«il nuovo amico» n. 5 del 3 febbraio 2013

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SETTIMANALE D’INFORMAZIONE DIOCESI DI: PESARO • FANO • URBINO FONDATO NEL 1903 3 FEBBRAIO 2013 ANNO 110 • N. 5 Spedizione in abb. post. D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27.02.2004 N. 46) Art. 1, Comma 1, DCB Pesaro facebook.com/ilnuovoamico € 1,00 amico il nuovo www.ilnuovoamico.it COPIA OMAGGIO EDITORIALE hotel supplies Via delle Betulle, 6 - 61122 Pesaro Tel. 0721 405274 Fax 0721 259164 www.arpaitalia.it - [email protected] FORNITURE ALBERGHIERE ARREDO BAGNO E CAMERA COMUNICAZIONE E PUBBLICITÁ Seguici su: SSS security systems SISTEMI DI VIDEOSORVEGLIANZA CON CONTROLLO REMOTO VIA INTERNET Via delle Betulle, 6 - 61122 Pesaro Tel. 0721 405274 Fax 0721 259164 www.ipsorveglianza.com - [email protected] Richiedi il tuo preventivo Illustrazione: Mara Cerri Comunicazione: Hotelfantasy.co.uk IFI S.p.A. - Sede e Showroom Strada Selva Grossa 28/30 - Zona Case Bruciate - 61010 Tavullia (PU) - Italy - Tel. +39 0721 20021 - Fax +39 0721 201773 - www.ifi.it - info@ifi.it il tuo talento, il tuo futuro, il tuo primo bar. il bar diventa accessibile. start up è un servizio bar essenziale e basilare, che permette a chiunque di creare il proprio locale. Un’opportunità per i giovani e per chi sceglie di investire su sé stesso e sulla propria voglia di futuro. 5.959 + iva Prezzo al pubblico start up basic da 3 mt. Tale prezzo include, per il mercato italiano, il trasporto e la consegna in loco. Inclusi 3 anni di garanzia Moda Luciana NUOVI ARRIVI PREZZI SPECIALI Pesaro - via delle Betulle n. 4 (zona Torraccia) - Tel. 0721/22611 P arlare di politica si può. Talvolta, parlare di politica e di elezioni si deve. Dall’attesa prolusione al Consiglio permanente della Cei del cardinale Angelo Bagnasco emerge un quadro dai contorni ben definiti. Da un lato viene posta in rilievo la soggettività della Chiesa e del mondo cattolico italiano, dall’altro si delinea una realistica analisi della realtà nazionale, ovviamente allargata in una prospettiva europea e “globale”. Ecco allora l’osservazione fondamentale, per cui, riprendendo le parole del Papa, la “questione sociale è diventata radicalmente questione antropologica”. Alla crisi economica infatti si aggiungono i temi della biopolitica, da affrontare in un quadro e in un modo coerente. Con pacatezza e con passione Bagnasco sottolinea “i fondamenti che non sono confessionali, come si insiste a dire, ma semplicemente di ordine razionale”. Così, “è necessario che in un momento elettorale si certifichi dove essi trovano dimora”. Il catalogo è ben presente e ancora una volta il presidente della Cei lo ribadisce: “Si tratta della vita, dal suo concepimento alla morte naturale, dunque la rinuncia all’eutanasia comunque si presenti, la libertà di coscienza e di educazione, la famiglia basata sul vincolo del matrimonio tra l’uomo e la donna, la giustizia uguale per tutti, la pace”. Sono il criterio per orientarsi nella scelta elettorale e nello stesso tempo, radicati “oltre che nella ragione, nella nostra stessa Costituzione”, sono i riferimenti, “unitivi” e non “divisivi” per un futuro cui bisogna lavorare con convinzione, con pazienza, con realismo, con passione. “Chiunque si rifà al bene comune immediato non può non considerarli per ciò che sono, ossia valori non derogabili sul piano della civiltà politica, pena un arretramento antropologico e sociale. Perché la Chiesa insiste tanto? Perché ha a cuore l’uomo!”. Una Chiesa che il cardinal Bagnasco ribadisce essere sempre più impegnata, a partire dal suo radicamento nella quotidianità e nei territori, nella nuova evangelizzazione, per un “profilo più missionario”. La riscoperta dell’identità cristiana e della sequela personale del Signore rappresenta d’altra parte anche una valorizzazione delle risorse, dell’identità e del tessuto connettivo della società italiana, a partire dalla famiglia, “naturale e insostituibile moltiplicatore di ogni più piccola risorsa”. Perché, al di là dell’appuntamento elettorale, “occorre che il Paese non esorcizzi la realtà”. Il Paese “è stanco di populismi e reticenze di qualunque provenienza e comunque vestiti”, ma ha le risorse per guardare avanti. “Il prossimo vaglio elettorale ci renderà più o meno poveri? Ecco un modo, a nostro avviso non banale, per affrontare le scadenze all’orizzonte. Va da sé che qui stiamo parlando di indigenza o di benessere secondo il prevalente profilo antropologico”. Questo è il punto. Il cardinal Bagnasco spinge alla partecipazione e constata che urgono risposte, da tutti. Perché c’è tanto lavoro da fare e ci sono orizzonti di speranza da costruire, con coerenza. Francesco Bonini © RIPRODUZIONE RISERVATA Non solo biopolitica Oltre 600 ragazzi in piazza a Fano FESTA DELLA PACE 13 Incontri ecumenici a Pesaro e Urbino UNITA’ DEI CRISTIANI 11/17 Prefettura: aumentano i furti nelle abitazioni PROVINCIA DI PESARO 8 La voce di Charlotte Fullenbaum dopo 70 anni GIORNO DELLA MEMORIA 21 DOMENICA 10 FEBBRAIO SFILA IL CARNEVALE DI PESARO NOVE LE ALLEGORIE IN CONCORSO TRA LE PARROCCHIE PAGINA 23 Aspettando Rabachèn Itinerario pastorale per divorziati PESARO 12 Speciale XXXV Giornata per la Vita FANO 14/15 Avis vadese record di donazioni URBINO 20 ABBONAMENTO 24 ABBONATI AL NUOVO AMICO 110 e LODE

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«Il Nuovo Amico» n. 5 del 3 febbraio 2013

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settimanale d’informazione diocesi di: pesaro • fano • urbino fondato nel 19033 febbraio 2013 • Anno 110 • N. 5 • Spedizione in abb. post. D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27.02.2004 n. 46) Art. 1, Comma 1, DCB Pesaro • facebook.com/ilnuovoamico € 1,00

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(zona Torraccia) - Tel. 0721/22611

Parlare di politica si può. Talvolta, parlare di politica e di elezioni si deve. Dall’attesa prolusione al Consiglio permanente della Cei del cardinale Angelo Bagnasco emerge

un quadro dai contorni ben definiti. Da un lato viene posta in rilievo la soggettività della Chiesa e del mondo cattolico italiano, dall’altro si delinea una realistica analisi della realtà nazionale, ovviamente allargata in una prospettiva europea e “globale”. Ecco allora l’osservazione fondamentale, per cui, riprendendo le parole del Papa, la “questione sociale è diventata radicalmente questione antropologica”. Alla crisi economica infatti si aggiungono i temi della biopolitica, da affrontare in un quadro e in un modo coerente. Con pacatezza e con passione Bagnasco sottolinea “i fondamenti che non sono confessionali, come si insiste a dire, ma semplicemente di ordine razionale”. Così, “è necessario che in un momento elettorale si certifichi dove essi trovano dimora”. Il catalogo è ben presente e ancora una volta il presidente della Cei lo ribadisce: “Si tratta della vita, dal suo concepimento alla morte naturale, dunque la rinuncia all’eutanasia comunque si presenti, la libertà di coscienza e di educazione, la famiglia basata sul vincolo del matrimonio tra l’uomo e la donna, la giustizia uguale per tutti, la pace”. Sono il criterio per orientarsi nella scelta elettorale e nello stesso tempo, radicati “oltre che nella ragione, nella nostra stessa Costituzione”, sono i riferimenti, “unitivi” e non “divisivi” per un futuro cui bisogna lavorare con convinzione, con pazienza, con realismo, con passione. “Chiunque si rifà al bene comune immediato non può non considerarli per ciò che sono, ossia valori non derogabili sul piano della civiltà politica, pena un arretramento antropologico e sociale. Perché la Chiesa insiste tanto? Perché ha a cuore l’uomo!”.Una Chiesa che il cardinal Bagnasco ribadisce essere sempre più impegnata, a partire dal suo radicamento nella quotidianità e nei territori, nella nuova evangelizzazione, per un “profilo più missionario”. La riscoperta dell’identità cristiana e della sequela personale del Signore rappresenta d’altra parte anche una valorizzazione delle risorse, dell’identità e del tessuto connettivo della società italiana, a partire dalla famiglia, “naturale e insostituibile moltiplicatore di ogni più piccola risorsa”.Perché, al di là dell’appuntamento elettorale, “occorre che il Paese non esorcizzi la realtà”. Il Paese “è stanco di populismi e reticenze di qualunque provenienza e comunque vestiti”, ma ha le risorse per guardare avanti.“Il prossimo vaglio elettorale ci renderà più o meno poveri? Ecco un modo, a nostro avviso non banale, per affrontare le scadenze all’orizzonte. Va da sé che qui stiamo parlando di indigenza o di benessere secondo il prevalente profilo antropologico”. Questo è il punto. Il cardinal Bagnasco spinge alla partecipazione e constata che urgono risposte, da tutti. Perché c’è tanto lavoro da fare e ci sono orizzonti di speranza da costruire, con coerenza.

Francesco Bonini© RIPRoDUZIonE RISERVATA

Non solo biopolitica

Oltre 600ragazzi in

piazza a Fano

FeSta della PaCe 13

Incontri ecumenici a

Pesaro e Urbino

UNita’ dei CriStiaNi 11/17

Prefettura:aumentano

i furtinelle abitazioni

ProViNCia di PeSaro 8

La voce di Charlotte

Fullenbaumdopo 70 anni

GiorNo della MeMoria 21

doMeNiCa 10 FeBBraio SFila il CarNeVale di PeSaroNoVe le alleGorie iN CoNCorSo tra le ParroCCHie

PaGiNa 23

aspettando rabachèn

Itinerario pastorale

perdivorziati

PeSaro 12

Speciale XXXV

Giornataper la Vita

FaNo 14/15

Avis vadese record

di donazioni

UrBiNo 20 aBBoNaMeNto 24

ABBONATIAL NUOVO

AMICO 110e lode

Page 2: «Il Nuovo Amico» n. 5 del 3 febbraio 2013

Chiesa e Mondo3 febbraio 20132 amicoil nuovo• •

Aut. n. 83/85 Trib. di PesaroIL NUOVO AMICO RISPETTA L’AMBIENTE. STAMPIAMO SOLO SU CARTA RICICLATA.

REDAZIONE CENTRALE:Raffaele Mazzoli – Direttore - Ernesto Preziosi - Direttore ResponsabileRoberto Mazzoli - Caporedatt. CentraleGastone Mosci – Incaricato dei rapporti con la Regione MarcheVia del Seminario, 4 - 61121 PESARO (PU) - Tel. 0721/64052 Fax 0721/69453e-mail: [email protected]

Redazione di Pesaro: Via del Seminario, 4 - 61121 PESARO (PU) Tel. 0721/64052 - Fax 0721/69453e-mail: [email protected] Alvaro Coli – Responsabile diocesano.

Redazione di Fano: Via Roma 118 - 61032 FANO (PU) - Tel. 0721/802742 (dir.) - 803737 - Fax 0721/825595e-mail: [email protected]

Redazione di Urbino: Via BeatoMainardo, 4 - 61029 URBINO (PU)Tel. e Fax 0722/378395e-mail: [email protected]. Giancarlo Di Ludovico – Responsabile diocesano

EDITORE: Cooperativa Comunicare - Via del Seminario, 4 - 61121 PESARO (PU). Tel. 0721/64052 - Fax 0721/69453.Amministratore Unico: Marco Farina Presidente Cooperativa Comunicare

STAMPA: Galeati Industrie Grafiche/ImolaGRAFICA: arti grafiche pesaresi srl/pesaroLa testata “Il Nuovo Amico” fruisce dei contributi Statali diretti di cui alla Legge 7 agosto 1990, n. 250.PUBBLICITà Uffici della Redazionecentrale 0721/64052 e Paolo MorsianiL’Impresa Editrice COMUNICARE risulta iscritta al Registro delle imprese di PESARO presso la Camera di commercio al n. 98100

Questo settimanaleè iscritto alla FISCFederazione ItalianaSettimanali Cattolici

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Questo numero è stato chiuso in redazionemercoledì 30 gennaio 2013 alle ore 22 e stampato alle ore 6 di giovedì 31 gennaio

Bandiere a mezz’asta sugli edifici presidenziali e cortei funebri. Così la Polonia rende onore al cardinale Józef Glemp, morto mercoledì 23

gennaio all’età di 83 anni. Nel telegramma di cordoglio di Benedetto XVI il card. Glemp viene ricordato come

“un uomo giusto”: “Tale giustizia è stata la base del suo profondo amore per Dio e per l’uomo, che era la luce, l’ispirazione e la forza nel difficile ministero di guida della Chiesa in un’epoca, in cui significative trasformazioni sociali e politiche interessarono la Polonia e l’Europa”.

La ParoLa di dio IV domenica del Tempo Ordinario - Anno CGeremia 1,4-5.17-19Nella chiamata sono compresi emarginazione e insuccessi. Da una parte il rifiuto e la solitudine; dall’altra la presenza e l’aiuto di Dio.Di fronte alle difficoltà della sua missione e agli insuccessi del suo ministero profetico Geremia ritorna con forza alle origini della sua chiamata, dove ha sperimentato la tenerezza delle mani di Dio. E’ un ritorno che ricorda a Geremia che questo suo Dio non lo può abbandonare.La missione è difficile. Occorre “cingersi” le vesti. Occorre un nuovo esodo; dalla disobbedienza e dall’infedeltà a Dio, alla piena obbedienza. Un nuovo Mar Rosso…Vangelo Lc 4,21-30Anche Gesù ha sperimentato il rifiuto e la solitudine. Si è presentato come profeta e, davanti alla fatica dei suoi conter-ranei ad accogliere il mistero della sua persona e a rispondere

agli inviti della sua missione, non fa altro che riferirsi ai profeti che lo hanno preceduto. Ma chi è mai quest’uomo? Questo provocatore dell’assemblea! Che la sua bocca taccia se non dimostra coi fatti quel che predica con la voce… È un copione scritto mille volte nella storia dell’umanità.I Corinzi 12,31-13,13Il coraggio della profezia può darlo solo lo Spirito. Lo Spirito suscita una profezia coraggiosa, capace di fare verità nella carità, anzi una profezia espressione di caritàMeditatio- Bisogna saper tornare alla chiamata iniziale (come Gere-mia) soprattutto quando non si riesce a cogliere l’efficacia del proprio spendersi e del proprio fare.- Il paradosso perenne è che tutti abbiamo bisogno di voci profetiche, ne subiamo il fascino provocatore, ma raramente lasciamo un posto per loro alla nostra mensa.- Ogni giorno la vita ci offre un incontro con la profezia, anche se non la riconosciamo; la sua presenza talvolta assume vesti domestiche, ci interpella da vicino, anche nelle piccole cose.

- Gesù non cerca popolarità. La ricerca della popolarità è un segno di debolezza: e che debolezza!. Si allontanò da Nazaret meravigliato della loro incredulità.- La Chiesa è la sfida di Dio alla presunzione umana: Dio ha voluto lasciare nel mondo una Presenza debole, una comunità di fragili, di ‘timidi’…Pietà, Signore Gesù, per la mia incomprensione e per il mio sdegno e per tutte le volte in cui ti ho cacciato dal mio cuore, conducendoti nel precipizio della mia rabbia per buttarti nell’abisso della mia indifferenza.

Armando Trasarti, Vescovodi Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Ripudio e linciaggio

Notizie biografiche sul Santo si possono riscontrare nell’agio-grafia di Camillo Tutini, che

raccolse numerose testimonianze tramandate oralmente. Si sa che fu medico e vescovo di Sebaste in Arme-

nia e che il suo martirio è avvenuto durante le persecuzioni dei cristiani, intorno al 316, nel corso dei contra-sti tra gli imperatori Costantino (Oc-cidente) e Licino (Oriente). Catturato dai Romani fu picchiato e scorticato vivo con dei pettini di ferro, quelli che venivano usati per cardare la lana, ed infine decapitato per aver rifiutato di abiurare la propria fede in Cristo. Si tratta di un Santo conosciuto e ve-nerato tanto in Occidente, quanto in Oriente. Il suo culto è molto diffuso sia nella Chiesa Cattolica che in quel-la Ortodossa. Nella sua città natale,

dove svolse il suo ministero vescovile, si narra che operò numerosi miracoli, tra gli altri si ricorda quello per cui è conosciuto, ossia, la guarigione, av-venuta durante il periodo della sua prigionia, di un ragazzo da una lisca di pesce conficcata nella trachea. Tut-t’oggi, infatti, il Santo lo si invoca per i “mali alla gola”. Le reliquie di San Biagio sono custodite nella Basilica di Maratea, città di cui è santo protetto-re: vi arrivarono nel 723 all’interno di un’urna marmorea con un carico che da Sebaste doveva giungere a Roma, viaggio poi interrotto a Maratea, uni-

ca città della Basilicata che si affaccia sul Mar Tirreno, a causa di una bufe-ra. Si racconta che la le pareti della Basilica, e più avanti anche la statua a lui eretta nel 1963 in cima alla Ba-silica, stillarono una specie di liquido giallastro che i fedeli raccolsero e usarono per curare i malati. Papa Pio IV nel 1563, allora vescovo, riconob-be tale liquido come “manna celeste”. Non a caso a Maratea il Santo assume una valenza particolare e viene fe-steggiato per ben 2 volte l’anno; il 3 febbraio, come di consueto, e il gior-no dell’anniversario della traslazione delle reliquie, dove i festeggiamenti durano 8 giorni, dal primo sabato di maggio fino alla seconda domenica del mese.

IL SANTO DELLA SETTIMANA 3 febbraioSan Biagio Vescovo e martire

MESSAGGIO PER LA GIORNATA MONDIALE DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI

Porte di verità e di fedeNel tempo dei “nativi digitali” alzi

la mano chi tra noi, in questi anni, non si è chiesto, almeno una volta, se Facebook, Twitter, Myspace o

chi per loro, siano forme di comunicazione e condivisione che contribuiscono alla crescita umana delle persone o, piuttosto, un insidioso pericolo da evitare, pena far aumentare la solitudine e lo spaesamento. Forse tutti: genitori, insegnanti, preti, giornalisti, educatori più o meno navigatori o frequentatori delle reti sociali (spesso della generazione degli “immigrati digitali”) che alle prese con i giovani s’interrogano su come con naturalezza si possa considerare Internet un ambiente “altrettanto reale”, rispetto alla realtà degli ambienti della vita quotidiana. Il punto, infatti, sta tutto qui e Benedetto XVI nel messaggio per la 47ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali sembra averlo centrato in pieno. Il testo dedicato al tema “Reti sociali: porte di verità e di fede; nuovi spazi di evangelizzazione” e diffuso ogni anno in occasione della festa di san Francesco di Sales, salta a pie’ pari l’approccio moralistico e conflittuale tra reale e virtuale e sceglie di farci capire anzitutto di cosa stiamo parlando e che cosa succede nelle reti sociali. In primo luogo Benedetto XVI dice che esse sono “una

nuova agorà, una piazza pubblica e aperta in cui le persone condividono idee, informazioni, opinioni e dove, inoltre, possono prendere vita nuove relazioni e forme di comunità”. Relazione, condivisione, conoscenza “porte” più che “mezzi”, “spazi” e non un “mondo parallelo o puramente virtuale, ma parte delle realtà quotidiane di molte persone, specialmente dei più giovani”. Fino a qui cosa sono e cosa accade. Ma sono un “buon” ambiente? Vale la pena frequentarli? Il Papa non manca la risposta ed è realista. I social network ci sono, hanno potenzialità enormi, “le persone che vi partecipano devono sforzarsi di essere autentiche” (e qui sta il rischio). In altri termini sta alla singola persona integrare la presenza nell’ambiente digitale con la propria vita. Chi nella vita reale tende a isolarsi e a preferire relazioni poco coinvolgenti e significative, in cui ci si compromette poco, può trovare nei social network un luogo ideale di espressione del proprio narcisismo. Una persona che vive invece delle relazioni sostanzialmente sane, può trovare in essi una grande opportunità per dare continuità a rapporti che altrimenti sarebbero eccessivamente frammentati. E la fede cosa c’entra? Le reti sociali possono aiutare gli uomini a incontrare

Cristo? La questione non va posta sul piano dell’adeguamento tecnologico della pastorale o nel pensare la rete come un “mezzo” di evangelizzazione. Come evangelizzare, allora, nella rete, come intrecciare la tensione dell’uomo alla verità? La sfida della testimonianza cristiana diventa tipicamente spirituale. Le reti sociali divengono “porte di verità e di fede e nuovi spazi di evangelizzazione” se i credenti sapranno rinnovare il proprio entusiasmo nel “donare se stessi agli altri attraverso la disponibilità a coinvolgersi pazientemente e con rispetto nelle loro domande e nei loro dubbi, nel cammino di ricerca della verità e del senso dell’esistenza umana”. Insomma a credenti, ma anche a parrocchie, enti, organi d’informazione cattolica, università, gruppi e movimenti più o meno strutturati il compito di esserci, non affrontando il web come se il problema sia quello di come usare bene la rete, ma di come vivere bene al tempo della rete contribuendo a farvi incontrare Cristo. Ce lo chiede anche la fedeltà a Cristo e alla storia. D’altro canto “i nativi digitali sono vivi, noi, invece, stiamo... invecchiando” (Philip K.Dick).

Adriano Bianchidirettore “La Voce del Popolo” (Brescia)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

ANNO DELLA FEDE 5

Nell’Anno della fede, Benedetto XVI, semmai ci fosse bisogno, ricorda

che non c’è ecumenismo senza fede e che la fede è il centro dell’unità cristiana. Pone così la questione al centro. “La comunione nella stessa fede è la base per l’ecumenismo. L’unità, infatti, è donata da Dio come inseparabile dalla fede… Senza la fede – che è primariamente dono di Dio, ma anche risposta dell’uomo – tutto il movimento ecumenico si ridurrebbe ad una forma di ‘contratto’ cui aderire per un interesse comune”. Così ha affermato Benedetto XVI nel cuore del suo discorso. Un ammonimento atto ad evitare l’attuale deriva secolaristica che può essere contagiosa verso i cristiani interpellati dalle urgenze del tempo presente e dalle esigenze di andare incontro a una società che si allontana progressivamente dalle sue radici cristiane. Oggi è evidente la necessità di ridire la fede al mondo, perché creda, ma si deve fare in modo credibile, con linguaggio nuovo da cercare insieme attraverso un dialogo fecondo tra cristiani battezzati con l’unico battesimo e traendo ricchezza dalle loro diversità, componibili nell’unica fede. Per essere in grado di rispondere a questa vocazione, comune a tutti i battezzati, è necessaria una conversione. “La ricerca dell’unità nella verità e nell’amore è opera dello spirito Santo e va ben oltre i nostri sforzi”, ricorda Benedetto XVI, con un’insistenza che ritroviamo nella continuità dell’insegnamento della Chiesa, le cui pagine sono piene di riferimenti all’ecumenismo spirituale. Questo, lo ripete il Papa anche in questa omelia è soprattutto preghiera, “insieme a gesti concreti di conversione che muovano le coscienze e favoriscano la guarigione dei ricordi e dei rapporti”. Parole chiare che evocano la necessità di superare le dispute tra cristiani sulle attuali nuove questioni etiche e sulla valutazione di alcuni periodi storici della vita della Chiesa.

Elio Bromuri© RIPRODUZIONE RISERVATA

Unità dei cristiani

L’ultimo saluto della Polonia al Card. Jozef Glemp

Page 3: «Il Nuovo Amico» n. 5 del 3 febbraio 2013

Socio Politico 3 febbraio 2013 3

Come era nelle previsioni, i tradizionalisti fedeli a re Abdallah hanno conquistato la maggioranza nel nuovo Parlamento giordano uscito dalle elezioni

del 23 gennaio, boicottate dai Fratelli Musulmani, forza principale dell’opposizione, in segno di protesta contro l’assenza di riforme politiche e contro una legge elettorale ritenuta ingiusta. I risultati, non ancora definitivi, consegnano un’assemblea non diversa dalle due precedenti, uscite dalle consultazioni politiche del 2008 e 2010, con la presenza predominante di esponenti delle basi di potere del regime, in particolare degli apparati di sicurezza, del mondo degli affari e dei gruppi tribali. Dei 150 nuovi eletti, solo poco più di venti appartengono a uno schieramento composto da elementi di sinistra e islamici. Nel Paese si respira aria di tensione con sostenitori di candidati sconfitti che, a Mafraq, hanno bloccato strade e bruciato copertoni. Proteste anche nelle città di Maan e di Aqaba. Alta l’affluenza alle urne: la Commissione elettorale indipendente ha fatto sapere che ha votato 1,23

milioni di elettori, pari al 56,69% degli aventi diritto (2,3 milioni). Un dato che indicherebbe il mancato successo del boicottaggio voluto dai Fratelli Musulmani. Il movimento islamico ha denunciato brogli, in qualche misura smentiti dalla delegazione di osservatori internazionali coordinata dall’Istituto nazionale democratico (Ndi) degli Stati Uniti che ha sottolineato “un notevole progresso nelle procedure e nella gestione della consultazione”. Forte del risultato, il re Abdallah II ha parlato di “determinazione dei giordani a partecipare alla vita politica e al processo decisionale ponendo le basi per una nuova fase nella storia del Paese”. Daniele Rocchi, per il Sir, ha chiesto un commento sul voto a Riccardo Redaelli, docente di geopolitica all’Università Cattolica di Milano.“Alla luce dei risultati, anche se non definitivi, il voto in Giordania è per la stabilità, per mantenere la situazione attuale. I giordani non sono soddisfatti delle condizioni sociali ed economiche in cui versa il loro Paese. Tuttavia, alla luce delle vicende in corso nei Paesi confinanti, e visto

che i forti cambiamenti in Nord Africa non stanno dando risultati brillanti, hanno scelto la strada prudente delle riforme limitate, intrapresa dalla casa reale. Hanno capito che questo non era il momento per grandi stravolgimenti e cambiamenti. Dalle urne è emerso il consenso alla piattaforma politica del re e una presa di distanza dall’agenda politica islamista”…“Il dato più significativo di questa tornata elettorale è stato indubbiamente la notevole affluenza alle urne. Secondo la Commissione elettorale indipendente, infatti, ha votato il 56,69% degli aventi diritto. Un dato che indicherebbe la sconfitta di tutti quei movimenti e partiti che chiedevano il boicottaggio del voto, in primis i Fratelli Musulmani”… “Si tratta di un piccolo passo per trasformare la monarchia attuale in una vera monarchia costituzionale. Il voto del 23 gennaio conferma la volontà popolare di una lenta e prudente transizione”.

Agenzia Sir© RIPRODUZIONE RISERVATA

Giordania al voto. Sconfitti i Fratelli Musulmani

I DERIVATI 600MILA MILIARDI DI DOLLARI

La gigantesca biscaMps una cosa seria

C’ è stata una battaglia, nei cieli di Ustica, e fu un missile ad abbattere il Dc9 dell’Itavia, il 27 giugno 1980.

Questa la conclusione a cui è giunta ieri la terza sezione civile della Corte di Cassazione, nella sentenza con cui ha confermato la condanna dei ministeri della Difesa e dei Trasporti a risarcire tre familiari delle vittime della strage. La Suprema Corte ha stabilito

che “è pacifico l’obbligo delle amministrazioni ricorrenti di assicurare la sicurezza dei voli” ed

“è abbondantemente e congruamente motivata la tesi del missile” accolta dalla Corte d’appello di Palermo nel primo verdetto sui risarcimenti ai familiari delle vittime depositato il 14 giugno 2010. Al riguardo, Francesco Rossi, per il Sir, ha intervistato Daria Bonfietti, presidente dell’Associazione dei parenti delle

vittime della strage di Ustica. I familiari delle vittime come hanno accolto la pronuncia della Cassazione?

