i luoghi del lavoro: miniere e cave

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Materiale didattico per l’a.s. 2013/14 - Percorso didattico e Concorso nazionale “Guarda dove FAI”

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Page 1: I luoghi del lavoro: MINIERE E CAVE

Si ringrazia per il sostegno

Page 2: I luoghi del lavoro: MINIERE E CAVE

INDICEINDICE

•Definizione•Le miniere•Miniere di superficie•Miniere sotterranee•La zolfara siciliana•Curiosità•Le cave•Curiosità•L’attività estrattiva oggi•Il futuro delle miniere•Le miniere in video•Una ex cava tra i Beni del FAI

La lente di ingrandimento ti segnala un altro La lente di ingrandimento ti segnala un altro La lente di ingrandimento ti segnala un altro La lente di ingrandimento ti segnala un altro approfondimento che potrebbe interessartiapprofondimento che potrebbe interessartiapprofondimento che potrebbe interessartiapprofondimento che potrebbe interessarti

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Page 3: I luoghi del lavoro: MINIERE E CAVE

MINIERE E CAVE MINIERE E CAVE -- DEFINIZIONEDEFINIZIONE

Miniere e cave sono i luoghi deputati all’estrazione dal sottosuolo di rocce e minerali, che vengono poi impiegati nel settore industriale. Il settore estrattivo in Italia è

regolamentato da un decreto del 1927 , che definisce in modo preciso l’attività delle miniere e delle cave in base al tipo di materiale che viene estratto .

Secondo questo decreto l’attivitàmineraria è sottoposta aconcessione statale : ciò significa che il proprietario del terreno da cui si estrae non è proprietario del giacimento, che rimane allo Stato.

Le cave invece sono lasciate alla disponibilità del proprietario del suolo e sono soggette alle leggi delle diverse regioni.

Consulta anche l’approfondimento sulle fabbriche

Page 4: I luoghi del lavoro: MINIERE E CAVE

LE MINIERELE MINIERESono miniere i siti da cui si estraggono…Metalli

come oro, argento, rame,

ferro, zinco, mercurio ecc.

Grafite(usata per produrre matite, coloranti, materiali refrattari,che resistono a lungo alle

alte temperature, e transistor, particolari dispositivi elettronici)

Rocce asflatiche e bituminose

(per le strade e l’edilizia)

Fosfati(usati in agricoltura

e come agenti lievitanti)

Alumite(per produrre l’alluminio)

Caolino(per produrre porcellana,

gomme, detersivi, coloranti per alimenti e dentifrici)

Pietre preziose

Talco(usato nell’industria della carta, della plastica, della

gomma, per produrre pitture, vernici e stucchi)

Acque minerali e

termali

Gas

Page 5: I luoghi del lavoro: MINIERE E CAVE

LE MINIERELE MINIERE

Le miniere possono essere di due tipi ,

definiti in base al luogoda cui vengono estratti i

materiali

Miniere di superficie

Miniere sotterranee

Page 6: I luoghi del lavoro: MINIERE E CAVE

MINIERE DI SUPERFICIEMINIERE DI SUPERFICIE

La miniera di superficie estrae risorse minerarie poste vicino alla superficie del terreno : gli escavatori rimuovono lo strato di rocce e terra posto sopra il deposito, per poi estrarre i minerali con appositi macchinari.

L’industria mineraria di superficie trasforma pesantemente il paesaggio , poiché una volta esaurita l’estrazione, l’area di sfruttamento viene abbandonata lasciando una profonda frattura nel territorio .

Ex miniera di bauxite a Otranto (LE): la miniera si è naturalmente riempita di acqua e si è creato spontaneamente un nuovo ecosistema lacustre.

Page 7: I luoghi del lavoro: MINIERE E CAVE

MINIERE SOTTERRANEEMINIERE SOTTERRANEE

Le miniere sotterranee operano sotto la superficie terrestre : grazie all’aiuto degli esplosivi e delle macchine di scavo il materiale da estrarre viene frantumato , per poi essere trasportato all’esterno.

