«il nuovo amico» n. 44 del 16 dicembre 2012

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SETTIMANALE D’INFORMAZIONE DIOCESI DI: PESARO • FANO • URBINO FONDATO NEL 1903 16 DICEMBRE 2012 ANNO 109 • N. 44 Spedizione in abb. post. D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27.02.2004 N. 46) Art. 1, Comma 1, DCB Pesaro facebook.com/ilnuovoamico € 1,00 amico il nuovo www.ilnuovoamico.it COPIA OMAGGIO EDITORIALE hotel supplies Via delle Betulle, 6 - 61122 Pesaro Tel. 0721 405274 Fax 0721 259164 www.arpaitalia.it - [email protected] FORNITURE ALBERGHIERE ARREDO BAGNO E CAMERA COMUNICAZIONE E PUBBLICITÁ Seguici su: SSS security systems SISTEMI DI VIDEOSORVEGLIANZA CON CONTROLLO REMOTO VIA INTERNET Via delle Betulle, 6 - 61122 Pesaro Tel. 0721 405274 Fax 0721 259164 www.ipsorveglianza.com - [email protected] Richiedi il tuo preventivo Illustrazione: Mara Cerri Comunicazione: Hotelfantasy.co.uk IFI S.p.A. - Sede e Showroom Strada Selva Grossa 28/30 - Zona Case Bruciate - 61010 Tavullia (PU) - Italy - Tel. +39 0721 20021 - Fax +39 0721 201773 - www.ifi.it - info@ifi.it il tuo talento, il tuo futuro, il tuo primo bar. il bar diventa accessibile. start up è un servizio bar essenziale e basilare, che permette a chiunque di creare il proprio locale. Un’opportunità per i giovani e per chi sceglie di investire su sé stesso e sulla propria voglia di futuro. 5.959 + iva Prezzo al pubblico start up basic da 3 mt. Tale prezzo include, per il mercato italiano, il trasporto e la consegna in loco. Inclusi 3 anni di garanzia Moda Luciana NUOVI ARRIVI PREZZI SPECIALI Pesaro - via delle Betulle n. 4 (zona Torraccia) - Tel. 0721/22611 Dal messaggio di Natale 1976 del vescovo Michetti riportiamo la prima parte straordinariamente lucida ed attuale. Come l’avesse scritta per noi. “L a situazione nuova nella quale dobbiamo oggi accogliere il Signore è la crisi economica. Questa crisi mondiale è in Italia gravissima. E non è soltanto economica. E crisi morale, culturale, sociale, politica, civile. Speriamo che non diventi anche istituzionale. L’Italia non è il Cile. Ma è proprio certo che non potrebbe diventarlo? Noi Cristiani dobbiamo porci di fronte alle crisi con spirito di Fede. Il peggiore di tutti i comportamenti sarebbe quello di fuggire verso gli interessi personali, individuali o corporativi gettandoci all’arrembaggio per difendere la propria sicurezza. Sarebbe anche sciocco, perché la sicurezza personale dipende da quella collettiva e giova sempre di meno la scaltrezza dei furbi. Noi cristiani più di tutti gli altri abbiamo motivo che ci impegniamo nella solidarietà sociale. Il Vangelo è rivelazione dell’amore di Dio che ci lega come fratelli, è legge di carità, è missione di servizio per gli uomini. Ci porremo dunque di fronte ai sacrifici che ci vengono richiesti, con generosità, con serenità, con pazienza. E’ doveroso ed essenziale che i sacrifici siano ripartiti con giustizia e non debbano essere i più poveri a pagare di più. Però ciascuno, come cristiano, dovrà fare la sua parte in modo esemplare. La crisi economica deve essere anche motivo di conversione profonda. Dobbiamo leggerla come segno dei tempi. Le cause della crisi sono moltissime e complicatissime, vicine e lontane. Le strumentalizzazioni politiche sono distorsive e dannose. Di fatto la nostra storia recente va profondamente ripensata. Si impongono battute di arresto, di retromarcia di ricerca di vie nuove Occorre recuperare valori essenziali perduti. Ci dicono che «abbiamo fatto il passo più lungo della gamba!». Ci siamo lasciati travolgere da un modello di sviluppo sbagliato, ci siamo creati falsi bisogni, abbiamo dato la priorità a cose inutili che hanno finito per sembrare indispensabili e ci mancano le cose veramente necessarie. E’ arrivato il tempo di rivedere mentalità abitudini mode correnti. E’ l’ora della responsabilità in cui accanto alla predicazione dei diritti va posta anche quella dei doveri; agli atteggiamenti radicali e libertari vanno sostituiti gli incombenti impegni della solidarietà sociale; sul valore delle cose deve tornare a prevalere il valore «uomo».” Da “Quasi un diario” Edizioni Comunicare 1997 © RIPRODUZIONE RISERVATA Natale e crisi oggi come nel 1976 SPORT E DISCRIMINAZIONE Quello strano albero di Natale a Fenile FANO 16 Lettera di Suor Toccaceli dalle Filippine PESARO 8 La pittura di Mariotti a Montelabbate QUADRANTE 21 Vincitori del concorso di poesie mariane URBINO 18 IN QUESTO NUMERO IL MENSILE DEI DETENUTI DEL CARCERE DI PESARO pagg. 11/14 IL FANESE MANUEL CAMPIONE DI TIRO CON L’ARCO ESCLUSO DALLE GARE PERCHE’ DOWN PAGINA 5 Una freccia contro il pregiudizio P enna libera tutti

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«Il Nuovo Amico» n. 44 del 16 dicembre 2012

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(zona Torraccia) - Tel. 0721/22611

DalmessaggiodiNatale1976delvescovoMichettiriportiamo laprimapartestraordinariamentelucidaedattuale.Come l’avessescrittapernoi.

“La situazione nuova nella quale dobbiamo oggi accogliere il Signore è la crisi economica. Questa crisi mondiale è in Italia gravissima. E non è soltanto economica. E crisi

morale, culturale, sociale, politica, civile. Speriamo che non diventi anche istituzionale.L’Italia non è il Cile. Ma è proprio certo che non potrebbe diventarlo?Noi Cristiani dobbiamo porci di fronte alle crisi con spirito di Fede. Il peggiore di tutti i comportamenti sarebbe quello di fuggire verso gli interessi personali, individuali o corporativi gettandoci all’arrembaggio per difendere la propria sicurezza. Sarebbe anche sciocco, perché la sicurezza personale dipende da quella collettiva e giova sempre di meno la scaltrezza dei furbi. Noi cristiani più di tutti gli altri abbiamo motivo che ci impegniamo nella solidarietà sociale. Il Vangelo è rivelazione dell’amore di Dio che ci lega come fratelli, è legge di carità, è missione di servizio per gli uomini. Ci porremo dunque di fronte ai sacrifici che ci vengono richiesti, con generosità, con serenità, con pazienza. E’ doveroso ed essenziale che i sacrifici siano ripartiti con giustizia e non debbano essere i più poveri a pagare di più. Però ciascuno, come cristiano, dovrà fare la sua parte in modo esemplare. La crisi economica deve essere anche motivo di conversione profonda. Dobbiamo leggerla come segno dei tempi. Le cause della crisi sono moltissime e complicatissime, vicine e lontane. Le strumentalizzazioni politiche sono distorsive e dannose. Di fatto la nostra storia recente va profondamente ripensata. Si impongono battute di arresto, di retromarcia di ricerca di vie nuove Occorre recuperare valori essenziali perduti. Ci dicono che «abbiamo fatto il passo più lungo della gamba!». Ci siamo lasciati travolgere da un modello di sviluppo sbagliato, ci siamo creati falsi bisogni, abbiamo dato la priorità a cose inutili che hanno finito per sembrare indispensabili e ci mancano le cose veramente necessarie. E’ arrivato il tempo di rivedere mentalità abitudini mode correnti. E’ l’ora della responsabilità in cui accanto alla predicazione dei diritti va posta anche quella dei doveri; agli atteggiamenti radicali e libertari vanno sostituiti gli incombenti impegni della solidarietà sociale; sul valore delle cose deve tornare a prevalere il valore «uomo».”

Da “Quasi un diario”Edizioni Comunicare 1997

© RIPRoDUZIonE RISERVATA

Natale e crisioggi come nel 1976

SPort e diSCriMiNaZioNe

Quello strano albero di Natale

a Fenile

FaNo 16

Lettera di Suor Toccaceli dalle Filippine

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La pittura di Mariotti

a Montelabbate

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poesie mariane

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IN QUESTO NUMERO IL MENSILE DEI DETENUTI DEL CARCERE

DI PESAROpagg. 11/14

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una freccia contro il pregiudizio

P enna libera tutti

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Chiesa e Mondo16 dicembre 20122 amicoil nuovo• •

Aut. n. 83/85 Trib. di PesaroIL NUOVO AMICO RISPETTA L’AMBIENTE. STAMPIAMO SOLO SU CARTA RICICLATA.

REDAZIONE CENTRALE:Raffaele Mazzoli – Direttore - Ernesto Preziosi - Direttore ResponsabileRoberto Mazzoli - Caporedatt. CentraleGastone Mosci – Incaricato dei rapporti con la Regione MarcheVia del Seminario, 4 - 61121 PESARO (PU) - Tel. 0721/64052 Fax 0721/69453e-mail: [email protected]

Redazione di Pesaro: Via del Seminario, 4 - 61121 PESARO (PU) Tel. 0721/64052 - Fax 0721/69453e-mail: [email protected] Alvaro Coli – Responsabile diocesano.

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EDITORE: Cooperativa Comunicare - Via del Seminario, 4 - 61121 PESARO (PU). Tel. 0721/64052 - Fax 0721/69453.Amministratore Unico: Marco Farina Presidente Cooperativa Comunicare

STAMPA: Galeati Industrie Grafiche/ImolaGRAFICA: arti grafiche pesaresi srl/pesaroLa testata “Il Nuovo Amico” fruisce dei contributi Statali diretti di cui alla Legge 7 agosto 1990, n. 250.PUBBLICITà Uffici della Redazionecentrale 0721/64052 e Paolo MorsianiL’Impresa Editrice COMUNICARE risulta iscritta al Registro delle imprese di PESARO presso la Camera di commercio al n. 98100

Questo settimanaleè iscritto alla FISCFederazione ItalianaSettimanali Cattolici

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Questo numero è stato chiuso in redazionemercoledì 12 dicembre 2012 alle ore 22 e stampato alle ore 6 di giovedì 13 dicembre

La ParoLa di dio III domenica di Avvento - Anno A “Gioisci, esul-

ta, rallegrati!” (Sofonia 3,14-17). E’ un invito alla gioia. Gioia dell’uomo e anche di Dio: “Gioirà per

te, ti rinnoverà con il suo amore, esulterà per te con grida di gioia”.Motivo di gioia è l’avvento di Dio che, can-cellata ogni condanna, abita ora in mezzo alla città come salvatore: “Re d’Israele è il Signore in mezzo a te, tu non temerai più alcuna sventura”.“Ti rinnoverà con il suo amore”. La salvez-

za sta nel riaffermare l’amore originario di Dio, nel ritrovare l’amore perduto. Ed è un amore che scaccia il timore…Gioia, affabilità in ogni circostanza, pace: sono beni inestimabili. Dio è presente; esaudisce le nostre preghiere (Fil 4,4-7).“Che cosa dobbiamo fare?” (Lc 3,10-18). Nella risposta il Battista non presenta delle richieste esorbitanti, ma raccomanda la via dell’attenzione all’altro, del rispetto di tutti nella giustizia. Il primo verbo di un mondo nuovo: dare, donare. Non c’è amo-re più grande che dare la vita… Chiunque avrà dato solo un bicchiere… C’è più gioia nel dare che nel ricevere.E’ la legge della vita: per star bene l’uomo deve dare. Non maltrattate, non estorce-te, non accumulate. Tre risposte per un programma unico: tessere il mondo della fraternità, costruire una terra da cui salga

giustizia, rifare alleanza tra uomo e uomo.Molte volte andiamo in cerca di gesti ecla-tanti, di azioni di prima pagina, di clamori, no! Innanzitutto il proprio dovere, l’at-taccamento onesto e semplice al proprio stato. Dio si accontenta di poco, Dio vuole il nostro impegno sereno e generoso nel quotidiano, nell’ordinario, nella ferialità. Fare bene, fare tutto, fare con amore, agire con rispetto. Ecco cosa insegnava Giovan-ni il Battista.

Meditiamo- “Gioire nel Signore” è una testimonian-za cristiana necessaria. Posso gioire in quanto vivo unito ad un altro, al Signore. La mia gioia sarà vera solo se nascerà da una esperienza di relazione, di comunione con il Signore Gesù.- La gioia radicata nella speranza della

venuta di Gesù si esprime nella affabilità con gli altri, nella mitezza nei confronti dei miei fratelli.- La mia gioia deve esprimersi anche nelle opere di giustizia, nelle opere di una vita “salvata”.- Che cosa devo fare? Ovvero, a chi devo dare il mio cuore?

Signore nostro Dio, anche noi tuo popolo in attesa, ci domandiamo cosa fare della nostra vita. Donaci di saper accogliere da Lui la forza della debo-lezza, là dove tu ci raggiungi e dove noi possiamo riceverti. Allora le nostre opere traboccheranno dal tuo amore.

Armando Trasarti, Vescovodi Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Rallegratevi. Che cosa dobbiamo fare?

Cinque giorni or sono, parlam-mo di San Siro, primo Vescovo di Pavia e favoloso evangeliz-

zatore di gran parte della valle del Po. Nell’opera imponente di gettare la rete del pescatore d’uomini su quella terra piana e ferace, stesa a perdita d’occhio attorno alle torri e ai campanili di Pavia, egli ebbe come collaboratore San Pompeo.San Pompeo che successe a San Siro quando questi - non si sa bene in quale anno, anzi in quale secolo - riposò nella meritata gloria. Non ci sarebbe perciò da aggiungere mol-to altro su questo Santo, secondo Vescovo dell’elenco dei pastori che la tradizione assegna a Pavia. An-che perché, sul conto di San Pom-

peo, si sa assai poco, per non dire quasi nulla. Bisogna ricorrere alla vita dello stesso San Siro, per sapere che l’episcopato di Pompeo fu breve e pacifico. Nient’altro. A lui succes-se il Vescovo San Giovenzo; mentre San Pompeo sarebbe stato sepolto, con San Siro, in quella chiesa dei Santi Gervasio e Protasio che avreb-be dovuto essere una specie di sfida in muratura dei fedeli di Pavia nei confronti dei fedeli di Milano; dei devoti di San Siro contro i “ tifosi “ di Sant’Ambrogio. Per queste scar-se e precarie notizie, non sarebbe stato necessario dedicare il giorno a San Pompeo - e con questo non sarebbero state diminuite affatto le vere e grandi glorie della città di

Pavia. Se lo abbiam fatto, è perché, bene o male, egli è il più celebre dei pochi Santi che portano il nome di Pompeo. Nome glorioso e famoso, come si sa, per aver designato il grande condottiero e uomo politico dell’antica Roma; compagno prima e avversario poi di Giulio Cesare, il quale, si narra, pianse quando gli fu presentata la testa dei valoroso antagonista, mozzata a tradimento, per ordine del Re egiziano Tolomeo XII, fratello e sposo di Cleopatra.Non c’è dubbio che la diffusione del nome di Pompeo sia dovuta, non alla devozione di un Santo, ma al ricordo dell’antico condottiero romano. i lui si vanta la decisione con la quale liquidò i resti del par-tito di Mario; la risolutezza con la quale ristabilì l’ordine in Spagna; la spietatezza con la quale annientò le ultime bande degli schiavi ribelli di

Spartaco; la fulmineità con la quale liberò l’Adriatico dei pirati; l’abilità con la quale guerreggiò in Asia Mi-nore e nel Ponto, battendo il Re Mi-tridate. Finalmente, l’accanimento con il quale contese a Cesare, nella sfortunata guerra civile, il dominio assoluto, cioè l’imperium, del mon-do romano.Fatti d’arme, imprese distruttive, episodi di sangue. La gloria dei con-dottieri si fonda sempre su questi elementi, che gettano un’ombra cruenta sui loro meriti, per grandi che siano di fronte all’impassibile e quasi disumano giudizio della Sto-ria.Dei Santi, invece, anche quando non si sa quasi nulla, come nel caso di San Pompeo, di una cosa si può essere sicuri: che noi li ricordiamo per aver essi compiuto, certamente e solamente, delle opere di bene.

IL SANTO DELLA SETTIMANA 14 dicembreSan Pompeo di Pavia Vescovo

LUCI, ALBERO, PANETTONE E PRESEPE

Natale un filo da riannodareMa perché Natale è una festa?

È la festa di chi? Perché si fa l’albero, il presepe, si mettono le luci, si mangia il panettone,

che a me non piace, perché ci sono i canditi… perché?”.Una bambina esce con la mamma per le solite feste del - sembrerebbe - solito Natale d’Occidente. Anche stavolta è un bambino, come il modello originario, Gesù, che richiama a qualcosa che sembrava perduto per sempre: il senso autentico delle cose. In una società relativistica, come d’altronde era anche quella romana del primo secolo, parlare di senso autentico delle cose sembra non avere motivo d’essere. Le domande della bambina aiutano paradossalmente la mamma (ma i bambini spesso e volentieri insegnano molte cose) a ritrovare questo senso perduto, passeggiando per le vie della città tra i negozi luccicanti e la fretta delle persone. La bambina che fa domande e la mamma che, cercando le risposte, ritrova il senso, sono le protagoniste di questo strano - per i motivi che diremo - libro di Cristina Arrondini, un’insegnante elementare che da tempo scrive racconti per bambini, “I segni del Natale” (Lindau): strano, perché è fatto di poche pagine, una trentina, e non numerate. È strano per la sua misura, piuttosto extra-large rispetto alle misure correnti dei volumi, ma che ricorda antichi libri dimenticati, è strano per le illustrazioni di Elena Fabi, architetto

che insegna, nella primaria, come la scrittrice, che accompagnano il dialogo. Cominciamo proprio dalle illustrazioni: le forme e le figure sono sfumate, sembrano perdersi dentro la nebbia, che è quella che ottunde ogni cosa nella città, e lascia passare solo luci artificiali, segni della civiltà del benessere e della sazietà. E la sazietà talvolta spinge a interrogarsi e a chiedersi se non sia il caso di tornare ad avere fame. Ma l’attraversamento della città parata a festa avviene, nei disegni, in una dimensione quasi di sogno, in cui bimba e mamma sembrano contemplare qualcosa che non c’è in realtà, ma che dovrebbe essere una distesa di cielo e di acqua, simbolo di purificazione di comunicazione con il Divino. Sia nel testo che nelle immagini prende forma una struggente necessità di trasformazione e di ritorno alle radici. La madre ritrova finalmente il suo desiderio di cercare, e la bimba non trova solo le parole, ma una diversa intimità con la casa, con la famiglia e con la città parata a festa. La città, grazie all’effetto di straniamento della nebbia, torna il luogo dell’incontro, la casa ritorna il luogo della lettura comune, durante la quale si ripercorre la lunga strada che dall’Eden e dalle esegesi medioevali durante la notte di Natale, porta (ma è anche un tornare) al dono d’oggi, perché, dice la mamma, “Gesù è il dono più grande che Dio ci ha fatto! È lui il regalo di Natale: è per dire questo che ci scambiamo i

regali!”. Attraverso questo incastro di letture, il lettore reale che legge di una lunga storia letta a sua volta da una mamma alla figlia, si arriva in poco tempo a ripercorrere e a ritrovare il senso della Storia. È per questo che consiglieremmo anche e soprattutto questo libro - donare un libro è donare un’altra vita, anche se solo narrata - come umile ma significativo dono di Natale: è un dono in apparenza per bambini, ma anche per adulti, perché, come recita in basso il risvolto di copertina, il racconto è diretto ad una fascia d’età che va “dai 6 ai 99 anni” e aiuta a riprendere un filo che sembra spezzato da anni e anni di benessere indotto, che ci ha fatto dimenticare una certa povertà: quella del bambino nella mangiatoia, quella dei pastori, personaggi

su cui è tornato anche il Pontefice (il quale, non a caso, è citato in questo racconto) nel suo libro sull’infanzia di Gesù. Perché gli umili, perché i dimenticati, e perché Betlemme, si chiede Benedetto XVI? Perché, continua il Papa, Gesù, “quest’uomo irrilevante e senza potere si rivela come il veramente Potente, come Colui dal quale, alla fine dipende tutto”. La pietra scartata dai costruttori è diventata testata d’angolo. Bambini, adulti, sapienti e semplici possono (ri)partire da questo apparentemente semplice e umile libro per ritrovare il senso più profondo di una festa che rischia di perderlo nel mero consumo e nella ripetitività.

Marco Testi© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Socio Politico 16 dicembre 2012 3

“Era una decisione, forse, inevitabile”, conviene anche il presidente della Cei, card. Angelo Bagnasco, in un’ampia intervista al “Corriere della Sera” del 10

dicembre, a proposito delle annunciate e irrevocabili dimissioni del presidente del Consiglio, a legge di stabilità acquisita. Quel che s’ha da fare si faccia subito: questo vecchio adagio, al di là ovviamente dei toni, già da campagna elettorale, è in sostanza condiviso da tutti gli attori di questa strana campagna elettorale invernale, avviata per sant’Ambrogio. Da Berlusconi (classe 1936), che ha ripreso in mano quel che resta della sua antica coalizione, a Bersani (classe 1951), fresco di consacrazione alle primarie, a Grillo (classe 1948), che ha tutto l’interesse a capitalizzare in fretta la protesta, prima che si guardi con attenzione il soggetto, fino alla galassia centrista, che così è spinta all’aggregazione e alla decisione, allo stesso presidente del Consiglio, che è proiettato “en réserve de la République”, lasciandosi le mani libere per ogni decisone futura, già nel brevissimo termine. “Sarebbe un errore in futuro non avvalersi di chi ha contribuito in modo rigoroso e competente alla credibilità del nostro Paese in ambito europeo e internazionale evitando di scivolare in situazioni irreparabili”, osserva ancora il presidente della Cei.

Del resto, con saggia preveggenza, il presidente della Repubblica aveva declinato l’invito alla prima della Scala, ben calcolando la data della quasi inevitabile perturbazione politica, originata dalle decisioni di Berlusconi. Saranno, con tutta probabilità, quelle in calendario in piena Quaresima, le ultime elezioni della cosiddetta seconda Repubblica. Il big bang verso un “bipolarismo virtuoso”, che si sarebbe potuto profilare nell’autunno 2011, non si è realizzato. Ci vorrà, con tutta probabilità, un nuovo passaggio, la crisi dei soggetti dovrà andare ancora avanti e fino in fondo. Nello specifico, gli interrogativi sull’offerta elettorale, in particolare a proposito della delicata questione del Senato, e a proposito del rapporto tra centro e centro-sinistra, dovrebbero chiarirsi in tempi relativamente brevi.Dal punto di vista sistemico, comunque sia, in questo periodo elettorale, che culminerà con le presidenziali, campeggiano due impegni. Occorrerà innanzitutto salvaguardare l’essenziale, cioè quanto di buono è stato fatto dal governo e quanto ragionevolmente si può fare per dare delle prospettive, dal punto di vista, tante volte evocato, dell’equità e dello sviluppo. E poi assicurare la

tenuta dei conti e degli assetti e tenere forte e saldo il tessuto sociale e i valori e i principi di riferimento, come sottolinea il presidente della Cei. Come già aveva fatto aprendo il Forum del progetto culturale il cardinale colloca opportunamente la vicenda italiana nel quadro europeo, sottolineando il rinnovato e fecondo interesse dei cattolici per l’impegno politico, ormai alla prova dei fatti.Il Censis, nel Rapporto annuale sulla situazione sociale del Paese, ha coniato una nuova parola, a proposito del tono generale dell’Italia: restanza. Probabilmente non avrà successo. Ma indica lo sforzo anche lessicale per dare un nome a una situazione inedita, in cui le tante energie del Paese si sentono sole, ma non mollano, anzi, accettano la sfida, restano sul campo, non indulgono all’autocommiserazione e al pessimismo. Ma hanno bisogno d’interlocutori. La casa brucia, irresponsabile chi pensa a sé, osserva il card. Bagnasco. Può essere la base da cui partire per la campagna elettorale e guardare al prossimo futuro con serenità. Quella fiducia che gli italiani reclamano e che non si dà con promesse o proteste, con clamore o rancore, ma con tanto, tanto lavoro.

Francesco Bonini© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il compito di tutte le parti dopo le dimissioni di Monti

Eppure non crolliamo. Cosa sta salvando l’Italia dal precipizio nel quale sono cadute ad esempio Grecia e Spagna? Perché - nonostante una

crisi che è molto più pesante di quanto i numeri e le statistiche ammettano - siamo in ginocchio ma non ko?L’economia è un complesso ingranaggio in cui tutte le rotelle devono ruotare nella stessa direzione. Se queste rallentano o, peggio, si fermano, si blocca tutto l’ingranaggio con pessime conseguenze per tutti. Se manca il lavoro, mancano i soldi; se non ci sono questi, si fanno meno acquisti; se le merci non vengono vendute, le fabbriche non hanno ordini da evadere e fanno calare l’occupazione rendendo ancora più perversa la spirale negativa. Eppure, l’Italia - che dentro i confini è nel pieno di quella spirale - sembra in qualche modo tenere, e la disoccupazione tocca livelli alti ma non drammatici come ad esempio in Spagna.A salvarci sono soprattutto quelle centinaia di medie imprese che, se non riescono a vendere a Roma e Milano, s’ingegnano per vendere a Berlino o Tokyo. Vino e prosciutti, macchinari meccanici e piastrelle, vestiti e scarpe, componenti per auto e prodotti biomedicali: la creatività italiana non ha eguali nel mondo, associata a una mentalità imprenditoriale che - in certe zone d’Italia - si assimila con il latte materno. La Brianza e la pedemontana lombarda, il Veneto, l’Emila Romagna e le Marche, certi distretti industriali toscani e la cintura torinese… Il “made in Italy” non è un modo di dire ma una realtà che sta aiutandoci a lavorare e a guadagnare in questo momento nero. E lo fa nelle peggiori condizioni: senza credito bancario (le banche italiane sono senza soldi da impiegare!); senza l’ausilio di servizi pubblici efficienti; senza l’appoggio efficace di uno Stato che accompagni queste imprese alla conquista del mondo; con un

costo del lavoro oberato da una tassazione asfissiante e con un costo dell’energia che è il più alto dell’Occidente. L’elenco delle doglianze non finirebbe qui (vogliamo ricordare, ad esempio, la bassa qualità dell’istruzione universitaria italiana? O una malavita endemica che colonizza intere Regioni?), e questo rende ancora più speciale i meriti di chi “ce la fa”. La crisi sta poi acuendo le intelligenze e le abilità, che qui non mancano da sempre. A ingegnarci, a sviluppare metodi per sbarcare il lunario non siamo secondi a nessuno. E tantissimi - a cominciare dalla cooperazione - stanno sacrificando il conto economico per non sacrificare gli stipendi.Chi si loda s’imbroda? No. È semplicemente voglia di dire che, se solo iniziasse a soffiare un refolo di vento nelle nostre vele, la nave-Italia è capace di muoversi come un galeone nonostante sia solo una scialuppa dell’economia mondiale. Siamo in un momento decisivo, nel quale o ci rialziamo o decliniamo. O sapremo reagire e tornare nella serie A dell’economia mondiale (ci siamo, ma in zona retrocessione); o appunto…Ma no, non dimentichiamo che cent’anni fa eravamo così poveri da inondare di emigrati le Americhe - la città più popolata di italiani

non è Roma, ma San Paolo in Brasile - e mezza Europa. Che settant’anni fa non avevamo un Pil in regressione di due punti percentuali, ma un Paese raso al suolo dalla Sicilia al Po. C’è una generazione, ancora vivente, che è passata dalla fame (leggi: denutrizione) all’attuale benessere, dal Terzo al Primo mondo in pochi decenni.