“Innanzitutto facciamo chiarezza: la sentenza riguarda un procedimento aperto da solo tre parenti delle vittime. Solo a costoro (che sono stati i primi a rivolgersi al giudice civile e ai quali hanno poi fatto seguito quasi tutti gli altri familiari, ndr), quindi, si riferisce il risarcimento. L’importante, però, è che un Tribunale civile abbia accettato le conclusioni del giudice Priore del 1999, secondo le quali il Dc9 è stato abbattuto all’interno di un episodio di guerra aerea, a causa di un missile che l’ha attraversato. Proprio perché ha riconosciuto come giusta quella ricostruzione, la Cassazione non ha potuto che confermare la condanna dei ministeri competenti, che dovevano vedere gli aerei in volo quella sera, comunicare eventuali cambi di rotta ai piloti del Dc9 e, in fin dei conti, prevenire il dramma”.

A questa sentenza ne seguiranno altre sul piano civile?

“Sì, solo lo scorso anno è giunta a sentenza, al Tribunale di Palermo, una causa intentata da più di 80 parenti, e le cui conclusioni sono le medesime. Ma l’Avvocatura dello Stato anche qui ha fatto ricorso in appello, per non pagare”.

Sul piano penale a che punto siamo?“I giudici romani nel 2007, dopo le dichiarazioni di Cossiga, hanno riaperto le indagini chiedendo rogatorie alla Francia e all’America. Ma bisogna sollecitare risposte, finora assenti”.

Secondo lei, sarà possibile giungere a ri-sposte che possano fare luce sulla verità?

“Certo, ma serve un impegno congiunto di parenti delle vittime, opinione pubblica e organi d’informazione, al fine di spingere il governo a occuparsene. Non si può non andare avanti: questa verità dipende dagli uomini, e anche se chi è responsabile di quanto successo quella sera in qualche parte del mondo ha ancora potere, dopo 32 anni ci vuole la forza politica di stanarlo”.

Agenzia Sir© RIPRODUZIONE RISERVATA

FAMILIARI SOLLECITANO RISPOSTE DA FRANCIA E USA

Ustica ultimo miglio

Il “caso” Montepaschi di Siena - una banca mal gestita da tempo e che ora si scopre con i conti non in regola - rimette sotto i riflettori una montagna gigantesca che,

però, rimane incredibilmente nell’ombra dell’economia internazionale: la cosiddetta “finanza creativa”. Anzi no: incredibilmente non è l’avverbio giusto, perché è proprio l’ombra, l’humus ideale in cui prospera la famiglia dei derivati. Dell’oscurità ha assoluta necessità, per varie ragioni. E nell’oscurità è meglio che tutto sommato rimanga. Se fosse chiara a tutti l’entità delle sue dimensioni, l’impatto sul mondo sarebbe paragonabile a quello di un meteorite.Esageriamo? Per nulla. Su questo pianeta circolano oltre 600mila miliardi di dollari di derivati. Cifra incomprensibile da quanto appare astronomica. Quantifichiamola meglio: siamo attorno a dieci volte la ricchezza prodotta nel mondo in un anno. Ma è tutta carta, dentro la quale stanno i nostri destini.L’uomo cominciò con il commerciare le proprie eccedenze agricole in regime di baratto: poi s’inventò i metalli preziosi, quindi le monete, infine la carta moneta ormai sostanzialmente sganciata da qualsiasi valore sottostante (in teoria, c’è l’oro). Con i soldi, ridotti a numeri nei computer, chi li maneggia può fare molte cose, la più attraente delle quali è quella di far germinare altri soldi.Già, ma i percorsi classici (investimenti economici, finanziamenti, mutui…) hanno vari “difetti”: la rischiosità, anzitutto, e - negli ultimi anni - la lentezza nel fruttare utili per quella fetta di mondo (banche, finanziarie, fondi d’investimento, anche aziende) che vuole moltissimo e subito. Da qui l’invenzione di strumenti finanziari con vari scopi, da quello di suddividere i rischi d’investimento in maniera esponenziale (vedi i mutui subprime americani) a quello di speculare sopra qualsiasi cosa: il prezzo delle arance, l’andamento di un indice finanziario, il numero di fallimenti pronosticato in un Paese… Su tutto, come in una gigantesca bisca dove c’è chi vince e chi perde puntando chi sul nero, chi sul rosso di infinite roulette. Questi derivati hanno appunto due caratteristiche: sono un’infinità tale che nessuno al mondo ha in realtà un’idea precisa della loro dimensione; per loro

natura massimizzano profitti (e perdite). Possono renderti ricchissimo anche in pochi minuti; possono mandare in malora una primaria banca internazionale, una multinazionale solida, un intero Paese. I primi dieci anni del Duemila saranno ricordati nella Storia come gli anni delle follie finanziarie su scala planetaria. Purtroppo anche l’attuale decennio non appare immune, perché nessuno sa più come si possa contenere questa colossale montagna di fittizia ricchezza. Se alla fine qualcuno vince e incassa, qualcun altro deve perdere e pagare. Già: chi? E quanto? Questo è il turno di Montepaschi, dove i derivati sono stati usati per operazioni ora al vaglio delle autorità preposte. Non ci sono enormi cifre in ballo, ma l’istituto di Siena non è certo in grado di farvi fronte, ad oggi. O salta il Monte, o lo salva lo Stato che vi ha già da tempo immesso qualche miliardo di euro per sostenere (non a fondo perduto) la più antica banca del mondo.Il resto degli istituti italiani ha in corpo qualcosa come 200 miliardi di derivati, scommesse che speriamo nessuno perda altrimenti sarebbero guai. Né può consolarci il fatto che altre banche mondiali di altissimo lignaggio siano zeppe all’inverosimile (altro che noi!) di questi prodotti finanziari: come

abbiamo visto con il crack americano del 2008, ormai il mondo è totalmente connesso. E un mal di pancia locale duole poi a livello globale. Figuriamoci un tumore come i derivati fuori controllo.Che fare? Affidarsi alla responsabilità di Paesi, istituzioni internazionali, singoli operatori. Esiste questo senso di responsabilità? Per ora no. Esistono norme internazionali che

regolino il tutto? Per ora no. Esiste infine una consapevolezza generale sulla bomba su cui siamo seduti? Per ora no. Per paradosso, forse è meglio così. Ma il sistema finanziario mondiale così come i potenti del mondo, sino a quando potranno continuare a nascondere la polvere sotto il tappeto?

Nicola Salvagnin© RIPRODUZIONE RISERVATA

Museo della memoria di Ustica

Page 4: «Il Nuovo Amico» n. 5 del 3 febbraio 2013

3 febbraio 20134 Chiesa e Mondo amicoil nuovo• •

PROLUSIONE DEL PRESIDENTE AL CONSIGLIO PERMANENTE DELLA CEI

Una lettura della realtàitaliana nell’ottica della coscienza del credente

“Anche stasera o domani, nell’opinione pubblica echeggeranno solo alcune delle nostre parole, e non

precisamente queste... si sappia però che è questo, è Gesù Cristo che noi vogliamo porgere, il Suo nome far risuonare. Non è vero che a noi interessa far politica, noi vogliamo dire Gesù”. Così il presidente della Cei, card. Angelo Bagnasco, aprendo questa sera, a Roma, il Consiglio episcopale permanente, ha voluto mettere l’accento sul ruolo e sul compito principale della Chiesa: l’annuncio del Vangelo. Per primo ha richiamato il “pellegrinaggio ad limina apostolorum” dei vescovi italiani “proprio nell’Anno della fede”, ringraziando il Papa “per l’accoglienza che ci accorda”. La fede, ha detto, pur “dentro a un travaglio storico delicatissimo e intricato”, costituisce la garanzia che “dona ineffabile gioia”. Il cardinale ha sottolineato “le situazioni di persecuzione in cui si trovano i cristiani”, che “in buona parte coincidono con i conflitti aperti”, ricordando il dato impressionante di “oltre centomila cristiani delle varie Confessioni uccisi nel 2012. Una cifra spaventosa che non può lasciar indifferente nessuno”. (Testo integrale della prolusione del cardinale in *.pdf: clicca qui)

Rischio di un “Paese PeRennemente incomPiuto”. Parlando dei temi “sociali”, ha sottolineato “la condizione di indigenza che si va obiettivamente allargando, e sta intaccando segmenti di società in cui prima era sostanzialmente marginale”. Dopo aver richiamato la disoccupazione giovanile, l’espulsione di lavoratori dalle fabbriche, le famiglie che impoveriscono, ha affermato che “a nessuno deve far comodo esagerare in termini catastrofici, ma occorre che il Paese non esorcizzi la realtà. Gli schemi sociali classici sono saltati e non si ripristineranno automaticamente”. Tra i punti dolenti ha richiamato anche la sanità, “da una parte per condannare gli imbrogli, i maneggi, le astuzie che si consumano in un settore ad altissima vocazione altruistica, dall’altra per prendere le distanze da logiche irrazionalmente pretenziose e talora esclusivamente campanilistiche”. Così pure, circa il Mezzogiorno, “vessato dalla malavita, i cui tentacoli si allargano all’intero Paese”, ha esortato a “vigilare, resistere, incoraggiare, denunciare, bonificare e recuperare”. Sul momento politico attuale, il presidente della Cei ha poi notato che “il popolo italiano si è mostrato ancora una volta solido”,

poggiando nelle scelte di “autoriduzioni”, “revisioni di stili di vita”, “risparmi” anzitutto “sul naturale e insostituibile moltiplicatore di ogni più piccola risorsa: la famiglia”. Ora però “si respira uno sbilanciamento tra il desiderio popolare di uscire dal tunnel e ciò che viene messo in campo”, per cui è diffusa “la percezione di un Paese perennemente incompiuto, che costa molto a se stesso ma non riesce a ottenere i risultati che merita”. ValoRi in gioco e imPegno dei cRedenti. Dopo aver esortato tutti alla partecipazione al voto quale “dovere irrevocabile”, il presidente della Cei ha dedicato uno spazio ampio al tema della “biopolitica” che rappresenta - ha detto - “problemi semplicemente nodali nelle società post-moderne”. Il riferimento è stato, tra l’altro, a vita, salute, malattia, stati vegetativi, aborto, eutanasia, sottolineando che “non ha senso nascondere gli argomenti, riconoscendo invece cittadinanza elettorale solo all’economia”.

Si è poi chiesto “perché non concepire anche l’economia come bioeconomia? Linee di compromesso, o peggio di baratto tra economia ed etica della vita, a scapito della seconda, sarebbero gravi”. Circa i “valori fondamentali”, ha affermato che su di essi “i cattolici sanno che non esiste compromesso o mediazione comunque si voglia chiamare”. Ha citato la difesa della vita “dal suo concepimento alla morte naturale”, “la rinuncia all’eutanasia comunque si presenti”, la “libertà di coscienza e di educazione”, la “famiglia basata sul vincolo del matrimonio tra l’uomo e la donna”, la “giustizia uguale per tutti, la pace”. Come segno positivo dell’impegno per la vita ha richiamato “la campagna ‘Uno di noi’” che “vuole portare nelle sedi comunitarie l’istanza della vita, senza più selezioni”. Sui matrimoni omosessuali, ha sottolineato che “il diritto del bambino - non al bambino - viene prima di ogni desiderio individuale” e “se la natura dell’uomo non esiste, allora

si può fare tutto, non solo ipotizzare il matrimonio tra persone dello stesso sesso”. il cuoRe del messaggio cRistiano. La vastità dei problemi sociali, politici e culturali non deve far dimenticare - secondo il card. Bagnasco - il cuore del “messaggio cristiano” che si trova nell’annuncio del “fare del Signore”, davanti al quale abbiamo il dovere di “non ostacolarlo e anzi favorirne la sua attrattività. Lui fa nascere figli di Abramo dalle pietre. Lui dobbiamo collocare sempre più al cuore della nostra attività”. Non importa, ha proseguito, se “c’è in giro una notevole confusione, perché si pensa che la realtà sia superata, che nessuna verità esista”. “La Chiesa, ‘esperta in umanità’” sa che “la verità è più importante della derisione del mondo” e ciò va annunciato “per lo stesso amore che ha spinto il Samaritano del Vangelo a farsi umilmente prossimo”.

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nella capitale, secondo la Caritas di roma, almeno 5-6.000 persone dormono in rifugi di fortuna

una “sinergia forte tra mondo del volontariato e amministrazioni pubbliche” per fare in modo che episodi del genere non si ripetano più. all’indomani della morte, in un rogo, di due clochard in un sottopasso a roma, questa la richiesta alle istituzioni di mons. enrico Feroci, direttore della Caritas diocesana di roma, in un’intervista al sir. i corpi delle due persone, probabilmente somali, sono stati ritrovati in una piccola nicchia in un tunnel del Muro torto, a due passi da via veneto. si pensa che siano morti a causa del fuoco acceso per riscaldarsi dal freddo della notte. ieri la Comunità di sant’egidio ha espresso dolore e suggerito “di aumentare gli sforzi per rispondere ad un’area di disagio che con l’inverno e la crisi economica si è andata allargando”. anche le acli di roma, il Ceis di don Mario picchi, l’unitalsi di roma e il Bancofarmaceutico-roma hanno chiesto “un censimento di tutti i luoghi di povertà nascosta”, per “individuare con maggiore celerità le emergenze” e “intervenire preventivamente con la

distribuzione di coperte e pasti caldi”. nella capitale - secondo la Caritas di roma - almeno 5-6.000 persone dormono in rifugi di fortuna. durante l’inverno i posti letto a disposizione sono 2.800, di cui la metà gestiti da parrocchie, enti benefici, volontari. di seguito riportiamo un breve passo dell’intervista utile anche per il nostro territorio.

Vi sentite impotenti di fronte a tanti bi-sogni?

“Certo. noi abbiamo a disposizione solo 400/500 posti letto. non abbiamo aiuti, impieghiamo anni per ottenere i permessi. non siamo facilitati e spinti, non c’è un atteggiamento di supporto e aiuto. una delle grandi carenze è che si fanno iniziative solo per sostenere argomentazioni di tipo elettorale. Come a tor de Cenci, nella zona dove è stato sgomberato il campo nomadi: non si può pensare di costruire una pista di go kart dove prima c’erano i container per accogliere le persone”. Cosa auspica?

“una sinergia forte tra mondo del volontariato e istituzioni. servono osmosi, dialogo, colloquio. il volontariato non ce la fa da solo a rispondere a tutti i bisogni. ora stiamo correndo dietro alle situazioni cercando di mettere delle toppe, ma così non si risolvono i problemi. L’incapacità di

ascoltare sta a monte. Le amministrazioni pubbliche devono attivarsi, perché stanno aumentando le persone che vivono in strada. serve un confronto operativo sulle questioni concrete…

a cura di Patrizia Caiffa©riproduzione riservata

DOLORE PER ALTRI DUE CLOCHARD MORTI A ROMA

Fatto emblematico

Page 5: «Il Nuovo Amico» n. 5 del 3 febbraio 2013

3 febbraio 2013 5Specialeamicoil nuovo• •

L’Associazionismo cattolico si esprime sui doveri della politica

Azione Cattolica Italiana (ACI)Uno scatto di responsabilità“Siamo dentro a una stagione

difficilissima per tutti i cittadini italiani e, in particolare, per le fasce

sociali più deboli. La crisi - finanziaria, economica e, ancor più, culturale, valoriale - continua a mettere a durissima prova il Paese, scaricando i suoi costi in modo insopportabile soprattutto sulle giovani generazioni”. È uno dei passaggi di apertura della nota diffusa oggi dal Consiglio nazionale dell’Azione Cattolica italiana, col titolo “Abbiamo a cuore il futuro dell’Italia”, in vista delle elezioni politiche. L’associazione, una delle più antiche e radicate tra il laicato cattolico del nostro Paese, dichiara di voler intervenire “andando oltre i clamori e i frastuoni del dibattito politico-elettorale contingente” per portare all’attenzione “i temi che ci stanno a cuore”. Nel documento vengono così affrontati argomenti quali la crisi economica, il crollo dell’occupazione, la disoccupazione specie giovanile, i pesanti sacrifici di questi ultimi tempi; e ancora il divario Nord-Sud, le difficoltà delle famiglie, la crisi del welfare-State, l’esigenza di un’“etica sociale” diffusa e di riforme istituzionali attese da troppo tempo. Nella parte conclusiva del testo si auspica uno “scatto di corresponsabilità” per “restituire finalmente all’Italia normalità, pace sociale, sviluppo e benessere, quindi più vita per tutti”.

Di fronte alle gravissime conseguenze della crisi, finanziaria ed economica, l’Ac invita anzitutto i “cittadini cristiani” a “non restare sordi o inerti dinanzi a tali drammatiche vicende”. Si rivolge anche alla classe politica, soprattutto a “chi governerà il Paese”, chiedendo “interventi mirati a tutela delle situazioni più gravi, e soprattutto politiche di medio e lungo periodo, in grado di promuovere condizioni di vita più solide per le famiglie e di garantire un futuro per le prossime generazioni”. Il discorso sui “valori” in gioco oggi, a partire da quello della “persona”, sta molto a cuore all’Ac che, nella parte centrale della nota, afferma: “Non sarà più procrastinabile un concreto sostegno alle famiglie, che in larga misura hanno supplito alla crisi del welfare in questa difficile congiuntura. Esso dovrà attuarsi, prima ancora che per ragioni funzionali, facendo riferimento al valore fondativo della famiglia, così come è riconosciuto dalla Costituzione italiana”. Riferendosi ai giovani, si sottolinea l’esigenza di offrire loro “più opportunità” soprattutto “attraverso adeguate politiche d’istruzione, formazione, innovazione e ricerca. Un Paese che non investa sulle giovani generazioni si priva del futuro”. Largo spazio è dedicato anche al tema dell’“etica sociale”. L’Ac ritiene irrinunciabile un

dialogo sincero, maturato al di fuori di ogni strumentalizzazione tra credenti competenti e non credenti aperti al confronto, un dialogo che non consegni il Paese al vuoto relativismo dei valori”.Sul controverso tema delle mancate riforme istituzionali, l’Ac così si esprime: “Tra tutti, ancora in questa sede, esprimiamo il nostro più severo rammarico per la mancata riforma della legge elettorale. Per le ragioni più volte indicate, giudichiamo gravissima e colpevole questa omissione, e ci auguriamo che il nuovo Parlamento sappia immediatamente rimediare, ricercando con sforzo sincero le più ampie convergenze tra le forze politiche. In tal senso, l’inizio

della nuova legislatura può rappresentare un’occasione propizia, e non più rinviabile, per depurare il dibattito su questa riforma dai condizionamenti imposti dalle scadenze elettorali e finalmente compiere un atto di responsabilità nell’interesse generale dei cittadini, oltre i cinismi e i tatticismi di questa o quella parte politica”. La nota si chiude con l’auspicio di “uno scatto di corresponsabilità tra cittadini e rappresentanti”, “uno slancio civile e morale che sappia tenere unito il Paese da Nord a Sud”, e che veda impegnati insieme “giovani e adulti, partiti e società civile, per restituire finalmente all’Italia normalità, pace sociale, sviluppo e benessere”.

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È Gianni Bottalico (foto) il tredicesimo presidente nazionale delle Acli. Eletto a Roma dal Consiglio nazionale

dell’associazione, succede ad Andrea Olivero, dimessosi lo scorso 19 dicembre. Nato a Bari 56 anni fa, Bottalico vive a Seregno (Mb) ed è stato presidente delle Acli provinciali di Milano, Monza e Brianza dal 2004 al 2012. Ha collaborato in particolare con il card. Dionigi Tettamanzi per il progetto del Fondo diocesano di solidarietà per le famiglie colpite dalla crisi e della disoccupazione. Nel maggio del 2012, in occasione dell’ultimo Congresso nazionale delle Acli, era stato eletto vicepresidente nazionale, con delega alla comunicazione.In giorni di bufera. “Autonomia”, “pluralismo” e “responsabilità” le parole chiave del neopresidente, che ha definito l’Italia come un Paese che “vive giorni di bufera”. “Noi ben lo sappiamo – ha precisato – perché viviamo tra la gente e ci accorgiamo delle difficoltà dei nostri concittadini. Non ci sottrarremo al nostro compito, staremo anche nella ‘bufera politica’ di questi giorni rivendicando la nostra autonomia e il nostro pluralismo”. Per resistere alla bufera, secondo Bottalico, servono “scelte di responsabilità più che di protagonismo. Responsabilità significa saper rispondere a chi ci ha preceduto, alla memoria e alle fatiche compiute dai nostri padri, ma anche a chi verrà, ai nostri giovani e ai nostri figli”. Le Acli del futuro,

nel programma del loro nuovo presidente, saranno “sempre più orientate verso la comunità, perché viviamo – ha dichiarato – in un Paese in cui si sono sciolti i legami materiali e simbolici e c’è bisogno di ricostruire reti di relazioni e di senso”; “più attente a una politica che riconquisti la sua dimensione sociale e lavorativa”, “che sappiano essere un punto di riferimento per i problemi delle donne e degli uomini che lavorano”, “aperte ai giovani, alle donne, agli stranieri, alle famiglie”, “più locali e allo stesso tempo più internazionali”.La nuova presidenza, che affiancherà Bottalico ed è stata approvata oggi dal Consiglio nazionale, è composta da Stefano Tassinari (vicepresidente vicario, con deleghe a vita cristiana, economia e lavoro, coordinamento di programma, terzo settore), Paola Vacchina (patronato, Enaip, formazione di sistema), Alfredo Cucciniello (pace, cittadinanza attiva, servizio civile), Michele Consiglio (politiche estere, reti internazionali), Emiliano Manfredonia (sviluppo associativo, coordinamento associazioni specifiche), Paola Villa (innovazione e progettazione sociale, volontariato) e Antonio Russo (legalità, coesione territoriale). Restano al presidente le deleghe relative a comunicazione di sistema, funzione studi, Fondazione Achille Grandi per il bene comune, oltre alla presidenza del Caf Acli. Eletto anche il nuovo segretario generale, Michele Mariotto. Le Acli contano complessivamente, in Italia e all’estero, 997mila iscritti, 7.500 strutture territoriali di cui oltre 3mila circoli, 106 sedi provinciali e 21 regionali. Circa 3 milioni e mezzo le persone

che ogni anno usufruiscono dei servizi offerti dall’associazione. All’estero, le Acli sono presenti in 30 Paesi, da quelli contraddistinti nel tempo per l’emigrazione italiana (dall’Europa al Sudafrica, dall’America del Nord a quella del Sud, per finire all’Australia), alle esperienze di cooperazione e promozione sociale in Brasile, in Argentina, nei Balcani (Kosovo,

Bosnia Erzegovina, Albania), e in Africa (Kenya, Mozambico e Senegal). In Terra Santa, a Betlemme, presso la Casa della Pace, le Acli gestiscono un Centro di formazione professionale per giovani palestinesi, insieme con la Fondazione Giovanni Paolo II.

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Associazione Cattolica Lavoratori Italiani (ACLI)Autonomia e pluralismo

P ennalibera tutti

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Page 6: «Il Nuovo Amico» n. 5 del 3 febbraio 2013

3 febbraio 20136 Regione PRovincia

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Giornata della Memoria e abortoCaro Nuovo Amico,

se vogliamo veramente ricordare l’orrore nazista, non dob-biamo chiudere gli occhi sulla parte viva di quel cancro

ideologico. Il mito della razza pura, l’eliminazione dell’imperfet-to, lo sviluppo “scientifico” dell’eugenetica, non sono morti con la caduta del nazismo. Sono ancora vivi e vegeti e si chiamano “salute riproduttiva”, “diagnosi pre-impianto”, “buona morte” e, tra qualche anno, “aborto post-nascita”. Allora, cosa è cambiato? E’ che ora non c’è più bisogno che uno stato totalitario imponga questi “valori”. Oramai fanno parte della normalità, sono spac-ciati come “diritti umani fondamentali”, sono diventate “scelte

di libertà” delle singole persone. Sono scelte che hanno perpe-trato, sparso ed espanso l’orrore dei lager. Da un unico camino che emana un denso fumo nero di morte a tanti insignificanti “rifiuti speciali” o squallidi cassonetti. Fa sinceramente ribrezzo vedere tanti politici fare bella mostra di sé nelle cerimonie della Memoria e, insieme, promuovere questa nuova strage di inno-centi. Credo che il modo migliore per fare memoria dell’orrore di sei milioni di innocenti trucidati in pochi anni dai regimi nazi-fascisti sia quello di non chiudere gli occhi sulle decine di milioni di innocenti che sono stati e che continuano ad essere trucidati da una ideologia ancora viva e vegeta. Su questo non possiamo negoziare!

Massimo TonucciGentile signor Tonucci,il terreno che lei tocca è molto delicato. Si possono paragonare le varie stragi degli innocenti alla Shoah? La domanda ricorre di fre-quente nel dibattito degli ultimi anni. Certamente esistono innumerevoli punti di contatto ma anche mol-te differenze. Il pensiero radical chic impone di distinguere tra ge-nocidio e aborto basandosi sulla responsabilità individuale. In altre parole l’aborto è sì un dramma ma consumato di fronte alla pro-pria coscienza e dunque lo Stato ha il dovere di consentirlo. Tante

volte capita di ascoltare la frase: «Io personalmente non abortirei mai ma è giusto dare questa possibilità alla donna che lo doves-se scegliere». Frase spesso pronunciata anche da sedicenti “cattolici adulti”.Il guaio è che, dati alla mano, questa logica ha fatto scivolare lo Stato sempre più in basso accettando la negazione dell’umano. Nel 2010 il settimanale londinese The Economist (non il Vaticano), ha coniato il neologismo di “gendergenocide” per dire al mondo che nei Paesi asiatici è in atto una strage silenziosa. Oltre 150milioni di bambine abortite in 10 anni. Lo fanno – dicono - per controllare le nascite, come fossimo una razza da allevamento. Una triste conta: 60 milioni in Cina e altrettanti in India, 5 milioni in Pakistan, 3 in Bangladesh, 1 in Afghanistan. In Europa l’aborto nella maggior parte dei casi ha uno scopo “tera-peutico”. Quasi 3milioni all’anno per evitare di “indebolire la razza”. La Danimarca pare abbia l’obiettivo di raggiungere, entro il 2030, il primato di unico Paese al mondo «Down Syndrome Free», cioè senza più persone down. Diceva Madre Teresa di Calcutta: «se una madre può uccidere il proprio figlio, non c’è più niente che impedi-sce a me di uccidere te, e a te di uccidere me».

La Redazione© RIPRODUZIONE RISERVATA

Lettere al direttore

La sindrome di Down è la più frequente anomalia cromo-somica dell’uomo con una

incidenza nella popolazione di una caso ogni 700 nati. Le persone con sindrome di Down soffrono in particolare di una disabilità intel-lettiva, sebbene affettività e sociali-tà siano perfettamente conservate, anzi è nota la capacità di suscitare intorno a loro un clima di intensità affettiva più grande del normale.

