giovani e volontariato il buon pastore - cial-onlus.com · do volesse solo scrivere le coor-dinate...

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Numero speciale Luglio 2018 kenya - sierra leone - brasile - argentina - papua nuova guinea - etiopia - congo - burkina faso La persona di Gesù continua ad affascinare molti giovani. Essi cercano percorsi sem- pre nuovi in cui poter realiz- zare il coraggio e gli slanci del cuore dell’umanità. Sono molti i giovani che offrono il loro aiuto solidale di fronte ai mali del mondo e intrapren- dono varie forme di servizio e di volontariato. I giovani, con la loro testi- monianza di amore, portano Gesù sulle strade del mondo, in ogni piazza, in ogni an- golo della terra. La prossima Assemblea Generale del Si- nodo dei Vescovi, che si terrà nell’ottobre 2018 sul tema: “I giovani, la fede e il discerni- mento vocazionale” si presen- ta come occasione provviden- ziale per coinvolgere ancora di più i giovani nella comune responsabilità sulla Chiesa e sul Mondo che ha bisogno della loro ricca immaginazio- ne e creatività. I Giovani Volontari che si pongono disinteressatamente al servizio dei fratelli, ama- no Dio, benchè talvolta non lo sappiano! Chinarsi sulle per- sone sfinite, lasciate morire ai margini delle strade è segno concreto di Amore a Dio...! La Chiesa insegna sempre a servire gli ultimi e a non at- tendere nessuna ricompensa e neppure un “grazie”! I Volon- tari sono operatori di miseri- cordia, che ogni giorno man- dano avanti mense, ospedali, orfanotrofi, ricoveri di bambi- ni o di anziani, soccorrono i terremotati, gli alluvionati ei sopravvissuti alle grandi ca- tastrofi. I volontari sono “gente dal cuore grande”! I Volontari scrivono il Vangelo con la loro vita dando da mangiare agli affamati, da bere agli assetta- ti, vestendo gli ignudi e con- solando gli afflitti. Il mondo ha bisogno di segni concreti di solidarietà e di amore, soprat- tutto davanti alla tentazione dell’indifferenza, e richiede persone capaci di contrastare con la loro vita l’individuali- smo, il pensare solo a se stessi e disinteressarsi dei fratelli e delle sorelle che vivono nel bisogno. Questo “voltarsi” per non vedere la fame, le malat- tie, le persone sfruttate, è un peccato grave, è il peccato moderno, il peccato di oggi...! I Volontari devono essere con- tenti e pieni di gioia per il ser- vizio che svolgono perché la loro opera di solidarietà e di misericordia altro non è che il prolungamento di Gesù Cri- sto che continua a chinarsi e a prendersi cura di chi soffre. Papa Francesco Giovani e Volontariato Quando Gesù ha parlato del Buon Pastore che dà la propria vita per il suo gregge, non cre- do volesse solo scrivere le coor- dinate del cuore e della vita dei suoi Apostoli.... L’immagine del Buon Pastore descritta nel Van- gelo, in totale contrasto con i re- sponsabili del popolo d’Israele, è lo Statuto che Gesù intendeva proporre a tutti coloro che, per merito o per elezione, avrebbero assunto particolari responsabi- lità di servizio nella società civi- le, sia nel campo politico che in quello religioso. E’ vero che una Comunità che ama genera pastori appassio- nati... che si offrono per il bene di tutti, spinti solo da questa passione, generosa e gratuita, del loro cuore. Questa forza di donare la vita “per amore”, sco- nosciuta ai più, irrisa dai dotti e dai sapienti di questo mondo, elimina potere e prepotenza, successo e gloria, ricerca di ricchezza o di altri personali in- teressi. Anche nella Chiesa, non sempre il Pastore ha un amore appassionato per il suo gregge. Capita, purtroppo, che anche nei suoi recinti si nascondano lupi pronti a sfruttare e rovina- re il gregge. Le TV e i mezzi di comunicazione di massa amplifi- cano le esperienze tristi di questi uomini falliti. Il Buon Pastore, nella radiogra- fia uscita dalle parole di Gesù, ama il suo gregge, e per questo amore mette in gioco tutta la sua vita. La morte del Pastore è una probabilità non remota. Ma anche in questa eventualità, la morte del Pastore sarà salvezza e vita per il suo gregge. Don Pietro Piras [email protected] IL Buon Pastore Dobbiamo preferire una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade del mondo, piuttosto che una Chiesa malata per la sua chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze. Il Buon Pastore “serve per amore”, fino a donare la vita per le pecore.