Abbiamo i muscoli per remare anche se il vento ci penalizza. Non culliamoci sugli allori, ma evitiamo anche di stramazzare sugli stessi. Spetta anzitutto a noi tornare a essere artefici della nostra fortuna. Come tante altre volte nel corso della nostra storia.

Nicola Salvagnin© RIPRODUZIONE RISERVATA

L’ItaLIa neLLa spIraLe deLLa crIsI

tiene la creatività dellapiccola e media impresa

Ordine, riposizionamento, restanza: sono i tre termini che, letti nella prospettiva della sopravvivenza,

possono sintetizzare il recente Rapporto Censis che ci offre una panoramica del nostro Paese. Lo studio ci racconta che l’anno appena trascorso è stato vissuto con sofferenza dalla nostra popolazione, che per la prima volta si è trovata di fronte alla verità della crisi.Gli italiani, ci dice il Censis, hanno vissuto la paura del fallimento. Durante l’anno sono stati messi alle strette, tanto che ora, quando le onde sembrano meno alte, si percepiscono come dei “sopravvissuti”: una sensazione particolare che presenta un misto di felicità per essere ancora in piedi, di stanchezza per la battaglia affrontata e di smarrimento perché bisogna trovare una nuova sistemazione, ma anche di serenità perché si può ancora guardare avanti.

Gli ingredienti, riusciti a impedire il naufragio, sono stati tre.Uno è l’ordine, portato dal governo tecnico, che nello scenario mondiale ha sicuramente riguadagnato un’immagine credibile dell’Italia con i fatti: riforma delle pensioni, introduzione dell’Imu e via scorrendo sono stati sacrifici pesanti, ma alla fine accettati dai cittadini. Da una parte, abbiamo visto un governo che è riuscito a risistemare alcuni, non tutti, settori, dall’altra abbiamo scoperto che nell’estrema difficoltà gli italiani hanno fatto squadra. Sono cambiati anche alcuni atteggiamenti nei confronti dell’illegalità, dell’evasione fiscale, della giustizia.

La restanza è il secondo ingrediente. I cittadini, le famiglie, le imprese hanno reagito alla crisi innanzitutto come hanno sempre fatto: cambiando i loro atteggiamenti e le loro abitudini di consumo, verificando i loro budget. I consumi sono diventati più responsabili: gli italiani diventano competenti, s’informano di più, si aggregano in rete, utilizzano Internet. Inoltre si mettono in circuito le risorse “dormienti”: la casa delle vacanze si affitta, i gioielli di famiglia si vendono. Gli imprenditori cambiano strategie e investono all’estero, cercando nuovi luoghi, perché il consumo interno è fermo.

Al 2012 siamo sopravvissuti, ma non è finita. Questo è il messaggio che si potrebbe trarre dal Rapporto del Censis. Ora occorre mettere insieme gli ingredienti, perché la richiesta di sacrifici da parte delle istituzioni ha tappato una falla, ma non ha portato a una proposta con la conseguente disaffezione dei cittadini. D’altra parte, il riposizionamento e la restanza della società civile sono disorganizzate e non si muovono in maniera organica. Sopravvivere ci porta a essere diversi: ora dovremo capire chi siamo.

Andrea Casavecchia© RIPRODUZIONE RISERVATA

dopo La “sopravvIvenza” deL rapporto censIs

Un supplemento di coraggio e speranza

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16 dicembre 20124 Socio culturale amicoil nuovo• •

attualità dell’editto di Milano 1700 anni dopo

Libertà religiosa cartina tornasole del grado di civiltà

La libertà religiosa è “la più sensibile cartina di tornasole del grado di civiltà delle nostre civiltà plurali”. Ne è convinto il card. Angelo Scola, arcivescovo di Milano (foto) , che nel di-scorso pronunciato in occasione della festa di sant’Ambrogio, patrono della Chiesa ambrosiana e della Città di Milano, ha

ricordato che “la libertà religiosa appare oggi come l’indice di una sfida molto più vasta: quella dell’elaborazione e della pra-tica, a livello locale e universale, di nuove basi antropologiche, sociali e cosmologiche della convivenza propria delle società civili in questo terzo millennio”.

Tra il 2000 e il 2007, ha esordito il card. Scola, sono stati ben 123 i Paesi in cui si è verificata una qualche forma di persecuzione

religiosa, e purtroppo il numero è in continuo aumento. Tra i “nodi da sciogliere, il primo riguarda “il nesso tra libertà religiosa e pace sociale. Lo Stato imponendo dei vincoli, di natura religiosa, non fa che accrescere quei risentimenti e frustrazioni che si manifestano poi, sulla scena pubblica, come conflitti. Il secondo problema, riguarda la connessione tra libertà religiosa e orientamento dello Stato nei confronti delle comunità religiose presenti nella società civile. Fino a qualche decennio fa si faceva riferimento sostanziale ed esplicito a strutture antropologiche generalmente riconosciute. Oggi, invece, si è affermato il modello francese di laicité, che è parso ai più una risposta adeguata a garantire una piena libertà religiosa, specie per i gruppi

minoritari. Nei fatti, la laicité alla francese “ha finito per diventare un modello maldisposto verso il fenomeno religioso.

Presunta neutralità“Oggi - ha ammonito il card. Scola - nelle società civili occidentali, soprattutto europee, le divisioni più profonde sono quelle tra cultura secolarista e fenomeno religioso, e non - come spesso invece erroneamente si pensa - tra credenti di diverse fedi”. Misconoscendo questo dato, “la giusta e necessaria aconfessionalità dello Stato ha finito per dissimulare, sotto l’idea di ‘neutralità’, il sostegno dello Stato ad una visione del mondo che poggia sull’idea secolare e senza Dio”. “Ma questa è una tra le varie visioni culturali che abitano la società plurale”, ha affermato il cardinale, secondo il quale in questo modo lo Stato cosiddetto neutrale, “lungi dall’essere tale fa propria una specifica cultura, quella secolarista, che attraverso

la legislazione diviene cultura dominante e finisce per esercitare un potere negativo nei confronti delle altre identità, soprattutto quelle religiose, presenti nelle società civili tendendo a emarginarle, se non espellendole dall’ambito pubblico”. In altre parole, “sotto una parvenza di neutralità e oggettività delle leggi, si cela e si diffonde - almeno nei fatti - una cultura fortemente connotata da una visione secolarizzata dell’uomo e del mondo, priva di apertura al trascendente. In una società plurale essa è in se stessa legittima ma solo come una tra le altre. Se però lo Stato la fa propria finisce inevitabilmente per limitare la libertà religiosa”.

Aprire spaziCome ovviare a questo “grave stato di cose”? “Ripensando il tema della aconfessionalità dello Stato nel quadro di un rinnovato pensiero della libertà religiosa”, la risposta del card. Scola, secondo il quale “è necessario uno Stato che, senza far propria una specifica visione, non interpreti la sua aconfessionalità come ‘distacco’, come una impossibile neutralizzazione delle mondovisioni che si esprimono nella società civile, ma che apra spazi in cui ciascun soggetto personale e sociale possa portare il proprio contributo all’edificazione del bene comune”.

a cura di M. Michela Nicolais©riproduzione riservata

i cambiamenti demografici nelle nostre città richiedono un’attenta lettura in funzione di una revisione del nostro

sistema di welfare di comunità.La durata della vita che si allunga, la fecondità declina, la mobilità (quindi la lontananza tra parenti) aumenta, nel contempo le famiglie sono più “fragili” sia per il forte aumento delle separazioni sia per la più tardiva formazione delle coppie e quindi dei nuclei famigliari. Questi fenomeni hanno una particolare influenza sull’organizzazione della vita. per quanto riguarda i nostri piccoli centri le reti famigliari e lo scambio del tempo nei rapporti intergenerazionali investono anziani e giovani quotidianamente. soprattutto i bambini “consumano” una grande quantità di tempo parentale come del resto gli anziani non autosufficienti. in una comunità come la nostra caratterizzata da forti legami famigliari, la componente degli anziani è un capitale sociale che crea benessere; tanto che, la recente riforma pensionistica “Fornero” che

ha spostato molto avanti nel tempo l’uscita pensionistica, provocherà nel prossimo decennio non pochi problemi alla tenuta del nostro sistema di welfare familistico.a Fano il sorpasso tra popolazione over 65 e giovani è già avvenuta: alla data del 1 gennaio 2011 la popolazione over 65 era composta di 13.961 unità pari al 21,8% a fronte a una popolazione giovanile 0-21 anni di 12.563 unità. non da trascurare poi che tale cifra comprende la presenza di ben 2093 giovani immigrati stranieri molti dei quali nati nel nostro comune. per completare questo quadro dobbiamo evidenziare che il nostro è un territorio che invecchia più rapidamente rispetto al resto del paese. nella nostra città l’età media è di 45,3 anni contro i 42,8 della media nazionale. L’11,8% della popolazione è over 75. L’indice di dipendenza che misura il peso della popolazione attiva su quella lavorativa, nell’ultimo decennio è arrivato a quota 51,4 a indicare una situazione di squilibrio generazionale. in particolare, è proprio la quota di over 65 aumentare, mentre come abbiamo visto il peso dei giovani rimane di fatto invariato.La componente over 65 che impropriamente chiamiamo anziana, oggi si presenta con delle caratteristiche diverse da quella che l’ha preceduta sopratutto più attenta alla prevenzione del proprio stato di salute. il segreto di invecchiare in salute secondo recenti studi dipende da una componente genetica per il 25-30%, da quella ambientale per il 20% ma il vero segreto per invecchiare

in salute dipende da dove viviamo e come viviamo, quindi lo stile di vita e l’ambiente di vita. Fortunatamente nelle nostre città marchigiane queste componenti sono possedute da un numero rilevante di cittadini visto come ci collochiamo nella graduatoria nazionale per longevità: al primo posto per le donne e al secondo per gli uomini. “Le nuove leve” delle classi d’età che entrano nella categoria degli over 65 hanno caratteristiche diverse da quelle precedenti c’è una capacità di essere attivi nell’associazionismo e nel volontariato, Fano ha un tasso di organizzazioni di volontariato pari al 13% (odv per 10.000 abitanti) contro un 10% della provincia e un 9,5% della regione. una parte sempre più consistente di questa nuova generazione di anziani si aggrega con una forte domanda di cultura e il successo di nuove associazioni che hanno come finalità l’organizzazione di iniziative specifiche di formazione.infine sempre più verifichiamo la capacità di una parte ancora minoritaria ma in continuo e progressivo aumento di over 65 capaci di entrare e gestire le reti dei social network (facebook, twitter); proprio per sostenere questa domanda una progettualità interessante è quella messa in atto dall’università dei saperi “Giulio Grimaldi” di creare corsi di formazione dove i giovani insegnano agli anziani l’uso delle nuove tecnologie telematiche.

* Sociologo - Presidente ACLI Provincia di Pesaro e Urbino

©riproduzione riservata

CReSCe l’eta’ della popolaZione Ma Si inVeCCHia MeGlio

Cambiamenti demografici e solidarietà intergenerazionale di Maurizio Tomassini*

Il Papa su Twitter

“La decisione di Benedetto XVI di entrare in Twitter è coraggiosa, perché

dà visibilità e concretezza al mandato della Chiesa di annunciare il Vangelo”. Lo scrive Maria Antonia Chinello, docente alla Pontificia Facoltà di Scienze dell’educazione “Auxilium” di Roma, riflettendo che “il messaggio finale del Sinodo sulla nuova evangelizzazione invita a sedersi accanto ai ‘pozzi’ di oggi. La Rete, con i suoi ambienti e le sue risorse, è uno di questi pozzi. Un pozzo senza confini, con-fuso, senza centro e autorità. Ma anche lì, tra post e immagini, di link in link si scrive l’inquietudine e l’anelito verso il più, si rischia la solitudine e la chiacchiera, si vive la solidarietà e la democrazia dal basso”. “La presenza del Papa, e con lui di molti cristiani, sacerdoti, religiosi e laici che da tempo sono cittadini presenti e attivi in Rete”, secondo Chinello “è un segno di speranza e di apertura, di “mediazione” in un tempo di crisi educativa, per aiutare e accompagnare a guardare più in là, per cogliere di sorpresa e far pensare, suscitare le domande e cercare le risposte”.

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16 dicembre 2012 5Primo Pianoamicoil nuovo• •

Fano - Torniamo a parlare di Manuel De March. Lo avevamo già fatto la scorsa estate, in occasione dei campionati di nuoto Fisdir (Federazione italiana sport disabilità intellettiva e relazionale). Manuel è un formidabile atleta di soli 17 anni. È un campione speciale “grazie” alla sua sindrome di Down. Sul profilo Facebook scrive “la parte più bella della mia vita è nello sport”. a soli quattro mesi è entrato in piscina e oggi pratica nuoto a livello agonistico con risultati eccellenti. Ma è anche un arciere infallibile, capace di tenere testa ai cosiddetti atleti normodotati. Tuttavia, nonostante le tantissime vittorie collezionate, Manuel si trova oggi ad affrontare un avversario impari: il pregiudizio. I fatti ce li racconta mamma Romina che,

con una grinta esemplare, sta portando avanti questa battaglia in nome del diritto alle pari opportunità di tutti i ragazzi disabili. «Manuel – dice - è la prima persona Down, anzi il primo disabile intellettivo in Italia ed in Europa, ad aver fatto gare con la Federazione Italiana di Tiro con l’arco (Fitarco ndr), fra normodotati». Dopo 7 gare, con ottimi risultati e nessun problema durante lo svolgimento, arriva però una delibera federale con la quale Manuel viene escluso da ogni competizione Fitarco. non basta che nella fase regionale dei giochi studenteschi del 2010 Manuel sia arrivato secondo fra coetanei normodotati. a lui viene interdetta la pratica sportiva con l’arco perchè trisomico. «Dopo alcuni mesi – aggiunge Romina - la stessa Fitarco

ribadisce, sulla propria rivista federale, l’esclusione di tutti i soggetti Down».a questo punto la famiglia De March procede ad una denuncia per discriminazione. Si muove anche la Fish (Federazione italiana per il superamento dell’handicap) che appoggia il ricorso di Manuel. «noi combattiamo per nostro figlio – spiega Romina - ma dietro i nostri sforzi ci sono i diritti di pari opportunità di tanti, perché se passerà Manuel, passeranno anche tutti gli altri e forse è questo che li spaventa». Il percorso però si fa lungo e snervante. Poi, tre mesi fa, succede un fatto incredibile. La Fisdir organizza il primo campionato nazionale di tiro con l’arco. La competizione prevede la partecipazione di soli atleti disabili ma fuori concorso si presentano da tutt’Italia anche normodotati. Un gesto di solidarietà esplicito in attesa che la “giustizia” sportiva si pronunci.

Roberto Mazzoli©riproduzione riservata

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Potenziamento della cultura dell’inclusione scolastica, valorizzazione della funzione del docente per il sostegno, interventi

personalizzati per alunni con bisogni educativi speciali. Sono alcuni dei punti contenuti nella direttiva presentata in questi giorni dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca (Miur) che definisce, dopo trentacinque anni dalla legge che diede avvio al processo d’integrazione nelle classi comuni, un’unica strategia di inclusione condivisa tra scuola, territorio e famiglie. Per riflettere sulle linee guida tracciate dal Miur e fare il punto della situazione, il Sir ha intervistato Salvatore nocera, vicepresidente nazionale della Fish (Federazione italiana superamento handicap) e già presidente del Movimento apostolico ciechi, esperto di politiche di integrazione scolastica.

Quali sono gli elementi più importanti della nuova direttiva?

“L’intesa con il Ministero della salute è certamente importante, come lo è la scelta di valutare gli alunni sulla base degli Icf (classificazione del funzionamento, della disabilità e della salute promossa dall’oms, ndr). In relazione a questo grande lavoro, tuttavia, abbiamo delle perplessità. Le asl, infatti, sostengono di non avere personale sufficiente per far fronte ad un impegno simile: la diagnosi in base all’Icf è decisamente più lunga rispetto a quella strettamente sanitaria. Ho timore che, malgrado l’intesa, i criteri dell’Icf saranno difficilmente attuati. altro grave aspetto, poi, è che in alcune regioni, come ad esempio la Lombardia, solo la prima visita di incontro è a spese dell’asl mentre le successive sono a carico degli utenti. È un fatto molto grave perché genera discriminazione ai danni delle persone con disabilità: gli altri studenti, infatti, non hanno bisogno di questa macchinosa e costosa documentazione”.

Il Ministero ha fatto passi avanti sui Disturbi specifici di apprendimento (Dsa)…

“Il lavoro sui Dsa è davvero positivo. D’altra parte, come risvolto contrario, si deve ancora una volta rilevare l’aumento considerevole del lavoro per le asl. Fino ad ora, infatti, questi disturbi non andavano certificati. Dal momento che sembra siano circa 350.000 gli studenti affetti da Dsa, il lavoro a carico delle asl sarà certamente oneroso. Sarebbe necessario che i due Ministeri, d’intesa con la Conferenza Stato regioni, intervengano. Certamente le parole del presidente Monti riguardo al Sistema sanitario nazionale (Ssn), che potrebbe non essere garantito se non si individuano nuove modalità di finanziamento, gettano inquietudine per tutte le persone con disabilità che hanno bisogno del Ssn oltre che per la propria salute anche per delle prestazioni di carattere socio-assistenziale o sanitario”.

In un recente rapporto, Cittadinanzattiva ha rilevato una situazione deficitaria della scuola italiana: scalini all’ingresso, ascensori assenti o non funzionanti, barriere architettoniche, assenza di bagni accessibili…

“È una fotografia veritiera dello stato dei fatti. In molte scuole, almeno per l’accesso, sono state trovate soluzioni con scivoli mobili o entrate secondarie. Il problema, però, resta per la mobilità all’interno dei locali. Gli studenti con disabilità motoria sono circa il 20% sul totale di quelli con disabilità. non c’è dubbio che si tratta di un problema grave. Il ministero si era impegnato a predisporre un piano di eliminazione delle barriere architettoniche ma ora non ci sono più i fondi. non si può negare che il Miur stia facendo sforzi incredibili per garantire la qualità dell’integrazione. Ma i risultati non sono all’altezza”.

In Italia sono 215.590 gli alunni con disabilità. L’attuale sistema di insegnanti di sostegno è sufficiente per fare fronte alle diverse necessità?

“La media è di un insegnante di sostegno ogni due alunni, che sarebbe accettabile se non fosse per la distribuzione non omogenea sul territorio. È molto più alta al Sud, dove si raggiunge la media di un insegnante ogni alunno e mezzo, e bassa al nord, con un’insegnante ogni due alunni e mezzo, nonostante il numero di certificazioni sia in proporzione superiore che nel Meridione. Quando il rapporto è rispettato, la didattica funziona bene”.

Cosa fanno le famiglie nel caso di inosservanza delle norme?

“Laddove un genitore non si sente soddisfatto, ricorre al Tar. Ci sono due impedimenti principali per la qualità dell’integrazione: il primo è costituito dalle classi sovraffollate, nonostante il Miur abbia emanato una norma che stabilisce il numero massimo di 20 alunni; il secondo è dato da quegli insegnanti curriculari che dovrebbe occuparsi dell’integrazione scolastica con l’aiuto dell’insegnante di sostegno e che, invece, si disinteressano dello studente con disabilità demandando interamente il compito all’insegnante di sostegno. I genitori, quindi, sono costretti a fare causa. Stiamo arrivando all’assurdo

che ormai le ore di sostegno non le assegna più l’Ufficio scolastico ma il Tribunale. Quello che abbiamo chiesto come Fish è un rispetto della normativa sul numero massimo di alunni per classe e l’istituzione

di corsi di formazione obbligatoria, sia iniziale che in servizio, per i docenti curriculari”.

a cura di Riccardo Benotti©riproduzione riservata

In ItalIa per 215.590 alunnI permangono molteplIcI barrIere

Disabili e scuola rischio discriminazione

la battaglIa In nome Delle parI opportunIta’ DeI DISabIlI

Manuel una freccia contro il pregiudizio

Page 6: «Il Nuovo Amico» n. 44 del 16 dicembre 2012

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PREMIO EUROPEO PER LA VITA “MADRE TERESA DI CALCUTTA”

A Chiara Corbella e mamma Ireneè per noi, madri della Quercia

Millenaria onlus, motivo di sano orgoglio spirituale ricevere quest’anno il Pre-

mio Europeo per la Vita “Madre Teresa di Calcutta”. In Campidoglio, a Roma, nella mattinata del 10 di-cembre (anniversario dell’approva-zione dell’Onu della Dichiarazione Universale del Diritti dell’Uomo), la nostra Presidente Nazionale Sabrina Pietrangeli, assieme ad Enrico Pe-trillo, marito di Chiara Corbella e a mamma Irene di Nomadelfia, hanno ricevuto la solenne premiazione dal-le mani del ministro Andrea Riccar-di. L’evento, che è alla sua quinta edi-zione ha premiato in anni precedenti personalità di profondo spessore scientifico e morale quali il geneti-sta Jerome Lejeune e la stessa Madre Teresa di Calcutta. Questa volta, in difesa dei diritti di chi ancora nato non è, si è voluto rivolgere il ricono-

scimento alla straordinaria bellezza dell’eroico coraggio che le mamme sanno dimostrare quando mettono al primo posto la vita di quel figlio che ancora non conoscono in volto,

ma che sanno essere espressione di un misterioso potere della vita. Pro-prio come le mamme della Quercia Millenaria che hanno liberamente scelto di portare avanti il diritto di

nascita di quei figli dichiarati “mala-ti” piuttosto che parcheggiarli come rifiuto di un aborto terapeutico a causa di un concepimento “riuscito male”. Queste espressioni forti non vogliono suonare come un’ accusa verso coloro che fanno scelte diver-se, bensì tentano semplicemente di sottolineare l’autenticità di madri e padri che, pur nella sofferenza di un figlio nascente malformato o addi-rittura terminale, sentono la gioia di vivere fino in fondo la loro vocazio-ne che è quella di essere culla di vita, in qualsiasi condizione essa si pre-senti. Lo sperimentiamo ogni gior-no, nelle nostre famiglie, quanto sia importante e delicato il compito di prendersi cura dei più piccoli, degli anziani, degli ammalati; allo stesso modo, il figlio, pur non ancora nato, chiede protezione, cura e rispetto soprattutto se non sano o addirit-tura morente. Le nostre mamme

hanno scelto di vivere così la loro maternità e i frutti sono stati straor-dinari: nasce dal 2006 un servizio alla vita che la Quercia Millenaria propone a sostegno di tutte queste scelte coraggiose offrendo assisten-za medico-scientifica, psicologica, esperienziale e, quando richiesta, spirituale. Oggi noi siamo davvero orgogliose di questo riconoscimento e penso subito alle “mie mamme” di Pesaro: Gaia, Lucia, Irene, Giovanna e altre ancora … Sicura di cogliere il loro pensiero dedico questo premio ai nostri piccoli in cielo. Grazie! Ci avete insegnato quanto sia speciale il nostro compito di madri e quanto il sacrificio del dare la vita sia sem-pre ricompensato dalla gioia che ne deriva dall’averla saputa difendere!

Laura Lippolis, Coordinatrice Regione Marche de “La Quercia

Millenaria” Onlus© riproduzione riservata

è forse giunto al redde ratio-nem il confronto in corso da mesi tra Istituzioni statali di

Ordine pubblico e Forze di Polizia della provincia di Pesaro e Urbino. Un confronto drammatico registra-to dai Sindacati Siulp, Sap, Cosip, Uil Polizia Federazione di Pesaro con un comunicato stampa del 10 dicembre scorso. Basta con la “ste-rile demagogia”, scrivono: è tempo che “il problema della ‘emergenza criminalità’ e della ‘percepita insi-curezza’ da parte dei cittadini del territorio venga affrontato alla ra-dice”. Potenziamento del Commis-sariato di Fano tramite un aumento del numero di agenti, almeno dieci in più, “adeguato alle richieste del-la sicurezza” è quanto si chiede. Il punto di non ritorno del contrasto tra Forze di Polizia e Istituzioni è stato raggiunto il 6 dicembre quan-do da Questore e Prefetto di Pe-saro è stato posto l’accento su una presunta incapacità della Polizia di affrontare l’allarme sicurezza che da mesi devasta il territorio fanese. “Non ho parole per commentare quanto detto in quella conferenza

stampa –ci dice Marco Lanzi So-stituto Commissario e segretario provinciale del Siulp-, mi sembra che la questione denunci mancan-za di buon senso”. Lo chiarisce il Comunicato quando afferma che “impegno e professionalità delle squadre investigative della Polizia di Pesaro e Fano hanno permesso di arrestare i componenti di una delle principali bande criminali che agiva in questo territorio. Per que-sto riteniamo incomprensibile non solo che Prefetto e Questore lan-cino un allarme criminalità propri quando la Polizia ha raggiunto fon-damentali successi nella lotta alla criminalità, ma che essi imputino la mancanza di sicurezza al fatto che a Fano vi sono pochi poliziotti sulla strada”. Oggetto della protesta

anche le Istituzioni centrali: “Scon-tiamo la disattenzione del Mini-stro. L’anzianità dei nostri agenti è vicina alla media dei cinquant’anni di età, analoga la situazione per i Carabinieri”. Mesi fa il Procura-tore capo del Tribunale di Pesaro, Manfredi Palumbo, ha affermato che organizzazioni criminali quali Mafia siciliana, ‘Ndrangheta, Ca-morra, mafia degli albanesi e quelle romena, nigeriana e sovietica, pre-senti in questa area geografica, non si sono però radicate. Lei afferma il contrario. Dov’è la verità? “La situazione in questa provincia è grave: una serie di eventi criminosi di questi ultimi mesi –spiega Lan-zi- ci dicono che mafie di diversa origine sono radicate anche nel nostro territorio. Ciò perché in un

periodo di crisi economica come questo attuale le aziende hanno bi-sogno di liquidità e questa liquidità la possono assicurare solo le orga-nizzazioni mafiose che investono in attività produttive. Ho lanciato un allarme: non so se ci sono oggi aziende nel pesarese in mano alle mafie ma è evidente che in territo-ri ricchi come il nostro si infiltra la criminalità. Non risulta? Si faccia un monitoraggio”. E, comunque, il contrasto a questo tipo di crimina-lità lo si esercita solo in presenza di strutture e personale adeguati. Lo ribadisce il Comunicato quando ricorda a Prefetto e Questore che la proposta del Prefetto di riorga-nizzare il Commissariato di Fano tramite la chiusura parziale degli uffici Passaporti e Immigrazione, è

irricevibile: “Il personale assegnato a quegli uffici attualmente consta in totale di cinque operatori di Po-lizia, a fronte di un carico di lavoro importante: nel 2011 il Commis-sariato di Fano ha rilasciato 2248 passaporti e 602 licenze per armi; nel 2012, ad oggi, 1879 passaporto e 611 licenze per armi”. Dati signi-ficativi anche all’Ufficio Immigra-zione fanese: “Nel 2011, 3700 per-messi rilasciati, 70 pratiche trattate per la cittadinanza e 40 decreti di espulsione; nel 2012, 3760 permes-si, 60 cittadinanze e 35 espulsioni. Ciononostante, questo personale concorre abitualmente nei servizi esterni di controllo del territorio e di ordine pubblico! Negli ultimi anni, poi, l’organico del Commis-sariato di Fano è diminuito di 10 unità. Prefetto e Questore hanno una grave colpa: giovedì scorso il Ministero dell’Interno ha disposto 2000 trasferimenti di Agenti sul territorio nazionale ma neanche un poliziotto è stato destinato alla no-stra provincia”.

