondo questi principi:

    Ho seguito il lavoro, gli eventi della vita, non sempre acili prosegue Francesco Ma ho voluto essere un punto dirierimento, sempre e comunque, con i gli e la amiglia.Ho voluto che tutti potessero are adamento su di me.Il motore di questa dedizione, il silenzioso pilastro, per lui e laamiglia, lamore di sua moglie Anna. Francesco la osservaun po da lontano, sulla terrazza, dedicandole un pensiero pitenero, capace di azzerare in un attimo le quotidiane atichedi 44 anni trascorsi assieme.

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    ...Marta e Nicola sono cresciuti...

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    un punto di rierimento,sempre e comunque,con i fgli e la amiglia.

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    Il talento

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    Lenoteca, una amiglia allargata

    I due gli lavorano nellenoteca n da giovani. Marta ha larisolutezza e il piglio deciso della nonna paterna. Nicola una

    centrale energetica in continuo movimento. Pratico e risolutocome il padre, non si risparmia atiche per giungere al traguardo,anche quando ci gli procura scontri e incomprensioni.Francesco lha ben chiaro il valore della amiglia; non lo vestedi immagini convenzionali. Lo chiama legame, insegnamento,collaborazione, impegno e cura, comprensione. Lenoteca unasuccursale della amiglia. La orza con la quale Francesco hadato orma tangibile a unatmosera intima e inormale, allinternodel negozio, rutto di rapporti schietti, con i suoi collaboratoriinnanzitutto, naturalmente con i gli, ma anche con clienti eaezionati discepoli.

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    C M lli i i

    C M lli i i

  • 8/9/2019 Francesco Valentini. Il Vino, la sua storia.

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    Con Marta allinizio statauna lotta, non ne voleva saperdi lavorare in azienda.Ma lei una donna determina

    Un po alla volta si appassional lavoro; oggi aascinata damondo del vino. una macchina da guerraquando si tratta di ar tornare

    i conti. Ha poi la capacit dimantenere lo sguardo su picose in contemporanea, a lunfnch non ha esaurito la pratice fnalmente la pu archiviare.Ma fno a quel momentonon molla.

    Con Marta allinizio statauna lotta, non ne voleva saperdi lavorare in azienda.Ma lei una donna determina

    Un po alla volta si appassional lavoro; oggi aascinata damondo del vino. una macchina da guerraquando si tratta di ar tornare

    i conti. Ha poi la capacit dimantenere lo sguardo su picose in contemporanea, a lunfnch non ha esaurito la pratice fnalmente la pu archiviare.Ma fno a quel momentonon molla.

  • 8/9/2019 Francesco Valentini. Il Vino, la sua storia.

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    1941: Giorgio e Isetta con Francesco allet di due anni

    1957: i vincitori della staetta 4x100 ai campionati studenteschi

    1948: oto di classe, III elementare, scuola A. Volta

    1958: corso turbine II, Accademia Aeronautica Militare di Nisida

    T-6 texa n

    1958: la prima lezione di volo

    1941: Giorgio e Isetta con Francesco allet di due anni

    1957: i vincitori della staetta 4x100 ai campionati studenteschi

    1948: oto di classe, III elementare, scuola A. Volta

    1958: corso turbine II, Accademia Aeronautica Militare di Nisida

    T-6 texa n

    1958: la prima lezione di volo

    I A ti

    I A ti

  • 8/9/2019 Francesco Valentini. Il Vino, la sua storia.

    28/58

    In Aeronauticacerchiamo prima di tuttodei gentiluomini,

    poi dei signori ufciali,e infne, se ce ne saranno,dei buoni piloti.Di quelli, comunque,

    abbondiamo...

    In Aeronauticacerchiamo prima di tuttodei gentiluomini,

    poi dei signori ufciali,e infne, se ce ne saranno,dei buoni piloti.

    i quelli, comunque,

    abbondiamo...

  • 8/9/2019 Francesco Valentini. Il Vino, la sua storia.

    29/58

    1999 Francesco e Marta nei locali di piazzale Santa Croce 21

    1989 Marta Nicola e Luigi nellenoteca dei Lion

    1990 Bolgheri: Nicola e Francesco nel vigneto Sassicaia

    1959 in licenza

    1969 Peschici: in vacanza con Anna

    1973 Marta e Nicola a scuola

    1999 Francesco e Marta nei locali di piazzale Santa Croce 21

    1989 Marta Nicola e Luigi nellenoteca dei Lion

    1990 Bolgheri: Nicola e Francesco nel vigneto Sassicaia

    1959 in licenza

    1969 Peschici: in vacanza con Anna

    1973 Marta e Nicola a scuola

    De o dare atto ad Anna

    De o dare atto ad Anna

  • 8/9/2019 Francesco Valentini. Il Vino, la sua storia.

