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questo è il primo numero de 2IL domenicale di Casoria"

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CONCESSIONARIO UFFICIALE

125 - 150151 - 200 151 200

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Domenica 7 ottobre 2012

Periodico settimanale a diffusione gratuitaAnno I n. 33 - 30 settembre 2012

Autorizzazione del Tribunale di Napolin. Reg. 4925 del 28/09/2011

Direttore responsabile:Pasquale D’Anna

[email protected]

Redazione:Via G. Marconi,

80026 Casoria (NA)[email protected]

Stampa:

Via dell’Indipendenza, 3780021 Afragola (NA)

[email protected]

Edito da:Associazione Culturale Kasauri

Casoria (NA)

Progetto Grafico e Impaginazione:Marco Capparone

Questo numero è stato chiuso in redazioneGiovedi 4 ottobre 2012

LA REDAZIONE

Rosaria Ascolese

Gianni Bianco

Marco Capparone

Vittoria Caso

Valerio Cresci

Emiliana Cresci

Gennaro Crispino

Ciro Esposito

Angelo Ferro

Maria Gentile

Pasquale Lucchese

Marzia Luciano

Pellegrino Mazzone

Carmine Mondola

Raffele Nocera

Domenico Pagliuca

Francesco Pagliuca

Eduardo Paola

Amalia Vettoliere

Maria Ranieri

Mario Romano

Vincenzo Russo

Pina Savorra

Luca Tramici

Umberto Simonetti

Ernesto Valiante

Gea D’Anna

pag. 2 Vignetta ( di Mondola) pag. 3 Eitoriale ( di D’Anna) pag. 4 Musica ( di Bianco) pag. 5 Musica ( di Bianco) pag. 6 Attualità ( di Russo ) pag. 7 Scuola ( di Luciano ) pag. 9 Politica ( di Romano ) pag. 11 Attualità ( di Cresci E. ) pag. 12 Costume ( di D’Anna G.) pag. 13 Calcio ( di Lucchese ) pag. 14 Calcio ( di Vettoliere) pag. 16 Rubrica ( di Cresci V. ) pag. 17 Musica ( di Paola ) pag. 18 Rubrica ( di Gentile) pag. 21 Rubrica ( di Savorra ) pag. 22 Cronaca ( di Ascolese) pag. 23 Cronaca ( di Tramici)

Il graffio di Ciemme

CONCESSIONARIO UFFICIALE

125 - 150151 - 200 151 200

S.S.87 KM 8,800 - CAASORIA (NA) • 111111111111111111.............77777777777777777777755555555555555555555558888888888888888888888888888555555555555555555555TEL. 081 555555555555555555555555555555444444444444444444442222222222222222222228888888888888888888888 -------------- 00000000000000000000008888888888888888888888111111111111111111111111111..............555555555555555555555555444444444444444444444440000000000000000000001111111111111111110000000000000000000011111111111111333333333 •••• •••• w.ccerbbonemmotoo.it wwwww ccerbbonemmotoo itwwww

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Domenica 7 ottobre 2012

Pasquale D’[email protected]

EDITORIALE

Dunque, dove eravamo rimasti? Già, siamo mancati un bel po’ma siamo pronti a ripartire con un entusiasmo, se possibile, ancora maggiore. Di novità ce ne saranno davvero tante : la più importante, quella che volevamo con tutto il cuore, è che siamo riusciti finalmente a varare il web Domenicale. L’avevamo promesso da molto tempo, ma spero ci perdonerete per il ritardo. Ancora un po’ di pazienza e poi potrete consultare il sito quotidianamente. Volevamo farlo interessante, nuovo, moderno ed interattivo. perché siamo fortemente convinti che oggi la tecnologia ormai sia parte integrante della cultura e dell’informazione, un fattore imprescindibile. Ora abbiamo deciso di stringere i tempi. A fine ottobre saremo finalmente on-line.Ci sarà una sinergia tra il tradizionale cartaceo e il mondo del web. In redazione poco è mutato: ci anima come sempre un grande entusiasmo, la voglia di fare passi avanti e portare il Domenicale ad essere sempre più radicato nel cuore dei nostri lettori.Novità tantissime: ci saranno allegati sorprendenti, una rinnovata grafica, nuove idee per coinvolgere i lettori e numerose iniziative che vedranno il coinvolgimento di tutti. Insomma, non posso raccontarvi

tutto adesso, in un colpo solo, altrimenti temo di guastare l’effetto sorpresa. E adesso veniamo alle dolenti note: abbiamo lasciato, a luglio, una città piegata su sé stessa, ferita a morte dal barbaro omicidio di Andrea Nollino. Una città per altri versi provata da una gestione approssimativa della politica, vittima dell’inquinamento acustico ed atmosferico, aggredita dalla selvaggia invasione delle nostre strade durante i fine settimana e, dulcis in fundo, rassegnata alla ormai triste consuetudine di chiudersi in casa per evitare di incorrere in questo triste teatrino da periferia moribonda.Tra tantissime difficoltà siamo tornati per raccontarvi anche tutto questo. Sacrifici e incognite hanno accompagnato il ritorno in edicola del nostro e del vostro settimanale. Con orgoglio possiamo dire di avere fatto l’impossibile per consentire che tutto questo avvenisse. Dunque, Il Domenicale è tornato portandosi nel cuore i problemi dei disoccupati della nostra città. Il Domenicale è tornato per dare voce alla vasta schiera di ragazzi talentuosi, che abbiamo costretto a emigrare in giro per l’Italia, è tornato anche perché in un momento cosi delicato possa rinnovarsi la speranza. E’

tornato, perché crediamo fermamente che nella nostra città c’è bisogno di ricostruire e non solo di distruggere.Questo giornale, da ottobre, metterà in discussione ( cosi come ha sempre fatto) la politica degli affari e delle reliquie ideologiche. Il Domenicale vuole raccontare la politica del cambiamento – ma non apparterà mai a nessun politico.Il Domenicale è tornato perché vuole essere la voce di chi considera la libertà un bene imprescindibile attraverso la costruzione di una coscienza cittadina più forte e reattiva. Bisogna che tutti insieme si trovi il coraggio e l’orgoglio civile di dare una speranza di un domani migliore ai nostri figli, in un rinnovato senso di giustizia ed equità. Perché l’informazione libera deve essere un bene della comunità, come le piazze libere dalla delinquenza, come le periferie rispettate, come la fine definitiva dei roghi tossici, come la libertà di pensiero…come il coraggio. Concluderei parafrasando una lungimirante ed attualissima citazione di Aristotele :” le virtù le acquistiamo esercitandone prima le opere…, diventiamo giusti facendo cose giuste, temperanti facendo cose temperate, forti facendo cose forti”. (Etica Nicomachea)

RIECCOCI...