Paolo Maria Rocco© riproduzione riservata

I SINDACATI D POLIZIA PROTESTANO CONTRO LE ISTITUZIONI CENTRALI

Il Siulp chiede di potenziareil Commissariato di Fano

urbino. studiano a urbino dallo scorso mese di settembre e ora pre-sentano al pubblico i loro progetti. sono gli studenti della Facoltà di ar-chitettura dell’università di san anto-nio – texas (utsa). i corsi fanno parte delle attività di internazionalizzazio-ne che si svolgono in città. i progetti dei giovani sono stati esposti nel Foyer del teatro sanzio. i progetti di architettura rappresentano il lavoro finale di un semestre di studi, inizia-to con l’approfondimento e l’analisi dell’architettura classica (usando gli esempi presenti nella città di ur-bino). i progetti realizzati hanno come fonte di ispirazione il lavoro e la filosofia del famoso architetto americano Louis Kahn (1902-1974). Kahn studiò all’università di pennsyl-

vania seguendo un percorso di tipo classico, ma durante la sua carriera sviluppò un personale linguaggio di design: i suoi progetti risentono dell’influenza classica, ma sono sem-pre arricchiti da una conoscenza e dall’introduzione di valori moderni. Gli studenti statunitensi presenti a urbino hanno studiato e progettato edifici, tenendo ben presente l’ap-proccio di Louis Kahn. L’università di san antonio è a urbino dal 2011 con ottimi riscontri. Quest’anno du-rante i corsi è giunto in città anche il prof. John Murphy, rettore della

Facoltà di architettura (College of ar-chitecture) della utsa. i ragazzi sono stati seguiti dalla professoressa Julia diana, che per la Città di san anto-nio è a capo di tutti i progetti legati alla sostenibilità ambientale (office of sustainability). L’ateneo statuni-tense opera grazie a un accordo con l’ersu di urbino. L’amministrazione comunale (assessorato alla Cultura) offre la propria collaborazione per iniziative come quelle che si svolgo-no nel teatro sanzio.

eg© riproduzione riservata

UNA MOSTRA DI PROgETTI AL FOyER DEL TEATRO SANZIO

Studenti di architettura dal Texas ad Urbino

Page 7: «Il Nuovo Amico» n. 44 del 16 dicembre 2012

Regione PRovincia 16 dicembre 2012 7

Poveri lo siamo stati un po’ tutti, specie negli anni del dopoguerra, ma la miseria è

un’altra cosa.Sembrerebbero due stati economici uguali; in fondo in entrambi i casi manca il denaro, ma la differenza è notevole. Negli anni ’50, ’60 in molti eravamo poveri ma quello che ci caratterizzava era la speranza nel futuro, la possibilità, che in molti casi si è poi dimostrata concreta, di cambiare lo status sociale. La miseria invece è assenza di speranza, è vedere che non ci sono possibilità, che la situazione non può cambiare. Mia madre mi diceva: “Tu non sei adatto al lavoro (intendeva il duro lavoro manuale) cerca almeno di prendere un diploma”. Un geometra o un ragioniere avevano un futuro (più o meno agiato ma un futuro). Negli anni successivi alcuni, dopo il diploma, hanno raggranellato anche una laurea e raggiunto dei risultati. Erano gli anni del Boom, del miracolo economico. Oggi invece per i giovani dopo la laurea, la specializzazione ed il master si profila l’incertezza. E questa è la miseria: la mancanza di speranza e la sfiducia nel domani. Ricordo la frase di un’amica psicologa: “La peggior miseria è quella mentale”. Purtroppo molti giovani, con titoli accademici anche elevati, hanno la miseria mentale prima di quella economica, e non sembra che la società faccia molto per aiutarli ed incoraggiarli. Chi ha parlato di bamboccioni ha senz’altro esagerato, ma una punta di vero forse c’è. Noi adulti vogliamo sembrare razionali e concreti, ma iniettiamo sfiducia nei giovani: “Poverino, come farà a trovare un lavoro?” Ed allora nemmeno cercarlo, tanto non si trova. Così stiamo passando dall’agiatezza alla miseria. Ed è colpa nostra.

Alvaro Coli© riproduzione riservata

il peperoncinoL’INCONTRO REGIONALE DI DUE GIORNI A LORETO

Insegnanti di religione per la “sfida del domani”

Miseria e povertà

I docenti di religione cattolica delle Marche si sono ritrovati a Loreto per una due gior-ni di formazione su “L’impegno degli IdR nell’esercizio della professionalità docente”

. I lavori sono stati aperti da S.E.R. mons. Piero Coccia arcivescovo di Pesaro, il quale nel suo intervento ha sottolineato l’importante ruolo del docente, quale operatore culturale che tro-va nella fede l’elemento generativo della cultu-ra. Ha quindi richiamato il prezioso contributo offerto in tal senso dal Convegno del 1993 met-tendo in evidenza come in questi venti anni la società sia cambiata per cui nel convegno del 2013 occorrerà ridefinire la figura, il ruolo ed il compito dei docenti di IRC di fronte alle sfi-de e alle istanze emergenti. Il direttore dell’ufficio IRC regionale e del cor-so, Franco Marini, nel presentare il programma ha rimarcato l’importanza di una formazione continua sia sotto il profilo disciplinare che educativo e per affrontare le sfide formativo, per potersi rapportare in maniera proficua con le nuove generazioni. Il primo argomento è stato presentato dal prof. Andrea Porcarelli, docente presso l’Università di Padova, il quale nella sua relazione ha svilup-pato il tema “L’umano nell’età dell’incertezza. Quale educazione?”. Il suo intervento ha preso le mosse da una citazione di C. Ruini in merito all’educazione “… che sembra ogni giorno più difficile affrontare, un territorio assai cambia-to e quasi sconosciuto. Sono divenuti incerti e problematici i rapporti tra le generazioni, in particolare riguardo alla trasmissione dei mo-delli di comportamento e di vita(….) e quel che

più importante appaiono ridotte e precarie le possibilità di un’autentica formazione del-la persona, che comporti una buona capacità di orientarsi nella vita, di trovarvi significati e motivi di impegno e di fiducia, rapportandosi agli altri in maniera costruttiva e non smarren-dosi davanti alle difficoltà e alle contraddizioni”. Ne è scaturita una riflessione ampia ed artico-lata che ha analizzato il tema in tutte le sue sfaccettature, da diverse angolazioni, soffer-mandosi sulle oggettive difficoltà dell’educare nella società odierna per concludere che solo un patto fra la famiglia e la scuola, un’alleanza fra genitori ed insegnanti può offrire un contri-buto costruttivo alla soluzione del problema.Sulla stessa linea l’intervento del prof. Paolo Boni che ha messo in evidenza il rapporto dei giovani con la società: le giovani generazioni fingono di rispettare il mondo degli adulti, ma non si sentono di rispettarne le regole, essi si creano un’altra dimensione, quella notturna del sabato sera nella quale vi sono regole e com-portamenti diversi. Per questo diventa impor-tante il discorso della formazione continua dei docenti per essere pronti ad affrontare queste problematiche giovanili. Ciò sarà possibile se saremo capaci di offrire loro esempi di coeren-za e credibilità per poter richiedere agli stu-denti la loro serietà e il loro impegno. Il prof. Rodolfo Battistini ha trattato dell’im-portanza dello “Studio dell’arte figurativa e del linguaggio simbolico del territorio” mettendo in evidenza, con dovizia di particolari alcuni aspetti dell’arte delle Marche e la sua impor-tanza nella didattica.

La prof. Susanna Testa nell’affrontare la temati-ca “Lavorare per competenze: dalle dimensioni IRC i criteri per le competenze” ha dimostrato quale importanza rivesta la competenza disci-plinare nella pratica dell’insegnamento, aspetto ripreso in maniera operativa nel laboratorio “Competenze pedagogico-didattiche dell’IdR: motivare all’apprendimento significativo”, du-rante il quale da parte del gruppo di lavoro sono stati approfonditi alcuni degli aspetti più significativi dell’insegnamento della Religione Cattolica.“Le competenze” hanno costituito il filo condut-tore di tutti e quattro i laboratori: dalle compe-tenze biblico/teologiche dell’IdR, affrontate dal gruppo di lavoro con la presenza del prof. Bissoli dell’Università Pontificia Salesiana, con la collaborazione della prof. Fiorenza Pestel-li, a quello delle competenze antropologiche dell’IdR: “La relazione interpersonale e gene-razione educativa” diretto dal prof. Porcarelli, coadiuvato dalla prof. Paola Cardinali, a quello su “Competenze storico-culturali dell’IdR: rito, mito e simbolo nell’esperienza religiosa” con-dotto dalla prof. Licia Zazzarini. Il momento di ricerca/discussione ha eviden-ziato grande serietà ed impegno dei corsisti ed è servito a gettare le basi per un progetto con-creto di lavoro sia a livello diocesano che regio-nale che veda gruppi di studio e di ricerca-azio-ne in formazione continua e la costituzione di una piattaforma regionale sulla sulla quale do-vranno confluire le migliori esperienze e buone pratiche.

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Inomaggio a gennaio 2013

sul primo numero de “il nuovo ami-co” del 2013 in

omaggio il calenda-rio “uniti nel Cuore di Cristo” con argomenti sulla fede e l’amore verso il sacro Cuore di Gesù.

I DATI DELLA GIORNATA NAzIONALE DELLA COLLETTA ALImENTARE

Raccolte 9.622 tonnellate di prodotti

FANO - La XVI edizione della Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, svoltasi sabato 24 no-vembre, in più di 9.000 supermer-cati in tutta Italia, è stata uno spet-tacolo di gratuità che ha cambiato coloro che vi hanno partecipato, come dimostrano i numerosissimi messaggi ricevuti.Sono state raccolte 9.622 tonnel-late di prodotti alimentari, con-fermando sostanzialmente, nono-stante la crisi, il dato dell’edizione 2011 (9.600 tonnellate).In particolare, nella nostra cit-tà e dintorni, in occasione della GNCA del 2012, sono stati raccol-ti 16.943 kg, di cui 14.748 a Fano (in 21 supermercati) e 2.195 nelle zone limitrofe (in 9 supermercati distribuiti tra Marotta, Pontes-sasso, Mondolfo, Montemaggiore, San Costanzo).

Quanto raccolto sarà distribuito alle oltre 8.600 strutture caritati-ve italiane (mense per i poveri, co-munità per mi-nori, banchi di solidarietà, cen-tri d’accoglienza, ecc.), convenzio-nate con la Rete Banco Alimentare, che assistono ogni giorno 1.700.000 poveri.

Il Presidente della Fondazione Banco Alimentare Onlus Andrea Giussani, ringraziando tutti i do-natori e i 130.000 volontari, affer-ma che: “ancora una volta, l’op-portunità di donare tocca le radici della persona e, contro il pessimi-smo, rilancia una piccola o grande responsabilità individuale”Ci teniamo molto a ringraziare, anche a nome di tutti gli assistiti dagli oltre 40 Enti del nostro ter-ritorio che godranno dell’opera del Banco Alimentare (Casa Se-rena, Ass. Papa Giovanni XXIII, l’Oasi dell’accoglienza, il Banco di Solidarietà, Opera Padre Pio - Mensa dei Poveri di San Pater-niano, gruppi Caritas parroc-chiali, A.V.U.L.S.S, etc.), tutti i supermercati che, grazie alla loro disponibilità, hanno permesso di realizzare la giornata della colletta

alimentare nel nostro territorio e tutti i volontari (400 persone) che hanno generosamente prestato la loro opera durante la giornata del-la Colletta.Tra questi ricordiamo gli Scout delle Associazioni F.S.E. ed AGE-SCI, le persone provenienti da varie parrocchie, tutti i membri di associazioni che a vario titolo hanno partecipato.Federico Bassi, responsabile nazio-nale della colletta alimentare, ha dichiarato: “Carissimi amici, sono realmente commosso nel legge-re le tante testimonianze che mi stanno arrivando dopo la Colletta di quest’anno, perché quest’anno siamo stati spettatori attivi del-l’opera di Dio nella storia, che ha cambiato e sta cambiando il cuore di tantissimi, a partire dal mio. Ci tengo a dirvi, per ringraziarvi di tutto il lavoro fatto anche dentro una situazione sicuramente molto difficile come quella di quest’anno, le due scoperte che io ho fatto:La Colletta è stata per me un’occa-sione formidabile, chiara, limpida per riscoprire che la vita non è mia, per riscoprire che io non mi faccio da solo: tutto mi è dato, re-galato, a partire dalla vita stessa. Per questo motivo quando riuscia-mo anche noi a dare qualcosa gra-tuitamente - che sia il cibo donato o le ore passate a fare il volontario per chi non aveva propri soldi per fare la spesa – ci sentiamo più noi

stessi, riscopriamo di più chi sia-mo e cosa siamo al mondo a fare: riscopriamo la grandezza del no-stro cuore che è fatto, per davvero, per l’infinito come testimoniano tantissimi fatti successi quest’an-no durante la Colletta.Anche tutto il cibo del mondo (e quest’anno è stato uno spettaco-lo riuscire a fare 22 tonnellate in più) non potrà mai saziare quel bisogno, quel desiderio infinito riscoperto sabato: solo Dio pre-sente nella realtà può rispondere

al cuore dell’uomo. Come mi ha scritto Marco, un ragazzino di 14 anni: <<Non si imballa o si smista o si chiede aiuto alle porte di un supermercato a sconosciuti per qualcuno di “più piccolo” da aiu-tare, ma per qualcosa, o meglio Qualcuno, di abissalmente più grande di noi>>”.Chi desidera continuare ad aiuta-re la rete Banco Alimentare può visitare il sito www.bancoalimen-tare.it.

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Page 8: «Il Nuovo Amico» n. 44 del 16 dicembre 2012

16 dicembre 20128 amicoil nuovo• •

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Chiesa siChiesa noCaro Nuovo Amico,

scrivo un breve pensiero su quello che la cresima e il

percorso fatto per essere confer-mato nella fede ha rappresentato per me.Come tanti ragazzi anch’io ho as-sorbito i primi insegnamenti del-la religione cattolica in maniera passiva tanto da allontanarmene distrattamente convincendomi che fosse più importante sentire Dio interiormente piuttosto che viverlo seguendo la messa, confes-sandomi etc.In questo cammino di prepara-zione al sacramento della confer-mazione, che consiste di una serie d’incontri nei quali è possibile oltre all’approfondimento delle conoscenze della fede un confron-to sincero e diretto con i catechisti, Don Mario e con chi come te com-pie lo stesso cammino.Ho avuto l’opportunità di sgreto-lare quella coltre di conoscenze superficiali e pregiudizi che mi avevano distolto dall’ascolto del-la parola di Cristo portandomi a pensare, tanto per citare l’Arcive-scovo, Cristo Sì, Chiesa No….Concludendo e sintetizzando quello che ho compreso e interio-rizzato sono sostanzialmente due cose:1_ Che non si può vivere Dio solo privatamente perché Dio è un dono, è amore e l’amore e va con-diviso;2_ Che la Chiesa Cattolica non è solo una istituzione ma una comunità costituita da tutti i cattolici a cui, per fortuna, non si chiede più il coraggio e il sacri-ficio dei primi cristiani grazie al quale hanno diffuso la religione ma neanche di demandare ogni responsabilità all’ordine episcopa-le come se non avessimo un ruolo e responsabilità su quello che non ci piace nella nostra Chiesa.

Paolo Gambini©riproduzione riservata

Confermazione a 13 giovani adulti

Sabato 8 dicembre 2012 l’Ar-civescovo di Pesaro Mons. Piero Coccia ha conferito il Sacramento della Confer-

mazione a 13 giovani adulti.La Cerimonia è avvenuta in Catte-drale nel corso della Santa Messa delle 18,30 con grande partecipa-zione di amici e parenti dei cre-

simati. I 13 giovani adulti, di età compresa tra i 18 e i 30 anni, han-no ricevuto il Sacramento dopo un percorso di catechesi di oltre tre mesi tenutosi settimanalmente nei locali della Curia.Sono ormai diversi anni che nella nostra Diocesi si tengono questi corsi formativi di catechesi per

adulti, organizzati dall’Ufficio Ca-techistico Diocesano presieduto da Don Mario Florio che coadiuva ed aiuta Mons. Piero Coccia nella preparazione al Sacramento della Confermazione per adulti.I Corsi si tengono due volte al-l’anno, ottobre-dicembre e mar-zo-maggio nei locali della Curia

in Via Rossini, dove i Parroci della Diocesi indirizzano gli adulti inte-ressati al Sacramento della Con-fermazione.Pubblichiamo la foto ricordo di rito dei nuovi Confermati ed au-guriamo a loro un buon cammino nella fede in Cristo.

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Padre Virgili 50° di sacerdozioSabato 8 dicembre Immacolata Concezione B. V. Maria

Padre Giuseppe Virgili ha celebrato il 50mo di Ordina-zione Sacerdotale avvenuta il 22 dicembre 1962 a S. Be-

nedetto del Tronto.In questi “lunghi e veloci” anni il Padre ha servito il Signore in diverse comunità dei Padri Sacramentini con importanti man-sioni. Il ricordo a lui più caro – e lo dice con non celata gioia – è stato il periodo vissuto [come primo parroco sacramenti-no!] al Santuario del Miracolo e di santa Cristina di Bolsena. Da un quinquennio è nella nostra Parrocchia ed anima con vero spirito sacerdotale i vari impegni che gli sono richiesti, e soprattutto, segue con fervorosa cura pastorale gli anziani e gli ammalati della Parrocchia, soprattutto si prende a cuore gli ammalati della casa protetta “Padre Damiani”. Oggi, è suo grande desiderio vedere rinascere nella Parrocchia del Sacro Cuore l’Associazione delle Guardie d’Onore del Santissimo Sacramento. Al caro Padre sono giunti gli auguri più calorosi dei Confratelli e di tutta la Comunità Parrocchiale di Soria e dei numerosi pa-renti giunti appositamente dall’ascolano, nonostante il tempo metereologico non favorevole.

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Lettera deLLa MISSIOnarIa PeSareSe SuOr tOCCaCeLI

Le Filippine «la mia terrasanta»

Carissimi lettori del Nuovo Amico,dopo una breve permanenza

in Italia, per un po’di ristoro fisico e spirituale, il 31 ottobre scorso sono

ripartita per le Filippine, la mia terra santa, cioè il luogo in cui il Signore mi vuole, nel quale mi manifesta il Suo Amore, mi dona le sue grazie e mi invita a fare -della mia vita- un dono gratuito gioioso e generoso, in modo particolare per coloro di cui la società non si prende cura.Tanti sono stati i momenti di gioia, di grazia, di benedizione ma tra tutti, emerge la partecipazione all’udien-za generale del 3 ottobre scorso in piazza San Pietro. A Sua Santità, Benedetto XVI, ho consegnato una pubblicazione per i cento anni del-la diocesi di Lipa in Batangas nel-

la quale da quindici anni la nostra Congregazione cerca di portare avanti una cammino di promozione umana e cristiana, con una sguardo particolare ai numerosi poveri della zona. Tutto ciò, non solo con la co-struzione di una scuola parrocchia-le ultimata da più di sette anni, ma proseguendo quel cammino anche attraverso tante adozioni a distan-za. Al Papa ho anche consegnato un libro che contiene più di seicen-to lettere scritte dal nostro Venera-bile Fondatore Francesco Antonio Marcucci (di cui è in corso la causa di beatificazione), indirizzate alle

suore e ad altre educande. E’ stato veramente commovente l’incontro inaspettato col Santo Padre. Sono stata attratta dal Suo sguardo lumi-noso, limpido e sereno. Ho presente un volto umanamente invecchiato, ma ho percepito il riflesso di un cor-po con una grande leggerezza, che sembra non avvertire il peso delle Sue grandi responsabilità. E’ evi-dente che, in Cristo, trova la luce e la forza per portare avanti la Sua missione perché egli si abbandona e si fida veramente del Signore e vive quella intensa vita di preghiera che Lo rende sereno e leggero.

Desidero ringraziare per l’accoglien-za e l’affetto ricevuto da tutti gli amici e benefattori, dalle parrocchie in cui ho avuto l’opportunità di esse-re accolta. A tutti ricambio di vero cuore questo affetto, soprattutto attraverso il ricordo nella preghiera. Sono certa che continuerete ad aiu-tarmi nell’opera missionaria attra-verso la preghiera ed il vostro buon cuore, affinché sia possibile portare a compimento ciò che il Signore, di volta in volta, ci vorrà suggerire. Un fraterno saluto in Cristo e che la Vergine Maria, nostro modello e Madre, ci aiuti nel fare della nostra vita veramente un dono e ci accom-pagni sempre con la Sua materna protezione.

Suor M.Adele Toccaceli©riproduzione riservata

Ph - Love

Page 9: «Il Nuovo Amico» n. 44 del 16 dicembre 2012

amicoil nuovo• • Pesaro 16 dicembre 2012 9

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Domenica 16 Dicembre 2012ore 18.30

Nell’attesa dell’Emmanuele

Giornata per la Terra Santa

ore 19.00Messa Solennepresieduta dalRev. Padre Roberto MancinelliCommissario di Terra Santaper le Marche

CORO SAN CARLO di Pesaro

direttoreSalvatore Francavilla

Venerdì 14 Dicembre 2012ore 21.00

Camille Saint-SaënsORATORIO DI NATALE op. 12

CORO FILARMONICO ROSSINI

direttoreRoberto Renili

Momenti musicaliper la Liturgia Natalizia

Chiesa MonumentaleSan Giovanni BattistaVia Passeri - Pesaro

Ingresso libero

Direzione artisticaNunzio Randazzo

RECUPERO E VALORIZZAZIONE DI DUE SITI STORICI DELLA CITTÀ

Carcere minorile e Palazzo PerticariDue piani di recupero im-

mobiliare su cui la giunta ha recentemente delibe-rato.

Il primo riguarda l’area dell’ex-carcere minorile, di cui si faranno carico in parti eguali il Comune e la Provincia. Ferma restando la sal-vaguardia del nucleo più antico del Cinquecento, che comprendeva un chiostro dell’antico convento, sa-ranno abbattuti sia la parte di cinta muraria edificata nel Novecento

che i vari muri che hanno fino ad ora “parcellizzato” lo spazio in-terno. Ne risulterà un edificio di 5 piani, con la facciata principale rivolta verso Via Bertozzini. Lo spazio verde interno diventerà aperto al pubblico. La destinazio-ne degli spazi ricavati sarà com-plessa, ed avrà a modello lavori simili realizzati a Roma e Torino. I circa 2500 mq di spazio risultanti verranno suddivisi in aree a desti-nazione commerciale (1500 mq)

e strutture ricettive (1000 mq). Si è programmato di installarvi una libreria multi-servizio sul modello della Libreria Coop Ambasciatori di Bologna. Il secondo piano di recupero in-teresserà una gemma della Pesaro settecentesca, Palazzo Perticari, situato nella via principale della città (FOTO), Corso XI settembre, la cui facciata sarà completamente ripristinata. Il progetto prevede il recupero del seminterrato, desti-

nato a ospitare una sezione gastro-nomica con cantine e un ristoran-te. Il piano terra ospiterà negozi ed una enoteca sul retro. Il primo piano sarà interamente occupa-to da spazi culturali: uno spazio espositivo per collezioni, etc., ser-vizi vari fra cui certamente una o più biblioteche. Il secondo e terzo piano serviranno da residenza per

i proprietari, e conterranno un ap-partamento grande più 3 o 4 più piccoli. Verranno migliorati e va-lorizzati anche il cortile, le logge e la scalinata. “Entro aprile2013 – ha detto il sindaco Ceriscioli - il pro-cedimento di approvazione sarà finito e potremo cominciare”.

Claudio Turco© RIPRODUZIONE RISERVATA

PESARO - Presentato presso la sede della Camera di Commercio, il libro di Gabriele Falciasecca dal titolo “Il porto di Pesaro e la Camera di Commercio di Pesaro e Urbino: Storia ed attualità di un impegno per l’economia locale’’. Nel-la stessa serata è stato consegnato dal presidente provinciale di Assonautica Paolo Morsiani e dal presidente della Camera di Commercio Alberto Drudi, il premio “Amico del mare’’ 2012 allo skip-per Michele Cinquepalmi.Quindi Gabriele Falciasecca ha illustrato il suo libro che “è strutturato in tre capi-toli: il primo, sulla storia della Camera di Commercio dal periodo romano al periodo napoleonico; il secondo sulle infrastrutture e il terzo sul rapporto fra Camera di Commercio e Porto”.Il primo porto pesarese risale all’epoca roveresca di inizio Seicento. Nella metà del Settecento il cardinale Stoppani realizzò il borgo Stoppani, un villaggio nell’area del Porto. Bisognerà aspettare la venuta di papa Pio IX a Pesaro, dove soggiornò per 4 giorni, per riparlare del porto. Infatti in quell’occasione il ponte-fice mise la prima pietra del porto pesa-rese, che venne realizzato dall’ingegnere Cialdi. Nel secolo scorso, il porto subì una distruzione da parte dei tedeschi. Successivamente divenne di prima cate-goria, con le spese a carico dello Stato. Nella prossima primavera saranno ter-minati i lavori del primo stralcio per la realizzazione del nuovo porto.

Paolo Montanari © RIPRODUZIONE RISERVATA

Da Santa Veneranda a Loreto

è ormai una tradizione attestata storicamente quella dell’accensione dei falò, chiamati an-che “focaracci” in diverse zone delle Marche. Nella notte tra il 9 e il 10 di Dicembre, dal lontano 1618, ogni anno nelle campagne mar-

chigiane si perpetua questa manifestazione di fede alla Vergine lauretana: intorno al grande falò preparato per l’occasione con legna offerta dai fedeli, si ricorda la “venuta “ della Santa Casa. Accendere grandi fuochi in questa occasione è il modo, secondo una religiosità popolare, di voler indicare la strada agli angeli nel loro percorso con la casa di Maria verso il colle dei lauri, oggi Loreto. La tradizione é in un certo modo la capacità di vedere uniti passato, pre-sente e futuro, anche se oggi si è portati a rifiutare ciò che ha a che fare con il tradizionale, e quindi a distruggere ciò che l’uomo veramente è. Solo trovando ciò che possiamo avere in comune con il passato che ci viene tramandato, ciascuno diventa capace di generare storia e così di costruire una cultura e un popolo. Importante è quindi mantenere vive le tradizioni, per questo motivo da diversi anni la nostra comunità parrocchiale continua ad accendere falò ricordando la traslazione della casa di Nazateth e a recarsi in pellegrinaggio al Santuario della natività di Maria. Anche quest’anno gli scout del gruppo Agesci Ps 7 hanno preparato il gran-de fuoco e organizzato la liturgia come momento di festa a Maria Vergine e come occasione di fraternità fra tutti. L’accensione dei falò e i pellegrinaggi sono le più alte espressioni della religiosità popolare nei confronti di Madonna di Loreto e della Santa Casa le cui pietre sono state salvate dalla furia mussulmana per opera dei crociati e trasportate nel 1294 sulla collina di Loreto, diventata de quel momento meta di continui pellegrinaggi con tante conversioni e fatti miracolosi.

