iboo magazine - ottobre 2013

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3 iBOOmagazine magazine iBOO n°29 ottobre 2013 periodico free press Nicolas Ghesquière Photo Credit:KARIM SADLI

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3iBOOmagazine

magazineiBOOn°29 ottobre 2013 periodico free press

NicolasGhesquière

piegadorso 43 mm

Photo Credit:KARIM SADLI

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4 iBOOmagazine

n°29 ottobre 2013 periodico free press

piegadorso 3,8 mm

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6 iBOOmagazine

08 12 16 24

28 30 32 38

TARTANCONTEMPORANEOE ESPLOSIONI FLOREALI

ALEx TuRCOIL PIONIEREdELL’ARTE APPLICATAAL dESIgN

ANd THE BARSHOW MuST gO ON

FERRARI 458SPECIALE

MARILYN MONROEE CHANEL N° 5

MAISON VuITTONLA dIREZIONEPASSA ANICOLAS guESQIERE

IL NATIONALgEOgRAPHICRACCONTA LA SuA“gRANdE AVVENTuRA”

gNAROAd ALTA QuOTA

INDICE

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7iBOOmagazine

40 46 48 53

54 56 58

TACCHETTI A SPILLO SUNDANCE FILMFESTIVAL LA VoCE INDIpENDENTEDEL CINEMAa stEllE E strIsCE

OVER THE SPOT TOuR MuSIC FESTFESTIVAL dELLA MuSI-CA ITINERANTE

SESSuALITA’uN MONdOdA SCOPRIRE

RAPPORTOdI COPPIA

LA CIdAdEMARAVILHOSA

INDICE

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8 iBOOmagazine

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9iBOOmagazine

Non so se conoscete il vero si-gnificato di Iboo Magazine o se qualcuno ve l’abbia mai detto. Io stessa l’ho saputo solo qual-che anno fa e mi è uscito un dol-ce sorriso. Iboo prende nome da un ambulante, uno dei tanti nord africani che incontri d’estate.Iboo Magazine l’8 novembre spegnerà la sua ottava can-delina. Un’avventura partita nel lontano 2005. E proprio per il suo compleanno si rinnova per una nuova sfida con tutti al timone: da me all’editore passando per lo staff. Iboo che si evolve, non più una guida della night life e del tempo libero ma un comple-to restyling che lo innalza a livello nazional chic, attraverso pagine in cui moda, fotografia, musica, sport di nicchia e personaggi fa-mosi si incontrano in un connubio artistico che rispecchiano il tem-po in cui viviamo, con pregi e difetti della nostra società. L’evo-luzione di un giornale porta inevi-tabilmente grandi cambiamenti in cui il lettore non deve per forza accontentarsi ma trovare alter-native e soddisfare ogni suo gu-sto.Credo nelle persone che fanno parte di questo progetto per-ché so che ci metteranno tutta la propria capacità per innalza-re ancor di più il livello di questo magazine.Ringrazio l’ editore che mi dato fiducia. Dare fiducia agli altri è sinonimo di avere fiducia in noi stessi.Infine ringrazio sia le penne co-nosciute a livello nazionale sia quelle che si stanno avvicinando al fantastico mondo dell’inchio-stro! Tutti pronti a sperimentare e mettersi in gioco in ogni campo per essere sempre diversi. Forse migliori.

VIRGINIA CIMINA’EDItOralEDIRETTORE RESPONSABILE

Virginia Ciminà

HANNO COLLABORATORenata Antonacci

Federica BernardiniLorena Cacace

Elisabetta FerrettiVirginia Maloni

Annalisa MarcucciFrancesca Masotti

Ida PapandreaLuigi Sada

Riccardo SadaMichela Staffieri

EDITOREDiamond Media Group s.r.l.

Via C. Levi, 1 Sant’Omero (TE)Tel. 0861 887405

[email protected]

IBOO MAGAZINEÈ una testata registrata presso il

Tribunale di Teramoal n.546 del 08/11/2005

GRAPHIC DESIGNMilena De Palo

GRAFICADiamond Media Group s.r.l.

STAMPAArti Grafiche Picene s.r.l.

PUBBLICITA’[email protected]

RESPONSABILE TRATTAMENTO DATI Dlgs 196/03Virginia Ciminà

Riservato ogni diritto e uso.Vietata la riproduzione anche parziale

lO ChIC vEstE IBOO!

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10 FashION

TARTANCONTEMPORANEO E ESPLOSIONI FLOREALI

IDa PaPaNDrEa

Rapita da un quadretto o persa in una serra d’altri tempi: sarà la nuova lady inverno, secondo le passerelle fall winter 2013. Tartan e stampe floreali si fanno notare tra le tendenze forti di stagione e conquistano il cuore degli stilisti, che in sfilata hanno portato, tra i classici print animalier, i pattern metallici e le tinte delle foglie d’autunno, un nuovo modo di interpretare il tradizionale check scozzese, oltre a spargere nelle loro collezioni corolle a profusio-ne.

TARTAN

I temi caldi della nuova stagione

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11FashION

Nessun riferimento alla primave-ra botticelliana o al look Miami, nemmeno alla fanciulla di ispira-zione Seventies che ha costituito il leit motiv dell’estate appena passata: la Signora delle Came-lie 2013 è una donna austera e sofisticata, misurata anche nelle stravaganze e sempre, indiscuti-bilmente, romantica. Fiori gran-di, delicati, dall’aria vagamente bohemienne e di stampo vinta-ge, sbocciano su abiti inequivo-cabilmente femminili, vita stretta, scollo pudico e gonne ampie che arrivano a sfiorare le cavi-glie. Accompagnano il passo ondeggiando delicatamente at-

Antonio Marras

Alberta Ferretti

Collana con fiore Radà

Celine

Aquilano Berardi

Teresa Cambiborsa scozzese lana azzurra

torno al corpo, si posano su tes-suti morbidi e ricercati, dal velluto devoré leggerissimo e dai riflessi cangianti allo chiffon più impal-pabile. Ma rose e peonie fanno capolino anche da maglioni dai filati preziosi, dove spiccano su davanti, schiene e maniche in un’insolita lavorazione a intarsio, che strizza l’occhio al tapestry d’antan e ricorda vagamente i tessuti tradizionali mitteleuropei. I colori giocano con toni caldi e tipicamente autunnali: si spazia dal rosa antico al bordeaux, al più intenso prugna, al verde del sottobosco, al marrone illumina-to da sprazzi dorati.

Il tartan, invece, abbandona i sentieri brumosi del Nord solo all’apparenza. Vuole tinte più accese: a illuminare le giornate più grigie arrivano tutta la gam-ma dei fuxia e dei bluette e pat-tern inediti che regalano un toc-co brioso anche a classicissimi tailleur di linea austera, sfocian-do a volte in giochi di grandezze e colore di ispirazione quasi pop. Della tradizione mantiene, però, l’indiscutibile aria country che si manifesta in un ritorno alle linee più pure: via libera all’intramon-tabile kilt, alle cappe, a mantelle e completi. Il trucco è non avere paura di osare e mixare stampe diverse e tinte anche in netto contrasto, mantenendo la pulizia delle linee che disegna modelli, al contrario, decisamente mini-mali: il segreto dello stile, come sempre, sta nell’equilibrio.

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14 art\DEsIGN

Alcuni lo descrivono come un “artista poliedrico e vulcanico”, altri come un “artista inedito”, altri ancora come “fotografo, grafico e designer” ma gli agget-tivi non sono mai troppi per de-scrivere la complessa personalità di Alex Turco. Lui stesso ama de-finirsi un “art designer” mettendo in evidenza il connubio perfetto tra arte e design insito nelle sue opere.Nato ad Udine nel 1979, eredi-ta dal padre, pittore, grafico e fotografo, la passione per l’arte imparando ad usare materiali e tecniche artistiche diversi; il suo gusto estetico si consolida in se-guito iniziando a frequentare lo studio del celebre artista italiano Giorgio Celiberti. Appassionatosi negli anni seguenti alla fotogra-fia e alla grafica multimediale, nel 2006 si trasferisce a Milano dove, esperienze nel campo del-la moda e del design, arricchi-scono ulteriormente il suo baga-glio culturale.Le sue creazioni sono frutto del-le sue passioni, delle sue spe-rimentazioni ed espressione di molteplici contaminazioni; i suoi innovativi Decorative Art Panels, fulcro principale della sua attivi-tà ed emblema della sua idea creativa, nascono dall’unione di tecniche diverse, sapientemente mescolate per dare vita ad ope-re d’arte uniche. Gli On Canvas Art Panels sono realizzati da Alex

ALEx TuRCOIl PIONIErEDEll’artE aPPlICataal DEsIGN

ElIsaBEtta FErrEttI

Artista di fama internazionale, i suoi pannelli sono apprezzatie richiesti in tutto il mondo

Turco, mediante l’uso di colo-ri acrilici e resina, su di una tela successivamente applicata a pannelli rigidi di legno laccato; la matericità dei pannelli è accen-tuata dalla presenza nelle colate di resina di elementi di natura diversa come cristalli, minerali, gemme, sabbie, cellophane, ve-tro e pigmenti di colore. I Wa-terproof Art panels invece sono realizzati su lastre di DI-BOND e hanno la peculiarità di essere completamente impermeabili; le immagini vengono stampate a laser e successivamente dipin-te a mano dall’art designer con colori acrilici e pigmenti metallici per essere poi ricoperte da strati di resina mediante la tecnica del dripping.Gli Art panels rappresentano una novità assoluta; partendo da im-magini che l’artista propone in collezioni a tema i pannelli sono resi unici dalle sue mani e dall’op-portunità del committente di per-sonalizzarli. Una concezione se-riale dell’arte in cui riproduzioni, manipolazioni e reinterpretazioni conferiscono all’opera la sua uni-cità. Una forma d’arte versatile e rivoluzionaria che consente al fruitore di partecipare alla crea-zione dell’opera e lo trasforma nell’artefice della stessa. Nelle sue opere Alex Turco tenta di dare nuova vita all’arte supe-rando il confine labile tra la crea-tività dell’artista e la funzionalità

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16 art\DEsIGN

dell’oggetto industriale: ”Mi sono sempre impegnato nel portare l’arte verso nuove visioni, inse-rendola allo stesso tempo in una dimensione più quotidiana all’in-segna della funzionalità. Ho pun-tato su quelle realtà dove l’arte

RETAIL DIoR SToRES Foto di Alex Turco

FoNTAINfoto di Alex Turco

non era mai entrata, e il primo luogo che mi è venuto in mente sono le pareti delle stupende e spaziose docce che oggi molte case e alberghi possiedono “. Le sue creazioni sono multisensoria-li concepite per essere vissute,

toccate e non per essere con-template; sono molto più che semplici pannelli decorativi sono opere d’arte che animano e ca-ratterizzano lo spazio in cui sono inserite e formano un tutt’uno con esso.Alex Turco oggi è un artista di fama internazionale e i suoi pan-nelli sono apprezzati e richiesti in tutto il mondo. Dalla collabora-zione con il designer newyorkese peter Marino ultimamente sono nate le creazioni dell’art designer per le boutiques Vuitton e Dior.

