index seminum e l’erbario di ferrara

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66 natural 1 maggio 2012 ORTI STORICI C on i suoi 4500 m 2 di super- ficie (meno di mezzo etta- ro), l’Orto Botanico di Ferrara è uno dei più piccoli giar- dini botanici universitari d’Italia. Nonostante le dimensioni ridotte, esso accoglie un ragguardevole numero di piante e collezioni di grande interesse museologico e scientifico. Nelle aiuole a cielo aperto, l’Orto Botanico ospita oltre settecento specie, in preva- lenza autoctone. Le quattro serre principali (temperata, fredda, calda e serretta delle succulente) albergano un migliaio di specie esotiche coltivate in vasi o panie- ri. L’attività principale svolta dall’Orto Botanico corrisponde a quella didattico-ostensiva, colle- gata sia ai corsi di Botanica per studenti universitari che a quelli di Scienze impartiti nelle scuole secondarie; esso ha inoltre una importante funzione di supporto nella ricerca biologica e naturali- stica dell’Ateneo ferrarese. L’Orto redige annualmente un Index Seminum grazie al quale vengono effettuati scambi di semi e spore con numerose istituzioni italiane e straniere. Nell’adiacente Palazzo Turchi-Di Bagno sono collocati la Biblioteca storica e l’Erbario. CENNI STORICI Nel 1771, con la promulgazione dei nuovi statuti riformatori, l’Università di Ferrara ebbe la possibilità di istituire a tutti gli effetti l’Orto Botanico, già esisten- te ma detto a quei tempi Orto dei Semplici. Sebbene la data di isti- tuzione ufficiale dell’Orto Botanico a Ferrara sia posteriore a quella di altri Orti Botanici, non bisogna pensare che in preceden- za le ricerche botaniche languis- sero. Infatti, già dal 1391 era atti- va l’Università che in breve tempo, per volere degli Estensi, divenne uno dei centri culturali più rinomati d’Italia. Durante il Rinascimento, gli Estensi promossero ogni genere di studi, inclusi quelli botanici allora compresi tra le scienze mediche. Ciò favorì l’afflusso a Ferrara di medici cultori di Botanica, tra i quali vanno ricor- dati Berengario da Carpi, Leoniceno e Manardo. Grande importanza ebbero anche Antonio Musa Brasavola, medico illustre e dotto conoscitore di piante, Gabriele Fallopio e Gian Battista Canani. In una situazione culturale così favorevole per lo studio della Botanica, sicuramen- te esistevano luoghi atti alla colti- vazione di specie medicinali. Tuttavia nulla rimane nella docu- mentazione storica relativamente alla ubicazione e alla costituzione di un antico Orto dei Semplici. I miglioramenti operati dalle riforme di Clemente XIV e Pio VI diedero attuazione alla istituzione dell’Orto Botanico originariamen- te collocato nei giardini di via Paradiso (già via dell’Inferno) accanto all’antico Palazzo * Lisa Brancaleoni ** Fabrizio Negrini *** Renato Gerdol L’Orto Botanico e l’Erbario di Ferrara L’Orto Botanico e l’Erbario di Ferrara Un excursus storico che dalla fine del ‘700 ci porta ai giorni nostri: dagli antichi erbari alla moderna stazione meteorologica e alla webcam sempre accesa, che posizio- nata in un angolo del giardino permette di registrare il cambiamento delle stagioni attraverso l’osservazione dei mutamenti della vegetazione Colori autunnali nel Giardino inglese maggio 2012 natural 1 67 Pagina web dei dati climatici dell’Orto Botanico

