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Programma di sviluppo rurale 2007- 2013 Misura 111.1 sotto-azione B informazione nel settore agricolo I TRATTAMENTI FITOSANITARI IN PRODUZIONE INTEGRATA PER LE PRINCIPALI AVVERSITÀ FUNGINE DELLA VITE A cura di Enrico Masenga

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Programma di sviluppo rurale 2007-2013 Misura 111.1 sotto-azione B informazione nel settore agricolo

I TRATTAMENTI FITOSA NITARI IN PRODUZIONE INTEGRATA

PER LE PRINCIPALI AV VERSITÀ FUNGINE DELLA VITE

A cura di Enrico Masenga

Prefazione

Il 2015 è un anno di grandi cambiamenti per il settore primario e le nuove normative in tema di agricoltura e di prodotti fitosanitari premieranno la capacità di evoluzione e di ammodernamento degli agricoltori, nel pieno rispetto di un valore come la sostenibilità quale imprescindibile patrimonio di chi vorrà essere protagonista del futuro. La viticoltura dei prossimi anni sarà infatti sinonimo di qualità. La produzione integrata è un sistema di produzione agro-alimentare che utilizza tutti i mezzi produttivi e di difesa delle colture agrarie dalle avversità, volti a ridurre al minimo l’uso delle sostanze chimiche di sintesi e a razionalizzare la fertilizzazione, nel rispetto dei principi ecologici, economici e tossicologici. Il raggiungimento di tali obiettivi si attua attraverso l’adozione combinata di misure di tipo preventivo, piani di monitoraggio e utilizzo di sistemi di avvertimento, misure fitosanitarie dirette e la razionalizzazione dell’impiego dei mezzi chimici. Sulla base delle esperienze maturate nel corso degli anni dai Tecnici di Confagricoltura Asti e in conformità al disciplinare regionale di produzione integrata è stata realizzata questa pubblicazione per fornire un supporto decisionale all'agricoltore nel momento in cui si trova ad impostare le proprie strategie di difesa fitosanitaria.

Enrico Masenga

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Programma di sviluppo rurale 2007-2013 Misura 111.1 sotto-azione B informazione nel settore agricolo

Sommario

Quadro normativo .......................................................................................... 3

Il Piano d’azione nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari ....... 4

Il regolamento (CE) 1272/2008 - CLP ............................................................. 10

Le malattie fungine della vite........................................................................ 15

La peronospora ............................................................................................. 16

L’oidio ........................................................................................................... 22

La botrite ....................................................................................................... 26

L’esecuzione del trattamento fitosanitario ................................................... 31

I modelli previsionali ..................................................................................... 32

La prevenzione dell’insorgere delle resistenze .............................................. 36

La preparazione e l’esecuzione del trattamento ........................................... 39

Tabelle di compatibilità ................................................................................ 45

Tabella di miscibilità dei prodotti fitosanitari ................................................ 46

Tabella di miscibilità dei prodotti consentiti in agricoltura biologica ............ 47

Tempi di degradazione per idrolisi dei principi attivi ..................................... 48

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1 Quadro normativo

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Il Piano d’azione nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari

La direttiva 2009/128/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio, recepita con il decreto legislativo 14 agosto 2012, n. 150, ha istituito un quadro per l'azione comunitaria ai fini dell'utilizzo sostenibile dei prodotti fitosanitari. In applicazione dell'art. 6 del decreto legislativo n. 150 è stata predisposto il Piano di Azione Nazionale (PAN) per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, reso operativo dal Decreto 22 gennaio 2014.

Il nostro Paese intende sfruttare i propri punti di forza nell'applicazione di misure come la difesa integrata, grazie all’esperienza maturata in anni di applicazione di specifici disciplinari regionali. Le novità previste saranno quella dell'adozione e promozione di livelli più avanzati di produzione integrata volontaria e l'impegno per le Regioni nel potenziamento delle reti di monitoraggio per fornire informazioni tempestive alle aziende sulla presenza dei parassiti e sulle strategie di protezione. Anche per la misura della formazione e informazione l'Italia può fare leva sul vantaggio del già esistente sistema di rilascio dei patentini, che ora diventano obbligatori per tutte le utilizzazioni professionali di agro-farmaci e non solo più per quelli classificati come molto-tossici, tossici e nocivi. L'attenzione ora è posta sulla formazione dei consulenti, nuova figura introdotta dalla direttiva 2009/128/CE, e sulla definizione della figura dell'utilizzatore non professionale.

Maggiori problemi ci potranno essere nell'adozione delle misure di

tutela delle acque, dove mancano specifiche esperienze nella gestione delle “fasce tampone” e nel controllo certificato delle macchine irroratrici. Entro il 26 novembre 2016 infatti le attrezzature dovranno essere tutte ispezionate almeno una volta.

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Difesa integrata obbligatoria

Gli utilizzatori professionali di prodotti fitosanitari, a partire dal 1 gennaio 2014, devono applicare i principi generali della difesa integrata obbligatoria, che prevede l’applicazione di tecniche di prevenzione e di monitoraggio delle infestazioni e delle infezioni, l’utilizzo di mezzi biologici di controllo dei parassiti, il ricorso a pratiche di coltivazione appropriate e l’uso di prodotti fitosanitari che presentano il minor rischio per la salute umana e l’ambiente.

Formazione

La formazione comprende la formazione di base e quella di aggiornamento, entrambe obbligatorie per gli utilizzatori professionali, i distributori e i consulenti. Il patentino è obbligatorio per tutti, indipendentemente dalla classe tossicologica del prodotto acquistato.

A decorrere dal 26 novembre 2015 il distributore deve avere alle proprie dipendenze personale in possesso del certificato di abilitazione alla vendita, deve accertare l’identità dell’acquirente e la validità del certificato di abilitazione all’acquisto e all’utilizzo, e deve registrare i prodotti venduti con il riferimento al numero o codice dell’abilitazione.

Controlli delle attrezzature per l’applicazione deg li agro-farmarmaci

Le attrezzature per l’applicazione dei prodotti fitosanitari devono

essere sottoposte a controlli funzionali periodici, al fine di garantire che le stesse soddisfino i requisiti previsti. Quelle acquistate dopo il 31 dicembre 2011 sono sottoposte, entro cinque anni dalla data di acquisto, ad un primo controllo funzionale. Le attrezzature acquistate prima del 31 dicembre 2011 devono superare, entro il 26 novembre 2016, un primo controllo funzionale che dovrà essere ripetuto per le stesse attrezzature almeno una volta entro il 26 novembre 2020. A decorrere da tale data tutte le attrezzature impiegate per l’applicazione dei prodotti fitosanitari sono sottoposte a controllo funzionale almeno ogni tre anni.

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Manipolazione e stoccaggio dei prodotti fitosanitar i e trattamento dei relativi imballaggi e delle rimanenze Gli utilizzatori professionali devono smaltire i prodotti fitosanitari inutilizzati o scaduti, le rimanenze e i relativi imballaggi secondo le prescrizioni di cui alla parte IV del decreto legislativo n. 152 del 2006, devono quindi essere smaltiti tramite il ricorso a ditte autorizzate. Dal 1° gennaio 2015 lo stoccaggio dei prodotti fitosanitari deve rispettare i requisiti riportati nella parte A dell’allegato VI del D.Lgs.150/2012, per cui l'azienda agricola deve essere in possesso di armadietti e/o locali a norma. Obblighi di registrazione per gli utilizzatori prof essionali La normativa vigente prevede l'obbligo per l’utilizzatore professionale di registrare tutti gli interventi fitosanitari effettuati su un apposito registro dei trattamenti. Per registro dei trattamenti si intende un modulo aziendale che riporta cronologicamente l'elenco dei trattamenti eseguiti sulle diverse colture, in alternativa si possono utilizzare una serie di moduli distinti relativi ciascuno ad una singola coltura agraria. Sul registro devono essere annotati i trattamenti effettuati con tutti i prodotti fitosanitari utilizzati in azienda (indipendentemente dalla loro classificazione tossicologica) entro trenta giorni dall'esecuzione del trattamento stesso, che si riducono a sette giorni per le aziende che aderiscono alle misure agro-ambientali (ex 2078). Le registrazioni, comunque, devono sempre essere fatte prima della raccolta. Il registro deve riportare: i dati anagrafici relativi all'azienda; la denominazione della coltura trattata e la relativa estensione espressa in ettari, la data del trattamento, il prodotto e la relativa quantità impiegata (espressa in chilogrammi o litri) nonché l'avversità che ha reso necessario il trattamento. Il registro deve essere conservato per almeno i tre anni successivi a quello a cui si riferiscono gli interventi annotati. Oltre al registro, il

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titolare dell'azienda deve conservare in modo idoneo - sempre per lo stesso periodo - anche le fatture di acquisto dei prodotti fitosanitari, nonché la copia dei moduli di acquisto dei prodotti classificati molto tossici, tossici e nocivi. Il rispetto delle indicazioni delle etichette dei p rodotti fitosanitari La normativa vigente prevede che i prodotti fitosanitari siano utilizzati in conformità alle indicazioni riportate sulle etichette dei prodotti stessi. Il Dlgs. 17 aprile 2014 numero 69 norma la “Disciplina sanzionatoria per la violazione delle disposizioni del regolamento (CE) n. 1107/2009 relativo all'immissione sul mercato dei prodotti fitosanitari” e prevede pesanti sanzioni per chi utilizza un prodotto non rispettando tali indicazioni, ad esempio eseguendo più trattamenti del numero massimo indicato oppure con dosi maggiori alla dose prevista dal produttore.

Particolare attenzione va posta alle scorte di magazzino, infatti sono previste anche sanzioni per chi vende, distribuisce, smaltisce, immagazzina agro-farmaci violando i termini di smaltimento delle scorte e per l'agricoltore che li impiega oltre i termini consentiti.

Nella pratica si potrebbero creare molto spesso situazioni di infrazione da parte dell'agricoltore, anche inconsapevolmente, infatti basta una variazione dell'autorizzazione che comporta una variazione delle indicazioni in etichetta oppure la revoca dell'autorizzazione del prodotto e il mancato smaltimento delle scorte nei tempi previsti per incorrere in pesanti sanzioni.

E' buona norma informarsi già al momento dell'acquisto su eventuali scadenze delle autorizzazioni e comprare solo le quantità necessarie per il trattamento da eseguire.

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Le sanzioni • Chiunque acquista, utilizza , vende prodotti fitosanitari, presta

consulenze sull’impiego di prodotti fitosanitari e dei coadiuvanti senza essere in possesso del certificato di abilita zione (patentino) di cui all’articolo 8 è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da 5.000 € a 20.000 €. Sono fatte salve, fino alla loro scadenza, le abilitazioni alla vendita e all’acquisto rilasciate ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 23 aprile 2001 n. 290, e successive modificazioni.