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aNDthE BARSHOW MUst GO ON

rICCarDO saDa

Corsi, aggiornamenti, degustazioni, party ed eventi pensati ed organizzati anche per un pubblico di non addetti ai lavori. Perché il sogno oggi è stare dietro al ban-cone del bar. E fare un po’ di show

NICkVANTIEL

NICOLAS SAINT-JEAN

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Chi fa il barman acrobatico o aspira a diventare un pionie-re del flair come Nicolas Saint-Jean. Chi vorrebbe ripercorrere le gesta eroiche di Tom Cruise del film “Cocktail”. E soprattut-to chi sogna una vita dietro al bancone. Super-Bar, edizione italiana di Barshow, allineato ai contenuti ed esperienze di real-tà internazionali già consolidate come Berlino, Mosca, Parigi e New Orleans, esplora costante-mente il mondo dei professionisti bartender e le aziende di beve-rage grazie a seminari, workshop, academy, master, one to one e contest. L’edizione italiana dello scorso inizio ottobre ha offerto un’eccezionale novità: corsi, ag-giornamenti, degustazioni, party ed eventi pensati ed organizzati anche per un pubblico di non addetti ai lavori.Gli chef del piccolo schermo, passati di moda, sono out? Il pubblico non guarda più il Gran-de Fratello o l’Isola dei Famosi, ma un talent show in cui dodici barman possono finalmente pas-sare dalle parole ai fatti e darse-le di santa ragione. Oggi questo spettacolo esiste e si chiama “The Hunger Shaker”, un format chiaramente ispirato al classi-co di fantascienza “The Hunger Games”. Dodici talenti del bar-tending italiano si sfidano in una gara a sorpresa senza conoscere gli ingredienti, i bicchieri e gli altri strumenti di lavoro che verranno messi a disposizione dall’organiz-zazione.

SHINgO gOkAN

SALVAToRE CALABRESE

SABRINA pRAZNICkVANTIEL

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20 trEND

Dal momento del via hanno solo 60 secondi per individuare gli elementi con i quali dovranno confezionare un cocktail. Lo sco-po del gioco è mettere in luce le capacità di realizzare dei drink

sfruttando la propria creatività e le abilità tecniche.Perfect Bartender Challenge. Il Piemonte all’inizio del 1800 era una fucina di idee e di fatti. Nel piccolo regno sabaudo conver-

gevano insieme tutti gli aneliti di libertà civile italiani ed europei e tutti gli entusiasmi della rivo-luzione industriale. Ai tempi del re Carlo Alberto queste tensioni erano a fior di pelle; da una par-

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21trEND

te le innovazioni civili e commer-ciali stavano rendendo il Piemon-te lo stato più avanzato d’Europa dall’altra i principi sociali trova-vano fertile sostegno nei movi-menti massonici ed esoterici che

BOMAkI,la PrIMaUraMakErIaNon si vive di soli cocktail. Si sa. E in salsa nippo-brasileira nasce, nella stessa Milano che ha ospitato Super-Bar, una nuova oasi esotica dove gustare il meglio di due culture a prezzi molto contenuti.La movida è quella di Corso Sempione, a due passi dagli studi di Radio Deejay e da quelli della Rai. Si chiama Bomaki ed è l’ultima grande idea della famiglia del Jazz Cafè che ha deciso di ade-guarsi ai ritmi più frenetici, ai gusti più attuali e alle tasche del popolo dell’aperitivo e della “cena fuori” con una proposta unica per l’area pedonale affacciata sull’Ar-co della Pace.Bomaki è l’acronimo che fonde bom (buono in por-toghese) e maki (il roll della cucina giapponese). Sono i ristobar nipponici che si pos-sono trovare a Rio de Janei-ro o a Sao Paulo.

facevano già allora di Torino la capitale mondiale della Magia e dell’Alchimia Il rito del Vermut, prima dei pasti, era il momento nel quale tutto il fermento innovativo si incontra-

va con vigore, sobrietà ed equi-librio. Il Vermut che il Cuoco di corte preparava appositamente per il re Carlo Alberto era consi-derato una vera squisitezza e in più piaceva al Re.

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palestra è che ci sono istruttori che ti coinvolgono. Ci avvaliamo inoltre della collaborazione dei migliori professionisti per quello che riguarda fisioterapia e nutrizione.

Sono questi gli ingredienti di una palestra speciale che cura ogni aspetto dell'allenamento fin nei minimi particolari. Una squadra consolidata che ha fatto dei suoi metodi innovativi il proprio cavallo di battaglia. Una palestra che ti coinvolge e ti fa rimanere in forma con il sorriso e con la sicurezza di raggiungere sempre gli obiettivi prefissati.

A farci da guida nella palestra 121 Tortoreto sono proprio alcuni soci Lina e Domenico che ci spiegano la forza del loro successo.

Dimmi il tuo obiettivo e ti dirò che allenamento fare…questa è la filosofia di 121. Quali sono le attività che offrite? Il nostro club si prefigge lo scopo di far raggiungere agli associati un fitness a 360°. Obiettivo realizzabile con la pratica di molteplici attività quali l'allenamento funzionale, la pesistica, il body building, la ginnastica antalgica e la ginnastica propriocettiva. Anche la scelta del nome non è casuale infatti il nostro centro offre la possibilità di effettuare allenamenti ‘’one to one‘’ per il wellness e le preparazioni specifiche.

Si sente parlare spesso, di allenamento funzionale, ma non tutti sanno esattamente di cosa si tratta. Ci potete spiegare in cosa consiste ? Può essere inteso anche come prevenzione?L’ allenamento funzionale è un allenamento di estrema completezza e grande impatto emotivo. Il concetto fondamentale è quello di attivare in maniera complessa ma naturale i propri muscoli, compiendo azioni facilmente gestibili che spesso vengono svolte nella nostra quotidianità. Le attrezzature utilizzate sono basilari: manubri, bilancieri, trx, kettlebells, palle zavorrate, cime nautiche ed altri piccoli attrezzi.

Bisogna frequentare una palestra per poter svolgere attività di tipo funzionale?Sarebbe meglio perché frequentando la nostra palestra apprendi nuovi movimenti che serviranno poi nella vita quotidiana abbassando così il rischio di infortuni.

Qual’ è l’utenza a cui vi rivolgete?Ci rivolgiamo a tutte le fasce d’età, spaziando dall’eaducazione motoria per i più giovani, alla rimessa in forma per l’utente medio e per finire alla ginnastica dolce per il soggetto più anziano.

Per raggiungere l'obiettivo, quanta importanza ha la motivazione?È molto importante. Infatti la nostra ambizione è far raggiungere l’obiettivo, che tu sia un professionista o un semplice appassionato. Allenandoti con diversi metodi e strumenti, puoi arrivare al tuo obiettivo. Tanta buona volontà non deve di certo mancare.

Siete una palestra di nicchia, cos’è che vi differenzia rispetto alle altre palestre? Nelle palestre ci sono troppe macchine isotoniche, l’istruttore non ti segue come dovrebbe e c’è carenza di efficacia dell’esercizio. Nella vita quotidiana la maggior parte delle persone non ha 2 ore di tempo per andare in palestra. Qui con la metà del tempo riesci a fare un lavoro migliore a livello metabolico. La forza di questa

Palestra One Two One, wellness room a.s.d.Costanza e un pizzico di determinazione. Sono queste le basi fondamentali per frequentare una palestra. Ci sono poi pale-stre che fanno la differenza come la One two One di Tortore-to, che con i migliori personal trainer ti coinvolgono e ti fanno raggiungere un fitness a 360°.

A.S.D.

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palestra è che ci sono istruttori che ti coinvolgono. Ci avvaliamo inoltre della collaborazione dei migliori professionisti per quello che riguarda fisioterapia e nutrizione.

Sono questi gli ingredienti di una palestra speciale che cura ogni aspetto dell'allenamento fin nei minimi particolari. Una squadra consolidata che ha fatto dei suoi metodi innovativi il proprio cavallo di battaglia. Una palestra che ti coinvolge e ti fa rimanere in forma con il sorriso e con la sicurezza di raggiungere sempre gli obiettivi prefissati.

A farci da guida nella palestra 121 Tortoreto sono proprio alcuni soci Lina e Domenico che ci spiegano la forza del loro successo.

Dimmi il tuo obiettivo e ti dirò che allenamento fare…questa è la filosofia di 121. Quali sono le attività che offrite? Il nostro club si prefigge lo scopo di far raggiungere agli associati un fitness a 360°. Obiettivo realizzabile con la pratica di molteplici attività quali l'allenamento funzionale, la pesistica, il body building, la ginnastica antalgica e la ginnastica propriocettiva. Anche la scelta del nome non è casuale infatti il nostro centro offre la possibilità di effettuare allenamenti ‘’one to one‘’ per il wellness e le preparazioni specifiche.

Si sente parlare spesso, di allenamento funzionale, ma non tutti sanno esattamente di cosa si tratta. Ci potete spiegare in cosa consiste ? Può essere inteso anche come prevenzione?L’ allenamento funzionale è un allenamento di estrema completezza e grande impatto emotivo. Il concetto fondamentale è quello di attivare in maniera complessa ma naturale i propri muscoli, compiendo azioni facilmente gestibili che spesso vengono svolte nella nostra quotidianità. Le attrezzature utilizzate sono basilari: manubri, bilancieri, trx, kettlebells, palle zavorrate, cime nautiche ed altri piccoli attrezzi.

Bisogna frequentare una palestra per poter svolgere attività di tipo funzionale?Sarebbe meglio perché frequentando la nostra palestra apprendi nuovi movimenti che serviranno poi nella vita quotidiana abbassando così il rischio di infortuni.

Qual’ è l’utenza a cui vi rivolgete?Ci rivolgiamo a tutte le fasce d’età, spaziando dall’eaducazione motoria per i più giovani, alla rimessa in forma per l’utente medio e per finire alla ginnastica dolce per il soggetto più anziano.

Per raggiungere l'obiettivo, quanta importanza ha la motivazione?È molto importante. Infatti la nostra ambizione è far raggiungere l’obiettivo, che tu sia un professionista o un semplice appassionato. Allenandoti con diversi metodi e strumenti, puoi arrivare al tuo obiettivo. Tanta buona volontà non deve di certo mancare.

Siete una palestra di nicchia, cos’è che vi differenzia rispetto alle altre palestre? Nelle palestre ci sono troppe macchine isotoniche, l’istruttore non ti segue come dovrebbe e c’è carenza di efficacia dell’esercizio. Nella vita quotidiana la maggior parte delle persone non ha 2 ore di tempo per andare in palestra. Qui con la metà del tempo riesci a fare un lavoro migliore a livello metabolico. La forza di questa

Palestra One Two One, wellness room a.s.d.Costanza e un pizzico di determinazione. Sono queste le basi fondamentali per frequentare una palestra. Ci sono poi pale-stre che fanno la differenza come la One two One di Tortore-to, che con i migliori personal trainer ti coinvolgono e ti fanno raggiungere un fitness a 360°.

A.S.D.

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palestra è che ci sono istruttori che ti coinvolgono. Ci avvaliamo inoltre della collaborazione dei migliori professionisti per quello che riguarda fisioterapia e nutrizione.

Sono questi gli ingredienti di una palestra speciale che cura ogni aspetto dell'allenamento fin nei minimi particolari. Una squadra consolidata che ha fatto dei suoi metodi innovativi il proprio cavallo di battaglia. Una palestra che ti coinvolge e ti fa rimanere in forma con il sorriso e con la sicurezza di raggiungere sempre gli obiettivi prefissati.

A farci da guida nella palestra 121 Tortoreto sono proprio alcuni soci Lina e Domenico che ci spiegano la forza del loro successo.

Dimmi il tuo obiettivo e ti dirò che allenamento fare…questa è la filosofia di 121. Quali sono le attività che offrite? Il nostro club si prefigge lo scopo di far raggiungere agli associati un fitness a 360°. Obiettivo realizzabile con la pratica di molteplici attività quali l'allenamento funzionale, la pesistica, il body building, la ginnastica antalgica e la ginnastica propriocettiva. Anche la scelta del nome non è casuale infatti il nostro centro offre la possibilità di effettuare allenamenti ‘’one to one‘’ per il wellness e le preparazioni specifiche.

