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Hosting: sottodomini, 6 vantaggi per migliorare l’hosting di un sito

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Hosting: sottodomini, sei vantaggi per migliorare l'hosting di un sito #TipOfTheDay

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Page 1: Hosting: sottodomini, sei vantaggi per migliorare l'hosting di un sito  #TipOfTheDay

Hosting: sottodomini, 6 vantaggi per migliorare

l’hosting di un sito

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I sottodomini sono utili

per migliorare l'aspetto SEO del sito

e la gestione dei contenuti a livello hosting,

favorendo anche l'esperienza degli utenti.

#e-Commerce

Contenuti a cura di HostingTalk

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Chi cerca informazioni sull’uso dei sottodomini ai fini SEO,

trova in rete una vastità di interventi contraddittori divulgati da chi inneggia al loro utilizzo

e da chi, al contrario, li valuta pericolosi e dannosi ai fini del posizionamento

nei motori di ricerca.

Così, i neofiti che si avvicinano al mondo hosting, sono sempre più dubbiosi in merito alla configurazione dei sottodomini,

non ne capiscono bene il significato e li confondono con le sottodirectory,

con il rischio di danneggiare sul serio l’aspetto SEO del proprio sito.

Questi giudizi differenti sui sottodomini derivano anche

dalla posizione assunta dalla stessa Google in merito all’argomento,

su cui Mountain View ha sempre fatto sapere di preferire le subdirectory ai sottodomini

solo ed esclusivamente per una questione di facilità.

Prima di addentrarci su questo argomento,

bisogna però capire cosa sia un sottodominio e cosa lo distingue da una sottodirectory.

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Un sottodominio è un secondo sito ricco di contenuti unici e privo di un suo dominio proprio.

È in pratica un dominio che si appoggia a un dominio esistente e, in quanto tale,

viene considerato dai motori di ricerca come

un sito a sé stante, con un rank proprio e un proprio posizionamento.

Per fare un esempio spicciolo, basterebbe partire da un dominio tipo nomeazienda.com

e pensare che le aree dedicate alla gestione email,

ai clienti e allo shopping online potrebbero essere attestate su appositi sottodomini, come mail.nomeazienda.com, customer.nomeazienda.com,

shopping.nomeazienda.com e via discorrendo.

Dal punto di vista gerarchico, un sottodominio è al pari livello di un dominio e,

per tale ragione, viene considerato dai motori di ricerca come un nodo isolato,

un sito che, al di là del fatto che si trova attestato su un sottodominio,

potrebbe funzionare benissimo anche su un dominio dedicato.

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I sottodomini non devono essere confusi con una sottodirectory,

la cui struttura è completamente differente.

Una sottodirectory, infatti, ha un nesso di gerarchia con il dominio

da cui dipende e,

per questo motivo, viene considerata parte integrante del dominio stesso.

Nell’esempio precedente,

se i servizi email,

l’area clienti e lo shopping online

fossero stati sottodirectory,

avrebbero avuto un indirizzo Web

di questa tipologia:

nomeazienda.com/mail,

nomeazienda.com/customer,

nomeazienda.com/shopping, ecc.

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Come si diceva in apertura, le ragioni storiche dei contrasti fra gli esperti SEO

sull’uso dei sottodomini e delle sottodirectory deriva anche da Google,

che quando parla del confronto fra le due tipologie di soluzioni tecniche,

e distingue solamente in base alla facilità di gestione.

Per prima cosa, infatti, gli utenti più attenti notano che la stessa Google

usa i sottodomini per distinguere i prodotti differenti dal motore di ricerca,

ma gli stessi poi vengono reindirizzati a delle vere e proprie sottodirectory.

Al di là di questo, nel 2007, Matt Cutts di Google, conosciuto nell’ambiente SEO come guru del motore di ricerca, riguardo ai sottodomini sosteneva:

“La mia preferenza personale sullo scontro fra sottodomini e sottodirectory è che io di solito preferisco la comodità di una sottodirectory per la maggior parte dei miei contenuti. Un sottodominio può essere utile per separare il contenuto che è completamente diverso.

Google utilizza i sottodomini per i suoi prodotti distinti, come per esempio news.google.com o maps.google.com. Se si è un webmaster o un SEO alle prime armi, è meglio utilizzare le sottodirectory fino a quando si inizia a essere abbastanza sicuri con l’architettura del proprio sito. A quel punto, si sarà meglio attrezzati per prendere la decisione giusta per il proprio sito.”

