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DICHIARAZIONE AMBIENTALE ANNO 2004 FURLOTTI & C. S.r.l. Sede legale ed operativa: Via F. Santi, 1 - 43014 Medesano (PR) Tel. 0525 420720 - Fax. 0525 420067 E-mail: [email protected] Web: www.furlotti.com P. IVA 00251800348 INFORMAZIONE CONVALIDATA Edizione del 08 marzo 2004

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DDIICCHHIIAARRAAZZIIOONNEE AAMMBBIIEENNTTAALLEE AANNNNOO 22000044

FURLOTTI & C. S.r.l.

Sede legale ed operativa:

Via F. Santi, 1 - 43014 Medesano (PR) Tel. 0525 420720 - Fax. 0525 420067

E-mail: [email protected] Web: www.furlotti.com P. IVA 00251800348

INFORMAZIONE CONVALIDATA

Edizione del 08 marzo 2004

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Dichiarazione ambientale Reg. CE 761/01 EMAS

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II NN DD II CC EE

PREMESSA .................................................................................................................................. 3

1. PRESENTAZIONE DELL’AZIENDA ................................................................................ 4 2. PRODOTTI E PROCESSO PRODUTTIVO....................................................................... 8

3. IL CONTESTO DI RIFERIMENTO................................................................................ 11 3.1 INQUADRAMENTO TERRITORIALE .................................................................................... 11 3.2 INQUADRAMENTO URBANISTICO ..................................................................................... 13 3.3 INQUADRAMENTO CLIMATICO......................................................................................... 13 3.4 CALAMITÀ NATURALI ..................................................................................................... 15

4. IL SISTEMA DI GESTIONE AMBIENTALE.................................................................. 15

5. POLITICA PER L’AMBIENTE ........................................................................................ 18 6. GLI ASPETTI AMBIENTALI........................................................................................... 20

7. VALUTAZIONE DELLA SIGNIFICATIVITÀ................................................................ 22 7.1 UTILIZZO DI RISORSE ...................................................................................................... 24 7.2 PRODUZIONE DI SCARTI E RIFIUTI .................................................................................... 30 7.3 SCARICHI NEI CORPI IDRICI .............................................................................................. 32 7.4 UTILIZZO DI SOSTANZE CHIMICHE ................................................................................... 33 7.5 PRESENZA DI AMIANTO................................................................................................... 35 7.6 EMISSIONI IN ATMOSFERA............................................................................................... 36 7.6.1 EMISSIONI LOCALIZZATE ............................................................................................ 36 7.6.2 EMISSIONI ACCIDENTALI DIFFUSE................................................................................ 37 7.7 RISCHI DERIVANTI DA INCIDENTI..................................................................................... 38 7.8 INCENDIO....................................................................................................................... 38 7.9 PCB E PCT.................................................................................................................... 38 7.10 CAMPI ELETTROMAGNETICI ............................................................................................ 39 7.11 SUOLO E SOTTOSUOLO .................................................................................................... 39 7.12 EMISSIONI SONORE ......................................................................................................... 39 7.12.1 RUMORE INTERNO ..................................................................................................... 39 7.12.2 RUMORE ESTERNO ..................................................................................................... 39 7.13 VIBRAZIONI E POLVERI ................................................................................................... 40 7.14 ODORE........................................................................................................................... 40 7.15 IMPATTO VISIVO ............................................................................................................. 41 7.16 SOSTANZE LESIVE PER L’OZONO...................................................................................... 41 7.17 EFFETTI SULLA BIODIVERSITÀ ......................................................................................... 41 7.18 INCIDENTI AMBIENTALI E INFORTUNI............................................................................... 42 7.19 ASPETTI AMBIENTALI INDIRETTI...................................................................................... 43

8. ASPETTI AMBIENTALI SIGNIFICATIVI CRITICI INDIVIDUATI........................... 44 9. PROGRAMMA AMBIENTALE........................................................................................ 45

10. VALIDITÀ E FREQUENZA DELLA CONVALIDA DELLA DICHIARAZIONE AMBIENTALE .................................................................................................................. 46

11. RIEPILOGO AUTORIZZAZIONI.................................................................................... 46 PRINCIPALI NORMATIVE AMBIENTALI APPLICABILI................................................. 47 GLOSSARIO .............................................................................................................................. 50

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PREMESSA

Fare impresa oggi significa non solo creare ricchezza e benessere ma anche supportare

consapevolmente e responsabilmente gli obiettivi generali di sviluppo sociale ed economico in un

contesto di salvaguardia delle risorse ambientali locali e globali.

Il rispetto dell’ambiente è quindi divenuto parte integrante dei compiti aziendali, così come

l’ecoefficienza può essere annoverata tra i fattori chiave di successo per le organizzazioni rivolte al

futuro.

Migliorare le proprie prestazioni in termini ambientali significa non solo contribuire alla

realizzazione delle politiche ambientali ormai consolidate e definite a diversi livelli (internazionale,

europeo, nazionale e locale), ma anche costruire un nuovo rapporto di fiducia tra economia, le

istituzioni ed in generale delle altre parti interessate quali clienti, consumatori, associazioni di

diverso genere, dipendenti e collaboratori dell’impresa e cittadini in genere.

Anche per tali motivi la nostra azienda ha intrapreso, in un’ottica di gestione per la qualità e di

attenzione alle richieste del mercato, un percorso che ha portato all’ottenimento delle seguenti

certificazioni:

1. certificazione del proprio sistema di gestione per la qualità ai sensi della norma UNI EN ISO

9001:2000 (cert. N° 5678 del 21/11/2002 rilasciato da Certiquality)

2. certificazione secondo lo standard BRC (Britisch Retail Consortium) - higher level, (cert. N°

15477 del 02/05/2003 rilasciato da EFSIS);

3. certificazione del sistema di rintracciabilità della filiera (cert. N° P147 del 26/01/2004

rilasciato da Certiquality);

4. certificazione del sistema di gestione ambientale ai sensi della norma UNI EN ISO 14001,

(cert. N° 7306 del 25/02/2004 rilasciato da Certiquality, registrazione IQ NET IT-32972)

.

La presente dichiarazione ambientale è stata concepita con lo scopo di fornire al pubblico, ed a

tutti gli altri soggetti interessati, informazioni sugli impatti, sulle prestazioni ambientali e sul

continuo miglioramento relativo alle attività di lavorazione delle carni effettuate dalla nostra azienda

ai sensi di quanto previsto dal Regolamento (CE) n. 761/2001 relativo all’adesione volontaria delle

organizzazioni ad un sistema comunitario di ecogestione ed audit (EMAS); la nostra azienda si

impegna quindi a rispettarne gli elementi chiave costituiti da apertura, trasparenza e periodica

trasmissione delle informazioni in materia ambientale.

Per informazioni e per richiedere copia della presente dichiarazione ambientale potete

rivolgervi direttamente alla nostra sede all’indirizzo riportato in copertina.

Medesano, lì 24 febbraio 2004

Dott. Alessandro Utini

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1. Presentazione dell’azienda Fondata nel 1963 da Giacomo Furlotti e Camillo Utini, il nucleo originario della Furlotti era un

piccolo salumificio nel centro di Medesano.

Dopo 40 anni di attività la Furlotti può vantare una vasta gamma di salumi tipici tra cui spiccano

diversi tipi di coppe, pancette e prodotti cotti.

Variegate sono anche le zone di destinazione dei prodotti che coprono tutto il territorio

nazionale ed alcuni paesi esteri.

Lo stabilimento di produzione attuale risale al 1974, ed è stato completamente ristrutturato nel

1994 quando da un’organizzazione di carattere artigianale si è passati a quella di una piccola

industria.

Lo sviluppo dell’azienda negli ultimi anni, ha comportato un significativo adeguamento

tecnologico, teso al soddisfacimento delle normative di riferimento ed alle nuove richieste del

mercato.

Sotto il profilo dimensionale il sito occupa una superficie totale di 10.200 m2 in un unico lotto,

all’interno del quale si

trovano i due stabilimenti di

produzione ed il locale

destinato al magazzinaggio

degli imballaggi per una

superficie coperta totale di

circa 3.900 m2, nei quali si

realizzano i processi che

possono essere così

riassunti: sezionamento e

lavorazione carni suine;

stagionatura salumi;

affumicatura e cottura;

cubettatura, porzionatura e

confezionamento.

Le planimetrie del sito sono riportate nelle figure 7 a pagina 10 e nella figura a pagina 19; la

disponibilità degli immobili è la seguente:

– unità sita in Via Santi 1 (rif. stabilimento 1 planimetrie di pag. 10 e 19) in proprietà;

– unità sita in via Di Vittorio 10 (rif. Stabilimento 2 planimetrie di pag 10 e 19) in contratto

di locazione dalla società immobiliare “salumificio Valtaro srl” stipulato in data 10

maggio 2001 della durata di anni 6 con tacito rinnovo in mancanza di disdetta;

Fig. 1 – Ingresso stabilimento

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– unità sita in via Di Vittorio 10 (rif. Stabilimento 3/deposto imballaggi planimetrie di pag

10 e 19) in contratto di leasing con INTESA LEASING spa stipulato in data 29/05/2002

di durata di anni 8;

Le attività svolte sono classificate con il codice 15.1 della classificazione ATECO 2002

(produzione, lavorazione e conservazione di carne e di prodotti a base di carne), e con i codici

della classificazione NACE 15.10 (attività prevalente) “produzione, lavorazione e conservazione di

carne e prodotti a base di carne” e 51.32 (attività secondaria) “commercializzazione prodotti a

base di carne”.

Con un fatturato che nel 2002 ha superato i dieci milioni di euro, la nostra azienda si qualifica

come una importante realtà del proprio settore. Il fatturato del 2003 ha superato gli undici milioni di

euro realizzato per circa l’80% sul mercato nazionale; i clienti sono rappresentati principalmente

dalla distribuzione organizzata e in subordine da dettaglianti e grossisti.

Di seguito si riporta l’organigramma aziendale sino alle responsabilità di primo livello.

DirezioneAlessandro Ut ini

Resp. venditeErmes Furlotti

Resp. am minis trativoGiorgio Ricci

Resp. acquis to carniAless andro Utini

Res p. acquistiFranco Furlott i

CONSIGLIO D IAM MIN ISTR AZIONE

Resp. p roduzioneFranco Furlotti

Resp. Qu alitàNicola Furlotti

Uffic io Qualità/Resp. gestione amb ientaleSilvia Zanardi

Le principali responsabilità in materia ambientale sono di seguito riportate

Direzione DIR

Dà applicazione alle direttive del CDA e riferisce in merito alle prestazioni del sistema; eroga le risorse necessarie al mantenimento e miglioramento del sistema; approva tutta la documentazione del SGA; in qualità di legale rappresentante è il responsabile ultimo delle prestazioni dell’azienda

Fig. 2 – Organigramma

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Responsabile del sistema di gestione ambientale RSGA

Coordina tutte le attività relative al sistema di gestione ambientale; verifica la documentazione necessaria; provvede a dare esecuzione ai programmi di formazione ed agli audit ambientali; collabora con DIR nella stesura del programma ambientale; mantiene i rapporti con gli enti esterni secondo le direttive impartite da DIR; partecipa al riesame

Responsabile gestione per la qualità RQ

Collabora con RSGA nella integrazione dei sistemi di gestione e nella esecuzione delle attività comuni (formazione, audit, gestione documentazione)

Responsabile amministrativo RAM

Gestione amministrativa relativa ad adempimenti, autorizzazioni e dichiarazioni in materia ambientale ed urbanistica; archivia la documentazione relativa; raccoglie la documentazione e le comunicazioni provenienti dall’esterno sottoponendola ai diversi responsabili per gli aspetti di competenza

Responsabile vendite RVE

Sovrintende alla gestione impiantistica e provvede al corretto funzionamento del depuratore anche ricorrendo a personale esterno; collabora con RAD/RPR per le attività operative relative alla raccolta e gestione dei rifiuti prodotti; insieme a RAD/RPR impartisce le direttive e sorveglia le attività degli appaltatori che operano in azienda partecipa al riesame come membro della direzione. Sovrintende all’operato dell’addetto alla manutenzione

Responsabile acquisti diversi/ responsabile di produzione RAD/RPR

Tiene i rapporti con i fornitori e cura gli aspetti operativi connessi (es. resi vuoti e contenitori); insieme a RVE provvede alle attività operative relative alla raccolta e gestione dei rifiuti prodotti; insieme a RVE impartisce le direttive e sorveglia le attività degli appaltatori che operano in azienda; partecipa al riesame come membro della direzione

Gli addetti sono in totale 53, 40 dei quali hanno un rapporto di lavoro continuativo, 14

stagionale. L’orario di lavoro dello stabilimento è dalle 08.00 alle 12.00 e dalle 14.00 alle 18.00;

alcuni reparti (cubettatura) lavorano su 2 turni (06.00-13.30/13.30-21.00), 5 giorni alla settimana

per 52 settimane l’anno.

Nella seguente tabella sono riportate in forma riassuntiva alcune informazioni relative al sito

produttivo e alle sue attività.

Tab. 1 - Informazioni sul sito Superficie totale del sito m2 10.200

Superficie coperta m2 3.900

Dipendenti:

Amministratori N° 3

Impiegati N° 5

Operai N° 46

Lavorazioni effettuate: preparazioni a base di carne (sezionamento e lavorazione carni suine; stagionatura salumi; affumicatura e cottura; cubettatura, porzionatura e confezionamento).

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L’ultima modifica significativa all’interno del sito è avvenuta nel corso dell’anno 2003, con la realizzazione della cella per la conservazione degli scarti animali. Per quanto riguarda le infrastrutture destinate alla gestione di aspetti ambientali, si segnala la costruzione dell’impianto flottatore avvenuta nel 1999, ristrutturato nel 2003. L’attuale assetto non lascia intravedere possibilità di ampliamento se non derivanti dall’acquisizione di stabilimenti contermini.

