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IL FONDO SOCIALE EUROPEO: POLITICHE IN FAVORE DELLE PARI OPPORTUNITà E CONCILIAZIONE DELLA VITA PRIVATA E PROFESSIONALE SCHEDA RIASSUNTIVA Commissione europea

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Il Fondo SocIale europeo: polItIche In Favore delle parI opportunItà e concIlIazIone della vIta prIvata e proFeSSIonale

SCHEDA RIASSUNTIVACommissione europea

1

Né la Commissione europea né alcuna persona che agisca a nome della Commissione europea è responsabile

dell’uso che dovesse essere fatto delle informazioni contenute nella presente pubblicazione.

.

Numerose altre informazioni sull’Unione europea sono disponibili su Internet consultando il portale Europa

(http://europa.eu.

© Unione europea, 2010

Riproduzione autorizzata con citazione della fonte.

Stampato in Belgio

STAMPATO SU CARTA BIANCA SENZA CLORO

nota IMportante

L’informazione in questa brochure è estratta da uno studio più estensivo, prodotto da Bernard Brunhes

International (BBI, www.bb-international.eu) all’interno del contratto “Rapporti sugli interventi del FSE in UE”.

Il rapporto “FSE: politiche in favore delle pari opportunità e conciliazione della vita privata e professionale” è

stato scritto da Dominique Danau, Eva Havelkova e Georgios Voudouris ed è disponibile in lingua inglese

all’indirizzo http://ec.europa.eu/esf

Europe Direct è un servizio a vostra

disposizione per aiutarvi a trovare le risposte

ai vostri interrogativi sull’Unione europea.

(*) Alcuni gestori di telefonia mobile non consentono

l’accesso ai numeri 00 800 o non ne accettano la gratuità.

Numero verde unico (*)00 800 6 7 8 9 10 11

1

uguaglianza di genere: un tema di fondamentale importanza per l’unione europea

La parità tra donne e uomini è un diritto fondamentale, un valore comune dell‘Unione Europea e

una condizione necessaria per il conseguimento degli obiettivi europei di crescita, occupazione

e coesione sociale. L‘uguaglianza di genere rappresenta un principio fondamentale dell‘Unione

Europea fin da quando il trattato di Roma introdusse il principio di parità di retribuzione tra uomini

e donne nel 1957. Le varie direttive sull‘uguaglianza di genere adottate dall‘Unione fin dagli anni

‘70 hanno garantito ad esempio il trattamento equo in relazione all‘accesso al lavoro, alla parità di

retribuzione, alla previdenza sociale e ai diritti garantiti per il congedo parentale.

L‘Unione Europea ha avuto un ruolo fondamentale nella promozione e nell‘implementazione

dell‘integrazione di genere, pretendendo l‘integrazione della dimensione di genere in tutti gli

ambiti di intervento e a ogni livello attraverso l’utilizzo simultaneo di diversi strumenti. Il piano

d’azione dell‘Unione Europea per la parità tra donne e uomini stabilisce le priorità per il periodo

2006 - 2010. Tale programmazione combina iniziative specifiche con l’inserimento del tema

della parità tra donne e uomini in tutte le politiche e le attività dell‘Unione Europea. Nel 2010 la

Commissione Europea rinnoverà il proprio impegno a favore della promozione dell‘uguaglianza

di genere, adottando una strategia in materia di parità tra i generi volta a rafforzare l’attuale piano

d’azione per la parità tra donne e uomini.

Nonostante i progressi significativi registrati negli ultimi decenni, le disuguaglianze esistono

ancora. In base ai dati di EUROSTAT per il 2008 la strada da percorrere è ancora lunga. Il divario di

retribuzione tra i generi evidenzia che le donne guadagnano in media il 18% in meno rispetto agli

uomini per lo stesso lavoro o per una mansione di valore equivalente. Ciò può essere imputato a

numerose cause, spesso correlate tra loro: la sottovalutazione del lavoro femminile, la segregazione

professionale, le tradizioni, gli stereotipi e le difficoltà a conciliare vita privata e professionale. Nei

settori con livelli di retribuzione più bassi, ad esempio sanità e istruzione, la presenza delle donne

risulta doppia rispetto a quella degli uomini e solo un’esigua percentuale di donne, pari all’11%, fa

parte degli organismi con il maggiore potere decisionale delle principali aziende dell‘Europa a 27.

