il cavallino della giara l’asinello albino · il cavallino della giara è caratterizzato ......

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249. Arciere saettante a dorso di Cavallo, località: Saliu, Suleis. Museo Archeologico Nazionale, Cagliari. Questo bronzetto è stato attribuito al periodo nuragico più recente: si ritiene infatti che sia stato forgiato fra il III e il Il secolo a.C. e che quindi la civiltà nuragica non utilizzasse il Caval- lo. Alcuni studiosi ipotizzano che quest'animale sia stato introdotto per la prima volta in Sardegna ad opera dei Greci fra il V e il IV secolo a.C., altri invece pensano che a farlo siano stati i Fenici. inoltre opinione diffusa che questi primi esempla- ri siano stati incrociati, nei secoli successivi, eon animali di provenienza araba, ma vi è anche chi è del parere che il Cavallino sardo sia d'origine principalmente asiatica. Comunque sia, la man- canza di resti fossili pleistoceniei e l'assenza del Cavallo nella cultura nuragica avvalorano l'ipotesi di un'introduzione attiva da parte dell'uomo e di un successivo rinselvatiehimento. La mancanza di predatori, gli alterati rapporti interspeeiùci tipici delle isole e l'asprezza dell'ambiente naturale sardo fecero presto mancare quella pressione selettiva che aveva portato il Cavallo ad avere una certa mole. In un ambiente privo di grandi compe- titori alimentari, siccitoso, mancante di vasti spazi aperti e caratterizzato da una folta macchia è infatti favorito dalla selezione naturale un animale di taglia più piccola, robusto e resistente alle avversità naturali. Cosi anche il Cavallo divenne in Sardegna più piccolo, come già era accaduto al Cinghiale, al Cervo, alla Volpe e ad altri Mammi- feri. Attraverso il libro Quadrupedi di Sardegna Francesco Cetti ci informa che nel 1774, anno di pubblicazione dell'opera, i Cavallini erano nume- 284 rosi: "il salvatico abita luoghi deserti, soggetto a nessuno, ed occupabile da tutti. Di così fatti ve ne sono in alcune parti del regno, nel territorio di Bultei, e nella Nurra per quanto dicesi, ma i più conosciuti sono nell'isola di sant'Antioco nella selva di Canai…………Chi vuole, fà alcuna obla- zione alla chiesa del protettore dell'isola, poi va, e ne caccia a suo talento, ma a riserva del cuoio non valgono a nulla; sono di natura si perversa, che non v'è modo di addomesticarli, ed alla fine si muoiono disperati, o disperato il padrone gli ammazza". Attualmente in Sardegna i Cavallini selvaggi sono presenti solo sulla Giara di Gesturi con circa 800 capi e, introdotti dall'uomo, nella Riserva Area di Noè a nord di Capo Caccia. (Foto: Leonardo Corpino e Roberto Dessy). Il cavallino della Giara L’Asinello albino

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249. Arciere saettante a dorso di Cavallo, località:Saliu, Suleis. Museo Archeologico Nazionale,Cagliari. Questo bronzetto è stato attribuito alperiodo nuragico più recente: si ritiene infatti chesia stato forgiato fra il III e il Il secolo a.C. e chequindi la civiltà nuragica non utilizzasse il Caval-lo. Alcuni studiosi ipotizzano che quest'animalesia stato introdotto per la prima volta in Sardegnaad opera dei Greci fra il V e il IV secolo a.C., altriinvece pensano che a farlo siano stati i Fenici.inoltre opinione diffusa che questi primi esempla-ri siano stati incrociati, nei secoli successivi, eonanimali di provenienza araba, ma vi è anche chi èdel parere che il Cavallino sardo sia d'origineprincipalmente asiatica. Comunque sia, la man-canza di resti fossili pleistoceniei e l'assenza delCavallo nella cultura nuragica avvalorano l'ipotesi

di un'introduzione attiva da parte dell'uomo e diun successivo rinselvatiehimento. La mancanza dipredatori, gli alterati rapporti interspeeiùci tipicidelle isole e l'asprezza dell'ambiente naturalesardo fecero presto mancare quella pressioneselettiva che aveva portato il Cavallo ad avere unacerta mole. In un ambiente privo di grandi compe-titori alimentari, siccitoso, mancante di vasti spaziaperti e caratterizzato da una folta macchia èinfatti favorito dalla selezione naturale un animaledi taglia più piccola, robusto e resistente alleavversità naturali. Cosi anche il Cavallo divennein Sardegna più piccolo, come già era accaduto alCinghiale, al Cervo, alla Volpe e ad altri Mammi-feri. Attraverso il libro Quadrupedi di SardegnaFrancesco Cetti ci informa che nel 1774, anno dipubblicazione dell'opera, i Cavallini erano nume-

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rosi: "il salvatico abita luoghi deserti, soggetto anessuno, ed occupabile da tutti. Di così fatti ve nesono in alcune parti del regno, nel territorio diBultei, e nella Nurra per quanto dicesi, ma i piùconosciuti sono nell'isola di sant'Antioco nellaselva di Canai…………Chi vuole, fà alcuna obla-zione alla chiesa del protettore dell'isola, poi va, ene caccia a suo talento, ma a riserva del cuoio nonvalgono a nulla; sono di natura si perversa, chenon v'è modo di addomesticarli, ed alla fine simuoiono disperati, o disperato il padrone gliammazza". Attualmente in Sardegna i Cavalliniselvaggi sono presenti solo sulla Giara di Gesturicon circa 800 capi e, introdotti dall'uomo, nellaRiserva Area di Noè a nord di Capo Caccia.(Foto: Leonardo Corpino e Roberto Dessy).