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2. Prodotti e processo produttivo

I processi produttivi realizzati sono sinteticamente riassumibili nelle seguenti fasi:

• accettazione materia prima

• lavorazione (salature, tagli, affumicatura, etc)

• stagionatura (per i prodotti che la prevedono)

• confezionamento e spedizione

I prodotti realizzati si inquadrano nei prodotti della salumeria

tradizionale con lavorazione artigianale, affiancata senza

contrasto dalle innovazioni tecnologiche nell'ambito della

produzione che non hanno intaccato il valore della tradizione

artigiana. La qualità del prodotto dipende prima di tutto dalla

materia prima e dalla cura della lavorazione.

Siamo infatti convinti che sia possibile combinare un buon

salume con lavorazioni moderne e con sistemi distributivi

aggiornati. Abbiamo studiato confezioni adatte al libero servizio

come quelle sottovuoto per i trancetti o le vaschette in atmosfera

protettiva per i cubetti di pancetta, prosciutto crudo e prosciutto

cotto.

La varietà di gamma è un'altra delle nostre caratteristiche.

Abbiamo cominciato ad introdurre pancette alternative a quelle tradizionali

emiliane, quelle con la cotenna, il sale e il pepe. Ne facciamo con diversi tipi di

aromatizzazione, dal peperoncino per la Calabria, al pepe per la Sardegna o

con cannella e chiodi di garofano per il Triveneto, oltre alle pancette coppate

che sono il nostro prodotto di punta e ormai affermate in tutta Italia. La nostra

gamma si completa con le coppe di Parma, con alcuni salumi tipici che

commercializziamo e con prodotti da gastronomia come

lombo arrosto, porchetta, prosciutto cotto arrosto e coppa arrosto. Infine sta

avendo un buon riscontro il lombo stagionato, un salume pregiato molto adatto

per preparare piatti freddi, che va consumato condito con olio, limone e pepe.

Se proposta in confezioni adatte ai nuovi tipi di consumo, che evitino gli

sprechi facendo guadagnare tempo (come la pancetta a dadini per cucinare) e

che assicurano, come l'atmosfera protettiva, una perfetta igiene, la pancetta

sa prestarsi ottimamente a qualsiasi utilizzo nella cucina più esigente.

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Poiché i flussi di produzione di alcuni prodotti differiscono per una o più fasi caratteristiche, è

stato operato un raggruppamento merceologico sulla base appunto di criteri di similitudine del

processo produttivo; si sono quindi individuati i seguenti gruppi:

Gruppo A = prodotti salati e stagionati Gruppo B1 = prodotti salati e asciugati Gruppo B2 = prodotti salati e asciugati cubettati Gruppo C = prodotti assemblati Gruppo D = salati e stagionati come prosciutti Gruppo E = prodotti cotti arrosto Gruppo F = cubettati di prosciutto/speck Gruppo G = pancetta cotta Gruppo H = preparato per tigelle

I volumi di produzione degli ultimi anni sono riportati nella tabella che segue. Tab. 2 - Volumi di produzione in Kg

PRODOTTO Gruppo di

appartenenza 2001 2002 2003 Coppa "Parma" A 198.616 187.927 147.884 Coppa "Extra" in rete A 58.194 79.275 82.916 Lombo A 34.786 38.540 28.528 Pancetta normale c/c A 17.794 15.492 9.164 Pancetta normale "Gustosa" s/c (senza cotenna) A 69.818 80.227 74.772 Pancetta pressatella c/c (con cotenna) A 39.573 30.520 28.553 Pancetta pressatella s/c A 17.073 14.338 14.101 Pancetta magrella "Gustosa" A 23.531 17.424 10.674

TOTALE GRUPPO A 459.385 463.743 396.592 Pancetta tesa dolce B 1 74.795 55.548 58.782 Pancetta tesa affumicata B 1 77.951 53.045 69.228 Pancetta dolce o affumicata trancio s/v (sotto vuoto) B 1 5.896 24.529 34.370 Pancetta dolce o affumicata cubetti in atmosfera protettiva o s/v B 2 436.697 736.762 971.368

TOTALE GRUPPO B 595.339 869.884 1.133.748 Prosciutto crudo, cotto e speck cubetti F 6.521 6.321 5.431

TOTALE GRUPPO F 6.521 6.321 5.431 Pancetta salamata C 18.219 12.990 8.677 Pancetta coppata C 189.692 193.846 152.290

TOTALE GRUPPO C 207.911 206.836 160.967 Pancetta affumicata cotta G 25.319 14.222 11.192

TOTALE GRUPPO G 25.319 14.222 11.192 Porchetta e lombo arrosto E 79.288 55.765 44.055 Prosciutto cotto "alla brace" E 26.846 23.366 11.146

TOTALE GRUPPO E 106.134 79.131 55.201 Fesa di prosciutto "Fior di Fetta" D 41.742 36.136 32.595

TOTALE GRUPPO D 41.742 36.136 32.595 Preparato per tigelle in vasetto (lardo e pancetta) H 2.244 3.065 3.101

TOTALE GRUPPO H 2.244 3.065 3.101

Altro (commercializzati tal quale, vari, conto terzi) 197.899 203.982 177.202 TOTALE PRODOTTO IN KG 1.642.494 1.883.320 1.976.029

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A titolo di esempio si riportano i diagrammi di flusso relativi alla produzione dei prodotti del gruppo A, B2 e G. Sono stati scelti questi gruppi come riferimento considerando l’elevato volume di prodotti ad essi associato rispetto al totale e la capacità dei medesimi di rappresentare con sufficiente completezza il complesso delle attività di lavorazione svolte.

Gruppo A GruppoB2 Gruppo G

RICEVIMENTO MATERIE PRIME

PREPARAZIONE MISCELA DI INGREDIENTI E ADDITIVI

ZANGOLATURA

TRASFERIMENTO E SOSTA IN CELLA DA SALE

ARROTOLATURA

ASCIUGATURA

STAGIONATURA

INSACCO

ALLESTIMENTO ORDINI E SPEDIZIONE

TRASFERIMENTO E SOSTA IN CELLA

CONFEZIONAMENTO IN VUOTO/ETICHETTATURA/IMBALLO

SEZIONAMENTO IN TRANCI

RICEVIMENTO MATERIE PRIME

RICEVIMENTO MATERIE PRIME

PREPARAZIONE MISCELA DI INGREDIENTI E ADDITIVI

ZANGOLATURA

TRASFERIMENTO E SOSTA IN CELLA DA SALE

TRASFERIMENTO E SOSTA IN CELLA

SEZIONAMENTO IN CUBETTI

CONFEZIONAMENTO ED ETICHETTATURA A PESO FISSO

ASCIUGATURA/AFFUMICATURA

IMBALLO

CONTROLLO METAL DETECTOR PER CONFEZIONI IN ATP

CONTROLLO PESO PER CONFEZIONI IN ATP

CONFEZIONAMENTO ED ETICHETTATURA A PESO VARIABILE

TRASFERIMENTO E SOSTA IN CELLA

ALLESTIMENTO E SPEDIZIONE

RICEVIMENTO MATERIE PRIME

RICEVIMENTO MATERIE PRIME

PREPARAZIONE MISCELA DI INGREDIENTI E ADDITIVI

SIRINGATURA

RIFILATURA

AFFUMICATURA/COTTURA

TRASFERIMENTO E SOSTA IN CELLA

SEZIONAMENTO

ZANGOLATURA

CONFEZIONAMENTO ED IMBALLO

TRASFERIMENTO E SOSTA IN CELLA

ALLESTIMENTO E SPEDIZIONE

Fig. 3 – Diagrammi di flusso

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3. Il contesto di riferimento

3.1 Inquadramento territoriale

Furlotti ha la propria sede in Medesano (PR). Nelle mappe si riportano l’ubicazione geografica

nel contesto dell’Italia settentrionale e del comune rispetto al territorio provinciale; da quest’ultima

risulta la sua collocazione

a sud ovest di Parma nella

prima collina.

Il comune di

Medesano ha un territorio

di 88,8 Km2 posto lungo

la vallata del fiume Taro

nel suo tratto

pedecollinare.

Solo il 30% del

territorio è pianeggiante

mentre il rimanente è

classificato di alta collina.

La popolazione

Fig. 4 – Inquadramento geografico (nord Italia)

Fig. 5 – Inquadramento geografico (prov. PR)

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residente al 2001 è di poco più di 9.000 persone distribuite tra il capoluogo e 8 frazioni.

Il territorio del comune di Medesano ricade in due Unità di Paesaggio (UdP) di rango

provinciale come individuate dal vigente PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale) e

precisamente Alta Pianura di Fidenza e Collina Termale; la prima UdP, nella quale ricade la

porzione nord orientale è caratterizzata, nella zona di dominio delle conoidi alluvionali, da

pendenze medie ridotte (< 10%), con la tipica conformazione a “ventaglio” di esondazione.

Il Comune è interessato dal “Programma d’area Distretto Agroalimentare” e dal “programma

d’area “Parco della Salute”.

Il programma speciale d’area del Distretto Agroalimentare, riguarda i comuni dove si concentra

il 98% della produzione del prosciutto di Parma e altre produzioni salumiere di un certo rilievo; tali

comuni dovranno attivare,

anche attraverso specifici

accordi territoriali, forme di

concertazione delle politiche

urbanistiche relative

all’insediamento di nuovi

salumifici al fine di evitare la

dequalificazione produttiva delle

aziende esistenti e di attivare

politiche ambientali che portino

nel tempo alla certificazione

ambientale (EMAS) territoriale

(art 45 NTA del PTCP).

L’area dove sorge lo

stabilimento produttivo, si

colloca nella parte nord

occidentale del territorio del

comune di Medesano (PR) in

sinistra orografica del fiume

Taro dal quale dista circa 3 Km.

Il centro di Medesano dista circa

2 km in direzione sud ovest.

Nella carta a fianco riportata

si evidenzia come il sito si

colloca in un’area urbanizzata, Fig. 6 – Inquadramento topografico (uso reale del suolo)

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con ancora importanti porzioni di spazi aperti destinati all’agricoltura.

Gli edifici insistono su un lotto la cui

destinazione urbanistica secondo il PRG

vigente è “zona industriale di completamento”.

Si distinguono all’interno del lotto tre

edifici separati destinati rispettivamente alla

produzione e allo stoccaggio dei materiali di

confezionamento (vedi anche planimetria di

fig. 9 pag 19)

All’interno del lotto, che è completamente

recintato sui quattro lati, sono pure presenti le

abitazioni dei titolari.

3.2 Inquadramento urbanistico La classificazione come zona industriale di completamento consente, secondo la normativa di

piano, l’esecuzione di attività quali quelle svolte da Furlotti.

L’area, di cui Furlotti dispone in proprietà, affitto e leasing (vedi pag. 4), confina ad ovest e a

sud con la viabilità comunale di servizio, e sui due rimanenti lati con altri stabilimenti produttivi nei

quali trovano attualmente collocazione attività di lavorazione metalmeccanica e di carrozzeria.

Nel raggio di 100 metri dai confini aziendali non si rinvengono recettori sensibili quali scuole,

comunità o altro.

Nella medesima zona industriale di completamento sono dislocate anche alcune abitazioni

annesse o adiacenti agli opifici presenti.

La viabilità principale è costituita dalla SS 357 che dista circa 50 metri.

3.3 Inquadramento climatico

Il clima è inquadrato nell'ambito del clima padano di transizione, il quale si accosta al clima

continentale dell'Europa centrale per le forti escursioni termiche. La distribuzione delle piogge

invece ricorda quella tipica della regione mediterranea, con piogge primaverili e autunnali e una

siccità estiva.

Il clima del territorio provinciale può essere descritto come un clima temperato o di tipo “C”

secondo Koppen (temperatura media del mese più freddo compresa tra -3°C e +18°C); più in

particolare il territorio di pianura e collina risulta caratterizzato da un clima temperato

subcontinentale (temperatura media annua compresa tra 10°C e 14,4°C, temperatura media del

mese più freddo compresa tra -1°C e +3,9°C, da uno a tre mesi con temperatura media >20°C,

escursione annua superiore a 19°C), mentre il territorio di montagna è caratterizzato da un clima

Fig. 7 – Inquadramento lotto

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temperato fresco (temperatura media annua compresa tra 6°C e 10°C, temperatura media del

mese più freddo compresa tra 0°C e +3°C, media mese più caldo tra 15 e 20°C, escursione annua

tra 18 e 20°C). I fattori geografici che contribuiscono maggiormente a determinare le caratteristiche

termiche del clima del territorio parmense sono essenzialmente due: la sua collocazione nel cuore

della Val Padana occidentale (lontano dalle masse d’acqua mediterranee) che determina

soprattutto il carattere di continentalità; e la presenza del rilievo appenninico il quale, come confine

meridionale della Val Padana contribuisce a fornire alla collina le caratteristiche climatiche di

“versante”, mentre come spartiacque con il versante ligure fa giungere alla fascia più alta della

montagna parmense l’influenza del clima sublitoraneo e temperato caldo della Liguria.

Sotto il profilo pluviometrico, il clima del territorio è caratterizzato dal tipico regime

“sublitoraneo” appenninico o padano che presenta due valori massimi delle precipitazioni mensili,

in primavera e in autunno, e due valori minimi in inverno e in estate; di questi il massimo autunnale

e il minimo estivo sono più accentuati degli altri due. L’altezza totale annua delle precipitazioni è

pari a circa 750-900 mm nella fascia della pianura, mentre sale a 1000-1500 mm nella fascia della

media collina, subendo un incremento mediamente proporzionale all’aumento di altitudine; a

partire da questa fascia (intorno ai 400-600 m di quota), l’altezza delle precipitazioni subisce a

parità di quota un incremento latitudinale, e cioè dipendente dalla prossimità dello spartiacque

ligure.

