«il nuovo amico» n. 23 del 9 giugno 2013

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villabacchiani.it - [email protected] info e prenotazioni: 049.9004509 - 0462.764292 SETTIMANALE D’INFORMAZIONE DIOCESI DI: PESARO • FANO • URBINO FONDATO NEL 1903 9 GIUGNO 2013 ANNO 110 • N. 23 Spedizione in abb. post. D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27.02.2004 N. 46) Art. 1, Comma 1, DCB Pesaro facebook.com/ilnuovoamico € 1,00 amico il nuovo www.ilnuovoamico.it COPIA OMAGGIO EDITORIALE IFI S.p.A. - Sede e Showroom Strada Selva Grossa 28/30 - Zona Case Bruciate - 61010 Tavullia (PU) - Italy - Tel. +39 0721 20021 - Fax +39 0721 201773 - www.ifi.it - info@ifi.it il tuo talento, il tuo futuro, il tuo primo bar. il bar diventa accessibile. start up è un servizio bar essenziale e basilare, che permette a chiunque di creare il proprio locale. Un’opportunità per i giovani e per chi sceglie di investire su sé stesso e sulla propria voglia di futuro. 5.959 + iva Prezzo al pubblico start up basic da 3 mt. Tale prezzo include, per il mercato italiano, il trasporto e la consegna in loco. Inclusi 3 anni di garanzia Moda Luciana NUOVI ARRIVI PREZZI SPECIALI Pesaro - via delle Betulle n. 4 (zona Torraccia) - Tel. 0721/22611 Pubblichiamo questo intervento e, trattandosi uno dei temi che riguardano la dignità della persona umana, come editoriale, allo scopo di provocare un dibattito e affrontare aspetti e problemi inerenti. C aro Nuovo Amico, nel corso della seduta del consiglio comunale di Pesaro di lunedì 3 giugno 2013 l’assemblea ha approvato un ordine del giorno a sostegno alle modifiche della legge n.91 del 1992 sulla cittadinanza agli stranieri che allo stato attuale è basata sullo ius sanguinis e non permette ai bambini nati in territorio italiano, anche se figli di immigrati regolarmente e da tempo residenti, l’acquisizione automatica della cittadinanza italiana. Il consiglio comunale con questo ordine del giorno intende sostenere l’impegno di quanti in parlamento e in modo trasversale si stanno impegnando per passare dallo ius sanguinis allo ius soli. Nel corso del dibattito è stato ricordato quanto affermato nella stessa aula consigliare dal Cardinale Antonio Maria Vegliò il 19 marzo 2012 nel corso della sua lectio magistralis, quando aveva appunto posto particolare attenzione alla modifica della legge sulla cittadinanza ai cittadini figli di stranieri che sono nati in Italia. Lo stesso cardinale Vegliò, il 24 maggio scorso in occasione dell’incontro di Papa Francesco con l’assemblea plenaria del Pontificio per i Migranti, raccogliendo l’invito del Papa ad alimentare la speranza nei migranti di poter partecipare pienamente alla vita della società che li accoglie, ha detto che “la speranza passa anche per lo ius soli e che sarebbe una dimostrazione di civiltà, di generosità e di responsabilità se l’Italia, per esempio, valutasse seriamente l’ipotesi di concedere la cittadinanza a quanti sono nati e cresciuti nel suo territorio.” Infatti la cittadinanza non è solo un atto giuridico ma prima di tutto un atto culturale. E’ in gioco infatti il diritto fondamentale della “persona” che in quanto tale dovrebbe essere salvaguardato. Il fatto di non avere la cittadinanza comporta l’esclusione e la differenziazione sociale di quasi 650 mila minori nati in Italia. Il testo dell’ordine del giorno purtroppo non è stato approvato all’unanimità come meritava un tema come questo che non dovrebbe segnare divisioni in particolare tra i cattolici in qualunque schieramento militino. Silvano Ciancamerla Consigliere Comunale PD © RIPRODUZIONE RISERVATA Si è spento don Onelio decano dei sacerdoti PESARO 10 www.arpaitalia.com L’arte dell’accoglienza Arpa Italia Srl - Via delle Betulle, 6 - 61122 Pesaro ( PU ) Tel. + 39 0721 405274. Fax + 39 0721 259164 [email protected] QUADRANTE 17 Maestri di ieri, di oggi … di sempre Speciale assemblea diocesana. Le conclusioni FANO 11-12 La fede nel cuore della città A URBINO LA PROCESSIONE DEL PATRONO IL CORPUS DOMINI IN MEZZO ALLA GENTE PAGINE 8 E SEGUENTI CITTADIZINANZA AGLI STRANIERI Dibattito sul tema CARCERE 6 Al via la decima edizione de “L’arte sprigionata” MUSEI 6 Archeologia picena di Novilara a rischio sfratto SPORT 19 Gli amici del ciclismo di Cantiano a Misurina MUSICA 18 Pueri Cantores in festa nella restaurata S. Ubaldo PG. 20

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«Il Nuovo Amico» n. 23 del 9 GIUGNO 2013

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Page 1: «Il Nuovo Amico» n. 23 del 9 GIUGNO 2013

villabacchiani.it - [email protected] e prenotazioni: 049.9004509 - 0462.764292

settimanale d’informazione diocesi di: pesaro • fano • urbino fondato nel 19039 giugno 2013 • Anno 110 • n. 23 • Spedizione in abb. post. D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27.02.2004 n. 46) Art. 1, Comma 1, DCB Pesaro • facebook.com/ilnuovoamico € 1,00

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IFI S.p.A. - Sede e ShowroomStrada Selva Grossa 28/30 - Zona Case Bruciate - 61010 Tavullia (PU) - Italy - Tel. +39 0721 20021 - Fax +39 0721 201773 - www.ifi.it - [email protected] il tuo talento, il tuo futuro, il tuo primo bar.

il bar diventa accessibile.start up è un servizio bar essenziale e basilare, che permette a chiunque di creare il proprio locale. Un’opportunità per i giovani e per chi sceglie di investire su sé stesso e sulla propria voglia di futuro.

€ 5.959 + ivaPrezzo al pubblico start up basic da 3 mt.Tale prezzo include, per il mercato italiano, il trasporto e la consegna in loco.Inclusi 3 anni di garanzia

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Pubblichiamo questo intervento e, trattandosi uno dei temi che riguardano la dignità della persona umana, come editoriale, allo scopo di provocare un dibattito e affrontare aspetti e problemi inerenti.

Caro Nuovo Amico,nel corso della seduta del consiglio comunale di Pesaro di lunedì 3 giugno 2013 l’assemblea

ha approvato un ordine del giorno a sostegno alle modifiche della legge n.91 del 1992 sulla cittadinanza agli stranieri che allo stato attuale è basata sullo ius sanguinis e non permette ai bambini nati in territorio italiano, anche se figli di immigrati regolarmente e da tempo residenti, l’acquisizione automatica della cittadinanza italiana. Il consiglio comunale con questo ordine del giorno intende sostenere l’impegno di quanti in parlamento e in modo trasversale si stanno impegnando per passare dallo ius sanguinis allo ius soli.Nel corso del dibattito è stato ricordato quanto affermato nella stessa aula consigliare dal Cardinale Antonio Maria Vegliò il 19 marzo 2012 nel corso della sua lectio magistralis, quando aveva appunto posto particolare attenzione alla modifica della legge sulla cittadinanza ai cittadini figli di stranieri che sono nati in Italia. Lo stesso cardinale Vegliò, il 24 maggio scorso in occasione dell’incontro di Papa Francesco con l’assemblea plenaria del Pontificio per i Migranti, raccogliendo l’invito del Papa ad alimentare la speranza nei migranti di poter partecipare pienamente alla vita della società che li accoglie, ha detto che “la speranza passa anche per lo ius soli e che sarebbe una dimostrazione di civiltà, di generosità e di responsabilità se l’Italia, per esempio, valutasse seriamente l’ipotesi di concedere la cittadinanza a quanti sono nati e cresciuti nel suo territorio.”Infatti la cittadinanza non è solo un atto giuridico ma prima di tutto un atto culturale. E’ in gioco infatti il diritto fondamentale della “persona” che in quanto tale dovrebbe essere salvaguardato. Il fatto di non avere la cittadinanza comporta l’esclusione e la differenziazione sociale di quasi 650 mila minori nati in Italia.Il testo dell’ordine del giorno purtroppo non è stato approvato all’unanimità come meritava un tema come questo che non dovrebbe segnare divisioni in particolare tra i cattolici in qualunque schieramento militino.

Silvano Ciancamerla Consigliere Comunale PD

© RiPRoDuzione RiSeRvAtA

Si è spento don Onelio decano dei

sacerdoti

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L’arte dell’accoglienza

www.arpaitalia.comL’arte dell’accoglienza

Arpa Italia Srl - Via delle Betulle, 6 - 61122 Pesaro ( PU )Tel. + 39 0721 405274. Fax + 39 0721 259164 [email protected]

quadrante 17

Maestridi ieri,

di oggi …di sempre

Speciale assemblea

diocesana. Le conclusioni

fano 11-12

la fede nel cuore della città

a urBino la proCessione del patronoil Corpus doMini in MeZZo alla GentepaGine 8 e seGuenti

cittadizinanza agli stranieri

Dibattito sul tema

CarCere 6

Al via la decima edizione de

“L’arte sprigionata”

Musei 6

Archeologia picena di Novilara

a rischio sfratto

sport 19

Gli amici del ciclismo di

Cantiano a Misurina

MusiCa 18

Pueri Cantoresin festa nella

restaurata S. Ubaldo

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CHIESA E MONDO9 giugno 20132 amicoil nuovo• •

Aut. n. 83/85 Trib. di PesaroIL NUOVO AMICO RISPETTA L’AMBIENTE. STAMPIAMO SOLO SU CARTA RICICLATA.

REDAZIONE CENTRALE:Raffaele Mazzoli – Direttore - Ernesto Preziosi - Direttore ResponsabileRoberto Mazzoli - Caporedatt. CentraleGastone Mosci – Incaricato dei rapporti con la Regione MarcheVia del Seminario, 4 - 61121 PESARO (PU) - Tel. 0721/64052 Fax 0721/69453e-mail: [email protected]

Redazione di Pesaro: Via del Seminario, 4 - 61121 PESARO (PU) Tel. 0721/64052 - Fax 0721/69453e-mail: [email protected] Alvaro Coli – Responsabile diocesano.

Redazione di Fano: Via Roma 118 - 61032 FANO (PU) - Tel. 0721/802742 (dir.) - 803737 - Fax 0721/825595e-mail: [email protected]

Redazione di Urbino: Via BeatoMainardo, 4 - 61029 URBINO (PU)Tel. e Fax 0722/378395e-mail: [email protected]. Giancarlo Di Ludovico – Responsabile diocesano

EDITORE: Cooperativa Comunicare - Via del Seminario, 4 - 61121 PESARO (PU). Tel. 0721/64052 - Fax 0721/69453.Amministratore Unico: Marco Farina Presidente Cooperativa Comunicare

STAMPA: Galeati Industrie Grafi che/ImolaGRAFICA: arti grafi che pesaresi srl/pesaroLa testata “Il Nuovo Amico” fruisce dei contributi Statali diretti di cui alla Legge 7 agosto 1990, n. 250.PUBBLICITÀ Uffi ci della Redazionecentrale 0721/64052 e Paolo MorsianiL’Impresa Editrice COMUNICARE risulta iscritta al Registro delle imprese di PESARO presso la Camera di commercio al n. 98100

Questo settimanaleè iscritto alla FISCFederazione ItalianaSettimanali Cattolici

ed è associatoall’USPIUnione StampaPeriodica Italiana

SETTIMANALE D’INFORMAZIONE DIOCESI DI: PESARO • FANO, FOSSOMBRONE, CAGLI, PERGOLA •

URBINO, S. ANGELO IN VADO, URBANIA

ABBONAMENTIOrdinario € 39 - Amico € 50 - Sostenitore € 100Da versare sul c/c 12522611 intestato a: “IL NUOVO AMICO” - Via del Seminario 4 / 61121 PESARO - www.ilnuovoamico.it

Questo numero è stato chiuso in redazionemercoledì 5 giugno 2013 alle ore 22 e stampato alle ore 6 di giovedì 6 giugno

LA PAROLA DI DIO X Domenica del Tempo Ordina-rio Anno C

Due fi gli unici di madri vedove vengo-no risuscitati: il primo, il fi glio della vedova di Sarepta, è risuscitato dal

profeta Elia (prima lettura: 1 Re 17,17-24); il secondo, il fi glio della vedova di Nain, da Gesù (Vangelo: Lc 7,11-17). Due fi gli ven-gono restituiti alle proprie madri senza che queste ne avessero fatto esplicita richiesta.Ma c’è un altro Risorto che unisce le due letture, anch’egli fi glio, anch’egli unigenito, il Figlio di Dio, che il Padre volle rivelare a Paolo perché lo annunziasse in mezzo alle genti (seconda lettura: Gal 1,11-19): lo confi da Paolo nella lettera ai Galati. La compassione incontrata sulla via di Damasco trasforma il suo zelo violento da cammino di persecuzione e di morte in uno

strumento di vitaIl Vangelo di oggi è un racconto kerigma-tico, di annuncio. E’ un invito del credente al non credente, che ha anche lui, come tutti, la speranza di vita, di salute, di felicità, che sempre viene infranta dal potere della morte. E il pagano cui si rivolge Luca noterà che questo potere sulla morte avverrà senza essere richiesto, senza preghiere, senza sacrifi ci, senza fede, tipica situazione di chi non crede. La Risurrezione esce totalmente dalla speranza pagana. E’ deducibile solo dalla promessa di Dio. E’ possibile solo come dono inatteso della sua potenza misericordiosa.

Meditatio- La scena del Vangelo è totalmente domi-nata dalla compassione e dalla gratuità del Rabbì: né la madre né nessuno dei presenti chiede nulla, tutta l’iniziativa è di Gesù.E’

bellissima questa gratuità assoluta mossa esclusivamente dalla compassione. Il verbo utilizzato da Luca per descrivere questo sentimento di Gesù richiama un amore materno e viscerale.- E’ così il nostro Dio: si commuove, parteci-pa alla nostra soff erenza, si coinvolge.- E’ così il nostro Dio: non chiede credenziali alla madre, vede la sua soff erenza e questo gli basta per intervenire, per pronunciare una parola che fa esplodere la vita.- E’ così il nostro Dio: è il Signore della vita. Nei nostri sentieri di morte lasciamo che il Signore ci raggiunga con la potenza della vita nuova del suo Spirito.

OratioPadre, Dio onnipotente in amore sconfi na-to, che ti commuovi alle nostre soff erenze e ci visiti con la tua Presenza, aumenta la nostra fede nella Risurrezione di tuo Figlio

Gesù e in quella nostra; fa che nelle prove del nostro cammino restiamo intimamente uniti alla passione del tuo Figlio, perché si riveli in noi la potenza della sua Risurre-zione.

Armando Trasarti, Vescovodi Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il Signore della Vita

ADORAZIONE EUCARISTICA

La Chiesa in preghierafa del mondo un villaggio La morte di don

Andrea Gallo ha suscitato un grande

dibattito all’interno del mondo ecclesiale, amplifi cato dalla contestazione che ha caratterizzato il funerale del sacerdote, celebrato dal suo Vescovo Bagnasco. Di fronte a tanto rumore una domanda sembra decisiva: che cosa rimane alla fi ne della vita di un uomo? Due episodi sembrano suggerirci una risposta.In un articolo sul Corriere della Sera del 23 maggio Gian Guido Vecchi ricorda i tanti richiami che don Gallo ebbe dal cardinal Siri: «Ogni tanto lo chiamava in arcivescovado per la canonica lavata di capo – ne aveva fatta un’altra delle sue – e alla fi ne gli ringhiava: “E la comunità, don Andrea, come va?”. “Eh, si tira avanti, eminenza…”. Don Andrea Gallo ridacchiava masticando l’immancabile mezzo toscano quando descriveva Siri che si “voltava sospirando, apriva una piccola cassaforte e prendeva un po’ di soldi, i suoi soldi, per aiutare i miei poveri…”». Il cardinale Angelo Bagnasco ha ricordato che poco tempo fa si era recato a trovarlo e che, insieme, nonostante la malattia, avevano recitato un’Ave Maria. Al di là delle battaglie e delle polemiche, dell’assenso o del rifi uto del mondo, delle vittorie o delle sconfi tte, delle proprie idee, giuste o sbagliate che siano, alla fi ne quello che rimane e ciò che ha valore agli occhi di Dio sono la carità vissuta e la preghiera, l’essenziale della vita del cristiano. In fondo anche l’unità nella diversità, nella Chiesa, si fonda su piccole cose. Un’opera di bene e un’Ave Maria, appunto.

don Daniele Federici© RIPRODUZIONE RISERVATA

La carità e la preghiera

Tutti sincronizzati con l’ora della sede di Pietro, perché nella Chiesa la comunione la si fa a partire dal fondamento, che è il Vicario di Cristo; la si fa sintonizzandosi con la Chiesa di Roma, che ha il compito di presiedere nella carità tutte le Chiese sparse nel mondo

Per un’ora nel pomeriggio di domenica tutte le diocesi del mondo si sono unite nell’Adorazione eucaristica. La preghiera è iniziata quando a Roma

erano le 17; mentre alle Isole Cook, Samoa e Honolulu erano loro 5.00 del mattino; nel punto più al nord, a Reykiavik in Islanda, erano le 15.00. Per le diocesi del Vietnam erano le 22.00 ora locale, mentre per tutte le chiese di Corea era mezzanotte. Dall’Oceania l’Adorazione è stata fatta mentre erano già nel 3 giugno, dalla 1 alle 2 del mattino…Per molte Chiese locali si sono dovute aff rontare diffi coltà non da poco: dalla mancanza di elettricità al clima poco favorevole; eppure - qualche giorno fa - monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontifi cio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione ha dichiarato che l’adesione all’iniziativa voluta per l’Anno della Fede lascia sbalorditi. Non sono state assenti all’appuntamento le

diocesi nelle Isole Galapagos o nel cuore della foresta Amazzonica, o tante Chiese dove la presenza dei cattolici è in forte minoranza come in Norvegia, Bangladesh, Irak, Burkina Faso, Russia, Giappone… tutti si sono sincronizzati sull’ora di san Pietro. Lo hanno fatto le diocesi degli Stati Uniti e del Canada così come quelle dell’America Latina: dal Perù all’Argentina passando per il Nicaragua, la Colombia, l’Honduras, l’Ecuador e il Mexico. Tutte le diocesi asiatiche, dall’India a Taiwan, da Singapore alle Filippine per giungere a Israele, nei diversi fusi orari sono state unite a Roma.Ora, quali sono i signifi cati di questa iniziativa, che si colloca nel contesto dell’Anno della Fede? Certamente sono tanti. È suggestivo ricordare che per un’ora tutto il mondo, grazie alla Chiesa, è divenuto un villaggio globale, unito dalla forza della preghiera. I credenti sono stati realmente più vicini tra loro, perché in forte comunione. Tutti si sono sincronizzati con l’ora della sede di Pietro ed è naturale, perché nella Chiesa la comunione la si fa a partire dal fondamento, che è il Vicario di Cristo; la si fa sintonizzandosi con la Chiesa di Roma, che ha il compito di presiedere nella carità tutte le Chiese sparse nel mondo. Quindi, uniti a Pietro che pregava, tutti sono stati un cuor solo e un’anima sola, capaci di elevare un’unica voce al Padre. In questo

senso è stato un evento che per la prima volta si realizza nella storia della Chiesa e a buon motivo è stato defi nito “storico”. Le cattedrali del mondo per un’ora sono state sincronizzate sull’ora di Roma e hanno vissuto con particolare intensità la comunione con il Papa nell’Adorazione Eucaristica.Papa Francesco ha fatto giungere le intenzioni da tenere presenti in questa ora di preghiera. Ha chiesto di pregare per la Chiesa sparsa in tutto il mondo, ma in quell’ora raccolta in unità nell’Adorazione della SS. Eucaristia: il Signore la renda sempre obbediente all’ascolto della sua Parola per presentarsi dinanzi al mondo sempre “più bella, senza macchia né ruga, ma santa e immacolata” (Ef 5,28). E poi ha domandato di pregare per quanti nelle diverse parti del mondo vivono la soff erenza di nuove schiavitù: guerre, tratta delle persone, narcotraffi co, sfruttamento di donne e bambini. E anche per coloro che si trovano nella precarietà: i disoccupati, gli anziani, gli immigrati, i senzatetto, i carcerati e quanti sperimentano l’emarginazione. La comune preghiera che con Pietro è salita al cielo, ottenga la grazia del rinnovamento evangelico per la Chiesa e per la società.

Marco Doldi© RIPRODUZIONE RISERVATA

ANNO DELLA FEDE 14

UNITALSI - Da centodieci anni un treno da non perdere

L’Unione italiana per il trasporto degli ammalati a Lourdes e nei santuari internazionali festeggia

i centodieci anni di ‘’treni bianchi’’. Per

Salvatore Pagliuca, presidente nazionale, ‘’il pellegrinaggio è un cammino di conoscenza, un momento di vita al santuario e un ritorno a casa con il cuore

convertito’’. È in trattative un accordo con Trenitalia per il trasporto in proprio per i prossimi cinque anni.