Nel 1959 un medico parigino Jérome Lejeune identifica la cau-sa della sindrome: le persone con sindrome di Down possiedono tre copie del cromosoma 21 (Trisomia 21), una molecola di Dna, invece delle due normalmente presenti. Il prof. Lejeune credeva fermamente di poter trovare una terapia, at-tualmente cercata da un numero limitato di studiosi. In Italia esiste un gruppo di ricerca universitaria

guidata dal prof. Pierluigi Strippoli (Laboratorio di genomica del Di-partimento di medicina specialisti-ca dell’Università di Bologna).Domenica 10 febbraio alle ore 13, presso la Rotonda Bruscoli, il prof. Strippoli interverrà per illustrare lo stato dell’arte dello studio, come procedere e soprattutto i motivi che lo hanno portato ad implicar-si in questa ricerca, documentata da pubblicazioni internazionali. Il

prof. Stripoli parlerà anche della sua amicizia con Jérome Lejeune, per il quale si è conclusa l’11 no-vembre 2012 la fase diocesana del processo di beatificazione a Parigi.Il Cav di Pesaro, l’associazione Me-dicina e Persona, la Compagnia delle Opere, l’associazione Città Ideale e il Sidef invitano quanti fos-sero interessati a partecipare all’in-contro. Occorre una prenotazione obbligatoria anche per il pranzo contattando: dott. Vittorio Pompei 338/3129642 oppure prof. Ester di Paolo 347/1050975 oppure Katia Angelini 349/3691912.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

IL 10 FEBBRAIO A PESARO IL PROF. STRIPPOLI ILLUSTRERA’ IL PROGETTO

Nuove terapie per la sindrome di Down

ISCRIZIONI ENTRO IL 7 FEBBRAIO AL CENTRO DI AIUTO ALLA VITA DI PESARO

Un corso di formazione per “incontrare la vita”Il Centro di Aiuto alla Vita

di Pesaro propone un corso formativo per volontari del-l’Associazione, aperto a tutti

coloro che siano interessati per professione, volontariato o re-sponsabilità educative.Per approfondire le tematiche “più sensibili” cui normalmente l’ope-ratore dovrà far fronte; per aiu-tarci ad essere più consapevoli e responsabili nello svolgimento del nostro lavoro. Il corso comprende 8 incontri; di questi 4 sono aperti al pubblico. Per info e iscrizioni: 0721/33044 oppure 335/5392680 ([email protected])- Le iscri-zioni devono pervenire entro il 7 febbraio 2013.Il corso di formazione si arti-colerà come segue::Giovedì 7 febbraio 2013 - ore 21,15- INCONTRO PUBBLICO - Pa-lazzo Montani AntaldiESSERE DONNA, ESSERE MA-DRE. RIFLESSIONI SULLA MA-TERNITA’(Dott.ssa Carmen Frieri, psicologa e psicoterauta)

Venerdì 15 febbraio – ore 20,45La figura dell’operatore: motiva-zioni ed aspetti deontologici (Dott.ssa Sara Pagnini, psicologa e psicoterapeuta).

Giovedì 21 febbraio 2013 - ore 21,15- INCONTRO PUBBLICO - Pa-lazzo Montani AntaldiLA FERTILITÀ, QUESTA SCO-NOSCIUTA. Cosa è, i suoi ritmi, i metodi di regolazione naturale, la contraccezione e la contragesta-zione di ultima generazione (Dott.ssa Emanuela Lulli, medico di medicina generale, ginecologa, Segretario Nazionale Associazio-ne Scienza & Vita)

Martedì 5 marzo 2013 – ore 20,45La relazione d’aiuto e la comuni-cazione nella relazione d’aiuto (Dott. Paolo Drago, medico di medicina generale, psichiatra e psicoterapeuta)

Venerdì 15 marzo 2013 – ore 20,45L’ABORTO IN ITALIA.

Storia del-la L.194/78 e suoi punti sa-lienti, le cifre, le motivazio-ni dell’aborto. Aspetti legali e culturali (Dott. Pino M o r a n d i n i , m a g i s t r a t o , vice-presiden-te del MpV Ita-liano).

Giovedì 21 marzo 2013 – ore 20,45Conseguenze ps icolog iche dell’aborto. (Dott.ssa Sara Pagnini, psicologa e psicoterapeuta)

10 aprile 2013 – ore 21,15- INCONTRO PUBBLICO - Pa-lazzo Montani AntaldiLa procreazione medicalmente assistita, la legge 40/2004 e la sua attuazione (Dott. Paolo Marchionni, medico

legale, bioeticista)

19 aprile 2013 – ore 21,15- INCONTRO PUBBLICO - Pa-lazzo Montani AntaldiLe nuove frontiere dell’aborto: le pillole “di emergenza”. (Prof. Lucio Romano, ginecologo, Presidente Nazionale Associazio-ne Scienza & Vita)

Sede svolgimento incontri ri-servati ai corsisti: 5 Torri II Circoscrizione (Sala Grande) – Largo Volontari del Sangue, 9Sede svolgimento incontri pubblici: Palazzo Montani Antaldi, Via Passeri, 72

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Regione PRovincia 3 febbraio 2013 7

Attività del Punto Famiglia Acli di Pesaro e UrbinoLa crisi economica in atto mette a dura

prova le nostre comunità. La famiglia rimane principale ammortizzatore so-

ciale, lo sostengono da tempo indagini di agenzie accreditate a livello nazionale. Ma quanto ancora può durare? Dopo aver dato fondo ai risparmi se non intervengono con urgenza politiche di sostegno è a rischio la coesione sociale. In questo contesto le Acli con il “Punto Famiglia” vogliono valorizza-re la dimensione del protagonismo fami-liare, del mutuo aiuto e della solidarietà, fornendo forme di sostegno concrete ai bisogni contingenti e mettendo a disposi-zione luoghi o occasioni in cui sviluppare relazioni e reti tra famiglia e famiglia, con il territorio, o all’interno stesso dei nuclei familiari. Non solo, dunque, per sostenersi vicendevolmente nei vari ambiti della vita quotidiana, ma anche per incontrarsi e co-noscersi, confrontarsi, e “fare comunità”. Le Acli sostengono il protagonismo civico della famiglia, e si battono per il ricono-scimento – a livello sociale e politico – di una vera e propria cittadinanza familiare, lavorano per la costruzione di una società a misura di famiglia.Il Punto Famiglia Acli è in rete con i servi-zi del patronato Acli, Caf Acli, Us Acli, e fa parte del Forum delle associazioni fami-gliari della Provincia di Pesaro.Il Punto Famiglia collabora con la Caritas Diocesana e con le associazioni di volonta-

riato le cui finalità sono quelle di sostenere le famiglie. Ha promosso assieme ad una rete di associazioni famigliari A.ge, Volon-tari nella Solidarietà e Cerchio Aperto una scuola per genitori. Assieme all’associazio-ne Domomia si è fatta carico di organizza-re le madri sole con figli. La famiglia mo-nogenitoriale è infatti la più esposta alle nuove povertà.Alcuni dati: nel 2012 sono state accolte 148 famiglie le cui problematiche vanno da situazioni di grave disagio economico, soprattutto a causa del perdurare della crisi, solo una parte di queste 64 sono im-migrate, molte di queste hanno richiesto servizi di regolarizzazione del permesso di soggiorno a rischio per la perdita del la-voro. Ciò è la dimostrazione che ormai la percentuale anche delle famiglie italiane in difficoltà è in costante aumento.Infine il Punto Famiglia ha messo in cam-po il progetto Flexy Family con il quale si è dato avvio ad una e vera campagna infor-mativa rivolta alle famiglie dal titolo “fare i conti con la crisi”concretizzata con incon-tri tenuti da specialisti del settore in modo da promuovere il consumo responsabile, cercare sistemi per abbattere i costi nel-la spesa quotidiana, riscoprire i valori del mutualismo e di nuovi stili di vita.

Maurizio TomassiniPresidente Acli Provinciali

© rIProDUzIoNe rISerVAtA

AL PELINGO CON LA COLDIRETTI PER LA GIORNATA DEL RINGRAZIAMENTO

Mons. Tani: «Il lavoro dei campi va sull’altare»

“Guarda benigno, o Padre, le no-stre campagne; dona alle zolle assetate il refrigerio della pioggia, alle nostre famiglie l’armonia del-la pace; allontana il flagello delle tempeste e fa che nel tranquillo svolgersi delle stagioni sia fecon-dato e remunerato l’impegno quo-tidiano per il benessere della no-stra gente e di tutti gli uomini”.Con questa invocazione, contenu-ta nella preghiera del coltivatore recitata al termine della Santa Messa dal presidente provincia-le della Coldiretti Tommaso Di Sante, si è conclusa la prima par-te della Giornata provinciale del Ringraziamento celebrata dome-nica 27 gennaio nel Santuario del-la Madonna del Pelingo in comu-ne di Acqualagna.All’Omelia S.E. Mons. Giovani Tani, Arcivescovo della diocesi di Urbino-Urbania-S.Angelo in Vado, si è rivolto ai tanti coltivato-ri e loro familiari che gremivano il Santuario sottolineando come con questa cerimonia si vuole ricorda-re che la terra è un dono di Dio e che, attraverso il lavoro dell’uomo essa rappresenta la prima fonte per il sostentamento della vita.“L’uomo è collaboratore di Dio – ha affermato l’Arcivescovo - per-ché la terra da sola non produce frutto, ma è necessario che l’uomo la curi, la ordini e la metta in gra-do di produrre cibo. Ciò è anche un insegnamento per la nostra vita perché ci fa capire che porte-remo buoni frutti di amore, soli-darietà gioia e perseveranza nelle avversità se dal terreno della no-stra esistenza personale togliere-mo il disordine dell’egoismo nelle sue manifestazioni.C’è tutto un dinamismo nel lavo-ro della terra. Esso va dai campi alle nostre tavole e alla tavola co-mune che è l’Altare – ha afferma-to l’arcivescovo – ricordando la

preghiera dell’offertorio: Benedet-to sei tu Dio dell’universo, dalla tua bontà abbiamo ricevuto que-sto pane e questo vino frutto della terra e del lavoro dell’uomo che presentiamo a te perché diventi cibo di vita eterna.Ringraziamo quindi il Signore – ha concluso Mons. Tani – per i frutti della terra e gioiamo quan-do vediamo i campi che ci circon-dano ben curati che rendono af-

fascinante l’ambiente. Chiediamo la Sua benedizione sul lavoro dei coltivatori e invochiamo l’acqua e il sole della salute e la solidarietà tra tutti”.La seconda parte della Giornata del Ringraziamento è proseguita all’esterno del Santuario dove la lunga fila di possenti trattori e dei loro operatori ha ricevuto la bene-dizione dell’Arcivescovo e dove il presidente della Coldiretti provin-

ciale Di Sante, ha portato ai tanti presenti il saluto dell’Associazio-ne ricordando che la Giornata del Ringraziamento è anche l’occa-sione per tracciare il tradizionale bilancio di un’annata agraria se-gnata da un andamento climatico anomalo che ha provocato grandi difficoltà, ma durante la quale sono arrivati segnali incoraggianti sul ruolo che può svolgere l’agri-coltura in termini economici e oc-

cupazionali che incoraggia i tanti giovani che stanno riscoprendo il lavoro agricolo e chiedono nuove politiche giovanili al mercato fon-diario.La Giornata del Ringraziamento si è infine conclusa con il pranzo sociale in un momento di gioiosa fraternità e amicizia.

© rIProDUzIoNe rISerVAtA

Nella foto: Mons. Tani benedice un agnello

I nostri vescovi della Metropolia, in occasione dell’Anno della Fede hanno indetto un pellegrinaggio a roma mercoledì 10 aprile 2013.

Il programma:ore 3.30: partenza. Sosta durante il viaggio. Arrivo al ter-minal Granicolo e subito in fila per l’Udienza (che qua-si certamente sarà in piazza San Pietro. Dopo l’udienza, tempo libero per il pranzo. Successivamente (orario an-cora da definire) raduno per la presentazione della storia e arte della Basilica (momento all’aperto, poiché in San Pietro non si può fare visita guidata. Ad ogni partecipan-te verrà consegnato un depliant con indicazioni di ciò

che viene presentato). Visita alla Basilica e alla tomba di Pietro Apostolo.ore 16: celebrazione eucaristica in San PietroPartenza per il rientro.Le parrocchie della vicaria di Fano, che hanno pochi iscritti, saranno accorpate, e il punto di partenza e arrivo sarà il parcheggio di via della Giustizia. Quota di parteci-pazione: euro 26 a persona. ogni parrocchia raccoglierà le sue adesioni e le sue quote. Il termine delle adesioni è fissato per il 10 febbraio, data in cui occorrerà inviare il numero degli iscritti.Per info: [email protected] - 3356101492

ADEsIONI ENTRO IL 10 fEbbRAIO

La Metropolia in udienza dal PapaParrocchia S.Stefano e S.Maria dell’Arzilla

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TErrE Di MEZZOPrOPOSTE EDiTOriALi Lunedì 4 febbraio - ore 21.00L’ULtIMo DIo. Internet, il mercato e la reli-gione stanno costruendo una societàpost umana - edizioni DedaloInterverranno l’autore, Paolo ercolani, Sa-muele Giombi, Dirigente scolastico del Li-ceo Scientifico ‘torelli”. Modera l’incontro Padre Natale Brescianini priore della Co-munità Monastica di Monte Giove.

Lunedì 11 febbraio - ore 21.00LA FUGA DeLLe QUArANteNNI. I1 difficile rapporto delle donne con la Chiesa - ed rubettino. Interverranno Monia Andreani, filosofa (e studiosa della teoria della diffe-renza sessuale) Benedetta zorzi, Monaca benedettina. Modera l’incontro don Mi-chele Pischedda, Assistente Nazionale della FUCI.

Martedì 19 febbraio - ore 21.00MArtINI PoLItICo e LA LAICItA’ DeI CrI-StIANI - edizioni San PaoloInterverranno l’autore, Giovanni Bianchi e Giovanni Santarelli, dirigente regionale politiche sociali. Modera l’incontro il pre-sidente delle Acli provinciali Maurizio to-massiniGli incontri saranno introdotti da Francesco torriani, Presidente Circolo culturale “Mari-tain” di Fano e si terranno presso Palazzo “PALAzzI” Via De Cuppis, 2 a FANoinfoline 335 7221311- e-mai1 [email protected]

Page 8: «Il Nuovo Amico» n. 5 del 3 febbraio 2013

3 febbraio 20138 Regione PRovincia amicoil nuovo• •

Sembra che nel 2016, nelle carte di identità il termine ‘’sesso’’ sarà sostituito dalla

più moderna dizione ‘’IG’’ (identità di genere). Il parlamento europeo ha adottato i ‘’Principi di Yogyakarta’’ che intendono applicare le leggi internazionali sui diritti umani in relazione all’orientamento sessuale e all’identità di genere. Nessuno ne parla, ma tutto procede sotto traccia fino a quando un giorno arriveranno le nuove carte d’identità in cui le tradizionali figure di maschio e femmina saranno sostituite da 5 generi.Scatenando la fantasia e superando di colpo millenni di storia e di etologia umana, sono riuscito a pensare al massimo a tre generi, il quarto e il quinto non li ho capiti. Ma forse è un limite personale. Per carità, bisogna portare il massimo rispetto a tutti (di qualunque genere) ma so per certo che alla mia nascita sono stato contrassegnato da un fiocco azzurro e mia moglie da un fiocco rosa. Adesso, secondo i principi di Yogyakarta, quali altri colori dovremo inventarci? A Rimini, fuori della sala parto, si accende una lucetta rosa o azzurra a seconda del sesso del bebè. Vai a vedere che dobbiamo sostituire la pulsantiera? E le ostetriche in ospedale, dopo un sommario esame, potranno dire ancora Maschio o Femmina o rimandare l’annotazione in attesa della scelta del neonato? Tutti gli orientamenti sessuali (nei confronti di qualsivoglia soggetto o oggetto) devono avere uguale valenza nel mondo governato dalla modernità, così come deve essere possibile cambiare chirurgicamente la propria identità sessuale senza interferenze e a spese del Sistema Sanitario Nazionale. Queste sono le nuove frontiere dei diritti umani che portano con sé anche i nuovi diritti civili. Scusate se smetto di scrivere: ho troppa confusione in testa.

Alvaro Coli© RIPRODUZIONE RISERVATA

il peperoncino

Identità di genere

PRESENTATI DAL PREFETTO I DATI PROVINCIALI SULLA CRIMINALITA’

Aumentano i furti nelle abitazioni

Un mare di opportunità

garanzia di assunzione per

almeno il 60% degli allievi formati

Provincia di Pesaro e UrbinoAssessorato Formazione Professionalee Politiche del Lavoro

Centro per l’impiego, l’orientamento e la formazione di Pesaro

unione europeaFondo Sociale europeo

Due corsi gratuiti di 306 ore destinati a 40 disoccupati e/o lavoratori in mobilità, residenti o domiciliati nella Regione Marche, che ha come obiettivo la formazione di personale di bordo da inserire nell’organico della Costa Crociere Spa come CRUISE STAFF o TOUR ESCORT. Almeno il 60% degli allievi formati verrà assunto. Per accedere al corso si richiede un Diploma quinquennale o Laurea, una buona conoscenza della lingua inglese e la conoscenza discreta di una 2° lingua (spagnolo, tedesco e/o francese). PER INFORMAZIONI: Numero verde: 840000676 - www.provincialavoro.it [email protected] - Ufficio corsi Job Pesaro: 0721 3592 941 (lun mer ven 9.00 / 12.00 -mar gio 9.00 / 12.00 - 15.00 / 17.00).

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Presentazione del corso: mercoledì 13 febbraio 2013

ore 11.00 Sala Congressi Tritone Baia Flaminia Resort

Viale Parigi 8 – Pesaro

Corsi di formazione

tecnico dell’accoglienza(Cruise Staff / Tour Escort)

Si è riunito in conferen-za stampa, il Comitato per l’Ordine e la Sicu-rezza Pubblica in prefet-

tura, presieduto dal prefetto di Pesaro e Urbino Attilio Visconti. Esposti i dati provinciali ineren-ti l’andamento della criminalità, raffrontando due periodi annuali :2011/2012. Dalla comparazio-ne appare come i dati riportati siano in buona parte immutati rispetto al 2011. Lo scarto rile-vante emerso è causato dal forte incremento, più 31% di furti nelle abitazioni. Questi reati, rileva il prefetto, sono stati consumati in case ubicate lungo le principali arterie d’accesso ai centri abitati, come strade statali, provinciali e zone limitrofe ai caselli autostra-dali. Non sono state risparmiate le residenze attigue ad aree d’en-trata ad alcuni centri minori del-l’entroterra. “E’ una criminalità mordi e fuggi, non stanziale di difficile indivi-duazione e contrasto” asserisce il prefetto e raccomanda ai citta-dini di allertare senza titubanze le forze di polizia, qualora noti-no movimenti e comportamenti anomali di auto e individui pre-sunti sospetti. Ulteriore racco-mandazione, dotare le abitazioni con sistemi di sicurezza passivi, visti i costi ormai accessibili de-gli apparati elettronici, dissuasivi per la criminalità comune. è stato sottolineato inoltre come nel ter-ritorio il radicamento della cri-minalità organizzata , non abbia attecchito. Nell’evidenziare con soddisfa-zione come le ultime statistiche pubblicate dal “Sole 24 Ore” col-lochino la nostra provincia tra quelle più sicure, il prefetto ha posto l’accento su come il Comi-tato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica sia stato itinerante nel territorio provinciale. Numerosi gli incontro con i sindaci, citta-dini e responsabili delle polizie municipali di molti comuni per concordare una sempre più stret-ta ed efficace collaborazione. Un dato positivo emerso é il prolun-

gamento dell’orario di apertura delle stazioni dei carabinieri sul territorio. Il prefetto ha infine espresso ottimismo per il 2013 e

grande soddisfazione per l’opera-to delle forze di polizia, per quan-to attiene la nostra provincia, an-che se la carenza di personale è

avvertita, in parte compensata “ dalla nostra creatività e ingegno”.

Gianfranco Sorisio© RIPRODUZIONE RISERVATA

DATi proVinciAli AnDAMenTo criMinAliTÀ Anno 2011 Anno 2012 differenzaTotale reati 11143 11455 +312(+2,7%)principali categorie di reati Anno 2011 Anno 2010- 2011 differenzaOMICIDI VOLONTARI 2 1 -1LESIONI DOLOSE 313 284 -29 (-9,26%)FURTI (totale) 5929 6700 +771(+11,5%)-di cui: IN ABITAZIONE 1089 1579 +490(+31%)-di cui: DI AUTOVETTURE 138 141 -3 (-2,1%)-di cui: DI CICLOMOTORI E MOTOCICLI 106 140 +36 (+25,7%)RAPINE (totale) 75 75 0-di cui: IN BANCA 26 11 15 (-57,1%)-di cui: IN ESERCIZI COMMERCIALI 9 13 +4 (+30,7%)ESTORSIONI 6 19 -7(-26,9%)USURA 3 0 -3(-100%)danneggiamenti 1343 1172 171 (-12,7%)stupefacenti 202 144 -58 (-28,7%)INCENDI 45 34 -11 (-24,4%)

(FONTE C.E.D. INTERFORZE)

Page 9: «Il Nuovo Amico» n. 5 del 3 febbraio 2013

3 febbraio 2013 9amicoil nuovo• •

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Pregare per le vocazioni, ma anche chiedere per se stessi la docilità di accogliere il volere del Signore, così

come si manifesta nella vita quotidiana. Con questa domanda nel cuore, numerosi giovani e adulti dell’Arcidiocesi hanno vis-suto, sabato 26 gennaio, nella chiesa dei Cappuccini, il terzo degli incontri chiama-ti “Le Notti di Nicodemo”, un’esperienza promossa dall’Arcivescovo Piero Coccia e guidata dal Vicario don Stefano Brizi, re-sponsabile della Pastorale Vocazionale. L’animazione questa volta è stata affidata agli Scout del gruppo Pesaro I.Dalla lettura di un passo del profeta Gere-mia - commentato da don Giuseppe Fabbri-ni - e dalla testimonianza di don Michele Simoncelli sono emerse ancora una volta la straordinaria concretezza e la perenne at-tualità della presenza di Dio tra gli uomini. Un Dio che, “prima di formare nel grembo materno” le sue creature, le “conosce” - cioè le “ama” - e continua a chiamarle a sé in contingenze storiche diverse nella forma, ma identiche nell’essenza.Come non avvertire infatti un’affinità so-stanziale tra il dolore del giovane Geremia per i suoi limiti (“Ahimè, Signore, io non so parlare”) e la tristezza che don Michele ha

detto di aver provato negli ultimi anni di Scuola Superiore, quando gli sembrava di non potersi fidare di nessuno e di non riu-scire a costruire niente di veramente solido nella vita?

Chiunque abbia uno sguardo lucido sulla realtà propria e altrui non può non ricavar-ne motivi di delusione e di abbattimento. E’ necessario allora chiedersi: ma da che cosa può rinascere la fiducia? Che cosa per-mette di ricostruirla?L’antidoto della sfiducia, infatti, non può essere una fiducia irragionevole, non può essere un disarmo dell’atteggiamento criti-co. Una fiducia ragionevole può invece na-scere solo dall’esperienza di una positività incontrata.Ne ha descritto la dinamica in modo sem-plice e profondo don Michele. “Su invito di un amico - ha raccontato - ho iniziato a frequentare un gruppo di giovani. Mi ha colpito il clima, il rapporto che c’era tra loro. Erano ragazzi che conducevano una vita normalissima, eppure sentivo che lì c’era qualcosa di nuovo. Ho comincia-to a trovare una cosa che pensavo non esi-stesse più: qualcuno che credeva veramente nel Vangelo. Pian piano mi si apriva il cuo-re, l’orizzonte mi si allargava. Mi accorgevo che la mia vita cambiava e mi stupivo di me stesso”.La chiamata del Signore nasce come un “sussurro dolce al nostro orecchio, tra tan-to chiasso mondano”: riconoscerla e accet-

tarla tuttavia non è un fatto intimistico e individuale. C’è bisogno di una guida, di qualcuno che aiuti a decifrarla e che ap-partenga - lui per primo - al Signore.Anche questo passaggio è stato ben eviden-ziato nella testimonianza di don Michele, che solo dopo essersi confrontato con un suo amico sacerdote ha avuto la chiarez-za di voler percorrere la stessa strada, per seguire sempre l’”amore più grande della vita”.Da quel momento, ha detto, è stato un susseguirsi di esperienze indescrivibili, di sorprese continue. “Dio mi ha ridato tutto mille volte, anche ciò a cui non avrei mai pensato, come viaggiare per il mondo. Mi sono fatto tanti amici che in ogni paese avrei qualcuno disposto ad ospitarmi”. Risuonano dunque quanto mai contempo-ranee le parole con cui il Signore risponde a Geremia. Parole che, come ha sottolinea-to don Giuseppe, sono proprie della voca-zione di sempre, quelle che anche Gesù dice ai suoi discepoli. Non avere paura dei tuoi difetti e dei tuoi limiti. Io sono con te per proteggerti, per trasformare il tuo esse-re “muto di convinzioni” in essere capace di andare, di dire, di testimoniare.

©RIPRoDUzIoNE RISERVAtA

IL TERZO APPUNTAMENTO E’ STATO ANIMATO DAL GRUPPO SCOUT PESARO 1

Le riflessioni dei ragazzi nelle “Notti di Nicodemo”

Un’assemblea numerosa e composita per età, con una bella presenza di ragazzi e di giovani, ha

accolto domenica 27 gennaio, a Fanano, l’Arcivescovo Piero Coc-cia per l’inaugurazione dei nuovi locali parrocchiali: la canonica, luminose aule per il catechismo e un’ampia sala riunioni adibita provvisoriamente a chiesa, in at-tesa dell’apposito edificio che sor-gerà nello spazio antistante.Un’opera onerosa – progettata dall’architetto Francesca Fran-chini e realizzata dalla CAM (Cooperativa Artigiana Muratori) di San Giovanni in Marignano – resa possibile grazie all’impegno dell’Arcidiocesi, ai contributi della CEI, ai finanziamenti della Banca

di Credito Cooperativo di Grada-ra e alla generosa collaborazione di tanti – parrocchiani, aziende del territorio – che hanno prov-veduto gratuitamente all’arreda-mento dei locali.Alla cerimonia erano presenti i sindaci di Gradara e di Gabicce, autorità militari, civili e scolasti-che, rappresentanti della Curia, tecnici e maestranze varie.L’Arcivescovo ha espresso la sua riconoscenza a tutti, ma in par-ticolare, ovviamente, al parroco don Germano, che tanto si è pro-digato per la realizzazione della struttura; a don Alceo, parroco in solido e saggio amministratore; ai collaboratori padre Fiorenzo e pa-dre Antonio.Ha poi messo a tema una possibi- le obiezione: era proprio necessa-

rio costruire a Fanano nuovi locali e sostenere una spesa così elevata in termini di energie e di denaro? La risposta, ha detto, è sicuramen-te affermativa. Fanano è una zona in espansione, con tante famiglie giovani e tanti ragazzi. Sono loro il futuro della parrocchia. A loro è affidata la continuità della comu-nità cristiana. E’ necessario perciò che possano usufruire di condi-zioni favorevoli alla propria cre-scita nella fede. “Anche” il poter disporre di strutture confortevoli e funzionali rientra tra queste condizioni.“Lo sforzo che abbiamo compiuto in quasi otto anni, ha dichiarato

mons. Coccia rivolgendosi ai gio-vani presenti, non è stato dunque vano: lo abbiamo compiuto per voi, per la vostra vita e per la vita della Chiesa, che è nelle vostre mani”.Certamente, ha poi aggiunto, le strutture non bastano. La Chiesa è un edificio vivo e le persone ne sono pietre vive. E’ la comunità cristiana che deve crescere nella fede.Ciò può accadere, innanzitutto, se essa pone al centro della vita Cri-sto, riconoscendone la signoria reale su tutte le millantate signo-rie del mondo.Se le persone che la compongono testimoniano con l’unità l’appar-

tenenza a Lui, considerando la differenza dei carismi non come motivo di conflittualità, ma come occasione di arricchimento reci-proco.Se, inoltre, vivono una tensione missionaria, soprattutto nei con-fronti delle nuove generazioni.L’Arcivescovo, ricordando infine che le parrocchie di S. Giovanni Battista in Gradara, S. Michele Arcangelo in Fanano, S. Stefano in Santo Stefano, S. Sofia in Pieve Vecchia formano una’unica Unità Pastorale, ha esortato ad un impe-gno concorde e a una conduzione unitaria di tutta la comunità.

