il francese jean bodin nacque nel 1530. studiò diritto a tolosa per poi trasferirsi a parigi nel...
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Jean B
odin
Il francese Jean Bodin nacque nel 1530. Studiò diritto a Tolosa per poi trasferirsi a Parigi nel 1561 come avvocato al parlamento. Ebbe una rapida
carriera come giurista, fino a divenire procuratore generale del re. Visse dall’interno la crisi politica francese e il conflitto religioso tra cattolici e
ugonotti. Nel 1576 pubblicò la sua opera più celebre, I sei libri dello Stato. Morì nel 1596.
La sua vita
Nel 1576 la Francia era insanguinata da conflitti di natura politico-religiosa, che facevano seguito alla prima grande
espansione della Riforma protestante. La situazione in Francia era resa particolarmente grave dal fatto che il conflitto stava degenerando in aperta guerra civile. La
riflessione di Bodin si colloca dunque sullo sfondo di una grave crisi in atto, tanto grave che si sarebbe risolta
soltanto nel 1594 con la salita al trono di un re abile e assai energico, Enrico IV.
Enrico IV
I sei libri dello Stato di Bodin
Nell’opera di Bodin il concetto di sovranità ha una posizione centrale. Il suo problema è infatti quello di comprendere
quale fondamento legittimo possa avere il potere sovrano all’interno di uno Stato ben regolato. Era proprio la perdita del ruolo centralizzatore del re una delle
condizioni che aveva permesso l’esplosione della guerra civile in Francia.
Bodin mette a fuoco alcune tesi che saranno al centro della riflessione della
filosofia politica per tutta l’Età moderna.
Lo Stato e il governo giusto
La sovranità non è il semplice esercizio del
potere, perché è indispensabile che esso
abbia un fondamento stabile e indipendente: chiunque
eserciti un potere di cui non è titolare non è sovrano.
POTERE TITOLARE
Potere non titolare
Il sovrano, chiunque egli sia, un uomo o una collettività di uomini, può concedere ad altri esercizio del potere, in
misura più o meno ampia, ma rimane egualmente sovrano: chiunque eserciti tale potere, dipende da lui. E’ il
sovrano a definire le leggi sulla cui base il potere viene esercitato, ed egli è al di sopra della legge.
Il volere del sovrano non è il capriccio di un despota. La concentrazione di potere <<assoluto e perpetuo>> che è nelle sue mani, non soltanto ha limiti precisi ma è intimamente orientata a un fine buono. Queste idee sono del tutto coerenti con la
definizione di Stato che Bodin propone:<<Per Stato si intende il governo giusto che si esercita con
potere sovrano su diverse famiglie e su tutto ciò che esse hanno in comune fra loro>>. Il governo
giusto è dunque l’obiettivo dell’azione politica del sovrano.
Riass
umendo b
revem
ente
La legittimità del potere sovrano
Il sovrano è al di sopra della legge
Il governo giusto
Stato giusto
La natura non è capricciosa, non è il regno del caos,
dell’incertezza. La realtà non è casuale, gli eventi non sono irrazionali. Ma
dietro la natura non c’è la casualità dell’accadere: c’è <<la volontà di Dio volta al bene>>. Il potere sovrano è dato all’uomo da Dio perché l’uomo è libero e in virtù di
questa libertà egli è responsabile delle sue
azioni.
La fondazione dello Stato giusto
Raccord
o
test
uale
Quanto però alle leggi naturali e divine, tutti i principi della terra
vi sono soggetti, né è in loro potere trasgredirle, se non
vogliono rendersi colpevoli di lesa maestà divina, mettendosi in
guerra contro quel Dio alla cui maestà tutti i principi della terra devono sottostare chinando la
testa con assoluto timore e piena riverenza. Insomma, il potere assoluto dei principi e delle
signorie sovrane non si estende in alcun modo alle leggi di Dio e
della natura.
Natura e Dio
Il governo giusto è quindi il governo che applica attivamente
le leggi di Dio alla vita dello Stato. Per questo motivo è decisiva la razionalità nell’operare politico.
Infatti la libertà dell’uomo è connessa con il fatto che l’uomo è creatura razionale: sa identificare i fini buoni, sa definire i valori, sa
riconoscere la giustizia.
La razionalità dell’azione politica
Il potere sovrano è sì perpetuo e assoluto, ma è un potere razionale fondato sulla libertà. Il sovrano sceglie con libertà,
ma la sua scelta è guidata dalla ragione. Come è facile osservare, Bodin è profondamente ottimista su un punto
centrale: sulla capacità della ragione umana di comprendere la verità del mondo, la giustizia e il bene. La ragione è
l’antidoto ai mali del presente. Essa sa attingere alle fonti della giustizia e della verità. La ragione è il necessario
corollario della libertà umana.
LA LIBERTÀ
Quattro te
si su
lla so
vranità
e sul
sovra
no
La sovranità è perpetuaL’organo politico che detiene il potere sovrano non ha
ricevuto questo potere da altri. Se così fosse, il sovrano sarebbe tale solo per delega ed eserciterebbe il potere in nome di un altro: questi, dunque, sarebbe il vero sovrano.