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Socio Politico 9 giugno 2013 3amicoil nuovo• •

Davvero in questo momento così decisivo ci si rende conto che la preghiera è il livello più profondo della vera politica”. In una non lontana stagione che vedeva

il nostro Paese in affanno politico e istituzionale Giuseppe Cacciami, un maestro del giornalismo cattolico italiano, chiudeva con queste parole la sua lettera a un amico. Chiamare in campo la preghiera mentre una crisi dai molti aggettivi porta a ben altri pensieri può apparire del tutto fuori luogo e fuori tempo. C’è il rischio di un indebito e ingenuo mescolamento di dimensioni ed esperienze. Le perplessità sono legittime e comprensibili.Le parole di Giuseppe Cacciami, anche oggi attuali, non intendono però sorvolare i dubbi e neppure vogliono rimanere estranee alle riflessioni degli analisti e dei commentatori politici. Non c’è la volontà di prendere le distanze da una realtà problematica e in mutazione, c’è il desiderio di aiutarla a prendere quota liberandola dai lacci del basso profilo e del piccolo cabotaggio. L’impresa è difficile: anche la gente del quotidiano prende atto dell’asperità della china da risalire mentre è in preoccupata attesa di risposte efficaci e rapide. La comunità cristiana, fatta dalla gente del quotidiano,

sa bene che la politica e le istituzioni hanno bisogno di riforme ma nello stesso tempo sente che c’è qualcosa di “specifico” che il vivere e pensare la fede devono offrire perché un’impresa difficile non si trasformi in un’impresa impossibile. Di questi sentimenti c’è espressione ogni domenica quando nelle chiese l’assemblea risponde all’invito a pregare per chi ha responsabilità politiche, di governo, di costruzione del bene comune e di raggiungimento della giustizia. Solo un osservatore frettoloso potrebbe ritenere che si tratti di formule ripetitive alle quali la gente è chiamata a rispondere meccanicamente. Non è così, quelle persone vivono sulla propria pelle la difficoltà e il disagio e hanno fiducia nella forza della preghiera perché l’hanno sperimentata e la sperimentano nella fatica di ogni giorno. C’è poi la storia a richiamare un percorso sul quale uomini e donne hanno testimoniato, con la loro fede e con la loro intelligenza, che imprese ritenute umanamente impossibili sono state rese possibili e quindi sono state realizzate. Quanta preghiera queste persone hanno messo nel loro impegno di costruttori di solidarietà e speranza? E i politici, con le loro specifiche competenze, non dovrebbero essere tra questi? E la comunità cristiana

non dovrebbe prendere maggior coscienza della propria responsabilità a cominciare proprio dall’approfondire il significato del pregare per la politica e i politici? Non è importante dare, con linguaggio laico, un segnale all’esterno sul rapporto tra preghiera e politica, non per convincere o convertire ma per aprire altri spazi di pensiero accanto a quelli degli esperti e degli addetti ai lavori? Si potrà prendere e far prendere consapevolezza che la politica ha bisogno anche della preghiera per ritrovare se stessa e crescere nella sua specifica vocazione al servizio? Non esiste una cattedra per le risposte. Esistono uomini e donne che vivono l’impegno politico come forma esigente di carità ben consapevoli che questa scelta non regge senza un fondamento interiore e senza il sostegno orante di una comunità. “Davvero in questo momento così decisivo ci si rende conto che la preghiera è il livello più profondo della vera politica”: Giuseppe Cacciami non a caso nella lettera all’amico si ferma a questo punto. Sa che un giornalista, per la fiducia che ha nell’intelligenza del lettore, non deve aggiungere altro.

Paolo Bustaffa©riproduzione riservata

Non occorre nemmeno leggere le ultime, sconfortanti statistiche dell’Istat sulla disoccupazione, per rendersi conto di quale sia lo stato

di salute dell’economia italiana, e del Paese in generale. Basta entrare in uno dei tanti super e ipermercati alla presunta ora di punta, per rendersi conto che l’ora di punta non esiste più; che i consumi sono gelidi molto più di quanto dicano le statistiche (che contabilizzano pure consumi come la benzina o l’elettricità, in costante crescita di prezzi e/o imposte). Che se non si compra, non si produce. E se le fabbriche stanno ferme, si licenzia.Infatti - dice l’Istat - siamo arrivati ad un tasso di disoccupazione che non vedevamo dal 1977. Ma il 2013 è peggio del 1977, perché allora l’economia comunque si muoveva, aveva sussulti anche violenti (lo shock petrolifero, gli scioperi, l’inflazione…), ma in un contesto di crescita. Invece oggi le acque sembrano così stagne

da apparire come sabbie mobili, con noi che sembriamo andare sempre più giù. E il peggio è che il conto più pesante lo stanno pagando le giovani generazioni: tra chi è in cerca di lavoro e ha meno di 24 anni, il tasso di disoccupazione è semplicemente insostenibile, e sfiora il 50% (di più tra le ragazze del Sud). Si sta bruciando il loro futuro, che è anche il futuro di tutti. È colpa di tutti e di nessuno, si potrebbe fare questo e pure quello, si attendono novità interne (Governo) ma anche esterne (Bce, Eurozona, ripresa mondiale). Ma c’è un problema di fondo che è grande come un grattacielo, e che nessun decreto legge, nessun aiutino esterno, nessuna buona volontà in azione può surrogare: manca la fiducia. La crisi c’è dal 2008. La fiducia è venuta gradatamente a mancare dal 2011. Oggi gli italiani sono sfiduciati, hanno paura, non guardano al futuro ma ad un presente che li sembra inchiodare a titubanze o, peggio,

angosce. La crisi dei consumi - l’innesco della bomba - non parte e non è solo una mancanza di mezzi, di soldi. L’italiano è il cittadino europeo più solido patrimonialmente, grazie a una diffusa proprietà immobiliare (e che belle case!) e a risparmi accumulati e saggiamente investiti: lo dicono i centri studi stranieri, non noi. Dà un forte valore alla famiglia, vista anche come struttura di sostegno in caso di difficoltà. E non è così da altre parti. Oggi ha anche un problema di soldi: licenziamenti, mancate assunzioni, crollo dei valori immobiliari ed altro ancora, hanno svuotato i nostri portafogli. Ma i depositi bancari non sono vuoti, esiste una marea di liquidità parcheggiata in attesa di futuro: di investimenti, di spese, di tornare in circolazione. Qualche tempo fa si diceva: quando i prezzi si abbasseranno, i consumi

torneranno a crescere. Ma si è sottovalutato l’aspetto psicologico: la paura paralizza occasioni, convenienze, opportunità, scelte. Quindi la vera operazione da fare è sul capitale-fiducia. Smettiamo di ascoltare le cassandre del tanto peggio, tanto meglio (per loro): c’è chi sta facendo grossi affari sulle paure collettive, c’è chi si sta mangiando bocconi d’Italia a prezzi di saldo. E stimoliamo i nostri governanti a ricostruire un clima di fiducia, di normalità. Se ci rendiamo conto che la nostra barca, bene o male, ha ripreso la navigazione, smetteremo di aggrapparci disperatamente ai salvagente. E ricominceremo a guardare avanti, a remare in una direzione; aiutando nel frattempo chi è finito dentro l’acqua e, annaspando, cerca di tornare sulla barca all’asciutto.

Nicola Salvagnin©riproduzione riservata

Come la preghiera sia il livello più profondo della vera politica

Si chiama parco “Gezy” e rischia di diventare la miccia che potrebbe fare esplodere la Turchia. Questo

polmone verde di Istanbul è stato scelto, dal premier Tayyip Erdoðan, come sede per l’edificazione di un centro commerciale. Con le ruspe pronte già a sradicare 600

alberi, un gruppo di attivisti, il 31 maggio, si è mosso bloccando l’inizio dei lavori all’interno del parco che si trova proprio dietro piazza Taksim, il cuore della città. Sit in, inizialmente pacifici, sono stati duramente e brutalmente repressi dalla Polizia che pure aveva transennato la

zona, portando i manifestanti ad occupare la piazza vicina e a riversarsi lungo la principale arteria pedonale di Taksim, Ýstiklal Avenue o nelle strade vicine. Lacrimogeni, spray urticanti, manganellate, idranti non sono bastati alla Polizia per disperdere le migliaia di manifestanti che richiamati dai social network Twitter e Facebook continuavano a radunarsi e non solo ad Istanbul.

©riproduzione riservata

TURCHIA

Appello alla moderazione

Secondo i dati Istat, sono oltre 3 milioni i disoccupati nel Paese con un tasso del 12,8% che non vedevamo dal 1977. Severa la relazione del governatore di Bankitalia, Ignazio Visco: ‘’Non siamo stati capaci di rispondere agli straordinari cambiamenti geopolitici, tecnologici e demografici degli ultimi venticinque anni’’. Si attendono novità interne (Governo) ma anche esterne (Bce, Eurozona, ripresa mondiale)

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9 giugno 20134 Socio culturale amicoil nuovo• •

PAPA RONCALLI A 50 ANNI DALLA SCOMPARSA Giovanni e Francesco. Monsignor Marchetto ha offerto una riflessione su Roncalli e l’assise conciliare, sottolineando anzitutto lo spirito con cui Giovanni XXIII ha affrontato il gravoso compito: “La semplicità dell’anima piena di Dio” e la fuga da ogni ambizione. Di qui il paragone con Papa Francesco: “Mi si permetta di dire, a questo proposito, facendo un’incursione in quanto stiamo vivendo, che mons. Quarracino diceva del suo ausiliare Bergoglio di sapere sempre dove stava: all’ultimo posto”. Un Concilio “pastorale” e di “aggiornamento”, ha precisato Marchetto, per “esprimere la dottrina sacra in maniera che fosse meglio conosciuta, accolta e amata, senza giungere a definizioni dogmatiche e applicando a tutti la medicina della misericordia”. E la cui corretta chiave ermeneutica, chiarisce, è “quella della riforma (o rinnovamento) nella continuità dell’unico soggetto Chiesa”, e non quella “della rottura e della discontinuità”. “Una attenta riflessione sulla fede nel mondo contemporaneo domandava un rinnovamento per poter rilanciare la missione della Chiesa - oggi diremmo la nuova evangelizzazione”. Papa Giovanni “esplicitò il compito specifico del Concilio, cioè la custodia e la diffusione più efficace della dottrina cristiana”.

Giovanni. Ed anche il patriarca, nell’omelia della messa celebrata nel 50° anniversario della morte di Giovanni XXIII nella basilica cattedrale di S. Marco, si è soffermato sulla relazione tra Papa Roncalli e il Concilio. Con l’indizione dell’assise, Papa Giovanni “ha dato inizio nella Chiesa - le parole del patriarca - ad una riforma che, in continuità con le epoche precedenti come ci ha autorevolmente spiegato Benedetto XVI, segna un momento essenziale nella storia del cattolicesimo. Il gesto compiuto da Giovanni XXIII richiedeva

coraggio, libertà di spirito e indipendenza di giudizio”. Altri Papi prima di lui si erano posti la domanda se convocare un concilio ecumenico e “avevano preferito rimandare ad altro tempo e demandare ad altri la convocazione di un’assise universale”. Un atto dunque “coraggioso - quello di Giovanni XXIII - destinato, nella logica della menzionata ermeneutica della riforma nella continuità e non della frattura, a segnare profondamente il presente e il futuro della Chiesa”.

Lettura serena e non ideoLoGica. “Tante cose - prosegue monsignor Moraglia - sono state dette e ancora si diranno sul Concilio Vaticano II, sia dal punto di vista storico e teologico che pastorale; solo il passare del tempo permetterà - come sta avvenendo in questi ultimi anni”, una sua lettura “obiettiva, serena e non ideologica”. È proprio “la stessa grandezza dell’evento-Concilio che ne motiva i tanti interessi, le molte

attenzioni e molteplici considerazioni, talvolta anche la pura curiosità dei media che, in ogni modo, tentano di impossessarsene per condizionare le scelte della Chiesa”. “Giovanni XXIII - conclude - fu l’uomo che, nel piano provvidenziale di Dio, era stato scelto per aprire una via”; Paolo VI “l’uomo predestinato a percorrere quella via e portarla a compimento”. a cura di Giovanna Pasqualin Traversa

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Dal Concilio Vaticano IIa Papa Francesco

È possibile ancora oggi parlare di bellezza, di speranza, di fiducia e ottimismo? L’economia è il grande

spauracchio e come una cataratta ci impedisce di vedere un destino di bene che man mano che passano i mesi sembra meno probabile; tutto ci sta deludendo; abbiamo per un attimo (forse anche meno) pensato che dei “tecnici’’ ci tirassero fuori da una crisi di cui non vediamo la fine ma il mio amico realisticamente sembra ricordarci che la vita non si risolve in una questione puramente contabile, è il momento di verificare e di dissotterrare le fondamenta della nostra casa per vedere su cosa poggia.La scena dei discepoli che affondano nel mare in tempesta mentre Gesù’ dorme è né più ne meno ciò che ci sta

accadendo, abbiamo e trasmettiamo paura e scarseggiano “donatori sani di speranza’’. Qualche mese fa di fronte alla carenza di sacerdoti rischiava di chiudere una chiesa ricca di storia e di fascino come Santa Maria Nuova custode per secoli di capolavori d’arte che ci invidiano in tutto il mondo; si è alzata una protesta “laica’’quasi arrogante che pretendeva “nuovi frati” a custodia di una indiscutibile bellezza; istintivamente risentito notavo quanto la chiesa da un lato sia combattuta e dall’altro reclamata come custode della bellezza; il cuore dell’uomo, pur ribelle, intuisce dove è il bello e lo urla, a volte con rabbia con il viso rivolto alla Chiesa!I quadri di Raffaello di Santa Maria Nuova attirano turisti e curiosi ma la chiesa custodisce la bellezza pochi metri più

avanti la predella in un piccolo tabernacolo che non ha bisogno di sistemi di allarme e si lascia scoprire ad ogni celebrazione eucaristica, disponibile ad ogni ginocchio che si piega e al silenzio; le chiese sono spazi sempre più vuoti, frequentate e da pochi “vecchi’’ ma ancora disponibili ad ascoltare parole di un anziano sacerdote, Padre Franco che chissà da quanti anni, ogni mattina sa offrire con la semplicità del linguaggio una lettura “bella della realtà’’ a dispetto di una concezione di complessità che è tale solo per la mole di inutili analisi e congetture ideologiche che la definiscono tale. Mi trovavo a san Pietro, all’incontro del Papa con le associazioni e in un mare di folla, un po’ per difetti audiovisivi e un po’ per distrazione, si sentivano lontane le testimonianze scelte; quelle testimonianze

erano la bellezza vera di una chiesa viva, vera raccolta intorno al suo pastore ma che occorre ascoltarle, salendo su un “sicomoro’’; la vita cristiana si nutre di rumori a bassa intensità e di altissimo valore; Gesù’ non urla, sussurra ma il tono basso fa immediatamente percepire una concordanza che ti fa urlare che Lì c’è il motivo di tutto; la Chiesa è il luogo di quel sussurro anche se inevitabilmente contaminato da mille suoni distorti.Il santo Padre ci ricordava che il suo venire alla fede è dipeso da una nonna che raccoglieva i propri nipoti dicendo parole semplicissime che oggi hanno compiuto l’impensabile evangelizzazione; una voce umile detta a pochi ragazzi hanno alimentato la fede di un Papa e trasmesso con semplicità in mondovisione la certezza di Cristo risorto misteriosamente nel cuore di chissà quante persone; di certo questa povera vecchia non poteva immaginare che il suo annuncio avrebbe fatto il giro del mondo.Il Papa ci ha raccomandato che la semplicità è capace di mostrare senza voler “dimostrare’’ che la nostra avventura nell’utero della terra produce una nascita di incredibile bellezza; non è lo studio a tavolino, la maniacale dipendenza da “qualche commentario’’ o da qualche teologo che Dio si manifesta per “convincerci’’. Dio non è una montagna da scalare! la Chiesa, questo centro misterioso in cui Dio ha deciso di abitare, fornisce le prove quotidiane del bene infinito, del bello e della sazietà che nulla in questo mondo può dare attraverso quella fabbrica di santi che quotidianamente ci rendono “prassi’’ e quindi reale la via del vangelo.Ogni celebrazione eucaristica è un evento che ci fa capire di essere popolo e non “massa’’ e la diversità non è un vantaggio in quanto tale ma semplicemente perché è resa possibile da un collante ben più efficace dei nostri buoni propositi. Mi commuove la diversità non perché mi esalti ma perché è etero diretta; la recente assemblea diocesana mi ha confermato che l’esercito di Dio è potente in quanto guidato e non vive di forza propria. Rinnovare la chiesa oggi più che mai è un atto di fede in chi, può farlo solo mantenendosi ancorati al magistero che ne è garanzia; il resto è fantasia. Francesco Amaduzzi

Associazione “la Famiglia’’ - Fano©riproduzione riservata

FANO – A PROPOSITO DELL’ASSEMBLEA PASTORALE DIOCESANA

È possibile oggi parlare di fiducia e di ottimismo?

La Chiesa di Santa Maria Nuova di Fano

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“Tutti i cloni - o studenti, come preferivamo chiamarvi noi - esistevano soltanto per rifornire la scienza medica. All’inizio, dopo la guerra, è ciò che rappresentavate per la maggior parte

delle persone. Degli oggetti indistinti in una provetta per i test”. Già da queste poche righe è possibile riconoscere una delle distopie più famose degli ultimi anni: “Non lasciarmi” di Kazuo Ishiguro. Vi si narra l’amicizia di tre ragazzi, Kathy, Tommy e Ruth, che vivono nel collegio di Hailsham, immerso nel verde della campagna inglese. Non hanno genitori, ma non sono neppure orfani, e crescono insieme ai compagni, accuditi da un gruppo di tutori che si occupano della loro educazione. Ma l’ambiente idilliaco nasconde la realtà: tutti gli allievi di Hailsham sono destinati a divenire “donatori”. Sono cloni umani creati in laboratorio al solo scopo di “donare” i propri organi.Fantascienza? Forse, ma la trama del romanzo, da cui né stato tratto anche un bel film, non può non tornare in mente quando su tutti i giornali risuona trionfante la grancassa dell’avvenuta clonazione umana. E poco importa che poi siano giunte ai giornali la scoperta dei bluff, le smentite, le imprecisioni, gli errori. Ormai nelle orecchie di tutti erano rimaste le parole magiche: clonazione terapeutica. Già, perché se cloniamo un embrione umano è solo per curare malattie disumane, vero? E poi, suvvia, gli scienziati ci dicono che in fondo si tratta solo un mucchietto di cellule che possono utilmente essere impiegate per la ricerca scientifica, per far crescere tessuti e organi in provetta. Però, però, però… Non fosse che le cellule di cui si parla con tanta disinvoltura sono le stesse cellule che formano un essere umano, unico e irripetibile. Un altro uomo come noi, solo molto, molto giovane.Nessuna potenziale (e tutta da dimostrare) opzione

9 giugno 2013 5Primo Pianoamicoil nuovo• •

La legge n. 38 del 15 marzo 2010 tutela il diritto del cittadino ad accedere alle cure palliative e alla terapia del

dolore. Diritto tutelato e garantito, secondo l’art.1, “al fine di assicurare il rispetto della dignità e dell’autonomia della persona umana, il bisogno di salute, l’equità nell’accesso all’assistenza, la qualità delle cure e la loro appropriatezza”. A tre anni dalla legge, il Sir ha parlato con Antonio G. Spagnolo, direttore dell’Istituto di bioetica dell’Università cattolica.

Che cosa ha rappresentato la legge 38/2010 nell’orizzonte sanitario del nostro Paese?

“Una novità e un valore. Anzitutto il riconoscimento che la medicina palliativa non è un’alternativa alla terapia finalizzata a guarire o a limitare il danno legato alla patologia, ma deve procedere in modo parallelo agli altri trattamenti. Negli ospedali è diventata obbligatoria la cosiddetta ‘scheda del dolore’ per la rilevazione/valutazione del dolore e dei conseguenti interventi antalgici. In secondo luogo una valenza etica: introduce l’idea che, prima che sui criteri generali di ordine statistico legati all’evidenza e ai risultati dei grandi trial clinici in materia di farmaci e trattamenti, una buona medicina deve essere centrata sulla persona, sui suoi bisogni, sulla sua dignità”.

Che cosa si intende per cure palliative? “L’insieme degli interventi finalizzati ad alleviare la sofferenza del paziente e migliorarne la qualità di vita. La prospettiva non è guarire o ‘ridurre il danno’, bensì offrire risposta ai sintomi di una patologia caratterizzata da un’inarrestabile evoluzione e da una

prognosi infausta, e che non risponde più a trattamenti specifici”.

Qui si apre il dibattito sulla “liceità” della cosiddetta “sedazione terminale” e sui suoi possibili effetti di accelerazione della morte…

“Tema oggetto di discussione ma anche equivoco da chiarire, anzitutto impiegando una terminologia appropriata. Per essere applicata, proprio perché comporta la riduzione e/o soppressione della coscienza, la sedazione palliativa/profonda - preferisco definirla così - viene somministrata solo in presenza di criteri ben precisi, i cosiddetti ‘sintomi refrattari’ ai consueti trattamenti. Si tratta di un intervento legittimo sul piano terapeutico, etico-deontologico e legale. Di fronte all’obiezione che possa anticipare la morte del paziente, studi pubblicati su autorevoli riviste internazionali dimostrano come, al contrario, essa non riduca la sopravvivenza dei malati ma in molti casi la prolunghi. Oltre alla presenza di sintomi refrattari, questa procedura richiede anche la piena consapevolezza del paziente che la sua applicazione provocherà riduzione/soppressione della vigilanza e della coscienza”.

C’è chi parla di labile confine tra sedazione profonda e pratica eutanasica…

“L’intenzione e i metodi sono del tutto diversi. A differenza dell’eutanasia, nella sedazione palliativa non c’è intenzione né formale né materiale di anticipare la morte, e i metodi usati (farmaci e dosaggi) sono sedativi, non letali. Non stiamo del resto scoprendo nulla di nuovo. Agli anestesisti riuniti in convegno a Roma, Pio XII nel 1956 ne aveva già affermato la liceità”.

Che cosa dice la legge al riguardo? “Non entra nel merito: la questione emerge dal dibattito internazionale. Non ritengo

tuttavia necessario un intervento specifico del legislatore: la deontologia e i protocolli sono sufficienti a sgomberare il campo da equivoci, mentre ogni pratica volta ad anticipare la morte è sanzionata come omicidio dal nostro Codice penale”.

Un bilancio sulla sua applicazione? “In base alle dichiarazioni del ministro della Salute Beatrice Lorenzin in occasione della Giornata del sollievo (26 maggio), sono ancora pochissimi gli ospedali a muoversi. Manca a mio avviso un’adeguata preparazione degli operatori sanitari. Più che gli infermieri, sono i medici ad oppore ‘resistenze’ considerando le cure palliative ‘altro’ rispetto alla visione di medicina finalizzata soltanto a guarire,

e pertanto delegabili ad altri. Collegati con la legge vi sono però due elementi importanti: la recente istituzione del ruolo professionale del medico palliativista (D.m. 7/02/2013) e l’istituzione di master di primo e secondo livello per tutte le figure che si occuperanno di cure palliative, secondo precise indicazioni del ministero. Strumenti per migliorare l’applicazione della normativa e diffondere una nuova cultura secondo la quale compito del medico non è solo la guarigione del paziente, ma anche il suo accompagnamento migliorandone la qualità di vita”.