(D.Lgs.150/2012) • Il distributore che non accerta l’identità dell’acquirente e la validità

del certificato di abilitazione all’acquisto e all’utilizzo e non registra i prodotti venduti con il riferimento al numero o codice dell’abilitazione è punito con una sanzione amministrativa da 2.000 € a 10.000 €. (D.Lgs.150/2012)

• Il titolare o il dipendente che, all’atto della vendita, non fornisce

all’acquirente le informazioni di cui all’articolo 9, comma 2 è punito con il pagamento di una sanzione amministrativa pecuniaria da 1.000 euro a 5.000 euro.

(D.Lgs.150/2012) • Il distributore che vende agli utilizzatori non professionali prodotti

fitosanitari che non recano in etichetta la specifica dicitura “prodotto fitosanitario destinato esclusivamente agli utilizzatori non professionali” è punito con il pagamento di una sanzione amministrativa pecuniaria da 10.000 € a 25.000 €.

(D.Lgs.150/2012) • L’utilizzatore che non sottopone le attrezzature per

l’applicazione dei prodotti fitosanitari ai control li funzionali periodici (taratura) di cui all’articolo 11 è punito con il pagamento di una sanzione amministrativa pecuniaria da 500 € a 2.000 €.

(D.Lgs.150/2012)

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• Chiunque effettua l’irrorazione aerea è punito con la sanzione

amministrativa pecuniaria del pagamento di una somma da 20.000 € a 100.000 €, fatte salve le deroghe al divieto di trattamento aereo concesse dall’autorità competente. (D.Lgs.150/2012)

• Chiunque effettua l’irrorazione aerea in difformità alla prescrizioni

stabilite dall’autorità competente nell’autorizzazione è punito con la sanzione pecuniaria da 20.000 € a 100.000 €.

(D.Lgs.150/2012) • L’utilizzatore che non osserva le misure stabilite a tutela

dell’ambiente acquatico, delle fonti di approvvigionamento di acqua potabile e delle aree specifiche di cui agli articoli 13 e 14 definite nel piano di cui all’articolo 6 è punito con una sanzione da 5.000 € a 20.000 €. (D.Lgs.150/2012)

• L’utilizzatore professionale che non adempie, in tutto o in parte,

all’obbligo di registrazione di cui all’articolo 16 (registro dei trattamenti) è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da 500 € a 1.500 €. (D.Lgs.150/2012)

• Chi utilizza un prodotto non rispettando le indicazione riportate in

etichetta rischia una sanzione pecuniaria che va da 35.000 € a 100.000 €, con sanzione ridotta se l'utilizzo è di una modica quantità che va da 2.000 € a 20.000 €. (D.Lgs.69/2014)

• Chi vende, distribuisce, smaltisce, immagazzina agro-farmaci

violando i termini di smaltimento delle scorte è punito con la sanzione pecuniaria da 20.000 a 35.000 euro.

(D.Lgs.69/2014) • L’agricoltore che impiega prodotti fitosanitari oltre il termine

massimo consentito è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da 1.000 € a 10.000 €.

(D.Lgs.69/2014)

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Il regolamento (CE) 1272/2008 - CLP

la nuova etichettatura dei prodotti fitosanitari

Il CLP - Classification, Labelling and Packaging - è il nuovo regolamento Europeo su classificazione, etichettatura e imballaggio delle sostanze e delle miscele, sostituisce gradualmente le attuali normative, abrogandole completamente a partire dal 1 giugno 2015. Il CLP recepisce nell’Unione Europea quanto previsto dal Sistema Globale Armonizzato GHS - Globally Harmonized System of Classification and Labelling of Chemicals, voluto dalle Nazioni Unite con lo scopo di armonizzare i criteri di classificazione ed etichettatura, favorendo così la libera circolazione delle merci e garantendo, al contempo, un elevato livello di protezione per l’uomo e l’ambiente. Fatte salve alcune eccezioni (farmaci, dispositivi medici, alimenti, cosmetici) per le quali esistono normative specifiche, il CLP si applica a tutte le sostanze chimiche e le miscele, a queste ultime appartengono anche i biocidi e gli agro-farmaci . L’applicazione del CLP comporta cambiamenti significativi per la classificazione e l’etichettatura degli agro-farmaci e introduce importanti novità: • nuovi criteri di classificazione per i pericoli fisici, per la salute e per

l’ambiente; • avvertenze che indicano il grado relativo del pericolo (‘Pericolo’ o

‘Attenzione’); • nuovi Pittogrammi (simboli riquadrati a forma di diamante o rombo); È opportuno sottolineare che la classificazione e l’etichettatura dei prodotti riflettono il tipo e la gravità dei pericoli intrinseci di una sostanza o di una miscela, mentre la registrazione degli agro-farmaci è fondata sulla valutazione del rischio, che ha lo scopo di stabilire in quali condizioni questi possono essere impiegati senza rischi per la salute e l’ambiente.

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Tempistiche di applicazione

Il CLP prevede tempistiche di applicazione differenti per sostanze e miscele; mentre le prime devono essere obbligatoriamente classificate secondo il CLP già dal 1 dicembre 2010, sono ormai prossime anche le scadenze che riguardano le miscele, e quindi gli agro-farmaci:

• i titolari di registrazione devono immettere sul mercato prodotti con etichetta CLP obbligatoriamente a partire dal 1 giugno 2015;

• è possibile commercializzare prodotti con etichetta CLP prima di tale data;

• gli agro-farmaci già immessi in commercio (allo scaffale) entro il 1 giugno 2015 con etichetta DPD potranno essere commercializzati dai rivenditori ed utilizzati dagli agricoltori senza necessità di ri-etichettatura fino al 31 maggio 2017; entro la stessa data sarà, dunque, possibile la presenza sul mercato di uno stesso prodotto con etichetta DPD e CLP;

• il 31 maggio 2017 rappresenta il termine ultimo per lo ‘smaltimento scorte’ al commercio e all’impiego degli agro-farmaci con etichetta DPD; dal 1 giugno 2017 potranno essere commercializzati ed impiegati solo agro-farmaci con etichetta CLP. Le etichette DPD e CLP saranno entrambe disponibili sulla banca dati del Ministero della Salute fino al 31 maggio 2017.

Le schede di sicurezza (SDS) L’applicazione del CLP non modifica gli obblighi di fornitura della scheda dati di sicurezza (SDS), che deve essere consegnata alla prima fornitura e ogni qualvolta venga aggiornata. I fornitori devono consegnare, a titolo gratuito, la scheda di dati di sicurezza aggiornata a tutti i destinatari ai quali hanno distribuito la sostanza o la miscela nei 12 mesi precedenti. A partire dal 1 giugno 2015 la SDS dovrà essere compilata con i riferimenti e le classificazioni previsti dal CLP. Per gli agro-farmaci già immessi sul mercato prima del 1 giugno 2015 è previsto un periodo transitorio di 2 anni (fino al 31 Maggio 2017) in cui il vecchio formato - dove compare ancora la classificazione anche secondo la DPD - potrà essere comunque utilizzato, a patto che non vi intervengano modifiche registrative che prevedono l’obbligo di etichettatura e re-imballaggio o revisioni.

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Nuovi simboli previsti dalla normativa CLP

Contrassegnerà i prodotti che manifesteranno i livelli più blandi

di tossicità acuta orale, dermale o inalatoria (Categoria 4), irritazione dermale od oculare (Categoria 2), sensibilizzazione dermale (Categoria 1), tossicità specifica per organi bersaglio (STOT) dopo singola esposizione (Categoria 3), irritazione del tratto respiratorio, effetto narcotico. Simbolo che andrà a sostituire:

Questo simbolo contrassegnerà i prodotti accreditati di un significativo pericolo per la salute, quali i cancerogeni, i mutageni, i tossici per la riproduzione, quelli con tossicità specifica per organi bersaglio (es. fegato o sistema nervoso) sia per esposizioni singole che ripetute. Occorrerà leggere attentamente le indicazioni di pericolo, in quanto lo potremo trovare anche non solo su prodotti contenenti sostanze cancerogene o mutagene, ma su quelli con elevate quantità di solventi diffusissimi quali le nafte aromatiche. Simboli che andrà a sostituire:

Il simbolo contraddistinguerà i prodotti con elevata tossicità (categoria 1, 2 e 3) per via orale, inalatoria o dermale. Contrariamente a quanto si verificava precedentemente non verrà utilizzato per contraddistinguere mutageni o cancerogeni con moderata tossicità acuta. Poiché le soglia di tossicità sono cambiate, i prodotti che prima erano considerati nocivi ma con una DL50 orale compresa tra 200 e 300 mg/kg, adesso riporteranno il teschio e le tibie. Simboli che andrà a sostituire:

Nuovo simbolo che intuitivamente indicherà “Gas sotto pressione”. Lo troveremo probabilmente solo su alcuni fumiganti. Simbolo che andrà a sostituire: nessuno.

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Questo simbolo contraddistinguerà i prodotti corrosivi per la pelle di categoria 1A, 1B e 1C e quelli che provocano gravi lesioni oculari di categoria 1. Per via del cambiamento delle soglie, alcuni prodotti che presentavano rischi di gravi lesioni oculari (frase R41) e la croce di Sant'Andrea, riporteranno questo simbolo. Simboli sostituito:

Pericolo per l'ambiente: nessuna novità particolare, tranne che per gli erbicidi: nel calcolo della classificazione verrà presa anche la tossicità nei confronti delle piante acquatiche, mentre precedentemente era considerata solamente quella per le alghe, oltre a pesci e Daphnia. Simbolo sostituito:

Gas altamente infiammabile, Gas infiammabile, Aerosol altamente infiammabile, Liquido e vapori facilmente infiammabili, Solido infiammabile. Anche in questo caso la variazione delle soglie farà sì che molti prodotti classificati come infiammabili (frase R10) e i perossidi organici (precedentemente considerati comburenti) dovranno riportare questo simbolo. Simbolo sostituito:

Comburente: uno dei pochi simboli rimasti invariati rispetto alla precedente normativa, con eccezione dei già citati perossidi organici, prima comburenti e adesso infiammabili. Simbolo che andrà a sostituire:

Esplosivo: di solito non interessa gli agro-farmaci, a parte forse alcune tavolette fumiganti. Simbolo che sostituirà:

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2 Le malattie fungine della vite

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Peronospora della Vite

La peronospora è ancora oggi la principale malattia della vite, infatti è sulla strategia adottata contro questa malattia che si inseriscono le linee di difesa di altre malattie o parassitosi.

