i momenti salienti del progetto - quartieriinquota.it · supplemento del 1 ottobre 2014), alla...
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I momenti salienti del progetto In ordine cronologico la genesi e lo sviluppo del progetto “Quartieri in
quota” come è stata raccontata nel sito www.mountcity.it che a Milano da
tempo tiene alta l’immagine della montagna “tra zero e ottomila”
• Sulle Grigne con i ragazzi del Gratosoglio La montagna per creare solidarietà, amicizia e sicurezza in città. Questo in estrema sintesi lo scopo
dell’iniziativa “Quartieri in Quota” nata sotto l’egida dell’associazione “Quartieri tranquilli” con la
partecipazione della Sezione di Milano del Club Alpino Italiano, del sito mouncity.it e di alcuni
sponsor tra i quali df-Sport Specialist e Focus Himalaya Travel.
Il progetto pilota, che mira a coinvolgere diversi quartieri periferici attraverso una serie di proposte
mirate alle scuole e alle associazioni, si apre nel week end del 12 e 13 settembre nelle Grigne. Un
gruppo di ragazzi di tre scuole medie del Gratosoglio e i loro accompagnatori (guide alpine, volontari
del Cai, volontari dell’Associazione “Piccolo Principe”) sono ospiti con i loro insegnanti del rifugio
“Carlo Porta” del Cai Milano.
“Ai ragazzi si offre l’occasione di esplorare qualcosa che esca dal loro quotidiano problematico e li
possa ‘traghettare’ verso attività positive che li aiutino nella crescita”, dice Elena Biagini
dell’associazione onlus “Attraverso la montagna” che coordina il progetto.
Il progetto “Quartieri in Quota” intende anche contribuire, come auspicato dalla legge regionale 1075
per il “Riordino normativo in materia di attività motorie e sportive” (Bollettino Ufficiale n. 40,
supplemento del 1 Ottobre 2014), alla diffusione delle pratica sportiva e motoria in ambito scolastico
“anche quale strumento di contrasto al fenomeno della dispersione e dell’abbandono”.
MountCity, 10/09/2015
• I ragazzi dell’associazione Piccolo Principe
scoprono la montagna Non è un caso se questa ormai storica falesia del Lecchese, il Sasso di Introbio, fu utilizzata già dal
1974 da don Agostino Butturini, che ai suoi ragazzi dell’oratorio insegnò l’arrampicata come
divertimento: è sicuramente per via della sua facile raggiungibilità e della ricchezza di itinerari anche
per ragazzi al primo contatto con la roccia che l’iniziativa “Quartieri in Quota” ha avuto qui il suo
battesimo. Sabato 12 settembre mattina un manipolo di giovanissimi climber per la prima volta, dal
Gratosoglio, vengono a esplorare la montagna.
Mentre la guida alpina Valentina Casellato finisce di sistemare due assicurazioni sulle paretine
attrezzate con prese artificiali di fianco alla casa delle guide: i ragazzi son già pronti, con imbrago
caschetto e scarpetta, e osservano in silenzio le agili manovre. Assieme a loro i quattro educatori della
cooperativa Piccolo Principe, che al Gratosoglio svolge da anni un lavoro di sostegno, organizzando
una serie di attività integrative al normale iter scolastico, Elena Biagini, ideatrice del progetto
“Quartieri in Quota”, aderente all’associazione milanese “Quartieri tranquilli”, e da diversi anni
promotrice di iniziative di accompagnamento di ragazzi in montagna con l’associazione “ALM”
(Attraverso la Montagna) e un accompagnatore del Club alpino, cronista e fotoreporter di questa
avventura.
È sempre un piacere osservare la prima timida scoperta del mondo verticale, la meraviglia nel toccare
con mano la possibilità di staccarsi da terra e muoversi in sicurezza attraverso una sequenza di gesti e
posture attentamente monitorate dal basso. Così come osservare con quanta attenzione questi ragazzi si
incaricano di fare sicurezza ai loro compagni, consapevoli che attaccata a quel filo c’è una vita umana,
rafforzando così un legame basato sulla fiducia e sulla complicità.
Dopo una veloce sosta per rifocillarsi ci si avvia verso Pala Condor attraverso un ripido sentiero dove i
ragazzi possono cimentarsi con veri passi di arrampicata su roccia compatta e ben attrezzata. A un
primo sguardo si potrebbe pensare che Valentina abbia fatto il passo più lungo della gamba perché non
sembra possibile che questi novellini possano affrontare passaggi di 5b. Ma la guida come un gatto
arriva a guidare mani e piedi, a far scoprire piccoli gradini e fessure che nessuno pensava fossero la
chiave per sfilare verso il cielo. I ragazzi sono concentrati e si fanno il tifo a vicenda, alcuni non
riescono da subito ma ci riprovano, altri ripetono più volte. Concentrazione e attenzione, ma anche un
clima disteso, nonostante la severità dell’ambiente e la necessità di prestare attenzione a ogni
movimento, anche al piede poco agevole della parete, per non far franare sassi, per non rotolare nei
cespugli. Chi l’avrebbe detto che dei ragazzini così cittadini si sarebbero trovati così a loro agio?