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Enzo Avitabile È ancora tiempo

Gianni [email protected]

Alla fine degli anni 70’, si affermarono dei musicisti, gruppi e cantautori, tutti napoletani, che negli anni successivi avrebbero dominato la scena musicale italiana. Padri storici di questa nobile banda di scugnizzi furono gli Showman. Dopo la scomparsa dello straordinario cantante Mario Musella, si divisero in due dei gruppi prima menzionati: gli Osanna di Elio D’Anna e Napoli Centrale della premiata ditta James Senese-Franco Del Prete. Eduardo Bennato, Pino Daniele, Tony Esposito, Tullio De Piscopo, Gigi de Rienzo, Roberto Fix, Toni Cercola, Rino Zurzolo, Joe Amoruso, Ernesto Vitolo, Rosario Jermano, Enzo Gragnaniello, la N.C.C.P. , Musicanova di Eugenio Bennato entrano in modo preponderante e lo spazio per le altre scuole italiane è davvero modesto. Il dialetto e la melodia napoletana, le contaminazioni musicali del blues, del jazz, dei suoni africani e caraibici faranno il resto.Tra i tanti musicisti partenopei

emerge un giovane e talentuoso sassofonista, Enzo Avitabile. Dopo una serie di collaborazioni il sassofonista napoletano incide il suo primo album da solista “Avitabile”. Con il secondo lavoro “Meglio Soul”, arriva il

successo. Il disco è bellissimo, fresco e innovativo, “Uè che me succede” e “Charlie” su tutte. A trent’anni di distanza dall’uscita è ancora un piacere ascoltarlo.Continua la produzione di album: “Correre in fretta”,

”S.O.S. Brothers”, “Alta tensione”, “Stella dissidente”, “Avitabile Enzo”, “Easy”, “Addò”, “O’ Issa”, alimenteranno un successo di critica e pubblico anche per la collaborazione con artisti internazionali quali

James Brown, Tina Turner, Randy Crawford, Richie Havens e Africa bambada e tanti altri. L’innesto nei successivi album dei Bottari di Portico, gruppo percussivo composto di Botti, Tini e Falci diretti sul palco dal leggendario Carmine Romano e degli Scorribanda, per la sezione fiati proporrà la più geniale trasformazione musicale avvenuta in Italia nell’ultimo decennio e le immagini di concerti in Europa e in America settentrionale ne saranno la prova inconfutabile. I concerti di Enzo Avitabile e i Bottari diventano un

appuntamento imperdibile per i fans, quasi un rito. Le performance musicali, il ritmo incessante di percussioni e fiati, i dialoghi e il coinvolgimento di Enzo Avitabile con i suoi Brothers con le braccia alzate,

MUSICA

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Domenica 7 ottobre 2012

creano un’atmosfera quasi tribale creando uno spettacolo nello spettacolo. La consacrazione per i trent’anni di carriere e della capacità creativa di Enzo Avitabile arriva oggi con la presentazione alla Mostra del Cinema di Venezia del Film “Enzo Avitabile Music Life” del regista Jonathan Demme. L’ultimo lavoro discografico Black Tarantella è un mix di brani inediti e vecchi successi riadattati, quasi tutti i brani sono caratterizzati da collaborazioni con altri artisti italiani e stranieri. Il concerto in villa comunale inizia a ritmo dei Bottari, Botti, dei Tini e Falce annunciano l’ingresso di Enzo Avitabile. Inizia la scaletta dei brani con “Paisà”. “Tutte eguale gong è creature”, “A’ nnomme ‘e Dio”, “Nuie è l’acqua”, “Gerardo nuvola ‘e povere”, “Salvamm ò

munno”, “Mane e mane”, “Soul Express”, “O’ munno sé move”.Sono tante le cose che ho da chiedere a Enzo Avitabile e la sua musica merita differenti momenti e sicuramente una condizione ambientale più adeguata. Il successo continuerà ancora, ne sono certo, altre saranno le sorprese che ci riserverà il grande sassofonista napoletano, personalmente mi aspetto un album dal vivo, speriamo arrivi presto.

Enzo avitabile – black tarantella

1. È ancora tiempo con Pino Daniele

2. Aizamm’ na mana con Raiz

3. Gerardo Nuvola ‘e povere con Francesco Guccini

4. Mane e mane con Daby Touré

5. Elì elì con Enrique e Solea Morente

6. Nun è giusto con Idir

7. Suonn’ a pastell’ con Bob Geldof

8. Mai cchiu’ con Co’Sang

9. ‘A nnomme ‘e Dio

10. No è no con Franco Battiato

11. E ‘a Maronn’ accumarett’ in Africa con David Crosby

12. Nun vulimm’ ‘a luna

13. Soul Express con Toumani Diabaté e Mauro Pagani

 

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Domenica 7 ottobre 2012

Vincenzo [email protected] Se crolla la scuola frana il futuro.

ATTUALITA’

27 bambini e un’insegnante morti, fu questo il tragico epilogo del crollo della scuola elementare di San Giuliano di Puglia dopo il terremoto che, a fine ottobre di 10 anni fa, coinvolse la Regione Molise. La Corte di Cassazione nel gennaio del 2010 ha confermato la condanna dei 5 imputati, e tra questi anche del Sindaco della cittadina. Fu certo quella situazione a spingere, negli anni successivi, gli amministratori delle città ad essere più diligenti nel rispetto delle normative antisismiche. Nel 2008 anche l’ex Sindaco Stefano Ferrara ritenne che il primo circolo didattico San Mauro necessitava di rilievi statici e sismici, purtroppo i lavori, che sono seguiti a quella verifica, ormai durano da 4 anni.Lo stato dei lavori, che sembra procedano a rilento, è l’emblema dell’inerzia e dell’incapacità dei nostri amministratori che si alternano a proclamare: “faremo, riapriremo”. Con determina n. 424 del 25-03-2010 veniva approvato il progetto esecutivo dei lavori di risanamento statico e funzionale dell’importo di €.2.150.000,00, di cui € 1.762.188,79 per lavori compreso oneri di sicurezza ed €. 387.811,21 per somme a disposizione dell’Amministrazione. Poi in seguito con determinazione dirigenziale n. 1257 del 15-10-2010 veniva approvato il relativo verbale di gara ed il nuovo quadro economico dell’importo di € 2.150.000,00,

di cui €1.161.993,68 per lavori al netto del ribasso d’asta, comprensivo di € 55.852,93 per oneri di sicurezza. I lavori furono appaltati all’impresa Soc. Coop. Leuconoe e finanziati con fondi legge 219 ed impegnati all’intervento 2040201

capitolo 4 residui 2009.Successivamente con altre determine si provvide a nominare due figure professionali quali assistenti di cantiere con un compenso di 9.500,00 euro ciascuno, questi furono poi revocati con determina N.128 del 11/08/2011. Nel frattempo, oltre il danno anche la beffa, i bambini della scuola San Mauro sono stati “sballottati” presso il Madrinato San Placido e il comune di Casoria è costretto ad accollarsi gli oneri di locazione per la provvisoria utilizzazione delle strutture per un costo annuale

di 224.080,16 euro. Alcuni politici di quest’amministrazione pensando di essere in campagna elettorale hanno lanciato degli spot: “ Concluderemo i lavori ad inizio anno scolastico”, e ancora: “il 31 Dicembre i lavori saranno finiti”, ma qualcuno, forse più realista, parla addirittura di aprile 2013. Speriamo che la vicenda della scuola San Mauro non si risolva allo stesso modo dello stadio San Mauro, l’omonimia potrebbe essere profetica, che dopo 14 anni è ancora in fase di stallo, perché in quel caso ci vorrebbe veramente un miracolo per garantire l’istruzione ai nostri piccoli concittadini e evitare di sperperare il denaro delle casse comunali.Il 23 e 24 novembre prossimi si terrà la X Giornata Nazionale della Sicurezza nelle scuole, nel presentare, il 20 settembre u.s., il X Rapporto su Sicurezza, Qualità e Confort degli edifici scolastici è emerso che mancano delle dovute certificazioni 3 scuole su 4. Evidentemente il Ministero ha previsto requisiti rigidi per certificare sicura una scuola, ci domandiamo se i lavori alla San Mauro si stanno eseguendo con materiali e tecnologie innovative e adoperando le migliori soluzioni progettuali, non vorremmo malauguratamente trovarci dinanzi ad una semplice ristrutturazione.