    30/58

    Devo dare atto ad Annache stata pi disponibiledi me, ha saputo rimediare

    a molte situazioni. paziente, sempretanto innamorata

    Devo dare atto ad Annache stata pi disponibiledi me, ha saputo rimediare

    a molte situazioni.paziente, sempretanto innamorata

  • 8/9/2019 Francesco Valentini. Il Vino, la sua storia.

    31/58

    1985: La griglia, che passione!

    1988: Intronizzazione al Ducato dei Vini Friulani

    1990: Bolgheri, barricaia

    2003: Maison Krug: les pupitres

    2003: Maison Krug: Rmi Krug e la amiglia Valentini

    1985: La griglia, che passione!

    1988: Intronizzazione al Ducato dei Vini Friulani

    1990: Bolgheri, barricaia

    2003: Maison Krug: les pupitres

    2003: Maison Krug: Rmi Krug e la amiglia Valentini

    Ognuno ha i propri gusti

  • 8/9/2019 Francesco Valentini. Il Vino, la sua storia.

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    Ognuno ha i propri gustile proprie tendenze.Io amo lo stile Krug.

    Esiste un termineper defnirmi: io sonoun krugghista; una parola unica

    nel suo genere

    1986: assegnazione del Krug dOro1986: assegnazione del Krug dOro

    Nicola come laria Non

  • 8/9/2019 Francesco Valentini. Il Vino, la sua storia.

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    Nicola come l aria. Nonpuoi costringerlo. Ma se glichiedi qualcosa stai sicuroche ti dice di s. sempredisponibile e ha il grazie

    pronto. Ne ha combinateda giovane, eh. Ma adessosi un po calmato.Si sa, il matrimonio, laresponsabilit. Adessouna bambina

    Tutti i clienti gli voglionobene, lo senti dalleteleonate e da comelo cercano. Gli aspettilogistici della distribuzionesono in mano sua. Al diuori dellEnoteca, la suasimpatia e disponibilit cirappresentano...

    Marta poi ha trovato un

  • 8/9/2019 Francesco Valentini. Il Vino, la sua storia.

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    Marta poi ha trovato uncompagno eccezionale, Mirco.Anche lui duro, se vuoi,ma bravo. Allinizio ero un po

    preoccupato, non sapevo comesarebbero state le dinamichera tre persone cos diverseper carattere e ruolo. Adessoil geometra diventato parte

    integrante dellazienda.Ha impresso una svoltatecnologica al magazzino, preparato sui vini, si inormasempre: sa. Con lui lazienda si

    modernizzata, sicuramentecresciuta...

  • 8/9/2019 Francesco Valentini. Il Vino, la sua storia.

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    Sior Franco.... Lo pronuncia piegando un po la testada una parte, dal basso verso lalto, con un gesto cheproviene da lontano; il saluto che da trentanni Luigimi rivolge ogni mattina.

    Trentanni sono quasi undicimila giorni. Tolte le erie, sono6.600 quelli lavorativi e altrettanti i Sior Franco.... Quanta vitatrascorsa assieme: certo non si pu comprimere nel terminecollaboratore. Dai primi anni, quando si niva di lavorare allequattro del mattino, Franco, Luigi e il caro amico Giampietro.Fino ad oggi: Luigi (solo Luigiper tutti, ma che di cognome aBenettin) ancora il pi veloce, gi in magazzino, ogni gestomisurato e preciso, maturato dalla lunga esperienza.

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  • 8/9/2019 Francesco Valentini. Il Vino, la sua storia.

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    La passione

  • 8/9/2019 Francesco Valentini. Il Vino, la sua storia.

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    Detto a margine, sono convinto che in questo campo ilgiudizio deve essere ripulito, deve guardare il pi possiballoggettivit, senza eccessivi condizionamenti. Ogni tannon sono daccordo con qualche collega, magari per quaatteggiamento commerciale. Con lamico Enrico Pevarelper c un tratto comune, credo: anche lui un sanguigcompera per il piacere di avere le bottiglie, di essere dava delle grandi espressioni del vino. Ha soddisazione nelproporre per condividere anche con i clienti il ascino, lamagia...Come imprenditore non ho mai mirato tanto in alto. In pc stato qualcuno che mi ha detto: Hai lavorato tanto, mnon hai atto i soldi. Non questo il punto. Per me una

    soddisazione innanzitutto avere unimpresa sana, il che un traguardo da poco, con tutte le complicazioni e i problegati a unazienda in Italia. Per quanto mi riguarda, ho udignitosa, e tanto mi basta. Non ho mai puntato ad auto serie. S, vero, ho acquistato unauto perch correva, dmagari non lho sruttata appieno, ma mi piaceva Ho ucasa mia, s, ma sto pagando il mutuo. Va bene cos. I misono sistemati. Aspirazioni megagalattiche non ne ho, mqualche szio, ogni tanto; non ho avuto lintenzione di min alto per esibire. Mi vergognerei a ostentare. Ho cerca

    trovare la mia dimensione, e la mia soddisazione. Forsedi modestia, ma questo sono io.

