il sant’ambrogio

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Domenica 14 ottobre 2018 N. 13, anno XXXVII - 2 dicembre 2018 Terza domenica di Avvento - Isaia 45,1-8; salmo 126 (125); Romani 9,1-5; Luca 7,18-28 S. Messe - Da lunedì a venerdì 8 - 9 - 18:30 - Sabato 9 - 18:30 ( vigiliare) - Sabato 17.30 ( vigiliare - in san Nicolao ) - Domenica 8 - 10 - 11 (in latino) - 12:15 ore 17 (vespero in canto) - 18 - 19 E’ on line sul sito della basilica Ambrogio, Gervaso, Protaso: il docufilm www.basilicasantambrogio.it Dall’Osservatore Romano, 30 novembre 2018 L’occhio sinistro di Ambrogio di mons. Cesare Pasini - Prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana e Canonico di sant'Ambrogio «Era di piccola statura, dal viso allungato e fine; la barba e i baffi neri facevano più spiccare la bianca delicatezza dei lineamenti; gli occhi grandi e suggestivi erano resi ancora più attraenti da una lieve dissimmetria, perché il destro era più basso dell’altro; il gesto, infine, calmo e pacato rivelava l’aristocratico romano, diceva che gli era nel sangue l’arte e la capacità di comandare» : così Angelo Paredi rappresenta sant’Ambrogio nella sua classica biografia del vescovo di Milano, con una descrizione ricavata dal ritratto musivo del santo, conservato nel sacello di san Vittore in ciel d’oro. Nei lineamenti del mosaico, infatti, di poco posteriore alla morte del vescovo, gli studiosi hanno riconosciuto un ricordo delle sue effettive sembianze. Ne fa fede, in particolare, quella dissimmetria fra gli occhi, che fu rilevata nelle ossa facciali del teschio, così come si poté appurare quando furono riesumate nel 1864. Alla sua morte, infatti, come era suo desiderio, Ambrogio era stato sepolto nella il sant’Ambrogio Foglio informatore della Parrocchia di sant’Ambrogio in Milano

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Page 1: il sant’Ambrogio

Domenica 14 ottobre 2018 N. 13, anno XXXVII - 2 dicembre 2018Terza domenica di Avvento - Isaia 45,1-8; salmo 126 (125); Romani 9,1-5; Luca 7,18-28S. Messe - Da lunedì a venerdì 8 - 9 - 18:30 - Sabato 9 - 18:30 (vigiliare) - Sabato 17.30 (vigiliare - in san Nicolao) - Domenica 8 - 10 - 11 (in latino) - 12:15 ore 17 (vespero in canto) - 18 - 19

E’ on line sul sito della basilicaAmbrogio, Gervaso, Protaso: il docufilm

www.basilicasantambrogio.it

Dall’Osservatore Romano, 30 novembre 2018L’occhio sinistro di Ambrogiodi mons. Cesare Pasini - Prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana e Canonico di sant'Ambrogio

«Era di piccola statura, dal viso allungato e fine; la barba e i baffi neri facevano più spiccare la bianca del icatezza dei lineamenti; gli occhi grandi e suggestivi erano resi ancora più attraenti da una lieve dissimmetria, perché il destro era più basso dell’altro; il gesto, infine, calmo e pacato rivelava l’aristocratico romano, diceva che gli era nel sangue l’arte e la capacità di comanda re» : cos ì Ange lo Pa red i rappresenta sant’Ambrogio nella sua classica biografia del vescovo di Milano, con una descrizione ricavata dal ritratto musivo del santo, conservato nel sacello di san Vittore in ciel d’oro. Nei lineamenti del mosaico, infatti, di poco posteriore alla morte del vescovo, gli studiosi hanno riconosciuto un ricordo delle sue effettive sembianze. Ne fa fede, in particolare, quella dissimmetria fra gli occhi, che fu rilevata nelle ossa facciali del teschio, così come si poté appurare quando furono riesumate nel 1864. Alla sua morte, infatti, come era suo desiderio, Ambrogio era stato sepolto nella