La percentuale di donne che lavora part-time nell‘Unione Europea è pari inoltre al 31% rispetto

all‘8% di uomini e il tasso di occupazione delle donne con figli nell‘Europa a 27 nel corso del 2008

è pari al 67%, mentre sale al 91% per gli uomini che hanno figli.

2 3

Il Fondo Sociale europeo in sintesi

Il Fondo Sociale Europeo si dedica alla promozione dell’occupazione nell’Unione europea. Il Fondo

supporta gli Stati Membri nel fornire alla forza lavoro e alle imprese europee gli strumenti adatti ad

affrontare nuove sfide di portata globale. Esso contribuisce a finanziare gli interventi sostenuti da

fondi pubblici e privati nazionali. La strategia e il budget del FSE vengono negoziati e approvati tra

Stati Membri dell’UE rappresentati nel Consiglio dell’Unione Europea, Parlamento e Commissione

europea. Su tali basi, i Programmi Operativi (OP) settennali sono pianificati dagli Stati Membri e

approvati dalla Commissione Europea.

Programmi operativi 2000-2006: spesa complessiva richiesta (espressa in milioni di Euro) per Stato

Membro aggiornata al 2 Settembre 2008

Gli interventi e le spese presentate non tengono conto dell’Iniziativa comunitaria EQUAL, anch’essa

finanziata dal FSE nel periodo 2000 – 2006.

Stato Membro Spesa Stato Membro Spesa

Austria 1.326 Lussemburgo 47

Belgio 2.416 Malta 9

Cipro 22 Paesi Bassi 2.458

Danimarca 779 Polonia 1.776

Estonia 71 Portogallo 7.145

Finlandia 2.365 Regno Unito 13.285

Francia 12.204 Repubblica Ceca 297

Germania 20.930 Slovacchia 241

Grecia 4.783 Slovenia 60

Irlanda 1.778 Spagna 17.388

Italia 12.909 Svezia 2.661

Lettonia 115 Ungheria 288

Lituania 166

2 3

FSe: fatti e cifre

La maggior parte delle informazioni contenute nel presente opuscolo fa riferimento al periodo

2000-2006. Nel 2000 il FSE era aperto agli allora 15 Stati Membri dell’UE. Nel 2004 sono stati avviati

dei programmi aggiuntivi per andare incontro alle priorità dei dieci nuovi Stati Membri. Vengono

riportati di seguito alcuni dati che illustrano la portata degli interventi del FSE:

2000 - 2006

Per gli oltre 200 Programmi operativi sono stati spesi complessivamente 105 miliardi di Euro (fino ®a settembre 2008): la metà circa dei contributi (54 miliardi di Euro) è stata erogata dal FSE, mentre il settore pubblico e privato degli Stati Membri ha investito i restanti 51 miliardi di Euro.

Le attività del FSE hanno coinvolto oltre 75 milioni di cittadini, pari a circa il 24% della popolazione ®complessiva dell’Unione europea tra i 16 e i 64 anni.

Il FSE è impegnato nella promozione delle pari opportunità. Nel complesso, l’impegno del FSE è ®risultato equilibrato, coinvolgendo il 52% di donne e il 48% di uomini.

Il FSE aiuta i giovani a trovare un lavoro adeguato: il 37% dei partecipanti ai programmi si colloca ®nella fascia di età compresa tra i 16 e i 25 anni.

Le iniziative volte a mantenere i cittadini nel mondo del lavoro sono fondamentali per il FSE, in ®particolare per quanto riguarda i lavoratori più anziani: il 7% dei partecipanti alle attività del FSE aveva, infatti, più di 55 anni.

