il coltivatore maceratese 2 2010

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I L C OLTIVATORE MACERATESE ANNO LXI - NUMERO LUGLIO AGOSTO 2010 - SPEDIZIONE IN A. P . 45% ART . 2 COMMA 20/B - LEGGE 662\96 - FILIALE DI ANCONA - REG. TRIB. MACERATA N. 159 DEL 07/03/1975 DIRETTORE RESPONSABILE ASSUERO ZAMPINI IMPAGINAZIONE E GRAFICA MASSIMILIANO PAOLONI STAMPA BIEMMEGRAF DI MACERATA COLDIRETTI MACERATA UNA FILIERA TUTTA AGRICOLA CONTRO IL FALSO MADE IN ITALY mc 1 tris:Layout 1 28/07/2010 15.32 Pagina 1

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Periodico il Coltivatore Maceratese numero 2 anno 2010

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Page 1: Il Coltivatore Maceratese 2 2010

IL COLTIVATOREMACERATESE

ANNO LXI ­ NUMERO LUGLIO AGOSTO 2010 ­ SPEDIZIONE IN A.P. 45% ART. 2 COMMA 20/B ­ LEGGE 662\96 ­ FILIALE DI ANCONA ­ REG. TRIB. MACERATA N. 159 DEL 07/03/1975DIRETTORE RESPONSABILE ASSUERO ZAMPINI

IMPAGINAZIONE E GRAFICA MASSIMILIANO PAOLONI STAMPA BIEMMEGRAF DI MACERATA

COLDIRETTIMACERATA

UNA FILIERA TUTTA AGRICOLA CONTRO IL FALSO

MADE IN ITALY

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Comunicare tempestivamente tuttociò che per le nostre imprese simette in campo è una priorità, ce losiamo detti e ce lo ripetiamo ad ogniincontro tra dirigenti sia a livello lo­cale che sui tavoli regionali e nazio­nali. Da qui l’importanza che stiamocercando di dare all’informazione,affidandoci a strumenti collaudati,come questo “Coltivatore Macera­tese”, ma anche a nuove vie, come laNewsletter “Macerata Informa”, spe­dita via mail, che è già arrivata alladodicesima uscita.Penso che nel 2010 utilizzare laposta elettronica non sia così com­plicato, anche se sono io il primo afarne troppo poco uso; poichè que­sto strumento oltre ad essere rapidoè anche economico e di questi tempinon è poco.In queste pagine abbiamo, invece,cercato di riassumere il lavoro cheColdiretti ha portato avanti in questimesi a 360°, compresa una sintesi diquelle che sono le nostre proposte equando dico nostre è perché dob­biamo imparare ad essere semprepiù attenti nel manifestare le esi­genze dei vari territori.Su questo tema innanzitutto mipiace ricordare l'evoluzione delruolo della nostra associazione cheoggi è e sarà sempre più al nostrofianco nell'economico, facendo da

mediatore con gli altri attoridelle filiere agroalimentari.Penso, in particolare, a chi rac­coglie i nostri prodotti, li con­serva, li trasforma e infine lidistribuisce. Lungo questopercorso l'anello più debolesiamo stati sino ad oggi noi, edobbiamo ad ogni costo supe­rare questa difficoltà.Per “aggredire” la filiera cisiamo organizzati anche diret­tamente in casa nostra, e lavendita diretta ne è un esem­pio (mercati di CampagnaAmica, punti vendita azien­dali, agriturismi ), poiché oltrea dare un reddito maggiorealle imprese che la pratica èanche un eccezionale veicolodi promozione verso il citta­dino, e a costo zero. Tutto que­sto lavoro oggi ci viene infattiriconosciuto in prima personaproprio dai consumatori, sem­pre più attenti a ciò che finisce sulleproprie tavole.Gli ultimi scandali sull'agroalimen­tare ci danno ulteriormente ragionee ci inducono ad andare avanti sullabattaglia per l'origine obbligatoriain etichetta della materia prima neiprodotti agroalimentari. Questo per­ché noi produttori ci mettiamo la“faccia” a garanzia dei nostri pro­dotti. Avendo, grazie alla fiducia che miavete accordato, la fortuna di incro­ciare e lavorare a stretto contattocon svariati ambiti della società ci­vile ho avuto modo di constatarecome al suo interno ci sia una fortesensibilità verso il tema della difesadel made in Italy e della trasparenza

nel piatto e dobbiamo essere bravi asfruttarla nel nostro interesse, che èpoi l’interesse non solo dell’agricol­tura ma della società stessa, poichénon dobbiamo dimenticare che ilnostro è un progetto per il Paese.Andando a chiudere questa mia ri­flessione a voce alta vi ringrazio peressere stati al fianco dell'organizza­zione in queste battaglie e vi chiedodi veicolare nel modo migliore pos­sibile tra i soci e non solo il lavoroche stiamo portando avanti per lacostruzione di una Filiera agricolatutta italiana e firmata dagli agri­coltori, attraverso la quale restituirealle nostre imprese reddito e quelvalore aggiunto che oggi ci vientroppo spesso scippato.

Il coltivatore maceratese

Una filiera da costruire e comunicareIl nostro progetto punta a restituire reddito e valore aggiunto alle imprese

L’Editoriale del Presidente

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di FrancescoFucili

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Cari Soci, sono passati mai diversi mesidal mio insediamento alla guida dellaFederazione provinciale. Mesi di impe­gno e di attività intensi, e non solo perla mobilitazione che ci ha visto tornarenelle piazze, tra porti e frontiere, perdifendere le nostre produzioni dalfalso made in Italy importato dal­l’estero. Alle iniziative messe in campoa livello nazionale con il contributo deinostri agricoltori abbiamo dedicatoaltri spazi del giornale . Ma in questasede mi premeva fare un primo bilan­cio dell’attività che da marzo ad oggi èstata portata avanti sul territorio pro­vinciale per affrontare e cercare di ri­solvere i problemi dell’agricolturamaceratese. Un’attività che ci ha vistida subito impegnati sul fronte cereali­colo, quello che negli ultimi tempi hasofferto forse più degli altri il pro­blema del crollo dei prezzi all’origine.Da qui gli incontri effettuati sul pro­getto per la costituzione della Fi­liera del grano duro, con i consigli dizona nel corso dei quali ho avuto occa­sione d’incontrare molti di voi e altriavrà modo di farlo nelle assemblee disezione che si svolgeranno nel pros­simo autunno. Momenti importanti,soprattutto per il sottoscritto, per con­solidare la conoscenza e l’analisi delleesigenze del territorio provinciale epartire da qui per dare una serie diprime risposte. Vediamo, dunque, cosa

è stato fatto in questi mesi, stilando unelenco delle questioni trattate, che ciproponiamo comunque di approfon­dire nei prossimi numeri. Uno dei primi argomenti affrontati èstato quello dell’utilizzo dei pascoli,sollevato dal bando emesso del Co­mune di Visso che avrebbe messo iterreni nelle mani di speculatori pro­venienti da fuori regione. Coldiretti haimpugnato il documento assieme adalcuni soci e il risultato è stata la so­spensione dell’assegnazione dei pa­scoli da parte del Tar. Altro problema, il pagamento delleindennità di espropri e di occupa­zione legate alla realizzazione dellaQuadrilatero.