Negli ultimi anni, lo sviluppo delle tecniche di difesa e l’uso di nuovi principi attivi consentono di ottenere – tramite un’adeguata programmazione e un costante monitoraggio

delle condizioni ambientali in loco – risultati ottimali. L’utilizzo di prodotti diversi fra loro ne diminuisce l’accumulo con il conseguente allontanamento dalla soglia di rischio per i residui sull'uva.

Quando trattare?

Nella difesa contro la peronospora è di fondamentale importanza evitare, soprattutto nel periodo iniziale, l’instaurarsi di infezioni primarie. I metodi più utilizzati per posizionare i trattamenti sono: la regola dei “tre dieci” e negli ultimi anni l’utilizzo dei modelli previsionali. I modelli matematici sono in grado di dare una valida indicazione sulla effettiva necessità di intraprendere un’azione anti - peronosporica. Rimandiamo all’apposito capitolo per le modalità della loro applicazione.

Nell’ambito delle strategie di difesa bisogna inoltre tenere conto del rischio di insorgenza di ceppi del fungo resistenti a quei principi attivi antiperonosporici dotati di maggiore specificità d’azione. Per ridurre al minimo tale rischio è necessario:

• attenersi al numero massimo di interventi consentiti all’anno con un determinato principio attivo;

• alternare le diverse famiglie chimiche di sostanze attive;

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• utilizzare miscele di principi attivi a diverso meccanismo d’azione; • usare i prodotti alla dose corretta e non sotto-dosati.

Quale principio attivo utilizzare?

Il mercato, come già anticipato, offre una molteplicità di principi attivi, la cui scelta dovrà essere valutata caso per caso, in base alle caratteristiche della sostanza, al programma di difesa impostato e al microclima del vigneto. Per migliorare l’efficienza del trattamento, ed evitare l’insorgere di resistenze da parte dei patogeni, si deve impostare una strategia di difesa che alterni sostanze attive con una diversa modalità d’azione. Riportiamo, in breve, le caratteristiche di alcuni principi attivi presenti sul mercato. Ametoctradina molecola appartenente alla nuova classe chimica delle pirimidilamine. Agisce biochimicamente inibendo il complesso III della catena di trasporto degli elettroni e livello dei mitocondri, provocando l'arresto della produzione di ATP all'interno delle cellule fungine. La sua attività biologica si espleta inibendo zoospore e zoosporangi, soprattutto a livello di formazione, rilascio e mobilità, interrompendone in breve tempo l'attività. Cimoxanil fungicida ad azione preventiva e curativa che agisce contro le peronospore sia per contatto sugli elementi di propagazione, sia all'interno della pianta, svolgendo una azione endoterapica e inibendo lo sviluppo del micelio. Penetra nei tessuti entro 6 ore dal trattamento con azione citotropica e translaminare; il micelio viene attaccato dal momento della germinazione di zoospore o di conidi, sino a 3-5 giorni dopo. Mantiene l'attività fungicida anche a dosi molto basse e possiede un limitato effetto residuo (4-6 giorni) per cui si impiega in miscela con metà dose dei fungicidi tradizionali di copertura Cyazofamid è un fungicida che presenta un'eccellente attività nei confronti dei funghi della classe Oomycetes, in particolar modo contro Peronospora della vite (Plasmopara viticola). Svolge azione protettiva e deve pertanto essere applicato prima dell'attacco della malattia. A seconda della pressione della malattia assicura un buon controllo per un periodo fino a 14 gg.

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Dimethomorph è un derivato dell'acido cinnamico che manifesta un'azione citotropica e translaminare a sistemicità locale. La sua attività è particolarmente elevata all'inizio dell'infezione, durante ed alla fine del periodo di incubazione. Fosetyl Al è un fungicida utilizzato da lungo tempo in viticoltura ed è caratterizzato da una elevata solubilità in acqua che gli permette di essere traslocato negli organi verdi della pianta sia in senso acropeto che basipeto; è quindi un fungicida sistemico. La sua azione anti - peronosporica è prevalentemente di tipo preventivo ed indiretto; infatti, pur avendo un'azione diretta sul patogeno, stimola la vegetazione a produrre sostanze di difesa naturale che permettono un'auto-protezione con efficacia crescente trattamento dopo trattamento. Fosfonato di potassio sinonimi: Fosfito di potassio, Fosfonato di dipotassio, Idrogenofosfonato di potassio. Fungicida sistemico attivo nei confronti dei ficomiceti, in particolare sulla famiglia della peronosporacee. Molecola caratterizzata da elevata mobilità nelle piante, con sistemicità sia ascendente che discendente. Fenamidone è caratterizzato da una medio-bassa solubilità in acqua ed ha caratteristiche eco-tossicologiche molto favorevoli. Ha un'ottima selettività sui principali organismi utili del vigneto. Le principali caratteristiche di questo fungicida sono la sua capacità di muoversi nei vegetali con movimenti citotropici e translaminari, non sistemici, ed un'ottima affinità con le cere vegetali. Ha un'ottima attività anti – peronosporica: preventiva, curativa (entro 48 ore dall'infezione) ed anti - sporulante. Fluopicolide è attivo nei confronti di diversi oomiceti grazie ad un meccanismo d'azione in grado di alterare la stabilità delle proteine della membrana, non presenta resistenza incrociata con altri fungicidi antiperonosporici. Il preparato si contraddistingue per un'azione preventiva e curativa, si suggerisce un utilizzo in applicazioni preventive. Sono possibili incompatibilità del prodotto con rame, alcuni fitostimolatori e concimi fogliari contenenti azoto (nitrico e ammoniacale), pertanto sono consigliati saggi preventivi di compatibilità. Iprovalicarb è caratterizzato da un favorevole profilo eco - tossicologico ed una buona solubilità in acqua. E' dotato di un'ottima selettività sugli

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organismi utili diffusi nel vigneto. Nella pianta ha una traslocazione di tipo xilematico ed il suo movimento sistemico si svolge solo in senso acropeto. La sua azione antiperonosporica è di tipo preventivo ed è dotato anche di una buona azione curativa entro le 48 ore dall'inizio dell'infezione. Mandipropamid esplica la sua azione mediante l'inibizione sia della germinazione delle spore, sia dell'accrescimento del micelio, nonché attraverso l'inibizione della sporulazione. La molecola possiede una forte affinità con lo strato ceroso della vegetazione ed è dotata di una parziale attività citotropico-translaminare. Metalaxil-m è un fungicida sistemico che viene trasportato e distribuito con la linfa nelle diverse parti della pianta. Dall'interno dei tessuti garantisce il contenimento degli attacchi dei funghi appartenenti agli Oomiceti, inibendo la crescita e la riproduzione del micelio. Metiram fungicida che agisce per contatto fogliare dotato di una azione rapida e persistente, ben tollerato dalle piante. Il composto è costituito da un complesso ammoniacale di etilenbisditiocarbammato di zinco e di polietilenbistiuramdisolfuro. Zoxamide è una nuova sostanza attiva dotata di una spiccata attività biologica preventiva contro i funghi patogeni, ha una solubilità in acqua molto bassa e non ha attività sistemica nei tessuti vegetali, ha caratteristiche eco - tossicologiche molto favorevoli, la sua tossicità nei confronti dei mammiferi è molto bassa. Non si accumula nel suolo e nella falde acquifere. La sua bassa volatilità e la rapida degradazione (idrolisi e fotolisi) evitano il suo accumulo nell'ambiente e l'inquinamento dell'aria. I prodotti rameici sono disponibili in diverse formulazioni: ossicloruro di rame, solfato di rame e idrossido di rame, che si differenziano per la dimensione delle particelle. Infatti, tanto più piccole sono, tanto migliore è la distribuzione del principio attivo sulla superficie delle foglie. L'idrossido di rame possiede le particelle più piccole, mentre quelle più grandi appartengono all'ossicloruro di rame. In presenza di un clima fresco umido il rame può provocare ustioni sulle foglie e talvolta anche sugli acini soprattutto su varietà sensibili.

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La strategia antiperonosporica in pratica

Nella tabella sono riportati alcuni esempi pratici realizzati utilizzando le seguenti indicazioni. Da germogli di 5-10 cm a prefioritura L’inizio della difesa è in funzione della fase fenologica della vite e delle condizioni climatiche. Nei primi interventi si prevede l’impiego di prodotti di contatto a base di rame a basso dosaggio (35-70 g/hl di rame metallo), avendo cura di trattare viti asciutte e con temperature superiori a 10°C. Tali prodotti vanno utilizzati alla cadenza indicativa di 6-8 giorni e vengono dilavati dopo circa 30-40 mm di pioggia. I prodotti di copertura quali mancozeb o composti rameici possono essere eventualmente miscelati con fosetyl-Al per consentire una migliore protezione della nuova vegetazione in un momento di intenso accrescimento della pianta. Eventuali trattamenti curativi possono essere eseguiti con principi attivi translaminari come dimetomorph, cymoxanil, benthiavalicarb, oppure sistemici come metalaxyl, metalaxyl-m, benalaxyl, iprovalicarb. Difesa dalla prefioritura ad allegagione In questa fase, che è fra le più pericolose, dovrà essere massima l’attenzione, soprattutto nelle zone e sulle varietà più a rischio. Il periodo è caratterizzato da una forte crescita vegetativa e si consiglia l’impiego di formulati sistemici a maggior persistenza di azione. La strategia più cautelativa consiste nel mantenere una copertura fungicida costante, utilizzando prodotti di copertura come ciazofamide, fenamidone, famoxadone, iprovalicarb, dimetomorf previsione di una presunta pioggia oppure nell’intervenire, in corso di emeregenza, con prodotti endoterapici entro il 20-30% del periodo di incubazione o non oltre le 48 ore dall’evento infettivo. Generalmente in questa fase è consigliabile utilizzare miscele con 2-3 principi attivi a diverso meccanismo d’azione, che consentono di mantenere un intervallo fra i trattamenti di 8-10 giorni. Le miscele con fosetyl-Al anche in questa fase sono in grado migliorare le prestazioni dei fungicidi partners.