Don Michele RossiniPH – LOVE

© RIPRODUZIONE RISERVATA

AUTORE GABRIELE FALCIASECCA

Il porto di Pesaro in un libro

Suor Francesca donna dell’annoSuor Francesca Leonardi ha rice-

vuto il premio “popolarità “ della Regione Valle d’Aosta, assegna-

to via internet con voti 19.466 sui 40 mila espressi on line. Ha ricevuto una donazione di 10. 000 euro. Un grazie di cuore a tutti i pesaresi e non che con tanto entusiasmo ed affetto han-no votato per suor Francesca. Sono stati voti di stima, simpatia, amicizia, riconoscenza, ammirazione, gratitudi-ne per tutto il lavoro svolto dalla suora a servizio dei più poveri. Quando si lavora con passione, insieme, tutti propensi verso un’unica meta, si raggiungono risultati d’eccellenza. Se poi nella partecipazione e nella condivisione si cerca di innalzare gli “ ultimi “, si pregusta la gioia del Natale. Grazie ancora a tutti.

Famiglia Leonardi© RIPRODUZIONE RISERVATA

Page 10: «Il Nuovo Amico» n. 44 del 16 dicembre 2012

Pesaro16 dicembre 201210Br

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esi A cura di Vittorio Cassiani

DOMENICA 16 DICEMBRE“SUPER TREK” – “Simone e Si-moncello: le ferratine !” con “La Cordata” (tel. 348.0430358). Ritro-vo presso la Pasticceria “Orchidea” in via Ponchielli n°. 82. Ore 8.00. Quota euro 10.00.NELLA PISCINA DEL PARCO DEL-LA PACE – Saggio finale della Scuola di nuoto. Dalle ore 9.00.CASTELLO DI NATALE – A Grada-ra, fino al 6 gennaio 2013. Idee regalo nei negozi del Borgo. Itine-rari guidati, animazione, apertura della Casa di Babbo Natale.IN PIAZZA DEL POPOLO – Merca-tini di Natale, fino al 24 dicembre, nelle caratteristiche casette di le-gno.“L’ARCHITETTURA A PESARO” – Attraverso il XX secolo: dall’eclet-tismo di Mario Urbani al raziona-lismo di Celio Francioni. Fino al 13 gennaio 2013 nella Fondazio-ne Pescheria. Orario: 10-12.30 e 16.30-20.00. Ingresso libero. Lune-dì chiuso.NELLA GALLERIA DELLA PERGO-LA – In via Diaz, 14. Espone, fino al 31 dicembre, Davide Leoni.NEL CASTELLO DI PAOLO E FRAN-CESCA – A Gradara, itinerari gui-dati a tema. Tutte le domeniche dalle ore 11. Info: 0541/964115.“IL BORGOPRESEPE” – A Fioren-zuola di Focara, fino al 13 gen-naio, esposizione di presepi, co-struiti con materiali originali, per arricchire i luoghi più caratteristi-ci del paese.MAXI TOMBOLA – Presso l’Hotel Flaminio. Tutte le sere dalle ore 21.00. Nei giorni festivi anche di

pomeriggio alle ore 16.00.NELLA BIBLIOTECA SAN GIOVAN-NI – Presentazione del libro di Nino Montanari: “La vita incerta” con la partecipazione dell’autore. Intervengono Giuliana Ceccarel-li, Loredana Ugolini ed Antonella Gattoni. Ore 16.45.“VEGLIANDO OLTRE IL CANCELLO” – Presentazione del libro del gior-nalista Balsamo Giampaolo. Ore 17.00 nella sede dell’Hotel Gala, in viale Trieste n°. 49. Alle ore 19 asta di beneficenza a favore della Lega del Filo d’oro. Info: 0721/67609.VESPRI SOLENNI – Ogni domeni-ca, alle ore 18, nella chiesa di via della Maternità.“AL POZZO DI SICAR” – Destina-tari i giovani che sono alla ricerca di una vita spirituale più intensa. Sede degli incontri: Villa Borro-meo, via Avogadro n°. 40. Info: Margherita Di Giorgio, via Monti n°. 10 (tel. 0721/32392).STAGIONE CONCERTISTICA – Al Teatro Rossini si produce Ramin Baharami. Fuori abbonamento. Ore 18.00.

LUNEDI’ 17 DICEMBRE“POESIA E’ LUCE” – Ultimo giorno di mostra, nella ex chiesa di San Michele, a Fano, per la pittrice pe-sarese Michela Melle Fazi. Orario: 10.00-12-30e 16.00-19.30.NELLA GALLERIA ART 65 – In via Giordano Bruno n°. 65. Prosegue, fino a domenica 23 dicembre, la “personale” di Nathaniel Katz.

MARTEDI’ 18 DICEMBREMUSEI CIVICI E CASA ROSSINI – E’ in vigore, fino al mese di marzo 2013, l’orario invernale: martedì,

mercoledì e giovedì, dalle 10 alle 13. Venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19.NELL’UNILIT – Conversazione di Maria Chiara Mazzi (“Novecen-to in musica: Francia”) e Vittorio Ciarrocchi (“Inizio del Novecento in Italia”). Dalle ore 16.00 nella Sala San Terenzio.NELLA CASA CIRCONDARIALE DI VILLA FASTIGGI – Fino a sabato 22 dicembre, ore 10.Spettacolo della Compagnia “Lo Spacco” e Teatro “Aenigma”: “Un clown nella corte dello zar” a cura dei Teatri della diversità in educa-zione e nel sociale.AL CINEMA LORETO – Viene pro-posta, alle ore 21,15, in attesa del Natale, una rappresentazione scenica dal titolo: “Molte sono le cose mirabili, ma nessuna è più mirabile dell’uomo”.ALL’HOTEL FLAMINIO – Festa de-gli auguri proposta dalla Vis Pesa-ro calcio. Ore 20.00.

MERCOLEDI’ 19 DICMBRE“LATINO QUASI PER GIOCO” – Vit-torio Ciarrocchi conclude il ciclo di lezioni. Museo Oliveriano (via Mazza, 97). Ore 17.00.TOMBOLE DI NATALE – Nella sede della Bocciofila “Concordia”, in via Ugo Foscolo n°. 9. Tutte le sere fino al 24 dicembre, sempre dalle ore 21.00.

GIOVEDI’ 20 DICEMBRERITIRO DEL CLERO – A Villa Bor-romeo, ore 9.00.INIZIATIVE DEL CSC MARIA ROSSI – Incontro con don Gino Rossini in preparazione al Santo Natale. Nella sede di via Toschi Mosca n°.

20. Ore 16.15.“LA SIGNORA DELLE FAVOLE” – Tutti i giovedì fino al 28 marzo 2013. Per i bambini e le bambine dai 3 anni. Nella Libreria “Le fo-glie d’oro”, in via Morselli 49. Ore 17.30. Info: 0721.371774.A GABICCE MARE – Concerto nel clima del Natale.CINEFORUM – Sullo schermo, al “Solaris”, in via Turati: “Daratt” di Mahamat Saleh (2007).

VENERDI’ 21 DICEMBREI MUSEI CIVICI A PALAZZO CIAC-CHI – Dalle ore 15.00 alle 18.00 nella sede di via Cattaneo n°. 34. Dipinti e ceramiche in mostra. In-gresso gratuito su prenotazione: tel. 0721/3831.TOMBOLA PER TUTTI – A cura dl Centro socio culturale Maria Rossi. In via Toschi Mosca n°. 20. Dalle ore 16.00.

Dare la parola agli studen-ti nell’Anno della fede. Creare un’occasione e un luogo in cui i giovani

possano comunicare ed esprimere le loro domande, le obiezioni ed esperienze sulle questioni fonda-mentali del vivere, sull’esistenza di Dio, sull’affidabilità dei valori morali, e - in particolare - sul cri-stianesimo e sulla chiesa. Per riflettere insieme su che cosa conti di più nell’essere uomini.E’ questo il motivo per cui l’Ufficio Scuola della nostra Arcidiocesi, per volontà dell’Arcivescovo Piero Coccia, ha promosso, proprio in occasione dell’Anno della Fede, un Concorso rivolto agli studenti del triennio delle Scuole Secondarie Superiori di tutta la Metropolia (Pesaro, Fano, Urbino), sul tema “A Sua immagine e somiglianza? Le domande della ragione. Le ra-gioni della fede. Un’iniziativa che ha avuto il pa-trocinio dell’Università di Urbino, della Provincia, della Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro e la collaborazione dell’Ufficio Scola-stico RegionaleSono 196 gli studenti iscritti alla prova, che si svolgerà sabato pros-simo 15 dicembre. Una risposta al di là di ogni previsione. Per accoglierli è stato necessario pre-disporre tre sedi distinte, una per ciascuna diocesi: il Liceo Scienti-fico “G. Marconi” di Pesaro, il Li-ceo Scientifico “G. Torelli” di Fano e l’Istituto Tecnico Industriale di Urbino.I giovani saranno chiamati a con-frontarsi con testi di autori cre-denti e non credenti e dovranno

esprimere il loro pensiero me-diante la stesura di un elaborato scritto, un “Saggio breve”, sul mo-dello di quello assegnato all’esame di Stato: una forma “tradizionale” rispetto alle più moderne forme “multimediali”, scelta non per mi-sconoscere la straordinaria im-portanza dei nuovi linguaggi, ma

per ricordare che la parola rimane pur sempre lo strumento privile-giato di cui l’uomo dispone per esprimere la complessità del suo mondo interiore.Il lavoro di preparazione è stato svolto principalmente dagli Inse-gnanti di Religione Cattolica, ma il Concorso non coinvolge sol-

tanto loro. Hanno infatti accetta-to di far parte della Commissione esaminatrice, presieduta dal dott. Franco Marini, quattro dirigenti scolastici e quindici insegnanti sia di Lettere che di Storia e Filosofia, di cui alcuni cattolici e altri che si professano atei. Un dato importante. A significare

che una riflessione comune – tra docenti e studenti, atei e credenti – sulle “domande della ragione” e sulle “ragioni della fede” non è da considerarsi astratta, intellettua-listica o “di parte”. Tali questioni infatti condizionano il modo di essere e di agire di una persona, di un giovane. Hanno inevitabilmen-te un risvolto “pratico”, un’ impli-cazione sul piano morale e sociale. E quindi interessano tutti. La premiazione dei tre studenti vincitori (ai quali verranno con-segnati rispettivamente 700, 500, 300 euro) avverrà all’interno di un Convegno (in data da destinarsi, ma presumibilmente entro mar-zo), aperto a tutti: inizialmente verrà dato spazio alla lettura dei passi più significativi degli elabo-rati selezionati dalla Commissio-ne; successivamente interverrà a “commentarli” un relatore, che imposterà così un dialogo con i giovani, testimoniando loro, col racconto della sua esperienza, la ragionevolezza del cristianesi-mo e la bellezza verificabile di un cammino di fede.

Paola Campanini© RIPRODUZIONE RISERVATA

GLI STUDENTI SI CONFRONTERANNO SU TESTI DI AUTORI CREDENTI E NON

Un concorso nelle scuole sull’Anno della Fede

ORDINE FRANCESCANO SECOLARE

Mercatino per le missioniDa lunedì 3 dicembre a domenica 9 dicembre

2012 nella sede della Banca delle Marche – via Rossini – si è svolta la consueta mostra merca-

to per le missioni dei cappuccini in Africa (Wolaita e Benin) organizzata dall’OFS ed allestita con l’aiuto e il supporto di alcune “amiche delle missioni” che ogni mercoledì dalle 15 alle 18 si incontrano nel laborato-rio per le missioni “S. Elisabetta” nei locali dati dai Padri Cappuccini in via C. Massaia 1, per preparare vari tipi di manufatti con ricami e pregiati merletti . La mostra è stata arricchita anche da una varietà di

presepi di tutto il mondo e di generi alimentari di ot-tima qualità , prodotti da un’azienda agricola consor-ziata con il Segretariato delle Missioni Cappuccine.Nonostante la crisi generale, la gente, sensibile al problema del Terzo Mondo ha risposto con genero-sità, acquistando regali natalizi.Si ringrazia sentitamente tutti, augurando un Natale sereno, col saluto di S. Francesco: Pace e bene a tutti.

Ornella Ministro OFS Pesaro

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Concerto Assonautica Venerdì 21 dicembre alle ore 17.30, l’Assonautica provincia-le di Pesaro e Urbino, presieduta da Paolo Morsiani , pro-muove un concerto vocale strumentale presso l’Accademia internazionale di canto “Del Monaco-Tebaldi” al terzo pia-no di piazzale del Moro.

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Redazione della Casa Circondariale di Villa Fastiggi - Str. di Fontesecco, 88 - 61122 Pesaro (PU) - Numero 3 del 16 dicembre 2012CONTATTI [email protected] - tel 0721/64052 fax 0721/69453

P amicoil nuovo• •

enna libera tutti

Nell’era della comunicazione mediatica, tiene sempre banco una antica, ma sempre attuale, “comunicazione” non-mediatica: quella del Presepe. Anche un gruppetto di detenuti del carcere di Pesaro ha allestito il Presepe per

comunicare a tutti l’evento più straordinario della storia: l’Incarnazione di Dio. Dietro le sbarre ci sono cuori che pulsano. Neppure le sbarre possono impedire il calore della presenza del Dio che entra nei cuori per salvare e redimere, per “scaldare” quei cuori relegati dentro quelle inferriate.Da cappellano (e da francescano!) vorrei immedesimarmi in quella fede e in quell’ardente amore per il Mistero natalizio che spinse San Francesco a “rappresentare” il Natale con la meravigliosa intuizione del Presepe.Riguardo al Natale, tanti detenuti vivono l’“attesa”. Un’attesa non precisata, forse un po’ confusa; c’è attesa che arrivi qualche buona notizia che possa riaccendere speranze concrete. Speranze di riabbracciare qualche famigliare lontano. Speranze di liberazione e speranze di qualcosa di nuovo…Il mio auspicio è che tutta questa attesa possa incontrare la stessa che viveva il popolo ebreo: quella del Messia, il vero Liberatore dei cuori, Colui che ora libera dalle afflizioni provocate dal vizio, dagli errori, dalle fragilità, dagli incidenti di percorso… E’ diventato luogo comune dire che a Natale diventiamo tutti un po’ più buoni (se fosse vero sarebbe già molto!). Giovanni Battista ci chiede di più, ci chiede

di cambiare vita. Lo chiede ai detenuti, lo chiede a tutti noi quando dice, citando Isaia, “preparate la via al Signore, raddrizzate i suoi sentieri”. Mi viene alla mente il pensiero che Benedetto XVI ha rivolto ai detenuti di Rebibbia circa un anno fa: «Cari amici, il Natale del Signore riaccende di speranza e di amore il vostro cuore. La nascita del Signore Gesù ci ricorda la sua missione di portare la salvezza a tutti gli uomini, nessuno escluso. La sua salvezza non si impone, ma ci raggiunge attraverso gli atti di amore, di misericordia e di perdono che noi stessi sappiamo realizzare. Il Bambino di Betlemme sarà felice quando tutti gli uomini torneranno a Dio con cuore rinnovato». Nelle occasioni dei colloqui individuali con i detenuti si parte quasi sempre da bisogni o necessità materiali. Poi si spazia fino a raggiungere il discorso strettamente religioso. Qui debbo dire che trovo sempre un buon interesse e gradimento. Tutti o quasi tutti gli interlocutori sono fieri di dichiararsi credenti, di pregare, di avere fiducia in Dio. Questo solitamente apre le porte ad un dialogo amichevole e costruttivo che non risolve, certo, i molteplici problemi del detenuto, ma può diventare un “appoggio” umano e spirituale, anch’esso necessario.Prego perché tutti, indistintamente tutti, possano cogliere il messaggio vero del Natale: Dio è in mezzo a noi!

Padre Enrico Bonfigli– cappellano Casa Circondariale di Villa Fastiggi

Una festa capace di rinnovare i cuori

Evasionidi Natale

EditorialE

Un regalo sotto l’albero di cartone Caro Babbo Natale,a distanza di 28 anni ti chiederai perché ti scrivo. Vedi, quando avevo 5 anni la fatina dei denti, dopo aver deposto un molare sotto il cuscino, non mi portò il soldino. Poi, a distanza di qualche mese, arrivò il tanto atteso Natale e io fiducioso aspettavo che tu mi portassi la pista per le macchinine. Invece trovai solo 10 mila lire, al che pensai ad una tua svista. Inoltre ero stato un po’ birichino, quindi ti diedi qualche attenuante. Poi però iniziai a comportarmi bene, speranzoso nella Befana, e come di consuetudine appesi la mia calza e… indovina? Solo carbone!Rimasi profondamente deluso e decisi di non scriverti più. Ora però il rancore è passato, quindi per questo Natale vorrei chiederti un piccolo, umile regalino: vorrei tanto trovare sotto l’alberello, che ho faticosamente costruito con cartoni di scarto nella mia umida cella, il permesso del carissimo magistrato per la detenzione domiciliare. È vero che sono al gabbio per un definitivo del 2007, però posso definirmi un detenuto modello quindi ti prometto che verrei fino in Lapponia ad incartare regali per i bimbi, ovviamente in affidamento al lavoro...Grazie e sempre VIVA BABBO NATALE.

Emi

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Dopo che Benedetto XVI ha scritto nel suo ultimo libro che il bue e l’asinello non erano presenti nella

grotta della Natività, in quanto i vangeli non ne parlano, cari lettori è scoppiato il finimondo.Per prima cosa la Fornero ha esodato su-bito i due poveri animali, costringendo tra l’altro l’INPS a rivedere i conti per ca-pire se riusciranno a rimanere dentro la spending review. Gli animalisti, capeggiati dall’On. Brambilla, e l’amico degli animali Edoardo Stoppa han-no subito proclamato uno sciopero davanti a Montecitorio e l’On. Pecorella, sentitosi chiamato in cau-sa, ha subito presentato in parlamento un’interrogazione per salvare il presepe.Il dibattito ha portato in evidenza pa-recchie irregolarità nell’allestimento del presepe, come le mancate certificazioni ISO per gli artigiani e quelle sanitarie per i fornai e i pastori. Addirittura il sapone usato dalle povere lavandaie contiene agenti chimici non conformi alle diretti-ve comunitarie. Ma non è finita qui per-

ché, appena appresa la notizia, la procu-ra nazionale ha aperto un fascicolo sui Re Magi, indagati per traffico illegale di monili, merce contraffatta e maltratta-mento di animali esotici.Monti in una nota si è dichiarato estra-neo al taglio dei due simpatici quadrupe-di precisando che non rientrano nelle de-trazioni rese possibili dalla legge di stabi-lità. A questo punto le domande degli ita-

liani sono molteplici, ovvero: il pescivendolo, il fabbro, il falegname dovranno pagare la tassa per occupazio-ne di suolo pubblico?

E a quanti metri potranno sostare dalla mangiatoia? E’ mai esistito un laghetto con i cigni nei pressi di Betlemme? E la neve, se mai ha nevicato in Palestina nel corso della storia, deve essere naturale o sparata con l’asciugacapelli? La grotta e le capanne che verranno collocate nel tradizionale plastico natalizio andranno ad aumentare il costo dell’IMU? Se sì in che misura?Speriamo che non salti in mente a nes-suno di indire le primarie del presepe

per decidere chi ha diritto a rimanere e chi deve andar-sene a casa. C’è un altro problema e c’era da aspettarselo. Gli artigiani di Na-poli, famosissimi in tutto il mondo per la creazione di statuine, si sono subito lamentati del possibile taglio del bue e l’asinello, chiamando in causa la Camus-so, perché ne hanno i magazzini pieni e avranno una perdita di esercizio.Ma la nota positiva in tutto ciò è che il

Papa in verità ha detto sì che i ruminanti forse non dovrebbero essere dove li pone la tradizione, ma possono restare.Parole sante e rassicuranti, vista l’aria che tira, ci tranquillizzano e ci danno la garanzia che la tradizione non verrà rot-tamata. Tagliateci tutto, ma non il pre-sepe.

Alessandro

Quando ero bambino, aspettavo con an-sia il periodo natalizio, primo perché c’erano le vacanze a scuola e poi per-

ché c’era tutta quella preparazione alle fe-ste che vedeva la città trasformarsi e riem-pirsi di luci. Anche nella mia famiglia c’è sempre stato questo rispetto alle tradizioni. Ricordo che con mio padre andavamo alla

ricerca dell’albero da quei venditori “ambulanti” che magicamente appariva-

no agli angoli delle strade solo in quel periodo e che vendevano di tutto, dall’al-

bero appunto, a t u t t o quello che serviva per adornare e abbellire la casa. Si respirava nell’aria quella magia che oggi pur-troppo, forse per colpa di questa crisi economica, si sta perdendo, ma anche perché i giovani d’oggi, forse se ne fregano delle tradi-zioni che fanno parte della nostra storia. Come dicevo, c’era questa grande attenzione ai particolari: le lampadine intermittenti sui bal-coni delle case, l’albero che doveva essere decorato con un criterio ben preciso, con attenta disposizione dei colori; e poi si preparava il presepe, che era quello che richiedeva maggior attenzione nella disposizione dei vari personaggi. Oggi, se si chiede ad un bambino cosa i Re Magi portassero in dono e a chi, difficilmente si riceve una risposta, proprio perché c’è questa noncuranza nel rispettare le nostre tradizioni. A parer mio bisognerebbe ristabilire quei valori che si stanno perdendo. Ricordo che la preparazione della letteri-na a Babbo Natale si iniziava a scuola e ci si scrivevano tutte le richieste possibili e immaginabili. Oggi, invece, a distanza di anni e lontano da tutti quelli che sono i miei affetti, pur mantenendo vive in me quelle belle tradizioni natalizie, scrivo a Babbo Natale e gli chiedo di essere più presente con tutti quei bambini che non cono-scono l’importanza della sua esistenza, ma più che altro mi sento di scriverlo ai loro genitori, che forse sottovalutano l’importanza di queste belle abitudini. Vorrei dirgli che festeggiare il Natale insieme alla propria famiglia ha un valore inestimabile, più di qualsiasi re-galo, che forse per comodità i loro genitori lo avranno acquistato su internet con l’aiuto della tecnologia che oggi sminuisce tutti i contatti e le relazioni umane. Anche se la situazione è quella che è, basta poco per essere felici e questo naturalmente lo posso dire adesso che ho capito l’importanza e il valore delle distanze che ci possono essere tra me e la mia famiglia e tutti i miei affetti in questo particolare periodo. Voglio comunque augurare un Felice e Sereno Buon Natale a Tutti.

Spartaco

Lettera a Babbo Natale

16 dicembre 201212 P enna libera tutti

Imu e primarie per le statuine del presepe

Cucina galeotta

Rigatoni con la carota

Da Poggioreale a Villa Fastiggi

Si dice che ogni carcere è uguale ad un altro, ma per me non è cosi. Quando fui arrestato mi portarono nel carcere di “Poggioreale” e a

seguito di una mia richiesta di trasferimento, oggi mi ritrovo nel carcere di “Villa Fastiggi”, dove ho notato una grande differenza delle regole interne e anche un’altra mentalità rispetto all’approccio che hanno gli agenti di polizia penitenziaria nei confronti dei detenuti.Nel carcere di Napoli alle otto del mattino obbligatoriamente ti dovevi alzare dal letto e farti trovare in piedi davanti alla porta della cella, perché passava “la conta”. Poi alle dieci si poteva scendere all’aria e potevi restarci fino alle undici. Questo

succedeva anche nel pomeriggio dalle tredici alle quattordici. Molte volte io non uscivo dalla cella proprio perché, visto il sovraffollamento, sembrava di stare al mercato. Ricordo bene che lo scorso inverno abbiamo dovuto protestare perché mancava l’acqua calda e non ci era permesso di fare la doccia più di due volte alla settimana. Riuscite ad immaginare gli odori quando si sta in otto-dieci persone in una cella?Qui a Pesaro ho sentito dire da altri detenuti che non si sta bene, ma evidentemente lo dice chi non ha avuto la sfortuna di “provare” altri carceri peggiori. Certo non possiamo dire che tutto funzioni a meraviglia, ma di sicuro non ci si può lamentare. Anche qui ci sono delle difficoltà, ma comunque mi sento di dire che, rispetto a dove stavo prima, adesso sto molto meglio e grazie all’aiuto che sto ricevendo dagli operatori (educatrici e psicologhe) sento anche di poter finalmente cambiare. Il mio “nuovo” pensiero positivo è anche il frutto di questo cambiamento, in quanto a “Poggioreale” il programma di rieducazione non c’era e gli argomenti di conversazione tra noi detenuti, purtroppo, erano sempre gli stessi, ovvero quelli di tornare a delinquere, proprio come mi è già successo in passato. Sono arrivato a Pesaro da circa un anno e inizialmente non condividevo i modi di fare né tanto meno le mentalità diverse da quelle che conoscevo in “questi ambienti”, ma devo dire che, grazie al percorso che sto facendo e ai vari corsi che sto frequentando, oggi capisco che il mio modo di pensare era sbagliato. Ho 29 anni e ho sempre vissuto

a “Scampia” (quartiere di Napoli) dove delinquere era la regola, semplicemente perché non avevo altre alternative, in quanto anche le mie vecchie amicizie facevano lo stesso per sopravvivere in quel quartiere. Purtroppo, in quei posti, si è molto limitati e

le risorse per venirne fuori sono pochissime. Credo fermamente che, conoscendo questa nuova realtà, dove per ottenere qualcosa di buono si deve lavorare, io possa farcela a venirne fuori con dei nuovi principi e valori diversi da quelli che avevo conosciuto fin ora.

Alfonso

Questa ricetta non è solamente per chi ha problemi di vista ma per tutti quelli che amano la buona cucina. Andremo a prendere una cipolla media, la taglieremo in parti sottili, poi prenderemo sette carote - e le frulleremo -, tre salsicce di maiale, due foglie di alloro, della maggiorana e due barattoli di pelati da 500g. Prendiamo una bella padella grande e ci versiamo un filo d’olio d’oliva per poi aggiungere la cipolla e la carota, lasciandole soffriggere lentamente. Nel frattempo spelliamo le salsicce che verseremo dentro quando le avremo tagliuzzate per bene. Lasciamo il tutto rosolare per bene aggiungendo pepe o peperoncino, a seconda dei nostri gusti. Senza bruciare il tutto, mi raccomando, dopo circa tre o quattro minuti aggiungiamo i pelati insieme a due foglie di alloro, mescolando con cura. Lasciamo cuocere per circa 30 minuti a fuoco lento. Dopo di che andiamo ad assaggiare e aggiustiamo di sale e peperoncino, se necessario. Poi versiamo la maggiorana e spegniamo la fiamma. Mettiamo l’acqua a bollire, aggiungendo un pugno di sale, e “buttiamo la pasta”: 500g di rigatoni possono

bastare, se non abbiamo troppa fame. Scoliamo al dente e condiamo con il nostro sugo alle carote e maggiorana. Impiattiamo e aggiungiamo una bella nevicata di parmigiano grattugiato, a seconda dei gusti, su ogni piatto. Non mi resta che augurarvi buon appetito e alla prossima.

