geografia umana & cartografia

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Appunti sulla storia della disciplina e sulla Cartografia

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Geografia umanaGeografia: obiettivi didattici Origine e sviluppo della Geografia umanaIl termine geografia proviene da due parole greche: geo e graphia che affiancate significano scrittura della terra. dunque un discorso su ci che possiamo osservare sulla superficie terrestre. Si soliti distinguere tra una geografia fisica che studia gli ambienti e le componenti naturali e una geografia umana che si occupa degli esseri umani sulla Terra. Questa distinzione si giustifica solo in quanto la prima utilizza i metodi delle scienze naturali e la seconda si rif invece alle scienze sociali. Per geografia umana si intende lo studio delle popolazioni, delle culture, delle societ ed economie con le loro manifestazioni materiali che e come queste si diversificano nello spazio terrestre in relazione al variare delle condizioni ambientali e storiche. Da sempre i geografi rivolgono la loro attenzione alla relazione ambiente- societ e si occupano di tematiche che superano i due rami della disciplina; riconoscendo la geografia come disciplina unitaria si riconosce lurgenza di capire meglio gli aspetti spaziali dei processi umani ed ambientali e di usare la conoscenza geografica per trovare soluzioni alle sfide sociali e ambientali.La geografia classicaFino a qualche decennio era prevalente una concezione unitaria della materia geografica che tendeva ad unire sotto ununica disciplina sia lo studio dellambiente fisico che di quello organizzato dalluomo. Nel 1947 Mario Ortolani fu il primo a impartire in una facolt di lettere un corso universitario interamente dedicato alla geografia umana, sottolineando la necessit delle facolt umanistiche di focalizzare lattenzione sui problemi riguardanti la presenza delluomo sulla terra in una prospettiva storica. Con la specializzazione dei diversi campi del sapere si attuata una separazione tra la geografia fisica che rientra nelle scienze della terra e quindi in quelle naturali e una geografia umana che parte di quelle umane. La geografia fisica si occupa di studiare la struttura fisica del nostro pianeta utilizzando metodologia di analisi scientifiche e avvalendosi anche di apporto delle scienze geologiche e biologiche. Nella geografia umana compreso un ampio ventaglio di teorie e pratiche conoscitive che analizzano lorganizzazione degli spazi terrestri e le espressioni spaziali del rapporto tra societ e ambiente. Si interessa allo studio della distribuzione degli uomini, del loro modi di vita e delle forme di organizzazione economica e sociale in relazione allambiente in cui essi vivono e di cui costituiscono parte integrante. Storicamente si fa risalire la nascita della geografia umana intorno alla met del settecento. Lo sviluppo industriale moderno aliment linteresse per lesplorazione scientifica mirando pi che a scoprire nuove terre a conoscere profondamente quelle gi note. Il lavoro della comunit scientifica cos si sviluppa attorno a due temi chiave: la differenziazione dello spazio sulla superficie terrestre e la relazione uomo ambiente. Il primo problema si connette ad una linea tradizionale della geografia: quella corografica, cio dello studio della regione. La relazione uomo ambiente sottintende un nuovo indirizzo geografico che appare solo nella seconda met dellottocento e decolla quando appare necessario dare un carattere scientifico ad una disciplina ormai insegnata nelle universit a seguito anche delle profonde ripercussioni nel mondo scientifico dovute allintroduzione delle scoperte della biologia evoluzionista e dellecologia. Le prime formulazioni sistematiche della geografia contemporanea si devono a due studiosi tedeschi. a. Humbolt: noto per i suoi viaggi di esplorazione, si era formato allo studio delle scienze naturale. Nella sua opera principale Kosmos introduce per la prima volta anche temi di geografia umana gettando le basi della metodologia geografica moderna: indagine sul territorio, la ricerca delle leggi che regolano la distribuzione spaziale dei fenomeni lapplicazione dei principi di casualit e di correlazione. b. Ritter: propugna una geografia scientifica fondata sulla storia. La sua attenzione attratta dalle relazioni che legano lambiente alla vita delluomo. Nella sua opera fondamentale Erdkunde analizza lo sviluppo storico dei popoli nel quadro delle condizioni fisiche scoprendo quanto luomo e lambiente naturale abbiano nel tempo reciprocamente interferito. Una pi profonda e incisiva impronta alla geografia umana data da Ratzel il quale pone le basi per la prima formulazione sistematica della disciplina. Ratzel pubblica lAntropogeographie e vi affronta lo studio del rapporto tra uomo e ambiente, la distribuzione e le migrazioni dei popoli lorganizzazione economica.. con Ratzel la geografia umana prende corpo. Fondamentale per la geografia limpatto della neonata biologia evoluzionista . Lopera di Darwin pubblicata nel 1859. Lidea che luomo e la natura abbiano sperimentato una lunga storia e siano il prodotto di uno sviluppo spontaneo e autonomo costituisce una idea rivoluzionaria. Pochi anni pi tardi nel 1866 Haeckel fonda una nuova disciplina: lecologia, cio la scienza che studia le relazioni che intercorrono tra ambiente