Da allegagione a invaiatura La fase di rapido accrescimento dell’acino è ancora un periodo di estrema sensibilità alla peronospora. È questo il momento più opportuno per sfruttare l’efficace azione sul grappolo dei prodotti a base di dimetomorf, ciazofamide, zoxamide, piraclostrobin+metiram,

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mandipropamide o iprovalicarb. Questi prodotti vanno adoperati con cadenza di circa 8-10 giorni, in miscela con rame. Anche in questa fase l’aggiunta di fosetyl-Al permette di potenziare l’azione anche sulle foglie sulle femminelle in accrescimento. Tuttavia l’impiego di questi deve essere interrotto almeno 40 giorni prima della raccolta, al fine di scongiurare problemi di residualità. Dopo l'invaiatura La chiusura del calendario è fatta con prodotti ad azione di tipo multisito, ed alternanza di prodotti con differenti meccanismi di azione, per una efficace gestione della resistenza. La difesa si basa sull’impiego di prodotti rameici, utilizzando formulati che consentono di ridurre l’apporto di rame metallo. Nelle zone soggette a prolungate bagnature e in vigneti vigorosi, per assicurare una adeguata protezione della vegetazione, è utile il ricorso ai sistemici con rame (es. Fosfiti in miscela con Rame). Fase fino a grappoli

separati pre-fioritura →

allegagione allegazione → per-chiusura grappolo

invaiatura

Es. 1 Fosetyl Al + Fluopicolide

Fosetyl Al + Fenamidone + Iprovalicarb

Mandipropamid Rame

Es. 2 Cimoxanil + Fosetyl Al + Zoxamide

Fosetyl Al + Fenamidone + Iprovalicarb

Zoxamide + Rame Rame

Es. 3 Dimetomorf + Rame

Fosfonato K + Metiram +

Ametoctradina

Mandipropamid Rame

E in agricoltura biologica?

Al verificarsi delle condizioni per lo sviluppo del patogeno si deve mantenere la copertura della vegetazione con prodotti a base di rame. In caso di piogge persistenti aumentare la frequenza dei trattamenti, ma non aumentare la dose del prodotto. In caso di pioggia dilavante per il rame (30-35mm) intervenire tempestivamente. Per i primi trattamenti in assenza di infezioni in atto utilizzare poltiglie e ossicloruri di rame. Se sono presenti le macchie d’olio – nelle zone ad alto rischio - si deve intervenire tempestivamente con idrossido di rame alla dose di 400-500 grammi di rame metallico entro la scadenza del periodo di copertura del trattamento precedente, nelle altre zone prima che scada il periodo di incubazione del patogeno. Nella fioritura sono da evitare i trattamenti che dovranno essere posizionati immediatamente prima o in caso di pioggia immediatamente dopo. Il quantitativo massimo di rame metallo distribuibile è di 6 kg ettari all’anno.

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Oidio della vite

L’oidio è una delle principali malattie della vite, una volta insediatosi nel vigneto, con condizioni microclimatiche favorevoli è in grado di crescere e diffondersi molto velocemente per cui il controllo risulta molto difficoltoso, in particolare l’infezione sul grappolo comporta danni su produzione e qualità delle uve.

Negli ultimi anni l’oidio si è manifestato con maggior intensità e frequenza nei nostri vigneti, ma a differenza della peronospora non sono ancora disponibili modelli previsionali sufficientemente collaudati nei nostri ambienti per prevederne lo sviluppo in modo affidabile. La pericolosità dell’Uncinula necator – questo il nome biologico dell’agente patogeno dell’oidio della vite – impone di programmare una strategia di lotta di tipo preventivo.

Quando tratt are?

Il periodo più delicato per il controllo dell'oidio è quello che abbraccia le fasi dalla differenziazione dei grappoli fino all’invaiatura. Il picco di suscettibilità si tocca durante la fioritura, per poi calare quando gli acini hanno raggiunto dimensioni intorno ai 5-6 millimetri. La comparsa dei "primi germogli a bandiera" o dei sintomi sulle foglie coincide con l'inizio della difesa. Prima dell’emissione della 5ª e 6ª foglia, in linea generale, non è necessario dare inizio agli interventi. Nei nostri ambienti l’inizio della lotta può coincidere con l’inizio della difesa anti - peronosporica.

L’intervallo tra i trattamenti deve essere valutato in relazione all’andamento climatico, alla pressione della malattia, alla sensibilità varietale e al microclima. Le zone collinari ben esposte e asciutte sono predisponenti per le infezioni di oidio, al contrario dei fondovalle dove l’umidità favorisce lo sviluppo della peronospora.

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Quale principio attivo utilizzare?

Il mercato offre una molteplicità di principi attivi, la cui scelta dovrà essere valutata caso per caso, in base alle caratteristiche della sostanza, al programma di difesa impostato e al microclima del vigneto.

Per migliorare l’efficienza dei trattamenti ed evitare l’insorgere di resistenze da parte dei patogeni, si deve impostare una strategia di difesa che alterni sostanze attive con una diversa modalità d’azione. Riportiamo, in breve, le caratteristiche dei principali principi attivi presenti sul mercato. Boscalid è un fungicida appartenente alla famiglia chimica delle anilidi, dotato di un ampio profilo fungicida, efficace sia nei confronti di Ascomiceti (U. necator, ecc.) sia di Deuteromiceti, impiegabile in pieno campo su vite contro Botrite ed Oidio. Consentito al massimo un trattamento all’anno. Bupirimate ha un’azione sia preventiva che curativa. Caratterizzato da una potente azione citotropica e translaminare riesce a raggiungere il micelio anche se sviluppato all'interno dei tessuti dell'ospite. Inoltre, essendo dotato di potere fugante, è efficace anche su quelle parti della pianta che non vengono bagnate durante il trattamento. Ha una attività multisito ed è quindi interessante per una gestione globale della resistenza. E’ consigliato durante la fase estiva. Ciflufenamid è un fungicida ad azione preventiva, curativa ed ha elevata persistenza, appartenente al gruppo chimico delle amidoxidime, esplica una prolungata attività nei confronti della crittogama inibendone il processo infettivo. Consentiti al massimo due trattamenti all’anno. Inibitori della biosintesi dell’Ergosterorlo (I.B.E .) hanno un’attività anti - oidica di circa 8-10 giorni. Non sono prodotti curativi e pertanto vanno utilizzati in modo preventivo, nelle fasi di maggior rischio dalla fioritura all’invaiatura in alternativa al Metafrenone, Strobilurine, o al Bupirimate. In caso di necessità sono da preferire a Metrafenone e Spiroxamina nei trattamenti finali in sostituzione dello zolfo. E’ opportuno effettuare al massimo tre trattamenti annui come somma di tutti i principi attivi appartenenti al gruppo degli I.B.E.

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Meptyldinocap agisce per contatto ed è caratterizzato da una azione preventiva, curativa ed eradicante nei confronti dell’oidio; è una sostanza attiva appartenente alla famiglia chimica dei Dinitrofenoli. Utilizzabile anche con infezioni in atto. Metrafenone è un anti-oidico appartenente alla famiglia dei Benzofenoni. Si consiglia di utilizzarlo nella fase post - fiorale alla cadenza di 10 giorni, in alternativa agli Inibitori della Biosintesi dello Sterolo, Strobilurine o Bupirimate. Quinoxifen è un prodotto appartenente alla famiglia delle Quinoline. Ha una buona azione preventiva e pertanto è consigliato nella fase pre-fiorale con cadenza di 8-10 giorni. Non utilizzare con infezioni già in atto. Spiroxamina è un prodotto appartenente alla famiglia delle Spiroketalamine, il sito di azione è diverso rispetto agli Inibitori della Biosintesi dello Sterolo. Impiegare fino all’allegagione. Mettere sempre la Spiroxamina per prima nella botte. Strobilurine hanno dimostrato una buona efficacia anti - oidica e una lunga persistenza (10 giorni) soprattutto se impiegati in blocco, 2 - 3 trattamenti da fine fioritura all’invaiatura. Zolfo esplica il massimo della sua attività con temperature comprese tra 18 e 25 °C e la copertura è di 6-7 giorni. Lo zolfo bagnabile si impiega a dosaggi variabili da 200 a 500 g/hl. Zolfo ventilato il suo utilizzo è consigliabile in post-fioritura con temperature superiori ai 20° C, a dose di 20–30 kg/ettaro.

La strategia anti–oidica in pratica

Nei primi trattamenti si consiglia l’utilizzo di zolfo bagnabile alla dose di 400-500 g/hl. In prefioritura, la pericolosità del fungo aumenta ed è preferibile impiegare prodotti specifici quali Quinoxifen, Spiroxamina, Metrafenone o Inibitori della Biosintesi dell’Ergosterolo (I.B.E.), miscelati con zolfo. Il Quinoxifen va utilizzato su vegetazione esente da oidio e meglio se nelle formulazioni contentini Miclobutanil.

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Da fine fioritura in poi è opportuno utilizzare prodotti specifici come Metrafenone, Strobilurine o Bupirimate. Nei trattamenti finali se la pressione della malattia non è elevata si po’ anche intervenire con zolfo bagnabile a 200 g/hl. Utilizzando lo zolfo ventilato o lo zolfo bagnabile non vi è alcun pericolo di resistenza. Lo zolfo se distribuito a dose elevata ed in presenza di alte temperature può avere effetti collaterali sugli insetti utili, effettuare quindi i trattamenti nelle ore serali più fresche. Il Meptyldinocap agisce sull'oidio a partire da circa 5°C. Le nuove formulazioni sono meno dannose per gli insetti utili. Se ne consiglia l’utilizzo nelle prime fasi di sviluppo della vite nel caso in cui nell’anno precedente ci siano stati forti attacchi di oidio, oppure in caso di attacchi in atto. Esempi di strategia anti-oidica

Fase fino a grappoli separati

pre-fioritura → allegagione

allegazione → per-chiusura grappolo

invaiatura

Es. 1 Spiroxamina Triflossistrobina Tebuconazolo +

Zolfo Zolfo

bagnabile Es. 2

Zolfo bagnabile Metrafenone Pyraclostrobin Tebuconazolo

Es. 3 Zolfo bagnabile

Penconazolo + Zolfo Bupirimate

Zolfo bagnabile

E in agricoltura biologica? In agricoltura biologica la lotta si basa su un’attenta gestione agronomica del vigneto. Le operazioni più importanti sono il contenimento della vigoria delle piante e la sfogliatura, eseguita con lo scopo di arieggiare e illuminare i grappoli. Questa operazione facilita inoltre la penetrazione dello zolfo durante i trattamenti. È comunque fondamentale una difesa preventiva durante tutto il periodo di suscettibilità; nelle zone più colpite e con varietà molto sensibili è opportuno cominciare i trattamenti allo stadio di 2-3 foglie con zolfo in polvere, con temperature superiori ai 15°C. La difesa prosegue poi con zolfo bagnabile a cadenza variabile a seconda della pressione della malattia. In annate predisponenti e nei periodi di maggior sensibilità del grappolo è opportuno intervenire con zolfo in polvere, il quale offre maggiori garanzie di successo. Importante per la gestione della malattia è seguire l’andamento stagionale e lo sviluppo delle infezioni su testimoni non trattati in modo da impostare un’attenta e accurata strategia di difesa. Un’ulteriore possibilità di intervento è l’utilizzo del fungo antagonista Ampelomyces quisqualis (minimo 2 interventi) il quale, utilizzato in autunno, può aiutare la parassitizzazione dei cleistoteci e quindi avere influenza sull’inoculo iniziale della malattia. Nei vigneti molto sensibili e in presenza di forte inoculo, provenienti da infezioni tardive sfuggite nell’anno precedente, è consigliabile intervenire a scopo preventivo in febbraio con Permanganato di Potassio al 3%. Il Permanganato può essere anche utilizzato per bloccare un attacco di oidio facendo seguire entro 24 ore un trattamento con zolfo.