ATTUALITA’

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Il Gandhi volta paginaMarzia [email protected]

“Gente che viene. Gente che va. Gente che torna. Gente che sta”, cantava Jovanotti in uno dei suoi più famosi pezzi. Beh, niente di più vero: la vita, si sa, è caratterizzata da chi resta e da chi va via e quest’anno al liceo Gandhi di Casoria è accaduto che l’ex dirigente scolastico Domenico Di Vincenzo Indicatore, dopo quattro anni di permanenza, ha ceduto il posto al nuovo dirigente Gennaro Ruggiero.Come è noto il polispecialistico di Casoria ha fino ad ora goduto di una fama poco gloriosa, a causa della gestione malsana degli ultimi anni, del cattivo utilizzo e della scarsa efficienza delle strutture. E’ fuor dubbio che queste problematiche hanno comportato, anno dopo anno, un notevole calo nel numero di iscrizioni, in special modo all’indirizzo classico. Ma quest’anno si cambia musica! Con la nomina del nuovo dirigente, infatti, si auspica una vera e propria rinascita del Gandhi, che fonda le sue radici nella serie di modifiche apportate alla struttura interna del liceo: in primis, dopo anni di silenzio, gli studenti potranno tornare a farsi sentire, essendo stata più volte

ribadita dal preside, in collegi di docenti e consigli d’istituto, la necessità di porre al centro dell’attenzione il corpo studentesco, i suoi bisogni e le sue perplessità, ad oggi poco presi in considerazione. Inoltre, il preside ha annunciato la disponibilità di poter ricevere docenti, alunni e genitori

in qualsiasi giorno e a qualsiasi ora, rendendo più accessibili anche gli orari della segretaria, divenuta più funzionale. Ci sono novità anche per quanto concerne le attività ginniche degli studenti: dopo mesi di sospensione da qualsiasi attività sportiva, a causa dell’annunciata chiusura

delle palestre dei plessi di Via Torrente e di Casavatore, da quest’anno è nuovamente possibile l’utilizzo di queste strutture e sono persino in programma campionati studenteschi, da svolgersi come attività pomeridiane, all’interno degli edifici scolastici.

Piccole lamentele a parte, causate dallo smembramento del liceo classico e delle scienze umane, locati nei due plessi di Via Torrente e di Casavatore, gli studenti dell’intero liceo appaiono soddisfatti della figura del nuovo dirigente, che si è mostrato accorto, disponibile, aperto a qualunque forma di dialogo o di confronto, deciso a prendere le redini del liceo per aiutarlo ad uscire dal baratro in cui è stato precedentemente lanciato. L’auspicio di quest’anno è che, finalmente, si possa tornare a

vantare un liceo polispecialistico, sede di tre indirizzi di spiccata formazione culturale, che sia vanto della città di Casoria ed immune da serie problematiche. Si sa che chi ben comincia è già a metà dell’opera e l’avvio è proprio dei migliori.

SCUOLA

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Qual è il destino dell’Italia?Mario [email protected]

Qual è il destino dell’Italia? Riuscirà a mantenere una posizione di prestigio economico? Per quanto tempo ancora? La maggior parte dei politici e degli economisti, di qualsiasi inclinazione ideologica, è abituata a rispondere con strumenti classici, fondati quasi esclusivamente sui dati macroeconomici quali il tasso di crescita del PIL e quello di investimento; ai quali nella specificità italiana va aggiunto quello del debito pubblico. Su questi dati ci si sta ormai arrovellando da più di un anno. A ben vedere, però, si tratta di ragionamenti di corto raggio, talmente ridotto da farli apparire statici. I dati macroeconomici classici ci danno l’esatta fotografia dell’economia, ma lasciano ignoti la camera oscura e quei processi accurati che ci regalano l’evidenza dell’immagine. Questi dati ci dicono solo se una nazione è più ricca di altre o se una nazione ricca sta morendo. Ma perché una nazione è più ricca di altre? Perché nazioni ricche decadono? La scienza economica o, meglio, una specifica branca di essa, l’economia della crescita, è tornata negli ultimi decenni ad interrogarsi su queste che sono le stesse domande che si poneva Adam Smith, il suo padre fondatore. Studiosi della crescita hanno profondamente innovato questa disciplina negli ultimi decenni, ponendo particolare attenzione ai fattori storici e istituzionali, che hanno permesso alle nazioni di crescere. Nella celebre definizione di North per “istituzioni” si intendono “le regole del gioco o, più formalmente, i vincoli che gli uomini hanno definito per disciplinare i loro rapporti”. Sono queste che più di ogni altra cosa ci aiutano a comprendere le cause della crescita e dei fallimenti. E’ grazie alla loro conoscenza che possiamo misurare la complessiva qualità istituzionale di una nazione e la loro influenza sulla crescita e sullo sviluppo. Quali sono le regole del gioco politico e sociale? Fino a dove è consentita la libertà di espressione? Com’è avvertita internamente ed esternamente la responsabilità di ciascuno? Quali i diritti politici e civili? Dove arriva l’argine alla violenza pubblica e privata? Posso aver fiducia in un quadro politico e sociale stabile? La burocrazia, pur necessaria, è

competente? E’ corrotta? Posso controllarne e limitarne nequizie e abusi? Quanto tempo mi occorre per aprire un’attività? Le regole di funzionamento dell’economia sono chiare? Sono rispettate? Sono garantiti i miei diritti di proprietà e i miei crediti? Quanto tempo occorre perché il mio debitore finalmente mi paghi pur ricorrendo pretestuosamente a tutti i gradi del giudizio civile? Ho la possibilità di sviluppare le mie capacità partendo da situazioni svantaggiate? Misurare questi indicatori ci aiuta a capire il perché della crescita e a prevedere i futuri sviluppi. Il destino felice. O il fallimento. Proprio sulle cause della decadenza è stato condotto un recente studio degli economisti americani Acemoglu e Robinson ,pubblicato con l’emblematico titolo Why Nations Fail? (non ancora tradotto in Italia). Perché le nazioni falliscono? E’ una domanda che noi italiani abbiamo il dovere morale di porci. E anche l’interesse. Acemoglu e Robinson sviluppano la loro ricerca partendo da due categorie di istituzioni di una società in “estrattive” e “inclusive”. Sono estrattive le istituzioni che permettono ai meno di prelevare la ricchezza che è prodotta dai più. Attenzione, però, che questa definizione non va letta in termini di lotta di classe. Le classi dominanti non sono tout-court i capitalisti e gli imprenditori di marxiana memoria. Qui, invece, sono le élites “improduttive”, che tendono a preservare il loro potere o la loro posizione a discapito dello sviluppo diffuso e dei produttori. Sono come i pirati. Tra essi vi possono essere esponenti del mondo della finanza, della politica e della burocrazia, ma anche le loro vaste clientele parassitarie. Sono estrattive, dunque, quelle istituzioni che tendono ad impedire la partecipazione al gioco politico, sociale ed economico; a preservare interessi e rendite di posizione (rent-seeking); a creare ostacoli alla libera iniziativa economica; a tutelare i furbi; a condannare aspramente il furto, ma a depenalizzare i reati fiscali e contabili; a distogliere risorse produttive verso interessi di clientela politica; a creare un sistema giudiziario lento, avviluppato e impenetrabile come un castello kafkiano. Al contrario delle estrattive, invece, le istituzioni “inclusive” sono quelle che permettono ai cittadini la conoscenza