Si sente parlare spesso, di allenamento funzionale, ma non tutti sanno esattamente di cosa si tratta. Ci potete spiegare in cosa consiste ? Può essere inteso anche come prevenzione?L’ allenamento funzionale è un allenamento di estrema completezza e grande impatto emotivo. Il concetto fondamentale è quello di attivare in maniera complessa ma naturale i propri muscoli, compiendo azioni facilmente gestibili che spesso vengono svolte nella nostra quotidianità. Le attrezzature utilizzate sono basilari: manubri, bilancieri, trx, kettlebells, palle zavorrate, cime nautiche ed altri piccoli attrezzi.

Bisogna frequentare una palestra per poter svolgere attività di tipo funzionale?Sarebbe meglio perché frequentando la nostra palestra apprendi nuovi movimenti che serviranno poi nella vita quotidiana abbassando così il rischio di infortuni.

Qual’ è l’utenza a cui vi rivolgete?Ci rivolgiamo a tutte le fasce d’età, spaziando dall’eaducazione motoria per i più giovani, alla rimessa in forma per l’utente medio e per finire alla ginnastica dolce per il soggetto più anziano.

Per raggiungere l'obiettivo, quanta importanza ha la motivazione?È molto importante. Infatti la nostra ambizione è far raggiungere l’obiettivo, che tu sia un professionista o un semplice appassionato. Allenandoti con diversi metodi e strumenti, puoi arrivare al tuo obiettivo. Tanta buona volontà non deve di certo mancare.

Siete una palestra di nicchia, cos’è che vi differenzia rispetto alle altre palestre? Nelle palestre ci sono troppe macchine isotoniche, l’istruttore non ti segue come dovrebbe e c’è carenza di efficacia dell’esercizio. Nella vita quotidiana la maggior parte delle persone non ha 2 ore di tempo per andare in palestra. Qui con la metà del tempo riesci a fare un lavoro migliore a livello metabolico. La forza di questa

Sono questi gli ingredienti di una palestra speciale che cura ogni aspetto dell'allenamento �n nei minimi particolari. Una squadra consoli-data che ha fatto dei suoi metodi innovativi il proprio cavallo di battaglia. Una palestra che ti coinvolge e ti fa rimanere in forma con il sorriso e con la sicurezza di raggiungere sempre gli obiettivi pre�ssati.

ss 16 km 405+203 (sopra Bricofer) 64018 Tortoreto LidoEmail:[email protected]

Prenotazioni e info: 3498590281 - 3775431569Fb: onetwoone a.s.d.

A.S.D.

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palestra è che ci sono istruttori che ti coinvolgono. Ci avvaliamo inoltre della collaborazione dei migliori professionisti per quello che riguarda fisioterapia e nutrizione.

Sono questi gli ingredienti di una palestra speciale che cura ogni aspetto dell'allenamento fin nei minimi particolari. Una squadra consolidata che ha fatto dei suoi metodi innovativi il proprio cavallo di battaglia. Una palestra che ti coinvolge e ti fa rimanere in forma con il sorriso e con la sicurezza di raggiungere sempre gli obiettivi prefissati.

A farci da guida nella palestra 121 Tortoreto sono proprio alcuni soci Lina e Domenico che ci spiegano la forza del loro successo.

Dimmi il tuo obiettivo e ti dirò che allenamento fare…questa è la filosofia di 121. Quali sono le attività che offrite? Il nostro club si prefigge lo scopo di far raggiungere agli associati un fitness a 360°. Obiettivo realizzabile con la pratica di molteplici attività quali l'allenamento funzionale, la pesistica, il body building, la ginnastica antalgica e la ginnastica propriocettiva. Anche la scelta del nome non è casuale infatti il nostro centro offre la possibilità di effettuare allenamenti ‘’one to one‘’ per il wellness e le preparazioni specifiche.

Si sente parlare spesso, di allenamento funzionale, ma non tutti sanno esattamente di cosa si tratta. Ci potete spiegare in cosa consiste ? Può essere inteso anche come prevenzione?L’ allenamento funzionale è un allenamento di estrema completezza e grande impatto emotivo. Il concetto fondamentale è quello di attivare in maniera complessa ma naturale i propri muscoli, compiendo azioni facilmente gestibili che spesso vengono svolte nella nostra quotidianità. Le attrezzature utilizzate sono basilari: manubri, bilancieri, trx, kettlebells, palle zavorrate, cime nautiche ed altri piccoli attrezzi.

Bisogna frequentare una palestra per poter svolgere attività di tipo funzionale?Sarebbe meglio perché frequentando la nostra palestra apprendi nuovi movimenti che serviranno poi nella vita quotidiana abbassando così il rischio di infortuni.

Qual’ è l’utenza a cui vi rivolgete?Ci rivolgiamo a tutte le fasce d’età, spaziando dall’eaducazione motoria per i più giovani, alla rimessa in forma per l’utente medio e per finire alla ginnastica dolce per il soggetto più anziano.

Per raggiungere l'obiettivo, quanta importanza ha la motivazione?È molto importante. Infatti la nostra ambizione è far raggiungere l’obiettivo, che tu sia un professionista o un semplice appassionato. Allenandoti con diversi metodi e strumenti, puoi arrivare al tuo obiettivo. Tanta buona volontà non deve di certo mancare.

Siete una palestra di nicchia, cos’è che vi differenzia rispetto alle altre palestre? Nelle palestre ci sono troppe macchine isotoniche, l’istruttore non ti segue come dovrebbe e c’è carenza di efficacia dell’esercizio. Nella vita quotidiana la maggior parte delle persone non ha 2 ore di tempo per andare in palestra. Qui con la metà del tempo riesci a fare un lavoro migliore a livello metabolico. La forza di questa

Sono questi gli ingredienti di una palestra speciale che cura ogni aspetto dell'allenamento �n nei minimi particolari. Una squadra consoli-data che ha fatto dei suoi metodi innovativi il proprio cavallo di battaglia. Una palestra che ti coinvolge e ti fa rimanere in forma con il sorriso e con la sicurezza di raggiungere sempre gli obiettivi pre�ssati.

ss 16 km 405+203 (sopra Bricofer) 64018 Tortoreto LidoEmail:[email protected]

Prenotazioni e info: 3498590281 - 3775431569Fb: onetwoone a.s.d.

A.S.D.

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26 lUXUs\Car

FERRARI 458SPECIALEIl NUOvO GIOIEllINO DEl CavallINO raMPaNtEPEr sPIrItI sPOrtIvI

lOrENa CaCaCE

FOtO By FErrarI©

L’ultima nata in casa Ferrari, la versione sportiva della 458 Italia, è anche la più performante, un mix di bellezza e tecnologia

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27lUXUs\Car

FERRARI 458SPECIALEIl NUOvO GIOIEllINO DEl CavallINO raMPaNtEPEr sPIrItI sPOrtIvI

La più prestazionale di sempre, un’auto che incanta per l’esteti-ca e le prestazioni, pensata per spiriti sportivi, amanti della guida veloce e sicura.Ferrari ha svelato l’ultima nata, la 458 Speciale, definita dalla casa del Cavallino Rampante la più performante di sempre e a ragione. Presentata in antepri-ma mondiale all’ultimo Salone di Francoforte, la nuova Rossa è la perfetta fusione di estetica e po-

tenza. Sotto il cofano nasconde il motore aspirato più potente mai realizzato a Maranello; la col-laborazione, ormai storica, con Pininfarina ha dato una nuova veste più aggressiva e prestazio-nale alla più classica 458 Italia.Dal modello di riferimento, Ferra-ri ha realizzato una vettura spe-ciale sotto ogni aspetto che si differenzia anche dagli altri mo-delli delle serie speciali creati in precedenza: in questo caso le

differenze sono più marcate ri-spetto all’originale, a iniziare dal motore.La casa di Maranello non ha in-fatti esitato a definirlo l’aspirato più potente di sempre: il 4.5 litri V8 della 458 Italia, è capace di erogare 605 cavalli a un regime di 9mila giri al minuto per una po-tenza di 135 cavalli/litro. Siamo ai livelli dei motori pensati per le corse, ma si deve aggiungere anche un peso nettamente in-feriore alla 458 Italia: 90 chili in meno per un totale di 1.290 kg.

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28 lUXUs\Car

Le prestazioni sono da urlo: da 0 a 100 km/h in 3 secondi netti e il giro di pista a Fiorano in 1’23’’5.Dal mondo delle corse arriva il cambio F1 a doppia frizione per un piacere di guida sportiva ai massimi livelli in accelerazio-ne, mentre in scalata i tempi di risposta sono notevolmente ri-dotti grazie alla tecnologia Fast Down-shift.L’areodinamica si adatta alle esigenze di stabilità e velocità grazie al sistema mobile anterio-re e posteriore, brevetto di Ma-ranello, che adattano la vettura in curva ad alto carico, arrivan-do al minimo su rettilineo: non a caso, la 458 Speciale ha il miglior coefficiente di efficienza aerodi-namica (1,50)

Una prima mondiale anche per il controllo elettronico dell’angolo di assetto, il Side Slip angle Con-trol – SSC, mentre l’impianto fre-nante Brembo è stato adattato alle prestazioni prendendo spun-to dalle soluzioni già applicate su LaFerrari.Novità anche per le gomme, con pneumatici Michelin pilot Sport Cup2, realizzati apposita-mente per prestazioni massime in ogni condizione, sull’asciutto e sul bagnato.Gli esterni sono stati rimodellati dal genio di Pininfarina in modo da assecondare le prestazioni, mantenendo un alto impatto estetico.Le nuove forme della 458 Specia-le sono state ridisegnate, senza

modificare l’abitacolo, con novi-tà interessanti, come i flap mobili su anteriore e posteriore. Tocco sportivo sulla carrozzeria: il Rosso Ferrari viene esaltato dalle strisce bianche e blu dal sapore un po’ retrò.Infine gli interni, ispirati al mondo delle corse e allestiti per ridurre il peso: materiali leggeri come Alcantara e fibra di carbonio si uniscono all’eleganza made in Ferrari.A Maranello hanno fatto di tutto per rendere la 458 Speciale de-gna del suo nome: unica, in ogni senso.

