il progetto della digitalizzazione

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dei quaderni manoscritti di Maria Valtorta

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il progetto delladigitalizzazione dei quaderni manoscritti

originali di maria valtorta

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bambina, aveva intuito quale amore ci fosse nel dolore abbracciato da gesù uomo-dio.

decisivi per la maturità spirituale e per la vo-cazione da seguire furono i suoi felici quattro an-ni da internata nel collegio Bianconi di monza, i successivi sventurati undici anni di Firenze, dove andò ad abitare con i genitori quando il padre si mise in pensione, e la parentesi non meno risolu-tiva di due anni a reggio calabria presso parenti.

maria aveva 27 anni quando i genitori acqui-starono una casa a viareggio, dove la famiglia andò a stare definitivamente. La sua salute, mi-nata dalle dure prove, era sempre più malferma, ma non le impediva di impegnarsi in una forma di apostolato parrocchiale e in opere caritative, mentre il suo crescente amore a dio e per le ani-me la portava ad offrirsi vittima all’amore e alla giustizia divine. sempre più impedita nel muo-versi da una paralisi progressiva, conseguenza di una mazzata alle reni ricevuta per strada da un sovversivo quando era a Firenze, divenne infer-ma del tutto nel giorno di pasqua dell’anno 1934.

l’anno seguente, dopo aver avuto la conso-lazione di vedere accolta in casa marta diciotti,

maria valtorta nacque a caserta il 14 marzo 1897, unica figlia di Giu-seppe valtorta e iside Fioravanzi, che erano lombardi. dovendo la famiglia seguire i dislocamenti del reggimento di cavalleria nel qua-le il padre prestava servizio come ufficiale, Maria lasciò Caserta a di-ciotto mesi, crebbe a Faenza e fre-quentò con profitto le prime scuole a milano e a voghera.

dal padre, uomo mite e amo-roso, fu educata ai valori umani e all’ammirazione del bello che è nella natura e nell’arte. dalla ma-dre, una ex-insegnante di france-se, donna fredda e dispotica, subì violenze morali e imposizioni nel-le scelte di vita. maria, intelligente e volitiva, fu combattuta tra pas-sioni connaturate e aspirazioni le-gittime, con una costante che ogni tanto riaffiorava: quella di sentirsi attirata a Dio fin dal giorno in cui,

la persona e l’opera di maria valtorta

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che sarebbe stata la sua assistente e confidente per tutto il resto della vita, ebbe il grande dolore di non poter assistere l’amatissimo papà nei suoi ultimi istanti di vita. così anche per la mamma, che morì il 4 ottobre 1943, amata fino all’ultimo dalla figlia, che da lei aveva ricevuto soltanto du-rezze.

nei primi mesi di quello stesso anno maria valtorta aveva scritto l’Autobiografia per il suo direttore spirituale, padre migliorini. subito do-po, il 23 aprile 1943, venerdì santo, aveva avuto il primo “dettato”, che segnò l’inizio della sua pro-duzione letteraria, prodigiosa per mole, altezza d’ispirazione, valore di contenuto, pregio stilisti-co, modo e tempi di stesura. senza mai muover-si dal letto, paralizzata dalla cintola in giù, ma-ria valtorta scrisse tutto di suo pugno su comu-ni quaderni ininterrottamente per anni, di getto, senza rileggere e correggere, mentre era stremata da sofferenze di ogni genere e confortata da ra-pimenti di gioia spirituale, in un nascondimen-to voluto perché lei fosse conosciuta solo dopo la morte.

negli ultimi suoi anni rimase inoperosa, chiu-

sa in un sereno isolamento psi-chico che era il frutto di un’offer-ta estrema. si spense a viareggio il 12 ottobre 1961, dopo 27 anni e mezzo d’infermità.

maria valtorta deve la notorietà postuma alla diffusione delle sue opere, tra le quali emerge L’Evan-gelo come mi è stato rivelato, in dieci volumi. dal 1956, l’anno del-la prima pubblicazione, uscita con un titolo prudente e improprio (Il poema dell’Uomo-Dio) e senza il nome dell’autrice che era ancora vivente, l’opera non conosce soste nel suo propagarsi lento e silenzio-so, in italia con rinnovate edizio-ni e ristampe, nel resto d’europa e negli altri quattro continenti con circa trenta traduzioni. gli scritti autobiografici, pubblicati successi-vamente, hanno messo in luce una personalità eccezionale per doti naturali e doni spirituali.