delle regole, la loro condivisione e la partecipazione piena al gioco politico, sociale ed economico secondo le loro inclinazioni e capacità. Sono quelle che favoriscono l’affermazione e lo sviluppo delle risorse produttive. Ovvero, come si dice comunemente, di quelli che fanno l’economia reale. Che permettono dunque la crescita e lo sviluppo. E la loro costanza. Un gioco democratico e sociale, massimamente inclusivo, che permette il ricambio a tutti i livelli al fine di favorire il massimo ed efficiente impiego delle risorse produttive. Il libro non si occupa dell’Italia. Ma non è difficile capire che se vogliamo interrogarci sul nostro futuro dobbiamo cominciare a ragionare in questi termini. Ovvero, quanto sono inclusive le nostre istituzioni? Perché i nostri politici, i nostri dirigenti sono così vecchi? Perché i dirigenti guadagnano così tanto e la burocrazia funziona così male? Qual è il senso di responsabilità personale e generale? La società è in grado di far fronte alla decadenza di una qualsiasi categoria politica, economica e sociale senza sopportarne troppo l’onere della malattia e del lutto, anzi provvedendo in tempo con una sostituzione creativa? E’ possibile intervenire sul sistema delle incentivazioni favorendo maggiormente modelli che sono socialmente più produttivi? Perché siamo così scarsi in matematica? Quanti ingegneri abbiamo? Perché un laureato in chimica con il massimo dei voti non lavora? Perché tutti vogliono fare i medici o gli avvocati? E’ possibile che la provincia di Roma abbia più avvocati dell’intera Francia? E’ questa la causa di questa diffusa litigiosità e di una giustizia lenta? Perché gli albi professionali e le associazioni di categoria impongono alla comunità vincoli garantitigli dalla legge? Quanti sono i costi aggiuntivi di una qualunque iniziativa economica? Dei soldi pubblici quante e quali sono le categorie di beneficiari di troppo? Quali strumenti ho per saperlo? C’è trasparenza? Quale dignità ha la mia protesta? Siamo in grado di approvare una legge che riduca la corruzione a fenomeno trascurabile? Ma soprattutto, abbiamo il coraggio di rispondere a queste domande?

P O L I T I C A

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I PINI

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Domenica 7 ottobre 2012

Emiliana [email protected]

In questi giorni si sente spesso parlare di reato di diffamazione e di caso Sallusti ma l’origine di tutto questo risale a qualche anno fa. Il direttore de il Giornale, Ales-sandro Sallusti, è stato condannato dalla Corte d’appello di Milano a 1 anno e 2 mesi di reclusione e a 5000 euro di pena pecuniaria per violazione dell’art. 595 co-dice penale e art. 13 legge 47/48 cioè re-ato di diffamazione a mezzo stampa, per un articolo pubblicato sotto lo pseudoni-mo Dreyfus nel febbraio 2007 su Libero. La vicenda: è proprio in quell’anno che in un ospedale di Torino una ragazzina di 13 anni, Valentina, si sottopone all’aborto. La vicenda finisce sui giornali, quasi tutti raccontando la storia di una scelta doloro-sa, forse imposta dalla madre. La ragaz-zina probabilmente non voleva abortire, ma la circostanza non è chiara. La notizia esce il 17 febbraio. Il giorno dopo i gior-nali fanno chiarezza: non ci sarebbe stata alcuna costrizione, né un provvedimento del giudice per obbligarla ad interrompere la gravidanza; il giudice tutelare si è li-mitato a prendere atto della decisione di madre e figlia, sostituendo il padre (igna-ro di tutto), per quanto concerne l’auto-rizzazione, come prevede la legge. Libe-ro, all’epoca diretto da Sallusti, racconta invece un’altra storia. E con un articolo firmato Dreyfus, dà alla vicenda una se-rie di giudizi pungenti. Per Dreyfus, «il magistrato ha ordinato un aborto coatti-vo». Per poi concludere: «Se ci fosse la pena di morte, se mai fosse applicabile, questo sarebbe il caso. Al padre, alla ma-dre, al dottore e al giudice». Frasi che non

sono piaciute e che incidevano anche sul-la reputazione del magistrato Giuseppe Cocilovo, che ha appunto presentato la denuncia. Il 26 settembre 2012 la Corte Suprema di Cassazione ha confermato in via definitiva la sentenza, precisando in una nota che la condanna non è per reato di opinione ma per pubblicazione consa-pevole di notizia palesemente falsa. Lo stesso giorno, il direttore de Il Giornale ha rassegnato le dimissioni dal quotidiano; Sallusti è stato condannato sia per omesso controllo in qualità di direttore responsa-

bile sia per “la non identificabilità dello pseudonimo Dreyfus e quindi la diretta riferibilità del medesimo al direttore”; il giorno successivo, poi, l’onorevole Re-nato Farina ha rivendicato alla Camera la paternità dell’articolo. Il caso Sallusti ha messo però in luce la necessità di cambia-re la legge che regola i reati di opinione. Attualmente, la situazione legislativa in Italia è così: le cause sui reati di opinio-ne ricadono nella giustizia penale anziché in quella civile, con la conseguenza che tra le pene previste c’è il carcere. Quando

viene commesso un reato di diffamazione a mezzo stampa, infatti è prevista la re-clusione fino a sei anni; e tuttavia se molti giornalisti non sono arrivati all’arresto è perchè la prassi comune dei giudici è di infliggere solo una pena pecuniaria e di sfruttare le attenuanti generiche; questo però è a discrezione del magistrato.Una-nimi e pronte ovviamente le critiche dal mondo della stampa verso la condanna e la legge, entrambi non degne di un paese cosiddetto ‘civile’. In primis Vittorio Fel-tri, se l’è presa con i politici, a partire da Berlusconi, che non hanno mai cambia-to la legge in proposito. Vannino Chiti e Maurizio Gasparri si augurano che il ddl che hanno presentato da poco abbia una corsia preferenziale per risolvere il caso Sallusti. Il punto principale del ddl è quel-lo in cui si chiede di allineare il nostro Paese agli standard europei dove non è prevista pena detentiva ma solo pecunia-ria per il reato di diffamazione. In Parla-mento, però, c’è già una proposta di legge che ha iniziato il suo iter. Si tratta del ddl firmato dai deputati Gaetano Pecorella ed Enrico Costa. Il timore del presidente del-la Repubblica Napolitano e del Guarda-sigilli Paola Severino è, però, che i tempi obbligati dell’iter parlamentare non risol-vano il problema immediato di Sallusti. Ecco perché presidente e ministro hanno discusso della possibilità di un decreto legge. La legge dunque va cambiata, ma stando ai vari pareri contrastanti e alle lunghe pratiche politico-burocra-tiche, l’attesa è ancora lunga.