La giornata non è finita, mezzora di trasferimento col furgoncino del Piccolo Principe e si risalgono i
14 tornanti fino al piazzale dei Resinelli. Qui senza neanche troppe proteste, all’imbrunire, il gruppo si
avvia a piedi verso il rifugio Porta dove Claudio Trentani li sta aspettando con una buona cenetta e
caldi piumini per il secondo battesimo della giornata: la prima notte in un rifugio alpino, le chiacchere e
le confidenze che la stanchezza presto spegne in un magico silenzio. Le luci della pianura in lontananza
(“ma noi dove siamo?”), le nuvole che “salgono fino a noi”.
Al mattino caffelatte e marmellata, poi una schiarita fa partire i gruppetti per un specie di caccia al
tesoro nel “Bosco Giulia”: dopo la lettura della carta topografica si parte alla ricerca dei segnali guidati
da indicazioni e tecniche di orientamento. Subito il primo scroscio di pioggia: si aprono gli ombrelli e
ci vorrà un’ora e mezza per rientrare con la raccolta del bottino che permette di ricomporre e decifrare
il messaggio. Solo un gruppo prova due sentieri prima di individuare i percorso giusto, ma è
ricompensato della scoperta delle magiche torri, teatro delle imprese di Cassin e tanti altri; non solo,
sulla via del ritorno il gruppetto si immobilizza vedendo sfilare nel bosco un capriolo grande ed il suo
piccolo. “Se non sbagliavamo strada, non lo vedevamo!”
Si scopre anche, tutti fradici, l’utilità del cambio asciutto, nel prescritto sacco di plastica. La scorta di
qualche pile supplementare non guasta. E il magico rifugista trasforma i panini “al sacco” in un pranzo
caldo che rinfranca. La tavolata chiacchiera tranquilla e gli educatori li vedono diversi, più grandi, più
sereni fra loro. Ognuno ha visto gli altri al di fuori dagli schemi prestabiliti dalla scuola, dal quartiere,
dalla comunità. Ognuno dice la sua parola.
Si lascia il rifugio dopo aver lasciato la firma sul librone, dove si può leggere di altri che prima di noi
hanno amato e vissuto questa natura aspra e forte, dove si legge di altri lontani luoghi di origine. Si
possono evocare i nomi dei soci CAI, naturalisti, esploratori, semplici amici che hanno voluto questa
“casa”per ospitare, per accogliere. E si possono evocare i versi “Madri Montagne” della poetessa
Antonia Pozzi, le difficili vicende di guerra e Resistenza, di baite distrutte e rifugi bruciati, storie di
belle, grandi imprese, i maglioni rossi dei Ragni… e sempre sullo sfondo resta la bellezza, il coraggio,
l’amore per una montagna .
La pioggia non la smette e si organizza un veloce trasporto fino al piazzale della Miniera Anna. Forniti
di caschetti, pile frontali e stivali, scendiamo “nel cuore della terra”. Così il giovane geologo ci fa
scoprire nelle gallerie le vene del minerale, gli attrezzi e le tecniche più antiche, l’evoluzione tecnica in
quasi 5 secoli di lavoro, con il trenino che tardi sostituisce almeno in parte le gerle piene di minerale
grezzo portate a spalla fino al pozzo e alla superficie, alle fonderie di Laorca, a Lecco, a Milano.
Chi erano i minatori? Nella buona stagione contadini e pastori, poi per mesi al chiuso e nel buio. E
come vivevano, come venivano retribuiti, cosa mangiavano, dove dormivano in grotta questi ragazzi
quindicenni senza scuola, che imparavano il lavoro dagli esperti trentenni “più anziani” e a 45 anni
dovevano abbandonare la miniera, e tornavano a casa e in famiglia con i polmoni rovinati dalla
silicosi?
Pian piano il silenzio è interrotto da parecchie domande. E poi fuori all’aria, di nuovo il cielo, le nuvole
arrampicate sul Resegone, il pullmino, la strada verso la pianura, verso la città, verso casa. Ma presto ci
rivedremo.