Su questo Coldiretti ha dato il via aun’azione per fare pagare alle impreseagricole quanto compete. Oltre che suicereali, anche sul vino abbiamo pro­mosso la elaborazione di un progettocon il coinvolgimento delle cantine perpromuovere il prodotto provinciale. Un tema caldo è stato anche l’applica­zione della Tarsu, che ci ha visto in­contrare le Amministrazioni di Recantie Civitanova Marche, mentre a brevis­simo vedremo anche il sindaco di Ma­

cerata. Il tutto per esaminare i regola­menti e definire un giusto criterio peril settore agricolo, attraverso un pianodi lavoro già concordato con i Comuni.Sui rifiuti agricoli, in particolare, si èlavorato affinché nell’accordo di pro­gramma fossero inserite, quali attori,le farmacie veterinarie per ovviare apesanti e costosi adempimenti pertutti i possessori di animali. Detto ac­cordo è in corso di attivazione. Sui selvatici si è affrontato il tema deicinghiali, spingendo ad avviare le atti­vità di abbattimento per difendere leproduzioni, e lo stesso si è fatto per ilupi. avanzando specifiche proposte aComunità Montane, Parche e Comuni,per arrivare ad azioni concrete che tu­

telino il lavoro e il red­dito degli allevatori.Nel contempo si è lavo­rato sui mercati diCampagna Amica. Già certificato e definitoquello di Tolentino, ab­biamo predisposto lapartenza anche per ilmercato di Recanati,mentre a CivitanovaMarche è stato ufficializ­zato lo spostamentonella piazza principale

della città. Ovviamente non sono statii soli punti affrontati; basti pensare allafiliera suini, ai rapporti con le istitu­zioni e con le strutture economiche,alla proposta di costituzione di un con­sorzio forestale, al lavoro svolto suimacelli, ecc. Argomenti che affronte­remo sul prossimo numero del gior­nale e nell’attività di tutti i giorni. Colgo dunque l’occasione per salutarvie darvi appuntamento ai prossimi in­contri e iniziative di Coldiretti.

Un inizio intenso ma pieno di risultatiEcco un primo bilancio dell’attività portata avanti in questi mesi

Il coltivatore maceratese

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Il Punto del Direttore

diAssueroZampini

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Il coltivatore maceratese

Gli agricoltori della Coldiretti Mace­rata, assieme a quindicimila “colleghi”provenienti da tutta Italia hanno presoparte lo scorso 2 luglio all'Assembleanazionale della Coldiretti, svoltasi alPalalottomatica, a Roma. Nel corso dei lavori il presidente dellaColdiretti Sergio Marini ha illustrato lasua relazione su “La filiera agricolatutta italiana...vince il Paese vero”, allapresenza, tra gli altri, dei ministri del­

l’Economia Giulio Tremonti, delle Po­litiche Agricole Giancarlo Galan, del La­voro Maurizio Sacconi, del Presidentedella Conferenza delle Regioni VascoErrani, del Segretario generale dellaCei mons. Mariano Crociata, del Sin­daco di Roma Gianni Alemanno, deipresidenti della Regioni Veneto LucaZaia, Lazio Renata Polverini e Basili­cata Vito De Filippo. Eccone alcuni stralci.

“SENZA ETICA IL CIBO VIENE TRATTATO COME I FRIGORIFERI” Le difficoltà delle imprese agricole sonoil frutto dello stesso arretramento del­l’etica sociale nel mercato. La globaliz­zazione dei mercati, a cui non ha fattoseguito quella della politica, ha portatoad un deficit di responsabilità, di onestàe di trasparenza che ha generato la crisiinternazionale ed ha drammaticamentelegittimato la derubricazione del tema

Filiera, ecco le prime 10 cose fatteIl presidente Marini ha fatto il punto della situazione all’Assemblea nazionale

Speciale Assmblea

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30 aprile 2009Al via il più grande circuitoeuropeo di Farmers market

16 ottobre 2009Con Consorzi Agrari d’Italia (Cai)nasce la holding degli agricoltori

6 maggio 2010La rete di Canpagna Amica fa mille accreditamenti al mese

6 maggio 2010Accordo allevatori-distribuzionecol marchio Italialleva

7 maggio 2010Arriva sul mercato la primapasta dei coltivatori

13 maggio 2010Tabacco, contratto di filiera tra agricoltori e Philip Morris

19 maggio 2010Siglato il più grande contratto diproduzione di energia da biomasse

19 maggio 2010Con I.O.O.% varato il marchiodi certificazione dell’olio d’oliva

24 giugno 2010Costituita la più grande società ditrading dei cereali degli agricoltori

28 giugno 2010Al via la costituzione del più grandeConsorzio fidi italiano in agricoltura

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cibo fino a farlo considerare una mercequalsiasi, come fosse un aspirapolvereo un frigorifero.

“C'È UN CASO ITALIANO NELL'AGROALIMENTARE”La situazione di difficoltà dell’agricol­tura italiana non dipende solo dalla crisigenerale ma dal fatto che stiamo vi­vendo i drammatici effetti di quelli chesono i due furti ai quali sono sottopostegiornalmente le nostre imprese: da unaparte il furto di identità e di immagineche vede sfacciatamente immesso incommercio il cibo proveniente da chissàquale parte del mondo come italiano;dall'altra il furto di valore aggiunto chevede sottopagati i nostri prodotti agri­coli senza alcun beneficio per i consu­matori.

