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Comune di Genova
IL PALLIO BIZANTINO DI SAN LORENZO
La storia Il Pallio, monumento-simbolo della storia di Genova, è anche è uno dei più
importanti tessuti medievali del mondo, sia per le sue straordinarie dimensioni,
sia per le peculiari caratteristiche tecniche ed artistiche.
La sua vicenda si intreccia strettamente ad un momento cruciale della storia dei
rapporti tra Oriente e Occidente: l’imperatore d’Oriente Michele VIII Paleologo,
spodestato e costretto all’esilio da Bisanzio in seguito ai tragici eventi della Quarta
Crociata, in cambio dell’aiuto prestato dai Genovesi per riconquistare il potere, nel
1261 offre loro, oltre a denaro e privilegi, anche due grandi teli ricamati, definiti nei
documenti antichi “pallii” o “pepli”, di cui uno soltanto è giunto sino a noi.
Il manufatto Lo sciamito di seta, di cui è costituito il Pallio (cm 132,3 x 37), stoffa rara e
preziosissima, è stato tinto probabilmente ancora con la porpora, secondo la
tecnica nota fin dall’Antichità e abbandonata nel corso del Medioevo. Le scene
ricamate in filo dorato e sete policrome, corredate di iscrizioni in latino, anch’esse
eseguite a ricamo, costituiscono un vero e proprio ciclo narrativo, dedicato ad
uno dei Santi patroni di Genova, San Lorenzo, e ai suoi compagni Sisto e Ippolito.
Tra le raffigurazioni della vita e del martirio dei sacri personaggi compare anche una
rappresentazione dell’Imperatore Michele VIII Paleologo condotto da San Lorenzo
verso la Cattedrale di Genova.
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Conservato sino al XVII secolo nella sacrestia della Cattedrale di Genova e in seguito
trasferito nelle sedi comunali, questo prezioso tessuto non solo è espressione del
raffinato ambiente di corte bizantino, ma anche del fecondo dialogo tra arte
orientale e occidentale che caratterizzava il linguaggio figurativo di quel periodo.
La lettura delle complesse e articolate scene della vita dei Santi Lorenzo, Sisto e
Ippolito - l’equivalente di un ciclo pittorico - ricamate sulla superficie purpurea della
stoffa, così come l’esame della seta del supporto e della tecnica del ricamo possono
rivelare i molteplici aspetti di un momento della storia economica, culturale e
artistica in cui Genova ha svolto un ruolo centrale.
Il restauro Un intervento di restauro sul Pallio è reso necessario dalle condizioni di degrado
in cui versa quest’opera unica al mondo, anche nella prospettiva di renderlo
nuovamente fruibile da parte del pubblico all’interno del Museo di Sant’Agostino.
Infatti, obiettivo del progetto di restauro non è solo il consolidamento e il recupero
della piena leggibilità del grande telo, ma anche l’individuazione di tutti i parametri
indispensabili per assicurare una corretta conservazione del manufatto nel tempo.
Per questo l’intervento, fondamentale anche in funzione del futuro allestimento,
deve essere corredato da una serie di analisi particolareggiate, condotte con
l’ausilio della più moderna strumentazione e coordinate da un gruppo di specialisti.
L’Opificio delle Pietre Dure Soltanto l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze poteva rispondere a questi
requisiti. Istituto autonomo del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali,
l’Opificio ormai da molti anni, insieme all’Istituto Centrale per il Restauro di
Roma, è divenuto una delle sedi di eccellenza dell’attività di restauro delle opere
d’arte a livello mondiale. I suoi esperti vengono chiamati come consulenti in tutto il
mondo in occasione di interventi su opere di particolare importanza, mentre, a
livello nazionale, i loro laboratori trattano l’analisi e il recupero dei pezzi più
prestigiosi del patrimonio artistico italiano. Per quanto riguarda il Pallio, l’OPD ha
messo ben volentieri a disposizione la propria altissima competenza per la direzione
dei lavori di restauro che avverranno all’interno degli attrezzati laboratori della loro
sede, presso la Fortezza da Basso di Firenze, mentre è indispensabile avvalersi della
collaborazione di restauratori esterni, coordinati dal personale dell’Opificio, per la
maggior parte dell’intervento di lavoro manuale, che richiederà un numero molto
elevato di ore.
