giorgio antonucci — il telefono viola

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Giorgio Antonucci, medico, nel

1969 ha lavorato con Basaglia

all'Ospedale psichiatrico di

Gorizia e dal 1973 si e dedicatoallo smantellamento dei reparti

manicomiali di lungodegenti negli

Istituti di Imola, dove tuttoralavora. E autore, tra I'altro,

de Il pregiudizio psichiatrico

(EJeuthera, 1989), La nave del

paradiso (Spirali- Vel, 1990) e

Contrappunti (Sensibili alle

foglie, 1994).

Alessio Coppola, laureato in

filosofia, e impegnato nel

volontariato laico contra

I'emarginazione sociale fin dal

1967, prima nel Nordest del

Brasile e poi in ltalia. E fondatore

del CEU (Centro di Ecologia

Umana) di Legambiente e del

TELEFONO VIOLA di Roma.

ISBN 88-85861-60-1

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G IORG IO ANTONUCC I E ALESS IO COPPO LA

IL TELEFO NOV IOLA

C O N T R O I M E T O D I D E L L A P S IC H IA T R IA

eleuthera

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© 1995 Giorgio An tonucci, A le ss io Coppo la

e d Editric e A coop. se zione E le uth era

Coper tina: Gruppo Ar tig ia no Ric er che Vis ive

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INDICE

PARTE PRIMA

Pensieri sulla morale dei costumi

di Giorgio Antonucci

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PARTE SECONDA

L'esperienza del Telefono Viola

di Alessio Coppola

35

I. Davide contro Golia

II. II mostro di Imola

III. Valerio Valdinoci ora cammina

IV. Ecologia umana e psichiatria a confronto

V. Fabio N. contro la persecuzione scientifica

VI. Marisa Giupponi 0Giuseppe Mazzini

VII. Tiziana P., una diversa per l'elettroshock

VIII. Carlo Rellini sotto i grappoli mortali

IX. Cosa fare. Rui Barbosa dove sei?

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APPENDICE

Riappropriamoci dei sintomi. Riflessioni

sui Telefono Viola di Bologna

di Noemi Bermani

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Riferimenti bibliografici

La rete del Telefono Viola

1 5 3

1 5 9

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PARTE PRIMA

PENSIERI SULLA MORALEDEICOSTUMI

diGiorgio Antonucci

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Com via, tu che vieni dalla oscurita .

Papiri magici egiziani, 1700-1600 circa a.C.

P are o pp ortu no d oman darsi co sa sig nifica sag gezza S olamen tedopo si potra le gittimamen te rifle tte re , se n ec es sa rio , su i c once tti esu i p ro blem i d ella follia , per arriv are, in fin e, a d iscu tere d ella pre-se nza so cia le d eg li p sic hia tri, c on Ie lo ro sp ecific he d ottrin e e i lo ro

pa rt ico la ri metod i d i in te rven to .Di reg ola si cia p er sco ntato , come fo sse u n d ogma relig io so , ch e

vi sono persone sagge e altre no, e si cia pure per scontato che lasap ien za med ica p ossa distin gu ere Ie p rim e d alle seco nd e, p er altrocon decisioni m olto estem poranee e veloci, e con provvedim entid ra stic i p ieni d i p reoc cupanti e dura tu re c on seguenze . Anzi, l'inter-v en to d el p are re d ella p sic hia tra p re giu dic a in o gn i ca so ilfu tu ro delsu o p azien te e n on certo in modo utile e vantaggioso . O gnuno sem -b ra p iu 0meno d ispon ib ile a la sc ia re a gli sp ec ia lis ti la c ustodia d ella

propria ipotetica saggezza, e pare autorizzare di buon grado unpotenz ia le c on tro llo rig oro so del p roprio p en sie ro e del p roprio c om-po rtamento a ll'in temo della do ttr in a soc ia le dei cos tumi.L a distinzione tra saggezza e non saggezza riguarda ogni

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m om enta della vita dell'uom o, dal grem bo m aterno fino alIa m orte,e coivolge la vita sociale in tu tti i suoi aspetti, condizionando anche i

tribunali e I'applicazione della legge, per la possibilita del c ittadino

di essere considerato capace 0 non capace di intendere e di volere ed i c on se gu en za re sp on sa bile 0 no di fronte ai re ati. In somma I'in te rastru ttura sociale e condizionata dal pensiero psichiatrico e anraversa-

ta d alle su e con seg uenze.

Secondo la scienza ufficiale il cervello sarebbe sana solo se e

quando rispetta i costurn i e le convenzioni della trad izione di ogni

societa costitu ita e specificam ente organizzata . E ogni differenza -anche solo di m odo di sentire - sarebbe effetto fastid ioso e preoccu-

pante di intrinseca disfunzione organica 0 psicologica del cervello . II

controllo e la coercizione che ne viene su ognuno di noi e p iu sottilee efficace di qualunque possibilita d iversa si voglia per ipotesi

immaginare.

M a per torn are al problema che ci siamo posti, che cosa vuol d iree che cosa significa saggezza? E un problem a filosofico, etico ,

mo ra lis tic o, p olitic o 0 sem plicem ente pratico? 0 vi sono im plicatitu tti i problerni del pensiero e della convivenza? E come nasce il

co ncetto d i fo llia?

Si deve dire prim a di tu tto che la ricchezza dell'inventiva um anae la varieta delle esperienze indiv iduali sono orig ine di m olti orien ta-

m enti p iu 0 meno differenti che rendono inevitabilm ente com plicataogni convivenza tra gli uom ini, in qualunque epoca si voglia consi-

derare, e in qualsiasi tipo di societa, Infin ite sono Ie possibilita d i

m orali e d i usanze senza che nessuna scelta 0 costum e abbia un fon-dam ento privileg iato . Scriveva N ietzsche che vi sono m olte specie

di occhi, dunque molte specie di verita D 'altro lato , il desiderio di

regolarita ord ine e sicurezza portano con se la volonta di racchiudere

la vita sociale in form e rigorose che poi si cerca di far rispettare conogni mezzo e per questa si ten ta di dar loro un fondamento assolu to

filosofico 0 religioso che dovrebbe essere vincolante per tu tti.L a paura dell'incertezza e la voglia d i ord ine danno orig ine a

ogni tipo di ferocia e pub darsi anche che siano tra Ie ragioni princi-

pali d i repressione e tra i prirni motiv i di fanatismo e di guerra.

Questo essere sospesi nel vuoto e affidati al caso e pertanto in izio diogni malevolenza e perfid ia, come annota G iacomo L eopardi nella

Storia del genere umano quando con un concetto opposto a quello

b ib lic o d ella Genesi viene scrivendo che «s'ingannano a ogni m odocoloro i quali stim ano essere nata prim ieram ente l'infelicita um ana

dall'iniquita e dalle cose commesse contro gli Dei; rna per 1 0 contra-rio non d 'altronde ebbe principio la m alvagita degJ i uom ini che dalle

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Ma gia nellinguaggio di ogni giom o com e in quello della filoso-fia si p arla co ntinu amen te di rag ion e e no n rag io ne, razion ale e irra-

zionale, com e se i due term ini fossero distin ti e defin iti, e com e se

fo sse sco nta to ch e c' e una ra gione univ ersa le , u n pun to d i rife rimen-to d i v alutazio ne e di g iud izio co llettiv o, a cu i tu tti d ov rebbero atte-n ersi p er m eritare la qu alifica d i sag gi 0 assennati 0 c ap ac i d i in ten-d ere e di v olere, come d ico no i g iu risti e gli p sichiatri, i qu ali si p ren -d on o il compito ard uo e d iscu tibile d i distin gu ere tra chi sarebbe ech i n on sarebbe resp onsabile d elle p rop rie d ecisio ni, d elle p ro priesce lte, d el p ro prio ag ire, e d elle p ro prie p ossibili 0 reali divergenzeco n la legg e.

D p regiu dizio ch e c 'e u na rag io ne u niversale v in co lan te per tu tti

si e consolidato col dogm atism o illum inista e con il te rrore dellariv olu zio ne fra nc ese a ttra verso l'u so ra zio nale d ella g hig lio ttin a,n uo vo strumen to scien tifico p er la p en a cap itale. P oi si e rafforzatocon le supe rstiz io ni filo so fic he dei positiv is ti. COS! la sciag ura deldogm atism o laico si e ag giu nta alIa sv en tu ra d ella d ogmatic a reli-g io sa ch e g ia av ev a fatto v ittim e da se co li e ch e a vreb be co ntin uatoa fam e ancora, a seconda dei casi, in antagonism o 0 collaborazioneco n Ie n uove id eo lo gie , p ill 0meno ma sch erate d i fo rma lita d i g en e-re p seud o-scientifico . E d ecco ch e chi no n si sottomette alle reg ole

imposte d all'alto v ie ne g iu dic ato u n fen omeno in na tu rale o pp ure , inte rm in i d i in te rv en to e tra ttamen to medic o, un c aso d ic iamo COS!nonperfettamente f is io logico .

Sia ilpotere di H itler sia quello di Stalin sono stati un insiem e dim isticismo e d i sc ie ntismo , e g Ii altri p oteri p er imporre la lo ra v eritaIi im ita no p ill 0meno fede lmente , ric alc andone la n atu ra fondamen-tale e riproponendone sem pre di nuovo e sem pre da capo m etodi ev io lenze. E per fezionando ilcon cetto ch e si d ev e essere tu tti u gualip assivi e in tercambiabili come le mote di u n meccan ismo di fabbri-

ca0

le un ita d i u n computer da u ffic io . Pena la repres sione p ill du rao la psicoterapia .O ra ilprob lema essenz ia le e come si p ub ev itare di d iv enire fun -

zioni di una serie di sistem i assurdi senza fin i, se non quelli d i pro-vo care in qu alch e mod o l'e stin zione della sp ec ie , a lmeno come spe-c ie c omposta d a indiv idui c re ativ i. P erc he pub verific ars i l'e stin zio -n e fisica o ppu re qu ella morale. P er cui nel fu tu ro si d irebbe: un g io r-no ormai antico gIi uom ini e Ie donne erano capaci di poesia e sid ice ch e sap essero ca ntare e d an za ssero n ei g iom i d i fe sta .

E certo ch e l'in cap acita di affron tare in mod o p ositiv o ilmondodella c re ativ ita d eg li u omin i, c he poi e un p ro segu imento della c re a-t iv i ta dell 'universo , e sempre stata n otev ole in tu tte le civ ilta o rga-

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nizzate che conosciam o dagli antichi Sum eri, Ittiti, Persiani, Egizi,C in esi, In dian i fin o ad ora, ormai alIa fine del ventesimo seco lo, alle

soglie del villaggio globale. S i tratta veramente di un problema che

riguarda tu tti i popoli e tutte Ie epoche. Pero, negli ultim i seco li dellan ostra cu ltu ra la rep ressio ne e divenuta piu efficien te e sistem atica

sia per m otivi di particolare sviluppo culturale sia per motiv i di sv i-

luppo tecnologico . E l'epoca della psicologia come strumento di

po tere. COS! e piu difficile sfuggire sia ai sofism i della cultura sia a

m ezzi pratici di con trollo e di programmazione del consenso forzato

e d ella so ttomissio ne co atta

Non bisogna mai dim enticare che l'in temamento di tipo psich ia-

trico e stato e con tinua a essere ilm odello culturale di tutte le altre

forme di in tem am ento di cui il nostro secolo e COS!p ro dig o. I n az isticom inciarono illoro viaggio verso 1 0 sterm inio di m ilioni di persone

con proposte di eutanasia per intem ati in m anicom i e in clinic he psi-

chiatriche. Furono poi paladini d i esperim enti inutili su cavie um ane,

rna questo succede ancora con i m edici di ospedale civile e gli spe-

cialisti delle clin iche psichiatriche sia nei serv izi pubblici sia nei ser-

vizi privati sia nei centri territo riali sia nelle universita , d 'accordo

con i produttori di fannaci e con i fabbrican ti di altri strumenti di

in te rven to demolitivo .

Le prodezze deg li psich iatri a ttuali in questo cam po sono descrit-te bene da Roberto Cestari nel suo ottimo libro L'inganno psichiatri-co. Roberto C estari e sempre preciso e ben documentato , anche a

livello di questio ni intem azionali. In teressante e la te stimon ianz a

delle gesta dello psichiatra Jovan R astov ic nell'attuale conflitto tra

serbi e croati che appare come la conferma dei contenuti reali d i un

certo tip o d i cu ltu ra.

A proposito dell'analisi storica di questo problema si legge in

M ichel Foucault, all'in izio del capitolo II mondo correzionario della

sua Storia della follia nell' eta classica, che «dall' altra parte dellem ura dell'in tem am ento, non si trovano solo la poverta e la follia , rna

dei volti assai piu variati e delle !!_agom edi cu i non sem pre e facile

riconoscere la comune statura» . «E chiaro - continua Foucault - che

l'in temamento, nelle sue forme prim itive, ha funzionato come un

meccanismo sociale, e che questo meccanismo ha agito su una

vastissim a superficie, perche si e esteso dai re go lamenti m erca ntili

elementari al gran sogno borghese di un ordinamento pubblico in

cui regnasse la sintesi autoritaria della natura e della virtu . Da questo

a supporre che ilsignificato dell'in ternamento si esaurisca inun 'oscura finalita sociale che perm ette al gruppo di elim inare gli ele-

m enti che gli sono eterogenei 0nocivi, non c 'e che un passo»,E sin go la re ilfatto che Foucault non ne deduca che i concetti d i

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follia e quelli di malattia mentale non sono niente di piu che forme

convenzionali - e vuote di contenuto di pensiero - utili a dare una

apparenza logica e una giustificazione morale agli intemamenti

coatti e agli altri provvedimenti fisicamente e psicologicamente

distruttivi costantemente praticati dai medici e dagli psichiatri a tute-

la dell'intolleranza dei costumi e dell'ordine sociale autoritario

nemico della creativita degli individui.

Scrive con molta proprieta Arthur Schopenhauer negli aforismi

su Insaggezza della vita che chi deve vivere tra gli uomini non pub

assolutamente respingere nessun tipo di individualita e aggiunge che

se si condanna in blocco un altro essere a quest'ultimo non resta

altro, se pub, che combattere in noi un nemico mortale, perche noi

abbiamo deciso di concedergli il diritto di esistere soltanto a condi-zione che egli divenga un altro da se stesso. Schopenhauer parla in

generale, senza riferirsi ai problemi di cui ci occupiamo, in un perio-

do in cui il meccanicismo deterministico influisce anche sulla filoso-

fia dell'uomo e domina inoltre la biologia e le conoscenze che

riguardano gli esseri viventi; pero il suo discorso e in ogni caso

molto pertinente perche nasce dalla conoscenza diretta dei rapporti

psicologici tra gli individui in una societa difficile e in un mondo

spietato e progressivamente sempre piu anonimo e sempre piu diret-

to alIa trasfonnazione degli uomini in funzioni.

n mondo attuale dei test psicologici e dei computer e molto piu

tragico di quello che lui conosceva.

«Ora la morale - scrive Friedrich Nietzsche nell'aforisma 55 rae-

colto ne In volonta di potenza - ha protetto dalla disperazione, dal

salta nel nulla la vita di uomini e ceti che erano violentati e oppressi

da altri uomini; infatti l'impotenza di fronte agli uomini, non gia

l'impotenza di fronte alIa natura, genera la piu disperata amarezza

nei confronti dell'esistenza». E ora l'impotenza dell'individuo crea-

tivo di fronte agli strumenti di persuasione e oppressione del poterepolitico, organizzato con tecnologie ogni volta pia sofisticate, ha

raggiunto livelli senza precedenti. D'altra parte, ilpotere politico e asua volta sottoposto a funzioni economiche disumane onnai difficil-

mente controllabili.

E in questo ambito che e stato possibile concepire e tentare di

realizzare il controllo psicologico dei costumi, anche senza il biso-

goo dei manicomi, con strumenti apparentemente meno violenti e

disumani rna sostanzialmente piu sottili ed efficaci e piu opportuni

per un intervento capillare sui pensieri e sui comportamenti delle vit-time da soggiogare e sottomettere. E l'accentramento delle ricchezze

e del potere - con l'addestramento di eserciti anonimi di cittadini-

funzione - rende la comunicazione umana reale sempre piu rara e

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inutile, con l' esp losione sem pre pili frequente di ferocie e nefandez-

ze sia personaIi sia collettive sia pm grammate dalle burocrazie stata-

Ii 0 da altre burocrazie organizzate come ad esempio la mafia 0 la

camorra.COS! si rendono utili g li uom ini-funzione. Sono mezzi uom ini

con gli occhi attaccati aI telev isore - trascurati con se stessi e sp ietati

con gli altri per ragioni d i fallim ento personale e per m otiv i d i passi-

va subordinazione ai costum i - che rim angono sottoposti e fedeli

anche nel casoche diventino per avventura trasgressori.

«Il n ich ilism o - scrive ancora I'autore di Zarathustra nell'afori-

sm a gia citato - come sin tomo del fatto che i falliti non hanno piu

alcuna consolazione: che distruggono per essere distru tti e, scio lti

daIla m orale, non hanno pili alcuna ragione di m oderarsi; che si m et-tono suI terreno del princip io opposto e anche da parte 10m vogliono

potenza, obbligando i potenti a essere i 10m carnefici. Una specie di

buddism o all'europea, I'agire negando, dopo che tutta I'esistenza ha

perduto i1 su o se nso »,COS! t rov iamo da ogni parte i serial-killer che una volta identifi-

cati e arrestati - in procin to di presentarsi all' ergasto lo 0 aI patibolo- d ichiarano che se fossero liberati e rilasciati ucciderebbero di

nuovo per 10m necessita psico logica 0 esistenziale e aggiungono da

bu on i cittad in i risp etto si delle autorita e dello S tato che la pena capi-tale e giusta e adeguata per difendersi da tip i come 10m e per mante-

nere i1 perbenism o sociale. C OS! troviam o le sette relig iose 0 politi-

che che asfissiano i viaggiatori della metropolitana im itando i

m odelli d istruttiv i e terroristici inventati daIla scienza ufficiale per

uso delle politiche di S tato .

Infatti in una cultura come la nostra I'om icid io e l'eccidio sono

una forma usuale banale e arida di pia tta adesione ai valori della

societa - com e ordine costitu ito basato sull'esercizio m etodico della

violenza e come sistema organizzato sulIe virtu principali dellasopraffazione e dell'odio . C om e scrive Foucault: «Ia sin tesi au torita-

ria deIla natura e deIla virtu e il sogno deIla societa borghese» . M a la

v irt u bo rghes e e legata aI moralism o, che e la sottom issione ai costu-

m i tip ica di Adolf E ichmann 0 di Rudolf Hoss e soffoca I' etica che e

il patrimonio di uornin i come Gandhi 0 A lbert Schweitzer e che

vive nella poesia dantesca nell' esem pio di C atone uticense.

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IImio cuore non e una pietra

non puoi farlo rotolare.

Canzone popo J are c inese

T enuto conto che ci occupiam o di m oralita dei costum i m i sem -bra opportuno che ci si ferm i a riflettere sulla Genea log ia dellamorale d i F rie dric h N ie tz sche e su lle s ue p ers on ali p osiz io ni s ui p ro -blem i di etica e di po litica che tanto hanno fatto discutere filosofi em oralisti e che ancora continuano a essere al centro dei principali

dibatt it i contemporanei.C om e sappiam o orm ai bene di N ietzsche viene detto d i tutto:

cosi e a ccu sa to d i essere il p recu rso re d i H itler e d ei c amp i d i sterm i-nio 0 diversam ente di avere con Zarathustra indicato un tipo diuom o piu generoso degli stessi B uddha e G esu e di ogni altro profe-ta. Solo Zara th ustra ritoma d alle s ue so litu din i d i n uovo tra g li u om i-n i r inunciando a i p riv ilegi d ella saggezza COS ta ticosamente conqu i-stata A nche se non deve annunciare nessuna verita,

II paragone con Buddha viene anche da maestri spirituali

d ell'In dia p romoto ri d i u na tra diz io ne cultu ra le mo lto d iv ers a Comeper esem pio O sho R aineesh nel suo lavoro Zara th ustra . Un d io c hedanza. Certo sembra utile ripensare attentam ente un filosofo cost

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incisivo, ilquale ha seritto in Umano troppo umano ehe «per quan-

to l'uomo possa espandersi con la sua conoscenza e apparire a se

stesso obiettivo, non ne ricava alIa fine nient' altro che la propria

biografia».Nietzsche puo essere la premessa per capirsi come uom ini (in ten-

do dire sia come singoli sia come specie) al di li t degli schem i delleusanze e delle particolari convenzioni, per com inciare a pensare con

pill larghezza e con meno superficialita e approssimazione. Per

vedere la creativita della specie in modo vasto .

Come esperienza personale preziosa ricordo le discussioni suI

significato di N ietzsche nell'ambiente culturale di Mazzino

M ontinari e G iorgio Colli d i cui, ancora studente in medicina, avevo

la fortuna di far parte, per merito di Mazzino che m i aveva trovatoper caso a un sem inario su Nietzsche, tenuto da Delio Cantimori

presso l'Universita di Firenze. A llora la grande opera filo logica di

Colli e Montinari su tutti gli scritti di Nietzsche non era nemmeno in

progetto . Sarebbe com inciata dopo. Si discuteva m olto sull'attribu-

zione di N ietzsche al fascismo, sia da parte dei fascisti sia da parte

dei filosofi marxisti. G li uni e gli altri avrebbero avuto ben altro di

cui preoccuparsi, come ben presto si sarebbe visto . Naturalmente la

diatriba ci pareva in ogni modo e da ogni parte arbitraria sia pure

considerando Nietzsche ognuno di noi differentemente secondo ilp rop rio pensie ro .

Dopo, con Mazzino, avevo avuto modo di discutere sulla malar-

tia che aveva portato Nietzsche alIa fme del pensiero - che risulta

dai docum enti a causa di una paralisi progressiva da sifilide cerebra-

Ie - e Mazzino ne avrebbe tenuto conto nel suo lavoro su Nietzsche

intitolato Che cosa ha detto veramente Nietzsche. In quest' opera

Mazzino Montinari smentisee con chiarezza la leggenda di un

Nietzsche che a un certo punto passerebbe dalla saggezza alIa follia,

secondo Ie superstizioni romantiehe e i pregiudizi degli psichiatri,per una specie di eccesso di tensione interiore 0 per un difetto cere-

brale che covava

Quest'u ltim o falso con cetto e s ta to micidi al e.

Molti ne hanno approfittato per considerare tutto ilpensiero di

Nietzsche dal punto di vista di una latente pazzia. E la funzione del

concetto di pazzia per l'invalidazione anche culturale del pensiero

che non si condivide e che ci mette in discussione.

Al tr a supers ti zione e quella adottata anche da Thomas Mann nel

Dottor Faustus che attribuisce all'infezione cerebrale una immagi-naria funzione di stim olo della genialita,

II positiv ism o lom brosiano e largo di conseguenze culturali e

ancora duro a morire. E utile per liquidare un sacco di pensieri diffi-

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cili. Tant'e che anche Nietzsche a volte faceva confusione su questiconcetti. Anche lui confondeva spesso la saggezza con la fisiologiaattribuendo arbitrariamente alle scelte che rifiutava caratteri di dege-

nerazione e patologia proprio nel senso delle malattie mediche, 0degli schemi psichiatrici, contraddicendo in questo modo alcune suesplendide intuizioni suI significato relativo e prospettico delle veritamorali di qualunque cultura e di qualunque periodo della storiaconosciuta

E molto singolare vedere come anche Ie menti filosoficamentepiu ,critiche usano Ie scempiaggini degli psichiatri come fossero oro.

E comprensibile che i fisici di fronte alle quattro forze fondamen-

tali dell'universo, scopo della loro ricerca, si propongano di trovare

un modelIo di spiegazione scientifica unitaria, per capire tutti i pos-sibili nessi logici e per indagare a fondo su tutti i collegamenti inte-

ressanti. Le quattro forze che scaturiscono dalle origini aspettano diessere comprese in un modello unitario. Si tratti dell'inizio misterio-so dal big bang 0 dai germogli della molteplicita dell'universo infla-zionario. Ma tutt'altra cosa e 1 0 studio della psicologia dell'uomo

essendo ognuno di noi una moltitudine di qualita non riducibili aun'unica spiegazione perche sostanzialmente distinte e perennernen-te separate e diverse, in concordanza 0 conflitto reciproco, sullo

sfondo vivace di un terreno fertile e continuamente creativo.n nostro mare e popolato di pesci differenti. E poi c'e la nostra

capacita di selezione e di scelta che non pub essere relegata suIpiano delle illusioni - se non per arbitrio intellettuale, dovuto a sem-plicismo riduzionistico. Pero la maggior parte dei filosofi, degli sto-rid, degli economisti, dei politici, psicologi, antropologi e sociologisono presi dal furore dell'unificazione e cercano la caratteristicaprincipale da cui tutto il resto deriverebbe; e fanno ogni sforzo pertrovarla e per adattarvi tutto come in una carnicia di forza. Inoltre

ricercano sempre una gerarchia delle qualita, Ricorrono poi a peti-zioni di principio 0 tautologie parlando di volonta per la voglia divivere, di volonta di potenza per la tendenza al potere, di erotismoper la voglia di far all'amore, adoprandosi con diligenza per ridurretutto a un solo principio che finisce per divenire la spiegazionemetafisica

COS! sotto questo aspetto Nietzsche non e differente dagli altri.

Sotto molti aspetti parlare del significato di Nietzsche pub appari-

re estremamente difficile. Lui dice di se stesso di rappresentare unarivoluzione senza precedenti, rna poi alIa fine in morale e in politica- nonostante Ie sue osservazioni brillanti sulle origini dei costumi -rischia alIa [me di riproporre Ie vecchie regole e Ie vecchie usanze

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sen za a lc un a modific a so sta nz ia le.Cosa c'e d i nuovo nel mondo se si deve proporre ancora come

logico e giusto che i forti e i priv ileg iati debbano imporre le loro

regole e i deboli e g li emarginati debbano rassegnarsi a subirlesoffocando quello che N ietzsche considera illoro passivo e perico-loso risentim ento? Perche poi I'im posizione sarebbe un 'an iv ita u tilee la rivolta una passiv ita spregevole e degradante?

Non si pone il problem a di vedere N ietzsche dalla parte dei fasci-

sti 0 dei nazisti, anzi questa risu lta una sem plificazione falsa e dan-

nosa , rna piu ttosto di vederlo per quello che e : dalla parte della so tto-m issione e del conforrn ism o che coinvolge tu tte le form e conosciu te

della societa di ora, comunque la si defin isca a paro le, tu tta tesa in

m odo spietato alIa costruzione dell'uom o-funzione, forg iato com eun m ateriale passivo e inerte, con tu tte Ie finezze 0 con tu tte Ie gros-

so lanita dei m ezzi d i com unicazione collettiv i, posseduti e controlla-

ti dalle classi al potere che decidono tutto senza tener conto di nes-

sun s ign if ica to .Chissa da dove deduce N ietzsche che la crudelta e la ferocia sono

pit) u tili alIa specie che non la dolcezza e la generosita e chissa doveha visto che Ie classi al potere sono piu utili alIa cultura creativa e al

m iglioram ento della specie (arnm esso che questo m iglioram ento sia

possibile) che non Ie classi subaltem e. V iene piu ttosto in m ente conl'acutezza di un abisso nottumo il m alinconico pensiero pieno di

incertezze della so litaria riflessione di Pascal, quasi una m editazionedel G olgota davanti ai tre crocefissi g ia spenti: «Quale chim era emai dunque l'uomo? Quale novita, quale mostro , quale caos, quale

soggetto di contraddizione, quale prodig io? G iudice di tu tte Ie cose,im becille venne di terra, depositario del vero , cloaca di incertezza edi errore, g loria e rifiuto dell'universo. C hi sciogliera questo grovi-

glio?».

Pero Ia Genealogia della morale con i suoi tre saggi e d i im po r-

tanza partico lare per la sua im postazione critica indipendentem ente

dalle opin ioni personali dell' au tore. Per ilnostro scopo conviene

com mentarla con una certa accuratezza. I saggi sono: Buono e mal-vagio. Buono e cattivo; Colpa, cattiva coscienza e simili; Che signi-jicato hanno gli ideali ascetici?

Dal prim o saggio risulta essenzialm ente che la m orale e conven-zionale e im posta, ev identem ente im posta dall'alto dai detentori delpotere. Dal secondo saggio vien fuori che Ie regole e Ie leggi sonocostruite promulgate e mantenute nel tempo con il terrore e con la

fero cia nell' esclu siv o in teresse d elle classi domin an ti. n terz o sa gg iofom isce una serie d i riflessioni suI rapporto tra Ie idee relig iose e

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filosofiche e le imposizioni sociali che purtroppo vengono spessoprofondamente interiorizzate compromettendo la creativita e la

voglia di vivere degli individui, che rischiano di diventare numeri e

funzioni perdendo ogni tipo di originalita e ogni autonom ia persona-le e ogni capacita d i s ce lta

In realta, il singolo uomo nell'assoluta solitudine delle scelte si

trova isolato tra la lama della violenza pubblica e la ferocia della

violenza privata Non ci sono, ne potrebbero esserci, punti di riferi-

m ento di significati, poiche i significati vanno creati giom o per gior-no dal vuoto e dal nulla fecondati solo dalla sensibilita, che e il

nostro mondo interiore attivo m isterioso e senza spiegazione, come

il m ondo della bellezza e della poesia.