AT T UA L I TA’

Reato di diffamazione,responsabilità penale:il caso Sallusti

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COSTUME

Questa lunga e rovente estate ci ha separato da voi lettori ma abbiamo avvertito la mancanza di una comunicazione a cui ci siamo abituati e che ci rende molto più partecipi di ciò che accade intorno a noi, proprio perché si avverte, con maggiore sensibilità, l’esigenza di trasmettere le nostre impressioni su questa magmatica realtà che ci travolge. Questa vacanza, dunque, almeno per chi scrive, non ha rappresentato la classica “ vacatio mentis” di cui parlavano nell’antichità, ma una pausa di riflessione su ciò che sta accadendo.Vorrei partire dal macrocosm : nel mondo la crisi economica giganteggia, negli USA tra poco ci saranno le elezioni e si profila un testa a testa tra Obama – presidente uscente dei democratici , e Romney , candidato repubblicano. Sicuramente il vincitore di queste elezioni stabilirà il “new deal “ non solo americano ma anche europeo e una vittoria dei repubblicani potrebbe cambiare l’attuale stato delle cose in maniera significativa ( Romney, tanto per intenderci , ha detto che a lui non interessa la metà della popolazione che non lo voterà). Gli Stati Uniti sono protagonisti, dopo l’uscita di un film prodotto in USA, in cui si satireggia sulla figura del profeta Maometto, di episodi di intolleranza da parte di gruppi fondamentalisti islamici. Il culmine della violenza si è raggiunto a Bengasi con

l’assassinio dell’ambasciatore Stevens e di altri quattro cittadini americani, si profila l’ombra inquietante di Al Qaeda.In Europa stiamo ancora subendo i

pesanti diktat economici imposti dalla solita Germania,ma la nostra immagine internazionale ha riacquistato credibilità e dignità, grazie alla innegabile professionalità del nostro primo ministro. In Italia la politica ha collezionato talmente tanti scandali , dal compassato Lusi al grottesco Fiorito, che ormai appare inevitabile che la gente non voglia sentir parlare più di partiti e delle loro corruttele, ormai insopportabili.

A Casoria l’aria che si respira riflette i miasmi di realtà più vaste, con una profonda e sostanziale differenza; mentre ormai la politica nazionale fa i conti

con l’intolleranza generale, acuita dalle continue denunce dei mass media, nella nostra ridente cittadina si continua a vivacchiare, a gestire la cosa pubblica con operazioni di facciata ( danze, canti e saltimbanchi) e a non risolvere i grossi nodi della società civile e le vere problematiche.Da ottimisti ad ogni costo possiamo solo augurarci che dalle elezioni esca vincente Obama e che si riesca a mantenere la pace mondiale, che gli Usa riescano a ristabilire un contatto e

un dialogo con le frange estremiste islamiche, che in Italia inizi una rinascita economica e che i partiti diano vita ad una moralizzazione, che a Casoria i lumi della ragione facciano uscire, come diceva il grande Kant, i politici dallo stato di minorità e che finalmente si pensi a gestire il potere in maniera seria e al servizio della popolazione.

LA VACANZAGelsomina D’[email protected]

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Pasquale [email protected]

CALCIO

Dopo una lunga pausa estiva, torna l’appuntamento settimanale dedicato al nostro Napoli. Ci siamo lasciati con la coppetta, e con un mercato che stentava a decollare, almeno per le “fantasiose” menti di noi tifosi. Ne è passata di acqua sotto ai ponti: c’è stato un lungo precampionato, fatto di 7 amichevoli, tutte vinte. C’è stata la parentesi pechinese, con la supercoppettina andata alla Juve, tra mille polemiche. E poi c’è stato l’inizio della stagione “vera”. Vittoria netta e convincente a Palermo, vittoria meno bella e sofferta contro la Fiorentina, in un San Paolo che presentava un terreno di gioco indecente. Dunque la sosta di campionato, e la nuova vittoria interna contro il Parma, prima del mezzo passo falso di Catania. In Sicilia, un Napoli in superiorità numerica dal primo minuto si lascia imbavagliare dagli etnei; e piovono immediate e precoci le prime feroci critiche. Per fortuna c’è il turno infrasettimanale, che regala un Napoli pimpante e deciso, capace di disintegrare con un netto 3-0 la Lazio. La vittoria di carattere a Genova, sponda blucerchiata nell’ultima di campionato, è storia recente. In questo susseguirsi di partite ecco l’esordio in Europa, quella dalla musichetta poco emozionante e canticchiabile. Il Napoli delle riserve liquida 4-0 gli svedesi dell’Aik Solna.Un percorso quasi netto, a cui non fa

riscontro, da parte di una larga fetta di tifosi, non un improvvido e pericoloso entusiasmo, bensì la consapevolezza di essere davvero forti, o meglio, di essere in grado di lottare (lottare...) per le primissime posizioni della classifica.In verità un atteggiamento simile può, paradossalmente, aiutarci; si evitano

pressioni scomode e fastidiose. Difficile capirne però le cause: magari una campagna acquisti poco “emozionante”, magari la paura, o forse la certezza di avere davanti una squadra troppo superiore. Certezza che personalmente, neanche mi sfiora. Quali che siano le cause, come detto, se giova al nostro Napoli, ben venga . Un atteggiamento tenuto anche dopo la vittoria con i doriani dell’ex juventino Ferrara. Partita estremamente difficile, brutta, due squadre che si sono annullate. Il genere di partita da “x”, o da vittoria risicata per una delle due squadre. Solitamente quella più forte, che magari

sfrutta l’unica occasione, il guizzo di un suo top player. Il Napoli ha sfruttato il talento di Marek, bravo e lesto a trovare un penalty (segnato poi dal Matador) per un fallo netto. L’unico dubbio riguarda la posizione del nostro slovacco: dentro o fuori l’area? Dalle immagini il contatto tra Gastaldello (rosso per lui, e ammissione

del contatto anche nell’intervista post-gara) e Hamsik appare sulla linea: la linea è area, quindi è rigore. Nel post-partita, molti tifosi napoletani parlano di svista arbitrale (al più si può parlare di errore, ma non svista), di Samp che ha dominato l’incontro, di un Napoli quasi in balia dei blucerchiati. Nulla di più falso e sbagliato! Nessuna delle due squadre ha messo sotto l’altra, ambedue le compagini,

ripetiamo, si sono annullate. Sembra quasi che stia via via prendendo piede una sorta di autolesionismo tutto in salsa partenopea. Lo trovo ridicolo, sconfortante e privo di senso. Ben venga sempre la critica, a maggior ragione l’autocritica, ma anche questa necessita di un valore fondamentale, quale è l’obiettività. Poi si sa il campionato è lungo, e tantissime sono le variabili che possono influenzarlo: ma non ammettere, non vedere la nostra forza, la nostra capacità di giocarcela è da miopi e incompententi, e queste qualità sarebbe il caso di lasciarle agli altri...

IL NAPOLI CHE ENTUSIASMA NAPOLI...