Paola Campanini©RIPRoDUzIoNE RISERVAtA

PROGETTO FINANZIATO DA CEI, FEDELI E AZIENDE LOCALI

Inaugurati i locali della parrocchia di Fanano

Page 10: «Il Nuovo Amico» n. 5 del 3 febbraio 2013

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LUNEDI’ 4 FEBBRAIOVOLONTARIATO ASUR – Nelle mattinate di lunedì, mercoledì e venerdì il CIF continua il ser-vizio presso l’Ufficio “Informa ed accoglienza” di via XI Feb-braio.CENTRO PREVENZIONE MA-LATTIE CARDIOVASCOLARI – In via Petrarca n°. 18/a (zona Mu-raglia). Orario: da lunedì a ve-nerdì 8.30-13.00 e 15.00-18.00.CONSULTA PASTORALE GIOVA-NILE – Nella Sala San Terenzio, ore 21.

CORSO IN PREPARAZIONE AL SACRAMENTO DEL MATRIMO-NIO – Primo incontro (ore 21.15) nella parrocchia San Francesco (Cappuccini). Tel. 0721/412840 – P. Fabio 333.6440840.

MARTEDI’ 5 FEBBRAIO“GRAFICA UTILE” – Manifesti di grande interesse, realizzati dal grafico Massimo Dolcini e dal suo staff, sono in mostra per-manente, aperta al pubblico in orario scolastico, negli spazi dell’Istituto tecnico commercia-le Donato Bramante (Campus scolastico, via Nanterre),IN CURIA – Consiglio dei Vicari dell’Arcidiocesi. Ore 10.NELL’UNILIT – Conversazione di Paride Dobloni per la Giorna-ta della memoria: “I fogli fossili a Pesaro. Le deportazioni dalla provincia di Pesaro e Urbino”. Sala San Terenzio, ore 16.

MERCOLEDI’ 6 FEBBRAIONELL’UNIVERSITA’ DELL’ETA’ LIBERA – Campus Scolastico in via Nanterre. Inizia, alle ore 16, il corso pomeridiano di “eserci-tazioni grafiche” e domani, gio-vedì 7 (ore 19.00), quello serale.CONCERTO IN JEANS – Con Gabriele Mirabassi (clarinetto) & André Mehmari (pianoforte). “Miramari”. Teatro Rossini, ore 19.00.NELLA CHIESA DI VIA DELLA MATERNITA’ – Ora di adora-zione per giovani e coloro che vogliono unirsi alla preghiera. Ore 21.00.NELLA BIBLIOTECA DI BAIA FLAMINIA – In piazza Europa. Alle ore 21 viene proiettato il film: “Miracolo a Le Havre” di-retto da Aki Kaurismaki. Intro-duce il critico cinematografico Pierpaolo Loffreda. Ingresso

libero.

GIOVEDI’ 7 FEBBRAIOCARNEVALE IN CASA UNILIT – Incontro con Carlo Pagnini. Sala San Terenzio, ore 16.00.“LA SIGNORA DELLE FAVOLE” – Racconta favole a tutti i bam-bini e le bambine dai 3 anni.Nella Libreria “Le foglie d’oro” (via Morselli 49). Ore 17.30. Info: 0721/371774.NELLA CHIESA DELL’ADORA-ZIONE – Alle ore 21.00. Adora-zione comunitaria per le voca-zioni.“INCONTRARE LA VITA” – A cura del Centro aiuto alla vita (CAV). Incontro pubblico sul tema: “Essere donna, essere madre. Riflessione sulla mater-nità”. Relatrice: Carmen Frie-ri, psicologa e psicoterapeuta. Palazzo Montani Antaldi, ore 21.15.

VENERDI’ 8 FEBBRAIOMUSEO DELLA MARINERIA W. PATRIGNANI – E’ aperto al pubblico, fino al mese di maggio, nelle giornate di ve-nerdì, sabato, domenica e fe-stivi, dalle ore 16 alle 19. Info: 0721/35588.LA LETTURA DI DOCUMENTI ANTICHI – Quinto incontro con Anna Falcioni. Palazzo Monta-ni Antaldi, sala delle Colonne, ore 17.00.AL TEATRO ROSSINI – Va in scena: “Il discorso del re” con Luca Barbareschi e Filippo Dini di David Seidler. Oggi e doma-ni alle ore 21.00, domenica alle 17.00.

SABATO 9 FEBBRAIOESPONE MICHELA PASCUCCI – All’Opera Buffa, in via della Ginevra. Fino al 22 febbraio.

InIzIatIve al monastero san Bartolo

Conferenze sull’Anno della FedeLe sorelle monache serve di Maria del Colle San Bartolo sono liete di offrire alla partecipazione di tutti alcune con-ferenze sul tema dell’anno della Fede:* S. Maria e il silenzio di Dio” alle ore 18 del 1° febbraio. Relatore Daniele Garota di Urbino* “La fede nel quotidiano” alle ore 18 del 6 marzo. Relato-re p. Giancarlo M. Bruni OSM* Testimoniare la fede nel cammino di santità” alle ore 18

del 9 aprile. Relatore p. Renzo Piazza Comboniano.Le conferenze si svolgeranno presso il nostro monastero – Strada San Bartolo 38 – Pesaro.Accanto alla nostra presenza, invitiamo ad intervenire tut-ti coloro che sono interessati al tema; ed a partecipare alla nostra riflessione di vita in fraternità.

Le sorelle del monastero della città.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pellegrinaggio a Roma L’Arcidiocesi di Pesaro, in occasione dell’Anno

della Fede, organizza in data Mercoledì 10 Aprile 2013 un pellegrinaggio a Roma assieme

Monsignor Piero Coccia, Arcivescovo. Il programma della visita è il seguente: udienza dal Santo Padre Papa Benedetto XVI;visita alla Basilica vaticana e alla Tomba di Pietro Apostolo;celebrazione Euca-ristica. La quota di partecipazione è di Euro 26.00; pranzo e cena ‘al sacco’. Per informazioni e iscrizioni rivolgersi alla parrocchia di appartenenza.

Il ProF. ComPaGnonI all’IstItUto DI sCeInze relIGIose

«La morale cristiananon contiene proibizioni»Venerdì 25 gennaio, nella

sede dell’Istituto Supe-riore di Scienze Religio-se “Giovanni Paolo II” di

Pesaro, padre Francesco Com-pagnoni, teologo morale e già Rettore della Pontificia Univer-sità San Tommaso D’Aquino, ha tenuto una relazione sulla terza parte del Compendio del Catechi-smo della Chiesa cattolica. Il pro-fessore, di fronte ad un attento e numeroso uditorio, ha esordito dicendo che la morale cristiana è, a torto, considerata come un elenco di proibizioni, mentre “consiste” in meravigliose rea-lizzazioni. Dopo la “vocazione”, l’uomo è chiamato a rispondere positivamente al Signore attuan-do un vero e proprio “slancio”, un “andare avanti” per vivere con Lui le scelte quotidiane. Quindi

la vita morale è spinta a cresce-re, non qualcosa che impedisce di vivere. Il docente ha prose-guito sottolineando il fatto che oggi si parla molto, giustamente, di “dignità dell’uomo”. Essa “indi-ca che la persona è valida per se stessa e non può essere usata per altri scopi”. A fondamento della persona c’è una roccia che la so-stiene, “l’essere ad immagine e somiglianza di Dio”. Dio dona al-l’uomo la conoscenza e la libertà. Per questo egli è capace di mora-lità e, a differenza degli anima-li, ha dei doveri, proprio perché unica creatura capace di com-prensione e libertà. Grazie a que-ste facoltà a cosa deve tendere, cosa deve diventare? Il Compen-dio, ha proseguito padre Compa-gnoni, propone le Beatitudini, la parte più bella del Vangelo: “solo

chi realizza la propria vocazio-ne comprende gli altri, esercita la bontà, è un uomo di pace”. Le Beatitudini indicano la via verso la felicità nell’imitazione di Cri-sto: “mite, umile, colmo di amore per l’uomo, Colui cha ha vinto la morte”. Il professore ha proposto un vero e proprio vocabolario di termini chiave della terza parte del Compendio, tra le quali li-bertà, definita come dimensione “fondamentale, ma condizione e non scopo della vita”; coscien-za morale, nella quale un ruolo importante è giocato dalle si-tuazioni nelle quali la coscienza si forma (o non si forma) e dalle azioni che concorrono ad ap-profondirla (o a banalizzarla); peccato, “l’errore morale che va contro la pienezza della umanità e, per questo, va contro Dio che

ci ha dato la vita e la possibilità di maturare”. Padre Compagnoni ha inoltre sottolineato come la Chiesa Cattolica dia oggi mol-to fastidio, perché è tra le poche agenzie “che mantengono istanze morali”. Il cristiano è colui che non segue le opinioni di moda ma va “controcorrente” perché, come ha detto Benedetto XVI, “Dio è diventato il grande assente e al suo posto vi sono molti ido-li”, come “la scienza e la tecnica che hanno prodotto nell’uomo

un’illusione di onnipotenza e di autosufficienza e un crescente egocentrismo che ha creato squi-libri nei rapporti interpersonali e nei comportamenti sociali.” Il Catechismo invece, ha concluso il relatore, propone “la vita morale come fioritura e sviluppo della propria umanità”. La radice del-l’immoralità nasce dal “porre l’io al centro negando che il fine della nostra vita sia Dio stesso”.

Donatella Valentini© RIPRODUZIONE RISERVAT

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Page 11: «Il Nuovo Amico» n. 5 del 3 febbraio 2013

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PROGETTO SCOLASTICO NEL SEGNO DEL DIALOGO E DELL’ECUMENISMO

Come “Lorax” a guardia della foresta

A seguito della comunicazione giunta per mezzo di Don Ma-rio Florio e dell’Ufficio Scuola,

da parte del Consiglio delle Chiese Cristiane delle Marche, alcune in-segnanti di Religione Cattolica delle

Scuole Primarie della nostra Diocesi hanno ritenuto interessante cogliere l’occasione per valorizzare a livello didattico-educativo la Giornata de-dicata alla Salvaguardia del Creato. L’iniziativa, partita appunto dal-

l’Unione delle Chiese Cristiane ve-niva accompagnata dal Messaggio della Commissione Episcopale per l’Ecumenismo e il Dialogo per la celebrazione della 7°Giornata del Creato “Educare alla custodia del

Creato per sanare le ferite della Ter-ra” e sollecitava a mantenere viva l’attenzione sulla necessità di salva-guardare il creato dallo sfruttamen-to irresponsabile e da uno stile di vita consumistico. I temi proposti sono stati sviluppati e presentati dalle insegnanti di Religione Festi-no Michela, Grimaldi Sara e Lippo-lis Laura alle classi Primarie delle Scuole di Tavullia (I. C. “Giovanni Paolo II” Montecchio), Osteria Nuo-va e Apsella (I.C. Montelabbate) che hanno dedicato al tema alcune giornate scolastiche caratterizzate da attività didattiche mirate: canti, poesie, balli, giochi. Le iniziative, oltre a ravvivare l’entusiasmo e l’in-teresse dei bambini hanno raccolto la disponibilità dell’intero teem del-le insegnanti. TESTIMONIANZA - Noi alunni del-la scuola abbiamo partecipato ad un progetto che si chiama: “Edu-care alla custodia del creato per sanare le ferite della terra”. Noi alunni delle classi terze, quarte e quinte siamo andati in due parchi per raccogliere i rifiuti. I giorni precedenti avevamo parlato di San Francesco, del “Cantico delle Crea-ture” e guardato un film-cartone “Lorax il guardiano della foresta”.

Sabato la maestra Michela è passa-ta per le classi e ha distribuito dei sacchetti dove c’era scritto quello che si doveva prima raccogliere e poi buttare, e dei guanti monou-so. Poi noi di quinta siamo andati al parco di via Balducci, mentre le altre classi al parco della chiesa. Arrivati abbiamo appoggiato gli zaini su una panchina, indossato i guanti e abbiamo iniziato a rac-cogliere i rifiuti. Abbiamo trovato: carta, plastica, organico(foglie) e anche il vetro. La maestra Michela è venuta a farci delle foto. Finito il lavoro siamo andati nel cortile della casa parrocchiale, di fian-co alla chiesa. Ci siamo messi in cerchio e abbiamo cantato due canzoni intitolate: “Laudato sii” e “Il sole e il girasole”, i bambini di terza hanno recitato una filastroc-ca sul riciclaggio. È stata anche letta una lettera mandata da Ma-dre natura che ci raccomandava di rispettarla. Dopo siamo andati a lavare le mani e abbiamo fatto merenda sugli scalini della chie-sa. È stata una giornata bellissima, molto divertente ma soprattutto indimenticabile.

Gli alunni della classe quinta© RIPRODUZIONE RISERVATA

SETTIMANA DI PREGHIERA PER L’UNITA’ DEI CRISTIANI

Verso il gemellaggio con gli Ortodossi di Resita

In occasione della recente Set-timana di preghiera per l’unità dei Cristiani, l’Unità Pastora-le Centro (comprendente le

parrocchie della Cattedrale, di S. Giuseppe e di S. Lucia) ha avuto la gioia di accogliere la delegazio-ne della Parrocchia Ortodossa dei Santi Pietro e Paolo, proveniente dalla città di Resita, in Romania, guidata dal parroco Padre Petru Berbentia. Già da alcuni anni tra le nostre parrocchie è nato un bel rapporto di amicizia e di dialogo, intensificato da visite reciproche e da contatti di vario genere. Un rapporto che, a Dio piacendo, do-vrebbe essere presto coronato dalla ufficializzazione del gemel-laggio ecumenico. Nel giugno del-lo scorso anno era giunto l’invito, da parte del parroco ortodosso P. Petru, a partecipare alla festa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, pa-troni non solo della parrocchia ma della stessa città di Resita. Così, una delegazione della nostra Unità Pastorale ha avuto la possibilità di condividere con gli amici rumeni alcuni giorni di piacevole frater-nità, culminati nella solennissima liturgia dei Santi Apostoli e pro-fondamente segnati da un evento senza precedenti: il dono di poter celebrare la liturgia cattolica nella chiesa parrocchiale ortodossa, alla presenza di fedeli e di sacerdoti or-todossi. Ecco perché ci è sembrato bello e costruttivo ricambiare l’in-vito, nella significativa occasione della Settimana di preghiera per l’unità dei Cristiani. Dal 16 al 23 gennaio abbiamo avuto la gioia di avere tra noi la delegazione ortodossa di Resita composta da otto persone: il parroco P. Petru con sua moglie Elisabetta (ormai ‘esperti‘ del nostro paese per essere già venuti in altre occasioni) e tre coppie della sua parrocchia, per la prima volta assoluta in Italia. Sono state giornate davvero intense e ricche di incontri di vario genere e a diverso livello, di momenti di preghiera e di riflessione di grande significato e anche, naturalmente, di tanta gioia e serenità nel sempli-ce e spontaneo stare insieme e nel sentirci molto più vicini di quanto si possa immaginare. Piacevoli e ben promettenti le due serate di incontro e di condivisione, nella

casa parrocchiale del Duomo, tra la delegazione rumena e un grup-po di famiglie della nostra Unità Centro prima e, successivamente, il Consiglio Pastorale. Piacevoli e ben promettenti anche gli incontri con alcuni rappresentanti dell’am-ministrazione comunale di Pesaro e con il nostro Arcivescovo Piero sono stati caratterizzati da sincera amicizia e desiderio di collabo-

razione. Vibrante di comunione sincera e di speranza in un futuro di unità la suggestiva e solenne Veglia di preghiera vissuta in Cat-tedrale insieme con i fratelli della delegazione della Chiesa Lutera-na di Danimarca e altri rappre-sentanti della Chiesa Ortodossa e Anglicana. Riscaldata da sincero e profondo clima di familiarità e di amicizia la S. Messa domenicale,

in Duomo, celebrata dal parroco Don Gino, alla presenza degli ami-ci di Resita, guidati sempre dal loro parroco P. Petru, che ha rivolto all’assemblea un affettuoso e pro-fondo messaggio. Bellissima anche la giornata trascorsa insieme a Lo-reto, in pellegrinaggio alla S. Casa della Vergine Maria. Una giornata piacevolmente condivisa con un’al-tra delegazione proveniente dal-

la stessa città di Resita e formata da un gruppo di giovani studenti, guidati dal loro sacerdote e inse-gnante P. Nicu. E’ stato davvero interessante poter visitare insieme, oltre che, ovviamente, la Basilica che custodisce la S. Casa, anche lo straordinario Centro Giovanile Giovanni Paolo II, in località Mon-torso, dove ogni estate ha luogo il meeting ecumenico dei giovani. Nell’ultimo incontro, prima della partenza della delegazione per la Romania, insieme con l’èquipe par-rocchiale per l’ecumenismo e alcu-ni membri del Consiglio diocesano per l’ecumenismo e il dialogo, si è cercato di concretizzare alcune semplici ‘piste’ di collaborazione e di condivisione in vista della uffi-cializzazione del gemellaggio ecu-menico tra le nostre parrocchie. Benediciamo il Signore per questi giorni di grazia e invochiamo lo Spirito Santo perché illumini e sostenga il nostro cammino verso una comunione sempre più visibi-le, nella consapevolezza che è que-sta la testimonianza più urgente e necessaria nel nostro tempo.

Don Roberto Sarti© RIPRODUZIONE RISERVATA

Page 12: «Il Nuovo Amico» n. 5 del 3 febbraio 2013

3 febbraio 201312 Pesaro amicoil nuovo• •

Solenne ingresso del Vescovo Bonaventura Porta1903-1923

Una circolare di Luca Piergiovanni, Mons. Vicario Capitolare, annunciò che S. E. Mons. Bonaventura Porta avrebbe fat-

to il suo primo ingresso in Cattedrale il giorno di Natale alle ore 10 di quel dicembre 1917. In precedenza, quello che sarebbe stato il nuovo

Vescovo di Pesaro, aveva già preso possesso della Diocesi in forma solenne attraverso un procuratore. Così, dopo 18 mesi, la Chiesa di S. Terenzio ricevette “ … finalmente il novello Pastore mandato dallo Spirito Santo per mezzo del Vicario di Gesù Cristo”. Nella circostan-za, sabato 22 e domenica 23, alle ore 16, ven-nero suonate a festa per un quarto d’ora tutte le campane, in città e in diocesi ed anche il giorno di Natale alle 10,30. L’arrivo del nuovo vescovo in città avvenne, in assoluto incognito, la notte della domenica, a mezzanotte e trenta; il treno di Ancona riportò 90 minuti di ritar-do. Erano ad attenderlo alla stazione il Vicario Capitolare, il Cancelliere Ecclesiastico Can.

co Stramigioli, il fratello di Mons. Vescovo, il canonico Mandelli e vari soci del Circolo S. Terenzio. “Ossequiato rispettosamente dai pre-senti Mons. Vescovo salì sul landau a due ca-valli accompagnato dalle rappresentanze fino alla sua residenza provvisoria in canonica n. 4”. L’Idea, a tal proposito, rivolse un caldo appello alle autorità competenti affinché si provvedes-se, finalmente, a restaurare il vescovato che era stato danneggiato dal terremoto dell’anno pre-cedente. Era sconveniente che il nostro vesco-vo dovesse risiedere in una casa tanto modesta perché egli avrebbe ricevuto persone d’ogni grado e condizione e, spesso, avrebbe dovuto concedere ospitalità ad alti personaggi. La vigi-

lia di Natale fecero visita a Mons. Bonaventura Porta numerosi sacerdoti e tantissimi cittadini. Il giorno di Natale, dal pulpito, poté parlare ad un auditorio straordinario che assiepava ogni angolo della cattedrale. “La voce tremante e debole in principio, man mano si rafforza e si rende vibrante”. Ecco l’impressione a caldo del giornale della diocesi: “Quanti poterono vede-re Monsignor Vescovo, ascoltarlo e udire le sue parole, altrettanti rimasero profondamente im-pressionati dall’uomo che spira dolcezza, bontà, affabilità e che sa congiungere ad una dottrina comune una umiltà senza pari”.

Stefano Giampaoli© RIPRODUZIONE RISERVATA

✞Sabato 26 Gennaio alle ore 1.30 mu-nito dei con-forti religiosi, è mancato al-l’età di anni 73

MARCELLO EUSEBINe danno il triste annuncio la moglie MARTA, le figlie MARCEL-LA e MICHELA, i generi GINO e FABRIZIO, la sorella TERESITA, il cognato, i nipoti LAURA, CHIARA, THOMAS e parenti tutti. Il funerale ha avuto luogo Lunedì 28 Gennaio alle ore 15 nella Chiesa parrocchiale di Borgo S. Maria. Domenica 3 Febbraio alle ore 11 nella stessa Chiesa verrà celebrata la S. Messa di settima.O.F. Marinelli – Via del Governatore 4 – Pesaro – Tel. 336/284055, 337/635960

✞Venerdì 25 gennaio è mancato all’affetto dei suoi cari all’età di anni 82

GIUSEPPE GIORGIO RIDOLFI

Il funerale ha avuto luogo lunedì 28 gennaio nella chiesa di Cristo ReAlma Mater di Tonelli Stefania - Pesaro via del Fallo 8 tel.0721-33100

✞RInGRAzIAMEntO

La Famiglia Focacetti, non p o t e n d o l o fare singolar-mente ringra-zia tutti colo-ro che hanno partecipato al dolore per la

perdita del caro

UMBERtODomenica 3 febbraio ore 11 presso la chiesa di S. Veneran-da verrà celebrata la S. Messa di SettimaO.F. S. Pietro Giombetti Marco – V. Fastig-gi 105 - Tel. 0721/282549 - 338/2517761

✞AnnIVERSARIO

Nel 1° Anni-versario della sua morte, i figli Francesca ed Alessandro Palazzetti e la moglie Anna con immutato amore ricor-

dano il loro adorato

PIEtROUna S.Messa in suffragio ver-rà celebrata lunedì 4 febbraio 2013 alle ore 18,30 presso la Cattedrale di Pesaro.O.F. F.TERENZI s.r.l. Pesaro - viale Paga-no, 5 tel. 072131591)

✞AnnIVERSARIO

Domenica 10 febbraio alle ore 11.30 pres-so la Pieve di Candelara ver-rà celebrato il primo anni-versario della nascita al cielo

(dies natalis) del sacerdote

don SILVIO LInFI Presiederà la S.Messa Il Vicario Generale Don Stefano Brizzi. Per l’occasione verrà bene-detta una targa ed una porta artistica a lui dedicate -com-pletamente in vetro colorato realizzato dalla Lauretana Arte di Mombaroccio- raffigurante l’Agnello dell’Apocalisse pres-so la Cappella del Tabernacolo dove ogni giorno celebrava la S. Messa, luogo dove è più vivo il suo ricordo, la sua presenza e più forte la sua testimonianza.

✞AnnIVERSARIO

Venerdì 8 Feb-braio ricorre il primo anni-versario della scomparsa del-la cara

IRMA AnDREAnIVED. URBInAtI

La ricordano con amore e rimpian-to le figlie MARIA, FIORENTINA, PASQUINA e NILDE, i generi, i nipo-ti, i pronipoti, la cognata e parenti tutti.Una S. Messa in suffragio sarà celebrata Venerdì 8 Febbraio alle ore 18 nella Chiesa parroc-chiale di Borgo S. Maria.Si ringraziano quanti si uniran-no nel ricordo e nella preghie-raO.F. Marinelli – Via del Governatore 4 – Pesaro – Tel. 336/284055, 337/635960

✞8^ AnnIVERSARIO 4.2.2005 - 4.2.2013

MARCELLO PAGnInIs. Messa di suffragio sabato 2 febbraio ore 18.30 nella chiesa parrocchiale dei CappucciniAlma Mater di Tonelli Stefania - Pesaro via del Fallo 8 tel.0721-33100

✞3^ AnnIVERSARIO7.2.2010 - 7.2.2013

AnGELA DELL’ACQUA in Marinelli

S. Messa di suffragio Giovedì 7 febbraio ore 18.30 Chiesa Sacro Cuore di SoriaAlma Mater di Tonelli Stefania - Pesaro via del Fallo 8 tel.0721-33100

necrologiXXi giornATA MonDiAle Del MAlATo “ VÀ, e AncHe TU FA lo STeSSo”

L’Arcivescovo in visita agli ospedali della cittàCome ogni anno il Santo

Padre il Papa Benedetto XVI ha voluto rivolgere un messaggio di inco-

raggiamento sia per chi vive lo stato di sofferenza che per chi è chiamato a curarlo ed assisterlo con queste parole:‘‘Non siete né abbandonati, né inutili: voi siete chiamati da Cristo, voi siete la sua trasparente immagine” per-ché “Non è lo scansare la sofferen-za, la fuga davanti al dolore, che guarisce l’uomo, ma la capacità di accettare la tribolazione e in essa di maturare, di trovare senso me-diante l’unione con Cristo, che ha sofferto con infinito amore’”.Un pensiero di riconoscenza e di incoraggiamento va alle istituzio-

ni sanitarie e alla società civile, alle comunità parrocchiali, alle famiglie religiose impegnate nella pastorale sanitaria, alle associa-zioni degli operatori sanitari e del volontariato. L’augurio che possa crescere la consapevolezza che nell’acco-glienza amorosa di ogni vita uma-na, soprattutto se debole e malata, viviamo un momento fondamen-tale della nostra esistenza.La nostra Comunità di Pesaro, ol-tre a vivere questa Giornata nelle nostre Parrocchie, è invitata ad alcuni momenti a carattere Dio-cesano.

Ufficio di Pastorale della Salu-te P. Lorenzo Bufarini

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PROGRAMMAVenerdì 8 febbraio - Ospedale di MuragliaS. Ecc. Mons. Piero Coccia, Arcivescovo Metropolita di Pesaro incontrerà i Primari, il Personale e visiterà i malati nei Reparti dopo aver benedetto la statua di San Pio da Pietrelcina collocata nella Cappella del-l’Ospedale.Lunedì 11 febbraio (memoria liturgica della B. Vergine di Lourdes) Parrocchia Sacro Cuore in Soria (con la possibilità di giungere con la macchina)ore 17,00: S. Rosario ore 17,30: Celebrazione Eucaristica presieduta da S. Ecc. Mons. Piero Coccia, con il conferimento del “man-dato” ai volontari che inizieranno il servizio nella Cappellania Ospedaliera.Martedì 12 febbraio - Ospedale S. SalvatoreS. Ecc. Mons. Piero Coccia, incontrerà Dirigenti, Primari e il Personale, poi visiterà i malati nei vari Reparti.