Oltre alle macchine per l’estrazione, la miniera deve prevedere anche cunicoli e gallerie di comunicazione , impianti di illuminazione e di ventilazione per impedire la formazione di gas nocivi ed esplosivi come il grisù .

Nel secolo scorso, per rilevare la presenza di grisù, i minatori portavano con loro una gabbietta di canarini , animali molto sensibili al gas: quando questi davano segni di soffocamentoera necessario abbandonare subito la miniera.

Miniera abbandonata di Argentiera (SS), dalle caratteristiche strutture in legno, utilizzata fino agli anni Sessanta per l’estrazione dell’argento. Argentiera rappresenta un notevole esempio di villaggio minerario costruito tra il XIX e il XX secolo.

Page 8: I luoghi del lavoro: MINIERE E CAVE

UN ESEMPIO DI MINIERA: LA ZOLFARA SICILIANAUN ESEMPIO DI MINIERA: LA ZOLFARA SICILIANA

Lo zolfo è un cristallo di colore giallo, conosciuto e usato sin dal tempo dei romani. Oggi è utilizzato per produrre fertilizzanti, polvere da sparo, insetticidi e fung icidi.

In passato la Sicilia è stata la più importante regione italiana esportatrice di zolfo: alla fine del XIX secolo si contavano 700 miniere tra la provincia di Palermo, Enna e Catania, che impiegavano oltre 30.000 “zolfatari”.

Lo zolfo non solo veniva estratto, ma anche raffinato attraverso grandi forni (i “calcaroni”) situati all’esterno della miniera, brevettati e perfezionati nell’Ottocento grazie all’introduzione della macchina a vapore.

Bambini all’ingresso di una zolfara, 1899 .All’interno di una miniera lavoravano moltissime persone: i pirriaturi (picconieri), che staccavano il materiale dalla roccia, i carusi, bambini che trasportavano il materiale in superficie, gli scarcaraturae gli arditura, addetti al calcarone, tutti guidati dal capomastro.

Le condizioni di lavoro erano durissime, come descrive Luigi Pirandello nel racconto Ciaula scopre la luna .

Page 9: I luoghi del lavoro: MINIERE E CAVE

CURIOSITACURIOSITA’’: LE MINIERE D: LE MINIERE D’’ORO IN ITALIAORO IN ITALIA

Le miniere un tempo sfruttate attorno al Monte Rosa erano collocate a Pestarena e Vanzone in Valle Anzasca (VB); ad Alagna, Rimella e Fobello in Valsesia (VC) e sotto i ghiacciai in località “Le Pisse ”.

Le più grandi miniere d’oro al mondo sono situate tra l’Indonesia, il Nord e il Sud America (Nevada, Perù, Argentina…). Forse non tutti sanno che anche l’Italia ha avuto le sue miniere d’oro , concentrate soprattutto sulle Alpi Occidentali nel massiccio del Monte Rosa e nel Gruppo di Voltri . Pare che i fiumi Dora Riparia e Dora Baltea derivino il loro nome proprio dalle miniere d’oro della zona in cui scorrono.

Page 10: I luoghi del lavoro: MINIERE E CAVE

LE CAVELE CAVE

Sono cave i siti da cui si estraggono…

Torba(usata come

combustibile, come fertilizzante e per affumicare alcuni alimenti come il

salmone e il malto per il whisky)

Pietre da costruzione(come marmi, graniti, arenarie, travertino,

ardesia…)

Farina fossile(utilizzata in alcuni test medici, come filtrante per acqua e vino e per produrre la dinamite)

Materiali per l’edilizia

(come il calcare per il cemento, l’argilla per

i mattoni)

Sabbia e ghiaia(per la

fabbricazione del calcestruzzo)

Silice(per la l’industria

vetraria e ceramica)

Page 11: I luoghi del lavoro: MINIERE E CAVE

LE CAVELE CAVE

Anche le cave , così come le miniere, possono essere scavate a cielo aperto o in sotterraneo : la prima metodologia è la più diffusa, la seconda viene utilizzata per materiali particolarmente pregiati come il marmo di Candoglia, estratto in Val d’Ossola e impiegato per la costruzione del Duomo di Milano, o il marmo di Carrara sulle Alpi Apuane.