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Page 1: Giovani e Volontariato IL Buon Pastore - cial-onlus.com · do volesse solo scrivere le coor-dinate del cuore e della vita dei ... si-tuato nel cuore di Mayfair, e ... si può affermare

Numero speciale Luglio 2018 kenya - sierra leone - brasile - argentina - papua nuova guinea - etiopia - congo - burkina faso

La persona di Gesù continua ad affascinare molti giovani. Essi cercano percorsi sem-pre nuovi in cui poter realiz-zare il coraggio e gli slanci del cuore dell’umanità. Sono molti i giovani che offrono il loro aiuto solidale di fronte ai mali del mondo e intrapren-dono varie forme di servizio e di volontariato.I giovani, con la loro testi-monianza di amore, portano Gesù sulle strade del mondo, in ogni piazza, in ogni an-golo della terra. La prossima Assemblea Generale del Si-nodo dei Vescovi, che si terrà nell’ottobre 2018 sul tema: “I giovani, la fede e il discerni-mento vocazionale” si presen-ta come occasione provviden-ziale per coinvolgere ancora di più i giovani nella comune responsabilità sulla Chiesa e sul Mondo che ha bisogno della loro ricca immaginazio-ne e creatività.I Giovani Volontari che si pongono disinteressatamente al servizio dei fratelli, ama-no Dio, benchè talvolta non lo sappiano! Chinarsi sulle per-sone sfinite, lasciate morire ai margini delle strade è segno concreto di Amore a Dio...! La Chiesa insegna sempre a servire gli ultimi e a non at-tendere nessuna ricompensa e neppure un “grazie”! I Volon-tari sono operatori di miseri-cordia, che ogni giorno man-dano avanti mense, ospedali, orfanotrofi, ricoveri di bambi-ni o di anziani, soccorrono i terremotati, gli alluvionati ei sopravvissuti alle grandi ca-tastrofi.

I volontari sono “gente dal cuore grande”! I Volontari scrivono il Vangelo con la loro vita dando da mangiare agli affamati, da bere agli assetta-ti, vestendo gli ignudi e con-solando gli afflitti. Il mondo ha bisogno di segni concreti di solidarietà e di amore, soprat-tutto davanti alla tentazione dell’indifferenza, e richiede persone capaci di contrastare con la loro vita l’individuali-smo, il pensare solo a se stessi e disinteressarsi dei fratelli e

delle sorelle che vivono nel bisogno. Questo “voltarsi” per non vedere la fame, le malat-tie, le persone sfruttate, è un peccato grave, è il peccato moderno, il peccato di oggi...!I Volontari devono essere con-tenti e pieni di gioia per il ser-vizio che svolgono perché la loro opera di solidarietà e di misericordia altro non è che il prolungamento di Gesù Cri-sto che continua a chinarsi e a prendersi cura di chi soffre.

Papa Francesco

Giovani e Volontariato

Quando Gesù ha parlato del Buon Pastore che dà la propria vita per il suo gregge, non cre-do volesse solo scrivere le coor-dinate del cuore e della vita dei suoi Apostoli.... L’immagine del Buon Pastore descritta nel Van-gelo, in totale contrasto con i re-sponsabili del popolo d’Israele, è lo Statuto che Gesù intendeva proporre a tutti coloro che, per merito o per elezione, avrebbero assunto particolari responsabi-lità di servizio nella società civi-le, sia nel campo politico che in quello religioso.E’ vero che una Comunità che ama genera pastori appassio-nati... che si offrono per il bene di tutti, spinti solo da questa passione, generosa e gratuita, del loro cuore. Questa forza di donare la vita “per amore”, sco-nosciuta ai più, irrisa dai dotti e dai sapienti di questo mondo,

elimina potere e prepotenza, successo e gloria, ricerca di ricchezza o di altri personali in-teressi. Anche nella Chiesa, non sempre il Pastore ha un amore appassionato per il suo gregge. Capita, purtroppo, che anche nei suoi recinti si nascondano lupi pronti a sfruttare e rovina-re il gregge. Le TV e i mezzi di comunicazione di massa amplifi-cano le esperienze tristi di questi uomini falliti.Il Buon Pastore, nella radiogra-fia uscita dalle parole di Gesù, ama il suo gregge, e per questo amore mette in gioco tutta la sua vita. La morte del Pastore è una probabilità non remota. Ma anche in questa eventualità, la morte del Pastore sarà salvezza e vita per il suo gregge.

Don Pietro [email protected]

IL Buon PastoreDobbiamo preferire una Chiesa accidentata, ferita e sporca

per essere uscita per le strade del mondo, piuttosto che una Chiesa malata per la sua chiusura e la comodità di

aggrapparsi alle proprie sicurezze.

Il Buon Pastore “serve per amore”, fino a donare la vita per le pecore.

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2SIERRA LEONE

15 JULY 2018. #Run for Lu-isa. Straight through the heart of London to honour Luisa’s memory and support CIAL-ONLUS to raise money to make a water well in Sier-ra Leone. Together we can make a lasting memory...!

