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IL RUOLO DELL IL RUOLO DELL’ INFERMIERE NELLE INFERMIERE NELLE ATTIVITÀ SOCIO-SANITARIE ATTIVITÀ SOCIO-SANITARIE NELLE COMUNITÀ NELLE COMUNITÀ Il ruolo dell Il ruolo dell’ infermiere di famiglia infermiere di famiglia MAGRI MRIAM Collegio IPASVI Milano-Lodi MILANO, 7 Marzo 2015

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IL RUOLO DELLIL RUOLO DELL’’INFERMIERE NELLEINFERMIERE NELLEATTIVITÀ SOCIO-SANITARIEATTIVITÀ SOCIO-SANITARIE

NELLE COMUNITÀNELLE COMUNITÀIl ruolo dellIl ruolo dell’’infermiere di famigliainfermiere di famiglia

MAGRI MRIAM Collegio IPASVI Milano-Lodi

MILANO, 7 Marzo 2015

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Responsabilità condiviseInfermiere - OSS

Magri Miriam

[email protected]

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PERCORSO DI SVILUPPO PROFESSIONALEPERCORSO DI SVILUPPO PROFESSIONALE

CONCETTO DI PROFESSIONE

“Oggi si intende il possesso

di un titolo di studio

con cui si acquisisce

l’abilitazione all’esercizio”

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PERCORSO DI SVILUPPO PROFESSIONALEPERCORSO DI SVILUPPO PROFESSIONALE

Anni ’90 – fino ad oggi

Inizia un periodo di grande fermento e di grossi cambiamentia livello:

• Normativo– DM 739/94, L 42/99, L 251/00, L 1/02

• Formativo– PERCORSO UNIVERSITARIO

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LE PROFESSIONI SANITARIE NON MEDICHELE PROFESSIONI SANITARIE NON MEDICHE

• Attualmente nel panorama sanitario italiano sonopresenti circa trenta professioni diverse.

• La maggior parte di queste sono acquisizioni recenti.

• Le professioni infermieristiche e ostetriche sonopresenti da circa 100 anni.

• La professione medica è nata nel terzo – quartosecolo a. c.

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LE PROFESSIONI SANITARIE NON MEDICHELE PROFESSIONI SANITARIE NON MEDICHE

• Dal punto di vista della sociologia del lavoro, il settore sanitariopresenta due importanti caratteristiche che lo distinguono dagli altrisettori del mondo del lavoro.– 1. Riguarda il fatto che esso è costituito da un vero e proprio sistema

occupazionale complesso, formato da una trentina di occupazioniche agiscono nel sistema sanitario come importanti soggetti collettivi,dotati di proprie strategie e non di rado in conflitto tra loro. Alcune diesse sono istituzionalizzate nella forma della “professioneintellettuale” e possiedono ordini e collegi professionali.

– 2. La posizione assolutamente dominante assunta sull’intero settoredalla professione medica. Nei settori in cui operano le altreprofessioni intellettuali, come il diritto o l’ingegneria-architettura, nonesiste nulla di simile alla dominanza che la professione medica haesercitato, a partire dalla fine dell’ottocento, su un numero crescentee ormai assai elevato di occupazioni sanitarie.

Willem Tousijn

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LE PROFESSIONI SANITARIE NON MEDICHELE PROFESSIONI SANITARIE NON MEDICHE

Concetto di dominanza professionale medica

• Indica la relazione di potere tra la professionemedica nei confronti delle altre professioni sanitarie:– Dominanza gerarchica

– Dominanza funzionale

– Dominanza scientifica

– Dominanza istituzionale

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LE PROFESSIONI SANITARIE NON MEDICHELE PROFESSIONI SANITARIE NON MEDICHE

MA ALLORA PERCHE’

SONO NATE

TUTTE QUESTE

FIGURE PROFESSIONALI?

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LE PROFESSIONI SANITARIE NON MEDICHELE PROFESSIONI SANITARIE NON MEDICHE

• La crescita delle conoscenze mediche è stata così ampia darisultare incontrollabile per una singola professione

• Aumento consistente della domanda assistenziale alimentata daun reddito familiare più alto e dal progresso delle conoscenze,con conseguente crescita del mercato dei servizi sanitari

• Nuova organizzazione del processo produttivo sanitario; vieneceduta una parte dei compiti alle altre figure professionali,svolgendo un controllo non diretto sul compito, ma un controlloindiretto sulle professioni che li svolgono

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LE PROFESSIONI SANITARIE NON MEDICHELE PROFESSIONI SANITARIE NON MEDICHE

QUALI COMPITI

VENGONO ATTRIBUITI

AD

ALTRE

PROFESSIONI?

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LE PROFESSIONI SANITARIE NON MEDICHELE PROFESSIONI SANITARIE NON MEDICHE

• Compiti assistenziali

• Compiti ritenuti “sgradevoli”

• Compiti tecnici legati ai macchinari

• Compiti tecnici lontani dal processo di cura

• Compiti organizzativi

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PERCHE’ LE FIGURE DI SUPPORTO?