Giovanna Pasqualin Traversa© riproduzione riservata

IntervIsta all’esperto dI bIoetIca antonIo G. spaGnolo

tre anni dopo la legge 38salto di qualitànelle cure palliative

clonazione e commercio d’organi

terapeutica può giustificare il sacrificio di uno di noi, oltretutto senza il suo consenso. Se si lascia passare con noncuranza l’idea che sia eticamente giusto usare esseri umani allo stadio embrionale per “curare” un numero imprecisato e indefinito di patologie, che cosa vieta che, in un futuro nemmeno così lontano, si cominci a pensare che sia lecito spostare un po’ più in avanti il numero dei giorni di sviluppo dell’embrione? Perché fermarsi al quindicesimo, quando compare la stria? Perché non proseguire ancora un po’, che così il “campione biologico” si sviluppa meglio e le cellule sono più avanzate? E perché non portarlo fino a completo sviluppo, o addirittura alla nascita? Domande tutt’altro che oziose, che sono state provocatoriamente sollevate in opposizione a certa scienza “disinvolta” anche durante il recente convegno sulle cellule staminali adulte organizzato dal Pontificio consiglio per la cultura.

Dare incondizionato seguito al giustificazionismo terapeutico, trascina con sé l’inevitabile caduta di ogni barriera etica e antropologica. E, un giorno, qualcuno dirà ad alta voce che possono esserci uomini meno uomini di altri, da usare come pezzi di ricambio per chi può permetterselo, come già avviene per l’orrenda tratta del commercio di organi. La risposta a chi grida alla libertà di ricerca e al bavaglio oscurantista non è per nulla confessionale ed è già tutta nelle pagine di Ishiguro: “Non c’era modo di invertire il processo. Come si può chiedere a un mondo che è arrivato a considerare il cancro come malattia curabile, come si può chiedere a un mondo simile di accantonare la cura, di tornare all’età infelice dell’impossibilità? Non c’era più modo di invertire la rotta”.

Emanuela Vinai© riproduzione riservata

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9 giugno 20136 Regione PRovincia amicoil nuovo• •

Un omaggio a Franca Rame

Caro Nuovo Amico, il Cielo ci concede a volte il dono di far nascere al mondo donne eccezionali, che incarnano l’eterno femminino, fatto di bellezza, fascino e insieme

di intelligenza e consapevolezza. Nel 1929 ne abbiamo avute due, Audrey Hepburn e Franca Rame, artiste, madri, generose nel donarsi agli altri, l’una come appassionata Ambasciatrice dell’Unicef, l’altra sempre in prima linea nella difesa dei

diritti degli ultimi. Ad entrambe il Cielo ha risparmiato le offese del tempo, quei “ scorns of time” che Shakespeare fa porre ad Amleto, nel celebre monologo, tra i mali inevitabili della vita. Audrey è morta vent’anni fa a soli 64 anni. Il suo ultimo film, “Always –Per sempre” di Spielberg è stato un congedo ma non un addio, come se dicesse: me ne vado, ma sarò sempre presente nel cuore e negli occhi di chi mi ha amato. A Franca, mancata ancor bella e combattiva all’amore dei suoi cari, tutte le donne di buona volontà vorrebbero poter dire: grazie, Franca, per avere nobilitato il nostro genere per 84 lunghi anni. Non ti dimenticheremo.

Milena Milazzo

Gentile Milena,con la scomparsa di Franca Rame tramonta un’epoca anche

se sappiamo che gli artisti in realtà non muoiono mai. Ci piace solo aggiungere quello spiraglio di trascendenza che il figlio Jacopo ha voluto ricordare di sua mamma, anche se interpretata in modo del tutto singolare.

R.M.

Rebus con dedica

Caro Nuovo Amico ho partecipato alla recente cerimonia di chiusura della 2^ edizione di “Un rebus per amico” indetto dal vostro settimanale interdiocesano. Il mio

rebus ha ricevuto il premio da Leone Pantaleoni. Vorrei dedi-care questo riconoscimento a chi mi ha trasmesso il gusto di giocare con le parole, un grande appassionato di enigmistica e rimatore sopraffino: mio padre Gabriele. Grazie Babbo!

Emanuele Corbellotti© RIPRODUZIONE RISERVATA

Lettere al direttore

CANTIERE A-14 E ARCHEOLOGIA – ALLARME PER LE 350 TOMBE DELLA NECROPOLI

I Piceni di Novilara rischiano di finire ad Ancona

IL 13 GIUGNO ALLA BIBLIOTECA S. GIOVANNI DI PESARO

Dieci anni di “Arte sprigionata”

«Il comune di Pesaro vuole sfrattare i locali della documentazione archeologica a Palazzo Mazzolari, con reperti catalogati dal 1993 e

non ci resta che chiedere ospitalità al centro di documentazione di Novilara». E’ solo il primo grido di allarme lanciato da Chiara Delpino, Ispettore della Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Marche, che la settimana scorsa ha tenuto una conferenza all’Auditorium di Palazzo Montani, sul tema: “Attività della Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Marche: recenti scoperte nelle Provincia di Pesaro e Urbino”, nell’ambito delle conversazioni Xenia 2013, promosse dall’Archeoclub di Pesaro. Ed è un susseguirsi di critiche e appelli a salvare il museo archeologico che si trova da mesi in una situazione drammatica, da parte dell’ex sovrintendente ai beni archeologici Gabriele Baldelli: «La città di Pesaro non si merita un museo archeologico così decrepito, abbandonato da più di venti anni. Vi è una necessità di ampliarlo, anche perchè le recenti scoperte di circa 350 sepolture rinvenute a Novilara, devono trovare un logico e sicuro collocamento».

Già, ma dove? Se lo è domandato anche Riccardo Paolo Uguccioni, presidente della Fondazione Oliveriana. La soluzione di utilizzare i sotterranei del palazzo sede del Conservatorio, diviene sempre più difficile. «Per questo motivo – ha detto Uguccioni - lancio qui un appello, vista anche la presenza del sindaco Ceriscioli e del vice presidente della Provincia Davide Rossi, di poter avere a nostra disposizione palazzo Ricci, per un allargamento del museo. E se non si agirà con urgenza, tanto materiale nel sottoscala del museo archelogico e i nuovi reperti provenienti dalle recenti scoperte, verranno inscatolati e inviati al museo archeologico di Anc ona, e abbandonati per sempre».Chiara Delpino ha illustrato inoltre le recenti attività di scavi e le nuove opere dei cantieri d’opera nella provincia di Pesaro e Urbino: «ad Abbadia di Naro – ha detto - gli scavi hanno portato alla scoperta di un sito risalente al neolitico e all’età del bronzo. A Smirra di Cagli sono stati rinvenuti frammenti ceramici dello stesso periodo». Ma la preoccupazione degli esperti riguarda soprattutto la necropoli di

Novilara e la complessa trattativa con la società Autostrade. «Spesso – ha aggiunto la Delpino - i corredi funebri vengono strappati per poi essere analizzati a Bologna con lo strumento laser. Interessanti sono i tipi di filati a stole e maglie metalliche della

civiltà dei Piceni. Interverranno anche due antropologi per lo studio dei resti organici e del Dna dei defunti. In questa campagna di scavo non sono state ritrovate stele scritte».

P.M.© RIPRODUZIONE RISERVATA

La vignetta della settimana

Taglia il traguardo dei dieci anni “L’arte sprigionata”, manifestazione organizzata dalla Casa Circondariale di Villa Fastiggi di Pesaro che propone alla città una panoramica sull’attività educativa che si svolge in carcere. Anche quest’anno la location sarà presso

la Bibiolteca S. Giovanni di Pesaro. Questa Il programma concentrato nella giornata di giovedì 13 giugno.Ore 11 - Lettere e musica laboratorio di scrittura creativa sezione femminile Cooperativa l’Officina di Belforte del Chienti ore 14 - “Fuori Tutto” laboratorio di Arti Circensi reparto maschile Associazione Vip Claun Ciofega di Senigallia.Ore 17. apertura Di_segni laboratorio di Arteterapia reparto maschile Vanessa Albertini – Catia Birgolotti Cooperativa l’Officina di Belforte del Chienti. Semi di zucca progetto di lavoro con materiale di riuso sezione femminile Coop. Labirinto di Pesaro Coop. T41b di Pesaro. Palloncini e truccabimbi con i Clown Associazione Vip Claun Ciofega di Senigallia. Pane e miele merenda dedicata ai più piccoli a cura della Fattoria Pitinum della Casa Mandamentale di Macerata Feltria. Scripta Manent la scuola: luogo per raccontare e raccontarsi studenti detenuti reparto maschile corsi EDA dell’Istituto Comprensivo Olivieri di Pesaro. “Penna libera tutti” redazione in carcere “Il Nuovo Amico” Settimanale d’informazione Diocesi di Pesaro-Fano-Urbino. Storie da biblioteca elaborati dei detenuti degli istituti penitenziari marchigiani Regione Marche – AIB Marche. Racconti galeotti i libri viventi sezione femminile – reparto maschile Associazione Teatro Aenigma di Urbino. Ore 18.30 Lezioni di ortoflorovivaismo “Fattoria Pitinum” detenuti della casa mandamentale di Macerata Feltria - Roberto PodgornikOre 20 buffet a cura di Sapori e ricette corso di preparazione di cibi con piccoli elettrodomestici di Mario Di Palma sezione femminile Agenzia per l’Innovazione della P.A. Pesaro Sale Interne - Percorsi interiori mostra video-fotografica sull’attività teatrale Umberto Dolcini, Franco Deriu, Celeste Taliani I luoghi della segregazione mostra fotografica di Umberto DolciniOre 21 Scrivere il disagio pubblico dibattito con Matteo Donati, Lorenza Ghinelli, Maura Maioli, Alberto Ramundo, Ettore Vachino, modera Silvia Sinibaldi. Chiusura ore 23

FANO – Un nuovo reperto si aggiunge alla raccolta d’opere d’arte posseduta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Fano. Ai pregevoli quadri del Guercino e del Ceccarini, presenti all’interno della Pinacoteca San Domenico, ed alle altre numerose opere, custodite nella quadreria allestita al piano terra del Palazzo Malatesta, si affianca ora un’anfora greca donata dai coniugi Corrado Piccinetti e Gabriella Manfrin. Il reperto archeologico è stato presentato al pubblico nell’ambito di un convegno svoltosi nella serata di venerdì 31 maggio. Hanno preso parte all’appuntamento

ospitato nella Sala di Rappresentanza della Fondazione: Mario Pagano, soprintendente per i Beni Archeologici delle Marche; Mario Luni, docente di Archeologia Classica presso l’Università d’Urbino; Fabio Tombari, presidente della Fondazione medesima; e naturalmente, Corrado Piccinetti, il filantropo che ha elargito l’opera suddetta. L’ing. Tombari, durante la sua introduzione, ha elencato gli scopi fondamentali ricercati dalla Fondazione attraverso la costituzione della sua raccolta artistica, e cioè: favorire il ritorno a Fano dei maggiori capolavori realizzati dai più conosciuti artisti locali, non disperdere le collezioni private presenti sul territorio e, soprattutto, mostrare gratuitamente tali opere alla cittadinanza in apposti spazi espositivi.Le caratteristiche del manufatto sono state illustrate dal prof. Mario Luni: si tratta di una piccola anfora attica a “profilo continuo” risalente al VI secolo a.C. e proveniente, verosimilmente, da una necropoli. Il prof. Luni, in particolare, si è soffermato sulle due illustrazioni delineate sulla superficie dell’antico vaso. La prima immagine ritrae Atena, la seconda raffigurazione illustra il mitico episodio della cattura della cerva di Cerinea da parte di Eracle.

Diego Corinaldesi© RIPRODUZIONE RISERVATA

IL PREzIOSO REPERTO SARà ESPOSTO A PALAzzO BRACCI PAGANI

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Pomeriggio14.30 – 15.30dal lunedì al venerdì

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Regione PRovincia 9 giugno 2013 7amicoil nuovo• •

Che bello, la tecnologia ci aiuta sempre di più. Le mamme hanno finito di cucire le

famose cartucciere nei boxer, nei reggiseni o nelle giarrettiere. La ragazza fa finta di grattarsi, il prof pudicamente distoglie lo sguardo e oplà il gioco è fatto. A parte che oggi le mamme non sanno più cucire e si deve ricorrere ad una sartina violando la privacy familiare, poi non so fino a che punto il prof distolga pudicamente lo sguardo, anzi. Invece la tecnologia fa risolvere tutti i problemi con gadget sempre meno costosi e più funzionali. C’è, ad esempio una penna che scrive ad inchiostro invisibile, è sufficiente illuminarlo con luce ultravioletta (già inclusa nella penna) per leggere gli appunti nascosti sulle copertine di dizionari e manuali. Se preferite c’è anche un orologio (quadrante grande) sul quale si possono memorizzare formule ed appunti. Basta guardare l’ora ed il prof è bello che fregato. Ancora, delle penne biro a prima vista normalissime che contengono i bigliettini con le formule. A suo tempo un’insegnante di latino, dopo aver dato da tradurre un brano, precedentemente depurato delle parti più difficili, si vide resa la traduzione completa. Miracoli del telefonino. Un consiglio ai copiatori: oggi non fidatevi più del cellulare, a quella tecnologia sono arrivati perfino i prof. Infine un consiglio al Ministero dell’Istruzione: invece di tanti corsi di aggiornamento sulla didattica, spesso inutili, sarebbe meglio un corso approfondito sull’arte di copiare con mezzi tecnologici. I docenti ne hanno estremamente bisogno.

Alvaro Coli© RIPRODUZIONE RISERVATA

il peperoncino

Esamedi maturità

URBINO. L’università della terza età della Provincia di Pesaro e Urbino è presente sul territorio da un quarto di secolo. Distribuita in 8 sedi della provincia, persegue un duplice obiettivo: 1. la promozione culturale degli adulti-anziani per comprendere i cambiamenti del tempo corrente; 2. la conoscenza del proprio territorio, nella sua storia e nella sua realtà attuale. Quest’anno, per la rituale chiusura dell’Anno Accademico, si è scelto la ex Casa dello Studente di piazza San Filippo, trasformata dall’ERSU in Collegio Internazionale per studenti e docenti, con un felice arredo interno mirato alla serenità dello studio e della riflessione. Nessuno la conosceva in questa nuova versione. Il relatore, mons. Giovanni Tani Arcivescovo di Urbino - Urbania - Sant’Angelo in Vado da poco tempo (17 settembre 2011), ha riferito degli incontri con Papa Francesco e del nuovo respiro della Chiesa e della Diocesi, conseguente a questa nuova e irrituale guida del Vescovo di Roma. Tre incontri. In due il Papa ha chiesto a mons. Tani (e agli altri presuli) guardando negli occhi, di pregare per Lui. Un invito alla partecipazione, di tutti, per ristabilire la connessione tra crescita economica e sviluppo sociale che, per essere umano, deve essere integrale, cioè rivolto a tutto l’uomo e ad ogni uomo. Un papa eletto in soli quattro giorni di conclave. Per i credenti opera dello Spirito Santo. Dopo che Benedetto XVI, per ragioni di salute e di età, seguendo le norme del diritto canonico, si dimette da papa

sorprendendo tutti. Ritenendosi non più in grado di governare la Chiesa in un mondo globale così complesso e con l’Occidente in profonda crisi economica e antropologica. Papa Francesco viene dall’Argentina. Conosce bene la miseria e la mancanza di libertà e altrettanto bene il valore della preghiera e la forza della speranza. Non si chiude nel palazzo apostolico, vuol sentire il respiro della gente, confortare il malato che si spinge fino a San Pietro e accarezzare i volti dei bimbi che vuol vedere crescere in un mondo diverso. Più confortevole o meglio più umano. Per questo occorre una nuova combinazione tra libertà individuale, struttura tecnico amministrativa e legame politico. Partendo dall’esperienza umana invece che dall’efficienza del sistema. E le risorse di matrice religiosa possono essere molto utili se non fondamentali per un equilibrato sviluppo. Ma occorre allargare la partecipazione dei fedeli. La divisione

dell’Arcidiocesi di Urbino in sette Unità Pastorali, anche per far fronte alla carenza di preti, rientra in quel obiettivo di qualificare il dialogo tra economia, società e religione. La linearità e l’esposizione piana di Mons. Tani, sottolineata dal plauso dei presenti, apre spiragli nuovi alla speranza. Dopo un frugale spuntino (ma di qualità) preparato da Rolando Ramoscelli, in margine alla presentazione del suo libro “Urbino a tavola” al Collegio Raffaello, la giornata si è conclusa con la visita agli Oratori. Con una guida di eccezione. Pino Cucco. Autore di vari libri legati alla storia dell’arte. Delegato regionale della Diocesi per l’arte sacra, Priore della Confraternita del Corpus Domini. I presenti, dopo un agile sintesi sulla storia delle Confraternite, hanno visto (o rivisto con altri occhi) l’Oratorio delle 5 Piaghe, di San Giuseppe, di San Giovanni, del Corpus Domini. Ammirate le chiese con i

loro tesori. Dal rococò delle 5 Piaghe al presepe plastico del Brandani a San Giuseppe, dal gotico gentile dei fratelli Salimbeni di San Giovanni alla decorazione plastica di San Francesco di Paola. Per terminare nell’archivio di quest’ultima chiesa con i libri dei conti e le pergamene che partono dal 1300. La miglior conoscenza del territorio e l’apertura ecumenica di papa Francesco costituiscono la via e la speranza per umanizzare il presente e il futuro.

Sergio Pretelli© RIPRODUZIONE RISERVATA

MONS. TANI HA CHIUSO L’ANNO ACCADEMICO UNILIT

Quegli incontri con Papa Francesco

Si è svolto nel pomeriggio di domenica, 26 maggio, nella splendida Oasi di San Giuseppe di Ginestreto, il quarto e ultimo incontro sulla Meditazione profonda, dal tema “VA, LA

TUA FEDE TI HA SALVATO, guidato da Suor Maria Pia Barboni, della Famiglia religiosa dell’Istituto Maestre Pie dell’Addolorata. Un bellissimo pomeriggio proseguito con una cena amichevole. “Nel corso dei quattro incontri – ha detto la religiosa - si è cercato di approfondire il senso e l’esperienza di un cammino di interiorità volto a scoprire la bellezza del proprio esistere e realizzare se stessi in riferimento al progetto d’amore di Dio, attraverso letture contemplative della Parola di Dio e meditazioni guidate”. Sempre molto numerose le persone presenti agli incontri, specialmente all’ultimo, per questo Suor Maria Pia e Suor Angela, esprimono i più sentiti ringraziamenti al “Nuovo Amico” per aver sempre ricordato a tutti i lettori gli appuntamenti e aver dato la possibilità, a quanti non conoscevano le iniziative, di intervenire. Si ricorda che il prossimo incontro, dal titolo: la fede: “porta per entrare in relazione con Dio e con il prossimo”, guidato da don Tonino Falcone, Salesiano di Roma, si svolgerà il giorno 9 giugno, a partire dal pranzo insieme alle ore 12,30, per festeggiare il dono della vita e della fede di cui tutti godiamo. L’incontro terminerà dopo la celebrazione Eucaristica, alle ore 19. Per adesioni al pranzo telefonare allo 0721-482153

IL 9 GIUGNO CON IL SALESIANO DON TONINO FALCONE

Meditazioni all’Oasi di S. Giuseppe

ASCOLI – Venerdì scorso, nella chiesa di Santa Maria della Carità, detta della “Scopa”, monsignor Piero Coccia, arcivescovo di Pesaro, ha presieduto la messa solenne, concelebranti il rettore don Angelo Ciancotti e don Vincenzo di Vincenzo. In tempi normali, a celebrare il rito religioso sarebbe stato, come avvenuto in tutti questi anni, il vescovo diocesano Silvano Montevecchi, il quale, com’è noto, è ancora ricoverato all’ospedale di Montecatone di Imola, una struttura specializzata nella riabilitazione di pazienti con esiti di gravi lesioni spinali e cerebrali. Il primo giugno 2006, come molti ricorderanno, ci fu l’inaugurazione solenne dell’Adorazione Eucaristica Perpetua, un’iniziativa di particolare rilievo, che costituì una vera novità sia per la Diocesi sia per la città di Ascoli. In questi sette anni, ogni giorno, 24 ore su 24, trecentosessantacinque giorni l’anno, alcune centinaia d’adoratori, presenti a turno, hanno garantito la continuità dell’Adorazione Eucaristica Perpetua, trascorrendo un’ora la settimana davanti al Santissimo Sacramento. “Celebriamo questa eucarestia – ha esordito l’arcivescovo Coccia – per fare memoria di quegli eventi che molto hanno segnato

e stanno segnando la vita della comunità cristiana che è in Ascoli. Ricordiamo, infatti, il settimo anniversario dell’inizio dell’esperienza dell’adorazione perpetua. Un’esperienza molto forte, la quale invita tutti noi ad avere un rapporto privilegiato con l’eucaristia, nella preghiera e nella contemplazione. In questa circostanza, ricordiamo anche chi ha voluto questa esperienza, il vescovo Montevecchi, che accompagniamo con sentimento e gratitudine, ma anche con la preghiera perché superi questi momenti difficili che sta vivendo”. Al rito religioso erano presenti le autorità civili, i rappresentanti del Sovrano Militare Ordine di Malta, l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, la Confraternita del Santissimo Sacramento, gli adoratori, amici ed ex allievi dell’alto prelato e tantissimi fedeli.

Roberto Cestarelli© RIPRODUZIONE RISERVATA

S. MESSA IN RICORDO DELLA SOLENNE ADORAZIONE EUCARISTICA PERPETUA

Mons. Coccia in visita nella sua Ascoli

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9 giugno 20138 amicoil nuovo• •

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L’ARCIVESCOVO COCCIA NELLA SOLENNITA’ DEL CORPUS DOMINI

L’Eucaristia è presenza viva nella città

è stata chiara e incisiva l’omelia di S. E. Mons. Piero Coccia in occasione della processione del Cor-

pus Domini, che domenica scorsa si è snodata per le vie del centro storico della città concludendosi in Cattedrale con tanta partecipa-zione di fedeli.L’Arcivescovo, rifacendosi a una “felice espressione” di Papa Fran-cesco, ha sottolineato il significa-to simbolico del gesto: indicare innanzitutto una chiesa “in cam-mino” verso il Signore, incarnata nei percorsi della storia, non in fuga né rassegnata o indifferente o pessimista di fronte ai drammi dell’uomo contemporaneo, ma tesa a “confessare Gesù Risorto come unico Signore della storia, a porsi come coscienza critica nei confronti di altre signorie (potere, possesso, piacere) guidate dai co-siddetti poteri forti, che stanno as-sumendo sempre più la forma di una vera e propria dittatura del pensare e dell’agire” e che – pur-troppo – “non poche volte stanno convincendo persino noi cattolici”. “Anche nella cultura e nella socie-tà del nostro territorio di Pesaro”, ha tenuto a precisare Mons. Coc-cia, “la chiesa ha tanto da dire e da testimoniare” in questo senso.