Ingredienti per 4/5 persone:Tre salsicceUna cipollaSette caroteDue foglie d’alloroMaggiorana q.b.Olio d’olivaDue barattoli di pelati da 500g500g di rigatoniPepe e peperoncino a piacereParmigiano grattugiato

Spartaco

La Fornero ha esodato il bue e l’asinello. I Re Magi in-dagati per traffico illegale

Ho sempre vissuto nel quartiere napoletano di

Scampia, dove delinquere era la regola

Page 13: «Il Nuovo Amico» n. 44 del 16 dicembre 2012

In festa per la “Mamma di S. Vittore”

Vi sarete accorti da ciò che scrissi nelle puntate precedenti del per-ché io abbia messo alla mia ru-

brica il sottotitolo ironico di “preten-ziosa”. Trattare problemi difficili su un giornale non è il massimo per voler es-sere letti e capiti da tutti e soprattut-to avere la pretesa di riuscire a farlo in poco spazio e con un linguaggio sem-plice! Beh, l’altra volta abbiamo parla-to dei problemi che in un carcere ren-dono quasi estranee due categorie di persone: da un lato i detenuti e dall’al-tro il personale soprattutto ecclesia-stico ma anche quello degli educatori. Un problema che è stato spiegato nei suoi aspetti più fondamentali come scontro fra soggettivismo e relativi-smo da un lato, e vari tipi di assoluti-smo ed oggettivismo, culturale o na-turale, dall’altro.Cercando di chiarire un po’ le cose a chi non è avvezzo alla filosofia, un ta-

volo è sempre un tavolo da qualsiasi punto di vista lo si guardi. Ciò dovreb-be valere anche per le varie situazio-ni. Nella Grecia antica c’erano “canoni” precisi, ossia regole di origine divina, anche per l’estetica, ecc... Se ci si potes-se riferire per le proprie valutazioni ad una Verità unica, oggettiva e asso-luta, ci si avvicinerebbe alla base del Cristianesimo. Anzi, accennando al-la questione dei processi giudiziari si può dire che proprio su questo punto ci fu il primo scontro fra le due men-talità opposte, durante l’interrogato-rio fatto dal Procuratore dell’antica Roma Ponzio Pilato a Gesù. Vi basterà rileggerne l’episodio evangelico nel-le parti del dialogo sulla verità, senza che io qui allunghi “il brodo” riprodu-cendolo.Non si usa ancora oggi dire frasi come: “quel tizio non ha senso estetico, men-tre quell’altro sì”? Che senso avrebbero

simili frasi se la bellezza non fosse un valore oggettivo, cioè non dipendente dai punti di vista? Eppure oggi si di-ce che “non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace”, frase che impli-citamente ammette l’esistenza di un Bello oggettivo, così come di un Bene, di una Verità, e quindi, alla fine, di un Dio che racchiude in sé tutte queste qualità, ma subito dopo la nega affer-mando l’importanza dei diversi punti di vista!Eppure il Natale che si sta avvicinando è proprio la commemorazione della manifestazione nel mondo di questa Verità unica.Basterebbe notare che, come prima della festa di Ognissanti abbiamo im-parato dalla tradizione pagana a fe-steggiare Halloween, ed in occasio-ne dell’Epifania ci immaginiamo doni da parte di una specie di strega buo-na (contraddizione di termini per la

mentalità non soggettivista, dato che la strega può essere solo cattiva), così a Natale abbiamo imparato ad abbuf-farci di cibo e a spendere e spandere, crisi economica permettendo, fino a stordirci di materialità, cercando di trasformare il più possibile in qual-cosa di materiale ed eccessivo questa che avrebbe dovuto rimanere una fe-sta spirituale, e non basta certo anda-re solo a Messa per viverla. Non credia-te che in carcere sia diverso.La mentalità antica direbbe che og-gettivamente “il diavolo ci ha messo la coda”, quella soggettivista e relativista ci suggerirebbe: vivi e lascia vivere, co-sa te ne importa?! Che ognuno la pen-si come vuole, tutti i punti di vista so-no validi. E allora Buon Natale a tutti e non mancate di farmi sapere il vostro parere, come vi chiedo sempre alla fi-ne di ogni puntata.

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16 dicembre 2012 13 P enna libera tutti

Dov’è il libero arbitrio? Mol-ti individui sono bombardati da notizie, immagini e fil-

mati appositamente montati per indurre chi li guarda o li legge a credere a ciò che viene propina-to. I programmi televisivi come talk show, reality show etc… sono formulati per far produrre emozioni a chi li segue. Sicco-me il cervello umano reagisce a queste emozioni producendo en-dorfine, il fisico e la mente si abituano e si crea una sorta di dipendenza. Diventa impossibile farne a meno. Anche lo sport fa questo effetto, ed ecco spiegata la popolarità del calcio.Gli effetti simil benefici provoca-ti da queste culture mediatiche però provocano, a loro volta, in-coscienti lobotomie tanto gra-vi da non far più comprendere quale sia la reale situazione.Ci sembra di avere tutto sotto controllo ma … TELEIPNOSI?Occhi aperti!

Gianni Fioravanti

Il mio primo Natale dietro le sbarrePur non avendo titoli di studio né-

capacità di impostare un articolo, nel mio piccolo tento di scrivere

qualcosa all’interno della nostra re-dazione giornalistica, dove sono sta-to da poco inserito. Ho 41 anni e ho dedicato la maggior parte della mia vita al lavoro e alla famiglia, che so-no per me i due elementi di base per un percorso di vera felicità e sod-disfazione. Purtrop-po negli ultimi tem-pi la mia situazione è cambiata e, come si usa dire, sono passato dalle stel-le alle stalle. Mi so-no lasciato andare e ho conosciuto il rovescio della medaglia, facendomi coinvolgere nel mondo della droga.Con questo non voglio soffermarmi sul come, quando e perché della mia vicenda, ma vorrei parlare degli af-fetti che il mio reato ha allontana-to da me. Sono sempre stato un cre-dente, anche se non ero molto pra-ticante. L’avvicinarsi del Natale è uno

dei pochi periodi dell’anno che mi fa star bene e unito con la mia famiglia: mia moglie e i nostri 5 figli. Sì, una famiglia numerosa con tanti problemi da affrontare, ma pur sempre unita specialmente durante queste festività. L’ansia di non passare con la mia fa-miglia il primo Natale della mia vita è molto più grossa della pena che mi verrà inflitta. E’ vero, se sbagli ne pa-

ghi le conseguenze. Ma quanto è difficile farle pagare ai pro-pri familiari, che in-consapevolmente si ritrovano a passare il Natale senza il pa-

dre e il proprio marito. Si sente parlare di pene alternati-ve (qui sembra quasi un’utopia) per quei pochi che ne usufruiscono, o perché hanno avuto un giudice che quella mattina era di umore buono o un difensore di un certo spesso-re che purtroppo non tutti si posso-no permettere. Forse mi sbaglio, ma penso che un individuo che si debba

riabilitare ha meno chance di farlo so-lo e rinchiuso in una cella. Se le istituzioni hanno altre possibili-tà alternative al car-cere, perché vengo-no usate solo in mi-nima quantità? Non sarebbe meglio che un paese come il nostro abbia pregiu-dicati che si vogliono reinserire nella socie-tà in modo onesto (perché hanno segui-to un percorso giu-sto), piuttosto che ri-trovarsi con persone che come gli apro-no la cella tornano a delinquere? Spero che durante questo mio triste Natale, che passerò dietro le sbarre e lonta-no dai miei cari, si faccia qualcosa di positivo per l’alternatività delle pe-ne e che anche qualche altro padre

di famiglia possa aiutare a scartare il pacco più bello, il suo amore e la sua presenza col proprio figlio. Un sincero augurio di un sereno e felice Natale a tutti.

Elio 71

Condizionamento mediatico

è rara, per i detenuti del carcere, la possibilità di incontrarsi tra sezioni diverse per un evento importante. E

per quanto riguarda la S. Messa festiva, escluso Natale e Pasqua, è piuttosto improbabile.Ma la scorsa domenica 25 novembre una ricorrenza molto importante per tutti gli operatori del carcere di Pesaro, di qua e di là dalle sbarre, ci ha riuniti nella celebrazione di una S. Messa speciale, dedicata alla Beata Enrichetta Alfieri alla quale da quest’anno è stato intitolato un giorno sul calendario: il 23 novembre, anniversario della sua morte avvenuta nel 1951.Il cappellano P. Enrico Bonfigli, Suor Paola della Congregazione “Suore della Carità” alla quale anche Suor Enrichetta apparteneva, i diaconi e i volontari della Casa Circondariale di Villa Fastiggi, con il permesso della Direzione, hanno voluto ricordare la Beata come testimone e figura centrale per i detenuti e i loro assistenti. Ella, infatti, nata nel 1891 a Borgo Vercelli,

entrò tra le Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret nel 1911 e all’età di 28 anni fu colpita da una grave malattia che la costrinse all’immobilità e ad intense sofferenze per quattro anni. Poi, alcuni mesi dopo un pellegrinaggio a Lourdes, miracolosamente guarì, e per evitare la lunga fila di curiosi che la cercavano, venne inviata dalla Superiora nel carcere di San Vittore a Milano dove già operavano le Suore della Carità, passando dall’attività di maestra che svolgeva prima della malattia, al servizio di assistente materiale e spirituale dei detenuti in un periodo storico tragico, quello della guerra e della resistenza (1943-1945) in cui ella si fece portatrice di ascolto e di aiuto concreto per chi aveva veramente bisogno di lei: prigionieri comuni e politici, ebrei condannati ai campi di concentramento o alla morte. E per questa sua attività finì essa stessa in carcere e poi inviata in un campo di internamento. La celebrazione del 25 novembre è stata preceduta da una piccola preparazione dei

detenuti da parte dei catechisti sulla vita e le opere della “Mamma di San Vittore” e la visione di un documentario in DVD. L’animazione dei canti e della musica è stata curata dai volontari della Parrocchia di S Pietro in Calibano e da alcuni detenuti che si sono prestati anche alla proclamazione della Parola e all’ornamento dell’altare. Al termine sono stati benedetti due quadri, uno più grande per la sezione maschile ed uno più piccolo per la sezione femminile, raffiguranti il viso sorridente di Suor Enrichetta ed è stato consegnato a ciascun partecipante un piccolo opuscolo che ne racconta in breve la storia.Al termine di questa giornata, grazie all’esempio di questa religiosa, desideriamo avere uno sguardo ampio sulla realtà della sofferenza, per essere capaci di vedere le cose da angolazioni diverse e di abbracciare tutte le persone; ciò ci permetterà di essere più inclini al perdono e al desiderio di riscatto per ogni uomo.

Maria Pia e Francesca, catechiste

Auguro a tutti di scartare il pacco più bello: l’amore alla

presenza del proprio figlio

Martedì 25 dicembre ore 9.30

Celebrazione dell’Eucarestia nel Carcere di

Villa Fastiggi – Pesaro. Presiede

l’Arcivescovo mons. Piero Coccia

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16 dicembre 2012 P enna libera tutti14

Nonostante tutto, anche quest’anno è arrivato il santo Natale. Sembra stra-no, ma anche in questi posti meno

adatti alla nascita di una nuova vita av-viene il miracolo della nascita di Gesù. Nel periodo natalizio tutto si trasfor-ma anche qui dentro e noi viviamo la lontananza dai nostri cari come un enorme peso e altrettanta colpa per il fatto di essere qui. Nonostante le sofferenze ognuno di noi cerca nel suo piccolo di crearsi quell’angolo dove, con l’immaginazione e po-co più, allestisce il piccolo pre-sepe o l’albero di Natale. E’ bel-lo osservare la grazia e la cura che viene impiegata nell’attesa del momento. E’ come se la notte della vigilia venisse donato un anestetico per il nostro cuore già dolorante e sofferente, che lo è ancora di più in questo periodo. Già

mi vedo lì davanti a quel piatto unico e fumante (almeno questo ce lo possiamo permettere), in compagnia di altri com-pagni di sventura, che si parla di tutto tranne che dell’argomento tabù del mo-mento: il santo Natale.Ogni detenuto, se parla, lo fa in mo-do sorridente e tranquillo e usa la propria corazza esterna come pro-tezione di quell’organo così vitale,ì quanto unico, delicato quanto ro-busto, sanguinante,ì quanto sof-ferente, il cuore. Il Natale è il momento in cui ognuno di noi si propone buoni propositi che, co-

me al solito, diverranno solo ricordi. Credo che alla fine sia sempre meravi-glioso e non possa essere offuscato da

una grata alla finestra o un cancello alla porta.

Leonardo Basiricò

Un laureando in carcereFra le tante attività che vengono proposte al-

le persone detenute, c’è anche quella di fre-quentare la scuola elementare e media infe-

riore. Per coloro che sono in possesso di un di-ploma superiore è possibile inoltre iscriversi al-l’università.Il prossimo 20 dicembre nel carcere di Villa Fastiggi verrà discussa la tesi di laurea di G.G. (della Sezione Protetti), iscritto alla Facoltà di Giurisprudenza di Urbino. La dissertazione avver-rà nella Casa Circondariale alla presenza di set-te professori e delle autorità competenti.Per non lasciarsi assorbire dalla noia e dal di-

sfattismo, studiare o scegliere le attività proposte potrebbe rappresentare un deterrente per non fi-nire nell’ozio. Fermo restando che le responsa-bilità rimangono soggettive e “lagnarsi” di conti-nuo non giova né alla società civile né tantome-no all’interessato. La commiserazione o, peggio, l’autocommiserazione, non permettono di elevar-si e riscattarsi. La volontà di mettersi in discus-sione invece crea vantaggio a coloro che si im-pegnano nel ricercare opportunità volte alla cre-scita personale. È un aspetto positivo e non può che farci commuovere un laureando in carcere.

Francesco Rinaldi

Riceviamo e pubblichiamo una lettera giunta ad uno dei nostri redattori e inviata da suo “padre adottivo”. Ci piace pensare che “Penna Libera

Tutti” abbia contribuito in parte a scrivere questa bella pagina di umanità e ci riempie di gioia sapere che Emi, proprio in questi giorni, è tornato in libertà e potrà trascorrere un sereno Natale insieme ai suoi cari.

L’amore di un padre“Caro Emi,grazie per le tue parole. E’ vero mio padre è stata una gran persona come dici tu nella lettera. Con i suoi silenzi, con il suo comportamento e soprattutto con la sua bontà d’animo mi ha insegnato ad essere quello che sono oggi. Infatti per tutto questo gli sono stato vicino tutti i giorni e quando lui mi chiese: “Perché stai sempre qui? Non devi lavorare?” , io gli ho risposto “Babbo io sto qui perché me lo hai insegnato tu, mi hai insegnato a voler bene”. Questo è ciò che ho ridato a lui, almeno così spero. Ora ho un gran vuoto e non riesco ad essere ancora molto lucido, ma spero di riprendere la mia quotidianità,

anche se so che non sarà più come prima. Anche il pensiero di rivederti presto mi aiuta a sperare ed andare avanti. So benissimo che anche tu stai affrontando un momento molto duro, ma stai dimostrando di essere molto forte. Poi la tua sensibilità artistica ti fa disegnare e scrivere cose che non tutti riescono ad esprimere, ma solo chi ha nobiltà d’animo può farlo. Ti faccio i miei complimenti, anche se questo tuo lato lo conoscevo già. Tu mi scrivi che mi vuoi bene, io ti rispondo che te ne ho sempre voluto, anche se non sempre sono e siamo riusciti a goderne. Questa triste esperienza mi ha insegnato

una cosa, se mai ce ne fosse stato bisogno: la famiglia e gli affetti sono la cosa più importante nella vita. Ora ti lascio, ringraziandoti per aver ricordato ed onorato la memoria di mio padre. E’ sera, un altro giorno è passato e presto ci rivedremo e quando ti abbraccerò ti dirò “TI VOGLIO BENE”. Con affetto.

Fabri

Caro Fabri,non ho mai realmente avuto modo di dirti quanto tu sia importante per me. Hai ridato gioia a mia madre e di riflesso a chi le stava accanto. In principio ho faticato ad accettarti ma tu non ti sei mai arreso. Non credo che chi metta al mondo un figlio sia per forza genitore. Anche se non anagraficamente, se io penso ad un padre, io penso a te. Con affetto.

EMI *****

Non siamo perfettiCara redazione di “Penna Libera Tutti”, scrivo in riferimento

all’articolo firmato da Edlir Alla sul numero di novembre, dove si legge: “Conoscere i miei errori di pensiero e di comportamento che mi condizionavano la vita e mi impedivano di vivere bene.”. Quanto è vero! Se dessimo tutti l’attenzione che merita a questa frase, staremmo veramente bene tutti,. Si fanno degli errori così consolidati nelle nostre abitudini di cui non abbiamo nessuna consapevolezza. Conosciamoci per migliorarci e per amarci e per stare finalmente bene con noi e quindi con gli altri. “Conoscere le proprie emozioni e imparare a gestirle”: sì, tutte le emozioni positive e negative, soprattutto quelle negative non nascondiamole, portiamole in superficie e prendiamone coscienza. Solo se conosciamo ogni parte di noi possiamo cambiare e stare bene. Non siamo perfetti; riconosciamolo con umiltà e costruttività.

Micaela De Giorgi*****

Un aiuto alla mia coscienzaGentile redazione, vi scrivo solo per esprimere il mio ringraziamento a tutti coloro che, a vario titolo, collaborano a questa splendida iniziativa editoriale e di grande valore culturale. Per anni ho sentito parlare del carcere della mia città solo attraverso il filtro della stampa, che se ne occupa solo in determinate circostanze, senza mai raccontare la quotidianità di chi vive dietro le sbarre. Mai i giornali del nostro territorio hanno mostrato di voler davvero aiutare la gente a comprendere la realtà carceraria. Con voi ho scoperto il desiderio di riscatto e la voglia di rialzarsi dopo un fallimento e l’errore. Iniziative come la vostra servono a superare davvero lo stereotipo del detenuto inutile per la società e aiutano ad interrogarsi sulla propria esistenza.

Giovanna Giombini

Lettere in redazionePer scrivere alla redazione della Casa Circondariale di Pesaro indirizzare una e-mail a [email protected] oppure scrivere a Redazione di Penna Libera Tutti c/o Casa Circondariale di Pesaro – Str. Fontesecco 88 – 61122 Pesaro (PU)

“Il loro Natale” racconta la vita dei familiari dei detenuti nel car-cere di Poggioreale. Il regista-produttore Gaetano Di Vaio, tra i fondatori della società di produzione Figli del Bronx, nato e

cresciuto in uno dei quartieri popolari in cui vivono le protagoni-ste, dà voce a Maddalena e Mariarca, Titina e Stefania, donne che ogni giorno combattono per andare avanti, occupandosi da sole della casa e dei figli, ma soprattutto dedicando la vita ai parenti carcerati, sempre presenti anche se lontani. “Il loro Natale”, pre-sentato alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2010, è un docu-mentario lucido ed emozionante sull’inferno del carcere, raccontato dall’esterno, ovvero da una prospettiva particolare che restituisce intatto il dramma di questa disperata condizione umana.

La notte della Vigilia

Il Natale in questi tempi di crisi ribadisce come la TV sia la droga della nazione. Lo spirito natalizio, già da fine novembre, ci viene evidenziato dagli spot che “ven-

dono” il Natale come occasione di lucro per “spremere” economicamente le già tartassate masse. Il Natale per-de così di intensità emotiva ed in questi momenti gli spot riescono a vincere addirittura la laicità dello stato, a vincere la crisi con il mezzo televisivo omogeneamen-te schierato a mascherare il vero spirito di rinascita del-l’amore, rappresentato dalla nascita del bambin Gesù, e di vittoria dell’amore sull’odio… Peccato che tutto questo si riduca in un jingle ed in uno spot.

Toni D’Alessandro

Tv droga del Natale

PESARO - Sabato 22 dicembre alle ore 10, presso il Teatro della Casa Circondariale di Villa Fastiggi in Strada Fontesecco 88, an-drà in scena lo spettacolo teatrale dal ti-tolo “Un clown alla corte dello Zar”, dalla biografia di Giacomo Cireni, in arte “Giaco-mino”. L’allestimento è della Compagnia “Lo Spacco”, della Casa Circondariale di Pesa-ro, in collaborazione con il Teatro Aenig-ma. “San Pietroburgo - scrisse Cireni (Mi-lano, 1884-1956) - al principio del XX se-colo era una meravigliosa città. Intendo di-re che la vita vi era facile, la gente cordia-

le, la polizia abbastanza bonaria con il po-vero clown che talvolta si lasciava scappa-re un lazzo un po’ troppo pungente. I let-terati, i musicisti, i pittori, i grossi nomi del teatro imperiale trascorrevano la notte nel-le bettole, insieme con i facchini, le prosti-tute d’infimo rango. In queste bettole entra-vamo anche noi, per scaldarci alla fine del-lo spettacolo. L’intellighenzia ci faceva subi-to posto al suo tavolo: voleva che ‘l’uomo volante’, il cavallerizzo, il pagliaccio raccon-tassero la loro storia”.

Un clown alla corte dello Zar

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16 dicembre 2012

Redazione di Fano:Via Roma, 118 - 61032 FanoTel. 0721 802742 dir. 803737 Fax 0721 825595E-mail: [email protected]

Fossombrone Cagli Pergola

15

mercoledì 12 dicembreore 9.30, presso l’istituto comprensivo Padali-no interviene alla giornata di ricordo in onore di Giovanni Padalinoore 19, presso al Chiesa di Santa Teresa secon-do incontro della scuola di preghiera per i gio-vaniore 21, a Cagli incontro di preghiera con il Rin-novamento dello Spiritogiovedì 13 dicembreore 15, incontra i giocatori Alma Juventus Fanoore 18, benedizione della nuova sede della Deutsche Bankore 19, a Pergola presiede l’Eucaristia in occa-sione della festa di Santa Luciavenerdì 14 dicembreore 9.30, incontra i vicariore 15.30, partecipa all’inaugurazione della mostra “Videro e credettero” promossa dalla Carifanoore 18.30, al Centro Pastorale presiede il consi-glio pastorale diocesanosabato 15 dicembre

ore 8.30, celebra l’Eucaristia nella chiesa di San Tommasoudienze in episcopioore 16.30, saluta tutti gli insegnati di religione al Centro Pastoraleore 18, a Pergola celebra l’Eucaristia nella chie-sa di San Francescodomenica 16 dicembreore 9.30, presiede l’incontro natalizio con i po-litici presso il Centro Pastoralelunedì 17 dicembreudienze in sedeore 21, incontra i catechisti della parrocchia di Tavernellemartedì 18 dicembrein mattinata, incontra gli operatori della caritas diocesanaore 21, a San Francesco in Rovereto inizia la celebrazione della novena di Natalemercoledì 19 dicembreudienze in sedeore 11.30, in Prefettura a Pesaro tradizionale scambio di augurigiovedì 20 dicembre

udienze in sedeore 13, presso la sede del Comune di Fano scambio degli auguriore 18.30 presso la sede centrale della Carifano scambio di augurivenerdì 21 dicembreore 17 presso l’Hospis di Fossombrone celebra l’Eucaristiasabato 22 dicembreore 8.30, celebra l’Eucaristia nella chiesa di San Tommasoore 11, partecipa all’apertura del presepe di San Marcoore 18.30, incontra i diaconi permanentidomenica 23 dicembreore 9.30, celebra l’Eucaristia presso la casa di riposo Famiglia Novaore 18.30, presso la parrocchia di Calcinelli in-contra i giovani in preparazione al Natalelunedì 24 dicembreore 11 in cattedrale presiede l’Eucaristiamartedì 25 dicembreore 8.30, presiede l’Eucaristia presso la casa circondariale di Fossombrone

ore 11, in Cattedrale presiede il Solenne Ponti-ficale di Natalemercoledì 26 dicembreore 11, celebra l’Eucaristia e amministra il sa-cramento del battesimo nella chiesa di Santo Stefano in Apecchiodomenica 30 dicembreore 11, celebra l’Eucarisia nella parrocchia San-ta Famiglia,lunedì 31 dicembreore 17.30, in Cattedrale celebrazione della San-ta Messa e Te Deum di fine annomartedì 1 gennaioore 17, presiede la Santa Messa presso la par-rocchia della Gran Madre di Diodomenica 6 gennaioore 11, in Cattedrale presiede la Santa Messa Pontificaleore 17, presso la parrocchia di san Pier Damia-ni in Cagli benedizione dei nuovi locali parroc-chialiore 18, nella Concattedrale di Cagli presiede l’Eucaristia in occasione della Festa della Stella

a cura della Segreteria Vescovile

AgendA del vescovo

A SANTA MARIA NUOVA SOLENNE CONCELEBRAZIONE PRESIEDUTA DAL VESCOVO

L’Immacolata, segno della vittoria di Dio sul maleFANO – “Nella lotta contro il peccato l’Immacolata diviene per noi segno luminoso della vittoria di Dio sul male”. Con queste pa-role il vescovo Mons. Armando Trasarti ha aperto, domenica 8 dicembre presso la chiesa di San-ta Maria Nuova gremita di fedeli, l’omelia della Santa Messa, ani-mata dalla Cappella Musicale del Duomo, in occasione della tra-dizionale festa dell’Immacolata. Riprendendo la prima lettura e il Vangelo, il Vescovo ha messo in evidenza l’importanza del “dialo-go” come forma di una relazione di amore: “Dare all’altro la parola significa riconoscere la sua esi-stenza, la sua dignità, la sua im-portanza. E’ scegliere la relazio-ne con lui e quindi riconoscersi bisognosi di questa relazione per poter esistere, per essere se stessi. Dio parla con l’uomo, sceglie di parlargli, lo crea con la sua Parola

e continua a parlargli anche quan-do con l’uomo inizia ad esserci qualche problema. Anche lì Dio non interrompe il dialogo, non la-scia l’uomo solo nel proprio pec-cato ma va a cercarlo e gli parla. Ora veniamo ai dialoghi di cui ci parla la Parola oggi. Genesi ci dice che, dopo il peccato, Dio va par-lare con l’uomo. Ma l’uomo non ha molta voglia di parlare con Dio, perché ha in mente un’altra paro-la, quella del serpente. Il peccato è già di per sé assenza di parola, è solitudine; e la solitudine, l’assen-za di parola è già peccato, perché comandamento di Dio è che l’uo-mo non sia solo. Che l’uomo parli, sia relazione.E dunque, l’uomo che ha peccato sente Dio, sente la presenza di Dio, ma fugge dall’intimità con Lui. Ha paura, perché la paura è il primo e naturale frutto del peccato. Que-sto dialogo tra Dio e l’uomo ci

mostra, da un lato, tutta la amore-volezza di un Dio che ci cerca, che ci conosce e ci vuole bene, e dal-l’altro ci mostra tutta la distanza, la paura che l’uomo, e quindi noi, a volte per orgoglio, spesso pro-viamo nei suoi confronti”. Mons. Trasarti ha messo in luce la figura di Maria quale segno luminoso della vittoria di Dio sul male. “Chi è Maria? È innanzitut-to una donna che non si nascon-de, che entra in dialogo con Dio. Quando Dio la cerca e le chiede “dove sei?” la sua risposta non è la paura. Come la paura è frutto del peccato, la fiducia è il frutto della grazia. Questa è la cosa nuova, la nuova creazione che Dio compie in Maria, una donna nuovamen-te capace di fidarsi di Dio. Maria ha permesso alla grazia di irrora-re la storia del mondo, di creare quell’umanità rinnovata di cui lei è esemplare perfetto e splendi-

do. In Maria, noi uomini così per tanto dissimili, ci sentiamo arca-namente consolati. Consolati per-ché Maria è Madre nostra; perché Ella ci ripresenta ciò che abbiamo tutti in fondo al cuore: l’immagine autentica dell’umanità innocente, santa. Ce ne svela i principi, poi-ché Maria è in assoluto rapporto con Dio mediante la grazia; per-ché il suo essere è tutto armonia, candore, semplicità; è tutto tra-sparenza, gentilezza, perfezione; è tutto bellezza. E dopo aver con-siderato questo ineffabile dono di Dio in Maria ci convinceremo che esso non è un sogno fallace, non

è un tentativo volto ad aumentare ancora in noi acuta nostalgia e do-loroso rammarico. Ci rianima in-vece e proclama che la perfezione è possibile; che a noi pure è accor-dato di ricostituire – se non cer-to nella medesima completezza e uguale splendore, ma con le stes-se energie, che sono quelle della Grazia, dei divini carismi, dello Spirito Santo – quel pensiero che Iddio ha avuto su di noi crean-doci, per cui anche noi possiamo diventare buoni, virtuosi, santi, se viviamo il mistero della Grazia, il grande mistero di Maria”.