In totale, il 54% dei partecipanti è risultato disoccupato, il 38% aveva un posto di lavoro e l’8% ®è risultato inattivo, ovvero non disponibile immediatamente a entrare e restare nel mondo del lavoro.

Le valutazioni ed i monitoraggi rivelano che approssimativamente la metà dei partecipanti ha ®trovato un impiego nei dodici mesi successivi al completamento dell’attività. Il tasso d’inserzione di questi ultimi varia dal 40 all’80%.

dal 2007 in poi.

dati disponibili sul 75% dei programmi attuali hanno dimostrato che nel 2007 e nel 2008 almeno 6 ®milioni di cittadini hanno beneficiato degli interventi di sostegno del FSE.

Il 13% dei partecipanti apparteneva a gruppi di soggetti vulnerabili quali migranti, minoranze, ®soggetti diversamente abili, Rom, ecc.

4 5

definizione dei limiti degli interventi del FSe a favore dell’uguaglianza di genere

Lo studio alla base del presente opuscolo guarda all’uguaglianza di genere da una duplice prospettiva,

ovvero da una parte l’integrazione di genere come strategia per ottenere l’uguaglianza di genere e

dall’altra gli interventi specifici destinati alle donne per conseguire il medesimo obiettivo. In entrambi

gli approcci la conciliazione tra vita privata e professionale rappresenta un percorso importante da

intraprendere. Questa condizione è fondamentale per aumentare il tasso di occupazione delle donne e

rappresenta un elemento fondamentale per lo sviluppo della società Un’ulteriore priorità è rappresentata

dalle misure volte al miglioramento dell’accesso all’impiego e all’aumento della partecipazione sostenibile

delle donne nel mondo del lavoro, al fine di ridurre la segregazione di genere.

Lo studio alla base del presente opuscolo considera l’uguaglianza di genere sia un obiettivo programmatico

generale sia una condizione realizzabile in funzione dei buoni risultati del FSE. Per comprendere

le modalità con cui il FSE ha sostenuto la parità, gli interventi sono stati analizzati da due prospettive:

l’integrazione di genere e le misure specifiche destinate alle donne in altri contesti o ambiti. Ciò che i

due approcci hanno in comune è l’attenzione verso la conciliazione tra vita privata e professionale, che

rappresenta la condizione preliminare per l’aumento del tasso di occupazione delle donne e un elemento

fondamentale per lo sviluppo della società.

Interventi e investimenti del FSe a favore dell’uguaglianza di genere

Sebbene il miglioramento dell’accesso e della partecipazione attiva delle donne nel mercato del

lavoro fosse uno dei cinque ambiti di intervento principali del FSE nel periodo 2000 - 2006 e dal

momento che le pari opportunità per uomini e donne rappresentavano una priorità orizzontale

per tutte le azioni realizzate dal FSE nello stesso periodo di programmazione, tutti i programmi co-

finanziati comprendono in una certa misura azioni o indicatori relativi all’uguaglianza di genere. Il

loro livello di definizione e descrizione è collegato anche allo stato degli affari nazionali e regionali in

merito all’uguaglianza e all’integrazione di genere.

Tra il 2000 e il 2006 sono stati investiti in totale 9,3 miliardi di Euro in misure volte a promuovere

l’uguaglianza di genere, tra cui gli interventi relativi alla conciliazione tra vita privata e professionale.

In media il FSE ha contribuito al 48% della spesa totale a favore dell’uguaglianza di genere nei 25

Stati Membri.

4 5

Quasi il 25% del contributo complessivo del FSE alle misure di genere è stato richiesto dalla Germania;

tale quota rappresenta l’11% della spesa del FSE in questo Stato Membro. La spesa del FSE a favore

delle attività di genere rispetto alla spesa complessiva del FSE per tutte le misure nel periodo 2000 -

2006 risulta maggiore a Malta (71%) e in Belgio (61%).