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30 lUXUs

MARyLN MONROE E CHANEL N°5,LA DIVA TESTIMoNIAL DELLA FRAGRANZA ICoNADI MADEMoISELLE COCO

lOrENa CaCaCE

Un ritorno di fiamma, una pas-sione mai doma, che resiste alle mode e al tempo. No, non stia-mo parlando di una relazione extraconiugale, ma di Marylin Monroe e Chanel N°5, la diva più amata al mondo e il profu-mo femminile per eccellenza. La maison ha infatti scelto l’attrice come testimonial per la prossima campagna pubblicitaria della sua fragranza icona, prevista per dicembre. Carta, internet, radio e video torneranno a mostrare le bellezze di Marylin, grazie a una scoperta eccezionale.Chanel ha infatti trovato una re-gistrazione inedita delle celebre intervista del 1960 quando l’at-trice ammise di dormire solo con due gocce del profumo, “only a few drops of Chanel N°5”. La sua voce, raccolta dall’allora capo-redattore di Marie-Claire, Geor-ges Belmont, tornerà a risuonare sui media di oggi, a distanza di oltre 50 anni, rendendo ufficiale quello che tutti già sapevano: l’amore di Marylin per il profumo

La maison lancerà a dicembre la nuova campagna del suo profumo per eccellenza: protagonista la grande attrice che dormiva solo con “due gocce di Chanel N°5”

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31lUXUs

di Coco Chanel.La prima rivelazione arriva nel 1952, in un’intervista per Life Ma-gazine, quando la diva ammise di andare a dormire con sole due gocce della fragranza. Tre anni dopo, nel 1955, Ed Feingersh del 1955 firma lo scatto simbolo di quell’amore: l’attrice abbrac-cia la boccetta di profumo, qua-si estasiata, mentre si mette le sue due amate gocce.Infine il 1960. Marylin è protagoni-sta del film “Facciamo l’amore”, di Georges Cukor, e Belmont la raggiunge per intervistarla. Parla-no un po’ di tutto, del film, della sua vita, del rapporto con i fan. Marylin è la diva per eccellenza, l’attenzione nei suoi confronti è quasi morbosa ed è lei stessa a raccontarlo, con insolita onestà e serenità.“A volte mi fanno domande mol-to personali. ‘Cosa indossa per andare a letto? Un pigiama? La parte sotto del pigiama? Una ca-micia da notte?’ Allora rispondo ‘Chanel N°5’, perché è la verità! Capisce, non voglio dire ‘nuda’. Ma è la verità”.L’amore è davanti agli occhi di tutti e lo rimane per decenni, anche dopo la scomparsa della diva, trovata morta in camera da letto, nella sua casa di Brent-wood, Los Angeles, il 5 agosto 1962, a soli trentasei anni.Nel settore della profumeria di lusso, poche sono le campagne mediatiche attese dal pubblico come quella di Chanel N°5. Per il profumo simbolo delle donne negli anni sono state chiamate le dive più importanti: Catherine Deneuve, Ali MacGraw, Lauren Hutton, Jean Shrimpton,Carole Bouquet, Nicole Kidmane Vanes-sa Paradis. L’ultima campagna però è stata rivoluzionaria in mol-ti sensi. Lo scorso anno fu niente meno che Brad Pitt il volto del profumo: per la prima volta un uomo era chiamato a rappre-sentare la fragranza femminile per eccellenza e la scelta era caduta su uno dei divi più amati al mondo.Oggi Chanel ha deciso di rinno-vare la prima promessa d’amo-re, tornando alle origini, alla diva

per eccellenza, Marylin Monroe. La celebre foto di Ed Feingersh e soprattutto la voce dell’attrice, appena scovata negli archivi

ma libere da rituali noiosi.I composti chimici messi a punto da Beaux resero il profumo meno volatile e più composito. Coco Chanel era stata chiara: nessu-na rosa o fiorellino, ci voleva un profumo complesso, femminile e ricco di fascino ma facile da in-dossare. Il bouquet fu rivoluziona-rio: non più una singola fragranza ma una composizione di odori tra muschio e mughetto, essenze fino ad allora maschili.Era nato il profumo femminile per eccellenza, Chanel N°5. Il nome fu scelto, ovviamente, da Coco Chanel e non solo perché era la quinta boccetta che aveva an-nusato. “Ho lanciato la mia col-lezione il 5 maggio, il quinto mese dell’anno, lascerò che questo numero gli porti fortuna”. Come sempre, Mademoiselle aveva ra-gione.

CHANEL N°5NasCIta DI UN MItO

delle star, saranno le chiavi della campagna. Perché Chanel N°5 e Marylin “are forever”.

Coco Chanel ha rivoluzionato lo stile e la concezione stessa dell’eleganza femminile, anche nell’ambito della profumeria. La sua creazione più famosa, icona della maison, è Chanel N°5, volu-to e ideato da Mademoiselle in persona.Nel 1924, la stilista chiese al chi-mico Ernest Beaux, già profumie-re della Alphonse Rallet & Co. al servizio degli zar di Russia, di re-alizzare un profumo nuovo, inno-vativo, in linea con la donna che Coco andava disegnando.L’idea era creare un profumo diverso, che si sentisse molto più a lungo rispetto alle fragranze in voga a quei tempi, che do-vevano essere messe in grande quantità, quasi a stordire nei pri-mi istanti per poi invece sparire in fretta. Troppo pretenziosi per le donne moderne che invece volevano essere sempre perfette

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MAISoN VUITToNLA DIREZIoNEpASSA ANICOLAS GuESQIERE «Sono entusiasta di far parte del team- ha comunicato lo stilista -Costruiremo insieme il futuro del brand, mante-nendo il suo prestigioso passato».

Photo Credit:KARIM SADLI

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33FashION\FaMOUs

IDa PaPaNDrEa

Hanno avuto fondamento i ru-mors che già da qualche tempo davano lo stilista belga, ex diret-tore creativo della maison Balen-ciaga, come nuovo mentore alla guida di Louis Vuitton: è fresco di nomina Nicolas Guesquière, che pochissimi giorni fa ha rice-vuto lo scettro di nuovo creati-ve director. La comunicazione è stata fatta via twitter e arriva a circa un mese dall’abbando-no di Marc Jacobs, l’eclettico inglese da quindici anni mente e mano direttrice del marchio Vuitton. Della maison Jacobs, che ne ha tenuto le redini dal 1997, ha costituito parte fonda-mentale nel processo di svec-chiamento e ripresa, riportando sulla cresta dell’onda un nome che, al pubblico dell’epoca, di-ceva ormai ben poco. Sua l’idea di contaminare il classico logo print sporcandolo con chiari rife-rimenti alla street art, dalle irrive-renti tag “spruzzate” delle prime Graffiti bag, a quelle con il nome evidenziato a tinte fluo dall’arti-sta Stephen Sprouse, ai delicati fiori fumetto del pop artist giap-ponese Murakami, che hanno contribuito a formare e rendere riconoscibile, negli anni, lo stile inconfondibile di lusso fantasio-so che è diventato vero e pro-prio segno distintivo dello storico brand francese. Negli ultimi tem-pi, però, il folletto Jacobs aveva cominciato a manifestare segni di insofferenza, sfociati poi nel-la drastica decisione di abban-donare la maison per dedicarsi completamente alle collezioni che, di nome, portano esclusiva-mente il suo. Guesquiére, d’altro canto, non si lascia alle spalle un

passato meno importante: an-che lui si era trovato a dover risol-levare le sorti di uno storico nome, quello del francese Balenciaga, decaduto dopo gli anni d’oro di messieux Cristobal, fondatore della casa. Operazione perfet-tamente riuscita (solo tra 2004 e 2005 l’impennata creativa delle nuove collezioni, abbinata a un sapiente lavoro di marketing, era riuscita a far aumentare le vendi-te del 115%), ma che non aveva portato l’irrequieto Guesquiere ad adagiarsi sugli allori: nel 2012 la costatazione, dopo quindici anni di onorato servizio, di aver esaurito la propria missione è ar-rivata anche per lui. Il passaggio dello scettro tra lui e Jacobs ar-riva a un anno di distanza: ora, lo stilista belga si trova di nuovo nelle stesse condizioni di quan-do, quindici anni fa, prese su di sé le sorti di Balenciaga. Anche questa volta, come allora, il compito di riposizionare la mai-son Vuitton nella fasce più alte del luxury; con, in più, un’eredità pesante da sostenere. Ma Gue-squière non si lascia intimorire: «Sono entusiasta di far parte del team- ha comunicato lo stilista via email- Costruiremo insieme il futuro del brand, mantenendo il suo prestigioso passato». La pri-ma collezione a suo nome sarà presentata a Parigi durante la prossima fashion week.

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Il NATIONALGEOGRAPHIC raCCONta la sUa “GraNDE avvENtUra”

aNNalIsa MarCUCCI

FOtO DI PaUl NICklEN

A 125 anni dalla sua nascita, il National Geographic celebra il potere della fotografia.La mostra è aperta fino al 2 marzo

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Un affascinante viaggio attra-verso i cinque continenti è quello che offre al visitatore la “Grande Avventura”, mostra fotografica curata da Guglielmo Pepe, di-rettore del National Geographic Italia. La mostra è allestita al Pa-lazzo delle Esposizioni a Roma dove è stata inaugurata il 28 set-tembre e sarà aperta al pubbli-co fino al 2 marzo prossimo. Una delle più grandi riviste del mondo tradotta in 25 lingue così festeg-gia i 125 anni dalla sua nascita e celebra il potere della fotografia. 125 scatti di famosi fotografi che hanno collaborato con il maga-zine americano ne ripercorrono la storia. Si tratta di un percorso narrativo che conduce il visitato-re attraverso epoche e terre lon-tane facendogli vivere appunto “una grande avventura”. La Na-tional Geographic Society nasce a Washington nel 1888 quando 33 persone si incontrano al Co-smos Club con il progetto am-bizioso di diffondere nel mondo la conoscenza geografica. Da allora la NG Society ha realizzato ricerche, viaggi e documentari alla scoperta della Terra, dando un grande contributo alla dif-fusione della cultura. Nelle sale allestite, esposte su enormi pan-nelli, si trovano immagini celebri come quella della “Mona Lisa afgana” scattata in Pakistan nel 1984 da Steve McCurry, una foto che resta ancora oggi impressa nell’immaginario collettivo per la forza espressiva dello sguardo della bambina rifugiata che at-traverso i suoi grandi occhi verdi esprime paura e stupore.Immagini che raccontano non solo le grandi spedizioni del se-

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36 art\FOtO

colo scorso ma anche luoghi esotici come il Giappone con le prime fotografie a colori dipinte a mano che risalgono agli inizi del’900, gli usi e costumi di popoli sconosciuti ed il progresso della scienza.

Del 1964 è la foto scattata alla primatologa Jane Goodall ripre-sa nell’atto di tendere la mano ad un giovane scimpanzé, men-tre curioso è lo scatto realizzato nel 2004 da Paul Nicklen che ha immortalato un orso polare che nuota nelle gelide acque del Canada. Oltre ad apprezzare le foto, il visitatore può assistere an-che a video proiezioni, documen-tari e acquistare con pochi euro un ricco catalogo che per la sua completezza è un vero pezzo da collezione. Ma l’avventura narra-ta non è solo quella americana, gli organizzatori, infatti, hanno reso omaggio anche all’edizione italiana del periodico, il cui primo numero risale al 1998, dedican-dole una sala dove sono esposte le riproduzioni delle copertine di alcuni numeri pubblicati negli ultimi 15 anni. Un viaggio unico ed imperdibile dunque per gli appassionati di fotografia e per tutti coloro che desiderano fare il giro del mondo anche se solo con l’immaginazione.

foto di ROBERT E. PEARY

foto di EMORY KRISTOF

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foto di JOANNA PINNEO

GIAPPONE | 1900 CIRCALe fotografie del Giappone colorate a mano veniva-no fornite alla rivista, che aveva iniziato a pubblicare questo tipo di immagini due anni prima, da Eliza Scid-more.

foto di ELIZA SCIDMoRE

CHONI, TIBET | 1926Prima del sesto giorno della sesta luna i monaci suo-nano corni lunghi oltre quattro metri per sollecitare i lama a prepararsi per l’antica danza chiamata

foto di JOSEPH ROCK

SIAM | ANNI TRENTA CIRCA Un gruppo di danzatori rievoca alcuni episodi della vita di Phra Ruang fuori da un tempio.

foto di W. ROBERT MOORE

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GNAROAD ALTA qUoTA

rENata aNtONaCCI

FOtO DI aNtONIEtta DI GIrOlaMO

Himalaya, Karakorum, Manaslu, Shisha Pangma, Lothse, Everest, nel giro di un decennio tutti gli “ottomila” del pianeta vengono calpestati dal piede di quest’uomo straordina-rio, Silvio Mondinelli