Luisa Uccheddu, una ragazzadi Sant’Anna Arresi, partita nel lontano 2001 per lavorare come cameriera, nel lussuoso Hotel 5 stelle Claridge’s, si-tuato nel cuore di Mayfair, e lavorare poi come Manager e responsabile del persona-le al The Ampersand Hotel a Londra. Successivamente rag-giunta dalla sorella Susanna. Un male incurabile l’ha col-pita, togliendole ogni speran-za di vita ma non la gioia di lottare a viso aperto con forza e coraggio. Nei momenti più tragici della sua malattia in-vitava gli amici a lottare per la ricerca delle cure e aiutare le Charity Associations. Ha perso la battaglia contro il cancro, ma ha vinto la bat-taglia della Solidarietà, quel-la che più le stava a cuore!Gli amici tutti che venivano a trovarla sono stati contagia-ti dalle sue parole e spinti a “donare generosamente” non per l’acquisto di fiori o altre cose inutili, ma per amore di chi soffre povertà e ingiusti-zie.Susanna, in collaborazione con questi amici, ha organiz-zato due Cene di Solidarietà il 16 e il 17 maggio nella stessa sala del ristorante dove Lu-isa lavorava, messa gratui-tamente a disposizione dalla proprietà del The Ampersand Hotel. Il 15 luglio invece ci sarà a

Londra la “Piccola Marato-na” di 10 km sempre in me-moria di Luisa. Tante sono già le adesioni al progetto e le iscrizioni alla corsa di So-lidarietà!Le due iniziative londinesi serviranno a finanziare un Pozzo in Sierra Leone e altre iniziative umanitarie a favore dei bambini e delle persone che vivono ai margini della società in situazione di gran-de sofferenza.

CIAL ONLUS is a NO PRO-FIT ORGANISATION (ba-sed in Sardinia) inspired by the values of brotherhood among umans and solidarity among peoples. The association is indepen-dent of any political align-ment, culturally open to all people. Without distinction of sex, race, culture and religion, as long as these have a motiva-tion that shares the dramatic problems of the third world.

Don Pietro [email protected]

UN POZZO IN SIERRA LEONEUna catena di solidarietà per Luisa

Luisa Uccheddu di Teulada (Parrocchia di S. Anna Arresi)

Scuola materna St. Mary di Masoila / Lungi Town

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3#runforcharity In memoria di Luisa, una maratona nel cuore di Londra.

SIERRA LEONE

Carissimi don Pietro e Susanna, Pace e Bene! Grazie per il vostro interesse ad aiutarci. Vi mando alcune in-formazioni sulla costruzione del pozzo che desiderate realizzare in memoria di Luisa, e sul luogo dove pensiamo di costruirlo, se voi siete d’accordo.Premesso che l’acqua è l’elemento più importante nella vita di ogni essere vivente, si può affermare che chiunque dona a una scuola o villaggio un pozzo, dona VITA! In Sierra Leone l’acqua è distribuita diversamente da altre parti della terra. Non in falde friatiche, come in Italia, ma con il sistema dei vasi comunicanti. Per questo motivo è consigliabile creare una cisterna abbastanza capiente, scavando il pozzo manualmente.Normalmente un pozzo è scavato in tre momenti o fasi differenti.Da dicembre a fine febbraio la pri-ma fase. Si scava fino a raggiunge-re il primo livello dell’acqua. Si la-scia poi il pozzo per qualche tempo. A fine marzo inizia la seconda fase, che è esattamente la continuazio-ne dello scavo fino a raggiungere il nuovo livello dell’acqua che nel frattempo si era seccata. A questo punto si costruisce, tutto attorno al pozzo, una camicia di cemento, inserendo anche anelli prefabbri-cati, fino a raggiungere la superfi-cie. Solo dopo due o tre mesi inizia

la terza fase, fissando la pompa a mano! Dove è presente la corren-te elettrica si colloca la pompa sommersa, aspettando sempre che l’acqua non venga meno e che per-da l’odore e il sapore del cemento. L’acqua la si trova normalmente tra gli 8 e i 15 metri di profondità, ma talvolta è necessario raggiun-gere i 25-30 metri per garantire la presenza dell’acqua anche nelle stagioni secche.Vi propongo di costruire il pozzo in memoria di Luisa nella nuova scuola materna di Lungi Town “St. Mary Nursery School”! Fatemi sa-pere le vostre intenzioni, perché il tempo è quello giusto per dare ini-zio ai lavori.Un affettuoso saluto e un sincero ringraziamento agli amici del Re-gno Unito e alla cara Associazione di Sant’Anna Arresi.

Fr. Natale Paganelli s.x. Vescovo di Makeni

Makeni, 27 giugno 2018

Carissimo Don Pietro, Pace e bene. Con questo breve scritto desidero ringraziare te, la tua associazione e sopratutto la sig.na Susanna Uccheddu per la grande generosità. Il pozzo realiz-zato in memoria di Luisa è nella fase finale, e fornirà l’acqua ai bambini della Scuola materna St. Mary di Masoila/Lungi. Questa scuola materna è nuova: man-cava solo il pozzo! e la mancan-za di acqua obbligava i bambini ad andare a cercare acqua nelle case vicine, con tutti i rischi per la loro sicurezza. Dal prossimo anno questi bambini, e le loro maestre, avranno acqua potabile nella scuola e questo permetterà di cre-are un ambiente più propizio per l’insegnamento e più sicuro per la salute dei bambini e dei loro in-segnanti.Voglio ringraziare in modo parti-colare Susanna per la sua “bril-

lante” idea di tener vivo il ricordo della sorella Luisa costruendo un pozzo in sua memoria, un poz-zo che desse “acqua viva” a dei bambini. Tutti sappiamo bene che dove c’è acqua c’è vita! E anche Luisa continua a vivere nell’acqua di questo pozzo che dona vita e fe-licità a questi poveri bambini.Spero che l’esempio di Susanna sia seguito da altre persone. Non c’è infatti modo migliore per te-ner viva la memoria dei nostri Cari che quella di farli “Vivere” in opere di Carità a beneficio di chi soffre.A tutti voi, in nome anche della Diocesi di Makeni in Sierra Le-one, un sincero grazie e una pre-ghiera, che il Signore protegga sempre tutti voi, le vostre Famiglie e la vostra Associazione.Con stima e riconoscenza vi salu-to e benedico.