    Anche il vino ha unanima

    La passione il motore, la motivazione che ti spinge in avanti.Per me una... passionaccia per il vino. Vuol dire curiosit, epoi scoprire, imparare, vedere e approondire. la ricerca diemozioni nuove, di conoscenze nuove. questo atteggiamentoche diventa lo zoccolo duro della tua vita, che ti d la orza, lacapacit di andare avanti. importante stare sempre moltoattenti, perch questa motivazione e questa spinta interiorenon vengano mai meno: quando non lhai pi, beh, vuol direche sei arrivato al capolinea. La passione per deve essereanche coltivata. Io sono emozionato, ma davvero!, quandoarriva un prodotto nuovo. Non vedo lora di gustarlo, maprima me lo coccolo e me lo preparo, anzi mi preparo. Hosempre sostenuto che anche il vino ha unanima: scoprire

    quali immagini e sentimenti questanima pu scatenare,incontrandosi con la mia, di anima, con il mio modo di vederee di sentire, un modo di conrontarsi e di misurarsi con il

    vino, e quindi con il mondo: qualche volta ti delude, qualchevolta ti accontenta, qualche volta ti a innamorare. Certivini non ti tradiscono mai: ogni volta che vai a ripescarli eassaggiarli sono sempre l, promettenti come li avevi lasciati.Unemozione anche, semplicemente, cambiare lannatae, voil, tutta unaltra cosa. O pu nascere da una sorpresa,perch una bottiglia si presenta con una brutta etichetta: poi

    vai ad aprirla, magari un po prevenuto, e ti devi ricredere.Devi essere onesto con te stesso.

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  • 8/9/2019 Francesco Valentini. Il Vino, la sua storia.

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    La conversazione stata ritmata dai vini. Anima & anima.Francesco spaziava sulle considerazioni generali davanti alloscaale delle bollicine, che sul primo calto celebra lemozionepotente ed unica dei Krug, ma anche R.D., Dom Perignon...

    Gli accenni allinnamoramento, invece, hanno visto i suoi occhirivolgere sguardi carezzevoli alle bottiglie distese dei grandi Closdi Borgogna, e soermarsi poi sullindescrivibile reschezza dellaCoule de Serrant.Al momento di accennare ai soldi, meglio agli schei in dialetto, venuto spontaneo tornare con i piedi per terra, avvicinarsial centro dellenoteca e osservare lo spazio dedicato ai vinidel territorio. Come se i li del discorso non ossero tirati dallamemoria delluomo, ma dai vini stessi. Che, insinuandosicapillarmente nel tono, testimoniavano la loro costante presenza.Chiamiamola pure passione, o vita, o, pi magicamente,lalchimia di entrambe: di vino e di anime che si parla.

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    la ricerca di emozioni

  • 8/9/2019 Francesco Valentini. Il Vino, la sua storia.

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    la ricerca di emozioninuove, di conoscenzenuove. questo

    atteggiamento che diventalo zoccolo duro della tuavita, che ti d la orza,la capacitdi andare avanti...

  • 8/9/2019 Francesco Valentini. Il Vino, la sua storia.

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    ...lemozione potente ed unica dei Krug, ma anche R.D., Dom Perignon...

  • 8/9/2019 Francesco Valentini. Il Vino, la sua storia.

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    La ricerca e la qualit

  • 8/9/2019 Francesco Valentini. Il Vino, la sua storia.

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    Una manciata di milioni di Lire, avallati da un amico produttoreriulano e garantiti da cambiali: la cira che trasormaFrancesco Valentini nel proprietario dellenoteca di piazzale

    Santa Croce a Padova dove aveva lavorato con i Lion. Labattezza La mia Cantina per ribadire il suo impegno in primapersona. Lavora per se stesso: diventato protagonista dellasua avventura imprenditoriale.Quel Natale del 1979 il banco di prova. Dicile pianicarebene gli acquisti: i Lion non avevano un archivio storicorintracciabile, e Francesco si trova a muoversi senza avere unorizzonte denito.Ma alla ricerca di novit, e in pochi anni innova lattivit avari livelli: a marketing e strategia allo stesso tempo. Inventala prima linea di scatole di legno con il marchio dellenoteca,e prende contatto con lassociazione Vinarius, nata a Milano

    per opera di alcuni imprenditori milanesi che avranno un ruoloondamentale nellaermazione di una moderna cultura del vinoin Italia: Angelo Solci, Giuseppe Meregalli, Luigi Gaviglio. Iniziaassieme a loro unaltra avventura.