“L'UNICA LEVA COMPETITIVA È LA DIVERSITÀ”L’unica leva competitiva possibileper il Made in Italy agroalimentareè quella di essere diversi perché mi­gliori. Il futuro della nostra agricol­tura sarà nell’essere diversi emigliori e non omologati a quei si­stemi produttivi che operano construtture di costi per noi irraggiun­gibili. Il problema è non farsi copiarele nostre eccellenze e non replicaremodelli che il mercato ha già abbondan­temente bocciato, come nel caso degliOgm. Sarebbe bene che anche gli altrisettori dell’economia trovassero anco­raggi forti per farsi riconoscere quelladiversità in mancanza della quale siamodestinati a competere sui costi, con il ri­schio della delocalizzazione e di nuovapovertà sociale. La Coldiretti ha sceltouna strategia fondata su altri tre capi­saldi con valenza economica e sociale:trasformare le nostre materie primeagricole in cibo per aumentare il poterecontrattuale nella filiera e sfuggire allamorsa delle speculazioni sulle materieprime stesse; costruire un modello dirappresentanza di filiera che coinvolgecooperative e consorzi agrari perche il

nostro cibo deve arrivare sino agli scaf­fali, altrimenti il nostro ben fare servealle grandi marche solo per gli spot te­levisivi mentre noi vogliamo firmare inostri prodotti i mettendoci la faccia; ilnostro è un progetto intriso di etica so­ciale, cibo come diritto, responsabilitàdel fare, trasparenza della filiera, inte­resse e aspettative della gente comepriorità. Un progetto che rida dignità alsettore che deve essere pesato ben oltree piu’ di quanto tendono a dire i para­metri economici. Questo approccio facambiare pelle alla Coldiretti che è di­ventata una forza sociale a tutto tondoche parte dagli interessi dei consuma­tori e diviene soggetto politico e interlo­cutore credibile delle istituzioni, sullabase di un progetto di crescita per l’in­tero paese.

“LA POLITICA SCELGA TRA SERIETÀ E FURBIZIA”Alla politica chiediamo di saper sce­gliere tra chi investe, si impegna e in­nova e chi fa il furbo e vive di rendita. Lapolitica non deve essere né notaio némediatore ma deve assumersi la re­sponsabilità di decidere: tra le lobby e icittadini, come nel caso degli Ogm edell’obbligo di indicare in etichetta laprovenienza degli alimenti, dove èmolto chiaro dove sta la volontà popo­lare; tra imprese e rendita, sia nella de­stinazione delle risorse come quelledella Politica Agricola Comune (Pac) edei Piani di Sviluppo Rurale (Psr), sia nelsostegno ai progetti, distinguendo quelli

che portano lavoro e sviluppo al territo­rio da quelli dietro i cui grandi numerisi nasconde la volontà di delocalizzare;tra le cose dichiarate e le cose fatte. Ab­biamo apprezzato il percorso di sempli­ficazione avviato nel mercato del lavorocon i voucher ma si può fare di piu’ e oc­corre proseguire nella sburocratizza­zione valorizzando la sussidiarietà; trail vero e il falso, rendendo ad esempiosubito noti i dati secretati sulla destina­zione delle importazioni agroalimentarida paesi extracomunitari. Va premiatal’onesta e la trasparenza e la politica e lapubblica amministrazione devono dareil buon esempio. Ci sono ancora troppeanomalie che il Paese non merita.

“FILIERA AGRICOLA TUTTA ITALIANA:LE PRIME DIECI COSE FATTE”

Da parte nostra ci impegniamo arimboccarci le maniche come dimo­strano i passi da gigante che ab­biamo fatto in un anno nel nostroprogetto operativo per una “Filieraagricola tutta italiana” che ha comeobiettivo di sostenere il reddito degliagricoltori eliminando le distorsionie tagliando le intermediazioni conl'offerta attraverso la rete di consorziagrari, cooperative, farmers market,agriturismi e imprese agricole diprodotti alimentari al cento per

cento italiani firmati dagli agricoltori algiusto prezzo. Le prime dieci cose fattenell’ambito del progetto riguardano dalvia al più grande circuito europeo di Far­mers market alla nascita, con ConsorziAgrari d’Italia (CAI), della prima e piùimportante holding italiana degli agri­coltori, dalla commercializzazione dellaprima pasta dei coltivatori italiani all’av­vio della prima e più grande società ditrading europea dei cereali di proprietàdegli agricoltori, dalla sottoscrizione delpiu’ grande contratto europeo di produ­zione di energia elettrica da fonti rinno­vabili da biomasse tutte italianeall’accreditamento di circa mille nuovipunti di vendita diretta di CampagnaAmica al mese.

Il coltivatore maceratese

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Speciale Assmblea

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Il coltivatore maceratese

Venti tonnellate di pasta "italiana"fatti in Grecia, pesche sciroppate colnome di una famosa città campana,olio d’oliva ellenico diretto in To­scana, aceto di vino in viaggio perModena. Sono i prodotti del falso alporto di Ancona nel corso della mo­bilitazione che ha visto cinquecentoagricoltori provenienti da Marche,Umbria e Abruzzo bloccare e con­trollare i tir appena sbarcati nelloscalo dorico. Il tutto nell’ambito dellamobilitazione promossa dalla Coldi­retti a livello nazionale contro le im­portazioni di alimentari stranieri chevengono poi venduti come italianisfruttando la mancanza dell’obbligodell’etichetta d’origine. Gli imprendi­tori agricoli hanno atteso l’arrivo deicamion provenienti dalla Grecia e,assieme agli uomini dell’Ufficio Do­gane di Ancona e della guardia di fi­nanza hanno bloccato i mezzi chetrasportavano prodotti alimentari.Una cisterna di latte è riuscita a evi­tare il blocco, ma nelle altre sonostate trovate pesche sciroppate conil nome di una località campana,altre pesche a pezzi congelate direttea Bergamo, olio d’oliva greco con de­stinazione toscana, aceto di vino per

la patria del balsamico, Modena. Main un camion sono stati trovati anchepacchi di farfalle di una nota pastaitaliana realizzati in Grecia eppure ri­portanti i colori della nostra ban­diera e una scritta made in Italy. Leauto "civetta" prediposte dalla Coldi­retti sono quindi entrate in azioneper seguire i tir fino alla loro desti­nazione finale. “Una situazione cheinganna i consumatori, i quali cre­dono di portare in tavola prodotti delterritorio, e danneggia la impreseagricole visto che l’import dall’estero

ha causato un drammatico crollo deiprezzi – ha spiegato il presidente diColdiretti Marche, Giannalberto Luzi,che ha guidato la manifestazione as­sieme al collega dell’Umbria, AlbanoAgabiti, ai direttori regionali AlbertoBertinelli e Angelo Corsetti, ai presi­denti di Macerata, Francesco Fucili,di Ancona, Maurizio Monnati e diAscoli Fermo, Paolo Mazzoni, e ai di­rettori di Macerata, Assuero Zam­pini, di Ascoli Fermo, Giulio Federici,e di Pesaro, Leandro Grazioli ­. Nonpossiamo accettare che la pasta ita­