L’ufficio diocesano per la famiglia propone un cammino per persone separate, divorziate e per chi ha già una nuova esperienza di coppia,

nata dopo la separazione matrimoniale. Un cammino rivolto ha chi sente il desiderio di es-sere accolto nella Chiesa, nella comunità parroc-chiale nonostante la realtà che sta vivendo. «A volte – scrive l’ufficio per la famiglia di Pesaro - le persone che vivono l’esperienza del fallimento del proprio ma-trimonio, oltre a dover affrontare la sofferenza ed il disagio che ne consegue, si trovano di fronte al pre-giudizi e alla condanna di molti. Si generalizza e si banalizza l’accaduto ma nella realtà ogni storia è a sé, diversa dalle altre e degna di attenzione e com-prensione».Il cammino è aperto a tutti ed è possibile inizia-re quando lo si ritiene più opportuno. Gli incontri

– spiega Padre Mario Amedeo – favoriranno un in-contro ed un confronto incentrati soprattutto sulla Parola di Dio. «E proprio grazie ad essa – prosegue Padre Mario – cercheremo gli spunti che ci aiuteranno a risollevarci, ad acquistare più sicurezza, più dignità e quella gioia che solo l’incontro con Gesù è capace di dare. L’iniziativa nasce anche perché, dopo che viene infranto il sacramento del matrimonio, esiste un gran bisogno di orientarsi a Dio in modo nuovo, con la certezza di essere amati. C’è anche chi ha bisogno di confrontarsi con gli altri e di essere ascoltato. C’è poi chi ha dei figli che si avvicinano ai sacramenti e vuole conoscere la sua posizione nella Chiesa».Si inizia domenica 24 febbraio dalle ore 16 alle ore 18 presso Villa Borromeo in Via Avogadro 40. Per informazioni è possibile contattare il 338/5775673 oppure 327/7469681

Page 13: «Il Nuovo Amico» n. 5 del 3 febbraio 2013

3 febbraio 2013 13amicoil nuovo• •

Redazione di Fano:Via Roma, 118 - 61032 FanoTel. 0721 802742 dir. 803737 Fax 0721 825595E-mail: [email protected]

Fossombrone Cagli Pergola

venerdì 1 febbraioUdienze in sedesabato 2 febbraioore 17, celebra l’Eucaristia in Cattedrale in occasione della festa della Presentazione del Signoreore 18.30, celebra l’Eucaristia presso la parrocchia di San Giorgio in occasione del 60° anniversario di sacerdozio di don Giorgio Spinaciore 21, nella Basilica di san Paterniano presiede la Veglia per la Vitadomenica 3 febbraioore 11, presiede l’Eucaristia a Villa San Biagio in occasione della Festa di San Biagioore 16, presiede l’Eucaristia presso la parrocchia di Cuccurano in occasione della Festa di San Biagiolunedì 4 febbraio ore 16, visita all’ospedale di Cagliore 20.30, presso la chiesa di San Marco in Sassonia celebra l’Eu-caristia con i genitori dei figli in Cielomartedì 5 febbraioriunione degli uffici pastorali presso il Centro Pastroraleore 16, visita all’ospedale di Pergolamercoledì 6 febbraioin mattinata, partecipa alla Conferenza Episcopale Marchigiana a Loretonel pomeriggio, Santa Messa presso l’ospedale di Fossombronegiovedì 7 febbraioore 8.30, visita all’ospedale di Fanoore 12, presso la Sala Riunioni della direzione medica presidio di Fano incontra il direttore generale Aldo Ricci e gli operatori sanitarivenerdì 8 febbraioore 8.30, visita all’ospedale di Fanoore 18, presso il centro pastorale incontro per tutti gli operatori della pastorale della salute e i Ministri Straordinari della Comu-nione

a cura della Segreteria Vescovile

AgendA del vescovo

FANO - Ha preso avvio sabato 26 gennaio il decimo anno della “Scuola di Pace” promossa dalla Caritas dio-cesana e sostenuta da tante associa-zioni cattoliche e laiche. Un pubblico come sempre molto numeroso ha ascoltato l’appassionato intervento su “Guerra e informazione” di Emiliano Bos, giornalista della Radio Televisio-ne Svizzera Italiana, collaboratore di Caritas Internationalis, della Cattedra di Storia del Giornalismo dell’Uni-versità Cattolica di Milano, del quo-

tidiano Avvenire e di Radio Vaticana. Il suo è stato un intervento di chi fa giornalismo sul campo, spesso in situazioni dram-matiche e in teatri di guerra. “La verità è la prima vittima delle guerre” ha ricordato in apertura, invitan-do a documentarsi attraverso testimoni diretti, oggi possibili tramite i “social me-dia” quali facebook o twitter o siti internet indipendenti. Autore di numerosi reporta-ge da tutto il mondo,

con il film “Mare deserto”, proiettato in serata, ha vinto il premio “Ilaria Alpi 2012” come miglior reportage internazionale. Si tratta del dramma-tico racconto dei 9 sopravvissuti ad un tragico viaggio partito nel marzo 2011 su un barcone con 72 persone a bordo. Dopo aver vagato nel mare Mediterraneo, tra Libia e Italia, 63 moriranno di fame e annegamento. Siamo nei giorni dell’invasione della Libia e centinaia di imbarcazioni e ae-rei incrociano in quello stesso mare.

Dai racconti emerge una verità scon-certante, sulla quale stanno indagan-do anche 3 Procure della Repubblica: in tanti hanno visto, militari italiani e della NATO, ma nessuno è intervenu-to per giorni e giorni, fino al tragico epilogo. Anche l’attuale vicenda del Mali è stata al centro delle riflessioni di Bos, che ha sottolineato come da un anno fosse in atto una grave crisi in quel paese nel totale disinteres-se dei mezzi di informazione, fino a quando è intervenuta militarmente la Francia per difendere i suoi interessi economici nella zona, primo fra tut-ti l’uranio per le sue centrali nucleari. Scavando, insomma, si scopre che è molto facile attribuire tutto ai terro-risti islamici o alle guerre tribali: in realtà quasi sempre in primo piano ci sono gli interessi economici e strate-gici delle grandi potenze. Il prossimo incontro, sabato 9 febbraio alle ore 16:30 sempre presso il Centro Pa-storale di Via Roma 118 a Fano, sarà tenuto dal prof. Luigi Alici, già presi-dente nazionale di Azione Cattolica, che parlerà su “Il Concilio, il cristiano, la pace” a 50 anni dall’enciclica “Pa-cem in Terris” di papa Giovanni.

Luciano BeniniResponsabile della Scuola di pace

© RIPRODUZIONE RISERVATA

AllA ScuolA di PAce il giornAliStA emiliAno BoS

“La verità è la prima vittima delle guerre”

oltre Seicento rAgAzzi ed educAtori in PiAzzA A FAno

Progetti di pace per L’ACRFANO - Nonostante il freddo ta-gliente del pomeriggio di sabato 26 gennaio scorso, in seicento, tra ra-gazzi ed educatori, hanno parteci-pato alla festa della Pace organizza-ta dall’Azione Cattolica dei Ragazzi diocesana. Partendo dal parco del Centro pastorale di Fano, i ragaz-zi hanno marciato lungo via Roma ed alcune strade del centro storico cittadino per arrivare in piazza XX settembre. Lungo il percorso, sono stati presentati i progetti che, ogni parrocchia, ha pensato per miglio-rare gli ambienti frequentati dai ra-gazzi all’interno dei vari quartieri. In piazza, ad attendere l’adunanza di ragazzi ed educatori, c’erano il presidente diocesano dell’AC Ubaldo Alimenti, il vescovo Ar-mando Trasarti, che ha guidato la preghiera, l’assistente don Giusep-pe Cavoli, i responsabili dell’ACR diocesana Fabio Frattesi ed Erika Landini e tutti gli amministratori delle varie comunità rappresentate alla festa. I sindaci, infatti, hanno ricevuto per mano degli stessi ra-gazzi i tanti ed interessanti pro-getti pensati insieme: chi vuole sistemare un parco, chi, invece, propone un’iniziativa di solidarietà per i coetanei che non riescono ad acquistare materiale scolastico; chi si impegna a ridipingere i gradoni di un campo ricreativo e chi, come a Pergola, chiede uno spazio al-ternativo in cui potersi incontrare. In buona parte dei progetti inviati ai comuni, l’impegno a sistemare, cambiare o innovare sarà affidato proprio ai ragazzi che hanno volu-to essere parte attiva di questo pro-cesso di miglioramento del proprio quartiere.È importante ricordare, inoltre, che nel mese antecedente la festa, i ra-

gazzi hanno avuto modo di soste-nere due iniziative di solidarietà: il progetto “Dai luce alla Pace”, fina-lizzato alla cura di gruppi di ragaz-zi in Egitto per prevenire percorsi di devianza fin troppo diffusi, ed il progetto “Urukundo”, riguardante la raccolta fondi per permettere alle popolazioni del Burundi di co-struire case con materiali più solidi del fango.Un percorso non affatto banale, quello che ha portato i ragazzi a questo momento di festa insieme, che come ogni anno si inserisce a pieno titolo nel cammino di for-mazione esperienziale tipico della proposta ACR, la quale permette a ciascuno di trovare vie concrete per vivere in pienezza l’incontro con Gesù.

Matteo Itri© RIPRODUZIONE RISERVATA

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amicoil nuovo• •14 Fano Fossombrone Cagli Pergola3 febbraio 2013

speciale giornata della vita

La partecipazione popolare è oggi quanto mai desiderata da tutti i cit-tadini, in particolare in Italia dove la classe politica ha deluso molte

aspettative.I cittadini sono chiamati a riflettere su temi e a cercare di far sentire la loro voce.Ciò non significa creare nuovi movimenti o partiti politici. Ci sono tante persone che come noi volontari delle associazioni, la politica la fanno nella realtà cercando ogni giorno di dare risposta ad esigenze di ogni genere.L’iniziativa UNO DI NOI appartiene a que-sta modalità democratica che si esprime su temi profondi e importanti.La difesa della vita non ha palcoscenici e non è sotto i riflettori, non crea discussioni quotidiane come l’aumento delle tasse o la formazione degli schieramenti politici, le scese o ridiscese in campo.Purtroppo però, spesso le argomentazioni su cui riflettere vengono messe in ombra dallo scontro politico fazioso che va fuori tema per la sola ostinazione di difendere una posizione, che nulla ha a che vede-re con la discussione. A Fano è accaduto proprio questo: dopo la presentazione in conferenza stampa dell’iniziativa UNO DI NOI, patrocinata dall’Assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Fano, i giorna-li hanno riportato una polemica trita sulla

legge 194/78 (legalizzazione dell’interru-zione volontaria della gravidanza), sollevata dal Movimento Femminista Pesaro Fano Urbino, anonime donne che non hanno neppure indicato i loro nomi. Prontamen-te la posizione delle anonime femministe è stata sostenuta da Samuele Mascarin, pro-babile futuro candidato a sindaco di Fano e dall’attuale sindaco Stefano Aguzzi che hanno espresso una opinione sull’iniziativa senza conoscerla, con unico obbiettivo lo scontro contro l’avversario politico, l’asses-sore Cucuzza e per aumentare il consenso attorno alla loro persona. Su queste ester-nazioni fuori tema, le nostre associazioni MPV e CAV hanno inviato ai giornali un articolo (nessuno lo ha pubblicato) al fine di chiarire che l’iniziativa attuale non riguarda la legge 194, ma vuole ottenere un ricono-scimento giuridico dal Parlamento Europeo che in Italia c’è già: il diritto alla vita del bambino concepito e non ancora nato, per evitare che si diffonda la diabolica prassi della creazione di embrioni umani con lo scopo di utilizzarli nella ricerca scientifica o per utilizzarne materiale biologico per la medicina provocandone la distruzione.Ma la voce della ragione e della riflessione sui temi sostanziali non interessa la vecchia politica tutta presa com’è a prendere posi-zione alla conquista di voti.Ora, credo che noi cittadini vogliamo par-

lare della verità, della realtà delle cose, voglia-mo soluzioni e ci impe-gniamo concretamente con il nostro tempo e le nostre forze per offrire soluzioni ed è doveroso per me ricordare le operatrici-volontarie del CAV Fano che dedicano molto del loro tempo per offrire aiuto a tante donne in difficoltà per una gravidanza indesiderata o in condizioni difficili. Le nostre operatrici si spendono per la vita senza aspettarsi con-senso, incontrando concretamente persone bisognose, volti con nome e cognome che non se ne fanno nulla di assiomi astratti e avulsi dalla realtà. Come la nostra asso-ciazione tante altre si occupano di dare ri-sposte concrete nei settori più svariati. Chi come noi crede in questo tipo di demo-crazia dove si aprono confronti su conte-nuti e non su schieramenti, UNO DI NOI rappresenta un tavolo di discussione pro e contro, ma sul tema e non fuori tema. Invi-tiamo tutti a partecipare ai nostri incontri dei prossimi mesi per parlare, replicare, co-struirsi un’opinione fondata sulla riflessione e sulla conoscenza.

Pamela Salucci – Presidente CAV Fano© RIPRODUZIONE RISERVATA

L’iniziativa concretamente prevede la

raccolta di un mi-lione di firme in almeno 7 paesi membri dell’Unione Europea per ottenere un atto legislativo della Commissione Europea e cioè dal Governo dell’Europa per il rico-noscimento giuridico del diritto alla vita del bambino concepito e non ancora nato. Chi volesse aderire e firmare dovrà avere con sé la carta d’identità o il passaporto, unici documenti validi a livello europeo, perché trattandosi di una raccolta-firme per ottenere un atto legislativo deve es-sere effettuata con delle formalità ben precise.Ogni giovedì dalle 16.30 alle 18.00 presso il consultorio famigliare in Via Fanella, 93 le operatrici del CAV sono a disposizione per raccogliere le firme, ma anche per in-formazioni e approfondimenti sull’inizia-tiva.Saremo in piazza XX Settembre - Fano do-menica 3 febbraio ore 10-13

La raccolta di firme “Uno di Noi” arriva a Fano

La famiglia con figli motore dell’economia Generare la vita vince la crisiLe attuali condizioni di precarietà o di assenza di lavoro causano un

gravissimo danno ai nostri giovani perché tolgono loro la fiducia e la speranza, facendo rimandare le scelte definitive come quelle

della formazione della famiglia e della nascita dei figli. Senza dubbio la crisi del lavoro aggrava la situazione della natalità ed apporta un danno all’armonico sviluppo della collettività che diventa sempre più vecchia e maggiormente esposta ai problemi della crisi economica.Oggi quasi la metà dei giovani è senza lavoro; questo fenomeno porta conseguenze negative per la generazione presente e per quelle future.C’è comunque un aspetto positivo, che è importante sottolineare, in un periodo di crisi come l’attuale: il farsi prossimo, la riscoperta della gra-tuità, lo spirito di solidarietà che fa superare anche le gravi difficoltà. Esempi se ne possono cogliere continuamente osservando la grande ge-nerosità e lo spirito fraterno di molte persone, di tante associazioni di volontariato, di lavoratori di aziende in difficoltà in occasione di cala-mità naturali o di crisi economica, testimoniando così, come detto da Benedetto XVI, “un Dio che non troneggia a distanza, ma entra nella nostra vita e nella nostra sofferenza”. Questa generosità è un seme pre-zioso, indispensabile per promuovere una vita accogliente e solidale.Nel Messaggio per la 35^ Giornata per la Vita , “Generare la vita vince la crisi”, i vescovi ci ricordano che la logica del dono è la strada sulla quale si innesta il desiderio di generare la vita e che non si esce da que-sto periodo critico generando meno figli o peggio ancora sopprimendo la vita con l’aborto.Del resto è opinione diffusa e sostenuta da diversi demografi che la crisi economica è spesso causata anche dalla crisi delle nascite. Certamente la scarsità delle nascite può determinare un pericoloso invecchiamento di una popolazione che potrebbe concludersi con il tramonto. In ogni nazione deve esserci equilibrio fra le diverse generazioni, che deve essere salvaguardato dallo Stato attraverso opportuni investimenti sulla perso-na e sulla famiglia.Dobbiamo fermamente augurarci che ogni persona si convinca che la vita, grazie ad una politica attenta e solidale e ad una mentalità aperta ed accogliente di ciascuno di noi, è capace di vincere anche la crisi.

Gabriele Volpini© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il titolo che i nostri Vescovi hanno scelto per celebrare la XXXV Giornata per la Vita:

“GENERARE LA VITA VINCE LA CRISI”, mi ha fatto tornare in mente alcuni articoli apparsi sull’Osservatore Romano alcu-ni anni fa, i quali sottolineava-no come la crisi economica, già allora in atto, aveva tra le sue componenti, la crisi demografi-ca e la crisi della famiglia come valore sociale.Da questi articoli riprendo e ri-lancio per una possibile rifles-sione.La fragilità e la vulnerabilità dell’economia del mondo occi-dentale sono fortemente legate, se non conseguenti, alla crisi demografica iniziata negli anni settanta che vide in breve tempo crollare il tasso di crescita del-la popolazione, da oltre il 7 per cento annuo a quasi zero.La crisi demografica e l’invec-chiamento della popolazione hanno prodotto effetti politici e sociali quindi, economici e fi-nanziari. Il più evidente è la cre-scita della spesa sociale sostenu-ta da contribuzioni divenute nel tempo insufficienti, con la con-seguente necessità di aumentare la pressione fiscale.Inoltre, ha provocato la progres-siva diminuzione della crescita

del risparmio delle famiglie e della ricchezza finanziaria di-sponibile sui mercati per inve-stimenti e finanziamenti. Allo stesso tempo, la spinta esa-sperata al consumo ha prodot-to, in una crescente porzione di esse, l’attitudine persino a inde-bitarsi.Per compensare gli effetti del deficit delle nascite nella crea-zione della ricchezza si è pen-sato di fare crescere il risparmio delle famiglie e la sua redditivi-tà creando maggiori efficienze nella gestione delle risorse eco-nomiche e più rigore nella spe-sa pubblica. Invece è successo proprio il contrario grazie alla disinvoltura con cui sono state gestite istituzioni e risorse fi-nanziarie. La crisi dei mutui subprime è solo un esempio.Tutto quello che in questi anni è stato messo in campo non ha sortito l’effetto desiderato ed oggi siamo in una situazione così pesante dal punto di vista non solo economico, ma anche culturale ed etico, che fare figli viene considerato un lusso.Questa però non è la visione cri-stiana della vita e della storia.Il Santo Padre Benedetto XVI giustamente ha voluto dedicare questo anno alla riscoperta della

fede e ciò si concretizza anche attraverso la testimonianza e la responsabilità della diffusione del valore famiglia: un uomo e una donna che nel dono totale di sé generano amore e vita.Anche se l’avvenire sembra sco-raggiante, confidando nella Gra-zia e nell’impegno, possiamo incoraggiare i giovani a sposarsi e diventare padre e madre, av-viando così un ciclo virtuoso an-che economico. Infatti, la famiglia produce lega-me, stimolo a realizzare azioni responsabili e finalizzate al so-stegno e alla crescita della fami-glia stessa; stimola la produzione, il risparmio, l’investimento (in capitale umano soprattutto), la creazione di ricchezza; produce stimoli competitivi nell’educa-zione, formazione, sostegno dei figli, assistenza al suo interno, creando così un valore sosteni-bile per la società, un motore di produzione di talenti e ricchezza qualitativa e quantitativa.Oggi che le idee per la ripresa mancano il progetto “ famiglia aperta alla vita” torna ad essere fondamentale.Maria Pia Polidori Ambrosini - Presidente Movimento per la

Vita - Fano© RIPRODUZIONE RISERVATA

Page 15: «Il Nuovo Amico» n. 5 del 3 febbraio 2013

3 febbraio 2013 15Fano Fossombrone Cagli Pergola

La realtà per essere letta ha necessità di un salto di qualità della mente e del cuore sollecitando lo stupore che è forse la qua-

lità meno considerata nel panorama delle doti; non a caso le Sacre Scritture (che sono prima di tutto maestre di umanità) ci insegnano che la limpidezza dello sguardo infantile capace di stupirsi offre la chiave d’ingresso allo “spettaco-lo’’ della vita nel suo immenso mistero a partire dai piccoli segni apparentemente insignificanti. Il linguaggio, ‘’la parola’’ inoltre sa esprimere la profondità della vita umana non tanto con i virtuosismi e le ricercatezze semantiche dei filosofi e dei teologi ma anche semplicemente con “aggettivi’’ che rendono la realtà più com-prensibile nella sua profondità anche delle per-sone più umili e meno acculturate (..anzi!!). La creazione biblica affida ad un aggettivo infatti il compito di determinare quel salto ontologico che pone l’essere umano al vertice del creato; nella creazione è scritto: tutto “era cosa buo-na’’, e oggi l’amore per la natura giustamente rappresenta una diffusa e preziosa sensibilità positiva, ma è l’umano, fatto a immagine e so-miglianza di Chi ha voluto che tutto fosse cosa “molto’’ buona il destinatario dell’ aggettivo che ci fa vedere le meraviglie della creazione non solo per un bello estetico ma per il valo-re che acquista.’’Ecco, vide… era cosa molto buona!’’ Senza questo aggettivo l’universo as-somiglierebbe ad una “cisti’’ insignificante e priva di possibilità di essere compreso. Molte “visioni ecologiche’’ che vorrebbero spingere la società e anche la chiesa a declassare l’uomo e subordinarlo al creato non leggono la realtà con il privilegio che quell’aggettivo sa dargli. Il dolore inoltre nell’esperienza umana alle volte

si pone come un macigno di fronte agli occhi per impedirci l’orizzonte e sembra togliere di-gnità annullando il vigore di quell’aggettivo; per questo a volte ci ‘’accontentiamo dell’oriz-zonte delle nostre punte dei piedi” per evitare l’urlo insopprimibile che aspira all’orizzonte vero che, ora possiamo solo intuire. E’ realisti-co affermare che la vita è un dramma che sfio-ra la tragedia se quell’aggettivo non preludesse ad un grande destino per tutti noi. L’esperienza è molto dura e non risparmia nessuna umana classificazione. A volte si pensa che i credenti di fronte al dolore abbiano una sorta di parzia-le anestesia, ma non è così: siamo tutti ‘’termi-nali’’ dacché nasciamo e come per lo stesso Dio in croce il sudore diventa sangue. In tempo di “saldi’’ in cui il dolore tenta di essere tolto dalle vetrine della vita di Gesù’ ha pagato il prezzo intero non illudendo nessuno. Dimenticarlo si-gnifica fare della fede un esercizio di auto con-vincimento psicologicamente piacevole quanto illusorio; mai come in questo momento storico si vorrebbe a tal proposito una chiesa “muta’’, vagamente misericordiosa con gli occhi semi-chiusi alla realtà del male e del dolore che urla, come il santo Padre ad Auschwitz: ‘’Tu, Dio, Dove eri?’’ Si invoca “l’ottimismo della ragione” ma assai spesso rimane definita come una qua-lità tecnica piuttosto che il mezzo per andare oltre l’orizzonte della “punta delle nostre scar-pe’’. Recentemente U. Galimberti ha pubblicato un libro dal titolo: “Il Cristianesimo la religione dal cielo vuoto” dove si afferma che quando “Dio si è incarnato nell’uomo allora il cielo si è svuotato’’; la conseguenza è che l’uomo rimane senza una dignità speciale e Dio è morto; “IL Dio Cristiano è buono abbracciando in tutto

l’esperienza umana’’; per Galimberti qui c’è il limite, ma a volte anche ‘’NOI credenti’’arrivia-mo per strade diverse alla stessa conclusione trasformandoLo in “buonista’’, svuotando il cielo. La chiesa è da sempre controcorrente perché parla dell’uomo così come è stato volu-to del santuario che Dio si è scelto e del luogo (la famiglia) dove ha preso dimora; è il cuore dell’uomo il campo di battaglia tra il bene e il male tra verità e menzogna; con la partico-larità che Dio ‘’bussa alla porta’’ della nostra libertà mentre il male cerca di sfondarla con ogni mezzo. Dio non fa rumore il male sì! Ce ne accorgiamo ogni volta che parliamo concre-tamente di rispetto della dignità della persona umana, spesso quando la nostra libertà, con-fusa con l’autonomia personale, non fa i conti con la verità; abbiamo conosciuto tutti il dram-ma dell’aborto; beh, in molti danno per acqui-sito, compresi molti credenti, che la legge 194 sia un passo in avanti nell’affermazione della libertà della coscienza, ma guarda caso l’obie-zione di coscienza è aggredita con una violen-za incredibile e in tanti sono a volerla impedire con appositi provvedimenti di legge e rendere di fatto omaggio al pensiero unico: alla faccia dei diritti civili! Mi verrebbe da dire: “i diritti di chi e per chi? sarebbe davvero paradossale per noi operatori sanitari doverci ritrovare in questa imbarazzante situazione; si è combat-tuto idealmente l’aborto clandestino per cade-re nelle sabbie mobili della RU486 che eleva alla decima potenza il dramma della solitudine delle donne; poco importa poi che la tecnica “silenziosa e fai da te più che mai definibile favorente aborto clandestino’’ comporti una mortalità per la donna dieci volte superiore al-

l’aborto chirurgico; si sa l’annebbiamento della ragione si nutre di pregiudizi e menzogne. La rinuncia a considerare l’ancora invisibile come una realtà da rispettare ha aperto i cancelli della irresponsabilità e ha lasciato i giovani in balia di se stessi convincendoli che per tut-to c’è un rimedio che sia la pillola del giorno dopo, dei 5 giorni dopo poco importa; tutto è possibile e lo deve essere nel silenzio assenso; a tutti piacerebbe una chiesa silenziosa ma, di più si vuole tutti ridotti al silenzio in balia delle proprie autonomie!!. Sono in tanti quelli che vorrebbero la chiesa pronta a far guerra a “generici’’ potenti non sapendo che il campo di battaglia è proprio dentro di noi; sembra a volte che di alcuni argomenti non se ne può parlare; aborto, eutanasia; sono ambiti che “gridano’’ come se non vi potesse essere che quel grigio pensare; mi ha fortemente impres-sionato il fatto della giovane ed eroica mamma Chiara Petrillo, recentemente morta per can-cro; ebbene Lei non aveva voluto curarsi per non danneggiare la vita del figlio che aveva in grembo e non ha visto il riconoscimento di ve-derLe intitolata una scuola (come proposto da alcuni) perché “quel tipo di sacrificio d’amore” non è considerato tale né provoca unanime sti-ma: che tristezza! Cosi’ è; passerà molto tempo, occorreranno linguaggi nuovi, ma nessuno può pensare che si possa tacere; sarebbe davvero, il cristianesimo una religione dal cielo vuoto e il crocifisso un amuleto. La vigliaccheria chiede: è sicuro? L’opportunità chiede: è conveniente? La vana gloria chiede: è popolare? Ma la co-scienza chiede: è giusto? Diceva Martin Luther King. Guarda caso, però, che dire queste cosa … costa un biglietto molto salato

Francesco AmaduzziAssociazione La Famiglia

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speciale giornata della vita

Mai stanchi di parlare della vitail punto

Laura ed Erik: da figli a genitori Con nostro figlio alla scoperta del mondo

Laura ed Erik, giovane coppia di Fano, sono diventati, qualche mese fa, genitori del piccolo Lorenzo. In occasione della

Giornata per la Vita hanno voluto inviarci una loro testimonianza.

Diventare genitori, obiettivo di una vita, con-sapevolezza che cresce con noi fin dall’infanzia e che poi, giunto il momento, ci travolge con un turbinio di emozioni e ci trova comunque sempre un po’ impauriti e impreparati.Io ed Erik siamo diventati genitori di Loren-zo a novembre del 2012. Dopo nove mesi di gravidanza passati serenamente, cercando di indovinarne le sembianze e le somiglian-ze, alla faticosa ricerca di quel nome speciale che avrebbe dovuto rappresentarlo e accom-

pagnarlo per tutta la vita, finalmente il nostro piccolino è venuto alla luce, trasformandoci da figli a genitori.Superate le prime settimane in cui, un po’ spersi, abbiamo dovuto imparare a prenderci cura di lui interpretando i suoi pianti e dor-mendo poco la notte, lentamente abbiamo imparato a conoscerlo e superato la paura di sbagliare.Ora che Lorenzo ha quasi tre mesi, i suoi sor-risini, i versetti che fa quando è felice e la pace che prova quando è fra le nostre braccia, ci re-galano tanta gioia e ci ripagano di tutte le fa-tiche che viviamo lungo questo nuovo viaggio della genitorialità.

Laura ed Erik© RIPRODUZIONE RISERVATA

FANO – Giovanni e Francesca, cinque mesi fa, sono diventati genitori di Paolo. In occasione della Giornata per la Vita raccontano gioie e fatiche di crescere un figlio oggi. “Essere genitori è un salto nel vuoto. Non importa quanti libri si siano letti o quanti corsi seguiti; non conta neppure quanto il figlio sia stato desidera-to o atteso. Quando l’avventura comincia non si è mai preparati abbastanza. Ci si arma, allora, di buona volontà, amore e pazienza, e navigando nel mare dei consigli, a volte contraddittori, con difficoltà si cerca di seguire l’istinto che porta sempre verso la...salvezza!Nostro figlio ha 5 mesi: la nostra esperienza di genitori è appena cominciata e ci rendiamo conto che sarà difficile sentirsi sempre adeguati al ruolo, ma affrontia-mo la sfida con entusiasmo!Il primo sorriso, il primo abbraccio, la prima pappa, la prima parola, il primo pas-so: sono momenti che ripagano di ogni notte insonne, delle serate perse, dei litigi, delle incomprensioni.All’inizio il bambino non distingue se stesso da ciò che lo circonda, ma poi si ac-corge che intorno a lui esiste il mondo: aiutarlo a sviluppare la sua personalità, i suoi gusti, le sue aspirazioni è il miglior modo che abbiamo per condividere con lui questa scoperta”.