    Prima di tutto, la qualit

    Quindici giorni prima del Natale 1979, era un mercoled,avevamo gi venduto tutto. Cosa accio?, mi chiedosemidisperato. Chiudere il negozio per cercare di

    riornirlo era lunica soluzione.Via di corsa a preparare le cassette regalo, con le vetrinetappezzate di giornali per non arci vedere da uori. Erauna giornata di vento e pioggia, ma alle due e mezza ceragi gente che voleva entrare. In qualche modo riuscimmoa superare le dicolt: io avevo i calli sulle dita a orza discrivere bolle di consegna, e Luigi sulle mani i segni delmartello con cui chiudeva le cassette. Ricordo che quellanotte, mentre preparavo altre bolle mi son detto: Mah,

    orse ho atto il passo pi lungo della gamba. Non ho la

    orza per andare avanti. Ho voluto dimostrare al mondointero che sono capace, invece non ce la accio. Mi misia piangere. Poi arriv Giampietro dal magazzino, e mi

    vide sconsolato: Cosa c Franco, coshai?. Risposi: Sonodemoralizzato, non ce la accio. troppo per me. E lui: Ma

    sei matto? Dai, dai, dai: apri una bottiglia. E cos passogni preoccupazione. Almeno per quel momento.

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  • 8/9/2019 Francesco Valentini. Il Vino, la sua storia.

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    Iscrizione (attribuita a Marta) rinvenuta nel magazzino del negodi Piazzale Santa Croce, non lontano dallangolo in cui ancora o

    Filippo e Lorenzo vengono parcheggiati peri compiti per ca

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    Vinarius puntava sulla qualit, aspetto che io ritenevodecisivo. Era, ed tuttora, unassociazione di enoteche dialto livello, che imponeva uno standard e un regolamentoper tutti i propri soci, con lobiettivo di innalzare loerta

    del vino. In questo quadro, era decisiva la ormazione. Acominciare dai soci. Ogni punto vendita doveva impegnarsinella diusione della cultura del vino. Il nostro migliorcliente, sostenevano giustamente, il consumatoreinormato. Ma per inormare bisogna conoscere: e cosripresi anchio... ad andare a scuola. Ricordo una settimanameravigliosa a Stresa, requentando lezioni dalle novedi mattina no a sera, con insegnanti come Giacomo

    Tachis, Renato Ratti, Francesco Martelli e Jean Siegrist,un luminare. E poi i viaggi, le visite alle Cantine: grazie a

    Vinarius ho conosciuto grandissimi uomini del vino.

    Francesco impara in retta, e non soltanto i contenuti, soprattutto lostile e la losoa. Fa proprio lobiettivo di Vinarius, e applica nel suopiccolo lo stesso modello. Nella prima met degli anni Ottanta inizianole degustazioni gratuite, al sabato, nellenoteca di piazzale SantaCroce. Inizialmente sono degli appuntamenti inormali, momento diritrovo per appassionati, che partecipano con interesse ma anchecon spensieratezza, un po per gioco. Francesco intuisce che laormula giusta, ma per dar loro stabilit e sostanza, quegli incontridevono essere pi autorevoli. Allora si arma di lavagna a ogli bianchi

    e pennarelli: sale in cattedra, con lumilt e la preparazione che locontraddistinguono. Iniziano dei veri e propri corsi per i suoi clienti.

  • 8/9/2019 Francesco Valentini. Il Vino, la sua storia.

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    Francesco si sente discepolo di personaggi cos carismatici, neassorbe la lezione e la adatta alla sua azienda. Comprende chela qualit ha bisogno non solo di bicchieri impeccabili, ma anchedi giocare su attori psicologici. Il vino, daltronde, soprattuttoemozione. Bere una bottiglia importante vuol dire sentirsi partedellazienda che lo produce, se si conosce il produttore, lo siincontra e si sente raccontare la sua storia. Lidea di poter stabilirequesto collegamento esclusivo con i produttori Francesco larealizza nella propria Enoteca.Cambia di nuovo tattica. Basta con i corsi didattici: necessariodare voce al vino, e non una voce qualsiasi, ma quella delluomoche ha piantato la vite, coltivata e vinicata. Una volta alla settimanarrivano in enoteca personaggi come Riccardo Cotarella, LucaMaroni, Rmi Krug, Silvano Samaroli, Josko Gravner, Romano DalForno, Silvio Jermann: in una verticale ciascuno illustra i propri

    prodotti di persona. Francesco con questa mossa si pone al centrdellattenzione: si sparge la voce che a Padova c unenotecaimperdibile per chi capisce un po di vino. E si consolida la amadi un gestore assai preparato, che sceglie i prodotti giusti e dconsigli competenti.