© riproduzione riservata

FANO – Tanti giovani hanno par-tecipato, mercoledì 5 dicembre nella chiesa di Santa Teresa, al primo dei tre incontri della scuola

di preghiera or-ganizzati dalla Pastorale Gio-vanile in occa-sione dell’Av-vento. Dopo l’introduzione di don Steven Carboni che ha spiegato ai presenti la sto-ria della chiesa e l’importanza

di questo incontro come “tempo per poter stare con il Signore”, il Vescovo ha invitato i giovani a ri-flettere sul salmo 150 che funge

da dossologia finale del quinto li-bro dei Salmi e di tutto il Salterio. “L’imperativo di lodare – ha spie-gato Mons. Trasarti – è seguito, all’inizio e alla fine, da un oggetto: chi si loda? Si loda Dio Salvatore. Dio sta con l’uomo, che è vicino nella prova, che ha passato il mar Rosso con Israele. Passiamo poi al luogo della lode: nel santuario e nel firmamento. Dovunque esiste respiro di vita, in tutto il cosmo

visibile, deve nascere una lode al Signore. E poi ancora le motiva-zioni della lode. Nel salmo si legge ‘lodatelo per le sue imprese’, ma quali sono le forti imprese di Dio? Sicuramente la liberazione dal-la schiavitù. A partire da questo salmo – ha proseguito il Vescovo – possiamo chiederci: qual è la no-stra lode cristiana? Il luogo della lode non è più il tempio di Ge-rusalemme, ma è Cristo, tempio

del Padre e la Chiesa suo corpo. Ma luogo della lode resta anche il mondo intero. La lode è lo stupo-re di non essere noi al centro del-l’universo, la gioia che ci sia qual-cuno più grande di noi che ci ama senza limiti”.L’incontro è poi proseguito con l’adorazione eucaristica e la bene-dizione finale.

© riproduzione riservata

NELLA CHIESA DI S. TERESA PRIMO INCONTRO DELLA SCUOLA DI PREGHIERA

L’uomo di oggi sa lodare Dio?

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amicoil nuovo• •16 Fano Fossombrone Cagli Pergola16 dicembre 2012

UNA STRUTTURA MODERNA REALIZZATA IN LEGNO

Grande albero di Natale a FenileLa comunità di Fenile ha

inaugurato, domenica 9 di-cembre, il grande albero di Natale, una struttura mo-

derna e originale completamente realizzata in legno che richiama il significato profondo della festa. Ad dare il via all’accensione delle luci è stato il Vescovo, Mons. Ar-mando Trasarti, alla presenza del parroco don Giuseppe Tintori e dell’Assessore Riccardo Severi del Comune di Fano. Auguro a tutti

– ha detto il Vescovo – di scaldarsi nella vita nel dare armonia, le tra-dizioni entrino nei cuori e non ri-mangano fatti esteriori, apparen-ti. Tra canti e musiche natalizie attorno al fuoco acceso in onore della Madonna di Loreto, bambini e adulti si sono poi incamminati verso i locali parrocchiali per vi-sitare il presepe e il mercatino di solidarietà. Tanti i simboli rac-chiusi nel presepe che parlano a noi oggi, dal bue e l’asinello rap-

presentanti il popolo Ebreo da un lato e i Pagani dall’altro entrambi chiamati ad accogliere la salvezza che ci viene da Gesù, ai colori de-gli abiti di S. Giuseppe e di Maria che ci richiamano l’umanità e la regalità del Dio fatto Uomo. An-che l’assessore Severi ha portato il suo augurio natalizio ai tanti presenti, partendo dall’esempio dell’Albero e auspicando di ritro-vare uno spirito di laboriosità per un anno di rilancio dell’intera co-

munità locale. Un pomeriggio di festa e di profonda comunione, quello vissuto domenica a Fenile, che si è poi concluso con un mo-

mento convivialità tra castagne e vin brulè.

Marco Gasparini© RIPRODUZIONE RISERVATA

FESTA PER TUTTA LA COMUNITÀ

Nuova croce sul campanile di AcquavivaACQUAVIVA - Domenica 18 No-vembre ad Acquaviva, su iniziati-va della Pro loco, dell’Università Agraria e della parrocchia si è svolta una toccante festa religiosa, che aveva come tema conduttore l’installazione di una nuova croce sul campanile della locale chiesa intitolata alla Beata Vergine del Ro-sario. Croce mancante dal lontano Mag-gio del 1970, quando un fulmine mandò in frantumi quella originale in marmo. Dopo 42 anni si è posto rimedio a questa mancanza appo-nendo una croce in ferro cromato

alta cm 125 e del peso di 30 Kg. Per il design della nuova croce è stato incaricato l’artista Giovanni Pupita di Fano ma natio di Acquaviva. La realizzazione invece è stata fatta dal noto fabbro Roberto Zepponi, sempre di Acquaviva, un duo già collaudato da precedenti collabo-razioni.La cerimonia è stata presieduta dal

Vescovo di Fano, Mons. Armando Trasarti, alla presenza di tantissimi pellegrini e curiosi e delle massime autorità locali quale il sindaco Pa-trizio Catena, il vice Alberto Maz-zacchera, il Consigliere provinciale Papi e quello regionale Traversini.Una cerimonia che ha visto alle 17,00 la celebrazione della santa messa, concelebrata da 5 parroci

tra i quali l’ex parroco di Acquaviva don Gabriele Bongarzoni, al termi-ne della quale è stata benedetta la croce. Poi in rigorosa “diretta “ è stata issata fin in cima al campanile (20 m) illuminato a giorno da ope-rai specializzati. Appena terminato di fissare l’ultimo bullone il cielo si è illuminato di molteplici colori, merito dei bellissimi fuochi d’artifi-

cio e la numerosa folla si è sciolta in un fragoroso applauso.Una festa per la piccola ma “vivace” comunità di Acquaviva che ha ri-badito ancora una volta le capacità delle locali associazioni presiedute da Pietro Ciancamerla ed Elvezio Zanchetti , da sempre ad fianco del parroco don Ivan.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

RITIRO D’AVVENTO PER I GIOVANI DELLA DIOCESI

Rinnovare continuamente la fedeFANO - Capita che, immersi nel-la frenesia delle cose da fare, non si assapori il senso del tempo che passa. Si arriva, così, tra le altre cose, anche al Natale senza che nemmeno ce se ne accorga. Per non farsi cogliere impreparati, l’antidoto è stato l’appuntamento di domenica 9 dicembre, aperto a tutti i giovani della Diocesi, sul tema dell’Avvento. Alzati e va’ è stato il titolo di questo ritiro che, per agevolare la partecipazione dei più, si è svolto contemporanea-mente in tre luoghi del nostro ter-ritorio. In apertura dell’incontro, le testimonianze di chi, nella pro-pria vita, ha riconosciuto i segni di “luce” lasciatigli da Dio. Racconti di semplicità e di fede all’interno di esperienze di servizio, profes-sionali o vocazionali. La riflessione

centrale dell’incontro, guidata da un sacerdote, è poi partita dal bra-no degli Atti degli apostoli (8,26-40) in cui l’angelo del Signore parla a Filippo e lo invita a partire alla volta di Gaza.<<Non dobbiamo solo essere dei trasmettitori di Vangelo – ha det-to don Gianni Petroni ai giovani di Fano radunati nella chiesa di Torrette –, dobbiamo farne espe-rienza diretta per poter arrivare a dire, come a Pasqua, che “Cristo è risorto veramente”». Fondamenta-le, quindi, l’incontro con Gesù per capire l’origine del nostro essere cristiani. L’Avvento, che è il tempo di attesa per eccellenza, ci deve di-sporre a ritrovare quelle situazioni o quelle persone che, magari senza volerlo, hanno acceso in noi una luce di speranza. In ogni storia di

incontro, infatti, è presente un in-termediario che dobbiamo sfor-zarci di richiamare continuamente alla memoria per suscitare, di volta in volta, occasioni di continuo rin-novamento della nostra fede. Al momento dell’incontro con Gesù, l’atto del riconoscimento coincide con il sigillo della Parola di Dio, che illumina le nostre vite di una luce in grado di cambiarci nel pro-fondo. Da questo a scoprire che il Vangelo ha qualcosa da comuni-care ad ognuno il passo è davvero breve, perché si intuisce che non esiste il concetto del merito, del-l’essere all’altezza, ma è Gesù stes-so che, tramite l’incontro con noi, ci fa compiere cose grandi.

MI© RIPRODUZIONE RISERVATA

FANO – L’Ufficio diocesano per i problemi sociali e il lavoro orga-nizza, domenica 16 dicembre alle ore 9.30 presso il Centro Pasto-rale, “Verso il Natale con i politici”. “Si è svolto a Bari – scrive don Piergiorgio Sanchioni – dal 25 al 28 ottobre 2012 un convegno sti-molante, promosso dalla pastorale sociale e del lavoro, su famiglia lavoro festa, beni comuni da promuovere, ricercare e poter vivere. La situazione non è facile per nessuno. ‘Certo, ricordava Mons. Brigantini, sembra l’autunno. Cadono le foglie delle grandi illusioni, degli sprechi, di una vita spensierata, ma non cade l’albero della speranza’. Certo, non siamo più in una luce abbagliante come quella dell’estate, ma c’è anche un mondo nuovo che sta nascendo[…] Questo è il tempo della semina e della paziente attesa. C’è nebbia, ma bisogna andare oltre la siepe. Che cosa fare? O, meglio ancora, come essere uomini, cittadini, cristia-ni nuovi?[…]”.Riportiamo, di seguito, il programma della mattinata:ore 9.15 accoglienzaore 9.30 meditazione del vescovo Mons. Armando Trasartiore 10 confronto e riflessione:Cosa chiedono i politici alla Chiesa?Cosa chiede la Chiesa ai politici?ore 11.15 Saluti e auguri natalizi

Il Vescovo incontra i politici

FANO – Nel giorno di Natale, anche quest’anno si aprirà al pubblico il tradizionale presepe di San Marco. Tante le mi-gliorie, tra cui tre nuovi diorami, che fanno contare quaranta scene complessive: la presa di Gerico, il ritorno dall’Egitto e Gesù nel Getsèmani. Di nota le statue, di cui oltre duecento meccaniche, le decorazioni affidate alla mano esperta di Mau-rizio Romagnoli e la maniacale ricercatezza del particolare. Nulla sembra essere lasciato al caso in questo percorso “della salvezza” lungo ben ottanta metri in quelle che erano le allora cantine del palazzo Fabbri. Dodici anni di lavoro ininterrotto che, ogni volta, catalizzano oltre ventimila visitatori. Gli orari di visita, salvo prenotazioni, saranno dalle ore 9:30 alle 12 e dalle 15:30 alle 19 per tutto il periodo natalizio (da Natale al-l’Epifania), per poi rimanere comunque aperto in orari legger-mente più ridotti. Per prenotazioni e informazioni, rivolgersi a don Marco Polverari (0721 882280 – 360 861506).

Matteo Itri© RIPRODUZIONE RISERVATA

FANO – Il sogno di don Gianni Petroni, parroco della chiesa del Carmine, sta diventando, piano, piano, realtà. Grazie, infatti, al contributo dell’otto per mille, entro ottobre del 2015 sorgerà, a Gimarra, una nuova chiesa, attesa con trepidazione dal parroco ma anche da tutta la comunità. «Già dall’inizio, quando facemmo richiesta alla Conferenza Episcopale Italiana – ha spiegato don Gianni - ci venne negato il contributo dell’8x1000 a causa della ca-renza di fondi. La visita del cardinale Angelo Bagnasco, però, è sta-ta l’occasione per riproporre in tutti i suoi punti la necessità di un nuovo ambiente liturgico e pastorale per la parrocchia di Gimarra. Bagnasco, comprendendo tale urgenza, ha provveduto a sbloccare alcuni sovvenzionamenti per destinarli al nostro progetto». Per la costruzione della chiesa, con decreto del 12 settembre 2012 firma-to dal cardinale Angelo Bagnasco, la Conferenza Episcopale Italia-na ha stanziato 1.926.000 euro. Precedentemente il 18 dicembre 2009 è stato concesso dalla CEI un contributo per l’acquisto del terreno di 200.000 euro su una spesa totale di 300.000 euro. L’im-porto complessivo della chiesa è pari 2.735.360 euro. Con l’otto per mille è stato finanziato il 75% del progetto.A spiegarci, nel dettaglio, il progetto è l’architetto Stefano Baldini. “La nuova chiesa Santa Maria del Carmine – si legge nella relazio-ne – si propone come luogo della comunità, in cui lo spazio sacro entra in relazione con lo spazio circostante arricchendolo con la propria e definita grandezza. La collocazione degli edifici lungo i due assi, l’avanzamento del volume emergente dell’aula liturgi-ca, il percorso porticato che la collega alle aule del catechismo, vengono a definire delle corti in parti sistemate a verde e in par-te pavimentate, luogo di incontro e di accoglienza. Una parete a

mattoni, disposta lungo l’asse est-ovest, attraversa l’intera strut-tura parrocchiale collegando i vari volumi e alle cui estremità è posizionato il campanile, riferimento compositivo-simbolico e richiamo per la comunità. Un volume compatto, costituito da un parallelepipedo con lati di metri 18,80 alto 9,50, in pannelli di ce-mento armato prefabbricati con finitura esterna in laterizio, inter-secato centralmente da due pareti curve contrapposte, identifica l’area liturgica. L’ingresso principale – si legge ancora nella relazio-ne – è costituito da un portale di modeste dimensioni, rivestito in pietra locale. Questo spazio piccolo e relativamente basso ci con-sente di accedere al mondo del sacro. Al centro del fondale è sca-vata un’abside di forma tronco-conica a tutta altezza nella quale la luce diffusa proveniente dall’alto va ad illuminare il crocefisso in legno posizionato al centro di questo spazio e l’area presbiterale”.Caratteristiche della nuova chiesa:terreno: 1.649 mqchiesa, cappella feriale, sacrestia e uffici del parroco: 640 mqcanonica: 200 mqlocali per il ministero pastorale che comprendono9 aule per il catechismo, una sala parrocchiale di 150 mq: 600 mqtotale superficie della struttura: 1.440 mq

L’INAUGURAZIONE SABATO 22 DICEMBRE ALLE ORE 11

Tre nuovi diorami per il presepe di S. Marco IL 75% DEL PROGETTO FINANZIATO CON IL CONTRIBUTO CEI

Una nuova chiesa per Gimarra

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Fano Fossombrone Cagli Pergola 16 dicembre 2012 17amicoil nuovo• •

INAUGURATA ALLA PINACOTECA SAN DOMENICO

Qualche minuto davanti al Presepe…

FANO – Vietnam, Venezuela, Bangladesh, Honduras sono solo alcune delle nazioni da cui pro-vengono i quaranta presepi in esposizione fino al 6 gennaio 2013 alla Pinacoteca San Domenico. La mostra, inaugurata sabato 8 dicembre e curata da Aldo Man-curti, ha visto la partecipazione, nonostante le avverse condizioni meteorologiche, di numerosi cit-tadini curiosi di poter ammirare queste particolari e originali crea-zioni deliziati dalle note natalizie della Cappella Musicale del Duo-mo e dai Pueri Cantores. I presepi sono pervenuti alla Fondazione della Cassa di Risparmio grazie alla signora Maria Teresa Bagna-resi che ha recentemente donato alla stessa Fondazione una ricchis-sima collezione di preziosi reperti etnici. A portare il suo saluto è in-tervenuto l’ingegner Fabio Tom-bari presidente della Fondazione il quale ha sottolineato l’impor-tanza di questa mostra che racco-glie i presepi provenienti da tutte le parti del mondo, anche da Paesi dove il cristianesimo è presente in misura minore. “E’ un’esposizione – ha ribadito Tombari – significa-tiva perché rappresenta la fede au-tentica e genuina di tante persone”.

Intervenuto alla serata inaugurale anche il vescovo Mons. Trasarti il quale ha preso in esame i vari simboli del presepe. “La mangia-toia, dove il bambino viene posto avvolto in fasce, è sempre stata vista come prolessi di Cristo de-posto nel sepolcro ed avvolto nel sudario, anticipazione che indica Cristo redentore dell’uomo con la sua morte, concetto già presente nelle raffigurazioni bizantine della natività, nelle ‘sacre rappresenta-zioni’ che si allestivano nelle chie-se in epoca alto-medievale, ancor prima che San Francesco allestisse il suo presepe. I colori del manto e della veste della Vergine, azzurro e rosso, cielo e amore. La veste marrone e il mantello giallo-oro di San Giuseppe, umiltà e fede – gli stessi colori che, salvo rare

eccezioni, contraddistinguono anche San Pietro. Il bue e l’asino, che non compaiono nel raccon-to dei vangeli, ma derivano dagli apocrifi, finiscono per diventare i rappresentanti l’uno (il bue) degli ebrei e l’altro (l’asino) dei pagani. I re magi, fissati nel numero di tre da un decreto di papa Leone Ma-gno – prima di tale decreto il loro numero era imprecisato -, pre-senti nel Vangelo di Matteo e dei quali un apocrifo ci fornisce an-che i nomi; ecco allora che Mel-chiorre, di nazionalità non ben precisata e recante oro, Gaspare, un arabo recante incenso, Baldas-sarre (il nero), un etiope recante mirra, altro non significherebbero che l’omaggio a Dio di tutti i po-poli della terra allora conosciuta (Europa, Asia, Africa); ma il loro

significato però è anche quello di riconoscere nel bambino il re dei re, il vero re dell’universo, davanti al quale anche i potenti della terra piegano il ginocchio. Altri simboli sono stati intuiti, per esempio, nel ponticello sempre presente sopra il rigagnolo d’acqua: unione di po-poli; nell’osteria: luogo dove ci si ubriaca e dunque luogo del male; nel pastore: guida del gregge e dunque capo di una società ecc. Vi è però un singolare personaggio

che s’incontra spesso nei presepi napoletani: Ciccibacco, è un car-rettiere che porta vino all’osteria e simboleggia il demonio, cioè colui che si adopera perché il male nel mondo non abbia mai fine. Ma il nostro tempo, si sa, ha perduto tanti valori. Forse sarebbe il caso di recuperarne un po’, magari so-stando qualche minuto davanti ad un presepe”.

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PADRE SALVATORE FRIGERIO AL CIRCOLO “A. BIANCHINI”

La vita: dono di Dio per l’uomo Natale a Villa S. BiagioviLLa san BiaGio – tante le proposte per vivere il natale a villa san Biagio. riportiamo, di seguito, il programma degli incontri:sabato 15 dicembre, alle ore 16, scuo-la di preghiera in via 4 novembre 47 domenica 16 dicembre, alle ore 16, ritiro gruppo vdv 17–18-19 dicembre 2012, dalle ore 21 alle ore 22.30, “prepariamoci al na-tale” in via 4 novembre 47 - L’infan-zia di Gesù – la fede di Mariadomenica 23, alle ore 10.30, santa Messalunedì 24 dicembre, alle ore 24, s.Messa di Mezzanottemartedì 25 dicembre, alle ore 10.30, santa Messa

mercoledì 26 dicembre, alle ore 10.30, santa Messa25 M s. nataLe Messa ore 10.3026 M s. steFano Messa ore. 10.3027 – 28 - 29 dicembre, ritiro di fine anno con Qohelet (inizia il pomerig-gio del 27 alle ore 18 e termina do-menica 30 a pranzo) domenica 30 dicembre ritiro famiglie – laboratori educativilunedì 31 dicembre, alle ore 18, “te deum” di ringraziamento. segue cena fraterna e auguri di Buon annoinFo e prenotazioni: [email protected] 0721.823.175 – 0721.803742www.sanbiagiofano.it

FANO - Il tema era la più seria ed affascinante tra quante riflessioni si presentano alla mente dell’uo-mo: “La vita: dono di Dio conse-gnato all’uomo”. Padre Salvatore Frigerio, monaco camaldolese, illustre biblista e abate dell’eremo di Monte Giove, ha guidato i par-tecipanti all’incontro di mercoledì 16 dicembre al circolo culturale “A.Bianchini” a condividere le sue riflessioni sul tema della Vita, par-tendo dalle Sacre Scritture.La Bibbia per gli ebrei era “il li-bro”, che dà un’interpretazione teologica della storia, “a posterio-ri”, riferendo a Dio tutto ciò che è avvenuto e le sue conseguenze; si tratta della valutazione morale di

una civiltà teocentri-ca, che at-tribuisce a Dio ogni fenomeno n atu r a l e e alla sua presenza r e t r i b u -tiva ogni c o n s e -g u e n z a positiva o ne g at iv a del sin-

golo evento, personale o cosmico. Ne emerge l’immagine di un Dio monarca, giudice implacabile, pa-dre padrone. L’uomo, e con lui le sue Scritture, se ne è allontanato, per giungere, con Gesù di Naza-reth, alla conoscenza di Dio che è essenzialmente amore. Il Nuovo Testamento ci dà testimonianza di questo cammino, che culmina nella predicazione di Gesù e nella sua sconcertante vicenda umana, che destabilizza ogni arroganza religiosa e sociale, in nome di una giustizia più grande, che è la giu-stizia dell’amore. Se è richiesto un impegno all’uo-mo, non è perché Dio ne abbia bisogno, o se ne senta vincolato

in nome di una giustizia retribu-tiva, ma perché l’uomo è invita-to a condividere il suo progetto di amore. La Vita è Gesù stesso, dono del Padre all’umanità; l’uo-mo diventa una creatura consape-vole di sé e del suo rapporto con la divinità.Dopo aver guidato i presenti a queste alte meditazioni teologi-che, padre Frigerio le attualizza, attento all’impegno di ogni crea-tura umana, a cui Dio consegna il compito di trasmettere la vita. Come? A questo punto si entra nel difficile rapporto tra religione e scienza, che presenta oggi modi alternativi per la trasmissione del-la vita. Padre Frigerio conclude con alcune riflessioni del Cardi-nale Martini: dobbiamo grande ammirazione per la scienza, che ha raggiunto traguardi stupefa-centi, ma dobbiamo anche essere consapevoli del grande potere che è nelle mani degli scienziati e della necessità di un senso di re-sponsabilità, che permette loro di fermarsi, di non varcare un limite. E questo limite è l’uomo e la di-gnità di ogni persona, da cercare ad ogni costo, anche a prezzo di rinunce.

Leda Pedinotti©riproduzione riservata

Ritiro invernalde del CMDCome ormai da molti anni il 27,

28 e 29 dicembre si terrà il ritiro invernale del Centro Missionario

diocesano e anche per questa volta sarà la Casa dei Missionari saveriani di ancona ad ospitare i 35/40 giovani che ne prenderanno parte. L’incon-tro, che ha per tema “andate e fate discepoli tutti i popoli”, cioè il tema della GMG 2013 di rio, si svilupperà in testimonianze, momenti di riflessio-ne, di preghiera, di confronto con l’altro e di gioco. per scaricare il volantino: http://www.ildiso.it/wp-content/uploads/2012/12/ritiro-20121.pdf

Mostra alla Galleria CarifanoFANO – Venerdì 14 dicembre, alle ore 15.30 presso la Galle-ria Carifano (Palazzo Corbel-li, via Arco d’Augusto 47) è in programma l’inaugurazione della mostra itinerante “Videro e credettero. La bellezza e la gioia di essere cristiani” pro-dotta da Itaca con il patrocinio del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evan-gelizzazione, della Diocesi di Fano, Fossombrone, Cagli, Pergola, dell’Ufficio Nazionale per le Comu-nicazioni Sociali e del Progetto culturale promossa da Carifano, gruppo bancario del Credito Valtellinese. La mostra, costituita da 32 pannelli suddivisi in cinque sezioni, propone un percorso di testi e immagini che, partendo dal contesto di un “mondo dopo Gesù senza Gesù”, per usare un’espressione del poeta Pèguy, mette in luce il realismo e la ragione-volezza della fede come l’unica che può rispondere al cuore dell’uomo, fatto per l’infinito. all’inaugurazione interverranno:Mons. armando trasarti, vescovo di Fano, Fossombrone, Cagli, pergolaeugenio dal pane, curatore della mostraFrancesco Giacobbi, presidente CarifanoLa mostra (ingresso libero) rimarrà aperta nei seguenti orari: da martedì a ve-nerdì ore 16-19.30 - sabato e domenica ore 10-12.30; 16-19.30chiuso lunedì 25 dicembre e 1 gennaio

CuCCurano - L’oratorio “La stazione” di Cuccurano, visto il successo dello scorso anno, ripropone con grande entusiasmo, domenica 16 dicembre dalle ore 15 in poi, “La città di Betlemme”.L’idea di base è quella di creare un “con-trasto” tra il presepe vivente gestito dai bambini delle elementari con la prezio-sa partecipazione della Colonia Julia Fa-nestris e quello che è il nostro senso del natale, consumistico e materiale (infatti il ricavato dei mercatini andrà tutto in beneficenza).il pomeriggio verrà allietato con musi-che dal vivo, coro di voci bianche diretto dal maestro davide Grilli, percorsi tema-tici e punti di ristoro.vi aspettiamo numerosi! si ringrazia per la collaborazione la diocesi, La colonia Julia Fanestris, il maestro davide Grilli, lo staff del coordinamento diocesano degli oratori, l’oratorio “La stazione” ed i numerosi volontari.