• Uso ottimale risorse professionali

• Carenza di personale infermieristico

• Motivi economici

• Aumento delle malattie cronico degenerative

• Variazioni demografiche e della struttura dellafamiglia

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RESPONSABILITA’ CONDIVISE

• A garanzia della continuità assistenzialee al fine di raggiungere obiettivi comuni

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LL’’OSS NEL PROCESSO DI NURSINGOSS NEL PROCESSO DI NURSING

• Gli infermieri ed il coordinatore sono responsabili di definire quantoe cosa è assegnabile all’OSS in un determinato contesto operativo

• Per le aree del comfort alberghiero e della gestione delle risorsemateriali ci si avvale della predisposizione di procedure, protocolli eistruzioni operative, per uniformare il lavoro degli operatori egarantire la qualità delle prestazioni effettuate

• L’OSS deve avere ben chiaro che le proprie attribuzioni riguardol’accudimento della persona non sono applicabili ad ogni situazione

• L’OSS è privo delle competenze decisionali

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RESPONSABILITARESPONSABILITA’’ CONDIVISECONDIVISE

• All’ O.S.S. vengono attribuite attività che sono propriedel suo profilo, ma all’Infermiere rimane ladiscrezionalità (ove necessario) nell’assegnare leattività

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RESPONSABILITARESPONSABILITA’’ INFERMIERISTICHE INFERMIERISTICHE

UTILIZZO DEL PERSONALE DI SUPPORTO

DEFINIRE COME E QUANDO

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RESPONSABILITARESPONSABILITA’’ INFERMIERISTICHE INFERMIERISTICHE

• L’attribuzione di atti assistenziali e la lorosupervisione sono responsabilità degliinfermieri che devono erogare unaassistenza sicura, di qualità, che sia globalee non frammentata o rivolta al compito.

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RESPONSABILITARESPONSABILITA’’ CONDIVISE CONDIVISE

MA IN CASO DI ERRORE DELL’OSS,DI CHI E’ LA RESPONSABILITA’?

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RESPONSABILITARESPONSABILITA’’ CONDIVISE CONDIVISE

• Attualmente non è ancora sviluppata unacasistica tale da poter dedurre qualiorientamenti giuridici vengono presi in casodi controversie legali scaturenti da questotipo di scenario.

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RESPONSABILITARESPONSABILITA’’ INFERMIERISTICHE INFERMIERISTICHE

• In caso di intervento prescrittodall’infermiere in modo non funzionale aibisogni della persona, perché derivante daun accertamento non accurato, da unadiagnosi scorretta, dalla identificazione diobiettivi troppo alti o dalla individuazione diinterventi non pertinenti, la responsabilità èsicuramente infermieristica (DM 739/94).

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CULPA IN ELIGENDO“la scelta sbagliata”

• L’eventuale colpa dell’infermiere può essereindividuata o come colpa nell’attribuzione dellemansioni: in altre parole, l’infermiere potrebbeaver sbagliato nell’individuare l’oggettodell’assegnazione di compiti, oppure l’infermierepotrebbe aver errato nella scelta del destinatariodella delega.

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RESPONSABILITARESPONSABILITA’’ CONDIVISE CONDIVISE

• In caso di scorretta esecuzione, probabilmente laresponsabilità sarebbe riconosciuta all’OSS.

• Tuttavia, l’infermiere dovrebbe svolgere un’accuratasupervisione proprio per evitare questa evenienza.Oltre alla responsabilità dell’operatore potrebbe essereravvisata una responsabilità infermieristica perl’omessa partecipazione o sorveglianza.

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CULPA IN VIGILANDO

Ancora, la responsabilità dell’infermiere potrebbeessere una responsabilità dovuta a colpa nellasorveglianza sull’operato del destinatario delladelega stessa

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ALCUNI ESEMPI• Una cosa è attribuire la rilevazione dei parametri vitali di un paziente

stabile, altra è attribuire tali compiti per un paziente con una emorragiain atto, in quanto ciò richiede una valutazione critica e unainterpretazione di dati complessi, che vanno letti l’uno in relazione edinterdipendenza con altri, che forse solo l’infermiere è in grado dieffettuare. Il “perché” assegnare può essere fondamentale, in quantopermette di individuare l’obiettivo e lo scopo del processo diassegnazione.

• se l’obiettivo è l’igiene personale del paziente allettato, l’infermiere potràassegnare tale attività ad un operatore di supporto, ma se tale attività, èl’occasione per effettuare una valutazione dell’integrità della cute e deglialtri fattori di rischio per alterazioni cutanee, l’igiene dovrà essere effettuata dauna persona in grado di effettuare una valutazione complessiva del paziente, che forseè l’infermiere e non l’operatore di supporto.

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ALCUNI ESEMPI

• Anche il “dove”, cioè il contesto clinico nel qualeavviene il processo di assegnazione di compitial personale di supporto, ha una suaimportanza. C’è sicuramente differenza tra unatto affidato in una terapia intensiva o in unalungodegenza o sul territorio, dove non èsempre possibile un’attività di supervisione e dicontrollo.

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ALCUNI ESEMPI

• E’ importante “a chi” assegnare i compiti.

La valutazione potrà essere,ad esempio, tra un OSS, direcente assunzione e un OSS, invece, con un certonumero di anni di esperienza ed in possesso di abilitàpersonali che l’infermiere conosce.