Bodin in particolare esclude che il potere del sovrano derivi dal popolo. Se così fosse, il potere fondamentale di emanare
le leggi sarebbe nelle mani di un’autorità costantemente sottoposta al potere dei cittadini, divisi in fazioni in conflitto tra loro sulla base di interessi e di idee contrastanti. Il potere sovrano risiede nel sovrano stesso perché questa è la logica
delle cose. Se il potere viene contestato, lo Stato cade nell’anarchia. Simbolo dell’anarchia
LA SOVRANITÀ È ASSOLUTA
Il carattere di assolutezza deriva alla sovranità dalla sua
unicità. Non si può, infatti, immaginare un potere
superiore a quello sovrano, né si può ipotizzare una
suddivisione dei poteri. Se la sovranità fosse divisa tra diversi organi politici, essi
finirebbero col combattere tra loro e non si avrebbe più
unità.Luigi XIV, sovrano assoluto
La sovranità è al di sopra di ogni altro potere, quindi non è soggetta neppure alla legge. Poiché la sovranità consiste essenzialmente nel potere di fare le
leggi, le è implicito anche il potere di annullare leggi già emanate. Ancora più nettamente è da escludere che il potere sovrano debba rispettare le
consuetudini, riconoscendo come limite della propria volontà la tradizionale espressione dei modi di vivere di una comunità.
Il sovrano non è soggetto alle leggi e alle consuetudini
Se lo Stato è <<il governo giusto che si esercita con potere sovrano su diverse famiglie e su tutto ciò che esse hanno in comune fra loro>>, allora c’è Stato laddove vi sia proprietà comune fra i
cittadini.
Il diritto di proprietà
In breve:Le quattro tesi sulla sovranità e sul sovrano sono:
1. La sovranità è perpetua
2. La sovranità è assoluta
3. Il sovrano non è soggetto alle leggi e alle consuetudini
4. Il diritto di proprietà
Distinzione tra le forme di Stato e le forme del governoBodin distingue con la massima cura le forme
dello Stato dalle forme di governo. Il principio di questa distinzione è la differenza tra lo Stato come sede della sovranità e il governo come
attività del concreto esercizio della sovranità.
Le forme dello Stato
A seconda di chi sia il detentore della sovranità, lo Stato si differenzia nelle tre forme della monarchia,
dell’aristocrazia e della democrazia. Bodin riprende una distinzione ormai classica, che risale ad Aristotele.
MonarchiaLa monarchia è caratterizzata dal fatto che la sede della sovranità è in un solo uomo, mentre il popolo, è del tutto
escluso da essa.
Aristocrazia
Si ha invece aristocrazia quando la sovranità è detenuta
collettivamente da un gruppo ristretto di cittadini, che
agiscono tutti insieme come un’unità, esprimendo la propria
volontà collettiva nella formazione della legge.
Democrazia
In ultimo, nella democrazia, il potere sovrano è detenuto dal popolo o da una sua ampia parte, considerato come
un tutt’uno, dotato di una sola volontà. E’ invece da escludere, per Bodin, che possano esistere forme miste di Stato, cioè forme in cui la sovranità sia divisa tra diverse
persone od organi.
Non c’è invece alcun impedimento a immaginare che l’esercizio concreto
della sovranità possa essere diviso tra organi diversi. In questo caso è in gioco il governo dello Stato, non la
sovranità, ma il suo esercizio. Quindi una Stato monarchico potrà essere
governato in modo democratico se il sovrano distribuisce le funzioni
pubbliche senza tenere conto della differenza di stato sociale tra
cittadini. Le forme di governo variano col variare delle situazioni storiche e la teoria politica ne registra diverse.
Qual è la forma di migliore di Stato?
Se poi ci si chiede quale forma di Stato sia la migliore in assoluto, le preferenze di Bodin vanno certamente alla monarchia, e in particolare alla più stabile delle forme monarchiche, cioè alla monarchia ereditaria. Bodin
sa bene che la monarchia ereditaria espone lo Stato al capriccio della natura, ritiene tuttavia che, non essendovi forme di Stato prive di difetti, la
monarchia ereditaria ne abbia comunque meno dell’aristocrazia e della democrazia: in esse infatti il potere non è altrettanto stabile. Non si
possono tuttavia dare delle regole generali valide per tutti i popoli, Bodin, ne I sei libri dello Stato, avvia uno studio di tipo storico e geografico per determinare il carattere dei singoli popoli in rapporto alla tradizione e
soprattutto al clima di ciascuna zona. Già gli antichi avevano notato che la variabilità dei climi genera forme culturali e stili di vita e di pensiero diversi.
Bodin studia queste differenze per determinare le forme di governo più adatte ai singoli popoli. La filosofia politica dei secoli successivi darà poi
grande importanza a questa teoria dei climi.
Approfo
ndimento
La ricerca della paceI filosofi politici del Seicento hanno concepito le prerogative del
potere in modi diversi, in alcuni casi ritenendo necessario un suo esercizio assoluto, con l’intento di salvaguardarne l’efficacia; in altri,
invece evidenziando i diritti dei governati. Identica è però la preoccupazione che muore tali riflessioni: la ricerca di una stabilità sociale che assicuri la pace e la possibilità dei sudditi di svolgere in tranquillità le loro attività individuali. Si tratta di un’ esigenza che deriva dalle condizioni dell’Europa del tempo, percorsa da guerre
civili e internazionali di drammatica intensità. Nei brani che seguono, di tematiche e posizioni differenti, l’urgenza di questa
preoccupazione emerge in modo evidente. Prendendo in considerazione il testo di Bodin “La nozione di sovranità”, egli intende definire la “sovranità” e precisarne le caratteristiche,
necessarie per garantire l’ordine sociale e la pacifica convivenza. La “sovranità” deve essere assoluta e non è tenuta a rispettare le leggi
che essa stessa impone. L’unico limite del potere sovrano è costituito dalle leggi divine e naturali, che il sovrano non ha la
possibilità di modificare.