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La giornata è di quelle frizzanti di metà settembre, con il vento che scompiglia dispettoso ca-pelli e fogli di iscrizione. Eppure, nulla scoraggia l’entusiasmo e la soddisfazione di avere oggi, come compagno di escursione, uno dei nomi più illustri del pano-rama dell’alpinismo mondiale, un uomo dalle cifre sorprenden-ti, al quale successi e notorietà non hanno affatto scalfito la tempra di uomo affabile e di-sponibile con tutti.Silvio Mondinelli, detto Gnaro, “bambino” nel dialetto locale, nato a Gardone Val Trompia (BS)

nel 1958, uno dei pochi scala-tori, secondo solo a Messner e sesto uomo nel mondo, ad aver raggiunto tutte le quattordici vette più alte della Terra senza l’uso di ossigeno supplementare, dall’alto dei suoi numeri non si scompone e regala ai suoi amici abruzzesi amanti della monta-gna una giornata difficile da dimenticare.L’evento, organizzato dal pre-sidente del Club Alpino Popoli, Claudio Di Scanno, e dal ge-store del Rifugio San Francesco, Gianni Cetra, con il patrocinio del Comune di Castel del Monte (Aq), richiama quasi un centina-io di persone, tra membri dei vari CAI regionali e semplici appas-sionati, ai quali il nome di Silvio Mondinelli evoca gesta in grado di sfiorare i limiti delle umane possibilità. Mani in tasca, un sorriso ed una parola per tutti, Gnaro affronta con prevedibile nonchalance l’escursione per l’ascensione del Monte Camicia (2564 m), chiac-chierando come un qualsiasi compagno di scalata dei det-tagli della sua incredibile vita di scalatore, avvicinatosi alla mon-tagna poco più che ventenne per lavoro, come soccorritore e guida alpina della Guardia di Finanza ad Alagna Valsesia, per poi cimentarsi in imprese dal sapore leggendario sulle vette di tutto il mondo. Le prime sui monti di casa, con

l’apertura di vie nuove sul Monte Rosa, per poi puntare ad obiet-tivi extraeuropei di largo respiro: Himalaya, Karakorum, Manaslu, Shisha Pangma, Lothse, Everest, nel giro di un decennio tutti gli “ottomila” del pianeta vengono calpestati dal piede di quest’uo-mo straordinario, a cui l’aria rarefatta del tetto del mondo ha lasciato intatte le doti di persona sensibile, impegnata in attività di solidarietà e raccolta fondi per le popolazioni con le quali è entrato in contatto nel corso dei suoi viaggi.Epici sono, inoltre, i suoi salva-taggi di alpinisti in situazioni estreme e ad altissime quote, lui che uscì indenne da una valan-ga che lo travolse, nel 2012, sul monte Manaslu. La giornata con Gnaro prose-gue con il pranzo al Rifugio San Francesco, dove uno dei più grandi himalaysti al mondo, alle prese con i nostri arrosticini, supera brillantemente la sfilatura dei pezzetti nel giusto verso. Nel pomeriggio Gnaro, prima di salutarci, ci offre la visione di un filmato che narra e descrive la sua vita, quella dello scalatore, ma anche dell’uomo, costret-to a sacrificare il tempo per gli affetti e la normalità, quella che, comunque, in un uomo che lascerà un segno nella storia dell’alpinismo, non è affatto sva-nita. Arrivederci sui nostri monti, Gnaro!

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Le Azzurre a Euro 2013

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Le rappresentanti del gentil sesso, da quasi un decennio, in Italia, sono affiliate alla Lega Nazionale Dilettanti maschi-le e hanno una gran voglia di emergere. Tentano la scalata. Provano a diventare famose, come un Cristiano Ronaldo o un Lionel Messi. Negli ultimi campionati del mondo dispu-tati in Germania le ragazze hanno difeso con dignità i co-lori dell’Italia sfiorando la vit-toria con Svezia, Usa e con la stessa Germania, considerata

TACCHETTIA SpILLoCi sono voluti anni per veder decollare il calcio femminile. Era uno sport riservato ai maschietti e con le donne lontane anni luce dai rettangoli di gioco. Ma le cose stanno cambiando. E in meglio

LUIGI SADA

da tutti, insieme alle nordame-ricane, una delle potenze del calcio internazionale femmini-le. L’alba di questa disciplina, riservata ai soli uomini sino agli anni Sessanta, è emersa grazie all’ACF Milan, organizzatore, quasi un quarto di secolo fa, di tre edizioni di un “mundialito” per club e nazionali disputati in Sardegna col patrocinio del-la Regione locale. Gli Usa do-minarono la scena ma il Milan fece la sua parte portandosi a casa encomi e prendendosi di-verse soddisfazioni con Polonia e quelle nazioni di un tempo come Cecoslovacchia, URSS e Jugoslavia. “Mi ricordo che la nazionale polacca non aveva nemmeno i soldi per pagarsi la benzina e il viaggio in nave”, racconta dispiaciuta Stella La Capra, una delle componen-ti della squadra rossonera e al tempo promessa sedicenne. “organizzammo una colletta e la compagine biancorossa riu-scì tornare a Varsavia a bordo di uno sgangherato pullman guidato da un dottore appas-sionato di calcio”. Ma i tempi sono cambiati. “La stessa Po-lonia è cresciuta tantissimo in

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Carolina Morace,ex campionessa di calcio

ambito femminile”.Ogni due anni vengono dispu-tati i campionati europei di ca-tegoria e quelli del mondo, e l’Italia di Patrizia Panico, bom-ber principe del momento, ha fatto capire che le azzurre pos-sono tranquillamente superare gli ostacoli che in passato sem-bravano insuperabili malgrado le acrobazie di Carolina Mora-ce, la nostra maggiore rappre-sentante degli anni Novanta ed ex conduttrice a TeleMon-tecarlo al fianco di alcuni big della televisione come Caputi, Colombo e di una Alba Parietti in piena ascesa. Di acqua sotto i ponti d’allora ne è passata. E parecchia.Alcune squadre sono scompar-se, altre sono salite alla ribalta. Il Milan ha detto addio ai cam-pionati maggiori lo scorso anno. Il Diavolo in rosa aveva dato fuoco alle polveri cinquant’an-ni fa. Ma sono emerse nuove società come l’Inter Milano, capace nel giro di sole due stagioni di passare dalla serie C alla serie A grazie all’apporto dell’ex interista Beppe Baresi (la cui figlia Regina gioca nel ruo-lo di centravanti). “Abbiamo rilevato l’Inter quando nessuno credeva di poter trovare spa-zio sul piano nazionale”, spie-ga Baresi. “È stato difficile ma

ce l’abbiamo fatta. Una mano dall’Inter dei campioni? Maga-ri. Io cerco di fare il possibile per continuare su questa strada”. Nel campionato di serie A, oltre all’Inter e alle altre rappresen-tanti del nord guidate dalla Tor-res campione in carica (e dallo stuolo composto da Brescia, Verona, Valpolicella, Como 2000 e Tavagnacco) ci sono Roma, Napoli e Firenze (for-mazioni che viaggiano spesso nell’anonimato di centro e bas-sa classifica). Di rado pronte a dire la loro in funzione futura (Tavagnacco e Torres parteci-peranno tra l’altro alla Cham-pions League). La Res Roma, ad esempio, sta compiendo

passi da gigante dopo aver vinto lo scorso torneo di B. Ma pure il Napoli si muove con l’in-teressamento del Napoli calcio di De Laurentiis.“Forse in futuro riusciremo a tro-vare la collocazione giusta. Ma sarà dura”, sottolinea Cristina Murelli, ex stopper della nazio-nale azzurra. “In Svezia, in Ger-mania e negli stessi Stati Uniti il calcio femminile è quasi sullo stesso piano di quello maschile, se non superiore. Gli stadi sono pieni. In ogni partita ci sono anche ventimila spettatori, per non parlare degli Europei e dei Mondiali dove le presenze han-no raggiunto cifre da record. qui in Italia siamo parecchio indietro. Le squadre giocano su campi di periferia. Si potrebbe, con un po’ di buona volontà, far giocare in anteprima delle partite di campionato le nostre squadre e la gente sicuramen-te si divertirebbe”.Chi ha seguito con attenzione gli ultimi mondiali, con Brasile e Germania protagoniste, tut-tavia si è accorto che il calcio in gonnella assomiglia molto a quello sudamericano e ma-schile. Il rischio dei contatti duri è sempre alto. Le ragazze pa-recchie volte sfiorano l’infortu-nio. Però un dribbling rosa spes-so diverte di più di un affondo

Christine Sinclair del Canadaesulta dopo un gol

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45CalCIO

Calcio femminile,lega uCSd negli usa

Mary Abigail Wambach, per tutti Abby, calciatrice statunitense di 33 anni, è stata premiata lo scorso gennaio con il Pallone d’Oro 2012 per il calcio femmi-nile. Celebrata e paragonata al pari di Leo Messi, la Wambach è una bomber e una stella indiscussa della nazionale Usa. Vicecampionessa mondiale in carica con la maglia a stelle e stri-sce, detiene un invidiabi-le record di media-goal a partita: 143 reti in 188 gare. La Wambach nonostan-te tutto è disoccupata: la traballante lega femminile Usa di calcio ha chiuso i battenti e pertanto cerche-rà fortuna all’estero.Sito internet: www.abbywambach.com

Calcio Femminile Channel è il canale te-levisivo on-line che trasmette ininterrotta-mente filmati di campionesse e partite del settore. Retro-scena, curiosità e tanto altro, il tutto rigorosa-mente in… rete.Sito internet: w w w . c a l c i o -femminilechan-nel.tv

PallONE D’OrO?

CalCIOFEMMINIlE ChI E’

ChI E’ ChI E’

UNa aMErICaNa

IN tv PatrIZIa PaNICO

Marta MElaNIa GaBBIaDINI

Nata a Roma l’8 febbraio del ’75, Patrizia Panico è at-taccante della Torres e della Nazionale italiana, della qua-le è capitano. Diventata l’em-blema del calcio femminile in Italia, è un po’ l’erede della celebre Carolina Morace.

Nata a Dois Riachos, in Brasile, il 19 feb-braio dell’86, Marta Vieira da Silva, detta Marta, è l’attaccante del Western New York Flash e della Naziona-le brasiliana. Dal 2006 al 2010 ha conquista-to per cinque edizioni consecutive il ricono-scimento come FIFA Women’s World Player of the Year.

Nata a Calcinate, in provincia di Bergamo, il 28 agosto dell’83, Melania Gabbiadini è attac-cante del Bardolino Verona e della Nazionale femminile e so-rella di Manolo, centravanti del-la Sampdoria.

di qualche campione super pagato.L’Italia si è comportata bene durante gli ultimi europei. L’al-lenatore Antonio Cabrini, ex campione azzurro e della Ju-ventus, è soddisfatto dei risulta-ti. La Nazionale Femminile ha ottenuto fino ad oggi due suc-cessi in altret-tante gare di-sputate, il primo a Tallinn contro l’Estonia (5-1) e il secondo a Bas-sano del Grap-pa contro la Ro-mania (1-0).