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PRONTI… PARTENZA… VIA! UN ALTRO ANNO “AZZURRO”Amalia [email protected]

Ed eccoci qui, anche quest’anno pronti con le nostre magliette azzurre, le corde vocali vibranti, i cuori palpitanti e le spe-ranze accese… Il nuovo campionato è ini-ziato ormai da un po’, e anche se ritorno solo ora a scrivere, finora le emozioni non son state poche! Quello azzurro è stato un inizio “sprint”, ottimo direi: tre goal a Palermo, Parma e Lazio, due alla Fiorentina ed uno alla Sampdoria del nostro “compaesano” Ferrara. L’unico freno c’è stato a Catania, dove abbiamo guadagnato un solo punto con una prestazione che defi-nirei “incerta”. Per il versante euro-peo, buona la prima; attendiamo i risvolti, con premesse promettenti. Si respira in giro, per la città, una bella aria; negli occhi dei tifosi s’in-travede quella speranza, quella vo-glia di riscatto e tutto sembra dire “Magari questa è la volta buona!”. Ma a Napoli, lo sappiamo bene, la sca-ramanzia regna e nessuno ha il coraggio di esprimersi e pronunciare quella parola, quella famosa parola diventata ormai un tabù da troppo tempo. Finalmente però, qualcuno l’ha fatto! “Sarebbe fantastico qui a Napoli” dice “Voglio divertirmi e vin-cere e qui ci sono le condizioni affinché ciò accada. Quest’anno siamo consape-voli di potercela giocare con chiunque.

Diamo l’impressione d’essere più maturi, ma avvertiamo pure noi questa nuova di-mensione e penso che le prime tre par-tite l’abbiano dimostrato […] Nel Napoli non mancano i campioni, che stavolta sono maggiormente convinti delle pro-prie forze. Ecco il motivo della mia fra-se: quest’anno possiamo giocarcela con

chiunque. Sappiamo cosa vogliamo, sia-mo più forti anche dentro. Detto e riba-dito: vincere uno scudetto qua sarebbe fantastico. Ho ancora dinnanzi agli occhi le scene dopo il successo all’Olimpico, sulla Juventus, in coppa Italia. Siamo un gran bel gruppo, abbiamo alle spalle una società seria, che ha un progetto e lo por-ta avanti da anni”.Così il nostro Marekia-ro ci accende le speranze e comincia a

farci sognare … Oh si! Quanto sarebbe fantastico davvero! In fondo tutti noi ci abbiamo pensato, chi di nascosto nei suoi pensieri e desideri più intimi, chi con gli amici tifosi, chi ne ha parlato pubblica-mente perché ci crede fortemente, chi invece non si è pronunciato affatto per-ché fin troppo scaramantico. Insomma,

diciamoci la verità, tutti coloro che hanno il cuore azzurro sognano di poter sfatare questo tabù e grida-re finalmente, a testa alta, quella parola! Ebbene si, io ci ho pensato e come! E ci penso troppo spesso: ogni volta che il Napoli scende in campo, ogni volta che arriva una vittoria, ogni volta che vedo il Ma-tador, decisivo come sempre; o Lorenzo “Il Magnifico”, il piccolo di casa, entrare in campo con quella voglia di vincere mai vista prima; o ancora, l’ “incompreso” Vargas che

riesce ad integrarsi nel gruppo e diventa, finalmente, leader per una sera; insomma ci penso ogni volta che gli azzurri si ap-prestano ad affrontare una nuova sfida. E ad ogni sfida riesco a vedere qualcosa in più, quel qualcosa che mi fa pensare “Si, magari davvero questa è la volta buona!”

SEMPRE E COMUNQUE AVANTI NAPOLI!

C A L C I O

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GRANDIOFFERTEGRANDIOFFERTE

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In Europa si va: Ligue 1 e Premier LeagueValerio [email protected]

Il Domenicale è tornato e con esso anche “A Spasso nel calcio” che, anche quest’an-no, continuerà a raccontarvi dello sport più seguito al mondo: il Football,colpito anch’esso da una forte crisi economica che ha comportato di fatto il ridimensio-namento di molte squadre gloriose e sto-riche in Italia ed in Europa. Tuttavia, se da un lato club blasonati come il Milan sono stati costretti per motivi economici a vendere i pezzi pregiati della squadra dall’altro ci sono squadre come il Chelsea ed il PSG per cui le parole crisi e pareggio di bilancio sono inesistenti. Il club allena-to da Ancelotti sta cercando di ripropor-re in Francia quanto già fatto dagli arabi del Manchester City, creando una squadra con i calciatori più quotati del mercato: solo quest’estate sono stati spesi 30 milio-ni per Lavezzi, 12 milioni per Verratti, 62 milioni per Ibrahimovich e Thiago Silva ed è stato annunciato anche il brasiliano Lucas( 40 milioni), a lungo obiettivo di mercato dell’Inter. Nonostante gli acqui-sti ed i milioni spesi l’avvio di stagione della squadra di Ancelotti non è stato dei migliori anzi, nelle prime 3 giornate, era-no arrivati altrettanti pareggi ma dalla 4° in poi il PSG ha iniziato ad oliare i mec-canismi e ha inanellato ben quattro vit-torie consecutive che l’hanno portata alla seconda posizione in classifica alle spalle

del Marsiglia che difficilmente riuscirà a tenere il passo con la squadra di Ancelot-ti.Protagonisti di quest’avvio di stagione della squadra parigina sono Ibrahimovic, capace da solo di far vincere una squadra in Italia figuriamoci in Francia, ed il fol-letto Verratti, ultimo talento italiano emi-grato all’estero e già idolo del Parco dei Principi. Se il campionato Francese sarà con molte probabilità monotematico, non si può dire lo stesso della Premier League dove il Chelsea, primo in classifica, sta dominando in avvio con cinque vittorie ed un pareggio. I campioni d’Europa hanno aggiunto ad una squadra già completa e

quadrata, grazie agli accorgimenti tatti-ci di Mr. Di Matteo, giocatori giovani e di grande qualità. Abramovich ha infatti regalato ai propri tifosi Marko Marin, pre-levato per 10 milioni di euro dal Werder Brema, il talentuoso Eden Hazard, pagato 40 milioni di euro dal Lille ed il brasiliano

Oscar per 31 milioni. L’aggiunta di questi giovani talenti ha permesso al Chelsea di mantenere l’ossatura dello scorso glorioso campionato e di aggiungere un maggiore tocco di fantasia e velocità con Hazard che partendo dall’esterno, con giocate sempre frizzanti, riesce ad aprire le difese e con Oscar dotato di ottima visione di gioco, grande abilità tra le linee ed un grande tiro da fuori area (i tifosi della Juve ne sanno qualcosa!!). Il Chelsea, quindi, quest’an-no sarà in Premier la squadra da battere. Costrette già a rincorrere i campioni d’Eu-ropa sono le due squadre di Manchester: lo United ha ed avrà sempre il suo presti-gio ma gli ultimi campionati non sono sta-ti favorevoli a Sir Alex Ferguson e nean-che la squadra di quest’anno, per come ha cominciato il campionato, sembra possa ottenere grandi obiettivi. Discorso diver-so per il City di Roberto Mancini ,cam-pione in carica, che ha aggiunto alla rosa ben 5 innesti di primissimo livello:Javi Garcia, Nastasic,l’ala sinistra Scott Sin-clair dallo Swansea City, Maicon ed il giovanissimo mediano Rodwell classe 1991 dall’Everton. Per il momento, a di-spetto del fair play finanziario, Chelsea batte Manchester City con 100 milioni di euro spesi nel mercato estivo contro i 60 milioni dei Citizens ma il risulatato sarà lo stesso anche a fine campionato???

