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Freud Post freudiani Attenzione alla teoria e clinica del bambino Psicologia del Sè Psicolo gia dell’Io Psicologia delle relazioni oggettuali Melanie Klein Scuola Britannica

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Page 1: Freud Post freudiani Attenzione alla teoria e clinica del bambino Psicologia del Sè Psicologia dellIo Psicologia delle relazioni oggettuali Melanie Klein

Freud

Post freudiani

Attenzione alla teoria e clinica del bambino

Psicologia del Sè

Psicologia dell’Io

Psicologia delle relazioni oggettuali

Melanie Klein

Scuola Britannica

Page 2: Freud Post freudiani Attenzione alla teoria e clinica del bambino Psicologia del Sè Psicologia dellIo Psicologia delle relazioni oggettuali Melanie Klein

Possiamo genericamente differenziare queste teorie attraverso il diverso modo di considerare alcuni aspetti teorici fondamentali della teoria psicoanalitica freudiana:

Centralità della pulsione

Teoria del conflitto (vs deficit)

Teoria delle difese

Teoria dello sviluppo

Page 3: Freud Post freudiani Attenzione alla teoria e clinica del bambino Psicologia del Sè Psicologia dellIo Psicologia delle relazioni oggettuali Melanie Klein

Elementi della psicoanalisi Elementi della psicoanalisi freudiana:freudiana:

IpnosiIpnosi Interpretazione dei sogni e libere associazioniInterpretazione dei sogni e libere associazioni Transfert e resistenzeTransfert e resistenze Interpretazione, setting e controtransfertInterpretazione, setting e controtransfert Sessualità infantileSessualità infantile

o Teoria delle pulsioni: pulsioni libidiche e aggressiveTeoria delle pulsioni: pulsioni libidiche e aggressiveo Teoria del conflitto psichicoTeoria del conflitto psichico

I e II topicaI e II topica

Page 4: Freud Post freudiani Attenzione alla teoria e clinica del bambino Psicologia del Sè Psicologia dellIo Psicologia delle relazioni oggettuali Melanie Klein

Il modello topicoIl modello topico

A partire da questo problema clinico la psicoanalisi compie diversi progressi sia teorici che tecnici

In termini teorici Freud immagina inizialmente un modello topico della mente suddiviso in tre aree:

• Inconscio: idee e sentimenti inaccettabili

• Preconscio: idee e sentimenti inaccettabili prossimi a divenire coscienti

• Conscio: idee e sentimenti coscienti in ogni momento

La psicoanalisi nasce dal tentativo di trovare una tecnica, diversa dall’ipnosi che consentisse di

aggirare le difese

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La sessualità infantileLa sessualità infantile

Formazione del sintomo in due tempi: i conflitti attuali ed i sintomi erano invariabilmente legati ad eventi della prima infanzia, ad episodi traumatici avvenuti prima dei 6 anni, ed in particolare episodi traumatici di carattere sessuale

Alla radice di ogni nevrosi c’è l’introduzione prematura della sessualità nell’esperienza del bambino; questa

però acquista significato solo con la pubertà; le nuove intense sensazioni adolescenziali riaccendono i ricordi

creando una forte pressione che produce sintomi nevrotici

Teoria della seduzione infantile

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Dalla teoria del trauma reale alla teoria della sessualità infantile(1897)

Freud si accorge che trauma all’origine dei sintomi non doveva essere necessariamente avvenuto : gli impulsi, le fantasie ed i conflitti alla base dei sintomi nevrotici non derivavano da eventi reali e da influenze esterne,

ma dalla mente del bambino stesso

Nell’infanzia di tutti gli uomini e di tutte le donne domina una sessualità conflittuale; in quella dei futuri nevrotici la

sessualità si avvicina molto alle perversioni

Ma perché la sessualità costituisce una causa così importante di difficoltà?

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La teoria delle pulsioniLa teoria delle pulsioni

La teoria della sessualità infantile (Tre saggi sulla teoria sessuale, 1905) si fonda sul concetto di pulsione

La mente è concettualizzata come un apparato per scaricare gli stimoli che premono su di essa.