Luisa Ruberl e Lorenzo Serafin
MountCity, 27.09.2015
• Trekking a Portofino per i ragazzi di “Quartieri in
quota” Tutto è cominciato nel mese di settembre del 2015 con 11 vivacissimi alunni dell’Istituto Comprensivo
Statale “Arcadia” e dell’Istituto Comprensivo Statale di via Palmieri al Gratosoglio che partecipano a
“Quartieri in quota” dell’associazione “Quartieri tranquilli”, un progetto pilota di solidarietà cittadina
attraverso la montagna A Introbio, in Valsassina, i ragazzi hanno imparato i primi rudimenti
dell’arrampicata con l’aiuto di Valentina Casellato e delle Guide alpine dell’associazione “Attraverso la
montagna”. Per tutti, un’emozione mai provata, come racconta il 22 gennaio Lina Sotis, coordinatrice
di Quartieri tranquilli, nel supplemento “Sette” del Corriere della sera.
Alcune settimane più tardi, il 24 novembre, è stato il turno di un gruppo di quasi tutti i plessi di Zona 5
che frequenta l’associazione Piccolo Principe. “L’obiettivo”, spiega Elena Biagini coordinatrice del
progetto, “era quello di lavorare sulla classe per cercare di creare un gruppo più unito. Per questo
motivo sono stati divisi in quattro sottogruppi. A ogni gruppo è stato dato un argomento che hanno poi
dovuto sviluppare anche in aula e condividere con l’intera classe”. Gli argomenti sono stati scelti
secondo il programma didattico legato alla materia della geografia (punti cardinali, cartina geografica,
clima costiero, flora e coltivazioni, popolazione e stile di vita, etc.). Il percorso a piedi partiva da Santa
Margherita Ligure e si spingeva fino alla spiaggia di Paraggi, limitrofa a Portofino. L’accompagnatore
di media montagna era Andrea Fornaroli che ha conosciuto i ragazzi in un incontro in aula e ha saputo
sapientemente coinvolgerli durante l’escursione. Il progetto “Quartieri in Quota”, patrocinato dalla
Sezione di Milano del Club Alpino Italiano, intende promuovere presso gli alunni delle scuole milanesi
nei vari quartieri, e in particolare quelli nella fascia di età fra gli 11 e i 13 anni, un primo approccio
conoscitivo dell’ambiente alpino da svolgersi per quanto possibile all’interno del percorso curricolare
delle scuole medie inferiori e coinvolgendo il personale didattico delle scuole. La realizzazione è
affidata all’associazione “attraverso La Montagna” che collabora con le associazioni operanti
nell’assistenza al disagio sociale per realizzare concreti programmi socio-educativi a vari livelli.
MountCity, 28.01.2016
• Imparare “attraverso la montagna”. L’esperienza
dei “Quartieri in quota” Trentaquattro ragazze e ragazzi milanesi di due seconde della media Sandro Pertini della Zona 5 in
trasferta tra i graniti della Val di Mello, paradiso dei climber e dei fortunati che vi si avventurano.
Tutt’intorno cascate, laghetti di cristallo, prati in fiore, linde baite di pietra. E lassù le vette scintillanti
ancora cariche di neve. C’è sicuramente qualcosa di magico, d’irreale in questo angolo della Valtellina
così vicino alla città-metropoli da potersi considerare quasi una periferia. Nei due giorni trascorsi in
questa vallata alla fine di maggio, i ragazzi hanno affrontato con impegno esercitazioni di arrampicata e
orienteering. Ma soprattutto si sono guardati intorno e hanno scoperto la grande e per loro insospettata
bellezza dell’ambiente alpino. E inoltre questa è stata per loro l’occasione di vivere un’esperienza con i
compagni, gli insegnanti, gli educatori e le guide dell’associazione “Attraverso la montagna” che
sostiene il progetto insieme con Quartieri Tranquilli, Mountcity.it e il Cai Milano
Dice Elena Biagini, coordinatrice dell’iniziativa: “Condividere fatica, emozioni, ascolto e silenzio crea
vicinanza e confidenza tra ragazzi e adulti. Di qui può poi iniziare il lavoro educativo”. Il progetto
denominato “Quartieri in quota” coinvolge anche la zona 8 e l’anno prossimo sarà ampliato. Fino a
oggi, in questa fase di avvio, sono stati coinvolti circa 150 ragazzi diventati o almeno lo si spera,
convinti testimonial della montagna. Per gli organizzatori una “scalata” non priva d’incognite,
supportata anche da imprenditori illuminati oltre che dai Consigli di zona. Particolare importante. A
raccontarla con la sua prestigiosa telecamera sarà il filmaker Gigi Giustiniani, Genziana d’oro del Cai
nel 2015 al Trentofilmfestival per “Ninì”. Il film sarà presentato all’inizio della prossima stagione
scolastica nel corso di uno spettacolare evento in cui si prevede il lancio di una campagna di
crowdfunding.