Giovanni e Francesca Valentini

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Page 16: «Il Nuovo Amico» n. 5 del 3 febbraio 2013

Fano Fossombrone Cagli Pergola3 febbraio 201316 amicoil nuovo• •

NOTIZIE IN BREVECON LE PAROLE GIUSTE – LE MANI SULLA CITTÀFANO – Alla Mediateca Montanari, per il ci-clo di incontri Con le parole giuste, sabato 5 febbraio 2013 alle ore 17.00, verrà proiettato il film di Francesco Rosi Le mani sulla città (1963). L’ingresso è gratuito, è obbligatoria la preno-tazione (max 30 posti). Per info e prenotazioni tel. 0721 887 343

FIABE DAVANTI AL FOCOLARE

CARTOCETO – Domenica 3 febbraio, alle ore 15.30 nella Sala del Teatro a Cartoceto, è in programma il secondo appuntamento di “Fia-be davanti al focolare” con “Le penne dell’orco” di Korekanè. Ogni bambino, come da tradizio-ne, dovrà portare un cuscino da casa per stare comodamente seduto. Alla fine dello spettaco-lo verrà offerta una merenda a tutti i bambini. La partecipazione all’evento è gratuita.

APERTURA DEI MONUMENTI CITTADINI DU-RANTE IL CARNEVALE 2013FANO - L’Assessorato alla Cultura comunica che, in occasione del Carnevale di Fano edi-zione 2013, la Rocca Malatestiana e il Bastione

del Sangallo saranno aperti al pubblico, con ingresso gratuito, nei seguenti orari:sabato 9 febbraio 2013: 10.00-12.00/15.00-17.00; domenica 10 febbraio 2013: 10.00-12.00.

ARTISTI CARRISTI IN MOSTRAFANO – La Mediateca Montanari accoglie, in occasione del Carnevale di Fano, una mostra dedicata a due noti artisti carristi della città. L’esposizione alloggiata presso i locali della Me. Mo. è intitolata “Toto Corsaletti e Luciano Pusineri… Artisti carristi” e presenta alcune locandine e fotografie d’epoca. Le istantanee selezionate ritraggono i carri allegorici mag-

giormente caratteristici costruiti, per l’appun-to, da Pusineri e Corsaletti durante la seconda metà del secolo scorso, dai primi anni Cin-quanta sino al 1980. L’ex chiesa di San Michele, invece, accoglie una mostra antologica dedicata all’artigiano carri-sta Marcellino Battistelli. Le immagini esposte sono tratte da tre testi monografici apparte-nenti alla collana editoriale “I maestri del car-nevale”. I volumi, curati da Raffaella Manna e Silvano Clappis, sono pubblicati dall’Ente Car-nevalesca di Fano. Entrambe le mostre resteranno aperte gra-tuitamente al pubblico fino a martedì 12 feb-braio.

FANO – Giove-dì 7 febbraio, a partire dalle ore 21 alla Bocciofila di San Cristoforo, la Pastorale Gio-vanile, l’Azione Cattolica dioce-sana e la Fede-razione Scout d’Europa Sezio-ne Scout Fano I organizzano “Il Gran Galà delle tipicità”, il tradi-zionale appun-tamento con la

festa di Carnevale. Il contributo per la festa sarà di 3 euro. Tutti sono invitati a portare un dolce o un salato da condividere insieme. Immancabile la gara di scenette.Chi volesse partecipare può iscriversi entro il 4 febbraio dando la propria adesione a: [email protected] indicando anche il nome del giurato.

Il consIglIo comunale, glI studentI e la cIttadInanza celebrano la gIornata della memorIa

Fano ricorda le vittime dell’Olocausto

ne parlerà Il professor mazzIa nell’ambIto deglI IncontrI del “bIanchInI”

Edith Stein, martire della shoahNell’ambito degli incontri

del Circolo culturale “A. Bianchini”, mercoledì 6 febbraio alle ore 16,30,

nell’Aula Magna dell’Istituto “C Battisti” , il prof. F. Mazzia parlerà di Edith Stein (Santa Teresa Bene-detta della Croce), “illustre figlia di Israele”, e, allo stesso tempo “figlia del Carmelo”. Esemplare figura che attraverso la sua esperienza di fi-losofa, di insegnante, di religiosa contemplativa ed orante ed, infine, di martire ha conosciuto le con-

traddizioni e gli orrori della pri-ma metà del secolo XX. Una volta convertita, fece dell’amore per la verità il suo criterio di giudizio; della fedeltà a Dio la sua norma di vita. Pur immersa nella preghiera, nel silenzio e nella solitudine, non fuggì il mondo – una carmelitana più si avvicina a Dio e più si con-forma alla sua volontà e più si apre al mondo – con il quale rimase in continuo e aperto dialogo. La sua proclamazione a Compatrona del-l’Europa (1 ottobre1999), da parte

di Giovanni Paolo II, s’inquadra nella dimensione profetica della sua vita e delle sue opere filosofi-che e di spiritualità; e, ancora, per il suo vivo senso storico in pro-spettiva europea. Il suo messaggio a considerare la storia nel presente, come qualcosa da non fatalmente subire, ma da costruire, giorno per giorno, da parte di ciascuno di noi, assumendoci ognuno la propria parte e responsabilità, costituisce un forte richiamo, sempre attuale, per la cultura socio – politica ed

il mondo religioso. Ne verrà trac-ciato l’itinerario di ragazza che si chiedeva quale fosse il senso del-la sua vita, di giovane alla ricer-ca della verità, di insegnante che costruiva la personalità dei suoi alunni, di carmelitana in una con-tinua ascensione di perfezione sul-le orme dei mistici e santi del suo Ordine, di martire perché ebrea e cattolica: dalla Fenomenologia alla Teologia della Croce, dal Carmelo ad Auschwitz.

©RIPRODuzIONE RISERvATA

FANO – Tredici anni fa la Repubblica Italiana – attraverso una legge ad hoc – dichiarava il 27 gennaio “Giorno del-la Memoria”, al fine di commemorare la Shoah, ossia lo sterminio degli ebrei europei perpetrato dal regime nazista. Il comune di Fano ha nuovamente cele-brato questa ricorrenza civica riunendo il consiglio municipale presso la Sala Verdi del Teatro della Fortuna. L’incon-

tro si è svol-to lunedì 28 gennaio ed è stato valo-rizzato dalla presenza di n u m e r o s e classi di V s u p e r i o -re appo-s i t a m e n t e riunite per l’occasione. Hanno aper-to i lavori della seduta:

Francesco Cavalieri, presidente del con-siglio comunale, e Franco Mancinelli, assessore ai Servizi Educativi. È interve-nuto all’appuntamento anche il vescovo, Armando Trasarti. «Credo che dobbia-mo ringraziare gli ebrei morti nelle ca-mere a gas, – ha affermato monsignor Trasarti – essi hanno aiutato a pensare il mondo in maniera diversa, con maggio-re responsabilità». In seguito ha preso

la parola Gualtiero De Santi, professo-re ordinario di Letterature Comparate presso l’Università degli Studi di Urbi-no. Il docente ha presentato al pubbli-co un’accurata relazione intitolata: “La cultura ebraica nel Novecento euro-peo”. Alla fine del dibattito storiografico, un’esponente della Comunità ebraica di Ancona, Rossana Lanternari, ha lancia-to un pesante monito alle autorità e agli studenti: «Da un po’ di tempo si sta riaf-facciando l’antisemitismo, che ti ricorda che sei ebreo, e ciò sta succedendo an-che a Fano». La signora Lanternari, tut-tavia, ha voluto concludere il suo discor-so con un messaggio di speranza: «Ho fiducia nella gioventù e spero che gli avvenimenti del passato non si ripetano mai più». Ha chiuso l’incontro il sinda-co, Stefano Aguzzi. Il primo cittadino ha ribadito l’importanza dell’istruzione sto-rica; infatti, solamente una conoscenza concreta di questi tragici fatti può con-durci ad una loro piena comprensione.

Diego Corinaldesi©RIPRODuzIONE RISERvATA

alla boccIofIla dI san crIstoforo Il tradIzIonale appuntamento con la festa dI carnevale

Il gran galà della tipicità

Il nuovo lIbro dI francesco fIorettI

Alla Memo “Il quadro segreto di Caravaggio”FANO - Non solo la pittura, ma la fi-gura stessa e le vi-cende biografiche di Michelangelo Merisi detto il Ca-ravaggio hanno da sempre attirato l’in-teresse degli amanti dell’arte, al punto che Francesco Fio-retti, già autore de “Il libro segreto di Dante” (Newton Compton editore, oltre 200.000 copie vendute), ha visto in esso il personag-gio ideale per il suo secondo romanzo, sempre edito dalla casa editrice romana. Una vicenda attenta-mente incentrata su uno studio meticoloso delle fonti e delle ope-re, che Fioretti ha però utilizzato come terreno fertile per lo svi-luppo di una vicenda thriller i cui elementi indiziari sono in buona parte da ricercarsi all’interno delle pitture caravaggesche, e che pro-

pone un’originale chiave di lettura delle vicende degli ultimi anni di vita del pittore. La presentazione del romanzo, organizzata dal Liceo Scientifico “Torelli” in collaborazione con la Mediateca Montanari di Fano, è stata introdotta dal Dirigente del-l’istituto prof. Samuele Giombi, ed è stata caratterizzata dagli in-

terventi dell’autore e della dott.ssa Cecilia Prete, dell’Università di Urbino. Le immagini delle opere e le letture (di Ermanno Lolli) di al-cuni passi del romanzo sono sta-te accompagnate dalle note della chitarra del giovane e talentuoso Edoardo Fabris.

Ermanno Lolli©RIPRODuzIONE RISERvATA

Millevoci arrichisce il patrimonio bibliotecario delle carceri della provinciaFANO – In questi giorni l’associazione di volontariato Millevoci di Fano do-nerà circa 200 tra videocassette di film in italiano e audiocassette anche in lingua straniera dalla propria biblioteca alle strutture penitenziarie della provincia, arricchendo così il patrimonio delle biblioteche interne alla casa circondariale di Pesaro, alla casa di reclusione di Fossombrone e alla casa mandamentale di Macerata Feltria. L’associazione, impegnata da oltre dieci anni in favore dei migranti in particolare attraverso l’organizzazione costan-te di corsi di italiano per immigrati adulti, è ben consapevole che molti de-tenuti sono stranieri, così attraverso questa donazione e la volontà espres-sa di convenzionare la propria biblioteca come struttura per il servizio di prestito libri in carcere, si propone di attenuare il loro stato di disagio e anche di aiutarli nell’apprendimento della lingua italiana. “L’iniziativa - fan-no sapere dall’associazione - tiene conto delle difficoltà linguistiche e delle differenze culturali della gran parte dei detenuti stranieri che non conosco-no, o conoscono poco, la lingua italiana e a cui, di fatto, è interdetto per questo motivo l’accesso all’istruzione: l’apprendimento della lingua italiana per i detenuti stranieri è un presupposto fondamentale per attuare pro-grammi rieducativi adeguati e agevolare il loro reinserimento nella società”. Con questa iniziativa, nata dalla collaborazione tra Millevoci e il Progetto regionale Sistema Bibliotecario Carcerario, si arricchisce dunque la raccolta di film presenti nei tre istituti penitenziari della provincia. “La volontà - di-chiara Lorenzo Sabbatini Coordinatore del Progetto Regionale del Sistema Bibliotecario Carcerario - è quella di offrire ai detenuti spunti ed ulteriori strumenti che favoriscano l’approfondimento, la riflessione e la discussione, è infatti cosa nota che il rapporto tra il linguaggio cinematografico ed i con-testi educativi permettono l’innescarsi di risultati pedagogici fecondi”.

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Giornatapascoliana al “Sanzio”

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ricorrenzaRedazione di Urbino:Via Beato Mainardo, 4 - 61029 UrbinoTel. e Fax 0722/[email protected]: Mattino 9.00-12.00Pomeriggio 15.00-17.00Urbino

Urbania Sant’Angelo in Vado

a San FranceSco PreGHiera ecUMenica Per L’UniTÀ Dei criSTiani

Quel che il Signore esige da noi

La GiornaTa DeLLa MeMoria a SanT’anGeLo in VaDo

Per non dimenticareQuest’anno la Giornata della memoria della shoa è stata commemorata a Sant’An-

gelo in Vado il 26 gennaio 2013 dall’Istituto Comprensivo di San-t’Angelo in Vado, Mercatello sul Metauro e Borgo Pace, dal Comu-ne di Sant’Angelo in Vado e dalla Parrocchia di S. Michele Arcan-gelo, con gli interventi musicali dei Cantores Ascensionis diretti dal Maestro Pio Faresin. I ragazzi delle scuole medie attraverso un percorso didattico con i loro in-segnanti hanno riflettuto sull’ec-cidio del popolo ebraico. I com-menti e i componimenti poetici elaborati dai ragazzi hanno fatto capire quanto lo studio storico li abbia toccati personalmente, fino al coinvolgimento dell’anima.La Repubblica italiana riconosce il 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricorda-re la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la per-secuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di ster-minio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e pro-tetto i perseguitati. In questa giornata si è riflettuto sulla storia locale dando lettura di studi effettuati sulla persecuzione ebraica nella nostra provincia, in particolare a Sant’Angelo in Vado.«Una storia questa, dalle tinte for-ti, con tante ombre sinistre fatte di zelanti, cieche o compiacenti esecuzioni di ordini, alternate però anche a straordinarie e ri-schiose prove di solidarietà. Per comprendere meglio l’universo umano che sottostà alla docu-mentazione burocratica fatta di laconici telegrammi, per immagi-narci che cosa stesse accadendo in quelle ore, e necessario ricorrere ai protagonisti, alle loro preziose

schegge di memoria personale. Un episodio di quei terribili gior-ni avvenne a Sant’Angelo in Vado. Nella cittadina risiedevano una ventina di ebrei internati, per lo più presso case di privati. Quan-do la notizia dell’arresto venne diffusa attraverso la radio in pae-se, grazie anche all’aiuto di Maria Storti, una ragazza del posto nella cui casa erano internati due me-dici ebrei venne organizzata una fuga. Gli Ebrei vennero condotti alla Pieve dei Graticcioli dove ven-nero ospitati da un sacerdote don Augusto Giombini che si era reso disponibile altre volte a nascon-dere anche partigiani e renitenti. Purtroppo le Forze dell’Ordine locali eseguirono fin in fondo gli ordini impartiti e organizzarono una spedizione notturna di ricer-ca. All’arrivo delle guardie a Pieve dei Graticcioli, alcuni Ebrei riu-scirono a darsi alla macchia tra la vegetazione circostante, altri de-moralizzati e stremati si lasciaro-

no arrestare. Dell’episodio si trova riscontro puntuale nel telegram-ma alla Questura di Pesaro che così recita: “… internati Ebrei cui telegramma ieri stati rintracciati questa notte territorio Mercatello da militari Arma locale” (tele-gramma del M.llo Loia al Questo-re, 5 dicembre). Di questi Joseph Lowsztein, Maria Rosenzweig e Karl Paecht finiranno nelle carce-ri di Urbino e nel locale ospedale. Vennero poi tradotti dalla città fel-tresca alla volta di Forlì dove i te-deschi li uccisero senza nemmeno deportali, nella strage che si con-sumò nel settembre 1944 presso il locale aeroporto». La prof.ssa Magda Dini nel suo intervento ha spiegato agli inter-venuti, fra cui numerosi allievi e insegnanti, che la tragedia della shoa del popolo ebreo è stata pos-sibile per il silenzio di molti che hanno permesso l’orrore e che questa giornata deve servire a non dimenticare a ciò che è successo,

ma a costituire una coscienza di impegno civile volta alla tolleran-za, alla fraternità, alla condivisio-ne culturale, per costruire un nuo-vo Umanesimo e una rinnovata coscienza di cittadinanza cui tutti al di là dell’etnia, della cultura e della religione possono portare il proprio contributo nello scambio e nel dialogo.I canti della cultura ebraica in-trodotti dai ricchi commenti dei Cantores Ascensionis hanno af-fermato il ruolo de mondo ebrai-ca nella formazione della comune cultura europea, di cui l’olocausto ha tentato di cancellare la radice. I ragazzi delle scuole medie hanno presentato dei segni come aquilo-ni colorati, farfalle che hanno sot-tolineato la fragilità della libertà umana, ma anche una speranza che vuole vincere la disperazio-ne. Le parole del sindaco Settimio Bravi hanno sottolineato come la persecuzione e la sopraffazione si

possono vincere con una politica che sa tutelare la pace e la digni-tà dell’uomo e che ognuno, a se-conda del suo ruolo sociale, può difendere questi ideali con la sua partecipazione sociale in modo che queste atrocità non possano di nuovo accadere.Durante la fredda serata, nel per-corso per le vie della cittadina, la fiaccolata si è conclusa nel quar-tiere dell’antico ghetto ebraico dove ognuno ha posto un piccolo sasso a ricordo delle vittime del-l’olocausto, rendendo evidente come, Sant’Angelo in Vado, allo stesso modo di tante città italiane ed Europee, è stata privata dal-la furia dell’odio, della comunità ebraica che ha costituito per seco-li una ricchezza sociale e cultura-le, oramai scomparsa. Ogni anno rileggere la shoa, rivivere l’orrore nelle commuoventi testimonian-ze dei testimoni è un atto dovuto alle vittime e a coloro che hanno perduto i loro cari, per contrasta-re coloro che ancora si ostinano a negare la mostruosità dell’olocau-sto.

Mons. Davide Tonti©riproduzione riservata

URBINO. Domenica 20 gennaio nella chiesa di san Francesco si è celebrata una veglia di preghiera ecumenica, presieduta da mons. Giovanni Tani, arcivescovo di Urbino – Urbania – Sant’Angelo in Vado, alla presenza dei pasto-ri delle altre Chiese cristiane. La partecipazione significativa delle comunità ecclesiali ha testimonia-

to la bellezza dell’unità della Chie-sa nel desiderio di poterla realiz-zare appieno, secondo il comando del Signore: «Che tutti siano una cosa sola».Momenti caratterizzanti della veglia sono stati la professione di fede niceno – costantinopolitana (quanto mai indicata in questo Anno della Fede), il segno della

pace ed il profumo della preghie-ra, segno visibile di un impegno comune. «La preghiera comune – ha sottolineato l’Arcivescovo – è la prima risposta al mandato di Cristo che ci richiama anche oggi all’unità».L’ufficio per il dialogo tra le Chie-se ha sottolineato come la pre-ghiera è la vita del cuore nuovo,

che si rispecchia nell’unico volto di Cristo: con essa si è in grado di accogliere il volto dell’altro, quale dono di grazia. I canti, animati dal coro di san Francesco, e la parte-cipazione numerosa dei giovani ha reso credibile questo grande mistero. Il cuore ed il tema domi-nante della settimana di preghiera 2013 – e quindi anche della veglia – è stato tratto dal profeta Michea (6,6-8): “Quel che il Signore esi-ge da noi”. Ecumenismo significa pronunciare parole di speranza per gli oppressi e di rimprovero per quanti, pur dichiarandosi cre-denti, alimentano divisioni e riva-lità tra le comunità ecclesiali cri-stiane. Il profeta Michea ci indica la via per testimoniare la fede e per vivere il mistero dell’unità nel mondo e nella storia. Dopo il mo-mento di preghiera i partecipanti sono stati invitati ad un’agape fra-terna lodevolmente preparata dal-

la comunità di Calpino, conferma di un’amicizia che sempre più si va consolidando.Venerdì 25 gennaio, poi, l’otta-vario di preghiera per l’unità dei cristiani nella nostra arcidiocesi si è concluso con la preghiera nella chiesa parrocchiale di Ca’ Gallo. La comunità si è ritrovata con la Chiesa ortodossa rumena e la co-munità valdese. La celebrazione si è svolta con la partecipazione numerosa dei fedeli in un clima di grande raccoglimento. Nel saluto conclusivo il parroco don Roma-no ha detto che «l’esperienza della preghiera ecumenica è motivo di gioia e di grande speranza, che deve incoraggiarci a proseguire il nostro impegno per giungere tut-ti insieme al traguardo finale, sa-pendo che la nostra fede ha il suo fondamento nel Signore Risorto».

Don Salvatore Amico©riproduzione riservata

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3 febbraio 201318 Urbino Urbania Sant’angelo in VadoUr

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QUasi Un diario

URBINO. Quest’anno saremo alla scuola dell’evangelista Luca. Il bra-no evangelico di domenica scorsa ci ha proposto l’inizio del vangelo con il quale «lo scriba della man-suetudine di Gesù», come è stato chiamato per questo suo lavoro, si promette di raccontare la storia di

Gesù dopo aver effettuato accura-te ricerche su ogni circostanza, fin dagli inizi, e trascriverne un re-soconto ordinato. La vita di Gesù che Luca vuole farci conoscere e che la Chiesa oggi ci ripropo-ne, non è una cosa inventata, ma poggia su fondamenta storiche molto precise e salde. Siamo qui a vivere quegli avvenimenti che si sono svolti allora, ma come se si svolgessero oggi. Le letture ci conducono a Nazaret, dove Gesù si presenta nella sinagoga come un lettore dell’antica legge, con l’intenzione di darne un’immagi-ne rinnovata. È un modo per farci capire come Gesù ne sia la chia-

ve interpretativa. Viene riportata una frase che è centrale: “Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato”. In quel piccolo villaggio, in quel preciso momento, si è avverata, si è compiuta questa Parola. Luca è molto attento al compimento dell’oggi, nella sal-vezza. La nostra fede non sta nel passato, la salvezza si compie oggi. La liberazione non viene domani, ma nel momento in cui la mise-ricordia del Signore ci raggiun-ge. “Questo anno”, ha detto padre Luca Gabrielli, “saremo in com-pagnia dell’evangelista Luca. Sarà l’anno della tenerezza di Gesù, dove Luca mette in risalto l’amore

di Dio per noi. Il tema di questa domenica è l’ascolto della parola di Dio”. Il parroco ha augurato ai ragazzi di provare, di fronte alla Parola di Dio, una grande emozio-ne come se Dio stesse parlando a ciascuno di loro. “Che significato ha per noi” ha aggiunto il parro-co, “il fatto che Luca sostiene di voler trascrivere tutto ciò che ha ricercato? Vuole dire andare alla scoperta della nostra fede. Siamo andati a catechismo, magari con-trovoglia, abbiamo appreso dei contenuti forse già dimenticati. Luca ci spinge ad approfondire la nostra fede; il catechismo non ba-sta, occorre scavare più a fondo”. E

ancora: “Le parole scritte nel Van-gelo sono parole vive, parole che Gesù ha pronunciato 2000 anni fa, ma tramite la potenza dello Spirito Santo esse sono attuali an-che oggi. Il Signore ci parla nella situazione in cui ci troviamo oggi. Quando partecipiamo alla cele-brazione eucaristica dobbiamo te-nere aperto il cuore, perché quella Parola è per ciascuno di noi”. Pa-dre Luca, al termine, ha annun-ciato che il mercoledì delle Ceneri, un frate passionista introdurrà il periodo della Quaresima, cui se-guirà il dibattito.

G. M.© riproduzione riservata

“La missione pubblica di Gesù”Pastorale universitaria

anno aCCadeMiCo 2012 - 2013

Inaugurazione dell’attività pastorale

URBINO - È stata la Cattedrale a fare da cornice all’inaugurazione dell’attività pastorale dell’anno accademico 2012-2013, che que-sto anno è avvenuta in una data molto significativa: il 25 gennaio. In questo giorno ricorre il ricor-do della conversione di S. Paolo, “folgorato sulla via di Damasco”: un episodio tanto famoso da es-sere divenuto proverbiale. Da quel momento”, ha detto l’Ar-civescovo che ha presieduto la celebrazione eucaristica, “la sua vita prende un altro orientamen-to. Ciò che fino ad allora aveva combattuto, diventa il suo vero amore: sarà l’apostolo delle gen-ti; attraverso la sua mediazione il messaggio ha raggiunto anche le nostre terre”. In questa data inol-tre, ricorre il 102° anniversario della nascita del Magnifico Ret-tore Carlo Bo; un uomo, un intel-lettuale, un Rettore che ha creato un binomio indissolubile con la

città e la Chiesa di Urbino e che ha dato un forte impulso alla cul-tura italiana ed europea. Mons. Tani, rivolgendosi al Rettore Stefano Pivato, al pro-Rettore Vilberto Stocchi, ai docenti, agli studenti ed al personale tecnico-amministrativo, ha ricordato che l’Università ha una vocazione a cui rispondere: la vocazione alla formazione e alla ricerca. Essen-do in Chiesa e all’interno di una celebrazione eucaristica, è stato facile e giustificato il riferimento a Dio e la sua chiamata all’uomo a vivere secondo la propria digni-tà, sviluppando virtù e conoscen-za. Sono stati ricordati anche alcuni scritti di Giovanni Paolo II, ripresi poi da Benedetto XVI in cui si diceva che “la missio-ne dell’Università è la continua indagine della verità mediante la ricerca, la conservazione e la comunicazione del sapere per il bene della società”. L’Arcivesco-

vo ha aggiunto che “tutto questo comporta una visione ampia e profonda della vita, visione che per noi che siamo sotto il tetto di questa chiesa, è data dalla fede. È, dunque, un invito a uscire da una visione individualistica, a usci-re dal “per me”, vissuto in modo esclusivo, per entrare in un di-namismo che si chiama ricerca del bene comune. L’Università è chiamata al servizio della cultu-ra, un vero atto di carità: la cari-tà intellettuale. È il servizio della sapienza, del sapere, non come forma di supremazia e potenza sugli altri, ma come servizio per il miglior bene di tutti. La pagina evangelica ci parla del manda-to dato da Gesù agli apostoli, e quindi anche a Paolo, di andare a predicare il vangelo a ogni crea-tura. Così diventano veramente “pescatori di uomini”: ciò significa far entrare gli uomini in una rete di senso, togliendoli dal grande mare dell’insignificanza. Questa vocazione appartiene a tutti noi:

tutti siamo chiamati ad attivare le nostre competenze e a dare il no-stro contributo alla vita di qual-siasi persona che incontriamo sul nostro cammino. Accanto allo studio va chiaramente sviluppata una formazione umana in modo da essere sempre più maturi nel-l’affrontare la propria vita per-sonale e le relazioni con gli altri”. Con queste parole, l’Arcivescovo ha voluto dare una risposta alla crisi che stiamo vivendo che, pri-ma che economica, è una crisi di valori. “È una crisi che ci fa capire che il modello di vita dominante, caratterizzata da consumismo e individualismo, non ha sbocchi e produce un male oggettivo che è sotto gli occhi di tutti”. Al ter-mine, è stato invocato lo Spirito Santo per dare luce alle menti e forza alla volontà, affinché l’ope-ra dell’insegnamento e dello stu-dio si svolga in modo costruttivo e sereno.