La figura seguente mostra la precipitazione cumulata annuale media nell’Italia settentrionale

riferita al periodo 1960/1999 (dati in mm/anno; fonte ARPA Emilia Romagna).

Fig. 8 – Precipitazioni nord Italia

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I venti, la cui prevalenza geografica è da ovest-sud ovest, sono nettamente caratterizzati dal

regime di brezze di monte-valle ovvero con direzione da valle a monte nelle ore mattutine e quindi

con direzione inversa nelle ore serali. Tale regime di brezze favorisce un costante ricambio delle

masse di aria locali impedendo i vistosi fenomeni di ristagno che caratterizzano i territori di pianura

della vicina pianura.

3.4 Calamità naturali

Il comune di Medesano è classificato “ad elevato rischio sismico” e proposto “ad elevato rischio

di crisi ambientale” (Artt. 12, 21, 22, 23, 37 delle Norme Tecniche di Attuazione del PTCP vigente).

A livello comunale sono stati rilevati un “ambito di studio” relativo al rischio idraulico (S.

Andrea) ed una “area di ricarica delle falde acquifere” (Medesano-S.Andrea-fiume Taro).

Per quanto riguarda la collocazione di Furlotti rispetto a tali situazioni, con esclusione del

rischio sismico che evidentemente riguarda tutto il territorio, non risulta alcuna interazione.

Per quanto riguarda il rischio di inondazioni, si hanno notizie storiche circa eventi successi tra

la fine dell’ottocento e l’inizio del novecento in conseguenza di esondazioni del torrente Dordone; a

seguito della realizzazione di opere idrauliche su tale corso d’acqua, non si sono più registrati

eventi calamitosi connessi; l’azienda è comunque collocata in una zona dove non si hanno notizie

storiche di esondazioni.

4. Il sistema di gestione ambientale

L’applicazione e il miglioramento continuo del SGA (sistema di gestione ambientale),

progettato per rispondere ai requisiti della normativa di riferimento (UNI EN ISO 14001 ed EMAS)

e per mettere in atto, conseguire, riesaminare e mantenere attiva la politica aziendale per

l’ambiente, risultano caratterizzati dalle seguenti attività:

- conduzione della analisi ambientale iniziale e successive riesecuzioni (totali o

parziali) a seguito di modifiche di attività, processi o servizi; in ogni caso, con

cadenza annuale, viene effettuato e documentato un riesame dell’analisi

ambientale al fine di valutare la validità del SGA ovvero la necessità di

aggiornare le attività previste;

- definizione della politica per l’ambiente;

- definizione e formalizzazione da parte della direzione aziendale di una struttura

organizzativa che individui le risorse e le responsabilità di pianificazione,

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esecuzione e verifica delle attività svolte al fine della salvaguardia

dell’ambiente interessato dalle attività produttive di Furlotti . A tale proposito la

Furlotti ha individuato nella direzione il proprio rappresentante per il SGA, con

compiti di supervisione, che si avvale della collaborazione operativa di un

responsabile del sistema di gestione ambientale (RSGA) oltre che del

responsabile qualità (RGQ);

- definizione di un programma ambientale con lo scopo di migliorare le

prestazioni ambientali aziendali;

- definizione di un piano dei controlli ambientali per monitorare le performance

aziendali relativamente ai fattori ambientali significativi e tenere sotto controllo

gli altri aspetti ambientali potenzialmente critici o il cui monitoraggio

rappresenta un requisito legislativo per l’azienda;

- individuazione e addestramento di personale preposto alla gestione delle

emergenze ambientali, definizione di procedure e piani di emergenza e

risposta, in caso di allarme ambientale;

- definizione delle responsabilità e modalità operative per la gestione delle

diverse tipologie di rifiuti prodotti;

- predisposizione di una procedura per la gestione delle comunicazioni con le

parti interessate interne (direzione, responsabili di funzione e personale) ed

esterne all’azienda (enti pubblici, associazioni, comitati, clienti, singoli cittadini,

etc.) relativamente alle tematiche ambientali;

- individuazione e gestione di indicatori di prestazioni ambientali.

Oltre alle attività suddette, di valenza specificatamente ambientale, la corretta applicazione del

SGA di Furlotti prevede una serie di attività finalizzate alla prevenzione dell’inquinamento e al

raggiungimento degli obiettivi e traguardi ambientali programmati, che si integrano ad aspetti già

pianificati e formalizzati nel sistema di gestione per la qualità adottato da Furlotti, certificato in

conformità alla UNI EN ISO 9001:2000. Il SGA rappresenta pertanto parte integrante del sistema

di gestione aziendale per la qualità e ambiente, comprendente anche i requisiti di autocontrollo

igienico-sanitario e di sicurezza sul lavoro.

Tali attività vengono di seguito elencate:

- gestione controllata della documentazione del SGA e delle registrazioni ed

informazioni relative alle tematiche ambientali, con particolare riferimento a

quelle necessarie per il controllo operativo del SGA; tale gestione avviene sulla

base di regole descritte in apposita procedura;

- gestione delle normative e della legislazione di riferimento del SGA e

definizione della modalità per identificare e accedere alle prescrizioni legali e di

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altro tipo sottoscritte dall’organizzazione e che riguardano gli aspetti ambientali

interessati dalle proprie attività;

- addestramento, formazione e sensibilizzazione del personale il cui lavoro possa

provocare un impatto significativo sull’ambiente. A tale scopo RSGA organizza

corsi, sessioni addestrative, momenti informativi destinati al personale

aziendale coinvolto nelle attività di controllo operativo del SGA, nelle attività di

manutenzione e taratura degli impianti e apparecchiature di misura, nelle attività

di gestione delle emergenze e pronto intervento e in qualsiasi attività aziendale

con potenziale impatto sull’ambiente (pulizie e sanificazioni, smaltimento scarti

e rifiuti, etc.);

- valutazione dei fornitori di materiali e servizi, secondo le modalità riportate in

una procedura dedicata, anche in funzione delle loro prestazioni ambientali;

informazione degli stessi circa i requisiti del SGA, in particolare agli appaltatori

che svolgono attività presso o per conto di Furlotti, con potenziale impatto

negativo sull’ambiente: trasportatori, smaltitori di rifiuti, ditte di pulizia e

sanificazione, imprese edili, manutentori vari, etc.. A tale proposito RGQ, in

collaborazione con RSGA e il responsabile degli approvvigionamenti

interessato, individua i fornitori a cui inviare un questionario sugli aspetti

ambientali, utilizzato sia per la raccolta di informazioni preliminari, sia come

metodo di valutazione. Inoltre i fornitori con attività critica sull’ambiente che

operano in o per conto di Furlotti, sono tenuti a sottoscrivere un apposito

disciplinare di comportamento ambientale per fornitori, che definisce le regole e

le precauzioni che devono essere adottate nel corso degli interventi effettuati

dai fornitori di servizio, al fine di salvaguardare l'ambiente circostante;

- gestione delle manutenzioni di impianti e macchinari e delle tarature dei

dispositivi di monitoraggio e misura, compresi gli impianti e le apparecchiature il

cui utilizzo è legato alle problematiche ambientali (perché possibile fonte di

inquinamento o perché impiegato a fini di controllo o per attività per la

prevenzione dell’inquinamento);

- gestione delle non conformità di natura ambientale (comprese le emergenze

ambientali) e delle relative azioni correttive e/o azioni preventive, secondo

regole predefinite;

- gestione degli audit ambientali;

- riesame del SGA, come parte del riesame della direzione, effettuato con

cadenza almeno annuale.

In sintesi la documentazione impiegata per il sistema di gestione ambientale comprende:

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- Il manuale (documento generale, comprendente la politica ambientale, che descrive il sistema nel suo complesso)

- Le procedure (documenti nei quali sono descritte le modalità e le responsabilità di esecuzione delle attività/processi aziendali)

- Le specifiche (documenti che dettagliano requisiti e/o modalità di esecuzione di singole attività)

- Il rapporto di analisi ambientale iniziale (studio iniziale sulla situazione e prestazioni ambientali dell’azienda)

Sono inoltre impiegati una serie documenti di registrazione, previsti dalle singole procedure, i

cui dati permettono di tenere sotto controllo le attività, dare evidenza dei risultati raggiunti e quindi

pianificare i risultati futuri.

5. Politica per l’ambiente Nell’ambito di una visione che prevede il posizionamento aziendale di primo piano rispetto al

settore di appartenenza, Furlotti ha inteso, dopo aver introdotto un sistema di gestione per la

qualità, misurare e quindi migliorare le proprie prestazioni ambientali introducendo un sistema di

gestione per l’ambiente ed aderendo al “sistema comunitario di ecogestione ed audit” previsto

dalla normativa comunitaria vigente.

In tale ottica è stata formalizzata la politica per l’ambiente di seguito riportata.

La direzione della FURLOTTI & C. s.r.l., considerando le tematiche riguardanti la salvaguardia

dell’Ambiente come strategiche, persegue l’obiettivo di mantenere un controllo ambientale che

vada oltre il rispetto delle normative vigenti, con l’intento di garantire la salvaguardia sia

dell’ambiente interno all’azienda che dell’ambiente circostante, prevenendone l’inquinamento. Ciò

deriva dalla consapevolezza che qualsiasi attività deve essere sostenibile e compatibile con

l’Ambiente in cui è inserita, in modo tale da creare equilibrio e opportunità tra la proprietà, i

collaboratori e gli abitanti della zona e tendere ad un miglioramento delle prestazioni ambientali,

mantenendo un giusto equilibrio tra responsabilità sociale, ambientale e economica.

Per questi motivi FURLOTTI & C. s.r.l., ha deciso, proseguendo il cammino che ha portato

alla Certificazione UNI EN ISO 9001:2001, di sviluppare un Sistema di Gestione Ambientale

(SGA) conforme alla norma UNI EN ISO 14001:1996 e al Reg. (CE) 761/2001 (EMAS).

Per il raggiungimento di questi risultati, la direzione aziendale si impegna a seguire e

sostenere i seguenti indirizzi:

• garantire la costante conformità alle leggi e regolamenti vigenti in materia ambientale nonché

agli eventuali impegni liberamente assunti in campo ambientale;

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19

• tenere sotto controllo tutte le attività impattanti sull’ambiente, in termini di emissioni, scarichi,

produzione di rifiuti, uso delle risorse, impatti sull’ecosistema ed ogni altro effetto sulle

componenti dell’ambiente interno ed esterno all’azienda;

• diminuire l’impatto ambientale negativo delle proprie attività e ottimizzare l’uso delle risorse;

• pianificare i progetti per il raggiungimento dei propri obiettivi di miglioramento ed innovazione

per la Qualità dell’Ambiente;

• esprimere in modo quantitativo gli obiettivi e traguardi ambientali, valutando costantemente

l’avanzamento delle attività e verificandone il grado di raggiungimento;

• destinare risorse adeguate e qualificate per il raggiungimento degli obiettivi e traguardi

pianificati;

• adeguare, per quanto possibile, i propri impianti e processi alle più sicure, moderne ed efficaci

tecnologie per migliorare l’impatto delle attività aziendali sull’ambiente;

• riesaminare periodicamente il SGA e i relativi progetti di miglioramento, obiettivi e traguardi;

• informare e sensibilizzare i collaboratori in merito agli effetti ambientali connessi alle attività

svolte;

• supportare con una adeguata informazione i propri fornitori in merito all’impatto ambientale

che i prodotti, servizi e materiali da essi forniti possono arrecare;

• coinvolgere le parti interessate (rappresentanze della comunità locale, organizzazioni

ambientali, amministrazione locale, ecc.) nelle attività di comunicazione, definite di volta in

volta da FURLOTTI & C. s.r.l., ai fini della conoscenza del proprio Sistema di Gestione

Ambientale all’esterno e rendersi disponibili a suggerimenti ecosostenibili.

La Direzione FURLOTTI & C. s.r.l., ha nominato come responsabile del SGA la Dott.sa Silvia

Zanardi, al quale sono state fornite tutte le risorse necessarie per assicurare che sia applicato,

mantenuto nel tempo e migliorato il Sistema di Gestione Ambientale.

La Direzione FURLOTTI & C. s.r.l., riesaminerà periodicamente il SGA al fine di garantire il

continuo e corretto adeguamento agli obiettivi aziendali a alle esigenze ed aspettative dei propri

Clienti.

Medesano (PR), lì 26/09/2003

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6. Gli aspetti ambientali

Le attività

svolte nel sito, di

cui si riporta a

lato una

planimetria

generale, i

materiali

impiegati, i rifiuti

prodotti e le

risorse impiegate

sono

schematizzate

nella sottostante

figura 10.

La nostra azienda ha eseguito, nel periodo settembre 2003 gennaio 2004, un’analisi

ambientale per valutare e quantificare, là dove possibile, gli aspetti ambientali connessi alle proprie

attività. Nei paragrafi seguenti sono quindi riportati i principali esiti di tale analisi.

Fig. 9 – Planimetria generale

Fig. 10 – Schema generale attività

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L’analisi delle attività effettuate correlata con gli effetti ambientali ha dato origine alla seguente

tabella.

Tab. 3 - Correlazione tra le attività svolte e le risorse consumate/impatti ambientali associati Consumo risorse

RIF

.Gru

ppi d

i pr

odot

to d

i tab

ella

2

Fase/attività

C

H4

Ene

r. E

l. H

2O

Gas

olio

Impo

ver.

ozon

o

Odo

re

Traf

fico

in

dotto

H2O

S

caric

o

Em

issi

oni i

n at

mos

fera

Sca

rti e

Rifi

uti

Con

tam

in.