Stimoli esterni (es. predatore minaccioso)

Stimoli interni (es. fame e pulsioni

sessuali)

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Pulsione

FonteMeta Oggetto

Zona erogena

L’evoluzione della sessualità può essere descritta come una sequenza di fasi psicosessuali, attraverso le quali diverse parti del corpo e le attività libidiche ad esse associate diventano dominanti: fasi orale,

anale, fallica e genitale

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La sessualità adulta, matura, non inizia come genitalità, ma segue il percorso descritto ed appare inizialmente come sensualità diffusa,

collocata in diverse parti del corpo, stimolata dalle molte, diverse attività dei primi anni di vita

Gli impulsi, le forme della sessualità infantile, permangono anche in quella matura in forma

camuffata (sintomi), non camuffata (perversioni), preliminari o, infine, in forme di gratificazione

sublimate, inibite nella meta

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Il complesso edipicoIl complesso edipicoNucleo della teoria evolutiva freudiana: i vari elementi della sessualità pregenitale vengono assoggettati al primato della genitalità intorno ai 5-6 anni; la meta di tutti i desideri del bambino diventa il rapporto sessuale genitale con il genitore del sesso opposto, ed il genitore dello stesso sesso diventa un rivale

Il superamento della fase edipica avviene in modo diverso nel bambino e nella bambina:

•Bambino: primo oggetto d’amore è la madre; il desiderio d’amore esclusivo porta a considerare il padre come un rivale; questo genera colpa e paura delle ritorsioni paterne sotto forma di castrazione; la paura della punizione porta il bambino ad identificarsi con il padre e dunque alla risoluzione del complesso edipico

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1922: il Super-Io è l’erede del complesso edipico

I temi centrali della sessualità infantile si organizzano nel complesso edipico e tale organizzazione diventa la struttura portante per il resto della vita, tanto nello sviluppo normale che in quello patologico.

•Bambina: il primo oggetto d’amore è la madre; nelle fasi preedipiche la bambina si sente identica al bambino; la scoperta del pene porta a sperimentare un senso d’inferiorità e ad accusare la madre di tale inferiorità; il padre diventa l’oggetto d’amore ed il desiderio di avere un bambino dal padre sostituisce quello di avere un pene. A questo punto sono possibili tre soluzioni: 1. Cessazione di qualunque sessualità (nevrosi)

2. Ipermascolinità

3. Femminilità definitiva

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Il conflitto psichicoIl conflitto psichico

Freud diede una fondamentale importanza nella strutturazione della personalità a tutto ciò che

rimane escluso dalla coscienza: quella che consideriamo la nostra mente non è che una

piccola parte di essa

Il significato reale di gran parte di ciò che pensiamo, sentiamo e facciamo è determinato in

modo inconscio

La sostanza della personalità è fatta di pulsioni e di difese contro queste; il nostro comportamento

è il risultato del gioco dialettico tra impulsi e difese

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La pulsione aggressiva

Fino al 1920 Freud riconduce la fonte di tutti i conflitti e di tutte le psicopatologie alla

pulsione sessuale

Nei suoi primi scritti Freud presentò una concezione in cui le persone lottavano con

impulsi e desideri che erano diventati proibiti soprattutto a causa delle convenzioni sociali

relative alla sessualità, alcune delle quali erano a suo parere eccessivamente rigide e

costrittive

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L’esperienza clinica tuttavia gli pone continuamente il problema della collocazione dell’aggressività all’interno della sua teoria (aggressività, potere, sadismo, transfert negativo, incubi…)

Dal 1920 viene introdotta la teoria del dualismo pulsionale: l’aggressività, la pulsione di morte, occupa lo stesso posto della libido, come fonte dell’energia pulsionale che dirige i processi psichici

Nel 1929, nel Disagio della civiltà, viene tracciato un quadro in cui l’uomo ha bisogno della cultura per sopravvivere ma, a causa della rinuncia pulsionale che questa implica, finisce con l’essere sempre fondamentalmente insoddisfatto

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Dal modello topico al Dal modello topico al modello strutturalemodello strutturale

Il primo modello elaborato da Freud per descrivere l’apparato mentale è il modello topico: inconscio,

preconscio e conscio

Presto Freud si scontra con i limiti del modello topografico: alcuni ricordi non possono essere riportati alla coscienza a causa dell’azione delle

resistenze, determinate dall’utilizzo di meccanismi di difesa inconsci e pertanto inaccessibili