“Quartieri in quota” intende promuovere presso gli alunni delle scuole milanesi nei vari quartieri, e in
particolare quelli nella fascia di età fra gli 11 e i 13 anni, un primo approccio conoscitivo dell’ambiente
alpino da svolgersi per quanto possibile all’interno del percorso curricolare delle scuole medie inferiori
e coinvolgendo il personale didattico delle scuole. La realizzazione è affidata, come si è detto,
all’associazione “Attraverso La Montagna” che collabora con le associazioni operanti nell’assistenza al
disagio sociale per realizzare concreti programmi socio-educativi a vari livelli.
MountCity, 27.05.2016
• I ragazzi dell’Arcadia scoprono le meraviglie
dell’Alto Lario Nuove importanti tappe si annunciano per il progetto “Quartieri in Quota” patrocinato dalla Sezione di
Milano del Club Alpino Italiano, che intende promuovere presso gli alunni delle scuole milanesi nei
vari quartieri, e in particolare quelli nella fascia di età fra gli 11 e i 13 anni, un primo approccio
conoscitivo dell’ambiente alpino da svolgersi per quanto possibile all’interno del percorso curricolare
delle scuole medie inferiori e coinvolgendo il personale didattico delle scuole.
La realizzazione è affidata all’associazione “attraverso La Montagna” che collabora con le associazioni
operanti nell’assistenza al disagio sociale per realizzare concreti programmi socio-educativi a vari
livelli.
Il primo incontro dell’anno tra i ragazzi e le montagne della Lombardia è stato condotto da Elena
Biagini, Andrea Fornaroli e Luisa Ruberl il 10 febbraio. I tre educatori hanno accompagnato una terza
media del Plesso di Via dell’Arcadia lungo un percorso escursionistico che da Piona si sviluppa fino a
Colico nell’Alto Lario. A differenza di altre esperienze, il viaggio è stato compiuto con il treno,
partenza da Milano e arrivo a Piona. Una scelta motivata. Per antica tradizione, il treno è infatti il
simbolo per eccellenza del viaggiare in compagnia. I ragazzi hanno colto benissimo lo spirito
dell’escursione e si sono goduti il bellissimo panorama sul lago e sulle montagne imbiancate dalla neve
caduta proprio in quei giorni. Come al solito il gruppo classe è stato diviso in sottogruppi e ognuno
aveva un suo argomento ben preciso da sviluppare (flora/fauna, lo storico forte Lusardi, orientamento,
geomorfologia). Particolare interessante. Lungo il tragitto la comitiva ha conosciuto il signor Angelo,
una persona che vive in quel lembo del Lago di Como dove è nato e cresciuto. E’ stato un incontro di
grande valore, un costruttivo confronto tra generazioni.
Una volta arrivati a Colico i ragazzi hanno pranzato sul lungo lago. Poi tutti al forte Lusardi al
Montecchio Nord di Colico, un’opera fortificata non più in uso a scopi militari, musealizzata a partire
dal 2009. Il Forte fu realizzato sull’altura situata a nord-est della stazione ferroviaria di Colico chiamata
Montecchio Nord, una delle quattro colline rocciose che, poste alle pendici settentrionali del monte
Legnone, dominano l’Alto Lario e lo sbocco dell’Adda nel lago di Como.
MountCity, 03.03.2016
• Gli studenti delle periferie incontrano la
montagna L’idea, tutt’altro che inedita e insolita, è che attraverso la montagna si possa creare solidarietà, amicizia
e sicurezza. A crederci sono in tanti tra gli appassionati milanesi che si prodigano da volontari per
portare la montagna in città, per farla conoscere e apprezzare. Più di 150 ragazzi fra gli 11 e i 13 anni
delle periferie hanno scoperto in questi mesi la montagna grazie al progetto “Quartieri in quota”
patrocinato dal Cai Milano e nato da un’idea di Lina Sotis, giornalista e scrittrice, infaticabile
animatrice dell’associazione “Quartieri tranquilli” (www.quartieritranquilli.it) di cui è presidente.
Questo primo approccio conoscitivo dell’ambiente alpino, da svolgersi per quanto possibile all’interno
del percorso curricolare delle scuole medie inferiori e coinvolgendo il personale didattico delle scuole,
ha ovviamente un costo e l’associazione presieduta dalla Sotis ha offerto un concreto contributo per i
non pochi oneri dell’organizzazione con un assegno di 1500 euro consegnato durante un amichevole
incontro alla sede del Club Alpino Italiano in via Duccio da Boninsegna.