Arrembaggio al porto contro i falsiBlitz degli agricoltori ad Ancona, scoperta pasta “italiana” fatta in Grecia

Speciale Mobilitazione

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liana sia fatta all’esteromentre il grano viene pa­gato tredici centesimi o lepesche siano importatedalla Grecia mentre ai nostrifrutticoltori viene corrispo­sta una miseria”. Dallo scalodorico entrano ogni annoquasi cinque milioni di quin­tali di cereali a basso costoimportati dall'estero per es­sere lavorati come italiani (nella no­stra regione se ne producono circa 8milioni di quintali), senza dimenti­care aglio cinese, fragole turche, car­ciofi peruviani pronti a finire nelleconserve o nelle pizze tricolori. Su­bito dopo la mobilitazione al porto laColdiretti ha messo a segno unnuovo blitz davanti alal sede dellostabilimento Cooperlat tre Valli, a

Jesi, dove era atteso un tir conte­nente circa trecento quintali di lattetedesco intercettato al Brennero."Non è possibile che industrie e coo­perative utilizzino prodotto stra­niero per confezionare latte,formaggi, mozzarelle, latte in polvereper neonati che vengono poi messiin commercio come alimenti "di casanostra" ­ ha denunciato il presidente

di Coldiretti Macerata, Fran­cesco Fucili ­, utilizzando im­magini legate al territorio esfruttando la mancanza del­l'obbligo dell'etichettaturad'origine. Non diciamo certoche il latte tedesco sia peg­giore di quello marchigiano,ma vogliamo essere liberi discegliere cosa portare in ta­vola”. “Chiediamo anche che

le stesse risorse regionali, comequelle del Piano di sviluppo rurale,siano spese per valorizzare il pro­dotto realmente marchigiano ­ ha ag­giunto Assuero Zampini, direttore diColdiretti Macerata – e non quelloche arriva da fuori mentre i nostri al­levatori hanno difficoltà a coprire icosti di produzione”.

C’erano centocinquanta agricoltorimaceratesi al valico del Brenneroper partecipare alla mobilitazionemessa in atto dalla Coldiretti e sco-prire le schifezze importate dal-l'estero per diventare italiane cheingannano i consumatori e deru-bano le aziende della propria iden-tità. L’obiettivo era scoprire il "fintoMade in Italy" trasportato sui ca-mion che, passate le frontiere, sonostati poi seguiti con auto “civetta”fino a destinazione. “La mozzarella blu èsolo l’ultimo degli scandali che vedono ognigiorno formaggio, pasta, salumi arrivaredall’estero ed essere venduti come italiani,con l’effetto di ingannare i cittadini e rubarel’identità alle nostre produzioni, tanto daaver causato un crollo rovinoso dei prezzipagati in campagna – spiegano il presi-

dente di Coldiretti Macerata, Francesco Fu-cili, e il direttore Assuero Zampini -. Una si-tuazione della quale non beneficiano icittadini consumatori, per i quali i prezzi aldettaglio continuano a crescere, per di piùsenza sapere che quanto portano in tavola èspesso pesarese o marchigiano di nome manon di fatto”.

Il coltivatore maceratese Speciale Mobilitazione

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In centocinquanta da Macerata al Brenneroper bloccare il made in Italy “tarocco”

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Il coltivatore maceratese

Una filiera agricola tutta italiana delgrano di qualità per ridare valore aicereali prodotti sul nostro territorio.E’ il progetto presentato dal Consor­zio Agrario di Ancona, concessiona­rio del marchio Qm QualitàGarantita dalla Marche, assieme alCoPam srl e ai Consorzi di Siena­Pe­saro, Macerata e Ascoli. L’iniziativasi inserisce nel bando per le Macro­filiere predisposto dalla RegioneMarche e punta a valorizzare il con­tributo di tutti gli operatori della fi­liera, dal campo alla tavola,sviluppando un modello di pro­grammazione e commercializza­zione delle produzioni. Sino ad oggiil progetto ha raccolto l’interesse dicirca duemila imprese agricole sututto il territorio regionale, per untotale di 1,7 milioni di quintali digrano, un quarto dell’intera produ­zione marchigiana. La Coldiretti Ma­cerata ha promosso una serie diincontri per illustrare il progetto erilancoiare un settore che in questianni ha visto un vero e proprio

crollo dei prezzi pagati agli agricol­tori, finiti ben al di sotto dei costi diproduzione. Anche se nelle ultimesettimane il mercato ha dato qual­che segnale di ripresa, in questi mesile speculazioni e l’assenza dell’eti­chetta d’origine per valorizzare ilprodotto maceratese hanno deter­minato un danno da 70 milioni dieuro, sottratti alla società macera­tese senza che i consumatori ne tra­essero beneficio.

Grano, ecco la filiera made in MarcheUn progetto per ridare valore ai cereali di qualità prodotti sul territorio

Informazione

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Pierino Montecchiari (nella foto il secondoda sinistra, ndr), civitanovese, è il nuovopresidente dell’associazione regionale deipensionati della Coldiretti, che riunisce43mila iscritti, il 42 per cento del totaledelle pensioni nelle Marche. Settantadue

anni, un passato di allevatore con tanto dimacelleria per la vendita diretta, il neo re­sponsabile degli agricoltori è stato elettodall'assemblea dell'associazione svoltasiad Ancona, nella sede della Federazioneregionale. Nominato anche il nuovo consi­glio del quale fanno parte Maria TeresaBracci (presidente uscente), Felice Gio­vanni Mambella, Luciano Curzi, MarioFailla, Anna Gagliardini, Gino Carletti,Guido Alesi, Angelo Sbattella, GiancarloPaniccià, Antonio Carletti, Natale Giaco­metti, Benito Mengoni. I lavori sono statipresieduti da Donato Elia, segretario na­zionale pensionati Coldiretti, e da AssueroZampini, direttore Coldiretti Macerata.