“Ma il gesto della processione eu-caristica - ha poi aggiunto - ci richiama non solo ad essere una chiesa che cammina e confessa il Signore, ma anche una chiesa che costruisce la “città degli uomini”, come dice Sant’Agostino, in attesa della “città di Dio”. Questa costruzione però avvie-ne con una precisa modalità, che proprio nell’Eucaristia - pane “do-nato” e vino “versato” - trova il

suo paradigma.“Grazie all’Eucaristia, la presenza dei credenti nella polis è una pre-senza attiva che si fa donazione e che perciò diventa concretamente contributo alla costruzione del bene comune… che si realizza con la relazione donativa. E’ la rela-

zione del nostro io con gli altri che consente a ciascuno di essere se stesso e di potersi esprimere nella sua specificità, dando un suo ori-ginale apporto al bene di tutti”.“A tale riguardo, ha ulteriormente sottolineato l’Arcivescovo, a volte ci imbattiamo, anche nel nostro

territorio, in una mentalità secon-do la quale l’esperienza religiosa deve essere relegata unicamente alla sfera privata, interiore, sog-gettivistica…In tal modo si nega palesemente un diritto fonda-mentale della persona: la libertà religiosa in tutte le sue espressioni.

Ma si impedisce ancor di più la costruzione del bene comune che si realizza con il contributo di tut-ti e di ciascuno secondo le proprie capacità.A sostegno della tesi “privatistica” della religione, molte volte si porta la cosiddetta “laicità” dello Stato. Ma tale “laicità” non coincide con il confinamento dell’esperienza re-ligiosa nella coscienza individuale e nemmeno nell’assumere da parte dello Stato forme di equidistanza da essa. Questo sarebbe laicismo intransigente e intollerante. Occorre invece recuperare il con-cetto di “laicità positiva”, come ci ha indicato Benedetto XVI, dove lo Stato, nel rispetto di una sana democrazia, consenta a ciascuno di esprimersi per quello in cui cre-de a livello di visione antropologi-ca, di valori conseguenti, di scelte concrete, lasciando così lo spazio a ciascuno di poter dare un con-tributo specifico alla costruzione della società. Ci si sbaglia di gros-so nel ritenere che il riferimento pubblico della fede possa intacca-re la giusta autonomia dello Stato e delle istituzioni civili.Del resto l’Eucaristia esprime e realizza alcune dimensioni fonda-mentali del vivere sociale: la sussi-diarietà, la solidarietà, la gratui-tà, l’unità nella diversità. E quindi, in una società “al plurale”, diventa garanzia di Bene Comune, di coe-sione e di tenuta sociale. Il cristiano che vive l’Eucaristia, dunque, si qualifica come origi-nale costruttore della città degli uomini, senza pretese egemoniche, ma anche senza forme rinuncia-tarie”.

Paola Campanini© RIPRODUZIONE RISERVATA

CHIESA E MEDIA – CONFERENZA DEL DIRETTORE DI AVVENIRE

Tarquinio: stampa cattolica tra cronaca nera e controinformazione

PESARO. «Uno sguardo sul globale e sul reale senza mai perdere di vista la posi-tività che deve guidare chi si occupa di giornalismo». Così l’arcivescovo di Pesaro, Piero Coccia, ha sintetizzato l’appassio-nata conferenza del direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, intervenuto a Pesaro su “Chiesa e mass media. Quale informa-zione?”. Un appuntamento proposto in occasione della 47^ Giornata mondiale delle comunicazioni sociali e che l’arci-diocesi pesarese ha voluto come terza tappa di un filone di dialogo che ha visto alternarsi in città figure di spicco come i cardinali Camillo Ruini e Gianfranco Ra-vasi. Un percorso dedicato all’anno della

fede per coniugare educazione ed infor-mazione. Ad introdurre la serata, parten-do dal messaggio di Benedetto XVI sulle Reti sociali, è stato Paolo Boni, direttore dell’istituto superiore di scienze religiose “Giovanni Paolo II” di Pesaro. Numerosi i temi toccati da Tarquinio a cominciare dall’esagerata attenzione che i mass me-dia nostrani dedicano agli avvenimenti drammatici. Una sorta di «insalata mista dallo stesso sapore – ha detto il direttore di Avvenire – che rappresenta in realtà una parte marginale del Paese». Infatti l’ultimo rapporto curato da Ilvo Diaman-ti per “LaPolis”, dimostra che l’Italia è lo stato europeo maggiormente votato alla

cronaca nera. Oltre il 57% delle notizie dell’intera offerta giornalistica, contro il 6% della Germania e un 20% della media reale. L’occasione è stata utile anche per ribadire il diritto di controinformazione della stampa cattolica su temi quali la scuola pubblica/paritaria, i matrimoni omosessuali, il traffico di organi uma-ni e i respingimenti ciechi alle frontiere. Un’epoca globale in cui l’informazione viene spesso nascosta o avvelenata ma che - è stato detto in conclusione deve tornare ad aiutare la gente a comprende-re i fatti importanti dell’esistenza.

Roberto Mazzoli© RIPRODUZIONE RISERVATA

IL POTERE DEI SENZA POTERE” di V. Havel. Su questo tema si terrà giovedì 13 giugno alle ore 21,15 presso l’Auditorium di Palazzo Montani Antaldi di Pesaro, una conferenza con Carla Silenzi e don Da-niele Federici. Perché rileggere oggi il saggio di Ha-vel? E in cosa consiste “Il Potere dei Senza Potere”? “Tutti abbiamo di fronte agli occhi un unico com-pito fondamentale.(…) Di confidare nella voce del-la coscienza più che nelle speculazioni astratte, di non inventare una responsabilità diversa da quella che tale voce ci indica; di non vergognarci di esse-re capaci di amore, di solidarietà, di compassione e di tolleranza, ma al contrario di liberare queste dimensioni fondamentali della nostra umanità dal-l’esilio nel privato”.In questo invito che ben si addice al periodo di “cri-si dell’umano” e di profondo relativismo che ciascu-no di noi sta vivendo e nel riposizionare al centro delle vicende l’io con il suo desiderio di costruire nella verità e nella libertà consiste la contempora-neità di Havel.Solo questo è “ Il potere dei senza potere”: un uomo che “ridica io” può essere il granellino di sabbia che inceppa il meccanismo della menzogna con conse-guenze imprevedibili perché “nessuno sa quando una qualsiasi palla di neve può provocare una va-langa”.

Raffaella Bernabucci© RIPRODUZIONE RISERVATA

IL 13 GIUGNO A PALAZZO ANTALDI

Il potere dei senza potere

Page 9: «Il Nuovo Amico» n. 23 del 9 GIUGNO 2013

Pesaro 9 giugno 2013 9amicoil nuovo• •

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resi A cura di Vittorio Cassiani

DOMENICA 9 GIUGNOL’OSPEDALE DEGLI ANIMALI SEL-VATICI – Visita al “Centro recupe-ro” a cura de “Il Ponticello” (tel. 0721/482607). Ritrovo alle ore 9.30 presso “Polvere di cafè”, in via Fratti 126. Quota euro 12.SAGGIO FINALE – In piscina gli allievi della Scuola di nuoto. Im-pianto Osvaldo Berti di via Redi-puglia. Dalle ore 9.30.VISITE AL PALAZZO DUCA-LE – Previsti due turni: alle ore 9.45 ed alle 11.15. Prenotazioni: 338.2629372. Costo euro 5.A FIORENZUOLA DI FOCARA – Si conclude la mostra fotografica: “Il valico della Siligata”. Orario: 10-20.FESTA DELLA BISTECCA – In zona Celletta, parcheggio via del ‘900. Dalle ore 11,30 alle 24.WEEK-END GASTRONOMICO – Ul-timo convivio di primavera nei seguenti ristoranti: Da Luisa (Ser-rungarina), La Pantana (Tavullia), Amabile (Frontone), al Balì da Giò e Tina (Saltara).MOSTRA DI RENATO BERTINI – Termina oggi nella Galleria Art. 065, in via Giordano Bruno 65.FESTA DEI POPOLI – Dalle ore 16 presso il Parco Miralfiore: area bambini, biblioteca vivente e spettacoli etnici.VESPRI SOLENNI – Nella chiesa dell’Adorazione, in via della Ma-ternità. Ore 18.PANTANO ’85 – Inizia oggi la

festa con la processione della Madonna aiuto dei Cristiani per terminare, domenica 16 giugno, con gli anniversari di matrimonio nella Santa Messa delle ore 11.45.“IL VENTO DEGLI ANNI ‘60” – Mu-sical proposto dagli studenti del Liceo scientifico musicale Marconi in collaborazione con le Scuole superiori Rete musica della pro-vincia di Pesaro e Urbino. Ultima replica al Teatro Rossini, ore 21.

LUNEDI’ 10 GIUGNOL’EDUCAMP DEL CONI – Inizia oggi l’attività del Centro estivo per bambini, fanciulli e ragazzi dai 7 al 13 anni, promosso dal CONI. Dalle ore 8 presso il Campo scuola di via Respighi.“NON SOLO MARE” – Dal 10 giugno al 2 agosto, dal lunedì al venerdì, ore 7.45 – 13, orato-rio per tutti i minori dai 6 ai 12 anni. Parrocchia dei Cappuccini. Info: 334.9841513 – 327.3125198 – 346.9724719.

MARTEDI’ 11 GIUGNOBIBLIOTECA SAN GIOVANNI – E’ entrato in vigore l’orario estivo: martedì e giovedì 9-12.30 e 17-23; mercoledì e venerdì 9-12.30 e 17-20; sabato 9-12.30.“LE DEPRESSIONI: COME SUPE-RARLE INSIEME” – Incontri a cura della dottoressa Laura Mulazzani, psicologa e psicoterapeuta. Per informazioni ed adesioni rivol-gersi allo sportello informativo “Territorialmente”in via Branca

29, aperto ogni martedì dalle ore 10 alle 12 e dalle 16 alle 18 (cell. 339.4962055).“TUTTI I COLORI DEL VERDE” – Conversazione di Franco Pan-zini (“Piante e giardini antichi e moderni”) e Vittorio Vagnini (“Pe-saro: i giardini al mare”). Corte di Palazzo Toschi-Mosca, ore 18.30.

MERCOLEDI’ 12 GIUGNO220° ANNIVERSARIO DELLA BI-BLIOTECA OLIVERIANA – I. Gam-berale, M. De Nonno, C. Di Gio-vine (a cura di), “Le strade della filologia”. “Per Scevola Mariotti”, edizione di storia e di letteratura 2012. Presentazione di Piergior-gio Parroni. Corte della Biblioteca Oliveriana, ore 21.15.

GIOVEDI’ 13 GIUGNONELLA SEDE DEL “MARIA ROSSI” – In via Toschi Mosca 20. Incontro con gli scrittori Francesco, Aldo e Luigi Falanga. Canti e chitarra di Michele Merlini. Presentazione di Donatella Galli. Dalle ore 16.30.“PIANTE E VELENI” – Conversa-zione sul tema di Sandro Di Mas-simo del Centro di ricerche “Brilli Cattarini” della provincia di Pesa-ro e Urbino. Corte di Palazzo To-schi Mosca, ore 18.30.“MEZZANOTTE BIANCA DEI BAM-BINI” – E’ in programma da oggi a sabato prossimo nel Centro sto-rico e in zona mare,VENERDI’ 14 GIUGNOOPERATORI DI NIDI DOMICI-LIARI – Fino al 25 giugno sono

aperte le iscrizioni al corso di for-mazione professionale. Info: Sede dell’Agenzia per l’innovazione, viale Trieste 296.

SABATO 15 GIUGNONELLA GALLERIA ART 065 – In via Giordano Bruno 65. Fino al 30 giugno espone Terenzio Pedini.CAMMINATA A KM. (QUASI) ZERO - Con l’Associazione ambientale “La lupus in fabula”. Ritrovi: ore 16 a Pesaro (parcheggio Liceo scientifico), ore 16.30 parcheggio sotto le mura di Mombaroccio.

Info e prenotazioni: Roberto Man-cini, tel. 345.3093130.L’ARTE IN TRINCEA – In mostra incisioni di Anselmo Bucci con riferimento al primo conflitto mondiale. Oggi e domani nella sede del Municipio di Monte-labbate con orario 17-19. Info: 349.8605868.“ANDAR PER LUCCIOLE AL CA-STELLO” – Passeggiata guida-ta a cura de “Il Ponticello”. Tel. 0721/482607. Ritrovo presso “Pol-vere di Cafè” in via Fratti 126, ore 18. Quota euro 12.

IL CAMMINO PROSEGUIRÀ CON LO STUDIO DI EBRAISMO ED ISLAM

Concluso l’anno accademico all’I.S.S.R.Come all’uscita dal teatro gli ul-timi spettatori si attardano con-templando la platea fino ad un attimo prima brulicante ed ora, quasi d’improvviso, deserta e sprofondata in un silenzio ancora impregnato di suoni, echi ed ap-plausi, così mercoledì 29 maggio all’I.S.S.R. “Giovanni Paolo II” di Pesaro lo “staff” che conduce, con calore e generosità, l’Istituto teo-logico, si aggirava per le aule da poco vuote e avvolte nel silenzio, osservando i banchi deserti, men-tre un lieve brivido di nostalgia attraversava le loro membra. L’ul-tima ora di lezione dell’anno era cominciata nel modo ormai tra-dizionale, con gli studenti raccolti attorno all’Arcivescovo di Pesaro, mons. Piero Coccia, a pregare e a conversare. Era stato il direttore, prof. Paolo Boni, ad aprire il dia-logo, ringraziando l’Arcivescovo

per la guida e l’attenzione rivolta verso l’Istituto. L’Arcivescovo ha iniziato la conversazione salu-tando i docenti presenti e ralle-grandosi con gli studenti per il percorso seguito, invitandoli alla perseveranza nel cammino di for-mazione. Dopo avere ringraziato lo “staff” dell’Istituto, è iniziato un ricco dialogo sulla presenza dei laici nella realtà attuale. Ha ricor-dato come anche Papa Francesco

abbia stimolato i Vescovi marchi-giani ad accrescere l’impegno ver-so le famiglie, i giovani e la forma-zione dei laici. In un momento di crisi come questa, ha aggiunto, ci sono tante povertà, sia economi-che che culturali, e bisogna impa-rare ad andare loro incontro in un contesto culturale profondamente diverso rispetto a quello passato. Poi tutti si sono riuniti attorno al tavolo dello splendido “buffet”

preparato dagli studenti di tutti i 3 anni di corso, dove aleggiava il ricordo delle ore dense di acco-gliente disponibilità, da parte dei docenti, a reiterare le spiegazioni per chiarire, con nuovi esempi, i contenuti tanto ricchi e profon-di delle materie di studio. Sì, la teologia, amica delle domande di compimento e di bellezza presenti in ogni uomo, ha arricchito anche quest’anno la mente e ha scaldato il cuore degli studenti, rendendoli persone più appassionate e pa-zienti. Ormai la serata è conclusa e mentre si va verso l’uscita si è accompagnati dai saluti, i sorrisi e le ultime frasi degli allievi: “quas-sù si sta bene…, il percorso di vita lentamente cambia direzione…, ci si trova più attenti, consapevoli, cresciuti”. Gli allievi ricordano gli sforzi volti a capire e ad approfon-dire, a solidarizzare, soprattutto

nei momenti difficili che inevi-tabilmente qualcuno attraversa. Ma la realtà dell’Istituto continua, anche per chi ha concluso gli stu-di. Alcuni di coloro che lo hanno frequentato si sono ritrovati as-sieme per pregare e conversare davanti ad una pizza fumante, finché è nata quest’anno un’idea: fondare una associazione di “ex-studenti”, chiamata “Panim” (vol-to), e aprirla a chi ha il desiderio di continuare ad approfondire le ragioni della fede. Si sono riuniti nel corso dell’anno e si incontre-ranno, di nuovo, dal mese di ot-tobre. Il cammino proseguirà con lo studio della religione ebraica e dell’Islam. Poi, i battenti delle aule si sono chiusi, ma non la vita che l’Istituto ha saputo trasmettere a chi lo ha frequentato.

Donatella Valentini© RIPRODUZIONE RISERVAT

L’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Giovanni Paolo II” ha con-cluso i suoi corsi mercoledì 29 maggio e li riprenderà il 30 set-tembre, l’ultimo lunedì del mese. E’ frequentato sia da studenti

ordinari, che intendono conseguire la Laurea in Scienze Religiose, sia da studenti uditori, che seguono uno o più dei 33 corsi attivati ogni anno, per motivi pastorali o per formazione personale. La Segreteria sarà aperta per ricevere le iscrizioni da lunedì 2 settembre. E’ comun-que possibile contattarla o telefonicamente, ai numeri 338.3064497 e 0721.52109, oppure consultando il sito www.issrpesaro.it. La sede si trova a Pesaro presso Villa Borromeo, in via Avogadro 40.

La parrocchia San Giovanni Bosco in Osteria Nuova, nei giorni 1 e 2 giugno, ha vissu-

to il suo momento ecumenico. Gli amici luterani di Kolt (Danimar-ca), trenta persone, accompagna-te dalla pastora Gitte, sono venute a farci visita, prima di proseguire la loro vacanza per Roma. Si dice che una vera famiglia si vede nel bisogno e la comunità parroc-chiale, ha risposto prontamente. Gli amici di Kolt sono stati ospita-ti nelle famiglie, con grande gioia e spirito d’accoglienza. Questa esperienza, ci ha aiutato a capire, come ci dice il parroco Don Lo-renzo Volponi “che la comunità non è solo il piccolo gruppo più assiduo che gira intorno al Don, ma siamo noi”. Se ognuno si re-sponsabilizza e dà il meglio di sè, la famiglia cresce.E così è stato. Chi ha il dono di organizzare viaggi, si è prodigato per preparare il programma “ri-creativo” del sabato pomeriggio, con la visita al museo diocesano, alla Chiesa del SS. Nome di Dio e al Duomo (la domenica visita ad Urbino). Chi ha il dono di saper cucinare, si è occupato dell’or-ganizzazione del pranzo e della cena. Domenica mattina abbiamo vissuto un momento di conoscen-

za reciproca, aiutati in questo an-che dalla disponibilità di Vittorio Amadei e sua moglie Karen, che ha visto una partecipazione senti-ta da parte di tutti, italiani e dane-si. C’è stato uno scambio di espe-rienze, vivo e pieno di domande

che si è concluso con la parteci-pazione alla Messa. Celebrazione molto commovente, in cui ci sia-mo veramente sentiti tutti molto vicini e ci ha incoraggiato a com-piere passi sempre più decisivi nel cammino dell’amicizia e del con-

fronto fraterno, affinché questo gemellaggio possa crescere.Lunedì mattina, alla partenza dei nostri amici per Roma, non sono mancati occhi lucidi, segno che il seme gettato ora deve essere curato con l’aiuto di Dio e con la

nostra apertura al dialogo e al-l’ecumenismo. Ci siamo lasciati con la promessa di rivederci, ma questa volta saremo noi a volare in Danimarca .