A ricevere l’assegno alla presenza del presidente Massimo Minotti e di Luisa Ruberl che in
Sezione cura i rapporti con le scuole milanesi, c’era Elena Biagini in rappresentanza dell’associazione
“Attraverso La Montagna”, capofila del progetto. “Quartieri tranquilli” era rappresentata anche da
Laura Guardini, candidata alle amministrazioni comunali nella lista di Beppe Sala, che segue questo e
altri progetti e ha partecipato a un successivo incontro alla scuola Arcadia (zona 5) con il dirigente
Giampaolo Bovio, la Biagini e la Ruberl, presenti insegnanti e genitori, per la presentazione del nuovo
capitolo di “Quartieri in Quota”. “In montagna”, dice Elena Biagini, “tutto è diverso, la condivisione è
naturale, la solidarietà facile. I ragazzi si avvicinano agli adulti con più confidenza, gli adulti li
ascoltano con più calma: camminando in salita si costruisce fiducia. Parlare di montagna nel periodo
di tre anni, dalla prima alla terza media, significa fare un lavoro ampio e profondo, che spazia dalle
conoscenze naturalistiche alla difesa dell’ambiente”. In questa fase di avvio i ragazzi sono diventati, o
almeno lo si spera, convinti testimonial della montagna. Lo si deduce dai loro sorrisi soddisfatti al
ritorno dalle escursioni con i prof e le guide alpine. Le uscite si sono concluse in maggio nella
meravigliosa aula a cielo aperto della Val di Mello: un soggiorno durante il quale ragazzi e ragazze,
nell’amalgama delle loro etnie, hanno appreso anche nozioni di arrampicata sui famosi “sassi” di
granito che costituiscono un’attrazione irresistibile di questo paradiso di roccia. C’è adesso solo il
rischio che per alcuni di loro l’arrampicata possa diventare una malattia.
MountCity, 01.06.2016
• Il contagioso entusiasmo di Bozzetto tra i ragazzi
di “Quartieri in quota” Quasi due ore passate a raccontare ai ragazzi del Gratosoglio dei suoi pupazzetti, del cinema e della
montagna, grandi passioni della sua vita. Tante mani alzate, tanta curiosità, tante risate quando
finalmente sullo schermo è apparso il signor Rossi sciatore con i suoi spettacolari capitomboli. Un
“cartoon” realizzato da Bruno Bozzetto, figuriamoci, nel 1963 eppure ancora oggi di grande attualità
nel rappresentare le nevrosi che si nascondono dietro lo sci che in quegli anni era in procinto di
diventare di massa. Alla scuola Arcadia, in occasione della “giornata aperta” dedicata ai progetti
“Quartieri in quota” e “Una finestra sul ‘900”, Bozzetto si è presentato alle scolaresche venerdì 16
dicembre 2016 nella doppia veste di papà del cinema di animazione italiano e di testimone della
montagna. “Quando ho iniziato io a fare cinema”, ha raccontato ai ragazzi, “sugli schermi circolavano
solo i disegni animati di Walt Disney. Realizzare lungometraggi come West and soda e Allegro non
troppo fu considerata poco più di una follia. Ma io sono un tipo testardo e riconosco che ho anche avuto
fortuna”.
Settantottenne, vigoroso e battagliero, Bozzetto ha trovato il modo di fare breccia fra i tanti ragazzi
preventivamente istruiti sulla sua personalità dal dirigente scolastico Gianpaolo Bovio. E’ stata una
tappa importante questa presenza di un personaggio che con la sua creatività ha segnato il mondo
dell’infanzia nel cammino di “Quartieri in quota”, il progetto inserito nella sfera operativa
dell’associazione “Quartieri tranquilli” con l’organizzazione dell’associazione “attraverso la
Montagna” e il sostegno del Club Alpino Italiano per far conoscere la montagna ai bambini che
difficilmente avrebbero occasione di frequentarla. Tra i primi a felicitarsi con Bozzetto è stato il
presidente della Sezione di Milano del Cai Massimo Minotti. “Io sono cresciuto con le sue opere”, è il
messaggio che, nell’impossibilità di presenziare all’evento, Minotti ha voluto trasmettere al maestro del
disegno animato. “Spesso ho riso a crepapelle grazie al suo umorismo sottile ed immediato.
Sicuramente lei, Bozzetto, è in grado di trasmettere a questi nostri ragazzi l’entusiasmo nella vita che è
il motore della creatività di cui lei è promotore. Entusiasmo che anima anche i nostri volontari che
rendono possibili progetti sociali meritevoli come Quartieri in quota”.