Il cavallino della GiaraL’Asinello albino

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250. Cavallino della Giara. Località: Giara diGesturi. Il Cavallino della Giara è caratterizzatoprincipalmente dall'avere piccole dimensioni,peso oscillante fra i 170 e i 220 kg e altezza algarrese pari a 128 – 132 cm nei maschi e 125–127 cm nelle femmine. Il colore del mantellopuò essere sauro bruciato, baio di tipo selvaggioo morello. Dagli anni Cinquanta una parte dellapopolazione equina della Giara ha evidenziatoun aumento di mole e la comparsa di caratteriatipici, come cute più fine, pelo più morbido esericeo, presenza di balzane, stelle e liste. Que-sti caratteri sono presenti con maggior frequen-za nei gruppi familiari più domestici, mentresono del tutto assenti in quelle mandrie che,essendo molto selvatiche ed elusive, riesconosempre ad evitare o addirittura travolgere l'ac-cerchiamento dei cavalieri e vivono così incompleto isolamento. L'aumento di mole e lapresenza di caratteri nuovi è da attribuire all'in-troduzione di animali estranei ad opera degliallevatori al fine di ottenere una maggior resa dicarne per capo. L'unico utilizzo economico oggipossibile, oltre a quello turistico, è infatti l'invioal macello poiché la meccanizzazione ha resodel tutto superato l'uso del Cavallo nei lavoriagro–pastorali. Un tempo invece i Cavallinidella Giara venivano acquistati dai pastori per iltrasporto del latte, dagli agricoltori per la treb-biatura ed anche da napoletani e siciliani perrecarsi al mercato col carro carico di frutta.Come tutti i Cavalli selvaggi anche quello dellaGiara vive riunito in mandrie familiari che con-trollano un deternsinato territorio e non tollera-no gli individui provenienti da altri branchi, chetentano di aggregarsi a loro. Il Cavallino dellaGiara è vivace, nervoso e ribelle; si dimostraagile e sicuro come una capra nel salire su unaroccia, nel saltare un muretto a secco o nel pro-cedere nel mezzo del fitto sottobosco. È inoltrerustico, resistente alle malattie ed alle avversitàclimatiche, ben adattato all'ambiente che fre-quenta, nel quale riesce a sopravvivere anche inregime di scarsità d'acqua (sulla Giara d'estateesistono solo 5 sorgenti) e ad utilizzare al massi-mo le possibilità alimentari del biotopo. Si ali-menta infatti soprattutto di foglie, teneri germo-gli del sottobosco e ghiande delle quali è moltoghiotto perché i pascoli, presenti principalmentenella tarda primavera, sono rappresentati daerbe di scarso valore nutritivo. (Foto: FrancoPuddu e Maria Viarengo).

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251. Cavallino della Giara. Località: Giara diGesturi. Il genere di vita dei Cavallini è stretta-mente legato at fattori ambientali. I periodi aloro più favorevoli sono l'autunno e la primave-ra perché sulla Giara il clima diventa mite e lepiogge, che normalmente vi cadono, rendonopossibile la crescita dei pascoli. D'inverno inve-ce i Cavallini devono af'rontare difficoltà dinatura alimentare e soprattuttu climatica: il fred-do intenso e pungente, la pioggia e la neve met-tono a dura prova la loro resistenza e solo gliesemplari sani riescono a superare questa sta-gione. Dai rigori del clima il Cavallino sardo sidifende non solo cercando luoghi più o menoriparati, ma anche mediante una maggior villo-sità del mantello, che ha la funzione di aumenta-re l'isolamento termico. (Foto: Franco Puddu eMaria Viarengo).