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Botrite della vite

Il più conosciuto marciume del grappolo è sicuramente la muffa grigia, provocata da Botrytis cinerea Pers., micete che, contrariamente ad altri agenti di analoghe alterazioni (Aspergillus spp., Penicillium spp., varie specie di lieviti e batteri), è in grado di infettare anche altri organi della pianta quali foglie, giovani tralci e infiorescenze nei loro primi stadi di sviluppo.

L’epidemiologia è estremamente complessa la cui manifestazione risulta dall’interazione di numerosi fattori agronomici e climatici. Gli attacchi sono favoriti dalle ferite sul grappolo causate da grandinate o da insetti. Nella lotta alla botrite grande importanza riveste una gestione agronomica razionale del vigneto, eseguendo adeguati interventi colturali per contenere il vigore vegetativo e per promuovere un microclima più favorevole alla maturazione dei grappoli e meno all’istaurarsi delle malattie, rispetto alla sola difesa chimica con prodotti antibotritici. Anche la lotta ai parassiti quali la tignola e tignoletta, gestendo in modo adeguato i trattamenti insetticidi, aiuta a prevenire l’insorgere della muffa grigia. Oltre ad interventi chimici mirati, anche adeguate scelte dei principi attivi utilizzati nei trattamenti contro la peronospora e l’oidio possono aiutare a contenere questo patogeno. L’utilizzo del principio attivo Zoxamide contro la peronospora da fine fioritura a pre-chiusura grappolo ha effetto collaterale antibotritico. Il principio attivo Boscalid, utilizzato contro l’oidio, è efficiente anche contro Botrytis cinerea Pers. Quando trattare? La botrite attacca solo i tessuti verdi e non lignificati, la suscettibilità del grappolo raggiunge il livello più maggiore in corrispondenza della maturazione. La temperatura non costituisce un fattore limitante per lo sviluppo del fungo che può avvenire con diverse

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velocità tra i 5° C ed i 30° C (optimum 18-20° C), l'umidità relativa invece per assicurare la germinazione dei conidi deve essere molto elevata (>95%). Le strategie di difesa possono variare in base alla sensibilità della varietà ed al microclima del vigneto. Si possono individuare diverse tipologie di lotta, da adattare ed applicare a in base alle condizioni locali e all’andamento climatico. Su varietà molto sensibili ed in climi molto umidi sono quattro i momenti in cui intervenire: fine fioritura, pre-chisura grappolo, invaitura ed un ultimo intervento 3-4 settimane prima della vendemmia. Per varietà poco o mediamente sensibili si può intervenire al verificarsi delle condizioni previste dalla “regola dei due 15” (temperatura 15° C e almeno 15 ore di bagnatura). I disciplinari di produzione previsti dalle misure agro-ambientali prevedono al massimo due trattamenti all’anno. La tecnica di difesa prevede quindi la combinazione delle due strategie precedenti: un primo trattamento in pre-chiusura grappolo in grado di ridurre in modo sostanziale l’inoculo ed un secondo trattamento qualche settimana prima della vendemmia al verificarsi della “regola dei due 15”.

Quale principio attivo utilizzare?

Il mercato offre una molteplicità di principi attivi, la cui scelta dovrà essere valutata caso per caso, in base alle caratteristiche della sostanza, al programma di difesa impostato e al microclima del vigneto. Per migliorare l’efficienza dei trattamenti ed evitare l’insorgere di resistenze da parte dei patogeni, si deve impostare una strategia di difesa che alterni sostanze attive con una diversa modalità d’azione. Riportiamo, in breve, le caratteristiche dei principali principi attivi presenti sul mercato. Ciprodinil è un fungicida parzialmente sistemico che agisce interferendo sulla biosintesi degli aminoacidi inibendo la penetrazione del fungo e la crescita sia sulla superficie, sia all'interno della foglia. Il suo meccanismo di azione risulta diverso sia da quello dei prodotti dicarbossimidici, sia dai benzimidazolici e dai triazoli. Risulta inoltre selettivo nei confronti dei più importanti insetti ed acari utili.

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Fludioxonil è un fungicida non sistemico appartenente alla famiglia dei fenilpirroli. Fenexamide è un fungicida di copertura dotato di limitata penetrazione nel tessuto fogliare e solo parziale attività translaminare, appartenente alla nuova famiglia chimica delle idrossianilidi. Fenpyrazamine è un fungicida appartenente alla famiglia chimica dei pyrazolinoni, dotato di attività translaminare, svolge la sua attività nei confronti dell'agente della muffa grigia inibendo la crescita miceliare, la formazione di spore sulle lesioni, l'allungamento del tubo germinativo e prevenendo lo sviluppo delle lesioni. La molecola risulta fungitossica anche nei confronti dei funghi dei generi Sclerotinia, Monilinia, Rhynchosporium e Pseudocercosporella. Fluazinam è l'unico esponente della famiglia chimica delle piridinammine registrato in Italia. Agisce inibendo la respirazione cellulare a livello mitocondriale. E’ un principio attivo multi-sito, rientra nel gruppo 29 del FRAC, tra le sostanze attive classificate a rischio resistenza basso. Il suo impiego è quindi utile in programmi di difesa anche per la gestione delle resistenze. Agisce per contatto, legandosi saldamente alle cere dell’epidermide e offrendo una resistenza al dilavamento tra le più elevate tra i prodotti presenti sul mercato, resistendo a piogge finanche di 70-80 mm Fluopyram appartiene alla classe chimica delle piridinil-etil-benzammidi. Agisce inibendo la respirazione mitocondriale interferendo con l'attività dell'enzima Succinato Deidrogenasi. Grazie a tale meccanismo d'azione, la molecola agisce su diversi stadi del ciclo vitale fungino: germinazione delle spore, accrescimento dl tubulo germinativo e sviluppo del micelio. E’ dotato di mobilità sistemica. Pirimetanil è un fungicida di contatto con proprietà translaminari che esplica la sua attività biologica inibendo nei funghi patogeni sensibili la secrezione degli enzimi necessari al processo di infezione. Boscalid è un fungicida efficace sia nei confronti di Ascomiceti sia di Deuteromiceti, impiegabile in pieno campo su vite contro Botrite ed Oidio. Consentito al massimo un trattamento all’anno.

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La strategia anti–botritica in pratica Come regola generale prima dei trattamenti risultano fondamentali gli interventi al verde, come sfogliature, cimature, scacchiature per favorire l’ottimale distribuzione del formulato sui grappoli. Le fasi ideali di utilizzo dei prodotti antibotritici sono la pre-chiusura grappolo e circa un mese dalla vendemmia. È importante per evitare fenomeni di resistenza e per non avere problemi di residui sulle uve, usare lo stesso prodotto una volta sola all’anno e quindi alternare nell’impiego i vari principi attivi. Risulta interessante il ricorso a formulati contenenti Zoxamide nella fase di pre-fioritura e fioritura per cultivar sensibili ad attacchi di botrite sui grappoli in fioritura o al verificarsi di periodi climatici piovosi ed umidi sempre in questa fase. All’invaiatura, il metabolismo generale delle bacche si riduce progressivamente fino alla maturazione; questo fenomeno comporta una riduzione dei meccanismi di resistenza naturale. Il fungo, prima latente, può riprendere, così, la sua crescita. Il trattamento prima della vendemmia è consigliato solo per le varietà a raccolta tardiva, oppure per quelle destinate all’appassimento. Esempi di strategia anti-botritica

Fase pre-fioritura → allegagione

chiusura grappolo

invaiatura un mese prima della vendemmia

Es. 1 Fluazinam Ciprodinil+Fludioxonil Es. 2

Boscalid (su oidio e botrite) Pirimetanil

Es. 3

Zoxamide (su peronospora) Fenexamide Zoxamide

(su peronospora)

E in agricoltura biologica? In agricoltura biologica la lotta si basa su un’attenta gestione agronomica del vigneto. Le operazioni più importanti sono il contenimento della vigoria delle piante e la sfogliatura, eseguita con lo scopo di arieggiare e illuminare i grappoli. Il rame utilizzato conto la peronospora riduce il vigore vegetativo ed indurisce la buccia degli acini; in parte lo zolfo contribuisce al controllo della malattia. La lotta biologica può essere fatta con il Bacillus subtilis, un batterio presente in natura che entra in competizione con i patogeni che controlla limitando la disponibilità delle sostanze nutritive e riducendo lo spazio per la colonizzazione, va applicato nelle fasi di massima suscettibilità ai patogeni e dopo eventi infettanti come forti piogge o sbalzi termici. Si utilizza a partire dalla piena fioritura ogni 7-10 giorni per un massimo di 5 trattamenti a stagione.

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L’esecuzione del trattamento fitosanitario

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I modelli previsionali

Al fine di ridurre il numero dei trattamenti fitosanitari ed intervenire solamente quanto realmente necessario, con un conseguente risparmio economico ed un minor impatto ambientale, è da decenni che si studiano sistemi per posizionare al meglio gli interventi fitosanitari. La famosa “regola dei tre dieci” utilizzata per prevedere il momento in cui possono iniziare le infezioni primarie della peronospora è il primo esempio di modello previsionale realizzato per questa malattia. Frutto dell'osservazione di quanto accade nella realtà, questa regola ci indica che sono possibili infezioni di peronospora quando:

• la temperatura giornaliera minima è superiore a 10°C; • i germogli sono lunghi almeno 10 cm o comunque con aperture

stomatiche ben differenziate; • almeno 10 mm di pioggia caduti in 48 ore.

Il periodo d’incubazione, influenzato dalla temperatura e dall’umidità relativa, varia dai 4 ai 23 giorni e si può calcolare utilizzando la tabella di Muller-Goidanich. Se pur un valido aiuto per posizionare il primo trattamento, la sola regola dei tre dieci e il calcolo dell'incubazione possono essere migliorati con una valutazione più fine dei parametri, per fare questo negli anni sono stati studiati vari modelli previsionali. I modelli previsionali sono algoritmi matematici in grado di simulare lo sviluppo dei parassiti a partire da parametri climatici. Per la vite sono disponibili vari modelli, ma questi devono essere validati sul territorio per poter interpretare nel modo corretto le indicazioni fornite. E' inoltre necessaria la presenza di una rete di capannine che rilevino i parametri meteorologici necessari per le simulazioni.