Fr. Natale Paganelli s.x. Vescovo di Makeni

Susanna Uccheddu e la sorella Luisa

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Le sorprese della vita sono tante. Don Pietro ci manda un messag-gio SMS per informarci di aver inviato una buona cifra per la co-struzione dei pollai nella diocesi di Emdibir in Etiopia e ci manda anche i suoi periti, Beppe Dome-niconi e Pietro Concas dalla Sar-degna per dare inizio ai lavori.

I due periti sono arrivati in Etio-pia a metà febbraio del 2018 e in meno di dieci giorni hanno messo su cinque pollai con una media di 200 galline da uova ciascu-no. A distanza di pochi mesi ne sentiamo già i benefici di questa iniziativa. Nei cinque centri dove sorgono i pollai non c’è più la necessità di acquistare ova che oltre tutto sono anche care ad ac-quistarle al mercato. Per fortuna ce ne abbastanza per il consumo locale e per il mercato nei nuovi pollai. In questo modo l’autosuf-ficienza del progetto è assicurato.

Un proverbio cinese, per quanto riguarda l’assistenza umanitaria recita cosi: “Se gli dai un pesce lo sfami per un giorno; se insegni a pescare invece gli assicuri il pane per tutta la vita”. C’è tanta saggezza in questo detto. In casi emergenza creati dalle ca-lamità naturali come la sicità, le guerre, i conflitti armati, i campi dei profughi, gli emigrati, gruppi

etnici emarginati che vivono in assoluta povertà, l’intervento as-sistenziale è giustificato, anzi è un dovere di solidarietà umana e cristiana al quale tutti quelli che hanno la possibilità di farlo devo-no rispondere con generosità.

Superata questa fase di emer-genza però non resta altro che costruire un futuro migliore per gli assistiti attraverso iniziative che abilitano la persona umana ad essere l’autore del proprio de-stino, del proprio sviluppo e della propria autosufficienza. Superata la crisi dell’emergenza

quindi bisogna sempre passare all’investimento dei talenti attra-verso la preparazione scolastica, la preparazione professionale, attività artigianali, di piccolo commercio e tante altre attività redditizie. Cosi si ristora la digni-tà della persona umana.Don Pietro e i suoi collaboratori hanno capito bene questa logi-ca. La disponibilità di un piccolo pollaio può risolvere alcuni pro-blemi vitali di alcune istituzioni senza dover spendere più del ne-cessario.

I cinque pollai costruiti di recente con i contributi dell’Associazione CIAL e i suoi collaboratori sono a beneficio delle scuole materne a Galiye Rogda e Wolkite; a be-neficio degli anziani nella casa di riposo di Wolkite; a beneficio dei ragazzi assistiti dalla diocesi al collegio di Yekemene e a benefi-cio degli ospiti che non mancano mai a Emdibir.

Mons. Musié Ghebreghiorghis

Il codice fiscale è:

90020520921

Ogni giorno 17.000 bambini muoiono prima di compiere 5 anni.

INSIEME A NOI CON IL TUO 5x1000 PUOI SALVARLI.

Dona il tuo 5x1000 a:Cooperazione Internazionale

America Latina ONLUS La tua firma si trasformerà in interventi che salvano

e proteggono la vita dei bambini. A te non costa nulla, a loro salva la vita.

ETIOPIA

Dalla Diocesi di Emdibir ci scrive il vescovo Mons. Musié Ghebreghiorghis

Abà Musiè, Vescovo di Emdibir

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5ETIOPIA - REGIONE del GURAGE

Il 20 febbraio 2018 sono partito as-sieme al vice-presidente dell’Asso-ciazione “Cooperazione Internazio-nale America Latina”, il sig. Pietro Concas, direzione Addis Abeba, e precisamente Emdibir, cittadina a 180 km dalla capitale, luogo dove dovevamo realizzare i nostri piccoli progetti.Forti di conoscenze precedentemen-te acquisite negli anni precedenti, ci accingiamo subito all’acquisto del materiale occorrente: blocchetti, cemento, legname, onduline, rete metallica e attrezzature varie, aiutati dal fido Giuseppe, collaudato inter-prete nonché autista del vescovo di Emdibir, Mons. Musié. Anche in Etiopia, prima di iniziare un lavoro, devi passare in Banca...lo stesso problema che rende schiava l’Europa...”non si nuove foglia senza il suo consenso...” Il cambio del no-stro euro, per fortuna, è decisamente favorevole! Così facciamo gli acqui-sti e ci dirigiamo verso Galiye Rog-da, a circa 30 km da Emdibir. Qui alcune suore gestiscono una piccola clinica e tutte le scuole parrocchiali. Subito assumiamo 4 operai del vil-laggio e iniziamo la costruzione del primo pollaio. Sfruttando due pareti già esistenti in blocchetti, completia-