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48 CINEMa\MOvIEs

LA VoCE INDIpENDENTE DEL CINEMAa stEllE E strIsCE

lOrENa CaCaCE

Se credete che il cinema ameri-cano sia fatto solo di blockbuster e filmacci che riempiono le sale a dispetto della qualità, prenotate un aereo per Park City, sobborgo di Salt Lake City, Utah, per il pros-simo gennaio e immergetevi nel Sundance Film Festival. Cineasti indipendenti da tutti gli States e dai paesi più lontani guardano alla loro Mecca, in terra dei Mor-

moni, pronti a far saltare il ban-co. Qui sono passati registi che hanno varcato la soglia e, da in-dipendenti, sono diventati vere e proprie istituzioni a stelle e strisce.Steven Soderbergh, Jim Jar-musch, Kevin Smith, i fratel-li Coen, Christopher Nolan (sì, quello dell’ultima trilogia di Bat-man) e la coppia Robert Rodri-guez e Quentin Tarantino, sono stati lanciati dal Sundance e pro-iettati nell’universo di star a mar-chio Hollywood.L’edizione 2014 prenderà il via dal 16 al 26 gennaio, un mese prima degli Oscar: star e starlet-te faranno la loro apparizione sul red carpet di Park City, aspettan-do la chiamata di L.A.Con loro, tutti gli appassionati di cinema indipendente, faranno la fila per vedere i film selezio-nati nelle tante categorie: molte pellicole non arriveranno da noi, dove il cinema indipendente fa-tica a sopravvivere, ma i nomi dei vincitori cominceranno a gi-rare al di fuori dei circuiti under-ground e qualcuno farà il gran-de salto.Che ci sia una grandissima at-

Sale l’attesa per l’edizione 2014 del festival del cinema mainstream più famo-so d’America, aspettando la consacrazione degli Oscar

Photo Credits:Courtesy of Sundance Institute

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49CINEMa\MOvIEs

tenzione sul Sundance non è una novità. Robert Redford ne è volto e mente e il suo carisma è riuscito negli anni a squarciare il velo di indifferenza da parte delle ma-jor che si sono affacciate su un universo caleidoscopico, fatto di voci, suoni, colori e storie fuori dai soliti schemi.Lo scorso anno il Sundance, vinto da Fruitvale di Ryan Coogler, ha registrato il record di film propo-sti e selezionati: più di 4mila lun-gometraggi da cui ne sono stati scelti 113, 8.102 i corti passati in visione per 98 finalisti che sono stati proiettati nei dieci giorni di

della nuova cinematografia hol-lywoodiana che ormai attinge a piene mani dalla carta, rilancian-do al tempo stesso anche il mon-do dei fumetti.Viva i nerd, dunque, se per il 2014

NELLE SALE IL pIENoDI BLOCKBUSTERFIRMATI MARvELL’anno nuovo si apre con il festi-val più importante del cinema indipendente, ma il vecchio 2013 si chiude all’insegna dei mega blockbuster a firma Mar-vel

tutti da qui.Sesso, bugie e videotape di So-derbergh ha sdoganato il cine-ma indipendente, dimostrando come si potesse avere successo a livello planetario rimanendo nel solco del cinema indipen-dente. Reservoir Dog, alias Le Iene, di Tarantino venne proietta-to per la prima volta al Sundance nel 1992, mostrando al mondo il talento del regista, oggi accla-mato ovunque.Dal lontano 1978, quando la ma-nifestazione nacque come Utah/US Film Festival, il Sundance è diventato una sorta di Terra Pro-messa per i nuovi Steven Spiel-berg: essere selezionati e magari anche vincere in una delle ca-tegorie, è il trampolino di lancio ideale verso la statuetta più am-bita.per il 2014 tutto è stato confer-mato: dodici le categorie, dai corti ai documentari, statuni-tensi e non. Musica, arte visiva, spazi creativi, dibattiti, lezioni di cinema, incontri con attori e re-gisti: per dieci giorni Park City si trasformerà nella città più cool degli States, in attesa della notte delle stelle a Hollywood.

Thor 2 The Dark World, uscito a novembre, ha concluso l’anno solare della “seconda fase” di espansione. Dopo Iron Man 3 e Wolverine – L’immortale, è toc-cato al Dio del tuono, interpreta-to da Chris Hemsworth, continua-re la saga dei filmoni a marchio Marvel. Un nuovo nemico, an-tichi solidali e ritorni di fiamma, hanno animato le discussioni pre e post proiezione. Un successo di pubblico come tutti i blockbuster

Un’immagine di Blood Bro-ther, di Steve Hoover, vincito-re nel 2013 del premio della Giuria e del Pubblico per la categoria Documentari

festival.Per l’edizione 2014 si tenterà di bissare il successo, strappando nuovi record: in attesa di vedere la lista ufficiale dei film ammessi (di prossima pubblicazione a di-cembre), si guarda al Sundance per scoprire nuovi talenti.Da Salt Lake City a Hollywood la strada sembra lunga e dis-seminata di ostacoli: il cinema indipendente racconta storie e personaggi che il grande pubbli-co potrebbe non capire, dicono le major. Eppure i registi più pro-lifici, quelli che riempiono le sale e creano nuovi miti, sono passati

ci attendono altre attesissime uscite. Il primo sarà Capitan Ame-rica, il primo supereroe made in USA, il super soldato più forte, che riprenderà le sue avventure con Capitan America: the Winter Soldier, in uscita a marzo 2014. Ri-lancio in grande stile anche per l’Uomo Ragno con il secondo capitolo della seconda fase post Sam Raimi, The Amazing Spider-Man 2. Infine, per la prossima estate, si attendono gli X-Men con Days of Future Past, mentre le voci di un ritorno dei Fantastici Quattro e soprattutto degli Aven-gers ha già mandato in brodo di giuggiole tutti i fan delle saghe, filmiche e su carta.Insomma, per i fumettari di tutto il mondo, grandi e piccini, la sete di supereroi sarà saziata anche quest’anno (e oltre).

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50 MUsIC

Ancora una volta, uno spot con una melodia orecchiabile, tra-panante, di quelle che soprattut-to ai produttori di musica dance vengono tanto bene e tanto istintivamente. Ancora una volta una “Top Of The Spot”, forse più che una compilation, semmai il pretesto per ripercorrere ogni momento unico che la pubbli-cità mette in vetrina. Si vendono sempre meno dischi. E questo lo sanno tutti. C’è una realtà tutta-via che sta riabilitando l’industria musicale, soprattutto quella di nicchia: la sincronizzazione. Ov-vero, associare brani esistenti a filmati; o lungometraggi o cor-tometraggi. Soprattutto spot: fondamentale è il ritorno del di-ritto d’autore ed editoriale. Ogni volta che un lungometraggio

OvEr thE

SPOTrICCarDO saDa

viene trasmesso, uno spot irra-diato, autori ed editori possono guadagnarci, non solo a livello d’immagine (tutta sana e gratui-ta promozione) ma anche sotto il punto di vista economico.Conoscere e sapere interpretare ogni stile e genere musicale, es-sere aggiornati sulle tendenze e sulle nuove sonorità nel mondo della musica ma comprendere anche le problematiche della comunicazione e del marketing entrando in sintonia con il cliente e lo staff creativo; questo è lo spi-rito con il quale alcune agenzie specializzate in sincronizzazioni lavorano: per creare e soprattut-to cercare, nei tempi imposti dal-la produzione, musiche di qualità e di forte impatto emotivo. Tali agenzie offrono consulenza mu-sicale ed editoriale per l’utilizzo di brani discografici già esistenti assistendo il cliente nella ricerca e nelle trattative editoriali neces-sarie all’utilizzo.La sonorizzazione degli spot, tele-visivi e non, dà linfa nuova al suo-no di nicchia. La musica ringra-zia e i sottogeneri della dance sprizzano vitalità da ogni poro.

Si vendono sempre meno dischi e si fanno sempre pochi down-load legali e questo è un gran problema, comunque. La realtà dell’addizione “spot più musica” sta comunque riabilitando l’indu-stria musicale. Soprattutto quel-la di nicchia come la dance. E i creativi sono al lavoro. Lo spot a volte diventa base per la clip dell’artista. Telefonini e detersi-vi spesso affiancati da consolle e dj? Un must. Fondamentale è l’idea, il volto noto, la bella fan-ciulla, che si ripercuotono su un ritorno economico e di immagi-ne che va a rinverdire la musica stessa. Audio più video. Questa associazione di valori si chiama in gergo tecnico… “sincronizza-zione”. Dieter Meier degli Yello ne parlò al MusicWorks di Glasgow, in Scozia. A ogni lungometraggio o cortometraggio trasmesso, a ogni spot irradiato, una ventata di aria serena giunge sul mondo delle sette note. E questo acca-de anche alla dance.“La sincronizzazione? Un abbina-mento tra musica e immagini che possono avere sia scopo com-merciale che non, su qualsiasi

La preziosa collaborazione tra agenzie di pubblicità, case di produzione e discografi-che frutta una visibilità incredibile a tutti. E la pubblicità salva la musica

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supporto, dal cd-rom al Dvd alla tivù”, dice l’esperto Stefano Vac-carino, prima a Mirage, una del-le società che si sono occupate per anni di cercare musiche per programmi televisivi (Mediaset, La7), poi in Universal Music e oggi repertoire manager delle Edizio-ni Irmãos Vitale. “Determinante è l’associazione al marchio. Le agenzie pubblicitarie si occupa-no di questo e alle volte si utilizza-no società esterne, come case di produzione e società di con-sulenza musicale”. Come hanno sempre fatto Synchlab, Decam, Thang. Synchlab era una società fondamentale per le sincronizza-zioni, ovvero l’associazione tra un marchio e un brano musicale. Di aziende simili ne esisteranno una decina, sul suolo italiano. Ma questa, ramificazione di Pana-record, era in realtà nata come distribuzione video e ceduta a Rcs, è stata per anni leader nel settore. Stefano Tucciarelli, roma-no, adottato da Milano, classe ‘64, ex responsabile di Synchlab, spiega. “La musica? Si sta ten-tando di rianimarla in più modi e lo si dice da tempo. di fatto

non c’è una soluzione precisa. Parecchi si lamentano, sia i di-scografici che quelli, come me, che fanno sincronizzazione. Inter-net è però solo una scusa. Forse la gente si è disaffezionata della musica per parecchi motivi: il de-siderio di voler possedere il vinile a tutti i costi già con l’avvento dei cd è svanito. Le cause? una è quella di aver visto più volte delle riedizioni, in cd, di vinili con copertine agghiaccianti. Tanti altri fattori hanno fatto perdere il desiderio di avere l’oggetto in sé. Ho la sensazione che la casa discografica sia ancorata al pas-sato. In questo modo morirà. Le indipendenti e le multinazionali devono fare un salto nel futuro. Il costo del cd è irrilevante: molte persone comprano su Internet e pagano di più. L’mp3 è uno stru-mento di promozione, lo scopre sulla rete. Internet è la radio del domani ma nessuno dei disco-grafici se ne è accorto. Non puoi far pagare un dollaro un file. La Rete è un mezzo di promozione fondamentale. Tutto verrà inglo-bato in un solo hardware, vedre-te. Facile che in un futuro pros-

Bob Sinclair

Chemical Brothers

simo potrebbero scomparire le case discografiche e arrivare dei mecenati che investiranno nella discografia valorizzando il lavoro di bravi produttori”.La sincronizzazione vivrà. “Viene fatta da anni. È un segnale per vendere dischi. Vediamo ancora oggi come e quanto vendano le varie compilation come ‘Top Of The Spot’”. Vince il media più forte? “Certo. La tivù, il cinema, la radio. E vincono le idee, con questo bilanciamento in fatto di qualità del prodotto, che ormai con un buon software si può ot-tenere anche in casa propria”. Nella sincronizzazione restano delle responsabilità importan-ti. “La decisione finale spetta sempre al cliente. Che investe sempre meno. Le radio intanto vanno dietro alle hit televisive. È aumentata la collaborazione tra le case discografiche e le agenzie pubblicitarie”. All’este-ro si utilizza meno materiale che proviene dai cd: infatti, si fanno delle cose ad hoc e con estre-ma professionalità. E questo è un dato di fatto.

MUsIC

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La nuova Mitsubishi Outlander attraversa una moderna metropoli di notte. La luna è piena ed illumina il cielo. La ragazza al volante percorre le strade fino a quando non esce dalla città ormai all’alba.

La nuova Nissan Note con tecnologia Safety Shield viaggia in un mondo fantastico popolato da creature misteriose e affascinanti. Riesce a schivare ogni pericolo grazie ei suoi sistemi di si-curezza e riportare sani e salvi a casa i due con-ducenti.