ed esseri viventi. Questi nuovi sviluppi della storia naturale producono effetti sui geografi del tempo indotti ora a concentrare le ricerche sulle relazioni tra lambiente fisico e luomo in senso unidirezionale; si apre cos la strada a una spiegazione evoluzionistica anche della distribuzione e delle differenze tra le comunit umane. Secono questo approccio che prende il nome di determinismo fisico o ambientalismo linfluenza dellambiente si applica anche alle societ umane che sarebbero il prodotto finale delladattamento alle diverse condizioni imposte dalla natura. Il determinismo ambientale applicato sopratutto alle societ primitive tra le quali pi facilmente si trovano esempi e conferme delle reazioni agli stimoli dellambiente. Un altro settore esplorato da Ratzel quello della geografia politica. Loggetto geografico in questo caso lo stato visto in chiave organicistica e evoluzionistica. Lampliarsi e il restringersi della superficie territoriale sono visti come indicatori di sviluppo e di regresso di un popolo. In questo assunto ci sono le premesse per quel concetto di spazio vitale che diventer la struttura portante della geopolitica tedesca. In Francia e nei paesi anglosassoni gli ultimi decenni dellottocento e i primi del novecento sono contrassegnati da una crisi delle concezioni positivistiche e nello sviluppo di correnti filosofiche neoidealiste. In questo clima culturale anche la geografia attraversa un travaglio critico che favorisce una reazione alle rigide interpretazioni deterministiche. Si deve a Vidal De La Blanche lintroduzione di una visione storica dei fatti geografici. Secondo questa nuova concezione chiamata possibilismo non pi solo lambiente a determinare il comportamento umana ma luomo stesso che come oni altro fattore geografico interviene continuamente sul territorio e lo modifica secondo le sue capacit tecnologiche e i supoi interessi economici. Lambiente non ha valore assoluto e la natura esprime solo vincoli insuperabili ma da delle possibilit tra le quali luomo sceglie. Si delinea cos quello che sar lindirizzo di fondo della geografia umana classica la quale nellinterpretazione del rapporto ambiente societ attribuisce peso prevalente alla cultura e alla storia. Il determinismo aveva supposto lesistenza di un rapporto unidirezionale, lil possibilismo ipotizzava un rapporto bidirezionale composto da impulsi che provengono dallambiente sia dalle comunit umane. Questa concezione ha portato allo sviluppo di tre fondamentali temi di studio: il paesaggio, la regione e il genere di vita. Il paesaggio inteso come linsieme dei elementi distintivi e caratterizzanti di un territorio. Il genere di vita linsieme dei comportamenti abituali di un gruppo umano, il modo di organizzarsi e ottenere dallambiente il proprio sostentamento la reazione tra le tante possibili adottato dal gruppo sulla base delle proprie esigenze storiche e sociali come risposta agli stimoli amebntali. La regione larea di estensione di uno o pi paesaggi complementari. I meriti della geografica possibilista stanno nella sua capacit descrittiva: la ricerca del carattere individuale di una regione e del genere di vita.il determinismo viene ripreso negli anni venti, dai geografi tedeschi che lo connotano di implicazioni politiche e ideologiche.nasce cos in Germania la Geopolitik una dottrina pi politica che geografica sui concetti di razza e di spazio vitale dei popoli. Di quellevoluzione distorta protagonista il geografo tedesco Haushofer che rivendica la riunificazione della Deuthschland come unit morfologica linguistico culturale e di razza.La rivoluzione quantitativa e la new geographie.La storia recente del pensiero geografico stata segnata dalla comparsa di nuove geografie come conseguenza delle trasformazioni degli schemi del pensiero scientifico e dalladozione di nuovi paradigmi. Verso la fine degli anni cinquanta e linizio degli anni sessanta si origin un nuovo approccio in ambito anglosassone che si fondava su un nuovo positivismo che escludeva qualsiasi problema metafisico. Questo orientamento si basa sul funzionalismo: lanalisi si focalizza sulle strutture del funzionamento di una regione dalle quali poi si cerca di ricavare le leggi generali. Di conseguenza non sono pi prese in esame sole le relazioni verticali che intercorrono tra luomo e la natura ma anche le relazioni orizzontali che intercorrono tra luoghi e aree diverse dovute a interrelazioni tra diversi gruppi umani, alla produzione e alla scambio di merci e delle informazioni o alla organizzazione politica, studiate su base territoriale tenendo conto delle differenze nello spazio. Si cos attuata la trasformazione della geografia come scienza dei luoghi ad analisi spaziale. Questo nuovo corso della geografia noto come New Geographie si basa sullintroduzione di teorie e modelli matematici e sullo spostamento dal metodo induttivo a quello deduttivo. La geografia classica una scienza idiografica ovvero delle peculiarit rivolta allidentificazione delloriginalit dei diversi luoghi per descrivere e riconoscere lindividualit regionale, la rivoluzione della nuova geografia sta nellutilizzo del metodo deduttivo che procede in senso opposto da una teoria generale si discende al particolare secondo una logica nomotetica rivolta appunto alla ricerca di leggi generali che tende per alla generalizzazione. A questo sviluppo si