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Il modello topico risultò insufficiente a rappresentare il conflitto; i desideri e gli impulsi non sono in conflitto

con il preconscio e il conscio, ma con le difese, inconsce anche loro

Il modello strutturale (Es, Io e Super-Io) si rivela più efficace nella descrizione del conflitto psichico

fondamentale, che risulta essere tutto inconscio tra difese e pulsioni

Il conflitto è intrapsichico e tra istanze diverse, comunque inconsce

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Modello Strutturale

CONSCIO

INCONSCIO ES

SUPER-IO

IO

L’Io è composto allora sia da elementi consci che inconsci. Questo porta Freud ad elaborare il modello

strutturale tripartito di Io, Es e Super-Io (L’Io e l’Es, 1922)

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•IO Conscio: organo esecutivo della psiche; prende decisioni ed integra i dati percettiviInconscio: responsabile dei meccanismi di difesa, utilizzati per contrastare le pulsioni istintuali che albergano nell’Es, quali sessualità e aggressività.

•ES Inconscio: sede delle pulsioni istintuali tende esclusivamente alla scarica della tensione. E’ controllato sia dall’Io che dal Super-Io

•SUPER-IO: sia conscio che inconscio

Coscienza morale: proscrive (cosa non fare)

Ideale dell’IO: prescrive (cosa fare)

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Melanie KleinMelanie Klein

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Melanie Klein Melanie Klein (1882-1960)(1882-1960)

M. Klein entra in contatto con la psicoanalisi nel 1914 con S. Ferenczi, suo analista.

Soffriva di gravi depressioni e si stava avviando ad essere un’invalida psichica quando venne a conoscenza dell’opera di Freud

Nel 1919 inizia a scrivere articoli sulle sue osservazioni e sul lavoro clinico con i bambini, inizialmente suoi figli

Viene invitata a Berlino da Abraham, con cui farà una breve analisi fino al 1925

Nel 1926 si trasferisce in Inghilterra, dietro invito di Ernest Jones

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La teoria kleiniana divide il mondo psicoanalitico

Scuola di Londra

Scuola di Vienna (Anna Freud)

I bambini sono analizzabili come gli adulti: interpretazione

Il gioco è analogo alle libere associazioni adulte

I bambini piccoli non sono analizzabili, l’Io è troppo debole e non sa gestire l’interpretazione del conflitto profondo

Approccio pedagogico

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Inizialmente la Klein voleva convalidare le ipotesi freudiane relative al dualismo pulsionale ed alla

seconda topica attraverso l’osservazione diretta ed il lavoro clinico con i bambini

Questi in realtà la porteranno a studiare processi più precoci di quelli originariamente descritti da Freud e

consentiranno alla psicoanalisi di recuperare due ambiti sinora esclusi:

la teoria dello sviluppo infantile e la clinica del bambino

la teoria e la clinica dei pazienti non nevrotici

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FreudFreud KleinKlein

Il Il conflittoconflitto è legato alla fase è legato alla fase edipicaedipica

Le ipotesi freudiane possono Le ipotesi freudiane possono essere applicate a fasi essere applicate a fasi antecedenti (bambino 2-3 anni, antecedenti (bambino 2-3 anni, neonato)neonato)

Il conflitto si forma al culmine Il conflitto si forma al culmine della vita sessuale infantile: fase della vita sessuale infantile: fase edipica. Il bambino di 5-6 anni edipica. Il bambino di 5-6 anni lotta con desideri incestuosi lotta con desideri incestuosi intensi e pericolosiintensi e pericolosi

Sia le fantasie di unione Sia le fantasie di unione incestuosa (incestuosa (EdipoEdipo) sia quelle di ) sia quelle di terribili punizioni (terribili punizioni (Super-Io) sono ) sono presenti in tenerissima etàpresenti in tenerissima età

Il Il conflittoconflitto nevrotico centrale nevrotico centrale riguarda contenuti segreti e riguarda contenuti segreti e autoinganniautoinganni

Il “Il “conflitto”conflitto” e le fantasie e le fantasie infantili assumono forme più infantili assumono forme più primitive e terrificanti, molto primitive e terrificanti, molto diverse dal dramma edipico diverse dal dramma edipico freudianofreudiano

Pazienti Pazienti adultiadulti nevrotici: vita nevrotici: vita coerente anche se conflittuale coerente anche se conflittuale

Pazienti Pazienti bambinibambini psicotici, psicotici, estremamente terrorizzati e estremamente terrorizzati e disturbatidisturbati

PsicosiPsicosi inaccessibile alla inaccessibile alla psicoanalpsicoanal

Estensione alla Estensione alla psicosipsicosi adulta adulta

PsichePsiche si costituisce in strutture si costituisce in strutture stabili e coerentistabili e coerenti

La La psichepsiche rimane sempre rimane sempre instabile e fluidainstabile e fluida

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La Klein elabora un modello della mente che da un lato recupera gran parte dei termini freudiani, dall’altro vi

attribuisce un significato diverso.