il sant’AmbrogioFoglio informatore della Parrocchia di sant’Ambrogio in Milano

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basilica che da lui prende nome, accanto ai martiri Protaso e Gervaso. Nel IX secolo, poi, sotto l’episcopato di Angilberto II, si procedette a una più degna sistemazione delle spoglie dei tre santi, che furono collocati in un sarcofago di porfido, sotto il famoso altare d’oro, decorato in quegli anni da Volvinio e da un gruppo di artisti sotto la sua guida. Mille anni dopo, appunto nel 1864, durante i lavori di consolidamento e di restauro della basilica, venne rinvenuto quel prezioso sarcofago e, in esso, immersi in un’acqua limpidissima, i tre scheletri, uno accanto all’altro. Fu peraltro facile identificare Ambrogio nello scheletro di statura più modesta, circa cento settanta centimetri, mentre gli altri due di statura più elevata, di oltre un metro e ottanta centimetri ‒ potevano ben essere riferiti ai due martiri, che lo stesso Ambrogio, rinvenendoli nel giugno del 386, aveva definito «uomini di straordinaria statura». Achille Ratti, il futuro papa Pio XI, nel suo specifico contributo su Il più antico ritratto di s. Ambrogio  pubblicato nel 1897, giungeva a scrivere che il mosaicista di san Vittore in ciel d’oro «studiò ed eseguì le sue figure dal vero o colla precisa notizia di esso». Oggi non parliamo più di un ritratto dal vero, visto che Ambrogio morì nel 397 e il sacello e il mosaico sono databili al V secolo. Tuttavia, come suggerisce Marco Navoni, davvero quel mosaico «ci trasmette il ritratto reale di Ambrogio, derivato probabilmente da un ritratto ufficiale fattogli mentre era ancora in vita, come si usava fare del resto per gli alti magistrati dell’impero (e Ambrogio, prima di essere eletto vescovo, era stato governatore di Milano e apparteneva a nobile famiglia di rango senatorio)». Ma, tornando al difetto all’occhio sinistro, donde derivava una simile situazione? Possiamo pensare a un incidente, a un trauma subìto? A una malformazione? La storia del santo non ci offre informazioni al riguardo. Ci fa conoscere piuttosto alcuni problemi di salute, che in certi momenti non permettevano al vescovo di muoversi come avrebbe desiderato. Non solo il suo

biografo, Paolino di Milano, ci racconta che l’infermità che condusse Ambrogio alla morte il 4 aprile 397, lo tenne «costret to a let to per molt iss imi giorni» (Vita Ambrosii, 45). A seguito delle i ndag in i su l lo sche le t ro dopo i l rinvenimento del 1864 gli esperti hanno arguito che il vescovo soffrisse di un’artrite cronica della colonna vertebrale, alla quale p o t r e b b e r o e s s e r e i m p u t a t e l e acutizzazioni che costringevano talora a letto Ambrogio. Questa malattia, si afferma, nella sua evoluzione abituale conduce gradualmente a un irrigidimento della persona, la quale infine solo con estrema sofferenza riesce a compiere movimenti pur limitati. A tale affezione si unisce talvolta anche un reumatismo della faringe, che dovette procurargli fatica non indifferente nella predicazione, come Ambrogio stesso si trovò talora a far n o t a r e . E l o s t e s s o A g o s t i n o , sorprendendo Ambrogio leggere in silenzio, scorrendo le pagine nella lettura «mentre la voce e la lingua riposavano», ricollegava quella lettura mentale, allora meno consueta, alla «preoccupazione di risparmiare la voce, che gli cadeva con estrema facilità» (Confessiones VI, 3, 3). Mancava tuttavia qualche ulteriore, non secondario, elemento a quanto sinora raccolto. Lo dobbiamo oggi all’accurata ricognizione compiuta negli scorsi mesi sui resti di Ambrogio e dei due martiri e conclusa lo scorso 30 ottobre con il rito canonico, celebrato dall’arcivescovo Mario Delpini, della chiusura dell’urna dei santi nella basilica di sant’Ambrogio. Il 30 novembre infine, nel giorno anniversario del suo battesimo (una settimana prima di ricevere l’ordinazione episcopale il 7 dicembre 374), i risultati della ricognizione sono presentati in un convegno tenutosi nella stessa basilica di sant’Ambrogio. La ricerca ha visto all’opera il dipartimento di medicina legale dell’università degli studi di Milano e il laboratorio di antropologia e odontologia forense, diretto dalla professoressa Cristina Cattaneo, ordinario di medicina legale presso quell’ateneo. Per parte loro le monache