Suo

lo e

S

otto

suol

o

Rum

ore

Sos

tanz

e pe

ricol

ose

TUTTI Ricevimento MP (SL) X X X X X X TUTTI Preparazione miscela ingredienti e additivi X X F B2 Trasferimento e sosta cella congelazione X

ABCG Zangolatura X X ABCD Trasferimento e sosta celle sale X

A Insacco X ACE Arrotolatura/legatura X AD asciugatura X X

ACD stagionatura X X AB1C

D Sezionamento in tranci (sottovuoto) X X

AB1 Confezionamento in vuoto etichettatura e imballo X X X TUTTI Trasferimento e sosta in cella TUTTI Allestimento ordini e spedizione X

B Asciugatura/affumicatura X X B1D Trasferimento e sosta in cella di riposo X B1C Sezionamento in tranci X X B2F Sezionamento in cubetti X X B2F Confezionamento ed etichettatura a peso fisso/variabile X X X B2F Controllo peso confezioni in ATP X B2F Controllo MD confezioni in ATP X

B2FE Confezionamento/imballo X X X C Impastatura con zangola X X C Unione semi lavorati C Confezionamento sottovuoto X X X

DG Toelettura/rifilatura X D salatura X D dissaltura X D lavaggio X X X D sugnatura

EG siringatura X X X E cottura X X

EG sezionamento G Affumicatura e cottura X X - Condizionamento locali X X X X - Attività uffici X X X - Servizi igienici X X - Stoccaggio e rimessaggio X - Gestione manutenzioni X X - Movimentazione interna X X - Gestione depuratore X X X X - Pulizia e sanificazione reparti e attrezzature X X X X - Gestione cella scarti lavorazione CAT 3 X X Trasporti e consegne X X X X

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Valutazione della SIGNIFICATIVITA'

Considerazione di tutti gli aspetti ambientali (diretti e indiretti)

1 individuazione di tutti gli aspetti ambientali

2 definizione dei criteri di significatività da parte dell'organizzazione tenendo conto delle norme comunitarie

3 individuazione degli aspetti ambientali significativi sulla base dei criteri di significatività di cui alla fase 2

Attravesro l'analisi dei seguenti aspetti

- potenziale danno ambiente- fragilità dell'ambiente- dimensione e frequenza aspetti- importanza per parti interessate e dipendenti- legislazione di riferimento

si effettua la ....

ASPETTO AMBIENTALESIGNIFICATIVO

ASPETTO AMBIENTAL ENON SIGN IF IC ATIVO

SI NO

RiesameRiesame

7. Valutazione della significatività

La significatività degli aspetti ambientali sia diretti che indiretti, e dei relativi fattori, è stata definita sulla base dello schema logico generale riportato in figura. In particolare si è provveduto, per ciascun aspetto ambientale, a pesarne la significatività sulla base della correlazione tra gli effetti prodotti (nei confronti della salute, dell’ambiente e della percezione sociale dell’effetto) e lo stato gestionale in essere (tecnologia disponibile, capacità professionale, e risorse impiegate). Tali parametri sono stati definiti dal gruppo di lavoro sia sulla base di quanto riportato in letteratura, sia sulla base della propria esperienza e sensibilità.

La significatività è stata determinata tenendo conto per ciascun fattore degli EFFETTI AMBIENTALI ASSOLUTI e dello STATO GESTIONALE attuale; dal confronto tra le due entità scaturisce la significatività ed anche il grado di criticità di ciascun fattore considerato.

L’applicazione del metodo ha consentito quindi la costruzione di una “tabella di significatività”, le cui informazioni costituiscono il risultato operativo dell’attività di analisi ambientale.

In pratica a per ciascun aspetto ambientale considerato, è stato associato un valore che può assumere segno positivo o negativo attribuendo allo zero la soglia di significatività.

Oltre a determinare la significatività (superamento della soglia numerica individuata) il valore ottenuto fornisce al gruppo di lavoro, e quindi alla direzione, una chiave per individuare le priorità di intervento.

Di seguito sono identificate le classi di priorità o rilevanza individuate:

Fig. 10 – Schema significatività

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PRIORITA’ VALORE TOTALE DESCRIZIONE

BASSA > - 10 Fattore significativo, ma non critico, quindi da sottoporre a controllo operativo, ma che non necessita di particolari gestioni oltre a quelle previste dalla legislazione di riferimento o dalle attività di controllo abituali e consolidate dell’azienda.

MEDIA Compreso

tra – 10 e - 30

Fattore significativo e critico, quindi da sottoporre a controllo operativo, che richiede anche la definizione di un progetto di miglioramento non prioritario, con completamento a medio termine.

ELEVATA < - 30 Fattore significativo, critico e prioritario quindi da sottoporre a controllo operativo, che richiede anche un progetto di miglioramento prioritario, da portare a conclusione entro breve termine.

Ovviamente gli obiettivi di miglioramento ed i programmi ambientali vengono definiti in relazione alla priorità rilevata.

Per facilitare l’applicazione del metodo, si è provveduto a creare, partendo dalla tabella di correlazione tra le fasi dei processi e gli aspetti ambientali, un foglio elettronico (matrice di significatività) nel quale sono state impostate le formule per il calcolo dei risultati; introducendo i valori assegnati a ciascuna cella, il sistema restituisce un valore di criticità immediatamente interpretabile.

Il sistema è stato validato, in fase di esecuzione dell’analisi ambientale, mediante immissione di valori che portavano a risultati noti e ripetizioni in cieco da parte dei componenti del gruppo di lavoro.

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7.1 Utilizzo di risorse

Per lo svolgimento delle attività descritte Furlotti utilizza le risorse di cui alla tabella seguente.

Analogamente a quanto riportato per le produzioni, sono stati analizzati i dati relativi agli anni

2001, 2002 e 2003.

Tab. 4 - Utilizzo di risorse

Risorsa um 2001 2002 2003

Energia elettrica Kwh 1.525.632 1.749.272 2.058.352

Acqua di acquedotto m3 5.446 7.586 8.490

Metano m3 142.989 142.168 146.046

Gasolio per autotrazione Lt 20.730 23.294 24.400

L’energia elettrica utilizzata come forza motrice per gran parte degli impianti e attrezzature

aziendali, è fornita da due operatori: AMPS energie ed ENEL distribuzione.

Il metano, utilizzato per il funzionamento dei generatori di calore (vedi tabella 13), è distribuito

dalla società GAS PLUS spa tramite rete locale.

Il gasolio impiegato per gli automezzi aziendali (1 camion refrigerato mod Scania cv P94 da

16.500 kg , 1 furgone refrigerato Mod. Fiat Ducato 290 RJ di portata complessiva 3.500 kg, 1

autovettura mod. BMW 525) è approvvigionato esternamente principalmente presso distributori

locali; non sono presenti in azienda dispositivi per lo stoccaggio e/o distribuzione del gasolio.

Nelle pagine seguenti sono riportati i dati dei consumi, sia assoluti che in relazione alle

produzioni realizzate, in forma grafica.

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25

consumo di acqua di acquedotto

5.446

7.586

8.490

0

1.000

2.000

3.000

4.000

5.000

6.000

7.000

8.000

9.000

2001 2002 2003

anni

m3

di a

cqua

consumo di energia elettrica

381,408437,318

514,588

0

100

200

300

400

500

600

2001 2002 2003

anni

kwh

consumo di gasolio per autotrazione

20.730

23.294

24.400

18.000

19.000

20.000

21.000

22.000

23.000

24.000

25.000

2001 2002 2003

anni

litri

di g

asol

io

consumo di metano

117,251

116,578

119,76

114

115

116

117

118

119

120

2001 2002 2003

anni

m3

di m

etan

o

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26

consumo di energia elettrica per kg di carne prodotta

0,9289 0,9288

1,0417

0,8600

0,8800

0,9000

0,9200

0,9400

0,9600

0,9800

1,0000

1,0200

1,0400

1,0600

2001 2002 2003

anni

Kw

h/kg

consumo di acqua per kg di carne prodotta

0,00332

0,004030,00430

0,00000

0,00050

0,00100

0,00150

0,00200

0,00250

0,00300

0,00350

0,00400

0,00450

0,00500

2001 2002 2003

anni

m3/

kg

consumo di gasolio per kg di carne prodotta

0,0126

0,01240,0123

0,0122

0,0123

0,0123

0,0124

0,0124

0,0125

0,0125

0,0126

0,0126

0,0127

2001 2002 2003

anni

lt/kg

consumo di metano per kg di carne prodotta

0,0871

0,07550,0739

0,0650

0,0700

0,0750

0,0800

0,0850

0,0900

2001 2002 2003

anni

m3/

kg

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27

Volendo raffrontare i dati energetici secondo la metodologia prevista dalla circ. Min. Ind. N.

219/F del 02 marzo 1992 si ottengono i seguenti valori espressi in TEP (tonnellata equivalenti di

petrolio) ricordando che:

1 MWh di en. el. = 0,25 TEP

1000 Nm3 di CH4 = 0,82 TEP

1 Ton di gasolio = 1,08 TEP Tab. 4/bis – Consumi energetici in TEP

Risorsa um 2001 2002 2003

Energia elettrica TEP 381,408 437,318 514,588

Metano TEP 117,251 116,578 119,760

Gasolio autotrazione TEP 22,388 25,157 26,352

TOTALE TEP 521,047 579,053 660,700

consumi energetici nel tempo

381,408

117,251

22,388

521,047

437,318

116,578

25,157

579,053

514,588

119,76

26,352

660,7

0 100 200 300 400 500 600 700

Energia elettrica

Metano

Gasolio autotrazione

TOTALE

risor

sa

quantitativi in TEP

200320022001

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La lettura dei dati e dei grafici sopra riportati mette in evidenza quanto segue:

CONSUMI ASSOLUTI:

a. i consumi energetici totali assoluti sono aumentati nell’ultimo triennio

b. lo stesso andamento si riscontra anche per i consumi assoluti delle singole risorse energetiche e per il consumo di acqua di acquedotto

CONSUMI RELATIVI

i consumi relativi (correlati cioè ai quantitativi di prodotto finito realizzati) mostrano il seguente andamento:

a. crescita nell’ultimo triennio per i consumi di energia elettrica e di acqua di acquedotto

b. diminuzione, nello stesso arco temporale, per i consumi di gasolio e di metano

Come evidenziato, la crescita nel consumo totale di risorse energetiche è imputabile alla risorsa energia elettrica, in quanto i quantitativi consumati di metano e gasolio sono pressoché costanti sul periodo considerato. Tale incremento (lineare nel corso del triennio sia in termini assoluti che relativi) è essenzialmente dovuto alla condizione climatica del periodo di riferimento: gli anni 2002 e 2003 sono stati caratterizzati da periodi estivi con temperature superiori rispetto alla media degli ultimi anni e ciò ha comportato un incremento del consumo di energia elettrica per gli impianti di raffreddamento delle celle frigorifere (questa situazione è stata particolarmente accentuata nel 2003 e infatti in tale anno si è registrato l’incremento più rilevante nel consumo relativo di energia elettrica). Al fine di ridurre il consumo energetico per quantità di prodotto è stato previsto uno specifico intervento all’interno del programma di miglioramento ambientale.

L’utilizzo di energia elettrica pur non risultando un fattore ambientale significativo, è tuttavia oggetto delle seguenti azioni che costituiscono progetti di miglioramento ambientale:

consumi comparati delle diverse risorse per kg di carne prodotta

0

0,0001

0,0002

0,0003

0,0004

risorse

TEP/

kg

2001 0,000232213 7,1386E-05 1,36305E-05 0,000317229

2002 0,000232206 6,19003E-05 1,33578E-05 0,000307464

2003 0,000260415 6,06064E-05 1,33358E-05 0,000334357

Energia elettrica Metano Gasolio autotrazione TOTALE

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- Realizzazione di una nuova cabina elettrica

- Studio di fattibilità per la sostituzione dei metodi cottura/affumicatura

In merito del consumo di acqua di acquedotto, che presenta una crescita pressoché lineare sia in termini assoluti che relativi, questa è imputabile all’aumentata intensità delle pratiche igieniche (maggiore frequenza dei lavaggi di locali e attrezzature dovuta all’aumento dei volumi di lavoro). A tal proposito nel programma ambientale di miglioramento è presentato un progetto che si pone l’obiettivo specifico di razionalizzare il consumo di tale risorsa.

Una razionalizzazione del consumo delle risorse energetiche gasolio e metano è invece già stata effettuata tramite miglioramento della gestione della climatizzazione interna (maggiore attenzione alla apertura/chiusura delle porte, miglioramento della coibentazione) e l’ottimizzazione dei carichi in spedizione degli automezzi (partenze con pieni carichi), come evidenziato dalla diminuzione dei consumi relativi di tali risorse.

All’interno del sito è anche presente un pozzo di circa 30 metri di profondità e del diametro di 140 cm, scavato nel 1974 ed inutilizzato dal 1985. Nel 2001 il pozzo è stato reincamiciato e dotato di una pompa sommersa da 7,5 Kw.

Solo recentemente le acque emunte sono utilizzate per il funzionamento del depuratore aziendale (impianto flottatore) conformemente a quanto denunciato alla regione Emilia Romagna (vedi autorizzazione par. 12); non sono al momento disponibili dati quantitativi.