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ORTI STORICI

Con i suoi 4500 m2 di super-ficie (meno di mezzo etta-ro), l’Orto Botanico di

Ferrara è uno dei più piccoli giar-dini botanici universitari d’Italia.Nonostante le dimensioni ridotte,esso accoglie un ragguardevolenumero di piante e collezioni digrande interesse museologico escientifico. Nelle aiuole a cieloaperto, l’Orto Botanico ospitaoltre settecento specie, in preva-lenza autoctone. Le quattro serreprincipali (temperata, fredda,calda e serretta delle succulente)albergano un migliaio di specieesotiche coltivate in vasi o panie-ri.L’attività principale svoltadall’Orto Botanico corrisponde aquella didattico-ostensiva, colle-gata sia ai corsi di Botanica perstudenti universitari che a quellidi Scienze impartiti nelle scuolesecondarie; esso ha inoltre unaimportante funzione di supportonella ricerca biologica e naturali-stica dell’Ateneo ferrarese. L’Ortoredige annualmente un IndexSeminum grazie al quale vengono

effettuati scambi di semi e sporecon numerose istituzioni italianee straniere. Nell’adiacentePalazzo Turchi-Di Bagno sonocollocati la Biblioteca storica el’Erbario.

CENNI STORICINel 1771, con la promulgazionedei nuovi statuti riformatori,l’Università di Ferrara ebbe lapossibilità di istituire a tutti glieffetti l’Orto Botanico, già esisten-te ma detto a quei tempi Orto deiSemplici. Sebbene la data di isti-tuzione ufficiale dell’OrtoBotanico a Ferrara sia posteriorea quella di altri Orti Botanici, nonbisogna pensare che in preceden-za le ricerche botaniche languis-sero. Infatti, già dal 1391 era atti-va l’Università che in brevetempo, per volere degli Estensi,divenne uno dei centri culturalipiù rinomati d’Italia.Durante il Rinascimento, gliEstensi promossero ogni generedi studi, inclusi quelli botaniciallora compresi tra le scienzemediche. Ciò favorì l’afflusso aFerrara di medici cultori diBotanica, tra i quali vanno ricor-dati Berengario da Carpi,Leoniceno e Manardo. Grandeimportanza ebbero anche

Antonio Musa Brasavola, medicoillustre e dotto conoscitore dipiante, Gabriele Fallopio e GianBattista Canani. In una situazioneculturale così favorevole per lostudio della Botanica, sicuramen-te esistevano luoghi atti alla colti-vazione di specie medicinali.Tuttavia nulla rimane nella docu-mentazione storica relativamentealla ubicazione e alla costituzionedi un antico Orto dei Semplici.I miglioramenti operati dalleriforme di Clemente XIV e Pio VIdiedero attuazione alla istituzionedell’Orto Botanico originariamen-te collocato nei giardini di viaParadiso (già via dell’Inferno)accanto all’antico Palazzo

* Lisa Brancaleoni ** Fabrizio Negrini *** Renato Gerdol

L’Orto Botanico e l’Erbario di Ferrara

L’Orto Botanico e l’Erbario di Ferrara

Un excursus storico che dalla fine del ‘700 ci porta aigiorni nostri: dagli antichi erbari alla moderna stazionemeteorologica e alla webcam sempre accesa, che posizio-nata in un angolo del giardino permette di registrare ilcambiamento delle stagioni attraverso l’osservazione deimutamenti della vegetazione

Colori autunnali nel Giardino inglese

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Pagina web dei dati climatici dell’Orto Botanico

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“Sistematica” sono ordinatesecondo un criterio tassonomico,in accordo con le classificazionipiù recenti. La sezione compren-de sei settori: Briofite ePteridofite, Gimnosperme,Latifoglie, Dicotiledoni primitive,Dicotiledoni evolute, Monocotile-doni. I settori con maggior numero dispecie sono quelli che ospitano leAngiosperme (Dicotiledoni eMonocotiledoni). Esistono varisistemi di classificazione per leAngiosperme; quello seguitonell’Orto Botanico di Ferrara èbasato sulla classificazione APG II(Angiosperm Phylogeny Group,versione 2003) e sulle integrazio-ni e modifiche suggerite nelTrattato di Botanica diStrasburger (X edizione italiana).Nei settori che ospitano leAngiosperme (con esclusionedelle Latifoglie), le piante sonoriunite in aiuole divise per classee sottoclasse. File di mattoncinidelimitano internamente le aiuolein aree omogenee ognuna dellequali ospita specie appartenentiallo stesso ordine. Ogni ordineinclude varie famiglie. La sezione “Giardini a tema”comprende piante prevalente-mente ornamentali organizzate inpiccoli giardini a tema la cui fina-lità è principalmente estetico-divulgativa. La sezione compren-de dieci settori: Giardino roccioso(piccola roccera con orofite, bul-bose e piante tappezzanti);Angolo ombroso (piante erbaceee rampicanti sciafile); Giardinomediterraneo (piante di originemediterranea autoctone e allocto-ne); Angolo delle igrofite (settorecon piante di terreni freschi eumidi); Giardino d’acqua (siste-ma di vasche artificiali con elofitee idrofite di acqua dolce); Angolodelle officinali (erbe, alberi earbusti officinali o velenosi);Giardino inglese (aiuole irregolaricon siepi naturali, rose antiche ealtre piante ornamentali);