Non esistono - come pensa Nietzsche - epoche in cui la creati-vita e privilegiata e non esiste alcun potere che sia creativo 0 favore-

vole alla creativita , Basterebbe vedere il disprezzo e le difficolta in

cui vivevano gli artisti del R inascimento se si studia la loro vita per

quello che e stata realmente. Non furono ne la politica ne l'econo-

m ia a favorirli e tantomeno individui come Cesare Borgia M a nem-

meno individui come L orenzo il M agnifico 0G iulio II. Se lasciaro-

no traccia dipende esclusivamente dalloro talento e dalla loro tena-

cia e da un po ' di casuale fortuna in un mondo come sempre indiffe-

rente e assurdam ente violento e spietato con tutti.La violenza e nella stesso tempo immotivata e sterile . Come le

guerre. Basta ricordarsi l'autobiografia di B envenuto C ellini 0 riper-correre la storia di M ichelangelo 0 la tragedia del C aravaggio .Napoleone perseguitava gli artisti non sottomessi come ad esempioil fiorentino L uigi Cherubini em igrato a Parigi. Come tutti i suoi

sim ili aveva bisogno di cortig iani servili che gli suonassero i flauti

della vanita e i tamburelli della sottom issione. E anche in A tene

come sappiamo benissimo gli spiriti liberi incontravano la morte 0

l'esilio 0 g li in su lti d elle au to rita 0 le p ersecu zio ni d elle m oltitu din ife ro ci d ei so ttomes si.

L a sterilizzazione dell'uomo deriva dalla congiunzione delle

autorita con i conform isti che le appoggiano e le adorano e Ie servo-no con fanatismo furibondo e le seguono con violentissima passione

e le sostengono e difendono con ferocissim a crudelta,

Scrive propriamente al riguardo G iacomo L eopardi nei Pensieri,toccando sia il problem a individuale sia il problem a collettivo e pre-cisando, sia pure indirettam ente, il contenuto delle regole sociali, che

i buoni e i magnanimi, come diversi dalla generalita, sono tenuti dalla

medesima quasi creature d'altra specie, e conseguentemente non solo

non avuti per consorti ne per compagni, rna stimati non partecipi dei

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diritti sociali, e, come sempre si vede, perseguitati tanto pill 0 rneno gra-

vemente, quanta la bassezza d'animo e la malvagita del tempo e del

popolo nei quali si abbattono a vivere, sono pill 0meno insigni; perche

come nei corpi degli animali la natura tende sempre a purgarsi di quegliumori e di quei principii che non si confanno con quelli onde propria-

mente si compongono essi corpi, COSt nelle aggregazioni di molti uomini

la stessa natura porta che chiunque differisce grandemente dall'universa-

le di quelli, massime se tale differenza e anche contrarieta, con ogni sfor-zo sia cercato distruggere 0discacciare. Anche sogliono essere odiatissi-

mi i buoni e i generosi perche ordinariamente sono sinceri, e chiamano

le cose coi loro nomi. Colpa non perdonata dal genere umano il quale

non odia mai tanto chi fa male, ne ilmale stesso, quanta chi 10nomina.

In modo che pill volte, mentre chi fa male ottiene ricchezze, onori epotenza, chi 10nomina e strascinato in sui patiboJi; essendo gJi uomini

prontissimi a sofferire 0 dagJi altri 0 dal cielo qualunque cosa, purche in

parole ne siano salvi.

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R egolo, non ho piil

un soldo in tasca, e temo non mi resti

ch e ven dere i regali che mi desti:

m e li com peri tu?

Marziale

La volonta di potenza non e affatto l'essenza della specie e non enemmeno un sentimento di fondo nella profondita della nos tra q>n-sapevolezza di esistere e della nostra continua sete di creazione. E il

bisogno di vivere che non ci da pace e rischia ogni momento di tra-

sfonnarsi in furore e in ferocia La co nsap evo lezza sem pre rin no vatae sempre acuta dei nostri lim iti mortali c i incalza senza tregua.

Vo rremmo so ttrarci all'effim ero .Inoltre cerchiam o senza risultato di sfuggire la casualita sempre

pronta e sempre incombente su ogni nostro tentativo di respiro .Anche ilsuicidio pub essere una fuga da questa tortura. Quando non

si trova altro sbocco 0quando si vuole anticipare i tem pi.

A vidita di vivere e coscienza di essere sospesi.

II R iccardo III di Shakespeare esprime subito questo discorso

nell'in troduzione della tragedia quando dice che la guerra dal viso

arcigno ha spianato la sua fronte corrugata e allora lui, che non ha

grazia fisica per i giochi d 'amore e per altre piacevolezze mondane,decide di dedicarsi agli in trighi dell'odio per essere vivo nonostante

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Ie sue deform ita e per placare Ie angosce della sua natura inqu ieta e

Ie vog lie della su a ind iv id ualita avid a di sod disfazio ni p assion ali.

M a il caso ci sorveg lia fin daHe origini e tiene ogni cosa in sospe-

so . Per esempio P icasso era nato e non respirava. Dal tu tto al nulla

basta un picco lo even to . A vrebbe anche potu to ferm arsi a quell'in i-zio . G ia tu tti avevano rinunciato al bambino e si occupavano dellam adre. M a 1 0 zio , il fratello rn inore del padre, un m edico , gli soffio

una boccata di sigaro, e lui resp ire, e com incio a gridare, e inizio il

suo singolare percorso creativo «con la sm orfia e un urlo di rabbia» ,com e riferisce A rianna Stassinopoulus H uffing ton nella sua intensa

b iog ra fia de ll' a rtis taLa smorfia e l'u rlo d i rabbia si ritrovano in tutta la sua opera

attraverso tutti g li stili della sua arte m oltep lice. R iesce com e pochi

aItri a far emergere Ie creature dal vuo to e a fame sentire l'instab ilefragilita,

P arland o della su a attiv ita di artista P icasso dim che all'in izio non

sa mai quale puo essere il con tenuto defin itivo dell'opera essendo

ogni nostro viaggio un 'avventura nuova e im prevedibile. N essuno

di noi sa cosa fara tra un momenta e cita il poeta maledetto che

a ffe rma ma liz io samente : < < 1 0 e un altro» . J ung quando vede una sua

m ostra a Zurigo si spaven ta e da buon psich iatra 1 0 c la ss ific a s ch iz o-

fr en ic o, s fuggendo COS! ai problerni che lui p ropone in modo COS!

diretto e espressivo con particolare acutezza. Scrive J ung: «Il tu tto epiu ttosto insensato , com e uno spettaco lo che non ha bisogno di spet-

tatori».

J ung trova sorniglianza tra i lavori d i P icasso e quelli d i alcun i

suoi pazienti, rna questa significa so lo che i pazien ti di Jung sonouorn in i della stessa epoca che fanno ricerche sirn ili v ivendo contrad-

d izioni della stesso tipo . E singolare che Jung , COS! esperto in pro-

blern i m etafisic i, rim anga vincolato a sirn ili preg iudizi. Pero, se ci siriflette bene, anche i pensato ri piu aperti si p refigurano societa rego-

lam entate con costurn i e m odelli ristretti e rigidi, e con funzionari

a uto rita ri c he Iifacciano rispettare, sia con la persuasione, m ediante

sofisrni e falsi concetti, sia con la forza brutale e d isum ana delle isti-tuzioni.

I preg iudizi sono sia su lla liberta di pensiero sia sulla liberta delIe

sceIte . E vengono applicati la dove non arriva la legge. L e legg i

infatti non interferiscono con i pensieri e con Ie in tenzion i. A nche se

c 'e ad esempio una legge contro il su icid io , come in alcune societasi e verificato , nessu no pub essere arrestato 0p erseg uito p er l'in ten -

zione d i uccidersi, m entre m oiti vengono intem ati con la forza dag li

psichiatri su lla supposizione di un possibile suicidio e tratta ti com e

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e sseri in fe rio ri in capa ci d i in tendere e d i vole re.E i m agistrati possono processare uno psichiatra perehe non ha

p rev enuto un su ic id io , in vo lonta riamen te a ccusandolo d i non es sere

un p reveggen te 0 un in do vin o 0 un esperto d i lettu ra del p ensiero .Quando si sa che nemmeno la persona che si uccide puo saperlo una ttimo p rim a d i av erlo g ia fatto .

Pe r i conformis ti la poss ib ilita de lsuic id io e un vero te rro re .U n ex soldato am ericano in V ietnam racconta in un suo scritto

che i respo nsabili dell'esercito, nel m ezzo d ei m assacri p iu assu rdisia d i c ombatten ti sia d i p op olazio ne, tra camp i minati stu pri e bom -b ard amen ti, p erd ev an o la testa d i fro nte al su icid io . E vid en temen tela m orte programmata dallo Stato e men o scan dalo sa della scelta

in div idua le. Nel g regge dei so ttomessi e p revis to ogni o rro re pu rcheautorizzato.Ma qu este reg ole a rriv an o a nch e n el p en siero metafisico . S i d ev e

p en sare come vog lio no le au to rita an ch e in materia d i trascen den za ,p en a l'e ssere c on sid era ti mentec atti, c io e oggetto d i tra ttamen ti p si-c hiatrici. Mo lte p erso ne v en go no rico vera te e trattate per la ind iv i-dualita dello ro pensie ro re lig io so 0 filosofico 0per le lo ro rifle ss ioniin m ateria d i fm i ultim i. A lcun i per le loro partico lari id ee cosmolo-giche.

La possib ilita c he a lc un i h anno d i c la ssific are e in temare iproprisim ili ha com e inevitabile conseguenza il m anicom io con tutte Iesu e p artico lari e in co nfo nd ib ili caratteristich e. E in utile p arlare d isupe ramen to d elle istitu zio ni la sc ia ndo immodific ata la c ultu ra c hele alim enta. II m ovim ento di Basaglia e dei suoi seguaci, privo dic ritic a a lIa p sic hia tria , n on ha suggerito p ro sp ettiv e. Anzi h a la sc ia toilvuo to a v an ta gg io d elle id ee d ei c on serv ato ri.

Ora, trascurando ilp ro blema trag ico d ei n uo vi rico veri, si fan nopas sa re i tra sfe rimenti fo rz ati dei lungodegen ti come foss ero p rovve -

dim enti d i liberazione e superam ento dei m anicom i. E una storiav ec ch ia , c he ric ord a ta nti fa llimenti d el p assa to , d ovuti a ll'illu sio neo a ll'ip oc risia d i voler uman iz za re la rep re ssio ne invec e che dec id er-s i ad abo lirla .

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Questi non hanno speranza di morte,

e la lor c ieca v ita e tanto bassa,chi! invidiosi son d'ogni altra sorte.

Dante,Inferno, III46

In ogni modo la situ az ione rimane d iffic ile .10 rico rd o Ie acro bazie ch e d ov ev o fare al m io eso rd io n eg li anni

1 965 1 9661 967 a F iren ze, p rim a d i an dare a C iv id ale d el F riu li, p ersottr ar re Ie pe rsone agli in temamenti, in mezz o alla d iffid en za e a llo

scetticism o di quasi tu tti. Sem bra che fosse la prim a volta che sivedeva una pratica di questo tip o, alm eno in mod o COSt sistematico.E tu tto cio d ip en dev a da una duplice conv in zione: prim o ch e i pro-b lem i p sico lo gic i e Ie difficolta d i c on viv en za c on g li altri rig uard a-no tutti e non una m ino ran za di persone giudicate arbitrariam entedag li ps ich ia tr i 0 d a a ltri sp ec ia listi c ome in div id ualita d ifetto se ;sec on do ch e p riv are Ie p erso ne d ella lib erta e comunque un danno,o lt re che essere na tu ralmente un 'ing ius ti zia.E vitare i ricoveri richiedeva molto lav oro e anche molti rischi,

come si p ub facilm en te immag in are. R ich ied ev a an ch e u n imp eg nops ico log ico qua li ta tivamente d iverso da que llo d eg li p sic hia tr i, c helav oran o co n Ie ch iav i in man o, in o gn i caso semp re imp eg nati a p ri-yare le p erso ne d ella lo ra au to nom ia In ogni m odo la nascita e 1 0

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sviluppo del m io pensiero sono legati all'opposizione pratica agli

in tem am enti prim a ancora che allavoro antistituzionale.

M uoversi in questa modo significa andare incontro a molte parti-co lari d iffico lta, P er la p sich iatria ad esem pio chi tenta il suicidio eun incapace e deve essere fermato tutelato sorvegliato e messo sotto

cura. Nello stesso m odo pensa la m aggioranza dei m agistrati. A nchel'opinione comune in generale e allineata su quest' idea. N essuno

pensa che si tratta di una scelta di cui ognuno di noi ha diritto . La siconsidera una scelta soltanto quando la si fa per scopi autorizzati,

per esempio una rnissione suicida 0 senza scam po al servizio dellaStato . Non viene tollerata la scelta individuale che viene degradata a

difetto del cervello . Per questa scopo alcuni dividono i suicidi in

razionali e irrazionali attribuendo Ie scelte individuali a questi ultirn i.

Quando corninciai, rn i occupai di una ragazza di sedici anni, sot-

traendola a una casa di cura, che aveva pili volte tentato il suicidio

perche respinta dalla madre e dalle sorelle come non appartenente

alIa farniglia. Si era trovata in questa situazione dopo la morte del

padre. R icordo che fui aiutato anche da Roberto A ssagioli e da alcu-

ne persone dell'Istitu to di Psicosintesi che ospitarono Ia ragazza. M a

se Ia ragazza fosse m orta per suicidio , io sarei stato sicuram ente pro-

cessato , perche rni avrebbero accusato di non averla intemata e diaverla considerata in ogni momenta libera di scegliere, senza lim i-

tarla 0 demolirla a livello psicologico come fanno di regola gli spe-

cialisti.

A ttraverso gli psichiatri iI costume sociale si riserva di togliere

validita alle scelte sconvenienti annullando la liberta degli i nd iv idu i.

Nel senso della lirnitazione altrui naturalmente gli psichiatri

hanno pieno potere di giudizio e consenso della legge e complicita esim patia dei conforrnisti e piena collaborazione delle persone perbe-ne, rispettose dell'ipocrisia ufficiale, e indifferenti 0 o stili ai d iritti

della liberta individuale, alla dignita delle scelte e alle sorpresed ell'esisten za. COS! s i o stac ola 1 0 sp irito c reativ o d ella sp ecie trasfo r-

mando ilm ondo in uno squallido ospizio di tristezze 0 in un teatrin o

nero di burattin i spauriti. L a consapevolezza di poter scegliere anche

ilmorire e ilnocciolo profondo dell'esistenza e ne e p ure , momentoper momento, la tragica bellezza Senza questa possibilita ilnostroattuale percorso terreno sarebbe solam ente passivo, come una con-

danna infem ale scolpita senza appello .

Roberto A ssagioli aveva una vecchia arnica molto intelligente ecolta , appassionata di poesia e di rnistica indiana, am rniratrice di

Tagore e esperta di relig ioni orientali, che viveva in quegli anni nel

bel quartiere fiorentino delle Cure subito sotto Ie colline. Quando

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frequen tavo l'Istitu to d i Psicosintesi era divenu ta anche arnica m iacon un intenso rapporto cu lturale tan to che ci si trovava a d iscutere a

leggere e a riflettere. S ep pi po i ch e periodicarnente ven iv a rico verata

con pretesti psichiatrici contro i suoi desideri e la sua volonta e consuo grande orrore angoscia e um iliazione. V enivano e la prendeva-

no. COS! com e si usa .n fatto e che viveva sola e aveva rapporti d iffic ili con i vicin i che

d ' accordo con i m edici la accusavano di delirio di persecuzione. La

sorella e A ssagioli nei m om enti d i m aggior conflitto organizzavano

I' intemarnento.Quando io 10 seppi parlai con A ssagioli e con la sorella e ottenni

d i occuparmene personalm ente senza interferenze in modo che lei,

con grande sua gioia , non vide p ill c lin iche ne psichiatri per I'in teroresto della sua v ita Naturalm ente io rn i rn isi anche dal suo punto di

v ista e intervenni insiem e a lei sui problem i reali da affrontare.

E ra la prim a volta che evitavo un in temarnento . Iniziava la m ia

sto ria d i lav oro .

Mi disp iace che A ssagioli, testim one di questa m ia attiv ita, ini-ziata in circostanze che 10 riguardavano, non abbia lasciato - per

quello che so - alcuna testim onianza scritta sull' argom ento . Tanto eil potere della trad izione e la paura del nuovo e tan to e forte

!'influen za d ella psich iatria sulla cultu ra degli p sico lo gi, d egli psica-nalisti e anche d i altri in tellettuali. E tu tto accetta to senza ragionare

com e in og ni an tica co nso lidata u tile e risp ettab ile su perstiz ione.

A nche molti altri specialisti, testimoni diretti del m io lavoro,

hanno sperato che io fin issi nel silenzio , spesse volte fm gendo la m ia

inesistenza nonostan te che lavorassi con loro . Q uesto e avvenuto intutte le sedi in cui ho lavorato fino al periodo attuale di Im ola .

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Parla , lira d ivin a:

diventa L a mia vo ce .

SaffodiLesbo

Se si deve parlare d i letture mi vien da pensare che leggere g lipsicoanalisti fa m orire la poesia e spegne la voglia di v ivere . S irim ane in sospeso senza rim edio . M a che cos'e questa storia? N on sisa p ili c he fa re.

C'e c hi p en sa in gen uamen te c he g li p sic oa na listi si in teressin o esi oc cup in o di sessu alita, 0 d is cu tano d i e ro tismo, 0 in da gh in o sup assio ni c he c erc an o sp az io resp iro e esp ressio ne, c ome a cc ad e n elleopere dei poeti. S i pensa che vogliano aiu tare Ie persone a vivere e acapirsi .

Invece loro - questi psicoanalisti - si occupano di perversion i.Da lle o rig in i a lIa fin e. Anzi non conos cono a ltro che p erv ers io ni.

C on Freud si scopre che L eonardo e M ichelangelo sono dei per-v ertiti c he c erc ano d i re dime rs i s en za n emmeno riu sc irc i.

Dunque gli psicoanalisti si occupano di perversion i e ord ineso cia le. S i in teressa no d i c en su ra e p erb en ismo . E COS! o gn i u omo (0

donna 0 b amb in o) d iv en ta u n p erv ertito d a d oma re. n ch e vu ol direun p eric olo so s convolto d a o sta co la re . S emb ra in fa tti c he p erv ers io -

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ne significh i sconvolgim ento . E gIi sconvolg im enti sono una m inac-

cia

Qualunque preferenza umana - per questi singolari personaggi -

d iv iene comunque e in ogni modo un caso sospetto . Un caso da sot-toporre a verifica e da indirizzare a contro llo . Secondo loro ognuno

ha bisogno di analisi per capire chi e - d irei a nz i, p ill p rec isamen te,

per capire chi non e .E per sm ettere di agire.

E per sm ettere di godersi la vita .

E per sm ettere di cantare e far m usica

E p er sm ettere d i ap passion arsi.

E per guardarsi nella specchio con orrore.

M a loro - viene a questa punto la domanda - chi sono per giudi-care? Chi Ii au torizza a decidere e a dar sentenze? Cosa sanno pill

degIi altri? E quale autorita li conforta? Perche considerano il v ivere

una m alattia e iImondo un ospedale?

La prim a volta che m i occupai d i consulenza psicologica fu con

un giovane che m i era stato mandato da A ssagio li e che aveva

preoccupazioni dubbi e angosce per una sua esperienza di omoses-

sualita

A v eva venti due anni.M i racconto che a dodici anni mentre lavorava come pastore

nelle campagne toscane era stato sedotto da un collega pill anziano

che aveva approfittato della sua ingenuita 0 comunque del suo esse-

re indifeso . D opo questa esperienza si era sentito inferiore agIi altri e

v isibilm ente diverso tanto che aveva com inciato a avere paura di

avvicinare Ie donne. «M e 1 0 vedono nel viso» , m i diceva, e pensava

di essere differente per natura, e nato difettoso e incapace di cam bia-

reo La notte sognava con terrore di congiungersi con gli an im ali, e le

stelle del cielo gli parevano infuocate per ilfurore. G li psico logi e glip sicanalisti co n il co nc etto d i «m alattia p sicolog ica- 1 0 avevano con-

fennato in questa idea di essere difettoso.

Durante il serv izio m ilitare aveva avuto altre esperienze om oses-

suali. Con malinconia si era convin to sempre di p ill di essere legato

a una sola esperienza esistenziale da considerarsi com e negativa.Dopo aveva trovato lavoro a Firenze come cuoco in un ristorante

e viveva volentieri in citta dove si era fidanzato con una piacevole

ragazza di cui si era innam orato . Pero gli capitava il fatto terribile d i

avere l'erezione con gli uom ini e non con le donne. La su a imp oten -za con l'innam orata gli suggeriva iIpen siero d el su icid io .

n mio dialogo con lu i fu m olto difficile e faticoso . Si trattava di

analizzare la trad izione di un 'in tera cultura e di dem olire convinzio-

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ni tenacemente radicate. II m io compito fu d i aiutarlo a capire in

profondita che non era ne un mostro ne un malato , rna un uomo

indipendente, che doveva far tesoro delle sue esperienze, sia positive

sia negative, per scegJ iere fm alm ente secondo i suo i desideri e Ie sueincJ inazion i, nel rispetto d i se stesso e degJ i altri, rna senza paura di

nessuno , e senza concession i ai p regiud izi della societa e agJ i schem ico nfo rm isti d ella scien za p sico lo gica u fficiale .

II suo co ncetto d i essere biologicam en te 0p sic olo gicamen te ta ra -

to fu difficile a morire . Quando sm ise di sentirsi un mostro 0 un

ma lato c om in cio ad avere buoni rapporti amorosi con la sua donna esm ise di pensare aI suicid io . E visse sogni m eno trag ici. E quasi ogn i

g io rno si alzava la rnattina con gio ia , in ogni modo con la voglia di

v ivere. E ra uscito dall'incubo quando aveva cap ito di essere unuom o com e gli altri. R ivedeva ilp assato senza p au ra .Infatti non esiste un passato che ci determ ina, rna so lo 10 sguardo

con cui 10 si considera, che varia secondo Ie prospettive che ciconfortano e Ie speranze che ci alim entano . Anche senza saperlo

v iv iamo la vita come un 'opera d 'arte e la nostra tristezza Ie nostre

m alinconie e i nostri dolori ne difendono e ne m antengono il sign ifi-

cato.

Anche ilsogno non e un conflitto tra i desideri e la censura, rna euno dei luoghi della creativ ita come caratteristica essenziale del

mondo b io lo gico .

n lab orato rio d elle n uo ve in ven zio ni.n mondo dei v iventi genera i co lori, i suon i, g li odori, i p iaceri,

l'incanto delle albe e dei tramonti, il silenzio degJ i incubi e delle

paure.

Q uesta v ita sospesa sui nu lla

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Guarda com ' entri e di cui tu ti fide

N on t'ing ann i l'am piezza dell'entra re.

Dante, Inferno, V -19-20

A lla critica radicale del pensiero psicoanalitico si potrebbe obiet-tare che Freud per prim o ha provato a sottrarre i conflitti psicologici

ai pregiudizi della m edicina, pero di fatto , alm eno finora, si e verifi-

cato che gli psicoanalisti, d i ogni scuola e di ogn i corren te, hanno

contribuito a co llocare l'in tera psicologia um ana nella rubrica triste eu n p o' g ro ttesca d ei trattam en ti terap eu tici,

D iv en ta tu tto p sic ote ra pia , dal sesso alIa m usica, d alIa lettem tura

aIle passeggiate in campagna, dalle visite ai musei aIle vacanze aI

m are. Anche il campanile di G io tto pub essere terapeutico - e non

solo per quelli che v i si buttano di sotto . Pure m asturbarsi e terapeu-tico, alm eno secondo aIcuni. M a pub essere pili terapeutica un 'am o-

rosa

COS! nascere significa am malarsi. Forse ci vogliono dire che

sarebbe meglio non nascere, rna una volta nati non ci resta che lapsicoanalisi. ParaIlelam ente gli psichiatri riem piono Ie cliniche e

pongono per molti g iovani la cand idatu ra a diven ire cittad in i disecond 'o rdine. A prono una strada senza rito rno , che e ilvero m ani-

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com io contemporaneo, al d i la della discussione sugli edifici.Mentre la le gg e p sic hia tric a p rev ede ilsequestro di persona p er chinon pen sa s econdo i c anon i c onvenz iona li p resc ritti, 0p er chi m ani-

fes ta intenzioni sconvenienti .«Se con tinu i COSt m i ammazzo» e si ritrova a «D iagnosi e C ura»tra in fe rmier i e ass is tenti socia li.

A questo si deve aggiungere che una psicologia determ inisticache non tiene conto dell'uom o com e soggetto di scelta e una d is ci-plina che dim entica l'essenziale e rim ane pertanto una sequela diso fism i sen za sig nific ato e u n seg uito d i d iscu ssio ni sen za c on ten u-to . In fatti i libri d i p sico lo gia so no in cred ibilm en te n oio si, e i libri d ips ichia tr ia r icordano da vicino imusei d elle cere co n le co llezio ni d ifigure m orte e con i corridoi e ila birin ti d ei manic hin i. Ma vengonoin mente anche le raccolte di farfalle piantate col chiodino e glia rmadietti d eg li u cc elli imbalsamati c on i c arte llin i d ella c la ssific a-z ione zoolog ica

C ulturalm ente i m ezzi di inform azione si riferiscono in m odocostante ad alcun i can on i di riferim en to ch e sembran o immutabili.Quan do , p er esempio , si p arla d i ep iso di d i su ic id io , ten tato 0 arriva-to a comp imen to , s i tro va logic amente in ev ita bile a sp etta rsi il g iu di-z io d ella p sic hia tra , e 10 si p re pa ra c on app ropria te a nnota zioni, i c uifondam enti d i pensiero sono accettati com e verita rivelate 0 visticom e p rinclp i un iversali asso luti, incisi e scolpiti su p ietra come Ietavole della legge teologica .

C osi i g iom ali e le riv iste, la radio e la televisione, i1 cinema e irom anzi, e tutte le altre fo rm e di comunicazione diffusa riportan o ecoltiv ano g li stessi p re giudiz i e semb rano custodirli e d iffo nderli c ons icure zza ammirevo le , s enza i1 min ima dub bio e sen za il p ili p icco losospetto.

E iln au frag ar m 'e d olce in que sto mare (L eopa rd i, L'infinito)

Ma che cosa si pub dire ancora a proposito di saggezza? 11Grande dizionario della lingua italiana d i B attag lia la defin iscecome «capacita d i v alu ta re e sa tta rn en te e d i a ffro nta re c on lu cid ita em isu ra g li ev en ti e le situ azio ni, d an do lo ro la g iu sta importa nza alIalu ce d elle esperien ze passate, d ella p rop ria pru den za e del p rop rioequilibrio interiore»,

Ma qual e la g ius ta impor tanza?O gn uno ha le su e m isure, ch e v arian o co ntinu am ente an che nella

stessa p erso na. Dunqu e n on c'e sa gg ezza ch e p ossa mettere d 'a cco r-

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do anche due so le persone. Ognuno ha il suo concetto di equilibrio e

la su a p ro pria p erson ale lucidita n mare de ll'e ss er e e pieno di onde

in conflitto e non ha un porto defm ito e non c ' e uno scopo per tu tti.

COS t e nata la to rre di Babele, quando gli uom in i si accorsero del

loro disordin e, d ifferenti e liberi sen za u na ragio ne.In questa v ita solitaria ogn i singo lo cerca negli affetti e nelle con-

g iunzioni d 'am ore uno scopo di tu tti e due provvisorio , un incan tesi-m o ingannevole per essere insiem e, un 'om bra consisten te d i beatitu -

dine.

In telev isio ne, a Mixer, 10 psichiatra dichiara che i serial killernon sono malati di m ente, rna hanno un disturbo della personalita :

pare che abbiano bisogno di affetto , verrebbero da un 'in fanzia

incompleta . Con queste e altre finezze psico log iche si continua ad iffondere la p iu pura ignoranza in materia d i conoscenza dell'uo-

mo. Da ricordare che la sto ria b iblica com incia con un om icid io in

farnig lia «Dov 'e tuo fratello 'S e una dom anda che ritom era spesso .

Naturalm ente se ils eria l k ille r e stato condannato a morte 0

alI 'ergastolo 10 psich iatra non contraddice i m agistrati, rna si riserva

d i dire che non c 'e om icida senza un 'in fanzia infelice. Se non aves-

sim o i traum i infan tili sarem mo tutti angio letti del cielo , innocen ti

com e passeri dell' aria . G li stessi psich iatri d ichiarano schizofren ici i

g iovan i scapestrati che non conten tano i gen ito ri 0 che usano droghepro ib ite . 0 che hanno poca voglia d i lavorare.