R U B R I C A A Spasso nel calcio

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Domenica 7 ottobre 2012

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La sala di Posillipo dopo un anno di rodaggio è alla sua prima stagione ufficiale e con i suoi 200 posti disponibili, si propone come valido completamento della programmazione cittadina. Infatti nessuno degli spettacoli in cartellone è presente nelle altre sale e, in qualche caso, il Teatro Orazio ha portato a Napoli spettacoli che sono reduci da grandi successi all’estero colmando così qualche lacuna. Tra gli otto spettacoli in cartellone sono da segnalare sicuramente quello di Paola Gassman, che aprirà la stagione il 9 novembre con lo spettacolo “Frau Mozart”, dove accompagnata da un quartetto d’archi ricostruisce attraverso l’interazione musica - parola l’atmosfera della corte austriaca e la vita quotidiana nel mondo asburgico. Le Rondinella con il concerto “Amour Amer”, un viaggio tra sonorità gitane, folk, di tradizione, rivisitata anche oltre i confini partenopei. Alessandra Borgia con “Napoli, profumi di donna”, una carrellata di personaggi femminili da autori come Eduardo, Bovio, Viviani, Ruccello. Grazia Scuccimarra, assente dalle scene napoletane da 30 anni, torna con lo spettacolo “Noi le Ragazze degli anni 60”, che con le sue 2000 repliche è diventato ormai uno vero

e proprio cult. Ma la vera novità del Teatro Orazio è la Rassegna “Sipario Pomeridiano”, curata dal direttore organizzativo Giovanna

Castellano, prevede la messa in scena di 6 spettacoli con cadenza mensile, che andranno in scena l’ultimo martedì di ogni mese alle ore 17,30. Gli otto spettacoli presenti nel cartellone “Sipario Pomeridiano” sono: “Ulisse, mio adorato” con Paola Gassman, “Lo Specchio di Adriano” scritto diretto ed interpretato da

Arnolfo Petri, “Quel motivetto che mi piace tanto” con Maurizio Merolla, “Ida e Ada al bar di Edo” di Myriam Lattanzio con Marina

Cavaliere, Giovanna Marziano, Alessandra Mirra, regia di Niko Mucci, “Quartetto” con Cristina Giordana e Sergio Sivori, chiude la rassegna Alessandra Borgia con “Espiantati” di Franco Autiero. Una vera e propria sfida quella che ha lanciato il teatro, forte di una posizione geografica strategica grazie alla vicinanza della funicolare di Mergellina, che rende facilmente raggiungibile il teatro da qualsiasi parte della città. Il Direttore artistico, M° Giuseppe Schirone in sede di conferenza stampa ha annunciato anche una serie di eventi speciali che vedranno protagonisti: Benedetto Casillo, Sasà Trapenese, Marianna Mazzarini, Susanna Canessa; poi ci saranno eventi come un Concerto di Canti Gospel, la classica Tombolata Natalizia, un Concerto di Canti d’amore dalle più celebri opere liriche e ancora qualche grosso nome che per il momento non è stato ancora svelato. È tutt’ora aperta la campagna abbonamenti che prevede la possibilità

di abbonarsi ai diversi cartelloni proposti con possibilità di sconti ed agevolazioni. I prezzi sono davvero competitivi, si parte da un abbonamento da € 75.00.

Il Teatro Orazio presenta la Stagione Teatrale M U S I C A

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L’autunno 2012 è donna: si fa desiderare.Maria Gentile marygentilelive.it

Dopo aver avuto l’illusione che l’estate fosse già finita, non avevamo fatto i conti con un volubile mese di settembre: le temperature si sono mantenute elevate sbaragliando ogni aspettativa e richia-mando alla nostra memoria la lunga estate caldissima e spensierata. Quanti di noi hanno pensato di mollare tutto e di prova-re il classico “bagno settembrino”? Solo pochi fortunati hanno potuto farlo, la maggior parte di noi è dovuta rimanere in città, richiamata dagli obblighi quotidiani e dalla routine che il mese di settembre sa ricordarci bene, più di qualsiasi altro mese. Secondo le prime osservazioni, sembra che l’insistere dell’estate ci porte-rà verso un inizio d’autunno molto umido e freddo, la temperatura del Mar Mediter-raneo si mantiene ancora sopra la norma stagionale, e questa in contrasto con le fresche correnti atlantiche, potrebbe pro-vocare piogge intense, e irruzioni di aria fredda a partire dal mese di novembre.Proprio per questo motivo, si ritiene che la stagione autunnale scateni tutta una se-rie di emozioni negative: il clima peggio-ra, il sole diventa più debole, a tanti capita di essere tristi, ansiosi e nervosi, tanto che gli americani hanno attribuito anche un nome a questa condizione, chiamandola

SAD, (Disturbo affettivo stagionale) che in inglese non a caso, vuol dire anche “tri-ste”. La SAD è una sorta di cambio umo-rale repentino che si verifica in minima parte nel periodo primavera-estate, ma più spesso nel periodo autunno-inverno. Molti la associano a mancanza di vitami-na D causata dalla minore esposizione so-lare; la se

otonina inoltre, responsabile del buon umore, si abbassa determinando sbalzi umorali e depressione. Da tutto questo sembra derivare anche la voglia di dormi-re di più, che si fa sentire soprattutto nei mesi invernali, e si manifesta con la clas-sica scena di restare sotto alle coperte “ancora 5 minuti”.Quindi? Venendo a co-

noscenza di queste notizie sembra quasi di andare incontro ad una sorta di condan-na per cui dovremmo aspettarci di essere intrattabili, tristi ed irritabili almeno fino al prossimo mese di aprile, quando farà capolino il primo sole. In realtà credo che questa condizione valga soprattutto per chi non ama il cambiamento in generale, poichè ci si abitua e ci si culla in una con-dizione ampiamente conosciuta, e si vor-rebbe rimanere nella stessa situazione per un tempo indefinito. Da ogni stagione, invece, come d’altronde da ogni condi-zione, è possibile trarre il positivo come il negativo. C’è chi odia l’estate poiché non ne tollera l’eccessivo caldo, ma c’è chi la ama perché l’associa ad abbronzatura e divertimento.Allo stesso modo l’autunno, una stagione per molti triste ma per molti altri ricca di sfaccettature: le strade illu-minate la sera dalle luci dei negozi, i viali ricchi di tappeti di fogliame, e quel legge-ro fresco che non è ancora un freddo tor-rido e che permette di gustare un pasto caldo, una buona cena senza sudare sette camicie! Quindi, non ci resta altro che at-tendere questo autunno capriccioso, poi-ché l’estate deve pur finire, come sono fi-nite, ahimè, le nostre vacanze!