Per il periodo 2007 - 2013 sono stati stanziati 2,4 miliardi di Euro, ovvero il 3% del budget

complessivo del FSE, a favore del tema prioritario del miglioramento dell’accesso all’impiego e

dell’aumento della partecipazione e del progresso sostenibile delle donne nel mercato del lavoro,

al fine di ridurre la segregazione di genere all’interno del mercato del lavoro e conciliare vita privata

e professionale. Analogamente a quanto avvenuto nel periodo precedente, tuttavia, gli interventi

relativi all’uguaglianza di genere non sono stati finanziati esclusivamente nell’ambito del tema

prioritario corrispondente ma anche in quello di altri temi prioritari pertinenti, quali ad esempio

la lotta alla discriminazione nell’accesso e nella crescita nel mercato del lavoro e la promozione

dell’accettazione della diversità sul luogo di lavoro o la riduzione della segregazione di genere dei

soggetti nell’istruzione e nella formazione; di conseguenza la percentuale del 3% indicata potrebbe

essere sottostimata. Nell’attuale periodo di programmazione, inoltre, l’integrazione di genere viene

implementata in misura maggiore in base alla definizione della nozione, ovvero l’integrazione

dell’uguaglianza di genere in tutte le azioni e le priorità programmatiche, fattore che non sempre

facilita l’identificazione degli interventi relativi all’uguaglianza di genere e i budget corrispondenti.

Nell’ambito degli interventi del FSE sull’uguaglianza di genere si possono rilevare alcune

sovrapposizioni; gli interventi infatti possono essere destinati contemporaneamente alle donne e

alla conciliazione tra vita privata e professionale. L’integrazione di genere inoltre non è concepita

con un’unica strategia ma viene attuata anche a livello di misure, ad esempio definendo e valutando

metodologie e strumenti a sostegno di azioni a favore dell’uguaglianza di genere (Italia).

RIPARTIZIONE DELLE SPESE COMPLESSIVE PER LE MISURE DI GENERE TRA FSE, ENTI PUBBLICI NAZIONALI E FONTI DI FINANZIAMENTO PRIVATE (2000 - 2006)

25%7%

45%

48%

FSEEnti pubblici nazionaliSett. privato

Fonte: dati raccolti da BBI in base alla situazione del Database dei fondi strutturali della Commissione Europea (SFC) al 02 settembre 2008.

6 7

Tra il 2000 e il 2006 sono stati investiti complessivamente 9,3 miliardi di Euro in misure ®di promozione dell’uguaglianza di genere, di cui 4,5 miliardi di Euro finanziati dal FSE (quota che corrisponde all’8% del contributo complessivo del FSE all’insieme delle misure attuate in tutti gli Stati Membri).

Nel periodo 2000 - 2006 ventidue Stati Membri hanno rivendicato una spesa per ®le misure a favore dell’uguaglianza di genere. Gli Stati Membri che non hanno registrato spese per misure di genere hanno affrontato l’uguaglianza di genere nell’ambito dei Programmi Operativi, come ad esempio la Danimarca.

Il 75% della spesa del FSE è stato utilizzato per misure destinate alle donne, il 26% è ®stato destinato a misure di conciliazione e il 20% a interventi a favore dell’integrazione di genere (il totale delle percentuali indicate non corrisponde al 100% a causa delle sovrapposizioni tra le varie misure.)

4,6 milioni di cittadini hanno beneficiato degli interventi del FSE a favore ®dell’uguaglianza di genere. Il 74% dei partecipanti alle attività erano donne, sebbene la distribuzione per genere variasse in modo significativo nei vari Stati Membri.

La maggior parte dei partecipanti (52%) è in possesso di un titolo di istruzione primaria; ®il 32% non supera i 25 anni mentre il 18% supera i 50 anni.

Oltre 111.000 organizzazioni hanno beneficiato degli interventi del FSE a favore ®dell’uguaglianza di genere.

Per il periodo 2007 - 2013 sono stati stanziati 2,4 miliardi di Euro, ovvero il 3% del budget ®complessivo del FSE, a favore del tema prioritario del miglioramento dell’accesso all’impiego e dell’aumento della partecipazione e del progresso sostenibile delle donne nel mercato del lavoro, al fine di ridurre la segregazione di genere all’interno del mercato del lavoro e conciliare vita privata e professionale.