B isogna essere allineati senza incertezze. A com inciare dall'in-

fanzia . Se non sei allineato sei d ifettoso: se poi c 'e un 'ipotesi d i

reato sta alIe au torita decidere se m andarti in m anicom io 0in c ar ce re

secondo le opportun ita e Ie conven ienze dell'o rd ine sociale .Chiunque pub essere g iud icato sana d i m ente 0 m alato d i m ente

ad arbitrio di chi decide. M a solo pochi si rendono conto d i questaassurdita,

Nessuno e in grado di contro llare i g iud izi della psich iatra pro-prio perche non c 'e una m isura per farlo , cost lu i ha mana libera per

svolge re tr anquillo ilsu o m eritevo le servizio d i desid erabile pianifi-

cazione sociale e la sua lucida opera d i distruzione metod ica degli

in div id ui c he p en sa no .

Non e che al deterrn inism o d egli psichiatri v og liam o co ntrap po r-

re sempli fi caz ion i 0 deterrninism i diversi: cerch iam o al contrario d i

rich iamare la conoscenza e la ricerca alia complessita della nostra

stru ttu ra neuro log ica e alia ricchezza delle nostre scelte che non pos-sono essere in alcun m odo sem plificate 0 rido tte a generici m odelli

a ppa ren temen te r as sic u ran ti.

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Non e possibile ne desiderabile una programmazione della vita

degli individui e delle collenivita che pretenda di inquadrare la vitadegli uomini. Le conseguenze di questi concetti Ie abbiamo giaconosciute abbastanza e sperimentate sufficientemente a fonda con

tutti gli orrori relativi.COS! succede che alcuni di Alleanza Nazionale fanno una inter-pellanza per chiedere l'intemamento psichiatrico di Umberto Bossiche dichiara di volere l'autonomia del nord con capitale politica aMantova e quelli della Lega rispondono per Ie rime chiedendol'intemamento dei parlamentari che hanno firmato la richiestaDobbiamo essere contenti per l' alto livello di cultura.Se venisse un regime piu autoritario i nostri specialisti avrebbero

un lavoro piu qualificato.

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PARTE SECONDA

L'ESPERIENZADEL TELEFONO VIOLA

di Alessio Coppola

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I

DAVIDE CONTRa GOLIA

Quello c he era su ccesso a David e Cata lan o sareb be potu to succe -dere a chiunque. U na forte delusione am orosa a 16 anni. M aria eratutto per lui'. Un'estate al mare ha sepolto ogni speranza. II m otori-n o n on riesc e a p ortarlo p ili lo nta no da lla sua gio van e d isp eraz ion e.

S i b utta d alla fm estra. F orse sc eg lie qu ella b assa d el p rimo sem ipia -no che da sulla strada per lasciare una possibilita all'istinto dis op ravv iv en za Un ricov ero in ospedale d iv en ta r icovero p sichia tri-co . U n ragazzo che si vuole togliere la vita per una cotta andata m alee meglio m etterlo a posto subito. D eve avere qualcosa di guasto nelcervello.

E ilprim o incontro di D avide con la psichiatria U n breve passag-gio per V illa A rm onia, e se le cliniche psichiatriche non prendononom i di pace prendono quello dei fiori e COSt l'illusione e salva

G li psich ia tri dic hiara no g uerra a l p rimo amore d i Dav ide sp ara n-do nel suo cervello le prim e bom be di psicofarm aci della sua vita .Lo dichiarano mutacico perche e chiuso in se a raccogliere e difen-dere la memoria di Maria S., e dolorosa quella m emoria, rna e la

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memoria della sua vera vita.Scrivono nella cartella clinica che e affetto da de lir io paranoide

perche si appella continuamente a un essere superiore e rivela di

essere guidato da lui in tutti i suoi passi. Scopre dopo qualche giomoche in quella clinica, inchiodati ai letti dai trattamenti ipnotici, lefamose cure del sonno, vi sono decine di uomini e di donne con sto-rie dolorose alle spalle. Rinuncia allora al silenzio. Ora vuole saperecosa e successo a loro, entra e esce dalle stanze e attacca discorsocon tutti alIa ricerca di storie come la sua, altri Davidi, altre Marie.

Questo comportamento e giudicato chiassoso e invadente, rompegli equilibri dei condannati al sonno chimico, rompe i ritmi pro-grammati della casa di cura. Un mutacico che ora parla troppo e con

tutti e trattato come un logorroico schizofrenico.Davide e un ragazzo molto intelligente e la borgata gli ha inse-

gnato a cavarseia nelle situazioni difficili. Capisce di essere prigio-

niero di un carcere che costruisce Ie sbarre qualunque sia il suo com-portamento, soprattutto se spontaneo. Sputa le pillole e assicura cheIe ha prese. Studia una soluzione mediana: ne troppe parole nepoche, ne troppo dio ne troppo diavolo, risposte gentili e garbate amedici e inferrnieri, e soprattutto, gli consigliano gli altri ricoverati,

«se vuoi uscire, non parlare con loro di Maria».

Per gli psichiatri e la regressione del male. Remissione totale no.Prudenza Si sa come e pervicace e indefinibile questa malattia men-tale.

Ma e la memoria di Davide a essere pervicace e ci vorranno annie il matrimonio di Maria con un altro uomo per metterlo un po' inpace con le sue frustrate speranze.

Una giomata calda di giugno del '91. Sono trascorsi sei anni daquella drammatica storia. Faccio la sua conoscenza dal vetro di unastanzetta asettica del decimo piano del reparto gravi ustionati del S.

Eugenio di Roma. Un citofono ci dovrebbe permettere di parlare,rna Davide e legato alletto. L'inferrniere gli ha messo la cometta suIpetto e se ne e andato. A ogni sforzo di accostarsi, l'apparecchio gliricade suI fianco. L'inferrniere si stanca di rimettergli il telefononella posizione di partenza

Mi incavolo:- Ma se non pub slegargli le mani, gli assicuri con qualcosa il

telefono alia bocca

- Tanto delira, non si capisce nulla di quel che dice.

- Ma io voglio sentire1 0stesso.Lo psichiatra, chiamato a rinforzo del reparto ustioni dal reparto

psichiatrico dello stesso ospedale, rni assicura che Davide e unmalato di m ente.

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- Ma lei che ne sa?

- (Lo psichiatra assum e il tono professionale). E s ta to tras fe rito

qui al centro ustioni dal reparto psichiatrico del Forlanini dove era in

TSO [trattam ento sanitario obbligatorio, riservato a chi rifiu ta it trat-tamento ps ich ia tr ico , Nrl.A].

- E aHora? Cosa Ie assicura che i suoi colleghi non abbiano presoun abbag lio?

- E affetto da delirio paranoide. Non sente come urla, le frasi

sconnesse, salta di palo in frasca, dice nom i di persone sconosciute.

Nessuno dei parenti sa chi e questa C laudio contro cui bestemmia

continuamente. E poi chiama Em idio, il fratello, anche se sa che qui

n on c'e,

- Ma cosa farebbe lei se, legato a un letto del Forlanini da qualchesuo collega, si vedesse attaccare it fuoco alle lenzuola e fosse tirato

fuori dal rogo con un tallone g ia carbo nizzato? D irebbe Ie pregh ieri-

ne per i suoi inferm ieri?

Ne avevo sentite e viste gia tante sugli psichiatri e sulla psichia-

tria, rna questa vo lta mi sembrava di parlare con un tocco di legno.

Era successo che Davide, la mattina del 6 giugno era stato portato

al pronto soccorso del S. F ilippo Neri in seguito a una caduta dal

m otorino perehe accusava persistenti dolori alia testa. Si attendeva i

soccorsi e gli accertamenti diagnostici per it trauma cranico subito ,rna alia richiesta di eventuali precedenti ricoveri ospedalieri parlo

ingenuamente del ricovero psichiatrico di sei ann i prima n mal di

testa fu messo in relazione a quel suo incerto tentativo di suicidio

con caduta dalla finestra e invece di fargli I'elettroencefalogramma

fu trattenuto dagli psichiatri del S . F ilippo.

Di fronte aU 'arresto egJ i reagi con tutta la forza L a sua risposta

violenta non fu considerata una reazione logica e naturale, rna la

prova della sua mancanza di senno. B loccato fisicam ente e siringato

a dovere con grosse fiale di valium e serenase fu spedito con richie-

sta di TSO al reparto psichiatrico del Forlanini. Qui, legato a un letto

di contenzione con cinghie forti e moderne, veniva sciolto solo

durante i pasti. C 'erano stati scontri violenti anche con gli inferm ieri

del Forlanini, ovviamente uno contro tutti. Davide per loro era unm ostro da abbattere a tutti i costi.

n seco nd o giorno ilfuoco. L ui era legato e sedato. Chi glielo ha

appiccato? E come avrebbe fatto a darsi fuoco da solo, legato come

era e vigilato anche durante ipasti? C om e avrebbe fatto un mozzico-

ne di sigaretta a volare da una mana bloccata fin sotto il tallone sini-

stro , pur esso bloccato , da dove certamente sono partite Ie fiamme

che 10 h anno portato all'am putazione della gam ba sinistra fin sotto ilginocchio? Perche i soccorsi non sono stati immediati?

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Domande che attendono la risposta in sede di processo civile epenale',

Sapemmo di questa drarnrnatica vicenda mentre eravamo impe-

gnati in una dimostrazione contro l'elettroshock davanti al S.Eugenio. Ci avevano detto infatti che erano in arrivo macchinarinuovi, roba americana, per ilreparto psichiatrico di quell'ospedale,rna di questi congegni vi diro in seguito.

Tornai la seconda volta a visitare Davide con il dottor GiorgioAntonucci, che era a Roma per un nostro coordinamento. Impo-stamrno con lui un programma di denuncia pubblica e di azionelegale, rna fummo mandati via perche l'orario di visita era appenascaduto.

«Quanta stupida precisione» pensai, «mentre si continua adistruggere una vita umana»,

La nostra presenza al reparto ustioni fu costante. Per un mese, unpo' io, un po' Gianni, uno dei primi compagni del CEU3, facemmo iturni per non perdere una visita. Era l'occasione per entrare in unqualche contatto con Davide, per accompagnarlo nel suo dolorososfogo cerebrale con cui tentava di darsi una via d'uscita dal rogo cheancora gli bruciava ilcorpo come se fosse ilminuto prima Sfidavadi nuovo, a sei anni dalla sua perduta Maria, l' azione di potenti psi-

cofarmaci, che volevano negare ogni liberta alIa sua sacrosantaribellione. Onnai Davide mischiava i nostri nomi a quelli dei paren-

ti. Chiedeva continuamente di noi. Come mi vedeva, all'inizio diogni visita, spezzava ilfilo del suo monologo, «Alessio!» mi gridavacon gli occhi spaventati e con ilcorpo sollevato come un arcovibrante, teso dai quattro legacci, «Voglio giustizia, giustiziaaa!».

Eravamo per lui ilfilo da non mollare per uscire dal suo labirintodi fuoco e ce ne sentivamo la responsabilita,

Davide aveva sublto l'amputazione della gamba sinistra sotto il

ginocchio. Tre operazioni successive perche gli ortopedici arrivasse-ro a fermare la cancrena che, a partire dal piede carbonizzato,rischiava di portargli via tutta la gamba. Ma la sua preoccupazionemaggiore allora non era l' amputazione sublta rna ilterrore di restareintrappolato per sempre tra un reparto psichiatrico e l'altro.

E quello del S. Eugenio era gia in simbiosi con ilreparto ortope-dico. Davide quando appariva qualcuno, 0 noi al di qua del vetro, 0infermieri e medici al di la del vetro nella sua stanzetta, cercava di

divincolarsi dai legacci che 10 tenevano bloccato notte e giorno,

compresa la coscia della gamba amputata. Gridava contro il fuoco,imprecava contro vecchi e nuovi responsabili della sua situazione,rifiutava spesso il cibo (quindi anoressico, altro segno di malattiamentale per gli psichiatri!). Davide, un giovane di ventidue anni alto

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e forte, aveva perso piu di trenta chili. Ne pesava quaranta. C i appa-

riva come uno scheletro monco inchiodato a un letto .

E ra passato un mese, decidemm o un intervento piu energico.

- Dottore, noi, i nostri consulenti, i nostri avvocati, i fam iliari, v ichiediamo di mandare Davide a casa, dove ricevera le cure piu

opportune alia sua nuova condizione. Tomera qui per Ie vi site orto-

pediche. (Era Paola Cecchi, la nostra psicologa del CEU d i F ire nz e,

in caricata di so sten ere la no stra d ecisio ne).

- L o dimetteremmo volentieri, rna Davide continua ad essere

pericoloso . Non 10 possiamo slegare perche ci aggredirebbe con

tutto il suo furore. Continua inoltre nel suo delirio, per cui ha ancora

bisogno di cure psichiatriche. Non ci possiamo prendere questa

responsabilita,- A llora lasci fare a me.

- Ma lei non e a bilita ta a que sto .

- Sono psicologa, Di quello che vado a fare me ne intendo piu di

lei. A ssumo io la responsabilita Scioglieteio.

Dopo varie resistenze, Davide fu sciolto . Medici, psichiatri e

inferm ieri si chiusero nell'angolo pronti a scattare per accoppare

que ll'o rrib ile mostro .

Ma il mostro non Ii a n a c c o , Si prese Ie mani di Paola e se le avvi-

cino alia bocca e poi se Ie tenne a lungo tra le sue. Continuava ilsuoeffluvio fantastico, privo di gramm atica e di sintassi, rna senza alcu-

na aggressivita, Paola 10 accarezzo, 10 abbraccio come pote, gli

bacio il viso . Davide si fece tenero e dolce come un coniglietto spa-

ventato: «Davide, non aver paura, il fuoco non c'e piu, non sarai piu

leg ato, ti p orterem o via su bito ».

n giomo dopo con i fam iliari riportammo Davide a casa Un gio-

vane inferm iere, che era entrato in una positiva sintonia con il fra-

seggio spezzato e concitato del giovane, ci aiuto a portarlo nel modogiusto . Davide, al di la delle piaghe da ustione del moncone sinistro ,

aveva un buco purulento da decubito , grande come un'arancia, che

gli dava un gran dolore. L 'ultimo regalo dellungo bloccaggio al

le tto d i con tenz ione.

Nei trenta giorni successivi andammo a trovare Davide a casa

sua Stava per 10 piu fuori suI pianerottolo che dava in uno slargo

circondato da palazzine di due 0 tre piani. Qualcuno ci spiava dal

terrazzo 0 dalla finestra e non capiva come noi facessimo a stare e a

colloquiare con un corpo che si dimenava continuamente su una

sedia a rotelle, mezzo nudo - faceva un gran caldo e le piaghe, sia

quelle provocate dall'incendio sia quelle al coccige provocate dal

d ecubito , no n 10 lasciavano comodo in alcuna posizione -, qualche

volta col pisello di fuori, con I'urina spes so in libera uscita

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nell'imbarazzo dei suoi familiari per la nostra cocciuta presenzaInoltre quei vicini-lontani si allarmavano non poco per Ie urla spez-

zate che Davide lanciava nei loro confronti, a volte gridava forte i

nostri nomi, qua1che altra quello della cugina Gianna, della ziaAdele, del suo caro amico Stefano. Per quei vicini doveva apparirecome una pubblica confenna della sua mostruosita. Si, c'era stato

quel maledetto fuoco, rna in effetti si doveva trattare anche per lorodi un povero malato mentale.

Ma Davide nonostante Ie torture subite recuperava velocementela sua abituale do1cezza di carattere e tranquillita di spirito. E conqueste riprendeva una capacita di conversazione e di ascolto chefarebbero invidia ai tanti esseri replicanti che ci circondano.

Domenico e Maria, da allora nostri fans e nemici giurati dei tratta-menti sanitari obbligatori, si presero intanto una prima soddisfazio-ne. Portarono Davide in visita ortopedica al S. Eugenio. Domenico

al ritomo mi disse che «i dottori» non volevano credere che quelgiovane, di nuovo bello e robusto, anche se con la vistosa e penna-nente menomazione, fosse «il loro paziente» del mese prima E poi

«come era possibile che il giudicato delirante paranoide dai loro col-leghi psichiatri parlasse ora COSt bene e fosse addirittura gentile?».

La seconda ce la prendemmo tutti insieme in televisione di fronte

a qualche milione di telespettatori di «Caffe Italiano», la rubrica diElisabetta Gardini. Davide stesso racconto la sua storia, concedendopoco alle pur facili emozioni del momento.

Era il primo gennaio del '92. Giorgio Antonucci e l'avvocataGalantucci stavano in trasmissione con Davide e con me a rappre-sentare il neonato Telefono Viola.

n CEU infatti ill5 ottobre del '91, a conclusione di un lunghissi-mo travaglio di idee e di esperienze, in continuita storica con le

esperienze di liberazione dal manicomio portate avanti con successo

da pili di vent'anni

dal nostro Giorgio Antonucci, aveva deciso didar vita a un nuovo strumento della telefonia sociale. Tra i pochicolori rimasti liberi c'era il viola, rna, a pensarci bene, calzava benis-simo con i nostri propositi e con la nostra storia Viola come un fioreche ci dice «non ti scordar di me»; «anche se ilmio profumo e pili

delicato di altri, se ti accosti di pili puoi avvertirlo»; «anche se nascocome posso, in posti imprevedibili, sto bene dove sto, non e il casoche tu mi sradichi per custodinni da qualche altra parte»; «anche sepochi mi scelgono, ci sono tante donne che ormai mi prediligono»;«e vero, qualcuno con me fa il superstizioso, rna se ci fate caso,porto sfortuna solo acerti (tanti!) psichiatri».

Questa idea di offrire uno strurnento di difesa legale e sociocultu-rale contro la psichiatria costrittiva, denunciando i suoi abusi e Ie sue

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violenze,l'avevamo gia cullata alIa fme del primo corso di ecologiaumana da me tenuto presso la Legambiente Lazio dall'ottobre dell'

'89 al giugno del '90.

Ma ci aveva sempre scoraggiato l'enorrne sproporzione tra inostri mezzi e la cultura psichiatrica dominante a tutti i livelli, di

elite e di massa L'esperienza di Davide ci aveva finalmente spintoall'audacia Un Davide, pensammo, potrebbe ancora vincere controun Golia. Senza Davide, quello biblico e quello romano, probabil-mente non starei ora a scrivere sui primi passi del Telefono Viola.

Note al capitolo

I. n nom e vero e un altro . L 'importanza per Davide della sua sto ria con Maria e

una m ia personale interpretazione, fondata su episodi raccontatim i da Davide e dai

s uoi geni to ri .

2 . n processo civile contro i responsabili dell'O spedale Forlanin i tarda a conclu-

dersi per la latitanza degli im putati e delle assicurazioni, e per gli scioperi degli avvo-

cati. L 'ind agine per quella penale e s ta ta a ff id a ta aI giudice D ott.ssa L ori. Per cartoli-

ne di so lidarieta si pub scrivere a D avide in V ia Pram ollo 18 , 00 166 Rorna.

3 . n CEU e il Centro di Eco log ia Umana, da me fondato alia fine del '90 , dopo il

prim o corso di eco logia um ana presso la L egam biente L azio . Ha doppio statu to , quel-

10 di L egambiente isp irato alia «qualita della vita e alia protezione della persona

um ana» e quello autonomo del '93, ispirato specificam ente alia teoria e alia pratica

antisegregative e non psich iatriche. S i possono chiedere gli A tti del CEU e altri m ate-

riali del Telefono V iola, sottoscrivendo liberam ente su i c .c .p . 67172007, intestato a

A ssociazione Telefono V iola, V ia dei C am pani 73 ,00185 R orna.

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II

IL MaSTRO DI IMOLA

Una m attina di ottobre dell'85 m i era successo di vedere da vici-no per la prim a volta un essere umano liberato da una lunga conten-

zione psichiatrica: T eresa B. Stavo facendo delle interv iste con un

registratore a G iorgio A ntonucci, che aIlora era responsabile di due

reparti del m anicorn io di Imo la , « l'O ss erv an za», n ma teria Ie reg i-strato doveva serv ire per il primo libro sistematico pubblicato in

Ita lia su lla p ra tic a di A ntonucci '.

S tefano Sguario del Telefono V iola di Genova rni ha chiamato

pochi g iorn i fa e m i ha dato una bella notizia: «A lessio, Ipregiudizie Laconoscenza fra poco 10 facciamo girare su In ternet, l'ho gia

scannerizzato e assorbito in banca dati» .

D O questa notiz ia perche di fronte aile tan te cose da scrivere, rna

anche da rappresentare visivam ente, da in terpretare con tutti i generi

espressivi possibili, poesia com presa, io e Antonucci non pensava-mo che un libro potesse contenere tu tto 0esprim ere le em ozioni che

si provano e i problem i che si affrontano quando lungodegenti ven-gono liberati dopo trenta, quaranta ann i di legatura. C i voleva un

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qualcosa che fosse anche un film , un brano di teatro , un poema, un

interm inabile grido, m entre noi avevam o solo una piccola e trabal-

lan te editrice. Per tutto questa tra di noi 10 chiamammo «il libro

impossibile», E ora se andra su Internet sara anche im possibile come

libro, un libro che si m ette a volare . . .Quellibro m i era costato pill d i un anno di lavoro e aveva impe-

gnato anche altri redattori della Cooperativa A pache. R icordo chealcune com pagne, durante le correzioni di bozze e i vari rifacim enti,

m ollavano il lavoro per scappare da quelle righe terribili e lanciare

bestemmie tipo «sti stronzi di nazisti» con tro psichiatri, inferm ieri einferm iere, responsabili della contenzione a vita - tren ta , Quaranta,

cinquanta anni - d i individui internati alI'O sservanza fin da bam bin i

o di ritom o dai cam pi d i prig ionia della seconda guerra m ondiale .Mi ritrovai davan ti agli occhi un prim o fascico lo con Ie riflessioni

d i Antonucci, raccolte da V ito Totire, un medico pugliese, attual-

mente jiancheggiatore, come lu i dice, del Telefono V io la di Bolo-

gna, e Quaranta cartelle clin iche fotocopiate con cura da Paola

Cecch i- appa rtenen ti ad a ltre ttan te v ittim e d i q ueg li in tem amenti.Da allora il m io sonno non e pill tranquillo e la m ia veglia si

sdoppia In superficie vedo e parlo con le stesse persone cosi come

sono, pill in profondita vedo e qualche volta parlo sotto Ie labbra con

persone ridotte a om bre 0 larve umane. Emma M aria, la m ia compa-gna da p ill d i quind ici anni, v isse in tensam ente con m e questa dram -

ma tico c amb iamento d ell'umore.M a si trattava solo d i um ore? DalI' 85 la nostra com unicazione e

popolata d i sfondi che diventano prim i p iani e di prim i p iani che

d iventano sfondi. O rm ai e una esercitazione continua. Proviarno a

vedere come sarebbero i nostri stessi in terlocutori del momenta e

n oi stessi, I'u n I'altro , se fo ssero , 0 se fossim o, stati legati da un gior-

no, un anno, venti anni n ell'u nico in fern o ch e esiste v eram en te.

In ferno, come quello che si apri alIa vista d i G iorg io Antonucciquando volle prendere in affidamento i reparti peggiori di Im ola,

q uelli d eg li « ag itati e p eric olo si» .

Teresa B ., di questo reparto , fu liberata da Antonucci dopo qua-

rant' ann i d i continua legatura, im bavagliata con una m useruo la daisuoi aguzzini specializzati. D opo i pasti Ie richiudevano il portonci-no blindato della sua celleua ', L 'unico suo esercizio fisico in qua-

rant ' anni di prigionia psichiatrica fu quello d i raschiare il legno

intorno alIo sp ioncino a bocca di lupo perche qualche essere v ivente

che non fosse un cam ice bianco la portasse dall' altra parte delm ondo, nella luce piena del giorno.

Teresa l'avevo vista quella m attina Antonucci m i aveva portatoa vedere l'ex reparto 14, con le sbarre divelte e con le celIe di isola-

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mento spalancate. Le 44 donne considerate dai suoi predecessoriagitate e pericolose, dopo un lento e faticoso programma di recupero

sensoriale, erano state inserite in un reparto autogestito. Era avvenu-

ta in pochi mesi una trasformazione incredibile. Niente pili letti efasce di contenzione - Antonucci ne aveva fatto grandi sacchi e Iiaveva spediti all'amministrazione -, psicofarmaci aboIiti 0 ridotti alminima se richiesti da pazienti molto assuefatti, solo assistenzamedica generale, Ie attenzioni e le parole necessarie per ricreare unafiducia infranta da decenni di maltrattamenti e persecuzioni.

Ero stato spesso a Imola e avevo registrato illento rna inarresta-bile ritomo alIa vita di quelle 44 sepolte vive. Avevo notato comeAntonucci si muoveva tra di loro. Le conosceva una per una, sapeva

Ie loro storie dall'infanzia. Alcune avevano ripreso una capacitacomunicativa notevole anche con Ie persone estranee che andavanoa visitarle. Molte erano ancora alle prese con i fantasmi dell'orroreche avevano popolato la loro lunga condizione di immobilita fisica edi contenzione psichiatrica, donne che avevano avuto solo se stesseper parlare e che ormai non credevano in nessun ponte che le portas-se dall'altra parte 0 in un viale veramente libero.Antonucci miaccompagno nel cortile e mi mostro Teresa.Era una donna alta, sulla cinquantina, dotata ancora di grande

vigore, capelli biondi che la sua mana ravviava con un pettine dallanuca in giu continuamente, gIi occhi grandi e azzurri, spalancati suIverde del prato. Camminava con un passo veloce come per divorarein poco tempo quanta piu luce e quanta pili aria le fosse possibile. 10le venni vicino, la salutai. Rispose con un cenno del capo, si fermo aguardarmi per lunghi attimi, e continuo nel suo rapido passo.Giorgio mi disse: «In genere non parla con nessuno salvo me, rnacome vedi con te e tranquilla»,Eccola con noi «il mostro di Imolax a girare Iiberamente per il

parco tra i grandi alberi e Ie aiuole dell'Osservanza.Riporto l'intervista che feci a Antonucci in quel momenta sulla

storia di Teresa B. e sulle 44 compagne di prigionia, e che pubblicainelIibro gia citato.

- Giorgio, abbiamo ritrascritto in modo integrale la cartella cIini-ca di Teresa B., che tu hai incontrato a Imola all'ospedale psichiatri-co dell'Osservanza quando sei diventato responsabile del reparto 14.Ci puoi raccontare brevemente come hai trovato Ie persone nel

reparto e, in particolare, ci puoi parlare di Teresa?

- II reparto era tutto chiuso come un cubo, nel senso che c'eranodei muri che io dopo ho fatto buttare giu, delle porte di ferro chesono state sostituite con porte a vetri, e i vari locali, la sala d'ingres-so attuale, poi un piccolo corridoio che porta al corridoio delle stan-

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zine. Le varie parti erano tutte chi u se, vale a dire che da una stanza

all' altra si passava so lo aprendo le porte con le chiavi, c ' era

un 'inferm iera in ogni locale con le chiavi pron te, nel senso che un

certo numero di persone stavano in una sala con l'inferm iera, poiporta ch iusa, altra sala con inferm iera e chiavi. Un corti le recintato

con alte mura era l'unica possibilita per poter stare all'aria , poi,

a ll'in terno, c'erano Ie stanze (le celIe) a due letti, in alcuni casi com e

per T eresa per una persona sola, quando era ritenuta particolarm ente

pericolosa . Dunque anivavi e ti trovavi la porta chiusa con 1 0 spion-

cino: si possono ancora vedere Ie im pronte delle unghie, all'in tem o,

delle persone che, Ie volte che erano slegate, tentavano di uscire, d i

aprire.

- In quali condizioni si trovava Teresa quando la vedesti per lap rim a volta ?

- Teresa era ritenuta la p iu pericolosa di tu tte nel reparto delle

«pericolose», era quello che con term ini molto usati ora si chiama

«il m ostro»; lei era considerata il mostro di Imola. D unque intanto

dovevo passare tutte queste barriere (anche Noris, m ia moglie, ha

visto questa scena tanto che m i disse: «Cosa ci fai qui dentro , non

puoi m ica farci nulla; e una cosa trem enda, assurda, e una camera d i

tortura»). A rrivato davanti alIa porta vedev i solo dallo spioncino ; d i

Teresa dallo spioncino vedevi solo gli occhi e i capelli, perche leiaveva la maschera (descritta come «museruola» nella cartella ,

all' an notazione del 17/4n1), poi aveva la cam icia di forza toracica

che la teneva fissa alletto , le cinture di contenzione aile gambe e ai

polsi, per cui era una m um rnia

- Perche la maschera Ie copriva interamente la bocca, per impe-

d irle d i sp utare?

- Si, la bocca e quasi tutto ilviso, come quando i banditi fanno Ie

rapine e si mettono la maschera fino agli occhi. Nel caso di Teresa la

m aschera era fissata con delle cinture di cuoio al letto . Quindi iovedevo solo gli occhi di Teresa e accanto a me l'inferm iera aveva

paura.- C osa hai fatto concretam ente quando l'hai vista?