MountCity, 17.02.2016
• I ragazzi di “Quartieri in quota” al Forum delle
Politiche Sociali “Montagna palestra di vita”. Con questo titolo viene presentato a Milano il progetto di “Quartieri in
quota” sabato 25 febbraio 2017 al Forum delle Politiche Sociali . L’appuntamento è nella Sala Alessi di
Palazzo Marino dove alle 9.30 si apre il convegno”Incluse le vette” dedicato alla montagna “che aiuta”.
Come riferiscono Elena Biagini, coordinatrice e Luisa Ruberl, consigliere della Sezione di Milano del
Cai, il progetto nasce nel 2015 a Milano dall’incontro di tre associazioni, già operative sul territorio
milanese: Quartieri Tranquilli, ALM (Attraverso La Montagna), Club Alpino Italiano. Sulla base di una
consolidata esperienza con i giovani, il progetto propone alle scuole e alle realtà che operano nel
sociale, progetti educativi che aiutano a scoprire e vivere la montagna.
Stretta è la collaborazione in “Quartieri in quota” tra professionisti e volontari competenti. Parti
fondamentali del progetto sono il creare rete per supportare i progetti, una stretta collaborazione con le
istituzioni delle zone, lavoro educativo sia in fase di condivisione degli obiettivi educativo/didattici,
con i referenti del gruppo classe o del gruppo del centro diurno, sia nella fase di monitoraggio e di
verifica finale. Gli obiettivi scelti variano ogni volta perché calibrati sul gruppo e valutati dagli
educatori / docenti dei ragazzi stessi. Le relatrici al Forum delle Politiche Sociali precisano che ALM
(Attraverso la Montagna) è un’associazione che vuole mettere in comunicazione il mondo del lavoro
“nel sociale” e quello delle scuole con quello della montagna, fornendo i mezzi concettuali, tecnici e
materiali per utilizzare le attività come strumenti educativi. Fin dalla sua nascita, partner del progetto è
il sito mountcity.it che ne divulga l’attività. Come osserva Lina Sotis sul settimanale “Sette”,
presentando il 17 febbraio il progetto nella sua rubrica “Quartieri tranquilli”, “la montagna e le persone
che ci vivono e vi lavorano, la sua cultura, storia, economia e realtà di oggi sono il pianeta che i ragazzi
delle scuole medie delle periferie milanesi possono scoprire, accompagnati da esperti, partecipando alle
gite collettive. Quest’anno Giampaolo Bovio, dirigente della Scuola Arcadia, ha detto sì con tanti
genitori e tanti studenti a questa idea. Dunque due classi prime delle medie sono a indirizzo ambiente
montagna e su quel sentiero cammineranno fino alla terza. Lavoro interdisciplinare in classe e ogni
anno almeno quattro uscite, tutti insieme, alla scoperta di nuovi orizzonti, nuove persone, nuovi
ambienti e, perché no, anche nuove possibilità di lavoro e di vita”. A quanto si apprende, “Quartieri in
quota” ha in serbo in primavera a Milano anche un evento aperto al pubblico con l’amichevole
partecipazione di Nicolò Bongiorno con il suo bellissimo film sul Cervino e di Simone Pedeferri, astro
dell’arrampicata moderna e raffinato pittore disposto a mettere in vendita alcuni suoi dipinti a scopo
benefico. Un momento di festa, ma anche un invito agli amici della montagna perché contribuiscano
con generose offerte a un progetto che onora Milano e il Cai.
MountCity, 20.02.2017
• Mille gradini per “imparare” la montagna Più che un avvicinamento alla montagna previsto nei piani educativi, per i ragazzi di “Quartieri in
quota” quello di mercoledì 15 marzo 2017 è stato un viaggio nel tempo e nello spazio. Un blitz di un
solo giorno che forse non dimenticheranno mai. Punto di partenza: la periferia urbana del Gratosoglio
dove i ragazzi vivono e studiano e da cui è stato complicato per il pullman che li ospitava districarsi nel
groviglio delle tangenziali. Punto di arrivo, due ore dopo: la boscaglia della remota Val Veddasca, nel
Varesotto. Dal formicaio multietnico di Milano, per intendersi, alle rarefatte borgate di pietra dove i
residenti si contano sulle dita di una mano. L’escursione del 15 marzo era da tempo programmata dalla
scuola media Arcadia. Vi ha partecipato tutta o quasi la prima dove per l’intero triennio è stato
instaurato l’orientamento “ambiente, sport e montagna” con lavoro interdisciplinare in classe e
alcune uscite.