Venticinque Stati Membri hanno previsto interventi a favore dell’uguaglianza di ®genere per il periodo 2007 - 2013. In Danimarca e Svezia l’uguaglianza di genere è considerata prioritaria nell’intero Programma Operativo ma non le viene destinato un budget specifico.

Nel 2007 e nel 2008 almeno 3 milioni di cittadini hanno partecipato agli interventi ®finanziati dal FSE a favore dell’uguaglianza di genere. Le donne sono la maggioranza (55%), mentre il 41% dei partecipanti è disoccupato e il 30% inattivo.

Il sostegno del FSe a favore dell’uguaglianza di genere in sintesi

6 7

Il sostegno del FSe a favore dell’uguaglianza di genere in sintesi Interventi specifici a favore dell’integrazione di genere

Oltre all’approccio strategico all’integrazione di genere, alcuni Stati Membri hanno

sviluppato misure specifiche in questo ambito. Il Belgio ha sviluppato numerose misure in

relazione all’integrazione di genere. Nelle Fiandre ad esempio è stato realizzato un sistema

di monitoraggio per verificare l’integrazione di genere. Nel periodo 2000 - 2006 tredici Stati

Membri hanno investito 0,9 miliardi dei fondi del FSE in attività volte a favorire l’integrazione di

genere. Nell’attuale periodo di programmazione diciassette Stati Membri hanno in programma

interventi relativi all’integrazione di genere.

azioni a sostegno dell’uguaglianza di genere destinate nello specifico alle donne

Nel periodo di programmazione 2000 - 2006 diciannove Stati Membri hanno sviluppato

interventi destinati nello specifico alle donne utilizzando una quota dei finanziamenti

del FSE pari a 3,4 miliardi di Euro. Gli obiettivi principali degli interventi destinati alle

donne sono: (i) la semplificazione dell’accesso delle donne al mercato del lavoro e/o

(ii) il miglioramento della partecipazione delle donne al mercato del lavoro in qualità di

dipendenti o imprenditrici. Al fine di conseguire questi obiettivi sono state implementate

svariate tipologie di intervento:

misure volte all’integrazione o al reinserimento delle donne nel mercato del lavoro; ®promozione della desegregazione orizzontale e verticale del mercato del lavoro; ®promozione dell’imprenditorialità femminile e/o del rilevamento di un’attività da ®parte delle donne

Nell’ambito di queste misure sono stati sviluppati inoltre interventi destinati alle donne e

all’integrazione, quali attività di informazione e sensibilizzazione sulle tematiche di genere nel mercato del lavoro, sviluppo di strumenti di gestione del personale, definizione di strutture e linee guida per conseguire l’uguaglianza di genere.

Nell’attuale periodo di programmazione ventitré Stati Membri mettono in atto interventi

dedicati nello specifico alle donne che risultano simili alla tipologia e alla natura degli

interventi previsti per il periodo di programmazione precedente.

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Il FSe sostiene la desegregazione orizzontale e verticale del mercato del lavoro

Una delle cause del divario nella retribuzione tra i generi, che di norma ha un impatto significativo e costante sui redditi delle donne, è la segregazione del mercato del lavoro. Nel caso della segregazione orizzontale alcuni settori o professioni sono dominati dagli uomini o dalle donne, mentre nel caso della segregazione verticale spesso le donne non sono in grado di accedere a posizioni dirigenziali. Grazie al FSE sono stati finanziati interventi che hanno consentito agli Stati Membri di affrontare questi problemi. Nella maggior parte dei casi ciò è avvenuto attraverso attività di formazione e affiancamento in cui sono state create ed erogate opportunità di formazione per le donne nelle professioni o nei settori non tradizionali, come ad esempio l’IT e il settore agricolo. Alcuni interventi hanno affrontato la scarsa rappresentanza di genere piuttosto che il tema della mancata rappresentanza femminile in occupazioni specifiche.