- Ho com inciato a slegarla , ho com inciato da una mano. A volte,

anche prima che arrivassi io , tentavano di slegarla. Tutti i g iorn i

dovevano slegarla per pulirla . N aturalm ente andavano diverse infer-

m iere perche quando lei veniva slegata, faceva quello che poteva,

picchiava; e anche una donna forte .

- M a lei voleva essere slegata?- Una delle prim e difficolta sta nel rendersi con to che gli stessi

degenti fin iscono con il rifiu tare essi stessi di essere slegati. A d

esempio nel caso di Teresa, Ie slegavano una mana e mentre l'infer-

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miera tentava di darle da mangiare lei Ie graffiava il visa; a quelpun to la rilegavano e la p icchiavano. Tanto che molte di loro che

sono state legate non hanno pili denti sia a causa dell'elettroshock e

sia perche Ie alim entavano con la sonda. Mi hanno raccontato Ieinferm iere che se Ie degenti rifiu tavano di aprire la bocca, venivano

forzate e nell' «operazione» partiva anche qualche den te.

- Qualcuno era dalla tua parte, qualche m edico, qualche inferm ie-

ra? 0 operavi da solo?

- E ro da solo . S i trattava d i com inciare a slegarla contro ilpareredei m edici. A nche se il reparto dipendeva in teramente da me, ilmedico precedente si ritiro subito e COSt Ie in ferm iere. A vevano

paura, e si capisce perche avevano paura, data la situazione, ilmodo

abituale di pensare e ilfatto che tutto sembrava andare contro lavolonta della stessa pazien te. T rascorsi un mese interamente nel

reparto notte e giomo, perche non c 'era solo Teresa, nel reparto

c 'erano quarantaquattro donne, di cui una trentina erano legate in

continuazione, m entre le altre stavano slegate qualche ora al giomo.

C ' era tu tto questa lavorio d i legarle e slegarle.

- E come erano intanto i tuoi rapporti con la direzione?

- Non ve ne erano molti. E ro pienamente assorbito dallavoro nel

reparto . Dopo un mese ho consegnato alia direzione i mezzi di con-

tenzione in un sacco accom pagnato da un biglietto con su scritto :«Questi strum enti di tortura devono uscire da u n rep arto o sp ed alie-

ro», Ogni volta che prendevo un reparto facevo questo lavoro, slega-

vo tu tti e poi consegnavo i m ezzi di contenzione. Perche consegnar-

li? Perche fino ache si tengono ll, anche se non si usano, sono una

possib ilita terroristica. Quando m andai tutto via 1 0 feci sapere uffi-

cialm ente a tutti, inferm ieri e d egenti: era finita!

- D icevi di Teresa .. .

- S l, Teresa e quella che si e rifiu tata per pili tem po di essere sle-

gata , perche aveva paura d i quello che avrebbe fatto lei stessa, per-che lei sapeva che una volta slegata avrebbe picch iato gli altri, e g li

altri I'av rebbero repressa d uram ente, allo ra preferiva «stare tranquil-

la», Tante volte ho sentito d ire dagli psichiatri che «i pazienti stessi

vog liono stare legati» , rna bisogna capire ilperehe, E un po ' come

gli im putati d i S talin che d icevano di avere to rto e che aveva ragione

Stalin . B isogna sapere il perche, Teresa, ora tu la ved i, ognuno la

puo vedere - purtroppo non ha trovato dove andare -, e u na p erso na

con cu i si comunica bene. Dal punto di vista bio logico c'e da dire

che, oltre alia muscolatura rovinata , i denti che non ha pili, avevaaltri seri e delicati d istu rbi fisic i, per i quali in genere si in terviene

chirurg icam ente. M olti suo i problem i fisici sono spariti quando lei epassata dalla condizione d i donna legata costantemente al letto a

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qu ella d i u na d on na libera, ch e p ub camm in are, u scire, an dare d ov evuole.

- T u h ai to lto a lei come a tu tti g li p sico fa rma ci. D alla c arte lla e li-

n ica risulta che veniva pesantem ente im bottita di psicofarm aci, enonostan te questo con tinuava g ius tamente a r ibe ll ar si !

- SI, si e trattato di buttare giu Ie porte e i m uri, d i togliere i m ezzidi contenzione, e questa e la costrizione fisica, d i convincere Iein ferm iere a ten ere Ie p orte ap erte e co ntemp oran eamen te to gliereg li p sico farm aci. P er qu esta era impo rtan te u n'o perazio ne d i cam -biam ento di cultura con Ie inferm iere, perche sm ettessero di farericatti. V anno tolte Ie stru tture fisiche di repressione, m a anche Ies tru tture farmaco log iche e le s tru tture ps ico log iche: questa e illavo-

ro ch e u no d ev e fare co ntro la so stan za d el m an icom io . D alla came-ra d i to rtu ra b isogna a rr iva re a lIa c iv ile r es idenza come e ora.- C ome h anno re ag ito i tu oi c olle gh i d op o Ie p rime lib era zio ni?- Teresa era una delle tante persone, m a era quella che piu ha

fa tto p au ra . R ic ord o c he i medici n on p arla van o d ella lib era zio ne d iq uara nta qu attro p erso ne d el « 14», p arlav an o d el fa tto c he Teresa B .era in libertal Tanto che un m edico che diceva di conoscerla benerni disse: «S tai attento che qualche volta ti pub saltare addosso es ta ccar ti i coglion i» . Questo per dirti cosa pensava di Teresa B . uno

d ei m ed ici resp on sabili d el m an icom io . L e i n on h a fatto male a n es-su no tran ne ch e n ei p rim i temp i qu an do c'eran o molti litig i. A dessonon su cc ede neppu re piu,- A desso come p assa la g iomata?- Q ualch e v olta v a an ch e fu ori Imola, rn a n on le in teressa mo lto ,

sa che ci pub andare quando vuole. L ei ora vuole essere lasciata inpace. E mo lto con tenta quando v iene a trova rla qua lc he fa rn ilia re , h auna fig lia c he ra ramen te v iene a trova rla

- M a com e capite qui inmanicomio?

- T eresa fu ricoverata a 2 1 anni dopo la nascita di quella fig lia dicui ti d icevo, durante il puerperio . U na donna attraversa dopo ilp arto u n p erio do d ifficile e puo stare male e d ev e essere cu rata fisi-camen te, p erc he c'e u n cambiamen to d i situ az io ne o rmona le , fisica ,p sico lo gica N atu ralm en te lei era co ntad in a p ov era, facev a la casa-linga e insiem e lavorava nei cam pi, aveva un periodo di debolezzafisic a e d ei p ro blem i p sico lo gici n orma li in una donna e probabil-mente n on riu sc iv a a lav ora re c ome p rima

-E allo ra?

- A llora a quel punto hanno chiam ato un m edico . M agari era suf-fic ie nte u n semplic e p erio do d i rip oso . Mentre il medic o rico rre a llop sich iatra L 'h an no p resa e man data al m an icom io : u n p rimo rico ve-ro a B ologna, dove e s ta ta sottopos ta a e le ttr oshock e in su lino shock ,

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ed un secondo qui a Imola, dove si trova ormai da trentatre anni.

Avevo sempre dormito con la porta chiusa, Da allora la spalanco

altrimenti non prendo sonno facilmente.Diverse notti in quell'anno sentii distintamente raschiare la porta

della mia camera da letto. Dapprima non capivo. Possibile che anco-

ra sognassi rumori cost nitidi stando dritto sul cuscino e con tutti i

sensi sotto pieno controllo? Poi mi si fece chiaro ilfenomeno.Si, era Teresa B., rna questa volta raschiava con eguale forza la

porta della mia camera da letto, nonostante fosse gia aperta.

Un'ombra, no, neppure un'ombra. Una forza fatta solo di vento che

portava alle mie orecchie gli stridii delle unghie e delle dita schele-

triche senza pin unghie. «Ci sono altre porte da aprire». Era unavoce chiara di donna che non sentii da fuori rna da dentro, dalla

bocca in giu. «Anche il cuore pub essere chiuso» pensai. «E che peressere liberi», mi rispondeva Teresa, «ci vuole qualcuno che ti tirifuori facendoti passare per il suo cuore», «Allora questa storia esige

quasi uno sfreghio», mi ribellavo, «un momento, un lungo momento

in cui io e te stiamo insieme in uno stesso stretto canale che ci strin-

ge fino a farci confondere, a compenetrare?».

Ora Giorgio Antonucci chiudeva le mie orecchie al rumore delle

unghie sulla porta «Non e tanto questione di eucre», diceva, «rnaquestione di testa. Bisogna prendere ilposto dell'altra e venime

fuori insieme». «Bisogna doe che prima si perda il senno?», mi

opponevo, ancora piu dritto sul cuscino. «No, maio n senno non si

perde, si allarga, al massimo sconfina, Devi guardare oltre, devi dare

per possibile ogni pensiero».

«Ma questa e pazzia! Per liberare Teresa devo diventare pazzo

io?», ero ormai in piedi e facevo su e giu per la camera da pranzo.

«Questo non e pazzia, e solo capire, andare cioe oltre le prime, e poi

le seconde, e poi ancora le terze apparenze».

Note al capitolo

I.G . A nto nu cc i, I pregiudizi e I a conos cenza - c ritic a alia psichiatria, a cum di

A. Coppola, Cooperativa Apache, Roma, 1986. Copie residue presso iln ostro a rc hi-

v io di Rom a, disponibili so lo per Ie nuove sedi del Telefono V iola

2 . Paola C ecchi attualm ente e riferim ento del C EU -Telefono V iola per la ToscanaL 'abbiamo incontrata gia con «Davide» , Paola rni presento Antonucci nelJ '84 per la

pubblicazione del suo libro (cit.) presso la Cooperativa A pache di cui ero presidente.

Fu I'occasione per scam biarc i i nostri interessi tra prig ionieri politic i e prigionieri psi-

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c hia tri ci . A tt ua 1r ne nte P ao la e impegnata a Firenze anche nel settore dei nom adi e dei

p ro fu gh i d alla B osn ia.

3 . M assim o Golfieri di Im ola ha realizzato un eccellen te servizio fo tografico e,

insiem e con M ara C iaschini, una d ocum entazione di videofilm sug li ex reparti mani-

com iali dell 'O sserv an za, co mprese Ie «bocch e di lu po», P er altre inform azioni rinvio

illettore a Ip regiudizi e fa conoscenza , cit . , e ai lib ri su cc essiv i c ita ti in b ib lio gra fia .

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III

VAL ERIO V AL DINOC I O RA CAMMINA

Una notte delluglio '87 m i capite la prim a esperienza a direttoc on ta tto c on u n g io va ne leg ato a u n letto d i c on ten zio ne.

V erso le 2 1 stavo nell'u fficio di G iorgio A nto nu cci, all'in tern od ell'O sserv an za . Co n illa vo ro e la p ubblic az io ne d ellib ro , il m ani-com io di Im ola era diventato un riferim ento costan te per la m ia

ric erc a p ers on aIe n ella c ritic a a Ila p sic hia tria e a Ile s ue n efa ste con -seg uenze sulla vita di decin e di m ig lia ia d i persone. Mi interessavaquin di continu are qu el rapp orto con A ntonu cci ch e av eva segn atouna svolta anche nella m ia vita e nelle m ie riflessioni. Q uel giom op artec ip ai a d iv ersi c ollo qu i c on g li o sp iti d ei su oi rep arti. E ra a pp e-n a tin ita u na d isc ussio ne a bb asta nz a v iv ac e c on u n g io va ne c he a bi-tava nei d in tom i di Im ola e che pretendeva da Antonucci un cer tifi-c ato d i s ch izofre nia p er e vita re ilse rv iz io m ilita re . F u la p rima voltache s i d is cu te va d ell'a rb itra rie ta d el g iu diz io p sichia tric o, rife rita a

una situazione attuaIe e non soltanto aIle centinaia d i vittim e chea nc ora era no in temate n ei rep arti Iiin tom o a noi. F ino ad aIlora ilmio in te re ss e e ra s ta to s emp lic emente s to ric o, mentre que lla d is cu s-

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sione a cui presi parte attivam ente m i m etteva di fronte all'a ttualitadella questione. F ino ad allora la m ia curiosita era stata m otivata da

forti principi di um anita e di solidarieta, A vevo avuto anche rag ion i

personali che m i avevano sp into a frequentare gli istitu ti d i Imola .

Mi avevano detto in fatti fin da piccolo che un m io zio era mortointem ato nel m anicom io «11Frullone» vicino N apoli, ritenuto pazzodag li psichiatri rna dolce e rag ionevole dalla fam ig lia di o rig ine e damolti che ebbero occasione d i frequ en tarlo da vicino.

Q uella storia com unque veniva solo toccata superficialm ente damia madre, che m i raccomandava d i non parlame con nessuno per-che andre i fam iliari d i chi fin isce in manicom io vengono trattati

c on s os pe tto .

n giovane rom agnolo era andato appena via, insoddisfatto dellesp iegazioni e del rifiu to d i A ntonucci, quando entre un inferm iere,

G ilberto Bertonello , di un reparto poco distante da quello delle ex

a gita te e p eric olo se , o rma i d ep sic hia triz za to .

D acia M araini, uno dei prim i scrittori in teressati alla particolare

esperienza di A ntonucci, dopo una sua v isita ai reparti aperti, aveva

riferito 1 0 stupore destato in lei dalla diretta constatazione che a

d istanza di cinquanta metri potevano esserci situazioni di reparti

m anicom iali agli antipodi. Da una parte le donne e gli uom ini deireparti d i A ntonucci, orm ai liberi di passegg iare nei v iali,d i uscire in

citta pur se con tu tte le precauzion i richieste dalle iniziali d ifficolta

di rapporto tra lungodegenti e cittad inanza, dall' a ltra reparti ancora

chiusi, con stanze di isolam ento, fasce di contenzione, sbarram enti

alI'uscita e all'in tem o tra le varie sale .

1 1p artico lare ch e re nd ev a ilcontrasto ancora pili assurdo era che irep arti p resi in affid am en to da A ntonucci erano stati, com e si ricor-

dera, i peggiori. C ost restavano ora chiusi ieparti con degenti consi-

derati «m eno agitati e m eno pericolosi» anche dagli stessi psichiatriche li avevano ancora in carico . La co ntradd izio ne p ortav a alIa luce

una verita importante, che ispira tu ttora la pratica del Telefono

Viola: ilto tale arbitrio del giudizio psich iatrico con cui vengono eti-chettati i comportamenti umani e l'assolu ta au tonom ia con cui unso lo psichiatra puo determ inare le condizioni di v ita, anzi d i deten-

zione, di una com e di centinaia di persone che capitano, si rivolgono

o sono so ttoposte alla sua, diciam o, «osservazione». Tornero su que-

sto argomento a proposito d i vicende pill attuali che impegnano la

n ostra attiv ita d i tu te la .Nonostante il black out attomo alle esperienze di Antonucci e

l'asso lu ta so vran ita su i rep arti da p arte d ei sin go li p sich iatri, qu alco -

sa comunque non poteva non filtrare. Inferm ieri e fam iliari raccon-

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tandosi Ie cose tra di 10fO costituivano una grande possibilita di con-

tam in azion e tra sistem i COS to ppo sti.

E forse la notte Ie cose si potevano dire e fa re p ill lib eramen te.

Q uell'inferm iere ci disse che ilprim ario del suo reparto non c'era

e che per questo finalmente aveva trovato l'occasione buona per

parlare con Antonucci, di cu i conosceva la pratica e i risu ltati. «L aprego dottore, venga subito» invoco, «Ii da noi c'e un giovane han-

dicappato , V alerio Valdinoci, legato da tanti anni, la cui esistenza eignota anche alia m aggior parte degli stessi degenti in qu an ta ten uto

in una stanzetta chiusa al secondo piano del padiglione, dove pochi

p osso no ac ced ere» ,

A vevo ancora il registratore in funzione. «Portalo!» m i disseG iorgio, «cost ne potrai parlare meglio», «Ma non e meglio che io

resti qui, sai non saprei cosa fare!». L a verita era che avevo il terrore

di qualche scontro con medici 0 inferm ieri, di tro vanni inv ischiato

nelle solite richieste di so ld i, o ro lo gio 0 altri oggetti da parte didegenti privati a lungo di tutto , 0 in preda ai fantasm i della loro pri-

g ionia «Non ti preoccupare» m i rassicuro, «D ' altronde io non fac-

cio nulla che non potresti fare anche tu».

Allora non credetti all' osservazione di Antonucci, m i sembro

un'esagerazione. A distanza di d ied anni e dopo alcune prove in cuim i sono trovato da solo, ora penso che G iorgio avesse ragione, rna

credo ancora che l'autorita pubblica del medico, anche se non psi-

c hia tra (<<Imed ic i si sp ec ia lizz an o in p sichiatria», afferm a G iorgio ,

«passando per il tirocinio da A uschw itz!»), gioca un ruolo favorevo-

Ie in molte s itu az ion i,

L 'inferm iere Bertonello ci aprl il reparto . Quasi tutti i degenti sta-

vano digerendo i loro psicofarmaci nel primo sonno . Dopo un primo

corridoio ci si pam di fronte un suo collega, che aveva Ie chiavi che

ci avrebbero potuto aprire il passaggio verso il secondo piano delpadiglione. Qui, dopo i prim i cortesi convenevoli, com incio una

discussione alquanto vivace. «Ecco ci siamo, l'ave vo immagin ato »,

ilcuore com incio a batterm i forte e il m io nervosismo divento tale

che non riuscivo a spingere neppure il tastino del registratore. Pensai

con rabbia quanta cocciu to fosse quell' Antonucci e quanta sarebbe

stato meglio se dopo una faticosa giomata ce ne fossimo stati tutti in

trattoria In fonda ero venuto per fare un libro e non per trovarm i nel

buio di uno stretto corridoio di manicom io in quei terribili pasticci

tra m ed ici e inferm ieri.«Dottore, m i scusi, rna lei non e il primario di questa reparto e

non sono autorizzato ad aprirle», il collega di G ilberto si m ostrava

irremovibile.

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«Dai, non fare il rigido, non succedera nulla, sai bene chi eA ntonucci no?» provo a sm ussare.

«So bene chi e qui ildottore, rna so bene pure chi e il nostro . E se

poi m i licenziano, chi m i assume, Antonucci?», incalzava l'in fer-m iere stringendosi le chiavi nella tasca del carnice.

«L ei invece potrebbe essere licenziato per impedim ento a un soc-corso medico rich iesto da una situazione di emergenza. Ho saputo

che qui trattenete un giovane legato da anni e in questo momenta

sono l'unico m edico presente. 10 ho l'obbligo di intervenire e lei non

m i puo contrastare. M i assumo io le responsabilita», Antonucci par-lava calmo rna senza mollare di una virgola e soprattutto senza

offendere. A questa punto venni fuori anch'io .. . E ro un editore e

av re i d enunc ia to ilsuo tentativo di opporsi a A ntonucci. L 'inferm ie-re la sm ise di fare il cerbero . V istosi al1e strette e liberato dalla pauradi perdere il posto di lavoro, cam bio atteggiam ento . C i accom pagno

aI secondo piano, ci aprl la stanzetta dove stava Valerio e da allora

partecipo attivam ente aile informazioni e al fu tu ro m ig lio ramen to

de ll a s ituaz ione.

«Perche e legato?» domando Antonucci. Valerio, che si era giasvegliato a causa del rumore delle voci e dell'apertura della porta, si

m uoveva con piccoli sussulti del corpo . E ra un giovane di una trenti-

na d ' anni, rna poteva sem brare un vecchietto sulla settantina, picco-lo di statura, molto magro, scavato in volto , con grosse cicatrici che

gli apparivano tra i capelli corti e m olto neri.«L a storia e un po' lunga, dottore» , fece il collega di G ilberto .

«Sl, rna qual e la ragione per tenerlo legato?» insistette Anto-

nucci. V alerio allora si m osse dalla posizione raggom itolata suI fian-

co destro in cui l'avevamo trovato e tirandosi allegaccio che gli

bloccava ilbraccio sinistro si rigiro sulla schiena ingobbita. M i

apparve com e una piccola rana da viv isezione, legata per gli arti rin-

secchiti al tavolo chirurgico. Trattenni a sten to it vom ito e m i giraiverso un fm estrone buio di quel posto orrendo.

«Dettore, it primario chiede di tenerlo legato per il suo bene, per-

che e autolesionista . Se proviam o a scioglierlo per dargli da m angia-re, com incia a picchiarsi sugli occhi e la fronte», A questo punto

guardai V alerio . G li occhi erano quasi com pletam ente chiusi. Q uello

destro era circondato da un enorme ematoma che gli copriva tutta

l'orbita oculare. Aveva croste di sangue rappreso in diversi punti

della fronte e del volta e un altro grosso ematoma intomo e dentro

I' o re cchio s in is tro .G ilberto , che si curava di Valerio dal1 '83 e che spesso aveva pro-

vato a slegarlo contro il parere del medico, si era rivolto a Anto-nucci, v isto che tutti gli altri reparti non ne volevano sapere: addirit-

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tura gli infennieri avevano minacciato di lasciare in blocco illavorose Valerio fosse stato trasferito nelloro reparto.

«Cosa fu notato al momenta dell'accettazione all'Osservanza?»

si informo Antonucci. Le prime annotazioni della cartella clinicaCOStispondevano:

19/1On2. Entra in data odiema proveniente dall'Ospedale Psichiatrico di

Rovigo. Trattasi di un idiota cerebropatico. Completamente incapace di

stabilire i1 benche minimo contatto, sudicio, irrequieto, gesticola senza

senso con evidenti manierismi e stereotipie, emette grida inarticolate,

presenta un evidente eretismo sessuale e cerca di masturbarsi di conti-

nuo. Date Ie condizioni psichiche passa al padiglione 15.

21110n2. Frequentemente irrequieto, presenta crisi di eccitamento per-cuotendosi violentemente il volto, procurandosi estese ecchimosi.

Condizioni di nutrizione scadenti.

23/lOn2. Viene aizato e riesce a camminare. E necessario tenergli i

guanti (di contenzione) aile mani e contenerlo in qualche modo per evi-

tare che si percuota 1.

Avevamo quindi davanti a noi, rattrappito come un uccellino alfreddo, un essere del tutto incomprensibile e che per gli psichiatri

non era pill considerato umano. Mi dicevo che non poteva essere,che qualcosa ancora di vivo e intelligente doveva pur nascondersi

sotto quelle miserabili spoglie, Un ricordo d'infanzia, un pensiero

sepolto a una qualche profondita, Troppo in giu nel tempo e nellapsiche da non poter essere piu raggiunto da un qualsiasi sforzo,anche sovrumano. Mi giravo e piangevo di nascosto come un bam-bino. Em alle seconde apparenze. Cominciai a spiegarmi che forse aun certo punto, a un grado massimo di una infanzia infelice, un

ragazzo potesse pure pensare di farsi fuori con le sue stesse mani 0

di adeguare al disprezzo dei grandi e dei coetanei un viso ancora pillbrutto, ecco, graffiato, schiaffeggiato, defonnato dai suoi stessipugni. Ma Antonucci era gia n che metteva la mano tra gli occhichiusi e tumefatti del mostricino e la sua mana destra che, appenaslegata dagli infennieri dietro suo invito, era ripartita come un terri-bile martello che fosse stato trattenuto a lungo da una mollad'acciaio e poi improvvisamente rilasciato. Ma la mana di Valeriocome tocco quella di Antonucci si fermo improvvisamente comin-

ciando a tendere il legaccio che gli tratteneva la sinistra per potersi

colpire con quella. Antonucci fece slegare anche la sinistra e midisse di fare come lui. COStfeci con grande paura Valerio fermo

anche la sinistra contro la mia mano. Eta evidente che si era stabilitoun contatto, che quell'essere era un essere sensibile che faceva

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buona differenza tra ilsuo corpo e quello degli altri.

«Vedete» disse Antonucci, «vorrebbe fare male a se stesso, non

sappiamo ancora perc he, rna a noi non ci torcerebbe un capello .

Invece che legarlo per una vita bisognera fargli sentire sempre piuvicine Ie nostre m ani», Ero em ozionatissim o. Provarnm o a togIiere

Ie mani e puntualmente Valerio , sicuro ora di fare male solo a se

stesso, ricomincio a colpirsi. Conservo la registrazione di quei m ovi-

menti e di quei colpi sordi che l'uomo si batteva in testa Ora, da

quando ho rivisto Valerio nel '94 camminare Iibero, m angiare e sen-

tire la TV nel reparto autogestito di Antonucci nell'Istituto Lolli,

quei colpi non sono piu lugubri com e quella notte. A volte lirisento

per incoraggiarm i: dai, dai, dai, ce la farai.

Partii la mattina dopo con una grande forza dentro . Dare unam ana era stato questa volta una cosa diversa da tu tte Ie altre.

Antonucci concordo nel novembre successivo con ildott .

Em esto V enturini, coordinatore dei servizi psichiatrici, d i prendere

V alerio nel suo reparto auto gestito.

Dopo i prim i giorni, che richiesero un grande impegno da parte

di inferm ieri e di obiettori di coscienza che prestavano servizio

volontario , con la collaborazione anche di Bertonello che andava

sp esso a visitare V alerio , comin ciaro no ad esserci sen sib ili p ro gres-

si.Ma qui conviene riprendere il racconto dello stesso Antonucci,

rip ortato nelIibro so pra citato .

«Nei giorni successivi crisi di agitazione si altemano a periodi di

tranquillita sem pre piu lunghi. M igliorano Ie sue condizioni fisiche e

si notano m inori tendenze autolesioniste, maggiore sicurezza nel

mantenersi in posizione eretta, nel camminare, nel salire Ie scale.

Incom incia a usare ilcucchiaio, tiene senza problem i Ie scarpe, non

rifiu ta piu Ie coperte. V alerio quindi, g ia dopo pochi giorni, o ttiene

un parziale recupero dell'attiv ita muscolare e riprende ad usare ilproprio corpo per m uoversi ed ag ire, p er to ccare ed esplorare.«Ai prim i di dicem bre, durante una passeggiata nel parco vicino

al recinto degli anim ali, V alerio si e messo a battere Ie mani e a ride-

reo H a sem pre tenuto per mana l' operatore cercandolo quando gIi si

sottraeva, dim ostrando di gradire Ie sollecitazioni tattili. E evidente

che, dal momento in cui viene trattato come un essere umano,

Valerio manifesta la sua 'umanita ': ha reazioni di piacere, di fame,

di fastid io . Mostra interesse per l'acqua, gli animali, la musica.

Cerca il contatto con Ie persone. In questa modo gli e stata ap ertauna strada verso un recupero considerato im possibile.

«A ttualmente carnm ina da solo senza problerni, senza bisogno di

qualcuno cui appoggiarsi e, se inciam pa, e in grado di rialzarsi da se,

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Non si picchia quasi piu, non ha piu croste, graffi, contusioni.M angia con appetito e di tutto . Di notte donne tranquillamen te men-tre prim a era agitato e spesso si svegliava Si distende sull'erba e vi

si roto1a T occa avidam ente e porta alla bocca erba, sassi, rami, tuttocio c he g li ric orda 1 asu a in fa nzia co ntad in a e ch e per ta nto tempo g lie sta to impedito di av vicin are. S orrid e se g Ji si o ffre qua lco sa c he 1 0interessa : u n n uov o o gg etto , u na c aramella , un a g ita, u n nu ov o g ioc oo un nuovo con ta tto a ffettu oso .

«R im ane purtroppo l'handicap della cecita, Ho fatto visitareV alerio d a alc uni sp ecia listi, c he ha nno risc ontra to ild is tacco dellare tin a. A questo p ropo sito e importante ri1 evareche in nes suna pag i-n a d elle c arte lle d i Va lerio app are qua lche rife rimen to a l1 econdiz io -

ni d ella sua vista, ad eecezione di una b rev e nota d e113 flJ 77 : 'v isitaspecia lis tic a: ris contra ta cate ra tta o cchio des tro ' . Eppu re Ie o sserv a-zio ni rig uarda nti le sue co nd izio ni fisich e a bb on dano ed e s ta to sot-toposto a pill esam i clinici. E difficile pensare che nessuno si siaac co rto d ella su a c ec ita, D aIle testimon ian ze dei g en ito ri sap piamoche Va le rio e d iv enuto c ie eo durante il su o ric ov ero a ll'O ss erv an zaed e certo c he no n comp are n essu na no tiz ia al rig ua rd o.

«Ho inoltre fatto sottoporre V alerio al prim o elettroencefalo-g ra rnma Bench e in fa tti g li s ia sta ta d iagnos tic ata u na g rave cere bro -

patia non esistono referti di precedentiEEG.