Diverse le ragioni che hanno indotto gli insegnanti a portare lassù questi giovanissimi che per ambiente
familiare e sociale raramente (per non dire mai) hanno la possibilità di conoscere la montagna e di
praticarla con spirito di scoperta. La montagna vera, non quella dei luna park sciistici con corredo di
gonfiabili. Superare la barriera psicologica della fatica è stata una di queste ragioni. Per raggiungere dal
fondovalle Monteviasco in una giornata grigia e freddina, i ragazzi non avevano altra scelta se non
quella di percorrere una storica mulattiera con mille gradini. Lo hanno fatto divertendosi, scambiandosi
senza affanno le loro impressioni. In cima li ha accolti un borgo tutto in pietra appartenente a un
remoto passato rurale, precedente al quattordicesimo secolo. Sorpresa. Si può vivere senza dover
dipendere dai mezzi a motore. Scesi poi a valle con una piccola teleferica, i ragazzi sono stati accolti in
un agriturismo tra le baite di pietra. Un gruppo si è dedicato alla produzione di squisite formaggelle, un
altro a impastare il pane, altri ancora hanno esplorato con Andrea, esperto accompagnatore di media
montagna, il torrente e i prati circostanti punteggiati dal giallo tenue delle primule.
Nato nel 2014, il progetto “Quartieri in quota” riguarda per ora i ragazzi della scuola media Arcadia del
quartiere Gratosoglio (Municipio 5) ed è sostenuto dalle associazioni “Quartieri Tranquilli”
(www.quartieritranquilli.it), “Attraverso la Montagna” (http://www.alm-onlus.org), dal blog Mount
City (http://www.mountcity.it) e dal Cai Milano (http://www.caimilano.org). Si può dire che la
montagna sia in tal modo entrata a vele spiegate nelle moderne aule dell’Arcadia, anche con
l’amichevole sostegno di alcune personalità. In dicembre a dialogare con i ragazzi del Gratosoglio è
stato il re dei cartoons Bruno Bozzetto, mentre mercoledì 20 marzo tocca a Nicolò Bongiorno, figlio
dell’indimenticabile Mike e filmaker provetto. Nicolò ha accettato di raccontare ai ragazzi la sua
scalata al Cervino con il veterano Marco Barmasse, da lui stesso documentata in un appassionante
mediometraggio. Altra presenza prestigiosa, questa volta nel campo del free climbing, sarà il 5 aprile al
Teatro Arca in corso XXII Marzo il “ragno” Simone Pedeferri. Scalatore di classe (è accademico del
Cai), pittore, cineasta, Simone ha simpaticamente accettato di condurre una serata per la raccolta di
fondi. Un altro contributo prezioso per far sì che la montagna come strumento didattico sempre più
possa figurare nella programmazione della scuola dell’obbligo.(Ser)
MountCity, 21.03.2017
• Tutti in vetta con Nicolò, uno come noi Questa volta a portare la montagna tra gli alunni del quartiere Gratosoglio a Milano è stato Nicolò
Bongiorno. Un’esperienza bella e appagante, come in dicembre lo fu la visita del “Walt Disney
italiano” Bruno Bozzetto. A organizzarla mercoledì 22 marzo 2017 è stata la scuola media dell’obbligo
Arcadia nel quadro delle attività svolte da “Quartieri in quota” con il sostegno delle
associazioni “Quartieri Tranquilli” (www.quartieritranquilli.it), “Attraverso la Montagna”
(http://www.alm-onlus.org), il blog Mount City (http://www.mountcity.it) e il Cai milanese
(http://www.caimilano.org). Il figlio di Mike, oggi esperto documentarista, ha proposto ai ragazzi il suo
film “Cervino. La montagna del mondo”. E i ragazzi si sono appassionati soprattutto nell’assistere alla
parte riguardante la scalata di Nicolò con il veterano Marco Barmasse lungo la via “normale” italiana.
Come il suo indimenticabile genitore, Nicolò è un tipo atletico, ottimo nuotatore e sciatore, senza
essere un fuoriclasse dell’alpinismo. E proprio per questo la sua testimonianza volutamente di “uno
come noi” riesce a far capire che cosa c’è dietro a certe sfide, a quali energie occorre attingere per
realizzare un sogno come quello di salire in cima alla Gran Becca e abbracciarsi con il compagno di
scalata, ebbri di felicità, accanto alla grande croce. “In montagna”, ha spiegato Bongiorno rispondendo
alle tante domande dei ragazzi, “occorre essere attenti e onesti perché un determinato passo conduce a
una determinata conseguenza”. A tutti i ragazzi coinvolti nel progetto “Quartieri in quota” Nicolò ha
distribuito infine uno speciale “passaporto” dove segnare le uscite in montagna. Particolare importante.