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Mese del Benessere Psicologico Pina Savorra [email protected]

Anche quest’anno molti psicologi italiani aderisco al mese della salute mentale e del benessere psicologico promuovendo gratuitamente consulenze e seminari informativi. Questa iniziativa sottolinea lo spirito con il quale l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha voluto, ormai da qualche anno, specificare l’importanza del benessere psicologico all’interno del concetto di salute. Secondo la definizione dell’OMS, infatti, il benessere psicologico è quello stato grazie al quale l’individuo è in grado di sfruttare le sue capacità cognitive e/o emozionali per rispondere alle esigenze quotidiane della vita di ogni giorno. Un individuo che stabilisce relazioni soddisfacenti e mature con gli altri adattandosi costruttivamente alle condizioni esterne e ai conflitti interni è un individuo in buona salute. Secondo questa definizione, la salute mentale, non sarebbe semplicemente l’assenza di una patologia ma uno stato che si determina quando l’essere umano riesce ad esprimere le proprie potenzialità. Sentirsi in grado di affrontare le normali difficoltà della vita, lavorare in maniera produttiva e contribuire in modo costruttivo al buon andamento della propria famiglia intrattenendo relazioni sociali positive, vuol dire farsi parte attiva del proprio benessere psicologico.Per molto tempo

occuparsi del “mentale” ha significato occuparsi della follia. La disinformazione e l’ignoranza hanno costretto molte persone a vivere in segreto perplessità e disagi di ogni sorta. Difficoltà familiari e di coppia, disturbi individuali e del comportamento

infantile sono stati per anni trattati dalle più svariate professionalità non ottenendo mai una diagnosi di tipo psicologico. Lo psicologo ha sempre suscitato da un lato, fantasie ed immagini legate all’idea di “strizzacervelli”, lo psicoanalista per intenderci, dall’altro invece è stato definito dalla tradizione popolare “il medico dei pazzi”. Per fortuna, negli ultimi tempi,

grazie anche ad una rinnovata informazione mediatica e ad una maggiore apertura delle nuove generazioni, lo psicologo della salute ha potuto sottolineare l’importanza del miglioramento della qualità della vita e del benessere psicologico all’interno del concetto generale di salute. Finalmente lo psicologo si trasforma nell’immaginario collettivo, non sta più solo seduto dietro ad un divano, non è più parte di un mondo per soli ricchi fruitori, ma entra a far parte di concetti semplici che riguardano da vicino le famiglie, la scuola, i luoghi di lavoro e le istituzioni. Oggi si sottolinea la necessità di un’ equilibrio bio-psico-sociale che consideri l’essere umano nella sua totalità. Le ansie legate alla crisi economica, le depressioni dovute alla perdita del lavoro, le instabilità familiari, le difficoltà di comunicazione, la dispersione scolastica così come l’aumento delle problematicità all’interno della coppia coniugale non possono e non devono essere più sottovalutate in termini di salute. Mantenere un sano equilibrio psicologico e fisico è sempre più difficile ed è indispensabile rivolgersi al giusto professionista senza paura d’incorrere in sciocche ed inutili definizioni stigmatizzanti.

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Chi da bambino non si è chiesto almeno una volta “ma le persone quando muoio-no dove vanno? “. Ci è stato spiegato che l’anima lascia il corpo terreno per ricon-giursi al Signore in paradiso. Certo, ma il corpo terreno??? Il corpo va al cimitero. Ma negli ultimi anni questa risposta non è più tanto scontata per i cittadini di Caso-ria, Arzano e Casavatore, che avendo un unico cimitero a disposizione non hanno più lo spazio per le inumazioni. Esiste il Consorzio Cimiteriale di Casoria, Arzano e Casavatore, le cui dimensioni però, sono inadatte per rispondere alle esigenze di tre comuni di circa 140.000 abitanti totali. Oltre al dolore per la perdita di un caro, le famiglie residenti in questi comuni sono costrette ad andare ad elemosinare un po-sto nei cimiteri dei comuni limitrofi, come Caivano, Frattamaggiore e in alcuni casi anche tra Caserta e Benevento, per non parlare dei disagi che avranno poi in se-guito per recarsi in trasferta ogni volta che vorranno pregare sulla tomba di un pro-prio congiunto. Per questi cittadini insom-ma è vietata anche una degna sepoltura. Il consorzio dichiara che l’accesso al cimi-tero sarà consentito solo ai defunti i cui parenti sono proprietari di cappelle genti-lizie o di loculi liberi e per i quali è possi-bile la tumulazione delle salme.Per questa

situazione bisogna come sempre ringra-ziare le amministrazioni e i politici che negli anni non sono riusciti a progettare un ampliamento dell’attuale camposanto di via Porziano o anche la realizzazione di altre nuove strutture sacre. A Casoria, da qualche anno si parla di costruire un cimi-

tero autonomo, ma finora, le parole sono rimaste soltanto parole e buoni propositi, ma ancora nulla di concreto è stato fatto.

Eppure, nel marzo del 2010 proprio l’am-ministrazione di questo comune, attraver-so un avviso pubblico, rendeva noto di voler realizzare il cimitero cittadino.Era stata anche individuata l’area sulla quale poter costruire, uno spazio di circa 20.000 metri quadrati al confine con il comune

di Afragola. Sono passati due anni e mezzo e tut-ti si domandano che fine abbia fatto quel progetto e soprattutto se esiste an-cora la speranza di risol-vere questo incombente problema cittadino o se è meglio abbandonare subi-to l’illusione e rassegnar-si. All’incirca un anno fa sono stati bloccati anche i lavori per la costruzio-ne di 180 nuovi loculi dal costo di quasi un milione di euro perché il prezzo era troppo alto e il comu-ne era incapace di soste-nere una tale spesa. In-somma com’è tristemente noto, un minimo di quie-

te e di serenità non è garantito nem-meno dopo la morte. In questi comuni non si può nemmeno morire… in pace.

Rosaria [email protected] Morti : un viaggio in trasferta

CRONACA

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Domenica 7 ottobre 2012

Registro Tumori: per Monti “non s’ha da fare”.

Prima la quiete, poi dopo di nuovo la tempesta, così potremmo definire la spiacevole notizia dello Stop del governo centrale, al registro dei tumori della Campania.L’ennesima coltellata inflitta al cuore della Campania e dei suoi abitanti, una terra definita fertile dagli antichi Romani, ma che ora è avvelenata dai continui roghi tossici.Tante le manifestazioni e le petizioni per richiedere l’istituzione del registro dei tumori, un elemento importante per conoscere, monitorare e prevenire l’insorgere di ulteriori neoplasie e cancri. L’iniziativa è nata dagli oncologici dell’Istituto Ospedaliero Pascale, preoccupati dagli allarmanti dati forniti dall’Associazione Nazionale RegistroTumori, solo quest’anno sono stati 30mila i casi, 500 in più dello

scorso anno; l’analisi ha confermato la correlazione tra tumori e roghi tossici, evidenziando il numero di mortalità, soprattutto infantile. Una situazione mal gestita dall’amministrazione regionale, con la quasi totale assenza di prevenzione sia nell’individuazione dei siti che con l’assistenza necessaria per i pazienti affetti da tumori.Una situazione da non prendere alla leggera, un pericolo che si aggira anche nella nostra realtà, come non ricorda la Discarica del Cantariello, lì al confine tra Afragola e Casoria, una situazione di cui ci siamo occupati mesi fa anche Noi del Domenicale, raccogliendo deposizioni e testimonianze dei residenti, commentando il continuo scarico di colpe tra i due sindaci delle città, e intanto la situazione rimane invariata.C’eravamo

illusi decretando subito vittoria, dopo la notizia dell’approvazione del registro da parte del consiglio regionale, nel giugno scorso, una promessa confermata dallo stesso governatore Caldoro, poi placata dal Professor Monti, che motiva la sua decisione, con la mancanza di fondi o forse di occultamento? Ne sa qualcosa l’on. Cosentino, trovato “con le mani nella marmellata” nell’inchiesta di riciclaggio di rifiuti tossici, poi salvato dalla galera dai suoi colleghi politici.Intanto la Terra dei fuochi non placa il suo processo e continua lentamente a infettare tutto ciò che trova davanti, assorbendo i figli così come i frutti della nostra terra.

CRONACA

Luca [email protected]

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