Lo spot mostra cani di tutte le razze a bordo dei diversi modelli Wolkswagen. Spuntano dai finestri-ni delle auto in movimento oppure stanno com-posti sul sedile. In ogni caso sono a loro agio e si godono il paesaggio.

Un ragazzo è seduto da solo in una panchina al parco. In mano ha il nuovo Samsung Galaxy Tab 3 e ad ogni tocco dello schermo il paesaggio cambia e cambiano le persone che ha in-torno. Fino a quando appare una ragazza che gli prende il Ga-laxy Tab.

MITSUBISHI OUTLANDERBOBBY CALDWELL “WHAT YOU WON’T DO FOR LOVE”

NISSAN NoTEFRANz FERDINAND “EVIL EYE”

WIND ALL INCLUSIVEMIKA “LIVE YOUR LIFE”Giorgio Panariello deve trovare l’appartamento dove lo sta aspettando Vanessa Incontrada. Nel citofono però c’è solo il numero dell’interno e a lui è caduto il telefono per telefonare. Andrà per tentativi con risultati disastrosi ma esilaranti.

VOLKSWAGEN WOOFWAGENBARRY LOUIS POLISAR “ME AND YOU”

SAMSUNG GALAXY TAB 3TIM MYERS & EL MAY “ME & MY FRIENDS”

Moby Stefano Tucciarelli

rECENtIE Da INCOrNICIarE

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GLI SpoT DA RICoRDAREBob Sinclar “World, Hold On” (Spot Tim)

Telepopmusik “Breathe” (Spot Carta Visa)

Sergio Mendes&Bep “Mas Que Nada” (Spot Nike Joga Bonito)

The Magic Numbers “Love’s A Game” (Spot Volvo V50)

Natalie Imbruglia “Shiver” (Spot Kinder Bueno Whi-te)

Jim Noir “Eanie Meanie 2” (Spot Adidas+10)

Play “I Must Not Chase The Boys” (Spot Mercedes Classe A)

Train “Calling All Angels” (Spot Campagna Gene-rali “Angels”)

Andreas Johnson “Glorious” (Spot Ferrero Nutella)

Monkeeman “Life Is Wonderful” (Spot Opel Meri-va)

GLI SpoT SToRICIBacardi Rum Daft Punk “Raphael Sullie” Party sca-tenato per il popolare rhum (giugno 2001)

Fiat Stilo Dee Lite “Groove Is In The Heart” Quattro giovani cominciano a muovere a tempo i coman-di dell’auto (ottobre 2001)

Levi’s Jeans The Dysfunctionals “Payback Time” Ragazzi con delle curiose facce da topo riscuoto-no un riscatto da una donna a cui hanno seque-strato il gatto (marzo 2003)

Levi’s Jeans Mr.Oizo “Flat Beat” Il pupazzetto aran-cione nell’auto (ottobre 1999)

Vodafone Live! Simply Red “Sunrise” (Lectro remix) Megan fa la dj da un elicottero e fa ballare tantis-simi ragazzi su di una spiaggia (luglio 2003).

GLI SpoT pIù TREND

Ford S “Max Chemical Brothers “Shake Break Bounce” Un uomo utilizza una maniglia per aprire porte immaginarie che lo portano a cammina-re per diversi luoghi, fino a giungere davanti alla nuova grande monovolume sportiva della Ford.

Rai Mondiali di Calcio 2006 Safri Duo “Played A Live” Spot dei mondiali di calcio 2006 della Rai, con immagini frenetiche accompagnate da una coinvolgente musica techno “tribal.

Nokia 3250 Audio Bullys “Rock Till I’m Rollin” La dut-tilità del nuovo cellulare di tendenza della Nokia in grado di trasformarsi da telefono a videocame-ra o lettore mp3.

Nokia N91 Moby “In My Heart” Un gruppo di gio-vani utilizza il nuovo cellulare glam della Nokia, mentre una serie di tatuaggi si forma sulla loro pelle e tutto intorno a loro.

Fiat operazione Cinque Blog 27 “Uh La La La” La promozione della Fiat che coinvolge tutte le auto della casa automobilistica torinese lancia il duo composto dalle giovanissime polacche.

Renault Megane Groove Armada “I See You Baby (Fatboy Slim remix)” Durante una presenta-zione della nuova versione della Megane molti si distraggono a causa di un megascreen che mo-stra i posteriori di ballerine che si dimenano alle-gramente.

Saab 9.5 Aphex Twin “Shiny Metal Rods” La nuova auto della Saab viaggia per le strade di un bosco sotto gli occhi ammirati di un branco di lupi.

Dieter Meier degli Yello

Daft Punk

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Il FEstIvalDElla MUsICa ItINEraNtE

Roma, 12 ottobre, ore 14:30. Dopo due ore e mezza circa di viaggio arrivo presso il Musica Incontro, luogo scelto per la se-conda fase delle audizioni del Tour Music Fest – Festival Interna-zionale della Musica Emergente. Non mi trovo qui come aspirante star (anche perché la sporadica frequentazione in gioventù del coro parrocchiale non penso sia sufficiente) ma come giornalista, accompagnatrice e sostenitrice di Andrea, nome d’arte Drew, cantautore di origine sanreme-se (sarà un segno del destino?) espatriato in terra abruzzese poco più che adolescente.Andrea ha una certa esperienza: venti anni alle spalle di gruppi, di esibizioni live, di concorsi, ma un po’ di tensione inizio a notarla nei suoi occhi e decido così di al-lontanarmi per lasciarlo libero di concentrarsi. Ne approfitto per

fare due chiacchiere con gli altri artisti: ce ne sono di tutte le età e da ogni parte d’Italia; tra di loro il gruppo degli Alibi, giovani ragaz-zi sulla ventina molto simpatici e pieni di entusiasmo che scrivono e mettono in musica i loro pezzi, o degli Hydro, gruppo rock po-wer metal formatosi cinque anni fa nei pressi di Ancona e provin-cia. Parlando con i partecipanti alla gara salta fuori che molti di loro hanno già tentato concorsi e audizioni per famosi talent te-levisivi ma sembra che quest’ulti-mi abbiano in realtà organizzato audizioni fantasma e inutili attese di convocazione ai provini.Il TMF, invece, sembra una mac-china ben collaudata. Il concor-so dopotutto esiste da otto anni e ogni edizione, con una com-missione artistica capeggiata da Mogol, seleziona più di 10000 musicisti raggiungendo 28 città italiane. La finalissima si svolge-rà presso il Piper Club di Roma, locale cult della musica italiana e verrà trasmessa in tv su Match Music (canale 176 di Sky). Tra i premi in palio ci sono la produzio-ne di un disco, un tour europeo di concerti, borse di studio presso

Il concorso seleziona più di 10 mila musicisti. La finalissima si svolgerà presso il Piper Club di Roma

il CET di Mogol e molto ancora. Insomma il TMF si propone come una vetrina importante per qual-siasi musicista emergente.E’ arrivato il momento di Andrea e una ragazza molto gentile del-lo staff lo accompagna nella sala di registrazione. Assorbendo tutte le speranze e le emozioni dei partecipanti inizio a provare un po’ di agitazione anche io ma, fortunatamente, l’attesa è breve e dopo pochi minuti vedo

Drew uscire dalla stanza con il volto ancora teso dalla concen-trazione e dall’adrenalina. Poi però mi sorride e tirando un so-spiro di sollievo mi dice di essere soddisfatto della propria esibizio-ne e di aver dato il meglio di sé. Ne sono veramente felice e riflet-tendoci, comunque vada, non è forse questa la cosa veramente importante?

FEDErICa BErNarDINI

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SESSuALITà:UN MoNDoANCoRADA SCopRIRE

MIChEla staFFIErIPSICOLOgA E PSICOTERAPEuTA

Pensando di dover scrivere arti-coli scientifici a carattere sessuo-logico presso questa rivista ed a come impostare quella che sarà una “finestra” aperta e costante su quel mondo che “si crede” per dicerie varie di popolo es-sere un argomento “scottante”, la sessuologia e la sessualità, ho deciso di scrivere il primo articolo facendo una sorta di “premes-sa”. La sessuologia: innanzitutto che cos’è? E poi perché, nonostante siamo nel XXI secolo e ci trovia-mo nell’era più informatizzata e nello stesso tempo ricca di stimoli ed informazioni in assoluto, risul-ta essere ancora un argomento tabù e di cui ci si vergogna al solo pensiero di parlarne? Infi-ne, come mai assistiamo ad un aumento notevole di patologie legate alla sessualità? Vado per ordine e per informazioni storico-scientifiche. La sessuologia è una disciplina recente che manca di un territorio proprio; non è una scienza della sopravvivenza ma della qualità di vita, il che la ren-de vulnerabile in periodi di restri-zione di bilancio. La moderna sessuologia si può considerare una scienza giovane: il termine “sessuologia” fu introdotto infatti da I. Bloch, mentre il primo Istituto di Sessuologia fu istituito nel 1919 ed il primo congresso mondiale

di Sessuologia fu organizzato a Berlino nel 1921. In realtà lo stu-dio della sessualità e delle tera-pie sessuologiche si perde nella notte dei tempi: il Papiro di Kahen (1850 a.c.) indica molteplici nor-me per la diagnosi e la terapia di disturbi ginecologici ed oste-trici e di ricette contraccettive. queste pratiche sono rimaste per più di 3500 anni sotto il con-trollo della classe sacerdotale sia in occidente che in oriente. Biso-gna aspettare la metà dell’800 affinchè la sessualità si affranca dal dominio della religione: nel 1869 Von Krafft-Ebing pubblica “Psycopathia Sexualis”, poi Al-bert Moll, Havelock Ellis e soprat-tutto Sigmund Freud si assiste alla nascita del ponte tra la sessualità “normale” e quella “patologica” ed oggetto di studio non solo della medicina ma anche del-la psicologia. Nel dopoguerra la sessualità trovano la loro più alta espressione nella giovane e pragmatica società americana: Masters e Johnson nel 1966, Kin-sey tra il 1948 ed il 1953 intrapren-de delle inchieste sul comporta-mento sessuale di un campione ampissimo (il cosiddetto Rappor-to Kinsey da cui recentemente è stato tratto l’omonimo e scan-daloso film “Kinsey”, 2004), lo svi-luppo della sessuologia clinica e

delle nuove psicoterapie sessuali con Masters e Johnson nel 1970 e Kaplan nel 1974. La sessuologia oggi appare come un contenito-re nel quale convergono diverse discipline, orientamenti ed ope-ratori poiché si colloca al croce-via di scienze diverse: esiste per questo la difficoltà di comunica-zione tra una sessuologia pretta-mente “medica”, più centrata sul modello di riferimento orga-nico, fisiologico e neurochimico dell’apparato sessuale ed una sessuologia “psicologica” cen-trata più sugli aspetti relazionali, intrapsichici e sociali del com-portamento sessuale. La sessua-lità è un evento essenzialmente psicosomatico in realtà: non si può quindi prescindere da que-sto presupposto di base…nei di-sturbi sessuali e nella sessualità in generale i fattori organici e quelli psicologici si integrano ed intrec-ciano tra loro sempre. Fatto que-sto doveroso excursus storico di questa giovane disciplina (anco-ra non riconosciuta ufficialmente ahi noi nel nostro paese) passia-mo al secondo “quesito” posto: come mai ancora oggi, sul finire del 2013, esiste ancora un “tabù” forte ed un senso di grande ver-gogna nel parlare di sessualità? Sicuramente una prima risposta può essere ricondotta alla religio-

