il primo novecento

Upload: diletta-muccilli

Post on 10-Feb-2018

220 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

  • 7/22/2019 Il Primo Novecento

    1/1

    Il primo Novecento

    Ecaratterizzato da una crisi che mette in discussione ogni certezza: molti dubitano che la ragione sia in grado di risolvere i problemi del singolo o

    della societ. Si fa pi intensa la convinzione che la realt un mistero e che possibile conoscere qualcosa dellignoto solo attraverso lintuizione. Il

    poeta capisce lesigenza delluomo di indagare sulla sua interiorit e, facendolo, scopre che non solo le cose sono per lui s conosciute, ma che

    anchegli sconosciuto a s stesso. Secondo Freud e la teoria della psicoanalisi, scelte e comportamenti sono condizionati dalle forze dellinconscio.

    Assistiamo ad una vera e propria svolta: cambia infatti profondamente il punto di vista dellautore. Il primo Novecento esasp era il pensiero

    decadente sulle domande sul senso della vita, estremizzando ci che pu realmente succedere nella vita.

    Opere e personaggi per Pirandello

    Molte opere di Pirandello non sono comiche ma al limite della pazzia. La vita dei personaggi viene infatti sconvolta da avvenimenti banali che fanno

    soffermare su dettagli insignificanti, aprendo loro la grandezza del mondo e rendendo la loro vita migliore.

    Uno, nessuno, centomila

    Il concetto base del racconto che lindividuo non uno perch ha tante personalit quant e gli altri ne vedono in lui e finisce per non essere

    nessuno non avendo unidentit precisa. Questo essere centomila ti impedisce di essere uno. Pirandello vuole infatti mettere in luce il fatto che le

    altre persone vedono in te cose di cui non ti sei mai accorto e per questo molto difficile sapere chi si veramente.

    Nel pezzettino che abbiamo letto un giorno il protagonista si accorge che, in seguito all'osservazione da parte della moglie, il suo naso

    leggermente storto. Cos inizia ad avere una crisi di identit che lo porter ad avere come unico obbiettivo la scoperta di chi veramente lui.

    Il treno ha fischiato

    Scritto in prima persona come un vicino di casa di Belluca, questo romanzo vuole far capire che se c qualcosa che allimprovviso succede, tutto il

    proprio ordine viene sovvertito. Basta infatti un piccolo particolare che linconscio si sveglia per qualche ricordo che non si sa come sia saltato fuori.

    La trama: I colleghi che andavano a far visita a Belluca all'ospizio dei matti lo descrivevano come malato grave, affetto da encefalite e da febbre

    cerebrale. Era accaduto tutto all'improvviso. Il ragioniere modello, puntuale, preciso, sottomesso, ad un tratto era diventato diverso: era entrato

    mezzora in ritardo e non aveva combinato niente per tutto il giorno. E quando di sera si era ribellato al capo, cera mancato poco che gli avesse

    messo le mani addosso mentre continuava a farneticare sul fischio del treno. I suoi colleghi dapprima avevano riso, ma poi lo avevano preso con la

    forza e lo avevano portato allospizio. Ma chi ci viveva vicino e conosceva le sue abitudini e le sue condizioni di vita non poteva meravigliarsi poi

    tanto, poich ad un uomo che viveva come Belluca anche un piccolo imprevisto poteva produrre effetti straordinari e per questo non credeva che

    fosse diventato veramente pazzo. La sua era una vita impossibile, scandita dal lavoro in ufficio e dalla assistenza a tre donne vecchie e cieche (la

    moglie, la suocera e la sorella della suocera) capaci solo di farsi servire, con cui, insieme a due figlie vedove ed a i loro rispettivi quattro e tre figli,

    era costretto a dividere la casa in cui cerano solo tre letti matrimoniali, per cui ogni sera litigavano. La sera lavorava anche fino a notte fonda per

    arrotondare e poi esausto si coricava su un divano sgangherato. Era stato l che aveva udito una notte il fischio di un treno all'improvviso ed aveva

    cominciato a pensare ad un viaggio in luoghi esotici o in citt conosciute in giovent. Il mondo immenso che lui aveva dimenticato ad un tratto

    aveva ricominciato ad esistere per lui. Naturalmente, il primo giorno, si era ubriacato della novit. A poco a poco, si sarebbe ricomposto. Sarebbe

    andato a chiedere scusa al capo ufficio, con la richiesta del permesso, di tanto in tanto, di una fuga immaginaria su quel treno che fischiava.

    Ciaula scopre la luna

    La novella parla di un povero caruso ( => garzone) di nome Ciaula, che lavora in una miniera di zolfo della Sicilia. Ciaula ha una trentina danni, la

    bocca sdentata, gli occhi da ebete, le gambe magre e storte e per tutta la novella descritto pi simile ad un animale che ad un uomo. Fa anche unverso, Crah! Crah!, simile a quello delle cornacchie, e per questo lo chiamano Ciaula.