mo l’opera in una settimana recin-tando con pali di eucalipto, murati a terra con la supervisione dell’esper-to nostro vicepresidente. Completata la recinzione con la rete, abbiamo riadattato un vecchio pollaio per il ricovero notturno delle galline e la deposizione delle uova. Le suore stesse, che ci hanno confortato con la loro cucina, hanno provveduto all’acquisto di 200 galline ovaiole di circa 3-4 mesi di vita e alle scorte di mangime per i primi mesi.Compiuta la missione a Galiye Ro-gda, trasferiamo il nostro accampa-mento verso Wolkité, movimentato

villaggio situato in una crocevia sulla strada verso Addis Abeba. Qui individuiamo due siti perla realiz-zazione di due pollai: il primo nella parrocchia di San Michele, il cui parroco si chiama Abbà Stefano; il secondo pollaio l’abbiamo realizza-to in un Centro diurno per Anziani, diretto da Dereje Estefanos. Anche a Wolkité abbiamo acquistato tutto il materiale per portare a termine le nostre umili ma importanti opere e in ultimo comprando 200 galline ovaiole per ogni pollaio e la relativa scorta di mangime per i primi mesi. Scopo di questo progetto è quello

di approvvigionare questi centri di uova fresche e saltuariamente della carne di qualche gallina, per ren-dere l’alimentazione, (normalmente carente se non priva di proteine di origine animale), di queste persone più completa. Il costo complessivo del progetto per la realizzazione dei 3 pollai,con 600 galline complessive, con le scorte di mangime, col mate-riale di costruzione degli stessi pollai e con la paga di tutti gli operai che necessariamente abbiamo dovuto impiegare, è stato di euro 5.800,00.

Beppe Domeniconi

Progetto Pollai in Embdibir

Nel nostro viaggio abbiamo an-che portato con noi due ecografi. Il primo l’abbiamo consegnato ai responsabili della Clinica di Da-kuna, dedicato alla Memoria del dott. Oliando Sale, medico con-dotto per 40 anni nel nostro terri-

torio, mentre il secondo ecografo l’abbiamo consegnato alla clinica di Galiye Rogda, dove abbiamo realizzato il primo pollaio. Co-gliamo l’occasione per ringrazia-re tutti i nostri Benefattori, ed in particolare la dottoressa Fabiana

Taddei di San Mariano Corciano, che tramite l’ing. Zariello di Pe-rugia ci ha fatto pervenire nella nostra sede di Sant’Anna Arresi

il primo ecografo. Un doveroso e sincero ringraziamento va an-che al dottor Giovanni Grasso di Roma per l’altro ecografo.

ETIOPIA

Il Volontario Piero Concas,vicepresidente dell’Associazione,

con i bambini dell’asilo di Emdibir

Foto del dottor Oliando Sale della Clinica di Dakuna

Il Volontario Beppe Domeniconiconsegna l’ecografo ai responsabili

della Clinica di Dakuna

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La mia nuova parrocchia si trova nel territorio di Wiyumiriri ed è dedicata a San Martino. Fondata recentemente (3 dicembre 2014), il suo primo parroco è stato padre Paolo Mwangi. Il 2 gennaio del 2017, l’arcivescovo mi ha trasfe-rito da Gatarakwa dove lavoravo come viceparroco, nominando-mi parroco della Parrocchia di Wiyumiriri. La parrocchia com-prende altri 4 villaggi e in ciascu-no di questi c’è la chiesetta che accoglie nei giorni feriali i bambi-ni per la scuola d’infanzia e per la catechesi, mentre nei giorni festivi accoglie i fedeli per per le cele-brazioni eucaristiche (quando è presente il Sacerdote) e la liturgia della Parola , quando presiede il Catechista. I villaggi sono Nya-kinyua (la chiesetta è dedicata a san Pietro), Imenti (santa Moni-ca), Kaniki (san Giuseppe) e Ma-

kutano (santa Teresa).I Cristiani sono complessivamente 1.750 con la bellezza che tutti frequentano la chiesa, ognuno nel suo villag-gio, divisi in gruppi ufficialmente costituiti e registrati. Gli uomini non hanno vergogna di chiamar-si Gruppo Uomini Cattolici, così pure il gruppo delle Donne e dei Giovani, Il Coro parrocchiale, l’Associazione degli Insegnanti, e Gruppo Missionario Bambini. Non ci sono cristiani battitori li-beri, ma tutti appartengono ad un gruppo e seguono le iniziative che il Gruppo propone. Il parroco se-gue e guida ogni gruppo parroc-chiale, limitandosi spesso a pre-parare i responsabili di ciascun gruppo! La parrocchia è ben or-ganizzata forse perché è una gio-vane parrocchia... e tutti collabo-rano economicamente tassandosi mensilmente con pochi scellini.