    I protagonisti delleccellenza

    Il pubblico padovano degli iscritti ai primi corsi sul vino accoglie concalore la novit. Sulle le di sedie arrangiate tra gli scaali, si alternanovolti che diventeranno amosi: Ricordo i ratelli Agostini, oggi attivicultori del vino di qualit nel loro locale; Raaele Alajmo, allepocagiovanissimo; Steano Parrasia che in seguito collaborer con lenotecastessa, e molti altri ancora. Francesco realizza le dispense necessariema alza ulteriormente il tiro: intuisce che ai corsi manca qualcosa. Lenozioni sono indispensabili, ma il mondo del vino atto di uomini. Omeglio, dietro ogni azienda, ogni stile di vino, c qualcuno che agisce;per comprendere a pieno il prodotto nale, bisogna conoscere ancheluomo che lo concepisce. E allora va a conoscerli, questi protagonisti.Intensica le visite alle aziende e approondisce la requentazione degliambienti in cui si a opinione sul vino. Tesse solide relazioni con alcunidegli astri nascenti della scena vitivinicola.

    Quando conobbi Maurizio Zanella, rimasi allibito da unarealt che non conoscevo. Allora cera Berlucchi per laFranciacorta, e poco altro. Zanella era un personaggio strano,grande amico di Giacomo Bologna: ne hanno combinate dicotte e di crude in giro per il mondo. Andavano in viaggio perdivertirsi ma anche per apprendere. Tornavano a scuola, adascoltare Jean Segrist o andavano in Caliornia a vedere cosaaceva Mondavi. Proponevano dei vini eccezionali e vivevanoin un modo particolare: grande lusso, grandi cene. Non

    potevo non rimanere ammaliato anche da questi aspetti.Era il valore aggiunto della proessione.

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  • 8/9/2019 Francesco Valentini. Il Vino, la sua storia.

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    Gli anni Novanta vedono la denitiva aermazione del marchioEnoteca La Mia Cantina. Il mercato del privato e quello degliaddetti ai lavori si deniscono sempre pi chiaramente. La capacitimprenditoriale di Francesco Valentini lo conduce a strutturare una

    rete di distribuzione.E il 1994. Lenoteca studia una proposta per i ristoratori: via liberaa ordini anche limitati, mettendo assieme vini di aziende diverse, dricevere direttamente nei loro locali in tempi brevissimi. Il vantaggiooltre a essere logistico, di carattere economico: ordinando albisogno non devono mettersi in casa un capitale in merce in attesdi venderla.La distribuzione stata lennesima ase di crescita dellazienda sottolinea Francesco Dopo una vita passata qui dentro mi sonoreso conto che non si mai arrivati davvero. I tempi cambiano eper rimanere a galla con successo bisogna seguirne landamentoPer questo nel 2006 abbiamo pensato che osse necessario

    consolidare i rapporti con il nostro pubblico, privato e non, e coni produttori che anno parte della nostra scuderia. Cos ci siamoinventati In Villa Veritas, la degustazione a villa Foscarini a Stra. un altro piccolo passo per andare incontro ai tempi che cambianobisogna anche essere trendy, come si dice, per stare sul mercatoQuestanno siamo alla seconda edizione.

    Fino ad allora ci eravamo sempre rivolti solo alprivato spiega Francesco Valentini ma con quelledegustazioni attirammo lattenzione anche di altri settoridel mercato. Si ecero avanti i ristoratori. Ricordo un

    giorno che, davanti allo sca ale dei whisky, cera unsignore estasiato. Era Mario di Natale, del ristoranteAntico Brolo. Diventai suo ornitore, come di Erminio

    Alajmo. Furono i primi. Avevano ondato con GiovanniChimetto ed altri ristoratori lassociazione RistorantoriPadovani: organizzavano cene, degustazioni e cos via.Un giorno mi chiamarono per chiedermi di sponsorizzarequesti eventi. Io ero allinizio e non me la sentivo diespormi economicamente. Per mi buttai. Iniziammouna collaborazione e in questo modo mi presentarono almondo della ristorazione padovana. Il ritorno dimmagineper me u determinante. Diventai cos un collaboratoredi molti esercizi. Stilavo le carte dei vini per le serate,studiavo gli abbinamenti con i piatti, conducevola degustazione durante le cene. Che emozione leprime volte davanti al microono Inizi cos la miacollaborazione con lassociazione pubblici esercizi, perla quale ho scritto varie pubblicazioni e tenuto corsi permolto tempo.