collega anche lutilizzo della tecnologia informatica. Numeri e statistiche sono utilizzati per costruire schemi concettuali e modelli spaziali che riproducono la realt con lo scopo di giungere alla sua comprensione: ed questa che stata definita rivoluzione quantitativa. Recentemente la geografia quantitativa stata arrichita dalla concezione sistemica basata su concetti definiti in biologia e economia. Un sistema definito conme un insieme che funziona come un intero a causa dellinterdipendenza delle sue parti. Nei sistemi complessi lacquisizione della conoscenza e della comprensione dei fenomeni complessa perch sono molteplici le variabili di cui tenere conto. Le geografie radicaliNel corso degli anni sessanta il mondo occidentale stato scosso da profonde inquietudini sociali e politiche che investirono anche il mondo della scienza. Non soltanto furono rigettati i modelli e le formule matematiche ma fu criticato lintero ottimismo scientifico neopositivista. Fu contestato il mito della scienza neutrale e si fece strada la necessit di indirizzare la ricerca anche verso obiettivi sociali. Queste critiche hanno portato alla nascita delle geografie cosiddette radicali. Le teorie marxsiste in campo economico e sociale hanno avuto un effetto prolungato anche sugli studi geografici. Nellex unione sovietica il rapporto tra marxsismo e geografia si svilupp nellambito dellanalisi economica del territorio legata alla necessit della pianificazione centralizzata che si manifestava nei piani di trasformazione del territorio. In occidente gli studi di questa corrente si concentrarono sulla critica del sistema capitalistico e dei suoi riflessi territoriali. Col disfacimento dellunione sovietica e la penetrazione dei principi del liberalismo economico in paesi comunisti molte delle certezze ideologiche vennero meno e lipostazione geografica ad esse legata perse vigore. Lintroduzione in geografia della dimensione psicologica e il recupero dellesperienza personale porta al nascere della geografia della percezione. Questa innovazione ha aperto un interessante dibattito che ha portato i geografi ad ampliare gli interessi verso settori disciplinari come psicologia e semiotica. La relazione antipositivista ha ispirato anche unaltra corrente della geografia radicale la geografia umanistica. Punto centrale di questa corrente di studi il disconoscimento della oggettivit della conoscenza del territorio e dellambiente. La conoscenza considerata possibile solo attraverso la propria esperienza. La geografia umanistica ha trovato un suo posto nellambito della geografia culturale. I limiti di questa concezione stanno nel pericolo di un estremismo che potrebbe elaborare una serie di geografie personali senza collegamento con la realt degli altri. Unultima variet delle geografie radicali la corrente di pensiero che si rif al postmodernismo filosofico. I postmoderni mettono sotto accusa i fondamenti della scienza e della filosofia tradizionale. La realt solo un costrutto mentale. Non esistono dunque verit oggettive esterne allattivit mentale ma solo versione diffuse da gruppi politici dominanti. Per capire il presente i postmoderni tendono dunque a decostruire la realt. Questo movimento insierito nel movimento New Age porta ad assegnare lo stesso valore di spiegazione del mondo sia alla cultura scientifica che alle spiegazioni mitologiche focloristiche ed anedottiche.La questione ambientaleLe recenti spinte di ampliamento del campo della ricerca geografica vengono dalle tematiche ambientali. Londa dellecologismo da mezzo secolo ha coinvolto il pensiero geografico che ha dedicato ampie risorse allanalisi degli impatti ambientali e delle alterazioni degli ecosistemi. Il problema ecologico si prepotentemente imposto allattenzione pubblica con laggravarsi dei problemi di degrado ambientale. Per secoli luomo ha modificato lambiente ma le trasformazioni operate negli ultimi decenni non hanno eguali nel passato e per la prima volta si ci resi conti dei pericoli di queste azioni e delle loro retroazioni. Quando nella met del 900 divennero evidenti gli effetti delle alterazioni ambientali i geografi rivolsero la loro attenzione alle strutture che sorgono sul territorio per effetto dellespansione delle industrie, delle citt e delle relazioni economiche internazionali. Il rapporto tra societ ed ambiente sempre stato al centro della geografia tradizionale. La geografia positiva descrive il comportamento umano e ambiente attraverso il binomio causa-effetto, in funzione del paradigma della meccanica razionale ereditato dal metodo cartesiano. Ma il determinismo fisico o ambientalismo non sfiora alcun tema dalle implicazioni ambientali delle attivit umane. Unimportante eccezione costituita da George Marsh un grande ecologo ante litteram. La sua opera Man and Nature del 1864 precorreva le teorie odierne e tuttora stupisce per la sua attualit. Molte delle problematiche ambientali odierne erano gi bene note allepoca eppure lecologismo umanistico della geografia possibilista non fu capoce di mettere a fuoco lattenzione sulle alterazioni dellambiente provocate dalla societ paleoindustriale prima e neoindustriale poi. Solo di recente lecologia stata recuperata in geografia. Ed uno dei suoi punti cardine. La rappresentazione dello spazio: la cartografiaBreve storia della cartografiaEvo Antico e MedioevoLesigenza di rappresentare