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Ciò che stupisce è che nel 2011, per risolvere la questione di HubPages,

una piattaforma di online publishing severamente colpita

dall’introduzione dell’algoritmo Google Panda,

lo stesso Matt propose l’uso dei sottodomini e con questa soluzione Hubpages

recuperò oltre il 50 percento del declino di traffico dovuto al differente rank

assegnato da Panda.

Certo, c’è chi direbbe che in realtà con l’uso dei sottodomini Hubpages

ha permesso di separare contenuti nettamente diversi,

ma quanto accaduto dimostra chiaramente che

ricorrere ai sottodomini invece che alle sottodirectory,

non è solo una questione di preferenza e facilità,

ma ha dei vantaggi ben netti che

non possono essere ignorati.

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In realtà non è così difficile gestire diversi sottodomini,

soprattutto se si adottano gli stessi formati, stili e mappature utilizzati dal sito Web principale, attestato sul dominio primario.

Inoltre, in alcuni casi, come vale per noi,

è possibile attivare i sottodomini direttamente

dal pannello di controllo,

associando a essi un servizio specifico

(come hosting Linux, Windows,

DNS per redirect, email, ecc.) e

consentendone la gestione

come se si trattasse di domini

veri e propri.

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Con la creazione di sottodomini, è possibile inserire le parole chiave nell’URL

senza la creazione e la registrazione di un nuovo dominio e

senza commettere l’errore di usare nomi a dominio ricchi di parole chiave che poi risultano difficili da memorizzare e, magari, anche differenti dal brand che si vuole pubblicizzare.

Allo stesso tempo, come mostrato nel diagramma precedente,

non vi è alcuna gerarchia tra sottodomini e dominio principali,

ed entrambi sono classificati separatamente dal motori di ricerca.

Dal punto di vista SEO, quindi, si può creare un sottodominio per una particolare porzione

del sito, come ad esempio i prodotti o i servizi proposti.

Se la sezione dedicata ai prodotti/servizi ha scarso successo e

gli algoritmi dei motori di ricerca associano a essa una rank basso,

solo il sottodominio ne subirà le conseguenze a livello di posizionamento,

non l’intero sito Web.

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In pratica,

dal punto di vista SEO è possibile isolare una parte scarsamente performante del sito Web (che, per qualsiasi motivo, non è possibile rimuovere) e assegnare a essa un sottodominio specifico.

Parimenti, se vi è una sezione altamente performante e

la si vuole preservare da altre sezioni meno SEO-oriented,

basterà assegnarle un sottodominio e farla classificare separatamente nelle SERP.

A ogni modo, i sottodomini più performanti contribuiranno

a rafforzare l’autorità del sito principale,

aiutando a migliorare il posizionamento del dominio.

Infatti, a meno di non avere un quantitativo spropositato di sottodomini

attestati sullo stesso dominio, Google non penalizzerà il sito e

sarà, quindi, possibile attivare un numero di sottodomini congruo

per identificare le diverse sezioni del sito principale.

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Con l’uso dei sottodomini, le informazioni su un sito Web

possono essere organizzate in un modo migliore.

A ogni sezione del sito può essere assegnato un nome specifico e l’utente che visita il sito individua facilmente le informazioni.

Questo è ancora più utile quando si dispone di un sito Web piuttosto popolare e corposo dal punto di vista dei contenuti. La natura organizzata dei sottodomini migliora ulteriormente l’esperienza del navigatore.

È possibile assegnare IP diversi a ciascuno dei sottodomini attivati, in modo da ospitare contenuti differenti in diversi server o hosting. In questo modo, ogni hosting o spazio server contiene le sole informazioni rilevanti per chi accede a quell’indirizzo IP.

Inoltre, l’uso dei sottodomini permette di installare o effettuare upload di contenuti e web app senza interferire con il normale funzionamento del sito principale, ad esempio evitando conflitti software o di configurazione. Così, si riducono i tempi di fermo e di rallentamento del sito principale e si ha comunque la libertà di poter lavorare sui sottodomini dedicati.

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L’uso dei sottodomini può essere anche un vantaggioso strumento marketing,

quando ad esempio si vuole targhettizzare il messaggio a specifiche popolazioni o

paesi (magari in lingua autoctona)

o quando si è interessati a raggiungere un particolare gruppo di lettori e utenti.

Se si usa WordPress o qualsiasi CMS, con l’uso dei sottodomini si evitano i conflitti URL derivanti dall’uso delle sottodirectory.

Inoltre, come si diceva poc’anzi, l’uso dei sottodomini permette di installare particolari plugin senza impattare le funzionalità e la raggiungibilità del dominio principale, e c’è sempre l’opportunità di usare un sistema multi-sito in modo agevole e senza troppe difficoltà tecniche.