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ricca di discorsi e di dialoghi, illustra tutta la dot-trina del cristianesimo conforme all’or todossia cattolica.

maria valtorta stese quest’opera dal 1944 al 1947. alcuni degli ulti mi episodi sono del 1951.

non sempre procedeva secondo l’ordine nar-rativo. a volte, per contin genti esigenze spiritua-li, doveva scrivere uno o più episodi fuori dalla tra ma, e in seguito gesù stesso le indicava dove andavano inseriti. nonostan te la sporadica di-scontinuità nella stesura e nonostante l’assoluta mancanza di schemi preparatori, sia scritti che mentali, l’opera ha una struttura perfettamente organica dall’inizio alla fine.

per giunta, maria valtorta la intercalava con pagine di vari argomenti, cominciate a scrive-re nel 1943 (appena ultimata l’Autobiografia) e proseguite negli anni successivi fino al 1950. esse hanno dato corpo alle ope re minori, che sono pubblicate in cinque volumi, oltre a quel-lo dell’Auto­biografia. tre volumi — intitolati ri-spettivamente I quaderni del 1943, I quaderni del 1944 e I quaderni del 1945-1950 — raccolgo-no una miscel lanea di scritti su temi ascetici, bi-

l’opera principale, tra gli scritti di maria valtorta, è pubblicata in dieci volumi sotto il titolo: L’Evan-gelo come mi è stato rivelato.

narra la nascita e l’infanzia del-la Vergine Maria e del figlio suo gesù, i tre anni della vita pubbli-ca di gesù (che costituiscono il grosso dell’opera), la sua passione, morte, resurrezione e ascensione, i primordi della chiesa e l’assunzio-ne di maria.

letterariamente elevata, l’opera descrive paesaggi, ambienti, per-sone, eventi, con la vivezza di una rappresentazione; delinea carat-teri e situazioni con abilità intro-spettiva; espone gioie e drammi con il sentimento di chi vi parte-cipa realmente; informa su carat-teristiche ambientali, usanze, riti, culture, con particolari ineccepibi-li. attraverso l’avvincente raccon-to della vita terrena del redentore,

le opere di maria valtorta

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blici, dottrinali, di cronaca autobiografi ca, non-ché descrizioni di scene evangeliche e di martirio dei primi cristia ni. un volume, intitolato Libro di Azaria, offre commenti ai testi (esclusi quelli del vangelo) del messale festivo. l’ultimo volume è quello delle Le zioni sull’Epistola di Paolo ai Ro-mani.

altri scritti sparsi, rimasti inediti per lunghi anni, sono stati raccolti e pubblicati sotto il titolo Quadernetti. È stata anche iniziata la pubblica-zione dell’epistolario con le Lettere a Madre Te-resa, vol. 1 e vol. 2; Lettere a Mons. Carinci; Let-tere a Padre Migliorini.

le traduzioni già esistenti degli scritti di maria valtorta coprono le lingue parlate in ogni parte del mondo, dalle europee ai dialetti indiani. in alcune, specialmente le principali europee, sono state tradotte l’opera maggiore per intero ed anche, in tutto o in parte, le opere minori.

complessivamente si arriva a poco meno di 30 lingue:albanese, arabo, armeno, ceco, cinese, coreano, croato, Francese, giapponese, indonesiano, inglese, lituano, malayalam, olandese-Fiammingo, polacco, portoghese, rumeno, russo, rwandese, slovacco, sloveno, spagnolo, swahili, tamil, tedesco, ucraino, ungherese, vietnamita.

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Emilio Pisani e Claudia Vecchiarelli, curatori storici delle opere valtortiane e titolari del CEV, hanno costituito la “FONDAZIONE MARIA VALTORTA CEV onlus” per ristabilire la­distinzione­tra­le­due­figure­dell’autore­e­dell’editore e dei loro rispettivi ruoli.

La Fondazione, riconosciuta come persona giuridica­con­la­qualifica­di­“onlus”­(organizzazione non lucrativa di utilità sociale), ha lo scopo primario di conservare, custodire, tutelare, curare, divulgare e valorizzare, a­beneficio­di­tutti­e­senza­scopo­di­lucro, il patrimonio culturale costituito dall’eredità materiale e morale di Maria Valtorta.