in piano la disposizione dei luoghi e degli elementi topografici della superficie terrestre ha accompagnato i primordi della civilizzazione. Fin dai tempi pi remoti i documenti cartografici hanno risposto a due esigenze diverse: la raffigurazione del mondo e di territori lontani, la rappresentazione dellambito territoriale pi ristretto in cui quotidianamente si vive. Nel primo caso la carta riflette il livello di conoscenze geografiche acquisite dalla comunit ed esprime la filosofia del mondo elaborata dalla societ. Nel secondo caso la carta risponde a funzioni pratiche. Un esempio della prima di queste esigenze gi rintracciabile in reperti della civilt mesopotamica che ha lasciato alcuni delle pi antiche testimonianze cartografiche incise su tavolette di argilla. Incisi sempre su tavolette di argilla troviamo anche esempi collegati alla seconda esigenza: si tratta di mappe egiziane riportanti la suddivisione dei campi e lindicazione dei rispettivi proprietari, e la planimetria della citt di Nippur risalente a 1500 anni ac. Per lo stesso scopo altri popoli si sono serviti dei pi svariati materiali. La civilt dellantica Grecia rappresenta un periodo fondamentale per levoluzione della cartografia, in quanto fertile di elaborazioni filosofiche e applicazioni matematico astronomiche, di viaggi e scoperte che allargarono notevolmente i confini del mondo conosciuto. Alla fine del quarto secolo ac le osservazioni dei corpi celesti condussero a dedurre che la terra avesse la forma simile a una sfera. Gli antici greci percepivano il modno diviso in tre parti: Europa, Asia, Africa. Gli esploratori si erano spinti fino alle coste del Mar Caspio e conoscevano bene il Mediterraneo. Lidea di tre continenti separati sopravvisse a lungo e venne trasmessa intatta ai Romani a da loro ai monaci medievali. Nelle prime carte disegnate dai Greci tra cui quelle di Anassimandro di Mileto e di Ecateo la terra prendeva la figura di un cerchio in cui un anello periferico di acque loceano circondava le terre emerse. La necessit di determinare la posizione delle localit rispetto a un sistema prefissato trov la sua prima applicazione nella cartografia di Dicearco da Messina che disegn una carta in cui compariva un asse di riferimento in senso est-ovest che toccava alcuni luoghi posti alla stessa latitudine. Eratostene filosofo matematico e geografo vissuto nel terzo secolo ac perfezion questo sistema arricchendolo di diverse rette ortogonali poste a distanze ortogonali coincidenti coi paralleli e i meridiani che passavano per alcune localit aventi posizione nota. Tali linee servivano a fissare la posizione degli altri luoghi a seconda delle distanze dai punti noti e costituivano un vero e proprio reticolo geografico di riferimento. In epoca romana il sapere cartografico e geografico fu indirizzato alle esigenze pratiche. A questi fini rispondevano gli itineraria picta vere e proprie carte stradali di cui abbiamo un celebre esempio nella Tabula peutingeriana. Claudio Tolomeo considerato il pi grande geografo dellantichit. Attivo nel secondo secolo fu autore di una raccolta di carte di tutto il mondo allora noto. Della cartografica tolemaica fa parte anche un planisfero che reca hai margini la graduazione dei meridiani e dei paralleli e che indica il reticolo geografico. Le carte di Tolomeo erano molto particolareggiate e si estendevano per unarea geografica assai vasta ma presentavano alcuni errori che avrebbero avuto pesanti conseguenze nella cartografia successiva. Nel mondo medievale la cartografia segu il declino della cultura romana e riprese solo dopo alcuni secoli grazie lopera dei monaci. Le carte medievali anteriori al trecento si trovano inserite in codici contenenti opere di scrittori latini o in scritti teologici e religiosi: il loro scopo era quello di dare una raffigurazione alle terre e ai mari il pi possibile aderente alle sacre scritture. Il risultato su la stesura delle carte dette T in O. Le carte erano orientate con lest verso lalto nella direzione dove si supponeva si trovasse leden e il tratto verticale della t era rappresentato dal Mediterraneo mentre quello orizzontale era individuato con la direttrice del fiume Don assunto come confine tra Europa e Asia.Carte nautiche e nascita della cartografia scientifica.Ai primi del trecento comparve in Italia un tipo di carta particolare: le carte nautiche. Erano carte disegnate su pergamena e riproducevano una linea di costa accompagnata da una fitta nomenclatura di porti approdi e punti caratteristici. Per favorire la navigazione e luso della bussola da poco introdotta in Europa le carte nautiche riportavano tutta una serie di rette irradiatesi da un solo punto che rappresentavano le direzioni della rosa dei venti. Queste carte sono talvolta chiamate erroneamente portolani dal nome delle descrizioni della costa che riportavano dati sulle distanze tra i vari porti e sulle direzioni delle rotte di navigazione. La riscoperta della cartografia tolemaica nel quattordicesimo secolo ritorn a dare un fondamento scientifico e matematico alla cartografia con luso di un reticolato geometrico disegnato in base a proiezioni assai semplici. Lepoca della grandi scoperte geografiche gett le basi per la formazione ella cartografia moderna. Il cinquecento fu il secolo doro della cartografia e la produzione divenne oggetto di commercio internazionale. Si