ORTI STORICI

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La ninfea bianca (Nymphaea alba), simbolo elogo dell’Orto Botanico ferrarese;

tutti i settori espositivi. Le aiuoleall’aperto sono divise in quattrosezioni tematiche: “Sistematica”,“Giardini a tema”, “Piante utili”,“Flora protetta”. La serra piùgrande, ubicata sul lato orientaledell’Orto, è distinta in un grandelocale centrale non riscaldato(serra fredda) e due laterali.Questi ultimi svolgono, rispettiva-mente, le funzioni di serra tempe-rata e serra calda. Una secondaserra, più piccola e di costruzionerecente, ospita una parte dellacospicua collezione di piante suc-culente. Durante la buona stagio-ne molte delle piante che in inver-no sono ricoverate nelle serrevengono trasferite all’aperto instrutture appositamente predi-sposte, in modo tale da costituireuna quinta sezione: “Piante esoti-che”. Nel 2009 sono state instal-late in Orto una stazione meteo-rologica e una webcam. La stazio-ne è composta da una centralinameteo dotata di barometro, ter-mometro, igrometro, pluviome-tro, anemometro e sensore diradiazione solare. La centralina ècollegata a un data logger cheregistra i dati in tempo reale e litrasmette, aggiornandoli ogniquindici minuti, sul web. I daticlimatici sono utilizzati per ilmonitoraggio ambientale locale, afini didattici e per analisi climato-logiche. La webcam visualizza intempo reale una piccola areadell’Orto Botanico. Oltre a pre-sentare al mondo intero un ango-lo del giardino botanico ferrarese,la webcam consente di registrareil cambiamento delle stagioniattraverso il monitoraggio conti-nuo delle variazioni fenologichedella vegetazione.

LE COLLEZIONILe cinque sezioni in cui è struttu-rato attualmente l’Orto Botanicosono articolate in trentasei setto-ri espositivi che ospitano altret-tante collezioni.Le piante presenti nella sezione

Paradiso, sede dell’Università. Nel1772, a cura del PrefettoFrancesco Maria Giacomini,venne pubblicato un catalogocomprendente 2.800 taxa indige-ni ed esotici. All’inizio dell’800l’Orto passò nelle mani capaci diAntonio Campana la cui operavenne continuata da FrancescoJachelli e dal figlio. Dalla fine dell’800 sino al 1919, ladirezione dell’Orto fu affidata alProf. Caro Massalongo, eminentericercatore che non riuscì comun-que a impedire il trasferimentodell’Orto da via Paradiso a viaScandiana, zona senza dubbioinadatta, come ebbe modo dilamentare il Prof. Eugenio Baronicui fu affidata la direzionedell’Orto dal 1922 al 1929. Solonel 1925 l’Orto Botanico fu ripor-tato nella sede originaria e in que-sta sede rimase fino al 1963, annoin cui fu trasferito nel cortile delcinquecentesco Palazzo Turchi-DiBagno.