La parrocchia è situata nel Di-stretto del Laikipia, ed è l’ultima parrocchia della Diocesi di Nyeri, che confina con Nyahururu. Gli abitanti sono quasi tutti Kikuyu, ma sono presenti anche cristiani della tribù Meru e pochi Turkana. La zona è relativamente arida e secca, perché durante l’anno ci sono piccole piogge nei mesi di maggio e giugno. Principale at-tività economica è l’agricoltura.

Desidero ringraziare l’Associazio-ne Cooperazione Internazionale America Latina Onlus che mi ha sempre dato nelle varie parroc-chie dove ho lavorato e special-mente quando ero direttore del Seminario Minore di Isiolo. Que-sto aiuto ha fatto sempre la diffe-renza nella vita di tanti bambini dei miei asili infantili e nei giovani studenti di Isiolo! Fr. Moses Muchiri

Carissimi amici della Missione di Camp Garba, voi lo sapete che l’obbiettivo principale della no-stra evangelizzazione e della pro-mozione umana, passa attraverso l’educazione e la formazione dei bambini della Scuola Primaria, unita alla Catechesi. Noi credia-mo che solo attraverso la Scuo-

la (formazione umana, sociale e culturale) e l’insegnamento dei valori cristiani, la gente umile e povera di questo desolato terri-torio, possa davvero cambiare! Se, infatti, andiamo a verificare gli orientamenti della maggior parte dei ragazzi che hanno fre-quentato la scuola della Missio-

ne, notiamo un miglioramento significativo nella loro vita, sia dal punto di vista comportamen-tale, sia dal punto di vista profes-sionale. Alcuni di questi ragazzi, oggi giovanotti, hanno adottato i moderni metodi dell’agricoltura e dell’allevamento del bestiame. E’ di grande importanza per il nostro Paese un’armoniosa e pa-cifica convivenza tra le Comunità che vivono dell’Agricoltura, visto che, in un passato non troppo re-moto, i conflitti per impossessar-si delle pasture rigogliose e delle sorgenti d’acqua erano all’ordine del giorno, specie nelle stagioni aride e secche.Oggi abbiamo davanti a noi mol-te sfide! L’assenza quasi totale dello Stato rende più evidente la mancanza di risorse per le Strut-ture scolastiche, tutte a carico delle famiglie...! Le aule sono povere e disadorne, spesso senza porte e finestre. Mancano i libri di testo e il materiale didattico è decisamente insufficiente. I ser-

vizi igienici sono da “rifondare”, mancando in molte scuole l’ac-qua corrente. Mancano i corsi di specializzazione per gli inse-gnanti, sembra studiato ad arte dai responsabili del Governo, perché i docenti rimangano sot-topagati ...per tutta la vita! Col piccolo finanziamento che ogni anno riceviamo dall’Associazio-ne Cooperazione Internazionale America Latina Onlus, abbiamo realizzato due blocchi per i ser-vizi igienici: uno per i maschietti, l’altro per le bambine e le ragaz-ze. Con lo stesso finanziamen-to dello scorso anno, abbiamo costruito un piccolo “lavatoio”, esterno, per lavarsi le mani pri-ma di rientrare in classe. E’ in-teressante vedere l’entusiasmo e la gioia dei nostri alunni quando fanno uso di queste gradite inno-vazioni!

Fr. Fredrick Ndirangu Waithaka(parroco di Camp Garba)

KENYA

KENYA

Camp Garba Mission

Dalla Missione di Wiyumiriri

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Carissimi don Pietro e Amici tut-ti dell’Associazione CIAL Onlus, vi saluto da Kichakasimba (il cui significato è “bosco del leone”), la parrocchia dove lavoro da circa 10 anni. Siamo nell’Archidioce-si di Mombasa, a sud del Kenya. Il mio mare non è Portopino, ma l’oceano Indiano. Infatti a pochi chilometri dalla casa parrocchia-le oltre a trovare i confini con la Tanzania, c’è anche il mare! Ma non è così bello e pulito e splen-dido come il vostro di Sant’Anna Arresi! Nel nostro cuore c’è tutta la gente e la Comunità Sant’An-na! Ma non solo per il mare! Ogni giorno, qui a Kichakasimba, rin-graziamo il Signore per la vostra generosità. Pochi giorni fa un bambino della nostra Scuola “Papa Francesco