PierinoMontecchiarieletto nuovopresidentedell’associazionepensionatiColdiretti

AVVISO AI SOCI

LA COLDIRETTI MACERATA

INFORMA GLI IMPRENDITORI

ASSOCIATI CHE SONO CAMBIATI

I NUMERI TELEFONICI:DELL’UFFICIO ZONA DI CAMERINO

(LOC TORRE DEL PARCO NUOVO)CHE SARÀ CONTATTATIBLE DA ORA

IN POI ALLO 0737 632788, E DELL’UFFICIO ZONA

DI MONTECASSIANO, IL CUI NUOVO RECAPITO

È LO 0733 290838

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Il coltivatore maceratese Informazione

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Il territorio nazionale è caratterizzatoprevalentemente da montagne e dacolline. L’uomo, nel tempo, si è adat­tato a vivere in questi ambienti duri edifficili. Con tenacia ha domato la na­tura a proprio vantaggio attraversouna serie di interventi sul paesaggiotra i quali i famosi terrazzamenti.Il paesaggio terrazzato è un paesaggiocostruito in luoghi impervi attraversoun’operazione di vera e propria artifi­cializzazione di una realtà naturale, alfine di far sopravvivere l’uomo maanche di ottimizzare le attività produt­tive e di migliorare le condizioni socio­economiche. Si è trattato di unaoperazione artificiale storicamente esocialmente utilissima che oggi la po­litica vuole salvaguardare attraversonorme comunitarie specifiche. Gli in­terventi avviati dalle pubbliche ammi­nistrazioni e dall’EU dichiaranoinnanzitutto l’intento di provvedere aun processo di conservazione e valo­rizzazione di questi paesaggi, conl’obiettivo di contrastare il loro sottoutilizzo e il progressivo e inesorabileprocesso di abbandono. Ma impor­tante è anche la salvaguardia idrogeo­logica del terreno garantita daiterrazzamenti dal degrado territo­riale e il conseguente aumento del ri­schio idrogeologico sono stati causati,oltre che dal processo di urbanizza­zione, anche dal progressivo abban­dono di zone con sistemazioniterritoriali antiche ed efficaci dalpunto di vista della prevenzione, cheavevano fino a oggi garantito la resi­stenza di quei suoli e la protezionedelle aree abitate. Si tratta dunque diun tema di indubbia valenza e reali­smo, ulteriormente legittimato dallesempre più frequenti situazioni diemergenza conseguenti a disastri na­

turali. I paesaggi terrazzati oltre a sal­vaguardare i terreni contribuisconopoi alla biodiversità. E’ pertanto ne­cessario un processo di conservazionee valorizzazione di questi paesaggi,con l’obiettivo di contrastarne il pro­gressivo ed inesorabile abbandono.Gli interventi già avviati dalle pubbli­che Amministrazioni e dall’UE vannoproprio verso questo obiettivo.

La norma n. 4.4 dell’Agea si applicaalle superficie di cui alla lettera e) delcomma 3 dell’art.2 del decreto Mini­steriale del 21 dicembre 2006 e suc­cessive modificazioni in materia dicondizionalità.Essa stabilisce che gli agricoltori de­vono rispettare i seguenti impegni perassicurare un livello minimo di man­tenimento dei terreni ed evitare il de­terioramento degli elementicaratteristici del paesaggio sull’interoterritorio nazionale:a) divieto di eliminazione dei terraz­zamenti esistenti, delimitati a valle dau muretto a secco oppure da una scar­pata inerbita;b) divieto di effettuazione di livella­menti non autorizzati;c) rispetto dei provvedimenti regio­

nali adottati ai sensi della direttiva79/409/CEE e della direttiva92/43/CEE;d) rispetto dei provvedimenti regio­nali di tutela degli elementi caratteri­stici del paesaggio non compresi allalettera c).A norma dell’art. 2 comma2 del pre­sente Decreto, in assenza dei provve­dimenti delle Regioni e ProvinceAutonome , la norma stessa prevede:a) sul territorio nazionale, il divieto dieliminazione dei terrazzamenti;b) nelle aree individuate ai sensi delladirettiva 79/409/CEE(ZPS) e della di­rettiva 92/43/CEE(SIC), il rispetto deirelativi provvedimenti regionali di at­tuazione.

Queste due ultime norme tutelano glihabitat naturali, infatti la 92/43 è re­lativa alla conservazione degli habitatnaturali e seminaturali, della flora edella fauna selvatiche, mentre la79/409 riguarda la conservazionedegli uccelli selvatici.

Piano di Sviluppo Rurale 2007-2013 – Mi-sura: 1.1.1.- lettera b ) - Azioni nel campodella formazione professionale e dell’infor-mazione – Domanda n. 2040/2009

Come valorizzare il territorioLa condizionalità e il mantenimento degli elementi caratteristici del paesaggio

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L’art. 68 del D. ministeriale del 29luglio 2009, gestisce l’erogazionedegli aiuti accoppiati ai seguentisettori: bovino, ovicaprino, olio dioliva, latte, tabacco, zucchero, flori­colo e inoltre alle attività agricolecon benefici ambientali ed assicu­razione dei raccolti.Il presente articolo si limiterà allatrattazione del settore inerente l’at­tività agricole con benefici ambien­tali. I legislatori europei e nazionalisono molto attenti alle norme cheinteressano la salvaguardia e tuteladell’ambiente e il rispetto del terri­torio. L’art. 68 regola l’avvicenda­mento colturale in quanto ad esso èabbinato il contributo accoppiato.L’approvazione e la successiva ema­nazione dell’art. 68 ha avuto un itermolto travagliato. La misura dell’avvicendamento èstata modificata, attraverso una re­visione del testo del Decreto del 29luglio 2009. Le variazioni apportate sono abba­stanza rilevanti:­ l’avvicendamento passa da trien­nale a biennale,­ le colture ammesse nell’avvicen­damento cambiano notevolmente­l’obbligo della semente certificataper il grano duro viene eliminata.Gli imprenditori agricoli hanno ef­fettuato le semine autunnali, nel2009, in base alle norme fissate neldecreto ministeriale del 29 agosto2009, mentre il Comitato tecnicopermanente, nella seduta del 9 feb­braio 2010, ha approvato lo schemadel Decreto ministeriale, che modi­fica l’art. 10 del D.M. del 29 agosto2009. Ora gli agricoltori si vedonocambiare le regole a semine effet­tuate, con il rischio che molti di essi