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252.253. Cavallino della Giara. Località: Giaradi Gesturi. Con l'arrivo della primavera e conl'aumento della temperatura i Cavallini vannoincontro ad una muta del pelo, che diventa piùcorto, più liscio e lucente. È questo il periododell'anno nel quale sulla Giara c'è cibo inabbondanza ed ovviamente è in tale stagioneche le femmine gravide partoriscono il lorounico piccolo. Nel tardo autunno, d'inverno e inprimavera i Cavallini devono competere colbestiame domestico, che viene portato sullaGiara: nelle annate più rigogliose pare che sipossano contare persino 1000 bovini ,3000–5000 ovini e 3000 capre, nonché unnumero imprecisato di maiali. La maggior partedi questi capi di bestiame viene poi riportata inpianura nel mese di luglio, quando a valle c'èdisponibilità di foraggio e le condizioni alimen-tari sull'altopiano cominciano invece a farsi dif-ficili. Durante l'estate la Giara si inaridisce: ipochi stagni (is paulis) che resistono alla forteevaporazione hanno acqua putrida e le sorgenti,che nel periodo piovoso sono 14, si riducono a5. Nella seconda metà d'agosto gli otto allevato-ri, proprietari delle mandrie, catturano il mag-gior numero possibile di Cavallini, inseguendolia cavallo con manovra avvolgente ed obbligan-doti ad attraversare passaggi predisposti checonducono a recinti di pietra oppure ad uno deipochi accessi naturali della Giara, normalmentetenuti chiusi. La cattura e la marchiatura vieneeffettuata nella seconda metà d'agosto quando iCavallini non presentano ancora segni di denu-trizione, le femmine non rischiano più di aborti-re perché gravide da 3–4 mesi e i puledri sonoormai in grado di seguire agevolmente la madre.In genere non si riesce a prendere più di unterzo dei Cavallini presenti sulla Giara. I maschiin eccesso e talora anche le vecchie femmine,soprattutto se non gravide, sono inviati almacel-lo, mentre gli altri animali vengono marchiati eriportati sull'altopiano. Ogni Cavallino è con-traddistinto da 3 marchi: uno sulla spalla colsimbolo del comune di residenza dell'allevatore,un altro sulla coscia con le iniziali del proprieta-rio ed infine un terzo, costituito da una G, cheserve per riconoscere gli esemplari puri dariportare nella Giara. (Foto: Franco Puddu eMaria Viarengo).

254. Cavallino della Giara. Località: Giara diGesturi. I Cavallini sardi vivono riuniti in man-drie familiari, composte da una decina di esem-plari e guidate sempre da uno stallone dominan-te, al quale compete la difesa delle femmine edei puledri, che esso attua mediante una saggiaguida. Il capo–branco, una volta conquistato ilcomando a suon di morsi e calci, scaccia tutti ipossibili rivali, compresi i suoi figli maschi, sediventati sessualmente maturi. Durante il perio-do riproduttivo, che in genere va da marzo agiugno, gli scontri fra maschi si fanno più fre-quenti e i branchi dominati dagli stalloni piùvigorosi aumentano di numero fino a triplicarsi

per incorporamento delle femmine degli scon-fitti. Anche i maschi di rango inferiore riesconoperò a partecipare, seppure in misura assai infe-riore, all'attività riproduttiva perché capitasovente che incontrino femmine non graditeagli stalloni dominanti e perciò da questi trascu-rate e talora addirittura allontanate dal branco. Imaschi sono perciò sempre in eccesso perchéuno solo di loro può agevolmente controllarenumerose femmine ed accoppiarsi con loro. L'e-voluzione ha scelto questa strada per far si chementre da un lato gli esemplari più intelligenti,focosi e combattivi, e quindi più capaci nell'evi-tare le insidie, trasmettono le proprie caratteri-

stiche vincenti alle future generazioni, dall'altronon si perdano le possibilità evolutive, costitui-te dal patrimonio genetico dei maschi perdenti,le quali potrebbero rivelarsi utili in un mutatoambiente futuro. Dopo una gravidanza di circail mesi, fra febbraio e maggio, le femmine par-toriscono i piccolo, che viene accudito dallamadre e difeso all'occorrenza anche dal padre.Durante il primo annodi vita il puledro stringecon la madre stretti rapporti parentali, che siallentano nel secondo e si esauriscono nel terzoanno col sopraggiungere della maturità sessua-le. (Foto: Franco Puddu e Maria Viarengo).

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255.256. Asinelli albini. Località: Isola Asinara.Un centinaio di Asinelli vive in quest'isola dellaSardegna nord–occidentale, tuttora utilizzatacome colonia penale. Essi hanno dimensionisimili a quelle del comune Asinello sardo, dalquale la maggior parte si differenzia per avere ilmantello del tutto bianco. Si tratta di animalialbini perché la cute, il pelo e l'iride sono com-pletamente privi di pigmento a causa di un generecessivo che ne inibisce la sintesi. Questiesemplari sono svantaggiati rispetto a quellinormali perché l'assenza dei pigmenti determinauna insufficiente protezione dalle insidie delleradiazioni solari, cui consegue l'insorgere di eri-temi e di difficoltà visive. La selezione naturaledovrebbe perciò, anche se in tempi molto lun-ghi, far diminuire il numero degli Asinelli albinia vantaggio di quelli grigi. Tuttavia pare chenell'Asinara questo processo non sia ancora inatto e ciò, oltreché per possibili interventi antro-pici, probabilmente perché gli esemplari bianchisono in netta maggioranza e quelli grigi sonoquasi tutti portatori del gene per l'albinismo.(Foto: Franco Puddu e Maria Viarengo).

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