Academy” mi ha detto: Padre, lo sai che l’acqua è vita!” Bella scoperta! Anche i bambini han-no capito l’importanza dell’acqua e l’importanza del “dono” avuto dagli amici della Sardegna, quan-do col loro contributo ci hanno aiutato a trivellare il pozzo arte-siano (in collaborazione con ami-ci e volontari del Nord Italia). Il pozzo però ha iniziato a funzio-nare per i bambini della Scuola quando un altro benefattore ci ha offerto il suo contributo per i la-vori della canalizzazione, l’acqui-sto dei serbatoi e dei tubi fino alle strutture scolastiche: aule, servizi differenziati per i maschietti e per le bambine, la grande cucina e la grande sala da pranzo! Non potre-mo mai dimenticare la generosità della Famiglia Claudio Marzora-

ti, con Luisella e Viola,originari di Noceto (Parma), che d’estate trascorrono qualche settimana di vacanza al Villaggio Su Giuncu - Loc. Is Pottettus. Nel nostro cuore ci sarà un perenne ringraziamen-to e ogni giorno saranno ricordati nelle nostre preghiere!Quest’anno abbiamo avuto dei momenti brutti a causa delle piog-ge abbondanti. C’è stato proprio un vero diluvio e abbiamo avuto paura che la violenza dell’acqua rovinasse la struttura della nostre scuole! Ricordo sempre con im-mensa gioia i mesi trascorsi nella vostra Comunità. Mi creava me-ravigliava e stupore quando il vo-stro parroco lanciava il progetto “Un bicchiere d’acqua per l’Afri-ca”. Io pensavo alla gente povera di Sant’Anna Arresi e di tutto il territorio del Basso Sulcis, e dice: “anche qui sono poveri...”! Ep-pure con piccoli contributi, però continui... avete dato vita ad una Comunità intera. Ed oggi noi sia-

mo testimoni che i nostri bambini possono bere l’acqua direttamen-te dal rubinetto e ad essi possia-mo garantire aule pulite e igiene in tutti gli ambienti.Grazie ancora per la vostra bon-tà e generosità. Ogni giorno preghiamo il buon Dio perché benedica il vostro lavoro. Oggi, nel 2018, la nostra Scuola par-rocchiale conta 102 bambini, con classi dalla Scuola materna alla IV elementare. Vorremo costruire un piccolo dormitorio per la bam-bine ed eventualmente uno per i maschietti, almeno per coloro che vengono da lontano, in modo che possano alloggiare, mangiare e dormire in Missione.A Voi tutti la ricompensa abbon-dante la dia il Signore, al quale nulla è nascosto! A noi basta il sorriso e la gioia che splende nel volto di questi piccoli!

Don Iloka Silvanus Kizito

L’anno 2017 è stato di grande prova per la nostra opera. Il 2016 era finito con la gioia della nascita di un nuo-vo bambino. Ma pochi mesi dopo, nel febbraio 2017, la mamma si amma-lava e non poteva più allattare il suo bambino. Il dover trovare sostituti alimentari per il bimbo creò delle spese che non erano previste. La ma-lattia della mamma andò aggravan-dosi: perse i capelli e la testa si piagò tutta con dolori atroci e continui. Per tantissimi mesi erano solo gemiti, notte e giorno! Con i pochi mezzi di cui disponeva l’opera, si andò da di-versi medici, che chiedevano sempre più soldi per le loro consulenze, che non portarono alla fine nessun mi-glioramento. Non restava altro che affidarsi al Signore con preghiere continue. Questa situazione si fece grave! Non eravamo più in grado di pagare sia l’affitto sia le spese sco-lastiche dei bambini che a Kinshasa sono molto care. Riuscivamo appena a procurare un pasto al giorno per

i nostri bambini. Ma non abbiamo mai perso la fiducia nella Provvi-denza di Dio! Una piccola luce di speranza si è accesa quando abbia-mo ricevuto l’aiuto dell’Associazio-ne “Cooperazione Internazionale America Latina”, alla fine del mese di maggio 2017. Da quasi due mesi vivevo nella Casa-Famiglia per por-tare conforto in una situazione tan-to drammatica e provavo sulla mia pelle la precarietà e l’impotenza ad aiutare i bambini che amavo con tut-to il cuore. Quando ebbi notizia del “bonifico” inviatomi da don Pietro, mi sembrava di sognare! Così ab-biamo ripreso le cure per la mam-ma, a pagare le spese arretrate della scuola dei nostri bambini e l’affitto degli ultimi mesi della casa! Il nostro incubo, oggi, è che non abbiamo più una fonte di guadagno che ci consen-ta di affrontare le piccole spese quo-tidiane. Infatti con la malattia della mamma è fallito anche il piccolo ne-gozio che ci permetteva di affrontare

le piccole spese. Ora che la mamma si è ripresa, potrebbe di nuovo segui-re un’attività commerciale, come la vendita di generi alimentari. A darci una grande gioia, alla fine dell’anno scolastico, tutti i nostri bambini sono stati promossi, molti risultando pri-mi nella loro classe. Nel nostro Paese (Rep. Dem del Congo) c’è una crisi galoppante, non solo politica ma an-che economica; lo scorso anno per comprare un dollaro bastavano 970 franchi congolesi, oggi ne occorrono 1700. I prezzi sul mercato sono più che raddoppiati, dato che non esiste alcun controllo. Dopo tanti mesi di sofferenza, l’estate scorsa sono riu-scito a scappare dal Congo per un tempo di riposo in Sardegna, nella parrocchia di Sant’Anna. E’ stata per me un’esperienza bellissima e di grazia. In pochi giorni ho toccato con mano la bontà, la generosità e l’amicizia della gente del Sulcis. Don Pietro poi, missionario in patria a tempo pieno, si sente colpito da ogni

miseria e cerca di alleviarla, aiutato dai fedeli collaboratori e da tutta la Comunità di Sant’Anna Arresi. Mi sono sentito accolto come uno di loro...come un figlio di quella terra! Mi sono portato via un po’ di Sarde-gna che sogno di rivedere al più pre-sto! Ogni giorno benedico il Signore, che nella sua misericordia mi ha fat-to incontrare gente buona e generosa e invoco su tutti la Benedizione del Signore.