Ne da questo ne dals econdo esame risulta a lcuna particola re le sione 0anomalia«Ho p ortato V alerio dai genitori dicendo loro la verita, che del

resto era Iii sotto i loro occhi: e cioe che il tra ttamen to ris erv ato aVa le rio poteva e ssere evita to . Lamadre aveva un' es pres sio ne mo ltotriste e p arla va len tamen te e a fa tic a, in to rp id ita , c ome le i d ic e, d ag lipsicofarm aci. E rim asta colpita dalla vista del figlio che non incon-tra va p iu d a p arec ch io tempo . E ra d iv en ta to tro ppo dolo ro so tro va rlosempre legato, sem pre a letto, fino al punto di preferire non vederlopiu. ,

«E lei che ricorda di quando andava a Im o1a d a V alerio e gli por-tava qualche cosa da m angiare, lui le apriva la borsa dove sapevach ea vreb be tro vato d ei do lc i, d ei bisco tti, e li m an gia va g olo samen -teo E sicura che allora ci vedesse. R icorda la disperazione di queim om enti: si chiedeva perche gli inferm ieri se ne stessero li senzafare niente e lasciassero suo figlio in quel letto per tutto ilgiomo,tutti i giorni. D ice il padre: '10 quando vado a lavorare, 10 so quelloche devo fare e 10 faccio, rna loro, questi m edici e inferm ieri, 10sanno quello che devono fare? Ogni volta trovavam o Valerio incondizioni peggiori'.

«O ra Va lerio e in c on diz io ni sempre m ig lio ri, rn a g li inferm ieridel reparto 19, che 10 c onoscevano bene, non credono che 10 tenia-

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mo sempre libero , slegato , che camm ina e che non si p icchia, e sirifiu tano perfino di venirlo a vedere. Per loro Valerio era una specie

di vegetale prim a e 10 e tu tto ra . S en za ap pello .

«L a storia d i V alerio , come quella d i tu tte le altre persone che hoslegato , ha invece il valore di una dim ostrazione scientific a che

attende d i essere confutata . C asi com e Valerio ne esistono ancora acentinaia in altri m anicom i, rna soprattu tto ci sono m igliaia d i perso-

ne che subiranno la sorte d i V alerio . F inche la psichia tria v iene rite-

nuta una scienza e iltra ttam ento psichiatrico una terapia, potrem o

aprire 0 sm antellare tu tti i m anicom i rna rinasceranno sotto altreforme».

Oggi, 18 aprile '95, in un pomeriggio di so le m i ritrovo con ungruppo di ex lungodegenti d i Im ola. G iorg io A ntonucci e sta to in vi-

tato alla trasm issione «M aurizio Costanzo show». Non si parlera di

Valerio rna di com e si fm isce e come si e trattati in m anicom io . E a

me non sem bra vero di poter accorripagnare per Roma questo grup-po di «ex condannati» considerati, p rim a dell'a rrivo a Imola di

Antonucci, irrecu pera bili m alati di m ente. La lira in questi g iorn i sta

andando giu e Fontana di T revi si riem pie di m onetine americane e

giapponesi. M i si affianca a un certo punto Franco Fuzi: vedere

Fontana di T revi g li sem brava un sogno im possibile .E ra stato m esso in manicom io all' eta d i o tto anni. La su a e pile s-

sia, ilgrande m ale com e lui precisa, aveva autorizzato tu tti, farn iliarie psich ia tri, a trattenerlo in m anicom io per piu di tren tacinque anni

in uno stato di dura contenzione che veniva aggravato a ogni suo

tentativo di ribellione. Nessun m edico potrebbe m ai dim ostrare che

un solo m inuto di manicom io faccia bene a un epilettico , infatti

eccolo a passeggio con m e - dodici ch ilom etri a p iedi senza stancar-ci -, un epilettico condannato a trentacinque anni di ospedale psi-

chiatrico da una crim inale ignoranza A ll'altezza di V illa Borghesenel camm ino verso Teatro Pario li, dove M aurizio Costanzo fara

anche la sua conoscenza, Fuzi mi ferm a e m i fa leggere due sue poe-

sie, una degli in izi, un 'altra recente scritta quando ormai era fuori

dell ' infemo. Le riporto non tanto per illoro valore poetico , d i cui

non m i in tendo, rna perche esprim ono in modo diretto due oppostistati d 'an im o rela tiv i alle due opposte condizioni d i v ita:

Com e Bestie - 1O /8n1

Chiu si d en tro ad un luogo oscuro

non siam m ai certi de/futuro.

Tutti ci sfu ggono con p re cip ita zio ne

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e cifan pesare, di ammalati, la condizione.Stiam chiusi, dalle reti, in un cortile com e anim ali.

A noi son tolti tutti i beni, e ci vengon dati i m ali.

C om e bestie siam trattati,

da gli in ferm ieri siam picch ia ti

sia con scope, pugni e chiavi.

M a la ragione I 'han gli inferm ieri, son loro i savioSe per caso, si avesse tutta la ragione,

ti legan a letto e ti tra ttan da coglione.

In un sospiro - 26 n /94

In un sospiro ti diro che t'am o,in quel sospiro capirai che sei cia che brom o

sentirai, in quel m om ento, una gioia irfin ita

saprai d 'esser signora della m ia vita .

Con un sospiro mi donerai l'amore

saprai di m e, sapro di te, tu tti i ricordi,tu tti g li amori

in quel sospiro c'e il profum o d'unfiore

ta nto va riopinto, di tan ti colori.

P rim a della trasm issio ne G io vann i A ngioli, in fen niere, 0 piu pro-

p riamen te c oo rd in ato re d el rep arto a uto gestito d ell'Istitu to Lolli, che

ha seguito e sostenuto A ntonucci da d iversi ann i, m i descriv e iIpro-

getto di com pleta depsichiatrizzazione con cui si arrivera, in a cc ord ocon Ie autorita com unali e sanitarie d i Im ola, a trasform are gli attuali

reparti in abitazioni civ ili «con tanto di nom e e cam panello».E io non vedo I'ora di tomare a Imola a bussare aIle porte d i

VaIerio VaIdinoci e Franco Fuzi, come a quelle d i cari am ici chefuron o m olto e ing iu stam ente persegu itad -.

Note al capitolo

1. Infonnazioni piu denagliate sulla storia e sulla cartella clinica di V alerio si pos-

sono Jeggere in G . A ntonucci, I I pregiudiz io psich ia tr ico, EIeuthera, M ilano, 1989,

nelle pagine da 109 a 118, seritte in collaborazione con G iulia Zani. n libro e una rie-

dizione piil sin tetica di quello precedente, edito dalla C ooperativa A pache, aggiom ato

con la storia di V alerio e la battaglia di A ntonucci contro i processi di interdizione di

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massa intentati dalIa rnagistratura contro i lungodegenti di Imola.

2. n problerna dei manicomi in ltalia e ancora irrisolto e fonte e l i grande scandalo.

Attualmente nei quasi cento manicomi grandi e piccoli ancora aperti, nonostante la

10m chiusura ufficiale decretata con la riforma del '78, vi sono ancora circa 25.000cosiddetti «residui» manicomiali. n medico Roberto Cestari, Ira i consulenti del

Telefono Viola, presidente del CCDU (Comitato Cittadini per i Diritti dell'Uomo),

conduce da qualche anno, insieme con iIsenatore Edo Ronchi e con a1tri parlamenta-

ri, un importante lavoro e li pressione sulle autorita e suiI' opinione pubblica italiane

facendo visite e riprese televisive a sorpresa (blitz) negli ambienti manicomiaIi.

Con la Legge Finanziaria del dicembre '94 e stata disposta ancora una volta la

chiusura definitiva dei manicomi entro la fine del 1996. n CEU - Telefono Viola e

a1tre associazioni sono impegnate perche la chiusura avvenga nel rispetto dei diritti

dei lungodegenti. Bisognera quindi vigilare perche non vi siano speculazioni ediliziee antiecologiche sulle grandi aree territoriaIi. Le alternative devono essere concettual-

mente pili urnane, quindi 0 presso abitazioni esteme 0 presso gli stessi padiglioni ex

manicomiali. L'importante e che questi orrendi casennoni vengano ristrutturati

secondo una logica di nuova civiita e di nuove relazioni come nelle esperienze

dell'autogestito e l i Antonucci, sostenute anche da Ernesto Venturini, coordinatore dei

servizi e l i salute mentale e li Imola.

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IV

ECOLOGIA UMANA E PSICHIATRIAACONFRONTO

La fondazione del Telefono Viola trove nell'esperienza fatta conDavide Catalano la sua ragione pili prossima, rna, l'abbiamo visto,aveva ragioni precedenti nella lunga esperienza di Giorgio Anto-nucci.

L' ecologia umana invece e una rnia elaborazione che collega

diversi principi dell'ambientalismo e delle scienze umane con l'ap-proccio non psichiatrico, iniziata nei prirni ann i '80 e confrontatacon la realm attraverso un impegno costante contro l'emarginazionesociale e ambientale. I prirni contenuti di questa teoria sono statioggetto dei corsi di ecologia umana, da me tenuti dall'ottobre '89 algiugno '91, che hanno portato alla costituzione del CEU e quindi delTelefono Viola. La teoria ecoantropologica, come l'ho definita, siapprofondisce anche con la pratica del Telefono Viola a contattocon i problerni che affliggono la vita di tantissirne persone.

Matteo Mobilio, un «televiolista storico» della sede di Roma, rnidice che ha scoperto che c'e un corso di ecologia umana pressol'universita di Roma e vorrebbe verificare se le parole indicano la

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stessa sostanza. In effetti il binom io ecologia umana gia di per se

non dovrebbe portare a pensieri e a pratiche molto diverse, rna Iesorprese non sono mai finite da quando si parla troppo superficial-

m ente di ecolo gia e si attribuisce ilcarattere ecologico anche ai m as-

saggi 0 alle cu re te rm all.O ra, pur non avendo questa m io libro uno scopo teorico, ritengo

utile per i lettori riportare in sintesi alcuni passaggi fondarnen tali.

S to lavorando da tempo a una trattazione pili sistematica di questa

che ritengo una nuova materia, distin ta da filosofia, psicologia,

m edicina, psichiatria A lcun i spunti sono stati inseriti neg li opuscoli

editi a uso interno degli operatori del CEU e del Telefono V iola. Nel

trattato , che m i im pegnera ancora per qualche tempo, chiariro anche

Ie analogie e Ie differenze della m ia concezione rispetto a quella del

movimento dell'ecolog ia profonda, che va da L ovelock a Naess, erispetto aIle posizion i di Bateson, C ommoner, C apra, Prigog ine, 0'

C onnor, Bookchin ed altri ecologisti, a cui riconosco contributi fon-darnentali 1.

Confluiscono inoltre nella m ia visione dell'ecologia umana 0

ecoantropologia, accan to a elem enti distin tiv i propri, vari principi

derivati daIIe scienze um ane, quindi filosofia, psicolo gia scientifica,

an tro po lo gia, lin gu istica, sto ria , letteratu ra, relig io ne, m orale, p oliti-

ca, sociologia , m edicina, e soprattutto l'ecosistem ica Inoltre, oltre

ad essere una visione complessa dei comportamenti, l'ecologiaumana e soprattu tto una pratica di vita , potremmo dire una m odalita

di relazione con gli altri, con le loro manifestazioni, le pili varie e

d ispa ra te , g rad ite 0non g ra dite .

In questo capitolo , e in altre pagine seguenti all'in terno del vissu-to del Telefono V iola, trattero dell'ecologia umana solo quegli

asp etti p ili d irettarn ente connessi con la questione psichiatrica , aspet-

ti che si in tegrano bene con la psichiatria antistituzionale di C ooper,

L aing e Basaglia, e ancor p ili con l'approccio non psichiatrico prati-

cato negli ultim i due decenni da G iorgio Antonucci in Italla e daThom as Szasz neg li S tati Uniti. V ediam o in breve.

L 'assunto base dell'eco logia um ana e che ogni essere umano eun essere unico e diverso fin daIla nascita e ancor pili d iventa diver-

so con la sua libera azione sull'am biente e con l'azione dell'am bien-

te su di lu i. Se va difesa la d iversita vegetale e anim ale, va difesa

ancor pili la diversita umana. Il concetto quindi di biodiversita va

aIlargato e app licato a quella umana. Sulla base di questo princip iofondativo, l'ecologia umana impone una ristrutturazione della

sguardo sociale verso l'individuo. C osa vuol dire questo? V uol direche l' attenzione al singolo, COSt com e questi si m anifesta , deve esse-

re un 'attenzione gelosa e interessata alla sua particolarita e alIa sua

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singolarita, alIa sua incom unanza. L 'individuo, questa individuo che

h o d av an ti, e una semente unica e inipetibile che ha la possibilita di

dare un contributo che nessun altro individuo pub dare, e una

sem ente unica e inipetibile di biodiversita , e un germ e prezioso per

la ricchezza della specie. O ra, Ie condizioni econom iche sociali epolitiche generano a livello planetario una selezione e uno sfrutta-

mento di risorse naturali a danno di alcuni biotip i, che sono stati gia

soppressi 0 rischiano l'estinzione. M a ancora pili grave e il co nse-

guente im poverim ento del patrimonio della specie um ana per la per-

dita e la so pp ressio ne d elle in div id ualita,

La pressione dei sistem i sociali sui singoli individui, soprattu tto

quelli p ili deboli econom icamente, tende a un suo grado massimo

che corrisponde allo schiacciam ento di tutti g li elem enti di singola-

rita che sono propri dell'individuo in quanto umano, una specie dicatena di m ontaggio per la produzione di esseri asserviti e replicanti.

La stessa pressione sociale esercita la sua tendenza al soffoca-

mento anche oltre la barriera del comportam ento manifesto del sog-

getto um ano. Essa influisce sugli strati della coscienza per creare tra

tu tte le voci interne possibili e immaginabili la voce pili a llineabile e

om ologabile con i sistem i sociali costitu iti. La s ingola rita dell'ind i-

viduo um ano e un insiem e di singolarita interne che sono alIa ricerca

di un proprio spazio espressivo e di una unita semp re mobile .

R ispetto all'appiattim ento operato dalIa pressione sociale, l'eco-logia um ana tende alI'opposto , cioe alIa garanzia e all'accrescim en-

to dei valori individuo-individuali della specie. La stessa u nita d ella

sp ecie uman a e vista com e un'alIeanza generale a favore delle indi-

vidualita e non viceversa Essa e una unita delle diversita , e pub dirsi

ancora um ana solo se tutela i suoi fattori distin tiv i di specie.

La tu tela degli individui, dei biotip i um ani, e peru pa rti co la rmen-

te ardua in quanto ilfattore che pili d ifferenzia la nostra specie dalle

altre e gli stessi individui tra di loro e quello della liberta Non e che

pi ante e animali non siano dotate di una qualche capacita di scelta,rna negli esseri umani questa dote e al massimo grado esistente in

natura. Uom ini e donne senza liberta sono robot, esseri guidati daaltri, esseri schiavi, esseri non um ani 0disumanizzati .

La specie um ana e pili um ana, cioe pili felice, se i suoi individui

so no p ili liberi; e meno umana se i suoi individui sono meno liberi e

quindi m eno felici.

Le relazio ni e i co llettiv i urnani, dai pili p iccoli come la coppia e

la fam ig lia ai pili grandi com e condom ini, scuole, quartieri, citta ,

p artiti, o rg an izzazio ni, n azio ni, tro van o il lo ro sig nificato eco antro -

pologico se la regolazione dei lo ro ra pporti e o rien tata allo sv ilu pp o

di ogni individuo, anche di quell' ultimo individuo che ancora non

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f os se libero.Questo individuo e la sfida posta a ogni organism o collettivo pili

o m eno stabile e rappresenta il vertice m obile d i ogni p iccola 0 gran-

de organizzazione. L 'ecologia umana costitu isce per questa ancheun ribaltam ento di m olte v isioni politiche. U n qualsiasi incontro tra

v iventi, an im ali e p iante compresi, che si ponga un qualche fine

com une, dovra iniziare e finire con una maggiore tutela delle singo-

larita che si esprim ono al suo in terno . E questo, ripeto , e per il benecomune stesso della specie. L a maggioranza e possibile so lo in

quanta biofila, nel senso che comprende e tu tela maggiormente Iesingolarita v iventi all'in terno dell'incontro . Per capire e difendere

bisogna lasciare spazio all'espressione di ogni singolo , ai suoi m odi

specifici d i espressione. Nella prassi politic a, quindi, ecologiaum ana e dem ocrazia espressiva sono la stessa cosa

Anche nel caso di posizioni «tu tti contro uno», quell'uno rappre-

senta la d istanza che ilresto del collettivo um ano in questione deve

raggiungere per un aumento della sua stessa liberta e felicita, L a

m ag gio re in dividu alita comp resa e l'un ica reale maggioranza a cui

tendere. Parafrasando il princip io per cui la legge deve essere per

l'uomo, non l'uomo per la legge, potremmo dire: i tanti devono

essere per l'uno , non l'uno per i tan ti. In questo modo si supera

alm en o con cettualm ente il p rob lem a d ell'h an dicap .

Passando ora ad altri aspetti, vediam o che la storia ha dim ostrato

sp esso come quell'uno aveva ragione e quei tutti avevano torto . Da

qui ne consegue che non e corretto teoricam ente, rna neppure prati-

cam ente, che l'uno venga esc1uso dal cam po della razionalita possi-

bile. Dunque, l'uno non si scambia con i tu tti, ne i tu tti si scambiano

con l'uno . U n solo indiv iduo ha gia in se la caratteristica dell'incom -

men su ra bilita , S pesso e anche successo che l'uno ernarg inato oggi

sia stato causa di riscatto generale in seguito . V edrem o com e questafenomeno e sp iegabile con una concezione del cervello indiv iduale

come di una rete complessa di relazioni, co llegata a sua volta, in

modi non sempre conosciu ti, con altre reti complesse di relazioni.

Qu esto sp etta co lo unico e meravig lioso appare molto evidente nei

grandi geni, rna esso e diffuso in modi e quantita diverse in tu tti i

b iotip i della specie. Em ersioni di genialita teorica 0 pratica sono

possibili, secondo gradi e tem pi diversi, in tutti i punti della immen-

sa rete costituita dalle connessioni neuroniche in terne agli individui

pensanti e al m ondo pensante. L 'ind iv idualita e quindi una unita d ipensieri e di relazioni in terne, cornunicanti con un infin ito esterno di

pensieri e relazioni. L 'individuo insomma e gia una vasta socialita

pensante e in m ovim ento. Socialita e indiv idualita non sono term ini

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contraddittori da usare l'uno contro l'altro . La cosid de tta so cia lita ,

riferita all'esigenza di una piacevole e amata convivenza, e una

necessita degli individui per essere pili liberi dai condizionamenti

esterni. E mettere insieme le varie capacita di sceita tra alternative,apprendere I'uno dall'altro Ie tante strateg ie di liberta a partire da

quella di fare gruppo per sopravvivere all'aggressione della natura e

d eg li a nima li c on co rre nti.

Ma se 10 scambio tra i progetti indiv iduali d i liberta e ineguale,

l'indiv iduo in qualsiasi modo fatto schiavo dagli altri non ricono-seem alcun valore alIa cosiddetta socialita, A questa punto la socia-

lita e la sua nem ica, Ia solitudine diventa preferita, anche se non faci-

le. L a solitudine resta la sua intim a e complessa socialita per lu i

ancora disponibile contro quella esterna e ostile.Uom ini e donne, 10 vedremo anche nelle prossim e pagine, sono

indiv idui complessi, ne sociali ne asociali. Saranno liberamente

l'uno 0 l'altro a seconda della socialita loro possibile 0 lo ro ris erv a-

ta, La cercheranno 0 se ne difenderanno in base alle reali possibilita

di sviluppo della loro individualita Per convenienze di vario genere

si afferma spesso che «l'uom o e per sua natura un essere sociale» .

Direi al contrario che l'uom o e un essere individuale per natura e per

s ce lta , mentr e e sociale so lo per necessita,

Ritengo anche che il grande sviluppo della corteccia cerebralenell' homo sapiens-sapiens rispetto a tutti gli altri esseri viventi non

si possa essere deterrninato se non a partire da una capacita e da un

esercizio continuo di scelta tra le varie alternative possibili, offerte 0

contrastate dal suo ambiente esterno . L a scelta fra alternative gia

presenti, la costruzione e prefigurazione concettuale di alternative

prima non date, si identificano con 10 stesso processo della cono-

scenza, certamente sono alIa sua base. Pensiero quindi e liberta

co stituiscon o un bin om io in scin dibile. 11p en siero e lib erta d i p en sie-

ro , la lib erta e p en siero d ella lib erta ,

V eniamo ora a un altro importante risvolto . La liberta e i l p rinc i-pio su cui si basa la responsabilita delle azioni, dei comportamenti,

degli atteggiamenti. Chi compie un gesto non avendo la liberta di

non com pierlo non e responsabile di quel gesto . Buono 0 cattivo che

sia, quel gesto non e un gesto um ano, perche privo della caratteristi-

ca della specie umana che e la liberia COS! n on e assurdo che un

atto , nonostante produca effetti positivi, non sia un atto libero e

quindi sia non umano, mentre un atto che arreca del male possaessere libero , quindi um ano. Purtroppo illinguaggio corrente genera

confusione. Per umano si in tende generalmente un atto, un compor-tam ento buono 0 «um anitario», m entre per l'ecologia um ana gli atti

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Una psichiatra di una cittadina di m are vicino Roma, a cui chie-devo conto la settim ana scorsa di un ricovero coatto sublto da un

denunciante, acceno di in tavolare con m e un confronto del tipo vor-

tice, d i cui vi dicevo sopra Ve 10 rip orto qu asi n ella su a in terezza.- (dopo aver fatto Ie presentazioni e aver com unicato allo psichia-

tra d i guardia che iI Telefono V iola ha in iziato un'attiv ita di sorve-glianza dem ocratica in m erito ai d iritti d i G iovanni C, un giovanerivoltosi a noi con procura legale preventiva e con pressanti telefo-

nate) D ottoressa, perche vuole trattenere in TSO Giovanni C? Non

pensa che stia prendendo un abbaglio?

- M a come, lei mette in dubbio la m ia professionalita , rna 10 sa

c he G io va nn i C. non ha coscienza di malattial

- E allora?- (Ia g io van e psich iatra e su tu tte le furie) A llora, allora, proprio la

coscienza di non essere malato di m ente e un grave segno di malat-

tia men ta le .- Mi scusi, abbia pazienza, m i faccia capire, se G iovanni avesse

coscienza di m alattia non sarebbe pili m alato di m ente e lei 10 dimet-terebbe?

- (imperterrita) No, sarebbe un malato di mente che accetta d i

esserJo , e io 10 curere i vo lon ta ri amen te.

- Quindi G iovanni con lei non ha SCamPO,0 si d ichiara lu i stessomalato di mente contro le proprie convinzioni, e lei 10 tratta come

malato di mente e 10 trattien e in cu ra v olo ntaria, 0 rifiu ta d i d ic hia -rarsi malato di mente, e lei am una ragione in pili per trattenerJ o,

qu esta v olta in cura ob blig atoria?

- (rag gian te) P rop rio co st, finalm en te!

- (tom ando alia carica) M a scusi ancora dottoressa, a prescinderedalla sua coscienza 0 incoscienza di m alattia , G iovanni perc he

secondo lei sarebbe m alato di m ente?

- (solennem ente) G iovanni C e affetto da una grave form a didelirio paranoide e di m ania di persecuzione.

- Q uesto suo giudizio .. .- n mio non e un g iu diz io , e una d ia gnos i.

- B ene, g iudizio 0 diagnosi che sia, mi puo dire per cortesia su

quali analisi si basa? Sa, conosco anch 'io G iovanni e non sono del

s uo p are re .

- M a lei e psichiatra? (m i in terroga sapendo gia che io non 10

sono).

- No, no, 10 sa. M a forse non sa che sono dieci anni che leggo dipsichiatria e non trovo mai niente di convincente. Su che testi e

esperienze si basa lei? (qui rischiai la chiusura della scontrosa con-

versazione, rna la dottoressa dopo una lunga esitazione riprese).

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- L asciamo perdere i testi, qui non facciamo teoria ne psicologi-sm i, qui guardiamo alia realm e la realm e che questa giovane fa il

d iavolo in casa, m altratta la m adre e la sorella, rifiuta l' assistenza delCIM, del centro di ig iene m entale diM ., non vuolepiu prendere psi-

cofarmaci e vuole vivere fuori d i casa spendendo a sbafo della fam i-

g lia E poi pensa cose stravaganti, inverosim ili. M a 1 0 sa che la nottesi barrica in camera, si ch iude a chiave e mette il tavolo contro la

porta perche ha paura che i fam iliari vengano ad agg re dirlo d ura nteilsonno? E poi, e poi, pare che abbia commesso anche qualche vio-

len za sessu ale su lla so rella,

- P are 0 e sicuro?- Non posso dire con certezza, rna i fam iliari m i hanno fatto capi-

re che e cost.- Sa, dottoressa, questa e un'accusa grave, bisognerebbe essem e

ben certi, e se la madre fosse lei malata d i persecuzione e se la pren-

desse con ilfiglio?

- Ah, certo che anche la madre qualche problema deve averlo,perche m i e sembrata molto agitata al telefono, e poi su certe cosenon me la conta giustal Si tratta di un am biente fam iliare certam ente

p ato lo gic o e p ato gen o.

- M a allora fara un ricovero psichiatrico a tutta la fam iglia?

- (con tono di forte rimprovero) L ei sta scherzando con cosemo lto serie.

- A I contrario , a me sem bra che lei g iochi con le etichette psich ia-

triche e Ie appiccichi al soggetto pill debole tra fam iliari in conflitto,

L ei spiega etichette con altre etichette, e ne fa dipendere la privazio-

n e d ella liberta di una persona L ei fa un gioco veram ente pericoloso

e non ha alcuno strum ento scientifico di supporto .- (dopo un lungo respiro) M a 1 0 sa che G iovanni se ne e andato

all'im provviso a L ondra ed e stato riaccom pagnato a casa dalla poli-

zia che non aveva neppure un soldo per ilviaggio?- E allora?

- A llora, cosa vuole di pill, questa e un grave sintomo di delirio dio nn ipo tenza e di d isso ciazio ne (rin calzo la d otto ressa).

- (poiche m i capitano poche volte psichiatri COS! lo qu aci, ap pro -

fittai) Senta, m i scusi, rna non m i vorra dire che i g iovani che scap-

pano di casa e vanno all'estero senza sold i li considerate malati di

mente da curare a tutti i costi. Quindi per lei se hanno il permesso

dei genitori e i so ldi in tasca sono sani di m ente? (rna la psich iatra

non m i lascio continuare e m i affronto con una specie di confidenzaprofessionale che a lei doveva sem brare schiacciante).

- L ei dice di conoscere G iovanni, rna certamente non sa di quella

sua fuga in Sardegna!

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- S i, so della sua fuga in Sardegna, rna che significato diagnostico

le i a ttribu is ce a ll'e pisod io?

- Episodio , episodio , me 10 chiam a episodio . Un giovane, senza

soldi e senza lavoro .. . anzi senza soldi e senza lavoro solo perche luivuol fare ilsignorino e non si vuole abbassare a lavorare nella pizze-

ria della zio .. . non lascia aIcuna traccia di s e per pili d i dieci giom i e

poi 10 trovano per puro caso sulla battig ia di una spiaggia sperduta inSardegna di inverno. Pensi di inverno, fosse successo di estate . . . E 10

sa com e 10 h ann o tro vato , 10 sa? Era tutto coperto di sabbia bagnata

m ischiata con degli arbusti d i rovo, morto di freddo e di fame,

mezzo nudo. Se non 10 avessero trovato , forse sarebbe m orto asside-

rato. Le dico io, G iovanni si deve curare, 0 con le cattive 0 con le

buone.

11 giorno dopo fu dimesso . C redo che la procura legale che ci

aveva fatto G iovanni oppure le noie delle nostre telefonate abbiano

sco rag giato la psich iatra p ili d elle m ie arg om en tazio ni.

La storia di G iovanni si presterebbe a diversi approfondimenti e

considerazioni, rna qui mi in teressava riportarla per m ostrare l'enor-

m e e insanabile distanza tra la visione psichiatrica e quella dell'eco-

lo gia uman a.

Devo anche precisare che non credo vi sia un caso dove la maIat-tia men ta le e chiara e dove non 10 e . Per m e la m aIattia m entale e uncostrutto m itologico di comodo, non ha niente di scientifico che

possa comprovarla, e su questa aspetto non devo aggiungere nulla ai

libri di Szasz, Cooper, L aing, Antonucci, Cestari e aItri, riportati

nella bibliografia/, Posso solo confermare che in questi cinque anni

di attiv ita del Telefono V iola, sulle . tante e varie situazioni che ho

potuto conoscere, non ho mai trovato , ne nelle cartelle clin iche ne

nelle discussioni con psichiatri e farniliari, m otivi per convincerm i

d ell' esisten za d ella m alattia m entale.Dal falso costrutto della malattia mentale vanno ovviamente

esclusi tu tti i problem i di carattere neurologico e neuropatologico,

accertati 0 acc ertab ili co n an alisi clin ich e. 1 1p atera cch io tra neurolo-

gia e psichiatria porta a confusione e a m istificazione. Esso fa bene

solo aIle tasche dei neuro-psichiatri, i quali anche se il cervello risul-

ta neurologicam ente sano, pescano dalla fertile fantasia psichiatrica

diagnosi di «malattie» di comedo'. A lcu ni p sic hia tri ci attaccano

dicendo che noi siamo collusi con i pazienti perche negando la loro

m alattia non li aiutiamo a guarire. I loro pazienti preferirebbero noiperc he noi insom rna li coccoliam o, gli nascondiamo le «patologie»

di cui loro soffrono e che non vogliono arnmettere, rna da cui in

qualche m odo devono essere curati e «difesi» , Concezione patema-

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listic a e v io len ta tip ic a d ella sc hia vismo , c ome g iu stamen te o sse rv aS za sz in Disumanizzazione dell'uomo. n nostro approccio a lcontra -rio e ana ffe ttiv o e re sp on sabiliz zante , p ro prio p erche non con cedia -m o nu lla a in dim ostrate e ind im ostrab ili m alattie m entali, rna tu ttoa lIa d iffic olta d i v iv ere e a lIa re sp on sabilita d i s ce lta d eg li in div id uiuma ni. I «pa zien ti» p sich ia trici veng on o e verrann o sempre pili d anoi perche da noi non ci sono «poveri pazien ti» da curare e proteg-g ere , rn a p erso ne uman e lib ere, p orta tric i d i d iritti e q uin di d i d ov eriv erso la liberta d ella s pe cie . L a b atta glia cultu ra le , o ltre che g iu rid i-c a, tra e co lo gia umana e p sichia tria q uin di e lunga e inev it ab ile .