non potranno rientrare nel premiosupplementare. Gli aiuti previstidall’art. 68, dovevano essere appro­vati dalla Commissione europea,solamente per quanto riguarda lamisura dell’avvicendamento, per­ché si tratta di un’azione agroam­bientale. Pertanto i problemi con laCommissione europea ha riguar­dato solo l’avvicendamento trien­nale, mentre non ci sono statemodifiche alle altre misure rispettoal decreto del 29 agosto 2009. In­fatti l’avvicendamento triennalerientra in un paragrafo dell’art. 68che recita “ specifiche attività agri­cole che comportano benefici agro­ambientali aggiuntivi”, che prevedel’approvazione preventiva dellaCommissione europea.I componenti della Commissioneeuropea avevano sollevato deidubbi in merito al fatto che il paga­mento supplementare fosse servito

effettivamente a coprire i costi sup­plementari realmente sostenuti e larelativa perdita di reddito subita.Da questo punto di vista l’avvicen­damento triennale è stato conside­rato troppo leggero per giustificarei benefici agroambientali aggiun­tivi. A seguito delle osservazionedella Commissione europea, il Mi­paaf ha dovuto fare delle corre­zioni alla misuradell’avvicendamento, con una mo­difica del decreto ministeriale del29 agosto 2009.Le modifiche hanno riguardato treaspetti:­ l’avvicendamento passa da treanni a due,­ l’avvicendamento deve avvenirecon la coltivazione, sulla medesimasuperficie, per un anno di cerealiautunno­vernini e per un anno dicolture miglioratrici.­ l’obbligo della certificazione dellasemente certificata per il granoviene eliminato.Inoltre il Decreto ministeriale fissal’elenco delle colture:­ cereali autunno­vernini: frumentoduro, frumento tenero, orzo, avena,segale, triticale e farro, ­ colture miglioratrici: pi­selli, fava, favino, favette, lupino, ci­cerchia, cece, veccia, sulla,foraggere avvicendate ad erbai, conpresenza di essenze leguminose,soia,colza, ravizzone, girasole, bar­babietola. L’importo massimo del contributo èfissato a 100,00 €/Ha, all’interno diun massimale di 99 milioni di europer tutte le colture beneficiarie. Ilpagamento effettivamente erogatodipenderà dalle richieste degli agri­coltori e l’importo realmente ero­

L’articolo 68 e i benefici ambientaliUna panoramica sulla legislazione comunitaria per l’attività agricola

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gato potrà aggirarsi intorno agli70,00­ 75,00 €/ha, tenendo contodei criteri di ammissibilità più ri­gidi e delle superficie potenzial­mente beneficiarie. La misura dell’avvicendamento èriservata alle regioni del Centro edel Sud Italia.La condizione essenziale per rice­vere il premio supplementare è chela rotazione biennale preveda lacoltivazione, sulla stessa superficie,almeno per un anno di cereali au­tunno­vernini e almeno per unanno di colture miglioratrici.L’obiettivo di questa misura èquello di interrompere la monosuc­cessione di cereali, soprattutto digrano duro, e di favorire la rota­zione con colture miglioratrici. Una superficie a leguminose forag­gere, all’ultimo anno di un ciclo plu­riennale, è ammissibile alpagamento supplementare, purchél’anno successivo sia avvicendataad un cereale autunno­vernino. Per maggior chiarezza, si riportanoalcuni esempi di avvicendamentoche sono ammissibili al pagamentosupplementare:

ESEMPIO N.1:­2010: erba medica, ­2011: grano duro,

ESEMPIO N.2:­2010: orzo,­2011: trifoglio,

ESEMPIO N. 3:­2010: grano duro­2011: foraggere avvicendate conpresenza di erba medica,

ESEMPIO N. 4:­2010: foraggere avvicendate conpresenza di trifoglio,­2011: grano duro. Inoltre una coltura intercalare inter­rompe l’avvicendamento colturale,

ESEMPIO N. 1 ­2010: grano­ tolto il grano a giu­gno e a luglio semino insalata,­2011: erba medica, l’avvicendamento non è stato rispet­tato e il contributo accoppiato nonaspetta. Il primo elemento negativo del decretoè dovuto al fatto che la misura è statamodificata in corso d’opera, quando gli

agricoltori avevano già programmatol’ordinamento colturale e a semine ef­fettuate sulla base delle norme del De­creto ministeriale del 29 luglio 2009.Ciò significa che molti agricoltori nonpotranno modificare l’ordinamento enon potranno beneficiare dell’aiutosupplementare. L’avvicendamento col­turale biennale è più rigido del trien­nale, infatti non si può fare il ristoppioe questo comporterà una forte ridu­zione della coltivazione del grano duroal Centro­Sud, aggravando la dipen­denza dall’estero. Inoltre, tra le colturemiglioratrici, non sono rientrati il maise il sorgo, di conseguenza tutti gli av­vicendamenti con queste colture sa­ranno penalizzati. Si fa tuttaviapresente che è stato soppresso l’ob­bligo di semente certificata del granoduro.Infatti sarà il mercato a selezionare levarietà del grano duro da seminare cherisultano più idonee e rispondenti alprodotto finale che si vuole realizzare.

Piano di Sviluppo Rurale 2007-2013 – Mi-sura: 1.1.1.- lettera b ) - Azioni nel campodella formazione professionale e dell’infor-mazione – Domanda n. 2040/2009.

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Già alla fine del secolo scorso ilproblema del compattamento delterreno a causa dal passaggio deimezzi agricoli era di fondamentaleimportanza; per affrontarlo oc­corre conoscere prima di tutto lacomposizione del suolo dove con­vivono, in equilibrio, la compo­nente solida, quella organica,l’acqua e l’aria. Il compattamento si manifesta conlo schiacciamento del terreno equindi con la diminuzione deivuoti che genera una diminuzionedella quota di aria e di acqua, coninfluenza negativa sulla vita dellepiante e sulla loro produttività.

CONSEGUENZA DEL COMPATTAMENTO:

­ Cambiamento nella struttura delsuolo: creazione di zolle grandi, ag­gregati compatti e spigoli vivi;­ Scarsa presenza di pori nel ter­reno;­ Carenza di ossigeno che general­mente si manifesta con macchie dicolor ruggine o grigio­bluastro, eodore sgradevole;­ Passaggi limitati per le sostanze eper gli organismi del terreno;­ Ristagni di umidità;­ Diminuzione della mineralizza­zione dell’azoto;­Decomposizione ridotta dei resi­dui colturali;­ Condizioni sfavorevoli per la cre­scita delle radici delle piante.­ Perdite di produzione che pos­sono raggiungere anche il 20% delraccolto.Le conseguenze negative del com­pattamento sono legate anche al li­vello nel suolo dove esso si verifica:il compattamento del sottosuolo è

quasi impossibile da correggere, vaquindi evitato con misure preven­tive; i danni causati agli strati su­perficiali del terreno possonoessere, invece, attenuati con inter­venti mirati e grazie all’attività bio­logica del terreno. Il compattamento del suolo avvienesia per fattori naturali che per in­tervento dell’uomo.