Don Federico Baliahamwaboparroco di Bukavu

KENYA

Notizie da padre Silvano

CONGO

Tra prove umane e il conforto di DioCasa Famiglia “Madonna della Speranza” di Kinshasa (Rep. Democratica del Congo)

Da Kichakasimba

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Cooperare ad un progetto di solidarietà tramite l’adozione a distanza di un bambino costa cir-ca 50 centesimi di euro al giorno! il sostegno annuale, quindi, per chi adotta un bambino è di 185,00 euro. Questo contributo, comple-tamente detraibile nella misura del 19% dell’ IRPEF, assicura al bambino adottato l’istruzione

scolastica in un contesto sereno, la certezza di un pasto quotidiano e le cure mediche nonchè le vac-cinazioni d’obbligo. Cooperare ad un progetto di sviluppo tramite una libera offerta, completamente detraibile nella misura del 19% dell’IRPEF - per un importo non superiore a 2.065,83 euro - signi-fica collaborare a creare un mon-

do più giusto e fraterno. Puoi ef-fettuare il tuo versamento tramite conto corrente postale o tramite “bonifico bancario”.

Entrambi i versamenti allega-ti alla Dichiarazione dei Redditi dell’anno successivo hanno dirit-to a tutte le agevolazioni previste dall’articolo 13 del Decreto Legi-slativo 460/1997.

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La Terra degli uomini integriBurkina FasoIl Burkina Faso precedentemen-te chiamato Repubblica dell’Alto Volta, nel 2014 era uno Stato di 274 200 km2 con una popolazio-ne di 17 322 796 abitanti. Situato al centro dell’Africa occidentale, questo Stato che è di circa 25 000 km2 più piccolo dell’Italia, è privo di sbocchi sul mare ed è confinan-te a nord con il Mali , a est con il Niger, a sud-est con il Benin, a sud con il Togo e il Ghana e a sud-o-vest con la Costa d’Avorio. Nella terra degli uomini integri, l’Isti-tuzione ecclesiale viene chiamata dal 1977 Chiesa Famiglia di Dio, attraverso la sua missione pasto-rale nella diocesi di Banfora, - alla quale appartengo - cerca di portare il suo contributo nel cam-po dell’educazione nonostante gli scarsi mezzi a sua disposizione in un ambiente di povertà dove an-dare a scuola può ancora oggi-giorno sembrare un lusso. Dapprima colonia francese, que-sto pezzo della terra africana ot-tenne l’indipendenza nel 1960 e divenne Repubblica dell’Alto Vol-

ta. Il nome attuale, Burkina Faso, fu istituito il 4 agosto 1984 dal presidente rivoluzionario Tho-mas SANKARA, e significa “la terra degli uomini integri” Sono presenti nel Paese circa 67 lingue locali. Il francese è l’unica lingua ufficiale.Gli abitanti del Burkina Faso sono chiamati Burkinabé. Il de-serto che copre l’intero nord del paese, porta la popolazione a concentrarsi di più nella parte

centrale e meridionale. A causa del forte tasso di disoccupazione, centinaia di migliaia di Burkinabé migrano stagionalmente nei paesi confinanti in cerca di lavoro. Circa il 50% della popolazione è di fede islamica, e il 30% cristia-no. Il restante 20% è costituito principalmente da seguaci delle religioni africane tradizionali. Mentre la parte sud è attraversata dai due principali ramificazioni del fiume Volta, la parte nord del

Paese che è semidesertica, detta Sahel. Al centro si trova la savana e a sud le foreste. Nel Paese non ci sono rilievi montuosi importanti.Il Burkina Faso è uno tra i Pae-si più poveri del mondo. Infatti, a causa delle condizioni climatiche, è soggetto a desertificazione dovu-to ai frequenti periodi di siccità. La stagione secca in Burkina Faso va da ottobre a maggio, i restan-ti mesi dell’anno (giungo, luglio agosto e settembre) sono caratte-rizzati da precipitazioni brevi ma intense che caratterizzano l’unica stagione delle piogge nell’arco dell’anno. Alla povertà economi-ca si uniscono quella culturale come l’analfabetismo, la mancan-za di scuole per l’educazione e la formazione, l’impossibilità per la maggior parte dei genitori di pa-gare le tasse scolastiche e acca-demiche per i propri figli, la quasi inesistenza di pozzi per l’acqua in alcuni villaggi e la povertà sempre crescente in un paese che occupa il 172° posto sulla scala mondiale.

Padre Roger Seogo

Antenna della Radio Diocesanadiretta da padre Roger