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COMPETENZE INFERMIERISTICHECOMPETENZE INFERMIERISTICHE

Per rispondere al proprio mandato professionale,gli infermieri dovranno sempre più concentrarsisull’adattamento e l’applicazione delle loroparticolari competenze in un ambienteassistenziale in evoluzione, senzacompromettere l’obiettivo di fornire assistenzainfermieristica di qualità

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NOTE CONCLUSIVE

• La responsabilità per la corretta gestionedell’assistenza è saldamente in mano al personaleinfermieristico, nonostante che la figura dell’OSS siadotata di discreta autonomia operativa; infatti non vieneindicata in maniera specifica nessuna forma didipendenza, come era invece accaduto per l’OTA, chesvolgeva la sua attività “sotto la diretta responsabilitàdel caposala o, in assenza, dell’infermiere responsabiledel turno”

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• Infatti, l’operatore socio-sanitario ha un ambito di autonomiamaggiore rispetto alle altre figure di supporto, pur svolgendo lasua attività “su indicazione” degli operatori prepostiall’assistenza sanitaria e a quella sociale.

• In ogni caso, l’infermiere manterrà sempre la responsabilità delprocesso assistenziale in tutte le sue fasi, dall’individuazione deibisogni di assistenza della persona, alla pianificazione, allagestione, alla valutazione del suo intervento, sino alla decisionedi inserire o di non inserire, nel suo contesto operativo, nel suoprocesso, l’opera del personale di supporto.

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Art 2 Codice DeontologicoArt 2 Codice Deontologico

LL’’assistenza infermieristica è servizioassistenza infermieristica è servizioalla persona, alla famiglia e allaalla persona, alla famiglia e allacollettività. Si realizza attraversocollettività. Si realizza attraversointerventi specifici, autonomi einterventi specifici, autonomi ecomplementari di natura intellettuale,complementari di natura intellettuale,tecnico-scientifica, gestionale,tecnico-scientifica, gestionale,relazionale ed educativa.relazionale ed educativa.

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Art 7 Codice DeontologicoArt 7 Codice Deontologico

LL’’infermiere orienta la sua azione alinfermiere orienta la sua azione albene dellbene dell’’assistito di cui attiva leassistito di cui attiva lerisorse sostenendolo nelrisorse sostenendolo nelraggiungimento della maggioreraggiungimento della maggioreautonomia possibile, in particolare,autonomia possibile, in particolare,quando vi sia quando vi sia disabilitàdisabilità, svantaggio,, svantaggio,fragilitàfragilità

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Criticità nellCriticità nell’’assistenzaassistenzadomiciliare emerse dai Focusdomiciliare emerse dai Focus

Group 2008Group 2008 Impossibilità di presa in carico

Il voucher non contemplaformalmente l’azione educativa

Ruolo “prescrittore” del medico dimedicina generale (MMG)

Difficoltà di continuità assistenziale

Rigidità del budget

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Impossibilità di presa in carico

IL VOUCHERIL VOUCHER

Assicura solo Assicura solo prestazioni diprestazioni dinatura diagnostico-terapeuticanatura diagnostico-terapeuticae tecnicae tecnica

Non consente la presa inNon consente la presa incarico globale dei pazienti ecarico globale dei pazienti euna valutazione/risposta piùuna valutazione/risposta piùampia ai bisogni di assistenzaampia ai bisogni di assistenza

Non è adatto per le condizioniNon è adatto per le condizionidi di media stabilità clinicamedia stabilità clinica

Struttura residenzialeStruttura residenziale

Implementazione di un Implementazione di un modello dimodello dipresa in carico dei pazientipresa in carico dei pazienti ancheanchedi di media instabilità clinicamedia instabilità clinica

Infermiere di famigliaInfermiere di famigliaper la per la gestione dei casi clinici gestione dei casi clinici

VANTAGGI: Attivazione della Attivazione della reterete dei servizi per i dei servizi per i

pazienti, proporzionale al grado dipazienti, proporzionale al grado diinstabilità clinica e delle risorse disponibiliinstabilità clinica e delle risorse disponibili

Trattenere al domicilio una percentualeTrattenere al domicilio una percentualemaggiore di anziani maggiore di anziani ““fragilifragili””

Riduzione ricoveri precoci inospedale/residenze

Riduzione della quota di spesa sanitariasia ospedaliera che residenziale che residenziale

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Il voucher non contemplaformalmente l’azione educativa

Scarsa educazioneScarsa educazionesanitaria (es.sanitaria (es.gestione digestione diterapie, ausili,terapie, ausili,medicazioni,medicazioni,stomiestomie……) alla) alladimissione deidimissione deipazientipazienti

Formalizzare eFormalizzare emonetizzare tra imonetizzare tra ivoucher voucher ancheancheprestazioni diprestazioni ditipo educativotipo educativo

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Ruolo “prescrittore” del medico dimedicina generale (MMG)

Interessamento marginale inInteressamento marginale in–– attivazione del servizio ADIattivazione del servizio ADI–– formulazione del PAIformulazione del PAI

Attivazione primaria del distrettoAttivazione primaria del distretto

La valutazione, la pianificazioneLa valutazione, la pianificazionee le l’’attivazione delle attivazione delle curecureassistenzialiassistenziali sono spesso di sono spesso dinaturanatura esclusivamente esclusivamenteinfermieristicainfermieristica

UTAPUTAP

Implementare laImplementare lafigurafiguradelldell’’infermiere diinfermiere difamigliafamiglia

IdF si affiancaIdF si affiancaal MMGal MMG

Studio AssociatoStudio Associato

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Difficoltà di continuitàassistenziale

I tempi di attivazioneI tempi di attivazionedel voucher sono piùdel voucher sono piùlunghi rispetto allelunghi rispetto allereali e reali e immediateimmediateesigenzeesigenze dei dei pazientipazientidimessidimessi dalle strutture dalle struttureospedaliere/riabilitativeospedaliere/riabilitative