La mente del bambino molto piccolo (e dei soggetti psicotici) è governata da angosce primitive, da terrori profondi di marca psicotica, molto lontani

dall’angoscia di castrazione descritta da Freud e che hanno a che fare con la paura di annichilimento e

di abbandono assoluto

Lo sviluppo, pertanto, procede da modalità di funzionamento di tipo “psicotico” verso forme via via

più nevrotiche ed infine verso una forma di “normalità”

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Ciò che contraddistingue la modalità di funzionamento della mente non nevrotica, infantile e/o psicotica, è l’esistenza di due posizioni che hanno anche una valenza evolutiva:

• Posizione schizo-paranoide

• Posizione depressiva

Posizione: la posizione è diversa dalla fase; è un organizzazione universale dell’esperienza piuttosto che una semplice fase evolutiva che deve essere

attraversata e superata; dunque, benché sia specifica di una determinata fase evolutiva, la posizione rimane

attiva per l’intero corso della vita e crea un’interazione dialettica nella mente (Ogden, 1986); è una costellazione di angosce e difese che organizzano

l’esperienza individuale

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La Klein deriva la sua comprensione dei modi in cui le esperienze vengono organizzate dalle formulazioni

freudiane

In particolare il concetto di pulsione e la teoria dualistica delle pulsioni sono alla base di tutte le

formulazioni kleiniane

Postulato freudiano: esistono energie libidiche e aggressive come carburante fondamentale della

mente. La gratificazione e la difesa da queste pulsioni sono il dramma implicito in tutta la vita psichica

Tuttavia, i concetti freudiani vengono ripresi ma formulati in modo assolutamente originale...

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Freud: PulsioneFreud: Pulsione Klein: PulsioneKlein: Pulsione

Distinta dalla mente dalla quale Distinta dalla mente dalla quale esige la gratificazione sia esige la gratificazione sia dall’oggetto al quale viene dall’oggetto al quale viene casualmente associatacasualmente associata

Pulsioni libidiche e aggressive Pulsioni libidiche e aggressive sono modalità assolute di vivere sono modalità assolute di vivere sé in termini di buono (amato e sé in termini di buono (amato e capace di amare) e cattivo (odiato capace di amare) e cattivo (odiato e distruttivo)e distruttivo)

Meta: scaricaMeta: scarica

Oggetto: mezzo casuale per la Oggetto: mezzo casuale per la scaricascarica

L’oggetto è intrinseco L’oggetto è intrinseco all’esperienza della pulsione. La all’esperienza della pulsione. La pulsione implica un’idea vaga e pulsione implica un’idea vaga e imprecisa di un oggetto: imprecisa di un oggetto:

P. libidicaP. libidica ad amare e ad amare e proteggere proteggere immagine di un immagine di un oggetto amorevole, da amare; oggetto amorevole, da amare;

P. aggressivaP. aggressiva a odiare e a odiare e distruggere distruggere oggetto da odiare e oggetto da odiare e capace di odiocapace di odio

Funzionamento del modello Funzionamento del modello strutturale: Io coeso e integrato strutturale: Io coeso e integrato che fronteggia di volta in volta o che fronteggia di volta in volta o pulsioni libidiche o aggressive pulsioni libidiche o aggressive specifichespecifiche

Io discontinuo vacillante tra la Io discontinuo vacillante tra la tendenza ad amare persone in tendenza ad amare persone in grado di amare a loro volta e la grado di amare a loro volta e la tendenza a odiare persone a loro tendenza a odiare persone a loro volta in grado di odiare.volta in grado di odiare.