ORGANIZZAZIONEATTUALEL’area occupata dall’OrtoBotanico è di forma quasi rettan-golare e la sua superficie è suddi-visa in aiuole dal contorno irrego-lare. Un lungo sentiero, serpeg-giante fra prati alberati e aiuolecinte da basse siepi sempreverdi,permette ai visitatori che seguonoil percorso suggerito di osservare

Torbiera bassa (vasca artificialecon piante di ambienti palustri dipianura); Giardino italiano (aiuo-le geometriche con siepi sempre-verdi, piante fiorite e agrumi);Giardino del tè (giardino giappo-nese del XVI secolo in stile Roji).Nella sezione “Piante utili” le spe-cie sono suddivise in base al crite-rio dell’utilità per l’uomo. Lasezione comprende quattro setto-ri: Giardino frutteto, Piante di usoindustriale, Piante aromatiche,Piante medicinali. Il settore piùinteressante è certamente quellodelle Piante medicinali (detteanche ‘piante officinali’ perchénei secoli passati le droghe veni-vano preparate nelle officine bota-niche, oppure ‘semplici’ perchèogni singola specie rappresentavaun componente semplice all’in-terno di preparazioni medicinalicomplesse). Il presente settoreraccoglie un centinaio di speciedivise in piccoli gruppi; ogni grup-po riunisce specie con proprietàterapeutiche simili o equivalenti. La sezione “Flora protetta” rac-coglie una ventina di specie rare ominacciate di estinzione dellaflora italiana. Quasi tutte le speciequi conservate sono autoctonedel territorio ferrarese o di zonelimitrofe. La sezione è divisa indue settori: Piante terrestri e igro-file e Piante acquatiche. Il settoredelle piante terrestri include alcu-ne specie di orchidee, l’ibisco lito-rale (Kosteletzkya pentacarpos),il cisto rosso (Cistus incanus) el’apocino veneto (Trachomitumvenetum). Le vasche delle pianteacquatiche ospitano la castagnad’acqua (Trapa natans), unafelce acquatica a forma di qua-drifoglio (Marsilea quadrifolia),la coda di cavallo acquatica(Hippuris vulgaris) e la ninfeabianca (Nymphaea alba), que-st’ultima scelta come simbolo elogo dell’Orto Botanico diFerrara. Le piante dell’ultima sezione(“Piante esotiche”) sono tutte in

Famiglia delle Asteraceae nel settore Dicotiledoni evolute;

Bolla della riforma dello Studio di Ferrara di Papa Clemente XIV del 1771;

Sopra, le sezioni dell’Orto Botanico; sotto, l’Orto Botanico visto dalla webcam

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ottenuto il riconoscimento uffi-ciale da parte della comunitàscientifica internazionale ed èregistrato nell’Index Herbario-rum (il catalogo ufficiale di tuttigli erbari pubblici al mondo) conl’acronimo FER.

ORTI STORICI

vaso o in paniere e in invernovengono ricoverate nelle serre. Iquattordici settori che formano lasezione sono costituiti, in massi-ma parte, da collezioni di piantedi origine tropico-equatoriale osubtropicale. La sezione com-prende specie e cultivar di variotipo: succulente, epifite, carnivo-re, ecc. La collezione Piante gras-se comprende circa seicento spe-cie succulente suddivise in venti-cinque famiglie. Le famiglie piùrappresentative sono leCactaceae (cactus), leEuphorbiaceae (euforbie), leAgavaceae (agavi) e le Aloaceae(aloe). La collezione Piante epifi-te è divisa in tre settori e com-prende complessivamente circaquattrocento specie. Le epifitesono le piante che vivono suitronchi e sui rami degli alberi,soprattutto nelle foreste tropicalie subtropicali umide. Le speciepiù interessanti e numeroseappartengono alle famiglieOrchidaceae (orchidee) eBromeliaceae (bromelie). Quelladelle Piante carnivore è la colle-zione certamente più apprezzata,soprattutto dai bambini. Le carni-vore sono piante che si sono spe-cializzate, nel corso dell’evoluzio-ne, a catturare e digerire piccolianimali (soprattutto insetti) conmeccanismi e trappole a voltemolto raffinati. La collezioneinclude una quarantina di specie,fra cui la ben nota Venere piglia-mosche (Dionaea muscipula) el’affascinante Pianta cobra(Darlingtonia californica).