ImplementazioneImplementazionesistematica di unsistematica di unmodello dimodello di““dimissionidimissionipianificate opianificate oprotetteprotette””,, soprattutto soprattuttoper le persone fragili,per le persone fragili,nel rispetto dellenel rispetto delledimissioni tempestivedimissioni tempestive(coerenti con DRG)(coerenti con DRG)

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Dimissione pianificata oDimissione pianificata oprotettaprotetta

“… il processo di passaggio organizzato di un paziente da un settingdi cura ad un altro (il caso più frequente è la dimissione ospedalieraper il domicilio) che si applica ai pazienti “fragili”, prevalentementeanziani e affetti da più patologie croniche, da limitazioni funzionalie/o disabilità, in modo tale da assicurare la continuità del processodi cura ed assistenza. Per questi pazienti, al termine della degenzaospedaliera, può esservi ancora la necessità di sorveglianza medica,nursing infermieristico e/o riabilitazione organizzate in un progettodi cure integrate di durata variabile ed erogate al domicilio o in unadiversa struttura residenziale” (Scaccabarozzi et al, 2007)

Non sono “dimissioni precoci” del ricoverato

Sistema di comunicazione e di integrazione tra diversi servizi edoperatori (professionisti ospedalieri, medici di Medicina generale,Distretti, Servizi sociali comunali)

Regione Lombardia (coll.Collegio Ipasvi Milano-Lodi)Regione Lombardia (coll.Collegio Ipasvi Milano-Lodi)

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L’ANZIANO FRAGILE e i FAMILIARI

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Miriam Magri Milano - 7marzo 2015

Lavorare con la cronicità

Oggi per produrre interventi di cura con chi è portatore di patologie croniche nonbasta applicare conoscenze e competenze collaudate. E’ richiesto uncambiamento del paradigma entro cui viene considerata e trattata latradizionale attività rispetto alla malattia e al malato.(…)

Organizzazione e formazione sono binari indispensabili per procedere ma lacomplessità dei fenomeni con cui ci si misura esige contemporaneamente dirimettere a fuoco il senso, la direzione dell’operare, (…)

Si tratta di scoprire - più nel senso di rendere visibile che di inventare -una cultura della cronicità che si va delineando nell’operatività e che varafforzata e diffusa.

(F.Olivetti Manoukian 2004)

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Miriam Magri Milano - 7marzo 2015

CULTURE DI APPARTENENZA

MODELLO di tipo SANITARIOTRADIZIONALE

MODELLO di NUOVA CULTURADELLA CRONICITA’

IDEA –PREFIGURAZIONE

DELL’UTENTE

PAZIENTESA - NON SAPorta BENE Porta MALECapace GUARIRE CapaceSOFFRIRE

UTENTE – CLIENTEUTENTE MULTIPLOUTENTE INDIRETTOUTENTE COLLETTIVITA’UTENTE IN CARICO A PIU’ SERVIZIUTENTE: ALTRO SERVIZIO

RACCOLTA E USOdelle INFORMAZIONI

ANAMNESI OGGETTIVA FORMULARE IPOTESI INTERPRETATIVA dei DATI USO DELLE STORIE DI VITA - RACCONTOBILANCIO ALLARGATO

PROBLEMA ♦CIRCOSCRITTO (malattia) Rapporto causa- effetto

♦COMPLESSO♦ARTICOLATO♦INTERDIPENDENTE♦INCERTO♦NUOVO (nuovi bisogni)♦NON COMPRENSIBILE♦NON RISOLVIBILE

APPROCCIO ALPROBLEMA

RISOLVERE AFFRONTAREIMPARARE A CONVIVERCI

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Miriam Magri Milano - 7marzo 2015

CULTURE DI APPARTENENZA (Segue)

OBIETTIVO CURARE = ELIMINARE IL PROBLEMA GUARIRE RIABILITARE

AVER CURARIPARARECONTENEREPROMUOVERECONTROLLARE

TIPO DICOMUNICAZIONE

AD UNA VIA(OP PAZIENTE)

A DUE VIE(OP PAZIENTE)

AZIONE -MODALITA’ DIINTERVENTO

DIAGNOSI – TERAPIA - GUARIGIONEGARANZIA DI TECNICHE PRECISE

PROCEDURE DEFINITE E CODIFICATE

MARGINE DI INCERTEZZADISCREZIONALITA’CONTRATTAZIONERICERCA DI CONVERGENZE

PRODOTTO VISIBILE INVISIBILE

RAPPORTODISSIMMETRICODUALEPrivo di AMBIVALENZEPRESCRITTIVOAFFIDAMENTO

AMBIVALENTEPotenzialmenteCONFLITTUALECIRCOLARECO-PROGETTAZIONE

EMOZIONI- SENTIMENTI ESTRANEI AL LAVORO STRUMENTI DI LAVORO

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Miriam Magri Milano - 7marzo 2015

CULTURE DI APPARTENENZA (Segue)

ATTEGGIAMENTOCAPACITA’ ADERENZA A MODELLI

(dover essere)

FLESSIBILITA’SOLUZIONI CREATIVENAVIGARE A VISTA

CAPIRE AGIRE

VALUTAZIONEdell’INTERVENTO

INSUCCESSO: ERRORE TECNICO

SUCCESSO: BRAVO L’OPERATORE,BUONA LA TECNICA

VALUTAZIONE FINALE

ERRORE è dovuto al modo di TRACCIARE iCONFINI del CAMPO di OSSERVAZIONE

SUCCESSO: PROGETTO BEN FATTOVALUTAZIONE IN ITINERE

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Miriam Magri Milano - 7marzo 2015

Siamo ragione ,emozione e corpi: la scelta della professione

“Perché faccio questo lavoro? E’ stato un gesto…da bambina…il gesto

particolare di un’ostetrica quando ènato mio fratello…arriva questaostetrica, porta mio fratello a miamadre, fa due complimenti a me e poimi mette nella culla di mio fratello.