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    Sono molto orgoglioso nel vedere che la mia impresasa evolversi. Mi auguro che questo stile abbia unseguito. Per esempio, non posso non pensare ai

    vantaggi che un mezzo come Internet pu ornire

    anche nel nostro settore. Mi piace pensare che chi pi giovane di me possa sruttare questa opportunit,e anche io, onestamente, mi diverto a navigare allaricerca di notizie e oerte.

    Nel 21 secolo lenoteca La Mia Cantina unistituzione aPadova, e Francesco Valentini ancora curioso, ma anche unproessionista capace di rimettersi in gioco costantemente. Ein tutta la mia storia non c una tessera. Non sono sommelier,non ho mai sposato in pieno le idee delle varie associazioni che

    negli anni sono orite e anche tramontate Ho sempre cercatodi percorrere la mia strada. Sbagliando ogni tanto, ma tantevolte seguendo le mie intuizioni ho anticipato i tempi. Nel 2009saranno 70 anni. E posso dire che il mio lavoro mi piace ancoratanto, mi sempre piaciuto.

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    Gli uomini e le terre

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    Tutti i vignaioli incontrati in quegli anni mi hannoinsegnato qualcosa, con il loro lavoro e quindi con i loro

    vini. Ma per alcuni di essi ho provato sincera ammirazion

    Josko Gravner, per esempio, un personaggio unico.Un uomo che ammalia veramente: di poche parole,ma pesate, sincere e precise. Lo conobbi quando nonera nessuno, ma gi allora aceva dei grandi vini. Lhoammirato perch insieme uomo, poeta e vignaiolo; hasaputo sacricare tanto della sua vita per il lavoro.Ma non u lunico ad impressionarmi. Ricordo ladeterminazione di Silvio Jermann, che nonostante letraversie amiliari dei primi tempi ha saputo regalarci i vche tutti conosciamo. E ugualmente mi colp la grandeinfuenza che esercitava Mario Schioppetto su tutti queiproduttori che volevano crescere, per la sua abilit apraticare tecniche innovative: le prime criomacerazioni ecos via

    Come si trovavano i contatti con le aziende? Alcune immagini diristoranti, Il Giardinetto e Il Cacciatore, sullo sondo di Cormonssuggeriscono la risposta: entrati in condenza con i ristoratori, eranproprio loro a indicare i produttori emergenti, quelli pi interessantiL altra grande passione di Francesco sono le bollicine, cui si leganmolti eventi: a partire da un bel ritratto di tutta la amiglia Valentinidavanti al portone della Maison Krug, possibile ripercorrere le tapdi una lunga relazione.

    Gli uomini e le terre

    Sono molto legato al territorio riulano. Quanti episodimi vengono in mente... Quando ero agli inizi ci andavospesso, e oggi come allora mi accorgo che una meta

    strategica: il Friuli vicino, comodo da raggiungere e allostesso tempo abbastanza diverso, anche culturalmente,che d limpressione di aver percorso un tragitto assaipi lungo per arrivarci. Andavo per conoscere una terrache pu sembrare aspra; se osservata con attenzione, sirivela invece interessante sotto molti aspetti. Negli anniOttanta era acile visitare le aziende, era pi semplicee le persone orse pi disponibili di quanto sianooggi. Capitava di essere spesso coinvolti in situazioniconviviali, perch dopo aver visitato la cantina ci siermava a mangiare in casa.

    Alle pareti dellucio di Francesco sono appese varie otograeincorniciate. Ce ne sono parecchie che inquadrano paesaggi inbianco e nero; altre, che i colori collocano pi indietro nel tempo, loritraggono in compagnia di personaggi assai conosciuti del mondodel vino. I soggetti sono quasi esclusivamente due: volti e territori.Un gruppo di istantanee riproduce una delle prime degustazionididattiche, proprio in Friuli, a Gorizia, in occasione dellamaniestazione Bianco & Bianco. In primo piano si vedono i tavolicui siedono uomini intenti a discutere, i calici disposti a mezzaluna.

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  • 8/9/2019 Francesco Valentini. Il Vino, la sua storia.