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Modello DOWGRAPRI (Peronospora della vite) Il DOWGRAPRI è un modello di simulazioni delle infezioni primarie della Plasmopara viticola che nasce dalla collaborazione dei Settori Fitosanitari delle regioni Piemonte ed Emilia Romagna e delle Università di Piacenza e Bologna. Il modello, validato sul nostro territorio regionale, utilizza dati orari di temperatura dell’aria, umidità relativa, pioggia e bagnatura fogliare per simulare il processi infettivi, dalla germinazione delle oospore, alla comparsa dei sintomi di peronospora, incluso l’intero processo germinativo, la sopravvivenza degli sporangi, il rilascio e la sopravvivenza delle zoospore, la loro dispersione e, infine l’infezione e l’incubazione. Il modello si basa sul concetto fondamentale che la popolazione di Plasmopara viticola in un vigneto è composta da diverse famiglie di oospore che sono in fase di quiescenza. Queste, prima di germinare, devono superare un determinato e graduale periodo di latenza dopo il quale cominciano a germinare seguendo una distribuzione normale. Il processo di simulazione della germinazione prende avvio ad ogni evento piovoso in grado di bagnare la lettiera di foglie presente nel terreno del vigneto. La simulazione può essere interrotta in ogni fase del processo infettivo se le condizioni climatiche non sono favorevoli al fungo, come può completarsi sino alla comparsa dei sintomi sulla vegetazione. In pratica il processo infettivo viene scomposto nelle seguenti fasi: 1) Superamento della latenza . Fornisce una stima del momento in cui le prime famiglie di oospore raggiungono la maturazione fisiologica, e sono quindi pronte a germinare. Il processo di germinazione dipende in questa fase dalla temperatura e dalla bagnatura della lettiera. L’indice che si produce viene accumulato fino al superamento di una determinata soglia, al di sopra della quale si considera conclusa la fase di latenza. 2) Germinazione delle oospore. Dopo il superamento della latenza, il modello considera che ogni evento piovoso capace di umettare la lettiera è in grado di innescare la germinazione di una famiglia di oospore. Ogni pioggia in questo periodo

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fa iniziare il processo di germinazione di ogni singola famiglia di oospore e la produzione del macrozoosporangio. 3) Sopravvivenza dei macrozoosporangi . Il modello fornisce una stima della sopravvivenza dei macrozoosporangi in assenza di acqua, in rapporto alle condizioni di temperatura e umidità. Senza le condizioni climatiche idonee (temperatura ed umidità relativa elevata e la presenza di un velo d’acqua) i macrozoosporangi possono sopravvivere solo per un paio di giorni, poi muoiono. Questa è un’indicazione di fondamentale importanza per individuare l’avvio di eventuali infezioni anche alcuni giorni dopo l’avvenuta germinazione delle oospore. 4) Rilascio e dispersione delle zoospore . Il modello simula il rilascio delle zoospore qualora il macrozoosporangio sia in presenza di una sufficiente bagnatura della lettiera di foglie. In questa fase le zoospore, molto delicate, nuotano nel film liquido e, qualora esposte a condizioni climatiche sfavorevoli (assenza di bagnatura), si devitalizzano. Tuttavia, se in questo periodo cade una pioggia si considera che questa sia in grado di veicolare con gli schizzi d’acqua le zoospore sulla vegetazione suscettibile. 5) Infezione e incubazione . Il modello simula il momento dell’infezione da parte delle zoospore, in funzione della combinazione di temperatura e durata della bagnatura fogliare. Durante questo periodo le zoospore nuotano verso le aperture stomatiche, si incistano e producono un tubetto germinativo in grado di penetrare attraverso gli stomi. Se la superficie fogliare si asciuga prima della penetrazione, le zoospore si devitalizzano. Alla fine del processo di incubazione, che varia nel tempo in funzione della temperatura e dell’umidità dell’aria, il modello segnala il probabile momento di inizio della comparsa dei sintomi nel vigneto. Modello POWGRAPRI (Oidio della vite) Il POWGRAPRI è un modello di simulazioni dei processi infettivi primari dell’oidio che nasce dalla collaborazione dell'Università Cattolica di Piacenza con il Servizio Fitosanitario della Regione Emilia-Romagna. Questo modello non è ancora stato validato sul territorio piemontese.

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Il modello, partendo da dati orari di temperatura, umidità relativa, pioggia, bagnatura fogliare e deficit di pressione di idrico (VPD) registrati dal primo giorno dell’anno, determina i giorni climaticamente favorevoli per la maturazione delle ascospore. La percentuale di ascospore liberate ad ogni evento piovoso utile, caratterizzato da piogge di almeno 2,5 mm con temperatura di almeno 10°C (secondo il modello Gadoury), viene calcolato in funzione dei giorni trascorsi dalla data di germogliamento della vite attraverso un sottomodello che accumula unità termiche sopra i 10°C a partire dal 1° gennaio. Ogni rilascio comprenderà una quota di ascospore decurtata della quantità di queste rilasciate in precedenza. Successivamente viene calcolato il tasso di germinazione e formazione dell’appressorio delle ascospore in funzione di temperatura e VPD e l’indice di infettività ascosporica sulla base del prodotto della proporzione di ascospore rilasciate con il tasso di germinazione. Tali fattori concorrono alla definizione del Rischio di infezione. Infine il modello calcola il periodo di incubazione prima che le infezioni primarie si manifestino in campo. Tabella di Muller-Goidanich

Valutazione della percentuale giornaliera di incubazione della peronospora

Temperatura media (°C) * Percentuale di infezione giornaliera % **

Umidità relativa bassa Umidità relativa alta 14 6.6 9 15 7.6 10.5 16 8.6 11.7 17 10 13.3 18 11.1 15.3 19 12.5 16.6 20 14.2 20 21 15.3 22.2 22 16.6 22.2 23 18.1 25 24 18.1 25 25 16.6 22.2 26 16.6 22.2

Note : * Per il calcolo della temperature fare la media matematica tra la massima, la minima e le temperature rilevate alle ore 9 e alle 21 di ogni giorno. ** Con alternanza di giorni nuvolosi, piovosi e sereni, prendere valori intermedi.

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La prevenzione dell'insorgere delle resistenze

La resistenza ad un fungicida è definita come un adattamento genetico e stabile del fungo all’azione tossica della molecola chimica che si traduce in una ridotta sensibilità al fungicida stesso. Questa si sviluppa in seguito all’esposizione prolungata della popolazione del patogeno al fungicida. Tale ridotta sensibilità è il risultato di mutazioni genetiche di una parte della popolazione del patogeno sulle quali l'esposizione all’azione della molecola chimica opera una selezione. Dal punto di vista pratico, spesso, la comparsa della resistenza è evidenziata dalla totale o parziale mancanza di attività del prodotto fungicida applicato che porta l’operatore ad aumentare costantemente la dose del fungicida stesso e il numero di trattamenti da eseguire per contenere la malattia. In realtà sono molte le cause che possono portare alla perdita di efficacia, quali per esempio un’errata preparazione e/o applicazione del prodotto, il deterioramento del prodotto stesso prima dell’applicazione, un’elevata pressione della malattia o, addirittura, un’errata diagnosi di questa. Il fenomeno della comparsa di popolazioni fungine resistenti deve essere pertanto dimostrato con specifici test di laboratorio.

Sulla base delle conoscenze attualmente disponibili relative al meccanismo di azione dei fungicidi è possibile distinguere le sostanze attive in:

• fungicidi “multisito” cioè attivi su più siti della cellula fungina (es. prodotti rameici, zolfo e ditiocarbammati), considerati a basso rischio di resistenza

• fungicidi “monosito”, cioè con meccanismo di azione specifico (es. fenilammidi, inibitori della biosintesi degli steroli, strobilurine), considerati a medio-alto rischio di resistenza

Classificazione dei fungicidi sulla base dei meccan ismi d'azione

La classificazione dei fungicidi sviluppata dal FRAC (Fungicide Resistance Action Committee) raggruppa le sostanze attive sulla base del comune sito di azione ovvero del processo metabolico del fungo su

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cui esse agiscono. Se viene accertata la resistenza a un membro del gruppo è molto probabile, anche se non certo al 100%, che la resistenza incrociata sia presente per sostanze attive appartenenti al medesimo gruppo. Il grado di resistenza incrociata può tuttavia differire tra fungicidi appartenenti al medesimo gruppo e specie fungine. I fattori di stima da tenere conto sono principalmente legati al tipo di fungicida impiegato o “rischio intrinseco”. Il rischio intrinseco di resistenza ad un determinato fungicida viene generalmente stimato come Basso, Medio o Alto. Il rischio complessivo di resistenza ad una determinata sostanza attiva, viene inoltre stimato in funzione delle conoscenze biologiche del patogeno che si intende contenere (se l’agente, come per esempio le peronospore, è in grado di compiere molte generazioni nel corso della stagione vegetativa; se possiede una elevata fecondità ed una ampia variabilità genetica; se vi sono ceppi resistenti dotati di una elevata fitness; se possiede la capacità di metabolizzare la s.a.) e delle pratiche agronomiche eseguite in campagna che possono concorrere ad aumentare i rischi di insorgenza di resistenza. Fra queste possiamo considerare:

• rotazioni corte applicate alle colture estensive; • monocoltura; • uso esclusivo di un’unica sostanza attiva; • necessità di un elevato numero di applicazioni o lunga esposizione

alla s.a. a causa delle condizioni colturali; • uso di cultivar suscettibili al patogeno; • isolamento geografico della popolazione del patogeno: più è

isolata la coltura (intesa come distanza da altre colture, serre, tunnel ecc.), inferiore è la possibilità di introduzione di individui sensibili e di perdita delle forme resistenti;

• condizioni ambientali che favoriscono più generazioni del patogeno (più breve il tempo per compiere una generazione, più frequente l’esposizione al fungicida e maggiore il rischio di sviluppare resistenza);

• mancanza di metodi alternativi di controllo del patogeno. L’elenco completo delle sostanze attive e la relativa classificazione in funzione del meccanismo d'azione è consultabile sul sito del FRAC www.frac.info

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Principali gruppi di fungicidi in funzione del mecc anismo d'azione

Gruppo / Principio attivo

Rischio resistenza

N. massimo* trattamenti/anno

CAA: Carboxylic Acid Amides

- Dimethomorph; - Benthiavalicarb; - Iprovalicarb; - Mandipropamid;

Medio-basso 4

IBE: Inibitori della Biosintesi dell’Ergosterolo

Medio 3

- Penconazolo; - Fenbuconazolo; - Miclobutanil; - Tetraconazolo; - Tebuconazolo;

- Difenoconazolo; - Ciproconazolo; - Propiconazolo; - Triadimenol; - Triticonazolo;

QoI: Quinone outside Inhibitor

- Azoxystrobin; - Kresoxim-methyl; - Pyraclostrobin; - Trifloxystrobin;

- Famoxadone; - Fenamidone;

Alto 3

AP: Anilino Pirimidine

- Cyprodinil; - Mepanipyrim; - Pyrimethanil;

Medio 1

Fenilammidi

- Benalaxil; - Benalaxil M; - Metalaxil; - Metalaxil M;

Alto 3

SDHI: Succinato deidorgenasi

- Bixafen; - Boscalid; - Fluopyram; - Penthiopyrad;

Medio-alto 1

Nota: * numero massimo di trattamenti previsto dal disciplinare di produzione integrata.