Mi sono sentita accolta, mi sonodetta “Come mi piace questa donna!Che bel mestiere, che bella capacità,farò quel lavoro.” (un’infermiera)

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Miriam Magri Milano - 7marzo 2015

Siamo ragione ,emozione e corpi: Gli inizi ….e non solo

Ricordo la prima volta …. ricordo che sono tornata a casa e ho passato tre oresotto la doccia perché avevo proprio necessità di pulire il mio corpo. L’ho sentitacome un’invasione fortissima.

Ho il ricordo di questo lavoro come una cosa difficilissima per me, mivergognavo tantissimo. Una vergogna immensa quando dovevo fare l’igieneintima, quando dovevo mettere un catetere ad un uomo, quando dovevo fareuna tricotomia, era un’esperienza di un impatto fortissimo.

Tra l’altro io provengo da una cultura come quella sarda - che è una culturache ha un rispetto e una distanza fortissima, cioè non so se ha mai visto i sardiballare? E’ un corpo molto rigido. E’ stato difficilissimo per me, …. arrivare adun’esperienza come questa in cui avevo a che fare con i corpi nudi, con i corpinon protetti…

Potrei raccontare gli inizi del mio lavoro di infermiera attraverso i miei nonrespiri, come uno stato di apnea continuo…da spavento e da schifo.

Ricordo anche il dolore, un dolore fortissimo da trattenimento generale diemozioni. In particolare la paura, la paura di notte nello stare in reparto. Devispegnere le luci e sapere che sei al buio e sei lì da sola, …. Io ricordo che eroterrorizzata dal fatto che qualcuno fosse morto e io non me ne accorgessi. Moltevolte durante la notte andavo lì con la pila vicino ai pazienti ad accertarmi sestavano respirando salvo magari fargli venire un colpo perché uno che stavadormendo e si vede una torcia puntata addosso!

Il mio tutor giudicava insufficiente la mia distanza professionale. Il messaggioera questo: le cose che io vivevo le dovevo tenere per me, perché se avevopaura… erano fatti miei, se un paziente mi faceva piangere… erano fatti miei...Non potevo parlarne perché non c’era un contenitore dove queste cosepotevano essere accolte….quindi l’unica cosa che veniva detta era “Non sideve”. Queste robe qui le dovevi lasciare fuori.

Ma come fai a… non portarti dietro i tuoi vissuti? Come fai? Come fai a nonavere tutta una serie di turbamenti in questo lavoro? Come fai? (una infermiera)

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Miriam Magri Milano - 7marzo 2015

Siamo ragione ,emozione e corpi

“Il paziente che puzzaè il tuo maestro”

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Miriam Magri Milano - 7marzo 2015

Siamo ragione,emozione e corpi: lavorare su di sè

• “E’ importante aver fatto un lavorosul proprio corpo prima di lavorare sulcorpo degli altri?...

• Nessuno si chiede com’è il corpodell’operatore, nessuno vuol sapere se lesue mani sono rigide, dure, setoccheranno il corpo addolorato delpaziente come è stato toccato il suo, seè consapevole delle proprie emozionitrattenute…

• La conoscenza tecnica cresce neglianni con l’esperienza, ma la possibilità diusarla cresce solo lavorando su di sé.”(una fisioterapista)

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Miriam Magri Milano - 7marzo 2015

Siamo ragione ,emozione e corpi:al lavoro con un’identità sessuale e di genere

Al lavoro si diventa “neutri”?

Essere operatori uomini o donneè la stessa cosa ?

Lavoro di cura familiare e lavorodi cura professionale: qualepassaggio di competenze?

Da organizzazioni “A.A.A.” a“embodied situation”

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Miriam Magri Milano - 7marzo 2015

Siamo ragione ,emozione e corpi:il confronto con altre culture

QUALI CONCEZIONI di• MALATTIA• DOLORE• VECCHIAIA• MORTE• CURA• FAMIGLIA• TEMPO• SPAZIO

UNO GUARDO METICCIO

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Miriam Magri Milano - 7marzo 2015

FAMIGLIA / E

NORMALITÀ = NON “UNIFORMITÀ” MA “SPECIFICITÀ”

E’ importante:• non tanto l’assenza di conflitti, ma il modo

in cui i conflitti vengono negoziatiall’interno del gruppo;

• non tanto l’assenza di disagio e sofferenza,ma il modo in cui essi vengono affrontati;

• non tanto l’esistenza di modelli prestabiliti,ma il modo in cui ogni famiglia utilizza leproprie risorse.