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    Arrivati alle 7 medagliette di seguito, cera ilKrugdoro. Nel giugno 1986 mi insignirono a Palazzo

    Antinori delKrug doro. In quelloccasione conobbiRmy Krug. Nacque subito una certa cordialit tra noi,

    e in occasione di una sua visita a Padova tenne la pimemorabile degustazione della nostra enoteca.Nella ricerca della qualit del vino italiano riconobbiinvece in Luca Maroni un interlocutore importante;lo requentai molto, per un periodo, insieme ad altrititolari di enoteche provenienti da varie regioni italiane.Ci trovavamo per conrontare landamento delle nostreattivit, e per scambiarci le impressioni sui enomenicommerciali del momento. Luca ci proponeva leaziende che scopriva, sosteneva la sua teoria del vino-rutto, e insieme la commentavamo. Capivamo cosle tendenze del gusto del pubblico. Fu proprio Luca apresentarmi Riccardo Cotarella; con alcune delle sueaziende abbiamo instaurato una buona collaborazione:come wine maker riuscito ad interpretare almomento giusto le esigenze del mercato, e a produrredei vini che corrispondevano esattamente a quellerichieste.

    Ho sempre subito il ascino delle bollicine.Allinizio trattavo i nomi pi amosi, anchecommerciali, di spumanti italiani e rancesi.Ma poi sentii la necessit di inserire aziende che

    interpretassero di pi il territorio, perch il nostropubblico aveva oramai una certa preparazione, e ce lorichiedeva. Per la Francia abbiamo avuto una grandeguida, Antonino Timboli: conoscitore ineguagliabiledel territorio rancese sotto tutti i proli. Ci diedealcune indicazioni, e noi individuammo due o tresottozone. Dal 1993 importiamo quattro aziendedirettamente: abbiamo accontentato una ascia dimercato sempre pi orientata al prodotto di nicchia econ un ottimo rapporto qualit prezzo.Ognuno ha i propri gusti, le proprie tendenze. Ioamo lo stile Krug. Esiste un termine per denirmi: iosono un krugghista, parola unica nel suo genere.Ogni anno Antinori, e quindi Kr ug, assegnava unamedaglietta a quei clienti che con pi costanzae passione assortivano un certo quantitativo dibottiglie.

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    Io credo in ognuna delle aziende che tratto. In quelleoramai aermate, in quelle storiche, in quelle chestanno ricevendo riconoscimenti importanti e anchenelle pi piccole.

    Con alcuni produttori c un rapporto aezionatoormai, di vera amicizia; e con tutti, comunque, in unmodo o nellaltro mantengo i rapporti. Appena possoli vado a visitare: le persone che lavorano in cantinae nelle vigne hanno sempre tanto da dire dei propri

    vini. Devo ringraziarli perch attraverso il loro lavoro,con i vini che producono, alimentano quel mondo del

    vino di qualit che ha dato tanto alla mia vita e alla miacarriera.

    Le aziende che hanno rapporti di rappresentanza diretta conlEnoteca La mia Cantina sono oggi cinquantacinque. Ognunadi queste presente sugli scaali in unzione di una relazione nonsolo proessionale con Francesco.

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    ...e posso dire che il mio lavoro mi piace ancora tanto, mi sempre piaciuto...

  • 8/9/2019 Francesco Valentini. Il Vino, la sua storia.

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    La atica

  • 8/9/2019 Francesco Valentini. Il Vino, la sua storia.

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    Ricordo un giorno in cui non avevo una pedalata propriopotente, e acevo atica ad andare su. Dietro di me sentoarrivare due ciclisti, giovani, che ridendo e scherzando

    mi raggiungono e superano. Porca miseria, mi dicoio, devo tener duro, solo perch loro sono giovani.Finalmente arrivo in cima alla collina, trovo un pianorocon quella terra rossa tipica dei Berici. Vedo coltivazionidi patate, rumento e vigne; e mi chiedo: Ma perch

    piantano vigne qua, in mezzo alle patate?.Prendo la discesa: bellissima, me la ricordavo, e laaccio tutta in picchiata. Arrivo gi e mi sento un leone.

    Allora mi dico: Quasi quasi vado su a Zovencedo. Valutola situazione, parlando ad alta voce con me stesso. Pensoche sia troppo dura la salita, cerco di dissuadermi da

    solo, ma anche di innescare unaltra volta la competizioncon me stesso, e parto. A met strada mi riscopro adire: Pensavo peggio, invece sto andando bene. Una voltaarrivato a Zovencedo non vedo altra cosa da are che nonsia proseguire, andare avanti, Tanto sono arrivato fnqui.... Ecco, negli ultimi tempi ripenso spesso a giornatecome quella.

    Mi sono accorto che reagisco alla sorte nellostesso modo in cui aronto le salite: accio le mie

    considerazioni, valuto le condizioni, mi lascio stimolareda quella stessa competitivit che mi viene in soccorsomentre pedalo.