Strobilurine

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La preparazione e l’esecuzione del

trattamento fitosanitaro

Per una buona riuscita del trattamento fitosanitario, oltre ai principi attivi adeguati e al corretto posizionamento dell'intervento, risultano fondamentali anche altri aspetti, in particolare:

• la corretta miscelazione acqua e agro-farmaci; • la corretta acidità dell'acqua utilizzata come vettore; • la corretta regolazione e manutenzione dell'atomizzatore;

Una cattiva distribuzione della miscela acqua fitofarmaco può rendere inefficace il trattamento, una distribuzione eccessiva del prodotto provoca sovra-dosaggio ma anche sgocciolamento e deriva, trasformandosi in un danno per l'ambiente e in un rischio per l'operatore ed i consumatori. Una distribuzione insufficiente delle sostanze attive oltre a non essere risolutiva contro la malattia può aiutare a selezionare ceppi di patogeni resistenti alle sostanze stesse. La preparazione della miscela Uno degli aspetti che più volte viene sottovalutato durante l'esecuzione dei trattamenti è la corretta miscelazione dei prodotti fitosanitari con l'acqua che ne farà da vettore. I vari prodotti hanno caratteristiche diverse e non sempre hanno una buona ed immediata miscibilità con l'acqua, motivo per cui è necessario avere alcune accortezze nelle fasi di preparazione. Il primo punto da verificare, tramite le indicazioni riportate in etichetta, è la miscibilità dei vari principi attivi utilizzati durante il trattamento e la loro miscibilità con eventuali concimi fogliari eventualmente aggiunti nel serbatoio (vedi tabelle nelle pagine seguenti). Alcuni principi attivi sono incompatibili fra loro e possono reagire neutralizzandosi a vicenda o dar luogo a miscele tossiche per la pianta. Lo stesso può capitare tra alcuni principi attivi e i concimi fogliari. L'incompatibilità, oltre che nel serbatoi, si può verificare anche tra trattamenti successivi se non sono trascorsi almeno 8-10 giorni tra gli interventi a base di molecole incompatibili. Risulta quindi indispensabile

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verificare anche le etichette dei prodotti utilizzati nel trattamento precedente. Un problema che potrebbe verificarsi è la precipitazione e l'inattivazione di alcuni prodotti se non viene rispettato il corretto ordine di inserimento nella botte. E' quindi indispensabile consultare sempre l'etichetta prima di iniziare la preparazione della miscela.

In linea generale il corretto ordine di inserimento dei prodotti nella botte è il seguente:

• regolatori di pH; • sacchetti idrosolubili (WSB); • granuli idrosolubili (SG) , polveri solubili (SP); • granuli dispersibili (WG); • polveri bagnabili (WP); • sospensioni concentrate (SC); • suspoemulsioni (SE); • emulsioni acquose (EW/ME); • emulsioni concentrate (EC); • concentrati solubili in acqua (SL); • bagnanti, fertilizzanti, prodotti antideriva.

L'utilizzo di dispositivi pre-miscelatori risulta il sistema migliore per ottenere una miscela uniforme, queste apparecchiature possono essere installate direttamente sulle irroratrici oppure essere autonome, in questo caso non ingombrano durante i trattamenti e possono essere utilizzati con più attrezzature per l’irrorazione.

pre-miscelatore montato sull’irroratrice pre-miscelatore autonomo

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Nel caso non disponga di un “pre-miscelatore” è buona norma adottare alcuni accorgimenti:

• tenere in funzione la pompa ed attivare il ricircolo interno al serbatoio;

• riempire il serbatoio per un terzo, versare i prodotti e portare a volume mantenendo sempre la pompa in funzione;

• mantenere la pompa in funzione e attivare la funzione di ricircolo durante le svolte, le soste e i trasferimenti fra gli appezzamenti.

L'acidità dell'acqua di miscelazione E' bene ricordare che le sostanze attive una volte miscelate con l'acqua cambiano le loro caratteristiche chimiche e l'efficacia diminuisce con il tempo fino ad annullarsi. Questo fenomeno è tanto più rapido quanto più è alto il pH della soluzione. In funzione del principio attivo e del pH l'inattivazione può variare da poche ore ad alcuni giorni, per maggiori dettagli sui tempi si rimanda alle tabelle nelle pagine seguenti.

Esempio di stabilita del Cymoxanil in acqua a vari pH (fonte Sipcam)

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Risulta quindi indispensabile preparare la soluzione strettamente necessaria all'esecuzione del trattamento ed evitare di avanzare miscela per i trattamenti successivi. In condizioni poco favorevoli sono sufficienti due ore per l'inattivazione di alcune sostanze attive, per cui anche la solo pausa pranzo può vanificare l'efficacia del trattamento se si utilizza una miscela preparate prima della sosta. Altro fenomeno da non sottovalutare è la precipitazione delle particelle di agro-farmaco in sospensione quando si disattiva pompa e il ricircolo interno al serbatoio.

Il pH ideale della soluzione ha valori prossimi alla neutralità (pH 7) per evitare danni alla vegetazione e nel contempo garantire una sufficiente stabilità del prodotto fitosanitario. La regolazione e la manutenzione dell'atomizzatore Per la buona riuscita del trattamento è indispensabile la corretta regolazione dell'atomizzatore. L'utilizzo di volumi eccessivi causa sgocciolamento al suolo e la conseguente perdita di prodotto attivo. Pressioni troppo elevate causano la formazione di gocce troppo piccole che sono soggette a fenomeni di deriva (volano letteralmente via) ed inoltre, a causa delle dimensioni ridotte, molte di esse evaporano prima di raggiungere il bersaglio. Dopo aver stabilito il volume ottimale di distribuzione si dovrà scegliere la pressione di lavoro adeguata, in funzione degli ugelli utilizzati che, con atomizzatori convenzionali (in cui la polverizzazione avviene ad opera dell'ugello e il ventilatore ha la solo funzione di convogliare il flusso della miscela) può variare tra i 7 e i 10 bar. Negli atomizzatori pneumatici (più conosciuti come “basso volume”) la pressione di lavoro ottimale è compresa tra 1 e 2 bar. Per ridurre i fenomeni di deriva in prossimità di aree sensibili (corsi d'acqua, abitazioni, strade) è buona norma utilizzare ugelli anti-deriva che in alcune versioni possono ridurre la deriva fino a quasi il 90%. Si ricorda però che anche se dotati di ugelli anti-deriva sono da evitare trattamenti in giornate ventose. La regolazione dei getti e del flusso d'aria, tramite gli appositi deflettori, si dimostra indispensabile per ridurre le perdite di miscela. Molte volte gli ugelli posti più in basso indirizzano il flusso verso il terreno e quelli in altro verso il cielo (con la conseguenza che il prodotto ricadrà per la maggior parte sul suolo e non sulla pianta da trattare). Una buona regolazione è indispensabile per non sprecare prodotto.

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Principali modalità di movimento dei prodotti fitosanitari nell’ambiente.

La manutenzione degli atomizzatori riveste un aspetto fondamentale. Con il tempo e l'utilizzo di prodotti chimici aggressivi gli ugelli si consumano variando la loro portata e la forma del getto. I regolatori di pressione perdono la capacità di compensare la variazione della pressione ed è necessario controllare che il compensatore idro-pneumatico lavori alla corretta pressione. Sono inoltre da evitare perdite per gocciolamento dagli ugelli, in genere causate dall'usura delle guarnizione. Il P.A.N. prevede l'obbligo del controllo funzionale per tutte le attrezzature entro novembre 2016 e la ripetizione di questo ogni 5 anni fino al 2020 e poi ogni 3 anni. Inoltre è previsto che l'agricoltore tutti gli anni, prima di iniziare i trattamenti, faccia una verifica aziendale dell'attrezzatura ed esegua le riparazioni del caso. Questa verifica e le riparazioni dovranno essere annotate su un apposito registro aziendale.

Controllo dell’uniformità di distribuzione con banco verticale.

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4 Tabelle di compatibilità

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TABELLA MISCIBILITA'

DEI PRODOTTI FITOSANITARI

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Azadiractina si no no si no si siBacillus thuringiensis si si si si si si si si si no no si si si si si si si si si si si no si si no si si

Clorpirifos o clorpirifos etile si si si si si si no no si si no no si si si si no no si si si si si no si si si siCydia pomonella - Virus granulosi si si si si si si si no no si si si si si si si si si si si no no no no si siDiflubenzuron si si si si si si si si si si si no no si si si si si si si si si si si no si si si siDimetoato si si si si si no no si si si no no si si si si no si no si si si si si no si si si siEsche proteiche si si no no noImidacloprid si si si si si si si no no si si si si si si si si si no si si si siMalation si si si si si si no no si si si si si si si si no si si si siOlio bianco no si no si si si si si no no si si si no no no si no si si si no si si no no no noOlio bianco estivo si si no si no si si si si si no no si si si no no no si no si si si no si si no no no noPiretrine naturali: Piretro si si si si si si si no no si si si si si si si no si si no si siPiretrine sintetiche: lambda cialotrina si si si si si si si no no si si si si si si si si si no si si si siPirimicarb si si si si si si si no no si si si si si si si si si no si si no si siPolisolfuro di bario no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no noPolisolfuro di calcio no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no noRotenone no no si si si si si si si no si si no si siAcaricida - Tebufenpirad si si si si si si si si si si no no si si si si si si si si no si si si siAmpelomyces quisqualis si si si si si si si si no no si no no no noAzoxistrobin si si si si si si si si si si si no no si si si si si si si noBitertanolo si si si si si si si si si si si si no no si si si si si noDiclofluanide si no si si no no no si si no no si si noDinocap si si no no no no si no no no noDodina si no si si no si si no no si si no no si si si no noEsaconazolo si si si si si si si si si si si si no no si si si si noFosetil alluminio si si si si no no no no si si si si si si no no no noMiclobutanil si si si si si si si si si si si si no no si si si si si si no si siPenconazolo si si si si si si si si si si si si no no si si si si no si siProcimidone si si si si si si si si si si si si no no si si si noProteinato di zolfo no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no noIdrossido di rame si si no si si si si si si si si si no no si si no si si no si siOssicloruro di rame si si no si si si si si si si si si no no si si no si si no si siPoltiglia bordolese industriale no no no no no no no no no no no no no no si siSolfiti alcalini e alcalino terrosi no no no no no noZolfo bagnabile si si si si si si si si no no si si si no no si si no no no si si siZolfo colloidale si si si si si si si si no no si si si no no si si no no no si si siZolfo in polvere no no no

Inse

ttic

idi

Fun

gici

di

Insetticidi Fungicidi

Legenda: si miscibile, no non miscibile, non interessa, sconsigliabile.