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Analisi di un bambino

• Esperienza clinica del 1941, pubblicato nel 1961

• Intenzione: mostrare “dal vivo” la tecnica psicoanalitica

• “Questo libro intende illustrare il processo psicoanalitico, che consiste nello scegliere gli aspetti più pressanti del materiale e interpretarli esattamente. Le reazioni del paziente e le susseguenti associazioni portano del nuovo materiale, che va a sua volta analizzato in base agli stessi principi…”

• Analisi rimasta incompiuta (93 sedute, 4 mesi), ma ha permesso il diventare conscio di alcune delle angosce e difese del bambino, benchè non sia stata possibile un’elaborazione adeguata

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“Richard aveva 10 anni quando cominciai la sua analisi. I suoi sintomi si erano sviluppati a un punto tale che gli era diventato impossibile frequentare la scuola dall’età di otto anni, quando lo scoppio della guerra nel 1939 aveva aumentato le sue angosce. Aveva grande paura degli altri bambini, e questo lo aveva portato sempre più ad uscire da solo. Inoltre, fin da quando aveva quattro o cinque anni, un’inibizione progressiva delle sue facoltà e dei suoi interessi aveva suscitato grandi preoccupazioni nei suoi genitori. Oltre a questi sintomi era molto ipocondriaco e andava spesso soggetto a stati depressivi. Queste difficoltà si mostravano anche nel suo aspetto, che era quello di un bambino tormentato e infelice”.

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XXIII seduta (oggetto persecutorio)

“M.K. osservò che Richard oggi aveva sostenuto con energia che sia la mamma che MK erano buone, ma che papà era cattivo. M.K. però pensava che lui stesse sforzandosi di mantenere buona la mamma e far apparire “nero” il papà, perché per lui era troppo penoso e spaventoso non fidarsi della mamma…

Nei suoi tentativi di mantenere buona la mamma, negava il fatto che, oltre ad amarla, anche la odiava e trasferiva il suo odio per lei verso il padre

XXIV seduta

“Richard ripeté che non era possibile che lui desiderasse attaccare e trattar male M.K. e la mamma; diventava infelice al solo pensiero…”

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XXVIII seduta

“ Richard disse che le cose che M.K. diceva gli davano un senso di vomito. M.K. gli fece notare che aveva usato la parola vomito perché ora sentiva che le parole di M.K. erano come il cibo velenoso che la mamma avrebbe introdotto dentro di lui per punirlo perché l’aveva avvelenata… Richard dopo una pausa divenne meno irrequieto. Aprì le tende e domandò a M.K. se non s’offendeva quando i pz pensavano e le dicevano cose così sgradevoli. M.K. interpretò che Richard aveva paura di farlo alla mamma, non solo con le sue parole ma anche con i suoi attacchi inconsci”

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XLIV seduta (fase maniacale)

“Richard presentava un quadro molto diverso. Era vivace, ma sovreccitato, con gli occhi che gli brillavano. Parlava in continuazione e incoerentemente, facendo molte domande senza aspettare una risposta. […] Sembrava assolutamente incapace di ascoltare le interpretazioni. Era evidentemente in stato di forte eccitazione maniacale ed era molto più apertamente aggressivo […]. Disse che si sentiva proprio molto bene, che non c’era nessun motivo di preoccuparsi per lui.

Recentemente Richard aveva espresso più apertamente la propria aggressività.

La gelosia che provava per i suoi genitori suscitavano in continuazione il suo odio; e dato che aveva la sensazione d‘averli incorporati dentro di sé, non poteva fare a meno di sentire che la battaglia avveniva dentro di lui e non solo all’esterno”

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“Richard si era acquietato, e verso la fine della seduta, particolarmente dopo l’interpretazione dell’ultimo disegno da parte di M.K., era diventato silenzioso e triste.

Nota: Questa seduta contrastava in modo sorprendente con quella precedente e dimostrava come fossero poco stabili i sentimenti in essa espressi, cioè l’amore per i genitori e la capacità di combattere apertamente un aggressore. È vero che questi sentimenti erano stati accompagnati da una buona dose di difese maniacali contro la depressione.

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LIV seduta (Senso di colpa depressivo)

“Richard, con aria triste, annunciò che stava per fare un tema. Il tema era il seguente “Che cosa farò quando sarò grande”…

Un uomo che portava una lastra di vetro bussò alla porta. Richard s’era alzato e appariva pallido e angosciato. Sembrò molto sollevato quando l’uomo se ne andò. Disse con molta convinzione “Era proprio un disturbo”. Poi andò alla finestra e seguì con gli occhi l’uomo, dicendo come se stesse ragionando fra sé e sé: “E’ proprio un uomo simpatico”.

Richard appariva distratto e infelice; sembrava che non ascoltasse quello che M.K. diceva.