Quasi nessuna delle famiglie di questi ragazzi può permettersi soggiorni in montagna e quindi ogni
occasione è buona per allargare i propri orizzonti. “Quartieri in quota” dà ora appuntamento mercoledì
5 aprile per una serata al teatro Arca in corso XII Marzo con l’alpinista e pittore Simone Pedeferri:
l’ingresso è libero, ma sarà gradita un’offerta per aiutare i solerti organizzatori a portare in montagna
questi giovanissimi delle periferie milanesi. Perché la montagna sempre più sia vista come strumento
didattico e come maestra di vita, non soltanto come un banale luna park. (Ser)
MountCity, 23.03.2017
• Pedeferri superstar… e la montagna sorride alle periferie Viviamo in un mondo fatto di odio e rancore, ma ogni tanto qualche buon segnale ci riconcilia con la vita.
A Milano l’associazione “Quartieri tranquilli” presieduta da Lina Sotis porta la montagna nelle cosiddette
periferie. La porta in quell’altra Milano visitata di recente da Papa Francesco, dove le persone parlano
lingue diverse, ma nella stessa lingua sorridono e piangono. E’ nato così e prospera da tre anni in qua, in
rete con diverse altre iniziative di “Quartieri tranquilli”, il progetto “Quartieri in quota” che ha messo radici
al Gratosoglio e coinvolto tanti amici della montagna: gli stessi che il 5 aprile si sono ritrovati al Cine
Teatro Arca di Corso XXII Marzo per ascoltare i racconti di Simone Pedeferri, uno dei famosi “ragni della
Grignetta”, ma anche e soprattutto per offrire un contributo al progetto: un’abbondante manciata di euro
raccolte in una cassetta all’ingresso del cinematografo. E un modo per guardare con più fiducia al futuro di
questa iniziativa che, con il determinante contributo dell’associazione “Attraverso la montagna”, ha
consentito a più di 300 ragazzi di assaporare per la prima volta la grande bellezza delle montagne. Pedeferri
è capace di domare con un sorriso pareti strapiombanti e si è visto nei suoi filmati con quanta classe e
determinazione si sappia impegnare anche dipingendo i ghiribizzi dei suoi coloratissimi quadri .
“Socialmente inutile” definisce nel titolo di un film il suo alpinismo, ma forse è un modo originale per
andare alla ricerca di consensi. Simone sa circondarsi da amici e l’atmosfera è sempre serena, talvolta
ridanciana, anche quando s’impegna nelle più repulsive scalate, aggrappato come un pipistrello alle
strapiombanti pareti del Buco del Piombo in Brianza.
Basta così. Siamo agli antipodi della filosofia di Walter Bonatti per il quale tutto in alpinismo è sempre e
irrimediabilmente terribile, la fame, la sete, le difficoltà, le condizioni del tempo quasi sempre infernali.
Anche per questo aspetto del suo carattere, Pedeferri non ha esitato a dimostrarsi “socialmente utile”
mettendosi a disposizione del progetto milanese di “Quartieri n quota”, con la presentazione dall’amabile
compagno di scalate Luca Biagini. Una disponibilità, la sua, di cui hanno dato prova di recente anche il
maestro dei “cartoons” Bruno Bozzetto e il bravo Nicolò Bongiorno, autore di un bellissimo film sul
Cervino, entrambi scesi tra i ragazzi del Gratosoglio per raccontare di montagna e di scalate.
Alla serata al cine teatro Arca non poteva mancare un autorevole rappresentante del Club Alpino Italiano
come Massimo Minotti che presiede la Sezione di Milano, partner del progetto insieme con MountCity,
accolto da Lina Sotis che ha approfittato anche per fare il punto sulle diverse attività che “Quartieri
tranquilli” organizza con autorevoli sostegni, comprese le iniziative per illuminare le giornate dei detenuti
di San Vittore. Tra gli amici della montagna che hanno contribuito al successo della serata con la
partecipazione di Coldiretti e Pattini Marinoni, vanno segnalati Gianpaolo Bovio, dirigente del
Comprensivo dell’Arcadia – Gratosoglio, presente con il corpo insegnante che segue l’attività dei ragazzi di
“Quartieri in quota”. E inoltre Andrea Mandelli, pianista e cantante del gruppo teatrale”Gin Song” di
Merate, Marilena Giovannelli, l’Associazione Piccolo Principe, i “cartografi delle Alpi” Laura Tassi e
Giorgio Aliprandi, gli artefici del sito “Vie storiche” Dario Monti e Rosalba Franchi. Da Monteviasco, al
confine con il Canton Ticino, sono scesi a Milano per partecipare alla festa i gestori di Kedo Agriturismo
che hanno con tanto calore ospitato i ragazzi insegnando loro a impastare fragranti pagnotte e a produrre
squisiti formaggini. Perché questa e solo questa è la montagna che vive e a cui guardare come strumento
didattico, lontana dai rutilanti luna park delle località griffate. (Ser)
MountCity, 13.04.2017