Disinformazione e credenze popolari fanno emergere numerosi disturbi sessuali

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ne: la presenza della Santa sede del Cattolicesimo e del Papa in Italia ha contribuito nei secoli ad “evitare” di parlare di questo ar-gomento se non in termini di pro-creazione, ma non ad esempio di contraccezione. Questo a dire che, senza entrare in argomenti troppo specifici ma anche e del tutto soggettivi rispetto al “cre-do” di ognuno, la forma mentis e la cultura del nostro Paese è sta-ta “trattenuta” dal trattare certi temi. Bisogna anche dire che la Chiesa, recentemente, si sta molto aprendo verso l’argomen-to “sessualità”, ma tutto ciò che la storia ha tramandato finora fa si che la strada verso una libera informazione ed una costruttiva comunicazione su questo tema importante nella vita di ognuno sia ancora lunga (per quanto lungo è stato finora il contrario). La cosa che più stride e diventa ai nostri occhi (dico all’osserva-zione clinica di noi professionisti della salute sessuale) a dir poco paradossale è la costante e sem-pre più in aumento presenza nei mass media e nel web di trasmis-

sioni, pubblicità, serie tv ed im-magini che esplicitamente “par-lano” di sessualità: il paradosso è che continua a “circolare” tanta disinformazione ed esistono tan-te “credenze popolari” sul mon-do della sessualità, tanto da far emergere numerosi disturbi ses-suali che raramente vengono ri-portati e richiesti a noi esperti, ma fuoriescono “random” da altre domande problematiche. Que-sto è sintomatico di una ancora attuale grande vergogna delle persone rispetto alla propria ses-sualità, che poi è nella natura di ogni essere vivente, e sicura-mente di un mancato compito Istituzionale che permetta a noi professionisti del settore di fare prevenzione ed informazione (principalmente parlo del tema

tanto discusso sull’introduzione nella Scuola Pubblica della ma-teria di “Educazione sessuale ed affettiva”!). Ed ecco, quindi, in queste ultime riflessioni la risposta al terzo “quesito”: “Come mai oggigiorno ci sono tante patolo-gie sessuali?”: nonostante l’infor-mazione e gli stimoli provenienti a gran voce dal web e dai mass media le patologie sessuali sono sempre più in aumento. Risultato di una informazione che dovreb-be partire sin da piccoli, cioè dalle scuole materne, svolta da professionisti che si sono formati e specializzati nel tempo in modo tale che la sessualità possa esse-re “presente” nella vita di tutti i giorni nella sua semplicità e na-turalezza.

Bibliografia:C. Simonelli, diagnosi e trattamento delle disfunzioni sessuali, Franco Angeli, 1997;S. Freud, Tre saggi sulla teoria sessuale, in Opere, Vol. V, Borin-ghieri, 1970;H. S. kaplan, Le nuove terapie sessuali, Mondadori, 1976;C. Simonelli, F. Petruccelli, Le terapie sessuali, in Psicobiettivo 2, 1986.

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I RAPPORTI DI COPPIA: I sEGNalI DI UNa CrIsI sI POssONO PErCEPIrE? COME MaNtENErE UN raPPOrtO staBIlE?

vIrGINIa MalONIPSICOTERAPEuTA

Lo studio degli aspetti che carat-terizzano un rapporto di coppia implica la valutazione di molte-plici dimensioni e sistemi motiva-zionali che, interagendo tra loro, creano complesse combinazioni. Ma cos’è che oggi ci tiene legit-timando l’esistenza di un legame relazionale duraturo e autentico nel tempo? Viviamo un momen-to di forte insicurezza sociale ed i legami, in questa situazione, subiscono forti spinte che spesso prendono vie non convenienti per la stabilità della coppia, so-prattutto nell’attuale società che si presenta come un organo in continua trasformazione.quali sono i consigli per auspi-care ad un rapporto di coppia stabile? 1. Conoscenza e consapevo-lezza dell’altro non appannata dalle proprie proiezioni e attese irreali che ci impediscono di ve-dere il partner nella sua unicità ma solo in base alle nostre aspet-tative.

2 Il desiderio di stare insieme e di fare cose insieme: non smette-re mai di essere curioso dell’altro, cercando sempre di mantenere vivo il rapporto con proposte che portino vivacità e novità. 3. Essere se stessi e autentici. 4.Comunicare all’altro i pro-pri desideri, sentimenti, piaceri, esprimendo tenerezze verbali e non solo fisiche. 5.Affrontare insieme i problemi quotidiani. 6.Dare significato alle cose che si fanno insieme e non farle per inerzia. 7.Condividere, nella comple-mentarietà, valori e sentimenti. 8.Ascoltare con empatia le trasformazioni inevitabili di chi abbiamo di fronte, ponendo do-mande di curiosità e conoscen-za ulteriore. 9.Rispettarsi reciprocamente 10.Trasmettersi messaggi coe-renti: l’amore va soprattutto di-mostrato e non solo dichiarato. 11. Riconoscere i propri errori,

imparando a perdonare. 12. Confrontarsi accettando i propri limiti, giacché il legame di coppia si rafforza nelle affinità e nella corrispondenza. 13. Uscire dall’individualismo e considerarsi coppia. 14. Tenere viva la passione 15. Resistere al cambiamento e alla noia impegnandosi verso l’altro da sè.

Quali sono i segnali di rottura?Quando si è coinvolti nei senti-menti, spesso si finge, anche con se stessi, di non vedere alcuni se-gnali evidenti e quando arriva il momento della rottura, si vive co-munque l’evento come inaspet-tato. Una crisi può durare persino molti anni, periodo lungo in cui il rapporto va avanti per abitudine o paura di affrontare le conse-guenze di una separazione. In al-cuni casi è molto più facile per le persone esterne capire che una coppia sta per lasciarsi piuttosto che per i partner stessi. Uno dei

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primi campanelli d’allarme è: 1. Mettere in atto comporta-menti astiosi verso l’altra persona partendo anche da questioni banali. 2. Incomunicabilità e rifiuto di un confronto costruttivo sostituito da indifferenza e distacco. 3. Intollerabilità ai difetti dell’altro. 4. Blocco dei riti di passaggio evolutivi. (stasi della coppia) 5. Non dare aiuto e supporto

al partner. 6. Essere guidati da ‘idee irra-zionali’ (psicologicamente defi-nite distorsioni cognitive) che ci danno una erronea visione sul rapporto di coppia e sul partner che nelle fasi iniziali della storia era visto praticamente perfetto. 7. Dialoghi caratterizzati da in-terminabili giustificazioni. 8. Assenza del senso del ‘noi’. 9. Il nostro ideale di partner non coincide più con la persona

che abbiamo di fronte: “l’erba del vicino è sempre più verde”….dobbiamo imparare a comuni-care meglio con noi stessi e con l’altro, a capire e accogliere le nostre emozioni e le nostre parti scure per gestirle meglio e rico-noscerle nell’altro, entrando in reciproco sostegno di coppia che possa permettere una salda e profonda relazione autentica e auspicalmente duratura.

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la CIDaDEMaravIlhOsa

FraNCEsCa MasOttI

EMBRATuR WWW.VISITBRASIL.COM

Rio de Janeiro si è aggiudicata la finale dei Mondiali di calcio 2014 e le Olimpiadi del 2016

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Situata in mezzo a montagne ricoper-te di foreste e circondata da spiagge mozzafiato, Rio de Janeiro ha un fasci-no irresistibile, che si riscontra in primo luogo in tutti i cariocas, i suoi ospitali e allegri abitanti. Musica, sole e diverti-mento sono le tre parole che gover-nano Rio, definita da Forbes “la città più felice del mondo”. Mecca per gli amanti del “vivir la vida”, multietnica ed esplosiva, Rio è la meta ideale per soddisfare le esigenze di tutti i turisti.La chiamano la “cidade maravilhosa” ed hanno ragione: Rio è una delle cit-tà più affascinanti del mondo, ricca di contrasti e di luoghi incantevoli che la rendono unica. La città -che si è ag-giudicata la finale dei Mondiali di cal-cio 2014 e le Olimpiadi del 2016- sorge poco a nord del Tropico del Capricor-no nel punto di incontro di tre catene montuose con l’Oceano Atlantico. Il punto migliore per iniziare ad esplo-rarla è la zona sud dove vi accoglie-rà in tutto il suo splendore la famosa spiaggia di Copacabana -la spiaggia che non dorme mai- con la sua diste-sa di sabbia lunga quattro chilometri, sempre piena di gente a qualsiasi ora del giorno e della notte. Al confine di Copacabana si trova un’altra famosa spiaggia: Ipanema, resa celebre dal pezzo di bossa nova “Garota de Ipa-nema”; è senza dubbio la spiaggia più incantevole, situata in uno dei quartie-ri più ricchi di tutta Rio. Ma il fascino della città non si ritrova solamente nel-le sue, pur splendide, spiagge, allonta-nandovi infatti dal mare, vi inoltrerete nella Città Vecchia, un connubio di moderni grattacieli e antichi palazzi coloniali che ben si alternano nel pa-norama cittadino. Qui si trovano il Real Gabinete Portuguez de Leitura -una splendida biblioteca in cui sono rac-chiusi rari volumi portoghesi, pubblicati tra XVI e XVIII secolo- e l’avventuristica cattedrale di San Sebastiano comple-tata nel 1979. Vista dall’esterno può suscitare un po’ di perplessità per la sua strana forma piramidale, ma l’in-terno, con le sue vetrate colorate, vi lascerà senza fiato. Passeggiando per le strade del centro verrete incantati e incuriositi non solo dai suoni ma anche dagli odori che questa città emana e avrete voglia di fermarvi ad assag-giare i prodotti tipici di questa terra. Per gli amanti dei dolci la Confeitaria de Colombo è il posto ideale: in que-sto locale, risalente all’800, si possono degustare dolci tipici. Ma è col sala-

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to che la cucina brasiliana dà il meglio di sé. Per gli amanti del-la carne da non perdere asso-lutamente il churrasco: il tipico piatto brasiliano a base di carne cotta su spiedini alla brace con sale grosso. Durante il weekend le strade di Lapa -quartiere cen-trale molto trendy e culla della movida carioca per eccellen-za- vengono chiuse al traffico e si riempiono di gente che balla la samba, di cantanti che into-nano famosi pezzi di bossa nova e di turisti curiosi che si lasciano trasportare dalla musica e dal fascino di questa città. Poi c’è il Circo Voador, enorme spazio all’aperto sul cui palcoscenico vengono organizzati concerti e si esibiscono dj internazionali e, infi-ne, il Fundição Progresso, uno dei punti di riferimento di tutta Rio, centro culturale ricavato in una fabbrica che ospita concerti, mostre fotografiche e spettacoli di vario tipo.Ai quartieri eleganti del centro e alla movida brasiliana, si alterna-no le favelas, gli slums brasiliani conosciuti in tutto il mondo, che illustrano drammaticamente la differenza esistente tra il benes-sere e la povertà. Rio va vista dall’alto per capirne a fondo la sua bellezza. Con il trem do Cor-covado -il treno che per circa 20 minuti si inerpica sulla “estrada de ferro”- arriverete sull’omoni-mo monte, sulla cui cima si in-nalza il Cristo redentore che, in tutta la sua maestosità, sovrasta l’intera città di Rio. Proprio da-vanti si trova la celebre collina del pan di zucchero -Pão de Açúcar- più piccola del dirim-pettaio Corcovado; simbolo indi-scusso della città, è posta sotto l’occhio vigile del Cristo. Vista da qui Rio si estende in tutta la sua bellezza e allora verrete sopraf-fatti fino in fondo dalla saudade, da quell’inguaribile malinconia e nostalgia che travolge tutti colo-ro che visitano Rio e che non vo-gliono lasciarla.

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n°29 ottobre 2013 periodico free press

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magazineiBOOn°29 ottobre 2013 periodico free press

NicolasGhesquière

piegadorso 43 mm

Photo Credit:KARIM SADLI