Andrea Ordonselli©riproduzione riservata

ALL’ORATORIO DI CUCCURANO

“La città di Betlemme”Incontro di Azione Cattolica a Loreto

Fano – L’azione Cattolica diocesana settore adulti organizza, domenica 16 dicembre a partire dalle ore 10 a Loreto, l’incon-tro diocesano sul tema “Cosa poso fare io? il mio apostolato è partecipazione alla missione salvifica ella Chiesa? (Lumen Gentium, n.33b)”.

riportiamo, di seguito, il programma della giornata:ore 10, santa Messa in Basilicaore 13: pranzo a Montorsoore 15: incontro con don Francesco pierpaoliore 17: saluti e scambio di auguriper info e adesioni: Giulio 335.5344482 - Luisella 333.4525655

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UrbinoUrbania Sant’Angelo in Vado

Redazione di Urbino:Via S. Chiara - 61029 UrbinoTel. e Fax 0722/[email protected]: Mattino 9.00-12.00Pomeriggio 15.00-17.00

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Tutte le iniziativein programma

ad Urbino

pagina

natale

Premiazione dei vincitori del concorso di Poesie dedicate alla madonna

la cerimonia nel moderno complesso del centro mariano di trasanniTrasanni di Urbino – La bufera di neve abbattutasi sul ter-ritorio urbinate nel primo pome-riggio di sabato, non ha impedito lo svolgimento della cerimonia di premiazione dei vincitori del concorso di espressioni poetiche avente come tema centrale la figu-ra della Vergine tenutasi nel Cen-tro mariano di Trasanni proprio il giorno della Festa dell’immaco-lata. alla partecipazione di tanti, provenienti anche da località lon-tane, si è aggiunta la presenza gra-ditissima di s.E. mons. Giovanni Tani arcivescovo di Urbino – Ur-bania – sant’angelo in Vado, che ha reso ancora più solenne la ma-nifestazione; nel suo saluto egli ha espresso un significativo ricono-scimento del valore dell’iniziativa, sottolineando il grande amore verso la Madre di dio da parte di don Ezio ed il suo costante impe-gno per far crescere la devozione alla Madonna.. L’intervento introduttivo è sta-to tenuto da don Ezio Fedu-zi, presidente della Fondazione, che ha offerto molti elementi di riflessione:<Viviamo – ha det-to, tra l’altro – in una società che

sta perdendo ogni giorno la sua freschezza e si sta paurosamen-te ammalando; il quadro è così allarmante che ciascuno di noi sente nel proprio intimo la feri-ta. La famiglia, il valore primo di

ogni tessuto umano e sociale si sta disgregando. Piangono gli or-fani e si maledicono coloro che in un periodo felice si parlavano d’amore. in una famiglia, anche la più toccata dal male e provata

dalla sventura, dove c’è una mam-ma premurosa e dolce, capace di sacrificarsi sino all’eroismo, non viene mai a mancare la speranza. La Madonna è Colei che dio stes-so nel momento del sacrificio più

eroico di Gesù ci ha donato per Madre. Ciascuno di noi deve cer-care di sentirLa così, come per-sona viva, Madre piena d’amore>. don Ezio ha poi parlato del vo-lume che raccoglie le 636 poesie pervenute ed altrettante imma-gini della Madonna:<Certamente – ha detto ancora don Ezio – que-sta pubblicazione vuol avere un suo significato. Prima di tutto ri-sponde ad un bisogno del cuore di chi è stato altamente benefica-to da Lei e si trova nella sera del tempo che avanza, come segno di gratitudine; in secondo luogo per lanciare un messaggio a quanti vogliono conoscere di più la Ma-donna e quindi amarLa di più>. sono seguiti l’indirizzo di saluto dell’arcivescovo e la relazione di Maria Laura Fraternali, presiden-te della commissione giudicatrice si è proceduto poi alla premiazio-ne degli 11 vincitori (cinque della sezione giovani e sei degli adulti). La cerimonia è stata intervallata dagli intermezzi musicali di Toni-no Cocchi, Monia duchi e il coro parrocchiale di Trasanni.

giancarlo di ludovico©riproduzione riservata

la relazione della Presidente della commissione

le poesie rivelano una fede solida, una speranza certa

sant’angelo in vado. nella val Metauro non si è mai spenta la tradizione dei “Fuochi della Madon-na”. nella notte fra il 9 e 10 dicembre si sono acce-se decine e decine di falò per illuminare il cammi-no della Casa di nazareth di Maria, che, leggende popolari, volevano fosse trasportata, in volo dagli angeli, da tersatto, nell’odierna Croazia, sulla colli-na di loreto. erano le luci della notte “buia e tem-pestosa” del 9 dicembre 1294. Circa 712 anni fa. la storia racconta che le pietre della santa Casa furo-no portate via da nazareth per nave al tempo delle Crociate, ma a Cal Basso di sant’angelo in vado e su tutta la valle dell’alto e Medio Metauro è bello pensare a quel volo radente, con tanti angeli impe-gnati nell’impresa di attraversare l’adriatico e pla-nare sulle Marche. l’appuntamento di Michele & c., a Cal Basso, è stato attorno a fiamme alte 10 metri (nella foto: il cippo di rovi, ginestre ed arbusti).

continua la tradizione dei fuochi in onore della madonna di loreto

Urbino. seicento canti dedicati a Maria giunti da tutta italia e da persone di ogni età. si è stupito don Ezio, il grande promotore dell’iniziativa, ci siamo stupiti noi della commissione che que-ste poesie abbiamo letto attenta-mente. Ci ha innanzitutto colpi-to l’affetto sincero e profondo di un così gran numero di persone per la Vergine; non si tratta di un legame sentimentale, ma di un

vincolo d’amore reale. Le poesie infatti esprimono la realtà, rac-contano la realtà: c’è chi, nella difficoltà invoca protezione, chi nella gioia ringrazia, chi, provato dalla sofferenza, cerca conforto, chi semplicemente testimonia la certezza di essere costantemente e amorosamente accompagnato da Maria. C’è il bambino, l’adulto, c’è il poeta affermato e la madre di famiglia. Età, professione, con-

dizione sociale non contano.altro motivo di stupore è stato il rinvenire la spontaneità, la since-rità, la assoluta mancanza di re-more nell’affidare ai versi ciò che il cuore detta: autentica espres-sione di libertà.sicuramente però ciò che com-muove ed è motivo di profonda riflessione è l’accorgersi di una devozione sincera, una fede so-lida, una speranza certa, una do-

manda sempre aperta. «da quel dì sei al mio fianco / nel mio abito bianco / come nube leggera / sei con me giorno e sera» scrive una giovane donna che al sì della promessa sponsa-le unisce il sì della certezza del-la presenza della Madonna nella sua vita.«davanti al dolore / le mie certez-ze si spengono / la mia speranza trema» sono le parole sofferte che esprimono l’impossibilità per l’uomo di stare davanti al dolore.«E se d’un figlio più fragile batte / il cuore che pur di dio porta l’immagine [scrive un’altra autri-ce] fa che le viscere create per la vita / di morte non diventino la tomba»: testimonianza viva del valore irripetibile di ogni essere umano.C’è in molti versi la ricerca, la continua ricerca di significato che si accompagna all’attesa e, soprattutto, alla preghiera: «non sono mai stato / bravo a pregare, ma / quante volte Ti chiamo nei miei silenzi!» afferma sommessa-mente un autore.

il candore, la spontaneità e, so-prattutto, la freschezza si segna-lano nei testi dei giovani, bambi-ni in alcuni casi. C’è in essi uno sguardo stupito sulla realtà, meravigliato, esta-siato, uno sguardo allo stesso tempo penetrante, in grado di ri-levare anche i problemi del mon-do: «anche per gli adulti la mia preghiera / perché ritorni in essi fiducia e speranza / in una nuova e più serena / primavera» invoca Marcello di 10 anni.o, ancora: «santa Maria ti pre-ghiamo per tutti i bambini / grandi e piccini / per i bambini di tutto il mondo / che formano un grande girotondo». dietro le poe-sie di grandi e piccini si avverte un popolo, un popolo devoto alla Madonna, un popolo orante che a Lei si affida e in Lei confida, una tradizione consolidata di fa-miliarità con Maria tanto che an-che persone distanti dalla fede o ad essa indifferenti nutrono una particolare venerazione per Lei.

Maria Laura Fraternali©riproduzione riservata

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16 dicembre 2012 19Urbino Urbania Sant’angelo in Vado

URBINO. In questa seconda tappa che ci avvicina al Natale, alla nascita di Gesù, la parola chiave a cui siamo stati richiamati, è la conversione che ci invi-ta a preparare la via al Signore che vie-ne. A proclamare questa novità è Gio-vanni il Battista che ha il compito di svegliare il popolo rispetto alla coscien-za di salvezza che Dio sta operando nella storia. Per vedere questa salvezza occorre riempire i burroni, abbassare i monti, raddrizzare le vie e spianare quelle impervie. Questo è il punto di partenza, queste sono le nostre con-dizioni, le nostre storie, la nostra vita che dobbiamo rivedere per giungere alla meta che è Dio. Per raggiungerla occorre cambiare strada, occorre puri-ficare la propria vita, mettendo il pro-prio cuore alla scuola del deserto che è il luogo dell’essenzialità, della medi-tazione, del silenzio, dell’ascolto, della preghiera e dell’obbedienza ai disegni di Dio. “Siamo entrati”, ha detto padre Luca Gabrielli, “nell’anno dell’evangeli-sta Luca. Lui non ha visto Gesù, non è stato un testimone oculare, ma ha rac-colto accuratamente le testimonianze, i documenti sulle opere del Signore. In questa pagina evangelica inquadra la vicenda di Giovanni il Battista, sotto-lineando i nomi dell’imperatore roma-no, del governatore della Giudea, dei

responsabili di determinati territori della Palestina e delle massime auto-rità religiose, Anna e Caifa. Questo ci dimostra che la vicenda di Gesù non è una favola, ma è un fatto realmente accaduto in questo preciso momento storico. Il Messia è arrivato e il Battista lo proclama. La Parola di Dio avvenne su Giovanni e questo ci testimonia la storicità di Gesù. Questo precursore va nel deserto a predicare, invitando alla conversione, al cambiamento di vita. Ci porta nel deserto dove non ci si mette la maschera, ma ci si mostra per quel-lo che si é. Gesù ancora oggi ci vuole portare nel deserto, per allontanarci da ogni distrazione e così poter parlare al nostro cuore”. Il parroco ha quindi esortato i ragazzi della parrocchia uni-versitaria a fare un po’ di deserto nella loro vita frenetica, per intessere una relazione con Dio, in quanto una vita senza legame con Lui, è una vita spre-cata. Per questo li ha invitati a liberarsi dalle negatività, tramite una approfon-dita confessione, condizione necessa-ria per fare operare la grazia di Dio. È Lui il primo a “convertirsi” a noi, è Lui a “mostrarci la sua misericordia e do-narci la sua salvezza”. In settimana si è svolta una “missione” con la quale sono stati portati gli auguri per l’imminen-te Venuta del Signore, a tutti i ragazzi residenti nelle strutture pubbliche e private, insieme all’invito a partecipare alle prossime catechesi del martedì alle ore 21. In settimana, nella Chiesa di S. Domenico, si è svolto anche un concer-to, dal titolo: “Natale per davvero”, per sperimentare la vera gioia del Natale.

Giuseppe Magnanelli© riproduzione riservata

“Giovanni il Battista”Pastorale universitaria

Quasi un diario

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1. annota-zioni (per me).“L’articolo va scritto in modo rapido, semplice, ef-ficace. ogni

riga una notizia, non chiacchie-re od ornamento. il giornalismo è una cosa, la letteratura un’al-tra. dà fastidio chi sta a mezza strada”. 2. Chi non si illumina davanti allo splendore delle creature è cieco; chi non si sveglia alle grida del creato è sordo; chi non loda dio per tutti questi fatti è muto; chi non riconosce il primo principio da tutti que-sti fatti è stolto. apri gli occhi,

porgi le orecchie dell’anima, sciogli le tue labbra e disponi il tuo cuore…” L’autore di questi frammenti, Bonaventura di Ba-gnoregio (1217-1274), nel 1259 si rifugiò sul monte della ver-na: un luogo della quiete, ma anche di miracoli. (a cura di C. Leonardi,“La perfezione cristia-na”, 2012, Mondadori)3. Mi giunge da L.C. questo ap-punto: CHiese e MeMoria.a) SS. Crocefisso – ex ospeda-le – di urbania. a causa delle intense nevicate del febbraio scorso, parte del tetto è crollato a cui non ha fatto seguito alcun intervento, neppure di fortuna, di chiusura dello squarcio, la-sciando la struttura in balia de-

gli agenti atmosferici con tutto ciò che ne consegue.resta incomprensibile il moti-vo di una mancata copertura provvisoria e d’emergenza.b) San Francesco è di nuovo chiusa per inagibilità. era stata riaperta dopo lavori di restau-ro con una manifestazione in pompa magna e poi … richiu-sura. Cosa è successo? Colpa anche qui della neve o restauro poco oculato?c) Santa Chiara è chiusa ab im-memorabili. d) Chiesa del Cimitero, abban-donata.d) oratorio del Corpus Domini, frequentato solo nel mese di maggio ed a dicembre, allorchè

un gruppo di urbaniesi, amanti delle tradizioni, ne fanno uso per allocarvi il presepe.e) La chiesa dei Morti è visitata dai turisti e curiosi per il cimi-tero delle mummie, e non per altro seppure significativo. f) oratorio della Madonna del Carmine, necessita di restauri , tanto che il sindaco ed il parro-co hanno lanciato una campa-gna di sensibilizzazione per la raccolta di fondi .g) dell’edicola che era all’inter-no del tempietto del Bramante sul ponte del riscatto, conte-nente una immagine della ver-gine della Mercede, meglio non parlare. difficile salvarsi dalle mine tedesche e dalle trascura-

tezze domestiche.Chissà che per le celebrazioni Bramantesche del prossimo 2014, non si riesca a fare un qualche recupero.g) Dulcis in fundo, la Chiesa del Barco, all’interno del grande convento, chiusa ormai da de-cenni per lavori di restauro. si parla di ulteriori lavori e di un Bando pubblico per la gestione di tutto il comprensorio: che fine farà la Chiesa? ritornerà officiata o anche di questa si perderà uso e memoria?in conclusione sono tutti pezzi della nostra storia che se ne vanno, tra l’inconscio e l’inco-scienza. Mala tempora currunt.

URBINO. Durante la novena e nel-la solennità dell’Immacolata Con-cezione, la Chiesa di S. Francesco, come da tradizione, diventa un prezioso luogo di incontro del po-polo cristiano di Urbino. Un attac-camento, una fede, un abbandono alla Vergine Maria, vista come una promessa certa, anzi l’anticipazione della redenzione. Quest’anno poi, la comunità conventuale francescana urbinate, che ha curato l’evento fin nel più piccolo particolare, è riusci-ta addirittura, a “pescare” l’Arcive-scovo che, nonostante i suoi innu-merevoli impegni, ha ritagliato ogni sera uno spazio, per l’animazione della novena. I fedeli hanno rispo-sto con entusiasmo e partecipazio-ne tutte le sere e nemmeno il gelo e l’improvvisa nevicata nel giorno della solennità dell’Immacolata, li

hanno scoraggiati, anzi, come gli altri anni, hanno riempito la Chiesa e hanno ringraziato il loro pastore al termine della cerimonia, con un caloroso e prolungato applauso. Anche nelle parole di ringrazia-mento indirizzate all’Arcivescovo, da parte del padre guardiano Albi-no Tanucci, traspariva una grande soddisfazione, per la sua presenza e per le sue catechesi che hanno approfondito ogni sera un aspetto del cammino di Maria, dal suo “sì” all’angelo Gabriele per arrivare fino sotto alla croce, attraversando e su-perando ostacoli, difficoltà, pericoli, dubbi, incomprensioni ma sempre fidandosi della bontà del progetto di Dio che aveva in parte intuito fin dall’inizio, pur non conoscen-done tutti i contorni. La solennità dell’Immacolata Vergine Maria, ha

sempre trovato nei francescani voce autorevole e fervente devozione sin dalla proclamazione del dogma da parte di papa Pio IX, dell’8 dicem-bre 1854, attraverso la bolla “Ineffa-bilis Deus”. Maria per un dono e un privilegio che Dio le ha concesso e in virtù dei meriti che Cristo avreb-be acquisito con la Pasqua, è stata preservata da ogni macchia di pec-cato originale fin dal primo istante del suo concepimento nel grembo di Sant’Anna. S. Bernardo, al momento della do-manda dell’angelo a Maria, le chie-de di essere magnanima: dacci il tuo sì! Il momento decisivo è quan-do dal suo cuore, dalle sue labbra esce la risposta: avvenga per me secondo la tua parola. È il momen-to in cui si realizza la decisione più elevata della libertà umana”. Mons.

Tani ha evidenziato la preghiera di S. Bernardo che tra l’altro recita: “… Nei pericoli, nelle angustie, nelle perplessità, pensa a Maria, invoca Maria! Sostenuto da lei non cadrai, difeso da lei non temerai, con la sua guida non ti stancherai, con la sua benevolenza giungerai a destinazio-ne”. Al termine della celebrazione, prima della recita del “Tota pulchra” vi è stato l’affidamento a Maria dei bambini, dei fanciulli, dei giova-

ni, degli anziani, degli operatori e di tutta la comunità civile e reli-giosa, in modo che le tenebre non prevalgano sulla luce. Il coro di S. Francesco, sapientemente guidato da Stefano Mancini, Sara Rocchi e Augusta Sammarini, ha animato il solenne rito, con musiche e canti appropriati.

Giuseppe Magnanelli© riproduzione riservata

iMMaCoLata ConCeZione

La solennità celebrata a San Francesco

iL terZ’ordine FranCesCano a MerCateLLo

I Centenario di fondazione 1911-2012

MeRCATeLLO SUL MeTAURO. Sabato 8 di-cembre, festa dell’Immacolata, durante la Solenne Celebrazione eucaristica delle ore 11,15, svoltasi nella Pieve Collegiata e presieduta dal parroco don Piero Pasquini, si è data degna conclusione del I Centenario di fondazione del Terz’Ordine francescano di Mercatello. Questo movimento nacque per volontà dello stesso san Francesco, in-fatti oltre ai frati e alle monache, il Santo si pre-murò di favorire anche il coinvolgimento dei fe-deli laici nella diffusione dello spirito francescano. I primi ad aderire furono Lucchese e Bonadonna di Poggibonsi trovandosi il Poverello nel 1221 di passaggio nella cittadina toscana. I membri del Terz’Ordine non emettono i voti di povertà, obbe-dienza, castità, non conducono vita comunitaria, possono essere sposati e non, svolgono attività lavorative, sono quindi laici che vivono gli ideali francescani nella società e nella famiglia. Patroni del Terz’Ordine sono san Luigi IX, re di Francia e santa elisabetta regina d’Ungheria, i quali appar-tenevano a tele movimento. Il Terz’Ordine è aper-to sia agli uomini e alle donne. Antica è la presen-za della congregazione a Mercatello sia nel ramo

maschile che femminile, se ne ha notizia sin dalla seconda metà del ‘200, come risale alla prima ora del francescanesi-mo la presenza a Mercatello dei Frati Minori e delle “Da-mianite” di santa Chiara. In questo periodo alcune terzia-rie gestivano un ospedale per poveri e pellegrini situato nel-le adiacenze della confluenza del torrente Sant’Antonio con il Metauro. In seguito vicino a tale ospizio veniva eretta la chiesa dedicata ai SS. Aposto-li Filippo e Giacomo e queste trovavano una nuova sede nella chiesa di santa Maria

Nuova denominata successivamente Madonna di Loreto, posta dietro il convento dei Minori dai quali ricevevano la direzione spirituale. Questa esperienza di vita francescana laicale era cessata alla fine del sec. XVII, infatti nella Visita Pastorale il vescovo mons. Barugi non trovò più le terziarie nella chiesa loro assegnata. Il 6 agosto 1911 tale congregazione veniva ad essere rivitalizzata per opera del padre cappuccino Crispino da Guarci-no della provincia Monastica di Roma, confessore ordinario della monache cappuccine di Mercatel-lo. Nella fondazione furono presenti e assistenti l’arciprete don Luigi Sacchi e il canonico Settimio Muccioli. La nuova istituzione, posta sotto il pa-trocinio di santa Veronica Giuliani, ebbe la pro-pria sede presso il convento delle Cappuccine, era composta da 5 sacerdoti e 75 laici uomini e donne. Il Terz’Ordine attualmente è formato da 20 donne e queste sono impegnate nelle attività parrocchia-li, curano la formazione spirituale e partecipano alle attività della parrocchia.

Fabio Bricca © riproduzione riservata

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16 dicembre 201220 Urbino Urbania Sant’angelo in Vado amicoil nuovo• •

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Natale a UrbiNo

Le iniziative in programmaUrbino – Man mano che ci si avvicina al natale ed al Capodan-no 2013 si intensificano ad Urbi-no le iniziative in programma per il periodo festivo. Alla ormai tradizionale manife-stazione Le vie dei Presepi (centro storico) e alle Botteghe dell’arti-gianato artistico (Sale del Castel-lare) che andranno avanti fino al 6 gennaio, si aggiungono, il 15/16 e 22/23 dicembre I Mercatini di Na-tale (centro storico); gli Zampogt-nari della Val del Foglia, il 15 e il 22 dicembre (centro storico); Sul-le tracce di Babbo Natale (rampa di Francesco di Giorgio Martini) 15-16-22-23 dicembre dalle 16 alle 20; con giochi, laboratori e spettacoli per bambini; Giocarsi le feste (Collegio raffaello) con le Tombole (23 e 29 dicembre alle 21), il Torneo di burraco (22 e 26 / 12 e 2 gennaio alle 21); il Torneo di briscola (19 dicembre e 5 gen-naio alle 21).inoltre il Coro Gospel Sing for Joy presenterà lo spettacolo “Looking 4 Jesus” il 15 dicembre, alle 18.00 nella Chiesa degli Scalzi e il 16 nel Cortile del Collegio raffaello. il 21 dicembre alle 18,30 Concerto di

natale del Gruppo insieme (Cor-tile Collegio raffaello).Molto atteso l’appuntamento del 22 dicembre con la Compagnia dialettale urbinate che metterà in scena al Teatro Sanzio (pre 21) El Presep, liberamente trattoda ‘natale in Casa Cupiello’ di Eduardo De Filippo. regia Amle-to Santoriello, Canzoni in dialetto di Duccio Alessandro Marchi. il 23 dicembre 2012, ore 21, ci sarà il tradizionale Concerto di Natale al Sanzio con il Coro Polifonico della Cappella Musicale del SS. Sacramento di Urbino e l’orche-stra di strumenti a fiato di Urbino. il 29 e 30 dicembre 36 Ore Non Stop al palazzetto dello sport nel segno dello Sport, Spettacolo e So-lidarietà a cura della Cooperarati-va Sociale Francesca.il 31 dicembre 2012, dalle ore 23.00 Veglione di Capodanno al

Teatro Sanzio. il 4/5/6 gennaio 2013 in piazza della repubblica ci sarà il Mercato di dolci napo-letani Da non dimentica La Via dell’Agrifoglio con i presepi arti-stici: Chiesa degli Scalzi: grande presepe meccanico di Giovanni

Montanari, rappresentante un quartiere della roma dell’800, con 26 statue in movimento. Chiesa di San Francesco: presepe tra-dizionale degli artisti di Torre San Tommaso; oratorio di San Giuseppe: presepe in stucco con

figure a grandezza naturale di Federico brandanti; Palazzo Pal-ma, via Mazzini: presepe a cura di Salute Mentale di Urbino; Palazzo Castracane: esposizione di Prese-pi storici, artistici e tradizionali di artisti urbinati e non; basilica Cattedrale: sculture a grandezza naturale in resina, e argento del-l’artista urbinate Pippi balsamini. oratorio della Grotta della Cat-tedrale: Sale del Castellare: Dio-rama presepiale della tradizione napoletana, prodotto di altissima finitura che ripercorre i modelli settecenteschi più noti, con am-bientazioni di grande respiro e scorci della città di napoli; Chiesa di San Domenico: grande presepe rappresentante la città di Urbino, liberamente ricostruita dall’artista urbinate Luciano biagiotti.

gdl©riproduzione riservata

Adorazione Eucaristica Perpetua

urBino. Quella di giovedì 6 di-cembre è stata per gli adoratori che, nella chiesa di santo spirito, partecipano tutto il giorno tutti i giorni all’adorazione eucaristica perpetua, una serata di preghie-ra, di ascolto della parola di dio, iniziata con la recita del rosario e la celebrazione dell’eucaristia.

La chiesa era gremi-ta di fedeli che han-no accolto con gioia e fiducia il nuovo rettore don andreas Fassa che ha presie-duto, proseguendo la tradizione del primo giovedì del mese, la santa mes-sa concelebrata da padre andrea Can-nuccia, del conven-to di san Francesco. nell’omelia don an-dreas ha rivolto un affettuoso saluto ai numerosi presenti, ribadendo l’impor-

tanza dell’adorazione eucaristi-ca che si tiene da quasi otto anni a santo spirito. La messa è stata animata dai giovani studenti della FuCi, che hanno innalzato canti di lode a dio ed alla Beata vergine.

Fausto Nucci©riproduzione riservata

iN risposta a Max

Come si festeggia la Madonna di LoretoUrbAniA. Letterina di risposta. Caro Max o rupo, ho letto il tuo invito per il Mars. il 9 dicembre, la nostra tradizione, ossia quella dei nostri avi, intendeva “ab anti-quo”, e tu lo saprai, ad indicare la via agli Angeli che trasportavano la Casa della Madonna a Loreto. Tutta una tradizione marchigia-na che festeggia il 10 dicembre la Madonna di Loreto. Se verrai all’inaugurazione del Museo Leo-nardi, sabato 15, alle ore 17, nell’ex Episcopio, troverai proprio all’in-gresso del museo il sacello della Casa di Loreto del 1636, opera in legno dipinto da Claudio ridolfi nel 1636, secondo me, per la na-scita della diocesi di Urbania e di Sant’Angelo in Vado. ogni chiesa marchigiana reca la devozione della Madonna di Loreto e si pos-sono trovare immagini pittoriche e scultoree nate dalla fantasia e dalla devozione degli artisti. Ho recuperato una statua in legno dipinto di sapore popolare dalla chiesa, ormai quasi abbandonata,

di Candigliano e l’ho de-positata nel detto museo che ne colleziona anche una, piccola, in cartapesta. Questi sono i pensieri che mi hai sollecitato, come quelli che ho avuto e scrit-ti e pubblicati nel nuovo amico, il settimanale che puoi trovare in fondo alla Cattedrale di Urbania. Ve-drai che in quella sera del 9 i contadini, rispettosi an-ch’essi della tradizione di fede dei loro padri, accen-deranno fuochi con il mo-tivo spirituale dei credenti. Alle tre di notte la chiesa di Urbania far suonare a festa il concerto di campa-ne, facendo immaginare il passaggio della Madonna nel cielo. Ho conosciuto i nostri vecchi campanari (vedi come sono vecchio!) che mi rac-contavano il seguito della faticata notturna per tirare le corde delle campane, ossia il momento della

colazione alle primissime luci del-l’alba. Tempi scorsi di un “paradi-so perduto”!

rr ©riproduzione riservata

aspettaNdo Natale

Concerto del Coro di Mazzaferro

Urbino – Venerdì 21 dicembre alle ore 21, il Coro polifonico Sancta Maria de Cruce di Mazzaferro, di-retto da odette Travaglini, eseguirà il concerto di natale nel salone parrocchiale.L’iniziativa sta diven-tando una consuetudine sempre più radicata, anche se quest’anno l’esecuzione non avverrà la vigilia di natale come negli anni precedenti. E ciò per non ca-ricare troppo di eventi la serata delle vigilia che già

prevede lo spettacolo dei bambi-ni e la Messa di mezzanotte. Scegliendo una serata diversa, quella appunto di venerdì 21, il coro potrà presentare un reper-torio di canti più ampio cui si aggiungerà la proiezione di alcu-ni filmati girati in paesi dell’Afri-ca da una componente del coro stesso. Ai canti più propriamen-te natalizi della tradizione italia-na ed internazionale (anche in lingua francese e inglese) si ac-compagneranno esecuzioni non strettamente legate al natale ma

pur sempre molto interessanti e piacevoli. Questo il programma delle esecuzioni: bianco natale, Astro del Ciel, il est né le Divin Enfant, il Tamburino, Al-bero di natale, in notte Placida, buon natale, Tu Scendi dalle Stelle, Adeste Fideles, Gli Angeli nelle Campagne, Mille Cherubini in coro, Petit Papa noel, Somewhere over the rainbow, Alegria.