Desegregazione orizzontale e verticale del mercato del lavoro in Austria e GermaniaUn esempio di promozione della desegregazione orizzontale si puo trovare in una misura austriaca

(Obiettivo 3) a favore delle donne nel mercato del lavoro. In particolare è stato affrontato nello specifico

il ramo dell’IT, malgrado la crisi del settore che dal 2000 ha causato una riduzione delle opportunità di

impiego. Nonostante ciò nel periodo 2000 - 2004 questa misura ha consentito la formazione di quasi

56.000 donne.

In Turingia, (Obiettivo 1 – Germania) sono stati definiti programmi di formazione volti a promuovere la

desegregazione verticale. Circa 11.400 imprese, oltre 38.000 partecipanti, di cui 32.000 donne, hanno

beneficiato dei finanziamenti del FSE in questo ambito.

Il FSe favorisce l’integrazione e il reinserimento nel mercato del lavoro e l’imprenditorialità femminile

Il FSE offre formazione e sostegno specifici per le donne imprenditrici. Circa quattro milioni di partecipanti

hanno beneficiato delle misure volte all’integrazione e al reinserimento nel mercato del lavoro.

Oltre 800.000 donne hanno partecipato inoltre a misure a favore dell’imprenditoria. Circa la metà dei

partecipanti a tali misure è situata in Spagna e Francia. In Spagna 150.000 partecipanti e 5.500 PMI hanno

beneficiato delle misure che promuovono le attività imprenditoriali femminili. In Francia circa 220.000

donne hanno beneficiato degli interventi relativi allo sviluppo dell’imprenditorialità e del sostegno alla

creazione di attività da e per le donne.

8 9

Sostegno alla conciliazione tra vita privata e professionale

Nel periodo 2000 - 2006 in diciotto Stati Membri sono state implementate misure a sostegno della

conciliazione tra vita privata e professionale per un finanziamento complessivo da parte del FSE pari

a 1,2 miliardi di Euro. Gli interventi attuati favoriscono:

l’erogazione di servizi di assistenza per bambini e soggetti a carico e misure di sostegno a ®favore dei servizi assistenziali diurni;

la sensibilizzazione e l’informazione in materia di conciliazione;. ®

l’incentivazione di forme flessibili di lavoro e impiego. ®

Nell’attuale periodo di programmazione sedici Stati Membri hanno previsto interventi a favore della

conciliazione.

La dimensione di genere negli interventi del FSE nei Paesi BassiQuesto approfondimento analizza l’implementazione di uno schema generale di finanziamenti del FSE

a favore dei progetti che consentono la sperimentazione di nuove combinazioni tra lavoro e assistenza.

La tematica centrale affronta le modalità con cui è possibile organizzare la società al fine di aiutare le

persone a conciliare vita privata e professionale. Sono stati individuati quattro ambiti di lavoro: istruzione,

cura e svago del bambino, pianificazione del traffico, dei trasporti e dello spazio, conciliazione tra vita

privata e professionale e servizi alla persona. Tra il 1999 e il 2003 sono stati finanziati 140 esperimenti

relativi alla conciliazione tra vita privata e professionale. Sono stati coinvolti 70.000 partecipanti e 4.000

organizzazioni e sono stati presentati circa 400 prodotti che spaziano dal materiale per la formazione

ai siti Internet e ai materiali promozionali. L’Ufficio per la pianificazione sociale e culturale dei Paesi

Bassi (Sociaal en Cultureel Planbureau) è stato coinvolto nella valutazione di questi esperimenti e ha

concluso che la maggior parte dei progetti ha conseguito risultati positivi. Nel periodo 2002 - 2007 è

stato implementato un programma di sostegno finanziato dall’Obiettivo 3 del Fondo Sociale Europeo

che prevedeva 177 progetti e nel quale sono stati individuati quattro ambiti di interesse:

orario di lavoro flessibile e gestione del personale in sintonia con il ciclo di vita; ®

iniziative locali relative alla gestione del tempo: maggiore sintonia con gli orari di apertura a livello ®locale;

imprenditorialità ed erogazione di servizi alla persona; ®

percorsi di implementazione: diffusione mirata dei risultati e dei prodotti. ®

Anche in questo caso i risultati della valutazione hanno dimostrato che la maggior parte dei progetti ha conseguito gli obiettivi previsti.