La “Fondazione Maria Valtorta Cev – onlus” è stata concepita secondo il pensiero di Maria Valtorta, che voleva la tutela dell’Opera e la sua fedele diffusione, voleva che fosse custodita la casa sua, in modo speciale la stanza dove tutto si compiva, e voleva che si conservasse ogni documentazione relativa alla propria persona e agli scritti.

· Nel 1985 i coniugi Pisani-Vecchiarelli costituirono il Centro Editoriale Valtortiano (CEV) per diffondere gli scritti di Maria Valtorta attraverso la pubblicazione delle sue opere.

· Nel 1998 il CEV acquistava dall’Ordine dei Servi di Maria la proprietà della casa-Valtorta di Viareggio per adibirla a casa-museo.

· Nel 2001 il CEV entrava in possesso dei manoscritti e di quant’altro completava l’asse ereditario di Maria Valtorta.

Ricevendo l’intera eredità della Valtorta, in parte per testamento e in parte per averla acquistata, il­CEV­quasi­si­identificava­con­la­persona di lei, unendo ai diritti e ai doveri di un editore i diritti e i doveri propri di un autore.Nel 2010 lo stesso CEV e i coniugi

Fondazione maria valtorta cev onlus

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la casa museoLa casa Valtorta si trova a Viareggio, al numero civico 257 della lunga e centrale Via Antonio Fratti. Il restauro degli anni 2001-2002 ha fatto recuperare alla casa il suo aspetto originario, quello che doveva ave re nel 1924, quando i Valtorta l’acquistarono e vi si trasferirono da Firenze. Maria la trovò di suo gradimento, proprio come l’aveva desiderata, e rimase legata ad essa per tutta la vita.

È consentito entrarvi per visitare la camera di Maria.Le visite sono gestite dalla Sig.ra Anna Matteoni.Per organizzare in anticipo le­visite­è­sufficiente­contattarla al numero: 349.3916137L’ingresso è gratuito.

leggi lo statuto della Fondazione maria valtorta cev onlus

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Il progetto di conservazione

Attualmente i 122 quaderni autografi sono custo-diti con cura, in ambiente climatico adatto, al ri-paro da fonti di luce e dalla polvere. tuttavia non è possibile bloccare del tutto il naturale processo di deterioramento che renderà lo scritto irrime-diabilmente sbiadito.solo la digitalizzazione può rendere i manoscritti facilmente consultabili, senza danno, formando un archivio elettronico cui poter accedere con le tecnologie disponibili e con i dovuti permessi.

Cenno sui Manoscritti

i manoscritti originali sono la par-te più preziosa del patrimonio val-tortiano. sono documenti insosti-tuibili come fonte di studio. mo-strano in che modo e con quali mezzi maria valtorta scriveva.il centro editoriale valtortiano ha pubblicato il catalogo dei qua-derni autografi di Maria Valtorta. esso descrive i 122 quaderni uno per uno, in ogni dettaglio: l’aspet-to esterno, il formato, la confezio-ne, il numero delle pagine e il loro contenuto con riferimento ai libri stampati; e in appendice riprodu-ce come saggio alcune copertine dei quaderni e alcune pagine ma-noscritte.

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I costi da sostenere

il progetto è impegnativo per la Fondazione con un costo stimato di circa 30.000 euro. La deli-catezza degli originali e la loro importanza sto-rica e culturale impongono di operare nella sede stessa della Fondazione, in piena sicurezza e au-tonomia, magari ospitando operatori esterni se è necessario. il numero elevato delle pagine mano-scritte da digitalizzare richiede l’acquisto o il no-leggio di attrezzature dedicate.

Sostieni il progetto con una donazione

anche una piccola donazione è un aiuto per raggiungere l’obiettivo di salvaguardare un patrimonio pre-zioso.molti lettori ci hanno chiesto in passato di visionare i manoscritti originali, ma abbiamo sempre do-vuto negare questo permesso. il vostro aiuto ci permetterà di dare loro questa possibilità.potrai seguire gli sviluppi del pro-getto direttamente sul sito della Fondazione:

www.fondazionemariavaltortacev.org

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Fondazione Maria Valtorta Cev onlusViale Piscicelli, 91

03036 isola del liri (Fr) · italiatel. +39.0776807032 · fax +39.0776809789

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