    La trama: Una sera Cacciagallina, il sorvegliante della miniera vuole che i minatori restino a lavorare, ma tutti scappano: resta solo Zi Scarda con

    Ciaula. Ciaula si gi messo il suo panciotto tutto rotto, che per lui un onore, ma non si ribella ed ubbidisce: nella miniera lavorare di notte o di

    giorno uguale, perch sempre buio. Di giorno quando Ciaula esce fuori dalla miniera e sale per la scala con i sacchi di zolfo sulle spalle, rivede la

    luce e le cose di sempre e si sente rassicurato. Infatti non ha paura del buio della miniera, perch laggi conosce tutte le gallerie e si sente sicuro,

    ma bens del buio della notte, perch una volta nella miniera era scoppiata una mina ed era crollata una galleria, uccidendo il figlio di Zi Scarda e

    ferendo questultimo ad un occhio. Quando era uscito dalla miniera era notte, non vedeva niente ed aveva avuto paura. Anche quella notte Ciaula

    porta su il sacco pieno di zolfo: non ne pu pi per la fatica, ma soprattutto ha molta paura per il buio che trover alluscita dalla minie ra. Ma

    quando agli ultimi scalini con grande stupore si accorge che non c il buio, ma un chiarore come dargento. Resta sbalordito enon capisce. Ciaula

    infatti sa cosla luna, ma non lhamai osservata. Solo ora la scopre veramente. Pieno di ammirazione, si siede e resta a guardare la luna. Poi senza

    volerlo si mette a piangere per la dolcezza che sente nellavere scoperto la luna e la sua bellezza.

    Epifania di Ciaula: Questa parola vuol dire scoperta. Ciaula infatti con il suo pianto e la sua commozione ci fa capire che non era quellanimale che

    tutti credevano (uomo-bestia), perch lammirazione per la bellezza della natura e la capacit di commuoversi sono proprie solo degli uomini

    (uomo-uomo). La novella ha per questo uno stile realistico, ma ha un significato simbolico: luomo che si perso, smarrito, riesce a ritornare ad

    avere la sua umanit grazie ad uno spiraglio sorpresa, cio la luna.

    La giara

    Don Loll Zirafa, il protagonista della vicenda, vede dappertutto nemici che vogliono depredarlo della sua roba, ed essendo di carattere litigioso,

    non perde occasione di citare in giudizio i suoi presunti avversari. Dopo l'acquisto di una enorme giara per conservare l'olio della nuova raccolta, il

    grosso recipiente viene ritrovato perfettamente spaccato in due da tre contadini, fatto che fa montare Zirafa su tutte le furie. La giara pu essere

    riparata da Zi' Dima, un artigiano del posto che si vanta di avere inventato un mastice miracoloso. Zirafa non si fida ed insiste affinch il

    conciabrocche renda pi sicura la saldatura usando anche dei punti di fil di ferro. Ci colpisce profondamente l'artigiano nel suo orgoglio: convinto

    che i suoi meriti siano sottovalutati, egli infatti sicuro che il suo prodigioso mastice sia pi che sufficiente a fare un buon lavoro. Costretto ad

    obbedire al padrone ed in preda all'ira, Zi' Dima si mette all'interno della giara per eseguire pi comodamente la riparazione, ma resta bloccato

    all'interno. Ne nasce subito una lite: Zi' Dima vuole in ogni caso essere pagato per la perfetta riparazione, mentre Zirafa si dichiara disposto a

    pagarlo ma vuole essere risarcito per il fatto che per liberarlo bisogner rompere la giara. Zirafa decide di pagare il conciabrocche per non essere in

    torto di fronte alla legge; Zi' Dima non cede e si rifiuta di dare qualsiasi risarcimento. Non sapendo come risolvere la situazione, Zirafa si rivolge per

    l'ennesima volta al suo avvocato che gli consiglia di liberare Zi' Dima, altrimenti correr il rischio di essere accusato di sequestro di persona. Il parere

    non riceve affatto l'approvazione di Zirafa, che ritiene responsabile Zi' Dima del fatto di essersi imprigionato nella giara che, una volta rotta per

    liberarlo, non potr pi essere riparata. Il conciabrocche, a sua volta, si rifiuta di risarcirlo affermando di essere entrato nella giara proprio permettere i punti che Zirafa aveva preteso: se si fosse fidato del suo mastice miracoloso, ora avrebbe la sua giara come nuova. Piuttosto che pagare,

    preferisce restare dentro la giara dove dice di trovarsi benissimo; e l infatti passa allegramente la notte, fra canti e balli dei contadini ai quali,

    servendosi proprio del denaro ricevuto da Zirafa, ha offerto vino e cibarie. In preda alla rabbia, per il danno e la beffa, Zirafa finisce per tirare un

    calcio alla giara che si rompe definitivamente e Zi' Dima, cos involontariamente liberato, avr partita vinta.