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benedettine dell’Isola di san Giulio d’Orta (Novara) si sono occupate del restauro dei preziosi paramenti dei tre santi, mentre le suore del monastero di Viboldone in san Giuliano Milanese hanno restaurato i documenti cartacei rinvenuti in tubi di vetro e contenenti, fra l’altro, l’elenco delle ossa e una minuta descrizione del valore e del le provenienze degl i abit i che ricoprivano i tre santi. Riguardo ad Ambrogio, le indagini hanno permesso di individuare un elemento nuovo, che può ancor meglio spiegare le difficoltà di movimento che dovette sopportare. Il suo scheletro rivela infatti una frattura alla clavicola destra, evidentemente procurata da un evento traumatico: si può ipotizzare una caduta da cavallo, in uno dei viaggi da lui affrontati, probabilmente durante la sua giovinezza. In ogni caso i dolori e le difficoltà nel camminare trovano qui un motivo ulteriore, forse primario. E si potrebbe immaginare, ma rimane solo un’ipotesi, che anche l’asimmetria delle orbite oculari possa essere stata causata dall’incidente che produsse la frattura del la clavicola. Pur non potendo procedere oltre nelle ipotesi, siamo in ogni caso felicemente stupiti del convergere d e i d a t i c h e p r o v e n g o n o d a l l a documentazione dello stesso Ambrogio, dalle indagini sul suo scheletro e dal ritratto musivo conservato nel sacello di san Vittore in ciel d’oro. 

Ma anche per i martiri le recenti indagini hanno offerto utili conferme e sorprendenti indicazioni. Anzi, esse inducono a dar valore obiettivo ad alcuni dati esposti nella loro  Passio, datata al secolo V e generalmente considerata portatrice di elementi leggendari. È stata invece confermata anzitutto la loro giovane età, tra i ventitré e i ventisette anni, e la loro considerevole statura e robustezza. Si è inol t re ugualmente appurato che dovevano avere una “forte parentela” fra loro: possiamo dire che fossero fratelli, come appunto racconta di loro la Passio. Ancora più importante: uno dei due