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Miriam Magri Milano - 7marzo 2015

FUNZIONI SVOLTE DAI SERVIZI

La storia della famiglia e’fisiologicamente caratterizzatada costanti e continui

processi adattativo -evolutivi

I servizi accompagnano

i processi adattativi familiari coninterventi / funzioni di:

• facilitazione;• sostegno;• mediazione

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MODELLI DI RELAZIONE CON LE FAMIGLIE (Fruggeri 1997)

MODI DI RAPPRESENTARSI LAFAMIGLIA

da parte degli operatori

COME GLI OPERATORI SIPREFIGURANO

IL PROPRIO INTERVENTO

FAMIGLIAIGNORATA

I PROBLEMI INIZIANO E FINISCONONEL SINGOLO

FAMIGLIA INESISTENTE

IL PROPRIO INTERVENTO VA AD INFLUIRESOLO SUL SINGOLO DESTINATARIO

CONTIGUITA’SEPARATA

LA FAMIGLIA è PRESENTE E C’E’RECIPROCA INFLUENZA TRA PAZ EFAMILIARI

FAMIGLIA ININFLUENTE

OPERATORE ESTRANEO AL SISTEMA,“FUORI”

Fonte di informazione e destinataria diinformazioni

COLLABORAZIONEUNILATERALE

LA FAMIGLIA è PRESENTE

FAMIGLIA RISORSA DA UTILIZZARE

FAMIGLIA COME SUPPORTOAL LAVORO DEGLI OPERATORI

SOSTITUZIONE /ACCETTAZION

E DELLADELEGA

LA FAMIGLIA è PRESENTEFAMIGLIA AGENTE INADEGUATO /

DANNOSO DA CONTRASTARE

NON SI FANNO TENTATIVI DICOINVOLGERE LA FAMIGLIA,

A VOLTE VIENE COLPEVOLIZZATA

SENTIRSI FAMIGLIA SOSTITUTIVA

CO-EVOLUZIONEFAMIGLIA PARTE INTEGRANTE DEL

SISTEMA INTERATTIVOENTRO E ATTRAVERSO

IL QUALE L’OPERATORE SVOLGE LESUE FUNZIONI

GLI AVVENIMENTI CHE ACCADONOALL’INTERNO DELLA RELAZIONE FRA

OP E PAZATTIVANO PROCESSI ALL’INTERNO DEL

RAPPORTO FRA PAZ E FAMIGLIA, PROCESSI CHE INCIDONO

SULL’ EVOLUZIONE DEL RAPPORTO OP E PAZ

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Miriam Magri Milano - 7marzo 2015

ELEMENTI COMUNI

Da parte degli OPERATORIDa parte della

FAMIGLIA – CARE GIVER

SCARSA CONSAPEVOLEZZA diQUANTO OGNI MEMBRO del SISTEMA

FAMILIARE INFLUENZI E SIA INFLUENZATO

DIFFICOLTA’ A RICONOSCEREI PROPRI BISOGNI

SCARSA CONOSCENZADELLA STORIA DELLA FAMIGLIA

INCERTEZZE RIMANDINEL CHIEDERE AIUTO

DIFFICOLTA’ A RICONOSCERSIcome ATTORI DETERMINANTI

nelle RELAZIONI che si VENGONO A CREAREINTORNO AL LAVORO DI CURA

ATTIVAZIONE DI RICHIESTEIMPROPRIE LEGATE AD ASPETTATIVE

DISTORTE

SCARSA ATTITUDINE A VEDERENEGLI OPERATORI DEGLI ALLEATIPER LA SOLUZIONE DEI PROBLEMI

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RISCHI RELAZIONALI DEGLI OPERATORI CHELAVORANO CON LE FAMIGLIE: ERRORI DA EVITARE

(Taccani, rivisto)

Innestare competizionecon il familiare

Schierarsi con l’anzianocontro i familiari

Seguire passivamentele richieste del familiareche assiste

Schierarsi con i familiaricontro l’anziano

Diventare “family”perdendo la posizione

di operatore

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Miriam Magri Milano - 7marzo 2015

RISCHI RELAZIONALI DEGLI OPERATORI CHELAVORANO CON LE FAMIGLIE: ALCUNE ATTENZIONI

(Taccani, rivisto)

.

Giustadistanza

Capacità di tenere ilproblema fuori dallapropria vita personale

Capacità di assumerediversi punti di vista

Collaborazione e integrazione con gli operatori cheseguono il paziente

Capacità di gestirevicinanza-distanza equidistanza tra i membri

Capacità di valorizzarel’interdipendenza tra anzianoe familiari

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CHI È LCHI È L’’INFERMIERE DI FAMIGLIAINFERMIERE DI FAMIGLIA

Organizzazione Mondiale della SanitàOrganizzazione Mondiale della SanitàComitato Regionale EuropeoComitato Regionale Europeo

48° Sessione-Settembre 1998 Copenaghen48° Sessione-Settembre 1998 Copenaghen

SALUTE 21SALUTE 21LA STRATEGIA DELLALA STRATEGIA DELLA

SALUTE PER TUTTI NELLA REGIONESALUTE PER TUTTI NELLA REGIONEEUROPEA DELLEUROPEA DELL’’O.M.S.O.M.S.