Maria Grazia e Marcello© RIPRODUZIONE RISERVAT

IN 30 DALLA DANIMARCA A OSTERIA NUOVA

Momenti di vita ecumenica

Page 10: «Il Nuovo Amico» n. 23 del 9 GIUGNO 2013

9 giugno 201310 Pesaro

✞Martedì 21 mag-gio, munito dei conforti religiosi è mancato all’età di anni 91

ILARIO CECCHININe danno il triste annuncio le figlie GIUSEPPINA e LUCIANA, i generi, i nipoti, i parenti tutti. Il funerale ha avuto luogo venerdì 24 maggio nel-la chiesa dei Padri Cappuccini. La tumulazione al Cimitero Centrale.O.F.San Pietro di Marco Giombetti-via Villa Fastiggi 105, Pesaro-tel.0721/282549

✞Sabato 01 giugno è mancata all’ af-

fetto dei suoi cari

CARLONI TINA

nata il 31/05/1922morta il 01/06/2013

La funzione religiosa si è svolta il 03/06/2013 ore 15,00 presso la chie-sa di Villa FastiggiO.F. Alma Mater di Stefania Tonellivia del Fallo,8-Pesaro tel.0721/33100

✞ Mercoledì 29 mag-gio, munita dei conforti religiosi, è mancata all’età di anni 78

DORINA FORLANIved. Pedini

Ne danno il triste annuncio il figlio RICCARDO, la nuora MARIELLA, gli amati nipoti FRANCESCO e ALESSAN-DRO, i fratelli ADELMO e LUCIANO, le cognate, i parenti tutti. Il funera-le ha avuto luogo sabato 1 giugno nella chiesa di S. Maria delle Fab-brecce.. La tumulazione al Cimitero di Villa Fastiggi.O.F.San Pietro di Marco Giombetti-via Villa Fastiggi 105, Pesaro-tel.0721/282549

✞Mercoledì 29 Mag-gio è mancata all’ affetto dei suoi cari

BARCA ALBERTAnata il 23/05/1931

morta il 29/05/2013La funzione religiosa si è svolta il 01/06/2013 ore 15,00 presso la chie-sa di S. Martino (Riccione).O.F. Alma Mater di Stefania Tonellivia del Fallo,8-Pesaro tel.0721/33100

✞Venerdì 31 maggio alle ore 19.50 è mancato all’affetto dei suoi cari, mu-nito dei conforti religiosi, all’età di anni 80

RENATO MENGUCCILo annunciano con profondo dolore il fratello EZIO e i parenti tutti.Il funerale ha avuto luogo Sabato 01Giugno alle ore 14.45 partendo dall’obitoriodi Muraglia per la Chiesa parrocchia-le di S. Pietro, ove alle ore 15 sarà ce-lebrata la S. Messa. Dopo il rito fune-bre proseguirà per il Cimitero locale.IROF Funeral Services Sede Pesaro via Cattaneo n.11 - Tel. 0721 31494-371444

✞Domenica 02 giugno è mancata all’ affetto dei suoi cari

BALDESCHI ANNA GRAZIA

nata il 30/08/1949morta il 02/06/2013

La funzione religiosa si è svolta il 04/06/2013 ore 15,00 presso la chie-sa di Villa FastiggiO.F. Alma Mater di Stefania Tonellivia del Fallo,8-Pesaro tel.0721/33100

✞Domenica 02 giu-gno è mancato all’ affetto dei suoi cari

DOMENICO DELLE MONACHE

nata il 15/09/1931morta il 02/06/2013

La funzione religiosa si è svolta il 04/06/2013 ore 15,00 presso la chie-sa di Villa FastiggiO.F. Alma Mater di Stefania Tonellivia del Fallo,8-Pesaro tel.0721/33100

✞Lunedì alle ore 6.10 è mancata al-l’affetto dei suoi cari, munita dei conforti religiosi, all’età di anni 86

GINA SPADONIved. Bernardi

Lo annunciano con profondo dolore i figli ILVANO e KATJUSCIA e l’ adora-ta nipotina GAIA.Il funerale ha avuto luogo Mercoledì 5 Giugno nella Chiesa parrocchiale di S. Luigi Gonzaga. Dopo la messa proseguirà per il Cimitero Centrale.IROF Funeral Services Sede Pesaro via Cattaneo n.11 - Tel. 0721 31494-371444

✞ANNIvERSARIO

3 giugno 1995 - 3 giugno 2013

FRANCESCA D’ANGELILa ricordano con tanto affetto la mamma, il babbo, il fratello Rodolfo, gli zii, i cugini e parenti tutti. In suf-fragio è stata officiata una S. Messa nella Chiesa parrocchiale di Cattabri-ghe Lunedì 3 Giugno.O.F. Marinelli – Via Del Governatore, 4 tel. 336/284055 – 337/635960

✞ANNIvERSARIO

Mercoledì 12 Giugno ricorre il 13° anni-versario della scomparsa della cara

ANGIOLINA vALLIin Magi

La ricordano con amore e rimpianto il marito, i figli, i nipoti, i fratelli, le sorelle, i cognati e parenti tutti. Una S. Messa in suffragio sarà ce-lebrata Martedì 11 Giugno alle ore 19 nella Chiesa parrocchiale di S. CROCE (v. Lubiana). Si ringraziano quanti si uniranno nel ricordo e nella preghiera.O.F. Marinelli – Via Del Governatore, 4 tel. 336/284055 – 337/635960

necrologi

settant’anni di servizio presniterale

Si è spento il decano dei pretiAl vespro del giorno in cui la Chiesa celebra la festa della visita di Maria ad Elisabetta, il Signore ha

chiamato a sé don Onelio Passani, presbitero di questa diocesi, nato l’11 maggio 1920. Fin da bambino ha sentito la chiamata a seguire il Signore sulla via del sacerdozio ministeriale; ordinato presbitero il 27 giugno 1943 da S.E. Mons. Bonaventura Porta ha, in spirito di obbedienza pronta e cordiale, servito questa Chiesa particolare, prima come parroco di Granaro-la, poi per ragioni di salute, come cappellano dell’Ospedale di Treb-biantico. Per tanti anni apprez-zato insegnante di lettere nelle scuole statali e sempre disponibile nei confronti dei confratelli come aiuto per il ministero della predi-cazione e della riconciliazione. Per lungo tempo ha prestato servizio nella parrocchia di San Martino, dove risiedeva. Si è infine ritirato nella Casa del Clero: da qui ha con-tinuato, in relazione al suo stato di salute, a collaborare con quanti si

rivolgevano a lui soprattutto per il ministero della Parola e della Peni-tenza. Carattere aperto e gioioso, sapeva incontrare le persone con amabilità e cuore grande. Ha con-servato fino alla fine dei suoi giorni una nota di quella spiritualità che viene chiamata da Santa Teresa del Bambin Gesù, ‘infanzia spirituale’: non ingenuità, ma fiducia illimitata nella bontà misericordiosa di Dio che solo vede nelle pieghe del cuo-re umano e fascia le ferite dei suoi figli. Don Onelio, nella sua vita sacerdotale e nei rapporti umani, ha cercato di incarnare lo spirito delle beatitudini evangeliche. Con-divideva la gioia degli amici e dei confratelli componendo volentieri e con perizia versi poetici che al-lietavano sempre i compleanni e

gli anniversari. Avremmo voluto celebrare con lui il 70° di sacerdo-zio il prossimo 27 giugno e stava-mo pensando come farlo, tenuto conto delle sue condizioni di salu-te che comunque non hanno mai compromesso la sua lucidità, né spento quel sorriso disarmante che brillava sul suo volto. Il Signore ha disposto diversamente, lo celebre-rà in pienezza di luce nella liturgia celeste. Siamo sicuri che Maria, verso la quale nutriva una devozio-ne tenera e filiale, lo avrà, nell’ora del grande passaggio, condotto a Gesù del quale ha cercato di essere servo fedele e gioioso cantore della Sua infinita misericordia.

Don Gino Rossini© RIPRODUZIONE RISERVATA

Di don Onelio voglio eviden-ziare il suo animo sacer-dotale caratterizzato dal-

la apertura allo stupore e dalla gratitudine, come anche da una indiscussa fedeltà al Signore, alla chiesa e all’uomo. La sua fedeltà al Signore si è espressa in tante maniere, ma non ultimo attraverso la puntua-lità e l’intensità della preghiera. Ricordo il suo dispiacere nel non poter recitare la Liturgia delle Ore, come pure ricordo le innu-merevoli volte che, andandolo a visitare, lo trovavo con la corona del rosario in mano. Ma non di-mentico la intensità e densità di animo con cui celebrava l’Euca-ristia e la passione con cui prepa-

rava l’omelia, su cui a volte chie-deva un giudizio. Don Onelio con la sua lunga esperienza aveva capito cosa conta veramente e primariamente per noi sacerdo-ti: il rapporto con il Signore e da questo rapporto traeva la forza per vivere coerentemente il suo ministero. Ma la fedeltà di don Onelio si è espressa anche nei confronti della chiesa, attraverso il bel rapporto che ha avuto con i suoi Vescovi e con i suoi confratel-li nel sacerdozio. Questa fedeltà

si è tradotta sempre in una gran-de disponibilità a collaborare, secondo le varie necessità della nostra Arcidiocesi e secondo la varietà della tipologia dei servizi a lui chiesti. In questa collabora-zione ha dato il meglio di sé per affidabilità, per convinzione, per spirito di servizio alla sua comu-nità.Ma don Onelio è stato anche un sacerdote fedele all’uomo. Gra-zie alla sua prolungata età, ha vissuto diverse stagioni culturali

connotate da precise specificità e da altrettanta sensibilità. Con la sua mente aperta e con il suo cuo-re dilatato, ha saputo accogliere le persone con le loro problema-tiche e ha saputo accompagnarle nell’incontro con il Signore, con semplicità ed essenzialità. Era suo desiderio capire mutamen-ti e cambiamenti per poter dare risposta nella fede e di fede alle persone. Ricordo, quasi con tene-rezza, la sua presenza agli eserci-zi spirituali diocesani di qualche

anno fa e la sua volontà di non voler perdere nulla di quanto ve-niva detto, sia attraverso un fitto quadernino di appunti, sia co-municandomi con soddisfazione quanto stava scoprendo nelle me-ditazioni.In questa celebrazione si elevi al Signore il nostro rendimento di grazie per averci dato don Onelio e nel contempo invochiamo an-cora il Signore perché ci dia vo-cazioni al Sacerdozio e alla vita consacrata.

+ Piero Coccia Arcivescovo Omelia in occasione

delle esequie del sacerdote Mons. Onelio Passani

(Pesaro, Basilica – Cattedrale, 3 giugno 2013)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Don Onelio sacerdote

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9 giugno 2013 11amicoil nuovo• •

Redazione di Fano:Via Roma, 118 - 61032 FanoTel. 0721 802742 dir. 803737 Fax 0721 825595E-mail: [email protected]

Fossombrone Cagli Pergola

Le concLusioni deL vescovo Mons. ArMAndo TrAsArTi

Essere testimoni di un’umanità piena

Due corsi a Villa San BiagioESERCIZI SPIRITUALI PER SUORE E

CONSACRATE LAICHEFANO – Sono in programma, a Villa San Biagio, due corsi di esercizi spirituali per suore e consacrate laiche.

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40-55 - La nostra vocazione e apostolato in tempo di prova1 - 6 luglio: Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Lectio divina con la

Lettera ai Romani

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Riportiamo di seguito una sinte-si delle conclusioni del Vescovo all’assemblea pastorale diocesa-na (27-29 giugno 2013)

FANO - Il servizio agli uomini è davvero la possibilità di mostra-re la bellezza del Vangelo perché la Fede umanizza e deve essere umanizzata. “Non è dal modo in cui un uomo parla di Dio, ma dal modo in cui parla delle cose ter-restri che si può meglio discerne-re se la sua anima ha soggiornato nel fuoco dell’amore di Dio”. (Si-mon Weil). “Il Verbo si fece carne e abitò tra di noi” dice l’evangeli-sta Giovanni nel prologo. Il “Farsi carne” non significa rivestire un corpo come un abito, assumere un involucro carnale, ma significa il farsi umano di Dio. Indica che Dio, secondo la rivelazione cri-stiana, si fa conoscere all’uomo e lo incontra nell’umanità di Gesù

Cristo. Ormai noi cristiani possia-mo dire che l’umano è il luogo di Dio, il “dove” di Dio.Per questo la fede umanizza. Se è vero, che Dio si è fatto uomo per-ché l’uomo diventi Dio, è ugual-mente vero, che Dio si è fatto uomo perché l’uomo diventi uma-no. L’incarnazione opera la divi-nizzazione dell’uomo attraverso la sua piena umanizzazione. Tutta la Rivelazione cerca la progressi-va realizzazione di questo grande obbiettivo: la Torà si prefigge di plasmare l’umanità dell’uomo, di realizzare un uomo dal volto uma-no, di immettere umanità nelle relazioni tra gli uomini; la Profe-zia vuole umanizzare la società e il cuore di ogni essere umano, de-nunciando i casi in cui l’uomo non è all’altezza della propria umanità; la Sapienza celebra il primato del-l’umano e della vita, e presenta la lezione del quotidiano come luo-

go teologico. E tutta la Rivelazio-ne si compie e si riassume nella Parola “densa e abbreviata” come dicevano i Padri, in Cristo Gesù e nella sua vera umanità. E’ Lui che ci racconta Dio e ci insegna a vi-vere in maniera umana, se è vero che con la sua nascita “è avvenu-ta l’epifania della bontà di Dio, per insegnarci a vivere in questo mondo, attendendo il compimen-to della beata speranza”(Tito 2,11-13).Potremmo dire che “essere cri-stiano è diventare uomo in veri-tà seguendo Cristo: è cristiano chi diventa uomo” (Denis Vasse). Siccome esiste la possibilità di un’umanità disumana, siccome l’umanità e la libertà sono con-quiste per cui si lotta e alla cui accoglienza occorre aprirsi, allo-ra si comprende come il divenire umani sia per il cristiano l’opera della fede e implichi l’obbedienza alla parola del Dio creatore che ha detto: “Facciamo l’uomo” (Gen 1,26). Anche noi uomini siamo im-plicati in quel “Facciamo”! L’uomo è chiamato a collaborare con Dio affinché cresca in lui quell’umani-tà che è il vero riflesso della luce divina nel mondo, è il luogo di Dio nel mondo, luogo che, come l’azione dello Spirito, va ben oltre le confessioni cristiane e gli spazi ecclesiali.L’umanità di Dio noi la incontria-mo nella libertà dell’uomo Gesù, libertà che diviene anche bontà e misericordia: “Apparuit benigni-

tas et humanitas Salvatoris nostri Dei” (Tito 3,4). La vita che Cristo ci insegna a vivere è quella che lui stesso ha vissuto. Nessun uomo è più umano di Gesù quando va incontro a malati, a esclusi, a po-veri, a peccatori. Nessun uomo è riuscito a spingere più lontano la condivisione della condizio-ne umana fino a penetrare nella solitudine, nell’ingiustizia, nella violenza, nella sofferenza e nella morte. E nessun uomo più di lui è stato abitato dall’Amore: “Come il Padre mi ha amato, così anch’io ho amato voi” (Gv 15,9). “Ecco l’uomo” (Gv 19,5).I discepoli hanno dato un senso radicale alla loro vita dopo aver visto l’umanità di Gesù, dopo aver

ascoltato le sue umane parole, dopo essere stati testimoni del-l’umanità del suo agire, dei gesti di guarigione e compassione con cui egli esprimeva la cura dell’umano menomato, e dopo averlo ricono-sciuto come risorto a partire dai gesti umanissimi con cui egli si è presentato loro. Abbiamo bisogno di recuperare l’unità tra umano e spirituale, tra conoscenza di sé e conoscenza di Dio. Se la fede ci porta a cercare di vivere la nostra umanità in Cri-sto davanti a Dio, allora dobbia-mo aprirci all’umano che è in noi e negli altri e di cui siamo tutti ospiti: custodendolo, anch’esso ci custodirà.

prosegue a pag. 12

Page 12: «Il Nuovo Amico» n. 23 del 9 GIUGNO 2013

amicoil nuovo• •12 Fano Fossombrone Cagli Pergola9 giugno 2013

speciale assemblea pastorale diocesana Segue da pagina 11

La credibilità della fede si gioca oggi sulla capacità dei credenti di esser testimoni di una umanità piena, testimoni del senso come significato, direzione e gusto del-l’esistenza. Possiamo essere te-stimoni se viviamo fino in fondo l’essere comunità, se diamo vita a spazi umani condivisi, a vite rela-zionate incentrate sul Vangelo. Le comunità cristiane locali devo-no mostrarsi come luoghi in cui si vive realmente il primato della parola di Dio e avviene realmente un incontro fraterno, devono pro-porsi come “comunità alternative” in cui si sperimentano valori pro-fondi, anche in contrasto con ciò che si respira quotidianamente nel mondo. In altre parole devono mostrare che la felicità e la realiz-zazione della persona si nutrono di ascolto, accoglienza, solidarietà, perdono, gratuità, servizio, carità, reciprocità, attesa dei tempi del-l’altro… Per questo voglio spende-re qualche parola sulla centralità della Parrocchia, come comunità effettiva ed affettiva, che provoca-toriamente definisco: CASA“PER TUTTO E PER TUTTI”

La parrocchia non è il tutto della vita della Chiesa. Essa ha però un posto privilegiato nella vita ec-clesiale in quanto traduce in gran parte la visibilità dell’annuncio del Vangelo e dell’edificazione della Chiesa in questo luogo. Essa non è la sola realtà ecclesiale in una dio-cesi, ma la parrocchia è “per tutto” perché offre l’essenziale, o piutto-sto, il minimo necessario per di-ventare cristiani e fare Chiesa nel luogo in cui si vive e si opera. Ed è “ per tutti”, perché è per eccellenza una istituzione di prossimità: si fà infatti vicina al contesto umano in cui è inserita per renderlo parte-cipe del Vangelo annunciato, ce-lebrato e vissuto. Proprio perché Dio ha scelto di incontrarci, l’isti-tuzione parrocchiale dice qualco-sa dell’incarnazione qui e ora. Il principio di territorialità sugge-risce l’universalità della salvezza, ma anche la cattolicità della Chie-sa: tutti e ciascuno – nella loro diversità – hanno il proprio posto nella comunità cristiana. Nessuno è escluso dalla Chiesa, e anche il più povero e il più isolato appar-tiene a una comunità cristiana per

il solo fatto di trovarsi in qualche luogo cui riferirsi. La parrocchia è “per tutti”: essa esiste “per tutti quelli che arrivano”, per chiunque sia interessato, toccato, affasci-nato, a qualsiasi livello di inten-sità, dal vangelo. La parrocchia si rivela essere la casa di tutti che garantisce l’accesso all’annuncio senza condizioni, il diritto di ap-partenenza senza elitarismi e sen-za preclusioni settarie. Chiaramente la parrocchia esiste per condividere il Vangelo e la fede e non possiamo dimenticare che la situazione è radicalmente cambiata. Siamo di fronte a varie difficoltà, ma ci vengono offerte anche delle preziose opportuni-tà. Se in un contesto di cristianità famiglia, scuola e quartiere gene-ravano alla fede e la parrocchia era semplicemente il luogo della “cura”; il luogo in cui la fede veniva nutrita e sviluppata. Oggi le cose sono cambiate. I modelli tradi-zionali di educazione, soprattutto in merito alla fede, sono diventati poco efficaci. La parrocchia deve assumersi come luogo fondamen-tale per la trasmissione della fede,

e la catechesi deve divenire inizia-zione alla fede, ossia generazione.Per fortuna in tantissimi parroc-chie ormai l’attenzione è passata dai fanciulli agli adulti, in parti-colare alla famiglia, il soggetto catechistico non è più solo il ca-techista, ma la comunità, viene recuperata la dimensione catecu-menale dell’iniziazione cristiana, la domenica diventa il luogo e il tempo privilegiato per far ma-turare i processi di iniziazione cristiana. Quali sono gli atteggia-menti che dobbiamo sempre più attivare?- accoglienza dei genitori incondi-zionata, senza richieste prelimi-nari. Tale accoglienza iniziale crea le condizioni di una possibile edu-cazione della loro domanda…- una domanda che diviene propo-sta. Uscire dal “se hai delle condi-zioni allora ti diamo il sacramento” e passiamo a quella “ti facciamo una proposta di vita buona”. Tutto questo richiede cura nel contatto e nel tipo di proposta che si inten-de fare.- l’offerta di un percorso di risco-perta della fede curato e bello, al

quale i genitori sono invitati a partecipare in una logica di pro-posta e non di ricatto. Proposta di ospitalità del Vangelo e della sua autenticità.

Le tappe di un possibiLe coinvoLgimento dei ge-nitori- domanda del sacramento accol-ta e valorizzata. Da una catechesi centrata sui figli ad una riscoperta della fede per i genitori. Relazio-narsi con i genitori senza ricatti.- scoperta di ciò che è importante (veramente) per i propri figli. Si desta nei genitori l’interesse per il processo educativo umano e cri-stiano dei figli.- rimessa in discussione di se stes-si. L’attenzione si sposta dai figli ai genitori. Il problema vero, anche in funzione dei figli, consiste nel-l’approfondimento della fede da parte dei genitori stessi- Per il “riavvio” alla fede è neces-sario invitare gli adulti ad altre proposte formative, pensate nella comunità, in maniera graduale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Un intervento accurato, pre-ciso, puntuale quello del vescovo Armando Trasarti a

conclusione delle tre giornate del-l’Assemblea Annuale Diocesana.Un intervento che ha tematizzato non tanto che cos’è la fede, ma che cosa significhi vivere e cre-dere oggi. Sempre in conformità alla finalità biblica dell’A.T. e del N.T. ha designato una prospettiva nuova, persuasiva perché rispon-dente al bisogno profondo del-l’esistenza umana. La fede è stata presentata non tanto come il cre-dere in concetti, dogmi o assunti al di là di ciò che è possibile espe-rire, ma come dono e mistero che si misura col mondo e nel mondo definisce un orizzonte di senso. Una fede che muove non solo l’anima verticalmente in un soli-

loquio con l’Essere Supremo, ma che soprattutto svela un Dio che attraversa l’universo e arriva fino a noi. Al di là dello spazio infinito l’AMORE ancor più infinito di Dio viene ad afferrarci: parla all’uomo attraverso le Scritture e si rivela in Gesù Cristo, il Figlio donato, il Figlio vivente che riempie il vuoto della nostra esistenza e procede con noi nel difficile processo di umanizzazione. E’ in questa prospettiva che la fede umanizza e si umanizza poi-ché l’essere umano incontra nel-l’‘al di qua’ la Sorgente profonda e inesauribile che sostiene e pu-rifica il suo percorso di crescita umana e spirituale. Al Volto uma-

no di un Dio amante che si è chi-nato sull’uomo per guarire corpo e anima non può che corrispon-dere, dunque, la vera umanizza-zione dell’’esserci’ che raggiunge il vertice nella ‘divinizzazione’ at-traverso l’amicizia e la comunione con Dio in Gesù Cristo.Questa prospettiva richiede uno stile di vita nuovo per diventa-re nuova creatura. Innanzi tutto sgombrare la mente dalle pre-comprensioni e pregiudizi in or-dine ad es. alla volontà di Dio che non può essere altro che una pro-posta di libertà; il rinnegamen-to di se stessi che non significa annullare la propria identità; la sofferenza che non è rassegnata

espiazione ma offerta a Dio di ciò che siamo divenuti attraverso di essa… La comprensione di sé e della propria esistenza crea una società conviviale: più divento me stesso, più divento fattore di umanizza-zione nel gruppo, nel movimento, nella parrocchia, nella Diocesi di cui faccio parte con i doni che la mia crescita personale ha messo in luce e liberato per il servizio. La fede si concretizza nello sguar-do, nell’ascolto, nell’essere con e per l’altro. Diventa così un atto di attenzione, di consenso. Scoprire l’altro significa scoprire la polifo-nia della vita e scoprire tutte le dimensioni della vita significa av-

vicinarsi agli altri. Stare col pros-simo è stare davanti a Dio. La sal-vezza si realizza nel mondo delle relazioni. Non ci si salva senza Dio, ma neppure senza il mon-do: questa è la lezione di mons. Trasarti, la cui cifra pastorale è la lode a Dio, la compassione per le creature e per se stessi l’umiltà. Dalla comprensione poi che ‘es-sere persona’ significa spingersi verso una relazione autentica al-l’interno di un mondo di esseri da incontrare in una visione assolu-tamente nuova e aperta conse-gue che ogni realtà ecclesiale sarà nascita nella fede in un cammino comune, riconoscendo proprio nell’’umanizzazione’ dell’umano la radice della fede stessa.