cominciarono ad effettuare rilevamenti topografici regolari per incarico di autorit pubbliche. Il geografo Mercatore concep per primo la realizzazione delle carte di tutto il mondo raccolte in un atlante. Famoso fu il suo planisfero costruito nel 1569 in base ad una nuova proiezione da lui stesso ideata e che da lui ha preso il nome. La nascita della cartografia moderna procedette di pari passo con una pi esatta definizione della forma e della dimensione della terra. Determinazioni astronomiche delle coordinate geografiche ed estese triangolazioni diedero vita nel settecento alla cartografia geodetica. Questi progressi trovarono il loro pieno sviluppo nellottocento. Nellultimo secolo la cartografia ha presentato ulteriori innovazioni delle quali le pi importanti sono il rilevamento topografico col metodo aerofotogrammetrico e col telerilevamento.

Le carte geograficheDefinizione e scalaLa carta geografica una rappresentazione grafica della superficie terrestre in piano, ridotta, approssimata e simbolica. La carta ridotta rispetto alla realt per evidenti motivi di grandezza; approssimata per limpossibilit di rappresentare su un piano la superficie curva senza incorrere in deformazioni pi o meno grandi; simbolica in quanto vi si fa uso di numerosi segni convenzionali. Queste tre caratteristiche danno origine ad altrettanti elementi fondamentali delle carte geografiche: la scala, le proiezioni e il simbolismo. Per rappresentare una qualsiasi regione della terra sua una carta occorre ridurne le proporzioni. La scala numerica esprime il rapporto tra la distanza sulla carta e la corrispondente distanza sulla superficie terrestre. La scala numerica spesso accompagnata o sostituita da un segmento graduato: scala grafica, lungo alcuni centimetri suddiviso in trattini con indicata le corrispondenti lunghezze reali. Poich la scala un rapporto quanto pi grande il denominatore tanto pi piccolo il valore della frazione quindi della scala e tanto pi esteso il territorio rappresentato. Pertanto nel linguaggio geografico si parla di piccola o piccolissima scala in riferimento a mappamondi e planisferi, mentre con espressioni come grande o grandissima scala si ci riferisce alle carte topografiche. In base alla scala le carte vengono classificate in vario modo.a. Piante e mappe: le carte con scala 1:10000 ovvero a grandissima scala sono usate per rappresentare citt, piante, o aree rurali, mappe. Riportano anche i pi piccoli dettagli.b. Carte topografiche: dal greco topos: luogo. Sono carte con scala compresa tra 1:10000 e 1: 200000. Consentono una rappresentazione particolareggiata di aree ridotte con grande ricchezza di dettagli. In questa categoria rientrano le carte topografiche realizzate dallIstituto Geografico Militare.c. Carte corografiche o regionali: dal greco chora: regione. Hanno scala media tra 1: 200000 e 1: 1.000.000. coprono una superficie piuttosto vasta per esempio una regione o uno stato dalle dimensioni contenute.d. Carte generali o geografiche in senso stretto: le carte con scala inferiore a 1: 1.000.000 possono rappresentare vaste superfici. Sono queste le tipiche carte degli atlanti.e. Mappamondi o planisferi: con scala piccolissima, generalmente inferiore a 1: 30 milioni, rappresentano l0intera superficie terrestre su un piano.Il passaggio da una scala a unaltra non implica solo un semplice ingrandimento o rimpicciolimento. La ricchezza di particolari di una carta dipende dalla scala e dalla finezza del disegno la quale subordinata alluso a cui destinata.Le proiezioni geograficheIl modo matematicamente pi esatto di rappresentare in scala la superficie terrestre o parti di essa certamente quello di utilizzare un globo. Ma un globo ha comunque dimensioni limitate. Un sistema quello di sostituire i mappamondi con le carte geografiche. Il sistema richiede ua serie di accorgimenti e comporta inconvenienti. Il trasferimento si compie secondo diverse regole geometriche o convenzionali: le proiezioni geografiche. Nessuna proiezione in grado di consentire una trasposizione priva di deformazioni. La scelta della proiezione va legata alla scala e alle finalit della carta. Le deformazioni sono massime relativamente alle scale pi piccole e in particolare nei planisferi dove rappresentata in piano tutta la superficie terrestre. Le proiezioni possono essere distinte in base alle loro qualit:a. Equivalenti: quando il reticolo geografico costruito in modo tale da mantenere le superfici sulla carta proporzionali a quelle reali.b. Equidistanti: quando la rete disegnata in modo da conservare le distanze sulla carta in proporzione a quelle reali. In realt non si possono costruire proiezioni nelle quali i rapporti delle distanze siano rispettati in tutti i sensi ma solo lungo le linee fisse. c. Isogone o conformi: quando paralleli e meridiani sono tracciati in modo da mantenere inalterati gli angoli. Le proiezioni conformi sono molto utilizzate nella navigazione e lesempio pi famoso la proiezione di Mercatore.Le proiezioni non permettono di mantenere contemporaneamente tutte e tre queste propriet.Le proiezioni vere sono ottenute mediante norme geometriche e matematiche: si trasporta il reticolo geografico sopra una superficie piana tangente o secante il globo terrestre seguendo un principio geometrico ben definito. Le proiezioni vere si distinguono in: proiezioni di sviluppo