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Nota:

La crescente simpatia per il nemico attaccato, che si mostrò nel materiale di quel giorno, è degna di nota. Amore e odio si erano avvicinati. Nel materiale era apparso ripetutamente che Richard era divenuto consapevole della propria ostilità. Insieme con il senso di colpa suscitato da questa intuizione di sé, e insieme con i passi avanti verso l’integrazione e la sintesi, aumentò la tolleranza verso l’oggetto cattivo e potè essere sperimentata la simpatia per il nemico reale. La sintesi s’accompagnò a sentimenti depressivi più forti, e in qualche caso diede luogo alla disperazione ed a un vivo dolore. L’esperienza ha mostrato che, quando il senso di colpa e la depressione possono essere in una certa misura sopportati, e non vengono respinti alla PS, si verificano ulteriori passi in avanti verso l’integrazione dell’Io e la sintesi degli oggetti

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Benché venga utilizzata la terminologia freudiana, l’idea che la pulsione implichi sempre la presenza di un oggetto è emblematica dello

spostamento da una prospettiva intrapsichica ad una prospettiva relazionale

La posizione schizo-paranoide (1946)La posizione schizo-paranoide (1946)

Nella descrizione kleiniana l’esperienza (preverbale!!) del bambino piccolo è composta da

due stati nettamente polarizzati, drammaticamente contrastanti sia nella loro organizzazione

concettuale sia nel tono emotivo

Page 37: Freud Post freudiani Attenzione alla teoria e clinica del bambino Psicologia del Sè Psicologia dellIo Psicologia delle relazioni oggettuali Melanie Klein

“Nei primissimi stati mentali, l’angoscia persecutoria va incontro a processi che minacciano (e determinano) una frammentazione della mente.

I processi di scissione conducono tipicamente alla proiezione di parti del Sé o dell’Io negli oggetti, con l’effetto di svuotare il Sé”.

(Hinshelwood, 1989)

La posizione, ricordiamo, rappresenta una configurazione specifica di angosce e difese.

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Prende il nome dai due principali meccanismi di difesa utilizzati dall’Io

Scissione dell’Io e dell’oggetto (“schizo”)

Proiezione (“paranoide”)

Frammentazione (istinto di

morte)

Buono (narcisismo primario)

Cattivo (aggressivit

à innata)

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Il bambino in questa fase è sopraffatto da un primitivo terrore di “annientamento” derivato

dalla pulsione di morte contro il quale mette in atto meccanismi di difesa

L’angoscia di annientamento è stata trasformata nell’ angoscia persecutoria tipica di questa fase

Scissione dell’Io e dell’oggetto

Introiezione: l’oggetto buono viene introiettato e inizia a costituire il centro dell’Io, ancora fragile, e intorno al quale si inizia a costituire l’integrazione

Proiezione: la parte aggressiva dell’Io viene proiettata e si configura come oggetto persecutorio

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Il bambino vive queste fantasie di amore e odio come se in realtà avessero un’influenza netta sugli oggetti; la sua serenità emotiva dipende pertanto, in questa fase, dalla sua capacità di mantenere separati questi due mondi

I due stati emotivi vengono esemplificati dalla relazione fondamentale del bambino col seno materno

(ogg, parziale):

“seno buono”: dà nutrimento, calore e verso il quale prova gratitudine;

il “seno cattivo”: assente o pieno di odio, che lo avvelena dall’interno e dal quale si sente perseguitato

Page 41: Freud Post freudiani Attenzione alla teoria e clinica del bambino Psicologia del Sè Psicologia dellIo Psicologia delle relazioni oggettuali Melanie Klein

Il seno buono per dare nutrimento non può subire attacchi e non può essere contaminato da quello cattivo.

Il seno cattivo viene attaccato e da questo si temono ritorsioni

La con-fusione tra oggetto buono e cattivo in questa posizione potrebbe portare alla distruzione dell’oggetto buono, lasciando il bambino in una situazione di disperazione, privo di protezione e rifugio

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Riassumendo…

Caratteristiche della Posizione Schizoparanoide

La frammentazione e l’istinto di morte: l’esperienza di sentirsi frammentati, a pezzetti, deve avere a che fare con il lavorio della pulsione di morte

L’Io primitivo: L’Io in principio oscilla tra stati d’integrazione e di disintegrazione

L’angoscia: l’Io lotta per mantenere la propria integrità davanti alle sue dolorose esperienze di oggetti che minacciano di annichilirlo. Questa angoscia di annichilimento si trasforma presto in angoscia persecutoria.