21 OBIETTIVI PER IL XXI SECOLO21 OBIETTIVI PER IL XXI SECOLO

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Infermiere di famigliaInfermiere di famiglia

Ruolo centrale allRuolo centrale all’’interno della comunità durante tutto il continuum assistenzialeinterno della comunità durante tutto il continuum assistenziale

Collegamento con il MMG per lCollegamento con il MMG per l’’identificazione dei bisogni di salute dellidentificazione dei bisogni di salute dell’’individuoindividuoe della collettività (famiglie in carico)e della collettività (famiglie in carico)

Valutazione Valutazione ““proattivaproattiva”” dei bisogni di assistenza dell dei bisogni di assistenza dell’’individuo e della collettivitàindividuo e della collettività

Prevenzione primaria, secondaria e terziariaPrevenzione primaria, secondaria e terziaria

Promozione della salute e mantenimento della salute residuaPromozione della salute e mantenimento della salute residua

Sostegno per lSostegno per l’’adattamento alla disabilità cronica, alla malattia, alle situazioni diadattamento alla disabilità cronica, alla malattia, alle situazioni distressstress

Valutazione, pianificazione, erogazione/gestione delle cure assistenzialiValutazione, pianificazione, erogazione/gestione delle cure assistenziali

Promozione delle dimissioni precoci (e pianificate), assicurando lPromozione delle dimissioni precoci (e pianificate), assicurando l’’assistenzaassistenzadomiciliare: trait ddomiciliare: trait d’’union tra la rete dei servizi e attivatore dei servizi territorialiunion tra la rete dei servizi e attivatore dei servizi territoriali(e specialistici) per i propri pazienti(e specialistici) per i propri pazienti

OMS, Salute 21, 1998

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COSA FACOSA FA

LL’’infermiere di famigliainfermiere di famigliasvolge un ruolo centralesvolge un ruolo centraleallall’’interno della comunitàinterno della comunità

durante tutto il durante tutto il continuumcontinuum assistenziale assistenziale

(come dalle raccomandazioni(come dalle raccomandazionidella Conferenza europea sul Nursingdella Conferenza europea sul Nursing

tenutasi a Vienna nel 1988).tenutasi a Vienna nel 1988).

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I SUOI COMPITI SONO:I SUOI COMPITI SONO:

aiutare gli individua aiutare gli individua ad adattarsi ad adattarsi alla malattia, alla alla malattia, alla disabilità disabilità cronica,cronica,ai momenti di stress;ai momenti di stress;

trascorrere buona parte del suo tempo a trascorrere buona parte del suo tempo a lavorare a domicilio deilavorare a domicilio deipazienti e con le famiglie;pazienti e con le famiglie;

fornire fornire consulenza sugli stili di vita e sui fattori comportamentali diconsulenza sugli stili di vita e sui fattori comportamentali dirischiorischio e assistere le famiglie in materia di salute; e assistere le famiglie in materia di salute;

garantire che garantire che i problemi sanitari delle famiglie siano curati al loroi problemi sanitari delle famiglie siano curati al loroinsorgere,insorgere, attraverso la diagnosi precoce; attraverso la diagnosi precoce;

identificare identificare gli effetti gli effetti dei fattori socio-economici dei fattori socio-economici sulla salute sulla salute delladellafamiglia e richiedere lfamiglia e richiedere l’’intervento della rete dei servizi territoriali;intervento della rete dei servizi territoriali;

promuovere una promuovere una dimissione precoce dimissione precoce assicurando lassicurando l’’assistenzaassistenzadomiciliare infermieristicadomiciliare infermieristica e costituire il punto di collegamento tra e costituire il punto di collegamento trafamiglia e medico di medicina generale e sostituirsi a famiglia e medico di medicina generale e sostituirsi a questquest’’ultimoultimoquando i bisogni identificati sono di carattere prevalentementequando i bisogni identificati sono di carattere prevalentementeinfermieristico.infermieristico.

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GLI OBIETTIVIGLI OBIETTIVI

LL’’infermiere di famiglia svolge un ruolo essenziale infermiere di famiglia svolge un ruolo essenziale perperraggiungere il pieno potenziale di salute per tutti,raggiungere il pieno potenziale di salute per tutti,attraverso il perseguimento di due obiettivi principali:attraverso il perseguimento di due obiettivi principali:

promuovere e proteggere la salute della popolazione,promuovere e proteggere la salute della popolazione,lungo tutto llungo tutto l’’arco della vita;arco della vita;

ridurre lridurre l’’incidenza delle malattie e degli incidenti piùincidenza delle malattie e degli incidenti piùcomuni e alleviare le sofferenze che questi causano.comuni e alleviare le sofferenze che questi causano.

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GLI INTERVENTI INFERMIERISTICIGLI INTERVENTI INFERMIERISTICI

Secondo il modello dellSecondo il modello dell’’OMS sono identificateOMS sono identificatequattro modalità di intervento quattro modalità di intervento delldell’’infermiere di famiglia:infermiere di famiglia:

PREVENZIONE PRIMARIAPREVENZIONE PRIMARIA: verificare la possibile presenza di: verificare la possibile presenza difattori dannosi che minacciano la salute e lavorare attivamente perfattori dannosi che minacciano la salute e lavorare attivamente perevitare che questo si ripercuota sulla famiglia.evitare che questo si ripercuota sulla famiglia.

Può aiutare la famiglia a costruirsi le proprie risorse difensive Può aiutare la famiglia a costruirsi le proprie risorse difensiveattraverso l'educazione sanitaria ed il sostegno ed aiutandola aattraverso l'educazione sanitaria ed il sostegno ed aiutandola amobilitare altre risorse e monitorando l'integrità del sistema permobilitare altre risorse e monitorando l'integrità del sistema peridentificare possibili fattori dannosi.identificare possibili fattori dannosi.