Il restauro si articolerà in varie fasi:
• la diagnostica preliminare, che prevede analisi dei filati e dei coloranti,
riprese metriche digitali, riprese fotografiche speciali, analisi ottiche. I dati
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raccolti, inseriti in un’apposita banca dati informatizzata, consentiranno di
determinare con precisione il successivo iter di lavoro
• la pulitura del tessuto in seta e la disossidazione dei filati metallici del ricamo
il consolidamento e il risarcimento delle lacune
• la realizzazione di un supporto che assicuri la protezione dell’opera e ne
consenta la movimentazione
Dal lavoro di indagine preliminare al restauro e dall’intervento diretto sul
manufatto si attendono anche dati significativi, destinati a portare contributi
nuovi alla storia dell’arte bizantina e a quella dei rapporti tra Occidente e Oriente
in questa fase cruciale della storia medievale. Inoltre, il restauro del Pallio sarà
fondamentale per svelare molti aspetti del modus operandi dei grandi atelier
bizantini e delle loro preziose e segretissime tecniche di tessitura e ricamo.
Cosa e’ stato fatto Il Pallio si trova dal 2009 presso l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze – una delle
pochissime istituzioni al mondo in grado di affrontare questo restauro ed eccellenza
italiana a livello internazionale in questo campo.
• Dal 2009 è stata effettuata una campagna di analisi e accertamenti
fondamentale per avviare il lavoro di restauro in maniera sicura e corretta.
• Dopo le analisi svolte è stato avviato il lavoro di pulitura della superficie
mediante microaspirazione, eseguita utilizzando sofisticate apparecchiature.
• Il Pallio è stato suddiviso in aree di 5 centimetri quadrati ed ogni segmento è
stato microaspirato, conservando le polveri raccolte per le successive analisi.
Si calcoli che ogni area comporta un lavoro di circa un’ora, il che,
moltiplicato per i quasi 5 metri quadrati di superficie, dà un risultato in
termini di tempo-lavoro di moltissime ore di applicazione.
Il risultato raggiunto La microaspirazione è stata terminata sul fronte dell’opera e se ne può vedere
l’effetto. Il colore del tessuto di fondo, che prima appariva come un rosso sbiadito
e opaco, si è rivelato ora uno splendido rosso porpora. Possiamo già immaginare
quale sarà – a restauro concluso - l’aspetto sfavillante del manufatto una volta che
sia lo sciamito di fondo, sia i filati di seta policromi e quelli rivestiti di argento e
argento dorato del ricamo, liberati da sporcizia e ossidazioni, avranno riacquistato
gran parte del loro colore e dei riflessi originali.
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C’è ancora molto da fare Lavori in programma: con una operazione estremamente delicata, il Pallio è
stato girato e si sta procedendo alla microaspirazione del retro. L’esame di questo
lato offre ulteriori possibilità di analisi dell’opera, perché consente l’acquisizione di
dati tecnici importantissimi sulle modalità di tessitura e di ricamo del tessuto.
Proprio per questo, si sta infatti già da tempo ragionando sulla possibilità di studiare
una modalità espositiva del Pallio che consenta al pubblico e agli studiosi la visione
anche di questo lato nascosto. I lavori devono poi procedere con ulteriori,
complesse operazioni finalizzate alla rimozione delle consistenti sostanze collose
applicate in un lontano passato al manufatto, che ne compromettono gravemente
la conservazione, e con le successive fasi relative alla disossidazione dei filati
metallici, al risarcimento delle numerose lacune e al consolidamento.
La raccolta fondi E’ stata attivata una campagna di raccolta di donazioni liberali, che ha come slogan:
MECENATE CON 5 EURO. www.mecenatecon5euro.museidigenova.it
Ciascun cittadino è invitato ad adottare un centimetro quadrato di Pallio, versando
5 euro per contribuire al restauro.
Banca Carige e Fondazione Bruschettini hanno partecipato con un significativo
apporto e, dunque, allo stato attuale è stata raccolta la cifra di 55.000,00 euro.
Naturalmente sia il Comune di Genova, sia l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze
hanno investito risorse proprie affinché i lavori possano comunque procedere senza
interruzioni.
La necessità primaria, è, ora, di potere attivare nuovi contratti di lavoro a giovani
specialisti che possano dedicarsi interamente a questo prezioso manufatto e
proseguire i complessi lavori di diagnostica e documentazione informatica che
saranno fondamentali anche per l’assetto del materiale didattico da affiancare al
Pallio, una volta esposto.
La raccolta fondi permetterà che più persone e più mezzi vengano messi a
disposizione dei lavori, in modo che questi possano procedere con la maggior
speditezza possibile, fatte salve le difficoltà tecniche di un restauro così complesso
e all’avanguardia nel mondo per i problemi affrontati e da affrontare e per le
tecniche e tecnologie impiegate e da impiegarsi nel prosieguo dei lavori.