Irene Maria Cavalli© RIPRODUZIONE RISERVATA

Vivere e trasmettere la Fede oggi

PESARO - La pioggia non ha fermato la voglia di far festa dei ra-gazzi che, dalle diocesi di Pesaro, Senigallia e Fano, si sono dati appuntamento domenica 26 maggio per la tradizionale Festa degli incontri. Programmata nel parco “Miralfiore”, il maltempo ha co-stretto i partecipanti a trasferirsi nei locali della parrocchia San Carlo Borromeo di Pesaro dove, a parte qualche piccola variazio-ne di programma, si è potuto ugualmente condividere una gior-nata all’insegna del confronto e del divertimento.Dopo l’accoglienza quasi a sorpresa dell’arcivescovo di Pesaro Piero Coccia, i ragazzi sono stati divisi in gruppi per cercare di conoscere, tramite piccoli laboratori, le innovazioni apportate dal Concilio Ecumenico Vaticano II, riscoprendo come ora la Chiesa conti sul contributo che ognuno di loro può apportare all’annun-cio del Vangelo. Non più spettatori, ma protagonisti: un valore in cui l’Azione Cattolica dei Ragazzi crede, tanto da averci fondato il suo progetto formativo.Durante la liturgia eucaristica vissuta insieme, sono stati presen-tati i ragazzi che, da ogni diocesi, a settembre andranno a formare la delegazione dell’ACR che incontrerà papa Francesco. Al termi-ne della celebrazione, ad ogni ragazzo è stato regalato un braccia-letto in cui vi è riportato l’indirizzo del blog dell’Azione Cattoli-ca regionale, in modo da poter prolungare i bei momenti di una giornata come questa dove, oltre allo stare insieme per il sempli-ce motivo di condividere il medesimo Credo, si è potuta vivere l’esperienza di toccare con mano la “Chiesa bella del Concilio”.

Matteo Itri© RIPRODUZIONE RISERVATA

conclusa la Festa degli incontri dell’acr

Non più spettatori, ma protagonisti

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9 giugno 2013 13Fano Fossombrone Cagli Pergolaamicoil nuovo• •

Tel. 0721.414723 - Fax 0721.418574Via G. Pepe, 11 - 61100 PESARO

◆ A FANO UNA STRUTTURA PENSATA PER IL TURISMO SOCIALEFANO - Sabato 8 giugno alle ore 17,30 si terrà l’inaugurazione aperta a tutti del BB&B dei Talenti in Via Villa Giulia Località San Biagio 12 (zona Gimarra), un’occasione per conoscere questa realtà particolare e innovativa pensata da Caritas e Cooperativa i Talenti. L’inaugura-zione del BB&B dei Talenti è un momento importante perché segna l’apertura di una struttura innovativa nel suo genere, in quanto pen-sata secondo i canoni di turismo sociale.

◆ TORNA “NOTE SOLIDALI”FANO - Il simbolo della manifestazione musicale che si terrà venerdì 7 giugno alle 20,45 alla Corte Malatestiana di Fano è un cuore formato dai circa 40 giovani che si esibiranno in concerto per un motivo di solidarietà: da qui il titolo “Note Solidali”. L’ingresso è a contributo volontario e il ricavato è interamente devoluto alla mensa dei poveri dell’Associazione San Paterniano - Opera Padre Pio di Fano.

◆ APERTE LE ISCRIZIONI AI CORSI ESTIVI DELLA SCUOLA DI MUSICA “BRAMUCCI”FANO - Sono aperte le iscrizioni per i ‘Corsi Estivi 2013’ presso la Scuo-la di Musica ‘R. Bramucci’ dell’A.Ge., Associazione Genitori – Fano, per bambini (a partire dai 3 anni), ragazzi, adulti senza limiti d’età, anche senza nessuna preparazione musicale di base. Ci si può iscri-vere in qualsiasi momento. Per informazioni dettagliate si può con-tattare il direttore della scuola, Luca Ferretti: telefono (0721.86113 - 340.3526267); e-mail ([email protected]); facebook: Luca Ferret-ti; sito internet (www.agefano.it); o direttamente in sede, in via Arco d’Augusto, 39).

NOTIZIE IN BREVE

Don Carlo Rovaldi è tornatoalla Casa del PadreFANO – Venerdì 31 maggio, nel-la Cattedrale gremita di fedeli, il vescovo Mons. Armando Trasar-ti ha celebrato le esequie di don Carlo Rovaldi, lo storico parro-co di San Marco, che all’età di 79 anni è tornato alla Casa del Padre. “Nel funerale, come nell’estremo addio, siamo abituati a ripensare al percorso della persona che ci ha lasciato, ma dovremmo piutto-sto pensare a ciò che è, che sarà, a ciò che siamo noi. Ognuno di noi dovrebbe pensare: “come mi ha fatto compagnia Dio con questo

sacerdote?”. Nessun uomo, infatti, traccia un percorso senza segnare che poi nell’intimità ognuno co-glie il meglio per sé”. Il Vescovo si è poi soffermato sul tema della vocazione riprendendo la vita vo-cazionale di Maria che ci insegna che la fede è missione e non si può non comunicarla. “Noi tut-ti – ha concluso Mons. Trasarti – dobbiamo sostare per riaprire le porte, spenderci di nuovo e ricon-segnarci al mondo. Don Carlo ci aiuti a riaprire le porte del tempio per camminare, con i passi veloci

di Maria, nella carità pastorale”.Al termine della celebrazione del-le esequie, Mons. Sergio Bertozzi, responsabile della Casa del Cle-ro, ha letto ai fedeli il testamento spirituale lasciato da don Carlo e alcune persone molto vicine al sa-cerdote, fra le quali don Antonio Biagioli parroco del Ponte Metau-ro, hanno voluto portare la loro testimonianza.Proprio due anni fa, nel 2011, don Carlo aveva festeggiato cin-quant’anni di sacerdozio.

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Il Grazie dei suoi parrocchianiQuando Don Carlo Rovaldi nel 1972 venne nominato Parroco nella nostra comu-

nità di San Marco, dopo la pre-matura scomparsa di Don Vittorio Minardi, dovette subito affrontare numerosi e complessi problemi che esistevano nella nostra grande Parrocchia: in particolare l’assen-za di una abitazione per il parro-co e l’urgente necessità di dare ini-zio ai lavori per la nuova chiesa in Sassonia, se non si voleva perdere il contributo statale, ottenuto da Don Vittorio con tanta fatica e dopo difficili pratiche burocratiche e finanziarie. Quindi con spirito di sacrificio, tanto coraggio e tenacia ha raccolto degnamente l’eredità del suo predecessore, iniziando quest’opera tanto desiderata per i fanciulli, i giovani ed i turisti.Il 25 luglio del 1982 rimarrà una data memorabile per la parroc-chia in quanto il Vescovo Mons.

Costanzo Micci celebrò la dedi-cazione della nuova chiesa di San Marco in Sassonia.Vogliamo ringraziare il Signore per i suoi 32 anni di apostolato in mezzo a noi come sacerdote e par-roco. Ha sposato molti di noi, ha battezzato i nostri figli, ha dato loro la Prima Comunione, li ha preparati a ricevere il Sacramen-to della Cresima e in molti casi ha benedetto il loro matrimonio. Sia-mo cresciuti insieme!I nostri figli lo ricordano in modo particolare nelle allegre giornate di fine anno catechistico quando, insieme alle suore di San Marco, li portava in gita. Sempre mete di grande interesse artistico-religioso.Noi adulti vogliamo ricordare il

vigore che metteva in occasione degli incontri biblici settimanali

e dell’Azione Cattolica. Nelle sue omelie si notava una profonda co-

noscenza delle Sacre Scritture ed una fede salda e coinvolgente.Negli ultimi anni di forzato ripo-so, nelle nostre visite di cortesia, lo trovavamo sempre nella sua ca-meretta adibita a studio, immerso nella ricerca metodica delle origini storiche della chiesa di San Marco in Via Nolfi, gioiello artistico della nostra città. Tutto questo lavoro costituirà per tutti noi un ricco patrimonio culturale.Per concludere ora diciamo: Gra-zie Don Carlo per il tuo lungo servizio alla nostra comunità, TI VOGLIAMO BENE,e perdonaci per tutte quelle volte che non sia-mo venuti a trovarti alla Casa del Clero in questi ultimi tempi.

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Home Care Premium – Contributi entro il 31 ottobre 2013

Perché non c’è posto migliore della tua casa

FANO - E’ entrata in fase opera-tiva l’attività dell’Ambito Territo-riale Sociale VI per promuovere l’iniziativa Home Care Premium dell’INPS, Gestione Dipenden-ti Pubblici, che finanzia progetti innovativi e sperimentali di assi-stenza domiciliare.Le modalità di presentazione del-le domande e lo svolgimento delle valutazioni sono state illustrate nel corso della conferenza stampa di questa mattina nella sede del-l’ATS VI.«Chi è già iscritto all’Inps deve re-carsi presso i nostri sportelli per compilare la domanda online e noi provvederemo a inoltrarla al-l’ente previdenziale – ha spiegato la coordinatrice dell’Ambito, dot-toressa Sonia Battistini – mentre chi non è iscritto può rivolgersi ai nostri uffici per ottenere la modu-listica utile ad effettuare l’iscrizio-ne. Il contributo economico diret-to verrà erogato incrociando l’Isee di chi fa richiesta con il livello di non autosufficienza, dopo una

valutazione che verrà svolta dalle assistenti sociali della Cooperativa Crescere, che si è aggiudicata l’ap-palto per svolgere il servizio. Inol-tre, chi ha difficoltà a spostarsi qui a Fano potrà inviare la domanda anche via fax allo 0721/887326.»Le richieste di accesso ai contri-buti dovranno pervenire entro il 31 ottobre 2013. Tali attività di assistenza domi-ciliare sono finanziate dal Fondo Credito e attività sociali, alimen-tato dal prelievo obbligatorio dello 0,35% sulle retribuzioni del personale della Pubblica Ammini-strazione in servizio. I progetti si rivolgono ai pensionati della Pub-blica Amministrazione apparte-nenti alle categorie dei cosiddetti “Né/Né”, né troppo poveri per accedere ai servizi pubblici, né troppo abbienti per poter soste-nere economicamente interventi privati di assistenza. Il progetto ha lo scopo non solo di erogare contributi economici diretti a interventi assistenziali,

ma anche di supportare gli utenti nell’affrontare, risolvere e gestire le difficoltà connesse allo status di non autosufficienza proprio o dei propri familiari. Per questo, L’Inps riserva ampio spazio alle attività di informazione, consu-lenza e supporto ai familiari e ai care givers. All’iniziativa possono aderire gli utenti iscritti alla Gestione Pub-blica (dipendenti e pensionati della Pubblica Amministrazione) loro coniugi conviventi e familiari di primo grado, in condizione di NON autosufficienza.I benefici previsti sono contributi economici per assistenza domici-liare, servizi di accompagnamen-to e trasporto, servizi di sollievo domiciliare, installazione di ausili e domotica per ridurre la non au-tosufficienza, frequenza di centri diurni, pasto a domicilio, informa-zione, consulenza e formazione ai familiari e ad altri care givers.

Per informazioni i soggetti in-teressati potranno rivolgersi agli sportelli di Fano, Pergola, Marotta, Mondavio: AMBITO SOCIALE TERRITORIALE VI - Piaz-za A. Costa 31 61032 Fano Tel. 0721/887689 lunedì dalle 11,00 alle 14,00, martedì dalle 15,00 alle 18,00, mercoledì dalle 9,00 alle 14,00, giovedì dalle 15 alle 18,00. Pergola, presso JOB CEN-TER, via Don Minzoni 9 Recapi-to: 0721/778285 lunedì dalle 11 alle 14.00. Marotta-Mondolfo, presso Villa Valentina Viale G. Carducci Recapito: 0721/960665 martedì dalle 8.00 alle 11.00. Mondavio, presso Ingresso Rsa via Roma. Giovedì dalle 8.00 alle 11.00 Cellulare 331/3196339.

Page 14: «Il Nuovo Amico» n. 23 del 9 GIUGNO 2013

9 giugno 2013 amicoil nuovo• •14

16

Concluso con successoil corso di formazione

per volontari

pagina

avulssRedazione di Urbino:Via Beato Mainardo, 4 - 61029 UrbinoTel. e Fax 0722/[email protected]: Mattino 9.00-12.00Pomeriggio 15.00-17.00Urbino

Urbania Sant’Angelo in Vado

PER GlI uRBINaTI uNa FEsTa Da NON MaNCaRE

Celebrata la ricorrenza di san Crescentino

URBINO – Il tempo è stato bene-volo, nonostante la stagione biz-zarra, e la festa di San Crescentino, patrono della città e dell’arcidioce-si, che alcuni ritengono aver posto in essere a questo fine i suoi buoni uffici – ormai è un dato in qualche modo acquisito che anche in caso di maltempo la pioggia fa sempre una pausa al momento della pro-cessione -, ha potuto svolgersi se-condo il programma. Alle 17 c’è stato in Duomo il solenne ponti-ficale presieduto dall’arcivescovo mons. Giovanni Tani, concelebra-to dall’arcivescovo emerito mons. Francesco Marinelli e da numerosi sacerdoti, presenti, tra gli altri, il sindaco di Urbino Franco Corbucci, il presidente del consiglio comunale Lino Mechelli, il prorettore dell’Ate-neo feltresco prof. Vilberto Stocchi, il sacerdote ortodosso Padre Viktor Ciloci, autorità civili militari, dame e cavalieri del Santo Sepolcro. La celebrazione è stata sottolineata dai canti del coro dell’arcidioce-si diretto da don Daniele Brivio e accompagnato, all’organo, dal M° Alessandro Veneri e, alla tromba da Paolo di Cristoforo. Nell’ome-lia l’Arcivescovo ha sottolineato la

grande partecipazione di popolo, a conferma che «il richiamo di que-sto santo, giunto a Urbino per vie occasionali e fortunose, così come raccontano le tradizioni, è molto forte e profondo, il che significa che da 945 anni si è creato un in-tenso legame fra S. Crescentino e gli urbinati». L’arcivescovo ha fatto riferimento alla statua del patrono per rilevare che «l’armatura che san Crescentino indossa ci parla di un combattimento per la fede come è descritto da san Paolo: ”Prendete l’armatura di Dio, perché possiate resistere e restare saldi: attorno ai

fianchi la verità; indosso, la corazza della giustizia; piedi, calzati e pron-ti a propagare il vangelo della pace. Afferrate sempre lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tut-te le frecce infuocate del Maligno; prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la pa-rola di Dio” (Ef 6,13-17)». Pertanto, «come comunità cristiana vogliamo rivestirci di questa armatura per far sì che la nostra fede non sia solo un’abitudine, ma qualcosa di vivo, di rinnovato. Qualcosa che sappia confrontarsi con i problemi di oggi, con le domande di oggi. Qualcosa

che aiuti a vincere quella che papa Francesco ha chiamato, ancor pri-ma di diventare Papa, la stanchezza della trascendenza. Qualcosa che dia una risposta vivace alle nostre domande sulla vita. Penso in par-ticolare ai giovani: come possiamo fare affinché la fede non sia per loro una stanca consuetudine del pas-sato? Penso alla famiglia: come far brillare la bellezza della famiglia fondata sul matrimonio fra uomo e donna, in un patto fecondo e indis-solubile? Penso a una diffusa man-canza di speranza, che per molti è vera e propria disperazione. La si-tuazione economica per molti è dif-ficile. Cosa possiamo fare affinché nessuno si senta solo o isolato? So che nella Caritas e nelle parrocchie è cresciuta l’operosità per andare incontro a molte situazioni. E per questo ringrazio i parroci e tutti coloro che si adoperano per aiuta-re chi ha bisogno». Al termine della celebrazione si è mossa la proces-sione aperta dall’ottocentesco gon-

falone della Cattedrale (realizzato tra il 1832 ed il 1845 sotto il ponti-ficato di Gregorio XVI, quando era arcivescovo di Urbino mons. Gio-vanni Tanara, come si evince dagli stemmi ivi ricamati), con la statua di san Crescentino portata a spalla dai cittadini, con il servizio della banda Città di Urbino, la parteci-pazione delle Confraternite della Morte e del Corpus Domini con le loro vesti di antico disegno, la pre-senza attiva degli scout. Emozio-nante come sempre il triplice movi-mento di benedizione impresso in cima alla scalinata alla statua prima del rientro in Duomo. La giornata è proseguita con l’estrazione della Lotteria del Donatore organizza-ta ogni anno dall’Avis di Urbino, il primo giugno, e si è conclusa con la gara podistica promossa dal gruppo sportivo Avis-Aido molto parteci-pata e molto seguita da un numero-so pubblico.

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MIssIONE DIOCEsaNa ORMaI vICINa

Ordinazione diaconale di andrea RighiURBINO.All’inizio dell’omelia te-nuta durante la celebrazione del-la Messa in Duomo per la festa di san Crescentino, ponendo la do-manda «In che senso veneriamo san Crescentino come Patrono?» l’arcivescovo ha risposto con que-ste parole: «Nel senso più ovvio di chi ci tiene lontano dai pericoli e da situazioni difficili; ma anche nel senso che ci protegga nel cammi-no della fede, che per noi cristiani è la cosa più importante. Ed è ap-punto alla fede che vogliamo oggi dirigere la nostra attenzione, dato che stiamo vivendo l’anno della fede». Poi ha aggiunto: «Oggi vo-gliamo chiedere a san Crescentino

la sua intercessione perché ci aiuti a entrare in una fede più viva, più combattuta». Quindi ha annun-ciato: «Vogliamo vivere in diocesi un momento forte, che speriamo sia anche un momento di grazia per crescere e rafforzarci nelle fede. E’ la missione diocesana che si svolgerà dal 25 settembre a 6 ot-tobre prossimi. L’occasione è data dall’ordinazione diaconale del no-stro seminarista Andrea Righi che a Roma si sta preparando a essere

prete. Sarà ordinato diacono qui, sabato 5 ottobre e, se Dio vorrà, l’anno prossimo, sarà ordinato sacerdote. Voglia il Signore che il suo esempio sia seguito anche da altri nostri giovani. Affinché que-sto avvenimento acquisti la giusta rilevanza per tutta la comunità diocesana, vivremo dieci giorni di missione rivolta soprattutto ai giovani e alle famiglie. La missio-ne avrà come titolo una frase di Papa Francesco: Non lasciatevi

rubare la speranza. Verranno per-sone da fuori, come i seminaristi da Roma e da Ancona, verranno anche religiosi e religiose; ma ci saranno anche missionari delle nostre comunità, giovani e fami-glie, che animeranno momenti di preghiera, incontri, riflessioni, oc-casioni di festa. Un dépliant è già in distribuzione per diffondere la notizia della missione. In essi è riportata anche una preghiera per la missione, affinché sia un vero

momento di grazia. Chiedo ai sin-goli, alle comunità, ai monasteri di clausura, ai malati di pregare per la missione diocesana». Invocata l’intercessione di san Crescenti-no: «Aiutaci nel cammino di fede, fà che siamo forti e generosi nella testimonianza cristiana. Fà che siamo aperti agli altri e missionari. Veglia sui nostri propositi».

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Dalla COllaBORaZIONE alla CORREsPONsaBIlITÀ

Terza assemblea Diocesana al PelingoURBINO. Lunedì scorso 3 giugno al santuario mariano diocesano del Pelingo si è svolto il terzo appun-tamento dell’assemblea diocesana. Tema dell’incontro, il cammino della nostra Chiesa, anche – ma non solo – nella prospettiva del-la Missione Diocesana che si terrà dal 25 settembre al 6 ottobre. In-somma, una tappa importante di quel cammino di corresponsabilità ecclesiale dove ognuno (sacerdo-te, religioso, laico) fa la sua parte per vivere e testimoniare la fede, con uno sguardo aperto ed atten-to anche a chi non vive per nulla o soltanto in modo parziale l’espe-rienza ecclesiale. Dopo un breve momento di preghiera, l’arcivesco-vo mons. Giovanni Tani ha presen-tato all’assemblea il lavoro che si sta facendo, mostrando che anche nel “nostro piccolo” siamo inne-

stati in un contesto che si allarga e s’inserisce nel cammino della Chiesa Marchigiana e dell’intera Chiesa Cattolica: la nostra Arcidio-cesi infatti, riflettendo sulle Unità Pastorali ed attuandole come sti-le pastorale, in questo anno della fede si sta preparando alla ormai prossima Missione Diocesana ed al 2° Convegno Ecclesiale Marchigia-no (22-24 novembre 2013). Partico-lare attenzione nella sua relazione mons. Tani ha posto al tema della ridistribuzione del clero diocesano per dare omogeneità al territorio: «Nelle nostre comunità c’è molta ricchezza: le messe domenicali; i catechisti; gruppi di preghiera;

gruppi di famiglie; movimenti; as-sociazioni; confraternite; ai sacer-doti, senza retorica, dico che fanno un buon lavoro. Ma il numero co-mincia a scarseggiare e molti sono grandi di età. Si è presentata l’ur-genza di distribuirli in modo che ogni unità pastorale ne avesse un numero sufficiente. Ma se le unità pastorali sono nate da un aspetto negativo, mi sembra che si stiano sviluppando come una bella op-portunità, perché si possa passare, laici e clero, “dalla collaborazione alla corresponsabilità”».Nella seconda parte dell’incontro l’Arcivescovo ha fatto una sintesi del lavoro fin qui fatto e degli ap-

puntamenti già fissati in seno alla Missione diocesana di settembre che – giova ricordarlo – avrà come destinatari privilegiati i giovani e le famiglie. Per i giovani, questi gli appuntamenti previsti: dal 26 set-tembre contatti a tutto campo ne-gli ambienti dove vivono (oratorio, locali, strada); giovedì 3 ottobre incontro diocesano e “Festa dei giovani” con il gruppo musicale THE SUN, di Thiene; venerdì 4 otto-bre, si terrà la veglia di preghiera in vista dell’ordinazione diaconale di Andrea Righi. Per le famiglie, si stanno contattando “coppie sensi-bili” che possano animare la mis-sione alle famiglie con incontri e

centri di ascolto nelle parrocchie, programmati per giovedì 26 set-tembre e giovedì 3 ottobre; sabato 28 settembre è previsto l’incontro delle famiglie nelle varie Unità Pa-storali e domenica 6 ottobre la Fe-sta diocesana delle Famiglie.Sarà allestita anche una Mostra sulla Santa Famiglia, a cura dell’Uf-ficio Diocesano Arte Sacra.È chiaro che – si spera – ci sarà, quale frutto della Missione, un ri-torno in Diocesi tanto per i giovani quanto per le famiglie. Vogliamo cogliere l’invito di papa Francesco: di sicuro non ci faremo “rubare la speranza”.