Per quanto riguarda le MP impiegate, queste sono costituite esclusivamente da carne suina i cui quantitativi sono proporzionali ai volumi di produzione, aumentati in ragione del potenziamento degli impianti conseguente all’aumento degli ordinativi, e per il triennio considerato sono i seguenti:

Tab. 5 - Utilizzo di MP (carne) in Kg

2001 2002 2003

1.718.753 2.166.112 2.160.916

L’analisi dei medesimi non ne ha identificato la significatività come aspetto ambientale. Occorre anche precisare che le carni impiegate provengono da fornitori che fanno parte di una filiera controllata di cui lo stesso Furlotti fa parte, che parte dagli allevamenti per arrivare sino alla commercializzazione dei prodotti di salumeria.

Per quanto riguarda la rimanente ingredientistica si è qui solo evidenziato l’impiego di sale i cui dati, desunti dalle quantità acquistate sono i seguenti:

Tab. 6 - Utilizzo di sale in Kg

2001 2002 2003

67.500 68.583 80.175

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Da ultimo si segnala come, per i processi di affumicatura, siano utilizzati circa 700 kg di segatura di legno all’anno.

7.2 Produzione di scarti e rifiuti

Dall’analisi dei processi realizzati da Furlotti sono state individuate le seguenti tipologie di rifiuti e scarti prodotti:

1. scarti materiale reparto confezionamento (PVC)

2. carta e cartoni da attività uffici e materiale imballaggio

3. legno da eventuali rotture pallets

4. contenitori sostanze detergenti per pulizia e sanificazione reparti e attrezzature

5. olio esausto da attività manutenzione

6. scarti materiali vari reparto confezionamento ed etichettatura (nastro pigmentato, inchiostro, solvente, etc)

7. fanghi da depuratore

8. scarti origine animale da fasi di lavorazione carne (CAT 3 ai sdensi del REG CE 1774/2002)

Imballaggi in plastica (cod. CER 150102; destinazione recupero)

Si tratta degli scarti derivanti dall’attività di confezionamento dei prodotti cubettati e sono rappresentati da contenitori in PVC trasparente accoppiato con film in PET sul quale sono stampate le caratteristiche del prodotto. Tali scarti vengono raccolti separatamente, segregati in sacchi, quindi pressati e conferiti alla ditta Inerti Cavozza srl che provvede sia al trasporto (aut. N° 105 del 22/12/99) che al recupero (BO/1158/S del 01/08/01).

Lo stoccaggio è effettuato all’interno di un cassone scarrabile collocato presso l’impianto flottatore ed opportunamente identificato.

Fanno parte della medesima categoria i contenitori di detergenti che sono stoccati in apposita area e riconsegnati ai fornitori.

I quantitativi smaltiti nel 2003 sono di 5.600 Kg; negli anni precedenti non sono disponibili dati quantitativi in quanto la stessa tipologia veniva conferiti direttamente presso il punto di raccolta gestito dal comune di Medesano in località Fellegara.

Carta e cartoni (destinazione recupero)

Gli scarti di carta e cartone derivanti dalle attività di ufficio e di imballaggio dei prodotti, sono raccolti separatamente, presso cassoni dedicati collocati in adiacenza al reparto spedizione, e quindi conferiti al servizio di raccolta per le attività produttive organizzato dal comune in quanto risultano assimilabili agli urbani in termini di qualità e quantità; le modalità di ritiro non prevedono la quantificazione secondo quanto dichiarato dal comune medesimo (lettera del 23/12/2000 prot. n. 19869 e lettera del 14/11/2003 prot. n. 15498).

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Legno

Anche gli scarti di legno, derivanti da eventuali rotture di pedane, sono raccolti separatamente e destinati al consumo per combustione domestica. Non sono disponibili dati quantitativi ma si è evidenziata una produzione assai limitata e piuttosto casuale.

Olio esausto (cod CER 130205; destinazione recupero)

L’olio esausto derivante dalle manutenzioni effettuate su impianti e macchinari, viene stoccato in fusti contenuti in vasca di contenimento, e quindi conferiti alla ditta MONTIECO srl di Anzola Emilia (BO) autorizzata sia al trasporto (N° 1742/0/S del 11/07/02 prov di Bologna) che allo smaltimento (0172789 del 24/10/02). Nel 2003 sono stati smaltiti 250 Kg di olio; per gli anni precedenti non sono disponibili dati quantitativi poiché l’olio esausto veniva consegnato ad una locale officina che ne curava l’invio al recupero.

Scarti materiali vari

Vengono conferiti al servizio comunale di raccolta dei RSU.

Fanghi dal trattamento sul posto di effluenti (Cod. CER 020204)

I fanghi effluenti dal depuratore sono stoccati in un silo della capacità di 10 ton e, quindi, ritirati dalla ditta Carloni Silvio (aut. Reg. BO 1577/0 del 30/04/02) per il successivo trasferimento all’AGAC a Reggio Emilia (aut. Prov. RE 43664.99 del 23/10 /99) ovvero alla ditta Furia s.r.l. di Caorso (PC - autoriz./albo 2164 del 28/12/01). Le quantità prodotte sono riportate in tabella.

Tab. 6 - quantità di fanghi prodotte (dati in Kg)

2001 2002 2003

Fanghi dal depuratore (fanghi dal trattamento sul posto di affluenti) 113.300 72.860 81.920

Scarti di origine animale

Per quanto riguarda gli scarti di origine animale prodotti, gli stessi sono gestiti secondo le modalità introdotte dal recente regolamento comunitario 1774/2002 che, anche in base alle linee guida emanate dal Ministero della salute, ne esclude la gestione come rifiuti nelle fasi di competenza di Furlotti. Tali scarti sono stoccati in una cella dedicata ed identificata per lo scopo posta nei pressi dell’impianto flottatore.

Precedentemente all’entrata in vigore del regolamento comunitario, la gestione degli scarti veniva effettuata sulla base della precedente normativa (D.L 508/92) e quindi venivano conferiti allo smaltitore i quantitativi riportati in tabella.

Tab. 7 - quantitativi conferiti (dati in Kg)

2001 2002 2003

Rifuti di origine animale (ai sensi del D.L. 508/92) 16.859 5.600 -

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I quantitativi conferiti alla ditta Zibelli Silvano & C. snc di Offanengo (come da autorizzazione per attività di transito di CATEGORIA 3 del comune di Offanengo stesso in data 13/06/2003) sono riportati in tabella.

Tab. 8 - quantitativi conferiti (dati in Kg)

2003

sottoprodotti di origine animale (Reg. CE 1774/2002) CAT 3: scarti origine animale da fasi di lavorazione carne

13.319

Si sottolinea come, negli anni trascorsi, una parte di tali sottoprodotti veniva venduta come grassi e ossa (come previsto dalla normativa e quotato alla borsa merci di Milano); è anche da rimarcare che, nonostante i volumi di carne lavorata siano aumentati, la maggiore incidenza di prodotti cubettati consente attualmente un maggiore riutilizzo degli sfridi di lavorazione che vengono reimmessi nel circuito commerciale per la produzione di preparati alimentari diversi.

7.3 Scarichi nei corpi idrici

Le acque reflue del sito confluiscono in due sistemi collettori distinti: il primo raccoglie le acque piovane (cortile e caditoie dei tetti) e le acque nere dei servizi aziendali convogliandole nella pubblica fognatura. Il secondo raccoglie tutte le acque utilizzate all’interno dello stabilimento convogliandole ad un depuratore aziendale che, a sua volta, manda gli effluenti al depuratore comunale. Il depuratore aziendale è un impianto di tipo chimico (flottatore) di recente costruzione (2001) a monte del quale è presente una vasca di accumulo della capacità di 24 m3; al flottatore affluiscono le acque utilizzate per il lavaggio e per la sanificazione degli ambienti di lavoro che sono quindi ricche di materiale organico in sospensione (particolarmente grasso) e residui dei prodotti sanificanti impiegati. Per il corretto funzionamento del flottatore sono impiegati prodotti flocculanti. Dal depuratore residuano quindi: acque reflue che sono convogliate al depuratore comunale e fanghi dal trattamento sul posto di effluenti che vengono stoccati in un silo della capacità di 10 ton e, quindi, ritirati dalla ditta Carloni Silvio (aut. Reg. BO 1577/0 del 30/04/02) per il successivo trasferimento all’AGAC a Reggio Emilia (aut. Prov. RE 43664.99 del 23/10 /99) ovvero alla ditta Furia s.r.l. di Caorso (PC - autoriz./albo 2164 del 28/12/01).

Furlotti è titolare di “autorizzazione allo scarico di acque reflue industriali” rilasciata dal comune di Medesano (n° 29/2003 del 21/10/2003 prot. n° 8810/03 - rinnovo) cui sono allegati gli schemi delle reti fognarie e dell’impianto di depurazione. La qualità delle acque reflue dal depuratore è controllata mediante analisi chimico fisica quadrimestrale in conformità alle prescrizioni contenute nella autorizzazione citata.

Precedentemente a tale prescrizione Furlotti eseguiva comunque almeno un’analisi annuale: dall’esame degli esiti analitici risulta come in un solo caso si è avuto un superamento dei parametri di legge (prelievo del 14 maggio: valore dei cloruri espresso come mg/l di Cl2 = 1.430; valore limite = 1.200) a seguito del quale è stato effettuato dalla ditta Delta Inox un intervento supplementare di ulteriore messa a regime dell’impianto già revisionato all’inizio del mese

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(ridostura dei reagenti e del flusso delle acque in ingresso); a seguito di tale intervento è stata effettuata una ulteriore analisi che ha attestato il rientro nei limiti di legge (valore dei cloruri espresso come mg/l di Cl2 = 332).

L’ultima analisi, eseguita il 04/11/2003 dal laboratorio Bianalisi srl, attesta la corretta gestione dell’impianto di depurazione (come evidenziato nella tabella sottostante).

Tab. 9 – prospetto di confronto tra gli esiti delle analisi e i limiti di legge

Determinazione u.m. Valore Limite D. L. 152/99

pH 7,1 5,5-9,5 COD mg/l O2 150 500 BOD5 “ 70 250 Solidi sospesi mg/l 135 200 Solidi sedimentabili ml/l <0,1 - Grassi e olii animali e vegetali mg/l <0,5 40 Tensioattivi: MBAS mg/l aer. OT <0,5 4* Fosforo totale mg/l P 0,42 10 Ammoniaca mg/l NH4 13 30 Cloruri mg/l Cl 1159 1200 COD dopo sedimentaz. 30’ pH 7 mg/l O2 140 - Residuo 105° C mg/l 2425 - Residuo 600° C mg/l 2315 -

* espresso come tensioattivi totali

Il comune di Medesano non ha previsto deroghe ai limiti di inquinanti ammessi e quindi il riferimento è la legislazione nazionale vigente (DL 152/1999).

Per quanto riguarda l’eventuale sversamento accidentale di glicole proveniente dall’impianto di raffreddamento è da rimarcare che tale eventualità è da ritenersi assai improbabile (un solo caso di limitata importanza nella storia aziendale e precisamente dovuto al rovesciamento di una tanica al momento del riempimento da parte del personale addetto, immediatamente); anche a seguito di tale inconveniente è stato quindi realizzato un muretto per il contenimento di eventuali sversamenti.

Il corretto funzionamento dell’impianto flottatore è curato da uno dei titolari aziendali che provvede al dosaggio dei reagenti, alla manutenzione dell’impianto e ad ogni altra necessità come previsto dalla procedura interna per la gestione dell’impianto.

7.4 Utilizzo di sostanze chimiche

Le sostanze chimiche utilizzate da Furlotti sono limitate ad attività accessorie al ciclo produttivo e sono inoltre quantitativamente poco rilevanti. Nella tabella seguente sono state individuate le categorie/tipo di sostanze impiegate e le modalità di gestione definite in azienda.

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Tab. 10 – Sostanze chimiche utilizzate Categoria/Tipo Impiego Luogo di conservazione

e quantità media stoccata

Responsabile archiviazione

schede Sicurezza

Documentaz. di riferimento

Detergenti e Sanificanti

Pulizie nei reparti Presso apposito locale all’interno di dispositivo antisversamento Kg 600-800

RGQ Vedi anche Autocontrollo Igienico Sanitario

Lubrificanti Manutenzione automezzi e macchine

Spazio officina con dispostivo antisversamento Kg 200

RGQ Vedi anche PMAN

Glicole etilenico Impianto di refrigerazione

All’interno degli impianti serviti cisterna della capacità di 4500 lt; nel locale sono anche stoccati i fusti con il glicole in locale separato, pavimentato e dotato di muretto antisversamento.

RGQ Scheda di sicurezza

Inchiostri e solventi per confezionamento

Confezionamento Presso area di utilizzo Lt 1 e Lt 10 rispettivamente

RGQ Scheda di sicurezza

Per quanto riguarda le sostanze utilizzate per le attività di pulizia e igiene sono state censite quelle riportate in tabella.

Tab. 11 – Sostanze chimiche utilizzate per le attività di pulizia e igiene

Nome commerciale Categoria/ Tipologia Frase di rischio

Sootaway Sgrassante R35 Cleanacidal Detergente sanificante R22-R34-R50-R41-R36-R38 Everbrite Detergente disinfettante R22-R34-R50-R41-R36-R11-R67 Milex Detergente sgrassante R35 Tergo Spray Disinfettante - Auraderm Determini Detergente - Pharma Soap Medical Antisettico disinfettante - Sray soap no germ Disinfettante - Tego 51 Disinfettante per ambienti - Superclor Detergente clorattivo R35-R34 Super foam wf3 Detergente schiumoso R36-R35-R22-R38-R41-R52-R53 SU 928 Detergente sgrassante R22-R36-38-35 Powerfix gel Detergente disincrostante R36-38-24-25-37

Gli impatti derivanti dall’impiego di tali sostanze sono anch’essi stati stimati secondo le modalità riportate nei paragrafi successivi.