10 11

Il FSe favorisce l’erogazione dei servizi assistenziali

La maggior parte delle misure a favore della conciliazione ha sviluppato attività relative all’erogazione

di servizi assistenziali per bambini e soggetti a carico e volte alla semplificazione del lavoro e/o alla

partecipazione a programmi di istruzione e formazione. Questi interventi hanno fatto il possibile per

individuare servizi assistenziali affidabili, accessibili e di qualità per bambini o altri soggetti a carico nei

grandi centri urbani e nei centri più piccoli.

Erogazione di servizi per l’infanzia in IrlandaIn Irlanda la metà delle misure di genere ha l’obiettivo di migliorare la qualità dei servizi per

l’infanzia in zone svantaggiate, favorendo progetti comunitari volti a finanziare i costi salariali

del personale qualificato per la cura dei bambini. Nell’ambito di queste misure i risultati non si

sono limitati alla partecipazione dei cittadini ma si sono estesi al numero di reti locali per la cura

dell’infanzia create (20 partenariati realizzati nella regione Southern and Eastern (regione sud-

orientale) e 17 nella regione Border, Midland and Western (regione costiera centro-occidentale))

e al numero delle organizzazioni nazionali per l’assistenza non obbligatoria dei bambini finanziate

(7 nella regione Southern and Eastern e 7 nella regione Border, Midland and Western)..

Sensibilizzazione e informazione in merito alla conciliazione tra vita privata e professionale

Grazie al FSE sono state sviluppate attività di sensibilizzazione e di informazione a sostegno

della conciliazione. Queste attività rappresentano nel contempo anche le condizioni necessarie

a sviluppare tale ambito di intervento. In questo settore sono stati sviluppati vari interventi da

parte di diversi Stati Membri. Oltre alle attività di sensibilizzazione sul tema della conciliazione tra

vita privata e professionale, gli interventi hanno previsto la creazione di servizi informativi sulle

tematiche affrontate.

10 11

Il FSe incoraggia l’implementazione di forme flessibili di organizzazione del lavoro

I sistemi di lavoro flessibili rappresentano una delle componenti fondamentali della strategia

dell’Unione Europea a sostegno della conciliazione tra vita privata e professionale. Ciò si riflette

anche negli interventi finanziati dal FSE nel periodo 2000 - 2006 in Lussemburgo e nelle Fiandre.

Nell’attuale periodo di programmazione vengono sviluppati inoltre alcuni interventi volti a

stimolare le forme flessibili di organizzazione del lavoro, ad esempio in Germania, Spagna, Italia,

Repubblica Ceca e a Malta.

Sviluppo delle risorse umane in Slovacchia, interventi a favore dell’uguaglianza di genereUna delle misure mirava a eliminare gli ostacoli alla parità tra uomini e donne nel mercato del

lavoro con un’attenzione specifica alla conciliazione tra vita privata e professionale. Sono stati

attuati diversi interventi, quali ad esempio servizi di informazione nell’ambito dell’assistenza

all’infanzia e ai soggetti a carico dei cittadini occupati, invitando i datori di lavoro a introdurre

forme di lavoro flessibili e orientate alla famiglia e creando nuove opportunità di lavoro per le

donne. Nel complesso sono stati coinvolti 5.500 partecipanti e 1.500 datori di lavoro.

Forme di lavoro flessibili nelle FiandreNel 2000 è stato lanciato nelle Fiandre il progetto V&AMP (Donne e partecipazione al mercato

del lavoro (Vrouwen en Arbeidsmarktparticipatie)) il cui scopo principale era la sperimentazione

di forme di lavoro flessibili nelle aziende di Limburg. Il progetto è stato sviluppato con il sostegno

del FSE come intervento a favore della conciliazione tra vita privata e professionale. Sono state

realizzate varie azioni in diciassette aziende, mentre in altre otto sono state raccolte buone

pratiche.