Giuseppe Magnanelli© riproduzione riservata

1. L’anno nuovo 1963 sia a Voi interamente propizio e sereno * ve lo augura l’istituto statale d’arte di urbino dai fogli di questo saggio cui hanno posto mano alunni delle sezioni

di “grafica”, di fotoincisione e maestri d’arte delle sezioni di tipografia e legatoria. dicem-bre 1962. Così si legge nell’antiporta di “una poesia al mese per il 1963”. il colopfon dice: “Questo Calendario viene stampato in quat-trocento esemplari numerati su carta “Fiume Giano” della Cartiere Miliani, per le copie dall’uno al cento e su carta tipo “offset” delle stesse cartiere, per le copie dal centouno al quattrocento. copia n. (Le liriche riferite ai dodici mesi sono state scelte da valerio Vol-pini: Gennaio, G. vigolo; Sera di Febbraio, u. saba; Marzo, che mette nuvole a soqquadro…, a. onofri; Aprile-Amore, M. Luzi; “Donna di maggio, a. Gatto; Giugno, G. ungaretti; Notte di Luglio, p. Bigongiari; Meriggiare pallido… e. Montale; “Settembre a Venezia, v. Cardarelli; La notte di Ottobre, a. Bertolucci; Elegia di

Novembre, C. Betocchi; Dicembre a Porta nuo-va, L. sinisgalli).2. sassoferrato 25.1.2013. presentazio-ne di due libri: stefano troiani, E fu sera e fu mattina, La luna, Fermo 2013; sabrina iachetti,Cade una foglia, ist. intern, studi pi-ceni, 2013. relatori: M. Lenti, G. Mosci.appunti miei sulla relazione finale di Fabio Ciceroni:Giornata dedicata alla poesia: che valore può avere la poesia con il resto del mondo.i lettori veri sono pochi e saranno sempre di meno. parecchi milioni, invece sono quelli che scri-vono, ma si ricorda il celebre detto di un politico: Qui parliamo di cose serie, non si fa poesia come se fosse tutto tempo perso.Crocetti ha avuto un solo sponsor: un co-struttore edile: la poesia costruisce come il muratore.Concetto del tempo oggi: culto del presente, si dimentica il passato. Convegno a Città del Capo: si dichiara che il presente non esiste, il futuro è inafferrabile, il passato è irripetibile.La poesia ha la sua funzione quando è inter-

rogativa. come l’arte, la pittura, la musica.solo lo stupore conosce: non decorare, ab-bellire, ma conoscere: rendere il vero, svela-re. Mai al margine, ma al centro.il 900 ha trovato nella poesia la funzione di ricerca insonne, lo stupore, il fascino della bellezza, non quella fine a se stessa, ma spi-rituale, che ha bisogno di riconoscere il mi-stero. alla domanda Moravia ha risposto che tutto è mistero (1945).poesia contatto con lo spirito ha il compito di rintracciare la bellezza.il paesaggio che domina quello interiore: ri-spetto, devozione, obbedienza alle leggi del-la natura. La natura è ciclica, prenderne atto. visione metafisica: natura e nascita sono la stessa cosa. idea dell’eterno. La scrittura è il solo modo di recuperare l’esistenza. necessi-tà della poesia. oggi è crisi spirituale.3. Fa bene il mio parroco a proporre la lettu-ra quotidiana del Vangelo, indicando i passi giornalmente sul foglietto domenicale. i cri-stiani debbono leggere il testo sacro, nono-stante la lettura ardua, che incontra difficol-tà di molte specie. Brenno Bucciarelli, allora

direttore della Lev (Libreria editrice vatica-na), come strenna natalizia mi donò il testo del vangelo di Luca, commentato il 1090 pagine: greco, latino, italiano. il testo greco con analisi filologica a cura dei Gianfranco nolli, 1982. da allora sono uscite moltissimi eccellenti commenti e studi di natura teolo-gica sul vangelo pubblicati da Paideia, una delle migliori case editrici italiane in ambito religioso.4. Chiedere l’amicizia, dare l’amicizia. tutti giorni dare e ricevere: mi piace, commenta, condividi, scrivi qualcosa, pubblica…cin-guetta! eccetera. siamo obbligati ormai a tenere fede agli amici e ogni giorno cliccare, vedere, rispondere, commentare, allontana-re la pigrizia, approfondire lo strumento di comunicazione, fino alla tentazione di iscri-verci a corsi di computer per non ricorrere sempre a parenti e amici che ne sanno più di noi. alcuni temono di essere bollati dal com-puter…da chissà quali notizie e note che ti possono ritornare avverse, ma male non fare, paura non avere. e’ come imparare ad anda-re in bicicletta.

Un dono aLLa FondaZione CarLo e Marise bo

Gli originali degli ex-librisurBino - in occasione della Messa del-l’inaugurazione dell’anno accademi-co 2012-2013, l’arcivescovo di urbino Giovanni tani ha inserito il ricordo di Carlo Bo, di cui ricorrevano 102 anni dalla nascita, indimenticabile Magni-fico rettore dell’ateneo urbinate dal 1947 al 2001. ed ha lasciato spazio, al termine della cerimonia, per la consegna alla Fon-dazione Carlo e Marise Bo, degli ori-ginali degli ex-libris che le acli-Centro universitario avevano commissionato a vari artisti in occasione del centena-rio della nascita di Carlo Bo per una mostra organizzata in occasione delle Conversazioni di Palazzo Petrangolini nell’agosto del 2011. Gli ex libris sono cartelline o etichette, con fregi o dise-gni artistici, con lo spazio per il nome, che i proprietari di vaste collezioni ponevano nel frontespizio o all’inter-no della copertina dei loro libri, come segno di riconoscimento o di distin-zione della proprietà. per la mostra avevano aderito 100 artisti, italiani e stranieri, con 120 opere. Gli originali delle opere, racchiusi in un suggestivo cofanetto rosso, nella bella cornice del duomo, sono stati donati da Gastone Mosci , curatore del catalogo (edizione Quattroventi 2011) all’attuale Magni-fico rettore stefano pivato, presente per il saluto augurale del nuovo anno accademico . erano presenti, per la Fondazione Carlo e Marise Bo, le do-centi Marta Bruscia e ursula vogt, per acli Giovanni Buldorini e sergio pretel-li. per la realizzazione della Mostra e del Catalogo un grazie sentito va alla benemerita partecipazione della Fon-dazione Cassa di risparmio di pesaro.

S.P.© riproduzione riservata

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3 febbraio 2013 19Urbino Urbania Sant’angelo in Vado

HA DEDICATO LA VITA ALLA SCUOLA E ALLO STUDIO

Cordoglio per la scomparsa di Amato RossiUrbino - E’ morto Amato ros-si, uno dei cantori speciali della poesia e della cultura urbinate vissuto a cavallo tra lo scorso e questo primo scorcio di XXi° se-colo. Aveva 84 anni questo “per-sonaggio” discreto e di estrema umiltà che ha pubblicato libri di storia che sono presenti in tutte le biblioteche universitarie na-zionali e degli Stati Uniti. Prover-biali i testi “Donne prostituzione e immoralità nel mondo greco e romano” (Lucarini Ed.), “La casa nell’area mediterranea del mondo antico” (Casa Editrice G. D’An-na), “Per una didattica del Lin-guaggio pubblicitario” (Ellemme Ed.), “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi – 11 marzo/11 aprile 1950 (Pavese Commento)”, “La resi-

stenza italiana: scritti, documenti e testimonianze” (Lucarini Ed.). Era nato a Macerata Feltria ma trascorse buona parte della sua gioventù a bologna dove si laureò in Lettere, indirizzo classico, poi in Storia ed, infine, in Filosofia (Amato rossi fotografato in occa-sione della sua terza laurea). Ha insegnato e fatto amare la Lingua e Letteratura italiana, il Latino ed il Greco, la Storia e la Geografia nelle scuole ed istituti statali di ogni ordine e grado; già Assi-stente universitario volontario di Lingua e Letteratura italiana, ha ultimato la carriera scolastica da Preside di ruolo ordinario. Ha vissuto ad Urbino e ha collabo-rato con importanti riviste con numerosissimi articoli didattici

e pedagogici di cui si ricordano “Le traduzioni italiane dell’Enei-de e il problema del tradurre”, “il metodo attivo nello studio della letteratura italiana” e, nel 1980, l’apripista per certe problemati-che sociali: “bilancio di un bien-nio di attività al servizio di alunni handicappati nella Scuola Media Statale Luigi Carnevali di San-t’Angelo in Vado”. Ultimamente impegnava il suo abile sapere nel-l’ambito letterario e poetico. E’ di appena ieri, anno 2010, l’ultima raccolta di versi titolata “La poe-sia ricerca della verità e voce di intime vibrazioni”(QuattroVenti) illustrato splendidamente con 11 tavole di suo figlio Giovanni, in arte Giò ross artista noto a livello nazionale. Lascia in eredità, attra-

verso il filtro e la mediazione dei classici, una formazione educati-va unica e una lirica e una prosa

impreziosite di riflessioni.eg

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Urbino – Domenica scorsa 27 gennaio, in anticipo, per usufruire del giorno di festa, di alcuni gior-ni rispetto alla data di calendario (31 gennaio), Aimc (associazione italiana maestri cattolici) e Age (associazione genitori) hanno ce-lebrato unitariamente, com’è tra-dizione ad Urbino, la ricorrenza di San Giovanni bosco, patrono degli educatori. L’arcivescovo monsignor Giovanni Tani, acco-gliendo l’invito delle due associa-zioni, ha presieduto la celebrazio-ne della Messa, insieme a mons. Clodoveo Agostini assistente ec-clesiastico di Aimc e Age, alle ore 16 nella Chiesa della SS. Annun-ziata; nell’omelia, in particolare, si è soffermato sull’accento messo dall’evangelista Luca sulla storici-tà di quello che scriveva e inoltre sull’uso della parola “oggi” che ci impegna a vivere la nostra fede nel quotidiano. Particolarmente significative sono state le parole dell’ Arcivescovo quando ha rap-portato il Vangelo domenicale alle realtà delle nostre associazioni: Gesù torna a nazaret, quindi alle sue radici e alla sua famiglia; Gesù va in sinagoga e insegna. Con ciò Mons. Tani. ha sottolineato come i genitori e gli insegnanti siano da sempre promotori basilari e indispensabili nella formazione umana e spirituale dell’individuo.

Ad essi infatti è affidata quella crescita “in età, sapienza e grazia” che la famiglia e la scuola devono promuovere proprio alla stregua del modello di cui Gesù stesso si è fatto esempio e che san Giovan-ni bosco ha saputo cogliere così bene nella sua opera tra i giovani. Ha ricordato anche il significa-to della “giornata della memoria”. Successivamente il nutrito gruppo

dei partecipanti si è trasferito nel salone dove ha dato vita, sempre secondo tradizione, ad una sim-patica ed allegra festa “condita” di scenette vivaci e frizzanti, inter-pretate con la solita ironia e con spirito da Condy, bruna, Gina, Anna rita, Luciana. Prima di ac-comiatarsi l’arcivescovo ha rivol-to un cordiale indirizzo di saluto complimentandosi per l’atmosfera

di amicizia e di calore che anima i componenti delle due associazioni nelle quali convivono in armonia giovani e meno giovani (tuttavia con prevalenza di questi ultimi) tra i quali non ha voluto mancare, festeggiatissimo, anche quest’an-no il decano dell’Aimc, il maestro renato bravi con le sue giovani-lissime 91 primavere, mentre una marea di saluti è stata inviata, per

il tramite di Eulalia, alla maestra Diana Piergiovanni, anch’essa veterana dell’Aimc e sempre pre-sente alle iniziative ed alle gite so-ciali, alla quale una convalescenza, comunque in via di conclusione, non ha permesso di intervenire alla festa. non è mancata neppu-re la presenza di maestre tornate per l’occasione da altre sedi di residenza, tra cui Anna bellucci, urbinate, che ora vive a Cattolica. C’è stato anche un breve interven-to del dottor Massimo Volponi, presidente del Movimento per la Vita, che ha illustrato il motivo di una raccolta di firme per una leg-ge europea avente per oggetto il rispetto dell’embrione umano, di cui riferiamo a parte. Una lotteria ed una tombola con premi a sor-presa hanno cotribuito a vivaciz-zare ulteriormente il pomeriggio che si è chiuso in bellezza con la degustazione di tante specialità gastronomiche salate e dolci pre-parate dalle abilissime mani di tante maestre e mamme.

gdl© RIPRODUZIONE RISERVATA

AIMC E AGE HANNO FESTEGGIATO IL PATRONO DEGLI EDUCATORI

Ricorrenza di San Giovanni Bosco

URbINO - L’unione europea si è fatta promotrice di una iniziativa dei cittadini denominata “Uno di Noi”. Essa si propone di raccogliere le firme necessarie per una legge europea che ha per oggetto la protezione giuridica della dignità, del diritto alla vita e dell’integrità di ogni essere umano fin dal concepimento nelle aree geografiche di competenza UE. L’embrione umano – è questo l’obiettivo principale – merita il rispetto della sua dignità e integrità come è affermato nella sentenza CEG nel caso brustle che lo definisce come l’inizio dello sviluppo dell’essere umano. Per garantire la coerenza nei settori di sua competenza dove la vita dell’embrione umano è in gioco, l’UE deve in-trodurre un divieto e porre fine al finanziamento di attività che presuppongono la sua distruzione, l’eliminazione fisica e ricerche per eugenetica. Il Movimento per la Vita italia-no si fa tramite cercando di raccogliere il maggior numero possibile di firme tra le persone di buona volontà per por-tare avanti questa proposta che ha come finalità ultima l’estensione del concetto giuridico di persona all’embrione fin dal suo concepimento. Si invitano tutti i cittadini e i parroci della diocesi ad aderire o richiedere fogli da com-pilare contattando il presidente del M.p.V. di Urbino al nu-mero 3394386400 o all’indirizzo [email protected]. Sul sito web dell’iniziativa http://www.oneofus.eu potrete trovare tutte le informazioni.

Massimo Volponi© RIPRODUZIONE RISERVATA

UNA RACCOLTA DI FIRME IN TUTTA EUROPA

Per la salvaguardia dell’embrione umano

NUOVA INIZIATIVA DELL’ISTITUTO ALBERGHIERO DI PIOBBICO

Metti la sera … a scuolaPiobbiCo. in questi ultimi anni l’istituto Alberghiero di Piobbico si è distinto nel proporsi ai giovani e al territorio con iniziative di valore nazionale e con esperienze a livello internazionale (concorsi, manife-stazioni gastronomiche, gemellaggi, soggiorni linguistici…). Per quanto riguarda l’anno scolastico 2013/2014, l’iniziativa su cui l’istituto propone l’attenzione e la partecipazione, è un corso serale aperto a tutti con lezioni che si terranno al di fuori dell’orario di lavoro, predisposte per chi ha la giornata impegnata e il desiderio di un titolo di studio. Per questo verrà attivato un Corso Serale che si svol-gerà nell’istituto stesso. Le iscrizioni scadono il 28 febbraio, anche se è prevista una proroga. inizierà con il prossimo anno scolastico e riguarde-rà solo il percorso ristorativo settore Cucina, per la durata di tre anni. Al termine del triennio verrà rilascia-to un diploma equivalente a quello quinquennale. L’iscrizione al Corso prevede una tassa di 150 €.Sono previste 27 ore settimanali che scenderanno a 25 per fare posto a le-

zioni di compresenza, distribuite in cinque giorni, dal lunedì al venerdì, con gli orari che dovrebbero andare dalle ore 17:30 alle 22:30. il corso si divide in un monoennio che com-prende il primo e il secondo anno, seguito da un secondo che compren-de il terzo e il quarto,quindi l’ultimo (quinto), al termine del quale, dopo aver sostenuto l’esame di stato, ver-

rà rilasciato il diploma di tecnico in Servizi Enogastronomici. nel corso dei tre anni è prevista an-che la partecipazione a stage profes-sionali ed il riconoscimento di crediti formativi (per info www.polocelli.it - tel 0722985155).

Erika Paolini Ilaria Guiducci

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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3 febbraio 201320 Urbino Urbania Sant’angelo in Vado amicoil nuovo• •

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Un grande eSemPIo dI SoLIdarIeTÀ neL Panorama naZIonaLe

L’Avis vadese record di donazioni

Urbino - Gli studenti medi sono stati i protagonisti assoluti della “Giornata Pascoliana” che si è te-nuta in Urbino. A cento anni dalla morte di Giovanni Pascoli, gli stu-denti dell’iiS raffaello hanno ricor-dato con un recital l’opera del gran-de poeta. L’amore che Pascoli ha sempre nutrito per Urbino, ha mo-tivato gli studenti della città ducale a collaborare con l’Università per la realizzazione di una giornata di stu-di in suo onore, che si è svolta nella prestigiosa sede del Teatro Sanzio e che si è inserita nel più ampio ci-clo di celebrazioni pascoliane, che si sono svolte e che sono ancora in via di svolgimento in tutta italia. il poemetto “italy” è stato reinterpre-tato e messo in scena dal gruppo teatrale dell’iiS raffaello. “italy” è una delle prime testimonianze della letteratura italiana sull’emigrazio-ne. “Dramma economico e sociale – ha rivelato l’insegnante di lettere Giuseppe Puntarello - che lacerò le famiglie e le comunità produttive della nazione all’alba del novecen-to. il poemetto fu una risposta alla incipiente mentalità nazionalistica e patriottica di quell’italia dilania-ta dalla diffusa e profonda miseria economica. Traendo spunto da un episodio veramente accaduto nella famiglia di un piccolo agricolto-re suo amico, Pascoli – conclude

Puntarello - scrisse questo lungo poemetto, che ha per sottotitolo ‘Sacro all’italia raminga’ e chiama in causa immediatamente il feno-meno dell’emigrazione, guardato con sgomento come perdita d’iden-tità e fattore di estraneità reciproca fra chi è partito e i parenti rimasti in patria a conservare arcaiche abi-tudini di vita”. Un altro gruppo di liceali ha letto brani tratti dal ciclo di lezioni universitarie che Giovan-

ni Pascoli tenne a bologna nell’an-no accademico 1911/12, presso la regia Scuola Pedagogica. Le lezio-ni sono pervenute per gentile pre-stito di Antonio Piergiovanni, che ha messo a disposizione le copie anastatiche delle lezioni pascoliane provenienti dalla collezione del-la sua compianta consorte Maria Cristina Grossi, figlia di Gualtiero Grossi, bibliotecario dell’oliveria-na di Pesaro dal 1873 al 1893. “non

succede frequentemente che gli studenti siano in grado di apprez-zare la poesia di un autore come il loro professore desidererebbe, ma per Pascoli è successo qualcosa di diverso – ha sollecitato il dirigen-te del ‘raffaello’ bruno Papi - Sarà che questa volta gli urbinati hanno giocato in casa, sarà l’emozione che hanno provato nell’ascoltare poesie come ‘L’Aquilone’, ‘Cavalli-no’ o ‘Campane a sera’, fatto sta che

gli studenti hanno seguito, sono stati interessati, si sono impegnati con piacere. La capacità di Pascoli di universalizzare le emozioni più profonde ha catturato i giovani e non è cosa da poco”. Un’esperienza unica l’incontro con la poesia pa-scoliana, basato sull’impegno e la serietà che questa volta ai giovani non è mancata.

eg© riproduzione riservata

SAnT’AnGeLo in VADo - Un piccolo borgo, anzi grandissimo. Come il cuore e la generosità della sua gente. Da anni la sezione Avis vadese svetta a livello nazionale per il rapporto abitanti e dona-zioni; da anni si raggiungono cifre da capogiro ed ogni volta sembra impossibile superare i numeri dell’anno precedente. Anche il 2012 ha puntualmente lasciato di stucco anche i più ottimisti: 829 donazioni, in un paese che con-ta appena 4000 abitanti! numeri incredibili, che fanno di Sant’An-gelo in Vado un grande esempio nel panorama del volontariato del sangue italiano. “La cultura del donare sangue fa parte del nostro Dna – sottolinea il Presidente del sodalizio vadese ottavo Longhi – e nell’anniversario del 55° anno di fondazione dell’Avis di Sant’Ange-lo in Vado, fa sicuramente piacere

battere l’ennesimo record di dona-zioni”. La soddisfazione è grande e tutto il Direttivo vadese (nella foto) è già pronto a pianificare un 2013 all’altezza di quello lascia-to alle spalle. “L’Avis è il fulcro dove un’intera comunità si ritrova – prosegue Longhi –; Sant’Angelo è un luogo dove la collaborazio-ne con comune ed associazioni permette di organizzare appun-tamenti di festa, di aggregazione, di sport, di divulgazione medico scientifica, di cultura e di solida-rietà. i giovani trovano nell’Avis un motivo di coerenza sociale, di impegno e di partecipazione; ve-dono nel donare sangue un motivo

di continuità: intere generazioni di famiglie vadesi ne sono coinvolte”.

L’Avis vadese è di recente entrata nella scuola primaria, per incon-

trare i bambini delle classi quinte. Ha consegnato agli alunni dei puz-zle didattici che informano, gio-cando, sull’importanza del donare plasma. “La nostra missione? ov-viamente confermare le 800 dona-zioni, poi continuare a coinvolgere i giovani: la nostra sezione conta ben ottanta iscritti con meno di 30 anni. Quest’anno sono stati ol-tre 30 giovani a presentarsi per la prima donazione. e non mancano gli extracomunitari che grazie al-l’Avis trovano un nuovo ponte per potersi integrare appieno con la comunità vadese”.

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urBino – Ben dodici mesi sono passa-ti dai tre metri e ventisette centimetri che seppellirono urbino e l’entroterra sotto un manto al tempo stesso dol-ce e doloroso. tutto il territorio della nostra arcidiocesi è stato colpito dal cosiddetto “terremoto bianco”, che se da un lato ha provocato distruzione di tetti e capannoni, dall’altro ha an-che scatenato la curiosità e la teme-rarietà di tanti fotografi, più o meno amatoriali. ne sono scaturiti dei libri: dapprima quello del resto del Carli-no poi quello sul concorso fotogra-fico della pro urbino e infine quello de il ducato, giornale dell’istituto di formazione dei giornalisti. Libri che hanno il pregio di riportare con viva realtà tutti gli accadimenti succedu-tisi nelle due settimane così come gli

stupendi panorami e le tante attivi-tà ludiche: e così sfogliando quelle pagine, come anche riguardando le proprie foto al computer di casa, ci si ricorda di quando il vicino non riusci-

va ad uscire dal portone, del proprio figlio sempre fuori con il bob, dei vicoli ancora più stretti, delle colline incantate. È ovvio che le tante soffe-renze patite dagli allevatori col be-

stiame morto di stenti o dagli anziani soli e isolati in casa non si cancellano certo con qualche foto ridente, ma i brutti ricordi si scacciano combatten-doli, e un modo può essere quello di ripensarci e affrontare quelle imma-gini stavolta in maniera positiva, col passato finalmente alle spalle. Così abbiamo pensato di proporvi alcuni scatti significativi che sicuramente gli

urbinati ricorderanno e i non urbina-ti faranno poca fatica ad immaginare. nelle prossime settimane seguiranno invece reportage sui gravi danni in-flitti dalla neve a case e monumenti, con il punto della situazione ad un anno dalle tragiche due settimane; sarà cambiato qualcosa?

Giovanni Volponi© riproduzione riservata

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Bombardamentodi Urbania

23 gennaio ‘44

pagina

storiA

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Raphael Gualazzidi nuovo

a Sanremo

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musicA

3 febbraio 2013 21amicoil nuovo• •

di arte cultura sport

La voce di Charlotte dopo 70 annidi Roberto Mazzoli

LA FAmiGLiA FuLLENBAum EBrEA iN FuGA DALLA GErmANiA

Virgili Daria, Virgili Virgilio e le figlie Gianna (in Carnali) e Mercedes (in Faraoni). Un’intera famiglia di Secchiano

di Cagli i cui nomi sono incisi dal 1992 al museo della Shoah di Gerusalemme (Yad Vashem). Sono circa 500 gli italiani riconosciuti “Giusti tra le Nazioni”, ovvero persone che, a rischio della propria vita, non hanno esitato a proteggere gli ebrei dalle persecuzioni razziali durante la Seconda Guerra Mondiale. Sul numero del Nuovo Amico della scorsa domenica, in occasione della Giornata della Memoria, la signora Mercedes ha raccontato quei fatti riportando alla luce una pagina di storia inedita.A seguire proponiamo un’intervista esclusiva

alla signora Charlotte che, all’epoca dei fatti narrati aveva soli cinque anni, e che insieme a sua madre e suo

padre riuscì a scampare alle deportazioni naziste

Signora Charlotte, lei e i suoi genitori siete di origine polacca ed ebrei osservanti. Come avete vissuto nel cuore della Germania nazista e come siete arrivati in Italia?Fuggimmo dalla Germania dopo la

Notte di Cristalli. Era il 9 novembre 1938

quando vennero distrutte quasi tutte le Sinagoghe e i

negozi ebrei in tutto il Terzo Reich. In quell’occasione circa

30.000 ebrei furono deportati nei cam-pi di concentramento. Mio padre Wolf

e mia madre Esther Fullenbaum (che aveva già sofferto tanto ed era stata in carcere), fuggirono a Milano dove, dopo

10 giorni, nacqui io. Mio padre conosce-va già l’Italia poichè, da commerciante, viaggiava spesso. Mia madre che riuscì a passare il confine italiano con l’aiuto

di un nipote della Svizzera. E proprio a Milano altri della sua famiglia erano fuggiti dalla Germania. Ad esempio la sorella di mia madre con la sua famiglia che riuscì a lasciare l’Italia rifugiandosi in Svizzera poco dopo la mia nascita. Come mai siete giunti a proprio a Secchiano di Cagli?

Con l’aiuto dei partigiani. Abbiamo vissuto sempre nascosti cambiando spesso località. A Secchiano infine ci ha portati il signor Samuele Panichi un amico di Virgilio Virgili, il padre di Gianna e Mercedes.

Dopo la guerra siete andati subito in America?

No. Prima siamo stati trasferiti in un campo profughi a Cinecittà a Roma. Poi abbiamo incontrato Desolina e Memmo Paruccini ci hanno ospitato nella loro casa per un tempo, finchè i miei genitori sono riusciti a sistemarsi. I Paruccini erano buonissime persone e ci

hanno aiutato sempre malgrado le loro risorse limitate. Rimanemmo in Italia fino all’anno 1950 quando, in dicembre, emigrammo in America. I miei genitori amavano tanto gli italiani e non avrebbero voluto lasciare l’Italia. Tuttavia non c’era alcuna possibilità di lavoro per mio padre. Questo è stato l’unico motivo che ci ha spinto a partire all’America.

Che ricordi ha del periodo trascorso a Secchiano?

Ricordo Secchiano sempre con tanto affetto. La gente era bravissima e noi siamo sempre stati trattati benissimo. Ho un ricordo particolare di Virgilio Virgili che ci portava sulla sua carrozza e a cavallo. Poi ci portava della legna per riscaldarci nella scuola del paese dove eravamo nascosti. Ricordo ancora il freddo dell’inverno e la paura costante dei nazisti. Però va detto che anche gli italiani correvano lo stesso pericolo, in particolare i cittadini di Secchiano che hanno rischiato tutto per aiutarci a sopravvivere durante quel periodo così difficile. Tra le altre cose mi tornano alla mente gli aeroplani che volavano sopra Secchiano e che buttavano giù fogli per avvertire la gente a non aiutare ebrei e partigiani. Io stavo sempre con la mia amica più buona, Mercedes Virgili. Un giorno eravamo in chiesa quando qualcuno iniziò a gridare: “scappate, scappate, vengono, vengono”. Tutti lasciarono la chiesa e iniziarono a correre in varie direzioni. Quando arrivai a casa mia trovai la porta aperta senza nessuno dentro. Pensai che i

tedeschi avessero ucciso mia madre. Invece i secchianesi avevano studiato un piano per ingannare i tedeschi e non far cadere in trappola la mia famiglia. Avevano stabilito che, qualora i soldati fossero entrati in paese, i miei genitori sarebbero dovuti andare nei campi per lavorare la terra come tutti gli altri. Mio padre e mia madre però dovevano rimanere in silenzio perché non parlavano bene l’italiano e i nazisti avrebbero scoperto il trucco immediatamente. Avevamo una costante paura di essere arrestati e deportati anche perché sapevamo dei lager.

La vostra testimonianza rappresenta oggi un’eredità importante per i giovani. Cosa si sente di dire ai ragazzi del 2013 che vedono i fatti di 70 anni fa spesso così lontani da loro?

Purtroppo, si dimentica la storia troppo presto. Se la gente rimarrà indifferente alle tante cose che accadono in tutto il mondo, allora gli orrori continueranno. È per la bontà ed il coraggio della gente di Secchiano, e di tanti altri italiani che noi, e molti altri come noi, possono continuare a vivere la vita. Oggi abbiamo figli, nipoti, e molti altri in famiglia che fanno del bene in giro per il mondo. Vorrei concludere con le parole dell’autore del libro “It Happened in Italy” (È accaduto in Italia) scritto dalla mia amica, Elizabeth Bettina: “If you are not indifferent, you can make a difference” (Se non siete indifferenti, potete fare una differenza).