    La atica

    Sono sempre stato competitivo, nel lavoro come nellosport. Gi a scuola acevo rugby e atletica, ma dagli anniSettanta in poi ho perseguito lallenamento sico con una

    certa seriet e impegno. Avevo cominciato ad andare acorrere per conto mio, quando scoppi la marcia-mania:diventai un podista impegnato. Non ho mai vinto, ma lacompetizione un atto personale, le gare le disputavo conme stesso.Nel 1998 ho invece vinto un premio: a ronte dellacquistodi 120 bottiglie di whisky ho ricevuto una bicicletta. Unabicicletta? Dammi bottiglie, piuttosto, u la mia primareazione. Ma mi eci convincere a provarla. Era unanormalissima city-bike, dopo pochi mesi passai a unabicicletta seria. In retta mi sono posizionato attorno ai

    5000 - 6000 chilometri allanno. Mi piace pedalare, comerifettere: sono molte le considerazioni interiori che sianno, osservando lo spettacolo della natura, scoprendonuovi posti, in assoluta solitudine. Mi sempre piaciutopercorrere le strade da solo. Mi da un senso di proondalibert arrivare nel luogo che ho scelto partendo, e da l

    valutare litinerario seguente, e scegliere in base a quanto ecome ho voglia di mettermi alla prova. Partendo da Pontedi Barbarano, sui Colli Berici, in direzione di Sossano, sipu raggiungere Toara; da l par te una salita che por ta a

    Pozzolo. Sono 3 - 4 chilometri, con pendenze impegnative.

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  • 8/9/2019 Francesco Valentini. Il Vino, la sua storia.

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    ...certi vini di cui sei innamorato non ti tradiscono mai...

    indice dei nomi

  • 8/9/2019 Francesco Valentini. Il Vino, la sua storia.

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    Meregalli Giuseppe 14 83

    Modugno Domenico 18

    Mondavi Robert 86

    Friedrich Nietzsche 15

    Pacenti Siro 14

    Parpaiola Tino 31

    Parrasia Steano 86

    Pel 18

    Pevarello Enrico 73

    Platone 15

    Raccanello Umberto 29

    Ratti Renato 84

    R.D. Bollinger 74

    Righetto Vito 34 35

    Roncalli Angelo 18

    Rufno 28

    Samaroli Silvano 87

    Santa Margherita 28

    Schioppetto Mario 95

    Seran Angelo 31

    Siegrist Jean 84 86

    Alajmo Erminio 89

    Alajmo Raaele 86

    Antinori 28

    Antinori 96

    Bassan Lucio 30

    Bee Gees 34

    Benettin Luigi 68

    Berlucchi 86

    Bologna Giacomo 86

    Carraretto Mirko 13 66

    Chimetto Giovanni 89

    Cipresso Roberto 11

    Cotarella Riccardo 87 97

    Cule De Serrant 74

    Dal Forno Romano 87

    Damiani Angelo 31

    Dom Perignon 74

    Di Natale Mario 88

    Doni Augusta 38

    Facchinello Giampietro 68 82

    Agostini (ratelli) 86

    Galileo Galilei 15

    Gaviglio Luigi 14 83

    Gravner Josko 14 87 95

    Georg Wilhelm Friedrich Hegel 12

    Jermann Silvio 87 95

    Krug 74 96

    Krug Rmi 13 87 97

    Lion Emilia 30

    Lion (amiglia) 25 26 29 30 31 34 35 83

    Lion Giuseppina 30

    Lion Luigi 30

    Lion Roberto 30 31

    Lion Tino 30

    Lungarotti 28

    Marca Mario 31

    Maritan Anna 25 38 40

    Maritan Gianni 24 25

    Maroni Luca 87 97

    Martelli Francesco 84

    Mazzonetto 24

    Melotti 19

    Solci Angelo 14 83

    Tachis Giacomo 14 84

    Trimboli Antonino 96

    Travolta John 34

    Valentini Domenico 18

    Valentini Giorgio 39

    Valentini Marta 13 40 48 50

    Valentini Nicola 13 40 48 6

    Veronelli Gino 15

    Vignato Remigio 31

    Vinarius 83 84

    Zanella Maurizio 86

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    Pagina 27

    Renato Salvan, Renna, e Francesco

    alla Hostaria il Padovanino

    Pagina 37

    Francesco con i nipoti Lorenzo e Filippo Carraretto

    Pagina 49

    Paola Rovedo; Irena Ilkovska, moglie di Nicola;

    Anna Maritan, moglie di Francesco; Barbara Doria

    Pagina 100

    Luigi Cristoanon, dellazienda Montegrande,

    con Francesco, Marta Nicola e Mirco

    Pagine 112-113

    Luigi Cristoanon suona e Francesco dirige

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    Enoteca La mia Cantina srl

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