A nch e p erc he il prob lem a no n e s olo la p sic hia tria rn a 1 0 psichia-trismo. Nella rn ia rela zio ne a l p rimo con ve gn o n az io na le d i ec olo giauma na dell'ap rile '9 0 ho pa rlato per la prim a v olta d i psichiatrism o,per indicare un com portam ento linguistico e culturale presen te aliv ello d i m a ssa . Qua si tu tti rip ro du eiamo n ei n ostri g iu diz i ilgiudi-z io p sichia tric o d i ma la ttia menta le u sando in con tin ua zio ne e sp re s-sio ni d el tip o: p az zo , o ssesso , sc hiz ofren ic o, d elira nte, p ara no ic o,catatonico . L 'uso di questo linguaggio non ha alcuna funzione dispiegazione 0 com prensione di un problem a rna so lo di accusa e distigm atizzazione. E sso si accom pagna sem pre a qualche form a dirifiuto 0 so pp ressio ne d i d iv ersita , d i n eg az io ne d ella p ari d ig nita d iesser i razionali . At t raverso 1 0 p sic hia trismo , il ra zz ismo h a la p ossi-b ilita d i su pera re g li sc hern i p ili c la ssic i e sto ric i d elle d iffere nz e d irazza, d i co lore, d i relig ione, d i po litica, e aggredire, uno per uno ,tu tti gli in dividu i uma ni, utilizz and o il facile sch em a del diverso d as e visto com e inferiore a se, che e 1 0 schema p ili e stens ib ile . In fa ttiognuno, a seconda del punto di vista e del grado di potere sociale,po tr a e ssere soggetto 0ogg etto d i p sic hia trismo. Ogni in div id uo puoessere d ec la ssa to d alla ra zz a d ei sa ni d i m en te a lIa ra zz a in ferio re d eip azz i. Con tro 1 0 p sichia trismo del s uo in te rlo cu to re g iu dic an te , e glinon si potra difendere ne con un eguale co lore d i pelle, ne con 1 0

stesso ideale politico , ne con la stessa relig ione e COS t via C i puoessere c io e u n c ollettiv o 0 u n p artito a ntira zz ista c he e sostanzial-m en te ra zz ista a l su o in te rn o in q ua nta p sic hia trista . Non e per nu llacasuale che Ie form e storiche di razzism o pili abiette e distruttivecome ilnaz ism o d i H itler e la recente p ulizia etnica serb a sian o statia ntic ip ati d alla con su le nz a d i p sic hia tri c ome Rudi e Ka radz ic , fa vo -riti dal p ili g en era le p sic hia trismo in div id ua le e n az io na lp opola represente in ogni «stirpe». A nche in un gruppo di rn ilitanti dopo lav itto ria con tro una d itta tu ra p olitic a p uc ann id ars i 1 0 psichiatrismo:elirninato ild itta to re sop ra d i lo ro , l' autop re sun to p itt sa na d i m entecorn incia a opprim ere e schiavizzare ilgiudicato meno sana dimen te, so pra ttu tto se e un suo oppositore. V oglio dire che si puo

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essere antirazzisti politicam ente rna razzisti psichiatricam ente, cioe

razzisti nel m idollo . L 'ecologia umana quindi non rappresenta una

visione id illiaca e disim pegnata A l contrario essa esige una coeren-

za antirazzista e antifascista a tutto campo, a in iziare da quello deipropri legam i e affetti personali. Nell'ecologia umana non c'e una

barriera tra l'impegno pubblico e l'impegno privato, neppure nelle

form e estem e dell'approccio . L a m odalita relazionaIe e unica sia

fuori che dentro casa L 'ispirazione costante e quella della difesa

della biodiversita, della tutela della sua espressione, della regolazio-

ne sociale a favore delle liberta e delle responsabilita individuali in

gioco.

Voglio anche precisare che mentre come CEU portiam o avanti

l'approfondim ento su questo costrutto m itologico , come TelefonoV iola non ci mettiamo a fare discussioni teoriche su questo aspetto ,

rna quando e necessario 1 0 contestiamo volta per volta, caso per

caso , a partire da una conoscenza dei fatti e dalla 1 0 1 ' 0 interpretazio-

ne non psichiatrica. Per questa in terpretazione non psichiatrica,

l'ecologia umana ci e di grande aiu to, anche se non indispensabile

per la stretta tu tela dei diritti nell'am bito psichiatrico", L a n eg az io ne

d el p re giu diz io p sic hia tric o e invece essenziaIe per venire a capo dei

p ro ble rn i c omp le ss i 0 aimeno, se non si riescono a capire, come pub

succedere spesso, per non fam e derivare la costrizione e la distruzio-ne della persona um ana

Inoltre abbiam o sperim entato che la negazione del pregiudizio , 0

del giudizio psichiatrico, che e la stessa cosa, pone la persona davan-

ti a noi in un piano di assoluta parita e dignita quanto ai processi

razionali che guidano ail' ag ire. L a persona davanti a noi avverte

subito questa pari d ignita, m entre non l' a vverte quando si trova di

fronte a m olti psichiatri e anche psicologi. Il facile passaggio da toni

d i comprensione, a volte quasi adulatori, che certi psichiatri usano

nei loro colloqui di primo approccio con il lo ro interlocutore giafatto «paziente» , aile frasette tecniche ufficiali, le cosiddette d iagno-

si - espresse nelle cartelle clin iche, nelle loro relazioni 0 n elle c on fi-

denze a parte con fam iliari e aItri pubblici estern i - risu lta sem plice-

m ente un infido tranello . G ia le paro le, 1 0 sg ua rd o so no «p sic hia triz -

zanti», in quanto incapsulano la persona in una griglia che e gia

stampata nella testa dello psichiatra e che traspare anche quando

assum e toni filantropici e accattivanti, non direttam ente insultanti 0

m inaccianti. O vviam ente se la persona non si m ostra «ragionevole»

di fronte a tanta bonta, i raggiri e le mezze m isure lasciano ilpostoaile maniere spicce degli inferm ieri, sempre pronti a braccare, p ic-

chiare, im mobilizzare e in iettare con supersedativ i ilmaIcapitato

«fatto paziente- '.

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Tomero in seguito su questi congegni infemali a proposito dialcune storie esem plari, rna in tanto vorrei approfittare per suggerire

a chi volesse fare esperienze concrete in questo campo, senza biso-

gno di andare nei luoghi della psichiatria, tra l'altro di difficileaccesso , d i iniziare da subito . Come si fa? E molto semplice. Leoccasioni sono quasi quotid iane per tu tti. La p sichiatria no n e pro-fessata solo dagli psichiatri rna, d i fatto , da tutti quelli che pensano

che certi com portam enti siano segno di pazzia, psicosi, schizofrenia,

delirio paranoide, ecc. ecc., cioe da quasi tutta l'um anita, com presinoi. La classificazione tra norm ale e anorm ale, tra sana e malato dimente, e probabilmente 1 0 schem a pill usato nellinguaggio com une

e nel g iudizio verso gli altri.

A tutti e capitato 0 capitera di aver chiam ato e ritenuto pazzo unaltro , e quindi anche di essere stato chiam ato e ritenuto pazzo qual-

che volta Quando e successo a noi d i essere oggetto di questo sche-m a, ne abbiam o certam ente sofferto , a volte fino all'ind ignazione e

a lIo s fo go agg re ss iv o.

Ognuno quindi si puo esercitare nel confronto con Ie situazioni e

Ie persone che gli capitano . Se si affrontano senza pregiudizio psi-

chiatrico , la stranezza diventa com prensibile, se ne vedono Ie ragioni

prossim e e lontane, si svelano Ie dinarn iche che hanno portato quella

persona a comportarsi in quel modo, si indiv iduano a volte modi dipensare nuovi. E questa com prensione delle cause prossim e e rem o-

te prescinde dal nostro giudizio morale sui comportamenti scelti

dalla persona. A volte possono restare molto riprovevoli, a volte

bisogna difendersene con decisione come nel caso dei razzism i efascism i di vario genere, rna diventano razionalm ente com prensibili.

V ediam o ora com e la psichiatria in terpreta situazioni pill gravi d i

quelle della storia di G iovanni. Partendo dal pregiudizio che un

grande crim inale deve essere per forza un malato di mente e checerti delitti possano essere com piuti so ltanto da persone senza cer-

vello 0 con un cervello guasto , m olti psichiatri, non sapendo com esp iegare Ie d in am ich e COSt razionali e consequenziali m esse in atto

da alcuni efferati assassin i, parlano di fo llia lucida. «F ollias p erche

noll. si capirebbe e «lucidas perche si capirebbe!E molto pill coerente ammettere, anche se non ci fa piacere, che

l 'uomo e un essere dotato di una capacita libera e razionale con cui

puo fare cose meravig liose, rna anche provocare grande danno ai

suoi sim ili, agli ecosistem i e alia natura di cui e fatta la sua stessavita

Moralita e razionalita non vanno d ' accordo necessariam ente, rna

liberamente. Su questa Kant ha stabilito punti chiari non superati,

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tranne che per la gran parte degIi psichiatri, che non vogliono perde-

re tempo con la filosofia . . . L a moralita sta nell'ord inare razional-

mente i comportamenti rispetto al bene comune, l'immoralita sta

nell'ord inarIi razionalm ente contro il bene comune. Un comporta-m ento quindi pub essere irnm orale, e colpevole, senza essere irrazio-

nale.

Questo discorso pub sembrare puramente teorico , rna non 10 e .Per non andare lontano vi d ico di un breve incontro di ieri sera.

Sono venuti da me i genitori di un giovane che, soggetto spesso a

TSO, aveva chiesto la nostra tu tela n papa era spaventato e preoccu-

pato perche il ragazzo non tomava a casa da alcuni giorn i dopo esse-

re stato in trattam ento sanitario obbligatorio , richiesto dagIi stessi

genitori. Sembra che U . F., che ha fatto presso di noi una procuralegale contro i ricoveri e le cure coatte, sia stato dimesso dopo pochi

g iomi 0 sia scappato dal reparto psichiatrico del S . Filippo Neri. «Si

calm i. C osa e successo questa volta?» gli chiedo. «E entrato di notte

nella rn ia camera da letto e mentre dorm ivo ha cercato prim a di

soffocarrni col cuscino e poi di strangolarrni con le mani» rni rac-

conta il padre ancora in preda all' emozione. «E poi cosa e succes-

so?» continuo . «Sono riuscito a divincolarrn i e con l'aiuto degIi altri

fam iliari l'bo respin to vio lentemente» . «Quindi ha chiamato il

113?» aggiungo io. ~<No, ho chiam ato direttam ente l'am bulanza perfarlo ricoverare». «E successo altre volte?» domando. «E successo

spesso, e ogni volta l'ho fatto ricoverare». «E dopo ogni ricovero

come va, va meglio?», «No, anzi e sem pre pegg io» . n colloquio eandato avanti per un po' e alla fine i genitori hanno arnmesso che

non era il caso di chiedere altri ricoveri coatti, rna di d ifendersi dalla

violenza del fig lio in m aniera pill efficace, se necessario anche lega-

le, cercando peru di andare alle radici dei gravi problern i di incom-

prensione e di conflitto tra d i loro .

Sapevo gia di questi problern i perche il fig lio rn i aveva parlatopill di una volta dandom i una versione diversa, se non opposta, da

quella che rn i d iede il padre in seguito . O ra non so la piega che pren-

dera la storia d i U. F., se ancora si fara vivo con noi e se si trovera

un m igIiore equilibrio tra lu i e i genitori'', Quello che spero che i

genitori ieri sera abbiano com preso e che non e vero che noi difen-

diamo qualsiasi com portam ento di una persona solo perc he ritenia-

mo sia spiegabile razionalmente. Siam o contro i ricoveri coatti per-

che sono contro la liberta e contro la responsabilita d ella p erso na . In

fonda stavam o parlando di Kant senza fare filosofia I genitori spes-so arnm ettono pill facilm ente che il figIio non ragioni bene piuttosto

che il figIio si com porti com e un deIinquente. La psichia tria coa ttiv a

cui essi ricorrono non fara altro che cercare di riso lvere con la costri-

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zione fisica e ch im ica - psicofannaci a tutto spiano - problem i psi-co logici a cu i essi stessi sono intrecciati 0 problem i di m oralita non

riso lv ib ili c on le ga tu re e n eu ro lettic i.

Oggi, luned i 8 maggio '95, se ci distraiamo un attimo dalle

vicende eletto rali del centro destra e del cen tro sinistra , veniamo asapere che L udw ig von Hackw itz , nom inato da un mese direttore

generale del gruppo Fondiaria, 49 anni, «brillante avvocato , carriera

tu tta costru ita nel setto re delle assicurazioni» , si e to lto la vita ieri

m attina lanciandosi dal suo appartamento al ven tunesim o pianodella Torre V elasca, un grattacielo di 80 metri nel cuore di M ilano, e

che un signore d i 53 anni, Sebastiano A cquaviva a M oricone, un

paesino a tren ta km da Rorna, ha ammazzato la moglie A linaKuczynska, polacca. Un su icidio e un om icid io . A tti gravissim i,

vere tragedie umane. M a vediamo come sono tratta ti dall' op in ione

co rrente d i cu i si fann o interpreti e po rtatori i g iomalisti.

L ' a lto dirigente si sarebbe su icidato perche in preda a una gravedepressione. Questa e su tu tti i g iomali la prim a sp iegazione.B isogna fare fatica, cercando qui e Iitra le righe, per ricostruire ifatti d rammatici vissuti e sopportati dal d irigen te. Per u ltim o quello

di do ver p rendere da Iia poco la decisione di una forte ristrutturazio -

ne della Fondiaria che avrebbe comportato la riduzione di m illeposti d i lavoro . II prim o m essaggio e queU o che resta im portante per

tutti: il dirigente si e to lto la v ita perche depresso . La depressione

non 1 0 avrebbe fatto piu rag ionare .. . II d irigen te avrebbe com piu to

quel grave atto perche non avrebbe p iu capito cosa fare e cosa non

fare. Questo in prim a pagina. Nel dettaglio d i cronaca a pag ina 14

del giomale v iene invece raccon tato come von Hackw itz abbia stu -

diato ilsuo piano: «Per saltare nel caved io , dove corrono le tubazio-ni del grattacielo - un pozzo largo tre metri per due, intemo al palaz-

zo e che passa attraverso i ven ti cinque pi ani della Torre - vonHackwitz e salito su una sed ia e ha scavalcato il muretto di un metro

e 80 che protegge il pozzo. V estito di tutto punto e precipita to a

te rra, d il an ia to da ferri e tu bi. II rico no scim en to e stato d iffic ile, p eralcune ore quel corpo sfigurato non ha avuto un nome. Per portare a

terrnine ilsuo progetto suicida von Hackw itz ha approfitta to d i unabreve assen za della m oglie»,

Le eris i depressive vengono invocate in questa caso per spiegare

una specie d i coazione cieca a uccidersi. M a come potrebbe com -

piersi una serie cosi logica e consequenziale di atti, definita addirit-turn «progetto suicida», senza l'uso pieno e deliberato della ragione?

Ma con quali altri strumenti, v i domando , se non con il suo atten to e

vigile cervello questa illustre e brill ante avvocato avrebbe potuto

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cornpiere una serie d i atti organizzata COSt efficacernente per 1 0

scopo? Potremmo concordare che 1 0 scopo era sbagliato, che un

indiv iduo urnano ha responsabilita rnorali nei confronti della specie

anche in termini di esemplarita e di incoraggiam ento nei confrontidei pili infelici, rna questo e un giudizio che appartiene alla sfera

della moralita dei cornportamenti umani, non della razionalita 0

della liberta0'altronde la cultura psichiatrica, d iffusa a piene mani da tutti i

m edia, affronta tutti i casi d i suicid io com e casi di depressione 0 didelirio 0 di sch izofren ia parano ide 0 di psicosi, insomma come

mala ttia men ta le . Al rnassirno si arrivaa qualche distinzione psi-

ch iatrica pili raffinata: se il su icida era molto adirato si parlera di

delirio e di psicosi, se era molto triste si parlera d i dep re ss ione.Cassano, ilnoto psichiatra di Pisa che im posta Ie su e fo rtu ne teori-che e pratiche concentrando tutte le etich ette psich iatrich e in quella

d i depressione, r u m sernpre e sernplicernente che il suicida era undepresso, e se era a tratti troppo allegro e a tratti troppo t ris te , d irache sempre di depressione si tratta rna bipolare. Dopodiche tutti i

d ep ressi d 'Italia, m ono po lari e/o b ipo lari, un rn ercato corrispo nden te

all' 80% della intera popolazione, aspettano di passare dalle clin iche

di Cassano e centri sim ili per dare una sistemata ai loro sbalzi d iurnore con sapienti dosaggi di psicofarmaci. Se itroppo tristi non

reagiscono bene ai suoi m ix allora, a detta sua, c'e sernpre I'elettro-sh ock. . .

Quando si tratta del su icidio di un grande r:rsonaggio 0 di ungrande letterato , come quello di Primo L evi che si lancio dalla

tromba delle scale del suo condom inio, non gli si nega proprio tuttala lucidita, non gli si da brutalm ente del pazzo, rna comunque si

parla di una persona depressa 0 con gravi p roblem i p sic hic i.Insomma non si vuole, non si deve, amm ettere che uno, im portanteo non importante, possa togliersi la vita lucidamente e sulla basedelle sue tante ragioni. La scelta suicida pub, deve essere, un atto da

sconsig liare, da scoraggiare, da contrastare - e nei casi d i estrerna

disperazione non solo con parole rna con immedesirnazione e se si

pub anche con sostegno fattivo -, rna non pub essere spacciata come

fru tto di un cervello offuscato . Negare tra l'altro dignita razionale a

u n te nta to 0 candidato suicida significa solo dare qualche ragione in

pin al radicam ento della sua convinzione.

E gli efferati om icid i com e vengono trattati? Stiam o alla cronaca

di oggi. T ra le righe dei commenti all' accusa di om icidio nei con-

fronti di Sebastiano Acquaviva - lu i d ice che 1 0 ha fatto per legitti-

rna difesa, rna non e questo ilpunto - veniamo a sapere anche qual-

che dato storico che pub in teressare questa m ia breve trattazione

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sull'ecologia umana. L a cronista di «Repubblica» riporta che«A cqu av iv a era sen za lavo ro fisso d al '90. In quell'an no era u scitodall' o speda le p sich ia tr ico, dove e ra s ta to r icove ra to d ieci anni fa per

il tentato om icidio della precedente compagna, un reato dal qualeera stato p roscio lto ap pu nto p er 'v izio d i m en te '» . S eg uend o ilrae-conto della cronista sappiam o poi di un signore al bar di M oriconeche, p reo ccu pato della bu on a immag in e d ei su oi co nterran ei, COS!

commen ta l'a ccadu to : «B isogna dire subito che quel tipo non e natoqu i. M a n essun o d i no i p en sav a ch e avesse d ei trascorsi COS! oscur i»,

In questa storia l'unica cosa veram ente oscura che c'e stata eque ll'a ttrib uz ione , p sic hia tric a p rima e g iudiz ia ria dopo, d i vizio di

mente al p reced en te tentativ o d i om icid io . Q uella v ersio ne ha fatto

scuola e oggi la cronaca la ripropone a proposito del compiuto om i-cid io: «Agli in qu iren ti A cqu av iv a h a racco ntato ch e A lin a ha tiratofu ori d a u n cassetto della cu cin a il co ltello , co n ilquale 10 ha fe rito .Qu ind i lu i per d ifende rs i e sta to c ostre tto a p ren dere in mana I'arma.Poi il raptus om icida» . C ioe una forza cieca e estranea gli avrebberapito la coscienza e avrebbe guidato la sua m ano a colpire con ilcoltello piu volte la donna al ventre e al collo . O ra, una efficacerisposta di legittim a difesa, se questa ipotesi ven is se con fe rma ta ,in clu de la p assio ne e la v io le nza 0 come strumen ti p reord in ati v olu -

tamente a lIo s copo 0come strumen ti che n on si farebbe ag ire in altrecondizioni rna che in questa caso sono com andati da autom atism icerebrali necessari alIa propria sopravvivenza. L a funzione delpaleoencefalo, ilcos iddetto cerve llo dei r ettili, c he e ben presen te inn oi e g en eralm en te go vern ato d al n eoen cefalo, e p ro prio qu ella d ig ara ntire la magg io re tempe stiv ita possib ile p er d ifendere la p ropriasopra vv iv en za anche risp etto a d a tta cc hi imp revisti e imp revedib ili.Non e un c erv ello c he ra pis ce , e un c erv ello ch e fo rn isc e u na re az io -ne pronta per l'uso . Q uello che pub succedere e che ilneoencefalonon si tro vi sempre nelle c ondiz ioni m ig lio ri p er d irig ere e con tro lla -re la forza della reazione piil istin tiva propria del paleoencefalo ,come n el caso d elle in tossicazion i d a alcol, d rog a, p sico farm aci 0affezio ni n eu ro lo gich e d i v ario g enere. N on so lo, rna u n'affezion en eu ro lo gica an ch e p asse gg era c ome quella d a n eu ro in to ssica zio nepub mod ific are la ste ssa s en sa zione e stema, fa r v edere un d inosauroal posto di una lucertola, generando una reazione adeguata al d ino-sa uro in ve ce ch e a u na lu ce rto la. A v remmo cio e p ro blern i d i cara tte -re n eu ro logic o, a cc erta bili c on risc on tri sc ie ntific i, e non miste rio si

raptus psichiatrici.R ileviamo p oi un 'altra serie d i comportamenti ch e v en go no co n-

sid era ti « rap tu s» so ltan to p erch e c hi v i a ssiste n on v ed e 0 non vuolv ed ere se ci so no lu certo le 0 se ci sono dinosauri, rna isola dal suo

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specifico con testo il fenomeno che sta osservando, m ettendolo inrelazio ne a u n co ntesto artific iale 0 ideolog ico . C om pie cioe un erro-

re eco antrop olog ico, disinserendo il fenom en o esp ressiv o dall'ecosi-

stern a in cui si svilu pp a e perden don e la co rretta interpretazion e.M i spiego meglio con un esempio . Nell'agosto del '93 mi capite

di salvare una donna dal linciagg io dei passanti e dalla cattura d iun 'autoambulanza perche era uscita nuda per strada gridando

im properi e bestem miando non si sa contro ch i. N essuno si era preso

la briga d i ch iederle cosa le fosse successo prim a E prim a era sue-

cesso che aveva ancora una volta scoperto che il m arito la trad iva

apertarnente nella sua camera da letto . S i parlo subito d i un raptus a

sfondo sessuale, rna l'esposizione in strada del suo corpo nudo era

invece un fenomeno comprensibile. Con un m inimo di ricercarisulto essere non un raptus rna una risposta intelligente e adeguata a

provocazioni che erano fuori dell'am bito v isivo e cognitivo dei pas-

santi e degli inferm ieri del p ronto soccorso'',Piuttosto bisogna stare attenti che un reale raptus di coscienza, e

qu indi di responsabilita , non avvenga ne in sede di attribuzione d iresponsabilita penale ne in sede d i trattam ento psichiatrico conse-

guen te. L a costriz ione della liberia fisica insiem e con le incursioni

psichiatriche nel cervello di im putati d i om icidio , co lpevoli 0 inno-

cen ti, trasform ati in p azien ti psichiatrici a v ita, po ssono p ortare, qu e-ste sl, a un offuscamento costan te della coscienza vigile 0 a un

aum ento d ell' aggressivita co ntro g li stessi psich iatri, parenti, p erso-

nagg i sim bo lo 0 pezzi ind istin ti d i societa G ruppi an tipsichiatric i

am erican i hanno spesso m esso in rilievo com e quasi tutti g li assassi-

ni 0 a tte nta to ri d ei J 're sid en ti USA 0 responsabili d i strag i fossero

pazienti psich iatric i .

M a su questo problema tornero in seguito a proposito di altri

e ffe tti d an no si d ei trattam en ti sa nitari o bb lig ato ri.

Po trei con tinuare con la cronaca. Nei g io rn i scorsi e rimastaparecch io sulle prim e pagine la sto ria di Tullio B rigida, accusato d i

avere arnm azzato i suoi tre bam bin i e d i averli seppelliti a C erveteri.Q ui devo dire che uno dei pochi che ha difeso Ie capacita in tellettived i B rig id a e stato 1 0 p sich iatra P ao lo C rep et, n co ro u nan im e e statoche si tratta di un pazzo che non si rendeva conto di quel che faceva

Ho riportato queste riflessioni a proposito di fatti d i cronaca per-

che sono un esempio di come i principi dell'ecolog ia umana si pos-

sa no a pp lic are a i vissuti quotid iani. N ei corsi di eco logia umana e

poi negli incon tri settim anali del CEU ho spesso fatto insiem e a i par-tecipanti questa tipo di esercitazione: cercare nelle cronache nere g li

elem enti d i storia , razionalita , liberta e responsabilita al di la delle

descrizion i e etichetta tu re psichiatriche che ne fanno i giom alisti e

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sola mente che si sdoppierebbe in due - dice cose insulse, riduttive

e senza fondamento scientifico . L a generazione delle variazioni e

delle contraddiz ion i e sempre attiva a livello planetario , e nella

coscienza um ana si riflette in m odalita non duplice rna m ultiform e,

multi-milli-forme.

L 'infinito grande del cielo stellato sopra di m e e l'infinito piccolo

dentro di me, di cui parlava Kant, sono molto pill v icini alIa realta

d elle p eric olo se semplific az io ni p sic hia tric he .

La ricerca sull'ecologia umana va avanti e ha ancora molte piste

da battere e molti problem i da risolvere. II CEU, ilCentro di

Ecologia Umana associato alla L egambiente, ha iniziato questa

riflessione. H a promosso con Ie sue poche forze ,alcuni corsi a cui

hanno partecipato qualche centinaio di persone. E un seme, spero,destinato ad espandersi a favore di una cultura contro tutte le forme

di segregaz ione . n T elefon o V io la e un suo prim o risultato.

Ogni settimana teniamo l'incontro di ecologia umana dove invi-

~amo an ch e p erso ne p sich iatrizzate 0 m inacciate di ricovero coatto.

E un luogo dove si sentono alIa pari, tu tti con la propria semente di

diversita da tu telare e da m ettere a disposizione degli altri.Mi piace ricordare che alI'in izio m olti partecipanti pensavano di

trovarsi di fronte a psicologi e psichiatri, e quelli che tra di loro ave-

vano avuto esperienze spiacevoli al riguardo erano m olto diffidenti.E invece si trovavano in mezzo a sconosciuti filosofi, a studenti di

le tte re , d i p sic ologia , 0 semplicemente a compagni di sventura. Una

volta un invitato, riferendosi alIa nostra Paola M astroluca, che orga-

nizzava l'ascolto nel primo anno del Telefono V iola, m i chiese:

«M a che fa quella ragazza nella vita , la psicologa?». «No» risposi,

«Paola fa la vivaista in una serra del Comune di Roma»,

Non escludiamo gli psicologi, non escludiamo neppure quegli

psichiatri che si battono concretam ente contro i ricoveri coatti. M a le

vivaiste, che se ne intendono di sem i, piante e ecosisterni, hanno unapredisposizione naturale per l'ecologia um ana

Note al capitolo

1. L 'e co logia pro jonda, detta anche ecosofia; di A rne Naess, B . Deval e G .

Sessions, e ancorata alia teoria di «G aia», la terra considerata come un un ico grande

. organism o viven te; l' eco log ia de lla men te d i B ate so n e una teoria dei p rocessi deci-

sionali in cond izion i di incertezza e d i contradd izione Ira tipi logici, con traria alia psi-

chiatria organ icista , v icina aile posizion i degJ i antipsich iatri inglesi C ooper e L aing ;

C om moner afferm a i princlpi della necessita del riciclo generate della natu ra e degli

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e ss er i v iv en ti; l'ecologia della complessi ta di C apra e Prigogine contesta radicalm en-

te ogni ipotesi di carattere riduzionista e meccanicistico, anche in m edicina e psichia-

tria; I' ecomarx ismo 0ecologia marxista di 0' Connor tenta una sintesi Ira marxismo e

ecologia in una visione radicale e antiriforrnista contro quelle posizioni dei movim en-

ti V erdi che ammettono com patibilita tra interessi capitalistici e interessi am bientali-

sti; I 'eco logia soc ia le 0 ecologia della liberta di Bookchin inserisee I'ecologismo

all'interno della tradizione anarchica proponendo una societa libera dal d orn in io d elle

varie form e di gerarchia,

2 . A questi autori, soprattutto Szasz e Antonucci, rni accomuna la critica alla psi-

chiatria, R itengo peru che la psichiatria, insediata com ' e nel corpus accadernico e

nelle procedure sanitarie, possa essere seonfitta non soltanto con una critica negativa,

certo essenziale, rna anche con una nuova visione teorica e una nuova pratica

nell 'approccio ai com portamenti com plessi, che e quella dell'ecologia umana e delle

sue possibili concretizzazioni a livello socioculturale e «controterapeutico». Molte

persone hanno trovato negli indirizzi dell' ecologia um ana concrete possibilita risolu-

tive a problerni che invece prima venivano trattati psichiatricam ente. Per noi non esi-

ste una terapia perche non esiste una malattia rnentale da «curare» ma problerni,

anche m olto gravi, da risolvere 0da accettare c orn e ta li.