PREVENZIONE SECONDARIAPREVENZIONE SECONDARIA: attraverso attività come: attraverso attività comescreening, programmi vaccinali ed una approfondita conoscenzascreening, programmi vaccinali ed una approfondita conoscenzadella famiglie, permette rapidi interventi per ridurre al minimo ladella famiglie, permette rapidi interventi per ridurre al minimo ladisgregazione individuale e famigliare, coinvolgendo altre risorse edisgregazione individuale e famigliare, coinvolgendo altre risorse ealtri professionisti della salute.altri professionisti della salute.

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GLI INTERVENTI INFERMIERISTICIGLI INTERVENTI INFERMIERISTICI

PREVENZIONE TERZIARIA PREVENZIONE TERZIARIA: ha come obiettivo la riabilitazione e: ha come obiettivo la riabilitazione ela ricostruzione delle la ricostruzione delle ““risorse di resistenza e difensiverisorse di resistenza e difensive”” della dellafamiglia.famiglia.

INTERVENTI IN CASI CRITICI/ ASSISTENZA DIRETTAINTERVENTI IN CASI CRITICI/ ASSISTENZA DIRETTA::implica una collaborazione tra limplica una collaborazione tra l’’infermiere e la famiglia o con ilinfermiere e la famiglia o con ilsingolo per appropriati interventi di cura, riabilitazione, curesingolo per appropriati interventi di cura, riabilitazione, curepalliative e o sostegno.palliative e o sostegno.

All'infermiere di famiglia è richiesto di All'infermiere di famiglia è richiesto di essere competente essere competente comecome

erogatore di assistenza - erogatore di assistenza - decisionalistadecisionalistacomunicatore - leader di comunità - managercomunicatore - leader di comunità - manager

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GLI SCENARI ASSISTENZIALI:GLI SCENARI ASSISTENZIALI:alcuni esempialcuni esempi

prevenzione e gestione della cronicità;prevenzione e gestione della cronicità; assistenza ad una famiglia assistenza ad una famiglia

in cui la madre è colpita da carcinoma mammario;in cui la madre è colpita da carcinoma mammario; assistenza ad una donna solaassistenza ad una donna solaaffetta da metastasi mammaria;affetta da metastasi mammaria; assistenza ad una famigliaassistenza ad una famiglia

con problemi di salute mentale ed alcool correlati; con problemi di salute mentale ed alcool correlati; assistenza ad una famiglia con un figlio neonato;assistenza ad una famiglia con un figlio neonato; assistenza ad una coppia anziana in cui entrambi iassistenza ad una coppia anziana in cui entrambi i

coniugi presentano problemi di salute;coniugi presentano problemi di salute; assistenza ad un vedovo anziano con patologie multiple;assistenza ad un vedovo anziano con patologie multiple;

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GLI SCENARI ASSISTENZIALIGLI SCENARI ASSISTENZIALIalcuni esempialcuni esempi

assistenza ad una famiglia in cui il padre, assistenza ad una famiglia in cui il padre, tabagistatabagista,,desidera smettere di fumare;desidera smettere di fumare;

assistenza ad una paziente diabeticaassistenza ad una paziente diabeticache ha gradualmente perduto la propria indipendenzache ha gradualmente perduto la propria indipendenza

e deve essere istituzionalizzata; e deve essere istituzionalizzata; assistenza ad una famigliaassistenza ad una famiglia

che si prepara alla nascita del primo figlio;che si prepara alla nascita del primo figlio; assistenza ad una donna sola, tossicodipendenteassistenza ad una donna sola, tossicodipendente

incinta;incinta; assistenza ad un'adolescente incinta;assistenza ad un'adolescente incinta; assistenza ad una famiglia di rifugiatiassistenza ad una famiglia di rifugiatiappartenenti ad una minoranza etnica;appartenenti ad una minoranza etnica;

prevenzione degli incidenti/iniquità in salute.prevenzione degli incidenti/iniquità in salute.

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GLI SCENARI ASSISTENZIALIGLI SCENARI ASSISTENZIALIalcuni esempialcuni esempi

assistenza ad una famiglia in cui il padre, assistenza ad una famiglia in cui il padre, tabagistatabagista,,desidera smettere di fumare;desidera smettere di fumare;

assistenza ad una paziente diabeticaassistenza ad una paziente diabeticache ha gradualmente perduto la propria indipendenzache ha gradualmente perduto la propria indipendenza

e deve essere istituzionalizzata; e deve essere istituzionalizzata; assistenza ad una famigliaassistenza ad una famiglia

che si prepara alla nascita del primo figlio;che si prepara alla nascita del primo figlio; assistenza ad una donna sola, tossicodipendenteassistenza ad una donna sola, tossicodipendente

incinta;incinta; assistenza ad un'adolescente incinta;assistenza ad un'adolescente incinta; assistenza ad una famiglia di rifugiatiassistenza ad una famiglia di rifugiatiappartenenti ad una minoranza etnica;appartenenti ad una minoranza etnica;

prevenzione degli incidenti/iniquità in salute.prevenzione degli incidenti/iniquità in salute.

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CONCLUSIONICONCLUSIONI

la domanda che ci si pone è: la domanda che ci si pone è:

cosa porterebbe lcosa porterebbe l’’istituzioneistituzionedi questo professionistadi questo professionista

nel nostro territorio?nel nostro territorio?LL’’infermiere è oggi più che mai ilinfermiere è oggi più che mai il

professionista in grado di rispondere aiprofessionista in grado di rispondere aibisogni emergenti della popolazionebisogni emergenti della popolazione

fragilefragile