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Oltre agli aspetti legati alla sicurezza sul lavoro derivanti dalle frasi di rischio evidenziate, alcuni dei prodotti impiegati evidenziano un rischio riconducibile ad aspetti ambientali; in particolare quelli riportati nella tabella sottostante.

Tab. 12 – Prodotti che presentano rischi riconducibili ad aspetti ambientali

Super foam wf3 R52 Nocivo per gli organismi acquatici R53 Può provocare a lungo termine effetti negativi per l'ambiente acquatico

Cleanacidal R50 Altamente tossico per gli organismi acquatici

Everbrite R50 Altamente tossico per gli organismi acquatici

Le frasi di rischio di tutti e tre i prodotti evidenziano un potenziale danno a carico dell’ambiente acquatico. I quantitativi impiegati sono tuttavia modesti e precisamente i dati dell’ultimo anno sono i seguenti:

SUPER FOAM WF3 Kg 133

CLEANACIDAL Kg 180

EVERBRITE Kg 90

Alla data attuale l’utilizzo del SUPER FOAM WF3 è in fase di abbandono e si sta valutando la sua sostituzione con altro prodotto.

La prevenzione del rischio è quindi effettuata attraverso l’adozione delle seguenti misure comportamentali e strutturali:

1. utilizzo nelle modalità e dosi di impiego raccomandate dal produttore

2. stoccaggio in condizioni di sicurezza

3. raccolta delle acque di lavaggio all’interno della rete scolante che confluisce al depuratore aziendale

4. controllo della integrità della rete scolante

5. controllo delle acque di scarico

7.5 Presenza di amianto

Nel periodo dicembre 2002 - marzo 2003, è stata effettuata la bonifica della copertura in lastre di cemento amianto di uno dei due stabilimenti da parte della ditta “G.M.C. isolamenti” di Parma sotto prescrizioni delle autorità sanitarie competenti (AUSL e ARPA); il materiale di risulta è stato quindi smaltito tramite il trasportatore autorizzato “TRS 2 trasporti” e quindi conferito alla “T.R.S. ecologia” di Corso (PC).

Sullo stabilimento 2 è ancora presente una copertura in cemento amianto per il quale in base a quanto riportato nella relazione del 07/02/04 redatta dal Geom. Marcomini (laboratorio REI srl) lo stato di manutenzione è discreto con esigua probabilità di aereodispersione di fibre.

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Sulla base di quanto sopra e soprattutto della sostituzione della copertura prevista nei prossimi mesi (vedi programma ambientale par. 9), non sono previsti ulteriori monitoraggi.

7.6 Emissioni in atmosfera

7.6.1 Emissioni localizzate

Le emissioni in atmosfera sono dovute alla presenza di caldaie per il condizionamento degli ambienti di lavorazione e stagionatura, nonché ai forni utilizzati per l’affumicatura di alcuni prodotti. In totale sono stati censiti 6 punti di emissione; nella tabella che segue sono riportate le caratteristiche tecniche degli impianti e quindi il tipo di emissione come di seguito riportati.

Tab. 13 – Tipologia di impianti presenti e relative emissioni associate

Impianto/fase di lavorazione Tipo impianto Durata emissione

1 Generatore calore ad uso riscaldamento

Caldaia gas metano per produzione acqua calda 576 kW

24 h/g

7 gg/sett

250

2 Generatore calore ad uso riscaldamento

Caldaia gas metano a condensazione acqua calda per produzione acqua calda 270 kW

“ 70

3 Forno cottura ed affumicatura Forno elettrico con portata varabile da 300 a 600 m3/h

20h/g 6gg/sett

amb.

4 Forno cottura Forno elettrico con portata di 600 m3/h “ “

5 Forni cottura ed affumicatura Forno elettrico con portata varabile da 300 a 600 m3/h

“ “

6 Impianto lavaggio attrezzature Macchina lavatrice ad acqua calda prodotta dalla centrale temica

2 h/g

5 gg/sett

Le emissioni sono state autorizzate, ai sensi del DPR 203/1988, dalla Provincia di Parma (aut. N° 247 23/01/04), con le seguenti prescrizioni:

per l’emissione associata al generatore di calore a metano, ad uso riscaldamento e asciugatura:

• concentrazione massima di ossidi di azoto, espressi come NO2, di 350 mg/Nm3

• concentrazione massima di ossido di carbonio di 100 mg/Nm3

• altezza minima di emissione di 8,50 metri

• rendimento minimo di combustione alla potenza nominale del 90% (emissione 1) e del 89% (emissione 2)

per l’emissione derivante dal forno di cottura e di cottura/affumicatura:

• portata di 600 Nm3/h

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• durata di 20 ore/giorno e 312 giorni/anno (per la fase di asciugatura) e di 4 ore/giorno e 52 giorni/anno (per la fase di affumicatura)

• altezza minima di emissione di 6,5 metri

• 6 g/h di materiale particellare

• 3 g/h di sostanze organiche volatili, espresse come carbonio organico totale

per le emissioni associate all’impianto di lavaggio delle attrezzature:

• durata di 2 ore/giorno e 260 giorni/anno

• altezza minima di emissione di 6,5 metri

Non sono prescritti dispositivi di abbattimento. La data prevista per la messa a regime è il 15 marzo 2004 ; nei quindici giorni successivi si dovranno effettuare 3 campionamenti e analisi delle emissioni. Preliminarmente a tali analisi, Furlotti ha fatto eseguire un primo controllo (di confronto rispetto alla determinazione della Provincia di Parma) delle emissioni 1, 2, 3 e 5 a cura di un laboratorio abilitato cui esiti (certificati n° 8028, 8029, 8030 e 8031 del 02/03/2004) risulta che i limiti di emissione sono rispettati.

La medesima autorizzazione prevede una periodicità di controllo semestrale per i punti di emissione 1 e 2 ed annuale per i punti 3 e 5.

Per quanto riguarda gli impianti di generazione del calore ad uso riscaldamento, gli stessi sono sottoposti a controllo e manutenzione, ai sensi del D.P.R. 412/1993 e del D.P.R. 551/1999, attraverso 3 interventi annuali che prevedono:

- pulizia caldaia e bruciatore

- verifica sicurezze

- controllo portata gas

- controllo generale dell’impianto

- esecuzione analisi della combustione con strumento omologato

7.6.2 Emissioni accidentali diffuse

E’ stata presa in considerazione inoltre l’eventualità di emissione accidentale in atmosfera dei gas utilizzati per l’impianto di raffreddamento. In particolare nell’impianto sono presenti i gas:

- FORANE 404 A (miscela di Forane 125, 143 e 134), ovvero gas di ultima generazione con limitato impatto ambientale

- FORANE 22 che risulta invece potenzialmente pericoloso (lesivo della strato di O3)

Lo storico aziendale evidenzia come non si siano mai verificate rotture e conseguenti fughe; attualmente l’impianto è controllato tramite un sistema di rilevamento informatizzato in continuo

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delle condizioni di esercizio (sistema denominato PROGES) anche dotato di allarme in caso si verifichino perdite di pressione.

L’impianto è inoltre assoggettato a controllo da parte del personale interno e a manutenzione e revisione periodica a cura di una ditta esterna specializzata (Frigomeccanica).

7.7 Rischi derivanti da incidenti

Sulla base dell’analisi condotta e dello storico aziendale, sono stati individuati i rischi per l’ambiente derivanti da incidenti e/o situazioni di emergenza. Per la gestione di questi aspetti è stata formalizzata un’apposita procedura (gestione delle emergenze ambientali) nella quale sono descritte le modalità per la gestione delle seguenti eventualità:

- incendio

- sversamento acqua non depurata

- sversamento olio

- fenomeni meteorologici o naturali di particolare gravità

7.8 Incendio

Furlotti non rientra nelle categorie di aziende individuate negli allegati del DPR 26 maggio 1959 n. 689; rientra invece nelle categorie previste ai numeri 88, 91, 95 e 43 del allegato 1 al D.M. 16/02/1982. In relazione a tali categorie sono stati rilasciati dal comando dei vigili del fuoco di Parma i certificati di prevenzione incendi N 9654 del 21 maggio 2003 e (relativo alla stabilimento 1) e N 11043 del 16 maggio 2003 (relativo allo stabilimento 2) entrambi valevoli sino al 29 aprile 2006.

Oltre a mantenere in efficienza i mezzi antincendio e controllarne lo stato effettivo, in caso di incendio, è prevista l’attivazione di un’apposita squadra di emergenza, e pronto intervento, addestrata allo scopo, e l’evacuazione immediata di tutto il personale secondo i piani definiti e affissi nei vari locali dello stabilimento. Annualmente vengono eseguite le relative esercitazioni.

Pur non rientrando tra le attività a rischio di incidente rilevante, la presenza di imballaggi in PVC (vaschette per i cubettati), nell’eventualità si sviluppi un incendio, costituisce un indubbio rischio per l’ambiente e per la salute (a causa della formazione di composti tossici) ma anche per le strutture (i gas che si sviluppano aggrediscono le strutture e gli utensili metallici, sino alle armature annegate nei conglomerati cementiti). I quantitativi stoccati di imballaggio in PVC sono tuttavia modesti e non superano i 10-15 qli.

7.9 PCB e PCT

In Furlotti è attualmente presente un vecchio condensatore il cui costruttore ha fornito un certificato di analisi attestante la presenza di PCB (policlorobifenili) inferiore alla concentrazione prevista (50 ppm) e pertanto non soggetto all’inventario e alla comunicazione previsti dal decreto legislativo n° 209/99 (certificato di analisi del 13 giugno 1992 fornito da Elettrotecnica Industriale Gritti di Molinetto di Mezzano Brescia, effettuata con strumento Dexil Hameden 2000, con esito espresso come Aroclor 1260 = 22 ppm. Il condensatore sarà comunque eliminato con la costruzione della nuova cabina elettrica (vedi programma ambientale par. 9)

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7.10 Campi elettromagnetici

Con l’attuale situazione strutturale non sussistono rischi legati a tale fattore. In previsione della realizzazione della cabina elettrica di cui sopra, Furlotti ha fatto valutare e dichiarato, tramite la società di progettazione e consulenze elettriche EDIN srl di Parma, all’ARPA distretto di PARMA con note del 22/09/03 e del 09/12/03, le specifiche di impianto e le condizioni per il rispetto delle normative di settore vigenti.

7.11 Suolo e sottosuolo

Le attività svolte da Furlotti non implicano impatti su suolo e sottosuolo (consumo, modificazioni, alterazioni, etc.). Eventuali effetti negativi su tali sistemi potrebbero derivare esclusivamente da eventi accidentali legati allo sversamento di olio e/o di prodotti detergenti e sanificanti. In entrambi i casi lo stoccaggio dei contenitori (fusti e taniche in plastica rispettivamente) è effettuato all’interno di dispositivi di contenimento protetti (bins in plastica) dei quali viene costantemente controllata la integrità al fine di evitare che eventuali sversamenti dai rispettivi contenitori possa causare contaminazioni del suolo.

7.12 Emissioni sonore

7.12.1 Rumore interno

A seguito della valutazione del rumore effettuata in data 13 Luglio 2001 e validata da ELCAB srl, si è evidenziato come in azienda siano presenti 15 lavoratori esposti a livello di rumore, espresso come LEP,d, inferiore a 80 dB(A) e 28 lavoratori sottoposti a livello di rumore compreso tra 80 e 85 dB(A). Non sono presenti lavoratori esposti a soglie di rumore superiori, né macchine o luoghi di lavoro che determinano esposizione superiori agli 85 dB(A), espressa come Leq. In base alle normative vigenti (D.Lgs 277/91) l’azienda interviene in modo da ridurre l’esposizione al rumore di ogni singolo lavoratore tramite dispositivi di protezione collettiva, ove possibile, o di protezione individuale, nei casi in cui si renda necessario; effettua inoltre formazione ed informazione ai lavoratori esposti a livello di rumore superiore a 80 dB(A) in merito ai rischi cagionati da tale esposizione e alle modalità da adottare per la riduzione della stessa. L’azienda inoltre sottopone a controllo sanitario i lavoratori che ne fanno richiesta o che ne manifestano la necessità e si impegna ad aggiornare la valutazione del rumore e a rieffettuarla entro la scadenza della stessa, prevista per il 13 Luglio 2004.

7.12.2 Rumore esterno

Non avendo il comune di Medesano effettuato la zonizzazione acustica, si è fatto riferimento, per la considerazione di questo aspetto, a quanto previsto dalla normativa nazionale vigente; sono state effettuate in data 16 e 17 dicembre 2003 misure fonometriche in 8 posizioni come da relazione del tecnico abilitato Geom. Aldo Vezzoni i cui risultati, riepilogati nella tabella sottostante, sono stati giudicati dal tecnico conformi rispetto ai limiti di della normativa di riferimento (D.P.C.M. 01/03/1991) che prevede il limite di 70 db, sia diurno che notturno, nelle zone industriali. Sono pure riportati in figura i punti di rilievo utilizzati per l’indagine fonometrica.

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Tab. 14 – Risultati delle misure fonometriche del rumore esterno

Punto di rilievo Rumore ambientale dbA

1 61,2

2 54,2

3 59,2

4 65,1

5 63,3

6 55,6

7 61,5

8 62,2

7.13 Vibrazioni e polveri

L’attività di Furlotti non genera alcunché di riconducibile a tali categorie.