L’ERBARIOL’Orto Botanico di Ferrara custo-disce una Biblioteca storica e unErbario di piante essiccate chetestimoniano lo stretto legame trala città, l’Ateneo Estense e leScienze botaniche. L’Erbario, purdi piccole dimensioni, ospita circa16.000 esemplari ripartiti tra col-lezioni antiche e moderne di pian-te inferiori e superiori. Come peri principali Erbari nel mondo ha

commentarii insignes’ (commen-ti sulla storia delle piante). Nonmeno importanti gli scritti diAntonio Musa Brasavola, Lettoredei Semplici presso l’Ateneo ferra-rese, nella cui opera ‘Examenomnium simplicium medica-mentorum’ approfondì le cono-scenze degli antichi manoscrittisui medicamenti ricavati dallepiante. Seguono opere diDodoens, botanico e medico fiam-mingo, i Discorsi o Commentaridel Mattioli sull’opera diDioscoride con la descrizione eillustrazione di circa 1.000 piantea uso medicinale e numerosi libriiconografici soprattutto delSeicento e Settecento. Tra leopere dell’Ottocento citiamodiverse copie della FarmacopeaFerrarese di Antonio Campana acui si devono i primi studi sulla

La Biblioteca storicaLa biblioteca conserva diverseopere e manoscritti a partire dal1500 fino ai primi del Novecento.Di particolare pregio un’edizionetedesca del 1542 di LeonhartFuchs, uno dei padri dellaBotanica, il ‘De historia stirpium

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Fiori di ricino (Ricinus communis) nel settorePiante medicinali

Cisto rosso (Cistus incanus) nella Sezione Flora protetta

Strelitzia reginae nella Sezione Piante esotiche;

La nuova serretta delle piante succulente

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informazioni e il buono stato diconservazione, riconoscendonecosì per la prima volta l’importan-za scientifica.Revedin attesta la presenza di 60grossi pacchi contenenti piantedella provincia di Ferrara e non,spontanee e coltivate, raccolte daFelisi e da altri autori qualiAntonio e Giuseppe Bertoloni,Filippo Parlatore e Pietro Bubani,dimostrando altresì l’attiva corri-spondenza tra Felisi e gli eminen-ti botanici del tempo (notevolifurono anche i contributi di Felisialla Flora Italica di Bertoloni).L’Erbario Felisi è dunque il risul-tato di numerose raccolte perso-nali (ca. 3.000 taxa) e di collabo-razioni con botanici italiani estranieri dalla prima metàdell’800. I taxa raccolti e identifi-cati da Felisi rappresentano laflora spontanea dei principaliambienti del territorio ferrarese,nonostante siano incluse piantecoltivate nell’Orto Botanicodell’Università e nei giardini (suocompreso).Sono successivamente divenutiparte integrante dell’Erbarioanche molti campioni raccolti daiprimi del ‘900 da altri botanici, inparticolare Pietro Revedin,Angelo Ferioli (autore di contri-buti per Schedae ad FloramItalicam Exsiccatam), CaroMassalongo e Augusto Béguinot.L’Erbario è un’opera completa efondamentale per riconoscere icambiamenti nella composizionefloristica ferrarese degli ultimisecoli: gli exsiccata sono provvistidi cartellino identificativo dellaspecie, eventuali sinonimi, le floreutilizzate per la determinazione,il luogo e la data di raccolta esono in buono stato di conserva-zione. Le numerose annotazionipersonali (spesso presenti induplice copia!) dimostrano comeFelisi abbia studiato in manierascrupolosa tutte le piante da luiraccolte ed essiccate. In seguitoall’ultimo riordinamento e allarevisione avvenuti nel 2008, la

ORTI STORICI

ambienti umidi del Ferrarese;campioni di piante vascolari.Queste ultime comprendonocirca 4.000 campioni raccolti pre-valentemente nella provincia diFerrara (e in minor misura inambienti alpini). Tra le piante provenienti dall’e-stero ricordiamo vari elementidalla Grecia e una serie di pacchirappresentanti la flora brasiliana,frutto di una precedente conven-zione di scambio col Brasile.Diversi Professori e Ricercatoribotanici hanno contribuito e tut-tora concorrono a incrementare ilnumero degli exsiccata: fonda-mentale il contributo dei Proff.riF. Piccoli, R. Gerdol e Dott.ri M.Pellizzari e G. Balboni.