Don Andreas Fassa© RIPRODUZIONE RISERVATA

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9 giugno 2013 15Urbino Urbania Sant’angelo in Vadoamicoil nuovo• •

Urbania e dintorni di raimondo rossiQUasi Un diario

La festa della SS.ma Trinità al Castello di PietralataCASTELLO DI PIETR AL ATA. Nemmeno la pioggia ed il clima decisa-mente inver-nale, hanno fermato i de-voti della SS. Trinità. Anche quest’ anno sono saliti in tanti alla chie-sa del Castello di Pietralata dedicata a San Nicola, seguendo una t r a d i z i o n e che si perde nel tempo e che gli ex parrocchiani non intendono abbandonare. Anche se vivono ormai da molti anni lontano, sono sempre strettamente legati alle origini e nessuno ha voluto mancare al tradizionale appuntamen-to della festa della SS. Trinità. Dopo la S. Messa seguita da processio-ne con il SS.mo Sacramento, don Gianluigi Carciani, parroco e rettore del Santuario del Pelingo dall’alto della stele (dedicata alla Madonna) ha benedetto la campagne circostanti e tutti i presenti. La festa è stata come sempre coinvolgente, vivace e festosa, mantenendo il carattere di aggregazione di sempre. Al termine della cerimonia religiosa, sono stati i nuovi gestori <del Chiosco delle Aquile> adiacente alla chiesa, ad in-trattenere tutti i presenti con le loro specialità Abruzzesi. A tutti un arri-vederci al prossimo anno. Attualmente la zona appartiene al Corpo Fore-stale ed è disabitata, ma Pietralata ha una lunga storia e fino al 1860 ha mantenuto l’autonomia comunale, svolgendo un ruolo importante, data la sua la posizione strategica sopra la Gola del Furlo, durante il periodo risorgimentale, entrando poi a far parte del Comune di Acqualagna.

Bruno Olivi© RIPRODUZIONE RISERVATA

L’arCiVesCoVo Ha PresiedUto La santa messa e La ProCessione

I quadri dell’Infiorata a Fermignano

1. Matteo Cellini è stato procla-mato vincitore del “Campiello Opera Prima” , in seduta pubblica nell’Aula Magna del Bo, Univer-sità di Padova, per il suo roman-zo Cate, io, (Fazi editore). Cellini, nato nel 1978, insegna Lettere. Con il suo libro ha centrato l’idea di raccontare l’autoironia di una diciottenne obesa che , nono-stante tutto sa sorridere e vivere

serena, suggerendo uno “stile di sopravvivenza”.2. Francesco di Giorgio Martini, Deposizione con i ritratti di Fe-derico e del piccolo Guidubaldo (ca. 1475) Venezia, Chiesa dei Car-mini. Ne avevo parlato nel diario precedente perché la targa non si trovava nella sua originaria collo-cazione, rendendoci curiosi della mancanza, forse dovuta a motivi di restauro e di prestito. La pre-ziosa e superba targa fu preda napoleonica, assieme a tante importanti opere d’arte. Era nata e conservata nell’Oratorio della Santa Croce di Urbino, della Con-fraternita dei Disciplinati. Nella volta a crocera, c’è una sorpren-dente decorazione a grottesche, opera del durantino Giorgio Pic-

chi, “un vivacissimo epigono del Manierismo Metaurense” di fine Cinquecento, ora uscito dall’om-bra” (Arcangeli).3. L’uscita dalla scuola dei bam-bini delle elementari, in Urbania, è un rito. Genitori, zii, nonni e parenti attendono gli alunni che escono dal grande e bel palazzo scolastico del primo Novecento. Mi ci sono imbattuto per caso e tra il vociare ho colto una simpa-tica battuta. “ Ti piace l’Italiano, ti piace andare a scuola?” “L’italia-no, sì, anche se le maestre sono un po’ streghe!” Un bel modo di esprimersi. Era una battuta di una bambina albanese. Gli immigrati sono molti.4. Estate 1976. Le mie ricerche su Urbania, già Casteldurante. Andrea

Ferretti classe V B. Un quaderno-ne rosso recuperato, di un alunno milanese, in vacanza a Fermigna-no, dopo una visita Urbania. Voto a matita rossa: “Sei stato vera-mente bravo!”. Si capisce che la visita fosse stata approfondita ed avesse impressionato il ragazzo, rimasto colpito dai monumenti (Pal. Ducale, Mura, Chiese, Barco, Morti…), ma di più per alcune tradizioni particolari, come quella che nella chiesa di S. Caterina, fa-mosa perché i giocatori del lotto vi si recavano a invocare San Pan-taleone affinché suggerisse dei numeri buoni. O la descrizione della vecchia osteria sul corso con due ingressi: uno che da’ sullo stesso, l’altro che da’ su uno stret-to vicolo. “A turno gli avventori

URBINO. La festa dell’Eucaristia è il dono del “Corpo del Signore”, spezzato e donato per la salvezza di tutti gli uomini. È il corpo di Cristo fatto cibo per sostenere la nostra “vita nello Spirito”. La festi-vità del “Corpus Domini” venne istituita da Papa Urbano IV nel 1264, a seguito dell’esperienza di una mistica e del miracolo di Bolsena. Nel XIII secolo in Belgio, infatti,una monaca agostiniana, santa Giuliana di Cornillon, ebbe delle visioni nelle quali era conte-nuta la richiesta di una festa che celebrasse l’Eucaristia. Poi nel 1263, a Bolsena, nei pressi di Or-

vieto, avvenne il miracolo eucari-stico più famoso: durante la con-sacrazione l’ostia sanguinò tra le mani del celebrante. Così, l’anno dopo, Papa Urbano IV firmava la bolla “Transiturus de hoc mundo”, con la quale estendeva a tutto il mondo la festa del “Corpus Do-mini”. L’Eucaristia è la festa della

fede: la stimola e la rafforza. Durante l’omelia l’Arcivescovo ha sottolineato concetti molto im-portanti: «Gesù è uno che si fa carico, che accoglie, non respinge. E ci invita a fare altrettanto dicen-doci: “Voi stessi date loro da man-giare”. Però sa bene che non pos-siamo farcela da soli. Quel poco

che abbiamo dobbiamo metterlo nelle sue mani. Gesù coinvolge la potenza del Padre capace di tra-sformare il poco in abbondanza. Davvero abbiamo poca fede! Non abbiamo sperimentato chi sia Dio e cosa fa! La nostra alleanza con Lui è troppo debole, troppo a pa-role». E ancora: «I gesti di Gesù, gli occhi al cielo, la benedizione, lo spezzare il pane e la sua distri-buzione, sono una Messa. Cosa diventano un po’ di pane e un po’ di vino? La Messa è carica del dono effettivo di Gesù. Con due effetti: il primo è la comunione fra noi ed il secondo è che il corpo di Cristo che noi diventiamo, cioè il nostro essere Chiesa, continua nel mondo l’azione di Gesù, la sua disponibilità, il suo amore, la sua solidarietà». Dopo la celebrazione eucaristica, svoltasi nel sagrato della Chiesa della S.S. Annunzia-ta, è seguita la processione, aperta dalla venerabile confraternita del “Corpus Domini”, che si è sno-

data lungo alcune vie della città, per poi giungere in Cattedrale. In piazza della Repubblica, cuore pulsante della città, la processione ha fatto una breve sosta per per-mettere all’Arcivescovo di benedi-re tutti: cittadini, amministratori, studenti e turisti. Lungo il tragitto, l’Orchestra degli strumenti a fiato della Cappella del SS. Sacramen-to, diretta dal M° Michele Man-gani, ha intonato canti e musiche coinvolgendo anche i molti fedeli presenti ai lati delle vie, che al passaggio del Santissimo, si sono raccolti in segno di devozione, in un momento di preghiera.Come in tutte le cattedrali della cristianità, anche ad Urbino alle 17 si è svolta, accogliendo l’invito di papa Francesco, l’ora di ado-razione eucaristica comunitaria presieduta dall’Arcivescovo, che ha visto la presenza di moltissimi fedeli.

Giuseppe Magnanelli© RIPRODUZIONE RISERVATA

Un dono Per La saLVeZZa di tUtti GLi Uomini

Solennità del Corpus Domini

FERMIGNANO. La festa del Cor-pus Domini è stata preceduta da un’intensa attività per l’allestimen-to di quadri nel Corso e in piazza Garibaldi cui hanno contribuito un centinaio di persone. Ed alla fine è risultato un trionfo di colori e di forme. All’entrata della Mes-sa, alle 10,30, ancora si lavorava al completamento dei quadri che riempivano tutto il Corso a partire dalla vicina piazza Giorgiani (oltre una ventina, bellissimi) e la Piazza dove per un totale di 120 mq ve-niva riportata la scritta CORPUS DOMINI e ogni lettera era abbel-lita da opportuni e coloritissimi simboli eucaristici; il tutto ese-guito sopra disegni fissati su carta precedentemente. Una novità di quest’anno: le due composizioni sul sagrato della Chiesa, riuscitis-sime nei colori e nei dettagli, che riproducevano l’una lo stemma della Compagnia del Gonfalone (che il prossimo anno festegge-rà il 5° centenario, essendo stata fondata il 15 marzo 1514) con la scritta “Societas ss. crucifixi gon-falonis” e l’altra lo stemma del no-stro Arcivescovo che riportava nel cartiglio “In unitate spiritus sanc-ti”. E proprio l’Arcivescovo Mons. Tani è stato invitato dal parroco don Pippo a celebrare la S. Messa delle 10,30. La chiesa era gremi-tissima; all’inizio l’Arcivescovo ha salutato le autorità civili e militari presenti e tutti i fedeli. Durante l’omelia ha messo in evidenza il

significato del Corpus Domini ed ha anche detto, rivolgendosi in particolare ai bambini della Prima Comunione, che chi ha ricevuto il Corpo di Gesù presente nell’Ostia, ha Gesù nel cuore e percorrendo le vie di Fermignano porta ovun-que questo Segno. L’Arcivescovo ha portato l’ostensorio stando sotto il baldacchino sorretto da alcuni membri del Gonfalone, ed è stato il solo a passare sopra l’in-fiorata. La lunghissima processio-ne, ordinata e composta, è stata accompagnata dalla Banda citta-dina e tenuta legata dal giovane viceparroco don Alessandro che ha scelto opportune preghiere e significative riflessioni. In questo

tempo molto piovoso, fortunata-mente c’era il sole. Dopo la Bene-dizione col Santissimo in piazza si è fatto ritorno in chiesa, dove l’Ar-civescovo ha salutato uno ad uno i 56 bambini della Prima Comu-nione presenti con le loro tuniche bianche. Infine il pranzo offerto dalla Compagnia del Gonfalone all’Arcivescovo e ai sacerdoti della unità pastorale oltre che ai propri membri e alle persone delle as-sociazioni vicine alla Chiesa. Per chiudere una riflessione: il Corpus Domini non è l’Infiorata; questo è un modo di onorare la presenza di Gesù nell’Eucarestia.

Mario Ceccarini© RIPRODUZIONE RISERVATA

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9 giugno 201316 Urbino Urbania Sant’angelo in Vado amicoil nuovo• •

PIOBBICO. Venerdì 25 maggio scorso, negli accoglienti locali del Castel-lo Brancaleoni di Piobbico, si è te-nuta la cerimonia di premiazione del XIV Concor-so di poesia per studenti “Gionata Andreani”. Riservato agli studenti del Polo Scolastico “Celli” e aperto agli studenti delle Scuole Medie Inferiori, anche in questa occasione il Concorso ha mostrato un volto segreto ma tangibile di tanti ragazzi che si sono misurati con il testo poetico. Poesia non studiata ma realizzata, secondo la propria sensibilità, il pro-prio sguardo sulla vita, le persone e le cose. Un impegno che non ha spaventato questi giovani, visto che i testi selezionati sono stati ben 170!. Nella sezione riservata alle Scuole Medie il primo posto se l’è aggiudicato Chiara Betti di Acqualagna, il secondo Federica Cencioni di Piobbico, il terzo Matteo Marini di Acquala-gna. La poesia vincitrice, Noi adolescenti, ha affrontato in modo maturo e attento la fase di passaggio tipica dell’adolescenza. An-drea Martinelli, dell’IPSSAR di Piobbico, ha vinto il primo premio per le Superiori, con un delicato testo sulla natura (Nell’aria); a Simon Pietro Lentinello (ITC Cagli) e Adam Swiatkowski (IPSSAR Piobbico) il secondo e terzo premio. Quello che tredici anni fa sembrava un traguardo impossibile ha invece concluso un’altra tappa significativa.

Bruno Bonci© RIPROdUzIONe RISeRVATA

PREMIAZIONE DEL CONCORSO PER STUDENTI “GIONATA ANDREANI”

Poesia a scuola

MESE DI MAGGIO A CALPINO E FERMIGNANO

Il popolo della gratuitàFERMIGNANO. Il mese mariano, il mese delle rose che sbocciano e che riempiono il cuore e gli occhi di gioia e di stupore, nella Parroc-chia di Calpino è stato un avveni-mento di popolo come solo Maria sa realizzare con i suoi figli. Du-rante tutto il mese la Statua della Madonna ha percorso i diversi quartieri per la recita comune del Santo Rosario e il popolo cristia-no è accorso, nonostante le catti-ve condizioni meteorologiche, per pregare Maria e con Maria.L’ultima settimana è tornato il do-menicano Padre Mauro, promo-tore dei gruppi del Rosario per il Centro Nord, il quale ha ricordato

che quando recitiamo il rosario in realtà noi dialoghiamo con delle Presenze reali vicine a noi che ci ascoltano e rispondono, seppur in maniera non percepibile imme-diatamente dai nostri sensi.Don Fabio e i parrocchiani han-no preso alla lettera l’esortazione di Papa Francesco di uscire dalle sacrestie per andare verso le peri-ferie dell’esistenza, dove la gente vive per far riscoprire e sperimen-tare la bellezza del cristianesimo. In una sua predica a Santa Marta il Papa Francesco ha detto: “ Se tu vuoi sapere chi è Maria, vai dal teologo, e ti spiegherà bene chi è Maria. Ma se tu vuoi sapere come

si ama Maria vai dal popolo di Dio, che te lo insegnerà meglio”.L’amore a questa “discreta” Pre-senza del popolo cristiano si è manifestata nella realizzazione di un monumento, nel piazzale antistante la Chiesa, dove porre la Statua della Madonna, anche Lei uscita dalla sacrestia per in-crociare gli sguardi e le necessità dei viandanti che transitano sulla strada per diventare così la pro-tettrice dei parrocchiani e di tut-ti i pellegrini. Quest’opera nasce dalla gratuità di chi ha donato i materiali, di chi ha prestato il la-voro e le idee; tale gesto dimostra che la prima risorsa che ciascuno

di noi dispone è il cuore. Nono-stante la crisi e il disimpegno di tanti l’amore di alcune persone ha realizzato “grandi cose”. L’inaugu-razione e benedizione della Statua è avvenuta il 26 maggio in occa-

sione della Festa della Parrocchia da parte di don Fabio alla presen-za del Sindaco di Fermignano e del popolo cristiano.

Alfredo Sparaventi© RIPROdUzIONe RISeRVATA

CORSO DI FORMAZIONE PER VOLONTARI AVULSS

Un’iniziativa di successo

URBINO - Si è concluso il 2 giugno 2013, l’ottavo corso di formazione per volontari AVULSS (Asso-ciazione per il Volontariato nelle Unità Locali dei Servizi Socio Sanitari), che svolge la sua attività di volontariato organizzato nel territorio, nelle fami-glie, nelle strutture socio-sanitarie ed educative.Il corso, durato 46 ore, si è proposto di formare, attraverso lezioni mirate, volontari socio-sanitari esperti e preparati che vadano ad agire sul territo-rio. L’opportunità di aderire all’iniziativa era aper-ta a tutti e ha riscosso successo, data la frequenza attiva di molti partecipanti, i quali seguivano assi-duamente le lezioni tenute da medici, professori e

religiosi esperti nel campo e che da anni esercitano l’atti-vità di volontari.Gli incontri si sono focaliz-zati su tematiche etiche e sociali, fino a consigli pratici per la cura dell’assistito, che hanno ampliato il bagaglio culturale ed arricchito la sfe-ra emotiva dei partecipanti.Ad accrescere il valore del percorso compiuto dagli aspiranti volontari hanno contribuito le “giornate re-sidenziali” che, senza ombra di dubbio, hanno accresciu-to l’unità di un gruppo già affiatato. L’importanza del corso è sostenuta da una ri-chiesta sempre maggiore di figure di volontari qualificati dal punto di vista socio-sa-nitario ma anche predi-

sposti umanamente all’ascolto, all’accoglienza e al sostegno di sofferenti, malati, poveri con l’intento di portate gratuitamente conforto e speranza nel cuore di questi ultimi.Il riscontro è stato sicuramente positivo in quan-to l’iniziativa ha posto le basi per la formazione di un gruppo che operi attivamente nel territorio con entusiasmo, mosso da spirito altruistico ed umani-tario e con la consapevolezza di poter rappresen-tare, nel proprio piccolo, un cambiamento nella società.

Carla Pandolfi© RIPROdUzIONe RISeRVATA

LA MANIFESTAZIONE DIVENTA INTERNAZIONALE

Ottava rassegna corale “Gallo In…Canto”

GALLO dI PeTRIANO – Venerdì 31 Maggio nella chiesa parrocchiale di Gallo, con le panche gremite di pubblico, si è svolta l’ottava rassegna corale “Gallo In…Canto”: tre cori di diversa provenienza e differente repertorio hanno raccontato le loro storie musicali attraverso le note a loro più congeniali. Ha fatto gli onori di casa il coro polifonico “Maria Immacolata” di Gallo, fondato nel 2001 sotto gli auspici del parroco don Augusto Cecchini, proponendo brani sia di repertorio moderno e operistico, sia sacro, dove ha dato prova della collaudata bravura e armonia tra i vari registri con il potente e tuonante Alleluia di G. Haendel. In questo inno le voci dei veterani si sono ben fuse con quelle squillanti delle nuove leve, come fosse un unico grande organo a far vibrare i pilastri della chiesa. Altro coro a esibirsi, su tutt’altre note, quello della “Antica Città” di Ostra (AN), che ha portato un saggio del suo repertorio da musical con dei medley tratti da alcuni classici disneyani. dal terzo coro ad esibirsi si è capito che ormai la rassegna ha un respiro ben più che “provinciale”: è infatti giunto dalla Polonia il “Chor Hejnal”, antica istituzio-ne delle ferrovie nazionali che può vantare importanti tournée internazionali tra cui un concerto in udienza dal Papa Giovanni Paolo II. Il gruppo ha portato sia frizzanti canzoni polacche, tra cui alcune composte da musicisti della loro città di provenienza, sia brani sacri e internazionali. Ha concluso poi con un omaggio alla nostra terra proponendo “Il carnevale di Venezia” di Gioachino Rossini, che con scroscianti applausi ha dato appuntamento alla nona edizione, dalla quale ci si attende un’altra kermesse canora di primo piano come quest’ultima è stata.

Giovanni Volponi© RIPROdUzIONe RISeRVATA

34ª EDIZIONE

Pellegrinaggio a piedi da Urbino al Pelingo

URBINO. Sarà il 34° ! Sembra ieri da quando si partì, la prima volta, con un manipolo di alunni della scuola media Montefeltro, oggi “Volponi”, più con spirito “garibaldino” che re-ligioso. Una cosa era certa: si doveva camminare insieme, cantare insieme, adeguare il passo a quello del grup-po, partecipare insieme all’Eucaristia, mangiare al sacco insieme e poi gioca-re insieme per sperimentare cosa vuol dire vivere comunitariamente. Tutto insieme, per imparare ad accettarsi vicendevolmente perché chi cammi-na con me è un fratello, ma è diverso

da me: Dio lo ha creato come individuo, non come lo avrei voluto io. Ci ha creati tutti simili ma non uguali. “Insieme” per imparare che non soltanto i deboli hanno bisogno dei forti, ma che anche i forti non posso-no fare a meno dei debo-li ascoltandosi a vicenda: “ chi non sa ascoltare il fratello, ben presto non saprà neppure ascoltare il Signore” ( Bonhoeffer).

Nel pellegrinaggio a piedi alla Madon-na del Pelingo occorre anche saper offrire un aiuto concreto a chi ne ha bisogno, un aiuto attivo come la Ma-donna alla cugina S. Elisabetta, forse occorre allungare la tua borraccia o saper ascoltare una confidenza. Picco-le regole di comportamento e genero-sità ma, se si osservano, allora il pelle-grinaggio ha tutto un altro “sapore”: ci spinge alla condivisione, incrementa l’amicizia, ci sprona alla vita cristiana. Da ultimo, ma non per importanza,il pellegrinaggio diventa preghiera poi-

ché “dovunque (per strada, per i cam-pi, per i sentieri ) due di voi sulla terra si accordano a domandare un cosa qualsiasi, quella sarà loro conces-sa dal Padre mio che è nei cieli” (Mt 18,9) Se poi ciò che chiediamo è per intercessione di Maria, abbiamo dalla nostra parte Colei che può strappa-re qualsiasi miracolo come avvenne a Cana di Galilea. La preghiera si fa anche canto durante il pellegrinaggio, canto di voci all’unisono o in accordo, un coro che nasce dal calore dei cuori che sanno amare e suscita gioia in tut-ti i partecipanti. Nel canto in comune si sente la voce della Chiesa intera: non sono io che canto, ma la Chiesa canta. Caro lettore, ho esposto le mie sensazioni con semplici ma convinte parole che nascono dall’aver parte-cipato al Cammino per ben 33 volte! Sono in attesa del 34° pellegrinaggio a piedi da Urbino al Pelingo e ti invito ad essere a tua volta trascinatore di altre persone per ritrovarci in tanti sabato 15 giugno con partenza alle 6,45 dalla Strada Rossa.