7.14 Odore

Le attività svolte non sono classificate come odorigene. Unica eccezione è rappresentata dai cicli di affumicatura con utilizzo di truciolo di legno il cui effetto è discontinuo (vedi tab. 13) e comunque non sgradevole. Le emissioni autorizzate (n° 3 e n° 5) dalla Provincia di Parma con

Fig. 11 – Punti di rilievo rumore esterno

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Delibera del Dirigente n° 247 del 23/01/04 prevedono che i fumi associati siano convogliati direttamente in atmosfera rispettando le seguenti prescrizioni:

portata di 600 Nm3/h

durata di 20 ore/giorno e 312 giorni/anno (per la fase di asciugatura) e di 4 ore/giorno e 52 giorni/anno (per la fase di affumicatura)

altezza minima di emissione di 6,5 metri

6 g/h di materiale particellare

3 g/h di sostanze organiche volatili, espresse come carbonio organico totale

Una eventuale fonte di odore può essere rappresentata dall’impianto flottatore che tuttavia ad oggi, anche in ragione della collocazione in prossimità di capannoni industriali, non ha causato problemi.

7.15 Impatto visivo

la collocazione in zona industriale (vedi par. 3.2) come da strumento urbanistico vigente, le modeste dimensioni in termini di altezza (vedi foto) ed anche le tipologie costruttive, fanno si che l’impatto visivo sia da considerarsi trascurabile. Riguardo tale aspetto va anche rilevato come i due fronti (ovest e sud) che confinano con la viabilità pubblica, siano anche parzialmente schermati dalla presenza di verde di pertinenza (siepe perimetrale ad ovest e diversi alberi a sud). Si rimarca infine come in previsione di una prossimo intervento di ristrutturazione dello stabilimento 2, gli aspetti di impatto visivo saranno considerati come input di progetto orientando le scelte architettoniche verso tipologie di minor impatto (es. copertura in legno lamellare).

7.16 Sostanze lesive per l’ozono

In azienda è presente, all’interno dell’impianto di refrigerazione Freon R22 (vedi par. 6.6.2) in quantità di circa 160 kg; l’utilizzo di tale gas, di cui si dispone della relativa schede di sicurezza, sarà cessato entro il 2008. La manutenzione effettuata sull’impianto ed il sistema di controllo elettronico in continuo adottato, denominato PROGES e munito di allarme, consente un controllo preventivo ed efficace su eventuali perdite.

Attualmente sono presenti nello stabilimento 14 estintori, di cui 12 a polvere, non ad Halon, sostituiti già dal 2002. Gli estintori sono manutentati a cura della ditta “Sicherheit” (contratto del 26 febbraio 2003).

7.17 Effetti sulla biodiversità

La considerazione degli effetti sulla componente biotica dell’ecosistema in termini di qualità e quantità di specie e popolazione, effetti invero assai difficili da valutare con esattezza, è stata di fatto inserita all’interno del metodo utilizzato per la valutazione della significatività; in particolare in fase di esecuzione dell’analisi ambientale iniziale l’attribuzione del punteggio al parametro “ambiente” nella tabella di significatività è stata determinata anche in considerazione di tali effetti. Si evidenzia comunque che nessuna delle attività di Furlotti determina un effetto direttamente associabile ad una eventuale perdita di biodiversità (cosa che sarebbe invece osservabile in casi quali la distruzione/ridimensionamento/alterazione di habitat, sfruttamento diretto di risorse

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primarie quali legname o popolazioni animali selvagge, e casi simili), ma solamente come effetto indiretto dovuto ad attività generalizzate cui anche la nostra azienda concorre se pure in forma regolamentata (impiego combustibili fossili, immissione inquinanti in ambiente, alterazione ciclo dell’acqua, etc).

7.18 Incidenti ambientali e infortuni

La tipologia di attività non ha associati particolari rischi per l’ambiente e nel passato non si sono mai verificati incidenti ambientali; Furlotti non rientra nelle casistiche previste dalla normativa vigente sugli incidenti rilevanti.

Nell’ambito del sistema di gestione della salute e sicurezza del lavoro, è previsto il monitoraggio del fenomeno infortunistico attraverso gli indici di incidenza, gravità e frequenza. Non è stato possibile rapportare tali indici con relative medie di settore, in quanto non sono disponibili da parte dell’INAIL. Dai grafici seguenti è possibile rilevare come si abbia un andamento decrescente sia per l’indice di incidenza che per quelli di frequenza. Per l’indice di gravità l’andamento risulta invece crescente.

II = Indice di incidenza = n° infortuni / n° dipendenti x 100

IF = Indice di frequenza = n° infortuni / n° ore lavorate x 1.000.000

IG = Indice di gravità = n° giorni di infortunio / n° ore lavorate x 100.000

INDICE DI INCIDENZA

8,695652174

10,63829787

5,357142857

0

2

4

6

8

10

12

2001 2002 2003

anno

n° in

fort

uni /

dipe

nden

ti *1

00

INDICE DI FREQUENZA

66,2

72,7

39,9

-

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

80,0

2001 2002 2003

anno

n° in

fortu

ni /

n° o

re la

vora

te *

1 m

ilion

e

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L’andamento crescente dell’indice di gravità è dovuto principalmente ad un singolo evento relativo ad un trauma subito in seguito ad un tamponamento avvenuto durante il tragitto per recarsi al lavoro.

7.19 Aspetti ambientali indiretti

Sono da considerare aspetti ambientali indiretti quelli sui quali Furlotti può non avere un controllo gestionale diretto e totale. In fase di esecuzione dell’analisi ambientale iniziale sono stati considerati tutti gli aspetti riportati nell’allegato VII del Reg. (CE) 761/2001; anche gli aspetti indiretti sono stati valutati con il medesimo metodo (vedi par. 7) che ne ha escluso la signifcatvità.

Solo per i comportamenti di fornitori ed appaltatori l’analisi ha individuato non la significatività ma comunque un livello di attenzione che deve esser considerato nella messa a regime del sistema di gestione ambientale. A tele proposito è previsto e applicato un criterio di preferenza nella scelta dei fornitori che dimostrino di limitare l’impatto ambientale delle proprie attività (rilevate tramite visite dirette, tramite valutazione di certificazioni, tramite impiego di pratiche eco-compatibili).

A tutti gli appaltatori che operano presso la nostra sede viene inoltre consegnato e fatto accettare un disciplinare di comportamento in linea con la politica e gli obiettiva ambientali aziendali.

Per quanto riguarda il traffico indotto la movimentazione dei materiali in ingresso ed in uscita comporta un traffico veicolare su gomma del quale, alla data attuale, non esistono dati certi. Una stima effettuata da RGQ quantifica una movimentazione totale di circa 60 automezzi alla

INDICE DI GRAVITA'

53,0

122,1

150,3

-

20,0

40,0

60,0

80,0

100,0

120,0

140,0

160,0

2001 2002 2003

anno

n° g

iorn

i di i

nfor

tuni

o / n

° ore

lavo

rate

* 10

0000

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settimana dei quali la maggior parte costituita da camion refrigerati per il trasporto della materia prima carnea o dei prodotti finiti

8. Aspetti ambientali significativi critici individuati

La considerazione dei diversi fattori di impatto relativi agli aspetti ambientali e degli effetti che si possono determinare, ha portato quindi all’individuazione degli aspetti significativi ambientali critici, il cui impatto sull’ambiente può essere migliorato con opportune azioni pianificate dall’azienda; sono state definite anche le classi di priorità di intervento come riepilogato nella tabella seguente.

Tab. 15 – Aspetti ambientali significativi e relative classi di priorità d’intervento

Aspetto/fattore Priorità Amianto (copertura stabilimento 2) ELEVATA Stoccaggio olio esausto MEDIA Contenitori sostanze detergenti per pulizia e sanificazione reparti e attrezzatue MEDIA Scarti materiale reparto confezionamento (PVC) BASSA Emissioni in atmosfera BASSA

Per tali aspetti vengono definiti, anche in funzione della priorità assegnata, i relativi progetti di miglioramento; i progetti di miglioramento ambientale individuati a seguito della analisi ambientale effettuata, ovvero quelli già pianificati dall’azienda, sono riportati nel paragrafo seguente.

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9. Programma ambientale Nella tabella sottostante sono riepilogati gli obiettivi di miglioramento ambientale, individuati

sulla base della analisi ambientale effettuata nel periodo settembre 2003-gennaio 2004, e rispetto ai quali la direzione di Furlotti ha deciso di impegnarsi per l’anno corrente.

Tab. 16 – Programma ambientale

Aspetto/fattore Obiettivi Traguardi Modalità/azioni Risorse Indicatori Tempi

Emissioni in atmosfera

Migliore conoscenza delle emissioni ed eventuale diminuzione quantitativa

- esecuzione analisi fumi € 1.500 Esiti analtici Effettuata febbraio 2004

Completamento della dotazione di dispositivi antisversamento per sostanze liquide

Migliorare le condizioni di sicurezza relativamente a sversamenti accidentali

- Acquisto dispostivi

Realizzazione vasca in locale compressori

€ 4.000 - Effettuata gennaio 2004

Amianto Eliminazione totale rischi amianto -

Sostituzione tetto stabilimento 2; bonifica e smaltimento attraverso operatore autorizzato e realizzazione nuova copertura

€ 50.000 - Entro settembre 2004

Impiego energia per processi di affumicatura e cottura

Ridurre il consumo energetico per quantità di prodotto tramite sostituzione alimentazione elettrica con vapore da centrale termica

Diminuzione del 30% della spesa energetica (calcolare risparmio in Kw)

1. Valutazione eventuali alternative tecnologiche (fattibilità tecnico economica) alla cottura con forni elettrici

2. Realizzazione soluzione prescelta

€ 50.000 KW/h impiegati per cottura/1 Kg di carne

1. Entro settembre 2004

2. Entro 2006

Razionalizzazione impiego acque

Tenere sotto controllo i consumi assoluti

Diminuzione del consumo relativo

Monitoraggio consumi

Valutazione introduzione dispositivi risparmio

€ 1.500 m3 impiegati Continuo Entro 2004

Ottimizzazione effluenti da impianto di trattamento

diminuzione del contenuto di acqua nei fanghi

Diminuzione contenuto acqua del 20%

Migliore sistemazione e tramoggia per razionalizzazione funzionamento flottatore

€ 1.000 Quantità di acqua residua nei fanghi

Entro 2004

Produzione rifiuti/scarti reparto confezionamento

Ridurre i quantitativi per unità prodotto confezionato

Riduzione del 10%

Monitoraggio della produzione

Ottimizzare la messa a regime dell’impianto di confezionamento cubettati

Risorse interne

Kg plastica/kg di cubettato Entro 2006

Produzione rifiuti/olio esausto

Ottimizzare le modalità di stoccaggio e conferimento

-

1. Realizzazione bacino di contenimento

2. Monitoraggio produzione e conferimento a smaltitore autorizzato

€ 1.500 Quantitativo prodotto anno Realizzato

Produzione rifiuti/contenitori sostanze detergenti

Diminuzione quantitativi da smaltire -

Sostituzione piccoli contenitori monouso con cisterne

Accordo con i fornitori per ritiro vuoti

Risorse interne - Entro 2004

Consumo energia elettrica

Ottimizzazione consumi - Costruzione nuova cabina

elettrica € 30.000 - Estate 2004

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10. Validità e frequenza della convalida della dichiarazione ambientale

Il periodo di validità della presente “dichiarazione ambientale“ è di anni tre a partire dalla data di convalida della stessa.

Furlotti si impegna a trasmettere i necessari aggiornamenti annuali convalidati della dichiarazione ambientale all’organismo competente ed a metterli a disposizione del pubblico, secondo quanto previsto dal Regolamento CE 761/2001.

Il verificatore ambientale prescelto per la convalida della presente dichiarazione ambientale ai sensi del Reg. CE n° 761 / 2001 è CERTIQUALITY via G. Giardino, 4 – 20123 Milano, accreditato con n° I-V- 0001.

11. Riepilogo autorizzazioni

Descrizione Riferimenti

Comunicazione industria insalubre

Comunicazione a comune di Medesano del gennaio 2004

Autorizzazioni sanitarie Comune di Medesano

n. 893 del 11/12/1975

n. 61 del 13/06/1988

n. 236 del 13/04/1993

n. 249 del 08/10/1993

Bollo CEE I 983 L

CPI N 9654 del 21 maggio 2003 (stab. 1)

N 11043 del 16 maggio 2003 (stab. 2)

Denuncia pozzo Racc. n° 1725 del 30/06/1995

Ric. concessione a serv. Tecnico bacini Taro-Parma del 11/02/2004

Autorizzazione scarico acque n° 29/2003 del 21/10/2003 prot. n° 8810/03 del Comune di Medesano

Emissioni in atmosfera Autorizzazione N° 247 23/01/04 della prov. di Parma

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PRINCIPALI NORMATIVE AMBIENTALI APPLICABILI

ARIA Decreto del Presidente della Repubblica n. 203 del 24/5/1988 Attuazione delle direttive CEE numeri 80/779, 82/884, 84/360 e 85/203 concernenti norme in materia di qualità dell’aria, relativamente a specifici agenti inquinanti, e di inquinamento prodotto dagli impianti Industriali. Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 21/07/1989 Atto di indirizzo e coordinamento alle regioni recante norme in materia di qualità dell’aria relativamente a specifici agenti inquinanti e di inquinamento prodotto da impianti industriali. Decreto Ministeriale del 12/07/1990 Linee guida per il contenimento delle emissioni degli impianti industriali e la fissazione dei valori minimi di emissione. Decreto Ministeriale del 12/07/1994 Modificazione al decreto ministeriale 12/07/1990 concernente linee guida per il contenimento delle emissioni inquinanti degli impianti industriali e la fissazione dei valori minimi di emissione. Decreto del Presidente della Repubblica del 25/07/1991 Modifiche dell’atto di indirizzo e coordinamento in materia di emissioni poco significative e di attività a ridotto inquinamento atmosferico, emanato con decreto DPCM 21/07/1989. Decreto Ministeriale del 25/08/2000 Aggiornamento dei metodi di campionamento, analisi e valutazione degli inquinanti, ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 24 maggio 1988, n. 203. Legge Regionale E. R. n. 3 del 21/04/1999 Riforma del sistema regionale e locale. Deliberazione della Giunta Regionale dell’Emilia-Romagna n. 960 del 16/06/1999 Approvazione della direttiva per il rilascio delle autorizzazioni delle emissioni in atmosfera in attuazione della legge regionale 21 aprile 1999, n. 3 “Riforma del sistema regionale e locale”. Legge n. 549 del 28/12/1993 e successive modifiche Misure a tutela dell’ozono stratosferico e dell’ambiente. Regolamento (CE) n. 2037/2000 del parlamento europeo e del consiglio del 29/06/2000 Sostanze che riducono lo strato di ozono. Decreto Ministeriale del 25/08/2000 Recupero, riciclo, rigenerazione e distribuzione degli halon. Decreto Ministeriale del 26/03/1996 Attuazione del D.L. 10 febbraio 1996, n. 56 sulle sostanze dannose per la fascia di ozono stratosferico. Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 02/10/1995 Disciplina delle caratteristiche merceologiche dei combustibili aventi rilevanza ai fini dell’inquinamento atmosferico nonché delle caratteristiche tecnologiche degli impianti di combustione.