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Il problema dell’ambiente

In una prospettiva relazionale diventa importante anche l’ambiente esterno, l’altro che si costituisce come oggetto

M. Klein rappresenta un momento di transizione dalla prospettiva intrapsichica a quella relazionale:

Oggetti: ancora non appartengono alla realtà esterna

Ambiente: benché secondario è importante: le cure genitoriali possono placare le angosce persecutorie, riducendo le paure paranoidi e rafforzando la relazione con gli oggetti buoni

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La posizione depressiva (1935,1945)La posizione depressiva (1935,1945) Posizione depressiva: sotto la spinta di una tendenza intrinseca all’integrazione il bambino inizia a rendersi conto che la “madre cattiva” e la “madre buona” non sono distinte

Oggetto buono

(parziale)

Oggetto cattivo (parziale)

Oggetto intero (buono/cattivo)

L’integrazione degli oggetti parziali in un oggetto intero genera l’angoscia depressiva (paura per

l’oggetto amato) tipica di questa posizione: il bambino teme di aver distrutto l’oggetto d’amore

con le proprie fantasie sadiche e distruttive

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La preoccupazione per la madre come oggetto intero porta il bambino a sperimentare il senso di colpa (Super-Io precoce) che viene fronteggiato attraverso la riparazione, (pulsione libidica) ossia attraverso azioni rivolte alla madre nel tentativo di riparare al danno inflittole (reale o fantasticato che sia)

La fiducia del bambino nella propria capacità di riparazione è fondamentale per poter sostenere la

posizione depressiva; la Klein ritiene necessario per questo l’equilibrio innato tra pulsioni libidiche e

aggressive

La riparazione in altri termini consiste nello sforzo di rendere prevalenti gli aspetti d’amore presenti nella relazione ambivalente con l’ “oggetto totale” danneggiato

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L’aspetto più problematico della posizione L’aspetto più problematico della posizione depressiva è l’insostituibilità dell’oggetto intero, depressiva è l’insostituibilità dell’oggetto intero, che produce quella che il bambino sente come che produce quella che il bambino sente come

una totale dipendenzauna totale dipendenza

La soluzione alternativa al dolore dell’angoscia La soluzione alternativa al dolore dell’angoscia depressiva è la depressiva è la difesa maniacaledifesa maniacale: l’unicità : l’unicità

dell’oggetto d’amore e la conseguente dell’oggetto d’amore e la conseguente dipendenza da esso vengono negate dipendenza da esso vengono negate

magicamentemagicamenteLa posizione depressiva non è uno stato di relativa La posizione depressiva non è uno stato di relativa salute mentale da raggiungere e mantenere, ma salute mentale da raggiungere e mantenere, ma

qualcosa che viene continuamente perduto e qualcosa che viene continuamente perduto e riconquistatoriconquistato

Poiché l’amore e l’odio vengono prodotti Poiché l’amore e l’odio vengono prodotti continuamente nell’esperienza, l’angoscia continuamente nell’esperienza, l’angoscia depressiva è un tratto costante e centrale depressiva è un tratto costante e centrale

dell’esistenza umana dell’esistenza umana

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La scissione in questi casi diventa l’unica strategia per preservare l’oggetto amato e odiato

contemporaneamente

Solo la fiducia che il proprio amore è in grado di sopravvivere alla propria distruttività rende possibile l’integrazione di amore e odio in relazioni più ricche e

complesse

In alcuni momenti, di fronte alle frustrazioni, quando la distruttività diventa eccessiva, si può ritornare ad utilizzare meccanismi scissionali per preservare gli

oggetti d’amore

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L’identificazione L’identificazione proiettivaproiettiva

Altro concetto chiave della teoria kleiniana, che poi sarà ripreso e ampliato da Bion, è quello di identificazione proiettiva

E’ un meccanismo di difesa primitivo che implica la proiezione sia di impulsi sia delle parti del sé legate a questi impulsi; le parti cattive dunque vengono “collocate” in un’altra persona con lo scopo di allontanarle dal sé, ma contemporaneamente viene mantenuto un legame con la parte espulsa attraverso l’identificazione inconscia. In più questa diventa una strategia per mantenere un controllo sulla parte proiettata

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Meccanismi Di DifesaMeccanismi Di Difesa

La teoria delle relazioni oggettuali, occupandosi della clinica dei bambini e dei pazienti più gravemente disturbati, prende in esame

meccanismi di difesa primitivi, caratteristici dei disturbi di personalità e delle psicosi:

• Scissione: processo inconscio che separa attivamente gli uni dagli altri i sentimenti

contraddittori, le rappresentazioni di Sé e le rappresentazioni degli oggetti. L’individuo considera

se stesso o gli altri come completamente buoni o completamente cattivi, non riuscendo ad integrare le caratteristiche positive e negative di sé e degli altri in immagini coese; spesso lo stesso individuo

sarà alternativamente idealizzato e svalutato

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• Identificazione proiettiva: il soggetto proietta su qualcun altro un affetto o impulso per lui inaccettabile come se fosse realmente l’altro ad aver dato vita a tale affetto o impulso. Il soggetto non disconosce ciò che ha proiettato, ne rimane pienamente consapevole, semplicemente lo interpreta erroneamente come reazione giustificabile nei confronti dell’altro. Alla fina ammette il proprio affetto o impulso, ma lo crede una reazione a quegli stessi sentimenti e impulsi che ritiene presenti negli altri e misconosce il fatto di aver dato egli stesso origine al materiale proiettato Si tratta, dunque, di un processo inconscio trifasico attraverso il quale aspetti propri vengono disconosciuti e attribuiti a qualcun altro (Ogden, 1979)

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Sé cattivo

Sé buono

Oggetto cattivo

Oggetto buono

Sé cattivo

Sé buono

Oggetto buono

Oggetto cattivo

1. Il paziente disconosce e proietta nel terapeuta il proprio oggetto interno cattivo

paziente terapeuta

2. Il terapeuta inconsciamente inizia a sentirsi e/o comportarsi come l’oggetto cattivo proiettato, in risposta alla pressione interpersonale esercitata dal paziente (controidentificazione proiettiva)

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Sé cattivo

Sé buono

Oggetto cattivo

Oggetto buono

paziente terapeuta

3. Il terapeuta contiene e modifica l’oggetto cattivo proiettato, che viene successivamente reintroiettato e assimilato dal paziente (identificazione introiettiva)

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L’identificazione proiettiva, a causa della sua componente interpersonale non è solo un meccanismo di difesa, ma anche:

• un mezzo di comunicazione

• una modalità di relazione d’oggetto

• un percorso per il cambiamento psicologico

L’identificazione proiettiva, infine, è diversa dalla proiezione: la proiezione e un meccanismo difensivo più maturo, tipico dei pazienti nevrotici, che non comporta nessuna identificazione con il materiale proiettato, nessuna evocazione di un comportamento conforme a quanto proiettato e nessun processo di reintroiezione a causa della presenza di un confine Sé/altro più rigido; l’identificazione proiettiva è un processo primitivo perché implica la presenza di confini Sé/altro più labili

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La sessualitàLa sessualitàE’ questo il campo in cui la teoria kleiniana si

allontana di più dalle riflessioni freudiane, nelle quali la sessualità implica piacere, potere, paura

La sessualità kleiniana

Nelle relazioni d’amore e nei rapporti sessuali esiste infatti questa continua

preoccupazione nel mantenere un equilibrio tra la propria capacità di amare e la propria

capacità di odiare

amore, distruttività, riparazione

Sessualità freudiana Piacere, paura

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L’invidiaL’invidiaAspetto centrale della teoria kleiniana e con importanti conseguenze sul piano clinico, l’invidia è il più distruttivo di tutti i processi psichici primitivi.

Paradossalmente però l’oggetto di tale sentimento, è l’oggetto d’amore, il “seno buono”

Infatti non è una reazione di fronte alla frustrazione e al dolore, ma di fronte alla gratificazione ed al piacere. Il bambino si rende conto che il seno gli fornisce qualcosa di buono e di essenziale alla sua sopravvivenza, ma al di fuori del suo controllo

L’invidia provata verso questo oggetto lo porta a preferire la sua distruzione che a riconoscerne la dipendenza

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Alla luce di queste considerazioni Melanie Klein dà una spiegazione diversa della reazione terapeutica negativa, in cui il paziente non solo non migliora con l’analisi, ma addirittura peggiora

I pazienti più gravi infatti spesso, proprio a causa della presenza di questa eccessiva invidia, non sono in grado di utilizzare ed accettare le cose buone che vengono dall’analista, perché non sono in grado di tollerare che qualcosa di buono ed indispensabile per loro venga da un altro che comunque sfugge al loro controllo

Per questo sentono continuamente la necessità di distruggere il valore di ciò che l’analista ha da offrire, soprattutto il valore delle interpretazioni