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Ricordando la poetessa Annateresa Vichi Albanesiil 4 febbraio 2009 ricorre il quarto

anniversario dalla scomparsa della poetessa annateresa vichi

albanesi, una delle voci più brillanti e più intense che il nostro territorio ha saputo offrire negli ultimi anni al panorama poetico regionale e nazionale.La sua prima silloge poetica uscì nel 1966 con liriche composte in massima parte in età giovanile. a Poesie ’66 seguirono La notte che viene (1972), E sono stanca d’inventarmi il sole (1989), Theorema dell’impossibile (1995), Ombre di soli a sera (2000), Debutto a sipario chiuso (2003), Ogni finestra chiusa (2005) e le prose poetiche de Lo specchio crinato (2005). annateresa, che era nata a orvieto nel 1927 e da molti anni risiedeva a Montelabbate, al momento della scomparsa stava ultimando la sua ultima raccolta intitolata L’ovvietà dei silenzi, poi pubblicata grazie al concorso di alcuni amici, enti e istituzioni. nelle

sue pagine la poetessa porta a compimento un’esperienza letteraria coltivata con passione e fedeltà (e non senza sofferenza) per tutta la vita.tantissimi i riconoscimenti ottenuti nel corso di premi letterari e parimenti numerosi gli attestati di stima da parte di critici e scrittori. La sua produzione è stata letta, apprezzata, commentata e recensita da molte grandi firme della letteratura marchigiana e nazionale: da paolo volponi a Luciano anselmi, da paolo ruffilli a Maria Lenti, da Fabio tombari a Francesco scarabicchi.all’indomani della sua dipartita l’amica silvia Cecchi ebbe a ricordarla, a nome di tutti gli amici, con queste intense e commosse parole: “La forma della sua scrittura poetica risponde intimamente alla forma della sua vita di donna: concreta e immaginifica, pratica e sognatrice, innamorata e disillusa,

china sui quattro figli e sul marito sergio e con un occhio sempre in fuga verso la piccola patria invisibile della poesia. so dalle sue confidenze e da quanto mi hanno raccontato i figli, come anna si sia spesa tutta la vita per il suo lavoro di maestra elementare, per educare i figli e nipoti, per accudire il marito, nei mille compiti femminili e come, al tempo stesso, sia stata capace di affidarsi a strade non garantite da alcuna certificazione di razionalità o di buon calcolo: questo era il meglio di anna, quello che lei amava più di se stessa, il suo essere nata poetessa. Bastava parlarle di poesia e le sorridevano gli occhi infantili, anche nel letto d’ospedale. Lo posso testimoniare io stessa: quegli occhi che rispecchiavano un’anima così totalmente aliena a ogni imposizione, autorità, potere, incutevano però in tutti coloro che l’hanno frequentata e visitata fino alla fine, parenti, amici, un rispetto quasi reverenziale, un

tanto di sacro, una forma ineffabile di autorità. Quella timidezza che intimidisce, quella trasparenza totalmente indifesa sono nient’altro che l’autorità della poesia, la sua sommessa forza educatrice.”

R. R.©riproduzione riservata

Il tempo ambiguo / smarrisce ogni / nostra memoria, / ma vorresti rinverdire / le gioie di un momento, / o consolidare un ricordo / che ti sfugge tuttavia. / E ti sorprendi a fissare / un qualsiasi punto / in cui t’è parso / di ravvisare un volto, / e resti immobile / a navigare nel vuoto / del pensiero, / nel dubbio che, forse, domani, / avrai dimenticato anche / d’essere chi sei, / come se il passato / non fosse mai esistito, / perché il tempo ruba / la sua stessa identità.

Sei forse tra l’erba / che spunta nel prato / nascosto tra il lungo inseguirsi / di fronde che inneggiano al cielo / o forse tra azzurre pervinche / - profumi

smarriti / tra siepi di fiori -. / Sei forse tra i platani / - cortecce biancastre / che inseguono / un geometrico andare -. / Tu signoreggi, cuore, / vestito di stracci, / tra questa natura selvaggia / che anticipa l’ombra del sole / ancor prima che increspi / il crepuscolo a sera.

E nel volo / delle rondini a sera, / ritrovo la sintesi / dei miei pensieri.

Così al museo dell’Olocausto di Gerusalemmeriportiamo a seguire alcuni stralci della scheda ufficiale della storia di secchiano così come è stata depositata presso il museo dell’olocausto a Gerusalemme:«Nel 1943, in un piccolo villaggio dell’Appennino, Secchiano di Cagli, la famiglia Virgili ha salvato Wolf ed Esther Fullenbaum, originari della Polonia, insieme alla loro figlia Charlotte che nacque a Milano nel novembre 1938. la famiglia Fullenbaum rimase a Milano per due anni poi fu trasferita a Ferra-monti, un campo di concentramento della Calabria. Più tardi vennero trasferiti nel campo di “confino libero” in Piove di Sacco, in provincia di Padova. Dopo l’8 settembre del ‘43, provarono a fuggire al sud verso gli alleati ma arrivaron poa Secchiano, un paesino di 600 abitanti. Qui vennero aiutati dalla famiglia Virgili che li ospitò in casa. In seguito vennero trasferiti nella scuola del paese. Gli abitanti si Secchiano nascosero la vera identità della famiglia ebra. Un giorno la mamma di Charlotte, per ricambiare gli aiuti ricevuti dalla moglie del mugnaio, le donò la sua fede d’oro, molti anni più tardi quella fede nuziale fu restituita a Charlotte. La moglie del mugnaio infatti aveva lasciato precise istruzioni per fargliela riavere dopo la sua morte. Verso la fine della guerra il signor Virgili fu arrestato dai tedeschi, interrogato e rilasciato dopo tre giorni poiché non furono trovate prove contro di lui. L’11 febbraio 1992 Daria e Virgilio Virgili e le loro figlie Gianna Carnali e Mercedes Faraoni, sono stati riconosciuti dallo Yad Vashem come Giusti tra le Nazioni».

Nella foto la famiglia di Charlotte (a

sinistra) all’inizio degli anni ‘50

Page 22: «Il Nuovo Amico» n. 5 del 3 febbraio 2013

3 febbraio 201322 arte cultura sport

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è in corso presso la Galleria 065 di

Pesaro la mostra personale di Giulio Serafini dal titolo “Sentinelle

del mattino’’. Giulio Serafini è legato da sempre al tema del cielo e in particolare la luna. Il mistero del celeste domina in varie colorazioni, e in Serafini è presente l’influsso cubista, che dà una nuova definizione dello spazio, con una visione neo-romantica. L’artista di Urbino recupera l’idea di una luna-madre, simbolo della protezione e di valori arcaici. Grande incisore, Serafini, dopo aver frequentato la Scuola del Libro di Urbino, collabora con importanti artisti contemporanei, come Alberto Burri, Arnaldo Pomodoro, Walter Valentini, Giò Pomodoro, Mario Ceroli, Emilio Tadini, Mimmo Rotella, Eliseo Mattiacci, Edgardo Mannucci e Giuseppe Santomaso. In Serafini vi è stato anche un avvicinamento all’astrattismo e alla scultura lignea. Nell’opera in mostra “Armonie’’, acrilici e polveri di marmo su legno, Serafini, realizza archi di cerchio che si incrociano; tutti segni in continuo movimento. E come riferimento l’equatore,terrestre, ma che si fa celeste per “fermare’’, “localizzare’’ idealmente moti che sono al di là del controllo dell’uomo.

Paolo Montanari

Personale di Giulio Serafini

Domenica scorsa 27 gennaio, alle ore 11.00

presso i locali della Pro Loco di Candelara, è stato presentato al pubblico il libro “le Marche magiche” del prof. Antonio De Signoribus; l’evento è stato promosso dall’Associazione “Ambasciatore territoriale dell’enogastronomia” in collaborazione con la libreria “Mondadori” di Fano e la degusteria “Grotta di Barbarossa”. Il prof. De Signoribus nel suo libro ha raccolto storie popolari delle Marche, spesso discendenti dal sacro e dalle superstizioni, che custodiscono antichi segreti e misteri perduti nel passato. Sono miti e storie fantastiche, leggende ed aneddoti inspiegabili. Parlano di riti ancestrali, di pratiche magiche e di strane creature. Narrano storie di streghe, di demoni e di eventi soprannaturali. Si tratta di un grande lavoro di trascrizione di racconti popolari che altrimenti sarebbero andati perduti nella nostra società dove non c’è più tempo per tramandare questi antichi saperi. L’incontro è stato moderato brillantemente da Sara Bracci, esperta di enogastronomia, la quale a conclusione ha invitato il prof. De Signoribus a parlare dei cibi tipici marchigiani che sono citati in questo libro. Una introduzione al successivo pranzo, che è stato organizzato subito dopo presso la “Grotta di Barbarossa”, a base di erbe selvatiche e fiori tipici, ingredienti utilizzati dalle streghe nelle loro porzioni magiche. Al pranzo hanno partecipato circa una quarantina di persone.

Lorenzo Fattori

Un libro di De Signoribus

Cultura

i giochi di Leone PantaleonI da cagliUN PREMIO PER UN REBUSI vincitori verranno estratti a sorte tra coloro che avranno inviato la soluzione corretta a [email protected] oppure a IL NUOVO AMICO Via del Seminario 4 – 61121 Pesaro. L’omaggio di questa settimana è un prezioso dvd sulla Domus del Mito di S. Angelo in Vado

E’ possibile ritirare il premio da lunedì a merco-ledì dalle ore 10 alle ore 12 e dalle ore 17 alle ore 19 presso la redazione di Pesaro (via Rossini

53). Per un diverso recapito contattare il n. ver-de gratuito 800/501170 sempre nei giorni e ore sopra indicate.

I VINCITORI DELLA SETTIMANA La chiave risolutiva del rebus di Leone da Cagli pubblicato a pag. 22 del n. 4 del “Nuovo Ami-co” di domenica 27 GENNAIO era: Rebus frase (5,5,6) – “P ostia; S sai; comò DI” (RISOLUZIO-NE POSTI ASSAI COMODI)Vince il DVD LUISA BOIANI - PESARO

Frase: 3, 7, 3, 6, 10

Un dvd in omaggio

PER RICEVERE L’OMAGGIO È NECESSARIO DIMOSTRARE DI ESSERE IN REGOLA CON L’ABBONAMENTO AL NUOVO AMICO PER L’ANNO 2013 O REGOLARIZZARE LA POSIZIONE AL MOMENTO DEL RITIRO DEL PREMIO

L’angolo della poesiaQuel pensiero di veritàVedo luce riflessache abbaglia i miei occhi e i miei pensieri, a volte futili, altre volte complessi. Percepisco segni che danno valore ai miei sentimenti.Mi propongo di accogliereil malessere che sta intorpidendo l’essere umano

per approdare ad una svolta di riflessione. Le mie mani tese verso un futuro che sappiano accarezzare il viso della povera gente e quelle del bisognoso, abbracciare quel sorriso spento con voce che grida al mondo intero.

Sollevare questa terra a credere e a combattere con dignitosa sofferenza. Alzare poi gli occhi al cielo per compilare con Luiil disegno d’amore e di speranza.

Pesaro, 22 gennaio 2013Cesare Guidi

L’evento ricordato come Giornata deLLa Pace

Urbania e il bombordamento del 23 gennaio 1944

Urbania - Mercoledì 23 gennaio, alle ore 12.42, al suono della sirena, la città di Urbania ha ricordato con immutato affetto le 248 vittime del terrificante bombardamento che a quell’ora accadeva 69 anni fa. L’immane tragedia che, oltre tutto, provocò anche 515 feriti, la distruzione di 284 edifici e 1616 case danneggiate, è stata ricordata come “Giornata della pace” nella chiesa concattedrale con una solenne liturgia eucaristica presieduta dall’arcivescovo Mons. Giovanni Tani, che nell’omelia - alla presenza delle autorità civili, militari e di numerosi fedeli - ha parlato della tragicità della logica della guerra. “Preghiamo per le vittime di quel bombardamento - ha detto l’arcivescovo - e chiediamo al Signore che

possano tutte abitare nella ‘dimora della vera pace’. Ma questo – ha proseguito - non deve farci pensare che la giustizia e la pace le troveremo dopo, in seguito…No. Anche questa nostra terra, per quanto sembri impensabile, deve essere terra di pace…Dobbiamo far scoppiare ogni giorno bombe di bene, di giustizia, di carità…Insomma, ricordando quell’ assurda strage di 69 anni fa, dobbiamo preoccuparci di essere fuori da ogni logica di guerra”. Dopo la S. Messa, si è snodato un lungo e silenzioso corteo percorrendo le stesse vie che allora furono intrise di sangue umano, per giungere al Tempio Votivo, la chiesa dello Spirito Santo, dove è stata deposta una corona d’alloro ai piedi del Crocifisso e sotto lo sguardo materno della Madre di Misericordia. È l’immagine rimasta miracolosamente intatta col suo vetro durante lo sfacelo catastrofico delle bombe ed è l’immagine che poi è stata incoronata – a 50 anni del tragico evento - dal beato Giovanni Paolo ii nel 1994. Sulla gradinata esterna del tempio, il sindaco Giuseppe Lucarini ha fatto una speciale memoria delle vittime di tutte le guerre che hanno sempre portato tante distruzioni, lutti e dolori. nel susseguirsi di diversi interventi, sono stati ricordati in modo particolare i capitoli più tragici della nostra storia durantina riaffermando

la volontà di difendere ad ogni costo i valori della pace. Sono intervenuti per primi a nome dei compagni di classe Enrico Pacchiarini e Giacomo Tacconi, due encomiabili alunni dell’istituto Comprensivo “Francesco Maria ii Della rovere”. Quindi hanno preso la parola l’assessore alla cultura alice Lombardelli, il vice-sindaco Frederic Christophe briaud e il sindaco di Montecchio di Sant’angelo in Lizzola, Guido Formica, che ha portato il saluto della sua cittadina caduta nella stessa dolorosa sventura. nella circostanza sono stati ricordati anche altri concittadini periti per la guerra: le 14 vittime della rappresaglia di S. Lorenzo in Torre, le 4 vittime della rappresaglia di Orsaiola, 1 vittima della rappresaglia di Pieve del Colle e di S. bartolo e le 16 vittime di altre azioni belliche. Per l’eroico coraggio umano e civile della popolazione, Urbania è stata dichiarata, con decreto n. 307 del 21 aprile 1977 del Presidente della repubblica Giovanni Leone, una delle città più martoriate delle Marche e indiscutibilmente la più martoriata della Provincia di Pesaro-Urbino. Per questa motivazione il Presidente della repubblica Leone nel 1977 ne ha insignito il Gonfalone con medaglia di bronzo al valore militare.

Giuseppe Mangani© RIPRODUZIONE RISERVATA

Urbania - Dopo l’inaugurazione del Museo Leonardi di Urbania, avvenuta di recente dietro i lavori di restauro dei locali e riordino dell’esposizione, avevamo messo in programma una visita da Urbino.abbiamo potuto accontentare questo desiderio avvalendoci della guida di raimondo rossi disponibile ad accoglierci oltre l’orario di apertura. Così, dopo il museo siamo stati ammessi nei locali a noi sconosciuti del mezzanino dove è conservata la biblioteca e l’archivio personale di mons. Leonardi, e negli spaziosi saloni del sottotetto dove sono conservati l’archivio antico della Diocesi ordinato da don Enrico rossi, l’archivio musicale e tre biblioteche, quella Capitolare, quella del seminario e quella moderna costituita da lasciti delle famiglie e dei sacerdoti.D’impatto salendo lo scalone d’accesso al

museo si percepisce subito quell’odore di fresco e di nuovo che ritroviamo nelle sale interne insieme alla rinnovata disposizione degli oggetti d’arte. il Salone della storia con la ritrovata luminosità pone nel dovuto risalto il maestoso camino degli abati benedettini e i dipinti che ritraggono i vescovi succedutisi nel periodo in cui Urbania è stata eretta a diocesi. Le sale adiacenti costituiscono un susseguirsi di dipinti, tra i quali colpiscono una natività e una resurrezione di raffaelin del Colle provenienti dall’Oratorio del Corpus Domini di Urbania, arredi e cimeli sacri come il prezioso reliquario con l’omero di S. Cristoforo cesellato da antonio Pollaiuolo e donato dal cardinale bessarione nel 1472,

e infine la vasta raccolta di ceramiche urbaniesi dai tempi più lontani fino ai tempi nostri collocata nelle ultime sale.Quello che colpisce alla fine del percorso è la sensazione che nel complesso delle opere si percepiscono influenze della cultura urbinate del periodo più luminoso. Ed è importante che queste opere che potevano andare disperse o perdute per sempre, siano state raccolte e riunite dalla sensibilità e passione di uno studioso come don Corrado Leonardi ed oggi valorizzate da un riordino nell’antico complesso dell’abbazia e quindi Episcopio reso più accogliente grazie a persone altrettanto sensibili all’arte e alla bellezza.

Alberto Calavalle© RIPRODUZIONE RISERVATA

Una visita al Museo Leonardi

Page 23: «Il Nuovo Amico» n. 5 del 3 febbraio 2013

3 febbraio 2013 23amicoil nuovo• • arte cultura sport

FARMACIEDI PESARO

TURNO 4-10 FEbbRAIO 2013

INFORMAzIONI UTIlIIl turno 24 h va dalle ore 8,30 alle ore 8,30 del giorno suc-cessivo. Il turno AUSILIARIO nei giorni feriali va dalle ore 15.30-19.30. Il turno AUSILIARIO nei giorni festivi effettua orario di normale apertura.

Lunedì 4 Soria V. Laurana, 4 0721-24790 24 h

Martedì 5 ruggeri C.so XI Settembre, 3 0721-33206 24 h

Mercoledì 6 San SaLvatore L.go Aldo Moro, 1 0721-33135 24 h

giovedì 7 viLLa San Martino V. Solferino, 68/2 0721-453359 24 h

venerdì 8 Zongo V. Rossi, 17 0721-416434 24 h

Sabato 9 Sant’antonio V. XI Febbraio, 22 0721-31168 24 h

BeLLagaMBa Str.da Adriatica, 403 0721-21422 Ausil.

Domenica10 Pantano V. Dandolo, 6 0721-410050 24 h

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IL NUOVO AMICOÈ NeLLe eDICOLe DI fANO• ferlito giuseppe v. le XII Settembre 1 • A.f. News s.n.c. p.za Amiani • edicolA di simoNA gAroffolo v. Nolfi • riveNditA giorNAli e riviste di pAlAzzi Augusto v. Roma 8/a

IL NUOVO AMICO È IN TUTTe Le eDICOLe DI PeSARO

PESARO – I tempi di attesa si vanno assotigliando. Nove allegorie daranno vita, domenica 10 febbraio, alla 56^ edizione del Carnevale dei ragazzi organizzata dal Comitato promotore diocesano, presieduta da Alfredo Caldari, con il concorso delle parrocchie. Questi i titoli: “L’éra …fred un bel po’” (San Martino), “Madagascar” (San Pietro in Calibano di Villa Fastiggi), “La camineda dla banda del Port” (Santa Maria del Porto), “I magnifici pagliacci” (Santa Maria delle Fabbrecce), “La magia del bosco” (San Terenzio e Marina di Cattabrighe), “La carica dei 101” (San Fabiano di Villa Ceccolini), “Il ristorante” (Santa Maria di Loreto), “Il ritorno di Asterix e Obelix” (San Giovanni di

Gradara), “I vampiri” (AVIS Gradara).Il primo seme della rassegna, voluta dal vescovo monsignor Luigi Carlo Borromeo, è stato gettato, nel 1958, da un comitato composto da Gino Filippucci, Marzio Manfredini, Aldo Bui, Orlando Ghirlanda, Werther Bettini, don Silvano Pierbattisti, Renzo Paci ed Antornio Nicòli. In tempi diversi, dopo Paci, hanno indossato i panni di Rabachèn, personaggio simbolo del Carnevale dei ragazzi, Gianfranco Gelsi, Ernesto Preziosi, Giorgio Filippini, Franco Ferri, Simone Baiocchi, Albino Calcinari e Daniele Leonardi. Da sempre (1980), e continua, la signora Cagnèra, consorte di Rabachèn, è Annamaria Petrilli.

Carnevale di MOnTelaBBaTeNUMERI ESTRATTI NELLA LOTTERIAN° 00484 1° PREMIO / N° 0117 - 2° PREMIO / N° 4511 - 3° PREMIO / N° 1498 - 4° PRE-MIO / N° 2994 - 5° PREMIO / N° 2523 -6° PREMIO / N° 1775 - 7° PREMIO / ° 1354 - 8° PREMIO / N° 02444 - 9° PREMIO / N° 01418 -10° PREMIO “I premi corrispondono a buoni acquisto di carne suina o insaccata da ritirare entro 30 gg. dalla data dell’estrazione, presso il salu-mificio “Geminiani Sauro e Figli” Via Serra 36, S.Angelo in Lizzola

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APPLAUDITISSIMI ANGELA FINOCCHIARO E MICHELE DI MAURO

Mamma e papà alle prese con l’Open DayPESARO – Molto divertente ma anche amara la commedia “Open Day”, di Walter Fontana con la regia di Ruggero Cara, andata in scena al Teatro Rossini nell’ambito della stagione teatrale promossa da Comune di Pesaro e AMAT. Angela Finocchiaro, spalleggiata dal bravo Michele Di Mauro, è stata la graffiante e ironica protagonista nei panni scomodi di una madre separata che si ritrova con l’ex marito per scegliere la scuola superiore da far frequentare alla figlia. La scuola in questione – un liceo privato, situato al 70° piano di un grattacielo in costruzione - prevede che nell’ambito dell’open day, quando cioè gli istituiti scolastici accolgono le famiglie dei futuri alunni, i genitori presentino con un video il loro figlio. L’occasione è il pretesto per un

autentico gioco al massacro: i due ex non si risparmiano nulla, rivangano tradimenti e rancori mai sopiti dimenticando che non sono più sposati e che lei ha persino una nuova famiglia. La donna è in preda a fobie e nevrosi, tra cui la claustrofobia, e ha dovuto salire con l’ascensore al 70° piano dove le finestre non si possono aprire! Le sue tecniche di rilassamento falliscono miseramente come pure a poco a poco si comprende che non è tutto oro quello che luccica nella professione di lui. In questa commedia paradossale ci sono tutti i ‘luoghi comuni’ a tante coppie, il rapporto con i figli, le problematiche esistenziali, temi che, seppure affrontati in chiave comica, non possono non far riflettere. Non mancano neppure i riferimenti da parte dei due ex alle

rispettive famiglie di provenienza, che sono alla base di profondi malesseri psicologici. In questa sezione della commedia in particolare la Finocchiaro mette in campo tutta la sua straordinaria versatilità espressiva, utilizzando la voce e la mimica facciale con risultati esilaranti. Ci penserà la figlia, poco studiosa e molto tecnologica, a dare uno scossone alle aspettative dei genitori, raggiungendo la Provenza, dove abita la zia, in treno e tutta sola proprio nel giorno di una importante verifica. Alla mamma non resterà che raggiungerla portando nella borsa le urne cinerarie dei suoi genitori, in una sorta di catartica riconciliazione.

Maria Rita Tonti © RIPRODUZIONE RISERVATA

DAL 5 FEBBRAIO AL CINEMA METROPOLIS DI PESARO

Quattro film “solo per audaci”“Sentire urgere dentro di sé le esigenze di felicità, di bellezza, di giustizia, di amore, di amore, di verità, sentirle vibrare, ribollire in ogni fibra del nostro essere è inevitabile, tranne che uno sia una pietra. Prenderle sul serio è una decisione, la decisione più grande della vita. Dalle conseguenze imprevedibili.” Il centro culturale Città Ideale, in collaborazione con Giometti Cinema, presenta un cineforum dal titolo “Solo per audaci”, quattro bellissimi film i cui protagonisti, non cedendo allo scetticismo, guardano alla realtà come il luogo in cui potersi mettere in gioco e si ritrovano più veri, cambiati.Le proiezioni si terranno presso il cinema Multisala Metropolis di Pesaro alle ore 21.15 secondo il seguente calendario:- 5 febbraio – Molto forte incredibilmente vicino, regia di Stephen Daldry, con Tom Hanks, Sandra Bullock;- 19 febbraio – The way back, regia di Peter Weir, con Collin Farrell, Ed Harris;- 19 marzo – detachment, regia di Tony Kaye, con Adrien Brody;- 9 aprile – le nevi del Kilimangiaro, regia di Robert Guédiguian

Ingresso € 5,00 – Abbonamento ai 4 film del ciclo € 14,00Info: [email protected]

È GIà SUCCESSO DI CRITICA PER L’URBINATE

Raphael Gualazzi di nuovo a Sanremo

URBINO – Dopo la vittoria due anni fa nella categoria “Nuove Proposte” nella kermesse sanremese, dopo il secondo posto qualche mese dopo all’Eurovision Song Contest davanti a tanti giovani idoli della musica europea e dopo una tournée di concerti in tutta Italia, Raphael Gualazzi, il giovane pianista e cantante urbinate, si è preso un periodo lontano dai riflettori. Ora il pubblico e i fan hanno capito il perché: a Sanremo 2013, assieme agli altri tredici “big” della musica italiana, si esibirà anche lui, con due canzoni tutte

sue difficili e non banali, che hanno richiesto tutto il suo impegno nella preparazione per convincere i vertici del Festival, a partire dal conduttore Fabio Fazio, ad essere ammesso tra i 14 cantanti in gara. E pare ci sia riuscito con successo, visto che già la critica lo annovera tra i migliori tre cantanti partecipanti, assieme ad Elio e le Storie Tese e Max Gazzé: i suoi due brani in gara (quest’anno ogni cantante ne porterà infatti una coppia) sembrano aver colpito l’orecchio dei pochissimi giornalisti che sono stati ammessi ad ascoltare in anteprima le canzoni. Su tutta la stampa risalta come uno dei pochi cantanti che ha presentato due brani entrambi di alto livello: sia “Senza ritegno”, scritto, prodotto e arrangiato da lui che “Sai (ci basta un sogno)”, arrangiato invece da Vince Mendoza, sono risultati fin dal primo ascolto due tra le canzoni meglio costruite nel testo e nelle melodie, con un senso e un tema non scontato. “Eleganti”, “raffinate” e “surreali” alcuni degli aggettivi usati dai critici per parlare delle due proposte dell’Urbinate; “Sai (ci basta un sogno)” in particolare

rimanda all’opera, con un crescendo cantato e strumentale e versi che sanno di antico (<<accidia immemore>>), per culminare in un’esplosione musicale verso cui tutto il brano tende. Due anni or sono con “Follia d’amore” sbancò il palco dell’Ariston, aggiudicandosi sia il successo del grande pubblico con la vittoria tra i giovani, sia i premi della critica, della sala stampa e di Assomusica. Ne uscì una nuova voce della musica italiana, del tutto particolare sia per il genere musicale misto tra jazz, blues e melodia italiana, sia per una personalità timida che però tira fuori tutta la grinta nel momento di mettere le dita sui tasti bianchi e neri. Chissà se anche quest’anno il pubblico premierà Raphael, intanto lui ha già fatto la sua buona impressione alle orecchie degli esperti, che nel prossimo festival conteranno più del solito, visto che sarà reintrodotta la giuria “tecnica” presieduta dal premio oscar Nicola Piovani che varrà il 50% del punteggio. Come poi effettivamente andrà lo vedremo o, meglio, lo sentiremo.

Giovanni Volponi © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL 10 FEBBRAIO LA 56^ EDIZIONE DEL CARNEVALE DEI RAGAZZI DI PESARO

Nove allegorie in passerella

Page 24: «Il Nuovo Amico» n. 5 del 3 febbraio 2013

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24 3 febbraio 2013

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