e proiezioni prospettiche.Proiezioni di sviluppo: si basano sul principio di proiettare la superficie sferica sulla superficie di un solido; cilindro o cono, tangente o secante alla sfera. Nelle proiezioni cilindriche si avviluppa la sfera con un cilindro tangente allequatore o secante lungo due paralleli equidistanti dallequatore e si proiettano meridiani e paralleli sulla superficie interna del cilindro. Sviluppando il cilindro si ottiene un piano rettangolare nel quale rappresentata tutta la Terra. Paralleli e meridiani sono rettilinei e si intersecano ad angolo retto. La Proiezione di Mercatore presuppone di proiettare la superficie della terra sulla superficie interna di un cilindro tangente alla Terra lungo lequatore. Si ottiene cos un reticolo dove i meridiani invece che convergere verso i poli rimangono costantemente tra loro paralleli ed equidistanti. Per ovviare alle crescenti deformazioni nelle alte latitudini i paralleli teoricamente equidistanti tra loto sono via via maggiormente distanziati, con questa proiezione le regioni settentrionali appaiono enormemente ampliate rispetto alla loro superficie reale. La proiezione di Mercatore ha il vantaggio di essere isogono ovvero di mantenere costanti gli angoli. Su di essa la rotta che percorre una nave o un aereo che viaggia con lo stesso angolo di rotta una linea retta detta: linea lossodromica quella linea cio che taglia i meridiani sempre con lo stesso angolo. Nelle proiezioni coniche si sviluppa la superficie terrestre sul piano della superficie laterale di un cono retto tangente alla sfera secondo un determinato parallelo. In questa proiezione di paralleli sono archi di circonferenze concentriche e i meridiani sono rette convergenti al polo. Con queste proiezioni si pu rappresentare un solo emisfero alla volta.Le proiezioni prospettiche sono quelle che sviluppano la superficie terrestre sopra un piano. Si distinguono tra loro secondo due caratteristiche. La prima data dal punto di tangenza tra la superficie sferica e il piano di proiezioni. In base a questa posizione le proiezioni vengono definite: equatoriali, polari od oblique. La seconda caratteristica data dal punto di origine della proiezione che pu essere posto al centro della terra, allinfinito o in un qualunque punto della superficie.Le proiezioni convenzionali derivano dalle proiezioni vere senza per seguire rigorosamente i principi geometrici ma ricorrendo ad artifici per ottenere determinati scopi. Sono oggi le proiezioni pi usate perch consentono di contemperare gli errori e fornire buone rappresentazioni.I simboli cartografici.La carta geografica una rappresentazione simbolica poich sia gli oggetti che altri fenomeni sono rappresentati per mezzo di segni grafici convenzionali con valore semantico prestabilito. Nella scelta dei simboli da usare si da la preferenza a quelli che possono evocare gli aspetti reali degli oggetti o dei fenomeni da rappresentare in modo da facilitare la lettura della carta. Una delle difficolt principali quella di rappresentare in piano la struttura plastica dei terreno ovvero la morfologia del rilievo. Fino al settecento questo problema era ovviato con una rappresentazione semplicistica il cosiddetto mucchio di talpa. Una rappresentazione geometrica del rilievo comincia ad apparire sul finire del Settecento. la tecnica del tratteggio tracciato lungo la linea di massima pendenza in base a una scala preordinata. Si ottiene cos leffetto ottico di una certa plasticit del rilievo. Luso delle isoipse oggi il metodo universalmente adottato, almeno nella cartografia a grande scala. Certamente quello pi preciso scientificamente. Richiede la conoscenza dellesatta quota altimetrica di un gran numero di punti. Le curve si ottengono dalla proiezione sulla carta delle linee di intersezione tra il rilevo e una serie di piani orizzontali che si immaginano attraversare il rilievo ad altezze prestabilite. La distanza tra le curve di livello costante ed detta equidistanza. Le isoipse risultano pi o meno ravvicinate a seconda dellinclinazione del pendio. Lequidistanza non costante in tutte le carte ma dipende dalla scala. Sulle carte a piccola scala come gli atlanti si preferisce associare alla curve di livello luso di tinte altimetriche.Il reticolo geograficoDeterminare con esattezza la posizione di un punto sulla superficie terrestre sempre stata una necessit. Solo da pochi secoli stato adottato un sistema internazionale che utilizza in pratica il principio gi delineato dai Greci ovvero un reticolo di riferimento. Si tratta di un espediente matematico che individua un punto in relazione a un sistema di coordinate cartesiane adattato alla forma sferica della terra. Ne derivato il reticolato geografico dei meridiani e dei paralleli costruito a partire da due assi fondamentali facilmente determinabili: lasse di rotazione della Terra passante per i poli, e lequatore il cui piano taglia lasse terrestre nel suo punto centrale. Allontanandosi dallequatore i paralleli sono sempre di minore lunghezza fino ai poli in cui sono semplici punti. I meridiani sono cerchi immaginari che passano per i poli e sono perpendicolari allequatore nonch tutti uguali fra loro. Nelluso pratico ciascun meridiano un semicerchio a da luogo a delle linee di direzione nord-sud. I meridiani sono tutti uguali tra loro e sono numerati a partire da quello che passa per