3. I lavori del neurologo Oliver Sacks, ilnoto autore di L 'uom o che scambii>sua

mog lie pe r un c app ello e di Risvegli (da cui e stato tratto u n film ) stan no dirnostrando

corne una serie di comportamenti ritenuti patologici da un punto di vista psichiatrico

10 siano soltanto da un punto di vista neurologico. Nel suo piii recente libro, Un

antro pologo su Mane, anche il cosiddetto autismo viene sottratto all'am bito psichia-

trico per rientrare nei fenorneni neurologici. Spesso Sacks si meraviglia del fatto che

individui con problerni neurologici specifici, con ritardi 0c on c ara tte ris tic he s en so ria -

li m olto particolari, finiscano in cliniche e ospedali per malattie rnentali, corne e sue-

cesso agli epilettici fino a poco fa. Egli sembra tuttora riconoscere una validita alIa

psichiatria, e spesso si rifa a una terrninologia psichiatrica con parole del tipo nevrosi,

psicosi, schizofrenia. Noto peru che, nei suoi seritti recenti, la parola normale viene

sem pre piu riportata Ira virgolette e che Ie parole dello psichiatrisrno di cui fa uso

restano vuote carcasse di fronte al suo approccio strettam ente neurologico .4. Devo precisare che il Telefono Viola e uno strum ento della telefonia sociale

per Ie denunce di abusi e violenze psichiatriche rispetto agli ordinarnenti di legge e

alIa Costituzione. In alcuni casi, dove ci siano gruppi di volontari che si pongono

anche ilproblema di diffondere una cultura alternativa, corne nel caso dei gruppi del

CEU, e possibile approfondire la visione dell'ecologia umana. L 'azione concreta di

informazione e di tutela ne puo preseindere (per approfondirnenti contattare la rete

del T elefono V iola).

5. La L egge 180, assorbita nella L egge di Riforma Sanitaria N. 833 del 1978, ini-

zia con I' a ffermazione importante che «il tr atta rn en to s an it ar io e volontario» per con-tinuare invece con una serie di vincoli procedurali e garanzie che regolamentano il

trattamento sanitario obbligatorio. Di fatto quella che e una e cc ez ione s i s ta r ive lando

una regola, per cui basta che ci sia un primo medico che chieda un TSO e m olto diffi-

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cilmente esso non verra autorizzato , e ancora piu difficilmente sara contestato nel

merito . A I cittadino manca la possibilita di difendersi con un avvocato e con un altro

suo medico di fiducia al momento dell'in izio degli interrogatori psichiatrici e della

«sentenzax di reclusione forzata. Se qualcuno vorra 0 potra intervenire a suo favore,

10 fara sempre tardivamente rispetto al suo arresto di fatto e agli effetti delle prime

settim ane di trattam ento forzato . M olti trattam enti rendono poi il soggetto realm ente

disabile rispetto alia sua piena capacita di difesa, per cui davanti a un giudice non se

la cavera facilm ente. Un im putato di un grave delitto 0 di un furto ha piu garanzie di

un imputato di maJattia mentaJe. In base a queste e altre considerazioni riteniamo

vada sollevata eccezione di incostituzionalita dell' attuale ordinarnento del TSO in

Italia Insom ma i diritti dei pazienti psichiatrici sono difficili da difendere, queJ li dei

cittadini a non diventare pazienti psichiatrici 10 sono ancora di piu. L a lesione dei

d iritti co stitu zion ali di liberta e molto grave e i sindaci, che sono autorizzati dalla

legge a fare Ie ordinanze per i TSO , non ne sembrano convinti. I giudici tutelari poi,

insiem e con i sindaci, sono del tutto subalterni al giudizio degli psichiatri che richie-

dono i1 TSO. L a legge parla di «alternative» al TSO, m a queste alternative, sulla base

delle nostre verifiche, non vengono m ai seriarnente perseguite ne predisposte.

6. U . F. si e rifatto vivo il13 giugno con chiam ate continue alia nostra segreteria

telefonica di R om a Era ritornato a casa, ma dopo una decina di giorni e una nuova

lite in farnigJ ia, era stato di nuovo ricoverato con la forza presso 10 stesso ospedale. n15 e riuscito di nuovo a scappare, cosa che m i e s ta ta c omun ic at a da J prim ario . D i

n uo vo rip reso , i1 giorno dopo il s ta to d ime ss o. n prirnario Roberti ci ha invitato in

ospedale a un incontro chiarificatore sui problema. Con Roberti, di Psichiatria

D em ocratica, siam o nella stesso C om itato delle associazioni contro I' e lettroshock,

ma Ie divergenze tra i1 loro e il nostro concetto di TSO si sono rive1ate molto forti.

A ltre v olte e andata peggio, come ne! caso di G loria C, ricoverata 10 scorso anno al

Pertini di Roma, costretta alle cure anche a TSO scaduto . G loria fu dimessa dopo Ie

nostre pressanti richieste e I'arri vo di una volante della polizia . G li psichiatri peru

stanno imparando a mettersi in regola almeno formaJmente. Finche ilTSO non sara

dichiarato incostituzionale sara m olto com plicato tutelare i diritti delle persone che vi

vengono sottoposte. Per questo problem a stiam o rafforzando gli orientam enti preven-

tiv i e I' in fo rma zio ne all' opin io ne p ub blic a.

7. L ibri di P. L evi come il famoso Se que sto e un uom o si in serisco no p ie namen -

te n ella teo ria d ell' eco lo gia um ana.

8 . n criterio d i «raptus- ilusato m olto dalla psichiatria per defm ire com portam en-

ti imp ro vv is i, e cl ata nti, di grande im patto sociale. Un term ine psichiatrico analogo e

quello di «crisi acuta- 0 «crisi psicotica», Q ueste denom inazioni inibiscono buona

p arte d el ten ta tiv o di capire i1 can ten uto d ella «erisi», p erch e p arto no da J presupposto

ch e c'era 0 c'e in quell a persona una belva accovacciata pronta per I'assalto quando

rneno te I'aspetti . Spesso cornportam enti sessuali, soprattutto di donne, vengono stig-

matizzati e duram ente repressi come m aJattie m entali 0 «raptus» sessuali. Ho letto

qualche volta in cartelle cliniche: «Paziente affetta da pazzia m orale»! L a sessualita

libera e non violenta ilfonte di felicita e di grande benessere. Essendo anche i1 canale

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di m aggiore filtraggio tra corpo um ano e corpo della Terra considerato com e organi-

sm o v iv en te (la «G aiID> degli ecologisti), sfugge alIa piena com prensione e al pieno

dom inio degli stessi corpi sessuati, d iventando la m aggiore nem ica delle ideologie del

con tro llo , tra cu i eccelle la psich iatria

9 . Vedi nota precedente sull 'om icidio del piccolo L udovico da parte della madre

A lessan dra D ' A ffiitto . Le indagini sono in corso . I giomali del 30 giugno, dell'l e 2

luglio '95 sono pieni di d i ch i araz ion i t ranqu i ll iz zan t i da p arte d i n oti p sich iatri, tra cui

R eda che incontrerem o a proposito della storia di R ellini. Nessuno ha detto , salvo noi

del Telefono V iola, che ci sono in A merica centinaia di cause aperte contro ilProzac,

l'Halcion e sim ili per induzione di auto e eteroaggressivita, Lo p sico an alista A ld o

C arotenuto approfitta poi per rilanciare la pill innocua «cura dell' anim a» della psicoa-

nalisi e del freudism o attua1m ente in crisi sotto i colpi bassi delle m ultinazionali dello

psicofarmaco. Ma, a parte Ie interessate polerniche, sarebbe doveroso che la

Com rnissione Vnica del Farm aco desse fm alm ente il suo «autonom o» parere senza

paura di ledere gli interessi di case farm aceutiche e psichiatri, che ricevono om aggi e

p reh en de p er Ie lo ro allegre prescrizion i.

10. Pagine im portanti sulla interdipendenza e coistantaneitA dei fenom eni sono

state serine da ecologisti corne Bateson e Capra, c it at i i n b ib li og ra fi a.

II. A questo proposito la visione ecosofica di Naess, anche se importante per

l'insistenza sugli aspetti della sirnbiosi universa1e, rnostra il suo lim ite. Vn mondo

p arirn enti bio cen trico , co n la stessa p osizion e per tutti gli esseri v iv en ti, no n in div id ua

gli elem enti distintivi della razionalita e della liberta um ane corne i fattori dell'agone,

storico e dram matico, del conflitto tra Ie classi sociali, del conflitto interpersonale e

del conflitto intrapersonale, che inducono e subiscono Ie potenti trasform azioni dei

sistem i ecoantropologici. A lIa visione ecosofica di «GaiID> , un po' troppo poetica e

«pacionista», pill che pacifista, sopperiseono in parte 0' Connor con ils uo e comar xi-

smo e Bookchin con la sua ecologia anarchica L ' e cologia umana integra e approfon-

disce questi ultim i due approcci.

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V

FABION.CONTRO LA PER SECUZIONE SC IENTIFICA

Fabio e un giovane di trent'anni. D a diverso tem po e a Ile p re secon i trattamenti sanitari obbligatori. Abbiamo spesso svoltou n'a zio ne a su o fa vo re p erch e n on v en isse p riv ato d ella liberta e sot-to po sto a cure costrittiv e. In qu esti mes i e costretto dagli p sich ia tr i d i

una USL ad andare da 10m ogni m attina a prendere una dose di m el-leril. O vviam ente ne i TSO ne 10 psic ofarm aco qu otid ia no h an nom in imamen te c ambiato Ie su e p ro fo nd e c on vin zio ni. H ann o in vecep ro do tto magg io ri p au re d en tro d i lu i, u na p ro fo nd a rib ellio ne con trop sic hiatri e p sich ia tria , co ntro i fam iliari ch e fan no ric orso a gli p si-c hia tri a su o d an no , e u na mag gio re d iffid en za v erso ch iu nqu e p ossaentra re n ella macchin a d ella p erse cu zio ne s cien tific a che ritie ne siacostan temente a ile sue caIcagna .

In questi anni, pur venendo lui da fuori Roma, ci siamo visti e

senti ti f requentemente . n CEU e iITelefo no V io la costitu is co no unodei poehi riferim enti dove ancora pub parlare liberam ente dei suoiproblem i senza essere tacciato di schizofrenico e delirante, COS!

c ome g li su cc ed e c on g li p sic hiatri e c on i fam iliari.

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Devo dire che il rapporto con Fabio non e stato facile, non per le

sue convinzioni poco verificabili, rna perche, stretto nella m orsa tra

psichiatria coattiva e m acchina della persecuzione, d i cui v i parlero,

n on re sistev a dal chiamarrn i a tu tte le ore, in ufficio e a casa, percomunicarrn i la sua tenibile ansia, per discutere con me sul da fare eperche facessi intervenire gli avvocati a tu tti i costi.

Spesso persone che abitano presso la sede del Telefono V iola ci

raccontavano di aver visto un giovane, alto e biondo, un po' curvosulle spalle, che aveva aspettato im paziente diverse ore Ii davanti. L a

distanza tra le c hiamate e poi d ivenuta pill lunga Per qualche setti-

mana non l'ho visto piu e me ne sono preoccupato , perche ad ogni

lunga pausa nei nostri rapporti e sem pre seguito un nuovo TSO con

ulteriori peggioramenti per lu i. F inalmente qualche giomo fa mi hatelefonato e m i ha volu to spiegare ilperche. Faccio seguire ilconte-

nuto della telefonata, che gira un po' intomo al problema della mac-

ch ina pe rsecu to ria.

- Vedi, non e per voi che non vengo, rna e per via della L ibreria

A nom alia dove vi siete trasferiti.

- C osa c' en tra ora la libreria?

- In quella libreria v i sono persone che sono d ' accordo con la CIA

e con la Questura di Roma per farrni fuori.- Guarda Fabio che lici sono persone che io conosco e ti posso

garantire che nessuno ti farebbe del m ale, 0 almeno che nessuno sia

d ' accordo con la CIA e con la Questura per farti fuori.

- E io invece credo di si. Lo sai che anche quelli di V ia dei Volsci[u n'o rg anizzazio ne p olitica ex traparlam entare di sin istra, Nd.A] mi

hanno m inacciato che se m i faccio vedere ancora da quelle parti m i

denu nciano alIa Q uestu ra?

- Senti, allora facciamo cosi. Tu mi avvisi prim a del tuo anivo

cosi ti aspetto all'entrata e poi entri con me. Quando finiamo ti riac-com pagno all'uscita S tai piu tranquillo?

- No, non so , ci devo pensare, ti faro sapere.- Fabio, rna non e possibile continuare cosi, adesso fin isce che

non possiamo neppure piu incontrarci! Senti, ho un'idea, tu m i avvi-

si, io ti aspetto all'uscita e poi andiamo al bar vicino , ci mettiamo a

un tavolino e parliam o senza problem i.

- Li proprio no, e sai bene perche, Baristi e alim entaristi sono

preavvisati dalla Questura. Questa, com e sente la m ia voce, avverte i

gestori che sono io quello che devono contagiare e loro 10 fanno.

Prendono un condensato virale d i A ids e 10 mettono nelle bevande

[altre volte Fabio parla nei suoi scritti di sostanze liquide incolori ein sa po ri, N .dA ].

- Ma allora dimmi tu dove ci possiamo incontrare. Se e importan-

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te che parliam o un po', qualche risch io calco lato possiam o prender-

10, e po i po tremo sempre usare qualche cau tela in p iu , bastera non

consumare nu lla , dai! Comunque ti prego anche di -riconsiderare lasto ria della libreria. Noi ci stiam o benissim o e non ci succede nulla

Puoi venire quando ti senti p iu sicuro . A bbiam o bisogno di rip rende-

re q ue lla d isc ussio ne su lla v erita v erifica bile .

- V a bene, m i rifaccio v ivo io .

F in qui I'u ltim a telefonata , d ieci giorni fa . D evo ora spiegarv i inbreve il congegno persecutorio a cui Fabio accenna nella telefonata .

In breve, perche Fabio su lla m acch ina per la sua d istruzione haspeso centinaia di pagine. D a anni non so lo no i, rna anche avvocati,

farniliari e psichiatri, sono stati inondati da decine e decine d i fogli, a

m ana e dattiloscritti, in cu i Fabio descrive in m odo m olto analitico e

conseguen te la sua terribile vicenda e il m eccan ism o inestricabile

c he risc hia d i strito la rlo .Questo m ateriale costitu isce per gli psich iatri la prova della sua

m alattia m entaJ e. S i tratterebbe d i un delirio parano ide, qu ind i senza

fondam ento nella realta, determ inato da pure invenzion i fan tastiche

e accompagnato da incongru ita log ic he. A questa diagnosi sono

seguite duran te gli u ltim i d ieci anni Ie persecuzion i psich iatriche, e

que ste p ra tic amente documenta bili.M a in questa sede non m i assumo il compito d i denunciare g li

psich iatri per i m altrattam enti contra Fabio ed altri g iovan i con gli

s te ss i p rob lem i, trattati allo stesso m odo . Mi in teressa invece dim o-

strare com e iI giudizio psichiatrico prenda una via del tu tto diversa

da quella dell'ecolog ia um ana. Infatti, m entre sarebbe leg ittim o, d i

fron te ai vissu ti e aile denunce d i Fabio , credere 0 non credere nella

su a v erita, e com unque iIIegittim o far d ipendere da questi g iudizi il

braccaggio e la privazione della liberta per so ttoporre la persona a

condizionam enti fisic i, psicologici e ch im ici finche non cam bi la sua

idea M entre una libera op in ione in merito po trebbe e dovrebbe por-tare a d iscussion i e a verifiche, il g iudizio psichiatrico porta diritto

alIa carcerazione del soggetto considerato privo d i senno. Posso

d im ostrare com e quest' approccio ha portato so lo a v iolenze psich ia-

triche co n danni fisic i alla persona e induzione di stati d i m aggiore

ansia , a m aggiori d ifficolta di au toregolazione nell'um ore e soprat-

tu tto a una m aggiore e generalizzata d iffidenza R itengo che la vera

aggressione aII'assennatezza di Fabio, e d i tu tti i «Fabi», derivi daJ le

cure coattive cui v iene sottoposto . La con dizion e d i offu scam en tocerebraJ e, causato daJ le m assicce dosi d i serenase e d i altri neuro let-

tic i, p roduce duran te questi trattam enti una perdita provv isoria d i

lucidita e soprattu tto di m em oria dei suoi problem i. La psichiatrad ich iara alia m adre che «ora sta meglio» e che e po ss ib ile d ime tte r-

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10. Tralascio di parlare delle nostre battaglie contra gli arresti psi-

chiatrici di Fabio e delle nostre sollecitazion i per pronte dirn issioni.

Come in questo caso , gli psichiatri spesso m i dicono che si sentono

«tra I'incudine dei farniliari, che 10 vorrebbero ancora pill tem po nelreparto psichiatrico e il Telefono V iola che pretende I'opposto».

Nonostante le nostre differenti op inioni, devo dare atto al dottor

Sangiorg io , il prim ario del reparto psichiatrico di Frascati, della sua

sincerita e della sua buona fede quando , in una vivace rna civ ile

discussione a proposito di un TSO a carico di L. G ., m i pone il pro-

blem a in quei term ini, perche sono quelli reali. Spesso il nem ico pill

d uro p er u n'altem ativ a alla psichiatria sono gli stessi farniliari del

p re fa bb ric ato p az ie nte .

M a cosa succede dopo ogni d im issione? Succede sem plicem enteche la rip resa graduale dei suo i rapporti con la realta estem a, che

d ' altro nde dovrebbero essere favoriti dalle stesse strutture territoriali

della psichiatria (i cen tri d i ig iene mentale delle Unita Sanitarie

L ocali), costitu iscono ovviam ente per Fabio la rip resa dei rapporti

con la m acchina persecutoria che 10 affligge.Per contrastare la ripresa p iena dei rapporti con una realta afflitti-

va, e quindi la ricomparsa dei famosi sin tom i di delir io paranoide,anche gli psichiatri del CIM non travano di m eglio che imporre la

dose di psicofarm aci quotidiana In a ltri c asi l'obbligo e di una inie-zione di haldol 0di m oditen, potenti sedativi con rilascio lento e pro-

lungato nell' organism o, che mantengono un effetto di contenzione

neuromuscolare dai dieci ai ven ti g io rn i. ECOSt ch e qu ella co nd izio -

ne di offuscam ento cerebrale garan tita dagli psicofarm aci si stabiliz-

za nel tempo. M a a meno che non ci sia una reclusione a vita e una

pill m assiccia psichiatrizzazione, la realta estem a anche con pochis-

sim e stimolazion i sensoriali rilevera di nuovo la sua trama, senza

che Fabio cambi m inim amente la percezione del suo disegno nono-

stante l'azion e paralizzante d ei n eurolettici. Q uesto chiaro insucces-so delle cosiddette cure dovrebbe far prendere altre strade, e invece

la psichiatria si accan isce d i nuovo contra ilgiovane. S i riaum enta il

dosaggio e, se ci sono rifiu ti e proteste, aHora si chiama di nuovo

l'ambulanza con due 0 tre m usco losi inferm ieri, si blocca di nuovo

Fabio con la forza e si ricom incia con il TSO, che perm ette agli psi-

chiatri dei reparti ospedalieri, can l'approvazione scontata del giudi-

ce tutelare e del sindaco, d i ricom inciare un cicIo di trattam ento p ill

in tensivo e quindi con rischi m aggiori di sindrom i maligne da neu-

rolettici (ben con tem plate n elle contrain dicazioni deg li psicofarm a-ci).

Mi auguro che questa cerchio si spezzi quanta prim a, rna sono

convinto che non sara facile perche la psichiatria della farniglia e

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que lla d eg li p sic hia tri id en tific an o ilbene del giovane con la distru -

zione fisica e chim ica del suo delirio. Insomma Fabio per loro sara

guarito quando non pensera p ill Ie cose che pensa, anche se questa -

e 10 stiamo vedendo - potrebbe accompagnarsi con la distruzione

fisica e ch irnica dello stesso soggetto pensante. Ed e in questa assur-

do modo che la psichiatria coattiva provers a tu tti che la macchinadella persecuzione di cui parlava (e parla) Fabio era del tutto vera,

anche se, in quella terribile conclusione, ilruolo della CIA e della

Questura non sarebbero m inim am ente chiariti. E cosa cam bierebbe

per la vita di Fabio se invece della C di CIA 0 della Q di Questu ra era

da mettere alla guida della «macch ina persecutoria» la P di

Psichiatria? 0 se invece delliquido pieno di virus fossero individuati

com e respo nsabili i veleni ben pill d iffusi degli psicofarm aci?

Sulla base poi dei frequenti casi di induzione nei pazienti psich ia-

tric i di fan tasie persecutorie che possono portare fino a concepire il

suicid io com e liberazione e l'om icid io come difesa, non si pub nep-

pure escludere che alla base delle percezioni persecutorie di Fabio

non ci siano proprio i prim i e prolungati trattam enti psichiatrici a cui

fu sottoposto , sem pre con la v iolenza, gia prim a del servizio m ilitare

in una caserm a del nord .

Fabio e un brillante studente un iversitario e questo m i fa ricorda-

re il caso di un famoso docente della Ecole Normale di Parigi, L ouis

A lthusser, morto nell990 dopo frequenti in temamenti presso clini-

che e ospedali psichiatrici. Dopo I'incidente poco chiaro in cui m as-

saggiando il collo della compagna Helene Ie arreco la morte per

soffocamento, i1 tribunale francese concluse I'inch iesta con la for-

mula «non luogo a procedere» in quanta non risulto una chiara

volonta e una coscienza d i om icidio da parte di A lthusser, di cui g ia

erano noti i trascorsi psich iatric i. Questo drammatico incidente sue-

cesse il16 novembre del 1980. O ra poehi sanno che da giugno a set-

tembre della stesso anno il filosofo subi uno dei suoi pegg iori rico-

veri psichiatrici. Quella volta fu sottoposto a delle vere novita nel

cam po degli psicofarm aci, in altem ativa ag li elettroshock che pure

gli furon o som rn inistrati senza scrupoli. N el suo libro autobiografico

cosi racconta: «Subito m i prescrissero del niarnide (!MAO)!. Questo

m edicinale, som rn inistrato d i rado per ilpericolo che costitu isce (in

particolare il noto cheese effect) e a causa degli spettacolari effetti

secondari, in precedenza si era sem pre m ostrato eccezionalrnente

efficace, agendo rapidamente e senza conseguenze. S tavolta, con

grande sorpresa dei medici, Ie cose andarono diversamente. Nonsoltanto l'atteso effetto rapido non ci fu , rna precipitai di lia poco in

un grave stato di confusione m entale, di onirism o e di persecuzione

'suicida' . . . Com e che fosse, entrai in uno stato di sem incoscienza,

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talvo lta perfino di incoscienza totale e di confusione mentale. Non

padroneggiavo pili i movimenti del corpo, cadevo di continuo,

vom itavo senza posa, non vedevo pili d istin tamente, urinavo inm odo disordinato , non padroneggiavo pili illinguaggio, scam biando

una parola per un 'altra , ne Ie m ie percezioni, che non potevo piliseguire 0 coordinare, ne a m aggior ragione la scrittura , e presentavo

form e di discorso deliranti. Per di pili le m ie notti erano tormentate

da incubi atroci, che perduravano anche molto tempo dopo il risve-glio , e 'v ivevo ' i m iei sogni in stato di veglia, vale a dire agendo

secondo i tem i e la logica dei m iei sogni, scambiando l'illusione dei

m iei sogni per realta , sicche non ero pili capace di distinguere dasveglio Ie m ie allucinazioni oniriche dalla sem plice realta, In sim ili

condizioni continuavo a sviluppare, a beneficio di chi veniva a tro-

varm i, tem i di persecuzione suicida. E ro convinto che degli uom inivolessero la m ia morte e s'accingessero a ucciderm i: uno con la

barba, in particolare, che probabilm ente avevo intravisto nel reparto;

o che un tribunale, in seduta nella stanza accanto, volesse condan-

narm i a morte; oppure che uom ini armati di fucile a cannocchiale

stessero per farm i secco m irando dalle finestre degli stabili d i fron-

te .. . Condannato a morte e m inacciato di esecuzione, avevo una sola

risorsa: antic ipare la m orte im posta uccidendom i preventivam ente.

Immaginavo ogni sorta di possibilita mortali, e in aggiunta volevo

non soltanto distruggerm i fisicamente, m a distruggere anche ognitraccia del m io passato sulla Terra»2 .

C redo proprio che i giudici, g ia m essi sull'avviso dai ric ov eri p si-chiatrici precedenti il dramma, avrebbero potuto trovare «un luogo a

procedere» m olto specifico cercando nelle responsabilita di m edicisiffatti che spacciavano psicofarm aci senza neppure sapere cosa fos-

sero . R iporto questi cenni su A lthusser a proposito degli effetti degli

IMAO perche gli stessi effetti possono verificarsi anche nella sommi-

nistrazione dei pili no ti neurolettici. Q uello che appare assurdo e chenon si tenga conto degli effetti sulle singole persone di certi farm aciso lo p erch e ad altri « no n e successo nulla», C apita spesso anche che

non ci siano collegamenti tra intemam enti presso strutture diverse.

N on sem pre gli psichiatri si preoccupano di sapere 0vengono infor-

m ati d i quello che e successo precedentemente al pazientenell'assunzione di quel farm aco in altri ricoveri; 0magar i a pprofitta -

no di un nuovo ricovero per fare un 'altra prova, non si sa mai.. . Cost

successe a A lthusser. Dopo il dramm atico episodio fu ricoverato per

sei m esi al Sainte A nne, uno dei pili oscuri ospedali psichiatrici fran-

cesi, dove andarono giu duro con gli elettroshock. In s egu ito , tr as fe -rito a Soisy, nel padiglione 7, tutto ricom incio: «A ll'in izio dovettero

curarm i con l'anafranyl, ma senza risultato . Si tomb allora di nuovo

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al n iam ide. E si ebbero Ie stesse conseguenze. C addi in una grave

confusione m entale , nell'on irism o e nella persecuzione suicida , pro-

prio come a Montsouris. Non sto a tom are su quei sin tom i. M a essi

si aggravarono profondarnente quando, in mancanza di meglio , si

decise di raddoppiare la dose di IMAO. L ' esito fu allo ra c ata stro fico .

Non potevo pili m angiare e nemmeno here senza vornitare imme-diatamente, cadevo di continuo, rn i ruppi perfino un braccio , inse-guivo i rn iei incubi da sveglio per buona parte della g iomata, e cer-

cavo disperatamente nel bosco vic ino un ramo su cui impiccarrn i.

M a la corda? Per precauzione m i avevano to lto la cin tura dellavestag lia e i lacci delle scarpe [non il n iam ide! N .d .A .]. '" G li IMAO

r ni g et ta rono in uno stato tale (naturalm ente ho dim entica to tu tto di

quel periodo) che di nuovo dovettero portarrn i in rian im azione aEvry» .

A lcuni m esi fa, uscito da un nuovo periodo di TSO d ella d ura ta

complessiva di un mese, Fabio venne a un nostro incontro dellunedi, L uca J ani, un nostro operatore che aveva avuto rapporti posi-

tiv i con Fabio , m i chiam o in disparte e rn i d isse: «Guarda che Fabionon parla p ili, scrive soltan to» . Fu subito chiaro per noi perche Fabio

non volesse parI a re, m entre per g li psich iatri si trattava di un nuovo

sin tomo di m alattia mentale , un motivo in pili per farg li il TSO ec ostrin gerlo ad altri p sico farm aci. La rag ione secondo noi era che,

per sfugg ire al «contro llo a distanza della OA », Fabio non aveva pilia ltro scam po se non queUo di non parlare . E infatti g li ch iesi d i scri-

verrn i perche avesse deciso di non parlare pili e rn i scrisse la sp iega-

z ione che noi g ia ci eravamo dati. E ra soltan to un nuovo passo nella

logica della persecuzione a distanza che lu i ci aveva gia descritto

rninuziosamente . Lo chiamai fuori su lla strada e gli comunicai larn ia preoccupazione che lu i potesse gradualm ente arrivare all' assen-

za di comunicazione umana e che era il caso di trovare momenti eambienti adatti per riprendere a parlare. Cosa che qualche giomo

dopo puntualm ente si verifico , con rnia grande gio ia .