ACQUA Decreto Legislativo n. 152 del 11/05/1999 Disposizioni sulla tutela delle acque dall’inquinamento e recepimento della direttiva 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane e della direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall’inquinamento proveniente da fonti agricole. Decreto Legislativo n. 258 del 18/08/2001 Disposizioni correttive ed integrative del Decreto Legislativo 152/99 in materia di tutela dall’inquinamento delle acque. Deliberazione della Giunta Regionale n. 651 del 01/03/2000 Direttiva concernente primi indirizzi per l’applicazione del D. lgs n. 152 del 11/05/1999. Legge Regionale n. 7 del 1983 Disciplina degli scarichi delle pubbliche fognature e degli insediamenti civili che non recapitano in pubbliche fognature, disciplina del trasporto di liquami ed acque reflue di insediamenti civili e produttivi. Legge n. 36 del 05/01/1994 Disposizioni in materia di risorse idriche. Decreto del Presidente della Repubblica n. 236 del 24/05/1988 Attuazione della direttiva CEE numero 80/778 concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano, ai sensi dell’art. 15 della legge 16/04/1987.

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Decreto del Presidente della Repubblica n. 238 del 18/02/1999 Regolamento recante norme per l’attuazione di talune disposizioni della Legge n. 36 del 05/01/1994 in materia di risorse idriche. Decreto Legislativo n. 31 del 02/02/2001 2001 Attuazione della direttiva 98/83/CE relativa alla qualità delle acque destinate al consumo umano. Regio Decreto n. 1285 del 14/08/1920 Regolamento per la derivazione ed utilizzazione di acque pubbliche. Regio Decreto n. 1175 del 11/12/1933 Testo unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici. Decreto Legislativo del Governo n. 275 del 12/07/1993 Riordino in materia di concessioni di acque pubbliche. Legge ordinaria del Parlamento n. 290 del 17/08/1999 Proroga di termini di denuncia dei pozzi. Deliberazione della Giunta Regionale n. 585 del 01/03/2000 Disposizioni regionali per la semplificazione degli adempimenti relativi alla denuncia dei pozzi, ex art. 2, comma 1 Legge n. 290 del 17/08/1999.

SUOLO E SOTTOSUOLO Decreto Ministeriale n. 471 del 25/10/1999 Regolamento recante criteri, procedure e modalità per la messa in sicurezza, la bonifica e il ripristino ambientale dei siti inquinati, ai sensi dell’art. 17 del D. lgs n. 22 del 05/02/1997 e successive modificazioni e integrazioni. Legge ordinaria del Parlamento n. 349 del 08/07/1986 Istituzione del Ministero dell’ambiente e norme in materia di danno ambientale.

RIFIUTI Decreto Legislativo n. 22 del 05/02/1997 Attuazione delle direttive 91/156/CEE sui rifiuti, 91/689/CEE sui rifiuti pericolosi e 94/62/CE sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio. Decisione 200/53/CE Nuovi CER. Decreto Legislativo n. 389 del 08/11/1997 Modifiche ed integrazioni al D. lgs n. 22 del 05/02/1997 in materia di rifiuti, di rifiuti pericolosi, di imballaggi e di rifiuti di imballaggio. Legge n. 128 del 24/04/1998 Disposizioni per l’adempimento di obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia alle Comunità Europee (Legge comunitaria 1995-1997). Legge n. 426 del 09/12/1998 Nuovi interventi in campo ambientale. Legge n. 70 del 25/01/1994 Norme per la semplificazione degli adempimenti in materia ambientale, sanitaria e di sicurezza pubblica, nonché per l’attuazione del sistema di ecogestione e di audit ambientale. Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 06/07/1995 Approvazione del modello unico di dichiarazione in materia ambientale, previsto dall’art. 6 della Legge n. 70 del 25/01/1994. Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 21/03/1997 Sostituzione del modello unico di dichiarazione in materia ambientale, previsto dall’art. 6 della Legge n. 70 del 25/01/1994. Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 31/03/1999 Approvazione del nuovo modello unico di dichiarazione ambientale per l’anno 1999. Decreto Ministeriale n. 145 del 01/04/1998 Regolamento recante la definizione del modello e dei contenuti del formulario di accompagnamento dei rifiuti ai sensi degli artt. 15, 18, comma 2, lettera e), e comma 4, del D. lgs n. 22 del 05/02/1997. Decreto Ministeriale n. 148 del 01/04/1998 Regolamento recante approvazione del modello dei registri di carico e scarico dei rifiuti ai sensi degli artt. 12, 18, comma 2, lettera m), e 18, comma 4, del D. lgs n. 22 del 05/02/1997. Circolare Ministero dell’Ambiente n. GAB/DEC/812/98 del 04/08/1998

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Circolare esplicativa sulla compilazione dei registri di carico scarico dei rifiuti e dei formulari di accompagnamento dei rifiuti trasportati individuati, rispettivamente, dal D. M. n. 145 del 01/04/1998, e dal D. M. n. 148 del 01/04/1998. Decreto Ministeriale del 05/02/1998 Individuazione dei rifiuti non pericolosi sottoposti alle procedure semplificate di recupero ai sensi degli artt. 31 e 33 del D. lgs n. 22 del 05/02/1997. Decreto Ministeriale n. 141 del 11/03/1998 Regolamento recante norme per lo smaltimento in discarica dei rifiuti e per la catalogazione dei rifiuti pericolosi smaltiti in discarica. Delibera del 27/07/1984 Disposizioni per la prima applicazione dell’art. 4 del D.P.R. n. 915 del 10 settembre 1982, concernente lo smaltimento dei rifiuti. Decreto Legislativo n. 95 del 27/01/1992 Attuazione delle direttive 75/439/CEE e 87/101/CEE relative alla eliminazione degli oli usati. Decreto Ministeriale n. 372 del 04/08/1998 Regolamento recante norme sulla riorganizzazione del catasto dei rifiuti. Decreto Legislativo del Governo n. 99 del 27/01/1992 Attuazione della direttiva 86/278/CEE concernente la protezione dell’ambiente, in particolare del suolo, nell’utilizzazione dei fanghi di depurazione in agricoltura. Legge Regionale n. 50 del 24/04/1995 Disciplina dello spandimento sul suolo dei liquami provenienti da insediamenti zootecnici e dello stoccaggio degli effluenti di allevamento. Legge Regionale n. 15 del 30/04/1997 Norme per l’esercizio delle funzioni regionali in materia di agricoltura. Abrogazione della L.R. n. 34 del 27/08/1983. Deliberazione del Consiglio Regionale n. 570 del 11/02/1997 Decisione delle osservazioni e approvazione del piano-stralcio di settore del Piano Territoriale per il Risanamento e la Tutela delle acque per il comparto zootecnico. Deliberazione della Giunta Regionale n. 736 del 16/04/1996 Criteri tecnici e procedurali per il rilascio delle autorizzazioni per l’utilizzo dei fanghi di depurazione in agricoltura. Deliberazione della Giunta Regionale n. 1142 del 01/07/1997 Modificazioni della Deliberazione n. 736 del 16/04/1996: Direttive tecniche alle Province per il rilascio delle autorizzazioni all’utilizzo dei fanghi di depurazione in agricoltura.

ENERGIA

Legge ordinaria del Parlamento n. 10 del 09/01/1991 Norme per l’attuazione del Piano energetico nazionale in materia di uso razionale dell’energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia.

RUMORE Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 01/03/1991 Limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti abitativi e nell’ambiente esterno. Legge n. 447 del 26/10/1995 Legge quadro sull’inquinamento acustico. Decreto del Ministero dell’Ambiente del 11/12/96 Applicazione del criterio differenziale per gli impianti a ciclo produttivo continuo. Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14/11/1997 Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore. Decreto Legislativo n. 277 del 15/08/1991 Attuazione di direttive comunitarie in materia di protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da esposizione ad agenti chimici, fisici e biologici durante il lavoro.

AMIANTO

Circolare Assessore della Sanità Regione Emilia-Romagna n. 62 del 07/12/1993 Rimozione di coperture in cemento amianto e conseguente smaltimento dei rifiuti in applicazione della L. 257/92 e D. lgs 277/91 Legge ordinaria del Parlamento n. 257 del 27/03/1992

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Norme relative alla cessazione dell’impiego dell’amianto. Decreto Ministeriale del 06/09/1994 Normative e metodologie tecniche di applicazione dell’art. 6, comma 3, e dell’art. 12, comma 2, della Legge n. 257 del 27/03/1992, relativa alla cessazione dell’impiego dell’amianto. Decreto Legislativo del Governo n. 277 del 15/08/1991 Attuazione delle direttive n. 80/1107/CEE, n. 82/605/CEE, n. 83/477/CEE, n. 86/188/CEE e n. 88/642/CEE, in materia di protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da esposizione ad agenti chimici, fisici e biologici durante il lavoro, a norma dell’art. 7 Legge n. 212 del 30 luglio 1990. Decreto del Presidente della Repubblica del 08/08/1994 Atto di indirizzo e coordinamento alle regioni e alle province autonome di Trento e di Bolzano per l’adozione di piani di protezione, di decontaminazione, di smaltimento e di bonifica dell’ambiente, ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall’amianto. Deliberazione del Consiglio Regionale n. 497 del 11/12/1996 Piano regionale di protezione dell’ambiente, di decontaminazione di smaltimento o di bonifica ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall’amianto. Decreto Ministeriale n. 209 del 20/08/1999 Ampliamento delle normative e delle metodologie tecniche per gli interventi di bonifica, ivi compresi quelli per rendere innocuo l’amianto, previsti dall’art. 5 comma 1 lettera F della Legge n. 257 del 27/03/1992 recante norme relative alla cessazione dell’impiego dell’amianto.

IPPC Decreto Legislativo n. 372 del 04/08/1999 Attuazione della direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento. Decreto Ministeriale del 23/11/2001 Dati, formato e modalità della comunicazione di cui all'art. 10, comma 1, del decreto legislativo 04/08/1999, n. 372 (GU n. 37 del 13/02/2002 - Suppl. Ordinario n. 29).

SOSTANZE PERICOLOSE

Decreto Legislativo del Governo n. 285 del 16/07/1998 e successive modifiche ed integrazioni Attuazione di direttive comunitarie in materia di classificazione, imballaggio ed etichettatura dei preparati pericolosi, a norma dell’art. 38 della Legge n. 128 del 24 aprile 1998. Decreto Ministeriale n. 84 del 23/02/1988 Etichettatura speciale da applicare si sostanze e preparati pericolosi. Regio Decreto n. 147 del 09/01/1927 e successive modifiche e integrazioni Approvazione del regolamento speciale per l’impiego dei gas tossici. Decreto del Presidente della Repubblica n. 1335 del 30/02/1969 Indicazioni e contrassegni da apporre sui recipienti nei quali sono conservati i prodotti o materie pericolosi o nocivi.

CAMPI ELETTROMAGNETICI

Legge ordinaria del Parlamento n. 36 del 22/02/2001 Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici. Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 28/09/1995 Norme tecniche procedurali di attuazione del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 23/04/1992 relativamente agli elettrodotti. Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 23/04/1992 Limiti massimi di esposizione ai campi elettrico e magnetico generati alla frequenza industriale nominale (50 Hz) negli ambienti abitativi e nell'ambiente esterno.

GLOSSARIO ZANGOLATURA: operazione di rimescolamento meccanico delle carni in macchie rotative dette zangole, per favorire la adesione e distribuzione del sale e delle spezie ATP: atmosfera protettiva. Si ottiene modificando la composizione dell’aria con arricchimento di azoto e anidride carbonica al fine di migliorare la conservabilità di alcuni prodotti quali i cubettatti

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TIGELLA: preparazione tipica emiliana a base di farina (tipo piccola piadina o schiacciata) di uso tradizionale e distribuzione locale MD: metal detector SL: semilavorati FLOTTATORE: impianto per il trattamento delle acque reflue dello stabilimento (acque di lavaggio) basato su un principio di funzionamenti fisico (separazione meccanica delle parti grossolane) e chimico (precipitazione delle parti sospese che vengono poi separate sotto forma di fanghi) PVC: cloruro di polivinile. Materiale plastico largamente impiegato in diversi settori compreso l’alimentare (PVC ad uso alimentare); utilizzato in film per la formazione a caldo delle vaschette di confezionamento (prodotti sottovuoti e cubettati) PET: polietilene tereftalato. Materiale plastico economico e riciclabile largamente impiegato nel confezionamento di prodotti alimentari e bevande; utilizzato in azienda per la chiusura a caldo delle vaschette di confezionamento