FATTORI NATURALI:­ Umidità del suolo: un terrenoasciutto ha una buona capacità diresistere alle pressioni riducendonotevolmente il rischio di danni,contrariamente a quanto succede incondizioni di umidità;­ Tipo di suolo (sabbioso, argilloso,medio impasto): un suolo leggero è,a parità di condizioni di umidità,meno suscettibile al compatta­mento di un suolo argilloso. I suoliargillosi sono molto portanti incondizione di asciutto, ma in pre­senza di umidità, si compattano inmaniera irreparabile;­ Dimensioni delle particelle mine­rali del suolo;­ Struttura del suolo.

FATTORI CAUSATI DALL’UOMO­ Lavorazioni del terreno al mo­mento sbagliato;­ Eccessivo numero di passaggi sulterreno;­ Utilizzazione di macchine troppopesanti e di dimensioni superiori alnecessario;­ Carico troppo elevato sugli organidi propulsione delle macchine;­ Slittamento delle ruote;­ Non corrette pressioni delle ruotedelle trattici;­ Suoli troppo soffici dopo una lavo­razione precedente;Tutti i terreni vanno incontro al com­pattamento, compresi prati e pascoli,soprattutto nelle zone soggette aforti precipitazioni con suoli in pre­valenza umidi. Il pericolo di compat­tamento di prati e pascoli aumentase:­ si pascola, si sfalcia e si raccogliel’erba ed il fieno con qualsiasi tempo,utilizzando falciatrici e imballatricipesanti; ­ vengono distribuiti i liquami utiliz­zando grandi cisterne;­ si gestiscono le superfici foraggereeffettuando numerosi passaggi.

Il compattamento del terrenoLa qualità del suolo ha una grande importanza per le produzioni

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Non bisogna mai dimenticare che ilripristino dei prati compattati èquasi impossibile da effettuare, diconseguenza bisogna aspettarsi unariduzione della resa.

SOLUZIONI­ Ridurre il numero dei passaggi;­ Ridurre la pressione specifica sul suolo;­ Utilizzare pneumatici “larghi” abassa pressione che rispetto ai pneu­matici standard consentono di quin­tuplicare la superficie di contatto,hanno un effetto di galleggiamento epertanto un minor impatto sul ter­reno;­ Utilizzare, nel limite del possibile,gomme gemellate che a parità dicondizioni consentono una ridu­zione del 57­60% del carico chegrava su ogni gomma;­ Evitare lo slittamento delle ruoteche provoca lisciatura sugli stratisottostanti;­ Utilizzare macchine cingolate checonsentono di aumentare la superfi­cie di contatto riducendo la pres­sione media esercitata. A parità dipeso una trattrice gommata crea uncompattamento del suolo superioreal 60% rispetto ad una trattrice cin­golata. I cingoli di gomma compat­tano meno il terreno rispetto aicingoli di ferro.­ Utilizzare trattori di dimensioni epotenza adeguate al lavoro che sideve compiere;

­ Se si pratica l’aratura con la trat­trice gommata è preferibile utiliz­zare aratri che consentono dioperare fuori solco;­ Usare le zavorre solo quanto ser­vono; non devono, come spesso ac­cade, essere sempre montate sullemacchine;­ Intervenire nei momenti migliori(terreni in tempera e non umidi);­ Adottare tecniche colturali che pre­vedano la copertura del suolo con re­sidui colturali o di vegetazione;­ Ricorrere a tecniche di semina di­retta o a basso impatto ambientale;­ Lavorare il suolo utilizzando, possi­bilmente, macchine trainate;­ Ridurre, dove si può, la lavorazionedel suolo per ciò che concerne pro­fondità, superficie e intensità;­ Adottare successioni colturaliadatte, evitando rotazioni strette chespesso impongono l’effettuazione dioperazioni colturali anche in situa­zioni non favorevoli;­ Scegliere colture in relazione allecondizioni climatiche e alle pro­prietà del suolo.

I vantaggi economici ed ambien­tali di una riduzione del compat­tamento del terreno sonoascrivibili:­ Risparmio energetico per il minorimpiego di forza di trazione perchégli attrezzi lavorano meglio nel ter­reno non compattato, in quanto in­

contrano meno resistenza;­ Meno passaggi per la preparazionedel letto di semina;­ Risparmio nei costi di manuten­zione, perché gli attrezzi vanno in­contro ad una minore usura;­ Risparmio di fertilizzanti dovuto almaggior assorbimento delle radicidei nutrienti, caratteristica dei suolinon compattati;­ Minor rischio di ottenere produ­zioni qualitativamente inferiori ri­spetto ad un terreno compattato, permerito di uniformità di maturazione,di dimensioni e di distribuzionedelle piante sul terreno, nonché peruna maggior resistenza alla malattie.Minori influenze negative si hannoanche sul contenuto di sostanzecome zuccheri, proteine.­ Migliore infiltrazione dell’acqua nelterreno;­ Sono favoriti i processi chimici diossidazione e la vita della flora mi­crobica, entrambi decisivi per la tra­sformazione in sostanze umiche deiresidui colturali interrati;­ Attenuazione, nei terreni in pendio,dei fenomeni di erosione e di aspor­tazione localizzata a seguito di in­tense precipitazioni.