Spesso ci e capitato di sentire al telefono 0 di incontrare am ici 0

fam iliari d i persone che presentavano questa problem a dell'in terru-

z ione del d ia logo, della chiusura in se stessi. Q uesto fenom eno viene

classificato dalla psich iatria com e afasia mentale 0 mutacismo,

oppure com e stato depressivo ipomaniacale, e COSt via a seconda

degli stili linguistic i dei singoli psich ia tri. Poche volte ci si prende l~

briga di darsi delle sp iegazioni logiche, d i cercarle con pazienza. Epili facile dare un po' di gocce e fare qualche in iezione, sperando

che dopo qualche giomo la voce torn i, la persona si rian im i com e ungiocatto lino ricarica to da una pila elettrica e si rim etta a dare Ie

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rispostine affettuose, intelligenti e collaborative che partner di cop-

pia, fam iliari, colleghi di studio e di lavoro si aspettano dal «depres-

so tacitumo»,

Per scelte editoriali questa libro deve essere piccolo e non posso

racco ntare tro pp i p artico lari. Ne mi piace indulgere al gusto facile

del pubblico e della stampa nel rimestare in storie drammatiche alIa

ricerca d i sp ettaco lari cu rio sita n criterio che ha ispirato la m ia sele-

zione dei vissuti non e quello del sensazionalismo, ma quello di una

certa tipologia di problem i molto diffusi, per i quali le personediventano facilm ente vittim e del giudizio psichiatrico e delle sue ter-

r ib ili conseguenze.

Ho scelto la storia di Fabio perche rappresenta, al massimo gradoda me conosciuto , il problema drammatico della percezione perse-cutoria, chiamata comunemente mania di persecuzione e che nella

term inologia psichiatrica diventa delirio di persecuzione 0 delirio

paranoide. Le classificazioni psichiatriche non hanno alcun fonda-

m ento scientifico e sono attribuzioni m olto variabili a seconda degli

um ori e delle evoluzioni culturali degli psichiatri am ericani, chiama-ti ogni due 0 tr e ann i ad aggiomare il DSM, il sistema ufficiale di

classificazione delle m alattie m entali. O ra siam o arrivati al DsM/4 e

nell'areo di una sola generazione alcune malattie mentali non sonopiu malattie, mentre alcune che non 1 0 erano ora 1 0 sono.

A questa proposito mi farebbe piacere lavorare a un «Dizionario

non psichia tric o» in cui, accan to aIle fo rm ulazion i p sich iatriche, vifossero Ie formulazioni delle problematiche comportamentali nei

term ini dell' ecologia um ana senza alcuna accezione di m alattia.Aspetto di aveme iltempo e che qualcuno m i aiuti.

Dicevo niente curiosita, Ma almeno con la storia di Fabio faccio

un piccolo strappo, perche yarra per tutte Ie altre storie, sia quelle

riportate in questa libro, sia quelle che non scriveremo da nessunaparte.

In uno dei prim i TSO successe che Fabio riusci a scappare. Silibero come pote dalla stretta dei legacci alle mani e ai piedi e, bar-

collante e farfugliante a causa dei neurolettici gia iniettatigli, evase

dall'ospedale. Braccato com 'era, ne penso ne ebbe tempo di vestirsi.

Fuggi quindi in pigiam a Era di sera. Psichiatri, inferm ieri e polizia

si sarebbero subito messi aIle sue calcagna Se ne ando quindi con ilpasso piu tranquillo possibile verso la ferm ata dell'autobus, gia che

la casa era un bel po ' lontano, in un paese fuori Roma. Ma una voltasull'autobus nel vederlo in pigiam a gli altri passeggeri com inciarono

a fissarlo e a temerlo: che non si trattasse di un ergastolano evaso daqualche isola alIa M ontecristo? E quando, alle prim e battute rivolte-

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gli da qualcuno piu curiosa 0piu in tim orito , lui non riusci a rispon-dere che farfugliando a causa dei neurolettici 0 svelando che era

oggetto di persecuzioni d iaboliche e che era stato legato al letto di

u n rep arto p sich iatrico , I'in tero p opo lo d i quell'au to bu s 10 cornincioa deridere e a sfo ttere volgarmente. Ne seese non piu inseguito da

inferm ieri e psichiatri, rna da un plotone di comuni viaggiatori.Come non vedere una terribile m etafora in questo episodio? L a

mentalita psichiatrica e pronta a scattare anche in un autobus di fron-

te a un uom o in pig iama, che peraltro aveva Ie sue gravi e im pellentiragioni. Quella volta furono i fam iliari a d ifendere Fabio contro iI

TSO che gli psichiatri com inciarono a reclarnare di nuovo per telefo-

no .

n problem a che io defin isco com e «percezione della persecuzio-ne» e tipo logico anche rispetto a form e m olto diffuse di com porta-

menti ritu ali, in sis titi 0 stan dard izzati. S on o Ie co sidd ette manie che

obbligano m olti a fare cose che sono strane per gli altri, rna Iogiche e

quasi necessarie per chi le fa I processi d i raziocin io possono essere

ferrei e concatenati, senza alcun vizio logico , rna la Ioro proporzione

rispetto alle stim olazioni estem e puo variare m oltissim o tra soggetti

d iversi posti d i fronte agli stessi stim oli. S i sa quanta gli stessi feno-

m eni fisici abbiano creato discordie scientifiche, a volte ancora irri-soIte, e come ci siano voluti m illenni per arnm ettere che iI sole era

rotondo e non girava in tomo alIa Terra. E rano tutti matti prim a?

Certam ente no. E quanta e stato duro per la Chiesa arnmettere che

Galileo non era un pazzo quando vedeva le macchie solari. Un soleche rappresentava Dio non poteva avere m acchie! E rano pazzi papae cardinali? N on 10 erano. n criterio p er attribu ire razio nalita e in tel-ligenza a una persona non puo essere cercato nella obiettiv ita di una

percezione, tutta sem pre da dim ostrare. E neppure si puo fare confu-

sione tra essere ragionevoli e avere ragione: se no avremm o riso ltotu tti i nostri problem i, non avremmo piu discussioni, avremmo tutti

ragione, penseremmo tutti allo stesso modo... e magari faremmotu tti la stessa cosa!

Percepire uno stesso oggetto , uno stesso fenom eno fisico , infine

uno stesso comportamento ci puo portare a opin ioni diverse g ia a

partire dalla prim a interpretazione del cosiddetto reale. Percezione

non e infallib ilita , rna in terpretazione del dato . Sappiam o poi da

molti esp erim en ti che I'in terp retazion e g ia nella prima fase della

percezione e condizionata dalle proprie idee e dai propri vissuti per-sonali. Idee e vissuti personali influ iscono sullo stesso dato oggetti-

vo e creano opin ioni diverse, in genere tu tte Iogiche, rna che portano

a opin ioni e convinzioni d iverse.

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Una mente pub essere lucida rna pub non cogliere la verita obiet-

tiva, questa e ilpunto. Pensate che per decenni si riteneva che gli

elettroni fossero corpuscoli, ora tu tti ritengono che a volte si com -

portano come corpuscoli, a volte come onde elettromagnetichesenza corpo. Questo per parlare di chi ci dovrebbe riferire scien tifi-

camente sull'obiettivita delle stesse componenti atom iche della

realta l Secondo gli psich iatri sarebbero da chiamare sch izofren ici

anche gli elettroni della materia di cui siamo costituiti. M a aIlora . . .

Allora veniamo finalm ente a cosa pensa Fabio . R iporto aIcuni

suoi bran i testuali che pili rendono l'idea .

L a CIA aveva fatto pervenire all'ospedale dove ero ricoverato dei reci-

pienti che contenevano un condensato altam ente infettivo ricavato dalvirus dell'A ids. Nei mesi di ottobre e d i novembre 1993 , F. N . [Fabio

scrive in terza persona perche utilizza i m ateriali anche come esposti

con tro ignoti, N .d .A .] fu costretto a mangiare dei pasti infetta ti con il

condensato virale . L a CIA aveva manipolato e convin to i m edici del

reparto in cui si trovava F .N . I m edici del reparto avevano accettato di

m ettere in atto ilpiano crirn inale della C IA . In q ueste s itu az io ni sp ec ifi-

che F .N . ha subito ilrea to d i ten tato om icid io .

Com e ho gill riferito , in tutto ilL azio i negozi d i generi alim entari, i bar,

i ristoran ti, vendono prodotti alim entari, c ibi e bevande ed a cq ua m in era -Ie, contagiati con ilvirus dell' A ids, destinati a F .N . In tu tta la fac cen da

sono naturairnente implicate anche Ie industrie di generi alim entari. I

prodotti alim entari, prim a di arri yare nei bar, nei ristoranti, nei negozi di

generi alim entari, vengono precedentem ente contagiati nelle industrie di

g en er i a limen ta ri . Lo stesso m eccanism o riguarda Ie industrie farm aceu-

tiche, e quindi Ie farm acie .

F .N . ha acquistato in alcune farm acie d i Roma farmaci contam inati con

ilvirus dell' A ids. Fondam entale in tutta la faccenda e la copertura della

CIA, del SISMI e del SISDE [servizi segreti ita lian i, N d.A ]. Q uesti serv i-zi segreti hanno organizzato logisticamente tu tto il p ia no c rim in ale.

C om e ho gia detto nelle pagine dattiloscritte, il fa tto che la C IA usufru i-

sea del reg istratore di onde acustiche, e d i elaboratori ad alta e sofisticata

tecnologia , ricopre una funzione di vita le im portanza nell'a ttuazione e

nella copertura di tutto ilp iano c rir nin a le .

R iprendo da aItri scritti di Fabio la descrizione dei congegni che

la CIA starebbe usando contro di lui.

Durante ilp erio do d i servizio militare, F.N . venne a sapere che all'in ter-

no della questura centrale di Roma la poliz ia e la C IA dispongono di

sofisticate apparecchiature che consentono di fare Ie cose piu incred ibili

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anche quando la persona che subisce queste cose si trova a decine di

rnigliaia di chilom etri di distanza dalluogo in cui si trovano queste appa-

recchiature.

Il registratore di onde acustiche e una di queste apparecchiature. Esso

consente di ascoltare ed eventualmente di registrare quello che una per-sona dice anche quando questa persona si trova a distanze enorrni rispet-

to al luogo in cui si trova ilregistratore di onde acustiche. Questo con-

sente anche di controllare in m aniera praticarnente perfetta i m ovim enti

di una persona nel raggio di decine di rnigliaia di chilometri e pub essere

usato ventiquattro ore su ventiquattro per tempi molto lunghi da agenti

speciali che si avvicendano secondo turni stabiliti.

L a polizia e la C IA dispongono inoltre di un altro apparecchio che per-

mette di riprodurre perfettamente il tono e il timbro della voce di una

persona anche quando questa persona non e p re sente f is ic ar nente 0 nonpronuncia Ie parole che vengono riprodotte. Quando la voce di una per-

sona viene riprodotta trarnite questa apparecchio, questa voce pub essere

inserita all'in tem o di una telefonata facendo credere che si tratti proprio

della persona che sta parlando. In questo m odo e possibile far credere

che una persona abbia pronunciato parole che nella realm non ha mai

pronunciato. E inoltre possibile che la voce di una persona che e stata

riprodotta trarnite il computer venga inserita nel raggio di decine di

rnigliaia di chilometri anche in una normale conversazione che non si

svolge per telefono, facendo pronunciare a una persona parole che inrealm non pronuncia affatto 0non ha intenzione di pronunciare .

. . .T rarnite l'attivazione dell'apparecchio sopra m enzionato, il processo di

tra sfo rm az io ne ista nta nea d ella c on versa zio ne fra due persone pub veri-

ficarsi in m odo che Ie due persone non si avvedano della trasformazione

avvenuta nelle parole pronunciate. In questa modo la persona che parla

arriva a pronunciare frasi che non ha mai pronunciato e non riesce a pro-

nunciare frasi che invece dovrebbe pronunciare effettualm ente, perche

queste frasi vengono cancellate acusticarnente a distanza, trarnite l' appa-

recchio, nell'attim o stesso in cui vengono pronunciate, e al posto di que-ste frasi vengono inserite altre frasi che la persona non pronuncia affatto .

Passo ora ad alcuni brani dove Fabio fornisce Ie ragioni cheavrebbero mosso la CIA e la polizia a usare la macchina con gli stru-menti sopra descritti contro di lui.

L a ragione precipua che ha indotto la GA, ilSISM I e ilSISDE ad orga-

nizzare tutto questa articolato piano crim inale ai danni di F.N . e da ricer-

care nel fatto che F.N . e a conoscenza di segreti m ilitari inerenti allamorte violenta di obiettori di coscienza, anarchici e testimoni di Geova

nelle carceri m ilitari italiane . ..

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Il nucIeo di questi segreti m ilitari e co stitu ito fo nd am en talm en te d al fatto

che nella careeri m ilitari italiane gli obiettori d i coscienza vengono bar-

baram ente assassinati, in una situazione in cui nemm eno il codice milita-

re prevede in tempo di pace la pena di morte per gli obiettori d i coscien-

za che rifiu tano idealm ente il servizio di leva e il servizio civ ile.

Fabio aggiunge a questa proposito riflessioni di earattere genera-le ehe in questi giomi si dimostrano di grave anualita politiea

V iene alia luce quello che e da sempre il carattere sovversivo di alcuni

settori deviati delle istituzioni e la servilita pecorina dei cittadin i che si

lasciano m anipolare dalle strutture occulte e visibili d i potere.

Una nota di colore su eerti ambienti di easenna, ehe fa emergerela eultura antifascista ehe ispira la filosofia di Fabio, rna anehe le suedoti di aceortezza.

Quando F.N . tomo in caserm a, prim a di ricevere il con ged o, d ovette

passare per l'ospedale m ilitare, e qui dovette rim anere per un paio di

giom i. Passe in una stanza dove avrebbe dovuto scrivere Ie sue genera-

lita, In questa stanza c 'erano tre caporali. M entre F .N . si accingeva a

compilare il modulo , uno di questi caporali sopra menzionati leggeva ad

alta voce frasi prese dal libro pill atroce della storia dell'O ccidente, ilMein K am pf di H itler. Questo caporale, m entre leggeva e scandiva Ie

parole, commentava Ie frasi con parole di consenso e di amm irazione

per ilgerarca nazista H itler. F .N . rimase decisamente agghiacciato e

contraddetto , rna penso di non contestare quello che iI capo rale stav a

facendo, perche il congedo l'avrebbe ricevuto entro quarantotto ore ed

aveva com preso che avrebbe avuto la possibilita di denunciare certi reati

e descrivere certe situazioni soltanto dopo che avesse ottenuto iIcongedo

di servizio di leva.

Questi doeumenti sono piir ehe sufficienti per dimostrare la luci-dita dei ragionamenti di Fabio: deserizione del fenomeno persecuto-rio e delle eonseguenze, spiegazione degli strumenti adatti al tipo dipersecuzione che sarebbe stata orchestrata dalla CIA e dalla polizia,ragioni della persecuzione eontro di lui. Cosa manea perche possadirsi illogieo, irrazionale e irragionevole?

Ho promesso di non fare citazioni, rna credo ehe Orwell capireb-be molto bene Fabio e dovrebbe aggiomare molto il suo 1984.Penso addirittura ehe la CIA possa prendere qualehe spunto per per-

fezionare qualehe aggeggio simile a quelli deseritti da Fabio, ottimoe infallibile nello spionaggio e eontrospionaggio intemazionale a

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distanza

Questo sul p iano della razionalita del d iscorso , che dovrebbe far

im pallid ire o gn i p sich ia tra ch e 10 a ccu si d i p azzia.

O ra passiam o al p iano della fam osa obiettiv ita nella percezionedi cui v i parlavo prim a, da non confondere, come abbiam o gia asso-

dato , con la produzione del ragionamento da parte d i un cervello

non solo sano rna direi eccellen te.

A llo stato attuale della d iscussione con Fabio e delle rn ie infor-

m azioni non posso dire che i suoi racconti corrispondano sicura-m ente alIa verita dei fatti e che non siano costruzioni fantastiche pro-palate per creare in teresse, a ttenzione su di se, E questo gliel'ho

detto piu di una volta M a neppure si pub dire che sicuramente ha

torto . Sulla base di quanto poi la cronaca m an mano ci rivela circa lere sp on sa bilita d ella CIA e dei serv iz i segreti italian i nella strateg ia

della tensione in Ita lia , tu tto ildiscorso di Fabio si potrebbe ritenere

a lm e no c ultu ra lm en te v ero sirn ile, da prendere com unque con atten-

z ione, alm eno com e m otivo di riflessione.

Ogg i e dom enica 21 m aggio '95, e per scrivere queste pagine suFabio ho letto solo qualcosa delle prim e pagine del quotid iano «L a

Repubblica», In seconda pagina veniamo a sapere quanto segue:

«G enerali, terroristi neri, p iduisti e 007. N ella lista dei presunti 'co l-

la bo ra to ri' d ella CIA, in base alIa quale il Pm Felice Casson ha chie-sto al govem o USA di poter consultare gli archiv i del serv izio segreto

am ericano, c 'e di tu tto . O ltre a ll'europarlam entare rn issino PinoRauti, c ompa io no inom i del filosofo fascista e isp iratore di razzistiincalliti J u lius Evola , morto nel 1974, uno degli ex capi d i G ladio

Ge ra rd o Serra va lle , ilr es pon sab ile del l'U f fi cio Affari rise rv ati d eg li

In tern i Federico Umberto D ' Amato , ilgiom alista e collaboratore del

vecchio SID Gu id o G ia nn ettin i, il leader d i A v anguardia nazionaleS tefano Delle Chiaie , p iu volte processato per atten ta ti e sem pre

assolto, il terrorista nero toscano finanzia to da L icio G elli A ugusto

Cauchi, poi un gruppo di generali orm ai deceduti, ilcapo del SID

V ito M ic eli, il responsabile della d iv isione P astrengo dei carabin ieriG iovambattista Palumbo e il capo del vecchio SIFAR Giovanni

A llavena; infme il p iduista e principe siciliano G iovanni A llia ta d i

Mo ntereale» .Non possiam o dimenticare le accuse mosse qualche tem po fa dal

giudice S alv in i che ha scritto co se e rip ortato fatti a dir poco paurosi

su lle responsabilita dei governi e dei serv izi segreti italian i nelle stra-

g i perpetrate con la stra teg ia della tensione contro cittad in i innocen ti

a llo scopo di conservare sem plicem ente equilibri politic i. Ora ci si

crede di p iu . Quando 10 scrivevano sui volantin i i gruppi ex traparla-m en ta ri italian i d ieci ev en t' anni fa, erano presi per pazzi fam etican-

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ordinati dalla C IA 0 da altre m isteriose entita, rna i 10fO genitori

sanno bene quante volte gli hanno messo il serenase di nascosto

nelle aranciate, forse su indicazione degli stessi psichiatri! A lcune

mamme ce 10 rivelano pensando di trovarci d ' accordo con questi101'0raggiri dom estici fatti per «il bene» dei fig li.

Quello che puo succedere dopo trenta gocce di serenase se 10

possono leggere nei fogliettin i acclusi al farm aco . E se Fabio, accu-sando reazioni di neurointossicazione, dopo queste «buone bevan-

de» , e volendo escludere la m adre per affetto , trovasse una qualche

ragione logicanell' incolpare la m acchina persecutoria della C IA ? L a

costruzione ragionata di una macchina che 10 avveleni a distanza,per cui egli passa a rifiutare qualsiasi bevanda nei bar, non ha niente

a che fare con quanto gia sicuramente e segretamente e sta to fa ttocontro di lui, e con gli effetti dannosi che sarebbero com provabili?

Non parliamo forse di veleni? R icordo che un m edico, responsa-

bile del Telefono antiveleni del Policlin ico Umberto Idi Roma,

prim a di una trasm issione telev isiva sulla telefonia sociale a «CafreItaliano», sui primo canale della RAI, rni disse: «Q uesti p sichiatri

fanno dei gran casini; noi dobbiamo disintossicare quelli che 101'0

in tossicano», COS!, potrebbe succedere che uno entri nel reparto

antiveleni d i un ospedale solo perche e stato ricoverato qualche gior-

no prim a al reparto psichiatrico dello stesso ospedale!D i fronte a certe accuse devo anche chiarire altri aspetti impor-

tanti della nostra im postazione. M olti - genitori, farniliari e psichia-

tri - pensano che noi obblighiamo Ie persone a non prendere psico-

farmaci 0 a non rivolgersi allo psich iatra . Noi non obblighiam o nes-

suno ad alcunche, La verita e che siam o per l'asso luta liberta tera-

peutica e lottiam o perche ildiritto alia lib erta terap eu tica .sia sancitodalle leggi, in quanto e coerente con i princlp i di liberta d ichiarati

dalla nostra Costituzione e dai Diritti U niversali dell'U om o. Com e

siamo contrari ache persone indifese vengano prese con la forza etrattate psichiatricam ente contro la 101'0 v olo nta , COS! eg ualmen te

rispettiam o la volonta della persona a prendere psicofarm aci e a farsi

ricoverare, rna liberam ente. Se 10 desiderano, Iiaiutiam o soltan to a

farsi un 'idea pill precisa delle conseguenze possibili delle lora scelte

su lla base dei prontuari m edici ufficiali su i farmaci, e su lla basedelle stesse denunce che ci pervengono da persone che sono state

p riv ate d ella liberta fisica e psicologica negli innumerevoli casi d i

TSO. ARoma nel '94 ci sono stati p ill di m ille TSO. Questo fen om e-

no e diffuso in tu tta Italia, Sono tu tti casi d i sospensione delle libertadel cittad ino su cui c 'e la pill completa ignoranza e connivenza

sociale. V ito Totire ci diceva in un recente coordinam ento nazionale

che per quanta diffuso sia il TSO, e sin tom atico constatare com e

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possa anche succedere che in una provincia d 'Italia se ne facciano

tanti mentre in un'aItra provincia contigua non se ne facciano quasi

per nulla Cosa vuol dire: che in una cina ci sono tanti pazzi e in

un 'altra vicina non ce ne sono per nulla? Succede invece che inquaIche citta c'e piu difesa sociaIe contro i trattam enti obbIigatori

oppure c' e una psi chi atria territoriaIe che giustam ente li respinge,cercando e trovando alternative Iibere. Com battere ilpregiudiziopsichiatrico diffuso e rispettare la liberta delle persone irnpegna a

trovare soluzioni adeguate e a cam biare imodelli c ultu ra li in te rp re -

ta tiv i della complessita umana

R icordo che un porneriggio, dopo aver discusso con il primario

per telefono e avergIi preannunciato che sarei andato a fare visita a

Fabio, m i presentai aI reparto. Un inferm iere forzuto non m i voleva

aprire la porta perche «il paziente e in TSO e non vuole parlare con

nessuno», Dopo aIcune spiegazioni e insistenze m i aprl. Fabio era

ben sveglio e m i aspettava. Com inciammo a parlare. L 'inferm iere

resto stupito perche aveva inquadrato il rifiu to di Fabio a parlare con

lui come segno della maIattia mentale registrata in cartella clin ica

Fabio si rifiu tava di parlare anche con gli psichiatri, tanto che il pri-

mario m i aveva chiesto lui di andare perche «noi del CEU eravamo

gli unici con cui Fabio potesse parlare»! Contrattai con inferm ieri e

medico di guardia la possibilita di uscire a passeggio con Fabio per-

che avremmo parlato meglio ... Ce ne uscimmo COS) tr a 1 0 stupore

generaIe di inferm ieri e ricoverati. Questi u ltim i, sapendo che ero del

Telefono V iola, m i fecero richiesta di tu tela Non solo , rna volevano

seguirci tu tti a passeggio . Decisi pero di non forzare troppo, anche

se m i sentivo m olto contrariato nel portare fuori solo Fabio, sapendo

che gIi aItri ne avevano eguaI diritto e possibilita,Cost attraversammo i due 0 tre cortiIi degli aItri reparti - il repar-

to psichia tr ico e in genere sem pre quello pia nascosto, inaccessibile

e blindato - e ce ne uscimmo per il paese. Entrammo in un bar. C i

sedemmo a un tavolino. A Fabio tornava la voglia di pari are.A spetto che bevessi prim a io, a causa del problema che vi ho rae-

contato sopra, e poi ci mettemmo a discutere sui problem i della per-

cezione um ana e dei m odelli culturali in terpretativ i. n b arista e ntro

anche lui nella conversazione. Insomma, a trecento m etri di distanzadal reparto psichiatrico dove era tenuto sottochiave, Fabio era diven-

tato protagonista in un bar di un incontro umano curioso e interes-

sante, e nessuno dei clienti del bar avrebbe mai immaginato che si

trattava di un paziente psichiatrico in TSO !

Fabio ha vissuto sulla pelle gli effetti devastanti della psichiatriacoattiva e ne ha fatto anche un'occasione di riflessione critica.

Intervenendo a quaIche nostro convegno, Fabio ha denunciato dura-

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mente l'impos iz io ne cos trittiv a d i p sic ofa rmaci, l'u so d ell'e le ttro -s ho ck e la s eg re gazio ne pun itiv a in amb ienti d i tip o c arc era rio , c lin i-

ch e, m an ic om i, rep arti p sich iatrici. P oich e qu esti son o fatto ri ch eannullano concretam ente la funzione in tellettiva um ana, la suad imens io ne ra zio na le , F ab io a ffe rma che la p sichia tria s i c on tradd i-ce: in nom e di una supposta razionalita ideale d istrugge di fa tto Ief aco lt a umane raz ioc inan ti.

D a qu esta c on tra dd iz io ne d eriverebb e ilca ra tte re fa ls amen tera zio na le d ella p sic hia tria . Un me to do c he si p resume ra zio na le rn ache produce situazioni di d isagio, d i offesa e di vegetalizzazionedelle funzion i in te lle ttiv e sar ebbe una contr add iz ione in te rm ini, uno

spavento so p arado sso con ce ttu ale . L ' us o d i me to do lo gie app are nte -mente ra zio na li, rn a che p ro vo cano e ffe tti d is as tro si s ui corp o e sullospirito, e la spia lum inosa che rivela il p ara do sso irriso lto d i tu ttaquanta l a med ic ina ps ich ia tr ica

S on o d 'a cc ord o c on la d en un cia d i F ab io , tra nn e la dd ov e g iu dic a« fa ls amente ra zio na le » la p sic hia tria e i s uo i me to di. L a p sichia tria eu n app ara to ra zio na le c he a rriv a fin o a lia fero cia , p erc he e costruitos u un p re su ppos to in es is te nte 0 non dim ostrato che e il g iudizio d im alato di m ente dato ad alcuni ind iv idu i. Q uesti non hanno alcunmodo d i con tra sta rlo in quanta ilp otere d i a fferm a re se u no e malatodi m ente 0 no e del so lo psich ia tra, c he in ta nto si esim e dal dimo-strarlo. La psichiatria e un app ara to ra zio na le cos tru ito s u un p re su p-p os to non s cie ntific o 0 non v erific ab ile . De llo p sichia tra , c he tra ttaFabio com e m alato di m ente e 1 0 v uole cu rare a fo rz a risch ia nd o d id istru gg erlo « nel fis ic o e n ella sp irito », d ic o c he n on e un m alato d imente n eppu re lu i, rn a che agis ce ra zio na imente a p artire dal presup-p os to che gli e pro prio, e cioe c he F ab io a bb ia u n c ervello d ifettosoda r ip a ra re a tu tti i co sti.

Abbiamo COSt due cos tru zio ni ra zio na li s u g iu diz i n on v erific ati enon ver if icabil i: da u n la to la p ercezion e di u n p resun to sistem a p er-secu to rio d i cu i e attore 0 v itt ima Fab io , dall' a ltro la p ers ecuz io ne d iuna presunta m alattia m entale di cu i sono attori g li psich ia tri. L agrande di fferenza e che iIgiudizio psich iat rico infer ior izza immedia-tamente il so gg etto e, ren de nd olo p az ien te, 1 0 tra tta in modo daesc luderlo da ll a societ a de i «sani»,

II g iu diz io p sichia tric o quin di app artie ne a lia s te ss a c ate go ria d elp regiud iz io r azz is ta e nazis ta 0 d i q ue llo d ella « santa» in qu is iz io ne .II p re giu diz io d i u na ra zz a sup erio re p orta ra zio na imente a lia d is tru -z ione d i que lla ritenu ta in fe rio re , ilpreg iud iz io d i pe rsone , sopra ttut -to donne, possedute dal dem onio porta a liberarsene in quaIchemodo . Man icom i, c lin ic he e re pa rti p sic hia tric i s ono i lu oghi d eputa -ti a lia «so luzione» degli ebrei e delle streghe m odem i: i m alati d i

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