scheletri testimonia una decapitazione, mentre l’altro presenta fratture costali e lesioni; e la Passio racconta infatti che uno dei due fratelli subì la pena della decap i taz ione , ment re l ’ a l t ro fu martirizzato tra le torture sotto i colpi dei flagelli (le fratture riscontrate nello scheletro sono ben compatibili con il tentativo di difendersi da colpi provenienti da una flagellazione).Fra le nuove ricerche effettuate merita ricordare quella sul sarcofago di porfido, mai studiato sinora con la dovuta cura: è in porfido rosso egizio, certamente realizzato — come rileva Fabrizio Slavazzi — per la sepoltura di un membro della famiglia imperiale dei Valentiniani nella seconda metà del IV secolo; non sappiamo a chi fosse stato destinato in origine, ma non doveva trattarsi di una persona adulta, perché la cassa è lunga solo 176 centimetri e lo spazio interno è ancora minore.  Le indagini chimiche e fisiche, a loro volta, hanno rilevato sugli scheletri tracce di bromo, materiale tipico della porpora di Tiro, e di oro, evidentemente depositati dalle vesti che ricoprivano i santi. Si può anche aggiungere una curiosità: l’esame del tartaro dei denti di uno dei due fratelli ha rilevato la presenza di residui di lenticchie e di fili azzurri, oltre a un frammento di conifera, forse utilizzato per pulirsi i denti.  Altri dati saranno meglio definiti dalle ulteriori ricerche nei laboratori dell’università degli studi di Milano. Dalle fattezze del cranio, ad esempio, si prevede di poter giungere a ricostruire il volto dei tre santi. Li confronteremo in particolare il volto del vescovo Ambrogio con quello del ritratto in san Vittore in ciel d’oro. Apparuit Thesaurus Ambrosius  titola il recente convegno del 30 novembre, utilizzando un’antica espressione della liturgia ambrosiana; e il sottotitolo dichiara: Le reliquie di sant’Ambrogio e dei martiri Gervaso e Protaso tra storia, scienza e fede. Nell’intreccio felice fra ricerca e fede, Ambrogio, con Protaso e Gervaso, appare di nuovo ai nostri occhi come un tesoro prezioso per l’umanità.

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Acquistando la tazza di sant’Ambroeus puoi sostenere il lavoro di studio e restauro che la parrocchia di sant’Ambrogio ha effettuato sulle reliquie dei santi Ambrogio, Gervaso e Protaso, sull’urna argentea e sulla cripta. “Mi ghe voeri ben a sant’Ambroeus!” … E’ la tazza esclusiva che non può mancare nella casa di ogni persona che vuole bene a sant’Ambrogio. Disponibi le anche nel la ver s ione internazionale: “I like sant’Ambrogio”. Trovi la tazza di sant’Ambrogio presso il bar dell’oratorio.

Lunedì 3 dicembre Alle ore 18:00, presso la sala san Satiro, Carlo Cottarelli presenta il suo libro: “I sette peccati capitali dell’economia italiana”. Insieme all’autore sono presenti Sergio Parazzini, Andrea Boitani, Luciano Venturini dell’università Cattolica e Luciano Caimi presidente di “Città dell’uomo”. Ingresso libero.

Mercoledì 5 dicembre Sant’Ambrogio/insieme propone il film “Going out in style - insospettabili sospetti”, commedia. Alle ore 17 in sala sant’Ambrogio.

Celebrazioni santambrosiane 2018

Giovedì 6 - Messaggio alla città e alla diocesi Ore 18:00, S.Ecc. mons. Mario Delpini, Arcivescovo di Milano

Venerdì 7 - Solennità di sant’Ambrogio

SS. Messe ore 8:00, 10:30, 12:15, 17:00, 18:30

La santa Messa delle ore 10:30 è presieduta dall’Arcivescovo e preceduta alle ore 10:00 dal canto delle Lodi. La santa Messa delle ore 17:00 è presieduta da

mons. Carlo Faccendini, abate parroco

Sabato 8 - Solennità dell’Immacolata Concezione di MariaSS. Messe ore 8:00, 10:00, 11:00, 12:15, 18:00, 19:00

Il pontificale delle ore 11:00 è in lingua latina e presieduto da mons. Carlo Faccendini. Alle ore 17:00 solenne vespero in canto dell’Immacolata.

Ad ogni messa è presente un coro polifonico. Alle sante Messe del giorno di sant’Ambrogio delle ore 10:30 e 17:00, propone i canti la Cappella Musicale Ambrosiana, diretta dal M° Paolo Massimini. Per tutto l’avvento, nei giorni feriali da lunedì a venerdì: celebrazione delle Lodi alle ore 7:40. Per ogni informazione, potete visitare il sito www.basilicasantambrogio.it