collezione Felisi comprende oggiun totale di 9.214 campioni riuni-ti in 53 pacchi suddivisi per fami-glie. Nel corso di una risistemazionedell’Erbario ferrarese, sono staterecentemente ritrovate tre colle-zioni storiche datate e in buonostato di conservazione. La primacomprende 50 specie raccolte trail 1902 e il 1904 dal Dott. G.P.Navarra sulle montagne intorno aTorino. La seconda, più corposa,è di circa 300 esemplari dellaprima metà del Novecento, fruttodel lavoro di diversi Botanici qualiPadula, Corradi, Pichi-Sermollied etichettata come HerbariumUniversitatis Florentinae. Laterza è di fine ‘800 e ha una parti-colare importanza per l’Ateneo,dato che riporta anch’essa lafirma di Alessandro Felisi: si trat-ta di una collezione tematica diun centinaio di piante erbaceeattaccate da funghi patogeni prov-viste di cartellino completo eidentificativo sia del fungo chedella pianta ospite.Altra collezione storica meritevo-le di essere menzionata è unacopia della Cecidoteca Italica pre-parata e illustrata da A. Trotter eG. Cecconi tra il 1900 e il 1918.L’Erbario Cecidologico compren-de, in 23 fascicoli, una raccolta di575 galle italiane più alcune deidintorni di Tripoli, escrescenzefogliari prodotte dalla piantacome reazione all’attacco di orga-nismi patogeni, principalmenteinsetti. Tutti gli esemplari sonocompleti di descrizioni relativealla pianta, all’agente galligeno,alla località e data di raccolta.

L’Erbario ModernoA partire dal 1970 ha inizio la rac-colta degli exsiccata che costitui-scono l’Erbario modernodell’Università e che comprende:collezioni briologiche, lichenolo-giche di muschi e licheni prove-nienti dalle principali catenemontuose italiane; collezioni inliquido di alghe originarie degli

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Cecidotheca Italica di Trotter e Cecconi (inizio XX secolo)

Esemplare di Gladiolus communis nell’Erbario modernoEsemplare di Gladiolus communis nell’Erbario moderno

flora del Ferrarese. Di metàOttocento ricordiamo numerositrattati di Botanica, flore, elemen-ti di fisiologia vegetale e dizionariin latino, italiano, francese e tede-sco. La biblioteca conserva anchedocumenti relativi alla storia diFerrara, alla sua Università e allescienze in generale.

Gli Erbari StoriciLe collezioni più antiche risalgo-no al 1800 e sono rappresentatedagli Erbari Campana e Felisi.Antonio Campana, brillante pro-fessore di botanica pressol’Ateneo di Ferrara tra il 1700 e il1800, lo compose raccogliendopiante spontanee provenientiprincipalmente dal Ferrarese. Ilsuo Erbario comprende 22 volu-mi con 3.240 specie in buonostato di conservazione ordinatesecondo il sistema di Linneo,ovvero classificate in base alnumero e alla morfologia di stamie pistilli. Le piante non sono fissa-te da colla o spilli ma sono liberesulle pagine e mancano purtroppoinformazioni relative al luogo ealla data di raccolta, nozioni uti-lissime per le ricostruzioni flori-stiche di un territorio.Nonostante questa lacuna,l’Erbario Campana rappresentauna prima fase di studio dellaFlora ferrarese e testimoniaun’importante tappa nell’applica-zione del metodo scientifico nellaBotanica ferrarese.L’Erbario Felisi, in onore diAlessandro Felisi medico e floristaferrarese, è invece la raccoltaerbariologica più importante fraquelle storiche. Le prime notizierisalgono alla Fiera Agraria diFerrara del 1851, dove il Dott.Felisi risulta tra gli espositori conun’opera di oltre 4.000 piante.Nel suo ‘Contributo alla FloraVascolare della Provincia diFerrara’ pubblicato nel 1908-1909 sul Nuovo Giornale botani-co Italiano (Vol. XVI), il Conte P.Revedin ne evidenzia il valorereale, la ragguardevole mole di

Esemplare secco di Anemone coronaria raccolto da Felisi

Una pagina da De Historia Stirpium di Leonhart Fuchs (1542)

* Collaboratore esterno ** ORTO BOTANICO DI FERRARA -

Curatore*** ORTO BOTANICO DI FERRARA -

Prefetto