Humbra© RIPROdUzIONe RISeRVATA

Page 17: «Il Nuovo Amico» n. 23 del 9 GIUGNO 2013

L’ Associazione nazionale educatori benemeriti (Aneb) di Pesaro e Urbino ha dato alle stampe una

pubblicazione dal titolo :” Maestri di ieri, di oggi… di sempre – Ricordo dei primi anni di scuola”. L’iniziativa editoriale, curata da Vittorio Cassiani (foto sopra), ripercorre la storia di alcuni maestri molto noti nel territorio provinciale. Compaiono così i nomi di Maria Rocchi Gaio, Giuseppina Domenicucci, Grazia Maria Bontempi, Agostino Ercolessi, Rosanna Minardi, Caterina Felici, Luciana Severino … Pubblichiamo a seguire un estratto dell’introduzione al libro curata dalla giornalista Ivana Baldassarri.Per ordinare la pubblicazione occorre contattare Aneb – Sezione provinciale di Pesaro e Urbino – via Bramante 7 – Pesaro. Tel. 0721/64853. E-Mail [email protected]

Quella dei maestri elementari è stata, fino a pochissimi anni fa, una professione eroica di cui essere assolutamente fieri e alla quale attribuire meriti altissimi per formazione umana e civile e per la risoluzione della piaga dell’analfabetismo. I disagi dei maestri, le loro difficilissime situazioni lavorative, la stessa organizzazione complicata e farraginosa, non sono stati mai considerati perfettibili come quelle degli operai, perché gli insegnanti elementari erano soprattutto donne, abituate da 2000 anni a soffrire e a non vincere mai, e perché la categoria stessa non è mai riuscita a consolidare attorno a sé, un sindacato forte e aggressivo.L’errata opinione che fosse più facile insegnare a leggere, scrivere e far di conto che stringere bulloni, più facile insegnare a bambini sparsi nelle montagne e nelle campagne, distolse le attenzioni rivendicative da un esercito di giovani, soprattutto donne. L’amore per i bambini, più di quello per la cultura o per l’interesse personale, ha giocato un ruolo primario in queste scelte. Eroiche queste nostre maestre elementari del passato! Allegre, generose, coraggiose, ottimiste, amatissime, capaci di instaurare con bambini sconosciuti e con le loro famiglie intime e perduranti alleanze. Dai primi del ’900 quella della maestra elementare era diventata una carriera ambita, perché nonostante le difficoltà e le avventure degli esordi, si profilava per le giovani

donne, un’occasione di lavoro remunerato che coniugava l’autonomia economica con quell’imprinting di natura, unico e meraviglioso che è la maternità.Vittorio Cassiani, anche lui maestro elementare, anche lui esempio di dedizione e di coraggio, generoso ed estroverso ragazzo cattolico si trova a seguire l’ANEB pesarese, una sezione dell’Associazione Nazionale Educatori Benemeriti, e pensa che sarebbe giusto far conoscere le avventure e la vita lavorativa dei maestri, scritte proprio dai quei protagonisti silenziosi che per anni avevano preso treni, corriere, mezzi di fortuna, pur di raggiungere le

loro scuole. Con pazienza, coraggio e tanta gentilezza ha organizzato questa piccola pubblicazione che fa diventare le memorie dei protagonisti “storia”d’oggi. Bello, strutturato, coinvolgente il racconto antico della prima sede sui monti sopra Merano, di Maria Rocchi Gaio, simpatici, ardimentosi e indimenticabili gli aneddoti, di Maria Grazia Bontempi e Gilberta Rocchi, delizioso il racconto del “Bacio Perugina” diviso in venti scaglie di cioccolata di Anna Maria Barilari, e quello dell’assistenza di pronto soccorso che la maestra Rosanna Minardi elargiva, con coraggio e dedizione, nella sua sede a Ponte del Broccolo, trepida e graziosa

come l’immagine di un film quella della maestra Anselma Dionigi che si fa issare sul mulo e percorre due ore di mulattiere. Onore, affetto e gratitudine ai maestri dimenticati e ai maestri “Indimenticabili”, onore e affetto alla maestra Maria Rossi di Montefelcino che in tempo di guerra aveva trasformato la sua pluriclasse in un’aula affollatissima dai bambini degli sfollati e dai ragazzi dell’Orfanatrofio pesarese, al maestro Cesare Pretelli che parlava di poesia, di fiori e di stelle come fossero materie scolastiche, al maestro Pino Scalognini che insegnava ai ragazzi parcheggiati alla “Gioventù Italiana” a fare i registi, al maestro Marcello Cocco che suonava il violino e allestiva spettacoli teatrali a Maiolo, alla maestra Francesca Busca che partiva a settembre da Pennabilli per Schigno di Casteldelci e vi tornava ad anno scolastico concluso perché guadava sia il Marecchia che il Senatello alle volte in piena, alla maestra Maria Pagnini esigente e dolcissima che riusciva a farci vedere e sentire il mondo intero solo toccando con la sua lunga canna il luoghi descritti sulla carta geografica, alla maestra Antonietta Galfré Arceci che viveva nella scuola di Talacchio dove aula e cucina erano tutt’uno e dove preparava minestre e polente agli scolari digiuni, alla maestra Amelia Baldassarri, eternamente in bicicletta anche sotto le bombe, al maestro Luigi Signorotti, lo “storico” di Tavoleto.Tanto amore, tanta sapienza e tanta dedizione non potevano essere disperse nel nulla!

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Conclusa latredicesima edizione

del Festival “Fuoriclasse”

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teatro

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Rinnovati i verticidella

“Dante Alighieri”

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associazionismo

9 giugno 2013 17amicoil nuovo• •

di arte cultura sport

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Maestri di ieri, di oggi… di sempre a cura di Ivana Baldassarri

LiBro DeLL’aneB Di Pesaro-UrBino a cUra Di Vittorio cassiani

Alunni della scuola elementare “Rodari” di via Recchi a Pesaro con la maestra Luciana Severino, attuale segretario-tesoriere Aneb pesarese.

Una vecchia casa colonica di Montebello di Isola del Piano adibita a scuola – anno 1970

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9 giugno 201318 amicoil nuovo• •arte cultura sport

La chiave risolutiva del rebus di Leone da Cagli pubbli-cato a pag. 23 del n. 22 del “Nuovo Amico” di domeni-

ca 2 giugno era: (Frase: 8-3-4): ‘SOS, petto; CH, Erode’ - SOSPETTO CHE RODE - Vince: Mariagrazia Cassiani

i giochi di Leone PantaleonI da cagliUN PREMIO PER UN REBUS

Eccolo disegnato da Michele Scodavolpe il rebus di ‘Leone da Cagli’ che ha vinto il Concorso annuale per autori del-la Settimana Enigmistica. Nella sala d’aspetto del dentista oggi s’estraggono soltanto molari. Quanto soffrono i due pazienti (che volti tristi!)!. I vincitori verranno estratti a sorte tra coloro che avranno inviato la soluzione corretta a [email protected] oppure a IL NUOVO AMICO Via del Seminario 4 – 61121 Pesaro. L’omaggio di questa setti-mana è un buono sconto del 20% presso la libreria “LA Buona Stampa” di Pesaro (Via Rossini 68)

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Un buono sconto in omaggio

Giorno di festa per i Pueri Cantores che oggi celebrano la chiusura dell’attività didattica 2012-’13 con l’ammissione di quattro nuovi ragazzi-soprano che sostituiscono coloro che lasciano i ranghi di soprano, per sopraggiunti limiti di età ( 12 /13 anni), e transitano in altre sezioni più adatte alla evoluzione della loro voce. Ci hanno regalato mezz’ora di musica di fascino particolare e complessivamente poco frequentata. Il programma, organizzato in quattro piccole sezioni, inizia e conclude con un omaggio alla cultura ed alla musica rinascimentale quale contesto e repertorio d’elezione per un complesso di ragazzi cantori . I brani iniziali proposti fanno infatti riferimento a quella che Monteverdi ha definito la “prima pratica” vale a dire lo “stile di Palestrina”, raccomandato dal concilio di Trento per la musica sacra; mentre i brani finali si riferiscono ad autori elisabettiani, Dowland e Ravenscroft, con la freschezza della tradizione inglese dei catch e round.Al centro due sezioni dedicate ad autori più “moderni”, più conosciuti ed apprezzati: Mozart e Rossini. Per l’omaggio a Mozart sono stati scelti tre canoni, composizioni specialmente adatte ad un complesso di questo tipo per il loro carattere leggero, scanzonato ed irriverente. Similmente per Rossini, frequentazione doverosa per un gruppo pesarese, una ricerca tra i “peccati della vecchiaia” ha fatto emergere tre composizioni che sono parse adatte.

Il pubblico ha molto gradito l’esibizione, la seconda dell’anno cui il complesso prende parte, dopo la partecipazione alla 2a edizione della Rassegna Nazionale di Voci bianche il 13 Aprile 2013 ad Urbania.L’iniziativa dei Pueri Cantores si basa su una collaborazione tra Comune e Istituto Comprensivo Gaudiano ed è presente ormai da molti anni. Il direttore Prof. Maurizio Ciaschini l’ha realizzata

progressivamente a partire dal 1994 sulla base della esperienza che aveva maturato in circa un decennio di attività con il Piccolo Coro della Cappella del SS. Sacramento, storica istituzione municipale urbinate, in una analoga iniziativa in collaborazione con la Scuola elementare G. Pascoli di Urbino. I Pueri Cantores della Cappella Municipale di S. Ubaldo di Pesaro è, dunque, un

complesso di voci bianche integrato da voci virili che presta servizio nelle cerimonie che hanno luogo all’interno della Cappella Municipale e partecipa a manifestazioni musicali sia della scuola sia di altre istituzioni musicali. Il modello culturale è quello dei cori di cappella dei collegi universitari anglosassoni ed ha trovato il suo contesto operativo ideale nella collaborazione ormai pluriennale con l’istituto comprensivo “G. Gaudiano”.Attraverso l’esperienza dei Pueri Cantores ci si propone di avviare i più giovani alla pratica della musica. Il fine è quello di far emergere negli allievi dotati quelle propensioni che potranno avviarli alla pratica musicale, professionale o amatoriale. L’iniziativa e’ idealmente inserita, sotto il profilo organizzativo e culturale, nell’ambito della tradizione delle Cappelle Musicali dei grandi centri europei. Essa e’ riferita alla cappella di S. Ubaldo, cappella municipale, voluta ex-voto dal consiglio comunale nel 1601 e ne costituisce il “decoro”.

Giovanna Franzoni©RIPRODUzIONE RISERVATA

IL “DECORO” DELLA CAPPELLA MUNICIPALE DI S. UBALDO

Pueri Cantores in festa

DUE APPUNTAMENTI ALL’ALEXANDER MUSEUM

Lo stupore di fronte all’artePESARo - Due appuntamenti culturali all’Alexander Museum di Alessandro Marcucci Pinoli. E’ stata inaugurata la mostra personale di Annarita Viscido, pittrice autodidatta che attraversa vari generi, dall’espressionismo all’astrattismo. Un percorso in cui l’artista salernitana manifesta i propri sentimenti e un policromismo tipico della terra campana. Molto interessante la crocifissione, in cui il Cristo è in mezzo all’Angelo e alla Morte, raffigurati in maniera non definiti. Il secondo appuntamento è con il critico d’arte Silvia Cuppini che ha presentato il primo quaderno della rassegna “Infinitamente salvi 2012’’, curata dal collettivo “Mjras all’incrocio degli sguardi. Un quaderno che riassume i 13 eventi che si sono svolti nel 2012 nelle Marche e fuori. Interventi di Marco Cangiotti, Feliciano Paoli e Gilberto Santini. Per Feliciano Paoli direttore del Museo di Urbania, << Quaderno, è un’operazione voluta da Silvia

Cuppini, che ha lavorato tra semantica e sperimentazione ed ha tirato fuori soprattutto la categoria del significante ed attirare quanti più significati possibili fuori dalle cose. All’atto pratico chi ha visitato il museo, ha visto le collezioni non come sono normalmente organizzate, ma in maniera sparigliata secondo un ordine diverso. Quindi è con l’abitudine al vedere e anche al pensare che si può vedere in modo differente>>. Per il preside della facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Urbino Marco Cangiotti, << il progetto di Silvia Cuppini ha un significato antropologico: riguarda la vicenda dell’uomo e la messa in chiaro degli elementi che costituiscono l’umanità dell’uomo. L’elemento centrale che viene valorizzato di questa ricerca antrolopogica è quella dello sguardo, come la dinamica attraverso cui la persona umana si rapporta con l’altro, il tu, una res o il totalmente altro: Dio. Lo sguardo è qualcosa che Dio ha dato agli uomini

per rendersi conto del significato della relazione>>. Conclude il critico d’arte Silvia Cuppini, « l’arte contemporanea è diventata un sistema e quindi si è perduta quella verginità di un rapporto fra chi guarda e l’oggetto del guardare. Con questo percorso contenuto nel “Quaderno - Infinitamente 2012’’, si vorrebbe recuperare questo tipo di autenticità, di un rapporto nuovo, lo stupore di fronte alle cose dell’arte. Si parla in questo caso dello sguardo contemporaneo, ma molto meno dell’arte contemporanea, senza distruggere e senza negare nessun valore, ma privilegiando lo sguardo. Dove

vogliamo andare? Verso delle direzioni che possono essere un coinvolgimento più grande possibile delle persone, perché siamo convinti che infinitamente salvi, sia un percorso verso la salvezza. Uno sguardo profondo su se stessi sia l’inizio di un percorso di autocoscienza e quindi augurabile.»

Paolo Montanari©RIPRODUzIONE RISERVATA

FANo - E’ andata in scena dal 29 al 30 maggio al Teatro della Fortuna, con grande successo e tanto entusiasmo dei partecipanti, la tredicesima edizione del Festival del teatro delle scuole “Fuoriclasse”.“Migliaia di giovani e di giovanissimi in questi anni, grazie al Festival, hanno

avuto l’occasione di confrontarsi con la complessità del linguaggio teatrale - ci dice Fabrizio Bartolucci ideatore e direttore artistico della rassegna - perchè Fuoriclasse oltre ad essere la dimostrazione dell’importante lavoro che ogni bambino fa su se stesso attraverso il teatro, è una grande opportunità pedagogica”.Nella prima serata, la Primaria Corridoni di Fano ha partecipato con “Fili colorati”, la Primaria Mascarucci di Lucrezia con “Gli strambapaesi” ed il Comprensorio Padalino di Fano con “Non nel mio piatto, grazie!”. Giovedì 30 è stata la volta degli Istituti di Istruzione Superiore, erano infatti presenti il Polo 3 di Fano che ha presentato “Luci ed ombre. L’armadio della vergogna”, il Donati

di Fossombrone con “Il racconto di Ubu” ed i Licei Nolfi e Torelli di Fano che hanno proposto “1001... notti di storie e parole”.Nella serata finale di venerdì 31 sono andate in scena le altre tre rappresentazioni in programma, ovvero “Con tutto il cuore” degli allievi della Primaria Montessori e due lavori realizzati dai ragazzi dei corsi di Laboratorio Linguaggi, dal titolo “Che paura!!!” e “Zombi dentro”.E’ un vero confronto tra progetti, metodologie e linguaggi, quello che ogni anno si rinnova in questa occasione, e di ciò occorre ringraziare la disponibilità ed l’impegno di tanti insegnanti ed operatori che si spendono sempre con tanta passione.In questa edizione gli insegnanti

responsabili dei progetti sono stati: Cristina Diotallevi, Anna Maria Pierini, Antonella Amirante, Tiziana Volpato, Barbara Piermattei, Carla Biagiotti, Donatella Michelini, Marisa Uguccioni, Maria Gemma Ranucci, Cristina Bargnesi, Enza Sabina Patti, Graziella Generali e Cristina Borasco, mentre i responsabili dei corsi di recitazione del Laboratorio Linguaggi erano Marina Bragadin, Sandro Fabiani e Maria Clelia Rossini.Tanti sono stati gli spettatori che in queste tre sere hanno riempito il teatro, confermando che quella di Fuoriclasse è tra le manifestazioni più valide e seguite.A consegnare gli attestati di partecipazione (nella serata finale) ad allievi, insegnanti ed operatori, sono stati Manuela Isotti (vice presidente della Fondazione Teatro della Fortuna) e Fabrizio Bartolucci.

Mariella Polverari©RIPRODUzIONE RISERVATA

CONCLUSA LA TREDICESIMA EDIZIONE DEL FESTIVAL “FUORICLASSE”

Ragazzi a teatro!

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9 giugno 2013 19amicoil nuovo• • arte cultura sport

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La Società Dante Alighieriha rinnovato i vertici

Per festeggiare i 20 anni al segui-to del Giro d’Italia (1993 – 2013), gli “Amici del Ciclismo” di Can-tiano (Pesaro - Urbino), capita-

nati dal loro presidente Gino Traversini, Consigliere Regionale della Marche, an-che quest’anno non sono voluti mancare all’appuntamento con il Giro giunto alla 96ª edizione. La folta comitiva di spor-tivi ed amanti del ciclismo è partita in pullman da Cantiano a mezzanotte ed è giunta in Val Martello alle prime luci dell’alba di venerdì 24 maggio, sosta in albergo e sostanziosa colazione a base di salumi del Catria, porchetta, il buo-nissimo pane DOC di Chiaserna, il tut-to annaffiato da ottimo vino rosso per riscaldarsi e combattere la delusione per l’annullamento della tappa Ponte di Legno – Val Martello. Il gruppo di ami-ci non si è perduto d’animo: il mattino di venerdì è servito per effettuare una gita turistica e vedere le bellezze dell’Al-to Adige, nel pomeriggio trasferimento al Lago di Misurina e sistemazione in Albergo. A mezzogiorno di sabato 25 maggio, polenta per tutti, preparata dai bravi polentari di Cantiano, offerta an-che ai numerosi sportivi presenti. Non è mancata la foto di gruppo con lo stri-scione a ricordo delle trasferte con il Giro d’Italia. Domenica apoteosi finale: gli appassionati cantianesi hanno assi-stito alla vittoria di Mark Cavendish ed hanno manifestato grande entusiasmo per la bella vittoria di Vincenzo Nibali.

Ilario Taus© RIPRODUZIONE RISERVATA

GLI AMICI DEL CICLISMO DI CANTIANO ESPORTANO POLENTA

In trasferta col Giro d’Italia

Il Comitato di Pesaro della Socie-tà Dante Alighieri, il 22 maggio, ha rinnovato le cariche sociali.

Lucia Oliva è stata eletta all’unani-mità nuovo presidente; eletti anche segretario Patrizia Coltrinari, vice presidente Francesca Matacena, te-soriere Alessandro Rinolfi, consi-gliere Giuseppe Franchini.La nascita del Comitato pesarese della Dante Alighieri risale al 1894, cinque anni dopo che Giosuè Car-ducci fondò a Roma la Società intito-lata al grande poeta. Da quel primo sodalizio scaturirono oltre cinque-cento comitati in tutto il mondo, 80 dei quali in Italia . Sempre attiva nel panorama culturale della Provincia con lo scopo di tutelare e diffonde-re la lingua e la cultura italiana, ha avuto quali protagonisti di questi quasi 120 anni di attività importan-ti esponenti del mondo intellettuale

pesarese, ultimo in ordine di tempo, ma non per importanza, il professor Alfredo Prologo, che ha dedicato grande attenzione alla vita culturale della provincia promuovendo eventi quali la “Lectura Dantis” che rimar-ranno nella memoria storica del ter-ritorio.Una presenza significativa in una provincia, quella di Pesaro e Urbino, che vede lo stesso Dante toccare e citare numerose volte le suggestive località di Urbino, Fiorenzuola di Focara, Gradara, Fano, Fonte Avel-lana. Ho accettato il nuovo incarico- ha dichiarato Lucia Oliva – e intendo quindi mettere a disposizione la mia esperienza anche didattica per fon-dare a Pesaro un Corso di Lingue per stranieri. Abbiamo comunicato alla sede cen-trale a Roma l’avvenuta elezione

di Lucia Oliva, - riferisce Giuseppe Franchini - e la mia riconferma tra i dirigenti testimonia la continuità dei progetti in essere alla quale si af-fianca il desiderio di rivitalizzare le sorti della Società pesarese”.

Lunedì 10 giugno 2013 alle ore 18,00 nell’audi-

torium di palazzo Montani (piazza An-taldi, Pesaro), nel-l’ambito della serie “Incontri a palazzo Montani” proposta dalla Società pesare-se di studi storici in collaborazione con il Comune di Pesaro e con la Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro, viene presentato – con la partecipazione del-l’autore – il libro di Emilio Gentile (Uni-versità “La Sapien-za”, Roma)

E fu subito regimeIl fascismo e la marcia su Roma

PESARO RILANCIA IL BASKET E ALTRE ATTIVITÀ

“Vuelle” e nuovi impianti sportiviÈ partita la campagna per ot-tenere sponsorship da pic-cole e medie imprese per

la Vuelle basket. Le quote fissate vanno da 700 a 5.000 Euro. Ad oggi la Lega Cooperative ha ade-rito con un versamento di 22.000 Euro. Confindustria, per converso, ha declinato di prendere impegni prima di sentire le singole sue associate. “Confesso di esser piut-tosto sorpreso da questa reazione – ha detto il sindaco Luca Ceriscioli -sarebbe curioso che il contributo di questa associazione, che conta

oltre 700 aderenti, rimanesse al di sotto della somma versata da LegCoop che ne ha solo 90”. L’apertura ufficiale degli abbo-namenti sarà comunque antici-pata al mese di luglio. Ceriscioli ha voluto dare il buon esempio consegnando pubblicamente la sua quota di anticipo (50 Euro) al presidente del Consorzio Basket Pesaro Massimo Tonucci. “Tecni-

camente - ha spiegato Tonucci - si tratta di una caparra. Chi poi non si abbona versando il resto quei soldi li perde”. La situazione è co-munque critica perché si parte già con un deficit e vi sono spe-se “incomprimibili”, quali affitti, Palasport, etc. Ario Costa, neo direttore generale della Victoria Libertas, ha spiegato che l’obiet-tivo prefissato è incassare almeno

3.500 “caparre” prima che inizi il campionato 2013-2014. In questo spirito, ha precisato, “tutti gli ab-bonamenti-omaggio saranno ov-viamente azzerati”.Ma se la pallacanestro è un sim-bolo della città e dunque potreb-be giocare un ruolo anche nel settore turistico, l’amministra-zione comunale, pressata da più parti, ha speso parole di sostegno

anche per le altre società sportive di Pesaro. Il 28 maggio la Giunta ha approvato il “Cuneo verde”, che consentirà la costruzione del secondo campo di rugby per la città. Inoltre nell’area di fianco al-l’eliporto, dietro l’Adriatic Arena, dovrebbe sorgere una struttura a due arcate che comprenderà una palestra per il pugilato, una per la ginnastica artistica, e due po-lifunzionali, più una tribunetta di 300 posti, ed un piccolo bar.

Claudio Turco© RIPRODUZIONE RISERVATA

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