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TABELLA MISCIBILITA' DEI PRODOTTI FITOSANITARI AMMESSI IN

AGRICOLTURA BIOLOGICA

Olio

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Bac

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Pol

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Pol

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Olio estivo no si si no no siBentoniteHeliosoufre no no ncIdrossido di rame sc si si scBacillus thuringensis sc si no noZolfo bagnabile no si si siBeauveria bassiana siOssicloruro di rame si si si scPiretrine si si si no noPolisolfuro no no no no no noPoltiglia bordolese industriale no sc no si no noPropoliRotenone si sc sc no noTrichoderma harzianum Legenda: si miscibile, no non miscibile, sc sconsigliato, non interessa, sconsigliabile.

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TEMPO DI DEGRADAZIONE PER IDROLISI DEL 50%

DEL PRINCIPIO ATTIVO La tabella deriva da elaborazione di informazioni ottenute da: “THE PESTICIDE MANUAL. A WORLD COMPENDIUM. PUBLISHED BY THE BRITISH CROP PROTECTION COUNCIL”.

Nome tecnico Gruppo Comportamento a seconda del pH - DT50

Acido Gibberellico Fitoregolatore Stabile solo in mezzi acidi Acrinatrin Insetticida (piretroide) Idrolisi con pH > 7 Alaclor Erbicida Idrolizzato in mezzi acidi e alcalini Alfacipermetrina Insetticida (piretroide) Stabile con 3< pH < 7

Amitraz Insetticida (azotorganico) Instabile a pH < 7

Atrazina Erbicida Idrolizzato in mezzi acidi e alcalini

Azinfos-etile Insetticida (organofosforico)

Rapidamente idrolizzato da mezzi alcalini

Azinfos-metile Insetticida (fosforganico) Idrolizza rapidamente in mezzi alcalini e acidi. Stabile a pH neutro

Bacillus Thuringensis Insetticida biologico Stabile con 4 < pH < 7 Benalaxil Fungicida (azotorganico) Idrolizzato in mezzi alcalini Benomyl Fungicida (azotorganico) Instabile in mezzi acidi e alcalini Bioresmetrin Insetticida (piretroide) Idrolizzato in mezzi alcalini

Captan Fungicida (azoto - solforganico)

Incompatibile con mezzi alcalini DT50: 32.40 h a pH 7; meno di 2 min a pH 10

Carbaryl Insetticida (azotorganico)

Incompatibile con mezzi alcalini

Carbendazim Fungicida (azotorganico) Idrolisi più elevata in mezzi acidi DT50: più 35 gg con 5 < pH < 7; 125 gg a pH 9

Carbofuran Insetticida (azotorganico)

Idrolizza in mezzi alcalini

Carboxin Insetticida (azoto - solforganico) Stabile con 5 < pH > 7

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Nome tecnico Gruppo Comportamento a seconda del pH - DT50

Clorpiriphos Insetticida (fosforganico) Idrolizza tanto più quanto più elevato il pH

Chlorfenvinfos Insetticida (fosforganico) Instabile a pH alcalini DT50: 700 gg a pH 1; 1 ora a pH 13

Cypermethrin Insetticida (piretroide) Più stabile in mezzi acidi che alcalini. pH ottimale: 4

Deltamethrin Insetticida (piretroide) Più stabile in mezzi acidi che alcalini. pH ottimale: 4

Diazinon Insetticida (fosforganico) Più stabile a pH neutro DT50: 11,7 ore a pH 3; 185 gg a pH 7; 6 a pH 10

Diclorvos Insetticida (fosforganico) Instabile a pH alcalini

Diflubenzuron Insetticida (azotorganico) Più instabile in mezzi alcalini

Dimetoato Insetticida (fosforganico) Incompatibile con 1 mezzi alcalini. Stabile a 2 < pH < 7

Dinocap Fungicida - acaricida DT50: 229 gg a pH 5; 56 h a pH 7; 17 pH 9

Ditianon Fungicida Si decompone a pH > 7

Endosulfan Fungicida (clororganico) Acaricida (aloidrocarburo)

Instabile in mezzi alcalini

Fenvalerate Insetticida (piretroide) Più stabile in mezzi acidi anzichè alcalini; pH ottimale: 4

Flucythrinate Insetticida (piretroide) Instabile in mezzi alcalini DT50: 40 gg a pH 3; 52 gg a pH 5; 6 gg a pH 9

Flufenoxuron Insetticida (azotorganico)

Maggiore stabilità in mezzi a ph neutro DT50: 206 gg a pH 5; 267 gg a pH 7; 36 gg a pH 9

Folpet Fungicida (solforganico) Idrolizza lentamente in acqua; rapidamente in concentra ti alcalini

Fosetil Al Fungicida (fosforganico) Più instabile in mezzi acidi

Hexythiazox Acaricida (azoto - solforganico) è stabile solo a pH neutro

Lambda Insetticida (piretroide) Idrolizza lentamente a 7 < pH < 9 più rapidamente con pH > 9

Linuron Erbicida (azotorganico) Idrolizza in acido o alcalini. Stabile in quelli neutri

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Nome tecnico Gruppo Comportamento a seconda del pH - DT50

Mancozeb Fungicida (azotorganico) Più stabile in mezzi alcalini DT50: 20 gg a pH 5; 34 h a pH 9

Metalaxil Fungicida (azotorganico) Idrolizza tanto quanto è elevato il ph DT50: più di 200 gg a pH 1; 115 gg a pH 9; 12 gg a pH 10

Metamidofos Insetticida (fosforoamidato) Incompatibile con mezzi alcalini

Methidathion Insetticida (fosforganico) Incompatibile con mezzi molto acidi o molto alcalini DT50: 30 min con pH > 10

Metiocarb Insetticida (azotorganico)

Idrolizza in mezzi alcalini

Metomil Insetticida (azotorganico)

Idrolizza in mezzi alcalini

Monocrotofos Insetticida (fosforganico) Più instabile nei mezzi alcalini; DT50: 96 gg a pH 5; 66 gg a pH 7; 17 gg a pH 9

Paraquat Dichloride Erbicida (azotorganico) Instabile in mezzi neutri e acidi Parathion Insetticida (fosforganico) Idrolizza rapidamente in mezzi alcalini

Permetrina Insetticida (piretroide) Più stabile nei mezzi acidi che in quelli pH ottimale: 4

Pirazofos Fungicida (fosforganico) Mezzi acidi e alcalini ne provocano la dissoluzione

Piretrine Insetticidi (piretroidi) Sono rapidamente idrolizzati in mezzi alcalini

Piridafention Insetticida (fosforganico) Incompatibile con prodotti alcalini

Pyrimifos-metile Insetticida (fosforganico) Più stabile nei mezzi neutri. Idrolizza negli altri DT50: 7

Quinomethionate Acaricida (azotorganico) Instabile a pH alcalino DT50: 10 gg a pH 4; 80 h a pH 7; 225 min a pH 9

Tauflavulinate Insetticida (piretroide) Instabile a pH alcalino DT50: > 30 gg a pH 3 e 6; < 1 h a pH 9

Teflubenzuron Insetticida (azotorganico)

Instabile a pH alcalino DT50: 5 gg a pH 7; 4 h a pH 9

Tralometrina Insetticidi (piretroidi) Instabile a pH alcalino

Triflumuron Insetticida (azotorganico) Instabile a pH alcalino

Vinclozolin Fungicida (azotorganico) Stabile solo in mezzi acidi e neutri

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Insetticidi piretroidi

Nome tecnico Gruppo Comportamento a seconda del pH - DT50

Acrinathrin Piretroide Idrolizza a partire da pH > 7 Alfacipermetrina Piretroide Stabile con 3 < pH < 7

Cypermethrin Insetticida (piretroide) Più stabile in mezzi acidi che alcalini. pH ottimale: 4

Deltamethrin Insetticida (piretroide) Più stabile in mezzi acidi che alcalini. pH ottimale: 4

Fenvalerate Insetticida (piretroide) Più stabile in mezzi acidi anzichè alcalini. pH ottimale: 4

Flucythrinate Insetticida (piretroide) Instabile in mezzi alcalini DT50: 40 gg a pH 3; 52 gg a pH 5; 6 a pH 9

Permetrina Insetticida (piretroide) Insetticida più stabile acidi che in quelli alcalini, pH ottimale: 4

Piretrine Insetticida (piretroide) Sono rapidamente idrolizzati in alcalini

Tauflavulinate Insetticida (piretroide) Instabile a pH alcalino DT50: > 30 gg a pH 3 e 6; < 1 h a pH 9

Teflubenzuron Insetticida (azotorganico)

Instabile a pH alcalino DT50: 5 gg a pH 7; 4 h a pH 9

Tralometrina Insetticida (piretroide) Instabile a pH alcalino

Insetticidi derivati dell’urea (benzoilfeniluree)

Nome tecnico Gruppo Comportamento a seconda del pH - DT50

Diflubenzuron Insetticida (azotorganico)

Più instabile in mezzi alcalini

Flufenoxuron Insetticida (azotorganico)

Maggiore stabilità in mezzi a 267 neutro DT50: 206 gg a pH 5; 267 gg a pH 7; 36 gg a pH 9

Teflubenzuron Insetticida (azotorganico)

Instabile a ph alcalino DT50: 5 gg a pH 7; 4 h a pH 9

Triflumuron Insetticida (azotorganico) Instabile a pH alcalino

52

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Pubblicazione realizzata con il contributo previsto del Programma di sviluppo rurale 2007/2013 - Misura 111.1 sotto azione B. Finito di stampare marzo 2015