losservatorio astronomico di Greenwich. Tutti i punti situati su uno stesso meridiano sono caratterizzati dallavere la medesima ora astronomica. Il reticolo geografico permette di assegnare a ciascun punto della tessa le rispettive coordinate geografiche denominate latitudine e longitudine. Si tratta di coordinate angolari che vengono espresse in gradi, primi e secondi. La latitudine la distanza angolare di un punto dallequatore e si misura lungo larco di meridiano che passa per il punto dato. Per individuare la latitudine basta misurare laltezza angolare della Stella Polare rispetto allorizzonte. La longitudine la distanza angolare di un punto dal meridiano fondamentale, misurata lungo larco di parallelo che passa per il punto stesso. Rappresentazioni cartograficheLa carta topografica. Le operazioni necessarie per costruire una carta topografica sono lunghe e complesse e sono degli specialisti ad occuparsi della preparazione. Attualmente la tecnica topografica ha raggiunto notevole precisione e semplificazione grazie alluso di fotografie aeree o da satellite. La copertura cartografica dellItalia fu avviata dopo lUnit a cura dellI.G.M.. elemento fondamentale la carta geografica dellintero territorio nazionale in scala 1: 100.000. per realizzarla lItalia stata suddivisa in 278 fogli contrassegnati da un numero progressivo e dal nome delloggetto geografico pi rilevante. La scala non per sufficiente per molte ricerche di dettaglio perci ciascun foglio stato ulteriormente suddiviso in 4 quadranti a scala 1: 50.000 e ciascun quadrante in 4 tavolette con scala 1: 25.000. le tavolette sono indicate oltre che dal numero del foglio e del quadrante corrispondente con lindicazione dei punti cardinali e del nome della localit principale. Per rappresentare i vari oggetti geografici la carta ricorre ad una serie di segni convenzionali di cui viene data spiegazione nella legenda ai margini della carta. Foto aeree e telerilevamento.Linvenzione della mongolfiera ha offerto alluomo la possibilit di vedere dallalto porzioni sempre pi estese di territorio. con la prima guerra mondiale che la aerofotogrammetria ovvero la compilazione di carte mediante linterpretazione di fotografie scattate dallalto trova la sua sistematica applicazione e sostituisce le tradizionali operazioni di triangolazione del terreno e della levata topografica. Con queste operazioni loperatore misurava le distanze e le altezze dei punti contenuti in ogni triangolo in cui era suddiviso il territorio e ne trasportava sulla carta gli elementi mediante simboli. Oggi i cosiddetti rilievi aerofotogrammetrici sono sottoposti al procedimento di restituizione che ha lo scopo di tradurre le informazioni contenute nella fotografia aerea e di consentire di disegnare una minuta carta. Con opportuni procedimenti di foto interpretazione si possono cos desumere informazioni circa luso del suolo, lo stato della vegetazione, lesistenza di antiche strutture Al rilevamento aereo si aggiunto il telerilevamento mediante satelliti artificiali. Posti in unorbita sincronizzata con la rotazione terrestre in modo da godere sempre di una illuminazione uniforme della superficie da fotografare, dotati di sensori. Lobiettivit delle carte geografiche.Lobiettivit delle moderne rappresentazioni cartografiche normalmente data per scontata. La storia della cartografia occidentale tende a confermare questa pretesa. In realt tutte le carte incorporano assunti e convenzioni proprie delle societ e degli individui che le hanno prodotte. Queste influenze appaiono ovvie nelle mappe antiche tendono per a passare inosservate nelle carte dei tempi moderni. Solo la consapevolezza delle omissioni e delle distorsioni che qualsiasi riduzione cartografica comporta permette di ricavare un senso pieno delle informazioni che esse contengono. Le carte del diciottesimo e diciannovesimo secolo presupponevano interessi commerciali e politici degli stati europei. Il nord posto in alto, la longitudine parte dal meridiano di Greenwich e le carte sono centrate sullEuropa occidentale. La versione del mondo che ne desumiamo centrata sullEuropa. Ogni carta in realt soggettiva. Questa la contraddizione intrinseca a ogni carta geografica. Occorre quindi che le carte siano esplicite riguardo alle scelte fatte tra i molti insiemi di dati disponibili e tra i vari modelli di rappresentazione. Grande interesse hanno perci suscitato i lavori di Peters e Robinson. La proiezione di Peters nasce come reazione ai limiti della proiezione di Mercatore che pur avendo favorito la navigazione stata accusata di favorire leurocentrismo e il colonialismo. Secondo Peters la proiezione distorce il mondo a vantaggio dei paesi colonialisti. Perci Peters ha realizzato una carta rivoluzionaria allo scopo di superare tutte le ideologie e promuovere un atteggiamento di solidariet e di uguaglianza delle nazioni. La proiezione di Peters genera un planisfero che ha il pregio di essere fedele alle superfici. Il contorno dei paesi molto inconsueto e diverso da quello della cartografia tradizionale ma assegna ad ogni paese la sua esatta dimensione. Pi interessante la proiezione proposta nel 1974 da Robinson che ha generato un planisfero utilizzato prima dalla National Geographic e poi adottato ufficialmente dagli Stati Uniti. La caratteristica peculiare di questa proiezione quella di non rispettare nessuna delle