Page 21: «Il Nuovo Amico» n. 44 del 16 dicembre 2012

22

Massimo Quartanuovo direttore

dell’Orchestra Sinfonica Rossini

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MUSICA

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A Fano verràpresentato

“Secretum Vitae”di Simona Ciccarini

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lIbrI

Solarità atmosferica e spiritualeFernando Mariotti ha dipinto pochi

soggetti sacri: si possono contare solo alcune pale d’altare, tutte eseguite tra

il 1918 e il 1921, di cui rimangono la Beata Veronica di Mercatello nel presbiterio della chiesa dei Cappuccini di Pesaro, questa Im-macolata Concezione coi santi Giacomo e Francesco di Montelabbate, la Madonna del Rosario per la chiesa dell’Annunziata di Pe-saro, Sant’Isidoro agricoltore e una Deposi-zione (di proprietà privata).Le tele per la chiesa dell’Annunziata e per la chiesetta dell’Arena a Montelabbate sono molto simili, e forse quelle dipinte per pri-me della breve serie sacra.Si possono capire alcuni legami culturali, meno evidenti in quadri di altro soggetto, ad esempio si avvertono gli influssi del suo maestro Luigi Scorrano (Lecce 1849-Urbino 1924), professore e poi direttore dell’Istituto di Belle Arti di Urbino, che già verso il 1913-14 aveva chiesto la collaborazione di Ma-riotti per alcuni dipinti religiosi e del quale si può vedere, come esempio indicativo, la bella pala d’altare con l’Ascensione e i santi Giovanni Battista e Martino di Tours nella chiesa parrocchiale di Petriano, eseguita nel 1909.Scorrano veniva dalla scuola napoletana di Domenico Morelli, e con purismo accade-mico univa il verismo delle scene di genere e di paesaggio alla grande tradizione urbi-nate del raffaellismo.L’allievo amatissimo Fernando Mariotti non può chiudersi negli stessi orizzonti antichi: sente piuttosto i richiami del simbolismo, dell’art nouveau, e si pone il problema di rin-novare il tema sacro innestandovi memorie iconografiche remote e ricorsi stilistici tra 800 e 900. Anzitutto rivive il divisionismo di Giovanni Segantini, sia nella tecnica dei tratti brevi e prolungati , sia nel misticismo della trasfigurazione in pura luce . Qualcosa di simile all’esperienza, fondamentale per la pittura sacra del Novecento nelle Marche, di Paolo Augusto Mussini (Reggio Emilia 1870-Roma 1918) che al misticismo naturalistico di Segantini aggiungeva una profonda e personale aspirazione all’immaterialità, nel-lo sforzo titanico di “spiritualizzare la vita”.Ci sono poi riferimenti a un protagonista marchigiano di recuperi classici in temi sacri: Biagio Biagetti (Porto Recanati 1877-1948), che nel 1922 lavorava nel santuario della Madonna della Misericordia a Mace-rata (Storie di Cristo e della Vergine) e più tardi nella cappella del Crocifisso (Storie della passione) nel transetto della basilica di Loreto.Ma il giovane Mariotti va oltre questo spes-sore già consistente di suggestioni e aggiun-ge, sia pure nella dimensione di “pura luce”, le volumetrie antiche e dolci da Piero della Francesca a Raffaello, fino ai recuperi sei-centeschi di Guido Reni e di Simone Canta-rini. Ne nasce una solarità atmosferica e spiri-tuale particolarmente significativa sia nel successivo percorso di ricerca del pittore pesarese che in quello della pittura sacra del novecento nelle Marche.

Grazia Calegari©riproduzione riservata

16 dicembre 2012 21amicoil nuovo• •

di arte cultura sport

Montelabbate - Prosegue l’impegno dell’associazione Culturale “Mons abbatis” per il recupero e la valorizzazione del patrimonio sto-rico artistico locale. l’ultimo restauro ha riguardato un’opera giovanile del pittore pesarese Fernando Mariotti (1891-1969), proveniente da un piccolo oratorio rurale esistente nelle vicinanze di Montelabbate, in lo-calità “Madonna dell’arena”. Il dipinto, concepito per sostituire la pala d’altare originale che era andata dispersa, è da collocarsi tra il 1919 e il 1921, anni in cui il Mariotti affianca a Urbino l’anziano maestro luigi Scorrano nel portare a termine alcune opere religiose e al tempo stes-so realizza per conto proprio alcuni soggetti sacri - cinque, per quel che ne sappiamo - dove l’influsso della pittura del maestro si mescola al gusto delle decorazioni lauretane di lodovico Seitz e biagio biagetti e alla pittura di augusto Mussini (fra’ Paolo), ricca di richiami liberty e suggestioni simboliste. la pala dell’arena raffigura la “beata Vergine Immacolata con i Santi Francesco e Giacomo” ai quali l’oratorio è dedi-cato. Dal punto di vista strutturale l’opera riprende sostanzialmente lo schema compositivo della “Madonna del Rosario coi Santi Domenico e Caterina” realizzata per la chiesa pesarese dell’annunziata (ma di gusto simile è anche la “Santa Veronica Giuliani”, nella chiesa dei cappuccini di Pesaro), dove alle figure terrene dei santi si contrappone l’immagine eterea e a tratti evanescente della Vergine che si dilata su cieli diafani, solcati da candidi cirri striati.

Questo restauro, offerto per buona parte dalla socia Maria Ceccarelli, proietta l’associazione verso il futuro in quanto, secondo le intenzioni del direttivo, vorrebbe rappresentare la premessa per giungere al recu-pero del piccolo bene architettonico per il quale l’opera fu realizzata. Il bell’oratorio dell’arena, infatti, versa da anni in uno stato di estremo degrado e necessiterebbe di un sollecito intervento di restauro e conso-lidamento al fine di salvaguardare dalla rovina questa secolare e com-movente testimonianza di vita e religiosità popolare.

la sera del 21 Dicembre prossimo, in occasione della presentazione al pubblico del dipinto, si parlerà anche di questo. all’incontro, che avrà la forma di una conversazione pubblica, parteciperanno la storica del-l’arte Grazia Calegari e l’artista Claudio Cesarini che illustreranno il di-pinto recuperato e insieme tratteggeranno la vicenda umana, artistica e intellettuale del suo autore. Contestualmente due giovani professionisti locali, eleonora brunetti e Mattia baruffi, relazioneranno sullo stato architettonico della chiesetta e sui numerosi problemi di ordine buro-cratico, legale e amministrativo che si dovranno affrontare per potere giungere al recupero del bene. l’incontro, organizzato in collaborazio-ne con la Parrocchia SS. Quirico e Giulitta di Montelabbate e con la partecipazione della Pia Unione di Maria Immacolata nell’ambito delle celebrazioni per il suo centenario di fondazione, si svolgerà Venerdì 21 Dicembre alle ore 21 presso la chiesa parrocchiale di Montelabbate.

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Fano - si è tenuto il 3 dicem-bre a roma, presso la sala del Carroccio in Campido-glio, l’evento etico/culturale “shalom oltre ogni pensiero”, organizzato dall’accademia internazionale “Francesco pe-trarca” di Capranica (vt) con l’alto patronato de: stato ita-liano, stato vaticano, Camere, Corte dei Conti, regione Lazio, provincia di viterbo, Comuni di roma, viterbo e Capranica, università degli studi di roma tre e università degli studi di roma tor vergata. a questo evento è stato invitato il poe-ta fanese stefano sorcinelli a declamare la sua poesia “ac-

cadimento annunciato”, scrit-ta all’indomani delle stragi di Capaci e di via d’amelio nelle quali persero la vita Giovan-ni Falcone e paolo Borsellino, per celebrarne l’anniversario del ventennale. Lunghissimo ed emozionante l’applauso dei presenti mentre veniva conferita a sorcinelli dalla dott.ssa pasqualina Genovese d’orazio, presidente dell’ac-cademia “Francesco petrarca” ed organizzatrice dell’evento, la Lupa capitolina, la Meda-glia in argento puro dell’ac-cademia e il diploma per alti Meriti Culturali con la seguen-te motivazione: “per aver sa-

puto coniugare l’arte poetica all’impegno civile, grazie alla declamazione di questa poe-sia in diversi recital, tenutisi nell’anno in corso in impor-tanti città italiane quali sa-lerno, napoli, roma, porto recanati ed ancona, con l’in-tento di ricordare l’enorme sacrificio di tutti coloro che in quelle stragi persero la vita”. successivamente, sorcinelli e gli altri poeti, scrittori ed ar-tisti premiati, provenienti da tutta italia, sono stati invitati dal rabbino capo della Comu-nità ebraica di roma a visita-re la sinagoga.

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AnCorA SUCCeSSI per Il poetA fAneSe

Stefano Sorcinelli conquista il Campidoglio

La pittura di Fernando Mariottidi Roberto Rossi

VENERDÌ 21 DICEMBRE UN CONVEGNO DI STUDI A MONTELABBATE

Particolare del dipinto di Fernando Mariotti. Nel riquadro piccolo l’oratorio dell’Arena

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16 dicembre 201222 arte cultura sport

MASSIMO QUARTA RIMARRA’ IN CARICA PER TRE ANNI

Nuovo direttore per l’Orchestra Sinfonica RossiniPESARO – E’ Massimo Quarta il nuovo direttore dell’Orchestra Sinfonica Rossini, presieduta dal M° Saul Salucci. Da entrambe le parti c’è entusiasmo e voglia di fare che si concretizzeranno in primo luogo nel concerto di Capodanno per proseguire con significativi appuntamenti in Italia e all’este-ro. Massimo Quarta ha iniziato lo studio del violino a undici anni presso il Conservatorio di Lecce e successivamente si è perfezionato con Salvatore Accardo, al quale è succeduto, primo italiano dopo 33 anni, nella vittoria del prestigioso Concorso Internazionale di violi-no “N. Paganini” di Genova. Negli

ultimi anni ha affiancato all’attività di solista quella di direttore d’or-chestra, collaborando con orche-stre di grande spessore. Dal 2003 al 2005 ha ricoperto la carica di so-lista e direttore principale dell’Or-chestra dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese e dal 2006 al 2008 è sta-to direttore artistico musicale del-l’Orchestra della Fondazione “Tito Schipa” di Lecce. Il sodalizio con l’Orchestra Sinfonica Rossini, per la quale il M° Quarta ha espressio-ni di grande stima, durerà tre anni grazie anche alla conferma della sponsorizzazione di Xanitalia nella persona del presidente Signoretti. La collaborazione con Quarta avrà

una ricaduta positiva sull’attività dell’Orchestra Sinfonica Rossini, presente in modo incisivo sul ter-ritorio. E’ infatti l’orchestra della Provincia di Pesaro e Urbino, con sedi a Pesaro e a Fano. Presenza costante nel cartellone del Rossini Opera Festival, dal 2011 l’Or-chestra Sinfonica Rossini è orche-stra principale della Fondazione Teatro della Fortuna di Fano. L’attività conta circa 90 esecu-zioni l’anno su tutto il territorio nazionale e comprende produzioni per le amministrazioni di Pesaro (Teatro Rossini e Rocca Costan-za), Fano (Teatro della Fortuna e Corte Malatestiana), Urbino (Tea-

tro Sanzio) e della Provincia di Pesaro e Urbino (teatri storici). Negli ultimi anni l’Orchestra Sin-fonica Rossini si è esibita in Corea

del Sud, a Malta, in Turchia ed in Austria.

m.r.t.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Esiste, può esistere un’estetica delle antenne televisive che, per l’opinione più diffusa,

non abbelliscono certo tetti e ter-razze delle più grandi città, come dei piccoli borghi, caratterizzan-done in senso negativo il relativo skyline? Ci risponde il giovane fotografo Emiliano Zucchini (vive e lavora tra Roma e Senigallia), che delle “antenne”, invece, con la macchina fotografica, ha fatto il suo centro principale di di in-dagine artistica. “Spogliandoci da un’inclinazione abitudinale – ci dice - nei confronti dell’oggetto-antenna in sé, allontanandolo da

qualsiasi tipo di sinonimo di de-grado urbano o di anti-estetica, l’antenna assume le sembianze di una scultura minimale, quasi una testimonianza, un reperto della nostra attuale società, pronta ad essere investita di un valore sacra-le. Migliaia di antenne dimorano sulle nostre case come croci sui tetti delle chiese, il nostro sguardo mai cessa di incontrarle ogni volta che miriamo il cielo di una città.”E’ da questa riflessione che ha ini-zio la ricerca di Zucchini, che at-traverso i suoi lavori, installazioni, foto e video, affronta il tema (in-consueto, ma non certo per que-

sto, come qualsiasi altro oggetto, “impraticabile”) dell’estetica delle antenne. La mostra, allestita allo Sponge Living Space (Casa Spon-ge) di Pergola (PU), non pone solo l’antenna come simbolo-scultura della nostra società contempora-nea, ma ne evidenzia soprattut-to le forme decontestualizzando l’oggetto che perde in parte l’idea della sua funzione, ma viene ad acquistare un valore puramente estetico, come complesso di “se-gni” e come motivo eminentemen-te “grafico”. Le antenne televisive, diventano, allora, oggetti carichi di simboli (la croce) ma anche dei totem della nostra società: scul-ture del mondo contemporaneo, opere d’arte urbane, installazioni labirintiche in cui perdersi.

Michele De Luca© RIPRODUZIONE RISERVATA

AllO SPONg lIvINg SPACE dI PERgOlA lE IMMAgINI dI UN ORIgINAlE fOTOgRAfO

Le “antenne” di Zucchini

Il Parco San Bartolo e la Carta Europea del turismoIl Parco Naturale del San

Bartolo, giunto al termine del percorso di candida-

tura alla Carta Europea per il Turismo Sostenibile nelle aree protette (Cets), ne ha presen-tato i risultati all’interno del Forum Conclusivo, svoltosi lo scorso 4 dicembre presso la “Sala Rossa” del Comune di Pesaro. In questa occasione, alla presenza del sindaco di Pesaro Luca Ceriscioli e del sindaco di Gabicce Mare Cor-rado Curti, è stato presentato il Piano delle Azioni 2013-2017. Il Piano rappresenta la strategia operativa che regolerà l’operato dell’Ente Parco nei prossimi cinque anni, ed è articolati in 47 azioni che, in linea coi principi della Cets, punteranno a: tutelare e valorizzare il patrimonio naturale e culturale dell’area, garan-tire ai visitatori un elevato livello di qualità, comunicare efficacemente ai visitatori le ca-ratteristiche dell’area, migliorare la conoscenza delle aree protette e della sostenibilità del turismo, incoraggiare un turismo legato a specifici prodotti che aiutino a conoscere e scoprire il territorio, assicurare la qualità della vita delle comunità locali residenti, ac-crescere i benefici del turismo in favore dell’economia locale e monitorare e gestire il flusso di visitatori.

Francesco Gennari © RIPRODUZIONE RISERVATA

dISfIdA NAzIONAlE “STOCCAfISSO E bACCAlA”

Ha vinto il “bacalà alla vicentina

FANO - E’ stato il ristorante “Alla Lanter-na” di Metaurilia di Fano ad ospitare an-che quest’anno, per la terza volta conse-cutiva, la Disfida Nazionale Professionisti di “Stoccafisso e Baccalà”, giunta alla sesta edizione, evento conclusivo della mostra-fiera “Sapori ed Aromi d’Autunno”.La gara gastronomica organizzata da Viandanti dei Sapori, O.L.E.A e I Borghi del Gusto, si è svolta lo scorso 5 dicembre ed ha visto gareggiare otto ristoranti pro-venienti da Marche, Emilia Romagna, Ve-neto e Puglia: Casa Oliva di Serrungarina (PU), Cibus di Cesena (FC), Confraternita del Bacalà alla Vicentina di Sandrigo (VI), Cocuus Fornacis di Serra de Conti (AN), La Baita di Arcevia (AN), Le Fontane di Cagli (PU), Le Tre Volte di Torremaggio-re (FG) e Piccolo Mondo di Monbaroccio (PU).Il concorso, che ha lo scopo di contribui-re a riscoprire e valorizzare uno dei piatti della tradizione culinaria italiana, insieme all’olio extra vergine d’oliva, è risultato di alto livello, in quanto a gareggiare sono stati ristoranti rinomati ed i piatti realiz-zati erano tutti eccellenti.Arduo è stato perciò dover stilare una gra-duatoria, compito svolto con meticolosità

(tenendo conto della difficoltà di prepara-zione, della presentazione del piatto, del-la qualità degli ingredienti, della fantasia e del gusto) da due giurie: una tecnica composta da esperti del settore e presie-duta dal professor Corrado Piccinetti con la collaborazione di Fiorenzo Giammattei dell’Accademia Italiana della Cucina - De-legazione di Pesaro Urbino ed una popola-re composta dalle oltre cento persone che si sono prenotate alla cena.Alla fine è stato il “Bacalà alla Vicentina” ad aggiudicarsi il primo posto, la cui ricet-ta proposta dall’omonima Confraternita di Sandrigo in realtà utilizza lo stoccafisso e memore del fatto che in passato era un piatto povero, fa uso di olio d’oliva non ex-travergine. Secondo classificato il piatto di Casa Oliva di Serrungarina, ovvero il “Bac-calà al forno con patate”, mentre è risultato terzo il “Baccalà in salsa di peperoni” del ristorante Le Fontane di Cagli, che ha ot-tenuto anche il Premio Speciale attribuito dalla giuria tecnica. A tutti gli altri parte-cipanti è stato consegnato un attestato di merito.

Mariella Polverari© RIPRODUZIONE RISERVATA

L’ANGOLO DELLA POESIA A cura di Laura Corraducci

Zoologia miopeLa luce del giornocade a gocce e rughesul visouna farfalla chiamail bruco non rispondeè nascosto a terra

non è vero che il cieloè solo in altoè un inganno otticouna bugia per pigridipende dove sta il tuo solese sulle ali della farfallao negli anelli scivolosi del bruco

da Lux Renova Ed. Del Leone 2007

Page 23: «Il Nuovo Amico» n. 44 del 16 dicembre 2012

16 dicembre 2012 23amicoil nuovo• • arte cultura sport

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TURNO 24-30 DICEMbRE 2012

INFORMAzIONI UTIlIIl turno 24 h va dalle ore 8,30 alle ore 8,30 del giorno suc-cessivo. Il turno AUSILIARIO nei giorni feriali va dalle ore 15.30-19.30. Il turno AUSILIARIO nei giorni festivi effettua orario di normale apertura.

Lunedì 24 SAN SALVATORE L.go Aldo Moro, 1 0721-33135 24 hMartedì 25 VILLA SAN MARTINO V. Solferino, 68/2 0721-453359 24 h

MAdONNAdILORETOV. Ugolini, 1 0721-390645 Ausil.Mercoledì26 ZONGO V. Rossi, 17 0721-416134 24 h

CENTRO Str. Adriatica, 48 0721-33257 Ausil.Giovedì 27 PANTANO V. Dandolo, 6 0721-410050 24 hVenerdì 28 VILLAANdREACOSTAV. Giolitti, 167 0721-45479 24 hSabato 29 ALBINI V. San Francesco, 14 0721-33987 24 h

PANTANO V. Dandolo, 6 0721-410050 Ausil.MARI V. Rosselli, 42 0721-67121 Ausil.

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domenica30 MURAGLIA V. Commandino, 38 0721-54296 24 hPANTANO V. Dandolo, 6 0721-410050 Ausil.

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DOPO GINO PAOLI L’ENTE CONCERTI PESARO TORNA AL CLASSICO

I virtuosi italiani in un concerto BaroccoDopo l’apertura alla no-

stalgia dell’Italia cano-ra che ha condotto sul palcoscenico del Ros-

sini il popolare cantautore Gino Paoli, l’Ente Concerti di Pesaro riprende, decisamente, la propria rotta, proponendo in un concerto classicissimo, dedicato al barocco, alcuni preziosi tesori del patri-monio strumentale italiano e te-desco, tra “seicento e “settecento. Le partiture vengono offerte da un complesso da camera di prim’ ordine:”I Virtuosi Italiani”, guidati dal violinista maestro concertato-re Alberto Martini, il cui brio ese-cutivo e direttoriale, anima tutta l’orchestra da camera mirabilmen-te affiatata. Sentirli suonare è come ascoltare una perfetta inci-sione discografica in sala di regi-strazione, con, in più, l’emozione del “live”. Che gli strumentisti sia-no valenti solisti lo dimostra il fat-to che sanno ottenere un raffinato

amalgama timbrico, una espressi-va contabilità, una polifonia tersa e levigata nei fugati, il che suscita incondizionata ammirazione. Al clavicembalo l’ottimo Roberto Lo-reggian, impeccabile nelle pagine virtuosistiche dove trilli ed abbel-limenti rendono l’esecuzione al

limite delle possibilità dello stru-mento. Da elogiare anche il flau-tista Mario Falena, che si colloca nell’inclita schiera dei propri mae-stri, come Melkus e Rampal, tanto per citare i più noti. Il programma eseguito, inizia da alcuni brani quasi dimenticati di Antonio Vi-

valdi, come le sinfonie “Airsilda Regina di Ponto” e “ La Verità in Cimento”, seguite da altre notissi-me composizioni come il Concer-to Op. 10 n°2 RV439(“La Notte”), per flauto, archi e basso continuo; brano di altissima ispirazione e dove il flauto brilla per straordi-nario virtuosismo, il Concerto op. 4 n.1 da “La stravaganza”RV383, per violino, archi e basso conti-nuo ed infine il Concerto Op.3 n°8 da “L’estro Armonico”, per due violini , archi basso continuo. J. S.Bach fu incondizionato ammi-ratore di Vivaldi del quale studiò a fondo molte partiture, ricavan-done trascrizioni ed elaborazioni e ciò concorse ulteriormente a perfezionare il concerto grosso vivaldiano (In cui due o tre stru-menti concertanti dialogano con il “ripieno” degli archi); la genialità creativa di Bach raggiunse infatti, stupefacente grandezza composi-tiva con i concerti Brandeburghe-

si. Infatti, dopo l’ouverture”Don Quixotte”di Telemann, vengono eseguiti due capolavori del sommo Bach: il concerto n.3 BWV1054 per clavicembalo ed archi, nonché il solenne e grandioso concerto brandeburghese n.5 BWV1050, per flauto violino e clavicembalo. A dimostrazione di quanto sopra accennato e a conclusione di un programma culturale sapiente-mente scelto, non poteva mancare come bis una vibrante esecuzione di un brano dalle”Quattro Stagio-ne” di Vivaldi, dal sapore festo-samente natalizio. Il pubblico ha seguito in assoluto silenzio queste composizioni che sanno ricreare serene ed impalpabili atmosfere settecentesche; il ché incanta e distoglie dal presente momento in cui siamo immersi ed in cui vale il detto ciceroniano”Mala tempora currunt”.

Fulvio La Rosa© RIPRODUZIONE RISERVATA

LA PRESENTAZIONE ALLA MEMOTECA DI FANO IL 22 DICEMBRE

Libro d’esordio di Simona CiccariniVerrà presentato sabato 22 di-

cembre alle ore 17, presso la Memoteca di Fano, il libro

di Simona Ciccarini dal titolo “Se-cretum Vitae”. Si tratta dell’opera letteraria di esordio di una giova-nissima studentessa anconetana appassionata di sport, letteratura e filosofia. «Il libro – spiega la Cic-carini - nasce da una ispirazione, un sogno». È stato scritto quando Simona era ancora al liceo, all’età di 16 anni. «Spesso durante le ore di latino – dice - noiose a causa della professoressa».È una storia fantastica, misteriosa,

scritta a due voci, quelle dei prota-gonisti, e si svolge prevalentemen-te all’interno di un castello. Emily è una ragazza inglese di vent’anni che sogna una vita felice accanto a Jack, il ragazzo che ama da sem-pre. I suoi due cari nonni l’hanno sempre accudite e cresciuta come fosse una figlia. Il loro amore per Emily è infinito. Un giorno però qualcosa giunge a turbare la quie-te familiare. Il signore del luogo minaccia il nonno Cristian, il qua-le, se non avesse pagato tutti i suoi debiti entro un limite stabilito, avrebbe perso la sua dolce Emily.

Come risolvere tale situazione? La famiglia di Emily non è in gra-do di recuperare una cifra così alta e in così poco tempo. L’unica so-luzione è quella di nasconderla nel castello abbandonato di Alexander. Ma il “vecchio” amico di Cristian accetterà mai di aiutare sua nipo-te? Cosa si cela dietro a quella amicizia? Cosa è accaduto in pas-sato? Chi sono tutte quelle perso-ne che girano nel castello che da sempre si pensa sia abitato solo da fantasmi?La Ciccarini dimostra una notevo-le capacità stilistica che, unita ad

una trama narrativa pregevole, tie-ne incollato il lettore al racconto fino all’ultima pagina. Non man-cano colpi di scena e una buona chiusura a lieto fine. Senz’altro un ottimo debutto per un’autrice di cui sentiremo parlare in futuro. La pubblicazione, edita da Albatros di Roma e disponibile nelle librerie è impreziosita da un’illustrazione di copertina di Letizia Montalbano, e può rappresentare un’ottima idea per una strenna natalizia.

ro.ma.© RIPRODUZIONE RISERVATA

UN INCONTRO IN CATTEDRALE CON IL PROF. MARCO CANGIOTTI

“Cos’è credere?”URBINO. Questo il tema del pri-mo incontro di riflessione sull’an-no della Fede promosso da mons. Giovanni Tani tenutosi presso la cattedrale della città mercoledì scorso 5 dicembre. La prolusio-ne è stata affidata al prof. Marco Cangiotti, preside della facoltà di Scienze Politiche, dell’università di Urbino, il quale ha risposto alla domanda proposta partendo dal racconto che l’evangelista Giovan-ni fa del suo primo incontro con Gesù (Giovanni 1,35-42) quando, trovandosi con Andrea al seguito di Giovanni Battista e ascoltando questi indicare Gesù che passava con: “ecco l’agnello di Dio”, decise con Andrea di seguirLo.Attraverso l’episodio narrato dal-l’apostolo, il prof. Cangiotti ha sottolineato che come per i pri-mi apostoli la fede cristiana è co-minciata con un concretissimo incontro, con un fatto, anche per

ciascuno di noi è avvenuta la stes-sa cosa. Il professore, anche con citazioni biografiche e facendo ampio ri-corso a passi di Benedetto XVI, ha sottolineato che la fede di ognuno è nata e si è sviluppata grazie ad una trama di incontri ripetuti tan-te volte. Pertanto la fede cristiana non sarebbe ben compresa se si prescindesse dalla sua dimensio-ne storica, dagli avvenimenti che l’hanno generata e che continua-no a farla crescere. Dunque la fede cristiana oltrepassa, pur esal-tandolo, il senso religioso comune a tutti gli uomini. Nella sua dimensione storica, e questa è stata la seconda sottoli-neatura, la fede si configura come

un evento assolutamente raziona-le cioè proprio dell’interezza della ragione umana . Secondo l’episo-dio evangelico, infatti, la fede si configura, prima ancora che nel-la dimensione del sentimento o dell’intuizione, come frutto di un incontro che non semplicemente emoziona, ma convince; convince le ragioni della vita (il prof. Can-giotti ha letto così la domanda che Gesù rivolge a Giovanni ed Andrea: “Che cercate?”, proprio come una provocazione alla loro ragione radicale). E’questa ragio-nevolezza che genera una sequela duratura. D’altronde quante altre volte Gesù sfiderà ancora la fede dei suoi costringendoli ad andare sempre più a fondo delle ragioni

di quel seguirlo. E’ la stessa cosa che capita anche a noi ogni vol-ta che la vita ci mette alla prova costringendoci a scoprire ragioni più radicali per la nostra adesione al Signore. Se tutto ciò è vero, ha domandato S.E. mons. Tani, in quale senso si può parlare allora del cosiddetto “salto della fede”? Il prof. Cangiot-ti ha risposto che, a suo parere, l’espressione non va interpretata come l’affermazione di una ne-cessaria “irrazionalità” della fede, ma piuttosto come la descrizione di quella esperienza nella quale ad essere sfidata non è prima di tutto la ragione, quanto la libertà. Que-st’ultima infatti rimane sempre la caratteristica principale dell’es-

sere umano e, nel cammino della fede, come è successo allo stesso Gesù e agli apostoli, arriva il mo-mento in cui la nostra adesione è messa alla prova con una sfida alla libertà alle volte fortemente drammatica.

Bruno Papi© RIPRODUZIONE RISERVATA

Page 24: «Il Nuovo Amico» n. 44 del 16 dicembre 2012

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