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La riforma della Politica AgricolaComune ha apportato profondemutazioni tra cui l’accesso ai bene­fici per l’imprenditore agricolo cherispetti le norme in materia diCondizionalità agricola.E’ stata inserita la norma “Mante­nimento di livelli di sostanza orga­nica del suolo mediante opportunepratiche agronomiche” con loscopo di favorire un buon livello disostanza organica nel suolo. La Comunità Eco­nomica Europeasi interessa di so­stanza organica,quale più granderiserva di carbo­nio organicosulla terra. La diminuzionedi composti orga­nici nel terreno èun fattore nega­tivo per il deli­cato equilibrioche si è stabilitonei secoli fra ter­reno, piante e microrganismi, unequilibrio che ha consentito lo svi­luppo e il mantenimento della vitasul pianeta. Nel terreno la sostanza organicasubisce profonde trasformazioniche portano all’ottenimento di uncomposto completamente nuovocon funzioni altamente specifichee insostituibili: l’humus. L’humus interviene in maniera si­gnificativa sulla disposizione spa­ziale delle particelle determinandola “struttura del terreno” che puòrepentinamente modificarsi nel tempo. Un terreno astrutturato(senza struttura) mostra difficoltà

nella circolazione dell’aria e del­l’acqua, risultando di fatto invivi­bile, mentre quando le particellesono raggruppate in strutture po­rose, irregolari e soffici, “terrenostrutturato”, la circolazione diacqua e aria consente una soddi­sfacente vita. L’humus è il maggiore arteficedella struttura del suolo, agendocome cementante delle parti­celle minerali e ha una diversa in­

fluenza a seconda della tipologiadel terreno: in un terreno sabbiosomigliora la disposizione delle par­ticelle minerali, protegge gli aggre­gati e facilita il trattenimentodell’acqua, in un terreno ricco dilimo contrasta la formazione dellacrosta superficiale, in un terrenoargilloso riduce la formazione dispaccature, che possono portarealla rottura delle radici dellepiante e a perdita di umidità. I terreni strutturati non da­ranno luogo a zolle dure e com­patte durante la stagione secca,né diverranno plastici come ar­gilla da mattoni, inoltre, verrà

influenzata positivamente laloro lavorabilità disponendo ditempi più ampi per l’esecuzionedegli interventi. Molto impor­tante risulta la funzione nutritivadell’ humus con il rilascio di ele­menti nutrienti in maniera più ele­vata nei mesi caldi e verso lasuperficie del terreno; spesso l’hu­mus facilita l’assorbimento di ele­menti nutritivi, da parti delleradici, legandosi ad essi. Non a

caso con l’impo­verimento dihumus del suolo,l’efficacia dei con­cimi minerali di­m i n u i s c ep r o g r e s s i v a ­mente. Ha un’influenzadiretta sullo svi­luppo della floramicrobica del ter­reno e quindisulla sua fertilità:la morte dellamicroflora e

della microfauna rompe l’ecosi­stema fra microrganismi – ter­reno – pianta, causando unadiminuzione della fertilità equindi della produttività fino adarrivare alla sterilità assoluta.La limitata attività biologica èanche causa della ridotta o man­cata alterazione dei residui vege­tali con la proliferazione dimicrorganismi dannosi per le col­ture.Nella soluzione circolante di unterreno avvengono moltissime rea­zioni chimiche che determinano lareazione globale del suolo (acido­neutro­basico), che ha un’estrema

L’humus: cuore del terreno agricoloCome garantire il mantenimento di livelli di sostanza organica del suolo

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importanza sullo sviluppo dellepiante che esprimono la loro mas­sima produttività su terreni conreazione tendenzialmente neutra,favorita in maniera determinatedalla presenza di humus. L’apportodei fertilizzanti determina un re­pentino arricchimento di elementichimici che, se non assorbiti dalle

piante, vanno prima o poi persi;tale fenomeno, per la stragrandemaggioranza degli elementi chi­mici, viene contrastato dall’humus,che, trattenendo gli elementi chi­mici, riduce l’inquinamento e pro­ducende una riserva di elementinutriti per le piante coltivate. La funzione nutritiva del terreno èlegata allo scambio cationico(scambio di elementi chimici trapianta e terreno), che viene in­fluenzato sia dai colloidi argillosiche dalla quantità e qualità dell’­humus. La capacità di scambio ca­tionico dell’ humus contribuiscenella misura di circa il 50% sullacapacità totale del terreno, in­fluenzata anche dal tipo di coper­tura vegetale, dalle condizioniclimatiche e dal tipo di suolo. L’humus ha una forte capacità di

interagire con i presidi sanitari chel’agricoltore utilizza per la difesadelle piante coltivate: può intera­gire per assorbimento e per immo­bilizzazione. Questa capacità puòripercuotersi negativamente sul­l’ingresso dei principi attivi utiliz­zati nelle piante e quindi nellacatena alimentare. Di contro si li­

mitano le perdite dei pesticidi perdilavamento, volatilità, approfon­dimento e ruscellamento, dimi­nuendo l’inquinamento delleacqua profonde. Inoltre l’humus influenza l’attivitàenzimatica del suolo permettendol’assorbimento di elementi nutrivida parte delle radici. Esso intervenire direttamentesulla nutrizione della piante tra­mite particolari sostanze che favo­riscono la germinazione dei semi,lo sviluppo precoce delle piante,un più facile superamento dellecrisi di trapianto, una maggioreespansione fogliare, una sorta divalorizzazione delle riserve in­terne della pianta per meglio uti­lizzare quelle esterne. Gli acidi umici hanno una spiccatacapacità di trattenimento dell’ac­

qua, rivestendosi di spesse pelli­cole di liquido e incorporandolonella loro struttura spugnosa finoa 15 volte il proprio peso (25 voltein certe torbe). I colloidi umicisono in grado anche di assorbireumidità dall’atmosfera, il che li­mita l’essiccamento ed il crepac­ciamento dei terreni. Il tipico colore scuro di molti ter­reni è dovuto alla presenza dihumus che può facilitare il riscal­damento del suolo modificandoneil grado termico che, soprattutto inprimavera, crea l’ambiente adattoalla nascita delle piante. La diminuzione dell’humus esponeil terreno ad altissimi rischi di fer­tilità, facendo si che terreni porosi,stabili, non soggetti a far crosta, di­ventino sempre più tenaci, difficilida lavorare, formino grosse zolledifficilmente sgretolabili che,anche se sgretolate a forza, allaprima pioggia si spappolano e siammassano. Il pericolo che si corre non è unacaduta repentina del potenzialeproduttivo, ma una degrada­zione lenta, forse troppo lentaper allarmare, ma comunquereale e inesorabile e pertantoancora più pericolosa.Il mantenimento della fertilità delterreno ad un livello non inferiorea quello che la nostra generazioneha trovato, è un imperativo catego­rico, imposto dai nostri doveri,verso le generazioni di domani,che deve essere anteposto ad ogniconsiderazione di ordine contin­gente (Bonciarelli – Università diAgraria di Perugia).

Articolo realizzato nell’ambito delProgramma di ristrutturazione delsettore bieticolo saccarifero 2007 –2011 – Misura: 1.1.1. – Azione nelcampo della formazione professio-nale e dell’informazione – Sottomi-sura: b) lettera c) – Anno 2009 –Domanda n. 1730/2009.

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