classiche regole della cartografia. La carta attua un compromesso equidistante fra le tre condizioni tradizionali di equivalenza, equidistanze e isogonia. Ne deriva che le deformazioni presenti in modo pi o meno marcato nelle varie proiezioni tradizionali vengono meglio distribuite in modo che la Terra abbia una rappresentazione comprensibile e soddisfacente dal punto di vista estetico, che non favorisce o penalizza nessuna zona anche se meno rigorosa delle proiezioni matematiche tradizionali.Carte tematiche e cartogrammi Generalmente si soliti applicare una distinzione tra carte geografiche di base e carte tematiche. Le prime privilegiano gli elementi maggiormente stabili e costanti del territorio: orografia, idrografia, confini, centri abitati. Le seconde molto diffuse e di grande utilit sia scientifica che didattica rappresentano uno o alcuni fenomeni specifici. Le carte tematiche permettono una percezione immediata dei fenomeni, della loro intensit e distribuzione. Si differenziano in base a molti parametri. In base ai temi trattati si possono distinguere le carte tematiche in geologiche, geomorfologiche, climatiche, etniche, economiche, politiche oppure si pu fare il riferimento alle modalit tecniche di rappresentazione. Secondo questo criterio si possono distinguere le carte tematiche in qualitative e quantitative. Sono carte tematiche qualitative quelle in cui viene rappresentata una qualit del fenomeno non numerica. Si tratta di rappresentare lareale di un fenomeno. Il segno pi semplice per indicare lareale quello di tracciare una linea limite dellarea. Ma il pi delle volte le campiture sono evidenziate e differenziate per mezzo di colore e tratteggi. Sia i colori che i tratteggi sono scelti in modo da richiamare il fenomeno rappresentato. Nelle aree in cui due situazioni si mescolano si ricorre ad artifizi. Le carte tematiche quantitative sono quelle che rappresentano la distribuzione di una variabile quantitativa assoluta o relativa. Per i fenomeni che hanno una distribuzione per punti si utilizza un segno cartografico puntiforme. In questo caso non si coglie dalla carta lesatto valore quantitativo del fenomeno ma solo il suo ordine di grandezza. Per i fenomeni di flusso si utilizza un nastro di larghezza proporzionata allintensit del fenomeno. La rappresentazione di fenomeni quantitativi aventi estensione areale continua pu essere effettuata mediante un sistema di punti. La carta che ne risulta molto efficace perch lascia intuire leffettiva localizzazione e le zone di addensamento. Un altro sistema molto pratico e molto utilizzato il cartogramma soprattutto quando i dati disponibili si riferiscono a unit amministrative. Il cartogramma a mosaico costituito da una carta di fondo che riporta i confini amministrativi o politici della regione in esame. A ciascuna unit amministrativa attribuito un colore o un tratteggio in base alla classe di intensit che il fenomeno rappresentato assume in quellarea. Il cartogramma a mosaico non si addice a rappresentare valori assoluti ma classi di ampiezza. Un limite deriva dal fatto che si assegna a tutta lunit amministrativa un valore medio che pu anche discordare con lintensit del fenomeno nelle singole parti. Un altro metodo molto efficace per rappresentare i fenomeni quantitativi quello di tracciare una carta delle isolinee cio delle linee che uniscono i punti in cui si ha lo stesso valore del fenomeno preso in considerazione. Le isoipse ne sono un caso particolare. Anche le profondit marine sono rappresentate da isolinee che sono chiamate isobate. Diagrammi e istogrammi. Esistono altri mezzi di rappresentazione grafica dei fenomeni che sono utilizzati da discipline come la statistica, leconomia la demografia. Sono strumenti di grande efficacia perch permettono di prendere visione immediata dellandamento di un fenomeno nel tempo nello spazio o rispetto ad altre variabili. Per rappresentare le variazioni di un fenomeno nel tempo il metodo pi semplice quello del diagramma cartesiano. Sullasse delle ascisse normalmente indicato il tempo mentre sullasse delle ordinate indicata lintensit del fenomeno. Il diagramma risulta essere una linea spezzata formata da tanti segmenti a diversa inclinazione: quanto pi forte linclinazione tanto pi elevato lincremento. Allo stesso scopo si possono utilizzare anche gli istogrammi a colonne, dove sono allineate tante colonnine di uguale larghezza ma di altezza proporzionale ai valori da rappresentare. Ogni colonna pu a sua volta essere suddivisa in parti distinte proporzionali alle componenti dei fenomeno. Un particolare tipo di istogramma costituito dalle piramidi delle et utilizzate per rappresentare la struttura per sesso e per et della popolazione. Esse differiscono da un normale istogramma solo per la loro inclinazione e per la presenza di due diagrammi affiancati. Per raffigurare la ripartizione di un fenomeno in un dato momento sono efficaci gli aerogrammi che possono avere varie forme generalmente forme geometriche piane la cui superficie proporzionale allintensit del fenomeno nei vari luoghi. Un aerogramma di facile comprensione lideogramma. Un particolare tipo di aerogramma costituito dal diagramma circolare detto a torta la cui superficie proporzionale al dato complessivo da rappresentare ed poi suddivisa in settori circolari di ampiezza angolare proporzionale alle componenti.