Cave di marmo a CarraraDuomo di Milano in marmo di Candoglia

Page 12: I luoghi del lavoro: MINIERE E CAVE

LE CAVELE CAVE

Per i marmi e le pietre ornamentali si utilizzano tecniche e tecnologie specifiche per permettere il distacco dalla parete di grossi blocchi rocciosi il più possibili regolari e privi di danni .

Nei tempi passati erano usati a tal fine strumenti di ferro: cunei di varie dimensioni ,che venivano inseriti nelle fratture naturali della pietra e poi picconati , in modo da ampliare progressivamente l’intercapedine e provocare il distaccamento del blocco . Nel XVI secolo venne introdotta anche la polvere da sparo , che rendeva più agile il distacco, ma causava grandi sprechi di materiale.

I metodi più moderni prevedono l’uso del filo elicoidale e la tagliatrice a filo diamantato : un cavo d’acciaio, su cui sono montate perline di diamante sintetico, viene fatto girare velocemente, consentendo il taglio netto della pietra.

Page 13: I luoghi del lavoro: MINIERE E CAVE

CURIOSITACURIOSITA’’: COME TROVARE I MINERALI?: COME TROVARE I MINERALI?

Come fanno i geologi a sapere cosa si trova sotto terra per valutare se aprire una nuova cava o una nuova miniera?

Possono analizzare gli affioramenti in superficie, che forniscono

informazioni sulle rocce sottostanti.

Possono esplorare gli strati piùinterni della terra attraverso

trivellatrici che raccolgono campioni di roccia a una profondità di alcuni

chilometri.

I geofisici invece esplorano il sottosuolo con metodi differenti, partendo dal presupposto che materiali diversi hanno proprietà fisiche diverse : ad esempio per cercare i giacimenti di ferro utilizzano il “magnetometro”, che funziona come una calamita. Altri strumenti misurano la gravità o la radioattività dei materiali presenti nel terreno.

Page 14: I luoghi del lavoro: MINIERE E CAVE

LL’’ATTIVITAATTIVITA’’ ESTRATTIVA ITALIANA OGGIESTRATTIVA ITALIANA OGGI

L’Italia è sempre stata ricchissima di miniere , che sono andate via via chiudendosi nell’ultimo secolo: la causa principale non è stata l’esaurirsi dei filoni o dei materiali estratti, ma l’alto costo dell’estrazione e della messa in sicurezza dei siti .

Secondo una ricerca del 2010 (fonte CRIET: Centro di Ricerca Interuniversitario in Economia del Territorio) i materiali più scavati in Italia oggi sono le pietre ornamentali , usate in edilizia, il calcare , il gesso , la sabbia e le argille , fondamentali nel settore ceramico.

Nel 2010 le 1628 imprese che si occupavano di estrazione erano così ripartite:

NORD 49%

(prevalentemente in Lombardia)

CENTRO 25%

(prevalentemente in Toscana)

SUD E ISOLE 26%

(prevalentemente in Puglia)

Page 15: I luoghi del lavoro: MINIERE E CAVE

IL FUTURO DELLE MINIEREIL FUTURO DELLE MINIERE

Anche se negli ultimi decenni il numero delle miniere in Italia si è ridotto sempre più (tanto che è impossibile avere un dato esatto su quelle attive), non si è esaurito il desiderio di testimoniare e tramandare alle nuove generazioni il ricordo di questo lavoro durissimo, ma affascinante. Perciòmolte miniere oggi sono state trasformate in parchi minerari e musei . Ecco qualche esempio:

Parco Nazionale Museo delle Miniere dell’Amiata,Piancastagnaio (SI)

http://www.parcoamiata.com/index.php

Parco GeominerarioStorico Ambientale della Sardegna, Iglesias (CI)

http://www.parcogeominerario.eu/

Parco dello zolfo delle Marche, Pesaro (PU)

http://www.parcodellozolfodellemarche.it/default.asp

Museo delle solfare di Trabia-Tallarita, Caltanissetta (CT)

http://www.mstt.it/index.php

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LE MINIERE IN VIDEOLE MINIERE IN VIDEO

Il sito http://www.grand-paradis.it/it/la-miniera-di-cogneraccoglie un interessante repertorio di immagini e video sulle miniere, l’attività estrattiva del minerale (la magnetite, molto ricca di ferro e utilizzata nell’industria) e la vita dei minatori.

Nel documentario Il mondo perduto di Vittorio de Seta èraccontato il lavoro in una miniera di zolfo siciliana negli anni ‘50.

Page 17: I luoghi del lavoro: MINIERE E CAVE

UNA EX CAVA TRA I BENI FAI: LA BAIA DI IERANTOUNA EX CAVA TRA I BENI FAI: LA BAIA DI IERANTO

La baia di Ieranto (Massa Lubrense, NA) è un’insenatura della penisola sorrentina che si trova ai piedi di Punta Campanella : si estende per 47 ettari e 3 chilometri di costa. Abitato sin dal paleolitico, il luogo è menzionato da Strabone (I secolo a.C.) e Plinio il Vecchio (I secolo d.C.), che identifica la baia come quella in cui Ulisse incontrò le sirene.

La baia sin dai tempi antichi èstata sfruttata come cava di calcare : recenti scavi archeologici infatti hanno riportato alla luce due fornaci per la produzione di calce . Esse hanno una pianta circolare di 5 metri di diametro e sono realizzate in calcare e malta .

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UNA EX CAVA TRA I BENI FAI: LA BAIA DI IERANTOUNA EX CAVA TRA I BENI FAI: LA BAIA DI IERANTO

Nel 1986 l’area, di proprietà dell’Italsider, che fino al 1945 vi aveva svolto l’attivitàestrattiva , fu donata al FAI perché venisse sottratta all’incuria in cui versava e ai pericoli della speculazione edilizia. Il FAI intraprese lunghi e complessi lavori di restauro e recupero ambientale , che hanno da una parte bonificato l’area naturale e dall’altra preservato le preziose testimonianze dell’attività estrattiva e industriale .

La vasca di raccolta delle acque piovane convogliava l’acqua dolce nelle cisterne che alimentavano i circuiti di raffreddamento delle macchine nella sala compressori.

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UNA EX CAVA TRA I BENI FAI: LA BAIA DI IERANTOUNA EX CAVA TRA I BENI FAI: LA BAIA DI IERANTO

La sala compressori , costruita nei primi decenni del XX secolo, ospitava le macchine per la produzione di aria compressa , indispensabile all’alimentazione delle perforatrici con le quali si praticavano i fori per le minenelle rocce di calcare della cava.

Un complesso sistema di frantumazione dei materiali estrattiall’interno della cava produceva calcare di dimensioni ridotte che poteva piùfacilmente essere caricato sulle chiatte e trasportato agli stabilimenti Italsider di Bagnoli (NA).

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UNA EX CAVA TRA I BENI FAI: LA BAIA DI IERANTOUNA EX CAVA TRA I BENI FAI: LA BAIA DI IERANTO

Oggi nella cava di calcare , abbandonata da più di mezzo secolo, si è verificata una ricolonizzazione spontanea di flora autoctona, con specie rare in via di estinzione. I lavori di restauro intrapresi dal FAI nella Baia di Ieranto hanno portato anche al rifacimento degli oltre due chilometri di muretti a secco , alla ricostruzione dei terrazzamenti per la coltivazione dell’ulivo e al ripristino dei sentieri storici .