12

Stato Membro Budget Stato Membro Budget

Austria 1.184 Lussemburgo 50

Belgio 2.320 Malta 132

Bulgaria 1.395 Paesi Bassi 1.705

Cipro 150 Polonia 11.420

Danimarca 510 Portogallo 9.210

Estonia 462 Regno Unito 8.598

Finlandia 1.420 Repubblica Ceca 4.436

Francia 10.275 Romania 4.335

Germania 15.666 Slovacchia 1.764

Grecia 5.726 Slovenia 889

Irlanda 1.360 Spagna 11.426

Italia 15.321 Svezia 1.383

Lettonia 657 Ungheria 4.270

Lituania 1.210

Fondo Sociale europeo 2007-2013: investire nelle persone

Nell’attuale periodo di programmazione 2007-2013, il FSE ha stanziato 76 miliardi di Euro per

contribuire a finanziare 117 Programmi Operativi in tutti i 27 Stati Membri. I fondi pubblici e privati

nazionali prevedono altri 41 miliardi di Euro di finanziamento. Gli interventi sostenuti si concentrano

nei settori seguenti:

(i) adattabilità di lavoratori e imprese;

(ii) accesso all’impiego e inserimento nel mercato del lavoro;

(iii) inclusione sociale dei soggetti svantaggiati;

(iv) riforme dei sistemi di istruzione e formazione;

(v) buona governance, collaborazione e coinvolgimento delle parti sociali.

La tabella mostra come il FSE sostenga attività in tutti i 27 Stati Membri in base a due obiettivi. Le

ulteriori priorità nelle cosiddette regioni di convergenza sono:

(i) apprendimento, ricerca e innovazione permanenti;

(ii) rafforzamento delle capacità delle amministrazioni e dei servizi pubblici.

Programmi Operativi 2007-2013: budget complessivo (espresso in milioni di Euro) per Stato Membro

12

eSF 2007-2013 Investiamo nel vostro futuro

Il livello dei finanziamenti FSE differisce da regione a regione in base alla rispettiva ricchezza relativa. Le regioni dell’Unione europea sono divise in quattro categorie in base al PIL regionale pro capite messo a confronto con la media UE (a 27o 15 Stati membri).

Regioni “Convergenza” con un PIL procapite inferiore al 75% della media UE-27

Regioni in phasing-out con un PIL pro capite maggiore del 75% della media UE-27, ma inferiore al 75%

della media UE-15

Regioni in phasing-in con un PIL pro capite inferiore al 75% della media UE-15 nel periodo 2000-2006, ma

superiore al 75% della media UE-15 nel periodo 2007-2013

Regioni “Competitivitá e occupazione”: tutte le restanti regioniPozizionne a gennaio 2007

© EuroGeographics Association for the administrative boundaries

cosa fa il FSe per teFSe: politiche attive del lavoro e servizi pubblici per l’impiego

FSe: adattabilità delle imprese e formazione continua dei lavoratori

FSe: sviluppo del potenziale umano in materia di ricerca e innovazione

FSe e mobilità della manodopera

FSe: educazione ed apprendimento durante tutto l’arco della vita

FSe: politiche in favore delle pari opportunità e conciliazione della vita privata e professionale

FSe e Rom

FSe: sviluppo sostenibile ed eco-tecnologie

FSe: migranti e minoranze

FSe: aree urbane e lo sviluppo locale dell’occupazione

FSe e lavoratori piú anziani

FSe e salute

FSe ed imprenditorialità

FSe e i giovani

FSe e disabili

FSe e capacità istituzionale

FSe e inclusione sociale

FSe e le parti sociali

FSe e la promozione delle pari opportunità

Il supporto del FSe alla costruzione di partenariati

FSe e cultura

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